Tuttosport 10-02-2013

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PAGELLE FIORENTINA Rodriguez male Toni impalpabile RONCAGLIA 4 Non benissimo in assoluto, anzi abbastanza male sul lancio di Pirlo da cui scaturisce la rete di Vucinic. Il suo rinvio di testa è sincopato, un assist perfetto ma alla rovescia. Più che Facundo, è tremebundo... RODRIGUEZ 4 Scivola due volte e per due volte Vucinic ha sul piede una palla gol. Infatti una la infila... Anche lui piuttosto sofferente e quasi mai perentorio. SAVIC 5.5 Se ne sta accoccolato a sinistra, non molto inserito nella lotta, uno da compitino, insomma da sei politico. Tomovic (1’ st) 6 Entra e riesce a essere perfettamente in partita nonostante tutto. CUADRADO 5 L’incubo di De Ceglie e Peluso, l’uomo che con la sua velocità in teoria dovrebbe spostare il baricentro della Fiorentina in avanti e a sorpresa. Non sempre infila lo sprint giusto, però. Al contrario, nel secondo tempo si affloscia e dà campo agli avversari. ROMULO 5 Trova sulla sua strada Marchisio, che non è ancora al cento per cento. Eppure soffre parecchio e fatica a essere propositivo nella dinamica del gioco viola. Prova a tirare in porta, d’accordo, ma spesso svirgola... PIZARRO 5.5 Il confronto con Pirlo non lo spaventa però un po’ lo miniaturizza, nel senso che deve confrontarsi con uno dei più bravi al mondo e quindi qualsiasi cosa finisce per essere sminuita. Vita dura là in mezzo, specialmente quando sente di avere la marcatura addosso. BORJA VALERO 5 Appartiene ai giocatori di un’altra categoria e se la deve vedere con un altro di categoria superiore. Regge un tempo, poi scompare dagli schermi radar e finisce il match ciondolando, senza più forze. E idee. Effetto Vidal, già... PASQUAL 5 Sta a sinistra e dovrebbe spingere ma non spinge quasi mai... Forse lo preoccupa il passo di Lichtsteiner, forse è in giornata storta. Ha un merito: non spadella come altri compagni di sventura. TONI 5 Una sponda perfetta per Jovetic, poi tante spinte e tante gomitate, tanta battaglia. Più quantità che qualità. Presenza sostanzialmente impalpabile. El Hamdaoui (11’ st) 5.5 Un tiro verso Buffon e peraltro abbastanza telefonato. A parziale scusante, non deve essere semplice entrare a sconfitta ormai consumata. JOVETIC 5 Il manifesto della sfida recitava pressappoco così: venghino signori, venghino che si esibisce il più intraprendente, il più geniale, il più bravo. A tanta reclame non corrisponde però una prestazione all’altezza delle aspettative: giusto un quarto d’ora di fuoco e fiamme, poi i difensori della Juventus azionano l’estintore e tanti saluti al ragazzino prodigio. Non che la sua quotazione sia sensibile di ribassi o rialzi per una gara storta, però poteva fare di più e di meglio al cospetto di una società e di una tifoseria che - non è mistero - lo tengono d’occhio da un anno. Ljajic (29’ st) 6 una serpentina a sinistra e basta. Del resto, mica è colpa sua se la Fiorentina si inabissa a Torino. All. MONTELLA 5 La Fiorentina sa occupare gli spazi con intelligenza, possiede un buon centrocampo e un buon reparto offensivo ma è inguardabile dalla cintola in giù. Così tutto diventa più complicato, più difficile. Per la verità, allo Stadium la debacle è collettiva e persino i gioielli non luccicano... V.O. © riproduzione riservata


LA MOVIOLA Barzagli-Toni non è rigore PRIMO TEMPO 15’ Contrasto aereo, in area bianconera, tra Barzagli e Toni: la Fiorentina invoca il rigore, ma fa bene l’arbitro a lasciar correre giudicando il contatto regolamentare. 25’ Marchisio graziato da Mazzoleni, l’intervento su Cuadrado meritava il cartellino giallo. 30’ Contatto in area viola tra Cuadrado e De Ceglie: il colombiano non tocca palla, ma va invece sulle caviglie del bianconero. Al limite gli estremi per il rigore erano in questo caso, che pure non è eclatante


L’ARBITRO Mazzoleni direzione impeccabile MAZZOLENI 6.5 Finalmente uno che fischia senza prevenzione, con imparzialità. Non sbaglia nulla, anche le ammonizioni sono giuste. Sembra una cosa strana poter scrivere che per una volta né l’arbitro né i suoi assistenti contaminano il risultato di una partita. Diamo a Mazzoleni e ai collaboratori ciò che spetta loro...


