Il personaggio
Repubblica raddoppia l’informazione
Eva Longoria da Hollywood alla Casa Bianca
Alle 19 RSera sull’iPad tutto il mondo in un clic
ANGELO AQUARO
Fondatore Eugenio Scalfari
NZ SS-1F
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Anno 38 - Numero 19
Direttore Ezio Mauro
€ 1,20 in Italia
mercoledì 23 gennaio 2013
Coppa Italia
La Lazio riprende la Juve in extremis e oggi Roma-Inter GAMBA, PINCI SORRENTINO
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Cosentino attacca Alfano. Il leader del centrodestra: colpa dei magistrati. Monti: come Grillo non mi fido del Cavaliere e di Bersani
Israele, testa a testa tra gli schieramenti. L’outsider Lapid al secondo posto
Pdl in rivolta per le liste
Sorpresa nelle urne Netanyahu perde voti ma annuncia: ho vinto
Berlusconi alla ricerca di un salvacondotto giudiziario L’analisi
ROMA — Dal Piemonte alla Calabria, è rivolta nel Pdl per la composizione delle liste. «Troppi nomi paracadutati». E Cosentino attacca Alfano. «Lui è un perdente di successo». Per le esclusioni Berlusconi scarica la colpa sui pm. Monti sul Pd: «Silvio sbaglia, non è un pericolo comunista». DA PAGINA 2 A PAGINA 8
ALTAN
Lo spettacolo del repulisti PIERO IGNAZI E SI volesse ironizzare sulla vicenda Cosentino si potrebbe ricorrere a Woody Allen e immaginare una versione partenopea del tipo “Prendi le liste e scappa”. Ma la formazione delle liste è una faccenda ben più seria. Ed ha messo in luce, ancora una volta, l’anomalia del nostro centrodestra (ivi compreso, in questo caso, anche il centro di Casini, Fini e Monti). L’anomalia è presto detta: ovunque in Europa le liste elettorali prevedono un coinvolgimento, in varie forme, della base dei partiti. Primarie e votazioni in assemblee degli iscritti. SEGUE A PAGINA 39
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Il retroscena
L’ultima trattativa “Uno scudo anti-pm” FRANCESCO BEI OGLIO che il mio onore venga salvato». Incalzato dai processi, con il timore di una raffica di condanne in arrivo, Silvio Berlusconi ha iniziato ad accarezzare di nuovo una sua vecchia ossessione: tutelarsi dai processi con una qualche forma di immunità. SEGUE A PAGINA 3
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Il caso
L’Europa bendata alla guerra d’Africa BARBARA SPINELLI IMPRESSIONANTE il mutismo che regna, alla vigilia delle elezioni in Italia e Germania, su un tema decisivo come la guerra. Non se ne parla, perché i conflitti avvengono altrove. Eppure la guerra da tempo ci è entrata nelle ossa. SEGUE A PAGINA 39
È
L’operazione con Nomura per coprire il buco di bilancio non approvata dal Cda. Il presidente: “Sono innocente, ma lascio”
Scandalo Mps, Mussari si dimette dall’Abi Il dossier
L’Agenda di Confindustria ROBERTO MANIA NA terapia d’urto per far crescere il Pil di quasi il 12% in 5 anni e aumentare l’occupazione di 1,7 milioni di posti. È la proposta della Confindustria di Giorgio Squinzi alle forze politiche che si candidano al governo del paese. SEGUE A PAGINA 9
U
MILANO — Giuseppe Mussari lascia la presidenza dell’Abi, travolto dalle polemiche per la sua vecchia gestione del Montepaschi e la storia dei derivati “tossici” Alexandria, un'operazione di ristrutturazione del debito da centinaia di milioni con la giapponese Nomura. «Sono innocente ma non posso coinvolgere le banche», dice. A Siena cresce la rabbia, in molti pensano ad azioni di responsabilità contro vecchi vertici. GRECO E PULEDDA ALLE PAGINE 22 E 23
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I consumi indietro di 15 anni
Il reddito torna ai livelli del 1986 i poveri ormai sono il 14% LUISA GRION A PAGINA 10
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Resilienza, la nuova ricetta Perché solo i cinesi per sconfiggere la crisi non dicono I love you STEFANO BARTEZZAGHI FEDERICO RAMPINI ELL’USCIRE dalla crisi abbiamo dimostrato la nostra resilienza”, ha detto Obama nel discorso inaugurale. “Dinamismo resiliente”, è la nuova parola d’ordine lanciata a Davos. Se l’America “resiliente” è uscita per prima dalla recessione, c’è una ricetta che l’Europa può imparare? Che cosa si nasconde dietro questo neologismo? ALLE PAGINE 41, 42 E 43
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Napoli, davanti al S.Carlo
Clochard muore tra l’indifferenza dei passanti
A PAGINA 18
dal nostro corrispondente GIAMPAOLO VISETTI PECHINO OSA vuoi?». È questa la domanda più delicata che i cinesi, confusi da un senso di forte turbamento, buttano lì se una persona confessa la colpa che muove la sorte del mondo: «Ti amo». Un gruppo di sociologi, con l’aiuto di una televisione, ci ha provato. SEGUE A PAGINA 45
«C
Yair Lapid SCUTO E VAN BUREN ALLE PAGINE 12 E 13
KNESSET IN BILICO BERNARDO VALLI GERUSALEMME AVEVA ragione Benjamin Netanyahu quando, due ore prima che si chiudessero i seggi, ha lanciato un grido d’allarme, e ha invitato i suoi elettori ad accorrere alle urne. La forte affluenza, superiore al previsto, suonava come una protesta contro il governo. Contro di lui, il primo ministro, il grande favorito. La sua disperazione era giustificata. SEGUE ALLE PAGINE 12 E 13
la Repubblica
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VERSO LE ELEZIONI POLITICA INTERNA
Il centrodestra
Pdl, Cosentino attacca Alfano “Lui un perdente di successo” Berlusconi: tutta colpa dei pm
LA CONFERENZA STAMPA
“Montature su di me. Bocchino referente dei casalesi”
Nicola Cosentino durante la conferenza stampa di ieri. “Tutte queste foto per un impresentabile” la battuta ai fotografi che lo aspettavano
CONCHITA SANNINO NAPOLI — «Non ho fatto un passo indietro. Ho lottato per restare in lista. Ma hanno vinto i pochi giustizialisti del Pdl». L’ira è dissimulata. Nicola Cosentino rivendica la sua battaglia, fa due ore di show in un hotel del lungomare, smaschera l’ex partito dell’amore che «pensavo tenesse alta la cultura garantista», anche se giura «stima e amicizia per Berlusconi». Ma comincia sconfessando il Cavaliere. L’ex premier ha appena detto a “Studio Aperto”: la scelta di escludere i big «è stata dolorosa, un dispiacere, avvenuto per colpa dei pm politicizzati, sono grato agli amici (Dell’Utri, Scajola, Cosentino, ndr) perché hanno fatto un passo indietro di loro spontanea volontà». Cosentino invece esordisce: «Non ho rinunciato io, è stato il Pdl a inseguire il consenso, a darla vinta alla sinistra». Rivendica indirettamente le sfuriate: «Mi sono battuto molto». Poi, rivolto ai cronisti: «Ora dovrete cercarvi un’altra icona del male». E giù con bordate per i nemici di sempre. Su Angelino Alfano: «Ma non è vero che siamo venuti alle mani, non ho niente contro i perdenti di successo». Sarcasmo sul governatore Stefano Caldoro: «Ora dovrà smetterla di fare il gioco del buono e del cattivo, perché il cattivo non gioca più. E dovranno correre, ma vinceranno sicuramente. Certo non corrono come me che tutte le mattine faccio jogging». Velenosa allusione su Italo Bocchino. «Lui è l’unico referente dei casalesi, essendo stato eletto nel collegio per primo». Pausa, poi riprende: «Intendo dire: referente dei casalesi
L’ex sottosegretario escluso dalle liste: “Hanno vinto i pochi giustizialisti del Pdl” perbene». Infine, è gelo con l’ex socio di una lunga avventura politica, Luigi Cesaro, alias Giggino ‘a polpetta, presunto “traditore” di queste ore, nonché emblema degli “impresentabili” salvati: saldamente in lista nonostante le inchieste per reati gravi. «Cesaro? Chiedete a lui di cosa è indagato. Io soci non ne ho mai avuti». È il suo day after. Nick ‘o Mericano volta pagina. Dispensa perfino lezioni di etica: «Tutte le liste collegate mi hanno offerto un posto in lista. Ma io volevo restare nel Pdl. Non vendo la mia dignità per l’immunità: la prima vale più della seconda». Per lui si fa più vicino il carcere, disposto con due ordinanze di custodia, confermate dai vari livelli di giudizio. Ma il deputato, affiancato dai difensori Stefano Montone e Agostino De Caro, non si arrende: «Presenteremo una richiesta di revoca. Perché
dovrei andare in galera? In un paese civile non dovrebbe accadere. Mi sono dimesso da tutto, prima da sottosegretario, poi da coordinatore regionale Pdl, tra poco non sarò più parlamentare. Anche se volessi, in che modo potrei esercitare un condizionamento? Dove sono le esigenze di custodia?». Eppure la sua seconda vita, per beffa, comincia di nuovo in un’aula giudiziaria: stamane prende il via il
secondo processo al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che vede Cosentino imputato per reimpiego di capitali illeciti, corruzione e abuso con la finalità di favorire il clan dei casalesi. Atto secondo. «Non so se lascerò la politica. Ora mi dedico solo a me, ai miei processi, cerco l’assoluzione, declinerò ogni invito a iniziative politiche». Poi torna su Berlusconi. «Gli hanno fatto vede-
“In galera a Milano”
REPUBBLICA.IT Videocommento di Massimo Giannini «Il berlusconismo amorale»
re questo focus, un sondaggio, da cui emergerebbe che guadagnano qualche punto se cacciano questo “mostro”». Ride del clan che prima non nominava volentieri: «Questi del clan dei casalesi sono fessi: hanno per riferimento uno che non è capace neanche di entrare nelle liste? O forse portano jella». © RIPRODUZIONE RISERVATA
ELLEKAPPA
«Paura della galera? No, sono coraggioso. Dove? Mi hanno parlato bene di Opera, a Milano; San Vittore è troppo pieno». Parola di Marcello Dell’Utri
A MONTECITORIO Nicola Cosentino con Mario Landolfi (sopra) alla Camera. In basso, con Giuseppina Castiello e Alessandra Mussolini (a destra)
Pannella solidale «Visto che i radicali a ferragosto visitano i detenuti, ci vediamo la prossima estate a Poggioreale». E’ la risposta di Cosentino alla telefonata di solidarietà fattagli ieri da Marco Pannella
L’intervista
Bocchino: “Ho sempre pensato che non si potesse affidare la Campania a Cosentino, ma la mia è stata solo una battaglia politica”
“Io mai sfiorato da inchieste di camorra non so se è un messaggio di vendetta” AMICHE
ALESSANDRA LONGO ROMA — Italo Bocchino, che cosa voleva veramente dire ricordando la sua elezione a Casal di Principe? «Ha detto semplicemente una verità storica. Nel ‘96 feci campagna elettorale nel mio collegio naturale che comprende 11 Comuni tra cui Casal di Principe. Lì hanno fatto politica le famiglie di mia madre e mio padre, per il Msi e la Dc». In passato Cosentino era stato più esplicito definendola un quaquaraquà. E dicendo: “Non sono mica stato eletto io in uno dei collegi più mafiosi della Campania, è stato eletto Bocchino!”. «La differenza tra me e lui è proprio questa: io sto in Parlamento da 17 anni e non sono mai stato sfiorato da inchieste sulla camorra. E sono anche orgoglioso di rappresentare quei territori e la gente perbene che ci vive e sopporta la presenza della camorra. A Cosentino va chiesto semmai perché il Pdl non volle candidarlo lì e lo fece eleggere da un’altra parte». Adesso, senza copertura parlamentare, finirà a Poggioreale. «Umanamente mi dispiace per lui. Io avrei comunque gestito con più dignità questo passaggio. Inve-
Mara Carfagna e Francesca Pascale, la fidanzata del Cavaliere. Secondo Bocchino l’ex ministro ha taciuto su Cosentino
ce è arrivato questo attacco scomposto che non so che cosa sia, se un messaggio di un’anima vendicativa o altro. Vorrei essere chiaro: a me del fatto giudiziario non me ne frega niente. Se è innocente, meglio. La mia battaglia contro di lui è stata politica, di opportunità politica. Ho sempre pensato che non si potesse affidare la gestione della cassaforte della Campania a Cosentino. In una prima fase anche Mara Carfagna si è battuta per evitare questo esito ma poi si è acchetata. Posso dire che, se non fosse stato per Italo Bocchino, oggi Nicola Cosentino poteva essere presidente della Regione Campania. Ed è lui uno dei motivi per cui ci hanno cac-
ciati dal Pdl». Deve stargli parecchio antipatico. «Per carità spero che il suo sia un
“Giggino ‘a purpetta sempre accorto, Landolfi ha sbagliato a fidarsi del Pdl” messaggio di sfogo e che non sia un modo di additare ai suoi fan il responsabile della mancata ascesa alla gestione della Campania e dei suoi fondi».
Oltre a lei Cosentino ha attaccato anche Caldoro e Alfano. «Persone di indiscusso rigore morale. Con Caldoro presidente, di cui non condivido sempre la linea e le scelte, abbiamo evitato alla Campania un disastro». Che mi dice del suo compagno ex An Mario Landolfi, ritenuto gradito ai La Torre? «Mario è tutta un’altra storia. Io non giudico, lo fa solo la magistratura. Lui è intelligente, capace, ha fatto solo l’errore di fidarsi del Pdl e di Cosentino». Luigi Cesaro, detto Giggino ‘a purpetta, è dentro le liste del Pdl. Lavoro a metà? «E’ sempre stato accorto, defilato, mai uno scontro frontale nei nostri confronti». Berlusconi può essere stato influenzato nelle sue scelte da Francesca Pascale, sua attuale fidanzata e napoletana? «Francesca è sempre stata osteggiata da Cosentino perché era della mia corrente. E’ una molto rigorosa, contraria a certe infiltrazioni, ma penso che adesso di tutto si preoccupi fuorché delle liste in Campania. Ha coronato il suo sogno». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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la Repubblica
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Il caso
Incontro Silvio-Veronica intesa su villa Macherio MILANO — Un incontro riservato, faccia a faccia, senza avvocati e scartoffie di mezzo. Fra le tante trattative in corso, Silvio Berlusconi ne avrebbe riallacciata una con l’ex moglie Veronica Lario. Secondo l’agenzia di stampa Agi l’incontro tra i due sarebbe avvenuto nella villa di Macherio. Obiettivo, cercare un accordo definitivo dopo la sentenza di divorzio. Tra le ipotesi di una possibile intesa c’è la destinazione proprio della villa di Macherio all’ex moglie. Inoltre Berlusconi le verserebbe una indennità mensile che si aggira intorno al milione e 500mila euro. Una cifra considerevole ma sempre meno onerosa dei tre milioni al mese (100mila euro al giorno) fissati dal Tribunale di Milano. Mentre la villa di Macherio, di circa 70 locali, è stimata in 78 milioni di euro. Il leader del Pdl aveva accusato i giudici che avevano emesso la sentenza di essere «femministe e comuniste». Ma una decina di giorni fa aveva fatto sapere di sperare «in un accordo bonario e sensato con Veronica». FOTO:ANSA
Il retroscena
Il Cavaliere cerca il salvacondotto “Immunità in cambio dei voti per il Colle” “Voglio tutelare il mio onore”. E punta alla presidenza del Senato
(segue dalla prima pagina)
OLTRE LE ELEZIONI
FRANCESCO BEI
Silvio Berlusconi. L’obiettivo dell’ex premier è avere garanzie in vista delle sentenze sui processi che lo vedono imputato
ON il Pdl cresciuto di sei punti in tre settimane, con le liste ripulite dai più impresentabili, adesso inizia a crederci. Non di vincere, anche Alessandra Ghisleri ritiene il «miracolo» impossibile. Ma di pareggiare sì. Fare patta al Senato, conquistare il premio di maggioranza nelle quattro regioni in bilico — Sicilia, Lombardia, Campania e Veneto — per costringere Bersani alla trattativa sulla giustizia. È questo l’obiettivo strategico del Cavaliere. Che desidera uno scudo, un salvacondotto, per mettersi al riparo dalle tre sentenze di condanna che vede arrivare sempre più vicine, quelle dei processi Ruby, Mediaset e Unipol. Benché gli avvocati Ghedini e
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bile a convergere su una personalità non necessariamente di centrodestra. Non c’è stato insomma alcun «adesso tocca a noi». A una sola condizione però: «Chi vorrà i nostri voti per essere eletto dovrà garantire uno scudo per metter-
mi al riparo da questa aggressione finale dei pm». Una richiesta inaspettata, che ha lasciato di sasso l’interlocutore. Nessuno conosce quale forma debba prendere questa richiesta, se una nuova immunità parlamentare valida
erga omnes, o piuttosto una nomina politica di peso, come potrebbe essere il laticlavio a vita per Berlusconi. O di nuovo un lodo per le alte cariche, ancora più limitato rispetto a quello del 2008. E se fosse un nuovo lodo il Cavaliere — per
quanto i suoi stessi collaboratori ritengano la carica «inadatta» al suo temperamento e dunque l’ipotesi irrealistica — sogna per sé di salire allo scranno di Schifani: presidente del Senato. Non tanto per fare uno sgarbo a Casini,
che ha prenotato quel posto da tempo. Ma per dare all’eventuale salvacondotto una veste istituzionale. Gasato per la rimonta di questi giorni, qualcuno nel Pdl inizia a crederci davvero. Maurizio Paniz, deputato-avvocato che ha messo la sua faccia sul processo breve e sulla difesa di Berlusconi alla Camera sul caso Ruby-Mubarak, sogna in grande: «Se Monti è stato fatto senatore a vita, Berlusconi lo merita molto di più. Il nuovo capo dello Stato lo dovrebbe fare senatore al cubo. Anche la presidenza del Senato sarebbe un giusto coronamento per uno che è stato il protagonista assoluto della politica italiana degli ultimi vent’anni». Persino un iper-realista come Fabrizio Cicchitto, che conosce le dure leggi della politica, lascia la porta aperta al
La curiosità “Voglio uno scudo per mettermi al riparo da questa aggressione finale dei magistrati”
I punti
Incontro con uno dei papabili. “Silvio può votare un nome anche fuori dal centrodestra”
Pressing per riprendersi Kakà “Alle elezioni vale due punti”
DIRITTI TV Longo gli abbiano spiegato che è inutile illudersi, visto che i precedenti tentativi (prima il Lodo Schifani del 2003, poi il Lodo Alfano del 2008) sono stati spazzati via dalla Consulta, che li ha trovati in contrasto con una decina di articoli della Costituzione, Berlusconi non si dà per vinto. L’idea è ancora confusa nella sua attuazione pratica, ma Berlusconi non sente ragioni. Per questo il teatro della battaglia è diventato palazzo Madama, l’unico luogo dove sarà possibile far pesare i propri voti. Per il governo, certamente. Ma soprattutto per l’elezione del nuovo capo dello Stato. Uno dei papabili per il Colle nei giorni scorsi è andato a trovare il Cavaliere per sondarne il gradimento sul proprio nome. E ha riferito successivamente di aver trovato il leader del Pdl molto disponi-
Per la compravendita dei diritti televisivi,Berlusconi è stato condannato dal Tribunale di Milano a quattro anni di reclusione
RUBYGATE Berlusconi è accusato di concussione aggravata per la presunta telefonata in Questura e il rilascio di Ruby
UNIPOL Contestato per avere divulgato intercettazioni protette dal segreto d’ufficio durante le indagini sulla scalata Bnl
ENRICO CURRÒ MILANO — Il ritorno al Milan dell’ex Pallone d’oro, il trentunenne brasiliano Kakà, per il Pdl vale 2 punti in più presso il popolo tifoso e votante. È il responso che i sondaggisti di fiducia avrebbero consegnato a Berlusconi ed è la principale ragione per la quale Galliani ha ricevuto il mandato di portare avanti la complicatissima trattativa col Real Madrid, a dispetto della rottura di lunedì, quando il presidente madridista Perez ha chiuso ogni spiraglio all’ad milanista. Non è certo la prima volta che il calciomercato entra dalla porta principale nella politica berlusconiana: tra i casi più recenti c’è quello di Pirlo, che nel 2009 non andò al Chelsea perché i sondaggi stimavano sempre nel 2 per cento il calo di consensi, in caso di cessione del regista della Nazionale. Stavolta, però, è tutto più difficile: la crisi finanziaria di Fininvest riduce praticamente a zero il budget di Galliani. Ma il Real, che nel 2009 pagò 64,5 milioni di euro al Milan per Kakà, rifiuta il prestito gratuito e chiede almeno 15 milioni. Pare al momento ancora più complesso arrivare all’altro obiettivo della campagna milanista: per Balotelli il City vuole 37 milioni. E il tempo stringe: il mercato chiude il 31 gennaio, a poco più di tre settimane dalle elezioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
EX ROSSONERO Il brasiliano Kaká. Ora al Real Madrid, nel Milan fino al 2009
dubbio: «Presidente del Senato la sinistra non lo eleggerà mai. Ma chissà... aspettiamo i risultati del Senato». Per questo il Cavaliere non molla, sta spingendo al massimo i motori della campagna per conquistare punti su punti. La Ghisleri ora lo dà al 23,5 per cento (anche se Pagnoncelli ieri a Ballarò l’ha inchiodato al 17,8%) in crescita. E Berlusconi ha commissionato un nuovo sondaggio, che arriverà lunedì prossimo, quando il campione potrà esprimersi anche sulle liste del Pdl ripulite dagli impresentabili. L’ex premier è certo che ci sarà un rimbalzo verso l’alto. In tempo di par condicio ha programmato un tour di dodici città, con comizi in cinema e teatri. Servirà a dare l’ultima spinta per essere determinante al Senato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Le candidature
Rivolta nel Pdl, “troppi nomi paracadutati” Proteste dal Piemonte alla Calabria. Bologna si ribella a Carraro: ci mandò in B CARMELO LOPAPA ROMA — Non hanno fatto in tempo a ripiegare i paracadute, che nel Pdl di mezza Italia è scoppiata la rivolta. Capolista sconosciuti in loco, big catapultati, deputati “nominati” da Palazzo Grazioli. Dal Piemonte alla Calabria sono già scattate fughe e rinunce alle candidature. «Non temo contraccolpi» rassicura Berlusconi a StudioAperto. Ma i focolai sono già sette. Emilia Romagna. Intreccia storie di rancori calcistici, i peggiori da smaltire, la candidatura dell’ex presidente della Federcalcio, Franco Carraro, quarto al Senato in Emilia. Additato dagli ultrà quale responsabile della retrocessione del Bologna in B sotto Calciopoli 2006. «Un insulto alla città» per l’ex presidente della società, Giuseppe Gazzoni Frascara. «Chieda scusa», dice il senatore Pdl Palmizio. Carraro non lo farà: «Coscienza a posto, pronto a incontrare i tifosi, ma il Bologna fu retrocesso sul campo». Piemonte. A Torino hanno gradito poco l’atterraggio di Capezzone alle spalle di Alfano, in Piemonte 1. I potenti consiglieri regionale, Giampiero Leo, e comunale, Silvio Magliano, a nome dei cattolici di area Cl insorgono. Fabrizio Comba, vicepresidente del Consiglio regionale lascia il Pdl all’ultimora e approda in lista con Fratelli d’Italia. Alle spalle
di Capezzone c’è Annagrazia Calabria, responsabile giovani, ma romana. «Catapultati forse altri, io ho un ruolo nazionale: la verità è che se sei giovane e bella e fai politica, specie le donne te la fanno pagare» ha spiegato alla Stampa. Liguria. Una beffa per il Pdl locale l’esclusione di Claudio Scajola per far posto
ad Augusto Minzolini, capolista al Senato. Ieri riunione fiume a Imperia convocata dall’ex ministro, con consiglieri e coordinatori di area. «Si può considerare conclusa l’esperienza Pdl» dice all’uscita l’ex candidato sindaco Pierluigi Vinai. «E il 95% la pensa come noi» per il capogruppo regionale, Marco Melgrati. E ora?
Calabria. Scilipoti sesto al Senato è scelta che il governatore Giuseppe Scopelliti, nei colloqui con Verdini, non ha esitato a definire «scellerata». L’ex sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, rinuncia alla sua candidatura al posto 7, (alle spalle del “responsabile”). «Dispiaciuto per le polemiche, ma sarò il valore
aggiunto per il Pdl in Calabria» si schermisce Scilipoti. Campania. Cosentino e il suo esercito — che milita in 31 giunte locali — a questo punto si disimpegna: «Sono un normale cittadino». Ma altri ras come “mr. 25 mila voti” Michele Pisacane insorgono: «Che ci sto a fare settimo in lista? Co-
Scajola riunisce i suoi ad Imperia: “Finita l’esperienza nel partito. Non vogliamo Minzolini” sì non posso aiutare Berlusconi». Lazio. L’esodo degli ex An Meloni, Rampelli e altri in FdI ha scavato una voragine nel Pdl regionale. Altri, come Ronchi, Urso, De Angelis sono stati escusi in extremis. E molti ex An a Roma migrano verso la Destra e Fratelli d’Italia. Tra consiglieri municipali, regionali e comunali solo ieri se ne contavano oltre 40. Sardegna.Il vicepresidente e assessore al Bilancio della giunta Cappellacci, Giorgio La Spisa, lascia il Pdl e si candida alla Camera per la lista Monti. Molti dirigenti gli chiedono ora le dimissioni, altri consiglieri sono pronti a seguirlo.
IL CASO LIGURIA Dopo l’esclusione dalle liste, Claudio Scajola ha riunito i suoi uomini. Dure critiche al Pdl.
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Il caso
I personaggi VERDINI Coordinatore nazionale e toscano, è indagato per false fatture, mendacio bancario, per il G8
FITTO Lunedì a Bari il pm ha chiesto 6 anni e 6 mesi di carcere per una tangente ricevuta da Angelucci
MINZOLINI L’ex direttore del Tg1 è accusato di peculato per le note spese a carico della Rai
LOMBARDO Il leader dell’Mpa, lista apparentata al Pdl, è sotto processo per concorso esterno in 416bis
Formigoni, Verdini, Lombardo quegli indagati graziati dal Cavaliere Nelle liste c’è anche Cesaro, accusato di camorra FORMIGONI
LIANA MILELLA
Il governatore uscente della Lombardia è indagato per corruzione nello scandalo della sanità
ROMA — Restano mediamente “sporche” le liste del Pdl. Il sacrificio di tante «vittime della giustizia», per usare le parole di Berlusconi, non è totale, ne lascia altre in campo. Berlusconiovviamente (tre processi importanti come Mediaset, Ruby e Unipol vicini a sentenza), e anche Denis Verdini, il coordinatore nazionale e della Toscana che ha fatto e disfatto le liste, ma deve districarsi su almeno tre fronti giudiziari.
Anche l’ex premier è alle prese con tre processi a Milano: Mediaset, Ruby e Unipol Poi Roberto Formigoni, il “celeste” governatore della Lombardia, con quell’accusa di corruzione per l’affaire Sanità tante volte smentita ma alla fine confermata dai magistrati. L’elenco dei noti mette in primo piano Raffaele Fitto, l’ex ministro leccese che s’è visto chiedere dai pm di Bari 6 anni e 6 mesi di carcere per l’indagine sulle tangenti pagate dall’imprenditore Angelucci per appalti sanitari. Un processo, sempre per corruzione, l’ha visto assolto, ma questo resta. Tra i volti più noti degli inquisiti merita un posto
un altro ex governatore, il siciliano Raffaele Lombardo, leader dell’Mpa, lista costola Pdl, che fa i conti con un’indagine per mafia. Dalla prima alla seconda fila. E qui la situazione resta opaca. C’è la candidatura davvero singolare dell’ex manager Fininvest Salvatore Sciascia. Gareggia per il Senato, è un parlamentare uscente. Ha una condanna definitiva a 2 anni e 6 mesi per aver corrotto degli ex colleghi della Gdf. Una fedina penale come questa dovrebbe rientrare perfettamente tra quelle — assai poche in verità — che ricadono sotto la tagliola della famosa legge sulle liste pulite. E invece niente. Spiegano che, risalendo al 2001, essa è troppo vecchia per valere ancora. Dalla Lombardia a scendere è un pullulare di nomi noti alle cronache giudiziarie. Ecco Renato
Farina, il famoso agente Betulla, una pena patteggiata per il sequestro Abu Omar. In Liguria c’è il caso di Augusto Minzolini, l’ex «direttorissimo» del Tg1 (come lo apostrofava al telefono il suo sponsor Berlusconi), capolista contestato dagli scajoliani che dovrà fare i conti con l’indagine per l’uso disinvolto della carta di credito della Rai. In Emilia c’è Deborah Bergamini, indagata per interruzione di pubblico servizio, ma in vista di una possibile archiviazione chiesta dal pm. In Toscana, con Verdini, si candida anche Massimo Parisi, indagato anche lui per il fallimento del Credito cooperativo fiorentino. Nel Lazio correrà GiorgioSimeoni, ex vice di Francesco Storace alla regione, una richiesta d’arresto evitata grazie al voto della Camera per l’inchiesta su Lady Asl. Un indagine per abuso d’ufficio
pende anche su Claudio Fazzone, potente di Fondi (Latina). In Campania si sono salvati Luigi Cesaro e Amedeo Laboccetta. In Calabria Giuseppe Galati, un’associazione a delinquere. La Sicilia appare come la Regione a più alta densità di inquisiti. L’elenco si apre con Antonio D’Alì, nobile rampante del trapanese, un processo per concorso esterno in associazione mafiosa. Di Lombardo s’è detto. Ma nel suo gruppo figurano anche Roberto Di Mauro, un’omissione
L’ex governatore siciliano sotto accusa per mafia Sciascia già condannato d’atti d’ufficio, Filippo Drago, condanna a 2 anni e 3 mesi per falso ideologico, Rossana Interlandi, una richiesta di rinvio a giudizio per omissione d’atti d’ufficio. Anche il Pid di Saverio Romano ha due nomi noti, Rudy Maira, indagato per associazione a delinquere, e Salvo Catalano, un anno e 11 mesi patteggiato per abuso edilizio. Un condannato anche per Fratelli d’Italia, la lista di Crosetto e Meloni, è Salvino Caputo, 2 anni per un tentato abuso d’ufficio e falso ideologico. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I personaggi FARINA L’ex agente Betulla è condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per falso in atto pubblico
SCIASCIA Ex manager Fininvest condannato a 2 anni e 6 mesi per corruzione per l’inchiesta Gdf
LABOCCETTA La procura di Roma lo indaga per aver impedito di perquisire un pc nel caso Corallo
CESARO Nelle inchieste su politica e camorra vari collaboratori di giustizia parlano di “Giggino a’ purpetta”
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VERSO LE ELEZIONI POLITICA INTERNA
Il centrosinistra
Renzi in campo con Bersani E il leader chiede tagli sulle armi “Meno F35, priorità al lavoro” Il debutto del tandem a Firenze, poi Lombardia e Veneto La polemica
GOFFREDO DE MARCHIS ROMA — Raddoppiano gli appuntamenti comuni di Bersani e Renzi. Forse diventeranno tre. Nel giorno in cui viene ufficializzata la tappa di Firenze del “tandem” democratico (il primo febbraio, all’Obihall) filtra la notizia che ci sarà almeno un bis in Lombardia. E poi un’ulteriore replica in Veneto. Una parte del tour elettorale, il candidato premier del centrosinistra la farà dunque con lo sfidante del primarie. Sono definitivamente superate alcune resistenze dei rispettivi entourage. Da Palazzo Vecchio Renzi conferma: «Sono disposto a fare il semplice presentatore. Pier Luigi mi faccia sapere». Il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani tiene, come sempre, i contatti con il sindaco di Firenze e prepara il “cartellone”. «Mi hanno chiesto di portarlo anche in Emilia. La campagna elettorale del Pd è una, tutti sono coinvolti. Questo è il messaggio», annuncia. Altri inviti al primo cittadino sono arrivati dalla Campania e dalle Marche. Ci sarà. Il dalemiano Gianni Cuperlo gli ha chiesto di fare qualcosa assieme a Prato. Forse da qui è nata la voce, smentita, di un’iniziativa con Massimo D’Alema. La macchina bersaniana si mette in moto. Anche il programma viene giorno dopo giorno definito. «Bisogna assolutamente rivedere la spesa militare sugli F35. E’ una spesa che va ripensata perchè le nostre priorità non sono i caccia, la nostra priorità è il lavoro», dice al Tg2. I 10 cacciabombardieri ordinati, ma non ancora acquistati, sono una voce di spesa che sfiora i 15 miliardi di euro. Di queste ore, poi, è la rivelazione di una “falla” nella progetto che li renderebbe pericolosi non
Articolo 18 e anni di piombo scontro tra Vendola e Albertini
“Ingroia Tafazzi” Il Pd fa il verso a Ingroia. Sul suo sito Internet appariva ieri l’immagine di Tafazzi, personaggio noto per il suo autolesionismo, con in mano il simbolo di “Rivoluzione Civile”. L’ironia è la risposta al mancato accordo di desistenza tra i due partiti al Senato in alcune regioni
ROMA — Botta e risposta polemico tra Nichi Vendola e Gabriele Albertini. A scatenare le ire del leader di Sel alcune frasi del candidato montiano alla presidenza della Regione Lombardia che, ospite ieri della trasmissione Agorà, ha definito Vendola «una zavorra ideologica della sinistra estrema». Per Albertini, «Vendola è un massimalista, visto che vuole tornare all’articolo 18 degli anni di piombo e mira a riportare gli orologi indietro a prima della riforma pensionistica». Frasi in parte rettificate quando, però, era troppo tardi. Per Vendola quelle di Albertini sono «affermazioni volgari e barbariche da cui Monti dovrebbe prendere le distanze». «Se questo è segno di moderatismo — ha aggiunto il governatore della Puglia — sono preoccupato per l’offesa inflitta alla verità storica: chi ha scritto lo Statuto dei lavoratori è stato antagonista e vittima delle Br». In serata la controreplica di Albertini: «Ciò che ho detto è un dato di fatto. Vendola non strumentalizzi il mio pensiero».
La svolta sulle spese militari punta a contrastare la concorrenza della lista Ingroia
La soddisfazione di Vendola: “Bene, tagliamo le ali ai caccia”. In ballo 15 miliardi
per i nemici ma per i piloti. In caso di temporale infatti sono a rischio esplosione. È il giorno giusto dunque per lanciare la proposta di rivedere il contratto, magari riducendo il numero delle ordinazioni. La mossa fa felice Nichi Vendola: «Bravo Bersani. Tagliamo le ali agli F35», esulta il governatore pugliese riferendosi alle parole di Monti che contesta ogni giorni i condizionamenti delle estreme per i due principali partiti. Ma la scelta programmatica di Bersani vuole soprattutto parlare a sinistra. Non tanto all’alleato Sel ma all’avversario Ingroia. Accanto alla battaglia degli F35, il
segretario del Pd si prepara a a fare proposte sulla green economy e sullo sviluppo dell’edilizia della ricostruzione. Il coinvolgimento di Renzi, più sostanzioso di quello previ-
INSIEME IL 1° FEBBRAIO Matteo Renzi e Pierluigi Bersani. Saranno insieme il 1° febbraio a Firenze al teatro Obihall
FOTO:ANSA
Tweet per Vasco Bersani pubblica un video sul suo canale Youtube in cui viene ripreso mentre, in automobile, guarda sull’Ipad il nuovo video di Vasco Rossi e accompagna la musica con la testa. Su Twitter commenta: “Il ritorno di Vasco è una bellissima notizia”
BREVIARIO
“Il mio primo obiettivo è intitolare ad Archimede le piazze della Sicilia” Antonio Zichichi assessore regionale in Sicilia © RIPRODUZIONE RISERVATA
sto inizialmente, non serve a recuperare i consensi di Rivoluzione civile. Ma ad attirare i delusi del centrodestra e gli elettori della lista Monti. Firenze è una tappa obbligata visto il lavoro del sindaco. La Lombardia invece è decisiva per Palazzo Madama: elegge 49 senatori, di cui 27 vanno alla coalizione vincente. L’asse Pdl-Lega, in quella regione, ha molte chance aumentando il pericolo del pareggio al Senato. Lo stesso discorso vale per il Veneto. Alcuni sondaggi danno avanti il Pd, ma di soli due punti (35-33). È una regione in bilico, Renzi sarà chiamato a rafforzare il leggero van-
taggio. Stasera Renzi torna in televisione alle “Invasioni Barbariche” su La7. Un appuntamento atteso ma la sua lealtà a Bersani ormai ha già superato molte prove. Già nel pomeriggio potrebbe diventare ufficiale il comizio comune in Lombardia, giorno e luogo. A Largo del Nazareno sono sta superate le preoccupazioni: «Matteo non fa ombra al segretario. Valorizzeremo le potenzialità di ciascuno. Possono stare benissimo sul palco insieme». E i risultati si vedranno il giorno del voto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il caso
ANNALISA CUZZOCREA ROMA — Tutti colti da agorafobia, i partiti italiani? La paura della “piazza aperta e frequentata dal popolo” li ha forse assaliti d’un tratto? Abbiamo ascoltato i leader delle principali coalizioni in ogni tipo di trasmissione televisiva. Possiamo seguirli su Twitter, consultare le loro pagine Facebook, scaricare i programmi in pdf, ammirarne i cartelloni ritoccati sulle diverse tangenziali d’Italia. Nelle piazze, per ora, neanche l’ombra. Una scomparsa resa tanto più plastica dalla presenza di Beppe Grillo, che invece di piazze ne tocca due al giorno e che ha trasformato i suoi show antisistema in scoppiettanti comizi politici. Così, Monti dà il via alla sua corsa in una tensostruttura ultramoderna alle porte di Bergamo. Bersani parla sotto la neve nel suo piccolo paese natale. Maroni va in giro a presentare il suo libro. Vendola domenica è stato a Melfi, il 30 andrà a Frascati, il primo febbraio in Toscana e Umbria. In teatri e cinema da 1000, 1500 posti. «È in-
Quasi tutte le iniziative si svolgono in luoghi al chiuso. “Anche perché fa freddo” verno, fa freddo, e se poi piove?». Il ragionamento è questo per tutti. «Montare i palchi costa, metti che poi ti viene una botta di freddo, di neve, di vento», dice Lelio Alfonso, tra i coordinatori della campagna montiana. Berlusconi lo ha dichiarato apertamente: «Non posso fare comizi in piazza per ragioni di sicurezza». Ha ricordato la statuina che gli tirarono contro a Milano, ha parlato delle preoccupazioni della sua scorta. E quindi, c’è anche questo: la piazza fa paura. «Il rischio è sempre il buco, il flop», dice Edoardo Novelli, professore di Comunicazione politica a Roma Tre. In più, «è sparita co-
La storia FILIPPO CECCARELLI GLI albori della Repubblica, se avesse avuto paura del freddo e della pioggia, dei vuoti e delle contestazioni, della concorrenza del cinema o della partita di calcio, la piazza elettorale non avrebbe animato passioni durate mezzo secolo né avrebbe mai dato forma alla politica. L’odierno deserto dice molto e dice troppo. Così oggi solo Beppe Grillo, di
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IN RADIO
MENO TELEVISIONE
STRARIPANTE
Il premier uscente Mario Monti durante una trasmissione radiofonica a Radio Anch’io. Per il Professore sono stati diversi gli appuntamenti nelle ultime settimane
Il candidato premier del centrosinistra, Pierluigi Bersani, ospite di un programma televisivo: per lui apparizioni mediatiche più centellinate rispetto agli avversari
Silvio Berlusconi durante una intervista a SkyTg24. Da qualche settimana non si contano le presenze radiotelevisive del Cavaliere
Tv, radio, Facebook e Twitter è una campagna senza piazze “I politici hanno paura del vuoto” De Rita: solo Grillo spariglia. Ma partono i tour di Pd e Rc Polo tecnologico Domenica 20 gennaio, al polo scientifico e tecnologico Kilometro rosso di Bergamo il premier dimissionario Mario Monti ha lanciato la sua campagna elettorale insieme con la sua pattuglia di candidati alla Camera
Qualche giorno fa, il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha aperto, con i giovani che voteranno per la prima volta, la sua campagna elettorale per le Politiche al teatro Ambra Jovinelli a Roma
me senso. Un tempo lì si misurava la forza delle diverse formazioni, oggi c’è un sondaggio ogni tre secondi. Era il luogo di incontro con il leader, serviva ad alimentare i riti e i simboli del partito di massa. Tutte cose scomparse». Spiega Giuseppe de Rita: «La campagna elettorale viene implicitamente fatta sulle cose già certe. Tutti pensano che l’opinione pubblica sia ormai consolidata, che sia già stato detto tutto, che sia inutile am-
plificare. L’unico che non ha una piattaforma prestabilita e che è costretto a fare un’operazione diversa è Grillo. E in questo l’aspetto meteorologico lo aiuta. Come quando ha attraversato lo stretto di Messina sotto le nubi: la sua impresa deve assumere un carattere mitico per sfondare». E poi, «L’Italia è biomediatica: vive la televisione come fosse un fatto biologico, e i politici lo sanno. La moltitu-
I democratici mobilitano gli elettori delle primarie in un porta-porta con le categorie e pezzi di associazionismo. Saranno importanti le chiusure a Milano, in Sicilia, a Roma. E il Veneto, la prossima settimana. Mentre nelle regioni in bilico partirà «un porta a porta scientifico coinvolgendo tutti quelli che hanno votato alle primarie». Una cosa obamiana? «Veramente lo faceva il Pci», risponde il capo della comunicazione Stefano Di Traglia. Antonio Ingroia andrà in luoghi simbolici: l’Emilia del terremoto, l’Aquila, Pomigliano, l’Ilva, il Sulcis, la Sicilia. Con una sorpresa annunciata per il 22 febbraio. Mario Monti in piazza non ci andrà, ma l’agenzia di comunicazione che ha ingaggiato gli ha consigliato di scegliere luoghi simbolo dell’Italia che propone, posti che incarnino storie di successo nella tecnica, nell’arte, nella ricerca. Anche l’oratoria dovrà cambiare: i consulenti si occuperanno di tradurre in chiave nazional-popolare lo stile ingessato del professore. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il leader dei 5Stelle ha fatto salire sul palco del suo Tsunami i contestatori, incoraggiandoli ad esibire uno striscione in cui lo si attaccava
Da Fanfani a Pajetta, maestri del comizio sostituiti dai professionisti dei talk show TSUNAMI TOUR Beppe Grillo durante una delle numerose tappe della sua campagna elettorale. Con il suo camper toccherà oltre 100 città in 39 giorni
Anche Giannini dell’Uomo qualunque veniva dal mondo dello spettacolo cui tutto si può pensare ma non che manchi di novità espressive, è l’unico che gira per le piazze d’Italia — lo Tsunami tour — e di norma le riempie. Essendo un uomo di spettacolo gioca in casa. Ma il punto è che fino a una ventina d’anni fa anche i comizi erano vissuti come degli spettacoli, per lo più all’aria aperta, e infondergli sentimento e saper dominare gli imprevisti era un’arte che
Tra i diciottenni
dine indistinta la si trova in tv». I tempi cambiano, canterebbe Bob Dylan. Nel 1960, una domenica di novembre, in piazza Duomo a Milano si tennero 8 comizi di seguito, dalle 11 a mezzanotte. Sempre quell’anno, nell’ultima giornata elettorale, ce ne furono 35mila in tutt’Italia. E non vale tanto la scusa dell’inverno, se nel 2006 — quando il centrodestra occupò piazza San Giovanni contro Romano Prodi — era il 2 dicembre. E se nel 2008 Veltroni chiuse la sua campagna a Milano sotto una pioggia scrosciante. Le prossime settimane, comunque, dovrebbero animarsi. Bersani sta per partire per il suo secondo giro d’Italia. Ci saranno sia manifestazioni che incontri
disponeva di pochi maestri (Fanfani, Nenni, Pertini, Pajetta, Di Vittorio, Almirante, Lauro, Pannella) e di moltissimi intenditori. Così l’altro giorno, a Salerno, con giubbotto e cappello di cerata perché pioveva forte, Grillo ha fronteggiato con istrionica destrezza un gruppetto di contestatori facendoli salire sul palco e poi li ha anche incoraggiati a esporre lo striscione in cui lo si attaccava per via di Casa Pound. A
un certo punto, mentre la scena si affollava a beneficio del pubblico, è parso anche ripristinare l’antica pratica del contraddittorio, con i suoi generosi numeri e i suoi vieti espedienti. Come i «frati volanti» spediti dal cardinale di Bologna, Lercaro, a disturbare gli oratori del Pci a piazza Maggiore. In certi casi la post-politica tende infatti a riattivare moduli pre-televisivi. Anche Guglielmo Giannini, il fondatore dell’Uomo
Qualunque, veniva dal mondo dello spettacolo, con la virtuosa aggravante - se così si può dire - di un’origine anglo-napoletana. Commediografo illustre, sapeva suonare, cantare, coniava espressioni variopinte e raccontava formidabili storielle. Certo, è difficile pensare che si sarebbe lanciato a corpo morto sulla folla (La folla era peraltro intitolato il suo giornale) lasciandosi trasportare a mo’ di rockstar, come
Grillo ha fatto a Siena e a Teramo. E tuttavia in una piazza di Trieste il leader dell’Uq portò 30 mila persone a intonare in coro «Dove sta Zazà». Oh Madonna mia! Sessant’anni dopo la politica, per non dire il potere, ha paura delle piazze. Ma solo perché queste resterebbero desolatamente vuote. I telespettatori fanno il tifo davanti alla tv, magari anche convinti che sia una nuova forma di partecipa-
zione. Ma poi, e intanto, spicciano la cucina, tirano la palletta al cane, vanno in bagno, cambiano canale, si addormentano, o spengono, finalmente - che il giorno dopo tocca svegliarsi presto. Ci pensino, ogni tanto, i candidati. Che durante i comizi di Peppone il rosso, Don Camillo scioglieva le campane. O che a Napoli, nel mezzo di un raduno della Dc i neofascisti liberarono a piazza Plebiscito centinaia di sorci, creando il dovuto panico. Ricordino, i capilista, l’epopea che s’intuisce dai versi di Rocco Scotellaro: ««E le donne preparano già il grido più forte./ Avviene al nostro comizio volante/ come quando un uomo cade sui suoi passi/ e i marciapiedi si svuotano in quel punto./ Noi pure così protesteremo ai divini potenti/ come la grandine schiaffeggia la terra». Come la grandine, appunto, e il vento e la pioggia e il gelo e la neve e tutto quanto viene oggi sospettamente invocato per giustificare la separazione che tiene sempre più lontano il castello dalla piazza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VERSO LE ELEZIONI POLITICA INTERNA
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I centristi
“Ho grande sfiducia in Bersani e Berlusconi” Monti: condivido Grillo, coalizioni incapaci di governare. “Ma se vince Silvio è il disastro” ALBERTO D’ARGENIO ROMA — «Apprezzo il Pd e Berlusconi ha torto a dire che è comunista. Ha una storia comunista dalla quale si è andato affrancando, mentre la rivoluzione liberale di Berlusconi non è stata né rivoluzionaria né liberale». Di mattina, parlando a Radio Due, Mario Monti prosegue la strategia di attacco al Cavaliere e di fair play verso il segretario del Pdl. Ma è in tarda serata, intervistato a Ballarò, che mena fendenti a destra e a sinistra. «Ho una profonda sfiducia nella capacità di guidare l’Italia da parte della coalizione di Berlusconi e di quella di Bersani ». Ma attenzione, perché il premier picchia durissimo su Alfano e Berlusconi, su Vendola e sulla Lega. Mentre a Bersani riconosce di essere «il volto simpatico della sinistra che personalmente ha anche fatto cose buone». Insomma, la strategia dell’ex rettore della Bocconi è ormai chiara: «Cercare di federare i riformatori che ci sono al centro nel Pdl e nel Pd». Ovvero, «fare un buon risultato elettorale» e poi spaccare le coalizioni per guidare un esecutivo sostenuto da chi vuole cambiare il Paese. Intanto oggi Monti apre con un suo speech il forum di Davos durante il quale molti tavoli saranno dedicati all’Italia. Un atteggiamento positivo verso il Paese dopo molti anni di sfiducia da parte dei grandi dell’economia planetaria. In mattinata Monti dice di avere scelto di “salire in politica” perché il Pdl si era messo con la Lega e il Pd con Sel, «due forze con cui non si possono fare politiche innovative», e perché si era reso conto che i partiti annacquavano le riforme. Rifiuta quindi le critiche sulla decisione di candidarsi a premier: Eugenio Scalfari e Massimo D'Alema, spiega, sono «personalità che stimo e mi sono amiche, ma la stima non mi porta a considerarli in grado di valutare la mia moralità». Quanto a Berlusconi si limita a definire «provinciale» sostenere che i sacrifici non sono stati imposti per salvare il Paese da un default in stile Grecia ma perché li voleva la Merkel e sottolinea che in Europa il Cavaliere è ricordato perché «amichevole e cordiale» così come per l’incapacità ad incidere sulle de-
La polemica
Bagnasco
“Per i cattolici un dovere votare”
CRITICO SUL CAVALIERE Mario Monti a “Ballarò”. Anche ieri ha attaccato Berlusconi. Oggi il premier è a Davos
Il Pd non è comunista
Il Cavaliere sbaglia, il Pd si è affrancato dal comunismo. È la sua rivoluzione che non ha avuto nulla di liberale
Massimo D’Alema
La mia moralità
Scalfari e D’Alema sono personalità che stimo Ma non li considero in grado di valutare la mia moralità
cisioni prese a Bruxelles. Poi Monti afferma che non serviranno nuove manovre ma che prima di poter dire che l’Italia è definitivamente fuori dalla crisi «bisogna vedere cosa succede alle elezioni». In serata arriva lo show del premier uscente. Dopo avere ascoltato le critiche sul suo operato sparate da Alfano (in studio) e Berlusconi, esordisce dicendo a
Floris, che lo intervista a fine trasmissione: «Non ho la capacità di manipolazione della verità di Berlusconi». Alfano, invece, lo liquida così: «È spiritosissimo ma quando l’ho visto in compagnia del suo capo è stato molto meno vivace». Il Professore dice di condividere con Grillo «la profonda sfiducia» nella capacità di governo delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra, ma al con-
Il caso
Erasmus, il governo si arrende “Impossibile il voto degli studenti” ROMA — Il Consiglio dei ministri al sesto giorno di protesta esclude ogni possibilità: niente voto per gli studenti impegnati nei programmi Erasmus. Le relazioni dei ministri dell’Interno e degli Affari esteri hanno messo in evidenza «difficoltà insuperabili» di tempo, praticabilità, costituzionalità nel selezionare unicamente gli studenti Erasmus, escludendo gli altri soggetti che si trovano all’estero per ragioni di studio, come elettori temporanei. «La discrezionalità di scelta contrasta con i principi di partecipazione democratica, eguaglianza ed effettività del diritto di voto previsti dalla Costituzione». Il Consiglio dei ministri rimanda alla prossima legislatura e a una prossima riforma elettorale. Rabbia e disincanto per gli “erasmini”. L’Italia è uno dei pochi paesi a non utilizzare il voto per corrispondenza anche per chi risiede all’estero temporaneamente. In molte città europee che ospitano comunità di universitari italiani, gli studenti organizzeranno seggi riservati agli Erasmus «per le elezioni parallele dei dimenticati». (c.z.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
trario del comico porta ricette non semplice rabbia. E ancora, spiega di essersi schierato per «non lasciare gli italiani dopo tutti questi sacrifici in mano ad Alfano e Berlusconi, del quale abbiamo visto la grande capacità di riscrittura della realtà e che oltretutto rispetto alla Lega non sono niente». Gli italiani, ricorda Monti, «possono essere un po’ smemorati ma non cretini». Ma se il Cavaliere vincerà «tanto di cappello, ma allora in quel caso il disastro saremmo noi italiani». L’ultima “carezza” al Pdl arriva sugli impresentabili, «che hanno gestito con il bilancino, calcolando quanto vizio si potevano permettere... ma siamo matti?». Sulla sinistra dice che non andrà mai al governo con Vendola, che non ha «i requisiti di cui lavoratori, disoccupati e giovani hanno bisogno per il rilancio dell’Italia». Il Professore invece entrerà in un esecutivo «solo se ci sarà un chiaro intento riformatore». Ovvero la voglia di fare alcune cose che piacciono a Bersani (corruzione e falso in bilancio) e alcune a Berlusconi (meno tasse), ma soprattutto andare più in là del Pd sul lavoro e del Pdl sulla giustizia. Per farlo Monti spera di ottenere un buon risultato. Dopo - evidentemente - si vedrà se riuscirà a scardinare coalizioni e partiti avversarie per cucirsi addosso una nuova maggioranza riformatrice.
ROMA — «A un cattolico quest’atmosfera di disimpegno non è consentita e partecipare con il voto è già un modo concreto per non disertare la scena pubblica». Il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco risponde così ai sondaggi che vogliono una parte dei cattolici ancora incerta in vista delle elezioni. Nell’intervista al settimanale Famiglia Cristiana, Bagnasco ha poi aggiunto che «occorrono risposte su disoccupazione e temi etici» e che per l’Imu «la vera distinzione da salvaguardare è quella tra realtà non profit e commerciali».
Lombardia
Firme sequestrate no alla lista Storace ROMA — Salta per ora la lista La Destra di Francesco Storace e restano quindi 14 le liste che parteciperanno alle elezioni politiche per la Camera nella Circoscrizione Lombardia 3, che comprende le province di Mantova, Lodi, Pavia e Cremona. Gli agenti della Digos ieri hanno sequestrato 500 firme raccolte nel lodigiano che sarebbero “doppie”, cioè di cittadini che avrebbero firmato contemporaneamente per più liste. I delegati della Destra sono stati invitati in questura per firmare il verbale di sequestro.
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L’esecutivo vara il decreto legislativo per la trasparenza. Dipendenti statali, stop agli stipendi se incarichi e appalti non sono resi noti online
Politici, redditi pubblici anche per i parenti TOMMASO CIRIACO ROMA — La parola d’ordine è trasparenza e il modello a cui si ispira è quello dei “Freedom of Information Acts” statunitensi. E’ il decreto legislativo che ha ricevuto ieri il via libera preliminare del consiglio dei ministri e che prevede, fra l’altro, l’obbligo di rendere pubblica la situazione patrimoniale dei politici, ma anche dei loro parenti entro il secondo grado. Appena insediato, d’altra parte, era stato proprio il premier Mario Monti a chiedere ai ministri di rendere pubblici i dati patrimoniali. La ratio della norma, che è estesa a chiunque ricopra un incarico politico o sia stato eletto
in un’assemblea, prevede che all’inizio del mandato sia data adeguata pubblicità al proprio patrimonio, in modo da consentire ai cittadini - al termine dell’incarico - di verificare eventuali oscillazioni patrimoniali di chi li deve rappresentare. Il decreto trasparenza fa parte di un pacchetto complessivo di norme che prevede anche lo stop agli stipendi nel caso in cui un incarico conferito da una pubblica amministrazione non sia stato regolarmente pubblicizzato. Sarà insomma necessario mettere on line sul sito dell'amministrazione questi dati. Ma non basta. Lo stesso varrà anche per le gare i cui bandi non
Tutti potranno avere documenti che non risultano accessibili sui siti istituzionali
Il modello a cui si ispira è quello dei “Freedom of Information Acts” statunitensi
Il ministro Patroni Griffi
siano stati adeguatamente resi accessibili. Quei bandi, insomma, che non tutti potevano facilmente conoscere. D’ora in poi, inoltre, tutti avranno il diritto di chiedere ed ottenere gratuitamente dalle pubblica amministrazione i documenti che, pur dovendo essere pubblici, non risultano accessibili sui siti istituzionali. Su questi portali dovrà essere prevista un’apposita sezione, denominata “Amministrazione trasparente”, senza eludere con filtri o altri meccanismi le ricerche dei motori che operano sul web. Tutti i dati formati o trattati dall’amministrazione pubblica dovranno essere integri, in mo-
do da poter essere conservati senza manipolazioni o contraffazioni. Il paletto fissato per quanto riguarda la durata dell'obbligo di pubblicazione è di 5 anni. Il governo punta con questo provvedimento a migliorare trasparenza e pubblicità nella pubblica amministrazione, in modo da portare avanti la «lotta alla corruzione e alla illegalità», facendo seguito alla legge anticorruzione approvata nel novembre del 2012, pochi giorni prima della crisi dell’esecutivo. Ora la parola passa al Garante per la privacy e alla conferenza unificata. Poi le norme potranno essere operative. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
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ECONOMIA E POLITICA Ecco l’agenda degli imprenditori per il prossimo governo. Lo scopo è far salire il Pil del 12% in cinque anni
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“Taglio drastico degli incentivi, rilancio degli investimenti pubblici e liquidazione dei debiti dello Stato”
DOSSIER. Verso le misure del governo
La crescita
Ripresa, la terapia shock di Confindustria meno Irap più Iva, contratti di nuovo flessibili “Una settimana in più di lavoro all’anno sgravata da tasse e contributi” ROBERTO MANIA (segue dalla prima pagina)
più basse) dal 4 al 6% e dal 10 al 12% portando contemporaneamente al 6% l’aliquota sui generi alimentari attualmente soggetti al 10 %. Sul versante della tassazione delle società, Confindustria propone di ridurre l’aliquota Ires dal 27,5% al 23% e di portare dal 20 al 23% l’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie. Si chiede poi di ridisegnare il prelievo Irpef sui redditi più bassi.
ERI è arrivato il via libera del Comitato di presidenza, oggi la Giunta di Viale dell’Astronomia approverà definitivamente il piano per rilanciare la competitività, gli investimenti (pubblici e privati) e recuperare il nostro gap di produttività. «Nei programmi dei partiti - ha detto ieri Squinzi - c’è poca attenzione all’economia reale». Meno lacci e lacciuoli per l’attività di impresa - chiedono gli industriali , meno costi energetici (-30%), ma soprattutto meno tasse e oneri sul la-
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IL LAVORO Confindustria (non è una novità) chiede di «modificare» la legge Fornero per recuperare «una maggiore
Viene proposta la riscrittura della riforma Fornero sull’occupazione, troppo rigida voro compensati da un aumento dell’Iva e delle imposte sulle rendite finanziarie; più flessibilità in entrata nel mercato del lavoro, rivedendo la legge Fornero, e più ore di lavoro pagate il doppio. Ed è quest’ultima, probabilmente, la proposta più innovativa. L’idea è di far lavorare un numero di ore in più pari a una settimana all’anno. Ore che sarebbero retribuite il doppio perché prive di Irpef e contributi e sulle quali l’imprenditore non pagherebbe nemmeno l’Irap. Una proposta che in questa fase recessiva può interessare solo le aziende esportatrici. Il piano confindustriale verrebbe finanziato, tra l’altro, con tagli alla spesa pubblica corrente (l’1% l’anno), l’incremento dell’imposizione indiretta, la riduzione degli incentivi (oltre 31 miliardi di euro di cui meno di tre vanno al settore industriale privato), la lotta al lavoro sommerso e all’evasione fiscale. LE TASSE La riduzione del costo del lavoro (il cuneo fiscale) è il perno delle proposte di Confindustria. L’obiettivo è di un taglio dell’8% in tre anni per il settore manifatturiero. Gli industriali chiedono una diminuzione progressiva del costo del lavoro dalla base imponibile dell’Irap insieme a una riduzione dell’11% degli oneri sociali che pesano sulle imprese manifatturiere. In parte verrebbero fiscalizzati, in parte ci sarebbe un riequilibrio delle aliquote per gli ammortizzatori sociali con gli altri settori (gli artigiani e i commercianti versano meno), in parte Confindustria suggerisce un adeguamento dell’assicurazione contro gli infortuni «all’avvenuta diminuzione dei sinistri». Nonostante alcuni dissapori interni, è prevalsa la linea favorevole ad un aumento delle aliquote Iva. Che, secondo l’impostazione di Confindustria, dovrebbero passare (quelle
I DUE SCENARI In tabella, le misure proposte da Confindustria e le coperture. Nel grafico i due scenari sulla crescita del Pil
flessibilità in entrata». Nessun cenno all’articolo 18 mentre si propone di incentivare il part time per i lavoratori con almeno 40 anni di contributi per favorire l’assunzione di giovani. DEBITI P.A. E IMU Confindustria, oltre a tolleranza zero su corruzione e contraffazione, chiede alla pubblica amministrazione di liquidare subito i 2/3 dei debiti nei confronti delle imprese e propone di escludere dall’Imu i fabbricati invenduti per un periodo non superiore ai tre anni dalla costruzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
+11,5% PIL
Dalle misure un impatto sul Pil entro il 2018 dell’11,5%
1,7 mln LAVORO
Possibile la creazione di 1,7 milioni di posti di lavoro
la Repubblica
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LA CRISI ECONOMICA ECONOMIA Rete Imprese: anche i consumi in retromarcia, indietro di 15 anni. Nel 2013, entrate in meno per 900 euro
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Le piccole imprese si stanno mobilitando per una giornata di protesta lunedì prossimo
IL DOSSIER. Gli effetti della recessione
Le famiglie I numeri
1,55 €
1,80 €
BENZINA Sempre cara la benzina, anche nel 1986, quando un litro costava 1.300 lire. Ai valori attuali, vuol dire 1,55 euro contro il prezzo corrente alla pompa di 1,80
8.600 €
7.500 €
AUTOMOBILE Tra le utilitarie più gradite, la Panda nel 1986 costava 7 milioni e 251 mila lire, 9 stipendi dell’epoca. Attualizzati, fanno 8.600 euro contro i 7.500 base di oggi
0,83 €
0,90 €
TAZZINA DI CAFFÈ I forti rincari del chicco brasiliano portano la tazzina a 700 lire nel 1986, suscitando così le proteste dei consumatori. Ai valori attuali, sono 83 cent contro i 90 del 2012
5,42 €
4,38 €
OLIO Un litro di ottima spremuta d’oliva italiana nel 1986 si comprava a peso d’oro: 4.500 lire, l’equivalente attualizzato di 5 euro e 42. Oggi, media Istat, siamo a 4,38 euro
0,59 €
1,50 €
Il reddito torna ai livelli di 27 anni fa 8,2 milioni di poveri, sono quasi il 14% Giù il potere di acquisto. Premi produttività, tassa al 10% LUISA GRION I CONSUMI indietro di quindici anni, i redditi di ventisette. Due ritorni al passato che spiegano in poche cifre la portata della crisi e danno l’idea di quanto sia spesso il ghiaccio che avvolge l’economia. I dati sono stati elaborati dalle piccole imprese, che ora intendono sventolarli sotto il naso di tutte le forze in lizza nella campagna elettorale per chiedere «una svolta». Se non riparte la domanda interna precisano - la ripresa non arriverà e la loro spietata analisi risulta rafforzata dai dati sulla povertà presentati dall’Istat. Nel 2011, fa notare l’istituto, in Italia si potevano contare 8,2 milioni d’individui poveri, il 13,6 per cento della popolazione. Il quadro fornito da Rete Imprese Italia (l’associazione che riunisce Confcommercio, Confesercenti, Cna, Casartigiani) vira decisamente al nero. Quest'anno ogni italiano potrà contare, in media, su un reddito di
vivono 8,2 milioni di poveri: l’11 per cento delle famiglie che diventano il 23,3 nel Sud. Il fenomeno non si argina se non riparte l’occupazione ma, restando ai dati del 2011 (che permettono paragoni a livello europeo) l’Italia paga lo scotto di un feroce tasso di inattività (chi non ha un posto e non lo cerca): il 37,8 per cento della popolazione in età da lavoro che diventa 48,5 considerando solo le donne. Peggio di noi solo Malta, anche se va detto che su questo fronte la persistenza della crisi ha avuto un effetto «positivo», obbligando parte degli inattivi a rimettersi in gioco (gli ultimi dati fotografano il tasso al 36 per cento circa). La svolta è necessaria, dicono le piccole imprese, pronte a consegnare al futuro governo la loro ricetta per uscirne. Sul tavolo dell’esecutivo che verrà le proposte, di fatto, si stanno ormai accumulando: Raffaele Bonanni, leader della Cisl, assegna la priorità
BIGLIETTO DEL BUS Una corsa 500 lire. Ventisette anni fa viaggiare in autobus costava circa 59 centesimi, se rapportato al costo della vita attuale. Oggi 1 euro e mezzo
0,78 €
1,20 €
QUOTIDIANO Caffè e giornale, nel 1986 era ancora un’abitudine. Prima di iPad e Twitter. In edicola si spendevano 650 lire, ovvero 78 cent di oggi rapportati agli attuali 1,2 €
Nei primi nove mesi dello scorso anno hanno chiuso i battenti 216 mila aziende artigiane 16.955 euro, in calo di quasi 900 euro (il 4,8 per cento) rispetto allo scorso anno. Volendo fare un paragone con il passato si può dire che le famiglie stavano più o meno così ventisette anni fa, nel 1986. La caduta dei redditi ha fatto fare un tuffo all'indietro di quindici anni anche ai consumi: nel 2013 il loro valore pro capite sarà di 15.695 euro a testa, poco meno di quello del 1998. E al momento non si
vede inversione di tendenza: gli acquisti, che hanno segnato una contrazione del 4,4 per cento già fra il 2012 sul 2011 e si preparano a diminuire anche quest'anno di un altro 1,4 per cento. A questo, va aggiunto l’aumento della pressione fiscale effettiva che, secondo Rete Imprese, nel 2013 supererà il tetto del 56 per cento. Numeri e tendenze che si sono abbattute come un uragano sul tessuto imprenditoriale: Rete Imprese stima che nel 2012 il saldo fra imprese nate e imprese che hanno gettato la spugna sia stato negativo per circa 100 mila unità (e l’Ance segnala il record di fallimenti fra le imprese edili: 9.500 nei primi dieci mesi dello scorso anno). Da qui la protesta di commercianti e artigiani che lunedì prossimo, 28 gen-
naio, metterà in scena su tutto il territorio una giornata di mobilitazione. «La crisi - sottolinea Carlo Sangalli, presidente in carica di Rete Imprese è drammatica, profonda e duratura». Previsioni negative che l’Istat corregge solo in parte: secondo il presidente Enrico Giovannini, infatti, «è probabile che la ripresa arrivi nella seconda metà del 2013, ma sarà lenta». Quindi, nel breve termine, potrebbe «non produrre effetti significativi sulla disoccupazione e sulle condizioni di vita delle famiglie». D’altra parte l’ultimo rapporto elaborato dall’Istat («Noi Italia: cento statistiche per capire il Paese in cui viviamo») traccia un quadro dalle troppe ombre: quella della povertà relativa per esempio. Dai dati 2011 risulta che sul territorio
Record di inattivi nel 2011: 37,8 per cento, poi sono calati ma è salita la disoccupazione assoluta al taglio delle tasse, finanziabile recuperando «10-15 miliardi dalla cancellazione di agevolazioni poco trasparenti». Sul fronte fiscale, il governo Monti, ieri ha dato un segnale in corner firmando il decreto che abbassa al 10 per cento l’imposta sul premio di produttività. La legge di Stabilità ha stanziato, per questa detassazione, 1,35 miliardi per il biennio 2013-2014. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA CRISI ECONOMICA ECONOMIA
LA TASSA
I PAESI
LE ALIQUOTE
IL GETTITO
La “Tobin” tassa le transazioni finanziarie. Prende il nome dal Nobel James Tobin
Si applicherà in 11 Paesi tra cui l’Italia che rappresentano i due terzi del Pil europeo
Le aliquote minime sono di 0,1% per obbligazioni e azioni e di 0,01% sui derivati
L’incasso previsto negli 11 Paesi è di 35 miliardi. Con altri 7 Paesi si salirebbe a 57 miliardi
PER SAPERNE DI PIÙ www.consilium.europa.eu http://europa.eu/index_it.htm
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I punti
Tobin Tax, via libera dall’Ecofin partirà tra un anno in 11 Paesi
IL VERTICE La riunione dei ministri delle Finanze dell’Unione Europea a Bruxelles
Grilli: incasso di un miliardo. Draghi: subito le riforme
FOTO: AFP
ANDREA BONANNI BRUXELLES — Il consiglio dei ministri finanziari ha dato ieri via libera a undici Paesi, tra cui l’Italia, per varare una tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax dal nome del premio Nobel James Tobin che per primo la propose nel 1972. E’ la prima volta che in Europa si rompe il cinquantennale tabù dell’unanimità in materia di tassazione. La decisione di ricorrere a quello che in gergo si definisce una «cooperazione rafforzata» nasce dalla necessità di aggirare i veti di Gran Bretagna, Irlanda e Svezia, che da anni bloccano l’adozione di una imposta di questo genere. Gli undici Paesi che applicheranno la tassa sono Germania, Francia, Italia, Spagna, Austria, Belgio, Portogallo, Grecia, Slovacchia, Slovenia ed Estonia. Insieme, rappresentano due terzi del Pil dell’Ue e il 90 per cento del Pil della zona euro. L’O-
landa, per bocca del ministro delle Finanze Dijsselbloem appena nominato alla presidenza dell’Eurogruppo, si è detta interessata a partecipare quando vedrà in testo della norma, che la Commissione presenterà entro febbraio. L’obiettivo è che la nuova imposizione diventi operativa a gennaio prossimo. La tassa sulle transazioni riguarderà la compravendita di azioni, obbligazioni e derivati da parte delle istituzioni finanziarie. Privati e imprese dovrebbero esserne esentati. In un testo già presentato e che sarà ora riproposto, la Commissione suggeriva una tassazione dello 0,1 per cento sulla compravendita di azioni e obbligazioni, e dello 0,01 per cento su quella dei derivati. Si applicherà anche alle transazioni sui mercati extra-europei, qualora l’acquirente o il venditore siano società con sede in uno degli undici Paesi che l’hanno istituita. Complessivamente, l’imposta dovrebbe
gioranza dei Paesi Ue. Alla riunione dei ministri ecofin, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Malta e Lussemburgo si sono astenuti consentendo così la formazione di una maggioranza favorevole all’iniziativa. «E’ una pietra miliare nella storia della tassazione europea», ha detto il commissario alla fiscalità Algirdas Semeta. «Finalmente il settore finanziario condividerà i costi della crisi in modo appropriato», ha com-
La Spagna ha piazzato 7 miliardi di buoni del tesoro decennali ad un tasso del 5,4% fruttare 35 miliardi all’anno. Il ministro Grilli ha detto che l’Italia si attende un beneficio di un miliardo all’anno.
La decisione di ieri si è resa necessaria perché le cooperazioni rafforzate sono consentite solo se hanno l’approvazione della mag-
mentato il ministro delle Finanze tedesco Schauble. Intanto dai mercati arrivano segnali distensivi. Ieri la Spagna ha
piazzato 7 miliardi di buoni del tesoro decennali ad un tasso del 5,4 per cento, molto inferiore alle emissioni precedenti e di fronte a richieste per 24 miliardi. I bond a breve sono stati venduti a tassi dimezzati rispetto all’emissione di dicembre. «Possiamo guardare al 2013 con più fiducia perché progressi significativi sono stati fatti nel 2012. Le nubi più nere che si addensavano sull’area euro si stanno dissipando», ha dichiarato ieri il presidente della Bce Mario Draghi intervenendo alla Camera di commercio di Francoforte. Draghi ha però avvertito che «la fiducia si regge sull’aspettativa che i progressi continueranno». «Sono ben consapevole che per molte persone nei paesi sotto procedura di aggiustamento dei conti pubblici la situazione economica può’ essere molto difficile. Ma non c’è alternativa alla via delle riforme», ha concluso il banchiere europeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LE ELEZIONI IN ISRAELE MONDO
Israele
Netanyahu perde voti, ma resiste “Governerò con un’alleanza ampia” Centristi a sorpresa al secondo posto Gli exit poll: maggioranza stretta alla destra, Knesset spaccata BERNARDO VALLI (segue dalla prima pagina)
GERUSALEMME E PRIME proiezioni hanno annunciato un crollo della sua alleanza di destra. Dai 42 seggi che aveva nel passato Parlamento, gliene vengono adesso aggiudicati 31. Una perdita secca di 11 seggi. Non è ancora un risultato ufficiale, che arriverà soltanto nella mattina, quando finirà lo spoglio. L’incertezza regna ancora. Ma la tendenza si profila abbastanza netta. E la delusione della destra è evidente in queste ore notturne nelle sedi dei suoi partiti. La destra nel suo insieme avrebbe ottenuto 61-62 seggi contro i 59-58 del centro sinistra. Una maggioranza risicata e incerta, di gran lunga inferiore a quella pronosticata, alla Knesset, il Parlamento che ne conta 120. Se questi saranno i risultati finali, sarà come se si fosse concluso un primo turno. E Benjamin Netanyahu in tal caso l’avrebbe vinto per poco, sarebbe riconfermato ma non trionfalmente come annunciato. Potrebbe restare capo del governo per la terza volta, ma con fatica. E comunque la suspense sembra destinata a continuare. La vittoria di Netanyahu era data per scontata, anche se più robusta, ma adesso non è affatto scontata la coalizione con la quale governerà. E la sua composizione equivarrà a un secondo turno, fuori dalle urne. Per Israele, ed anche per la sua politica mediorientale (in particolare i rapporti con
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I punti LABOR IN SALITA Secondo gli exit-poll lo storico partito di centrosinistra guidato da Shelly Yacimovich, si piazza terzo e ottiene 17 seggi, 3 più rispetto a prima
CRESCE IL MERETZ La sinistra dei social-democratici e degli intellettuali progressisti ritrova la fortuna del passato: nel 2009 era in calo con 3 seggi. Ora è a 7
HATNUAH DI LIVNI Il “Movimento” di centro, fondato da Tzipi Livni dopo l’uscita da Kadima, si assicura 7 seggi Con lei, molti transfughi da Kadima
SHAS E TORAH Si rafforzano anche i partiti religiosi: l’ultra-ortodosso Shas sale a 12; Giudaismo unito nella Torah, capeggiato dai rabbini, avanza da 5 a 6 seggi
Lo spoglio delle schede si conclude solo stamane Ci sono ventotto giorni per formare il nuovo esecutivo i palestinesi e il problema nucleare iraniano), non sarà indifferente se Benjamin Netanyhau avrà come alleati i partiti centristi oppure l’estrema destra. O se riuscirà a formare un improbabile governo di unità nazionale. Le opzioni, mentre si precisano i risultati, sono aperte. Per realizzarne una c’è tempo ventotto giorni. «Gli israeliani vogliono che io continui a governare - ha commentato il premier su Facebook - e che io formi la più ampia maggioranza possibile». Uscire da un’elezione primo ministro per tre volte non è un record nella storia dello Stato di Israele, perché altri leader hanno compiuto l’impresa, ma colloca Netanyahu tra i più politicamente longevi capi del governo. Se si contano anche gli anni in cui è stato ministro, per la durata al vertice della vita politica, incalza Ben Gurion, il fondatore di Israele. In quanto al prestigio la distanza è invece grande. Per i detrattori, che sono tanti nonostante il suo successo, è addirittura abissale. Etgar Keret, scrittore e uomo di cinema, senz’altro sarcastico e paradossale, come capita spesso nelle polemiche israeliane, ha detto che in questa elezione si sceglieva il comandante del Titanic, senza tener conto del come il prescelto si comporterebbe quando avverrà l’urto con l’iceberg. In realtà, stando alle prime proiezioni, gli israeliani hanno esitato a designare il comandante. L’hanno nominato, ma politicamente zoppo. Il primo ministro sembra confermato perché la sua alleanza elettorale, formata dal Likud, principale partito di destra, e dall’ultra nazionalista Yisrael Beitenu (Casa di Israele), la formazione di Avigdor Liber-
Fermare Teheran
La prima sfida per il governo era e rimane impedire all’Iran di dotarsi di ordigni nucleari Benjamin Netanyahu
L’intervista
IN PIAZZA
Il regista Riklis: “Per troppo tempo i politici hanno usato la paura come argomento”
“Ci svegliamo da un lungo letargo è ora di pensare ai problemi veri”
Dopo l’annuncio dei primi risultati, i sostenitori di Benjamin Netanyahu (a sinistra) festeggiano a Tel Aviv
ALIX VAN BUREN ERAN Riklis, il pluripremiato regista del Giardino dei Limoni e della Sposa siriana, è percorso da una sottile vena di euforia. «C’è un’atmosfera frizzante oggi per le strade di Tel Aviv, quasi fossero in vista grandi novità. La percentuale dei votanti è stata alta: forse una mobilitazione contro l’estrema destra, che si presenta in abiti eleganti e con parole suadenti». Riklis, sta pensando all’ascesa di Naftali Bennett, il nuovo fenomeno della destra nazionalista-religiosa? «Bennett è una figura inedita nel panorama israeliano. Il suo richiamo è tanto più pericoloso quanto lui è scaltro nell’ammorbidire e confezionare il suo messaggio estremista. Sa premere sui pulsanti giusti, ha consiglieri “all’americana”. Però, al centro-sinistra lui non l’ha data a bere: dietro le belle apparenze nasconde un disegno davvero cupo». Il centro-sinistra ha reagito? «È come se ci scuotessimo da un lungo letargo. Nonostante il trauma dell’assassinio di Rabin nel ’95, avevamo minimizzato il pericolo. Presi dai guadagni di un’economia fiorente grazie all’alta tecnologia, avevamo rimosso la centralità di una destra sempre più estrema». Però, l’economia ha monopolizzato il dibattito. Che fine ha fatto la questione della pace con i palestinesi? «Di colpo, è svanita. Nessuno vuole affrontarla. Prevale il luogo comune del “non c’è un interlocutore”. Ma economia e politica, pace e prosperità sono correlate. Piuttosto, dovremo risolvere la nostra situazione esistenziale». Vale a dire? «È la “paura” dilagante nella società, alimentata dalla classe politica per occultare i problemi veri: l’economia, i rapporti coi palestinesi e il mondo arabo. Per mesi non s’è parlato d’altro che del pericolo iraniano. Ogni volta che si apre una crisi interna, il governo agita una minaccia esterna. È un vecchio trucco ben sperimentato». Sul voto ha pesato anche il timore di un isolamento per le politiche della destra? «Sì: lo spavento di alienare l’America e l’Europa. Però, le dico questo: io non sono preoccupato. I nostri legami con l’Occidente hanno radici profonde, economiche, storiche, emotive. Né bisogna credere che la destra distruggerà il Paese. Noi siamo una piccola nazione. Il divario fra destra e sinistra può essere colmato. Infatti, in Israele noi siamo tutti sulla stessa barca».
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Basta parlare solo di Iran: i rapporti con i palestinesi e il mondo arabo sono temi fondamentali
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31 man, espressione della comunità russa, avrebbe ottenuto più voti del concorrenti. E tuttavia molto meno di quattro anni fa. Quindi non sarà facile per Netanyahu formare una maggioranza di governo. La svolta nazional religiosa non c’è stata nelle proporzioni anticipate dai sondaggi. Neppure i seggi conquistati da Naftali Bennett, fondatore del nuovo partito di estrema destra, Habayit Hayeudi (Focolare ebraico), sarebbero quelli pronosticati. Non 14, ma 12. Mentre un candidato laico, centrista, Yair Lapid, un ex giornalista televisivo, molto popolare, ne avrebbe conquistati 19. Al punto che il suo partito (Yesh Atid) sarebbe il secondo partito, dopo il Likud-Beitenu. E prima di quello laburista, che avrebbe conservato i 17 promessigli dai sondaggi. Questi risultati cambiano le carte in tavola.
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I personaggi
PER SAPERNE DI PIÙ www.haaretz.com http://knesset.gov.il/main/eng/home.asp
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Successo del giornalista figlio del campione del laicismo sionista. Kadima via dal Parlamento
Il bello della tv e l’idolo dei coloni Lapid e Bennett aghi della bilancia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FABIO SCUTO GERUSALEMME — Sono due assoluti debuttanti della politica la sorpresa e i veri vincitori di queste elezioni in Israele. Fotogenico e muscoloso come un uomo-copertina, brizzolato come Richard Gere; disinvolto come Barack Obama di fronte alle platee, l’esordiente Yair Lapid — leader della lista centrista Yesh Atid (C’è un futuro) — ex anchorman della tv commerciale Canale 2 ed ex commentatore del popolare quotidiano Yediot Ahronot,è forse il più emblematico fra i volti nuovi della 19esima Knesset. Lapid e Naftali Bennett — il magnate dell’hi-tech nuova star dell’ultradestra e dei coloni — sono le due assolute novità delle legislative israeliane e possibili aghi della bilancia per la nuova coalizione di Netanyahu. Entrambi hanno bruciato le tappe fino ad irrompere nell’alta politica, entrambi hanno ottime probabilità di entrare nella futura coalizione di governo se — come sembra al momento — l’incarico sarà ancora affidato al leader di Likud-Beitenu Benjamin Netanyahu che sarà costretto ad allagare le basi della maggioranza se vuole garantirsi una certa sopravvivenza politica. Ma sulla loro reale capacità di misurarsi con i problemi che assillano oggi Israele il futuro resta ricco di incognite, perché né Bennett né Lapid hanno esperienza parlamentare, tanto meno di governo. Figlio dell’ex ministro della Giustizia Yossef “Tommy” Lapid — campione del laicismo sionista e anima del parti-
IL PREMIER USCENTE Netanyahu ha vinto, ma non con i numeri che si attendeva alla vigilia. Dovrà fare compromessi per mantenere il ruolo di primo ministro: ha infatti solo 31 seggi
Stando ai dati finora conosciuti, Netanyahu, uscito vincente di stretta misura, potrebbe tentare una coalizione di destra. Bennett, il campione estremista, reso milionario dall’High Tech di cui è uno specialista, era un suo collaboratore che l’ha tradito. E’ assai probabile che gli elettori perduti dall’alleanza Likud-Beitenu li abbia recuperati lui, con un programma senza sfumature, in cui respinge senza esitare l’idea di un eventuale Stato palestinese, sostiene l’estensione delle colonie nei territori occupati (è stato il responsabile dell’associazione dei coloni), e limita a qualche città di Cisgiordania l’autonomia dei palestinesi, nel quadro del sistema di sicurezza israeliano. Stando ai suoi sostenitori lui afferma apertamente quel che Netanyahu fa ma non dice. Nella campagna elettorale il primo mi-
nistro e l’ex collaboratore, animatore di un’estrema destra popolare anche tra i giovani non religiosi, si sono affrontati con accenti più duri di quelli dedicati alla sinistra. Netanyahu ha spesso rincorso il “traditore” Bennett per non lasciarsi superare, per non essere travolto dal suo estremismo. Come quando in un’intervista si è impegnato a non ridurre il numero delle colonie, anche
I sondaggi assegnavano al partito del Focolare ebraico 14 seggi, ma i primi risultati indicano un dato inferiore
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Sono due assoluti debuttanti ed entrambi hanno ottime probabilità di entrare nella futura coalizione
I sostenitori di Yair Lapid to Shinui negli Anni Novanta — e della scrittrice di successo Shulamit Lapid, il dirompente Yair avrebbe comunque polarizzato l’interesse con la sua immagine da figlio d’arte debuttando nella politica attiva. La sua è stata una facile ascesa; nato nel 1963 è cresciuto in uno dei salotti più stimolanti e politici di Tel Aviv. Suo padre “Tommy” prima di entrare in politica era un giornalista di punta di Maarivnegli anni in cui quel giornale dettava l’agenda politica del Paese governato da laburisti. Con grinta Yair Lapid si è fatto spazio
IL REPORTER Yair Lapid con il suo Yesh Atid ha unito i laici moderati e raggiunto il secondo posto: 19 seggi
se ci saranno pressioni internazionali. In particolare americane. Malgrado la rivalità aperta, Naftali Bennett continua a dichiararsi un “allievo “ di Netanyahu, e appare un ministro fatto su misura per il futuro governo. Ma sarebbe un ministro scomodo. Invadente. Nuocerebbe all’immagine della coalizione sul piano internazionale. Si sospetterebbe, ad ogni decisione anti palestinese, la mano di Bennett. E’ una situazione che Netanyahu sopporterebbe con fatica. Non è quindi escluso che egli tenti un’altra strada. Quella centrista. Ad esempio il recupero del popolarissimo Yair Lapid, che avrebbe ottenuto un successo strepitoso, rispetto ai pronostici, e dell’ex ministro degli Esteri e agente del Mossad (i servizi segreti), Tzipi Livni, spostatasi via via da posizioni di destra a posizioni moderate,
nel mondo dei mass-media: certo il cognome di famiglia è stato certamente un ottimo biglietto da visita. Ma Lapid jr. aveva indubbiamente molte cose da dire se in pochi anni ha pubblicato diversi libri, canzoni e migliaia di articoli. Poi c’è stato l’ingresso nella tv commerciale Canale2 (la più seguita del Paese), come anchorman del telegiornale del week-end. In poco tempo, proprio come il padre, è diventato uno dei giornalisti più influenti di Israele. La grande popolarità — particolarmente diffusa fra le elettrici e amplificata dal piccolo schermo — gli ha consentito di bruciare le tappe verso l’appuntamento con la Knesset dove il suo partito Yesh Atid ha portato ben 19 deputati diventando il secondo per importanza davanti al Labor, che ne ha ottenuti 17 su un totale di 120. Mentre Kadima non supera la soglia di sbarramento del 2% e resta fuori dal parlamento. Il suo è un partito nuovo, nato appena un anno fa, quando le elezioni politiche anticipate erano ancora lontane, Yair Lapid ha deciso di lasciarsi la carriera professionale alle spalle per darsi alla politica e, per molti versi, per proseguire la campagna avviata dal padre per un Israele laico, sionista, progressista, dove diritti e doveri siano spartiti in maniera più equa. In nome del laicismo dello Stato e della lotta contro i privilegi dati agli ultraortodossi ha reclutato gente da tutti i ceti sociali, come una sorta di “United Colors of Benetton” della scena politica. Adesso per Lapid, come per Bennett, è giunto il momento della verità.
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centriste, fino a fondare un proprio partito, Hatnuah (il movimento). Con la partecipazione (ottenuta con concessioni varie alle loro istituzioni) dei partiti religiosi, Netanyahu potrebbe cosi raggiungere la maggioranza alla Knesset. E’ un negoziatore tenace e può realizzare quel che al momento appare impossibile. Potrebbe tentare anche un governo di unità nazionale, coinvolgendo il partito laburista. Ma questa sarebbe un’impresa assai più difficile. La natura della prossima coalizione influenzerà l’atteggiamento nei confronti dei problemi che Netanyahu dovrà affrontare all’inizio del terzo mandato: la questione palestinese e quella nucleare iraniana. E comunque la destra israeliana è stata, contro tutte le previsioni, nettamente ridimensionata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL RE DELL’HIGH TECH Considerato centrale alla vigilia, il leader di Bayit HaYehudi Naftali Bennett è quarto con 12 seggi
REPUBBLICA.IT Sul sito aggiornamenti minuto per minuto sul voto israeliano
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MONDO
PER SAPERNE DI PIÙ www.guardian.co.uk www.vatican.va
“Vaticano, il tesoro segreto coi soldi del Duce” Il Guardian: a Londra e Parigi un impero immobiliare grazie ai fondi del regime fascista DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI LONDRA — A chi appartiene il locale che ospita la gioielleria Bulgari a Bond street, più esclusiva via dello shopping nella capitale britannica? E di chi è l’edificio della Altium Capital, una delle più ricche banche di investimenti di Londra, all’angolo super chic tra St. James Square e Pall Mall, la strada dei club per gentiluomini? La risposta alle due domande è la stessa: il proprietario è il Vaticano. Ma nessuno lo sa, o almeno non si sapeva finora, perché i due investimenti e centinaia di altri in Inghilterra, a Parigi, in Svizzera, fanno parte di un segretissimo impero immobiliare costruito nel corso del tempo dalla Santa Sede, attualmente nascosto dietro un’anonima società off-shore che rifiuta di identificare il vero possessore di un portfolio da 500 milioni di sterline, circa 650 milioni di euro. E come è nata questa attività commerciale dello Stato della Chiesa? Con i soldi che Benito Mussolini diede in contanti al papato, in cambio del riconoscimento del suo regime fascista, nel 1929 con i Patti Lateranensi. A rivelare questa storia è il Guardian. Il quotidiano londinese ha messo tre reporter sulle tracce del tesoro immobiliare internazionale del Vaticano ed è rimasto
I punti
PATTI LATERANENSI
GLI INVESTIMENTI
LE SOCIETÀ
Nel 1929 l’Italia fascista riconobbe la Città del Vaticano e versò l’equivalente di 650 milioni di euro per i danni da “fine del potere temporale”
Nato per merito del finanziere del Papa Bernardino Nogara, il patrimonio immobiliare conta ormai proprietà di prestigio a Londra, Parigi e in Svizzera
Le proprietà estere sono della società off-shore British Grolux Investment Ltd, controllata dalla società Profima, che è riconducibile al Vaticano
ora con sede presso la banca JP Morgan a New York. I documenti d’archivio rivelano che la Profima appartiene al Vaticano sin dalla seconda guerra mondiale, quando i servizi segreti britannici la accusarono di «attività contrarie agli interessi degli Alleati». In particolare le accuse erano rivolte al finanziere del papa, Bernardino Nogara, l’uomo che aveva preso il controllo di un capitale di 65 milioni di euro (al valore attuale) che la Santa Sede ricevette in contanti da Mussolini
La basilica di San Pietro sorpreso, nel corso dell’inchiesta, dallo sforzo fatto dalla Santa Sede per mantenere l’assoluta segretezza sui suoi legami con la British Grolux Investment Ltd, la società formalmente titolare del
cospicuo investimento. Due autorevoli banchieri inglesi, entrambi cattolici, John Varley e Robin Herbert, hanno rifiutato di divulgare alcunché e di rispondere alle domande del gior-
nale in merito al vero intestatario della società. Ma il Guardian è riuscito a scoprirlo lo stesso attraverso ricerche negli archivi di Stato, da cui è emerso non solo il legame
con il Vaticano ma anche una storia più torbida che affonda nel passato. La società offshore con sede a Londra è infatti controllata da un’altra società, la Profima, fondata in Svizzera e
Il caso
Una nube maleodorante invade la Francia PARIGI — Una nube di gas partita lunedì da una fabbrica chimica di Rouen, in Francia, ha raggiunto ieri mattina Parigi per poi arrivare con il suo tanfo di uova marce fino al sud dell’Inghilterra. Il gas, secondo le autorità francesi, non è pericoloso: la Lubrizol, la fabbrica da cui si è scatenato il gas, ha spiegato che si è trattato di una reazione imprevista del metantiolo, gas usato nella produzione di lubrifican-
te. Ma la popolazione delle zone toccate non è convinta: le chiamate in Normandia, a Parigi e poi in Inghilterra, nel corso della giornata di ieri si sono moltiplicate. Delphine Batho, ministro dell’Ambiente francese, è rientrata a Parigi da Berlino per tenere sotto controllo l’emergenza. Cancellata la partita di Coppa di Francia fra Rouen e Olympique Marsiglia, prevista ieri sera a due chilometri dalla fabbrica.
L’impianto a Rouen
“Affari per 650 milioni”. La Santa Sede: “Non c’è nulla di nascosto” nei primi anni Trenta come ricompensa per il riconoscimento dello Stato fascista. Il Guardian ha chiesto commenti sulle sue rivelazioni all’ufficio del Nunzio Apostolico a Londra, ma ha ottenuto soltanto un “no comment”. Ha invece parlato padre Federico Lombardi. «L’esistenza di investimenti immobiliari e mobiliari del Vaticano - ha detto il portavoce della Santa Sede - sono conosciuti da più di 80 anni. Nel servizio del Guardian non è svelato nulla che non si sapesse». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il patto Merkel-Hollande: “Salveremo l’euro” Entro maggio piano congiunto. E da Berlino pieno appoggio alla missione in Mali DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO — «Angelà e io siamo passati a darci del tu, lo abbiamo deciso ieri sera a cena. Tra noi la corrente passa anche senza elettricità». Un François Hollande più disteso e sorridente che mai è stato ieri il volto di “force tranquille” della Framania alla festa dei suoi primi cinquant’anni. Cornice solenne, emozionante al Bundestag, per la nuova coppia “Merkhollande”. Per la prima volta scritte bilingue ovunque, e il tricolore francese era accanto a quello tedesco, ai lati dell’enorme metallica aquila simbolo federale. Per la prima volta, dopo i due governi al completo si sono riuniti insieme i due Parlamenti: prove generali di un futuro oltre la sovranità nazionale. E alla fine, tutti in piedi, hanno cantato insieme la Marsigliese e il Deutschlandlied con l’emozione della speranza. Nella fredda Berlino innevata, le leadership francese e tedesca si sono confessate in faccia divergenze e tensioni, ma con una terapia matrimoniale che funziona: la coppia vuole andare avanti, «lo dobbiamo alla voglia di pace dell’Europa e del mondo, ai valori comuni europei: democrazia, diritti umani, libertà
d’opinione, economia sociale di mercato», hanno detto i due leader. Entro maggio, verrà il gesto concreto di proposte comuni per salvare e blindare l’euro, e guardare oltre la crisi. Vertice tra la cancelliera in abitopantalone nero e Hollande in completo blu reale scuro, poi riunione dei due governi. Poi i legislatori delle due potenze tutti insieme nell’edificio costruito dai Kaiser nemici della la Francia, e che sir Norman Foster ha rifatto come tempio della democrazia.
Berlino è stata ieri, per un giorno, la capitale simbolica e operativa dell’Europa francotedesca. La coppia ha momenti difficili, «siamo all’affetto ragionevole e non alla cotta passionale», ha detto il presidente del Bundestag Norbert Lammert. E gli ha fatto èco il grande regista Wim Wenders: «Un po’ d’indifferenza non mi stupisce, dopo mezzo secolo di nozze». Ma la volontà di continuare insieme è quasi gridata. «Adenauer e de Gaulle ebbero il coraggio di pensare alla pace come destino uni-
co», ha detto il presidente francese, «e il nostro rapporto non può essere sempre tranquillo senza temporali». Gli ha fatto èco la cancelliera: «Io e François siamo coetanei, 58enni, avevamo otto anni quando quei due statisti si abbracciarono in pubblico, con la memoria dell’orrore partito da qui ancora viva. E de Gaulle seppe parlare in tedesco alla nostra gioventù, invitandola a tornare fiera». Le divergenze restano. “Angelà” ha ammonito che il rigore
deve continuare, François ha ricordato che «la crisi colpisce soprattutto i giovani, strappa loro la fiducia nel futuro che tocca a noi restituire all’Europa, noi dobbiamo indicare la strada, in un’unione non chiusa, bensì aperta a tutti gli europei». Un successo, il presidente lo ha ottenuto con l’appoggio incondizionato di Berlino alla missione in Mali. «Siamo con la Francia, come la Francia fu con noi nella guerra fredda e poi durante la riunificazione», ha sottolineato la cancelliera. Meglio anco-
ra si è espresso il capogruppo parlamentare spd ed ex ministro degli esteri Frank Walter Steinmeier: «Nel cuore siamo a fianco dei vostri soldati che laggiù rischiano la vita per una causa giusta e comune. Penso a loro e ricordo quando da giovane, con una Citroen 2cv, feci in Francia il mio primo viaggio all’estero». A sera, il gran concerto alla Filarmonica ha concluso la festa dei primi 50 anni di Framania. Musiche di Beethoven e di Camille Saint-Saens, di rigore. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I temi IL NUOVO ASSE Come segno del nuovo asse francotedesco, Hollande e Merkel ieri sono passati al “tu”
LA MONETA UNICA Entro maggio presenteranno proposte concrete comuni per salvare l’unione monetaria
IL BACIO Il saluto tra François Hollande e Angela Merkel: ieri si sono dati del “tu”
LE DIVERGENZE Sul tema della crisi, tuttavia, il rigore tedesco stride con le proposte per la crescita francesi
L’intervista
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPIERO MARTINOTTI PARIGI — Hubert Védrine non ama la retorica franco-tedesca: «C’è un modo di parlare che è diventato un po’ liturgico». Braccio destro di François Mitterrand all’Eliseo, ministro degli Esteri dal 1997 al 2002, ritiene indispensabile l’intesa tra Parigi e Berlino, ma non crede alla retorica che celebra i fasti del passato, i rapporti idillici tra Giscard e Schmidt o tra Mitterrand e Kohl: «Sono soprattutto i francesi a essere nostalgici, perché pensano alla parità FranciaGermania». Prima della riunificazione tedesca esisteva. O no? «Bisogna essere realisti: le commemorazioni servono a riscrivere la storia in una maniera un po’ ingenua. Dobbiamo essere pratici e concreti: anche se si dimentica il passato, nel mondo del 2013 la Francia e la Germania hanno interesse a trovare un’intesa». Per quale motivo? «Per la Germania è troppo pericoloso essere in prima linea come in questo momento, dando l’impressione di dettare la sua linea all’eurozona; la Francia è in una situazione imbarazzante, perché lo squilibrio è troppo forte. Trovare una convergenza è interesse comune».
SEDUTA CONGIUNTA
LA GUERRA
Il parlamento tedesco e quello francese insieme ieri a Berlino per i 50 anni del Trattato dell’Eliseo
Sul Mali la Merkel sostiene la Francia ma nega la possibilità di un’entrata in guerra
Védrine, l’ex braccio destro di Mitterrand: “L’accordo però non è spontaneo, bisogna lavorarci sopra”
“Troppo pericoloso lo squilibrio attuale trovare un’intesa è interesse comune” L’ingenuità
Le relazioni
Le commemorazioni servono a riscrivere la storia in una maniera un po’ ingenua
Un vero rilancio delle relazioni arriverà solo dopo le elezioni tedesche di settembre MINISTRO
Eppure, non le pare che da qualche anno i due paesi pensino soprattutto ai loro interessi nazionali? «Credo sia stato sempre il caso. È normale, non è pericoloso: in Europa abbiamo imparato che gli interessi nazionali possono coordinarsi e che non sono necessariamente antagonisti. Ogni paese ha interesse ad avere un’Europa più forte. Non faccio una critica moralizzatrice sugli interessi nazionali. Francia e Germania restano due paesi molto diversi, con psi-
Hubert Védrine, ministro degli Esteri dal 1997 al 2002 A lato, Kohl e Mitterrand a Verdun
cologie differenti e l’intesa non è mai spontanea, bisogna lavorarci sopra. Anche all’epoca di Giscard e Schmidt o di Mitterrand e Kohl l’accordo non era istantaneo». Tra loro c’era anche un rapporto personale: quanto conta? «Ha importanza, ma non biso-
gna esagerare. Prima della riunificazione, la Germania aveva un bisogno vitale di accordarsi con la Francia. I due paesi avevano un interesse essenziale, la ragione oggettiva, storica e politica spingeva all’intesa. Dal 1989 la Germania non ne ha più bisogno, non
può però apparire troppo forte da sola. Non dico che la psicologia non svolga nessun ruolo: fra Merkel e Sarkozy, all’inizio, le cose andavano davvero male; al momento della riunificazione tedesca Mitterrand e Kohl sono riusciti a intendersi perché avevano alle spalle 7-8 anni di contatti permanenti. Le cose possono cambiare, ma non ci si può limitare a una lettura esclusivamente psicologica». La chiave sta allora nei rapporti di forza? «Ci sono interessi nazionali
fondamentali: se i dirigenti s’intendono bene tanto meglio, altrimenti le cose funzionano peggio. Ma non è questa la spiegazione principale. Oggi, la relazione tra la cancelliera e il presidente non è troppo cattiva, ma Hollande vuole riequilibrare la relazione bilaterale con argomenti che piacciono agli italiani e ad altri: un rilancio arriverà solo dopo le elezioni tedesche di settembre, qualunque sia il risultato». Anche Sarkozy aveva tentato di ammorbidire l’intransigenza tedesca, senza successo. «I francesi tentano sempre di smuovere i tedeschi su certi argomenti, ma lo squilibrio è diventato troppo forte sul piano economico. Sarkozy non ci è riuscito, Hollande ci prova in un altro modo, mette in primo piano la questione della crescita: anche nella commissione c’è chi pensa che la Germania abbia ragione nel merito e che sia invece troppo brutale nel voler imporre un calendario troppo rapido». Insomma, due amici che si tengono vicendevolmente a bada? «Amicizia non vuol dire essere sempre d’accordo. Diffido dei termini che appartengono alla psicologia individuale quando sono applicati ai rapporti fra Stati». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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CRONACA
La latitanza di Riva jr. finisce a Scotland Yard Era ricercato da novembre. No del gip al dissequestro dell’acciaio dell’Ilva no. La magistratura, così come proposto dal centrosinistra nazionale in quello che ormai ha preso il nome di “Lodo Vendola”, si aspettava invece che l’Ilva lasciasse ai giudici la gestione di quel denaro così come accade quando vengono sequestrati beni deteriorabili, come la stessa azienda ha definito ieri l’acciaio nella nuova richiesta di dissequestro. Nel dire no all’azienda, il gip ha avviato un nuovo scontro con il governo impugnando la legge “salva Ilva” alla Corte Costituzionale. Violerebbe, sostiene, ben 17 articoli della Costituzioni. «Usurpando le funzioni costituzionalmente riservate al potere giudiziario – scrive, spiegando che il diritto alla salute è stato calpestato - il legislatore si è difatto atteggia-
DAL NOSTRO INVIATO GIULIANO FOSCHINI TARANTO — Era quello che «due tumori in più all’anno erano una minchiata». Da ieri Fabio Riva, il capitano d’industria dell’Ilva, non è più un semplice latitante. È un soggetto in libertà vigilata dopo essere stato fermato (non è chiaro se si sia consegnato spontaneamente o invece lo abbiano bloccato le forze di polizia) a Londra dagli uomini di Scotland Yard: dopo aver pagato una cauzione di centomila sterline, può rimanere in Inghilterra fino all’udienza di estradizione che si terrà entro i prossimi 40 giorni. Intanto i giudici della Westmister Magistrates Court gli hanno ritirato il passaporto: i suoi avvocati, probabilmente, depositeranno già nei prossimi giorni una memoria difensiva. Su Riva pende un mandato di cattura internazionale per accuse che vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione in atti giudiziari. Fabio è il numero uno effettivo dell’azienda, già vice presidente della cassaforte di famiglia, la Riva Fire, figlio prediletto del patron Emilio e fratello di Nicola (entrambi sono ai domiciliari dal 25 luglio scorso): la sua scelta di non collaborare con la giustizia, nonostante un fax inviato nelle scorse settimane ai magistrati rimasto di fatto lettera morta, era sempre stato visto dai giudici come un chiaro segnale della famiglia (e non dell’attuale presidente, Bruno Ferrante) di non intraprendere un percorso virtuoso di dialogo. «Ora vedremo se davvero ha voglia di mettersi a disposizione» commentano in procura, soddisfatti che si sia messa fine
I poteri dello Stato
La legge salva Ilva è in stridente contrasto con il principio costituzionale della separazione tra i poteri dello Stato L’usurpazione
Il legislatore ha usurpato le funzioni costituzionalmente riservate al potere giudiziario
I 17 articoli violati
Il provvedimento del governo è in contrasto con 17 articoli della Costituzione italiana Patrizia Todisco, gip del tribunale di Taranto
I fratelli Gerarda, Caterina, Ettore e Natalia con i coniugi e i figli annunciano l’improvvisa scomparsa di
8 51 52 60 83 88 78
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Bruno Viola I funerali si svolgeranno nella chiesa di Sant’Agnese giovedì 24 alle ore 10. Roma, 23 gennaio 2013 Al mio amore dagli occhi blu
Maurizio Concorso n. 10 del 22 -1-2013 Superenalotto Nessun vincitore con punti 6 Nessun vincitore con punti 5+ Ai 10 vincitori con punti 5 Ai 879 vincitori con punti 4 Ai 32.153 vincitori con punti 3
28.678,38 € 327,96€ 17,88 €
Superstar 32.796,00 € 1.788,00 € 100,00 € 10,00 € 5,00 €
Ai 2 vincitori con punti 4 Ai 183 vincitori con punti 3 Ai 2.762 vincitori con punti 2 Ai 18.473 vincitori con punti 1 Ai 41.273 vincitori con punti 0
PROSSIMO CONCORSO IL JACKPOT CON PUNTI 6
39.900.000 €
NAZIONALE
30 30 79 45 44 9 67 44 83 79 44
88 14 50 72 11 19 28 37 21 57 53
4 45 6 3 89 52 1 77 2 52 19
35 76 84 83 39 3 65 87 50 83 71
5 12 77 63 10 28 42 40 15 28 31
COMBINAZIONE VINCENTE 4 19 44 72
6 21 45 79
9 28 50 83
Maurizio Roma, 23 gennaio 2013 Massimo, Deborah e Gianni si stringono affettuosamente a Claudio e Cristina Lo Jacono per la prematura scomparsa di
Maurizio
10 e LOTTO 3 14 37 67
Marta Roma, 23 gennaio 2013 La famiglia Colucci con Mario, Rita, Lia, Tea, Luciano, Maria Teresa e Francesco si stringono intorno a Claudio, Cristina e Giorgia abbracciandoli con infinito affetto e prendono parte al loro immenso dolore per la prematura scomparsa di
11 30 57 88
Roma, 23 gennaio 2013 I soci e gli amici dell’Istituto per l’Oriente “Carlo Alfonso Nallino”, profondamente commossi, partecipano al dolore del loro Presidente Prof. Claudio Lo Jacono e della famiglia per la prematura scomparsa dell’amato figlio
Maurizio Lo Jacono Roma, 23 gennaio 2013 Olga, Manuela, Jim, addolorati, salutano
Marie France Roma, 23 gennaio 2013 23-01-2012 23-01-2013 È stato difficile volerti bene, ma molto di più non volertene. Ciao mamma
Pia Francesca e Mariù. Roma, 23 gennaio 2013 23-01-2012 23-01-2013 A un anno dalla scomparsa di
Luciana Di Felice Borgia il marito Eugenio, i figli Edilio e Andrea, i nipoti Marco e Paolo, le nuore Donata e Mauwa, i nipotini Eugenio, Antonia e Margherita la ricordano con l’amore di sempre. Roma, 23 gennaio 2013
PRESIDENTE
NUMERO UNO
FONDATORE
Nicola Riva, ex presidente degli impianti Ilva di Taranto, è ai domiciliari da luglio per associazione a delinquere e disastro ambientale
Fabio Riva, vicepresidente di Riva Fire ma di fatto numero uno dell’azienda, era latitante dal 26 novembre. Da ieri è in libertà vigilata
Emilio Riva, milanese, 86 anni, ha fondato l’Ilva insieme con il fratello nel 1954. Da luglio anche lui è agli arresti domiciliari
a quella che era oggettivamente un’anomalia. «È complesso riconoscere come interlocutore – aggiungono – per noi ma anche per il governo, che organizza conferenze stampe congiunte, un’azienda il cui proprietario risulta latitante». L’Ilva assicura invece oggi che ha intenzione di collaborare e tentare di trovare una mediazione con le autorità. Tant’è che ieri ha scelto forse per la prima volta una linea da “colomba” do-
po il no del gip Patrizia Todisco al dissequestro dell’acciaio sequestrato (un miliardo di euro il valore) e da cui dipende, dicono dall’azienda, l’immediata sopravvivenza della fabbrica e il pagamento degli stipendi per più di diecimila operai. «Cercheremo comunque di assicurare le buste paga» ha spiegato ieri il Gruppo ai sindacati per stemperare gli animi, presentando contestualmente una nuova richiesta di disse-
questro al giudice e impegnandosi a destinare la somma ricavato della vendita dell’acciaio agli operai e alle opere di ambientalizzazione (3,5 miliardi di euro l’intervento complessivo). L’inghippo è però nell’ultima parte della richiesta, quando i Riva spiegano di voler gestire comunque loro quei soldi, seppur con la supervisione del Garante (l’ex procuratore generale di Cassazione, Vitaliano Esposito) nominato dal gover-
Sonia con la figlia Vera ricordano
Alberta, Carola, Filippo, Budi con Giovanni, Ganga, Pietro, Giovanni, Michele e Vittoria abbracciano forte la zia Anny, i nonni e tutti i cugini nel ricordo del grande
Il Presidente dell’Unione Petrolifera, i colleghi del Consiglio Direttivo, della Giunta e il Direttore Generale partecipano al lutto per la scomparsa del Dott.
Massimo Castri con grande affetto. Milano, 23 gennaio 2013 Fabbrica Europa con tutti i suoi collaboratori e amici saluta
Massimo Castri Firenze, 23 gennaio 2013
Massimo Castri Addio Maestro libero e indimenticabile Micaela Esdra, Walter Pagliaro e tutti i componenti dell’Associazione Santuccio. Roma, 23 gennaio 2013 23-01-2012 23-01-2013 ANNIVERSARIO
Angelo Michele Caruso con noi, come sempre, amico, padre, compagno di vita. Firenze, 23 gennaio 2013 La sua vita intensa e generosa è uno straordinario esempio per tutti noi che lo abbiamo amato e con grande dolore annunciamo la scomparsa di
Riccardo Garrone Lo ricordano la moglie Anny, i figli Edoardo con Anna, Alessandro con Carola, Filippo con Elayne, Vittorio con Simona, Laura con Simone, Costanza con Marco, i nipoti Maria, Filippo, Riccardo, Olimpia, Beatrice, Matteo, Virginia, Agnese, Nicolò, Ottavia, Luca, Amado, Pietro, Giulia, Raphael, Vittorio e la sorella Carla con Gian Piero. I funerali saranno celebrati oggi, mercoledì 23 gennaio, presso la Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea in piazza Giacomo Matteotti, alle ore 12.00. La famiglia ringrazia per l’affettuosa assistenza il caro amico Prof. Massimo Gazzaniga e i Dottori Stefano Cappato e Luca Faina, Non fiori, ma donazioni all’Associazione Gigi Ghirotti, Corso Europa 48, Genova. Genova, 23 gennaio 2013 Giuli e Robi, Manu e Giovanni, Monica e Riki, Giovanni e Francesca ricordano commossi e con immenso affetto l’indimenticabile
zio Duccio Genova, 23 gennaio 2013
zio Duccio Genova, 23 gennaio 2013 L’Amministratore Delegato, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e tutte le persone del Gruppo ERG si stringono con profonda commozione e affetto al dolore delle famiglie Garrone e Mondini per la scomparsa del Presidente Onorario Cavaliere del Lavoro Dottor
Riccardo Garrone indimenticabile padre della nostra avventura industriale, stimatissimo imprenditore e uomo dalle straordinarie doti di umanità e coraggio. Genova, 23 gennaio 2013 Il Consiglio di Amministrazione, il Segretario Generale, il Comitato Scientifico e lo Staff della Fondazione Edoardo Garrone con profonda commozione sono vicini alle famiglie Garrone e Mondini per la perdita del caro ed indimenticabile Presidente Cavaliere del Lavoro Dottor
Riccardo Garrone Genova, 23 gennaio 2013 Carlo De Benedetti ricorda con affetto e rimpianto l’amico
Duccio grande imprenditore e gran signore ed esprime le più sentite condoglianze alla sua famiglia. Milano, 23 gennaio 2013 Rodolfo De Benedetti esprime le sue più sentite condoglianze a Edoardo e Alessandro e alle loro famiglie per la perdita del padre
Riccardo Garrone Milano, 23 gennaio 2013 Jacopo Morelli e i giovani imprenditori di Confindustria si uniscono commossi al profondo dolore di Edoardo e della famiglia Garrone per la scomparsa del Cav. Lav.