LA PARTITA Vera Juve nonostante le assenze Vucinic e Matri decidono nel primo tempo. La vittoria poteva essere persino più larga SEGUE DALLA PRIMA Che, comunque, esplicita concetti chiarissimi in chiave campionato e in vista della Champions League. Concetti sfacciatamente incoraggianti. La Juventus è tornata Juventus nell’attesa di poter riabbracciare alcuni figli dispersi nel mondo (Asamoah) o degenti dell’infermeria (Chiellini e Pepe), o squalificati (Bonucci). Ieri sera, ancorché in formazione rimaneggiata - con Marrone al centro della difesa, la catena di sinistra forma dalla strana coppia Peluso-De Ceglie - si sono rivisti determinazione, pressing alto, densità. Segno e segnale di salute. Poi ci sono state prestazioni soggettive esaltanti: Barzagli e Vidal su tutti, (il solito) Pirlo e Matri, lo stesso Vucinic uscito con Determinazione, un ginocchio malconcio. Per capire quanto tosta sia pressing, intensità: stata la partita contro i viola, basta pensare che la la Fiorentina sta a strana coppia di cui sopra, Peluso-De Ceglie, ha galla 20 minuti, poi rimediato una figura dignitosa, sintonica con il resto sprofonda della banda. TORINO. Buffon carica i tifosi CRINALE Vucinic e Matri sono stati i castigatori della Fiorentina, tutto è presenti allo Juventus Stadium successo nel primo tempo, perché il secondo è stato un lento, pacifico, (Pegaso) costruttivo avvicinarsi a Glasgow e al match contro il Celtic che è il crinale di una stagione non proprio ordinaria. La squadra di Montella è rimasta a galla per venti minuti, poi è andata a fondo di brutto, senza neppure tentare una virata alla Schettino. Piazzata bene in campo per l’occupazione degli spazi, non ha mai avuto il guizzo per alzare la testa: hanno deluso tutti, insospettabili e gregari. La difesa si è rivelata un colabrodo, con Rodriguez e Roncaglia colpevoli su entrambi i gol; a centrocampo Borja Valero è stato schiantato dal confronto con Vidal, mentre Pizarro si è spento come una candela e Romulo ha fatto il Romulo; in attacco Toni è rimasto incagliato in area e Jovetic non ha saputo legittimare la corte spietata dei bianconeri. Se persino il gioiello della vetrina viola non luccida, significa che non ce n’era proprio. E infatti lo sbilancio tra le due formazioni è apparso nettissimo, al punto da rendere ridicoli i veleni della vigilia, quello sbattersi confuso e inutile. RIMBALZO Al di là della lotta scudetto e dei benefici che questo successo può riflettere sulla classifica, rimane il rimbalzo positivo sulla trasferta di Champions League. Così la Juventus può pensare oltre, insomma può osare senza esagerare. Così affamata, così feroce, così squadra. Pronta per un altro inferno, senza il pericolo che qualcuno se la prenda a male. V.O. © riproduzione riservata JUVENTUS-FIORENTINA 2-0 MARCATORI: pt 20’ Vucinic, 41’ Matri JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6.5; Barzagli 7.5, Marrone 6, Peluso 6; Lichtsteiner 7, Vidal 8, Pirlo 7.5, Marchisio 6, De Ceglie 6 (14’ st Caceres 6); Vucinic 7 (16’ st Giovinco 6), Matri 7 (31’ st Pogba 6). A disp. Storari, Rubinho, Padoin, Giaccherini, Quagliarella, Anelka. All. Alessio 7 FIORENTINA (3-5-2): Viviano 6; Roncaglia 4, Rodriguez 4, Savic 5.5 (1’ st Tomovic 6); Cuadrado 5, Romulo 5, Pizarro 5.5, Borja Valero 5, Pasqual 5; Toni 5 (11’ st El Hamdaoui 5.5), Jovetic 5 (29’ st Ljaijc 6). A disp. Neto, Lupatelli, Compper, Capezzi, Llama, Larrondo, Wolski, Capezzi, Bernardeschi. All. Montella 5 ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo 6.5 NOTE: spettatori 40.517 per un incasso di 1.532.530 euro. Ammoniti: Peluso, Marchisio, Viviano, Cuadrado, Pizarro per gioco falloso. Recupero tempo: pt 0’, st 4’


Con un Pirlo così è tutto più facile VITTORIO OREGGIA

BUFFON 6.5 Determinante all’inizio, quando la partita non ha ancora preso una piega definita e la Fiorentina accampa qualche velleità. San Gigi ci mette una pezza su Jovetic ed evita che la strada bianconera diventi una salita impervia. Del resto, la classe non è acqua e nemmeno gazzosa... BARZAGLI 7.5 Prestazione assolutamente mostruosa, sia che debba intercettare Toni, suo amico, sia che debba fermare Jovetic, sia che debba impostare l’azione e spingersi in avanti. Resta uno dei colpi migliori del mercato di Marotta nel rapporto qualità prezzo, una garanzia assoluta, il cardine della difesa. Sarà determinante anche martedì in Champions League, nella bolgia del Celtic Park. Tanto di cappello. MARRONE 6 Si lascia gabbare all’inizio da Toni, che è una vecchia lenza e sa come si gioca di anca in area. Poi però gli prende le misure e riemerge con disinvoltura. La squagliamento della Fiorentina lo aiuta, anche se restiamo del parere che funzioni meglio da centrale difensivo che da centrale di Il regista annienta centrocampo. Pizarro e illumina la PELUSO 6 Vale il discorso sviluppabile per De Ceglie. Stavolta galleggia e non affonda, Juve Lichtsteiner malgrado il cartellino giallo che “conquista” nel secondo tempo lo escluda dalla trasferta di brillante, Buffon Roma, squalificato. Per carità, ogni pallone provoca attacchi cardiaci, però è un sabato determinante positivo... LICHTSTEINER 7 Uno dei bianconeri che ha più gamba e più fiato. Si sgancia e si slancia, sfiora due volte il gol, serve passaggi invitanti, mette Matri nella condizione di confezionare una doppietta. Lo svizzerino è entrato in forma nel periodo più delicato della stagione: d’altronde si tratta di precisione cronometrica elvetica. PIRLO 7.5 Il metronomo campione d’Italia continua a essere il “plus” della squadra di Conte. Guarda caso, rientrato in pista lui, la Juventus si è rimessa a correre spedita e a macinare chilometri in scioltezza. Stravince il confronto con Pizarro, si regala e regala giocate superbe, alla fine si diverte a essere volutamente lezioso con ricami che esaltano le sue doti di palleggio. Uno dei registi più bravi al mondo. MARCHISIO 6 Comincia a centrocampo, conclude da seconda punta, alle spalle di Giovinco. E’ bellissimo il sinistro che manda quasi al tappeto Viviano, nel complesso è positiva la sua prova sotto il profilo dello smaltimento di ruggini e di malanni. L’ammonizione della ripresa lo sfila dalla trasferta di Roma, però martedì c’è Glasgow e a Glasgow ci sarà da lottare... DE CEGLIE 6 Per una volta è onesto a sfangarla, spinge con giudizio, scodella un paio di cross interessanti, cura la fase difensiva con diligenza, non si sporca con cavolate atomiche. Caceres (14’ st) 6 Si piazza a sinistra e consente a Peluso di salire. Anche lui deve anestetizzare Cuadrado. E ci riesce, nonostante le stanchezze accumulate con la Celeste. VUCINIC 7 Dà un seguito alla riscrittura del suo personalissimo tabellino dei marcatori confezionando il sesto gol in campionato, soprattutto dà slancio alla Juventus che così, alleggerita dal peso di dover schiodare la partita, riesce a esprimersi come meglio preferisce. Saluta anzitempo per un infortunio (una botta al ginocchio) dopo un quarto d’ora della ripresa, con il fardello sulla coscienza di non aver sfruttato un’occasione ciclopica, solo davanti a Viviano. Una doppietta quasi assicurata, invece... Giovinco (16’ st) 6 Nervosetto, protestante (nel senso che si lamenta spesso), quasi sempre a terra. Prova ad arrotondare il risultato alla mezz’ora ma Viviano respinge la sua conclusione e, subito dopo, spreca sull’esterno della rete. Poi cicca davanti alla porta, perdendo l’occasione di segnare l’ennesimo gol inutile della sua stagione. MATRI 7 Altro giro di giostra, altro gol. Il quinto nelle ultime cinque partite, il secondo consecutivo, il sesto in campionato, un lampo nel gelo d’inverno, una liaison con il futuro prossimo e il presente incombente. E un altro gol potrebbe realizzarlo se il suo sinistro chirurgico non sfiorasse il palo, imbeccato da Lichtsteiner. Rigenerato, insomma, a dimostrazione del fatto che forse bastava dargli fiducia con una certa continuità per rispolverare capacità finalizzative non proprio comuni... Pogba (31’ st) 6 Il polipone aziona le sue leve per arginare qualche passaggino viola, un modo per sgranchirsi le gambe e combattere il freddo pungente... All. ALESSIO 7 Il vero amuleto della Juventus e chissà che Conte, scaramantico al massimo, non decida di trascorrere più tempo nel box, al calduccio, tanto il mix funziona... In assoluto, quella dei campioni d’Italia è una partita eccellente, in considerazione dello schieramento rimaneggiato e dell’avversario. Ora c’è il Celtic, altra storia da raccontare. © riproduzione riservata


Viviano evita la goleada VOTO 6 Non perfetto al gol di Vucinic, ma prodigioso sempre sul montenegrino 10’ dopo: sta in piedi e si fa sbattere il pallone addosso. Nulla può su Vidal... Nella ripresa altri buoni interventi.



IN VISTA DEL CELTIC Vucinic: gol e ansia Però c’è ottimismo ANTONINO MILONE

TORINO. Era la sua partita e Mirko Vucinic non l’ha fallita. Antonio Conte l’ha utilizzato col contagocce fino a un paio di settimane fa, per via di una tendinopatia sì fastidiosa ma che non ha impedito al montenegrino di tornare, al solito, decisivo. Il programma di recupero ha funzionato e ieri, non a caso, la Juve ne ha tratto particolare beneficio. Di rientro dalla squalifica di Verona, che non aveva comunque impedito ai bianconeri di tornare al successo, Mirko ha preso per mano i suoi, li ha condotti al trionfo, mandando in sollucchero una tifoseria sempre più pazza del suo campione. E il duello con l’amico Jovetic ? Il problema non si pone, ieri non c’è stato Il montenegrino confronto. prende una botta al QUELLA DEDICA Un tempo a inventare assist e gol, ginocchio e chiede un altro a conservare un risultato di enorme rilevanza il cambio, ma non per la Juve. Il piano di Vucinic è chiarissimo come i dovrebbe trattarsi riflettori dello Stadium: svariare anche in orizzontale per di nulla di grave. provare a sfiancare la difesa viola, priva così di un Oggi gli esami Vucinic, autore della specifici punto fisso di riferimento e costretta a far ricorso a un TORINO. prima rete bianconera (Ansa) surplus di fiato per cercare di spezzare il dominio bianconero. Lavoro inutile, perché la Juve trascinata da Vucinic è ancora più Juve. Il montenegrino prima scalda il destro (alto), poi concede a Marchisio un “dai e vai” dagli effetti quasi letali per Viviano, quindi sbatte sul portierone viola. Ma le prove generali, al solito, hanno il lieto fine: dopo 20 minuti, Mirko disegna col destro un arcobaleno talmente sadico che il pallone, pur liftato di suo, si abbassa all’ultimo istante. Un siluro da 109 chilometri orari, più potente del missile lanciato da Paul Pogba tre settimane fa contro l’Udinese (quello si “fermò” a 101...). E’ gol, la parola magica da ripetere 6 volte quante le realizzazioni del montenegrino nel campionato in corso. E poi via, ad abbracciare i compagni condividendo con loro un istante di supremia goduria? Niente affatto, meglio percorrere tre quarti di campo in direzione opposta, a far segno con l’indice verso la tribuna dove siedono la moglie Stefania che un’estate fa lo rese felice dando alla luce Matija, il secondo maschietto di papà Mirko (dopo Aleksandar, nato nel 2010). E se Vucinic manca la doppietta personale, perché per una sera a tu per tu con Viviano preferisce giocare al tiro al bersaglio, poco male. La Juve fa comunque più paura con lui in campo, la Juve spacca le partite con lui in campo, la Juve ha una varietà enorme di soluzioni d’attacco in più con lui in campo. SOLO UNA BOTTA Non sarà il bomber che i tifosi bianconeri sognano da un po’, ad ogni modo i numeri lo giustificano: col destro “sali-scendi” che ha freddato la Fiorentina, sono 6 i gol in campionato, di cui 5 segnati nelle ultime 11 partite. Due mesi di graduale recupero ai box, ma con una costante incancellabile nel suo repertorio in bianconero: quando gioca, Vucinic è sempre decisivo. Conte, in ossequio alla necessità di centellinare il campione per evitare spiacevoli ricadute, lo toglie dopo 62 minuti: dentro Giovinco, mentre Mirko si tocca la rotula del ginocchio scatenando un filo di paura in prospettiva Champions. Dai primi accertamenti filtra ottimismo, oggi gli esami specifici ma dovrebbe trattarsi di una semplice botta, nulla da temere a due giorni dalla trasferta di Glasgow. Anche in Scozia c’è bisogno della zampata di un “top player”: la Juve ne cerca un altro, ma in casa ce l’ha da un anno e mezzo e se lo tiene stretto. © riproduzione riservata