Riccardo Garrone già Vicepresidente del Consiglio Direttivo dell’Unione Petrolifera. Roma, 23 gennaio 2013 Il Consiglio di Amministrazione, il Comitato di Direzione e tutto il personale del Gruppo TotalErg, esprimono il più sincero cordoglio per la scomparsa del Dottor
Riccardo Garrone indimenticabile esempio di guida autorevole e carismatica e partecipano con affetto e grande commozione al dolore dei familiari. Roma, 23 gennaio 2013
800.700.800 ACCETTAZIONE TELEFONICA NECROLOGIE IL SERVIZIO È OPERATIVO TUTTI I GIORNI COMPRESI I FESTIVI DALLE 10 ALLE 19:30 Operatori telefonici qualificati saranno a disposizione per la dettatura dei testi da pubblicare Si pregano gli utenti del servizio telefonico di tenere pronto un documento di identificazione per poterne dettare gli estremi all’operatore (ART. 119 T.U.L.P.S.)
Riccardo Garrone
PAGAMENTO TRAMITE CARTA DI CREDITO: VISA, MASTERCARD, CARTA SÌ
che ha rappresentato nel nostro paese e nel mondo un modello imprenditoriale di grande valore. Roma, 23 gennaio 2013
A.MANZONI&C.
to quale giudice di istanza superiore rispetto ai provvedimenti cautelari legittimanente adottati. Attraverso un uso abnorme della funzione normativa si è giunti ad una sorta di revoca legislativa nominale dei provvedimenti giudiziari». Oggi arriva il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini: zona rossa attorno alla Prefettura con più di 500 uomini schierati a sicurezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La relazione
Emergenza errori medici un morto ogni tre giorni record in Calabria e Sicilia ROMA — Quattrocento morti in tre anni e mezzo, uno ogni tre giorni, per malasanità negli ospedali italiani. La Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in corsia ha approvato ieri la relazione finale. Gli errori segnalati al dicembre 2012 sono 570. Il record in Sicilia, con 117 episodi e 84 morti, seguono Calabria (107 e 87) e Lazio (63 e 42). La paura di sbagliare fa rifugiare i dottori nella “medicina difensiva”, con visite e esami che fanno sprecare ogni anno 10 miliardi. La relazione sottolinea ancora una volta le grandi differenze tra Nord e Sud. La maggior parte delle realtà commissariate per deficit è nel meridione. C’è poi il caso dei 383 medici che in Campania hanno un incarico di primario senza aver fatto concorsi. La relazione sottolinea poi che al Sud ci sono più medici che letti. Il dato si basa sulle schede che le Regioni hanno inviato alla commissione e che riguardano circa la metà dei letti. Dai dati del ministero emerge uno sbilanciamento, ma non così accentuato. In Lombardia ci sono 14.700 medici per 29mila letti, in Emilia 7mila per 14mila, in Campania 9.100 per 11mila, in Sicilia 8.500 per 10.800 e in Calabria 3.200 per 4.100.
la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
I filoni PIERO COLAPRICO EMILIO RANDACIO MILANO — Gli appalti si creavano apposta per gli «amici». Si studiavano nei dettagli, ci si scambiavano e-mail (almeno 15mila quelle intercettate dal Nucleo investigativo dei Carabinieri), e si ritagliavano gare su misura per vincere facile, sbaragliando la concorrenza. Com’era per Tangentopoli, così è successo in questi anni, e lo schema calza alla perfezione per undici appalti — importo complessivo 11 milioni e 100 mila euro — pilotati dalla società d’intermediazione di Saronno, Kaleidos, dal 2005 fino a pochi mesi. I boss della Kaleidos «sono — scrivono i detective — tutti inseriti nel Direttivo della Compagnia delle Opere di Saronno», e non era una coincidenza, ma la «specialità» per sottomettere funzionari pubblici compiacenti. APPALTI E RELAZIONI I sedici ordini d’arresto dell’operazione Cyrano nascono da un’indagine coordinata dai pubblici ministeri Paolo Filippini e Alfredo Robledo, che scopre questo «sentire comune» intorno alla Kaleidos, inserita in «un circuito di relazioni imprenditoriali». L’Azienda regionale che controlla l’edilizia Popolare (Aler), ha bisogno di cambiare il parco macchine? La Kaleidos si interessa, individua le ditte private, ritaglia l’appalto su misura e intasca una provvigione (intorno al 3,5% dell’intero affare). Non proprio bruscolini, visto che in sette anni, secondo l’accusa, ha messo le mani su 350 mila euro. Una somma definita dal gip Giuseppe Gennari «incredibile in presenza di una gara pubblica». Non solo Aler, però. Nel mirino sono finiti anche i manager di Metropolitane milanesi, di Ferrovie Nord, degli Istituti clinici e del Comune di Como. Le accuse sono di corruzione e turbativa d’asta. In carcere sono finiti i vertici della Kaleidos, e la funzionaria Aler, Monica Goi. Agli arresti domiciliari altre nove persone, in gran parte funzionari pubblici. LE “GARETTE” Kaleidos, organica alla Cdo, riusciva ad «avvalersi di una rete di contatti vantati dai dipendenti e vertici della società con funzionari appartenenti a diverse amministrazioni». Poi, facendo leva su questi rapporti, riusciva «a pilotare le aggiudicazioni delle gare». O, come le definivano gli stessi indagati per telefono, «le garette», visto
Il caso
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CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.lombardia.it www.repubblica.it
IL SAN RAFFAELE
LA MAUGERI
I TELEOSPEDALI
Il crac dell’ospedale lambisce il Pirellone per i rapporti privilegiati con il centro
Nel troncone sui fondi riservati alla fondazione Pavese, il governatore è indagato per corruzione
I principali collaboratori di Formigoni (compreso il cognato), indagati per aver agevolato appalti
Pirellone, tangenti anche sugli autonoleggi “Un sistema con Formigoni al vertice” Inchiesta su Compagnia delle opere e società pubbliche: 16 arresti
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che fa usare al giudice Gennari l’aggettivo «pericoloso». Perché l’obiettivo di far vincere i «prescelti» obbliga a cercare il sostegno di «sicuri alleati», e cioè gli amici «connotati dalla comune adesione/condivisione ideologica al gruppo di Cl», di Comunione e Liberazione. L’argomento, qui nella Lombardia di Roberto Formigoni e dei Simone&Daccò, coinvolti in un’altra inchiesta che sembra in dirittura d’arrivo, crea da anni polemiche roventi. Ma se gli «atteggiamenti di mutuo sostegno» tra imprenditori privati sono leciti, «quando si parla di società pubbliche si traducono in comportamenti che costituiscono reati», come la corruzione e la turbativa d’asta. Lo scambio di favori pubblico-privato innesca dun-
I pm: truccati gli appalti di Aler, Metropolitane milanesi e Ferrovie del Nord que (e come dare torto a questa logica?) «comportamenti ben più pericolosi della banale corruzione per denaro, perché radicati su un sentire comune che non ha “prezzo”».
IL BLITZ
Le frasi
Sopra, la sede dell’Aler, perquisita ieri. A destra, Formigoni. Sotto, l’ordinanza
La rete
Non è casuale che i rapporti tra i soggetti coinvolti siano connotati dalla comune adesione al gruppo di Cl I favori
Gli atteggiamenti di mutuo sostegno, leciti tra privati, se si parla di società pubbliche diventano reati Il governatore
Traspare l’appartenenza a un mondo che vede il suo vertice politico istituzionale nel presidente della Regione L’ordinanza del Gip
il largo anticipo con cui stabilivano chi se le sarebbe aggiudicate. I BANDI PILOTATI Il sistema variava a seconda delle «garette». Nell’assegnazione degli appalti «ad invito», i manager della Cdo di Saronno fornivano «ai funzionari pubblici i nominativi degli operatori da invitare, facendo in modo che una sola
ditta rispondesse ai requisiti». Nelle «gare» a «offerta più conveniente», invece, predisponevano direttamente «il bando». In quelle al «massimo del ribasso», infine, «facevano inserire fattori idonei a disincentivare la partecipazione di ditte concorrenti». Piazza pulita di ogni estraneo, inventandosi — parole ancora dei magistrati — «invitati tarocchi, che sono lì solo
per fare numero e rendere formalmente regolare la procedura». A volte, scientificamente, si autoescludevano: «È arrivato il bando — si scrivono per e-mail due indagati —. È quello al quale non dovevamo partecipare, giusto?». LA CORRUZIONE E I CIELLINI È dunque questa storia semplice e tragica di appalti con il trucco
“VOGLIONO FAR CADERE FORMIGONI” Uno di quelli finiti in carcere ieri, Oreste Ceriani, era intercettato. Lo si sente preoccupato, perché «la temperatura si sta alzando», e il riferimento è alle inchieste in corso. Parla con un suo amico, e sbotta: «Vogliono far cadere Formigoni». Risposta: «Scusami, non possiamo puntellare l’impero romano in decadenza, non possiamo salvare il mondo, pensa alla tua azienda». Lo scambio di idee viene ritenuto importante, perché «traspare con assoluta evidenza la consapevolezza dell’appartenenza a un mondo che vede — si legge nell’ordinanza degli arresti — il suo vertice politico istituzionale nel presidente della Regione». Formigoni non è indagato e ieri anche il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati ha detto che le responsabilità penali sono «personali», non si attribuiscono ai gruppi. Ma è evidente che se «la temperatura si sta alzando», è anche perché l’eccellenza della Lombardia consisteva nel controllare molto poco «gli amici», e nel permettere solo ad alcuni «amici» di fare soldi facili, tanti soldi facili. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La finanza in Regione: indagati i quattro che costituivano il gruppo e due funzionari. Tra le note spese anche cibo per gatti, giocattoli e vacanze. Di Pietro: noi parte lesa
Rimborsi per biancheria intima e cravatte, bufera sull’Idv ligure MARCO PREVE GENOVA — Sono due inchieste giudiziarie a spazzare quel che resta dell’Idv ligure e a costringere i “dipietristi erranti” liguri a ritrovarsi ancora una volta insieme: tutti iscritti sul registro degli indagati. I quattro consiglieri regionali, più il tesoriere, lo sono da ieri mattina dopo il blitz della finanza nei loro uffici. Accusati di peculato per le spese sostenute con i contributi erogati ai gruppi consiliari: scatolette di cibo per il gatto, biancheria intima, giocattoli, cravatte e weekend pagati con soldi pubblici. In un’inchiesta parallela ipotesi di false fatturazioni per il deputato Giovanni Paladini, ex Idv (ma anche ex Margherita)
approdato a Diritti e Libertà dopo la deriva grillina di Di Pietro. Accusa che riguarda il suo ruolo, nel periodo 2007-2008, di presidente di una società di calcio dilettantistica, il Pontedecimo, finita al
Sotto accusa Marylin Fusco, già vicepresidente della giunta, e la ex hostess Piredda centro di un’indagine per false sponsorizzazioni sviluppata dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Genova. Nella stessa vicenda è coinvolta anche Marylin Fusco, consigliere regionale ex
LE CONSIGLIERE REGIONALI A sinistra, Marylin Fusco: già indagata in un’altra inchiesta si è dimessa e ha lasciato il partito. Sopra, Maruska Piredda con Di Pietro
Idv nonché moglie di Paladini con il quale si è iscritta al partito di Tabacci e Donadi. Fusco, che si era dimessa da vicepresidente dopo un avviso di garanzia per truffa per la costruzione del porto di Ospedaletti, è uno dei quattro consiglieri indagati e perquisiti ieri mattina. Gli altri sono Nicolò Scialfa (ex capogruppo e attuale vicepresidente della Regione per Diritti e Libertà), Stefano Quaini (oggi con Sel) e Maruska Piredda, l’unica rimasta fedele a Di Pietro. L’accusa è di peculato, ossia, come ha spiegato il procuratore capo Michele Di Lecce, «di aver speso per finalità personali i contributi erogati per le attività e le iniziative politiche». Indagato anche il tesoriere del partito Giorgio De Lucchi. A far scattare le
perquisizioni dei finanzieri coordinate dal procuratore aggiunto Nicola Piacente, è stata una telefonata. Quella con cui Scialfa sollecitava gli altri consiglieri a darsi da fare per “sistemare” al più presto le spese impresentabili, visto che il 31 gennaio scade il termine per la rendicontazione del 2012. Secondo la procura, i consiglieri regionali preoccupati dalle inchieste in corso in tutta Italia «stavano tentando di sistemare e stralciare le spese non attinenti l’attività politica e di rifondere con bonifico bancario le somme già spese». Gli indagati si difendono sostenendo la regolarità del loro operato mentre Antonio Di Pietro attacca: «Siamo parte lesa, ci costituiremo in giudizio». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CRONACA
Clochard muore nel salotto di Napoli e al bar si continua a bere caffè Dramma davanti al San Carlo. Il sindaco: aveva rifiutato l’assistenza IRENE DE ARCANGELIS NAPOLI — Avvolto nella sua coperta beige lentamente si spegne nella notte, sotto il colonnato della galleria Umberto I°, a pochi passi dal prestigioso teatro San Carlo. La mattina dopo il suo corpo è circondato da poliziotti per i rilievi. Un clochard è morto per strada. Ad appena qualche metro di distanza, dietro le colonne, ai tavolini del bar si sorseggia il primo caffè della giornata. Il pilastro di marmo divide due mondi, quello dell’espresso caldo e cornetto del tutto indifferente alla triste storia del senzatetto. Qualcuno passa e guarda, chiede cosa è successo e tira via. Risuonano le parole che il ballerino Roberto Bolle aveva “cinguettato” un anno fa. Aveva visto i barboni addormentati sotto il colonnato e aveva scritto su Twitter: «I senzatetto che s’accampano e dormono sotto i portici del teatro San Carlo, gioiello di Napoli, sono un emblema del degrado di questa città. Scena mai vista davanti a nessun teatro né in Italia né all’estero». Povertà e indifferenza metropolitana. Ma la storia di Franco Iervolino, senzatetto di 67 anni, è anche fatta di paura. Terrore di venire aiutato. Da ventiquattro ore stava scappando dalla salvez-
I precedenti DICEMBRE 2005 Ostia: un clochard muore dopo 17 ore di attesa su una barella fuori dall’ospedale
SETTEMBRE 2011 UN ANNO FA LA DENUNCIA DI BOLLE
Una donna si suicida nel bagno di un bar a Torino. I proprietari non chiudono il locale
Sopra, il ballerino Roberto Bolle. A destra, il caffè servito accanto al cadavere za. Dalle cure mediche e da un caldo ricovero in ospedale, da una terapia per le difficoltà respiratorie. Fuggiva da ambulanze e medici, persone che lo conoscevano e volevano aiutarlo a tutti i costi. Suo malgrado. Si spostava da lunedì mattina Franco Iervolino, conosciuto dai residenti di Chiaia come Franco ‘o tronco, perché il suo abituale rifugio notturno era dietro a un albero segato per metà alla Riviera di Chiaia. Da lì era
GENNAIO 2013 Un clochard giace sul lungomare di Palermo. Il corpo è segnalato giorni dopo la morte
scappato ed era andato alla galleria Umberto I, dove si raccolgono altri senzatetto come lui, per trascorrere le notti fredde riparati dal colonnato di fronte al teatro San Carlo. Finalmente tranquillo, avvolto nella sua coperta. Lunedì si era sentito male a “casa sua”, alla Riviera di Chiaia. Era arrivata l’ambulanza ma lui non aveva voluto salire a bordo nonostante la crisi respiratoria. Il pomeriggio altro malore. Torna
l’ambulanza, gli addetti notano una palpebra semi chiusa. C’è un problema neurologico. Il clochard a questo punto grida: «Mi vogliono rinchiudere», fugge verso la galleria Umberto I. Lì si stende per terra nella notte con altri senzatetto, muore probabilmente perché le sue condizioni si aggravano anche per il freddo. La mattina dopo è uno dei suoi compagni che si accorge di quanto è successo e chiede aiuto. Arriva la
La polemica
polizia, solleva la coperta e scopre il corpo senza vita di Franco. A pochi passi, il viavai di chi va a lavorare e di chi si ferma per bere un caffè al bar accanto. Tornano alla memoria le parole di Roberto Bolle. «Siamo addolorati per quanto successo — dice il sindaco Luigi de Magistris — ma avevamo cercato di aiutarlo». Fa riferimento ai due soccorsi mancati. Per Franco è stata disposta l’autopsia. Nes-
sun familiare, unica traccia un arresto nel ‘75 a Padova. Poi la vita per strada. È il terzo clochard a morire in strada tra Napoli e provincia tra la fine del 2012 e l’anno nuovo. Indifferenza e abbandono, come quando, appena venti giorni fa, un clochard è morto per il freddo nella sala d’attesa esterna all’ospedale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Da Prima Linea alla giunta, bufera sulla nomina di Marco Solimano
Livorno, ex terrorista diventa assessore la vedova di una vittima: sono allibita MICHELE BOCCI FIRENZE — Un ex terrorista di Prima Linea assessore alla casa e al sociale della giunta di Livorno, guidata da Alessandro Cosimi (Pd). Si tratta di Marco Solimano, dissociatosi dalla lotta armata ormai da molti anni e che già da tempo ricopre incarichi pubblici nella città Toscana. Da 13 anni è presidente dell’Arci cittadino, è stato per 10 anni consigliere comunale prima con i Ds e poi con il Pd. Dal 2010 è stato nominato sempre da Cosimi Garante dei detenuti. Oggi Solimano sarebbe destinato ad entrare in giunta al posto di un assessore dimissionario, per un rimpasto. La prospettiva del nuovo incarico per l’ex terrorista fa comunque prendere una posizione polemica ai familiari delle vittime. «Sono senza parole», dice Mariella Magi Dionisi, vedova dell’agente Fausto Dionisi che morì durante un’azione proprio di Prima Linea a Firenze, e presidente dell’associazione “Memoria” che riunisce alcuni parenti di persone che sono state uccise da terroristi. Sessanta anni, Solimano, a cavallo tra Settanta e Ottanta, insieme al fratello Nicola, ha fatto parte di una delle più sanguinarie organizzazioni terroristiche di estrema sinistra. Fra le vittime di Prima Linea ci furono i magistrati Emilio Alessandrini e Guido Galli. A Firenze il 20 gennaio ‘78, durante un tentativo di evasione dal carcere delle Murate, componenti di
I personaggi
UCCISO
DISSOCIATO
Fausto Dionisi, agente di polizia, venne ucciso a Firenze in un conflitto a fuoco con militanti di Prima Linea il 20 gennaio 1978
Condannato a 22 ani per la partecipazione a Prima Linea, Marco Solimano si è poi dissociato dalla lotta armata
Prima Linea uccisero l’agente di polizia Fausto Dionisi. Al processo di Firenze, che si concluse in appello il primo febbraio 1985, Marco Solimano fu condannato a 22 anni. Non gli venne contestato l’omicidio, la
Nel suo passato una condanna a 22 anni Oggi è presidente dell’Arci e garante dei detenuti partecipazione fisica a fatti di sangue ma la partecipazione all’organizzazione criminale. Il primo marzo del 1987 Prima Linea si sciolse e si consegnò al Partito Radicale Transnazionale. Da allora sono molti gli ex
terroristi che, dopo essersi dissociati dalla lotta armata e avere scontato anni di carcere, hanno trovato uno spazio e un lavoro nelle istituzioni, spesso in mezzo alle polemiche dei familiari delle vittime. Quando ha saputo della probabile nomina ad assessore di Solimano, Mariella Magi Dionisi si è indignata: «Sono scelte che lasciano perplessi e senza parole, a parte quelle che usò il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tempo fa incontrando i familiari delle vittime e cioè che ci vorrebbe il buongusto, da parte di chi prese le armi, di stare un passo indietro. Visto che, tra l’altro, hanno avuto molto, tutto, e a differenza di altri hanno soprattutto la vita». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
ATTUALITÀ
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Piccoli, accoglienti e social ecco i nuovi cineclub che conquistano gli italiani Bistrot e anteprime: tessere aumentate fino al 400% IRENE MARIA SCALISE ROMA — Piccoli ma accoglienti, proiettano film di qualità. Servono aperitivi, funzionano anche come bistrot e così si trasformano, nell’era delle amicizie 2.0, in un punto d’incontro. Fuori dal virtuale, dentro la realtà. Benvenuti nella second life di cineclub, cinecircoli e cinema d’essai. Sono quasi 1.500 in tutta Italia, ormai. Piacciono ai giovani che ci trovano i cosiddetti “film invisibili” (quelli mai distribuiti), ai single che incontrano potenziali fidanzate/i, alle famiglie che riscoprono il gusto di divertirsi con pochi euro. Mentre l’impero dei multisala vacilla con le sale piene solo a metà (per l’Agis il 2012 si chiude con un meno 10% degli incassi), le piccole realtà festeggiano. I circoli dei cinema parlano infatti di un 10% in più di tesserati, ma ci sono anche casi in cui gli ingressi si sono quadruplicati, grazie alla “prima visione” di opere indipendente. Perché le salette un tempo polverose e specializzate in La corazzata Potëmkin e altri classici non facili da digerire, sono state capaci di rinnovarsi. Ora si contano nove federazioni nazionali che rappresentano i pic-
Il premio Oscar Paul Haggis: “A Roma ho scoperto il Kino, un posto davvero speciale” coli cinema. Il presidente della Ficc (Federazione Italiana Circoli del Cinema) Marco Asunis ha da poco festeggiato l’apertura di una nuova sala a Treviso: «Raduniamo più di 150 circoli, dalla Sicilia al Veneto, e a dispetto dei tagli alla cultura, e dopo anni di decrescita, dal 2009 viaggiamo alla media di 10 nuovi spazi l’anno». Secondo Asunis l’identikit del nuovo cinefilo è giovane (20-30 anni) e alla ricerca di quei film che non vedrebbe nelle sale tradizionali. Ma buone notizie arrivano anche dal responsabile della Cgs (Cinecircoli giovanili salesiani), Candido Coppetelli: «Le nostre sale creano aggregazione e nel 2012 con 135mila spettatori siamo cresciuti del 10%». Nonostante gli scarni sostegni statali le nove federazioni “sbigliettano” 2 milioni di ingressi l’anno. Grande entusiasmo anche dalla Ucca (Unione circoli cinematografici Arci): «Un boom così non si vedeva da tempo, se lo scorso anno avevamo 350 associati in quest’inizio 2013 siamo partiti già con 380». Il successo si deve anche al rinnovarsi degli spazi. Un esempio per tutti: il Kino, nel cuore del quartiere romano Pigneto, 36 posti in sala e una app dedicata, propone una formula che mischia cultura cinematografica e culinaria. Vietati pop corn e coca cola. Al loro posto film abbinati a vini biodinamici e incontri con i registi. Come quello, recente, con il premio Oscar Paul Haggis che oggi ricorda: «Durante il mio
periodo romano ho avuto il piacere di andarci parecchie volte e posso dire che il Kino offre un contributo importante per l’arte e per il cinema. Sono stato felice di averne stato parte». Mentre nel cineclub romano hanno da poco festeggiato i 350 abbonamenti, da altre 12 città è giunta la la richiesta di aprire “nuovi” Kino. La formula multitaskingfunziona anche al Cineclub Vittoria di Casagiove, in provincia di Caserta. Spiega il direttore artistico Francesco Massarelli: «Abbiamo creato un gruppo che arriva un’ora prima del film per un aperitivo e per discutere». Ma nei cineclub sono soprattutto i titoli inediti ad attrarre il pubblico, come spiegano quelli di Distribuzione indipendente, circuito nato per sdoganare opere che rischierebbero di restare nel cassetto. «Ci rivolgiamo a un bacino di 360 sale. Di queste 30 sono nostre affiliate e proiettano in contemporanea, come nel caso delle prime visioni», spiega uno dei fondatori, Giovanni Costantino. «Grazie a questa iniziativa i circoli hanno incrementato i tesserati, che in alcuni casi sono addirittura quadruplicati». Ma c’è dell’altro. «Il pubblico ha bisogno di socializzare. Queste sale mettono lo spettatore al centro della serata permettendogli d’incontrarsi e parlare», spiegano da Zero in Condotta, 50 posti alla Garbatella di Roma. Così le piccole realtà sfidano e vincono la formula del “fast cine”, quella dell’entri-paghi-vedi-esci. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervista Paolo Virzì: “Lo Stato dovrebbe aiutarli, come in Francia”
“Riempiono un vuoto culturale e grazie a loro si vedono film ignorati dai distributori”
IL REGISTA Paolo Virzì, 48 anni, livornese: l’ultimo film che ha diretto è “Tutti i santi giorni” (2012)
ROMA — Paolo Virzì, tra i registi eredi della migliore commedia all’italiana e nuovo direttore del Torino Film Festival si dice felice del boom dei cineclub. Come spiega questo fenomeno? «È un vuoto che viene riempito. Nei centri storici chiudono i cinema (diventano supermercati) e si creano cineclub, sale gestite da associazioni private per vedere film che non si vedrebbero altrimenti, o che hanno vita breve dopo i festival». 1.500 piccole sale: una rivincita sui multiplex? «Io non ho nulla contro le multisale, sono legittime. Ma la loro offerta è monotematica. Ed è bene che oltre i multiplex ci sia un’offerta diversa. Mentre scompaiono le sale popolari, sono felice che nascano salette dove andare a vedere cinema di qualità. Per rivedere titoli come The artist (passato come film d’essai) o Amour uscito in 30 copie». Piccoli cinema e cineclub andrebbero sostenuti? «Il cinema non è solo uno svago, una cosa superflua. I Beni culturali dovrebbero aiutare certi esercenti. In Francia lo Stato ha contribuito (per il 90%) ai costi della digitalizzazione. In Italia questo fiorire di salette e cineclub andrebbe sostenuto». Ha dei ricordi legati ai cinema d’essai? «Da giovane vedevo rassegne di cinema tedesco, birmano, coreano o cecoslovacco. Al 4 Mori di Livorno o al cineclub l’Arsenale di Pisa. Da studente del Centro sperimentale andavo nei romani Filmstudio (ora chiuso) e al Politecnico. Adesso vado al Greenwich, una mini-multisala d’essai». (leandro palestini) © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
ECONOMIA FINANZA&MERCATI
■ 22 Ieri FTSE MIB ....................17715,90 FTSE IT ALL.................18710,22 FTSE IT STAR ..............11663,63 FTSE IT MID ................19939,63 COMIT .............................941,69 FUTURE.................................
(+0,48%) (+0,47%) (+0,02%) (+0,65%) (+0,41%) (%)
Titoli di Stato Rendimento Btp (10 anni) ...................................4,20% SPREAD SUL BUND....................262
I migliori
Principali titoli del Mercato azionario
FTSE MIB Var.% Finmeccanica .........................................4,67 Enel Green Pw.........................................3,98 Prysmian ................................................3,35 Fiat Industr. ............................................1,89 Luxottica ................................................1,70
Titolo
Pr. Rif €
A2A.............................................0,462 Ansaldo Sts .................................7,270 Atlantia .....................................13,460 Autogrill ......................................8,805 Azimut ......................................12,340 Banca Generali..........................14,020 Banco Popolare ...........................1,533 Bca Pop.Milano ...........................0,510 Buzzi Unicem ............................11,350 Campari ......................................5,815 Diasorin ....................................28,570 Enel ............................................3,142 Enel Green Pw .............................1,568
I peggiori Monte Paschi Si.....................................-5,68 Mediaset...............................................-1,45 UBI Banca .............................................-1,34 Snam ....................................................-0,70 Bca Pop.Milano .....................................-0,68
0,52 -0,41 0,24 0,94 0,39 -0,68 0,44 1,04 1,49 0,90 3,98
Eni ............................................19,380 Exor ..........................................21,230 Ferragamo ................................19,420 Fiat .............................................4,722 Fiat Industr..................................9,455 Finmeccanica..............................5,150 Generali ....................................14,150 Impregilo.....................................3,834 Intesa Sanpaolo...........................1,502 Lottomatica...............................18,370 Luxottica...................................33,520 Mediaset.....................................1,975 Mediobanca ................................5,390 Mediolanum................................4,422 Monte Paschi Si...........................0,278
0,36 1,38 0,31 -0,04 1,89 4,67 0,64 0,16 -0,27 1,10 1,70 -1,45 1,33 -5,68
Parmalat .....................................1,873 Pirelli & C.....................................9,600 Pop.Emilia Romagna ...................6,025 Prysmian ..................................16,350 RCS Mediagroup .........................1,278 Saipem .....................................31,750 Snam ..........................................3,666 STMicroelectr..............................6,235 Telecom IT ..................................0,745 Tenaris .....................................15,610 Terna ..........................................3,116 Tod’s ......................................102,300 UBI Banca ...................................3,964 Unicredit .....................................4,504
-0,64 0,63 0,84 3,35 0,08 0,47 -0,70 -0,16 0,13 0,45 -0,29 -1,34 0,49
Scandalo derivati Mps, Mussari lascia l’Abi Dimissioni irrevocabili: “Innocente, ma non posso coinvolgere le banche” ANDREA GRECO MILANO — La bomba derivati scoppia in faccia a Giuseppe Mussari, leader di Mps nella decade Duemila che ieri s’è dimesso dalla presidenza Abi. La sua lettera, rivolta in serata al vicario nell’associazione Camillo Venesio, è un atto irrevocabile. E sacrosanto, non tanto per la presunzione di colpevolezza - tempo e indagini diranno - quanto per l’opportunità che a rappresentare le banche italiane in un momento simile stia il dominus di tutte le scelte che hanno portato verso zero la banca più antica del mondo. «Assumo la decisione convinto di aver sempre operato nel rispetto dell’ordinamento - ha scritto l’avvocato calabrese - ma nello stesso tempo deciso a non recare alcun nocumento, anche indiretto, all’Abi. In questi tre anni ho cercato di servirla mettendo a disposizione tutte le
peccato originale, l’incipit che guasta tutta la storia senese (con finale da trovare) risale al 2007, quando Mussari congegnò l’acquisizione di Antonveneta pagando in contanti 9,5 miliardi, 3 più di quanto l’aveva valutata Santander tre mesi prima. Quanto all’Abi decapitata, tocca ai banchieri “piccoli”, per il metodo dell’alternanza. Le deleghe passano a Venesio, che pare favorito alla presidenza ma non è detto sia disponibile (ha un ruolo attivo nel gestire Banca del Piemonte). Altri papabili sono Antonio Patuelli (Acri) e Alessandro Azzi (Bcc). Non c’è un minuto da perdere, vanno difese le banche dagli strali del Fondo monetario, giunto lunedì in ispezione nella Penisola e che ritiene le coperture del cattivo credito in Italia inferiori alla disastrata Spagna. «Metodi di calcolo diversi», replica con sdegno l’Abi.
LA LETTERA A sinistra, la lettera di dimissioni di Giuseppe Mussari (foto) da presidente dell’Abi, per lo scandalo derivati Mps
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L’ex presidente del Monte e numero uno dei banchieri, paga gli effetti del caso Antonveneta energie fisiche e intellettuali di cui disponevo. Rappresentare le banche in Italia nell’interesse generale del paese è stato per me un grande onore». Dopo un biennio Mussari era stato confermato in Abi a metà 2012, con l’informale - e isolata perplessità di Giovanni Bazoli, che temeva l’onda lunga di inchieste e polemiche su di lui - rinviato a giudizio per turbativa d’asta sull’aeroporto senese - e sulla banca che ha presieduto dal 2006 al 2012, dopo cinque anni a capo della fondazione Mps. Il legale del Palio, con ottime entrature nel Pd e in tutta la classe dirigente del paese, già da mesi è ricordato per la frase «fare il banchiere non è il mio lavoro, tornerò a fare l’avvocato», con cui uscì di scena quando Mps era già un cavallo scosso. L’ultimo errore, fatale, è legato ai contratti strutturati con cui Mps allontanava al futuro perdite esplose un anno fa, ma in corso da tempo. La stessa banca, che potrebbe rivalersi contro di lui, ha ammesso che 500 milioni in più di prestito pubblico serviranno a coprire alcuni derivati. E quando divampa la crisi dei debiti sovrani Mps ha 25 miliardi di Btp in pancia, tre volte il patrimonio contro una media banche italiane di 1,2. Non è chiaro il perché - anche la procura senese lo indaga -, forse è un altro rimedio per coprire la scarsa redditività degli sportelli. Comunque ne viene un aumento sanguinoso per Mps, l’azzeramento del patrimonio dell’ente socio e la richiesta di 3,9 miliardi di Monti bond per soddisfare i requisiti Eba. Ma l’errore-
L’intervista
Da sindaco di Siena nel 2011 chiese e ottenne “discontinuità” alla guida dell’istituto, una scelta che gli costò la poltrona
Ceccuzzi: “Fu giusto mandarlo via reati gravi, ora azione di responsabilità” MILANO — Franco Ceccuzzi, l’uomo che allontanò Giuseppe Mussari dal Monte, e che ha pagato con la propria poltrona, guarda avanti. A giugno salvo sorprese il parlamentare Pd tornerà sindaco di Siena, e sa bene che dovrà remare molto, non c’è tempo per i “l’avevo detto”. «Siamo arrivati a questa situazione per l’inadeguatezza dei controlli, in Comune, in fondazione e anche in banca. Impariamo la lezione, e a garantire più autonomia e responsabilità». Si sente vendicato? «Le dimissioni di Mussari sono un atto dovuto, per chiarire la sua posizione. Le notizie su Mps configurano ipotesi di gravi irregolarità contabili e confermano, in modo molto più doloroso di quanto ci potessimo aspettare, quanto fosse necessario e urgente operare un ricambio ai vertici del gruppo». Lei, da sindaco e primo elettore di fondazione Mps, chiese il cambiamento di vertice in autunno 2011, quando la frittata era fatta. Non potevate capirlo prima? «Da metà 2011 ci ha molto preoccupato l’andamento del titolo Mps, lì abbiamo avuto la sensazione di una perdita di credibilità sul mercato, senza capirne fino in fondo la
corso accidentato, perché a inizio aprile 2012 un’altra mozione ruppe la maggioranza, con una parte del Pd che si mise di traverso, e il voto decisivo contrario di un rappresentante della Cgil».
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Bisognerà fare nomine di alto profilo anche alla Fondazione Io ho proposto la sostituzione del presidente Mancini già a dicembre di due anni fa
Franco Ceccuzzi (Pd) portata. Ma è bastato a farci considerare i cambiamenti che poi hanno portato a una pagina nuova». Per la serie meglio tardi che mai? «Non è stato facile. Ci fu una mozione unitaria di tutti i gruppi del consiglio comunale a novembre 2011, in cui venne condivisa la parola “discontinuità” su Mps, approvata all’unanimità. Lì inizia il ricambio, ma è un per-
Franchi tiratori? «La passata Mps è stata molto legata a una componente della Fisac-Cgil, basti pensare che prima di me si sono avvicendati a Siena due sindaci-bancari di quella estrazione. Io ero il primo dipendente di partito, durato un anno». Lezioni da apprendere? «Che in tema di indirizzi la parola di cam-
biamento del Comune può essere importante: garantendo il metodo, senza ingerenze. Altra lezione è che serve più autonomia e responsabilità di tutti i soggetti, in un meccanismo di equilibri dialettici che portino a esprimere le migliori professionalità». Tra qualche mese, se torna sindaco, applicherà la lezione ai vertici della fondazione Mps in scadenza, sostituendo il presidente Gabriello Mancini? «In fondazione occorrerà scegliere persone di alto profilo, dotate di competenze e in grado di condurre la fondazione in una fase delicata. Fase anche costituente: c’è da rivedere lo statuto correggendo le anomalie, e da aggiornare gli enti nominanti. Io ho già auspicato la sostituzione di Mancini dal dicembre 2011». Mussari e il passato management meritano un’azione di responsabilità? «Penso sia normale e inevitabile che il nuovo management intraprenda l’azione di responsabilità nei confronti della passata gestione, che ha condotto l’istituto a una situazione di difficoltà patrimoniale e reddituale». (a. gr.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
BORSE EUROPEE Paese/Indice 22-01 Amsterdam (Aex) ..................353,45 Bruxelles-Bel 20 .................2549,71 Francoforte (Xet Dax)...........7696,21 FTSE Eurotrack 100 ............2385,21 Londra (FTSE 100)...............6179,17 Madrid Ibex35.....................8632,10 Oslo Top 25...........................429,26 Parigi (Cac 40) ....................3741,01 Vienna (Atx) ........................2436,89 Zurigo (SMI) ........................7291,85
Var.% +0,11 +0,09 -0,68 -0,10 -0,03 -0,39 -0,64 -0,59 -0,40 -0,60
Il retroscena
BORSE INTERNAZIONALI
EURIBOR
Paese/Indice 22-01 DJ Stoxx Euro........................269,89 Hong Kong HS...................23658,99 Johannesburg ..................38204,88 New York (S&P 500) ............1492,51 New York (DJ Ind.).............13711,59 Nasdaq Comp. ....................3143,18 Singapore ST ......................3219,86 Sydney (All Ords).................4802,91 Tokio (Nikkei)....................10709,93
SCADENZA 1 mese
Var.% -0,30 +0,29 -0,24 +0,44 +0,45 +0,27 -0,05 +0,01 -0,35
la Repubblica
ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,1120
TASSO 365 0,1136
CORONA DK...............................7,4636 CORONA N.................................7,4420 CORONA S.................................8,6909 DOLLARO AUS ...........................1,2613 DOLLARO CDN...........................1,3242 DOLLARO USA ...........................1,3317 FRANCO CH ...............................1,2383 STERLINA UK.............................0,8397 YEN J ....................................118,1800
+0,004 -0,027 -0,031 -0,411 +0,091 -0,045 -0,306 +0,077 -0,997
VALUTE
22 GENNAIO Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 22 GENNAIO Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano
MATTINO
SERA
41,26 1.692,50 -
41,24 1.690,50 808,89 42,72 18,16
DENARO
LETTERA
290,51 295,91 295,91 1.182,50 229,82
330,96 338,28 338,28 1.301,49 260,82
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
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Le due operazioni fatte con Deutsche Bank e Nomura sotto la gestione Mussari sono servite a nascondere le perdite
IL TITOLO
Da “Santorini” ad “Alexandria” così il Monte ha truccato i conti
Mps in Borsa ha perso ieri il 5,68% fermandosi a 0,2775 euro
VITTORIA PULEDDA
I numeri -5,68%
3,9 mld I MONTI BOND
FOTO: CARINO
A febbraio Mps chiederà 3,9 miliardi di euro al Tesoro, per rilanciarsi
500 mln I DERIVATI
Le perdite sui vecchi derivati Mps nel 2012 sono stimate 500 milioni
33% LA FONDAZIONE
La quota dell’ente in Mps è scesa al 33%, nel 2014 calerà circa al 20
MILANO — Il ciclone-derivati si abbatte sull’assemblea di venerdì per chiedere i Monti bond, che già si preannunciava difficile e a questo punto sarà di fuoco. Verrà chiesta l’autorizzazione per emettere 3,9 miliardi di Monti bond (più 170 milioni per pagare gli interessi dei Tremonti bond) comprensivi di 500 milioni aggiuntivi, comunicati dalla banca lo scorso 28 novembre per “assicurare la copertura ... degli impatti patrimoniali di eventuali rettifiche di bilancio, nonché gli eventuali costi di chiusura delle operazioni in oggetto, qualora la banca ritenga conveniente tale chiusura”. Il comunicato diramato ieri, dopo l’inchiesta de Il Fatto, a questo punto fa capire meglio a cosa si riferivano quei contratti eventualmente da rinegoziare: derivati dai nomi classici - Santorini, Alexandria, Nota Italia - che hanno provocato perdite molto concrete: 220 milioni da contabilizzare già nel 2012 per quanto riguarda Alexandria, scrive ancora il giornale; forse molti di più, secondo una fonte anonima. La banca si limita a dire che sono in corso accertamenti, il punto verrà fatto nel consiglio del 6 febbraio (ufficialmente in quello di domani non se ne parlerà). Mps infatti ha reso noto che l'operazione denominata Alexandria «rientra nel perimetro delle analisi in corso in relazione ad alcune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti e ad oggi presenti nel portafoglio della Banca». La ricostruzione del quotidiano parte dalla scoperta, il 10 ottobre dello scorso anno, di un accordo segreto tra Mps e Nomura (trasmesso dall’attuale ad Fabri-
zio Viola alla Banca d’Italia) con cui, semplificando il complesso processo, nel 2009 l’allora numero uno Giuseppe Mussari e il direttore generale Antonio Vigni avevano concordato con Nomura la ristrutturazione di un vecchio veicolo, che investiva in cdo e su cui si stava accumulando una
per l’acquisto di Btp a trenta anni, che poi riceveva in garanzia del prestito. Sempre contemporaneamente, Nomura ha stipulato con Mps un contratto di swap sul tasso, in base al quale la banca senese rinunciava alla cedola fissa in cambio di un tasso variabile legato allo spread sull’Euri-
La banca nipponica in una conference call aveva chiesto se i revisori erano stati informati
Siena nega che il contratto con i giapponesi sia passato dal cda. Kpmg: nessun ok
perdita potenziale rilevante. L’intervento di Nomura è servito a sostituire i pericolosi cdo (Collateralized debt obbligations) con titoli di maggiore qualità, e contemporaneamente a realizzare un “pronti contro termine” in cui Nomura finanziava Mps
bor. A questo punto le perdite non vengono messe in bilancio, i conti non soffrono ma resta sul groppone un contratto oneroso e lunghissimo con Nomura. Ma quando l’amministratore delegato Fabrizio Viola ha chiesto spiegazioni alla banca d’affa-
AL TIMONE Alessandro Profumo, presidente del Monte dei Paschi di Siena dall’aprile 2012
ri, si è visto opporre la registrazione di una conferenza telefonica tra i vertici di Mps e di Nomura. «L’operazione è stata pienamente esaminata e approvata prima della sua definizione al più alto livello di Mps, includendo il cda e Giuseppe Mussari», ha confermato un comunicato della banca giapponese. Immediata la risposta da Siena: «Non risulta che tale operazione sia stata sottoposta all’approvazione del cda di Mps». Presa di distanza forte anche da parte della società di revisione Kpmg (Nomura aveva chiesto espressamente se l’operazione era stata correttamente comunicata ai revisori): la società ha dichiarato in una nota di «non essere mai stata messa a conoscenza di alcun accordo di natura riservata, risalente al 2009 tra Mps e Nomura» e comunque di non aver «mai fornito alcuna approvazione, tantomeno preventiva». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso
Unipol-Fonsai, ci sono 2.200 esuberi: sindacati in allarme MARCO BETTAZZI BOLOGNA — Per la prima volta Unipol affronta le ricadute occupazionali della fusione con Fonsai. In un incontro nella nuova sede del gruppo in via Stalingrado ieri l’azienda ha quantificato in 2.200 gli esuberi sugli 8.100 dipendenti che lavorano nelle società direttamente interessate alla fusione. L’azienda conta così di risparmiare, secondo i sindacati, circa 130 milioni di euro nei prossimi tre anni. E sono sempre i sindacati a dettagliare meglio la cifra dei 2.200 esuberi. Perché una metà, stima la Fisac Cgil, dovrebbe essere ceduta assieme al miliardo e 700 milioni
di euro di portafoglio assicurazioni che il gruppo deve vendere ad altri marchi per rispettare gli impegni presi con l’Antitrust. Operazione che dovrebbe avvenire con la cessione di un ramo d’azienda attraverso il gruppo Milano Assicurazioni e riguardare soprattutto chi lavora nell’area milanese. Degli altri 1.100, 900 potrebbero essere accompagnati alla pensione attraverso il fondo di sostegno al reddito. Ed è questo che preoccupa i sindacati. «Cosa succede agli altri 200? Non hanno voluto mettere nero su bianco che non licenzieranno. E chi ci dice che i compratori vorranno tutti i dipendenti?», chiede la
AL VERTICE L’amministratore delegato di Unipol Carlo Cimbri
Cgil. Ad alimentare i timori dei lavoratori anche il fatto che a dicembre Unipol non ha rinnovato un accordo che da anni regolava i trasferimenti su base volontaria e non consentiva licenziamenti. I dettagli dell’operazione, insomma, sono ancora incerti e dipenderanno in gran parte dalla discussione coi possibili compratori e coi sindacati (un altro incontro è fissato per l’inizio di febbraio). Quello che è ben chiaro da ieri, invece, è l’entità della cura dimagrante che Unipol affronterà per diventare l’ottavo gruppo assicurativo d’Europa e il secondo in Italia dopo Generali. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
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ECONOMIA
PER SAPERNE DI PIU’ ww.fiom.cgil.it www.fiatgroup.com
Il tribunale respinge ricorso Fiom su Pomigliano Landini: Fiat impone braccialetto ai nostri iscritti. Il Lingotto: obbligo per operai in formazione PAOLO GRISERI ROMA — La Fiat vince un round contro la Fiom nelle aule di giustizia e il sindacato di Landini denuncia una nuova discriminazione a Pomigliano. «Hanno messo una fascia al braccio ai nostri iscritti. Sono stati reintegrati ma solo come operai in formazione, in realtà sono stati isolati. A me viene in mente che quelle cose lì le facevano contro gli ebrei». Frasi pesantissime che provocano l’immediato intervento delle fonti Fiat: «La fascia con la scritta ‘Operaio in formazione’ è stata già utilizzata per altri dipendenti quando seguono i corsi per essere immessi al lavoro». Una scelta simile sarebbe stata effettuata, sostengono a Torino, anche alla Maserati di Grugliasco dove i nuovi assunti in formazione hanno una targhetta sulla tuta. E’ un fatto che i 19 iscritti alla Fiom reintegrati a Pomigliano sono alla quarta settimana di formazione: «I loro colleghi — dicono alla Fiom di Pomigliano — hanno seguito corsi molto più brevi». Dunque, secondo le accuse del sindacato di Landini, la formazione sarebbe ormai una strategia per tenere gli iscritti all Fiom lontani dai compagni di lavoro. Ieri la sezione lavoro del Tri-
Le tappe LA ROTTURA Con l’accordo separato del dicembre 2010 nasce la newco “Fabbrica Italia Pomigliano” che si impegna ad assumere i 4.367 cassintegrati della vecchia fabbrica
LA PANDA La Fiom sostiene che i suoi 19 iscritti siano stati discriminati e isolati
FOTO: ANSA
fatto. La sentenza peraltro mette in evidenza che sono gli stessi sindacati firmatari degli accordi con la Fiat ad aver riconosciuto, nel verbale sottoscritto una settimana fa con l’azienda, che la crisi creerà delle eccedenze a Pomigliano, almeno nel breve periodo. Si legge infatti nel verbale che «alla luce dell’obiettivo della completa ricollocazione di tutti i dipendenti.. le organizzazioni sindacali riconoscono, in questa fase temporale, in ordine agli attuali livelli produttivi, l’oggettiva sussistenza delle eccedenze di personale rappresentate dalla parte aziendale». Eccedenze che, secondo il Lingotto, sono di due tipi: quelle legate alla sentenza del tribunale che impone l’assunzione di 145
La polemica
bunale di Roma ha respinto il ricorso del sindacato di Landini contro l’annunciato licenziamento di 19 dipendenti di Pomigliano per far posto proprio ai reintegrati della Fiom. Secondo i metalmeccanici della Cgil, i 19 licenziamenti annunciati dal Lingotto erano una ritorsione contro la sentenza della Corte d’appello di Roma che aveva riconosciuto la discriminazione nelle assunzioni nei confronti dei metalmeccanici della Fiom. «L’organico è dimensionato alle esigenze di un mercato in crisi — è stata la difesa della Fiat — e se siamo costretti ad assumere un certo numero di cassintegrati, dobbiamo ridurre di una cifra corrispondente il numero delle persone già assunte». I giudici di Roma hanno respinto il ricorso della Fiom non tanto perché condividano l’idea dell’azienda, quanto perché i licenziamenti in risposta alle assunzioni degli iscritti Fiom per essere sanzionati devono essere stati compiuti. Finora, spiega il giudice del lavoro Elena Boghetich, l’azienda ha solo annunciato di voler ricorrere al licenziamento di 19 persone ma non lo ha ancora
cassintegrati iscritti alla Fiom per bilanciare la discriminazione subita dalla Cgil nella scelta dei dipendenti per la linea della Panda. E le eccedenze legate alla crisi di mercato che impedirà di riassorbire nella produzione della Panda i rimanenti 1.400 cassintegrati della vecchia fabbrica di Pomigliano. Fim, Uilm e Fismic hanno chiesto «all’azienda di individuare soluzioni alternative» ai licenziamenti. Secondo le indiscrezioni che circolavano ieri sera, la Fiat cercherà di sciogliere il nodo dei 1.400 cassintegrati (per i quali la cassa straordinaria scade a luglio) con la richiesta al nuovo governo di finanziare con il denaro pubblico un periodo di cassa integrazione in deroga.
INTERVIENE IL GIUDICE Giugno 2012: il Tribunale di Roma condanna la Fiat per aver discriminato la Fiom nelle assunzioni e impone di assumere 145 iscritti alla Cgil. I primi 19 a novembre
LA FIAT REAGISCE La Fiat annuncia il licenziamento di altri 19 dipendenti per far posto a quelli della Fiom. La Fiom denuncia la mossa come una ritorsione: il tribunale le dà torto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I 19 reintegrati raccontano i disagi che stanno vivendo. Il Lingotto: sono dipendenti in addestramento, tutto regolare
“Ci hanno rinchiusi dentro un recinto 8 ore in piedi e neanche una sigaretta”
Sergio Marchionne
Per il giudice dopo il reintegro di 19 addetti l’azienda può metterne in mobilità altrettanti
Marzo 2011: partono le assunzioni per la linea della Panda. A giugno 2012 è entrato in linea il 40 per cento dei cassintegrati: 2.071 tute blu, nessun iscritto alla Fiom
DISCRIMINAZIONE
DAL NOSTRO INVIATO STELLA CERVASIO POMIGLIANO D’ARCO — Reintegrati, ma messi “in formazione” da due settimane, con una fascia verde al polso. I 19 operai della Fip, ex Fiat di Pomigliano d’Arco prima collocati in mobilità poi riassorbiti per la sentenza del giudice che li ha riconosciuti “discriminati” come iscritti Fiom, sarebbero «trattati come gli ebrei sotto il nazismo». L’ha detto Maurizio Landini in un intervento agli attivi dell’Emilia Romagna. «L’azienda — denuncia il segretario — gli ha messo un braccialetto con scritto “operai
in formazione”. Uno può anche ridere — ha aggiunto, di fronte alla reazione divertita del pubblico — ma a me questo ricorda le cose che facevano contro gli ebrei». Per l’azienda, invece, il contrassegno fa parte di una procedura standard: «Non solo i 19 Fiom — informano fonti aziendali Fiat — ma tutte le oltre 2000 persone assunte dalla Fabbrica Italia Pomigliano utilizzano o hanno utilizzato una fascia per segnalare che si tratta di dipendenti che stanno completando un percorso di addestramento. «Fosse solo quello — dice Sebastiano D’Onofrio — ci hanno messo in un recinto chiamato
Lo sfogo dei lavoratori: “Dopo 20 anni in azienda il futuro resta molto incerto” “pilotino” in piedi otto ore al giorno, con due sole pause di dieci minuti alle 10.30 e alle 12.30 senza neanche il tempo di fumare una sigaretta e con un vigilante che non ci perde mai d’occhio e ci gira intorno tutto il tempo». La cosa peggiore per i 19 ex delegati Fiom è l’incertezza del futuro: «Abbiamo oltre vent’anni di
esperienza, non abbiamo le idee chiare sulla formazione a cui ci stanno sottoponendo — osserva D’Onofrio — il corso durerà 24 giorni, siamo al diciottesimo e ancora non conosciamo il futuro quale sarà». Sulla fascia al polso l’azienda specifica che per imparare il montaggio della nuova Maserati Quattroporte nella fabbrica di Grugliasco (Torino) gli operai portano sulla tuta una targhetta. Ma i dipendenti riammessi si considerano in una singolare quarantena: «Ci sentiamo messi sulla graticola. Volevano toglierci anche il cellulare ma ci siamo opposti — dice Maurizio Rea — l’ho sempre tenuto spen-
to, ma devo poter controllare se c’è un’emergenza in famiglia. Un mio collega aveva le mani in tasca, nel reparto si congelava (appena l’abbiamo fatto notare i riscaldamenti sono stati accesi al massimo, ora nel nostro bunker fa fin troppo caldo) ed è stato rimproverato severamente». Una polemica che si accende proprio nel giorno del rigetto da parte del Tribunale di Roma del ricorso Fiom contro la mobilità di 19 lavoratori annunciata con il reintegro dei 19 vincitori del primo ricorso anti-discriminazione. Il giudice ha respinto la nuova denuncia Fiom. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso
L’incontro
Alitalia, soci in fibrillazione e cda convocato lunedì faccia a faccia con Colaninno e Ragnetti
Monti inaugura il forum di Davos tra i manager sfiducia record
ROMA — Le previsioni per il 2013 mandano in fibrillazione i piccoli soci e il vertice di Alitalia decide di convocare a sorpresa un cda per lunedì. La decisione è maturata al termine del comitato esecutivo che si è svolto alla presenza di Roberto Colaninno e l’ad Andrea Ragnetti per Alitalia, oltre a Jean-Cyril Spinetta di Air France-Klm. Nel corso della riunione è stato fatto il punto sull’andamento del 2013 oltre al varo dello spin-off del Millemiglia. Ma è proprio il tema dei conti, visti in pareggio operativo da Ragnetti nonostante la crisi, a far emergere la richiesta dei soci che chiedono a Colaninno un passaggio ufficiale. Fonti Alitalia confermano che «è stato convocato un cda per il 28 gennaio. Nel corso dell’esecutivo si è discusso dell’outlook del 2013. Il comitato ha quindi ritenuto di dover dare puntuale informazione al cda» (lu.ci.)
ROMA — Più pessimismo che mai. Oggi a Davos, in Svizzera, si apre la 43esima edizione del World Economic Forum, conferenza che ospita alcuni tra i maggiori economisti e politici mondiali. Il tema è “Dinamismo con capacità di tenuta” e il premier Mario Monti inaugurerà la sessione plenaria spiegando “Come gestire le avversità”. Argomento caldo: secondo un sondaggio realizzato da Pwc tra oltre 1300 manager internazionali, sono sempre in meno a cullare aspettative di crescita. Solo il 36% si dice «molto fiducioso» che la propria società nel corso dell’anno incrementerà i profitti, contro il 40% del 2012. E tra gli italiani il dato scende al 21%. Dopo Monti parlerà il direttore del Fondo monetario Christine Lagarde. Nei prossimi giorni attesi, tra gli altri, la cancelliera Angela Merkel, il premier britannico David Cameron e quello russo Dmitri Medvedev.