Matri: «Juve, avanti tutta!» MARCO BONETTO

TORINO. «Non ho mai visto un gol segnato senza scarpe, se ci riusciamo significa che è il nostro momento». La Juve è carica a pallettoni e Nedved batte sulla grancassa manco fosse al saggio di una banda di paese. Un sabato pomeriggio disegnato col compasso, prima del suggello dell’Olimpico di Roma. Un bel bagno tonificante, dal primo gol in avanti, con tanto di torello al tramonto della partita per avere il tempo di ascoltare il tifo. Lo stadio TORINO. Il momento in cui esaurito che rimbomba a ogni passaggio. I giocatori di Conte che si riempiono Matri calcia... a piede scalzo. Il le orecchie, la testa, il cuore e persino la pancia. Come se assorbissero una suo tiro porta la Juve sul 2-0 spremuta di adrenalina per Glasgow. Ne avevano bisogno, dopo le secche tra (Liverani) TORINO. Dopo aver dicembre e gennaio. Sembra una storia studiata. E che poi si dipana sul raccolto lo scarpino Matri si palcoscenico esattamente come aveva immaginato lo dirige verso la sua metà Scatto a +5 sul sceneggiatore in bianco e nero. Gol abbastanza rapido, campo col sorriso di chi ha Napoli: «Felice per il Vucinic . Poi Matri , tentando di riciclare in piccolo appena segnato (Liverani) mio gol, ma la cosa l’immagine di quel gigantone che si fece mezzo campo importante ora è senza una scarpa, prima di infilare proprio la Juve nel campionato dello scudetto vincere» veronese. Era il 14 ottobre dell’84, gol di Elkjaer con i pedalini in vista. Un bisonte leggero, all’epoca. Senza quella fuga carnascialesca, ma anche lui come il danese senza la ciabatta d’ordinanza, Matri l’ha buttata dentro. L’hanno chiamato brutto anatroccolo. Intanto nelle ultime 5 partite di campionato che ha disputato ha infilato altrettante pere. «Non ho mai visto un gol senza scarpe, se ci riusciamo significa che è il nostro momento». Nedved ficca il dito in una piaga ormai chiusa. Resta solo la cicatrice. Questo Matri sembra reggere il ruolo del rinato. Giusto per la Champions, ora. «BELLO SPETTACOLO» Dicono che negli spogliatoi, a partita finita nel cassetto, il gruppone si sia radunato, abbia parlato e ascoltato. Si apriva lì, in quel momento, il problema societario. Gestire l’euforia. Progettare il travaso dialettico sulla Champions. Conte è squalificato. Il vice, Alessio , non si è nemmeno fatto vedere dai comuni mortali. Così è comparso Nedved. Consigliere di amministrazione, braccio destro di Agnelli . Più ancora. Un pozzo di esperienza, un concentrato da battaglia. Sapeva bene che dire. «Mi hanno invitato ad andare a parlare, abbiamo concesso un turno di riposo agli allenatori». Ridacchiando: «Io non sono un allenatore, ma sono in grado di discutere lo stesso di cose tecniche e tattiche». Poi il centro di gravità: «I ragazzi sono stanchi, ma c’è da capirli. E va bene così in vista della Champions. Siamo contenti del modo in cui ci arriviamo. Abbiamo visto un gran bello spettacolo. La Fiorentina gioca bene e vanno fatti i complimenti a Montella . Però giochiamo bene anche noi. E’ stato un bello spettacolo, una vittoria indubbiamente meritata. Abbiamo visto un lavoro di squadra eccezionale con l’unico obiettivo di prendere 3 punti. Siamo stati sul pezzo dall’inizio alla fine. Sempre aggressivi. Siamo contenti di vedere la Juve in questa condizione. E con questo entusiasmo andiamo a Glasgow. Dobbiamo continuare così, fare sempre così. Non ci sarà bisogno di caricare la squadra, so bene a cosa andranno incontro i ragazzi col Celtic. Al massimo li dovrò tranquillizzare, perché li aspetta una bolgia. Ma questa squadra ha dimostrato di essere pronta al momento giusto. Dovrà solo saper soffrire». Il silenzio di (quasi) tutto il resto del mondo bianconero ha un significato di prudenza e concentrazione. «Sì, mi si è tolta la scarpa appena prima di calciare, perché nell’azione precedente mi era saltata via in un contrasto con uno di loro. Al di là del mio momento positivo, l’importante è vincere», ha dettato Matri. A Glasgow c’è chi alimenta polemiche nel mondo cattolico del Celtic perché permane la possibilità che la Juve svolga la rifinitura sul terreno dei protestanti del Rangers, rivali storici. Ohibò: chi vola più in alto e chi ha già più paura, tra i ragazzi di Conte e gli scozzesi? © riproduzione riservata


LA JUVE PENSA GIA’ ALLA CHAMPIONS Segna pure Asamoah. E vola in Scozia Rete in Coppa d’Africa nella finalina: ora vorrebbe giocare contro il Celtic FILIPPO CORNACCHIA