L’AD Andrea Ragnetti è l’amministratore delegato di Alitalia
la Repubblica
TITOLO A A.S. Roma A2A Acea Acegas-Aps Acotel Group Acque Potabili Acsm-Agam AdF-Aerop.Firenze Aedes Aeffe Aicon Aiòn Renewables Alerion Amplifon Ansaldo Sts Antichi Pell Arena Ascopiave Astaldi Atlantia Autogrill Autostrada To-Mi Autostrade Mer. Azimut B B&C Speakers Banca Generali Banca Ifis Basicnet Bastogi BB Biotech Bca Carige Bca Carige r Bca Finnat Bca Intermobiliare Bca P.Etruria e Lazio Bca P.Milano Bca P.Spoleto Bca Profilo Bco Desio-Brianza Bco Desio-Brianza rnc Bco Popolare Bco Santander Bco Sardegna rnc Bee Team Beghelli Beni Stabili Best Union Co. Bialetti Industrie Biancamano Biesse Bioera Boero Bart. Bolzoni Bon.Ferraresi Borgosesia Borgosesia rnc Brembo Brioschi Brunello Cucinelli Buzzi Unicem Buzzi Unicem rnc C Cad It Cairo Comm. Caleffi Caltagirone Caltagirone Ed. Cam-Fin Campari Cape Live Carraro Cattolica As CDC Cell Therap Cembre Cementir Hold Cent. Latte Torino Ceram. Ricchetti CHL CIA Ciccolella Cir Class Editori Cobra Cofide Cogeme Set Conafi Prestito’ Cred. Artigiano Cred. Bergamasco Cred. Emiliano Cred. Valtellinese Crespi Csp D D’Amico
ieri
Var % inizio anno
0,506 0,462 4,768 5,845 27,260 0,780 0,693 10,480 0,067 0,670 0,122 0,695 3,710 3,898 7,270 0,189 0,006 1,280 5,675 13,460 8,805 8,140 16,670 12,340
-1,65 0,52 0,97 -1,02 6,94 -0,38 -1,00 3,46 -1,33 -1,18 -6,96 -1,33 -0,10 -0,41 -0,32 -1,79 -0,16 0,44 1,50 0,12 0,24
-1,75 -0,19 1,45 5,98 15,02 -1,33 9,13 2,64 11,33 18,81 32,38 -0,54 0,93 0,62 5,01 -5,17 -0,16 9,03 -4,81 -1,40 4,43 -1,71 10,18
0,328 0,297 3,671 2,513 17,132 0,447 0,437 7,665 0,055 0,474 0,450 3,258 2,808 4,739 0,079 0,002 0,786 4,284 9,165 6,193 3,707 13,175 5,502
0,639 0,793 5,370 5,867 39,596 0,877 0,714 10,659 0,138 0,740 0,122 2,107 4,431 4,171 7,340 0,242 0,007 1,468 6,255 14,142 9,016 8,124 18,601 12,351
68 1439 1010 321 111 28 53 94 67 72 13 12 162 870 1165 9 10 297 554 8898 2228 715 72 1757
3,254 14,020 6,095 1,645 0,914 77,800 0,864 1,305 0,293 2,122 0,626 0,510 2,960 0,264 2,360 2,176 1,533 6,475 7,580 0,230 0,422 0,503 0,945 0,248 0,730 2,858 0,257 21,000 2,104 39,390 0,809 1,200 10,290 0,094 14,700 11,350 5,440
-1,33 0,94 0,33 -1,67 -0,83 0,17 -2,17 -0,24 3,82 -2,19 -0,68 -1,33 -0,38 0,43 2,64 0,39 0,47 -0,20 -0,61 -1,08 -1,28 0,53 -3,88 -1,68 0,35 -3,27 0,19 -0,13 1,06 1,38 3,17 -1,87 0,44 0,18
6,41 6,86 8,07 17,50 6,84 5,85 9,58 3,98 7,71 8,27 13,11 9,69 72,09 4,51 15,12 11,02 17,29 3,52 3,84 28,28 15,38 7,94 8,37 27,31 7,75 14,78 -8,04 1,99 1,94 6,46 6,94 23,71 3,99 10,54 8,89 5,68 3,62
2,618 6,599 3,718 1,342 0,690 50,310 0,507 0,884 0,226 1,456 0,542 0,262 1,339 0,220 1,525 1,575 0,821 4,122 5,697 0,153 0,336 0,313 0,815 0,168 0,657 2,349 0,234 18,000 1,137 19,017 0,541 0,900 6,595 0,076 10,502 6,534 3,203
3,447 14,075 6,149 2,269 1,146 79,949 1,559 1,985 0,309 3,452 1,445 0,527 3,017 0,341 3,232 3,014 1,672 6,624 8,025 0,432 0,537 0,514 1,180 0,310 1,424 3,970 0,435 22,300 2,166 42,056 0,936 1,358 10,201 0,124 15,115 11,311 5,420
36 1577 328 100 16 1873 3 107 331 159 1635 90 178 274 28 2685 50 15 85 959 9 19 25 78 9 91 55 222 37 1 681 74 1006 1870 221
4,490 2,808 1,380 1,306 0,876 0,887 5,815 0,060 2,262 13,980 0,563 1,129 7,000 1,920 1,897 0,210 0,069 0,250 0,430 0,917 0,238 0,412 0,457 0,048 0,659 14,180 4,250 1,334 0,036 1,137
1,81 -0,07 0,85 -2,56 8,11 1,04 -0,67 1,98 1,90 -6,17 0,98 -1,27 1,05 -4,67 0,59 5,06 0,16 -3,17 -1,88 1,56 -0,08 0,57 -1,07 0,68 -1,62 0,89
-3,65 13,04 -3,16 7,05 -0,40 59,44 -2,10 19,92 3,57 9,73 47,77 14,79 9,72 14,97 28,18 14,50 15,27 5,22 41,58 12,38 10,44 17,77 13,32 6,46 -0,63 -0,70 11,73 42,75 16,80
2,958 2,330 1,188 1,031 0,741 0,217 5,077 0,037 1,264 8,494 0,372 0,351 5,400 1,240 1,412 0,142 0,052 0,232 0,232 0,720 0,147 0,300 0,337 0,429 8,613 2,352 0,906 0,024 0,699
4,546 3,651 1,663 1,648 1,089 0,886 6,495 0,087 2,389 16,601 1,187 6,058 7,057 1,914 1,997 0,216 0,095 0,274 0,468 1,303 0,280 0,692 0,591 0,053 0,705 19,888 4,576 2,597 0,046 1,125
40 220 17 156 110 695 3355 3 106 747 7 120 305 20 17 13 23 77 725 26 40 324 3 31 866 1411 585 6 37
0,408
-0,49
24,16
0,279
0,552
147
Chiu € ieri
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IMPRESE&MERCATI
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
2011- 2012 min € max €
Cap. in mil. di €
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IL PUNTO
Vola Finmeccanica in caduta le banche
Chiu € ieri
TITOLO Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Delclima Diasorin Digital Bros Dmail Group E Edison r EEMS EI Towers El.En. Elica Emak Enel Enel Green Pw Enervit Engineering Eni Erg Ergy Capital Esprinet Eukedos Eurotech Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Falck Renewables Ferragamo Fiat Fiat Industr. Fidia Fiera Milano Finmeccanica FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai risp Fondiaria-Sai risp B Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Gruppo Ed.L’Espresso H Hera I I Grandi Viaggi IGD Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo Impregilo rnc Indesit Indesit rnc Industria e Inn Intek Group Intek Group risp T Intek Group rnc Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc
Var % inizio ieri anno
Val. € oggi
tel.02-72206431(EX L)/800-893989 AcomeA America A1.....................13,619 AcomeA America A2.....................13,880 AcomeA Asia Pac. A2......................3,623 AcomeA Asia Pacifico A1 ................3,564 AcomeA Breve Term. A1...............13,678 AcomeA Breve Term. A2...............13,772 AcomeA Etf Attivo A1 ......................4,201 AcomeA Etf Attivo A2 ......................4,257 AcomeA Eurobb. A1 .....................15,894 AcomeA Eurobb. A2 .....................15,990 AcomeA Europa A1 .........................9,792 AcomeA Europa A2 .........................9,966 AcomeA Globale A1 ........................9,075 AcomeA Globale A2 ........................9,321 AcomeA Italia A1...........................15,240 AcomeA Italia A2...........................15,506 AcomeA Liquidita’ A1......................8,708 AcomeA Liquidita’ A2......................8,708 AcomeA Obblig.Corp. A1................7,503 AcomeA Obblig.Corp. A2................7,554 AcomeA Paesi Em. A1.....................6,779 AcomeA Paesi Em. A2.....................6,874 AcomeA Patr. Aggr. A2....................3,493 AcomeA Patr. Aggr.A1 ....................3,423 AcomeA Patr. Dinam.A1..................4,767 AcomeA Patr. Dinam.A2..................4,815 AcomeA Patr. Prud. A1....................5,809 AcomeA Patr. Prud. A2....................5,891 AcomeA Perform. A1 ....................20,325 AcomeA Perform. A2 ....................20,485
Val. € ieri
13,637 13,898 3,639 3,580 13,690 13,783 4,190 4,245 15,901 15,996 9,747 9,918 9,069 9,315 15,135 15,398 8,711 8,712 7,507 7,558 6,775 6,869 3,483 3,414 4,767 4,814 5,813 5,894 20,339 20,499
tel.800-388876 ANM Anima Alto Potenziale Globale14,584 14,582 ANM Anima America.....................11,031 11,052 ANM Anima CapitalePiù Az. ............5,193 5,170 ANM Anima CapitalePiù Bil.15 ........5,563 5,561 ANM Anima CapitalePiù Bil.30 ........5,302 5,302 ANM Anima CapitalePiù Obb. .........5,725 5,720 ANM Anima Convertibile .................6,365 6,364 ANM Anima Emergenti..................10,801 10,834 ANM Anima Europa.........................4,361 4,350 ANM Anima Fondo Trading ..........13,529 13,528 ANM Anima Iniziativa Europa ..........7,458 7,447 ANM Anima Italia...........................14,357 14,296 ANM Anima Liq. Euro Cl.A...............6,895 6,894 ANM Anima Liquidità Euro Cl.I ........6,896 6,895 ANM Anima Obbl.Euro ....................7,196 7,205 ANM Anima Obbligaz. Hy .............18,880 18,880 ANM Anima Obbligazionario Corporate7,9777,984 ANM Anima Obbligazionario Emergente7,6197,618 ANM Anima Pacifico........................5,411 5,443 ANM Anima Pianeta......................10,544 10,556 ANM Anima Riserva Emer. ..............4,995 5,000 ANM Anima Riserva Glob................4,991 5,000 ANM Anima Risparmio ....................7,557 7,564 ANM Anima Salvadanaio ..............11,983 11,986 ANM Anima Sforzesco..................10,930 10,935 ANM Anima Tr. 18 M.CedII..............4,956 4,956 ANM Anima Trag 17 Ced4 3 ............5,220 5,220 Anm Anima Trag 2016 Ced3 ...........5,993 5,993 ANM Anima Trag 2017 Ced4...........5,451 5,451 ANM Anima Trag 2017 Ced4 II ........5,523 5,523 ANM Anima Trag 2017 M.Ced.........5,237 5,237 ANM Anima Trag 2018 Ced6...........4,979 4,979 ANM Anima Trag 2018 T.Ced..........5,119 5,119 ANM Anima Trag II 2016..................5,713 5,713 ANM Anima Traguardo 2016...........5,513 5,513 ANM Anima Traguardo 2018...........5,703 5,703 ANM Anima Tricolore ......................5,813 5,828 ANM Anima Valore Globale...........23,342 23,316 ANM Anima Visconteo..................37,476 37,464 Prima Fix Emergenti A...................16,071 16,072 Prima Fix Emergenti Y...................16,833 16,833 Prima Fix Euro A ..............................8,710 8,709 Prima Fix Euro Y ..............................8,867 8,866 Prima Fix High Yeld Y ......................9,887 9,887 Prima Fix High Yield A......................9,458 9,459 Prima Fix Imprese A.........................7,342 7,349 Prima Fix Imprese Y.........................7,560 7,567 Prima Fix Monetario I.......................8,861 8,860 Prima Fix Obbl. BT ........................10,522 10,524 Prima Fix Obbl. BT Y .....................10,657 10,659 Prima Fix Obbl. Glob. ......................9,685 9,696 Prima Fix Obbl. Glob. Y ...................9,908 9,919 Prima Fix Obbl. MLT........................6,233 6,244 Prima Fix Obbl. MLT Y.....................6,349 6,361 Prima Forza 1 A................................5,419 5,419 Prima Forza 1 Bond Y......................5,507 5,507 Prima Forza 2 A................................5,019 5,023 Prima Forza 2 Y................................5,128 5,131 Prima Forza 3 Cl.A ...........................5,449 5,451 Prima Forza 3 Cl.Y ...........................5,618 5,619 Prima Forza 4 Cl.A ...........................4,906 4,909 Prima Forza 4 Cl.Y ...........................5,083 5,086 Prima Forza 5 Cl.A ...........................4,417 4,421 Prima Forza 5 Cl.Y ...........................4,599 4,603 Prima Geo America A ......................5,151 5,161 Prima Geo America Y ......................5,515 5,525 Prima Geo Asia A.............................6,761 6,794 Prima Geo Asia Y.............................7,265 7,299 Prima Geo Euro A ............................6,736 6,709 Prima Geo Euro Pmi A...................24,432 24,400 Prima Geo Euro Pmi Y...................26,154 26,115 Prima Geo Euro Y ............................7,206 7,176 Prima Geo Europa A......................12,664 12,641 Prima Geo Europa Y......................13,566 13,540 Prima Geo Globale A.....................28,741 28,728 Prima Geo Globale Y.....................30,795 30,777 Prima Geo Italia A..........................13,450 13,389 Prima Geo Italia Y..........................14,363 14,296 Prima Geo PaesiEm. A ....................6,008 6,022 Prima Geo PaesiEm. Y ....................6,448 6,462 Prima Rend.Ass. Moderato A..........5,317 5,319
Diff.% 12 mesi
10,02 11,16 15,57 14,27 19,32 19,92 12,87 14,01 28,29 28,74 15,25 16,55 13,85 15,29 23,31 24,68 11,47 11,46 31,96 32,29 13,91 14,87 13,70 12,30 18,85 19,39 20,74 21,97 24,48 25,00
5,35 7,02 11,10 9,01 10,00 6,93 7,84 4,72 14,70 7,38 16,79 17,29 2,63 6,94 4,51 17,02 14,45 8,98 -1,78 6,73 3,16 8,76 16,23 16,78 17,41 21,79 16,26 11,42 8,61 14,04 15,19 1,68 1,91 21,49 20,27 16,48 17,25 1,92 3,50 3,93 -2,77 -2,01 9,87 10,57 3,59 3,94 5,57 6,04 6,68 7,32 8,23 8,96 8,21 9,16 7,25 8,86 7,75 9,36 14,50 18,17 19,95 16,09 13,88 15,59 10,31 11,97 17,53 19,31 5,35 6,93 3,14
TITOLI
Val. € oggi
Prima Rend.Ass. Moderato Y..........5,418 Prima Rend.Ass. Prudente A ........17,027 Prima Rend.Ass. Prudente Y ........17,205 Prima Strat.Eu PMI Alto Pot A .......14,195 Prima Strat.Eu PMI Alto Pot Y .......14,482 Prima Strat.Eur. Alto Pot A...............2,479 Prima Strat.Eur. Alto Pot Y...............2,555 Prima Strat.Ita Alto Pot A .................5,474 Prima Strat.Ita Alto Pot Y .................5,607 PRIMAforza 1 B ...............................5,420 PRIMAforza 2 B ...............................5,022 PRIMAforza 3 B ...............................5,450 PRIMAforza 4 B ...............................4,905 PRIMAforza 5 B ...............................4,418
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
MILANO — Piazza Affari migliore d’Europa con il Ftse Mib in rialzo dello 0,48%. Giornata buona per Finmeccanica (+4,6%) in attesa di novità su Ansaldo Energia, bene anche Prysmian (+3,3%) e Fiat Industrial (+1,8%). Nell’energia brilla Enel Green Power (+3,9%) grazie alla promozione di Socgen. Realizzi sulle banche a iniziare da Mps (-5,6%) per seguire con Ubi (-1,3%) e Intesa (-0,27%). Tra i titoli minori nuovi rialzi per Premafin (18,6%) e Camfin (+8,1 %).
2011- 2012 min € max €
Cap. in mil. di €
3,430 1,030 23,380 13,850 7,020 11,400 1,411 0,758 28,570 1,300 5,000
-0,29 6,19 -0,34 1,02 1,59 -2,69 1,00 1,49 0,08 -5,66
11,95 11,41 4,47 6,13 5,56 1,60 2,84 12,64 -6,20 2,93 145,10
2,081 0,788 15,213 8,222 5,385 5,945 1,208 0,372 18,238 1,079 1,962
3,442 1,047 23,716 13,825 7,487 11,570 1,480 0,975 30,663 1,601 14,939
56 84 954 556 406 1704 435 113 1591 18 8
0,998 0,364 22,000 16,310 1,140 0,560 3,142 1,568 2,010 27,040 19,380 7,610 0,253 3,394 0,650 1,282 21,230 18,480 18,280 0,770
0,91 -0,68 -0,24 0,26 -0,44 0,90 3,98 -3,27 0,52 0,36 -6,64 1,37 6,12 -0,62 1,38 0,33 0,77 -0,06
14,06 0,28 4,41 3,82 14,29 3,13 -3,50 8,21 -1,86 4,64 2,05 1,33 52,96 -1,28 16,07 12,46 8,76 8,77 6,59 19,49
0,657 0,186 15,510 9,885 0,589 0,470 2,060 1,034 1,755 20,716 15,155 4,383 0,127 1,883 0,045 1,033 15,286 13,751 12,548 0,483
0,993 0,768 22,218 16,910 1,144 0,642 3,297 1,659 2,273 27,858 19,454 8,821 0,378 4,375 11,080 1,506 21,279 18,434 18,172 0,785
109 16 619 79 72 92 29443 7750 36 337 70155 1144 24 177 12 45 3378 1416 167 39
1,118 19,420 4,722 9,455 2,780 4,152 5,150 0,211 1,318 84,700 0,835 1,995
3,52 0,31 -0,04 1,89 -4,14 1,27 4,67 0,86 1,15 0,83 0,60 -0,25
9,50 12,97 21,39 10,07 16,32 4,11 14,44 3,93 34,01 3,61 20,40 2,62
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7,19 -0,20 4,22 15,73 26,35 -1,74 6,74 16,46
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18 223 40 1863 5 21969 616 411
1,352
0,22
6,37
0,961
1,357
1503
0,398 0,910 0,660 15,020 0,565 3,834 12,680 6,280 6,200 1,547 0,369 0,430 0,394 5,905 1,502 1,245
-0,30 0,55 -2,80 0,54 -2,08 0,16 1,45 -0,71 1,10 4,88 0,23 -0,08 -0,27 0,48
2,13 9,64 24,29 2,88 23,55 6,20 -2,16 -2,18 9,73 -2,03 11,48 3,61 7,98 0,25 9,24 11,86
0,387 0,544 0,443 12,759 0,368 2,362 7,136 2,624 2,604 1,200 0,277 0,361 0,269 5,179 0,890 0,706
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18 298 29 550 193 1537 20 708 3 36 128 3 17 643 23184 1150
5,420 17,031 17,209 14,190 14,475 2,480 2,556 5,466 5,599 5,420 5,025 5,452 4,909 4,422
3,71 2,77 2,97 6,16 7,25 7,36 8,17 10,52 11,32 3,57 5,59 6,67 8,21 8,20
tel.02-88981 Azimut Dinamico...........................24,635 Azimut Garanzia............................12,812 Azimut Reddito Euro .....................16,894 Azimut Reddito Usa.........................6,310 Azimut Scudo ..................................8,258 Azimut Solidity.................................8,337 Azimut Str. Trend.............................5,852 Azimut Trend.................................23,714 Azimut Trend America...................10,781 Azimut Trend Europa ....................11,655 Azimut Trend Italia ........................14,440 Azimut Trend Pacifico .....................6,651 Azimut Trend Tassi ..........................9,899 Formula 1 Absolute .........................6,407 Formula 1 Conservative ..................6,755 Formula 1 Target 2013 ....................6,898 Formula 1 Target 2014 ....................6,639
24,628 12,813 16,918 6,319 8,261 8,350 5,845 23,651 10,798 11,639 14,314 6,671 9,917 6,398 6,754 6,897 6,637
8,76 3,36 10,70 1,71 11,22 9,25 15,36 8,72 8,12 11,88 18,03 1,88 12,91 6,89 8,50 6,83 10,65
tel.02-88101 EC Cap Protetto 12/14 ....................5,322 Eurizon Az.America.......................10,718 Eurizon Az.Area Euro ....................25,290 Eurizon Az.Asia Nuove Eco...........11,651 Eurizon Az.EnMatPrime ..................9,378 Eurizon Az.Europa...........................8,728 Eurizon Az.Finanza .......................19,382 Eurizon Az.Int. Etico.........................6,485 Eurizon Az.Internazionali .................8,321 Eurizon Az.Italia.............................11,255 Eurizon Az.Pacifico..........................4,096 Eurizon Az.Paesi Emer ....................9,266 Eurizon Az.PMI Amer. ...................25,276 Eurizon Az.PMI Europa....................9,544 Eurizon Az.PMI Italia........................4,059 Eurizon Az.Salute e Amb...............17,891 Eurizon Az.Tecn.Avanz....................4,369 Eurizon Bil.Euro Multi....................39,354 Eurizon Breve Termine Dollaro......12,432 Eurizon Breve Termine Dollaro $...16,553 Eurizon Ced. Doc 02/19...................5,000 Eurizon DiversEtico .........................8,805 Eurizon F. Gar. 03/13.......................5,230 Eurizon F. Gar. 09/12.......................5,158 Eurizon F. Gar. 12/12.......................5,175 Eurizon F. Gar. 3tri07 .......................5,040 Eurizon F. Gar. 4tri07 .......................5,212 Eurizon F. Gar. Itri07 ........................5,260 Eurizon Ges.At. 7/17........................5,145 Eurizon Ges.At.Cla 02/18 ................4,999 Eurizon Ges.At.Cla 11/17 ................5,092 Eurizon Ges.At.Cla 9/17 ..................5,111 Eurizon Ges.At.Din 02/18 ................4,997 Eurizon Ges.At.Din 11/17 ................5,179 Eurizon Ges.At.Din 9/17 ..................5,190 Eurizon Ges.At.Din. 7/17 .................5,247 Eurizon Ges.At.Opp 02/18 ..............4,992 Eurizon Ges.At.Opp 11/17 ..............5,242 Eurizon Ges.At.Opp 9/17 ................5,202 Eurizon Ges.At.Opp. 7/17 ...............5,288 Eurizon Gest.At.Cla Dic17...............5,051 Eurizon Gest.At.Din Dic17...............5,091 Eurizon Gest.At.Opp Dic17 .............5,129 Eurizon Obbl. Cedola A ...................6,542 Eurizon Obbl. Cedola D ...................6,281 Eurizon Obbl. Emergenti ...............13,629 Eurizon Obbl. Etico..........................5,981 Eurizon Obbl. Euro ........................15,878 Eurizon Obbl. Euro BT A................15,805 Eurizon Obbl. Euro BT D ...............15,379 Eurizon Obbl. Euro Corp..................6,220 Eurizon Obbl. Euro Corp. BT ...........8,121 Eurizon Obbl. Euro HY.....................8,561 Eurizon Obbl. Internaz. ....................9,566 Eurizon Obbl. Ita BT A......................7,762 Eurizon Obbl. Ita BT B......................8,009 Eurizon Obiettivo Rend....................8,497 Eurizon Profilo Cons ........................5,714 Eurizon Profilo Din. ..........................5,700 Eurizon Profilo Moder......................5,677 Eurizon Rend.Ass 2anni ..................5,458 Eurizon Rend.Ass 3anni ..................5,701 Eurizon Rendita A ............................6,308 Eurizon Rendita D............................6,211 Eurizon Soluzione 10 .......................7,223 Eurizon Soluzione 40 .......................6,749 Eurizon Soluzione 60.....................26,254 Eurizon Stra.Pro 1tri12 ....................5,503 Eurizon Stra.Pro IIITr11....................5,663 Eurizon Strategia Flessibile 15.........5,231 Eurizon Team 1 Cl A.........................6,238 Eurizon Team 1 Cl G ........................6,258 Eurizon Team 2 Cl A.........................5,931 Eurizon Team 2 Cl G ........................5,965 Eurizon Team 3 Cl A.........................4,958 Eurizon Team 3 Cl G ........................5,040 Eurizon Team 4 Cl A.........................4,195 Eurizon Team 4 Cl G ........................4,279 Eurizon Team 5 Cl A.........................4,091 Eurizon Team 5 Cl G ........................4,176
5,328 10,733 25,156 11,704 9,370 8,702 19,384 6,487 8,326 11,202 4,118 9,305 25,323 9,529 4,023 17,900 4,378 39,330 12,452 16,550 5,010 8,808 5,230 5,158 5,175 5,040 5,212 5,261 5,146 4,999 5,093 5,113 4,997 5,183 5,194 5,251 4,992 5,246 5,212 5,292 5,053 5,094 5,134 6,546 6,284 13,633 5,988 15,900 15,808 15,382 6,227 8,120 8,559 9,584 7,768 8,015 8,497 5,715 5,704 5,679 5,458 5,702 6,305 6,207 7,225 6,750 26,275 5,504 5,662 5,233 6,240 6,259 5,933 5,966 4,956 5,039 4,196 4,280 4,092 4,177
8,92 9,87 13,12 9,46 -0,39 11,45 20,24 9,79 9,95 15,74 6,67 5,91 8,06 18,75 12,78 14,28 -2,46 12,97 -3,34 -3,54 8,34 2,03 0,96 1,27 1,39 1,14 2,69 7,94 3,63 10,86 10,51 13,05 4,41 4,40 10,56 6,16 17,02 0,66 5,40 5,72 4,94 3,91 7,22 5,36 4,00 5,40 5,10 3,48 6,27 9,69 8,78 5,38 5,42 1,91 3,33 3,66 3,87 4,19 4,05 4,56 4,41 5,06 7,09 7,80
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
Eurizon Tesor.Euro A.......................7,928 Eurizon Tesor.Euro B.......................8,032 Malatesta Azionario Eu....................6,519 Malatesta Breve Termine ................6,084 Malatesta Obblig. Euro....................6,282 Passadore Breve Termine ...............7,549 Teodorico Breve Termine................7,935
7,928 8,031 6,499 6,085 6,288 7,550 7,936
1,99 2,32 12,65 4,37 7,38 4,27 4,33
tel.800-546961 Fideuram Bilanciato ......................13,414 Fideuram Italia...............................22,040 Fideuram Moneta..........................15,069 Fideuram Rendimento ..................10,064 Fideuram Risparmio......................17,211 FMS - Absolute Return ....................8,873 FMS - Eq.Glob.Resources............10,571 FMS - Equity Asia ............................9,150 FMS - Equity Europe .....................10,370 FMS - Equity Gl Em Mkt ................13,342 FMS - Equity New World...............16,423 FMS - Equity Usa.............................9,894
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11,36 20,18 1,75 14,07 1,50 1,09 -5,35 6,87 16,22 7,14 7,00 7,60
tel.800-551-552 Pion. Eur Gov BT (ex Mon.) Cl.A....13,952 Pion. Eur Gov BT B ..........................5,104 Pioneer Az. Crescita Cl.A .............12,220 Pioneer Az Area Pacifico Cl.A..........3,533 Pioneer Az Valore Eur Dis Cl.A.........7,599 Pioneer Az. Am. B............................5,166 Pioneer Az. Am. Cl.A........................8,291 Pioneer Az. Area Pacif B ..................5,246 Pioneer Az. Crescita B.....................6,467 Pioneer Az. Europa B.......................5,519 Pioneer Az. Europa Cl.A................15,430 Pioneer Az. Paesi Em. B ..................5,340 Pioneer Az. Paesi Em. Cl.A............10,976 Pioneer Az. Val. Europa Dis B ..........5,667 Pioneer CIM EuroFixIncome.........18,253 Pioneer CIM GlobalEquity.............38,028 Pioneer Eu Gov MT Dis A.................5,224 Pioneer Eu Gov MT Dis B.................5,217 Pioneer Liquidita’ Euro ....................5,223 Pioneer O.Euro C.Et. Dis B ..............5,357 Pioneer O.Euro C.Et. Dis Cl.A..........5,177 Pioneer Ob Co Am Dis A..................5,087 Pioneer Ob Co Am Dis B..................5,064 Pioneer Ob. Piu’ a Distrib. B ............5,323 Pioneer Ob. Sist. Italia Cl.A..............5,551 Pioneer Ob.Sist.Ita.Dis B.................5,513 Pioneer Obb Glo HY Dis A ...............5,323 Pioneer Obb Glo HY Dis B ...............5,301 Pioneer Obb. Euro Dis Cl.A..............7,124 Pioneer Obb. Paesi E. Dis B.............5,400 Pioneer Obb. Paesi E. Dis Cl.A......11,155 Pioneer Obb. Più Dis Cl.A................9,163 Pioneer Obb.Euro Distr B ................5,299 Pioneer Target Controllo B ..............5,218 Pioneer Target Controllo Cl.A..........5,601 UniCredit Sol. Pa. Em. A ..................5,144 UniCredit Sol. Pa. Em. B..................5,120 UniCredit Soluzione 20A .................5,259 UniCredit Soluzione 20B .................5,219 UniCredit Soluzione 40A .................5,310 UniCredit Soluzione 40B .................5,264 UniCredit Soluzione 70A .................5,324 UniCredit Soluzione 70B .................5,274 UniCredit Soluzione BTA.................5,108 UniCredit Soluzione BTB.................5,065
13,954 5,105 12,165 3,539 7,587 5,176 8,301 5,258 6,438 5,507 15,396 5,359 11,010 5,658 18,271 38,050 5,235 5,228 5,223 5,364 5,183 5,096 5,074 5,326 5,556 5,519 5,330 5,306 7,137 5,403 11,174 9,172 5,309 5,221 5,604 5,146 5,122 5,265 5,225 5,315 5,269 5,328 5,278 5,108 5,065
3,56 17,62 5,06 12,66 9,01 8,80 5,83 11,64 9,24 1,16 12,57 10,20 13,98 7,93 6,50 4,53 4,07 6,05 5,51 6,95 6,35 2,14 1,63
tel.800-614614 Symp. Obblig. Corporate ................6,216 6,223 Symp. Obblig. Rendita ....................8,115 8,122 Symphonia Asia Flessibile...............6,784 6,782 Symphonia Azionario Euro..............5,392 5,356 Symphonia Azionario Usa ...............7,106 7,102 Symphonia Fortissimo ....................2,595 2,583 Symphonia Multiman.Emer.Fless.13,650 13,641 Symphonia Obb. Alto Pot................5,200 5,198 Symphonia Obb.Breve Term...........6,941 6,943 Symphonia Obb.Dinamico Valute...6,353 6,354 Symphonia Obb.Euro......................7,674 7,683 Symphonia Patrimonio Attivo .......23,111 23,081 Symphonia Patrionio Reddito .........7,823 7,817 Symphonia Selezione Italia .............6,605 6,572 Symphonia Tematico ......................4,106 4,110 Synergia Az. Europa ........................5,895 5,856 Synergia Az. Globale .......................6,250 6,215 Synergia Az. Italia ............................5,543 5,517 Synergia Az. Sm.Cap It....................5,189 5,162 Synergia Azionario Usa ...................7,299 7,296 Synergia Bilanciato 15.....................5,640 5,639 Synergia Bilanciato 30.....................5,798 5,791 Synergia Bilanciato 50.....................5,951 5,935 Synergia Bond Flessib.....................5,210 5,216 Synergia Obbl Corporate ................6,088 6,096 Synergia Obbl. Euro BT ...................5,332 5,333 Synergia Obbl. Euro MT ..................5,763 5,770 Synergia Obbligaz.Rendita .............5,455 5,461 Synergia Tesoreria...........................5,189 5,189 Synergia Total Return......................5,491 5,488
11,24 13,43 15,81 17,34 14,82 5,85 5,20 9,07 7,42 9,32 15,15 7,46 14,76 13,82 16,23 14,88 16,77 7,70 9,03 10,47 4,45 10,71 5,38 9,79 1,55 6,39
TITOLI
ieri
Var % inizio anno
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S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Sintesi Snai Snam Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr.
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T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tesmec Tiscali Tod’s Trevi Fin.Ind. TXT e-solution
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V Valsoia Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass.
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746
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4,887 0,129 0,271
415 17 1
TITOLO
FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 21 GENNAIO 2013 TITOLI
www.finanza.repubblica.it
Val. € oggi
TITOLO Invest e Sviluppo Irce Iren Isagro IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IVS Group J Juventus FC K K.R.Energy Kinexia L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica Lventure Group M M&C Maire Tecnimont Marcolin MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Meridiana Fly Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mittel MolMed Mondadori Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Moviemax Mutuionline N Nice Noemalife Novare O Olidata P Panariagroup Parmalat Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Prelios Premafin Finanziaria Premuda Prima Industrie Prysmian R
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la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
■ 26
LETTERE,COMMENTI&IDEE
RE LANTERNA SULLE ORME GLI “IMPRESENTABILI” SPIEGATI AI RAGAZZI DI COLA DI RIENZO
entile dottor Augias, l’ex presidente del Consiglio spopola in televisione. Non vi è rete, piccola o grande, ch’egli non frequenti con impudenza dicendo tra l’altro bugie. Nella sua ricerca di una possibile rimonta s’è anche impegnato a compilare liste immacolate, incontrando – peraltro – non poche, cocciute resistenze. La domanda che pongo ai lettori di “Repubblica” è con quali criteri Berlusconi possa decidere chi ammettere e chi no quando il primo ad astenersi sarebbe dovuto essere proprio lui, plurindagato e pluricondannato.
G
FRANCO CORDERO e Lanterna batte le ribalte televisive racimolando voti, e qualche salmista l’applaude: ai bei tempi gli reggevano la coda; che i conti siano riaperti, non l’hanno ancora detto ma pare sottinteso; i recidivi se l’augurano. Lo cantano geniale commediante dell’arte: «Oscura Totò»; con quanta maestria cattura il nemico trasformato in «spalla» (Pierluigi Battista, Corriere della Sera, 16 gennaio 2013). Giudizio estetico molto opinabile, vari essendo i gusti (trivialmente manipolati in tanti anni d’egemonia televisiva). Qui interessa il merito politico, e siccome corrono delle similitudini, il quesito è: miracolo della Fenice o rictus d’una mummia? Cominciamo dalla cronologia. L’uomo naviga nel settantasettesimo anno e in politica esordiva 19 anni fa suonando tre pifferi: primo, diventa oro quel che tocca (promette un milione di posti a chi cerca lavoro); secondo, inalbera il trinomio famiglia, patria, buoni costumi; terzo, muove guerra agl’inesistenti «comunisti», apportatori d’odio, oppressione, miseria. La sorpresa gli riesce ma quel gabinetto dura appena sei mesi (dicembre 1994): sconfitto alle urne, aprile 1996, trova nelle file avversarie chi lo salva; aveva le stelle dalla sua. Indi rivince, marzo 2001, ma governa talmente male da perdere d’un filo la terza partita elettorale. Nella quarta trionfa, aprile 2008: non s’erano mai viste due Camere così servili: ed è un capolavoro negativo dilapidare vorticosamente tale patologica fortuna, finché, incombendo la bancarotta, i dignitari d’una corte da due soldi lo persuadono a dimettersi: «buffone», gridano i manifestanti sabato 12 novembre 2011, quando sale al Quirinale; adepti stralunati invocavano passi estremi, conformi all’anima piratesca, ma non conveniva. La mistica della fine eroica (stile Hitler 1945) ha poco appeal in casa d’Arcore: la visione berlusconiana del mondo non è nichilismo ma appetito senza fondo, servito da fraudolenta versatilità sotto maschera ilare. L’unica via d’uscita era dimettersi, lucrando l’immagine del politico sensibile al bene collettivo. Il governo cosiddetto tecnico, le cui dolorose misure scongiurano la bancarotta, nasceva da una maggioranza anomala, a parti incompatibili, ed era presumibile che qualcuno la rompesse. Siamo al sesto atto della guerra elettorale in cui Sua Maestà d’Arcore ha vinto tre volte: vittoria stretta, 1994, e due Austerlitz. L’ordalia è scena, corpo, gesto, quindi consideriamola: gli gravano addosso i 19 anni dalla discesa in campo; pletorico, grosso, rifatto dalla testa ai piedi, spesso torvo, quasi irriconoscibile, solo cortigiani, parassiti, baiadere venali fingono l’estasi. L’organetto suona i vecchi refrain, logori e smentiti. Erano tre: astutissimo negli affari suoi, quale statista vale un beccaio che irrompa in camera operatoria e, impugnati i ferri, tranci; pubblica essendo la notizia delle sue gesta, lasciamo caritatevolmente da parte valori e questioni morali; quanto all’idra comunista, il cui punto debole è non esistere, l’unico amico e forse socio che abbia fuori casa, è Vladimir Putin ex Kgb (l’altro era Gheddafi buonanima, al quale baciava la mano). Infine, ha perso l’esclusiva: era comodo raccogliere tutti i voti negati alla sinistra; adesso fa i conti con un centrodestra ostile all’affarismo da preda in veste populistica. L’impresa somiglia a quella d’un Mussolini che domenica 26 luglio 1943 chieda agl’italiani guerra suicida contro Inghilterra, America, Russia. Qualcosa salta fuori se lo paragoniamo al Nicola nato tra i mulini del Tevere nel rione Regola (primavera 1313), figlio dell’oste Lorenzo (Cola de’ Rienzi). Costui pratica l’ars notaria, latinista, magnifico parlatore, scenografo, maestro d’immagini, umanista forbito, quanto intellettualmente sordo appare l’impresario 2013. Li divora l’Io ipertrofico, i cui impulsi determinano le rispettive storie. Sono scaltri, indenni da scrupoli, abili nella cattura psichica dei pazienti. Dalla Quaresima 1347 l’ancora giovane Cola governa, forte del sèguito popolare, racconta l’Anonimo d’una Cronica in volgare romanesco, ma presto i segni indicano manie psicotiche: inscena fastose cerimonie a San Giovanni, 24 giugno; poi assume titoli fiabeschi e lancia proclami al mondo, sul quale vanta un’autorità radicata nella storia romana (l’attuale partner guarda dall’alto il presidente Usa e sappiamo in quale conto sia tenuto extra fines). A settembre sfida i baroni. Martedì 20 novembre coglie una vittoria piovuta dal cielo. Qui gli manca lo spirito animale: «A pena poteva favellare»; teme «d’essere occiso», senza motivo perché «nessuno se palesao rebello»; e sabato 15 dicembre se ne va; «nello settimo mese descenno de mio dominio». Passano sette anni, in eremo fratesco sulla Maiella, poi a Praga e Avignone, prigioniero del papa, dal quale si fa rispedire in Italia: nei giochi verbali è ancora forte; en route incanta i due fratelli del ricchissimo fra’ Moriale, terribile condottiero, mungendo il denaro con cui assolda una compagnia; e venerdì 1° agosto 1754 entra nell’Urbe sotto archi trionfali, senatore, ma non lo riconoscono più, così «gruosso sterminatamente». L’ultima impresa è l’agguato nel quale attira fra’ Moriale, decapitato mercoledì 20. La fine viene improvvisa, mercoledì mattina 8 ottobre. Lo svegliano delle grida: tumultua gente dai rioni Trevi, Colonna, Sant’Angelo, Ripa; sono spariti tutti dal Campidoglio, meno un parente traditore e due famigli. Invano s’affaccia, bardato d’armatura e gonfalone. Vanno a fuoco le opere in legno. Allora sforbicia la barba, tinge il viso, s’intabarra e passato tra le fiamme, corre gridando con accento campagnolo «suso, suso a gliu tradetore»; ma nello spogliarsi aveva dimenticato i braccialetti d’oro. L’hanno scoperto sull’ultima porta. Cala un gran silenzio, quasi un’ora, finché due fendenti lo stendono morto. Appeso a San Marcello, davanti al Palazzo Colonna, «pareva uno esmesurato bufalo»: vi rimane due giorni e una notte; consuma i resti un falò nel Mausoleo d’Augusto. L’analisi comparata spetta al lettore. Emergono cospicue diversità e altrettanto notevoli aspetti simili: ritentando la scena romana, Cola commette l’errore capitale; e l’Olonese dev’essersi domandato se non convenisse chiudere al meglio la partita mandando al diavolo l’infida compagnia.
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Giovanni Acciai – Docente al Conservatorio di musica “ G. Verdi” – Milano
CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it
Caro Augias, Scilipoti candidato in Calabria! Un’offesa all’intelligenza e alla dignità dei calabresi. E la classe dirigente regionale in carica lo ha permesso. Maria Freno – Reggio Calabria (scarima@gmail. com) o quotidiani contatti con alunni di vari licei italiani. Confesso di avere un certo ritegno a parlare di fronte a loro di queste cose. È una stupidaggine, lo so. Sono situazioni e casi personali di cui si discute sui giornali e in televisione, di cui molti giustamente parlano. Potrei indirizzare altrove e con maggiore utilità quel sentimento. Il ritegno viene dalla considerazione che chi ha oggi tra, diciamo, 15 e 18 anni, possa crescere considerando “normali” faccende come queste. Vedere cioè uomini accusati di essere associati alla criminalità, o che sono indagati per ladrocini gravi di denaro pubblico, che osano parlare di “dignità” e fingono indignazione accusando i magistrati di perseguitarli per le loro “idee politiche”. Si tratta di situazioni fino a pochi decenni fa impensabili. Non che prima del 1994 non ci fossero i mascalzoni infilati nella politica. Vigeva però la salutare ipocrisia di non
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La storia delle ferrovie demolita in Piemonte Luca Ferrero Torino NEI giorni scorsi, una conferenza ha immaginato il futuro del Museo ferroviario piemontese di Savigliano, presieduto da Claudio Dutto, esponente di rilievo della Lega Nord cuneese. Proprio nel Cuneese (come in tutto il Piemonte, del resto), la Regione a “trazione leghista” ha massacrato ben dodici linee ferroviarie locali, distruggendo un patrimonio ereditato dagli statisti del passato, come nessun’altra regione italiana ha fatto. Sarebbe auspicabile che il Museo di Savigliano, lautamente finanziato, organizzasse treni storici che le percorrano prima di perderle per sempre. Magari, insieme alle amministrazioni locali, che oltre a disperarsi per le loro ferrovie potrebbero incentivare attivamente un turismo veramente particolare, essenziale soprattutto per i Comuni estranei ai grandi flussi turistici.
Scempio all’hotel amato da Hemingway Annie Brossais annie. brossais@croxit.com DESIDERO segnalare un tristissimo scempio sulle rive del Golfo Borromeo. Da un cantiere che annunciava il “rifacimento del passo carraio” del Grand Hotel des Iles Borromées di Stresa, stanno uscendo, addossate a larghi pilastri, ben sei, nuovissime e gigante-
sche, statue di marmo bianco. Un misto neo-classico-barocco ... con richiamo al liberty. Questi telamoni dovrebbero sostenere un arco sul quale poggeranno i punti d’illuminazione. Tutto questo, una volta terminato, arriverà all’altezza del primo piano. Un enorme fritto misto architettonico per un ingresso iper kitsch? Si può evocare Las Vegas, o Disneyland! Certamente non questi luoghi. Percorrendo la passeggiata a lago, questa massiccia struttura si frappone alla vista della delicata facciata liberty del glorioso e vincolatissimo Hotel des Iles Borromées, a suo tempo amato da Hemingway che vi soggiornò varie volte. Ci si chie-
far trapelare quali legami e loschi interessi l’attività politica possa dissimulare. Nessuno avrebbe osato dichiarare: devo andare in Parlamento perché altrimenti finisco in galera. Oggi c’è invece chi non solo lo dichiara ma lo fa con l’aria di rivendicare un diritto senza che lo attraversi il dubbio di bestemmiare, in termini di funzionamento d’una democrazia. C’è poi un altro tipo di “impresentabili”, quelli che non vengono accusati di crimini ma che mettono il loro seggio parlamentare a disposizione del miglior offerente per assicurarsi l’indennità o le pensione. C’è l’ammissione delle ex leghista che ammette: “Qua ormai è tutta una tariffa”; “La tua quant’è?”; “Al vostro buon cuore”. Resto convinto che bisogna andare a votare perché il bene della democrazia è più importante delle manovre di questi miserabili. Certo però è dura, diciamolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
de come mai la Soprintendenza del Piemonte abbia potuto dare l’autorizzazione per un tale obbrobrio in un paesaggio candidato a diventare “Patrimonio dell’Umanità” nel quadro dell’Unesco.
Io, “troppo giovane” per avere un lavoro Antonia Bagnato antoniabagnato-1990@libero.it “SEI troppo giovane, non hai esperienza”. Queste sono le parole che più spesso mi sono sentita dire da quando ho ottenuto la laurea in infermieristica due mesi fa dopo tre
anni di fatica. Parole che rispecchiano quanto le istituzioni vogliano investire sul futuro, sui giovani. Ma quali giovani? I giovani sono “troppo giovani” e nessuno li vuole mettere alla prova. Probabilmente non siamo poi così tanto giovani quando si tratta di pagare le migliaia di euro di tasse universitarie, come non lo siamo per massacrarci durante i lunghissimi tirocini formativi non retribuiti o per ottenere una brillante carriera universitaria.
Studenti, difficile votare anche per noi fuori sede Francesco Mangione Padova
L’AMACA
MICHELE SERRA
er capire quanto la politica abbia (lei per prima) perduto ogni stima di se stessa, si consideri la vicenda della ricandidatura nel Pdl di Razzi e Scilipoti. I due, ex dipietristi passati al fronte berlusconiano in cambio di un piatto di lenticchie (molte lenticchie), sono il simbolo vivente della politica mercenaria. L’eloquio sgrammaticato e compiaciuto, e i tratti umani da commedia dell’arte, hanno provveduto a farne, specie Scilipoti (ma Razzi non ha demeritato) due macchiette mediatiche, derise e malviste non solo dal fronte politico “tradito”, ma anche dai nuovi compagni: molti nel Pdl sono in rivolta contro le loro candidature. Erano impresentabili, Razzi e Scilipoti? Certo che lo erano. Neanche il partito più sgangherato può desiderare di farsi rappresentare da personaggi siffatti. Ma poiché la politica ha delegato al solo criterio giudiziario ciò che lei stessa non è più in grado di stabilire, e poiché i due non hanno condanne, ecco che il vaglio burocratico-giudiziario li lascia passare indenni. Come se la politica fosse del tutto sprovvista di un’etica propria, incapace di avere tutela di se stessa, rispetto di se stessa.
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STUDIO a Padova, ma sono nato a San Severo, in provincia di Foggia. Ho conseguito la triennale giù in Puglia ed ho scelto di studiare per la magistrale qui in Veneto. Quest’anno ho ancora più voglia di andare a votare ma per la prima volta nella mia vita questo mi comporterà un costo. Un diritto “costituzionale” a pagamento. Trenitalia mi concede il 60% di sconto sul viaggio di andata e ritorno. Peccato che il restante 40% (nel mio caso poco meno di 50 euro), mi consentano di fare la spesa per circa due settimane. Alcuni esponenti dell’attuale governo avevano dichiarato che avrebbero fatto di tutto per permettere agli studenti Erasmus (25 mila circa) di votare, anche se fuori dall’Italia. Ma ieri hanno desistito. Non hanno avuto l’intuizione di pensare a quanti studenti fuori sede come me non potranno votare.
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La tiratura de “la Repubblica” di martedì 22 gennaio 2013 è stata di 450.442 copie
WEEKEND Non solo degustazioni, film e concerti: scegliete tra le proposte del fine settimana ciò che vi piace LE OFFERTE Dalle isole Svalbard (Norvegia) alle isole Seychelles: le occasioni migliori per una breve fuga
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MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013/Numero 700
In Svizzera o a Cortina? La settimana bianca comincia alla stazione LEONARDO BIZZARO
All’interno
Fuori rotta
Rum & musica, è sempre estate sotto il cielo di Barbados CARAMELLI
La città
Oltre gli slum e casa Blixen? L’altra Nairobi vi sorprenderà DEL SETTE
L’itinerario
treno neve Il
Kumbh Mela, ad Allahabad ecco la festa del bagno sacro POLITANO
della
VivereSlow
Così a Londra il buon cibo cambia volto ai quartieri PETRINI
ILLUSTRAZIONE CORBIS
ZIGZAG
GIOVANNI SCIPIONI
PARTIRE CON L’AUTO IN GARAGE alve a tutti, vorrei un po’ di consigli sulle località sciistiche più belle raggiungibili in treno direttamente da...». È sufficiente un piccolo giro nel web per trovare richieste simili. È tempo di neve, di mettersi gli sci ai piedi e di trovare la località giusta, che si adatta meglio alle proprie esigenze. I turisti delle discese libere, o controllate, approfittano dei mesi low cost e, in misura sempre maggiore, desiderano abbandonare l’auto e raggiungere le montagne “di bianco vestite” in treno. Cade un tabù, il luogo comune che vuole l’italiano in perfetta simbiosi con la propria auto (“va dove la porta il mio cuore”), sfuma l’immagine del nostro connazionale fortemente ancorato alla quattroruote anche per un tour nel giardino di casa. Niente più problemi con catene o gomme adatte, niente più file sulle strade gelate. Meglio il treno. In realtà andare a sciare in ferrovia non è sempre facile. Non tutte le montagne sono servite. Ma non mancano le possibilità in Italia e all’estero di fare l’accoppiata treno-sci. È il nuovo senso degli italiani per la neve.
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VIAGGI LA COPERTINA In montagna con il treno e senza auto. Dalla Val di Susa alla Val d’Aosta, dal Sudtirolo alla Val Pusteria, da Tarvisio a Cortina: di stazione in stazione fino ai “campi”. Piccola mappa per sciatori “da ferrovia”
Vacanze bianche Cortina d’Ampezzo Venezia PRIMA CON ITALO POI CON IL BUS Con Italo a Cortina d’Ampezzo dalla stazione ferroviaria di Venezia-Mestre in due ore e un quarto con l’autobus Cortina Express È la proposta invernale della società Ntv I biglietti si possono acquistare telefonando allo 0436/867350: con il codice del biglietto si ha diritto a uno sconto del 20 per cento www.cortinaexpress.it, www.italotreno.it
Perca Bolzano DIRETTI ALLA CABINOVIA Nella prima stagione, lo scorso anno, il servizio treno+sci in Val Pusteria ha registrato 350 clienti al giorno. La Vinschgauerbahn porta direttamente alla cabinovia «Ried» di Perca, vicino a Brunico. L’impianto ha una capacità di trasporto di 3.200 persone all’ora e conduce alla pista omonima lunga sette chilometri plandecorones.com, vinschgauerbahn.it
Prossima fermata: piste da sci LEONARDO BIZZARO
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Annenheim Carinzia SI PARTE PER L’ALPE GERLITZEN La stazione ferroviaria di Annenheim è a pochi passi dalla cabinovia per l’Alpe Gerlitzen, sessanta chilometri di piste nel cuore della Carinzia. Nella regione, le altre stazioni raggiungibili in pochi minuti di bus dalla linea ferroviaria sono: Alpe Nassfeld (da Hermagor), Ankogel (da Mallnitz), Goldeck da Spittal-Drau) www.carinzia.at
Al centro: le Tofane e il Monte Cristallo A destra, Val Badia: una pista a San Cassiano e uno dei treni della neve
annosegnato il definitivo sviluppo degli sport invernali in Italia, i treni della neve voluti dal Duce in persona negli anni Trenta. Erano un mezzo di trasporto a prezzo contenuto dalle città della pianura verso la montagna ma anche, raccontava Maria Grazia Marchelli, campionessa di sci negli anni Cinquanta, la prima possibilità per le giovani sportive di affrancarsi dal controllo delle famiglie: «Il viaggio verso la neve era una sorta di liberazione, appena salite potevamo mettere i pantaloni invece della gonna e fino al rientro a casa, la domenica sera, non c’era nessuno che potesse controllarci». Oggi che lo sci ha definitivamente colonizzato la montagna italiana, il treno non ha più nulla dell’atmosfera di un tempo ma ha guadagnato in efficienza. In Val di Susa, Bardonecchia e Sauze d’Oulx fin dall’inizio della lo-
ro crescita turistica sono diventate celebri anche grazie alla linea che da Torino porta in Francia. Linea che tuttora viene utilizzata dagli studenti nel fine settimana, per raggiungere lo snowpark del Melezet con le tavole al seguito, e dai turisti inglesi dei charter che scendono a Caselle e poi raggiungono Oulx (e Sauze )con la navetta. Sono a migliaia ogni lunedì di gennaio e febbraio. In Val d’Aosta è la neve di Pila a essere “catturata” senza muovere l’automobile da casa: treno fino ad Aosta e, oltre un breve sottopasso, la nuova funivia che ti lascia sulle piste in pochi minuti. Ma alle vacanze bianche si aggiunge adesso un’altra comodità: i centri di sport invernali che godono della ferrovia hanno cominciato a capire che il collegamento è un vantaggio da sfruttare: lo sottolineano nei programmi di stagione e qualcuno pensa di imitare gli esempi stranieri, austriaci e svizzeri soprattutto — per non dire della Norvegia —
e prova a ragionare su un possibile divieto di accesso al traffico automobilistico. Le linee regionali sudtirolesi hanno puntato sul binomio treno+sci, che è una realtà consolidata in valle Isarco, ad esempio, e nella Pusteria, angolo appartato e piacevole dell’immenso
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PER SAPERNE DI PIÙ www.turismolento.blogspot.it www.dovesciare.it
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LA SVIZZERA
Bernina Express o Glacier? Qui comincia l’avventura nchenon ci fossero le piste di Zermatt e di St. Moritz ad aspettarci, sarebbe uguale. Il viaggio con i treni rossi che in Svizzera portano in montagna è di per sé una vacanza tra panorami straordinari e su convogli che sono un paradigma del trasporto perfetto. Il tragitto del Bernina Express, da Coira a Tirano attraverso Davos e St. Moritz, è stato inserito dal National Geographic fra i dieci viaggi da fare una volta nella vita e la ferrovia è nell’elenco del Patrimonio mondiale dell’Unesco, terza al mondo dopo la Semmering in Austria e quella del Darjeeling in India. Di là dalle classifiche, è uno straordinario esempio di tecnica e inserimento nel paesaggio alpino. Chi volesse poi ammirare tunnel e viadotti può seguire un tratto del sentiero 33, che in dieci tappe si dipana lungo il percorso ferroviario. Il viaggio per una famiglia (da 1
INFOGRAFICA GAIA RUSSO
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LA CARTINA Nella mappa è segnato in blu il percorso del Glacier Express e in rosso quello del Bernina
genitore+ 1 figlio a 2 genitori + 4 figli) costa, fino al 31 maggio e dal 1° novembre al 15 dicembre, 99 franchi svizzeri da Tirano a St. Moritz e 76 da Poschiavo a St. Moritz. I biglietti si possono acquistare alle stazioni di Tirano e Poschiavo e nei punti ufficiali di vendita della Ferrovia retica in Italia. www.rhb.ch Tel. 0342-701353 Il Glacier Express, che da Davos/St. Moritz conduce a Zermatt, ai piedi del Cervino (di qui si vede il profilo più noto del quattromila, il triangolo perfetto citato dalle scatole di cioccolatini), è attivo dal 1930 e offre ai passeggeri, a differenza del treno del Bernina, il servizio ristorante. Lungo il tragitto i punti notevoli del panorama vengono descritti in sei lingue. Il viaggio dura sette ore attraverso
paesaggi montuosi incontaminati, mondane località di cura, gole profonde, splendide valli, novantuno gallerie e quasi trecento ponti imponenti. Tra le novità di Zermatt, una volta arrivati a destinazione, il Gravity Park per snowboarder e freestyler, con un enorme cuscino gonfiabile per i salti e, sul versante italiano verso Breuil-Cervinia, la ripida pista 59, con pendenze che superano il 65 per cento. Da segnare in agenda, a fine stagione dal 9 al 13 aprile, lo Zermatt Unplugged, festival musicale sulla neve che ha visto esibirsi nelle scorse edizioni personaggi come Alanis Morissette, Billy Idol e Lionel Richie. www.glacierexpress.ch, www.svizzera.it Tel. 0080010020030 (l.biz.)