TORINO. Se c’era un buon modo per imbarcarsi sul volo per Glasgow, la Juventus lo ha centrato in pieno. Il ritorno della condizione su livelli ottimali, coincide pure con il rientro di pedine importanti. Positivo il test per il trio meraviglia. Vidal è entrato in tutte le azioni importanti. Pirlo ha diretto l’orchestra con un ritmo incredibile, cancellando sul nascere ogni dubbio sul suo stato di forma. I fastidi post nazionale sembrano un ricordo. TUTTI SPERANO Non ci sarebbe da stupirsi se la prima analisi video avesse fatto sobbalzare dalla sedia Neil Lennon. Se aveva in mente una gabbia difficilmente tornerà indietro, ma col un Pirlo così anche i migliori sistemi anti-furto possono saltare. Incoraggiante anche il passo di Marchisio: i suoi movimenti in verticale hanno fatto girare la testa a Romulo, l’obiettivo è quello di replicarli nella bolgia scozzese prima del stop forzato (per squalifica) contro la Roma. Già, il match col Celtic è di quelli che vorrebbero giocare tutti. A parte i lungodegenti Bendtner, Chiellini (punta al rientro contro il Siena il 24 febbraio per essere tonico nel ritorno europeo) e Pepe (segnalato in crescita), una speranza nello spogliatoio bianconero la covano tutti. La bagarre si prospetta soprattutto in attacco. Vucinic e Giovinco (ieri inizialmente in panchina) sono la coppia di riferimento per Conte. Il montenegrino ha gelato lo Stadium quando dopo un’ora scarsa si è accasciato a terra, toccandosi il ginocchio e mimando il cambio. Oggi verrà visitato in modo più approfondito, ma da ambienti juventini filtra un certo ottimismo per martedì. In caso o nell’altro, rinunciare all’Alessandro Matri di questi tempi non è semplice: 5 gol nelle ultime 5 partite di campionato, 2 nelle ultime due. In attesa di Chiellini, è abbastanza delineato il terzetto che martedì agirà davanti a Buffon. Leonardo Bonucci (ieri assente per scontare il 2° turno di squalifica) si riprenderà il suo posto al centro della difesa, tra Barzagli e Caceres, contro la Fiorentina entrato nella ripresa al posto di De Ceglie. Il terzino aostano ha lasciato il campo per un problema fisico, dunque il suo recupero per Glasgow è in forse. In caso di forfeit le opzioni sono diverse: da Giaccherini a Peluso (anche lui squalificato contro la Roma) a Isla, ma occhio ad Asamoah. Il ghanese - ieri a segno nella finale per il terzo posto, persa 3-1 col Mali potrebbe rivelarsi la carta a sorpresa. Impossibile, però, che già quest’oggi possa essere a disposizione di Conte per l’allenamento. Più probabile raggiunga i compagni, che sempre quest’oggi si imbarcheranno per Glasgow, domani in Scozia. Asamoah il suo assenso l’ha già dato: per uno come lui ripartire da una notte bollente di Champions non sarebbe comunque un problema. Ma deve arirvare, in tempo per la Champions. © riproduzione riservata





«Juve, sei grande» Nicola Balice

TORINO. Alla fine della battaglia, Vincenzo Montella riconosce i meriti all’avversario: «La Juve è stata più forte», in sostanza è questo il messaggio che emerge dall’analisi del tecnico viola. Una Juve tanto forte da confermarsi la favorita per il tricolore: «Non dico nulla di sconvolgente - dichiara proprio il tecnico viola -, la Juve è sicuramente la favorita per lo MONTELLA «Per scudetto. Per forza e continuità, questo lo dicono gli continuità resta la ultimi due campionati, è sotto gli occhi di tutti. Ha favorita per lo sicuramente qualcosa in più delle altre». Anche del scudetto» Napoli? «Anche del Napoli. Ma non sempre vince la squadra più forte, e mi auguro che il Napoli possa quantomeno impensierire la Juve fino alla fine». MERITI JUVE Ripensando alla partita, prima di tutto il tecnico ha visto una grande Juve piuttosto che una piccola Fiorentina: «La Juve si è dimostrata superiore, ma la Fiorentina ci ha provato. Abbiamo giocato venti minuti alla pari, poi un nostro disimpegno sbagliato ha causato il gol che di fatto ha cambiato tutta la partita. Dopo infatti la Juve ha gestito l’incontro da grande squadra, e a un certo punto è giusto riconoscere quando prevalgono i meriti di un avversario che per qualità, forza e alternative sa come controllare un incontro». PIRLO IMMARCABILE La chiave della partita forse si può riassumere nella sfida tra registi, stravinta da Andrea Pirlo e strapersa da David Pizarro : «La differenza non l’hanno fatta i registi ma l’atteggiamento delle due squadre. La Juve aveva due attaccanti che hanno messo una Pizarro: «Per stare grande pressione su Pizarro, ma noi non avevamo al ad alti livelli contrario preparato nessuna marcatura a uomo su bisogna crescere, Pirlo. D’altronde si tratta forse del giocatore che corre in certe situazioni di più in tutta la serie A, se avessi voluto marcarlo a non si può non giocare da squadra» uomo non lo avrei fatto fare ad una punta che avrebbe consumato troppe energie». LEZIONE IMPORTANTE Una delle più brutte partite dell’anno però non possono cambiare i piani della Fiorentina: «Una sconfitta come questa deve diventare un’importante lezione per il futuro. Dopo la partita si rischia di esagerare in ogni senso nell’analizzare le prestazioni, di sicuro dobbiamo migliorare. E questa è una di quelle partite che maggiormente ci dovranno far TORINO. Settima sconfitta in capire dove e come migliorare, dove e cosa ci serve per diventare una grande campionato per Montella (Pegaso) squadra». PIZARRO A MUSO DURO Almeno altrettando duro è stato proprio Pizarro in zona mista. Il cileno infatti non va affatto per il sottile nel sottolineare la brutta prova della sua squadra: «Per giocare ad alti livelli bisogna crescere, non si può arrivare a partite come queste e non giocare da squadra. Dobbiamo diventare in fretta un vero gruppo, abbiamo regalato due gol alla Juve e non possiamo permettercelo. E’ necessario che ci parliamo in fretta, ci vuole più cattiveria e voglia se vogliamo davvero compiere il salto di qualità».