NOTIZIE UTILI IL BAGAGLIO Muoversi in treno impone di portare con sé gli sci e gli scarponi nelle apposite borse Si possono scegliere anche i modelli con rotelle (North Face, Daikine) che accolgono tutti gli attrezzi
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ITALO Le settimane bianche treno+bus proposte da Ntv non sono limitate a Cortina. Grazie alla partnership con Sadem, tariffe agevolate da Torino Porta Susa a Sestriere, Cervinia e Corumayeur Tel.011-3000606 www.italotreno.it
DOLOMITI EXPRESS Biglietto di andata e ritorno del Dolomiti Express rimborsato alle casse degli impianti di Folgarida Marilleva e parcheggio gratuito a Trento www.val disole.net, www.visit trentino.it
LE OFFERTE VALLE ISARCO Skisafari nelle Dolomiti con sette pernottamenti in hotel 3 stelle e ogni giorno un’area diversa del Dolomiti Superski a partire da 351 euro www.eisacktal. info/it www.dolomiti superski.com
comprensorio del Dolomiti Superski. E perfino Italo ha dedicato una sua inserzione promozionale alla possibilità di raggiungere Cortina con il treno rosso fino a Venezia per salire infine nell’Ampezzano in autobus. Il Dolomiti Express - la linea a scartamento
ridotto che dal 1909 risale da Trento le valli di Non e di Sole - è un altro mezzo ideale per chi vuole andare a sciare senza spendere tempo alla guida. Dal 2003 è stato aperto il collegamento da Malè a Marilleva 900, con una fermata intermedia a Daolasa: in entrambi i casi
sono disponibili locali per depositare l’equipaggiamento e gli impianti partono allo stesso livello delle stazioni. Alle casse, il biglietto del treno viene scontato dallo skipass ed è perfino gratuito il parcheggio a Trento nei pressi della stazione. Tarvisio, cuore dello sci in Friuli Venezia Giulia sul confine di tre Paesi (Italia, Austria e Slovenia), è servito dalla linea internazionale che da Udine sale verso l’Austria. Un bus collega in cinque minuti la stazione Tarvisio Boscoverde con Tarvisio centro, da dove partono gli impianti che trasportano gli appassionati in un comprensorio con oltre trenta chilometri di piste e una cinquantina di anelli per il fondo. Anche a Piancavallo arriva il trasporto pubblico: dalla stazione di Pordenone il pullman raggiunge l’altro importante polo sciistico della regione in meno di un’ora. Al centro-sud, la stazione di RivisondoliPescocostanzo in Abruzzo è la seconda in Ita-
lia per altitudine (oltre 1.200 metri: una targa ricorda che è «la stazione più alta della rete dopo quella del Brennero») e dà accesso a un comprensorio di tutto rispetto che comprende gli impianti e le piste di Monte Pratello, dell’Aremogna e di Pizzalto di Roccaraso. Ci si domanda a questo punto perché tante stazioni non scommettano di più sul treno, soprattutto nei periodi di bassa stagione o favorendo settimane bianche che non prevedono trasferimenti nel fine settimana. E di più ancora c’è da chiedersi perché non siano stati salvati quelli che le Ferrovie hanno condannato come “rami secchi”: da Milano oggi è molto più rapido raggiungere in treno le piste svizzere di Zermatt e St. Moritz, rispetto alle stazioni lombarde. E il Treno della Montagna, che in tre ore raggiungeva Bormio con un’ultima tratta in bus, attende ancora di essere ripristinato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
FRIULI Pacchetti per famiglie nelle stazioni di sci friulane raggiungibili con il treno: tre notti in hotel 3-4 stelle a TarvisioSella Nevea da 165 euro, con skipass gratis; sei notti all’hotel Regina di Piancavallo da 413 euro a persona, bambini e skipass sono gratuiti www.turismo fvg.it
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VIAGGI FUORI ROTTA
PER SAPERNE DI PIÙ www.visitbarbados.co/it/ www.touristortraveller.visitbarbados.org
Barbados
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Palme, natura lussureggiante e clima perfetto. Nell’ex colonia inglese, paradiso dei surfisti, a ritmo della musica soca Qui, secondo la leggenda, nel 1700 è nato il celebre distillato
COME &DOVE IL PAESE Indipendente dalla Gran Bretagna dal 1966, Barbados è una delle isole più a sud delle Piccole Antille, tra il Mar dei Caraibi e l’Atlantico Qui è sempre estate con temperature costanti tra 21 e 32 gradi
COME ARRIVARE Dall’Italia non ci sono voli diretti per Bridgetown; si vola dalla Gran Bretagna con British Airways www.british airways.com
LA MONETA È il dollaro di Barbados: un euro viene cambiato a circa 2 dollari e mezzo
L’ABBIGLIAMENTO Si raccomanda di non indossare abiti mimetici per ragioni di sicurezza
Rum & sole nell’isola dell’estate ROBERTO CARAMELLI BRIDGETOWN a canzonepiù trasmessa dalle radio locali dall’inizio dell’anno è Diamonds, interpretata da Rihanna. La cantante bajan più nota al mondo, fonde ritmi pop e “soca”(derivata dal calypso), per esprimere il suo amore verso il mare di Barbados, verso i colori delle case e della natura che stordiscono la vista appena si arriva, verso la gioia di vivere dell’isola più orientale delle Piccole Antille. E verso i suoi abitanti, i bajan, che discendono dagli schiavi portati nel Seicento dagli inglesi per coltivare la canna da zucchero. La musica “soca” si sente ovunque, nei mercati, sulle spiagge, nei chioschi che servono birra e polpette di granchio. È la musica di un’estate che qui dura tutto l’anno. È la musica dei festival che si svolgono in ogni angolo dell’isola, grande due volte la nostra Elba: dall’Holetown Festival di febbraio all’Oistins Festival di marzo, dal Crop Over Festival di giugno al Food, Wine and Rum Festival di novembre. Quest’ultimo onora il rum che, secondo alcuni, fu inventato qui nel 1703. Il creatore del distillato di canna da zucchero sarebbe stato Sir John Gay Alleyne, fondatore delle Mount Gay Distilleries a Bridgetown, capitale dell’isola, indipen-
G.R.
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LE IMMAGINI In alto: Bottom Bay a Saint Phillip nella costa sud di Barbados
dente dal 1966. Non è un caso che un liquore sia la bevanda nazionale di un’ex colonia britannica. Il capitano di marina Thomas Walduck, scrisse nel Settecento: «In una colonia, la prima cosa che gli spagnoli costruiscono è una chiesa, gli olandesi un forte, gli inglesi una taverna dove andare a bere». Nel Settecento a Bridgetown, su duemila abitanti, esisteva la cifra record di cento taverne. Barbados vanta nella sua storia un ospite eccellente: nel 1751, George Washington soggiornò qui per quattro mesi. Era venuto per accompagnare il fratello malato di tubercolosi; insieme, abitarono a Bush
Hill, una villa oggi monumento nazionale. A Barbados si viene per il clima, sempre estivo e ventilato. E per il mare. La costa ovest, con le spiagge accessibili e il mare più calmo, è quella sfruttata turisticamente. Per la sua bellezza viene chiamata Platinum Coast. Il centro abitato principale, oltre alla capitale Bridgetown, e con gli alberghi più eleganti, è Holetown. Fu qui, nel 1519, che approdarono per primi i portoghesi: chiamarono l’isola Barbados per gli alberi con “lunghe barbe”. Se dopo una giornata in spiaggia volete provare la vera notte caraibica, il posto giusto è la
South Coast. Qui si alternano località balneari a villaggi di pescatori, con discoteche sulla spiaggia, griglie che cucinano pesce appena pescato e rumbar. Il mare più bello, però, è quello della East Coast, con scogliere e spiagge all’ombra delle palme. È il paradiso dei surfisti, perché il mare si infrange con forza contro la costa. Spettacolari le vedute dall’alto su Crane Beach, Cave e Harrismith Bay. Sosta obbligatoria, sulla costa est, il villaggio di pescatori di Bathsheba, con le coloratissime case di legno: è celebre per la grande roccia sul bagnasciuga, modellata dal mare, che dà il nome alla località. Vale la pena di esplorare anche l’interno. Qui troverete aree con nomi di santi, come Saint Philip, Saint James, Saint Thomas, che corrispondono alle rispettive chiese anglicane. Il centro dell’isola è occupato dai campi di canna da zucchero. A Foursquare c’è un’antica distilleria di rum, trasformata in museo. È rimasto anche qualche mulino a vento, l’unico ben conservato è il Morgan Lewis a Saint Andrew: ha raffinato lo zucchero fino al 1945 e ora è monumento nazionale. Fa parte della storia di Barbados l’Harrison Cave: grotte e fiumi sotterranei dove si nascondevano gli schiavi fuggitivi. È una delle attrazioni di quest’isola «piccola e con un cuore immenso», come dicono i bajan. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI SPORT IMMERSIONI Le aree migliori dove fare immersioni sono il Parco Marino di Folkestone e Carlisle Bay: si nuota tra pesci e tartarughe marine SURF È ideale la costa ovest sull’oceano GOLF I migliori campi da golf si trovano sulla costa orientale
DOVE DORMIRE ISLAND INN HOTEL Appena fuori Bridgetown e a due passi da Pebbles Beach Aquatic Gap Garrison Site Doppia da 145 euro islandinn barbados.com
Bridgetown
Oistins
DOVE MANGIARE
LA CITTÀ DEI MILLE COLORI
IL VILLAGGIO DEI PESCATORI
THE CLIFF Specialità di mare È uno dei migliori ristoranti dell’isola A Derricks, sulla costa ovest www.thecliff barbados.com
Il centro storico della capitale di Barbados e il suo ex presidio militare appena fuori città, sono Patrimonio Unesco dal 2011 La città fu fondata nel 1628 alla foce del Constitution River http://whc.unesco.org
Il venerdì sera, la meta preferita dai bajan è questo villaggio di pescatori, dove sul lungomare si mangia dell’ottimo pesce cucinato alla griglia. Tanti i locali di musica reggae e soca www.barbados.org/oistins.htm
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VIAGGI UN GIORNO UNA CITTÀ
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PER SAPERNE DI PIÙ www.magicalkenya.com www.nairobicity.go.ke
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Nairobi In alcune zone la povertà è assoluta, ma la capitale del Kenya riserva non poche sorprese: raffinati quartieri coloniali (Highridge), Business District moderni e bar cool a Westlands. Da esplorare
Casa Blixen, la natura e gli slum il cuore dell’Africa che cambia NAIROBI airobi, che i masai chiamarono enkare nai-robi, “Il luogo dell’acqua fredda”, quattro milioni e mezzo di abitanti, è la quarta città più grande dell’Africa. La capitale del Kenya mostra il suo aspetto attraente nei quartieri residenziali nati dalla colonizzazione europea (Highridge, Karen, Langata, Lavington) e soprattutto in quello di Muthaiga, ospite di molte ambasciate; indossa gli abiti del business e della politica nel perimetro del Central Business District; si rivela cosmopolita oltre la soglia dei bar alla moda, dei ristoranti con musica live e dei centri commerciali scintillanti. Sfondo costante, contraddittorio, impossibile da non vedere, sono gli slum, i quartieri della povertà profonda. Qualche indicazione pratica. L’unico mezzo di trasporto per lo straniero è il taxi; nelle ore di punta il traffico è diabolico, un euro vale 110 scellini.
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Ore 9.30 1 Elephant Orphanage A una quarantina di minuti di taxi da Nairobi (circa 1000 scellini la corsa), nelle vicinanze del Nairobi National Park. Da più di trent’anni, l’Elephant Orphanage, fondato da Daphne Sheldrick, accoglie i cuccioli di elefante che il bracconaggio dell’avorio ha reso orfani. I piccoli sono curati 24 ore su 24, e poi, quando questo sia possibile, restituiti allo stato brado nel Parco protetto di Tsavo. Il centro è aperto al
pubblico tutti i giorni dalle 11 alle 12, ingresso 500 scellini.
dalle 9.30 alle 18, ingresso 800 scellini. Per pranzare, ci si siede ai tavolini del Karen Blixen Coffee Garden Restaurant, circondati da piante e fiori.
Ore 13.00 2 Casa di Karen Blixen 336 Karen Road, ovvero il quartiere di Karen. Quando il barone Bror von Blixen-Finecke e la moglie Karen arrivarono a Nairobi dalla Danimarca, nel 1913, il quartiere non esisteva. Intorno alla loro casa coloniale c’era solo una piantagione di caffè. A quella piantagione, la Blixen si dedicherà anche dopo il divorzio, nel 1921, e fino al fallimento economico, nel 1931, con il ritorno in patria. La Mbogani House, la “casa nel bosco”, vide la storia d’amore tra Karen e l’aviatore inglese Denys Finch Hatton, narrata nel romanzo La mia Africa. A dispetto di un certo traffico turistico, il luogo sprigiona fascino. Gli arredi in parte originali, le fotografie, gli oggetti, restituiscono la quotidianità di una donna fuori dall’ordinario. Passeggiando nell’area dell’ex piantagione, sotto una tettoia, sono visibili gli impianti per la lavorazione del caffè. Il museo è sempre aperto
Ore 15.30 3 Central Business District Il volto urbano più occidentale di Nairobi. Il disegno rettangolare del quartiere ha i suoi confini nelle arterie di Haile Selassie Avenue, University Way, Moi Avenue e Uhuru Highway. Cuore del Cdb è la City Square, circondata dai palazzi del Municipio, del Parlamento e del Tribunale. Puntano verso il cielo, insieme ai grattacieli, la torre del Kenyatta Conference Centre e l’immensa cattedrale della Sacra Famiglia. Il Central venne costruito in due fasi: subito dopo l’indipendenza, ottenuta nel 1963, e sul finire del secolo scorso. Da non perdere una passeggiata per la storica Biashara Street (in lingua swahili significa business), con acquisto di tessuti africani, e un giro nell’Uhuru Park, che costeggia il quartiere. Strano ma vero: nelle strade del Cdb è vietato fumare.
INFOGRAFICA GAIA RUSSO
LUCIANO DEL SETTE
LE FOTO In basso, lo skyline di Nairobi visto dal parco Uhuru A sinistra: la casa museo di Karen Blixen A destra: un elefante
Ore 17.00 4 Mwanzi Road Qui c’è il centro commerciale elegante della città, con negozi di ogni genere, ristoranti, bar, tre sale cinematografiche. Gli interni sono illuminati da vetrate e ingentiliti da piccole foreste di piante e da laghetti. Qui viene a fare shopping la Nairobi bene, salendo e scendendo le scale mobili per fermarsi davanti alle vetrine di una boutique, di un antiquario, di un centro compu-
ter. Al pianterreno e al primo piano, alcune bancarelle vendono abiti e artigianato africani a prezzi ragionevoli. Ogni martedì, dalle 9 alle 19, al livello superiore del parcheggio, si svolge il Masai Market: stoffe, oggetti in legno, gioielli. Prezzi da contrattare senza timidezze.
Ore 18.30 5 Art Café, Westgate Centre Un bar che non ha nulla da invidiare a quelli di New York, Parigi, Londra. Gli ambienti sono stati disegnati e arredati con notevole raffinatezza, dividendo la zona del pranzo o della cena da quelli della sosta per un bicchiere o una tazza di tè. Impeccabili nelle loro divise i ragazzi e le ragazze che servono; i barman miscelano cocktail, il viavai di vassoi è ininterrotto. Chiedete un tavolino sulla terrazza, cuore mondano dell’Art, e ordinate una Tasker, la birra nazionale; oppure un calice di vino dalla Francia e dal Cile.
Ore 21.00 6 Open House Woodvale Close, quartiere di Westlands. La comunità indiana a Nairobi, dall’epoca coloniale, è presenza molto importante. Non mancano, quindi, i ristoranti che fanno riferimento a quella cucina. Il migliore in assoluto è l’Open House. In tavola arrivano tandoori, nans, byriani, curries, zuppe, preparati con rigore e freschezza di ingredienti. La celebrità del locale e l’onestà dei prezzi fanno registrare sempre il tutto esaurito. Indispensabile prenotare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VIAGGI L’ITINERARIO
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ILLUSTRAZIONE DI JULIA BINFELD
Ad Allahabad, in Uttar Pradesh, il rito della purificazione in acqua diventa festa grande (ogni dodici anni) alla confluenza dei fiumi Gange e Yamuna. Milioni di persone da tutto il mondo, una meta davvero unica
VALE IL VIAGGIO Montevarchi (Arezzo)
Una coppia di chef per un menù classico con brio ANTONIO SCUTERI n detto, con il quale magari non tutti saranno d’accordo, recita: si mangia anche con gli occhi. Come dire: un piatto, oltre che buono dovrebbe essere anche bello. Ma a volte si “mangia” anche con le orecchie: succede quando chi vi racconta i suoi piatti riesce a trasmettervi la passione, la vera passione che ci ha messo nel prepararli. Ed è proprio questo che vi capiterà, in questa Osteria Uvaspina, piccolo e curato locale nel centro di Montevarchi. Alle redini una coppia di giovani ma già esperti chef, Francesca Lari e Donato Cangelli, autori di una cucina tanto garbata nei toni quanto decisa nel gusto, personale e moderna eppure al tempo stesso attenta al territorio e alla storia di questi luoghi. Si parte da una confortevole zuppa di cipolle al Martini, gratinata con pecorino d’insolita leggerezza. O con il petto d’anatra all’arancia con scalogni glassati e mostarda di ciliegie, di buona cottura e misurata dolcezza. Si fa il pieno di sapore, tra i primi, con gli gnocchi alla piastra con Gorgonzola e polvere di caffè. Mentre giocano più sulla raffinatezza i conchiglioni ripieni di romanesco con salsa al burro e ostriche, in equilibrio fra terra e mare. Curiosa e divertente, poi, la versione toscana del canederlo altoatesino, qui proposto all’aringa in brodo di lingua di vitello. Echi esotici nel polpo arrosto con purè di patate al latte di cocco, reso più intrigante dalla freschezza del lime. Sostanza tutta nostrana, invece, nel galletto del Valdarno con sedano, cipollotti e salsa barbecue, agrodolce quanto basta. Tutto sommato più convenzionali, per quanto di buona scuola, i dessert. Tra i quali spicca un godurioso mascarpone con elisir Borsci, gelato di caffè e biscotto alla nocciola. Avvertenza finale Cantina piccola ma ricca di scelte oculate, ambiente accogliente (peccato solo per qualche gelido spiffero in sala), servizio sorridente. A tutto ciò si aggiunga un conto senza sorprese, con menù degustazione da 35 e 45 euro (più uno da 18 euro per i bambini), mentre alla carta si spendono circa 45. a.scuteri@repubblica.it
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OSTERIA UVASPINA Via Isidoro del Lungo 62 Montevarchi (Arezzo) Tel. 055 - 900194 osteriauvaspina.com © RIPRODUZIONE RISERVATA
Kumbh Mela
Il bagno show più sognato dell’India ANTONIO POLITANO
UTTAR PRADESH Rasulabad Mahfooz Nagar Colony
Lukarganj
ALLAHABAD ll’origine c’è il mito, narrato nei testi vedici. Quattro gocce di nettare dell’immortalità che, nella lotta tra demoni e dei, scivolano sulla terra in luoghi che diventano perciò sacri, mete di pellegrinaggio. Da quel tempo, quattro città dell’India settentrionale — Allahabad, Haridwar, Ujjain, Nasik — ospitano ogni tre anni e a rotazione (quindi ciascuna ogni dodici anni) la colossale rappresentazione del Kumbh Mela (dal sanscrito kumbh, il vaso che conteneva il nettare, e mela, festa). Liturgia arcaica, evento unico, sogno di molti viaggiatori, un po’ processione, un po’ esibizione. Un rituale identitario che ha attratto nei secoli «una moltitudine portentosa assetata di santità», come la definì Mircea Eliade all’inizio degli anni Trenta: milioni di pellegrini induisti che, in corrispondenza di particolari congiunzioni astrali, si mettono in marcia per pregare, meditare, bagnarsi in acque cariche di influssi positivi, liberarsi dal peso dei peccati accumulati, far festa, avvicinare gli uomini santi, guadagnare prossimità con il divino. Un concentrato d’India, con lampi di bellezza, una dimensione di massa inimmaginabile, vertigini di abbandono e devozione. Il 14 gennaio, con Giove entrato in Ariete
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George Town
ALLAHABAD Jhusi
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Triveni Sangam
LE IMMAGINI In alto: un momento del Kumbh Mela Sotto, i Naga Sadhus corrono a immergersi nelle acque del fiume Gange
e Sole e Luna in Capricorno, l’appuntamento è tornato, un nuovo Kumbh Mela ha avuto inizio nella città più santa tra tutte: Allahabad, l’antica Prayag, nell’Uttar Pradesh. Perché qui si incontrano tre fiumi sacri: due reali, il Gange e lo Yamuna, e uno mitico e invisibile, il Saraswati. E si ritiene che immergersi alla loro confluenza, la Triveni Sangam, nei giorni del Kumbh Mela favorisca straordinariamente la purificazione e la liberazione dal samsara, il ciclo di vita, morte e rinascita. Secondo la tradizione induista è qui che si è creato il mondo, è qui il centro della terra, il luogo santo per eccellenza. Si calcola che
per questa edizione, che avrà una durata di 55 giorni e terminerà il 10 marzo, arriveranno ad Allahabad tra 80 e 100 milioni di persone. Asceti, eremiti, mistici, fiumane di pellegrini di ogni casta e ceto sociale, magari partiti da mesi o settimane per raggiungere la meta. Gruppi di uomini santi — naga baba, sadhu — a piedi e a cavallo, yogi e guru su carri e baldacchini seguiti dai propri discepoli (anche occidentali), backpacker d’antan e turisti venuti a mischiarsi allo spettacolo di quel che è considerato il più grande raduno umano della storia. Un susseguirsi di cerimonie e incontri spirituali, di giorno e di notte, sotto tendoni e negli enormi campi
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PER SAPERNE DI PIÙ www.indiatourismmilan.com http://www.kumbhmelaallahabad.gov.in
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COME &DOVE COME ARRIVARE In volo dall’Europa a New Delhi, con diverse compagnie Poi in aereo (Indian Airlines), treno o autobus per Allahabad
I DOCUMENTI
Allahabad
I Naga Baba
Haridwar
I TEMPLI E I PALAZZI RAJ
GLI ASCETI COPERTI DI CENERE
NELLA CASA DI BRAHMA
Allahabad è la seconda città più antica dell’India ed è conosciuta come la “città dei primi ministri” (ben sette, da Nehru a Indira Gandhi) Da non perdere il Forte di Akbar, alcuni templi e i palazzi dell’era Raj, le tombe della famiglia Nehru La città sacra di Varanasi si trova a poco più di cento chilometri verso ovest
I Naga Baba sono asceti con il corpo ricoperto solo di cenere, a significare il fuoco che ha consumato ogni passione, a volte armati simbolicamente di spade, bastoni, lance o tridenti, segno di devozione a Shiva. A loro, nel Kumbh Mela, è riservato di entrare nelle acque per primi, a turno per evitare scontri tra le diverse sette
Haridwar, nello Stato dell’Uttarakhand, ha ospitato l’ultimo Kumbh Mela. Qui i pellegrini si concentrano sulla scalinata dell’Orma del Dio (Vishnu), l’Har -Ki-Pauri, il punto esatto dove il Gange sfocia nella pianura formando una piscina naturale dimora di Brahma. Haridwar è anche un centro di medicina ayurvedica
Necessario il visto d’ingresso per l’India (rilasciato dall’Ambasciata di Roma o dal Consolato di Milano) e il passaporto con validità di almeno sei mesi
DOVE DORMIRE Hotel di lusso, economici, guest-house, Allahabad offre diverse sistemazioni Tra i campi con bungalow e tende attrezzate segnalati dall’ufficio del turismo dello Stato dell’Uttar Pradesh, si va dal letto in dormitorio a 500 rupie indiane (circa 7 euro) alla doppia con colazione a 7000 rupie al giorno (circa 100 euro) www.up-tourism. com/mahakumbh .html Per gli hotel: http://www.kumb hmelaallahabad. gov.in/english/ Hotels.html
tendati allestiti attorno alla città, di processioni inghirlandate che sfilano tra ali di folla, su passerelle costruite sulla sabbia, verso quelle stesse rive dove furono sparse nel 1948 le ceneri del Mahatma Gandhi. Ciascuno fa il proprio cammino per raggiungere l’area delle abluzioni rituali, delle offerte, dei bagni. Sotto il controllo severo delle forze di sicurezza, per evitare movimenti pericolosi tra la folla e scontri tra i gruppi per la precedenza nelle immersioni. Sono i ghat, le scalinate che terminano nell’acqua, il palcoscenico principale, nei pressi della confluenza dei fiumi, del Gange, un fiume-divinità per mezzo miliardo di induisti, nel cui bacino vive quasi metà degli indiani, archetipo dell’acqua sacra, fonte di vita e rinascita. Un rito che seduce anche i turisti. Vi sono giorni speciali, altre convergenze astrali, pleniluni, in cui immergersi in quelle acque purificatrici è ancora più propizio: per esempio il 10 febbraio, momento del “bagno reale” principale, si prevede che vi saranno più di dieci milioni di persone a farlo in un tripudio di invocazioni, mantra, canti, incenso, fiori, tamburi, trombe. Ma la linea dell’acqua è infinita, se la si segue permette di scoprire qualcuno che, in un angolo appartato, lascia andare alla corrente un cestino di foglie con petali e candele offerto a Ma Ganga, il fiume-madre. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I CONSIGLI Tra i consigli per turisti su sito ufficiale del Kumbh Mela: i viaggiatori sono pregati di essere adeguatamente vestiti e di tener conto delle sensibilità religiose e culturali Vietato usare sacchetti di plastica, lavare vestiti sulle rive del fiume, l’uso di saponi durante il bagno nei fiumi, l’elemosina
LE CIFRE Il Kumbh Mela costerà alle autorità più di 20 milioni di dollari Lungo i fiumi sono stati allestiti quattro ospedali e 40 mila bagni chimici
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VIAGGI ISTRUZIONI PER L’USO
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PER SAPERNE DI PIÙ rviaggi@repubblica.it segreteria_viaggi@repubblica.it
ILLUSTRAZIONE DI JULIA BINFIELD
Weekend Musica in piazza, piccoli film da scoprire, ma anche dolci tentazioni e cultura per tutti: ecco le proposte migliori della settimana
Italia Cioccolato mon amour
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na lunga carovana del gusto dedicata al cioccolato in tutta Italia. È “ChocoMoments” (www.chocomoments.it), kermesse “golosa” che farà tappa in diverse località del nord e del centro con un calendario fitto di eventi: degustazioni, workshop, incontri, mostre e tanta animazione per adulti e bambini. Dopo aver toccato nei giorni scorsi Arenzano (Genova), la “Fabbrica del Cioccolato” si fermerà a Udine dal 27 al 29 gennaio, a Casalpusterlengo (in provincia di Lodi) e a Bergamo, dal primo al 3 febbraio, a Firenze dall’8 al 17 febbraio, a Terni dal 9 al 14 febbraio, a Modena dal 15 al 17 febbraio, a Livorno dal 22 al 24 febbraio, a Brescia dal primo al 3 marzo, e a Siena dal 7 al 10 dello stesso mese. Nelle Marche, sarà presente con vari stand a Porto San Giorgio dal 22 al 24 febbraio, a Jesi dal primo al 3 marzo, a San Benedetto del Tronto dal 12 al 14 aprile. Non mancheranno corsi per insegnare a grandi e piccoli come si producono e decorano i cioccolatini, e come si abbina il “cibo degli dei” (come i Maya chiamavano la cioccolata) a bevande e a piatti salati. (ambra somaschini)
S. Bartolomeo (Im) Como All’alba la disfida dei galli Il ritmo è l’anima del jazz
S DOVE DORMIRE HOTEL PRINCIPE A Udine, prossima tappa della kermesse Doppia da 75 euro V. Europa Unita 51 Tel. 0432-506000
GLI STAND Ad ogni tappa di ChocoMoments saranno allestiti stand dei produttori con degustazioni abbinate a bevande e piatti salati
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I DOVE DORMIRE SAN MATTEO Immerso tra gli ulivi a poca distanza dal mare Per la fiera: doppia con mezza pensione 70 euro Via Faraldi 77 Tel. 0183-400275
DOVE MANGIARE SAN GIORGIO A Cervo, con vista su tutto il golfo Menù da 45 euro vini esclusi Via A. Volta 19 Tel. 0183-400175
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Treviso Il Mediterraneo in 54 ritratti cqua e acquerelli a Treviso. L’acqua è quella del Canale dei Buranelli, gli acquerelli sono quelli del pittore spagnolo Pedro Cano che, grazie alla Fondazione Benetton Studi e Ricerche, porta nel capoluogo della Marca, dopo Cartagena e Roma, la sua personale. Ospitata negli spazi Bomben di via Cornarotta, “IX Mediterranei” - questo il titolo della mostra - illustra il percorso affettivo dell’artista attraverso tre isole (Maiorca, Patmos e Sicilia) e sei città del Mediterraneo (da Alessandria d’Egitto a Venezia) per un totale di cinquantaquattro tele (www.fbsr.it). Dopo l’inaugurazione di sabato 26 gennaio, la mostra, che resterà aperta a ingresso libero fino al 3 marzo, sarà visitabile domenica 27 in compagnia dell’artista. Pedro Cano, infatti, si metterà a disposizione del pubblico lungo l’intera giornata per visite guidate dedicate agli adulti e per uno speciale incontro con i bambini, chiamati ad avvicinarsi al magico mondo della pittura e dell’acquerello, usando tavolozze e tele insieme all’artista. Escluso il lunedì, la mostra è sempre aperta, anche la domenica. (marco berchi)
toricamente legata all’inizio della stagione agricola, la “Fiera della Rovere” o “della Candelora”, che si svolge da oltre trecento anni a San Bartolomeo al Mare in provincia di Imperia (www.comune. sanbartolomeoalmare.it), nell’edizione 2013 (il 2 e il 3 febbraio) lancia una curiosa iniziativa: il primo festival italiano di canto del gallo. Più di venti re dei pollai, campioni di razze italiane ed europee provenienti da diversi allevamenti, si sfideranno al “chicchirichì” più prolungato e sonoro, fissato all’alba di domenica 3 febbraio. Alle cinque e mezza del mattino, infatti, i pennuti si esibiranno, non appena la luce dell’aurora comincerà a schiarire il mare del golfo dianese, e un arbitro, dichiarerà il vincitore. La “Fiera della Rovere” mostra, insieme ai galli canterini, il volto poco noto della Liguria contadina di Ponente, con la mostra-mercato di animali, sementi e oggetti agricoli, ma anche artigianato, laboratori per bambini e le prime occasioni del Carnevale: un terzo del centro di San Bartolomeo, lungomare compreso, sarà occupato dagli stand. (donatella alfonso)
A DOVE DORMIRE LOCANDA SAN TOMASO Un bed&breakfast nel centro città Doppia da 95 euro Viale Burchiellati 5 Tel. 0422-541550
DOVE MANGIARE TONI DEL SPIN Baccalà speciale in questo locale dietro Piazza dei Signori Menù da 25 euro vini esclusi Via Inferiore 7 Tel. 0422-543829
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DOVE DORMIRE TRE RE A Como, a due passi dal lago, tariffa speciale per il festival jazz: doppia da 80 euro Via Boldoni 20 Tel. 031-265374
DOVE MANGIARE SANT’ANNA Cucina creativa attenta alle tradizioni locali Menù da 35 euro vini esclusi Via Turati 3 Tel. 031-505266
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Bologna Un’invasione d’arte e scienza rte e scienza escono da musei e laboratori per coinvolgere il pubblico. Nel ricco cartellone di “Arte e Scienza in Piazza” (www.artescienzainpiazza.it), manifestazione che andrà avanti fino al 10 febbraio, spicca la mostra Benzine. Le energie della tua mente a Palazzo Re Enzo: esplora le “sette energie del cervello” (arte, idee, creatività, apprendimento, passione, gli altri, il nuovo) con il contributo degli artisti. Le scoperte e le invenzioni che hanno rivoluzionato la nostra vita negli ultimi anni saranno protagoniste di approfondimenti e dibattiti. Idee originali e progetti di frontiera verranno presentati dagli scienziati: si parlerà delle più avanzate energie rinnovabili di cui si sente poco parlare (il moto ondoso) e di nuove ricerche per la produzione di cellule staminali da tessuti di scarto. In un clima conviviale, il pubblico potrà incontrare autori di libri di divulgazione scientifica. Da non perdere, dal 25 al 27 gennaio, “Art City”, manifestazione diffusa che promuove il patrimonio artistico, e “Artefiera”, fiera dell’arte contemporanea alla Fiera di Bologna dal 25 al 28 gennaio. (francesco nani)
niziaa Como dopodomani, 25 gennaio, nella sala Bianca del Teatro Sociale, una delle manifestazioni jazz più prestigiose dell’inverno, il “Festival di Cultura e Musica Jazz”, giunto quest’anno alla sedicesima edizione. La kermesse si sposterà poi appena oltre confine, a Chiasso nel Canton Ticino, dal 31 gennaio al 2 febbraio (www.chiassocultura.ch). I temi delle scorse edizioni erano stati il jazz del nord Europa, le contaminazioni fra jazz e rock, le varie declinazioni contemporanee del jazz. Il tema di quest’anno sarà il ritmo, inteso come anima profonda della musica africana che ha dato vita al jazz. Grandi i nomi italiani e stranieri in cartellone: si va da Stefano Bollani al gruppo svizzero Hildegard Lernt Fliegen, dalla cantante tedesca di origine africana Y’akoto al quartetto americano di Chico Freeman. Non mancheranno contaminazioni caraibiche con il gruppo di Jacques Schwarz-Bart e rivisitazioni del flamenco con il trio di Jorge Pardo. Il concerto iniziale del 25 gennaio a Como avrà come protagonista il gruppo italo-norvegese di Arrigo Cappelletti. (r.c.)
Bari Scene che non avete mai visto
C DOVE DORMIRE BEST WESTERN SAN DONATO Confortevole hotel in pieno centro Doppia da 90 euro Via Zamboni 16 Tel. 051-235395
DOVE MANGIARE DAL BIASSANOT Specialità della cucina bolognese come lasagne, tortellini, tagliatelle Menù da 35 euro vini esclusi Via Piella 16a Tel. 051-230644
i sono film che non vengono distribuiti in Italia ma che invece, in Puglia, regione attenta al cinema di qualità, sarà possibile vedere. Al Cineporto di Bari l’editore Caratteri mobili e Uzak.it hanno messo a punto la rassegna “Registi fuori dagli sche(r)mi” (www.pugliaevents.it): fino al 21 febbraio ogni giovedì, a ingresso gratuito, sarà proiettato un film in lingua originale, sottotitolato, con la partecipazione di esperti e critici. Il 24 gennaio Simone Emiliani introdurrà Boarding gate di Olivier Assayas, il 31 Giulio Sangiorgio e Alessandro Baratti presenteranno Twentynine palmsdi Bruno Dumont. Tra le atre pellicole, Import export di Ulrich Seidl, Beket di Davide Manuli e Alpeis di Yorgos Lanthimos. E non è l’unica iniziativa cinematografica pugliese. Il circuito D’Autore di Apulia film Commission (http://dautore.apuliafilmcommission.it) cura la rassegna “English version. Again”. Fino a fine febbraio, le sale Abc di Bari, Bellarmino di Taranto, Farina di Foggia e Db d’Essai di Lecce apriranno una finestra sulla cinematografia indipendente inglese. (anna puricella) © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOVE DORMIRE HOTEL BOSTON Nel centro di Bari, vicino ai luoghi di interesse Doppia da 110 euro Via Piccinni 155 Tel. 080-5216633
DOVE MANGIARE HELIX Cucina eclettica in questo nuovo ristorante di Bari Menù da 25 euro vini esclusi Via Villari 56 Tel. 346-5720467
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VivereSlow
L CARLO PETRINI
ondra cresce continuamente, Londra cambia, Londra è sempre più una delle Capitali del mondo. È forse una delle città in cui il cibo davvero buono finisce maggiormente con l’apparire come un elemento elitario, sia perché si trova in una realtà dove la qualità media alimentare negli ultimi decenni è scesa di molto, sia perché l’indiscussa ricchezza del contesto finisce con l’alzarne i prezzi in maniera considerevole. Per
G.R.
New food Londra
LE IMMAGINI Al centro la Galleria di Hay’s. In alto: il Plough Inn Pub e il Jolly Butcher
dirla in parole povere è facile mangiare molto male se si fa la spesa al supermercato o nei cornershop— l’industrializzazione e la centralizzazione dei processi di produzione, trasformazione e distribuzione è stata molto più marcata e ha fatto più danni che da noi — mentre non è difficile trovare grandi eccellenze, ma bisogna quasi sempre prepararsi a spendere cifre considerevoli, soprattutto al ristorante. Tuttavia, accanto a un’alta ristorazione che ha raggiunto picchi notevoli, c’è di buono che una città con queste caratteristiche rimane un ottimo laboratorio per esperienze innovative, perché quando le tendenze negative si fanno forti è più facile si sviluppino anche interessanti reazioni. È stato il caso del Borough Market, nato sullo stile dei farmers’markets statunitensi e in pochi anni trasformatosi in una sorta di piccolo quartiere del buon cibo, che ha saputo attrarre nuove attività commerciali, ristorantini e piccoli esercizi all’insegna della vendita diretta, della produzione locale e stagionale, della trasformazione in loco e della valorizzazione di piccole produzioni di qualità. Oggi da quell’esperienza, tra i cui prin-
I PRODUTTORI SPA TERMINUS Tra Druid Street e Dockley Road Fermata Bermondsey http://www.spaterminus.co.uk/
LA BIRRERIA Kernel Brewery Arch 11 Dockley Road Industrial Estate London SE16 3SF www.thekernel brewery.com
cipali promotori e ispiratori ci sono sempre stati i tipi di Neil’s Diary, annoverati tra gli affinatori di formaggi migliori del mondo, è nata una nuova idea che ha preso forma nel recupero di uno dei tanti simboli architettonici decaduti della Londra industriale. Non molto distante dal Borough Market, nel quartiere di Bermondsey che è tra i più rivalutati degli ultimi anni, sempre lungo la riva Sud del Tamigi, è nato lo Spa Terminus. Un nome che evoca la passata destinazione ferroviaria di un’area che oggi è in gran parte dedicata al cibo di qualità. Le vecchie arcate dell’importante linea della Royal Railways che taglia a metà questa parte di città sono state recuperate per fare posto a tante attività commerciali e produttive, riunendole in un complesso comodo e bello da visitare. Può essere d’esempio per molte aree dismesse di ogni città europea: quasi trenta piccoli produttori londinesi, dal miele alla birra, dal pane alla macelleria, dal gin ai tostatori di caffè hanno trovato spazi sicuri e duraturi (grazie a un accordo con le autorità ferroviarie proprietarie della struttura) per lavorare meglio. Neil’s Diary sfrutta le arcate come locali per l’affinamento, ma c’è l’ottima Kernel Brewery, tra i migliori birrifici londinesi, con birre d’ispirazione nord americana e una forte impronta inglese. Proprio accanto alla birreria Ham and Cheese Co. mette a disposizione i migliori formaggi e salumi artigianali di mezza Europa (soprattutto italiani e spagnoli). Ci sono i produttori del locale Bermondsey Gin, i macellai attenti alla provenienza delle carni di The Butchery, i produttori di gelato della Ice Cream Union. Ma ogni arcata riserverà una sorpresa e racconterà di una Londra dove il cibo buono non è solo un fatto di classe, ma di sensibilità verso la qualità della vita. c.petrini@slowfood.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
MONDOWEB
STILE DI GUIDA
Quando divertirsi è tutto un programma
I luoghi del Belpaese che Hemingway amò
MARINA CAVALLIERI venti, esposizioni, concerti, nella Rete tutto è social e punta alla condivisione. È l’obiettivo di Plannify, l’ultima start up destinata all’entertainment da noi e all’estero. Su plannify.com è possibile trovare iniziative nelle città italiane e nelle capitali europee, acquistare biglietti online, organizzare la propria agenda, ma anche condividere le proprie scelte, invitare gli amici. Plannify nasce dall’iniziativa di due ragazzi veneti, propone 250 mila attività al mese, l’obiettivo è andare oltre il concetto di check-in (presentare ciò che si sta facendo e dove) con il plan it – cosa si farà in fuIL SITO 250 mila turo e con chi – dando la posesposizioni, sibilità agli amici di aggiuneventi gersi. La piattaforma indica gli e concerti eventi più vicini agli utenti, a proposti seconda del luogo in cui si troogni mese vano e dei loro gusti: dalla muagli utenti sica ai festival letterari, dal ciEsplorate nema alle fiere di paese, dalle plannify.com degustazioni agli spettacoli per bambini compreso un servizio business per gli organizzatori di eventi. www.plannify.com
E
METEO PERSONALIZZATO La parola d’ordine in Rete non è solo condivisione ma anche personalizzazione. È infatti possibile avere previsioni del tempo sempre più specifiche e tagliate su misura. 3Bmeteo ha ideato un’applicazione che permette di localizzare tramite gps la propria posizione ed avere le previsioni meteo per la settimana del punto in cui ci si trova ora per ora. 3bmeteo permette di calcolare anche la probabilità di precipitazioni dei giorni successivi per fasce orarie scegliendo la zona delle previsioni. www.3bmeteo. com © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL CONSIGLIO
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I casi del Borough Market, mini-quartiere che offre cibo di qualità, e dello Spa Terminus, area riconvertita al buon gusto. Esempi da seguire
PER SAPERNE DI PIÙ www.ibs.it/editore/Omnia+Library/omnia+library.html www.slowfood.it
PAOLA SANTORO
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SULLE ORME DI HEMINGWAY Omnia library 19 euro 300 grammi
utti sanno che andava all’Harry’s Bardi Venezia, nessuno, o quantomeno pochi, che dei suoi luoghi cult italiani facevano parte anche l’Hotel de la Postedi Cortina e i 12 apostoli di Verona o le cantine dalla Valpolicella. Ernest Hemingway, ovunque passasse, da buon viveur, da brillante uomo di mondo, lasciava il segno. In Veneto più che altrove, visto anche il suo grande amore per le Dolomiti e il lungo soggiorno dopo il ferimento a Fossalta di Piave. Ne dà conto Chiara Caliceti in Sulle orme di Hemingway, volume pubblicato da Omnia Library nella bella collana Italian Grand Tour. A metà strada tra la guida e il puro omaggio, il libro mette insieme citazioni, stralci di biografia e indirizzario tematico. Per scoprire come, oltre al paesaggio, pur in questo momento in cui crollano miti e certezze, alcune realtà imprenditoriali italiane restano ancora saldamente in piedi.
Sicuramente il multilinguismo è la marcia in più. Già dal gioco grafico in copertina il libro sembra pensato per un viaggiatore raffinato: titolo e sottotitolo, come i vari capitoli, sono generosamente tradotti in inglese, cinese, spagnolo e francese. E con una grazia tutta estetica da premiare. Nel testo qualche forzatura tradisce il desiderio di piacere: “Il giovane Hem” è un’espressione fastidiosa. E la definizione “la prima rock star della letteratura” ammicca alla cultura delle celeb in un volume che ha la serietà di una ricerca accademica. p.santoro@repubblica.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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VIAGGI LE PARTENZE
PER SAPERNE DI PIÙ http://viaggi.repubblica.it http://viaggi.repubblica.it/vacanze
Le offerte della settimana Terre vicine
da54€ fino alla fine del 2013 volo (solo andata) per Milano Linate con sconti su spettacoli Alitalia 892010 www.alitalia.com
da199€ febbraio 2013 a persona, due notti, accesso centro benessere, pasti Grand Hotel Terme Roseo 0543-911016 www.termeroseo.it
SCELTA PER VOI
VOLARE SOTTO IL SEGNO DELLA CULTURA
IN GIRO PER LUCCA SULLE DUE RUOTE
Alitalia propone prezzi convenienti che, conservando la carta d’imbarco, danno il diritto a sconti su spettacoli e mostre Qualche esempio? Si vola a Milano con 54 euro e si ha lo sconto al musical Frankenstein Junior al Teatro della Luna e a Siddharta agli Arcimboldi A Roma si vola per 44 euro (sola andata) con sconti su ristoranti e sulla rassegna Cinecittà si Mostra. A Napoli, sola andata: 64 euro, con lo sconto sulla visita al celebre Cristo Velato
Il Ruscello di Giava, un bed & breakfast di design a pochi chilometri da Lucca, propone questo pacchetto per chi voglia coniugare la visita di un bel centro storico alla buona cucina toscana e alla campagna. Il tutto da scoprire in bicicletta. È prevista una escursione su due ruote, attraverso la campagna, con un accompagnatore che conosce i segreti del territorio La bici viene consegnata in albergo; visita anche ai frantoi della zona
da400€ inverno-primavera 2013 a persona, 2 notti in b&b, una cena, noleggio bici, visite Il Ruscello di Giava B&B 0583-947879 www.ilruscellodigiava.it
SOGGIORNO GOURMET IN ROMAGNA
IL GIORNO PIÙ BELLO DELL’IRLANDA
Il Grand Hotel Terme Roseo di Bagno di Romagna (provincia di Forlì-Cesena) è un’oasi di benessere e di buona cucina. Il pacchetto proposto è valido da venerdì 1° a domenica 3 febbraio Prevede due pernottamenti e tutti i pasti, compresa una cena gourmet preparata dallo chef Massimo Balassini che servirà un menù tutto a base di zucca, compreso il dessert L’offerta include l’ingresso al centro benessere e alla piscina termale
Si avvicinano i festeggiamenti per San Patrizio, patrono dell’Irlanda La data ufficiale è il 17 marzo, giorno della sua morte secondo la tradizione, ma per tutto il mese nell’isola (nord compreso) si svolgono sfilate in costume, concerti, eventi religiosi e culturali. Il pacchetto di Quality Group prevede il volo da Milano a Dublino il 15 marzo con ritorno il 18; tre notti in hotel con una cena e la visita alla Guinness Storehouse
Svalbard, nelle isole di ghiaccio quando arriva la primavera APRILE 2013
da2.800€ A PERSONA
A SIVIGLIA PER UN PO’ DI MOVIDA
da244€ dal 28 gennaio al 1° febbraio per 2 persone, volo da Milano più Hotel Abanico a Siviglia Viaggiagratis.com 892040 www.viaggiagratis.com
Siviglia, nel sud-ovest della penisola iberica, è una delle città più belle della Spagna. Attraversata dal fiume Guadalquivir, è ricca di monumenti, tra questi la Giralda, la Cattedrale, l’Alcazar, l’Archivio delle Indie, che sono tutti Patrimonio Unesco. Vivace è anche la vita notturna. Il pacchetto proposto qui, valido per due persone, comprende il volo da Milano Orio al Serio e il pernottamento nell’Hotel Abanico in un edificio storico del centro
8 giorni, hotel, transfer, escursioni, volo Azonzo Travel 02-36513294 www.azonzotravel.com
Il viaggio di Azonzo Travel va dal 7 al 14 aprile, quando anche nelle Isole Svalbard, nel nord della Norvegia, comincia il disgelo. Si arriva in aereo a Oslo per poi ripartire per Longyearbyen, l’insediamento più popoloso delle isole, da dove cominceranno le escursioni. Tra queste: il ghiacciaio di Tempelfjord e Spitsbergen. Ci saranno anche visite culturali come quella alla casa dell’esploratore Willem Barentz e allo Svalbard Museum
da675€ marzo 2013 a persona, volo, hotel con colazione, cena, visite varie, transfer, escluse tasse Consorzio Quality Group www.qualitygroup.it
MALTA, UN COCKTAIL DI CIVILTÀ
da880€ marzo 2013 a persona, volo da Milano o altre città, hotel, alcuni pasti Adenium Travel 02-6997351 www.adeniumtravel.it
Marzo è il momento giusto per visitare l’isola dove, in passato, tutti i popoli del Mediterraneo hanno lasciato segni Nel tour di quattro giorni, dal 7 al 10 marzo, sono previste molte visite guidate: soprattutto nella capitale La Valletta ricca di tesori artistici, dal Palazzo dei Gran Maestri alla cattedrale con le tele di Caravaggio Altre tappe del tour: Rabat con le catacombe, Dingli e Gozo con la cittadella medioevale di Victoria
Terre lontane
da549€ fino al 21 marzo volo a/r da Milano a Bangkok da acquistare entro il 31 gennaio in “economy coral” Etihad Airways www.etihadairways.com
da1.300€ inverno-primavera 2013 a persona, 15 giorni, hotel, vari pasti, voli interni inclusi Eurasie Travel 00855-12-608108 www.eurasietravel.com.kh
BANGKOK TRA TEMPLI E MERCATI
SAN FRANCISCO: FESTA A CHINATOWN
NELLA CALDA ESTATE AUSTRALIANA
La città dei mercati galleggianti e delle abitazioni sull’acqua, la città dei templi buddisti, la metropoli con uno dei quartieri cinesi più colorati e vivaci del mondo. Arrivare a Bangkok, con l’offerta speciale di Etihad Airways, è molto conveniente se si acquista il biglietto di andata e ritorno entro il 31 gennaio e si vola entro la fine di marzo. La compagnia di Abu Dhabi propone tariffe interessanti per l’India (593 euro) e Filippine (747 euro)
Il Carnevale cinese più vivace fuori della Cina è quello di San Francisco: si festeggia il 10 febbraio. Viaggiare.it propone questo pacchetto con partenza da Milano per due persone. Comprende oltre al volo, il pernottamento al Renoir Hotel, albergo di inizio Novecento a due passi dalla Civic Center Plaza Quella di San Francisco è la più grande Chinatown del mondo e la più antica del Nord America, fu fondata a metà Ottocento. Ingresso su Grant Avenue
Nel continente “down under” è ora estate e il mare è uno dei temi di questo viaggio Si potrà nuotare nelle acque di Rockingham non lontano da Perth (che è la tappa di arrivo dall’Italia) Qui sarà possibile avvistare anche i delfini. Altra tappa: Sydney con le sue oltre cento spiagge, le due più celebri sono Bondi Beach e Manly Lungo la Queensland Gold Coast si farà visita al parco acquatico Seaworld In programma anche Ayers Rock
da1.400€ dall’8 all’11 febbraio per 2 persone, volo a/r da Milano più albergo Viaggiare.it 892040 www.viaggiare.it
da2.570€ inverno-primavera 2013 a persona, 15 giorni, volo, hotel, transfer Go Australia 011-5187245 www.goaustralia.it
NEL REGNO DEGLI ANTICHI KHMER
MESSICO, UNA TAVOLOZZA DI COLORI
VACANZA ROMANTICA ALLE SEYCHELLES
Chi torna dalla Cambogia, parla di un viaggio indimenticabile, tra foreste e imponenti rovine di città come quella di Angkor che fu la capitale del regno dei Khmer. Si arriva a Phnom Penh dal fascino coloniale, e dopo la visita della città si parte per la zona di Mondulkiri con la spettacolare cascata di Bousra. Lungo il Mekong è prevista una gita sulle barche dei pescatori. Atre tappe: Kratie, Kampi, Kompong Cham e Siem Reap
L’inverno in Europa fa desiderare paesi dove il clima è più mite. In questo periodo le temperature sulla Riviera Maya, affacciata sul Mar dei Caraibi, oscillano tra i 27 e i 19 gradi. La Riviera è una delle tappe di questo viaggio che tocca Mexico City con un tour alle Piramidi del Sole e della Luna, il Chiapas con tappa a San Cristobal de las Casas, il sito archeologico di Palenque, Merida e Uxmal Nel prezzoè escluso il volo dall’Italia
Può essere il viaggio di San Valentino perché il pacchetto è valido da gennaio fino al 14 aprile. Prevede il volo da Milano e il soggiorno di sette notti al Constance Lémuria, un resort 5 stelle perfettamente integrato nella natura e affacciato sul mare. La struttura si trova sull’isola di Praslin, la seconda per grandezza dell’arcipelago delle Seychelles Il Constance Lémuria è dotato di spa e di un ristorante affacciato sul mare
da1.540€ inverno-primavera 2013 a persona, 10 giorni, transfer, hotel in mezza pensione Tour 2000 071-896655 www.gocentroamerica.it
da2.620€ fino al 14 aprile a persona, volo, 7 notti in junior suite, trattamento b&b Hotelplan 02-721361 www.hotelplan.it
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la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
PER SAPERNE DI PIÙ temi.repubblica.it/limes www.giustizia.it
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L’EUROPA BENDATA ALLA GUERRA D’AFRICA BARBARA SPINELLI (segue dalla prima pagina) on è condotta dall’Europa, priva di un comune governo politico, ma è ormai parte del suo essere nel mondo. Se alla sterminata guerra anti-terrorismo aggiungiamo i conflitti balcanici di fine ’900, sono quasi 14 anni che gli Europei partecipano stabilmente a operazioni belliche. All’inizio se ne discuteva con vigore: sono guerre necessarieoppure no? E se no, perché le combattiamo? Sono davvero umanitarie, o distruttive? E qual è il bilancio dell’offensiva globale anti-terrore: lo sta diminuendo o aumentando? I politici tacciono, e nessuno Stato europeo si chiede cosa sia quest’Unione che non ha nulla da dire in materia, concentrata com’è sulla moneta. L’Europa è entrata in una nuova era di guerre neo-coloniali con gli occhi bendati, camminando nella nebbia. Le guerre – spesso sanguinose, di rado proficue – non sono mai chiamate per nome. Avanzano mascherate, invariabilmente imbellite: stabilizzeranno Stati fatiscenti, li democratizzeranno, e soprattutto saranno brevi, non costose. Tutte cose non vere, nascoste dalla strategia del mutismo. A volte le operazioni sono decise a Washington; altre volte, come in Libia, son combattute da più Stati europei. Quella iniziata il 12 gennaio in Mali è condotta dalla Francia di Hollande, con un appoggio debole di soldati africani e con il consenso – ex post – degli alleati europei. Nessun coordinamento l’ha preceduta, in violazione del Trattato di Lisbona che ci unisce (art. 32, 347). Quasi automaticamente siamo gettati nelle guerre, come si aprono e chiudono le palpebre. La mente segue, arrancando. C’è perfino chi pomposamente si chiama Alto rappresentante per la politica estera europea (parliamo di Katherine Ashton: quando sarà sostituita da una personalità meno inutile?) e ringrazia la Francia ma subito precisa che Parigi dovrà fare da sé, «mancando una forza militare europea». Fotografa l’esistente, è
N
vero, ma occupando una carica importante potrebbe pensare un po’ oltre. Molte cose che leggiamo sulle guerre sono fuorvianti: simili a bollettini militari, non sono discutibili nella loro perentoria frammentarietà. Invitano non a meditare l’evento ma a constatarlo supinamente, e a considerare i singoli interventi come schegge, senza rapporti fra loro. Anche in guerra prevalgono esperti improvvisati e tecnici. L’interventismo sta divenendo un habitus europeo, copiato dall’americano, ma di questa trasformazione non vien detta la storia lunga, che connetta le schegge e rischiari l’insieme. Manca un pensare lungo e anche ampio, che definisca chi siamo in Africa, Afghanistan, Golfo Persico. Che paragoni il nostro pensare a quello di altri paesi. Che studi la politica cinese in Africa, così attiva e diversa: incentrata sugli investimenti, quando la nostra è fissa sul militare. Scarseggia una veduta cosmopolita sul nostro agire nel mondo e su come esso ci cambia. Una vista ampia e lunga dovrebbe consentire di fare un bilancio freddo, infine, di conflitti privi di obiettivi chiari, di limiti spaziali, di tempo: che hanno dilatato l’Islam armato anziché contenerlo, che dall’Afghanistan s’estendono ora al Sahara-Sahel. Che nulla apprendono da errori passati, sistematicamente taciuti. I nobili aggettivi con cui agghindiamo l’albero delle guerre (umanitarie, democratiche) non bastano a celare gli esiti cala-
mitosi: gli interventi creano non ordine ma caos, non Stati forti ma ancora più fallimentari. Compiuta l’opera i paesi vengono abbandonati a se stessi, non senza aver suscitato disillusione profonda nei popoli assistiti. Poi si passa a nuovi fronti, come se la storia delle guerre fosse un safari turistico a caccia di esotici bottini. Il Mali è un caso esemplare di guerra necessariae umanitaria. In questo decennio l’aggettivo umanitario s’è imbruttito, ha perso l’innocenza, e annebbia la storia lunga: le politiche non fatte, le occasioni mancate, le catene di incoerenze. Era necessario intervenire per fermare il genocidio in Ruanda, nel ’94, e non si agì perché l’Onu ritirò i soldati proprio mentre lo sterminio cominciava. Fu necessario evitare l’esodo – verso l’Europa – dei kossovari cacciati dall’esercito serbo. Ma le guerre successive non sono necessarie, visto che manifestamente non fermano i terroristi. Non sono neppure democrati-
che perché come si spiegano, allora, l’alleanza con l’Arabia Saudita e l’enormità degli aiuti a Riad, più copiosi di quelli destinati a Israele? Il regno saudita non solo non è democratico: è tra i più grandi finanziatori dei terrorismi. La degenerazione del Mali poteva essere evitata, se gli Europei avessero studiato il paese: considerato per anni faro della democrazia, fu sempre più impoverito, portandosi dietro i disastri delle sue artificiali frontiere coloniali. Aveva radici antiche la lotta indipendentista dei Tuareg, culminata il 6 aprile 2012 nell’indipendenza dell’Azawad a Nord. Per decenni furono ignorati, spregiati. Per combattere un indipendentismo inizialmente laico si accettò che nascessero milizie islamiche, ripetendo l’idiotismo esibito in Afghanistan. Sicché i Tuareg s’appoggiarono a Gheddafi, e poi agli islamisti: unico punto di riferimento, furono questi ultimi a invadere il Nord, all’inizio 2012, egemonizzando e stravolgendo – era prevedibile – la lotta tuareg. È uno dei primi errori dell’Occidente, questa cecità, e quando Prodi approva l’intervento francese dicendo che «non esistevano alternative all’azione militare», che «si stava consolidando una zona franca terroristica nel cuore dell’Africa», che gli indipendentisti «sono diventati jihadisti», dice solo una parte del vero. Non racconta quel che esisteva prima che la guerra fosse l’unica alternativa. I Tuareg non sono diventati terroristi;
blanditi dagli islamisti, sono stati poi cacciati dai villaggi che avevano conquistato. La sharia, nella versione più cruenta, è invisa ai locali e anche ai Tuareg (sono tanti) non arruolati nell’Islam radicale. Vero è che all’inizio essi abbracciarono i jihadisti, e un giorno questa svista andrà meditata: forse l’Islam estremista, col suo falso messianismo, ha una visione perversa ma più moderna, della crisi dello Stato-nazione. Una visione assente negli Europei, nonostante l’Unione che hanno edificato. Ma l’errore più grave è non considerare le guerre dell’ultimo decennio come un tutt’unico. L’azione in un punto della terra ha ripercussioni altrove, i fallimenti in Afghanistan creano il caso Libia, il semifallimento in Libia secerne il Mali. Il guaio è che ogni conflitto comincia senza memoria critica dei precedenti: come scheggia appunto. In Libia il trionfalismo è finito tardi, l’11 settembre 2012 a Bengasi, quando fu ucciso l’ambasciatore Usa Christopher Stevens. Solo allora s’è visto che molti miliziani di Gheddafi, tuareg o islamisti, s’erano trasferiti nell’Azawad. Che la guerra non era finita ma sarebbe rinata in Mali, come in quei film dell’orrore dove i morti non sono affatto morti. È venuta l’ora di riesaminare quel che vien chiamato interventismo umanitario, democratico, antiterrorista. Un solo dato basterebbe. Negli ultimi sette anni, il numero delle democrazie elettorali in Africa è passato da 24 a 19. Uno scacco, per Europa e Occidente. Intanto la Cina sta a guardare, compiaciuta. La sua presenza cresce, nel continente nero. Il suo interventismo per ora costruisce strade, non fa guerre. È colonialismo e lotta per risorse altrui anch’esso, ma di natura differente. Resilienza e pazienza sono la sua forza. Forse Europa e Stati Uniti si agitano con tanta bellicosità per contendere a Pechino il dominio di Africa e Asia. È un’ipotesi, ma se l’Europa cominciasse a discutere parlerebbe anche di questo, e non sarebbe inutile. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’UGUAGLIANZA DI OBAMA
LO SPETTACOLO DEL REPULISTI
NADIA URBINATI
PIERO IGNAZI
eguaglianza è la grande assente nel linguaggio politico contemporaneo, nonostante la nostra sia un’età a tutti gli effetti di egemonia democratica, e la democrazia sia un sistema che fa dell’eguaglianza (civile e politica, ma anche delle condizioni di partecipazione alla vita della società) il suo fondamento e la sua aspirazione. Nel suo epico discorso di insediamento come 44esimo Presidente degli Stati Uniti, Barak H. Obama lo ha ricordato ai suoi concittadini e a tutto il mondo. E lo ha fatto riandando alle origini del patto sul quale l’America che lo ha rieletto è nata, alla Dichiarazione di Indipendenza: “Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità”. A scrivere queste rivoluzionarie parole era stato Thomas Jefferson, un illuminista che credeva come i nostri Filangieri, Verri e Beccaria, che la legge dovesse occuparsi non ad opprimere o dominare ma a creare le condizioni di benessere dei cittadini. La “felicità pubblica” era un ideale importante. Dalla consapevolezza della sua importanza comincia la storia della democrazia moderna. Il governo, secondo questa filosofia che a noi sembra desueta, dovrebbe creare le condizioni grazie alle quali le persone possono prima di tutto conoscere le loro potenzialità (a questo serve un sistema educativo aperto a tutti) e poi contare su leggi giuste e ben fatte e istituzioni trasparenti e funzionali per poter progettare la loro vita secondo il loro discernimento. Insomma vivere, e vivere con soddisfazione per quanto possibile, e non nella sofferenza, nell’umiliazione e nella miseria. E questo è un bene per il singolo e la società. Il governo non dispensa felicità dunque. Ciò che si impegna a fare è rendere le persone davvero responsabili della loro vita; far sì che esse possano contare su se stesse, non sulla fortuna di appartenere a una buona famiglia, non sul favore delle persone potenti, non sull’elemosina di chi ha più. La democrazia, parola per secoli vituperata per volere dare potere e visibilità a tutti, anche ai poveri e inacculturati, è stata nobilitata anche dalla Rivoluzione americana alla quale Obama si è
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ispirato. Essa ha inaugurato una visione evolutiva delle conquiste sociali e politiche al centro delle quali c’è la persona come valore attivo, agente di scelte, ma anche soggetto dotato di sensazioni e sentimenti, che valuta la propria vita all’interno delle relazioni con gli altri. Nella democrazia, l’intera struttura della società, dall’etica alla politica, ruota intorno alla persona, ed è valutata in ragione del grado di soddisfazione o di felicità che riesce a procurare a ciascuno. Il benessere e la libertà degli individui sono la condizione per misurare il benessere o il progresso dell’intera società. Rivalutando questa tradizione che dal Settecento cerca di coniugare democrazia e giustizia, si può dire che c’è giustizia soltanto quando la riflessione pubblica non evade da questi compiti, non lascia il campo alla giungla degli interessi (e quindi alla vittoria di chi è più forte) per riservarsi, eventualmente, di venire in soccorso a chi soccombe. Lo stato della democrazia non fa questo. Esso prepara il terreno all’eguale libertà invece di giungere dopo; non dispensa carità ma garantisce diritti, e per questo promuove politiche sociali. Ecco perché il principio della libertà individuale non sta solo scritto nelle costituzioni ma diventa a tutti gli effetti un criterio che valorizza le capacità concrete e sostanziali delle persone di vivere il tipo di vita al quale danno valore. L’espansione della libertà è condizione di felicità, perché possibilità di fare, di scegliere, di sperimentare con dignità e senza subire umiliazione. Ecco perché il tema della giustizia è un tema di risorse o di condizioni di benessere, non semplicemente di esiti e nemmeno soltanto di equo trattamento. A questa promessa di “felicità” è ritornato il presidente Obama per inaugurare il suo secondo mandato: una promessa di impegno per uno sviluppo “illimitato” come o indefinito (cioè senza limiti predeterminati) è il mondo delle nostre possibilità in quanto persone libere nei diritti ed eguali nelle opportunità. In questo inizio secolo, il viaggio mai finito della democrazia sembra aver trovato il suo Ulisse, nocchiero di un percorso incerto negli esiti e periglioso, ma avvincente e mosso da uno scopo che dovrebbe essere alla nostra portata: vivere con dignità, apprezzando il valore della nostra libertà. © RIPRODUZIONE RISERVATA
(segue dalla prima pagina) a anche valutazione preventiva dei candidati con passaggi ai diversi livelli organizzativi, selezione nelle sedi di partito aperta alla cittadinanza, caucus all’americana. Sono tutte le modalità per scegliere i candidati che prevedono una partecipazione della base. In Italia solo Pd e Sel, e con modalità molto particolari il Movimento 5 Stelle, hanno seguito questo percorso. Per il resto, tutto si è svolto nelle classiche “smoking room” di un tempo, vuoi nelle chiuse stanze di Palazzo Grazioli, vuoi in ovattati salotti montiani. Le primarie del centrosinistra, diventate, alla fine, il metodo principe della scelta dei candidati, non hanno fatto scuola. Invocate da Angelino Alfano in autunno e previste per il 16 dicembre sono state spazzate via con un semplice sbuffo da un infastidito Berlusconi. La partecipazione e il coinvolgimento di iscritti e simpatizzanti sono considerati dal Cavaliere una inutile perdita di tempo. In fondo, nel Pdl decide sempre e comunque il capo. L’unico che ha, al di là dell’autorevolezza, le risorse, materiali e no, per convincere, blandire e minacciare a seconda delle necessità. Ma questa volta Berlusconi ha dovuto faticare molto più che in passato per comporre le liste. Mentre un tempo fedeltà e convenienza (e anche bell’aspetto) erano qualità sufficienti per entrare tra i prescelti, in questi giorni non bastano più. Ora la convenienza, vista come pingue pacchetto di voti da portare in dote, ha assunto il volto severo della “presentabilità”. I condannati e gli inquisiti hanno perso agibilità politica, si muovono nell’arena politica con molta meno disinvoltura. L’onda antipolitica che alimenta i grillini lam-
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bisce anche i territori berlusconiani e ne drena i consensi di confine, tutta quella platea di disillusi e arrabbiati che hanno spesso trovato nel populismo del Cavaliere uno sbocco alle loro amarezze ma che ora si dirigono verso un nuovo e più credibile cantore. Più che combattere contro Monti per trattenere quell’elettorato moderato che in Italia è di dimensioni lillipuziane, Berlusconi deve fronteggiare l’insidia indiretta di Grillo: il leader del M5S pesca proprio tra gli elettori usciti dal recinto del centrodestra e andati ad ingrossare la quota degli astenuti e degli incerti, elettori sui quali si gioca il recupero di Berlusconi. Il sacrificio di Dell’Utri, Cosentino e compagnia impresentabile è però monco: le liste sono piene di altri inquisiti che sono stati graziati dal capo. E comunque è arrivato troppo tardi per mondare l’immagine del partito. Eppoi, al netto di futuri colpi di scena e rivelazioni, ha fatto emergere una impressionante trama di ricatti e di minacce, infiorettata da frasi cifrate di purissimo stile mafioso. E se ieri non sono volati gli stracci finali è perché - evidentemente - i due esclusi sono stati regolati con un patto segreto e forse inconfessabile. Qualcuno può immaginare qualcosa di simile tra i partiti moderati del Ppe? È fuori dal mondo che nella composizione delle liste della Cdu (liste bloccate anche là, come da noi) Angela Merkel si faccia minacciare di “dire tutto” da parte di politici indagati o condannati per complicità a vario titolo con le organizzazioni criminali. Il paese normale che vorremmo dovrebbe spazzar via questa politica inquinante, mafiosa e ricattatoria, fatta di favori e coperture inconfessabili, di compravendita di anime e corpi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
La cultura
Gli spettacoli
La saggezza della follia il Don Chisciotte di Unamuno
Il cd “Fantasma” dei Baustelle “Rock per entrare nelle zone oscure”
ROBERTO ESPOSITO
GINO CASTALDO
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Obama ne ha parlato nel suo discorso, a Davos è il tema del Forum che inizia oggi: ecco la nuova parola chiave dell’economia contro la crisi
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI NEW YORK ell’uscire dalla grande crisi abbiamo dimostrato la nostra resilienza», ha detto Barack Obama nel discorso dell’inaugurazione. «Dinamismo resiliente», è la nuova parola d’ordine lanciata quest’anno al World Economic Forum di Davos. Se l’America “resiliente” è uscita per prima dalla recessione fra le economie occidentali, c’è una ricetta che l’Europa può imparare? Che cosa si nasconde dietro questo neologismo che dilaga tra economisti, sociologi, guru delle nuove tecnologie? C’è chi suggerisce di adottarlo come nuovo obiettivo anche nella tutela dell’ambiente: la “resilienza” è ancora meglio della sostenibilità. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
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L’età della resilienza
STEFANO BARTEZZAGHI l latino, in fondo, era l’antico romanesco. Viene da pensarlo se si considera che un termine chiave della lingua contemporanea e globalizzata è “resilienza” e discende dal latino “resilire”, che significa “saltare indietro”. Siamo quindi nei dintorni del modo di dire pop. volg.: «Questo mi rimbalza». La moquette, il linoleum, il tartan sono resilienti, il marmo meno: una palla di gomma rimbalza su ognuno, ma facendo cadere una grossa pietra il marmo si scheggia prima della moquette, del linoleum, del tartan. In fisica si denomina infatti resilienza la «capacità di un materiale di resistere a urti improvvisi senza spezzarsi» (Zingarelli). Un sistema è resiliente se un trauma che gli dovesse capitare non lo frantuma ma “gli rimbalza”. Il suo opposto è la fragilità. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
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FILIPPO CECCARELLI
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“Mega”, troppi utenti La casa di pietra crolla dopo 24 ore un appartamento DotCom chiede scusa ecosostenibile Interattività CAMPAGNA ELETTORALE: MANDATE FOTO E VIDEO
abbastanza chiaro che il secondo tavolo tecnico che verrà istituito presso il ministero dei Beni culturali Ornaghi sta per istituire sconfessando la propria soprintendente sui “temi relativi alla sicurezza delle aree circostanti l’Anfiteatro Flavio”, prelude a un terzo tavolo, pure tecnico, cui seguirà una speciale Commissione. Da essa uscirà la proposta di un super-manager e/o di un commissario plenipotenziario. Questi cercherà di farsi governatore, poi dittatore, poi magari, dato il luogo, imperatore. Nel frattempo saranno passate diverse generazioni e il Colosseo continuerà a perdere pezzi, e a venire recintato in zona rossa, noleggiato da sponsor, illuminato di notte per varie cause, soffocato da burocrazie rivali, assalito da concerti e manifestazioni religiose, politiche, sportive – a parte i pazzoidi e gli aspiranti suicidi, di tutti i nemici del monumento, in fondo, i più rispettosi.
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la Repubblica
LA STORIA R2MONDO
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“Resilienza” è diventata la parola d’ordine dell’economia mondiale e della ripresa. Sarà
il tema del forum di Davos, Obama l’ha invocata al giuramento. Indica la capacità di riprendersi da un forte shock. Come ha fatto l’America dopo la grande depressione innescata dai mutui subprime. Perché ormai gli analisti sono tutti d’accordo: la terapia d’urto non funziona, per ripartire bisogna adattarsi
Etimologia: deriva dal latino resiliens, participio presente di resilire, “rimbalzare”
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Il termine
Definizione: rapporto tra il lavoro necessario per rompere una barretta di un certo materiale e la sezione della barretta stessa; rappresenta la proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi (dal dizionario Garzanti)
La formula contro la
crisi (segue dalla copertina)
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI
NEW YORK er una volta non stiamo importando anglicismi. Resilienza esiste in italiano, anche se viene prevalentemente usato in campi diversi dall’economia. Per gli ingegneri descrive la capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi. Per gli psicologi è la risorsa che consente un recupero più rapido dopo una depressione, aiuta a superare traumi e dolori. In ecologia riassume una forza intrinseca degli ecosistemi: la predisposizione a ritrovare l’equilibrio dopo uno shock esterno. Non è difficile intuire perché questo concetto abbia cominciato ad affascinare gli economisti. Siamo appena usciti — in America, non ancora in Europa — dal più grave “shock sistemico” che abbia mai colpito l’economia mondiale dopo la Grande Depressione degli anni Trenta. Capire che cosa ci rende “resilienti” di fronte a questo genere di catastrofi, può essere essenziale per evitarle in futuro. O meglio: per ridurre i danni, sociali e umani, quindi ripartire al più presto. Poiché l’ecologia ha un’antica dimestichezza con la resilienza, non è un caso se la riflessione è più avanzata in questo campo. Un libro che ha contribuito ad alimentare il dibattito è quello pubblicato da Andrew Zolli e Ann Marie Healy: “Resilience: Why Things Bounce Back”. Ovvero, letteralmente, “perché le cose rimbalzano”. Zolli dirige PopTech, un network di innovatori nel campo delle tecnologie e non
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IL FORUM A destra, Charlize Theron all’apertura del World Economic Forum a Davos. A lato, agenti speciali per la sicurezza
soltanto. Di fronte alle grandi sfide del nostro tempo — le diseguaglianze sociali, l’inquinamento e il cambiamento climatico — Zolli sostiene che la parola d’ordine della sostenibilità si sta rivelando inadeguata. «Parlare di
sostenibilità significa darsi l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio perfetto». Un’illusione. Molto più realistico è «imparare a gestire un mondo in perpetuo squilibrio». Il guru dell’innovazione sostiene che «un numero cre-
scente di scienziati, pensatori sociali, attivisti della società civile, filantropi, s’interessano alla resilienza per aiutare le categorie più vulnerabili a sopravvivere e perfino a prosperare di fronte a sconvolgimenti imprevedibili».
È un vocabolo che gli ecologisti conoscono bene: meglio anche di sostenibilità
New York ne è un esempio: dopo Sandy niente dighe ma misure per frenare gli uragani
Funziona anche per le imprese: i crac sono imprevedibili però i traumi si possono gestire
Un esempio interessante di riflessione sulla resilienza riguarda la città di New York nel dopoSandy. I traumi di quell’uragano non si sono ancora esauriti, i danni non sono completamente riparati. Ma già si è avviata una discussione importante, su come una grande metropoli post-industriale del terzo millennio debba prepararsi agli eventi meteorologici estremi. Più che “affrontare” le calamità illudendosi di poter sostenere una prova di forza con la natura, forse è più saggio “adattarsi”? Il primo approccio, è quello che spingerebbe a investire nella costruzione di robuste barriere fisiche contro i futuri tsunami. Costosissime dighe, e non necessariamente invulnerabili. Ma la natura stessa ha elaborato altre risposte, più flessibili: per esempio le “wetland”, zone umide, paludose, acquitrini naturali, laghetti e stagni, insomma una barriera mobile che può accomodare l’afflusso inusitato di una massa d’acqua, depotenziarne la capacità distruttiva. In un altro campo, Zolli cita la visione degli psicologi sui fattori che ci rendono resilienti di fronte ai traumi e al dolore: la solidità delle nostre amicizie, la qualità delle nostre relazioni sociali, la profondità degli affetti, nonché i valori in cui crediamo. In generale, perché la resilienza può aiutarci e può essere una risorsa ancora più sicura della sostenibilità? «Perché l’equilibrio perfetto non è di questo mondo. Tutti i sistemi attorno a noi si evolvono attraverso errori, tentativi, adattamenti, apprendimenti. È dai fallimenti, dagli insuccessi, che impariamo a crescere». In campo economico-finanziario, questa riflessione ha come protagonista uno dei massi-
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PER SAPERNE DI PIÙ www.oecd.org www.weforum.org
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QUELLA VIRTÙ NASCOSTA CHE FA RIMBALZARE I GUAI STEFANO BARTEZZAGHI (segue dalla copertina) a lingua ha poi esteso la parola, utile per riassumere una quantità di doti che ne sono i presupposti e che ricorrono in molti altri ambiti: elasticità, flessibilità, duttilità, solidità, appunto resistenza, durevolezza, reattività... Sino a qualche mese fa, la parola poteva essere considerata come un termine semplicemente alla moda: un congresso sulla scuola prendeva il titolo «Ora e sempre resilienza», veniva detta “resilienza” la qualità dei tessuti usati per produrre capi “no iron” o, in geriatria, la capacità di certi organismi anziani di reagire ai farmaci evitando che una patologia li deteriori irreparabilmente. Così, l’anno scorso, si registrava la progressiva estensione delle applicazioni di “resilienza” e si notava anche l’origine non trasparente del termine. Chi risiede ha una residenza, chi resiste ha una resistenza, chi riverisce ha una riverenza, ma chi ha resilienza cosa sta facendo? Sembra uscita dal nulla, o dall’ombra e questo conferisce una lieve connotazione ermetica che non nuoce, in una parola che si voglia diventi di moda. Adesso, però, di moda forse non è più il caso di parlare. L’impiego che del termine si sta facendo in economia individua proprio nella carente “resilienza” il difetto del sistema finanziario che, sottovalutato com’era, ha reso possibile la crisi che stiamo ancora attraversando. Una volta aggiustato il sistema, per “metterlo in sicurezza” occorrerà aumentarne la resilienza. Le parole-chiave di un’epoca non sono i “valori”. Valori e simboli sono quelle parole astratte che regolarmente vincono i referendum sulla parola più amata: amore, pace, libertà, uguaglianza, fraternità, vita, giustizia, salute. Sono parole-coro: quando se ne enuncia una è poi difficile romperne l’unanimità cantante. Le vere parole-chiave non indicano valori, bensì attività, atteggiamenti, relazioni, anche se a volte valori lo diventano (mezzi che si tramutano in fini). A suo tempo era una parola-chiave, e non un valore, “contestazione”; prima ancora lo furono “ricostruzione” e “modernizzazione”. Anche “creatività” è stata una parola-chiave, prima di diventare un valore. “Concertazione” è una parola-chiave italiana, durata poco; oggi sono parolechiave (globali) “connessione” e “condivisione” e bisogna stare attenti a non farle diventare vuoti valori. “Resilienza” sembra proprio volersi avviare alla carriera di parola-chiave, e vedremo come andrà. Si potrebbe pensare che anche questa, in sé, non sia che una moda. Ma come lo strutturalismo ci aveva pur insegnato (prima che fosse esso stesso demansionato a moda culturale), gli strumenti analitici veramente utili prima o poi incominciano certamente a transitare da un campo disciplinare all’altro. Applicare la fisica all’economia, così come la linguistica o l’antropologia alla filosofia, non è fare retorica ornamentale. La resilienza economica è una metafora della resilienza fisica, ma la metafora si basa su un’analogia e l’analogia è il modo che abbiamo di farci un’idea della realtà: ciò che, stando dentro a un solo paradigma e a un solo punto di vista, non è consentito perché non si ha prospettiva. Scienze “umane” e scienze “dure” si incontrano proprio qui: ed è un grande fattore di resilienza, per la cultura umana.
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mi esperti del rischio. Si tratta di Nassim Nicholas Taleb, colui che inventò il concetto del “cigno nero”: un evento statisticamente rarissimo, quasi impossibile, e come tale capace di sconvolgerci, precipitarci in una crisi sistemica. Un esempio è proprio il crac dei mutui subprime del 2007, poi allargatosi in un collasso globale del credito. L’ultimo saggio di Taleb s’intitola “Antifragile”, un sinonimo di resiliente. Il sottotitolo: “Le cose che migliorano grazie al disordine”. La sua tesi è questa: poiché non riusciremo mai a prevedere adeguatamente il futuro, è molto più utile imparare a migliorare noi stessi sfruttando gli shock, a trarre beneficio dai traumi esterni quando ci aggrediscono. Dopotutto, è quello che la natura riesce a fare abbastanza spesso. L’evoluzione della specie approfitta delle mutazioni genetiche casuali, per renderci più forti. Sulla resilienza dell’economia americana imperversa una battaglia ideologica. La destra neoliberista cercò d’impadronirsi di questa idea contro Obama. Il 31 ottobre 2011, quando la ripresa Usa era già avviata e il Pil cresceva del 2,5%, il Wall Street Journal lanciò il dibattito su The Resilient Economy. Con una tesi molto netta: se il motore dell’economia ha ripreso a girare è tutto merito del settore privato. Resiliente “nonostante” le interferenze del governo. Dal Wall Street Journal veniva così un peana della distruzione creativa del capitalismo, termine coniato da Karl Marx e rilanciato da Joseph Schumpeter nel 1942 applicandolo alle analisi sulla depressione. La vera resilienza dell’economia americana sarebbe dunque nelle capacità innovative dei
suoi imprenditori, questo il nocciolo duro del pensiero neoliberista. Che ignora tuttavia altre forze sottostanti: per esempio quell’immigrazione che Obama vuole facilitare sempre di più, e che garantisce all’America una demografia positiva. Inoltre l’equazione “capitalismo uguale resilienza” viene smentita proprio da Taleb e dagli eventi del ti-
po “cigno nero”. Mentre la biologia e la psicologia lavorano per fare un uso costruttivo degli errori, questo non accade necessariamente nei sistemi economici. Un esempio che usa Taleb: quando si verifica un crac bancario, l’incidente non rende meno probabile bensì più probabile la sua ripetizione: è l’effetto-contagio derivante dall’interconnes-
I punti SULLA STAMPA “La giusta definizione per l’economia americana è resiliente”. Parola di Eric Green, economista citato dal Financial Times. Ma anche per l’Ocse “resilienza” è la parola chiave del 2013
DAVOS La 43esima edizione del World Economic Forum, che parte oggi a Davos, è dedicato al “Resilient dynamism”. Per gli organizzatori la ledaership del futuro avrà bisogno di questi due elementi
OBAMA Il presidente nel suo discorso al giuramento: “La crisi ha messo a dura prova la resilienza dell’economia Usa. La ripresa è cominciata, ma ne trarremo beneficio quando tutti staranno meglio”
sione delle banche. La ricetta segreta della resilienza è stata studiata da un gruppo di economisti che ha concentrato l’attenzione su nazioni molto piccole. Sono ricercatori guidati da Lino Briguglio, Gordon Cordina, Stephanie Vella e Constance Vigilance, che hanno pubblicato “Vulnerability and Resilience”. In questo studio, ribattezzato manuale per “piccoli Stati”, spicca il cosiddetto paradosso di Singapore. Più che una nazione, questo dragone asiatico è una città-Stato. Le sue dimensioni rendono Singapore terribilmente vulnerabile: troppo dipendente dalle esportazioni, quindi indifeso di fronte agli shock esterni che provengono dall’economia globale. Eppure Singapore è diventato un laboratorio di resilienza. Così come, per altri versi, la Svizzera. Esempi interessanti per nazioni medio-piccole come l’Italia, anch’essa dipendente dagli sbocchi sui mercati globali. Le ricette che salvano queste piccole nazioni dal benessere elevato e stabile, sono la qualità della governance e lo sviluppo sociale. Dunque non si tratta di capitalismo sregolato. La resilienza è la conquista di politiche che investono nella scuola, nella riqualificazione dei lavoratori licenziati, nelle reti di protezione sociale, nella ricerca scientifica. Anche il World Economic Forum di Davos ammette che la via maestra alla resilienza non è il laissez-faire. Tra i protagonisti del summit sulla resilienza ci sono gli “imprenditori sociali”, quelli che indirizzano i loro talenti verso la soluzione dei grandi problemi del nostro tempo: le diseguaglianze di reddito, le emissioni carboniche, la penuria di acqua, l’aumento della longevità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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COMUNE DI GESUALDO Via Municipio 83040 Gesualdo (AV) TEL. 0825/401003 fax 0825/401358 Il giorno 28/02/2013 alle ore 16,00 è indetto un bando di gara a procedura aperta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (ex art. 53, comma 2, lett. A) e art. 83 del Dlgs 163/06 e s.m.i.; L.R. N. 3/07 e s.m.i.) per l'appalto dei lavori di potenziamento e ristrutturazione di un elettrodotto comunale nelle aree rurali nell’ambito del PSR Campania 2007-2013 Misura 125. CIG 485429314F CUP J48D12000050006. Importo complessivo dell'appalto: 1.515.362,58. A base d'asta: 1.487.926,85 e 27.435,73 relativi agli oneri di sicurezza(non soggetti a ribasso d'asta). Categorie delle lavorazioni OG10. Termine di presentazione delle offerte: ore 12,00 del giorno 26/02/2013. Responsabile unico del procedimento Geom. Pedone Antonio Ulteriori informazioni sono reperibili nel bando integrale reperibile sul sito internet: www.comune.gesualdo.av.it/ Il Responsabile del Settore Tecnico Ing. Nitti Vincenzo
Comunità Montana Irno Solofrana Esito di gara CIG: 3973794E8. Il giorno 11/10/2012 si è aggiudicato l’appalto, mediante procedura aperta, per la fornitura e messa in opera del progetto “Atlante – Sistema integrato per lo sviluppo locale” POR FESR 2007/2013, Asse V “Società dell’informazione” O.O. 5.1 “Egovernament ed e-inclusion”. ID 1445 Importo a base di gara Euro 719.627,81+IVA. Offerte ricevute: 5. Aggiudicatario: AT.I. composta da Publisys S.p.a. (Mandataria) c.da Santa Loja – 85050 Tito Scalo (PZ) e Fastweb S.p.a. (Mandante) Via Caracciolo n. 51 – Milano. Importo di aggiudicazione: Euro 680.058,35 al netto degli oneri sicurezza di Euro 14.392,56 e oltre IVA con un ribasso del 3,57%. Ulteriori informazioni su www.cmirnosolofrana.it Il Responsabile Unico del Procedimento Biagio Cerrato
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IL PERSONAGGIO R2MONDO
PER SAPERNE DI PIÙ: www.evalongoriafoundation.org http://online.wsj.com
La casalinga disperata ha cambiato vita Studia politica ed è consulente di Obama
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Longoria La nuova icona del potere latino DAL NOSTRO INVIATO ANGELO AQUARO WASHINGTON ignor presidente, a questo punto tocca a Lei». Il piccolo gruppo di notabili ispanici sussultò: come si permetteva quella signora di rivolgersi così al Comandante in Capo? «Con tutto il rispetto, signore» continuò la donna «è una materia che lei dovrebbe risolvere con tutto il carico emozionale che ci sa mettere». Barack Obama la guardò perplesso: «Cosa vuoi dire?». «Voglio dire che deve saper dimostrare l’attaccamento a noi latini. In fondo è cresciuto in un ambiente simile. Deve essere capace di parlare a noi come se parlasse alla sua famiglia». Il presidente incassò in silenzio. Ma due mesi dopo, quando il 15 giugno scavalcò l’immobilismo del Congresso per proporre il suo mini Dreamact, il decreto che ha permesso la regolarizzazione di oltre un milione di clandestini, i partecipanti a quella ristrettissima riunione ricordarono che lo scatto presidenziale era cominciato proprio allora: grazie alla spinta di una piccola grande donna latina. Eva Longoria. Una “Casalinga disperata” alla Casa Bianca? Dal Texas a Wa-
«S
Molti attribuiscono a lei le leggi varate dal presidente in favore degli immigrati
«L’Eva Longoria che incartava hamburger da Wendy aveva bisogno di pagare meno: non l’Eva Longoria che lavora nel cinema». L’ultimo show è andato in onda in queste ore: è toccato proprio
a lei co-presiedere nientemeno che il comitato di organizzazione della spettacolare cerimonia di inaugurazione. Ok, il Team Obama ha faticato a raccogliere i 50 milioni di dollari per rientrare
SUL PALCO Eva Longoria a uno degli eventi per l’inaugurazione di Obama
nelle spese: al punto, pur di far cassa, da dimezzare i biglietti del Gran Ballo da 1000 a 500 dollari. Ma qui la signora non c’entra. Anzi. Il suo “Latino Inaugural” con José Feliciano al Kennedy Center
è stato un trionfo. Del resto gli ispanici sono già oggi il 10% degli americani: ed entro vent’anni saranno uno statunitense su tre. Ecco perché Obama, che sta già costruendo il partito del futuro, sa
che deve tenersela stretta, la sua Eva: non tanto naturalmente da ingelosire Michelle. Di First Lady e di casalinga disperata, ne basta, rispettivamente, una. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La scheda LA RACCOLTA FONDI
shington passando per Hollywood, la favola della protagonista del celebre serial, nata in Texas 37 anni fa da genitori messicani, è diventata l’ultima incarnazione, e che incarnazione, della nuova America di Obama. Sulla sua pagina Twitter, 5 milioni di followers, la signora che per ben due volte la rivista Maxim, non proprio la Gazzetta Ufficiale, ha eletto «latina più caliented’America», si definisce «attrice, attivista e filantropa». Ma a Washington sono in tanti a giurare che presto la lista potrebbe allungarsi con una nuova qualifica: onorevole Longoria. Lei, per il momento, si è iscritta a un corso di scienze politiche alla Cal State-Northridge University, specializzazione chicanos, studi sui cittadini di origine messicana dunque, perché — racconta al Wall Street Journal — non vuole passare «per una di quelle celebritiesche non sanno di cosa sta parlando». Non che lei non lo sappia. Invitata alla convention democratica, aveva respinto il copione perché troppo moscio. Correggendolo poi con quella battuta a effetto contro Mitt Romney che non voleva alzare le tasse ai ricchi:
L’attrice è stata impegnata, con il gruppo Futuro Fund, nella raccolta fondi per la campagna elettorale di Obama
LA FONDAZIONE La “Eva Longoria foundation”, creata per aiutare i latinoamericani negli Usa, ha istituito un servizio di microcredito per i latini del Texas
IL PROGETTO Longoria collabora a un progetto che punta a individuare case e negozi a prezzi convenienti da fornire alle comunità ispaniche
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IL CASO R2CRONACA
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Un sondaggio svela che a Pechino non ci si dichiara l’amore La scoperta turba il Paese. E il governo deve correre ai ripari
IL TABÙ L’ideogramma cinese per “Ti amo”
(segue dalla prima pagina)
Perché solo i cinesi non dicono “I love you”
PECHINO igli, genitori, amici, coniugi, perfino amanti e qualche star, hanno provato a dire ai congiunti le parole grazie alle quali l’umanità non risulta estinta. La maggioranza dei destinatari, colta di sorpresa, ha ammesso che nessuno prima glielo aveva detto mai e che una frase simile, comunque, non l’ha mai pronunciata. Le risposte più comuni sono state queste: «Cosa sta succedendo?», «Ti senti male?», «Ti ho già versato i soldi del mese», «Il medico mi ha detto che è tutto a posto». Un contadino, travolto dal «wo ai ni» telefonico di una figlia metropolitanizzata che non vedeva da un anno, ha farfugliato: «Sì, ancora sei mesi e il vicino mi presta quanto serve per rifarti le palpebre». Non era mai successo, neppure prima della Rivoluzione Culturale, che un confronto su come è possibile esprimere seriamente ciò che si è concordato di chiamare amore si svolgesse in pubblico tra la popolazione che rappresenta un sesto di
gare il funerale del padre, chi offriva il proprio sangue per salvare la famiglia dalle zanzare, chi annegava nel fiume per recuperare la sposa. Mai, però, una bella dichiarazione. Ed è questo il problema degli eroafasici cinesi contemporanei, travolti dai film di Hollywood, dalle vecchie soap brasiliane, dal pop britannico, dai fumetti giapponesi, dalle leggende italiane e infine da una montagna di «amori», di «tesori» e di «per sempre» rigurgitati online. Una crisi di identità, l’inferiorità del «non saperlo dire», con centinaia di milioni di individui che cominciano a sospettare che «l’Occidente è più avanti perché ha il coraggio di dire le cose come stanno, specie se non sono vere». Altri sostengono che «in Asia l’amore è una cosa diversa, legata al fare», qualcuno che «l’America ha trasformato in show anche il senso della vita», mentre i cantonesi emigrati a San Francisco confessano che se proprio devono, biascicano un «I love you». Nella lingua materna, però, mai. Il tema è così caldo che il governo è stato costretto a ricordare di avere approvato un anno fa il nuovo «Manuale dell’amore per il 21° secolo»: inse-
Un retaggio dei tempi di Mao, quando esprimere i sentimenti era un vizio borghese
La risposta più comune a una manifestazione di affetto è “Cosa vuoi?”
quella del Pianeta. Invece ora anche i giornali del partito riservano la prima pagina a una frivolezza che scuote più dell’apprendere che gli europei cominciano a essere più magri degli asiatici: «Perché i cinesi non sanno dire ti amo». Sembrava una divagazione da weekend, come quella di una popolare trasmissione che ha chiesto agli spettatori di ricordare l’attimo in cui hanno avuto il sospetto di sentirsi felici. Qui la partita s’è chiusa: memoria esaurita. Sull’incapacità nazionale di trasformare l’affetto in suono si è staccata al contrario una valanga. Il China Daily ha pubblicato le trenta fotografie che per trent’anni, lo stesso giorno, ritraggono un padre con la figlia. Nella prima lui le tiene la manina. Nell’ultima lei lo sorregge per un braccio. «Mai detto – confermano – che ci vogliamo bene». Il file, in poche ore, è stato aperto da due milioni di persone. Vivente Mao, parlare d’amore era bandito come vizio borghese. «I sentimenti – ha detto il ricercatore Ji Yingchun – erano sotto-
gnare agli anziani a navigare in internet, impostare i canali della tivù, pagare le bollette agli invalidi, fare la spesa ai vecchi e «aiutare i genitori vedovi a risposarsi». Il comandamento numero undici del partito, passato sotto silenzio, arriva a recitare: «Dire ai genitori che li amiamo». E una coppia? Niente. Non sarà il preludio di un’altra rivoluzione culturale, ma si profila come l’avviso che ogni cinese vuole liberamente fare i conti almeno con se stesso. Tenersi per mano all’università ora si può, le mamme vengono scongiurate di non cercare più in una certa piazza la ragazza giusta per il figlio, il divorzio non esclude dalla fabbrica ed è nata perfino una banca dove gli ex depositano gli oggetti comuni che hanno significato qualcosa. Riuscire a dire «ti amo», ha sentenziato ieri la Rete allarmando la censura, significa che dopo nessuno può più chiuderti la bocca. «Ma solo di rado – ha scritto la commessa Chong Lu – quando serve proprio. Altrimenti è strano».
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPAOLO VISETTI
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messi agli obbiettivi collettivi: patria, partito, lavoro». Già prima di Confucio, in Asia, contavano le azioni, non le parole. I
cinesi, dalla dinastia Yuan, sono cresciuti con i «Ventiquattro esempi di pietà filiale». Chi si vendeva come schiavo per pa-
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Un guardaroba prezioso, dai colori caldi, e lo scettro come nuovo accessorio della collezione “Privé” E Lagerfeld si schiera in favore delle nozze gay: al Grand Palais sfilano per mano due modelle vestite da sposa
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STILI DI VITA R2CRONACA
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I dettagli GLAMOUR
IL BRACCIALE/1 In oro giallo e diamanti il “Flower” di Tiffany
L’ANELLO/2 Oro bianco, diamanti e rubellite. Piaget
L’ANELLO/1 In oro rosa e peridoto l’anello Tabou di Pomellato
Abito di ispirazione etnica per Armani con scettro e cappello dei dervisci
LA BORSA Clutch con Swarovski. Rodo Firenze
IL BRACCIALE/2 Manchette Dior in oro giallo e smeraldi
IL COLLIER Smeraldo a goccia, diamante e brillanti nel collier in platino di Cartier
Reginedistile DAL NOSTRO INVIATO LAURA ASNAGHI PARIGI na vera regina, con tanto di scettro. Ecco la donna dell’alta moda “Privé” di Armani,conunguardaroba dai richiami etnici. Sfila su una passerella, dominata da un lampo luminoso, un tocco di luce forte e deciso come il carattere di questadonna,unareginacheruba decori alle etnie di tutto il mondo. Tutto è impeccabile, iperfemminile, persino le giacche indossate con pantaloni aderenti, hanno un taglio nuovo, sensuale. I top, da portare con ampie gonne dai caldi colori dell’Africa, sono ricamati conperlinecolorate.Idisegnisono quellietnici,illussoèdiispirazione tribale ma il risultato finale di questa collezione, dove lo scettro diventa il nuovo accessorio, è un inno all’alta moda di impronta moderna, fatta di abiti preziosi con effetto “tatoo”, di decori che si rifanno alla tradizione Masai, interpretati con il gusto di un grande maestrocomeArmani.Inprimafila ad applaudire ci sono Claudia Cardinale, Uma Thurman, Livia Firth, Ilary Swank e Clotilde Coureau. Armani è orgoglioso del suo successo, coronato ieri dall’inaugurazione della sua settima boutique parigina, in avenue Montaigne. «In questa città si respira l’aria del lusso e dell’eleganza, per questo bisogna esserci al meglio — spiega — solo Milano, con il suo quadrilatero della moda, può competere con Parigi e New York». E le altre città italiane? «Roma è meravigliosa ma non è elegante. Firenze non esiste. E Torino pure. La sua eleganza è troppo cerebrale». E per evitare polemiche dice che questi giudizi valgono solo «sotto il profilo della moda». Armani crea abiti da sogno per donne-regine mentre Chanel porta in scena principesse dentro un bosco incantato. E per rendere meglio l’idea, Karl Lagerfeld, lo stilista della maison, ha ricreato al Grand Palais, un bosco con alberi arrivati dalla Normandia, rimessi a dimora dopo il défilé. Quel bosco ha fatto da cornice a un’arena nella quale si sono esibite fate e principesse con abiti da sera tempestati di fiori e mise da giorno, con maniche rinascimentali, dove i tailleur Chanel dalle gonne svasate erano indossati con stivali cuissard in pizzo e giacche trompoeilconinnestidicamicieargentate. Finale a sorpresa, con due donne vestite da sposa, mano nella mano, e con loro un bimbo. Un perfetto ritratto delle moderne famiglie omosessuali, che vanno ol-
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Il lusso etnico targatoArmani mise da sogno per Chanel tre quelle etero, difese dai conservatori. Eteree fanciulle in fiore anche da Giambattista Valli che ha sfilato all’Ambasciata d’Italia. I suoi abiti in tulle o in pizzo macramè, stretti in vita e con gonne vaporose, mescolano stampe animalier a decori di fiori in cristallo e
In passerella un inno all’alta moda di impronta moderna, tra il pubblico star come Claudia Cardinale e Uma Thurman
SOFISTICATA Abito tempestato di fiori per Giambattista Valli
piume, che ricordano quelli delle porcellane di Meissen. La flora e la fauna,inversioneValli,conigioielli in bronzo dell’artista romano LuigiScialanga,vestonoragazzedi grande eleganza, a loro agio anche conabitidaivoluminosistrascichi.
ELEGANTE Candidi tailleur per le principesse di Chanel che seducono con stivali cuissard
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L’evento
Re Giorgio firma la sua vetrina dell’eleganza
UN NEGOZIO firmato Giorgio Armani, dagli abiti all’architettura interna. Il guru della moda italiana ha inaugurato ieri sera la nuova boutique donna, di 450 metri quadrati, in Avenue Montaigne, dove tutto porta la sua firma. In un edificio storico dei primi del ‘900, ha creato un percorso, attraverso una serie di stanze, dove sono esposti accessori, borse, scarpe, abiti da giorno, da sera e da cocktail. L’ambiente, contrassegnato dal tipico minimalismo di lusso, ha pavimenti in marmo, onice, granito e quarzo con pareti e soffitti blu petrolio, grigio argento e verde militare. Nella boutique verranno esposti anche gli accessori della collezione di alta moda. «Avenue Montaigne è una delle mete più prestigiose al mondo — spiega Armani — qui regna un’atmosfera di sofisticata eleganza che la rende una location perfetta per la mia boutique».