LA CURIOSITA’ Bonucci squalificato si consola in curva TORINO. Un tifoso speciale. Ieri la Curva Scirea ha potuto accogliere anche un ultrà atipico come Leonardo Bonucci . Il ricorso per la riduzione delle due giornate di squalifica del dopo Juve-Genoa è stato respinto dal giudice sportivo, così il difensore bianconero ha vissuto a suo Sempre più idolo modo da protagonista la sfida alla Fiorentina. Non dei tifosi, il potendo essere in campo, Bonucci ha giocato la partita difensore ha in curva confermandosi uno degli idoli della tifoseria incitato la squadra e bianconera, che non ha lesinato ringraziamenti allo cantato in mezzo agli ultrà. In tribuna, Stadium come sul web. Una scelta, quella di seguire la Juve anche in mezzo ai tifosi, che - tra gli altri - a suo TORINO. Bonucci in mezzo ai invece, clima da primarie con lo tempo fece anche Fabrizio Ravanelli nell’allora stadio tifosi bianconeri (Sky) juventino Bersani e Delle Alpi. il viola Renzi MARATONA E CALCIO IN COSTUME... Come annunciato, in tribuna si sono ritrovati anche Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi . E dopo l’amarezza patita nelle primarie del Pd, nemmeno la sua amata Fiorentina ha aiutato il sindaco di Firenze a prendersi la sua sportivissima rivincita nei confronti di Bersani. «Se dopo aver perso le primarie perdo anche la partita, la prossima volta lo sfido o alla maratona o al calcio in costume», annunciava alla vigilia proprio Renzi a cui a questo punto non rimane altro da fare che cominciare gli allenamenti. NIC.BAL.



«I bomber difendono: grazie» FILIPPO CORNACCHIA

TORINO. Alla ricerca della migliore condizione e di quella sicurezza difensiva alla base dei successi passati. In un colpo solo la Juventus ha centrato entrambi gli obiettivi. Un modo migliore per volare verso la Scozia e la Champions non c’era. I segnali confortanti di Verona ieri sera sono stati confermati e migliorati. Squadra corta, aggressiva, solida. «La condizione pian piano crescerà», ripetevano a Vinovo a inizio gennaio, quando i risultati non arrivavano anche a causa di qualche ingranaggio meno lucido del solito. L’obiettivo era presentarsi al top per l’Europa. E BARZAGLI «Se la adesso che l’ottavo d’andata contro il Celtic è alle porte difesa funziona è (oggi ultimo allenamento a Vinovo, domani partenza per perché pure Vucinic la Scozia) la sensazione è che Antonio Conte e il suo e Matri ci aiutano» staff anche stavolta non abbiano sbagliato i calcoli, anzi... RIECCO IL MURO Ma in vista della Champions League e della parte più calda della stagione, è un altro il dato che conforta la Juventus: contro la Fiorentina, Gigi Buffon è uscito imbattuto dal campo. Non succedeva dal largo successo contro l’Udinese dello scorso mese. Già, nelle ultime quattro partite - tra campionato e Coppa Italia - in un modo o nell’altro un golletto alla fine arrivava. Per la rabbia di Antonio Conte, consapevole che i trionfi nascano TORINO. Un duello tra Peluso da una importante solidità difensiva. e Cuadrado (LaPresse) LEADER Non a caso è proprio sull’inviolabilità della difesa che si sofferma TORINO. Andrea Barzagli in Andrea Barzagli , il leader del reparto: «E’ vero, ultimamente anche con un azione: anche ieri attento in mezzo tiro ci castigavano. E’ importantissimo essere riusciti a chiudere un fase difensiva e propositivo in match difficile con la porta inviolata. Buffon è stato bravissimo nella loro unica quella offensiva (Ansa) vera occasione, ma in generale ci siamo mossi molto bene di squadra. Solidi, attenti e compatti, grazie anche all’ottimo lavoro delle punte». E qui Barzagli dimostra di avere un futuro anche come avvocato difensore: «Giocare sotto pressione non è un problema, siamo la Juventus e siamo abituati a questo clima. Quello che ci tengo a sottolineare è l’aiuto delle nostre punte. Spesso vengono criticate ingiustamente perché non si tiene conto del lavoro sporco che compiono. E’ normale che loro vivano per il gol, e sono contento che stavolta abbiano segnato entrambi, ma sono ancora più soddisfatto per il loro contributo in fase di non possesso palla: Vucinic ha marcato a uomo Pizarro limitandolo parecchio e «La pressione non anche Matri si è sacrificato». Al resto ha pensato il centrale toscano, che continua ad è un problema, esprimersi su livelli mostruosi. Senza le sue sentinelle fidate Chiellini (infortunato) e siamo la Juve e Bonucci (squalificato) ha preso per mano idealmente sia Marrone sia Peluso . I suoi siamo abituati a exploit non sono passati inosservati: dalla curva ad un certo punto si è alzato un questo clima». «ohohho» di stupore con cui di solito vengono omaggiati gli attaccanti. «Ho sentito Peluso: «Le qualcosa - racconta con la solita modestia - ma come sapete durante i novanta minuti vivo critiche? Fanno parte del gioco» un po’ nel mio mondo. Certamente sto attraversando uno dei momenti migliori della mia carriera, mi sento benissimo. I complimenti fanno piacere, ma quel che più conta, e non mi stanco di ripeterlo, è aver vinto senza subire reti. La solidità difensiva è la nostra filosofia e sappiamo bene che per rivincere lo scudetto sarà importante mantenere anche la miglior retroguardia». Da oggi i bianconeri si sintonizzano sui canali scozzesi: «Analizzeremo bene il Celtic: ormai siamo abituati a preparare le partite in poco tempo. Contro la Fiorentina abbiamo dimostrato di essere tornati la migliore Juve. A tratti abbiamo dato anche spettacolo. Vogliamo ripeterci in Champions. Il Napoli? Guardiamo in casa nostra, tanto il duello andrà avanti fino alla fine». CHIELLINI E PELUSO Ai complimenti si uniscono sia Chiellini («Grande Juve», il post su Facebook) sia Federico Peluso , ieri titolare nel terzetto: «Mi alleno con tanti campioni, ma senz’altro Andrea Barzagli è quello che mi ha colpito di più: in Italia è il più bravo di tutti». L’ex atalantino in allenamento sta cercando di rubargli qualche segreto. «Guardo lui e tutti gli altri: conoscevo il metodo di Conte, ma ritrovarsi all’interno dello spogliatoio è un’altra cosa. Le critiche delle ultime settimane fanno parte del gioco, non ci sono mai rimasto troppo male. Ma adesso preferisco guardare avanti. Più che un segnale al campionato questa vittoria è un segnale per noi: dobbiamo continuare a vincere e pensare a noi stessi. Ora concentriamoci sull’Europa: io ci sono, però deciderà Conte». © riproduzione riservata


GLI AVVERSARI CHAMPIONS Celtic senza rivali: 3-1 e +18 sulla seconda INVERNESS-CELTIC 1-3 MARCATORI: pt 10’ Ross, 20’ Commons; st 3’ Gershon, 37’ Miku INVERNESS (4-3-2-1): Esson; Raven, Warren, Meekings, G. Shinnie; Draper, Tudor Jones, Ross (32’ st Roberts); Doran (43’ st Sutherland), A. Shinnie; McKay. A disp. Reguero, Polworth, Pepper, Devine, Taylor. All. Butcher CELTIC (3-5-2): Forster; Fraser, Rogne, Gershon (21’ st Matthews); McGeouch, McCourt (33’ st Watt), Kayal, Rogic, Commons (1’ st Chalmers); Stokes, Miku. A disp. Zaluska, Lassad, Herron, Atajic. All. Lennon ALLA sfida di martedì sera a Glasgow il Celtic arriverà dopo aver praticamente ipotecato l’ennesimo titolo in Scottish League (sarebbe, anzi con ogni probabilità sarà la vittoria numero 44). La squadra di Lennon ha superato ieri un altro ostacolo importante. Impegnati in casa dell’Inverness, una delle prime inseguitrici nella Scottish Premier League del Celtic, i biancoverdi hanno centrato l’ennesimo successo. È finita 3-1 nonostante lo svantaggio iniziale. A portarsi in vantaggio, dopo 10 minuti dall’inizio della gara, sono i giocatori di casa. Protagonista dell’illusorio vantaggio è Ross. La gioia dell’Inverness dura però assai poco, visto che già al 20’ arriva il temporaneo 1-1 griffato Commons. Il primo tempo si chiude in parità, ma un paio di minuti dopo l’avvio della ripresa il Celtic trova il vantaggio con Gershon. Il gol che spegne le velleità di rimonta dell’Inverness è di Miku, a 8’ dal termine. Grazie a questa vittoria il Celtic, che in patria, senza la concorrenza del Glasgow Rangers, pare davvero non avere rivali, vola a 55 punti: 18 in più rispetto all’Inverness (al secondo posto della classifica resta il Motherwell). Insomma, per il Celtic è stato il modo migliore per preparare la gara d’andata degli ottavi di Champions: appuntamento a martedì, avversaria la Juve che a sua volta ne ha rifilate due alla Fiorentina. E in base all’esito delle gare di campionato, sia i bianconeri che la squadra di Lennon dimostrano di essere in una buona condizione.




dall’australia al brasile Rio, è già febbre Del Pierinho Mentre l’entourage di Alex tratta col Flamengo, i tifosi pensano in grande. E gli sponsor si accendono... FRANCYNE VEIGA REIS

RIO DE JANEIRO. Avanti così, a trattare, ragionare, analizzare la situazione. La cosa certa è che il Flamengo è deciso a tentare tutto il tentabile pur di convincere Alessandro Del Piero a trasferirsi in rossonero, a diventare il nuovo simbolo - per i prossimi due anni - del club più titolato e più amato, mais querido, del Brasile. La Juventus in salsa verdeoro, per intenderci. Per questo ha proposto un contratto all’altezza di quello che l’ex capitano bianconero ha e microfoni: 5 mesi fa stipulato con il Sydney (circa 2 milioni a stagione), per questo ha voluto Folla iniziava così l’avventura di Del coinvolgere niente meno che una bandiera del club (oltre che del calcio Piero a Sydney. Ma a Rio de carioca) quale Zico: il quale in qualità di amico, e nel caso specifico Janeiro l’atmosfera potrebbe collaboratore, del nuovo presidente del club, Eduardo Bandeira de Mello, sta rivelarsi ancora più calda facendo da tramite con Del Piero e il suo staff, spendendo buone parole circa l’importanza della proposta rubro-negra. Specificando, peraltro, che ereditando la “sua” numero 10, Del Piero avrebbe modo di continuare - e poi concludere, a meno di ulteriori colpi di scena - la sua carriera di calciatore proprio nella patria del futebol bailado, ma anche di svolgere un ruolo importante fuori dal campo, quale testimonial, simbolo del club. PARATA DI STELLE Insomma, un quadretto allettante al punto giusto. Peraltro un quadretto che va via via completandosi con il grande fermento che le indiscrezioni circa questa operazione stanno creando in Brasile. I tifosi del Flamengo cominciano a sognare in grande, a fantasticare di potere vedere - in un Maracanã gremito - le gesta di un altro grande campione del presente, all’altezza di quelli del passato: da Leo Junior a Romario a Ronaldinho, passando appunto per Zico. Di conseguenza, aumenta il livello di interesse anche di alcuni potenziali sponsor dell’operazione, sempre più decisi a “fare la loro parte”, tantopiù considerando che nel 2014 i mondiali si diputeranno proprio in Brasile. La stessa Adidas, che di Del Piero è sponsor tecnico da anni, sarebbe infatti orientata a caldeggiare il trasferimento e svolgere un ruolo decisivo.