avviso al pubblico Avvio del procedimento (ai sensi dell’art. 52-ter del D.P.R. 08.06.2001, n. 327 e s.m.i.) 1. Snam Rete Gas S.p.A., Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Snam S.p.A., - Società con unico socio, con sede legale in S. Donato Milanese (MI) - Piazza Santa Barbara, 7 - Capitale Sociale Euro 1.200.000.000,00 interamente versato, Codice Fiscale, Partita IVA e numero di iscrizione al Registro delle Imprese di Milano 10238291008, R.E.A. Milano n. 1964271 ed uffici in Bari via G. Amendola, 162/1, in data 28.12.2012, prot. n. 26634, ha inoltrato a questa Amministrazione istanza, allo scopo di essere autorizzata, ai sensi degli artt. 52-quater e 52-sexies del D.P.R. 08/06/2001 n. 327 e s.m.i., alla costruzione ed all’esercizio, con accertamento della conformità urbanistica, apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, approvazione del progetto ed alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera denominata: - Variante Diramazione Nucleo Industriale Sangro - Aventino DN 150 (6”) - 12 bar, della lunghezza di circa 5 metri; - Variante Allacciamento BIMO Italia DN 150 (6”) - 12 bar, della lunghezza di circa 62 metri; - Potenziamento Allacciamento Comune di Atessa DN 150 (6”) - 12 bar, della lunghezza di circa 5172 metri; - Variante allacciamento comune di Atessa” DN 100 (4”) - 12 bar, della lunghezza di circa 12 metri; 2. La realizzazione della suddetta opera si rende necessaria al fine di poter disporre di una maggiore ed alternativa capacità di trasporto di gas naturale, considerato che con la rete esistente non è possibile mantenere la continuità del trasporto di gas metano verso le utenze civili ed industriali e pertanto risulta indispensabile la realizzazione della predetta opera, ricadente interamente nel territorio del Comune di Atessa (CH); il progetto prevede altresì la razionalizzazione della rete e degli impianti di Snam Rete Gas S.p.A. esistenti, interferiti dalla realizzazione delle nuove opere; 3. Gli atti di tale progetto, costituito, oltre che dall’istanza di cui al punto 1), dalla dichiarazione ex art. 31 del D. Lgs. n. 164/2000, dal relativo “schema di rete”, dalla relazione tecnica ed elaborati grafici, comprensivi delle planimetrie catastali riportanti la fascia del vincolo preordinato all’esproprio (VPE) e le aree da occupare temporaneamente, sono depositati, per la visione al pubblico, presso il Comune di Atessa, Settore 6° - Lavori Pubblici, Piazza Municipio 1 - 66041 Atessa (CH), ove saranno consultabili nei giorni di lunedì e mercoledì dalle ore 10.00 alle ore 12.00, per venti (20) giorni consecutivi decorrenti dalla data di pubblicazione all’albo pretorio del presente avviso, con il quale ha inizio la fase istruttoria del procedimento ai sensi e per gli effetti degli att. 7 e 8 della Legge 07.08.1990, n. 241 e s.m.i.; 4. Il presente avviso, con l’elenco di seguito riportato, recante le indicazioni dei fogli e delle particelle interessati dal fascia del vincolo preordinato all’esproprio (VPE) e delle aree da occupare temporaneamente, viene pubblicato per venti (20) giorni consecutivi, decorrenti dal giorno 23.01.2013 all’Albo Pretorio on line del Comune di Atessa. L’avviso viene inoltre pubblicato, in pari data, sul sito informatico della Regione Abruzzo (B.U.R.A.) e sui seguenti quotidiani: “Repubblica” e “Messaggero ed. Abruzzo”; Le eventuali osservazioni, inerenti e pertinenti al procedimento, dovranno essere inoltrate dagli interessati, con memorie scritte e documenti, al Comune di Atessa Settore 6° - Lavori Pubblici, Piazza Municipio 1 - 66041 Atessa (CH), entro il termine perentorio di 30 (trenta) giorni successivi alla scadenza del termine di cui al punto 4), per essere in seguito valutate nella apposita Conferenza di Servizi. 5. Il presente avviso integra infine, a tutti gli effetti, anche la comunicazione personale ai sensi dell’art. 8, comma 3, della Legge 07.08.1990, n. 241 e s.m.i., in quanto è stato accertato che il numero dei proprietari dei terreni interessati dall’esecuzione dell’opera è superiore a cinquanta. 6. Ai sensi dell’art. 3, comma 3 del D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i., qualora gli intestatari secondo i registri catastali non siano più proprietari degli immobili e/o la situazione catastale sia variata rispetto a quanto riportato nel prospetto che segue, gli stessi sono tenuti a comunicarlo all’Ufficio scrivente entro 30 giorni indicando, altresì, ove ne siano a conoscenza, il nuovo proprietario o comunque fornendo copia degli atti in loro possesso utili a ricostruire le vicende degli immobili interessati. 7. Responsabile del procedimento è l’Ing. Guglielmo Palmieri, Responsabile del Settore 6° - Lavori Pubblici, Comune di Atessa - Piazza Municipio 1 - 66041 Atessa (CH), Tel. 0872/850421, Fax 0872/850413. Regione Abruzzo - Provincia di Chieti - Comune di Atessa Variante Diramazione Nucleo Industriale Sangro - Aventino Dn 150 (6”) - 12 Bar Variante Allacciamento Bimo Italia Dn 150 (6”) - 12 Bar Potenziamento Allacciamento Comune Di Atessa Dn 150 (6”) - 12 Bar Variante Allacciamento Comune Di Atessa” Dn 100 (4”) - 12 Bar Elenco delle aree interessate dal vincolo preordinato all’esproprio (Terreni soggetti ad imposizione di servitù ed occupazione temporanea) Variante Diramazione Nucleo Industriale Sangro - Aventino DN 150 (6”) - 12 bar • Ditta Catastale: Consorzio per il nucleo di industrializzazione del Sangro Aventino, Foglio 4, Mappale 4869 Variante Allacciamento Bimo Italia Dn 150 (6”) - 12 Bar • Ditta Catastale: Consorzio per il nucleo di industrializzazione del Sangro Aventino, Foglio 4, Mappale 4869 • Ditta Catastale: Centro Leasing Spa con sede in Firenze (Fi), Foglio 4, Mappale 4127 • Ditta Catastale: Giannico Michelina, nata ad Atessa (Ch) Il 21/08/1926 e Spadaccini Guglielmina, nata ad Atessa (Ch) Il 01/01/1900, Foglio 4, Mappale 716 Potenziamento allacciamento Comune di atessa Dn 150 (6”) - 12 Bar • Ditta Catastale: Consorzio Per Il Nucleo di industrializzazione del Sangro Aventino, Foglio 4, Mappali 4869, 4870, 4881, 5082 • Ditta Catastale: Consorzio per lo sviluppo industriale del Sangro con sede in Casoli (CH), Foglio 8, Mappali 4793, 4795, 4797, 4799, 4800, 324, 4802, 4009, 4555, 4556, 4559, 4558, 4347, 4562, 4561, 4353, 4349, 4570, 4571, 4574, 4573, 4504, 4324, 4325, 4336, 4335, 4301, 4509, 4302, 4306, 410, 4512, 4307, 4312, 4515, 4313, 4317, 4516, 4319, 4318, 4519, 4531, 4321, 4518, 4526, 459, 429, 190, 715, 716, 718, 437, 442, 697, 698, 602, 607, 628, 612, 617 • Ditta Catastale: Consorzio per l’area di sviluppo industriale del Sangro con sede in Casoli (CH), Foglio 8, Mappale 4048 • Ditta Catastale: Consorzio per l’area di sviluppo industriale del Sangro con Sede In Atessa (CH), Foglio 8, Mappali 80, 4091, 294, 4051, 692, 596, 601, 606 • Ditta Catastale: Honda Italia Industriale S.p.a. con sede in Atessa (CH), Foglio 4, Mappale 82 • Ditta Catastale: Tano Luzio Pierino, nato ad Atessa (CH) il 17/08/1936 e Troilo Concetta, nata ad Archi (CH) il 11/11/1942, Foglio 8, Mappale 4796 • Ditta Catastale: Tano Luzio Pierino, nato ad Atessa (CH) il 17/08/1936, Foglio 8, Mappali 4798, 436, 78, 717, 432, 433, 250, 613 • Ditta Catastale: Iacobitti Ines, nata ad Atessa (CH) il 11/03/1944, Foglio 8, Mappali 4877, 618, 623 • Ditta Catastale: Travaglini Domenico & C. Snc con sede in Roccascalegna (CH), Foglio 8, Mappali 4348, 4354, 4697 • Ditta Catastale: Pellegrini Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 09/06/1912, Foglio 8, Mappali 4565, 4564 • Ditta Catastale: Luciano Travaglini S.r.l. con sede in Atessa (CH), Foglio 8, Mappali 4696, 4358, 4340 • Ditta Catastale: Carafa Nicola, nato ad Atessa (CH) il 22/02/1947 e D’Amico Maria, nata ad Atessa (CH) il 20/11/1952, Foglio 8, Mappali 4337, 4403 • Ditta Catastale: Irplast - S.p.a. con sede in EMPOLI (FI), Foglio 8, Mappali 4338, 4333 • Ditta Catastale: Intilangelo Luzio, nato ad Atessa (CH) il 17/08/1912, Foglio 8, Mappali 4332, 4334 • Ditta Catastale: Marcone Adelina, nata ad Atessa (CH) il 08/10/1928 e Marcone Anna Maria, nata ad Atessa (CH) il 26/06/1951 e Marcone Paolo, nato a Roma (RM) il 01/09/1949, Foglio 8, Mappale 4523 • Ditta Catastale: Bottaro Maria, nata a Casoli (CH) il 06/12/1904 e Lazzaro Maria, nata ad Atessa (CH) il 01/10/1923, Foglio 8, Mappale 427 • Ditta Catastale: Lazzaro Maria, nata ad Atessa (CH) il 01/10/1923, Foglio 8, Mappale 428 • Ditta Catastale: Di Fabrizio Salvatore, nato ad Archi (CH) il 24/04/1923, Foglio 8, Mappale 438 • Ditta Catastale: Campitelli Ermete, nato ad Atessa (CH) il 06/04/1972, Foglio 8, Mappale 443 • Ditta Catastale: Immobiliare Costruzioni Menna Snc di Menna Giuseppe & Figli, Foglio 8, Mappale 447 • Ditta Catastale: Pasquini Dina, nata a Mozzagrogna (CH) il 01/01/1958, Foglio 8, Mappali 293, 87 • Ditta Catastale: Pasquini Bruno, nato a Mozzagrogna (CH) il 14/12/1940, Foglio 8, Mappali 4092, 83 • Ditta Catastale: D’ercole Pasquale, nato a Scerni (CH) il 01/04/1945, Foglio 8, Mappali 4290, 265 • Ditta Catastale: Cinalli Giuseppe, nato ad Atessa (CH) il 03/03/1958, Foglio 8, Mappale 208 • Ditta Catastale: Flocco Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 24/04/1949, Foglio 8, Mappale 91 • Ditta Catastale: Cinalli Giuseppe, nato ad Atessa (CH) il 12/07/1944 e Cinalli Nicola, nato ad Atessa (CH) il 01/04/1915, Foglio 8, Mappale 205 • Ditta Catastale: Tano Amalia, nata ad Atessa (CH) il 12/06/1930, Foglio 8, Mappale 597 • Ditta Catastale: Tano Maria, nata ad Atessa (CH) il 22/08/1935, Foglio 8, Mappali 626, 181 • Ditta Catastale: Cirulli Arnaldo, nato a Schiavi Di Abruzzo (CH) il 18/06/1942, Foglio 8, Mappale 62 • Ditta Catastale: Pasquini Raffaella, nata a Mozzagrogna (CH) il 26/09/1964, Foglio 8, Mappale 152 • Ditta Catastale: Orfeo Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 30/07/1949, Foglio 8, Mappali 4714, 309 • Ditta Catastale: Cinalli Giuseppe, nato ad Atessa (CH) il 28/06/1944, Foglio 8, Mappale 155 • Ditta Catastale: Tano AnnA, nata ad Atessa (CH) il 15/06/1948 e Travaglini Francesca, nata ad Atessa (CH) il 15/10/1982 e Travaglini Franceschina, nata a Casoli (CH) il 18/09/1923 e Travaglini Gabriella, nata ad Atessa (CH) il 20/11/1975 e Travaglini Luciana, nata ad Atessa (CH) il 11/09/1985 e Travaglini Maria, nata ad Atessa (CH) il 30/07/1957 e Travaglini Sandro, nato ad Atessa (CH) il 11/06/1973, Foglio 8, Mappali 4720, 4721 • Ditta Catastale: Campitelli Ernesto, nato ad Atessa (CH) il 04/01/1942 e Franceschini Giuseppina, nata a Lanciano (CH) il 19/04/1950, Foglio 8, Mappali 195, 266, 174, 322, 320 • Ditta Catastale: Campitelli Ernesto, nato ad Atessa (CH) il 04/01/1942, Foglio 8, Mappali 158, 310 • Ditta Catastale: Campitelli Ernesto, nato ad Atessa (CH) il 04/01/1942 e Cinalli Giuseppe, nato ad Atessa (CH) il 28/06/1944 e Franceschini Giuseppina, nata a Lanciano (CH) il 19/04/1950, Foglio 8, Mappali 4756, 4757 • Ditta Catastale: Serrapica Group S.r.l. con sede in Santa Maria Imbaro (CH), Foglio 8, Mappali 4740, 4743, 4737 • Ditta Catastale: Tano Maria, nata ad Atessa (CH) il 05/06/1935, Foglio 8, Mappali 4746, 4816 • Ditta Catastale: Intilangelo Nicola, nato ad Atessa (CH) il 02/01/1938, Foglio 8, Mappali 4817, 4820 • Ditta Catastale: Intilangelo Carolina, nata ad Atessa (CH) il 01/12/1980 e Intilangelo Gabriele, nato ad Atessa (CH) il 27/05/1940, Foglio 8, Mappale 4821 • Ditta Catastale: Pietrodarchi Amalia, nata ad Atessa (CH) il 01/12/1942 e Pietrodarchi Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 09/06/1940, Foglio 8, Mappale 4749 • Ditta Catastale: Natale Santa, nata ad Atessa (CH) il 07/08/1923, Foglio 8, Mappali 4752, 4751 • Ditta Catastale: Campitelli Nicola, nato ad Atessa (CH) il 23/11/1938, Foglio 8, Mappali 4733, 4732, 196 • Ditta Catastale: Iacobitti Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 26/11/1942, Foglio 8, Mappali 269, 168 • Ditta Catastale: D’ercole Domenico, nato a Scerni (CH) il 26/01/1935, Foglio 8, Mappale 173 • Ditta Catastale: Tumini Nicola, nato ad Atessa (CH) il 03/04/1926, Foglio 8, Mappale 267 • Ditta Catastale: Cinalli Mario, nato ad Atessa (CH) il 27/12/1939, Foglio 8, Mappale 312 • Ditta Catastale: Travaglini Francesca Celeste, nata a Casoli (CH) il 18/09/1823 e Travaglini Maria Lucia, nata ad Atessa (CH) il 30/07/1957, Foglio 8, Mappale 302 e Foglio 16, Mappale 221 • Ditta Catastale: Franceschini Giuseppina, nata a Lanciano (CH) il 19/04/1950, Foglio 16, Mappali 60, 286 • Ditta Catastale: Di Florio Maria Domenica, nata a Casoli (CH) il 14/09/1929 e Orfeo Anna, nata ad Atessa (CH) il 23/06/1948, Foglio 16, Mappale 61 • Ditta Catastale: Travaglini Domenicantonio, nato a Casoli (CH) il 05/09/1941, Foglio 16, Mappali 4024, 4023 • Ditta Catastale: Travaglini Mario Nicola, nato a Casoli (CH) il 12/03/1945, Foglio 16, Mappali 4026, 4027, 4030, 4029 • Ditta Catastale: Campitelli Maria, nata ad Atessa (CH) il 26/01/1944, Foglio 16, Mappale 4042 • Ditta Catastale: Campitelli Elisabetta, nata ad Atessa (CH) il 25/01/1936, Foglio 16, Mappali 272, 8, 9 • Ditta Catastale: Di Florio Giovina, nata ad Atessa (CH) il 01/08/1943, Foglio 16, Mappali 14, 16 • Ditta Catastale: Romandini Camillo, nato a Chieti (CH) il 02/07/1960 e Romandini Lucia, nata ad Atessa (CH) il 04/08/1954, Foglio 16, Mappali 18, 48, 47, 242 • Ditta Catastale: Intilangelo Giulio, nato ad Atessa (CH) il 31/12/1938, Foglio 16, Mappale 255 e Foglio 31, Mappali 10, 26, 7 • Ditta Catastale: Carafa Vincenzina, nata ad Atessa (CH) il 06/10/1969, Foglio 31, Mappali 11, 12, 13 • Ditta Catastale: Marcovecchio Franco, nato ad Agnone (IS) il 21/08/1968, Foglio 30, Mappale 114 e Foglio 31, Mappali 232, 233 • Ditta Catastale: Stampone Antonietta, nata ad Atessa (CH) il 25/09/1939, Foglio 31, Mappali 101, 100 • Ditta Catastale: Farina Anna, nata ad Atessa (CH) il 03/02/1983 e Farina Armando, nato ad Atessa (CH) il 07/03/1958, Foglio 31, Mappale 4015 • Ditta Catastale: Menna Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 24/07/1963, Foglio 31, Mappale 4021, 4018 • Ditta Catastale: Odorisio Irene, nata ad Atessa (CH) il 11/02/1957, Foglio 31, Mappali 4016, 4074, 236 • Ditta Catastale: Odorisio Anna Maria, nata ad Atessa (CH) il 05/10/1954, Foglio 31, Mappali 4075, 270, 273, 110 • Ditta Catastale: Carafa Daniele, nato ad Atessa (CH) il 28/10/1980 e Carafa Natale, nato ad Atessa (CH) il 25/12/1946, Foglio 31, Mappali 271, 107, 235 • Ditta Catastale: Carafa Patrizia, nata ad Atessa (CH) il 22/02/1973, Foglio 31, Mappale 272 • Ditta Catastale: Diana Antonella, nata ad Isernia (IS) il 19/04/1976 e Marcovecchio Antonio, nato ad Agnone (IS) il 16/04/1967, Foglio 31, Mappali 4101, 4038, 4043 • Ditta Catastale: Di Camillo Rosa, nata a Sant’Eusanio Del Sangro (CH) il 25/11/1936 e Rossi Giuseppe, nato ad Atessa (CH) il 29/02/1928 e Rossi Orietta, nata ad Atessa (CH) il 04/02/1969, Foglio 31, Mappali 4088, 4009 • Ditta Catastale: Rossi Domenica, nata ad Atessa (CH) il 19/11/1957 e Di Camillo Rosa, nata a Sant’Eusanio Del Sangro (CH) il 25/11/1936 e Rossi Giuseppe, nato ad Atessa (CH) il 29/02/1928 e Rossi Orietta, nata ad Atessa (CH) il 04/02/1969, Foglio 31, Mappale 4090 • Ditta Catastale: Costantini Gionni, nato ad Atessa (CH) il 20/08/1980 e Costantini Roberto, nato ad Atessa (CH) il 21/11/1974, Foglio 31, Mappale 4092 • Ditta Catastale: Celiberti Antonio, nato ad Atessa (CH) il 15/02/1945 e Ciccarelli Carmela, nata ad Atessa (CH) il 06/11/1946, Foglio 31, Mappali 364, 4030 • Ditta Catastale: Costantini Roberto, nato ad Atessa (CH) il 21/11/1974, Foglio 31, Mappale 362 • Ditta Catastale: Menna Antonio, nato ad Atessa (CH) il 13/06/1929 e Menna Domenico, nato ad Atessa (CH) il 15/11/1925 e Menna Filomena, nata ad Atessa (CH) il 01/11/1922, Foglio 31, Mappale 4025 • Ditta Catastale: Carafa Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 03/12/1968, Foglio 31, Mappali 4048, 176, 168, 167 • Ditta Catastale: Stampone Agostino, nato ad Atessa (CH) il 31/05/1937, Foglio 31, Mappale 4023 • Ditta Catastale: Marchetti Filomena, nato ad Atessa (CH) il 23/10/1938, Foglio 31, Mappali 153, 154 • Ditta Catastale: Stefano Gianmarco, nato ad Atessa (CH) il 04/12/1973, Foglio 31, Mappali 330, 4024 • Ditta Catastale: Menna Domenico, nato ad Atessa (CH) il 04/04/1955, Foglio 31, Mappale 148 • Ditta Catastale: Rossi Luzio, nato ad Atessa (CH) il 02/12/1949, Foglio 31, Mappali 296, 104 • Ditta Catastale: Carunchio Enrico, nato ad Atessa (CH) il 04/05/1926, Foglio 30, Mappali 423, 645 • Ditta Catastale: Di Padova Emilio, nato ad Archi (CH) il 13/04/1933, Foglio 30, Mappali 4448, 4447 • Ditta Catastale: Comune Di Atessa, Foglio 30, Mappale 4065 • Ditta Catastale: Relitto di acque, Foglio 4, Mappale 4865 • Ditta Catastale: Reliquati, Foglio 8, Mappali 4568, 4567 e Foglio 31, Mappale 4091 Variante allacciamento comune di Atessa” DN 100 (4”) - 12 bar • Ditta Catastale: Carunchio Enrico, nato ad Atessa (CH) il 04/05/1926, Foglio 30, Mappale 645 • Ditta Catastale: Comune Di Atessa, Foglio 30, Mappale 4065 Elenco delle aree interessate da occupazione temporanea (terreni non soggetti ad imposizione di servitù) Potenziamento Allacciamento Comune di Atessa DN 150 (6”) - 12 bar • Ditta Catastale: Giannico Michelina, nata ad Atessa (CH) il 21/08/1926 E Spadaccini Guglielmina (fu Vincenzo), nata ad Atessa (CH) il 01/01/1900, Foglio 4, Mappale 710 • Ditta Catastale: Iacobitti Ines, nata ad Atessa (CH) il 11/03/1944, Foglio 8, Mappale 4877 • Ditta Catastale: Consorzio Per Lo Sviluppo Industriale Del Sangro con sede in Casoli (CH), Foglio 8, Mappali 4803, 4532, 4579 • Ditta Catastale: Travaglini Domenico & C. Snc con sede in Roccascalegna (CH), Foglio 8, Mappali 4348, 4354, 4697 • Ditta Catastale: Luciano Travaglini S.r.l. con sede in Atessa (CH), Foglio 8, Mappali 4696, 4358, 4340 • Ditta Catastale: Carafa Nicola, nato ad Atessa (CH) il 22/02/1947 e D’Amico Maria, nata ad Atessa (CH) il 20/11/1952, Foglio 8, Mappale 4403 • Ditta Catastale: Marcone Adelina, nata ad Atessa (CH) il 08/10/1928 e Marcone Anna Maria, nata ad Atessa (CH) il 26/06/1951 e Marcone Paolo, nato a Roma (RM) il 01/09/1949, Foglio 8, Mappale 4578 • Ditta Catastale: Campitelli Ernesto, nato ad Atessa (CH) il 04/01/1942, Foglio 8, Mappale 310 • Ditta Catastale: Pietrodarchi Amalia, nata ad Atessa (CH) il 01/12/1942 e Pietrodarchi Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 09/06/1940, Foglio 8, Mappale 4750 • Ditta Catastale: Carafa Vincenzo, nato ad Atessa (CH) il 03/12/1968, Foglio 31, Mappale 175 • Ditta Catastale: Carafa Daniele, nato ad Atessa (CH) il 28/10/1980 e Carafa Natale, nato ad Atessa (CH) il 25/12/1946, Foglio 31, Mappale 160 • Ditta Catastale: Marchetti Filomena, nata ad Atessa (CH) il 23/10/1938, Foglio 31, Mappali 153, 154 • Ditta Catastale: Di Padova Emilio, nato ad Archi (CH) il 13/04/1933, Foglio 30, Mappale 4447 Atessa, 16.01.2013 F.to Il Responsabile del Settore VI e Responsabile del procedimento Ing. Guglielmo Palmieri
la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
VITTORIO ZUCCONI ilippo Ceccarelli ha la perfidia tranquilla del romano timido, una specie non numerosissima. Non potendo, per natura, per genealogia, per buona educazione sfogare il proprio sbigottimento verso l’Urbe e l’Italia di oggi nella consueta panoplia di tàccitua, di tepozzino, di mavattelapijà, Filippo con quella sua ingannevole aria sempre un po’ stupita si dedica a un’arte molto più crudele dell’invettiva da curva. Inchioda i potenti e i famosi alla più implacabile delle croci: a loro stessi, alle loro azioni e alle loro parole, raccogliendo le bricioline lasciate dai nostri insopportabili Pollicini lungo il loro cammino. In una nazione di mangiatori di loto come la nostra, dove autorevoli personalità possono impunemente sconfessare al martedì quello che hanno garantito al lunedì e sanno di poter contare sulla complice amnesia di quella televisione che ha il terrore delle proprie videoteche, fare quello che da anni fa, a Panorama, alla Stampa e ora a Repubblica è il massimo dell’efferatezza. Si offenderebbe, Filippo, se dicessi che è un giornalista di satira, che vuole farci sorridere, o ridere, anche se ci riesce benissimo, perché satira e umorismo sono impastate di caricatura, fabbricate con la decomposizione e ricomposizione artificiale della realtà, come le barzellette. Filippo l’Efferato invece semplicemente, e timidamente, raccoglie i frammenti che esistono senza dare giudizi, senza moralismi né morale, perché non servono, perché detraggono e non aggiungono nulla all’orrore. Quando si ha la fortuna (allarme ironia) di vivere in una nazione nella quale il Presidente del Consiglio dei Ministri s’intrattiene nell’intimità dl proprio privé con un polposa minorenne priva di documenti e poi ottiene dalla Camera dei deputati della Repubblica Italiana la certificazione che ella fosse la nipote di un despota nordafricano, farci sopra satira è sacrilegio. Come cercare di ritoccare lo Sposalizio della Vergine, anche se mi rendo conto che la similitudine non calza del tutto. Ma in questo suo ultimo libro, Come un gufo tra le rovine pubblicato da Feltrinelli, Filippo Franti in Ceccarelli, l’Infame che osa ridere nei banchi in fondo, fa qualcosa di meno, dunque molto di più, di quanto avesse fatto in altri libri che vorrei chiamare di cult, se non fosse anche questa una parola ormai putrefatta, Il Letto e il Poteree Lo Stomaco della Repubblica. In quelli Ceccarelli aveva sentito l’imperativo dello scrittore qual è di cucire insieme tutte le pezze del potere italiano e costruirci un quilt, una coperta. Credo che volesse, o sperasse, un po’ come noi tutti che viviamo la polverizzazione ossessiva del giornalismo ormai instant e solubile, che l’insieme desse almeno un senso al nonsenso, una logica alla demenza. Che ci fosse, per usare Shakespeare, almeno «metodo nella loro follia». Sono libri che osai proporre come testi nei miei corsi per master e dottorato in italiano presso una raffinata università americana, il Middlebury College, sollevando l’indignazione dell’austero rettore tedesco
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I giudizi non servono, non aggiungono nulla I potenti sono inchiodati alla più implacabile delle croci: loro stessi e l’entusiasmo dei giovani. Anzi, dei “ggiovani”. Che capirono, grazie a lui, come Mara Carfagna spiegasse l’Italia della prima decade 2000 più di una intera facoltà di sociologia. Nel Gufo fa di peggio. Con la cura di un operatore ecologico (mi perdoni la correttezza politica) da Central Park di Manhattan o da una Disneyland dopo la chiusura ai turisti, Ceccarelli si muove tra gli «atri muscosi e i fori cadenti» della cronaca ita-
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CULTURA Il nuovo libro di Filippo Ceccarelli racconta gli ultimi anni del Paese
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L’ANTICIPAZIONE
Che spavento quel pagliaccio nella notte
Uno sguardo senza moralismi sul grande catalogo del grottesco
FILIPPO CECCARELLI hi passa la vita al tavolino, trafitto dalla lucetta dello schermo, o anche intento a leggere, scrivere, ritagliare e classificare carte, insomma, è possibile che alla lunga diventi un po’ strano, e magari gli capitino fra i piedi, letteralmente, carte ancora più strane. Così una notte d’inverno, uscendo dal giornale e camminando a occhi bassi lungo il percorso che da largo Fochetti mi porta al garage, per l’esattezza in quell’accenno di giardinetti d’oleandri che rasenta la Circonvallazione Ostiense, con atterrita meraviglia ho notato per terra una carta da gioco, e sopra c’era riprodotto un pagliaccio. Incontro fatale. Avevo appena scritto un articolo sulle possibili relazioni tra la crisi incombente e i maghi, il destino del governo e gli oracoli, la conclusione di un ciclo politico e l’astrologia, e per quanto a quell’ora fossi abbastanza rintronato, e anche discretamente affamato, mi trovavo nella condizione di massima ricettività psico-emotiva dinanzi a quel pagliaccio sgualcito e terrificante. Da qualche tempo, in realtà, con pensieri, parole, letture e altre curiose indagini stavo appresso ai pagliacci. E ai presagi. O meglio. Per quanto continuassi a guardare alle faccende del potere attraverso le tradizionali categorie d’osservazione del giornalismo di Palazzo, ciò che accadeva in Italia aveva sospinto la mia attenzione verso orizzonti piuttosto misteriosi dell’im-
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LEROVINE DELLA
REPUBBLICA SCENE DA TRAGICOMMEDIA ALL’ITALIANA liana contemporanea cercando, perché sospetto che sia buono o almeno così pensa Elena Polidori, sua moglie e collega, di pulire riciclando ‘a monnezza. Non giudica e non incinera. Differenzia per genere, con lo scrupolo e la diligenza del nonno Giuseppe, in arte “Ceccarius”, scrittore e cultore di storie e storia di Roma. Rinuncia a ogni speranza di dare un senso a quei pezzetti di carta, a quei sacchetti vuoti, a quegli stracci che infilza con il bastone a punta. Il minimalismo di questo libro, che mi ha ricordato il delizioso La Foire aux cancres di Jean Charles con gli sfondoni di scolari o lo Scusatemi ho il paté d’animo di Guido Quaranta con gli strafalcioni dei rudi deputati da Prima Repubblica, è micidiale. Non c’è bisogno di fare caricature di Mario Monti, basta recuperare il ritaglio di giornale, o il frammento ripescato dalla Rete, nel quale Monti fa l’imitazione di Croz-
za che imita Monti. Lasciate che i vanesi si crocefiggano da soli. Non servono autori di gag quando si ritrova la notizia che Berlusconi andò alla festicciuola di Noemi Letizia nel pieno dell’influenza suina, ospite del padre addetto alla fogne di Napoli. A che serve uno sceneggiatore da commedia all’italiana anni Sessanta quando le cronache riportano che il sindaco Alemanno, già martello del clandestino, viene tamponato in via Merulana (la via gaddiana del Pasticciaccio brutto). Naturalmente da un’auto pilotata da un immigrato cinese senza documenti. Chi meglio avrebbe potuto riassumere il viaggio del governo insediato nel 2008, già sull’orlo del leggendario precipizio, di quel commentatore del Foglioche lo battezzò così: «Sarà il governo del Buonumore». E infatti sai le risate. Nei frammenti si leggono condanne e miserie, sgambetti e presagi del destino, come il piccolo incidente che turbò una fe-
Il caso
FRANCIA, OFFERTA RECORD PER IL MANOSCRITTO DI DE SADE PARIGI — La Francia è disposta a pagare il manoscritto originale delle 120 giornale di Sodoma del Marchese de Sade 5 milioni di euro per poterlo esporre in una grande mostra che si terrà alla fine dell’anno alla Biblioteca Nazionale di Francia. «È una storia sadica e la Francia la vuole» scrive il New York Times. Il testo, scritto da de Sade mentre era alla Bastiglia, dopo molte peripezie, fu comprato dal visconte Charles de Noailles nel 1929; la figlia, Nathalie, prestò il manoscritto ad un amico che lo vendette a sua insaputa al miliardario svizzero Gerard Nordmann, collezionista di libri erotici. Carlo Perrone (editore del Secolo XIX), figlio di Nathalie, si è rivolto alla giustizia per riavere il libro. Ora il direttore della Biblioteca Bruno Racine sta negoziando con lo stesso Perrone e con gli eredi Nordmann per avere le 120 giornate.
sta tribale della Lega Nord pochi mesi prima dei Belsito, del Trota, del miserevole “unhappy ending” del Cerchio Magico. Da Repubblica.it(26/6/11): «Tiro alla fune alla festa della Lega, la corda si spezza sul Ticino. Il cavo teso attraverso il fiume ha ceduto facendo cadere tutti i lombardi. Sono una trentina, i contusi e due le sospette fratture fra i militanti leghisti». Non è più la solita realtà che supera la fantasia, da periodici d’altri tempi. Questa è la realtà che anticipa se stessa. Nella Pompei italiana entro la quale ci è dato vivere, ai piedi di un vulcano che sembra sul punto di eruttare e di inghiottirci (a proposito, dopo il crollo della Casa del gladiatore, che suscita indignazioni benpensanti, puntualmente crolla anche il muro della Casa del moralista, non ce n’è proprio per nessuno) Filippo Ceccarelli scrive un libro che è archeologia del presente, tragicamente spassoso. È impossibile non sorri-
IL LIBRO “Come un gufo tra le rovine” di Filippo Ceccarelli (Feltrinelli pagg. 282 euro 15)
dere, di loro e dunque di noi, ricordando, come invita a fare la citazione shakespeariana messa in distico all’inizio: «Oh, potesse la memoria, tornando indietro». Ma se ci saranno, come spero, molte edizioni di questo libro, suggerisco a Filippo Ceccarelli un’altra citazione, questa presa dal Macbeth: «There’s daggers in men’s smiles». Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.
maginario. Era scattato qualcosa nel cuore del potere. Una molla comica e dissennata, un dispositivo disperatamente umoristico dietro cui si indovinava una premonizione, e nemmeno delle più spensierate. I leader politici, a cominciare dal più importante, mi sembravano impazziti dalla voglia di fare i buffoni. Ridevano, magnavano, cantavano, ballavano, si accompagnavano alle peggiori compagnie, insomma non perdevano un colpo per strappare qualche risata... Avevo anche il sospetto di esserne toccato io per primo: ogni volta che si passava il limite ero colto da una specie di eccitazione ridanciana, ma in essa avvertivo il senso della fine, e anche qualcosa di peggio. Un frullo d’ali perturbante, due grandi occhi gialli, immobili, di fuoco. Il gufo, d’altra parte, gufa. Ma se i clown non avvertono l’arrivo del cataclisma, e anzi lo favoriscono, non è certo colpa di questa bestiola. © Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano
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Si intrecciano condanne e miserie, presagi e destini Ormai non è più la solita realtà che supera la fantasia: siamo oltre
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CULTURA R2CULTURA Il filosofo spagnolo studiò per anni l’eroe di Cervantes
In un convegno a Roma la storia degli “scambi” degli dèi
IL MERCATO COMUNE DELLE DIVINITÀ
SIAMO TUTTI DON CHISCIOTTE
MAURIZIO BETTINI l viaggiatore che nei primi secoli della nostra era si fosse recato nel santuario di Augusta Treverorum, l’antica Treviri, avrebbe incontrato una divinità dal nome curioso: «Vertumnus sive Pisintus», Vertumno ossia Pisinto. Chi era costui? Vertumnus era una divinità venerata nel cuore più antico di Roma, un dio specialista nella metamorfosi. «La mia natura si adatta a qualsiasi sembianza», gli faceva dire il poeta Properzio, «mutami in ciò che vuoi, sarò elegante!» Ma che ci faceva un dio così romano nell’odierno Land della Renania-Palatinato? E chi era questo Pisintus che costituiva adesso l’altra faccia della sua identità? Un dio gallico, con cui il romano Vertumnus era stato identificato per significare la fusione fra popolazione locale e coloni romani, come ci ha efficacemente spiegato John Scheid: quasi che oltre alla lingua e ai IL CULTO costumi, le due popolazioni La Magna avessero miscelato fra loro anMater, come che le proprie divinità. la definivano Nell’antichità, infatti, il fenoi Romani meno di identificare o far corriIl suo culto spondere fra loro un dio “noera officiato stro” e un dio “altrui” era comualla maniera nissimo. Questa costituisce anfrigia zi una delle maggiori differenze che intercorrono fra le religioni vinità greche come Apollo o Heclassiche, che erano politeisti- rakles, che i Romani chiamaroche, e quelle monoteistiche. no Hercules. Nel mondo ebraico, cristiano o Il fatto è che il mondo antico islamico non è possibile identi- ha sempre realizzato il “mercaficare il proprio dio con quello to comune” del divino, una pradegli altri. Il dio altrui può solo tica capace di rafforzare i legami essere o un falso dio o un demo- fra le popolazioni mettendo in ne — solo il “mio” dio è quello relazione costumi e linguaggi vero. «Non avrai altro dio all’in- differenti. Anzi, piuttosto che a fuori di me», recitavano del re- un mercato, metafora oggi abusto le tavole della legge, il dio dei sata, il rapporto che i politeisti monoteismi è un dio esclusivo. avevano con le proprie divinità Da qui le tante persecuzioni e potremmo paragonarlo a un guerre di religione che hanno “dialogo”. Gli dèi degli antichi insanguinato non solo i paesi dialogavano fra loro non solo da del Mediterraneo, ma anche una sponda all’altra del Mediterre assai più lontane e inno- terraneo, ma anche più in là, nel centi. Ora, anche gli antichi si cuore dell’Europa, in Britannia, in Asia. E come in ogni dialogo, quando si vuole “capirsi” pur se si parlano lingue diverse, gli dèi La “traduzione” antichi potevano anche “trada Zeus a Giove, dursi” l’uno nell’altro. un tempo normale, Dunque il dio cittadino, il è impensabile Vertumnus celebrato da Properzio e Ovidio, dalle parti di per i monoteismi Treviri era stato “tradotto” nel locale Pisintus. Questa stessa uccidevano fra loro, come sap- metafora, la “traduzione” degli piamo, però non per affermare dèi, potremmo però impiegarla che solo il “mio” dio è quello anche per descrivere casi assai giusto. Ciascuna popolazione più noti di identificazione fra era pronta a riconoscere l’esi- divinità. Il romano Giove non è stenza e la dignità degli dèi al- forse una “traduzione” del gretrui, e anzi, era pronta a fare an- co Zeus, Giunone non lo è forse che di più. Di questo si parlerà al di Hera, e così via? Certo, come convegno “Dieux des Grecs — sempre accade con la traduzioDieux des Romains. Panthéons ne, nel passaggio da una lingua en dialogue à travers l’histoire all’altra qualcosa si perde e et l’historiographie”, organiz- qualcosa si aggiunge, per cui il zato da un gruppo di università risultato finale non potrà essere ed enti di ricerca francesi, belgi uguale a quello di partenza. e italiani, all’Accademia Belgi- Giunone dunque non è affatto “la stessa cosa” di Hera, ma ne ca, a Roma da domani. In primo luogo, dunque, Gre- costituisce la traduzione in un ci e Romani potevano importa- nuovo contesto culturale: dire divinità di altri popoli, e dedi- verso era il modo di onorare la care loro culti importanti. Du- dea in Grecia e a Roma, diverse rante la seconda guerra Punica, ne erano le prerogative. Ciò non quando le cose andavano assai toglie però che alla sposa di male per i Romani, i Libri Sibil- Zeus i poeti romani davano il lini consigliarono di far venire nome di Giunone, mentre gli da Pessinunte, in Frigia, una di- storici greci non esitarono a vinità chiamata la Madre degli chiamare Hera la divinità che i dèi. Il misterioso simulacro era Romani onoravano sull’Avencostituito da una pietra nera, di tino. Per comprendere ciò che ci forma conica, e fu installato in un tempio sul Palatino. Il culto separa dal mondo antico, se della Magna Mater, come i Ro- non ciò che abbiamo perduto mani la chiamarono, era offi- con la sua fine, è però sufficienciato alla maniera frigia da sa- te evocare ancora una volta il cerdoti non solo variopinti, ma nostro duplice dio di Treviri. anche evirati, i Galli: il cui com- Quando i Romani giunsero in portamento sguaiato doveva quelle terre per fondare la loro certo contrastare con i costumi colonia, qualcuno, di fronte a tradizionali della città. A suo una divinità locale chiamata Pitempo, però, anche ad Atene sintus, pensò semplicemente erano giunti dall’Asia minore di farla corrispondere a una deldivinità come Bendis e Sabazio. le sue, Vertumnus. Al contrario Si trattava forse di un fenomeno il missionario cristiano, giunto diciamo recente, quando ormai nello stesso luogo, di fronte a Pile città antiche stavano abban- sintus o a Vertumnus che fosse, donando la (presunta) purezza non avrebbe esitato a decretare delle origini? Niente affatto. Ro- la sua appartenenza al novero ma era ancora ai suoi inizi degli «dèi falsi e bugiardi». quando aveva fatto proprie di© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ora un libro raccoglie i suoi saggi mai tradotti
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UNAMUNO E L’HIDALGO IL NOSTRO VIAGGIO VERSO LA SAGGEZZA DELLA FOLLIA ROBERTO ESPOSITO
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uando, il 12 ottobre 1936, alla cerimonia di apertura dell’anno accademico dell’Università di Salamanca, un generale franchista pronuncia in maniera sprezzante il motto della Legione Spagnola «Viva la morte», Miguel de Unamuno, rettore di quell’Università, gli risponde a muso duro «Viva la vita». Così, dopo essersi opposto alla monarchia, e poi alla dittatura di Primo de Rivera, pagando queste scelte con l’esilio, egli rompe anche con il regime cui in un primo momento si era avvicinato. Ma tale riferimento alla vita, al di là del significato politico che assumeva in quel contesto, può essere assunto come l’epicentro semantico dell’intera attività di uno dei più significativi intellettuali europei del primo Novecento. Narratore, drammaturgo, poeta, autore di testi filosofici come Del sentimento tragico della vita e Agonia del cristianesimo, egli è noto soprattutto per l’appassionato commento al Don Chisciotte, considerato il suo capolavoro. Mancava, però, ancora un volume che raccogliesse i suoi interventi, scritti lungo quasi un quarantennio, sul grande libro di Cervantes che egli stesso considerava come la Bibbia nazionale degli spagnoli. Questo vuoto è ora riempito dalla pubblicazione, egregiamente curata da Enrico Lodi per l’editore Medusa, di una ampia scelta di suoi saggi e articoli con il titolo In viaggio con Don Chisciotte. Essa comprende un testo, come quasi tutti gli altri, mai tradotto finora, Il cavaliere dalla triste figura. Saggio iconologico — in cui l’autore confronta le descrizioni di Don Chisciotte presenti nel romanzo con i ritratti che i pittori gli hanno poi dedicato. Già in esso si profilano i tratti di un’interpretazione magistrale, che oltrepassa i confini tradizionali dell’ermeneutica, per configurarsi come un vero corpo a corpo con il proprio oggetto d’analisi. Egli stesso sempre in lotta con se stesso, diviso tra ricerca della concretezza ed aspirazione all’universale, Unamuno proietta questa contraddizione sul Cavaliere Solitario, facendone un simbolo vivente non solo dell’anima spagnola, ma anche dell’uomo contemporaneo, so- volgerci tutti. È perciò che la sua speso tra angoscia e fede. Con- figura allampanata, i suoi baffi tro l’accademismo erudito di spioventi, il suo naso aquilino, quelli che chiama “masoreti” — tutt’altro che emblemi luttuosi, come i rabbini interpreti delle traducono una estrema energia Sacre Scritture persi dietro mi- vitale. Lo stesso culto della mornuziose ed inutili ricerche filo- te, che si è voluto vedere nell’alogiche — Unamuno cerca la nima spagnola, piuttosto che perenne attualità del Chisciotte attestare un distacco nei connel contrasto che lo oppone a se fronti della vita, ne determina la stesso, sdoppiando la sua esistenza tra la saggezza inerte di Alonso Quijano e la follia utopi- La figura ca del suo stralunato alter ego. allampanata, i baffi Contrariamente ai buoni propositi del primo, è proprio lo spioventi, il naso sguardo stravolto e allucinato aquilino non sono del secondo a gettare un inedito emblemi luttuosi fascio di luce sulle cose, riscattandole dalla loro insignificanza. Solo dimenticando la pro- continua ricarica. Come appare pria identità, sacrificata alla più dal sorriso tragico dell’hidalgo, sublime delle follie, egli ritrova quella malinconia non è che la il significato profondo della vita faccia in ombra di una ricerca di aldilà della linea del nulla che, immortalità destinata ad esser prima o poi, è destinata ad av- sempre delusa, ma perciò an-
Il libro “In viaggio con Don Chisciotte” di Miguel de Unamuno a cura di Enrico Lodi è pubblicato da Medusa (pagg. 144, euro 16,50) Dello stesso autore Medusa ha fatto uscire anche “Cultura e nazione”
che rinnovata. In questo senso Unamuno può richiamare perfino l’idea, diversamente declinata da Spinoza e Nietzsche, che la vita ha una inestinguibile tendenza a perseverare nel proprio stato ed anzi a potenziarsi. Nonostante le sconfitte che sperimenta, Chisciotte incarna questa potenza storica, capace di restituire alla Spagna un primato spirituale che da secoli ha perduto. Per cogliere il senso di tale affermazione, che Unamuno contrappone al parere di chi ne sottolinea la decadenza culturale e civile, bisogna attivare una doppia prospettiva, di tipo teoretico ed esegetico. Intanto intendere per storia non la semplice successione dei fatti, situati in maniera indifferenziata nello spazio e nel tempo, ma quegli eventi, anche di ordine intellettuale, capaci di modificare le coscienze lungo il filo
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Domani Treccani e Fondazione Iotti ricordano la giornalista
LE QUASI DUE VITE DI MIRIAM MAFAI L’inedito
SE AVESSIMO IL CORAGGIO DI USCIRE DAL GREGGE MIGUEL DE UNAMUNO
la sua proprietà sia sfilata di mano all’autore, per appartenere al suo popolo e all’umanità intera. Come la Bibbia, o l’Iliade, il Chisciotte ha una vita autonoma che sta appunto nella durata dei suoi effetti storici. Da questo lato Unamuno tocca un vertice della riflessione contemporanea. La vera opera d’arte, come quella del pensiero, è sempre impersonale, di nessuno perché di tutti. La genialità di Cervantes sta nel dileguarsi dietro la propria opera, mandando il suo protagonista avanti, nel tempo e nello spazio, fino a naufragare nell’oceano dell’impossibile. Ma non avevano fatto naufragio, in questo senso, anche i grandi condottieri spagnoli, da Cortes a Pizarro, quando, perdendo il contatto con la propria terra, avevano scoperto nuovi mondi?
urante la stagione in cui Cervantes stette sotto le ali spirituali della sua patria, e fu da essa incubato, nella sua anima si formò Don Chisciotte, ovvero il suo popolo creò in lui Don Chisciotte, e così questi venne al mondo, abbandonò Cervantes al suo popolo, e Cervantes tornò a essere il povero scrittore girovago, preda di tutte le preoccupazioni letterarie del suo tempo. E così si spiegano molte cose e, tra le altre, la debolezza del senso critico di Cervantes e la povertà dei suoi giudizi letterari (...). Tutto ciò che nel Chisciotte è critica letteraria è quanto di più povero e grossolano possa darsi e tradisce una vera e propria saturazione di senso comune. Incredibile come un uomo così assennato e pieno di luoghi comuni, e della più grande grossolanità immaginabile, com’era Cervantes, abbia potuto generare un cavaliere così folle e così colmo di senso proprio. Cervantes non ebbe altra scelta che consegnarci un folle per poter incarnare in lui l’eternità e la grandezza del suo popolo. E il fatto è che molte volte, quando l’intimo dell’intimo delle nostre viscere, quando l’umanità eterna che dorme nel profondo del nostro seno spirituale ci affiora nell’anima gridando i propri aneliti, allora o sembriamo pazzi o fingiamo di esserlo affinché ci venga perdonato il nostro eroismo. Migliaia di volte lo scrittore ricorre all’espediente di dire in tono scherzoso ciò che sente molto seriamente, o mette in scena un pazzo per fargli dire o fare quello che lui direbbe o farebbe molto volentieri e convinto, se solo la miserevole condizione di gregge degli uomini non li portasse a voler annullare chi esce dal recinto da cui vorrebbero uscire tutti, se solo avessero il valore o il coraggio per farlo (...). Vedete quindi cosa c’è di geniale in Cervantes, e qual è la relazione intima che intercorre tra lui e il suo Don Chisciotte. E tutto questo dovrebbe spingerci ad abbandonare il cervantismo in favore del chisciottismo, e a curarci più di Don Chisciotte che non di Cervantes. Dio non ci ha dato Cervantes se non perché scrivesse il Chisciotte, e mi sembra che sarebbe stato un vantaggio non conoscere nemmeno il nome dell’autore, essendo il nostro libro un’opera anonima come lo sono il Romancero e, lo pensiamo in molti, l’Iliade. E dirò di più: scriverò un saggio in cui sostengo che non sia esistito Cervantes e sì, invece, Don Chisciotte. E visto che Cervantes non esiste più e che, al contrario, continua a vivere Don Chisciotte, dovremmo tutti lasciare il morto per seguire il vivo, abbandonare Cervantes e accompagnare Don Chisciotte. (Traduzione di Enrico Lodi) © 2013 by Edizioni Medusa
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delle generazioni. Qui Unamuno si rifà alla distinzione di Kierkegaard tra semplice memoria e ricordo di qualcosa che resta nel tempo. Si può avere memoria di un episodio senza ricordarne il significato pregnante.
Il cavaliere triste è come noi: diviso tra concretezza e aspirazione all’universale L’altro presupposto, attuale al punto di richiamare una metodologia strutturalista, sta nel privilegio assoluto del romanzo rispetto al suo autore. La tesi di Unamuno è che Don Chisciotte sia molto più avanti di Cervantes. Che, una volta pubblicato,
SIMONETTA FIORI are un senso alla vita può condurre a follia, ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio». Una poesia lasciata sulla scrivania, in mezzo a tanti libri. E una figlia che la ritrova, mettendo ordine tra le carte della madre. Pochi versi che inquadrano «una vita, quasi due», come piaceva dire a Miriam Mafai, che forse inconsapevolmente affidò a Edgar Lee Masters anche il senso di una fine, il suo commiato dal mondo. «E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, ovunque spingano la barca». Non bisogna aver paura del dolore né dell’amore né dell’ambizione, dicevano quei versi che ora Sara Scalia riporta nel libro di memorie scritto dalla madre Miriam prima di morire. E sarà Una vita, quasi due — il volume autobiografico pubblicato da Rizzoli — a fare da filo conduttore della giornata promossa a Roma dalla Fondazione Iotti e dalla Treccani, con amici e studiosi che rievocheranno un percorso appassionato e onnivoro tra politica e giornalismo (domani alle 15,30 all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, con Giuliano Amato, Mariuccia Salvati, Vladimiro Polchi, Maria Casalini e Claudia Mancina). No, non aveva paura Miriam Mafai, e la sua immagine è resa efficacemente anche dall’immagine scelta per la brochure, pullover morbido, sigaretta tra le dita e lo sguardo che interroga, con l’accenno di un sorriso. Scelse di diventare comunista nel 1943, in un momento tra i più drammatici della storia d’Italia. E nel partito è rimasta fino alla fine, senza mai nascondere la sua allergia a chiusure “Dall’Italia dei grandi movimenti ideologiche e catalogazioni nette. «Ab- a quella dei cellulari e dei low biamo fatto la nostra parte, nemmeno male, no? E non ce ne pentiamo», così cost”, riassumeva ironica sintetizzò la sua militanza riformista in Ma senza mai cadere un programma televisivo provocatoria- nella trappola della nostalgia mente intitolato Mangiavamo i bambini. Insofferente al monumento, di sé e nica passata insieme, nella luminosa cadel partito. «Basta ragazzi, io mi sono stusa affacciata sul parco. Amici, chiacchiefata», troncò la discussione per timore re, risate. Poi l’improvviso peggioradell’enfasi. I “ragazzi” erano Alfredo Reimento, la decisione di sospendere le techlin, Mario Pirani e Giorgio Napolitano, rapie. «Chiamò noi figli al capezzale di poco prima di diventare presidente. quel piccolo letto, in quella piccola stanCoraggiosa anche nella professione, za, dove più di vent’anni prima era morprima nei giornali del Pci e dal 1976 a Reto Giancarlo Pajetta, il compagno della pubblica, dove ha raccontato un Paese in sua vita. Ci salutò e chiese di veder i nitumultuoso cambiamento. «Dall’Italia poti. Poi disse che desiderava essere ad- IL LIBRO dei grandi movimenti a quella dei celludormentata e dormendo aspettare il suo “Una vita, lari e dei low cost», riassumeva con iromomento. E tutti noi aspettammo con quasi due” nia. Ma senza mai cadere nella trappola lei fino al lunedì di Pasquetta. Se ne è an- di Miriam della nostalgia. «Il mondo è cambiato. In data così, come lei avrebbe voluto fosse Mafai peggio o meglio, non importa. È qui che un diritto di tutti». Sulla scrivania, la poe- (Rizzoli dobbiamo vivere». Coraggiosa nel vivepagg. 270 sia di Masters. re, coraggiosa nel morire. Nel libro di euro 18) memorie, la figlia ricorda l’ultima dome© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Per la Giornata della della Memoria esce “In darkness” di Agnieszka Holland storia vera di un operaio di Leopoli che salvò decine di ebrei dai nazisti
IL FILM Le immagini di “In darkness” della regista polacca Agnieszka Holland in sala da giovedì
PAOLO D’AGOSTINI a storia del film In darkness della regista polacca Agnieszka Holland si svolge tra il 1943 e il 1944 nella città di Leopoli. Uno dei crocevia della tormentata storia dell’Europa orientale. Polacca per molti secoli, poi capoluogo della Galizia asburgica, di nuovo polacca al risorgere di uno stato nazionale all’indomani della Grande Guerra, occupata prima dai sovietici e poi dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, infine presa dall’Armata Rossa e assorbita nella Repubblica sovietica Ucraina. Sede di una delle maggiori comunità ebraiche della regione, la città contava nel ‘39 circa duecentomila ebrei. Nel ‘45 ne restava vivo circa uno su mille. Buona parte dei quali sarebbero espatriati verso Israele, l’Europa occidentale e il Nordamerica. Nelle vicinanze di Leopoli è nato Simon Wiesenthal, il sopravvissuto della Shoah che fino alla sua morte nel 2005 non ha mai smesso di dare la caccia ai criminali nazisti. Il film della Holland, che per la Polonia fu nominato all’Oscar 2012, ha avuto una gestazione lunga e laboriosa. Ispirato allo sceneggiatore David F. Shamoon (canadese di famiglia ebrea fuggita da Bagdad) da varie letture ma in particolare dalla ricostruzione di una vicenda reale, il progetto ha convinto l’inizialmente riluttante regista polacca solo dopo che la produzione internazionale si è persuasa a non usare la lingua inglese ma un più realistico mix di polacco, ucraino, tedesco e yiddish. Esce ora in Italia all’incrocio tra due date storiche: il 18 gennaio del settantesimo anniversario dall’inizio dell’insurrezione nel ghetto di Varsavia, e il 27 gennaio che in ricordo della Liberazione di Auschwitz è proclamato Giorno della Memoria. Quando gli occupanti nazisti danno il via alla liquidazione del ghetto di Leopoli, nel ‘43, un gruppo socialmente molto eterogeneo di ebrei cerca scampo nelle fogne della città. Vengono intercettati da un uomo, Leopold Socha, ladro e operaio della rete fognaria che conosce come le sue tasche. Socha si presta ad aiutarli e nasconderli depredando i più benestanti di ogni loro risparmio e oggetto prezioso. Ma via via che avanzano i quattordici mesi di incubo che separano la città dalla ritirata tedesca (c’è già stato il crollo di Stalingrado, l’Armata Rossa entrerà a Leopoli il 27 luglio del ‘44), e malgrado i crescenti sospetti dell’amico Bortnik ufficiale delle unità ucraine collaborazioniste, e sospinto anche dalla moglie Wanda che disapprova il suo iniziale opportunismo, Socha continuerà a soccorrerli anche senza più contropartita e a proprio rischio, riuscendo a salvare almeno una parte del gruppo. Oggi Socha e la moglie fanno parte dei seimila polacchi riconosciuti come “Giusti tra le nazioni”. Come Schindler. Ma il film, che è molto impegnativo
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Fuga ghetto
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da evitare si può perdere si può vedere da vedere da non mancare indimenticabile
Uno Schindler polacco eroe (quasi) per caso nel suo procedere senza indicazioni didascaliche e informative ed è estremamente duro nel non concedere alcuno spazio a quel romanticismo eroico che per esempio nutriva un
grande film polacco anch’esso tutto ambientato nel sottosuolo, I dannati di Varsavia di Wajda, non fa sconti a nessuno e mette in scena senza veli un’umanità alla prova di condizioni
subumane. Non ai non-ebrei: è infatti punteggiato di passaggi che la dicono lunga sulle radici profonde dell’antisemitismo a prescindere dal nazismo. Vengono dette e ripetute frasi come
Da venerdì su Canale 5 la serie scritta da Claudio Fava. L’attore è un magistrato contro i clan
Accorsi: così la camorra fa impresa e politica SILVIA FUMAROLA ROMA — Stefano Accorsi racconta di aver seguito il consiglio del giudice Raffaele Cantone, che ha fatto condannare il boss Sandokan. «Mi ha detto: “Evitate di fare di questo magistrato l’arcangelo Gabriele con la spada infuocata, perché diventa subito retorico”. E così abbiamo fatto, il nostro giudice combatte facendo il suo lavoro tutti i giorni». Il 25 arriva su Canale 5 Il clan dei camorristi, serie magistrale — prodotta da Pietro Valsecchi — interpretata da Accorsi e Giuseppe Zeno sull’ascesa della camorra del dopo-Cutolo. La malavita si trasforma in impresa, s’infiltra nelle istituzioni; si parte dal terremoto dell’Irpinia dell’80, con la guerra tra clan per accaparrarsi i soldi della ricostruzione, fino al 1998. «Rac-
Accorsi e Giuseppe Zeno contiamo cos’è la camorra e com’è diventata parte del potere politico-economico» spiega Claudio Fava, uno degli sceneggiatori. Il caso Cosentino tiene banco, è stato appena arrestato Carmine Schiavone, figlio del boss Sandokan, la realtà supera la finzione. «È una serie coraggiosa» dice Valsecchi e sulla messa in onda, più volte postici-
pata, commenta: «Decide chi fa i palinsesti, io faccio fiction: è pronta da 9 mesi. Avrei preferito andare in onda il lunedì». Girata benissimo da Alessandro Angelini e Alexis Sweet, grande cast, la serie spiega la mentalità mafiosa e fa riflettere: in una scena un ministro fa affari coi boss, sconsigliando di uccidere il magistrato Accorsi: «Lasciate stare il giudice, se ne toccate uno ve li trovate tutti addosso». Sulle potenziali polemiche Fava è categorico: «Le fiction di mafia non sono un genere, questo è il paese. E se c’è un elemento di seduzione è perché il male seduce, non la tv». Valsecchi confessa che è stato Matteo Garrone a suggerirgli di realizzare la serie e di aver rinunciato al titolo Il clan dei casalesi per evitare d’identificare la camorra con una città. © RIPRODUZIONE RISERVATA
“mai fidarsi di un polacco” oppure “i tedeschi sono la cosa migliore che potesse capitare agli ucraini”. E se in un personaggio desta sorpresa apprendere che “Gesù era ebreo” (“ma davvero?”) indicando così il solido retroterra dell’antigiudaismo cristianocattolico, quando Socha nel marzo ‘45 morirà per un incidente qualcuno commenterà: “Dio lo ha punito per aver aiutato gli ebrei”. Ma neanche agli ebrei: il gruppo è percorso da tutte le pulsioni che possono scatenarsi in condizioni estreme. Alla regista interessava, ed è riuscita nel suo intento, indagare il mistero profondo e oscuro che si annida nella possibilità che, al di là della unicità della Shoah, il peggio dell’animo umano torni e torni ancora a scatenarsi. Il peggio accanto al quale, per vie altrettanto misteriose, può esprimersi anche il meglio dell’animo umano. E di questa oscurità, attraverso una sfida espressiva e tecnica molto difficile e portatrice di una tensione che chiama alla prova anche lo spettatore, ha fatto la materiale e tangibile ambientazione del suo film. Intitolato, appunto, al buio terrificante delle fogne. © RIPRODUZIONE RISERVATA
da vedere
IN DARKNESS Regia di Agnieszka Holland Con R.Wieckiewicz, B.Fürmann
GINO CASTALDO ROMA i questi tempi, un disco le cui prime parole sono: «Non credo alla Bibbia, mi chiedo perché dovrei consultarla: offende gli dei, non prego la chiesa, e il fetore che fa» è, a rimanere prudenti, una benefica follia, un bel pugno in faccia alle consolatorie musichette che circolano. Ed è solo l’inizio. Col nuovo progetto, il sesto della loro brillante e controversa carriera, significativamente intitolato Fantasma, i Baustelle alzano di molto l’asticella delle ambizioni. «Di sicuro è stato un salto in una zona per noi inesplorata, ma è il bello del nostro mestiere, bisogna provare ogni tanto, e mi piace l’idea che possa essere percepito come ambizioso» spiega Francesco Bianconi, barba e capelli che lo fanno sembrare un minaccioso Rasputin, affiancato dai due compagni di viaggio, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini, «e per farlo abbiamo chiesto la Fortezza Medicea di Montepulciano, che il comune ci ha gentilmente concesso, per rimanere totalmente concentrati, isolati, immersi nel lavoro, e anche perché volevamo un suono pulito, naturale, come se registrassimo un disco di musica classica». Perché c’è anche questo nel di-
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Venerdì a Roma
“Re della terra selvaggia”
Dal Moviemov Festival, omaggio ai Taviani
Candidato all’Oscar, in Italia in sole 30 copie
Venerdì al Quirinetta di Roma si terrà la premiazione del Moviemov Italian Film Festival di Manila con una serata omaggio ai Fratelli Taviani e al loro Cesare deve morire.
Uscirà il 7 febbraio in sole 30 copie Re della terra selvaggia di Benh Zeitlin, che a soli 30 anni competerà all’Oscar con registi del calibro di Spielberg, Haneke e Ang Lee.
Rock, Bibbia e Sanremo le ambizioni dei Baustelle Bianconi: “Con Fantasma entriamo in zone oscure” Il caso
Beyoncè è da Obama ma l’inno è in playback WASHINGTON — Beyoncè, la cantante preferita dagli Obama, ha usato il playback invece di cantare dal vivo l’inno americano all’Inauguration Day per il secondo mandato di Barack Obama. Lo scrive il Times, spiegando che la diva avrebbe registrato The StarsSpangled Banner il giorno prima, in studio. Lo scandalo impazza sui social network: è stato ribattezzato “Beyoncegate”.
L’evento sco, molte parti sinfoniche, una globale ricerca di senso, di uno sguardo feroce e dolente sui nostri tempi che lo fa sembrare una sorta di requiem della contemporaneità. «Sì, potrebbe essere, anche se non era intenzionale. Quello che avevamo in mente era un disco-concept sull’idea del tempo, e sostanzialmente è quello, e nell’idea del tempo ci sono tante cose, compreso il presente, con tutto
quello che contiene. Poi l’abbiamo precisato sull’immagine del fantasma, che vuol dire tante cose, il passato, il presente e se pensi a fantasmatico, anche il futuro». La copertina allude ai vecchi film di Dario Argento, ma il riferimento è ingannevole se mai qualcuno da questo dovesse aspettarsi una scherzosa celia su temi horror: «è un depistaggio, sì» commenta scherzosamente Bianconi, «un
LA BAND I Baustelle (Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini); a sinistra il nuovo cd
Festa per Piquè e Shakira è nato il piccolo Milan BARCELLONA — E’ nato Milan Piquè Mebarak. Il figlio di Shakira e di Piquè. La popstar e il bimbo stanno bene: a dare l’annuncio il calciatore, che ha anche chiarito che il nome nulla c’entra con il club italiano ma vuol dire «caro, amato e grazioso» in slavo, «laborioso» in latino e «unificazione» in sanscrito.
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giochino fuorviante, ma sono cose che ci piacciono, quell’immaginario ha fatto parte della nostra crescita, e abbiamo scelto una bambina coi capelli rossi, come la Nicoletta Elmi dei film di Argento». Per il resto c’è poco da scherzare. Anche il singolo, come un contraltare dell’idea del tempo, s’intitola La morte (non esiste più), e nel disco ci sono cimiteri, decadenza, vecchiaia, ma anche tante altre cose: «Intanto abbiamo provato a suggerire un’idea diversa della morte, un po’ più tipica di altre civiltà, dove è vista in modo diverso, o come la vede uno scienziato, come trasformazione di materia. E accetto molto di più queste visioni rispetto alla vista dei morti viventi che infestano la nostra società. E poi abbiamo tentato registri diversi, non è poi un disco così cupo. Più che altro c’è la voglia di sentirsi liberi di esprimere l’indignazione, la critica». E c’è anche più emotività, rispetto ai precedenti dischi firmati Baustelle, e su questo punto interviene Rachele Bastreghi: «È tutto molto più emozionale. C’è un pezzo che non riesco a cantare senza piangere». Affermazioni forti, quasi in contrasto con la notizia di questi giorni che riguarda Sanremo. La neo-big Chiara porterà in gara proprio un pezzo di Bianconi: «Ma va benissimo» spiega Bianconi, «è un’altra storia, e mi piace scrivere canzoni per altri. Quello era un pezzo scritto tempo fa, ma sono contento, mi fa piacere, perché la ragazza ha una bella voce». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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AZIENDA U.L.S.S. 12 VENEZIANA ESTRATTO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE DI APPALTO Si rende noto – ai sensi del D Lgs. 163/06 – che l’Azienda Ulss 12 Veneziana ha aggiudicato la seguente procedura di gara: Fornitura di reagenti e noleggio di attrezzature per le tipizzazioni presso il laboratorio HLA del DIMT della Provincia di Venezia. Lotti, data di aggiudicazione, numero offerte ricevute, ditte aggiudicatarie e valore finale totale degli appalti, sono rilevabili integralmente nell’Avviso relativo agli appalti aggiudicati inviato alla GUUE per la pubblicazione in data 08/01/2013 e disponibile inoltre sul sito www.ulss12.ve.it. IL DIRETTORE GENERALE dott. Giuseppe Dal Ben AZIENDA ULSS 12 VENEZIANA ESTRATTO AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI Si rende noto – ai sensi del D.Lgs. 163/06 – che l’Azienda Ulss 12 Veneziana ha aggiudicato la seguente procedura di gara: Fornitura di dispositivi medici per angiografia interventistica vascolare ed extravascolare e neuroradiologia per le UU.OO. di Radiologia e di Neuroradiologia del Presidio Ospedaliero di Mestre – procedura aperta. Il numero delle offerte ricevute, ditte aggiudicatarie e valori sono rilevabili nel testo integrale del presente avviso, che è stato inviato per la pubblicazione nella GUUE in data: 11.01.2013 IL DIRETTORE GENERALE Dott. Giuseppe Dal Ben
avviso al pubblico Metanodotto: “Spina di Torino - Variante DN 750 (30”) DP 12 bar - ubicato nei Comuni di Torino e Borgaro Torinese in Provincia di Torino”. Snam Rete Gas S.p.A., con sede legale in S. Donato Milanese - Piazza Santa Barbara, 7 capitale sociale Euro 1.200.000.000 i.v., Codice Fiscale e numero di iscrizione al Registro delle Imprese di Milano 10238291008, R.E.A. Milano n. 1964271, Partita IVA 10238291008, Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento della SNAM S.p.A. società con unico socio rende noto che a conclusione del procedimento di autorizzazione relativo al progetto “Spina di Torino - Variante DN 750 (30”) DP 12 bar - ubicato nei Comuni di Torino e Borgaro Torinese in Provincia di Torino”, la Direzione Innovazione Ricerca ed Università Sett. Politiche Energetiche della Regione Piemonte ha adottato la Determinazione Dirigenziale n. 80 del 15 Novembre 2012, pubblicata sul B.U.R. n. 47 del 22 Novembre 2012 (disponibile sul sito www.regione.piemonte.it alla pagina “Bollettino ufficiale”), e della quale, unitamente alla relativa documentazione, è possibile prendere visione presso il Settore medesimo in Corso Regina Margherita, 174 - Torino - (orario di apertura al pubblico: h. 9.30 - 12.00 dal lunedì al venerdì). Snam Rete Gas S.p.A Realizzazione Progetti di Investimento Progetto Nord Occidentale Investimenti Nord Ovest Il Responsabile (geom. Giorgio Moncalvo
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A.U.S.L. DI RIMINI ESTRATTO ESITO DI GARA L’A.USL di Rimini comunica che l’appalto “Interventi sul patrimonio immobiliare aziendale c/o il comune di Novafeltria. Lavori di manutenzione straordinaria punto primo intervento locali annessi e sistemazioni esterne”, CIG n. 4198811871, è stato aggiudicato con deliberazione D.G. n. 767 del 22.11.2012, alla Società F.lli Pilati S.r.l., Via degli Ombrellai 30/32, Castelfranco Emilia (MO). Il testo dell’avviso compare sul sito www.auslrn.net. Rimini, 22.11.2012 Il Direttore U.O. Attività Tecniche (Arch. Enrico Sabatini)
Actv S.p.A., con sede in Venezia, Isola Nova del Tronchetto n. 32, comunica che ha indetto un Sistema di Qualificazione triennale dei fornitori di gasolio per autotrazione. L’avviso integrale è stato trasmesso il giorno 10/01/2013 per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, ed il giorno 11/01/2013 per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, ed è altresì disponibile sul sito internet www.actv.it alla voce “Concorsi e appalti”. IL DIRETTORE GENERALE Ing. Maurizio Castagna
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CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA MA BERTINOTTI HA CAPITO IL COMUNISTA DI GABER?
LE INVASIONI BARBARICHE Torna Daria Bignardi con le sue interviste barbariche. Con Matteo Renzi, Lorenzo Amurri, i tre cuochi di Masterchef e Tiziano Ferro. E un monologo di Geppi Cucciari. La 7 — 21.10 RAI 1
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vocata. Che direbbe Gaber di tutto questo? Domanda oziosa, ognuno dà la propria versione e il gioco ricomincia. E allora si gioca, e detto di un Bertinotti che o non ha bene inteso lo spirito del celebre inno gaberiano oppure è negato oltre ogni limite; detto di una sovrumana Patti Smith, detto (oh sì) di Arisa, impaurita a fin di bene e quindi davvero sorprendente, si resta con l’immagine di Sandro Luporini seduto, silente e commosso in scena. Magari la tv si potesse fare soprattutto così. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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6.30 Tg1 Previsioni sulla viabilità 6.45 Unomattina: all’interno: Che tempo fa / 7.00-8.009.00 Tg1 / 7.30Tg 1 L.I.S. / Che tempo fa /9.30 Tg 1 Flash / 9.35 Linea Verde Meteo 10.00 Occhio alla spesa 10.25 Unomattina Rosa Che tempo fa 11.00 Tg1 11.05 Unomattina Storie vere 12.00 La prova del cuoco 13.30 Telegiornale 14.00 Tg1 Economia 14.10 Verdetto finale 15.15 La vita in diretta - con M. Liorni, M. Venier. All’interno: 17.00 Tg1 / 17.10 Che tempo fa 18.50 L’Eredità 20.00 Telegiornale 20.30 Calcio: Tim Cup, semifinali di andata Roma-Inter Tg1 60 secondi 23.10 Porta a Porta 0.45 Tg1 Notte 1.15 Che tempo fa 1.20 Sottovoce 1.50 Magazzini Einstein 2.20 Mille e una notte - Musica Senza Rete Mia Martini 3.30 Sette note
6.00 Julia - La strada per la felicità - Tf 6.40 Cartoon Flakes 8.10 Il nostro amico Charly - Tf 8.55 La signora del west - Tf 9.40 Sabrina vita da strega - Tf Meteo2 10.00 Tg2 Insieme 11.00 I Fatti vostri 13.00 Tg2 Giorno 13.30 Tg 2 Costume e Società 13.50 Medicina 33 14.00 Seltz 14.40 Senza traccia - Tf 15.30 Cold Case - Tf 16.15 Numb3rs - Tf 17.00 Las Vegas - Tf 17.45 Tg2 Flash L.I.S. 17.50 Rai Tg Sport Meteo2 18.30 Tg2 18.45 Squadra Speciale Cobra 11 - Tf 19.35 Il commissario Rex - Tf 20.30 Tg2 20.30 21.05 Film: Tutta colpa dell’amore - di A. Tennant, con R. Witherspoon, J. Lucas, P. Dempey 23.00 Tg2 23.15 Rai 150 anni. Speciale La storia siamo noi 0.25 Film: La scelta di Sophie - di A. J. Pakula, con M. Streep, K. Kline 2.50 Meteo2 2.55 GialloClub: Il tenente Sheridan “Rapina al grattacielo” 3.55 Videocomic
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Il caffè Tgr Buongiorno Italia Tgr Buongiorno Regione Agorà Rai 150 anni. La Storia siamo noi Codice a barre Tg3 Minuti Buongiorno Elisir Tg3 / Meteo3 Tg3 Fuori Tg Le storie Diario italiano Lena, amore della mia vita - Tf Tg Regione Tg Regione Meteo Tg3 Meteo3 Tgr Leonardo Tg3 L.I.S. Tgr Piazza Affari La casa nella prateria - Tf Cose dell’altro Geo Geo & Geo. All’interno: 18.10 Meteo3 Tg3 Tg Regione Tg Regione Meteo Blob Comiche all’italiana Un posto al sole Chi l’ha visto - con F. Sciarelli Volo in diretta - con F. Volo Tg3 Linea notte Tg Regione Meteo3 Crash Fuori Orario. Cose (mai) viste
OMAGGIO Serata dedicata a Giorgio Gaber su RaiTre
ITALIA 1
6.00 Prima pagina 7.55 Traffico Meteo.it Borse e monete 8.00 Tg5 - Mattina 8.40 La telefonata di Belpietro 8.50 Mattino Cinque - con F. Panicucci, P. Del Debbio 10.00 Tg5 - Ore 10 10.05 Mattino Cinque 11.00 Forum - con Rita Dalla Chiesa 13.00 Tg5 Meteo.it 13.40 Beautiful - Soap 14.10 Centovetrine - Soap 14.45 Uomini e donne 16.15 Amici 16.55 Pomeriggio Cinque - con B. D’Urso 18.50 Avanti un altro - con Paolo Bonolis 20.00 Tg5 Meteo.it 20.40 Striscia la notizia - La voce dell’insolvenza 21.10 Extreme Makeover Home Edition 23.10 Italia domanda - conduce Alberto Bilà 0.45 Tg5 - Notte Meteo.it 1.15 Striscia la notizia (r) 2.10 Uomini e donne (r) 3.15 Amici 3.55 Tg5 Notte replica Meteo.it 4.25 Don Luca - Tf 5.15 Tg5 Notte (r)
RETE 4
6.40 Cartoni animati 8.45 Everwood - Tf (due episodi) 10.35 ER - Medici in prima linea Tf (due episodi) 12.25 Studio Aperto Meteo.it 13.00 Sport Mediaset 13.40 Futurama - Tf 14.10 I Simpson - Tf 14.35 Cartoni 15.50 White Collar - Fascino criminale - Tf 16.45 Chuck - Tf 17.40 La vita secondo Jim - Sitcom 18.20 Life Bites - Tf 18.30 Studio Aperto Meteo.it 19.20 C.S.I. Scena del crimine - Tf (due episodi) 21.10 Mistero 0.30 The Vampire Diaries - Tf (due episodi) 2.10 Sport Mediaset 2.35 The Shield - Tf 3.20 Studio Aperto - La giornata 3.35 Media Shopping 3.50 Film: Colpi di luce - di Enzo G. Castellari, con E. Estrada, T. Moore 5.15 Media Shopping 5.30 Champs 12 - Tf 6.20 Media Shopping
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Tg4 Night News Media Shopping T.J. Hooker - Tf Miami Vice - Tf Hunter - Tf Carabinieri - Tf Ricette di famiglia Tg4. All’interno: Meteo.it Detective in corsia - Tf La signora in giallo - Tf Tg4 / Meteo.it Lo sportello di Forum Rescue Special Operations - Tf Film: L’oca selvaggia colpisce ancora - di Andrew V. Mclaglen, con G. Peck, R. Moore, D. Niven Tg4. All’interno Meteo.it Tempesta d’amore Walker Texas Ranger - Tf Film: Il collezionista di ossa - di P. Noyce, con D. Washington, A. Jolie, Q. Latyifah I Bellissimi di R4 Film: Zodiac - di D. Fincher, con J. Gyllehaal, R. Downwy Jr.. All’interno 1.30 Tg4 Night News / Meteo.it Film: Questa specie d’amore - di A. Bevilacqua, con Ugo Tognazzi, E. Maltagliati, J. Seberg Media Shopping Zig Zag
6.00 Tg La7 Meteo Oroscopo Traffico 6.55 Movie Flash 7.00 Omnibus. All’interno: 7.30 Tg La7 9.55 Coffee Break - conduce T. Panella con Enrico Vaime 11.00 L’aria che tira - conduce Myrta Merlino 12.20 Ti ci porto io... in cucina con Vissani 12.30 I menù di Benedetta (r) 13.30 Tg La7 14.05 Film: Capitan Newman di David Miller, con Gregory Peck, Tony Curtis, Angie Dickinson 15.50 In Plain Sight - Tf 16.45 Movie Flash 16.50 Il commissario Cordier - Tf 18.50 I menù di Benedetta 20.00 Tg La7 20.30 Otto e mezzo - conduce Lilli Gruber 21.10 Le invasioni barbariche. Conduce Daria Bignardi. In contemporanea su La7.it 23.55 Omnibus Notte 1.00 Tg La7 Sport 1.05 Prossima fermata - condcue Federico Guiglia 1.20 Movie Flash 1.25 Otto e mezzo (r) 2.05 La7 Doc 3.55 Omnibus (r)
DEEJAY TV 15.00 Perfetti ma non troppo Sitcom 15.30 Occupy Deejay 15.55 Deejay Tg 16.00 Occupy Deejay 17.00 Switched at Birth - Tf 18.00 Jack Osburne no Limits 18.55 Deejay Tg 19.00 Reaper - Tf 20.00 Lorem Ipsum 20.20 Shuffolato 3 e 1/2 21.00 Fuori Frigo 21.30 Switched at Birth - Tf 22.30 Deejay chiama Italia 0.00 Late Night With The Pills
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Les nouveaux explorateurs La provetta del cuoco Tutte le televisioni del mondo David Letterman Show Rai News Giorno Le case più verdi del mondo Cool Tour Arte Posso venire a dormire da voi? Les nouveaux explorateurs Passepartout L’era spaziale La Terra vista dal cielo David Letterman Show Cool Tour Musica S.O.S stilisti da salvare Rai News Notte Posso venire a dormire da voi?
GIALLO
cinema
9.40 Superman Returns - di B. Singer Premium Cinema Energy 10.05 I solidi idioti - di E. Lando Premium Cinema 10.10 Un’altra giovinezza - di F. F. Coppola Studio Universal 10.50 Harry a pezzi - di W. Allen Premium Cinema Emotion 12.10 Angel Heart - di A. Parker Premium Cinema Energy 13.30 The Prestige - di C. Nolan Premium Cinema 14.05 Il mago di Oz - di V. Fleming Studio Universal 16.20 Arold e Maude - di H. Asby Studio Universal 16.35 La maledizione della prima luna di G. Verbinski Premium Cinema Energy 17.00 Michael Collins - di N. Jordan Premium Cinema Emotion 17.20 Lanterna verde - di M. Campbell Premium Cinema
FOCUS 10.40 11.25 12.15 13.20 14.55 15.45 16.35 17.30 18.25 19.15 20.05 21.00 22.50 0.35 1.20
tempesta - di R. Scott, con J. Bridges 19.35 Film: La seconda volta non si scorda mai - di F. Martinotti, con A. Siani, E. Canalis 21.15 Film: Oggi è già domani - di J. Hopkins, con D. Hoffman, M. Thompson 22.50 Film: Blindness - di F. Meirelles, con J. Moore, M. Ruffalo 0.50 Drugstore Off 1.20 Rai News Notte 1.25 Film: Fine di una storia - di N. Jordan, con R. Fiennes, J. Moore 3.05 Film: Transamerica - di D. Tucker, con F. Huffman, K. Zegers
A caccia di Ufo I segreti del tempo In principio era la Terra La storia dell’universo Le città segrete I segreti del tempo Costruzione di un impero Eureka! A caccia di Ufo In principio era la Terra Le città segrete Enigmi Alieni Anatomia di un disastro In principio era la Terra Le città segrete
18.30 Ronin - di J. Frankenheimer Studio Universal 19.20 August Rush - di K. Sheridan Premium Cinema Emotion 19.20 In Time - di A. Niccol Premium Cinema 21.15 L’esercito delle dodici scimmie di T. Gilliam Premium Cinema Energy 21.15 Twilight - di C. Hardwicke Premium Cinema 21.15 The Women - di D. English Studio Universal 21.15 Moonlight Mile - di B. Silberling Premium Cinema Emotion 23.15 Cotton Club - di F. F. Coppola Studio Universal 23.15 Gli anni dei ricordi - di J. Moorhouse Premium Cinema Emotion 23.25 New Moon - di C. Weitz Premium Cinema 23.30 Demolition Man - di M. Brambilla Premium Cinema Energy
CIELO 12.00 Sky Tg24 Primo piano 12.15 The Renovators - Case fai da te 13.15 How I Met Your Mother 14.15 MasterChef Usa 15.15 Sfida all'ultimo chilo 16.15 Cambio vita... mi sposo 17.00 Voglio vivere così 17.30 The Renovators - Case fai da te 18.15 Sfida all'ultimo chilo 19.15 MasterChef Usa 20.15 Ale contro tutti 21.10 Terapia d'urto 23.15 Satisfaction
08.00 08.50 09.50 10.45 11.35 12.30 13.15 14.10 15.00 15.50 16.40 17.35 18.30 19.20 20.10 21.00 21.50 22.50 23.40 00.30 01.30 02.20
TV2000 7.00 Rosario da Lourdes 7.30 Nel cuore dei giorni Rassegna stampa 10.30 Udienza Generale del Santo Padre 11.55 Angelus da Lourdes 14.15 Nel cuore dei giorni Rosa 16.30 Quel che passa il convento 19.00 Romanzo Familiare 20.30 Nel cuore dei giorni Indaco 21.20 Film: Gunga Din 0.15 Gocce di miele
Squadra emergenza Squadra emergenza In tribunale con Lynn In tribunale con Lynn Quincy Matlock Crossing Jordan Crossing Jordan Medical Investigation Giudice Amy Matlock Quincy Squadra emergenza Squadra emergenza Medical Investigation Il Socio Il Socio Profiler - Intuizioni mortali Profiler - Intuizioni mortali Squadra emergenza Squadra emergenza Matlock
SATELLITE
DIGITALE TERRESTRE
ANSIA nel definire buoni e cattivi non rende un buon servizio alla serata Gaber allestita da Fabio Fazio lunedì su Raitre. La divisione, per dire, tra chi ritiene emozionanti il Veltroni e Bertinotti del Qualcuno era comunista e chi invece ha cercato di distogliere lo sguardo nell’occasione, sminuisce il senso dell’operazione: che è prima di tutto ormai un classico dell’impegno faziano in tv — celebrazioni come costruzioni di un amore — e che stavolta doveva soccombere comunque alla gigantesca figura rie-
SKY
■
cinema mattina
09.15 High School Musical 3 - di K. Ortega Sky Cinema Family HD 09.25 World Invasion - di J. Liebesman Sky Cinema Hits HD 09.30 Bull Durham - Un gioco a tre mani - di R. Shelton Sky Cinema Classics 10.35 Al momento giusto - di G. Panariello Sky Cinema Comedy 11.10 The Next Three Days - di P. Haggis Sky Cinema Max HD 12.15 Killing Mrs. Tingle - di K. Williamson Sky Cinema Comedy 13.20 Qualunquemente - di G. Manfredonia Sky Cinema Hits HD 13.25 Sissignore - di U. Tognazzi Sky Cinema Classics
■
FOX
15.25 15.55 16.20 17.15
11.00 11.25 11.40 11.55
18.15 18.40 19.10 19.40 20.40 21.10 22.10 23.05
12.10 12.20 13.05 13.30 13.40 14.20 14.25 14.30 14.35 15.00
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cinema pomeriggio
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cinema sera
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cinema notte
14.25 L'industriale - di G. Montaldo Sky Cinema 1 HD 15.00 Qualcosa è cambiato - di J. Brooks Sky Cinema Hits HD 15.10 Arma letale 3 - di R. Donner Sky Cinema Max HD 16.10 Cars 2 - di J. Lasseter Sky Cinema Family HD 17.05 Chocolat - di L. Hallström Sky Cinema Passion 17.10 Arturo - di S. Gordon Sky Cinema Classics 17.15 Scream 3 - di W. Craven Sky Cinema Max HD 17.30 Duplex - Un appartamento per tre - di D. DeVito Sky Cinema Comedy
21.00 Splendore nell'erba - di E. Kazan Sky Cinema Classics 21.00 Honey - di B. Woodruff Sky Cinema Family HD 21.00 Cosa fare a Denver quando sei morto - di G. Fleder Sky Cinema Max HD 21.00 One Last Dance - di L. Niemi Sky Cinema Passion 21.00 S.P.Q.R. 2000 e 1/2 anni fa - di C. Vanzina Sky Cinema Comedy 21.10 The Avengers - di J. Whedon Sky Cinema 1 HD 21.10 Palle al balzo - Dodgeball - di R. Marshall Thurber Sky Cinema Hits HD
22.40 Io & Marley 2 - Anni da cucciolo - di M. Damian Sky Cinema Family HD 22.45 Scuola di ladri - di N. Parenti Sky Cinema Comedy 22.50 Tutti al mare - di M. Cerami Sky Cinema Hits HD 22.50 Antwone Fisher - di D. Washington Sky Cinema Passion 23.05 Secret Window - di D. Koepp Sky Cinema Max HD 23.10 Oltre il giardino - di H. Ashby Sky Cinema Classics 23.40 Batman - di T. Burton Sky Cinema 1 HD 00.45 Frozen - di A. Green Sky Cinema Max HD
2 HD 20.30 Euro Calcio Sky Supercalcio HD 20.45 Calcio: Arsenal - West Ham United Premier League Sky Sport 1 HD 20.45 Motori: Ep. 9 GT Academy Sky Sport 2 HD 21.00 Ep. 1 Winter Sky Sport 2 HD 21.00 Golf: The Commercial Bank Qatar Masters PGA European Tour Sky Sport 3 HD 21.00 Calcio: Arsenal - West Ham United Premier League Sky Supercalcio HD 21.05 Equitazione: Salto Rolex Fei World
Cup EuroSport HD 21.15 Icarus Sky Sport 2 HD 21.30 Boxe: Pesi Massimi: Match da definire Bigger's Better Eurosport 2 21.30 Basket: Los Angeles Clippers Oklahoma City Thunder NBA Sky Sport 2 HD 22.10 Golf: Hyunduai Tournament of Champions US PGA Tour EuroSport HD 22.30 Game, Set and Mats Eurosport 2 22.45 Euro Calcio Sky Sport 1 HD 22.45 Euro Calcio Sky Supercalcio HD 23.00 Calcio: Sud Africa - Angola Coppa
d'Africa Eurosport 2 23.00 Speciale Calciomercato Sky Sport 1 HD 23.00 Calcio: Arsenal - West Ham United Premier League Sky Sport 3 HD 23.00 Speciale Calciomercato Sky Supercalcio HD 23.10 Golf: The Abu Dhabi Golf Championship PGA European Tour EuroSport HD 23.45 Ep. 1 Winter Sky Sport 2 HD 23.50 Wednesday Selection All Sports EuroSport HD 00.00 Bocce: Mondiale Eurosport 2
15.15 The Big Bang Theory Fox HD 15.25 Ghost Whisperer - Presenze Fox Life 16.00 Access 360 National Geographic Channel 16.10 Happy Endings Fox HD 16.20 Grey's Anatomy Fox Life 16.30 Supercar Fox Retro 16.40 Happy Endings Fox HD 16.55 Templari. il conflitto finale National Geographic Channel 17.05 I Griffin Fox HD 17.10 Medium Fox Life 18.00 I Simpson Fox HD 18.30 The Big Bang Theory Fox HD
18.55 Monster Fish. pesci giganti National Geographic Channel 19.00 How I Met Your Mother Fox HD 19.10 Criminal Minds Fox Crime HD 19.20 Tutto in famiglia Fox HD 19.45 La vita secondo Jim Fox HD 19.55 Tabù National Geographic Channel 20.00 Strega per amore Fox Retro 20.05 Cold Case - Delitti irrisolti Fox Crime HD 20.05 Una mamma per amica Fox Life 20.10 I Simpson Fox HD 20.30 Strega per amore Fox Retro 20.35 I Simpson Fox HD 20.55 Family Guns National Geographic
Channel 21.00 Perception Fox HD 21.00 Law & Order. Unità Speciale Fox Crime HD 21.00 Terapia d'urto Fox Life 21.55 Law & Order. Unità Speciale Fox Crime HD 21.55 Bones Fox Life 21.55 I guardiani della strada National Geographic Channel 22.00 Arcibaldo Fox Retro 22.45 Teen Wolf Fox HD 22.45 Castle Fox Life 22.50 Jo Fox Crime HD 23.55 Tabù National Geographic Channel
sport
20.00 Wrestling: This Week on WWE Pro Wrestling Eurosport 2 20.00 Ep. 21 Serie A Remix Sky Sport 1 HD 20.00 Rugby: Ep. 6 Highlights Heineken Cup Sky Sport 2 HD 20.00 Poker: Ep. 7 Poker WPT Series 9 Sky Sport 3 HD 20.00 Napoli - Roma 12/13 Fan Club Napoli Sky Supercalcio HD 20.30 Wrestling: Vintage Collection Pro Wrestling Eurosport 2 20.30 Euro Calcio Sky Sport 1 HD 20.30 Ep. 10 Nissan The Quest Sky Sport
REAL TIME Guardaroba perfetto Baby party esagerati Wedding Planner Obesi: un anno per rinascere Cucina Con Ale Il boss delle torte Torte in corso con Renato Gordon Ramsay Pazzi per la spesa Tabatha Mani di Forbice La guerra delle spose Shoppint Night
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C.S.I. New York Fox Crime HD Grey's Anatomy Fox Life The Big Bang Theory Fox HD Gli apocalittici National Geographic Channel The Cleveland Show Fox HD Medium Fox Life Tutto in famiglia Fox HD Strega per amore Fox Retro Criminal Minds Fox Crime HD Una mamma per amica Fox Life I Simpson Fox HD Baby Sitter Fox Retro In Justice Fox Crime HD Tre cuori in affitto Fox Retro
la Repubblica
SPORT
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
■ 58
Semifinali Coppa Italia, la squadra di Petkovic agguanta nel finale l’1-1 con Mauri e guarda con fiducia al ritorno di martedì. Come in campionato, decisivo il portiere biancoceleste
Conto aperto EMANUELE GAMBA
Le pagelle
Storari incerto, bene Marchisio Marchetti fa cose da fenomeno JUVENTUS
LAZIO
5.5 Pasticcia un’uscita, non ha i riflessi prontissimi sul gol del pareggio. BONUCCI 6 Dolorante fin dai primi minuti, si ferma per due volte e alla terza si arrende. Gioca con un po’ di apprensione, forse proprio a causa dei suoi problemi muscolari, e sbaglia un paio di rinvii. Dal 43’ pt Caceres 6.5: di nuovo riproposto a sinistra, malgrado Peluso sia stato acquistato proprio per giocare in quella posizione, conferma di essere ormai a proprio agio nel ruolo di vice-Chiellini. Entra in partita senza esitazioni. MARRONE 6 Rischia l’autogol e, sul piano strettamente difensivo, denuncia qualche esitazione. Meglio quando imposta: si ricorda un lancio al bacio per Matri. BARZAGLI 6.5 Infila un paio di anomale incertezze, poi esibisce una serie di anticipi da far paura. ISLA 5 Fallisce un’altra prova, incaponendosi in cross bassi, ciechi e quindi inutili. Ha bisogno di uno scatto di carattere. VIDAL 7 Smaltisce in fretta l’ennesimo infortunio, domina le situazioni di centrocampo, s’aggiunge a Matri sfiorando due gol. POGBA 6.5 Gioca con semplicità, stavolta, badando all’essenziale, rinunciando a inseguire la meraviglia e proponendo una regia svelta e ordinata. GIACCHERINI 6 Meno brillante di sabato scorso, ma è comunque sempre pronto allo scambio con i compagni. Suo il cross dell’1-0. PELUSO 6 Anche da esterno alto gioca piuttosto male, collezionando sbagli e qualche fischio. Si riscatta con il gol. Dal 26’ st De Ceglie 5: concede a Mauri lo spazio per segnare. MARCHISIO 6.5 Gioca con il cervello, prima di tutto, cercando di sostenere Matri senza snaturarsi. Lo fa piuttosto bene, d’altronde da ragazzino era attaccante. Dal 31’ st Vucinic sv. MATRI 6 Rinuncia alla gloria personale a vantaggio di sponde e sacrifici.
MARCHETTI
STORARI
7.5 Due parate fenomenali. Anche stavolta, a Torino il risultato lo marchia lui. BIAVA 7 Gioca d’anticipo, ha riflessi felini, non perde mai la concentrazione. Un ragazzino. Dal 38’ st Radu sv. CANA 5.5 Patisce un po’ gli spazi larghi, dopo lo svantaggio torna a centrocampo. CIANI 6.5 Molto reattivo, usa il mancino per impostare l’azione in maniera decisamente appropriata. CAVANDA 6 Costringe Peluso alla difensiva e soprattutto nel primo tempo è una spina nel fianco sinistro della Juventus. Cala con il tempo, anche perché finisce da terzino nella difesa a quattro: e in quella posizione soffre assai. GONZALEZ 6 In movimento continuo, copre porzioni di campo enormi. LEDESMA 5 Mantiene una posizione molto avanzata, spesso va persino a stuzzicare Marrone, ma in generale è troppo posato e assai poco ispirato nella rifinitura. Dal 25’ st Candreva 6: batte l’angolo del pareggio. HERNANES 5.5 Ha qualche fiammata isolata, si sbatte nelle operazioni di recupero del Pallone, ma in definitiva non riesce mai ad assistere Floccari come dovrebbe. Dal 38’ st Brocchi sv. LULIC 5.5 Impiega mezzora per entrare in partita, ma poi sono i suoi cross a scuotere la Lazio. Nella ripresa torna però a rintanarsi. Concede a Peluso lo stacco del gol. MAURI 7 Raccorda centrocampo e attacco, seguendo traiettorie difficili da intercettare. A gioco lungo merita il premio del gol. FLOCCARI 5.5 Nelle prima battute conferma di essere in forma, ma con il tempo viene isolato dal resto della squadra. Mai pericoloso, a conti fatti. ARBITRO DAMATO 6.5 La Lazio contesta il gol juventino, ma non crediamo abbia sbagliato a concederlo. Per il resto, dirige con autorevolezza.
JUVENTUS LAZIO
1-1 JUVENTUS (3-5-1-1) Storari – Bonucci (43’ pt Caceres), Marrone, Barzagli – Isla, Vidal, Pogba, Giaccherini, Peluso (26’ st De Ceglie) – Marchisio (31’ st Vucinic) – Matri. LAZIO (3-5-1-1) Marchetti – Biava (38’ st Radu), Cana, Ciani – Cavanda, Gonzalez, Ledesma (25’ st Candreva), Hernanes (38’ st Brocchi), Lulic - Mauri – Floccari. Arbitro: Damato. Reti: 18’ st Peluso, 41’ st Mauri. Note: ammoniti Hernanes, Ciani. Spettatori paganti 32.433, incasso 610.544 euro.
EMANUELE GAMBA TORINO a Juventus e la Lazio hanno pareggiato un’altra volta, in Coppa Italia come in campionato, ma non significa che siano ormai uguali: i bianconeri rimangono infatti una squadra migliore perché anche ieri, come già nello scorso novembre, rimugineranno a lungo su un risultato che a loro sta stretto e sul quale c’è, chiarissimo, il marchio di Federico Marchetti, che ha evitato un paio di gol e una sconfitta compromettente, ma che a conti fatti sarebbe stata meritata. Invece è finita 1-1, con qualche abituale spreco juventino e il pareggio finale di Mauri, il quale ha sfruttato, sul corner di Candreva, tre incertezze: di Vucinic, di De Ceglie, di Storari. Cose capitano, ma quando
L
Palo di Vidal, Vucinic reclama un rigore. Per i bianconeri tante chance sprecate capitano Conte s’imbestialisce, anche perché nella circostanza specifica rischiano di costare parecchio, in vista del ritorno di martedì. La partita non ha avuto somiglianze con quella di campionato, che la Juventus dominò pur senza vincerla. Non ha vinto nemmeno questa, e soprattutto non dominato come allora, pur segnando una certa superiorità: significa
Peluso illude la Juventus la Lazio pareggia e sorride che nel frattempo la Lazio è salita di livello. Ieri è stata a lungo sullo stesso piano dei campioni d’Italia, subendone i momenti di iniziativa ma poi riuscendo sempre a interromperli e trasformarli in imboscate dalla parte di Storari, a parte la sofferenza pura tra il vantaggio di Peluso e il pareggio di Mauri. La Juve, è vero, è lontana
dal suo meglio. Le assenze riducono inevitabilmente il valore tecnico e per Conte non è un momento fortunato, visto che ieri sera ha perso Bonucci già nel primo tempo. I bianconeri avevano troppi titolari in meno per pretendere di essere la squadra spaventosa che di solito sono, ma hanno cercato di far finta che così non fosse, sga-
sando fin dai primi minuti ma poi finendo, col tempo, di sgasarsi loro stessi, per lo più a causa della Lazio, anche se poi dopo l’intervallo è sbucata una partita nuova, di impronta decisamente juventina. Petkovic ha scelto un modulo identico a quello di Conte, ma non è stata una sfida di confronti diretti perché i romani non hanno
Mercato
E Buffon firma il rinnovo fino al 2015 GIULIO CARDONE ROMA — Gianluigi Buffon juventino a vita. Oggi il portiere e Agnelli, in una conferenza stampa, annunceranno il rinnovo fino al 2015. Due anni in più rispetto al contratto attuale, in scadenza a giugno, ma a cifre più basse: da 6 milioni netti a stagione si passa a 4 più bonus, per rispettare il tetto ingaggi. Buffon vestirà quindi il bianconero fino a 37 anni e mezzo. Felice anche Antonio Conte, tecnico bianconero: «E’ il portiere più forte al mondo e sono molto contento». La Juve lavora anche sui giovani: preso il diciottenne trequartista Josè Francisco Cevallos Enriquez, figlio del ministro dello sport dell’Ecuador: prestito per sei mesi (1,5 milioni) dal Ldu Quito. E si resta in attesa di una ri-
sposta da Drogba e dal Bilbao per Llorente. Sull’ivoriano però è di nuovo piombato il Milan, che ha pareggiato l’offerta bianconera di otto milioni per un anno e mezzo. Il centravanti ne chiede dieci: Galliani, convinto che Drogba si possa liberare dallo Shanghai Shenhua (il giocatore ha inviato una lettera al club e alla Fifa per chiedere la rescissione del contratto), tratta sull'ingaggio. Un tentativo l’ha fatto pure la Lazio. L’Inter: Stramaccioni ha chiesto un regista (Valdes o Biglia), Paulinho (offerta di 15 milioni al Corinthians), Schelotto (o Cassani) e Andreolli. Infine, la Fiorentina: fatta per il polacco Wolski. Il trequartista è in partenza per Firenze, dove si sottoporrà alle visite mediche. Il club viola verserà al Legia Varsavia una cifra di poco inferiore a tre milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Caos Aversa
Pulvirenti
Sei turni di squalifica per Montervino
Il presidente del Catania deferito per gli insulti ad Agnelli
ROMA - Sei giornate di squalifica per Francesco Montervino, il giocatore della Salernitana espulso domenica nella gara contro l’Aversa. Dopo il gol, Montervino ha insultato i tifosi avversari scatenando scontri e incidenti sugli spalti. Nella sua decisione, il giudice ha tenuto conto oltre che del referto dell’arbitro anche del rapporto dei carabinieri.
ROMA - Antonino Pulvirenti (foto), presidente del Catania e neo consigliere della Lega Calcio, è stato deferito dal procuratore federale Stefano Palazzi per aver dato della «zitella isterica» al presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Deferita anche la società a titolo di responsabilità diretta.
■ 59
Roma e Inter, ora la Coppa vale tanto Nuova sfida all’Olimpico, Zeman e Stramaccioni a caccia della finale Ottavi di finale Inter 2 Verona 0
MATTEO PINCI ROMA on Stramaccioni abbiamo cercato di andare a cena, ma i nostri tempi non coincidevano». Era l’inizio del campionato e Zeman aveva dovuto rinunciare per un contrattempo del collega interista. L’allenatore più vecchio e più giovane del campionato si ritroveranno stasera (ore 20.45, Rai
«C
scelto di difendersi aggredendo, ma con il movimento e la posizione. Vedere l’armonia con cui i biancocelesti si muovevano senza palla è stata una parte dello spettacolo, benché non abbiano poi saputo ribaltare il copione con la medesima efficienza e concesso qualcosa quando la Juve ha attaccato con i lanci lunghi, l’unica situazione di gioco in cui la Lazio si è trovata in difficoltà (sulla combinazione Marrone-Matri, al 10’ st Marchetti ha fatto un miracolo), lasciandosi pizzicare talvolta scoperta. D’altronde, con una sola punta di ruolo i bianconeri hanno dovuto rinunciare al fraseggio tra gli attaccanti. Marchisio è stato bravissimo a muoversi a supporto di Matri, pur se con un tasso di pericolosità inevitabilmente limitato. La Lazio è rimasta in partita — una partita giocata tra due squadre intelligenti, molto applicate — però ha graffiato di rado anche nei momenti in cui il gioco era sotto il suo controllo. Così la ripresa juventina ha segnato la differenza siglata dal gol di Peluso, che stava per essere sostituito da Vucinic: Conte ha voluto aspettare che si battesse il corner da cui è nato il pareggio, poi ha tolto lo stesso Peluso ma ha aggiunto un terzino. Lì, la Juve ha perso l’occasione del colpo di grazia: sempre sfruttando i lanci da dietro, Vidal ha centrato il palo (27’) e poi ha dovuto assistere al pazzesco colpo di reni di Marchetti (35’) sul suo colpo di testa. L’unico a ultimo attacco laziale ha così consegnato alla cronaca quest’altro pareggio, di gusti diverso dal primo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso
3 2
Napoli 1 Bologna 2
Quarti di finale
3 0
5-2 d.c.r.
Semifinali ritorno 29/1 A R oggi e 17/4 A R Roma Juventus 1 Inter Lazio 1
4-5 d.c.r.
Inter Bologna
Lazio Catania
01 Fiorentina Roma 1 ai supplementari
Finale 26/5/2013
24 23 3 5 42 4 77 48 8 22 10
1 23 26 40 55 4 16 19 31 14 8
punti e una coppa che gli garantirebbe l’Europa: «Possiamo raggiungere entrambi i traguardi, io non scelgo». Ne basterebbe uno a rasserenare l’umore grigio del dg Baldini, che a questo punto dell’anno si aspettava «di avere diversi punti in più, anche se molto dipende dalle condizioni ambientali. Ma mi rifiuto di pensare
che la stagione finisca così». Dipenderà anche dall’Inter, che abdicate le ambizioni da titolo non ha certo abbandonato l’idea di vincere almeno un trofeo: «Siamo arrivati fin qui e vogliamo onorare questa semifinale». Preparata nella 3 giorni romana al Flaminio, studiando le debolezze mostrate domenica dalla Roma nella ge-
Handanovic Ranocchia Chivu Juan Jesus Nagatomo Zanetti Mudingayi Cambiasso Pereira Guarin Palacio
TRE STAGIONI INSIEME
MILANO arà per la stazza, o per la sua storia ingombrante, o semplicemente è questione di karma. Ma quando Marco Materazzi detto Matrix si toglie dei sassolini, quelli fanno sempre il rumore delle pietre che rotolano, e infine si schiantano con gran fragore. Dev’essere il rumore dei ricordi: rimbombano, se hai vissuto intensamente. Così l’ultimo botto arriva nelle orecchie di Zlatan Ibrahimovic, chiamato in causa da Materazzi: «Era uno che insultava i compagni». I due sono stati insieme all’Inter per tre anni, dal 2006 al 2009, quindi i giudizi tranchant dell’ex azzurro sono corredati da spiegazioni approfondite: «Quando è arrivato all’Inter, la nostra relazione era buona, ma poi tutto è cambiato. Lui è un fenomeno — concede Materazzi in un’intervista a France Football — uno dei
Materazzi e Ibrahimovic hanno giocato insieme nell’Inter tre stagioni (due con Mancini in panchina e una con Mourinho) dal 2006 al 2009
S
più forti con cui abbia mai giocato. Ma si è davvero grandi quando ci si mette a disposizione del gruppo. E quando un compagno di squadra è in difficoltà bisogna aiutarlo, non massacrarlo. Invece lui lo faceva costantemente. Per lui, le cose sono talmente facili che non ammette che gli altri commettano errori. Ma non può essere così. Chi ha un carattere fragile certe cose le soffre. Questo del rapporto coi compagni è il suo
grande difetto, una squadra non è soltanto un giocatore: forse questo è il motivo per cui Ibra non è mai riuscito a diventare Messi o Ronaldo. A volte era insopportabile: a Parma ci ha fatto vincere lo scudetto, ma ricordo ancora il suo atteggiamento nei giorni precedenti alla partita. Se continui a comportarti così, alla lunga, devi iniziare a farti delle domande: a chiederti per esempio perché non vincerai mai il Pallone d’oro.
“Mancano le prove” Punito con lo 0-3 il Casale ritirato STEFANO SCACCHI
Non lo vinci solo perché vinci la Champions, ma anche perché devi migliorare qualcosa nel tuo carattere». Materazzi ne ha anche per Leonardo («Mi ha tradito, eppure lo avevo aiutato a entrare nello spogliatoio dell’Inter e lui lo sa»), per il suo vecchio obiettivo sensibile Benitez («Fossi il presidente di un grande club non gli affiderei mai una squadra: ci trattò come degli scolari e volle allontanare il ricordo di Mourinho», Benitez gli risponde subito: «Materazzi è un bugiardo») e ovviamente chiusura sulla storia di Zidane: «Ha perso un’occasione a non volersi scusare con me. Persino l’Onu aveva pensato a una cosa, coinvolgendo Nelson Mandela. Dovevamo farci una foto separatamente, io e Zizou, e metterle insieme per una campagna. Ma io pretesi di farla insieme, perché non ho problemi a guardare Zidane in faccia. Non se ne fece più nulla».
MILANO confitta 3-0 a tavolino, una giornata di squalifica a Fabiano Ribeiro, un punto in meno in classifica e 500 euro di multa al Casale per la decisione della squadra Berretti di lasciare il campo sabato contro la Pro Patria. Il giudice sportivo di Lega Pro, Pasquale Marino, non imita il collega di serie A, Giampaolo Tosel che aveva assolto il Milan e Boateng per aver interrotto l’amichevole con la Pro Patria dopo i “buu” razzisti degli ultrà di casa. Questa volta viene punito chi decide di fermare la partita lamentando un’offesa a sfondo razziale. Nessuna improvvisa svolta giurisprudenziale, solo la necessità di attenersi al referto arbitrale: «Negli atti ufficiali non c’è alcun elemento che confermi la motivazione addotta dal Casale per il ritiro». La Pro Patria evita la seconda condanna per razzismo nel giro di poche settimane. Assolto Luca Paganini, il 17enne difensore accusato di aver rivolto l’epiteto razzista al coetaneo italo-brasiliano Fabiano Ribeiro. «Lo sapevamo — dicono a Busto Arsizio — è un bravo ragazzo. Lo conosciamo bene. È con noi dagli Esordienti». Paga invece l’attaccante del Casale, espulso sabato per la manata di reazione al volto di Paganini. Alcuni compagni di squadra però continuano a sostenere di aver sentito l’insulto. È una sentenza che non chiude la vicenda. Solo l’inchiesta della Procura Federale, che prosegue e potrà basarsi su indagini più approfondite, definirà la questione. Il Casale, che lunedì aveva annunciato il silenzio stampa sulla vicenda, non protesta. Anzi il dg dei nerostellati, Antonio Sorano, prende ulteriormente le distanze dalla sua Berretti: «Decisione scontata. L’arbitro non poteva certo scrivere nel referto cose che non ha udito. I nostri tesserati hanno sbagliato a non avvisare prima i vertici della società». Questa volta la solidarietà non ha fatto molto strada.
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stione dei contropiede avversari: «Niente turnover — giura l’allenatore interista — mi aspetto una gara a viso aperto e una Roma spregiudicata», la stessa che in casa segna da 33 gare di fila. Per colpirla, allora, studiato un centrocampo più fitto, con Mudingayi, Cambiasso e un solo attaccante, Palacio, sostenuto da Guarin. Il contrario dell’avversario, che non rinuncia al tridente rilanciando Destro per sciogliere la tenuta di un’Inter che in coppa ha perso solo una volta in 15 incontri. Aspettando il ritorno, in programma il 17 aprile, tra 85 giorni, Totti ricorda: «Ci giochiamo molto, la possibilità di un posto in Europa e di giocare la finale a Roma». Stramaccioni, romano come lui, non pensa ad altro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Materazzi e il brutto di Ibra “È uno che insulta i compagni”
ANDREA SORRENTINO
1 Juventus 0 Cagliari
Razzismo
ore 20.45: Rai1
Vasilis Torosidis, 27 anni, all’Olympiacos ha giocato 132 gare, 12 i gol
ai supplementari
1-1 al 90°
Arbitro: De Marco
27 ANNI
3 Milan 0 Reggina
1 Juventus 2 Milan 1
0-0 al 90°
ROMA INTER
Palacio e Piris in Roma-Inter di domenica scorsa
1 Parma 1 Catania
2-2 al 90°
Udinese 0 Fiorentina 1
Stekelenburg Piris Marquinhos Castan Balzaretti Bradley Tachtsidis Florenzi Lamela Destro Totti
Ottavi di finale 1 Lazio 1 Siena
ai supplementari
Roma 3 Atalanta 0
Il dg giallorosso Baldini: “Mi rifiuto di pensare che l’anno finisca così” Preso Torosidis Uno), ma non è una novità: Roma-Inter replica infatti a distanza di 4 giorni, dopo lo sbiadito 1-1 di domenica in campionato. Stavolta l’Olimpico ospiterà l’andata di una semifinale di coppa Italia che somiglia a un revival: sarà il settimo incontro in coppa tra Roma e Inter degli ultimi dieci anni, 5 le finali. Erano squadre diverse però: oggi entrambe devono fare i conti soprattutto con vuoti ingombranti. Quelli che nell’undici di Stramaccioni lasceranno Milito e Cassano: «Ma ce la giocheremo come domenica — assicura l’allenatore — anche se abbiamo delle defezioni in attacco». Simili a quelle di Zeman, occupatissimo dalla conta di squalificati (Osvaldo, Pjanic) e “feriti”: l’ultimo, De Rossi, resterà fuori due settimane causa lesione muscolare. Da domani però sarà giallorosso il terzino greco Torosidis, ieri a Roma per firmare il contratto triennale da 1,3 milioni lordi annui. Assenze o meno, la ricetta del tecnico non cambia: «Dobbiamo essere più aggressivi nella metà campo dell’avversario, diversamente da domenica». Zemanismo puro, lo stesso che gli permette di tenere nella stessa considerazione l’utopia della Champions lontana 10
Quarti di finale
S
la Repubblica
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
■ 60
@
R2SPORT
PER SAPERNE DI PIÙ www.australianopen.com www.repubblica.it/sport
Pattinaggio
Sci
Vela
Europei in Croazia, venerdì la Kostner
Kitzbühel, cadute e polemiche
Soldini record a Capo Horn
ZAGABRIA — Al via oggi in Croazia la tre giorni degli Europei di Pattinaggio, ultima tappa prima dei Mondiali in programma in Canada a metà marzo. Venerdì in pista Carolina Kostner, iridata 2012. Tra le sue rivali due 16enni russe: Elizaveta Tuktamysheva e Adelina Sotnikova.
KITZBÜHEL — Prime prove di discesa con polemiche sulla Streiff. Lo sloveno Jerman (foto) è caduto riportando una commozione cerebrale. «Meglio non scendere con quella nebbia», ha detto Kroell. «Potevamo rovinare la pista», ha aggiunto Guay. Svindal il più veloce, miglior azzurro Klotz (9°).
ROMA — Soldini (foto) ha doppiato Capo Horn. L’equipaggio di Maserati, impegnato nel tentativo di battere il record sulla rotta New York-San Francisco, ha passato ieri il leggendario Capo dopo 21 giorni, 23 ore e 14 minuti, “meno otto ore” sulla tabella record.
Che coraggio, Sorelle d’Italia s’inchinano pure le Williams
La storia
Fuori le favorite, Errani-Vinci vogliono Melbourne
ALLEATI Alex Del Piero, 38 anni e Patrick Dempsey, 47 anni
GIANNI CLERICI MELBOURNE ella inesausta attesa di una Thatcher, di una Indira Gandhi, di una Merkel, possiamo esaltarci, noi ancora bloccati a malferme Quote Rosa, con le nostre ragazze, seppure doppiste. Seppure, annoterà subito qualche lettrice. Non vuol essere soltanto un congiunzione, lettrici presumibilmente tenniste. Il binomio Sara Errani Roberta Vinci ha oggi battuto le teoriche campionesse del mondo Serena e Venus Williams, e addirittura superato teoricamente le nonne Pericoli-Lazzarino, cinque volte finaliste del Rometta Open. Vinceranno, ora, le nostre Sorelle d’Italia, lo Australian Open? Glielo auguro, ma il grande successo odierno supera forse quel primato mondiale offerto loro a fine d’anno dal computer, che non sempre afferma il vero. Le Williams, per esempio, non competevano per la probabilissima prima posizione, solo perché non avevano giocato un numero adeguato di tornei. Quando decidevano di abbandonare le precipue cure del singolare, per solito vincevano, come nelle ultime due Olimpiadi. Erano ovviamente, anche qui, pronosticate Favorite, ancorché indicate col n.8 aritmetico a fronte delle Sorelle, le n.1 teoriche; ma ci si domandava se le nostre avessero qualche pur modesta chance di batterle. Pochissimi, sinceramente, se non qualche tifoso, termine estraneo al Tennis, immaginava una sconfitta delle americane. Le sorelle d’Italia ci sono invece riuscite, e io, per una volta dissento dal miglior scriba americano che all’uscita dal campo, mi ha osservato: «Capisco il tuo entusiasmo, Gianni. Ma non vedo come po-
Doping
“Da Miami via ai test a tappeto”
N
Le “Cichi” tengono duro e sfruttano gli incredibili errori di Venus. Intanto Djokovic cresce... tesse Serena, da sola, battere tre tenniste». «Tre tenniste?», mi sorprendevo. «Certo, le due italiane, più Venus». Rifletto, ora, su questo paradosso dell’amico Scriba, che non solo è il n.1 della sala stampa, ma probabilmente il n.1 nel suo paese. In realtà, nel computo delle statistiche delle americane, la mia amata Venus è entrata per non meno di due terzi degli aspetti negativi, e per poco più di un decimo in quelli positivi, se si pensa che, ad esempio, su tredici aces della Ditta Williams non ne ha realizzato mezzo, riuscendo addirittura, nel penultimo e decisivo game del terzo set, a servire nel proprio rettangolo: prodezza nota soltanto ai giocatori di club, e allo Scriba. Ciò non toglie nulla al successo delle cosiddette Cichi, che è giunto dopo un iniziale svantag-
MELBOURNE — «Aumenteremo i controlli a sorpresa e i test ematici». Così Francesco Ricci Bitti, presidente della Federtennis internazionale per contrastare il doping. «Con un accordo fra le parti potremmo varare il nuovo programma già dal torneo di Miami». Ma è un accordo difficile, spesso il tennis ha coperto i suoi colpevoli, e una procedura antidoping a tappeto (ora vengono controllati solo i primi 50 dei ranking e solo prima e dopo i tornei), costerebbe più dei 2,5 milioni di dollari stanziati finora. Per un solo test ematico ci vogliono 1000 euro. L’abbraccio di Sara Errani a Roberta Vinci: per loro 2 Slam vinti gio, capace di scoraggiare chi non fosse consapevole delle proprie possibilità. Simile trauma iniziale sarebbe stato superato via via che le Sorelle si rendevano conto delle difficoltà di Venus sulla propria battuta, sino ad un’impotenza di ben tre turni smarriti nel secondo set. Mentre rimaneva alta la media di Robertina, e Sara, dal fondo, pareggiava nei rimbalzi con l’irriducibile Serena, sarebbe nuovamente affondata la povera Venus di oggi, con un fallimento di due break e di un’offerta speciale nell’undicesimo game perduto. Una volta
Le elezioni
di più, dunque, le Sorelle d’Italia sarebbero state di (vano) esempio ai loro poveri fratelli. Alla fine della nostra giornata tricolore, Djokovic e Berdych non hanno mancato di confermarci due ormai note caratteristiche. Il boemo può essere il miglior giocatore contemporaneo, ma la sua efficienza non dura più di un’ora, al di fuori di qualche occasione di anomala continuità. Il serbo rimane al contrario un fenomeno di intelligentissima perseveranza anche se non è al massimo. Lo ha dimostrato sfuggendo al miglior Wawrinka
mai visto, lo ha riconfermato migliorando via via nel non facile match di questa sera. Non è sconosciuta la vicenda di chi vinca uno Slam migliorandosi nel corso del torneo. Potrebbe non essere l’ultimo caso. Quarti U: Djokovic (Ser) b. Berdych (R.Cec) 6-1, 4-6, 6-1, 6-4; Ferrer (Spa) b. Almagro (Spa) 4-6, 4-6, 7-5, 7-6, 6-2. Quarti D: Li (Cin) b. Radwanska (Pol) 7-5, 6-3; Sharapova (Rus) b. Makarova (Rus) 6-2, 6-2. Quarti doppio F: Errani-Vinci (Ita) b. Williams-Williams (Usa) 36, 7-6, 7-5. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il manager ha presentato ieri la sua candidatura. “Figc via dalla Giunta”
Il Coni secondo Malagò “Trasparenza e calcio fuori” FULVIO BIANCHI ROMA — Giovanni Malagò cercherà di doppiare il suo Capo Horn il 19 febbraio: il giorno delle elezioni del Coni. Scaduto il mandato di Giovanni Petrucci (per ora al basket), tocca appunto a Malagò, Pagnozzi, il favorito, e Gambino (vicino al ritiro) sfidarsi. Il manager romano, «ho 53 anni, mi sento un pischello», presenta il suo programma prima ai presidenti di Federazione, poi in oratorio a San Lorenzo, ai giornalisti. Vanno in 15 all’Aniene, 12 di questi presidenti avevano firmato già il programma di Pagnozzi. Ma gli Scilipoti, si sa, non mancano anche nello sport: Pagnozzi però si sente sicuro di avere già uno zoccolo duro di 32-33 voti e di essere così vicino alla vetta di 39, il minimo per essere eletti. Malagò certo non si arrende anche se questo sistema elettorale, che prevede solo 76 Grandi Elettori, non gli piace, e sa che lo pe-
Giovanni Malagò, 53 anni nalizza. Ma attacca dritto un mondo che pure ama, quello del calcio. «Il problema delle scommesse? Non esiste. È un problema solo del calcio. Il 93% delle scommesse d’altronde riguarda appunto questo sport. La sottocultura del calcio, negli ultimi venti anni, ci ha fatto danni enormi. Non mi piace il rapporto Calcio-Coni. Con me il football non avrebbe posto in Giunta». Ora c’è Abete che vota, appunto, Pagnozzi. Poi Malagò punta dritto sulla gestione attuale del Coni:
scarsa trasparenza sui bilanci, un legame «che non deve esistere» fra Coni e Coni Servizi, con doppio stipendio (Petrucci resta n.1 della Coni spa sino al 30 giugno 2014). «Il Coni prende 411 milioni di euro dallo stato: usciamo dall’ipocrisia dell’autonomia dello sport. Vanno coinvolti i privati». E poi basta con un sistema elettorale che non permetterebbe mai ad «uno come Gianni Letta (presente alla conferenza, ndr) o Montezemolo di candidarsi, che senso sa?». Lo slogan è chiaro: «Più sport per tutti, siamo la seconda Nazione al mondo per obesità dei giovani, e più medaglie». E poi, spiega «ci vuole più democrazia in Giunta, è un’esperienza mortificante». Intanto Fiona May si candida alla Giunta (di Pagnozzi) mentre Malagò avrebbe voluto con sé Josefa Idem (futura senatrice Pd e forse ministro dello sport, a meno che Petrucci...). © RIPRODUZIONE RISERVATA
Del Piero fonda una scuderia con l’attore Patrick Dempsey
Alex e il dr. Stranamore di corsa verso Le Mans MAURIZIO CROSETTI N’altra sgommata per Alessandro Del Piero, o forse è una sgasata: l’ex juventino ha appena costituito nientemeno che una scuderia automobilistica. Lo ha fatto insieme all’attore americano Patrick Dempsey, il “dottor Stranamore” di Grey’s Anatomy, il neurochirurgo rubacuori Derek Shepherd (oppu-
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Il n.10 con la star di Grey’s Anatomy, che farà pure il pilota: “Insieme vinceremo” re, per chi avesse visto al cinema qualche anno fa Come d’incanto, il bel tomo che si vedeva precipitare a New York la principessa delle favole, e se ne innamorava). Fantasista e fantasioso si sono messi in testa di correre la “24 Ore di Le Mans” e di partecipare al campionato “American Le Mans”. Sulla fiancata dei loro bolidi ci sarà scritto “Dempsey/Del Piero Racing”. «Fin da piccolo ho sempre nutrito una grande passione per lo sport automobilistico, sono elettrizzato dall’opportunità di fare squadra con Patrick: vogliamo vincere il mondiale», ha scritto Del Piero sul suo sito internet, dove gli appassionati (ed eventualmente gli orfani del suo talento) lo vedono sbizzarrirsi tra un saluto ai tennisti degli Au-
stralian Open, una visita alla nazionale italiana di deltaplano e qualche vittoria che s’è fatta attendere, ma alla fine è arrivata, quasi come la principessa nel film del suo amico e socio. Quattro gol nell’ultima partita contro il Wellington, come non gli era mai riuscito in carriera, e una classifica più dignitosa: non più l'ultimo posto, solitario e malinconico, ma appena un punto in meno della zona play-off, obiettivo ormai alla portata del Sydney. E tra un allenamento e l’altro, svaghi di varia natura sportiva nella torrida estate australiana, a contatto diretto con l’Italia (è di ieri il messaggio di commiato a Riccardo Garrone: «L’Italia perde un uomo di valore e il calcio un grande presidente». Tornando alle sgommate, Del Piero e Dempsey hanno già ingaggiato i piloti: al volante andranno lo stesso attore, Joe Foster e Michael Avenatti, non Ale che pure ci vorrebbe provare. «Siamo entusiasti di questa alleanza con Alessandro, e di competere insieme a lui ai più alti livelli», dice Dempsey. «La passione di Alessandro per la vittoria e le sue qualità di leadership saranno inestimabili per lo sviluppo e la guida del team». Tutto pronto, dunque, compresa la domanda ufficiale all’ACO, cioè l’Automobile Club de l’Ouest, per poter gareggiare nella leggendaria “24 Ore di Le Mans”. Manca soltanto un dettaglio, i colori sociali della nuova scuderia. Perché non il bianco e il nero? © RIPRODUZIONE RISERVATA
In breve Heynckes
“Guardiola andava annunciato a Natale” MONACO DI BAVIERA —«Guardiola è la scelta migliore, ma il suo annuncio andava effettuato prima, all’inizio della pausa invernale, per non farlo coincidere con la ripresa della Bundesliga (il Bayern ha battuto 2-0 il fanalino di coda del Furth, ndr) e della Champions». Così l’attuale tecnico del Bayern Jupp Heynckes, che già in estate aveva detto di volersi ritirare a fine stagione. COPPA D’AFRICA — Girone D, 1° giornata: Costa d’Avorio-Togo 2-1, Tunisia-Algeria 1-0. Oggi 2° turno girone A: Sudafrica-Angola (16 Eurosport); Marocco-Capo Verde (19 Eurosport).
STONER — «Non tornerò mai più in MotoGp. Correrò nella Supercar V-8 (con un team sponsorizzato Red Bull, ndr)». Primi test il 16 febbraio. Per il suo “buen ritiro” Stoner ha acquistato un villa di 1200 mq, vicino Southport, dov’è cresciuto. KUBICA — «Robert non è ancora pronto per una monoposto», ha detto Toto Wolff, boss del team Mercedes di F1. Kubica effettuerà un test con una Mercedes DTM. SERIE B — Recupero 21ª giornata: Varese-Brescia 3-2. DOPING — Due anni di squalifica al ciclista francese Steve Houanard, positivo all’Epo in un controllo del settembre 2012. TENNIS — Per la sfida contro la Croazia (1-3 febbraio a Torino), 1° turno di World Group di Davis, il ct Barazzutti ha convocato Bolelli, Fognini, Lorenzi e Seppi.
la Repubblica
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METEO
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