«Via da Manchester per colpa di Scholes» ALESSANDRO BARETTI

TORINO. In definitiva Conte ha “accontentato” Marchisio, deciso a rischiare, nonostante le condizioni fisiche non ottimali, pur di contribuire alle sorti della squadra. Lui, Paul Pogba, ha assaggiato il campo negli ultimi venti minuti. Giocati al posto di Alessandro Matri, l’uomo del gol a piede scalzo. Un paio di buone aperture, un certo peso nel mezzo del campo, ma quando la gara contro i viola, sostanzialmente decisa nel primo tempo, aveva ben poco da raccontare. MEGLIO CONTE Intanto il centrocampista bianconero e dell’Under 20 francese è tornato sull’esperienza vissuta al Manchester United, in particolare sul rapporto con Sir Alex Ferguson , motore immobile Pogba: «E’ un d e i Red Devils . Un’esperienza che ha comunque grande giocatore, arricchito Pogba , nonostante per assaggiare un po’ di non si discute, ma campo il francesino abbia dovuto trasferirsi in Italia, alla TORINO. Un contrasto di gioco con il suo ritorno Juventus, con Conte in panchina. Allenatore che pur tra Pogba e Cuadrado nella rosa dei Red centellinandolo gli dà quella fiducia che gli è mancata (Pegaso) Devils per me non in Premier. E che Pogba ha saputo ripagare. A parte c’è più stato posto. Il motivo per cui qualche piccola sbavatura, quel paio di ritardi agli allenamenti che in considerazione non ho rinnovato dell’età (19 anni), e dell’impegno nelle successive sedute allo Juventus Center di Vinovo, con il Manchester il club gli ha saputo perdonare. Insomma, mettendo sulla bilancia pro e contro del suo United è semplice: impatto con il mondo bianconero, ben più corposi sono gli aspetti positivi. Che, in campo, non giocavo. E si sono spesso tradotti in prestazioni sopra le righe (e in qualche prezioso, nonché Ferguson non mi parlava. Una cosa è pregevole gol). certa: non ho alcun FUORI CAUSA Non a caso, in Inghilterra, lievita costantemente il partito di chi accusa rimpianto per la Ferguson di essersi colpevolmente fatto soffiare un talento, senza opporre la dovuta scelta fatta» resistenza. Tanto che per ascoltare le ragioni del “Polpo” si è scomodato il Times , autorevole quotidiano britannico che ha nuovamente stuzzicato Pogba sul rapporto, o sul non-rapporto, tra il gioiello bianconero e Ferguson. «Non volevo rinnovare il contratto con il Manchester United ha spiegato il francese -. Il motivo? Semplice: non giocavo». Nota polemica, nelle parole del giocatore, figlia della particolare situazione che attraversava la squadra inglese. «Nonostante in quel momento ci fossero pochi centrocampisti allo United, Ferguson ha deciso di non chiamarmi in causa». Fisiologico, consequenziale, lo stato d’animo del ragazzo: «Non ho potuto fare nulla, ero frustrato. Ferguson mi parlava pochissimo, per questo ho deciso di cambiare aria nonostante quel paio di presenze in coppa». LEGGENDA Uno, in particolare, il fatto che ha indotto Pogba ha compiere la scelta definitiva: ciao e grazie al Manchester, il tempo di fare le valigie e poi via sull’aereo per Torino. «Quando Scholes è tornato in rosa ho capito che per me, a Manchester, non ci sarebbe stato alcuno spazio. Scholes è una leggenda, un giocatore che non si discute, però è evidente che al suo ritorno è corrisposta la mia esclusione». Scontato l’ultimo pensiero, quello che racchiude entrambe le decisioni che hanno cambiato la vita, non solo professionale, di Pogba: lasciare Manchester la prima, abbracciare la Juventus e il progetto tecnico-tattico di Conte la seconda. Il tecnico bianconero, con il sapiente uso del bastone e della carota, sta riuscendo a tirare fuori il meglio da Pogba. Che non può che concludere così: «No, non nutro alcun rimpianto per quello che ho deciso di fare». Il Times ha registrato e riportato. Ferguson avrà letto, e magari rimpianto. A differenza del “Polpo”, al contrario pienamente soddisfatto di essere salito su quel volo per l’Italia. © riproduzione riservata


«Sì, Jovetic può partire» ANTONINO MILONE

TORINO. Lui è il montenegrino amaro, colui che in una fredda serata invernale avrebbe voluto bersi in un unico sorso la Juve e le sue “voglie” bollenti di mercato. Ma come? I bianconeri ti corteggiano da mesi e tu che fai, li stuzzichi? Cerchi di sfidare la legge dello Stadium? Sì, Stevan Jovetic avrebbe voluto. Ha tentato di instillare il dubbio nei cuori avversari, lanciati verso un altro successo di enorme pesantezza nella corsa allo scudetto. Ha TORINO. Una immagine che sa corso (ma solo per un tempo), ha concluso qualcosa, ma attorno a sé c’era il di profezia: Jovetic pare volare tra le braccia di Buffon, vuoto o quasi. E nella ripresa si è colpevolmente capitano della Juve e, chissà, PRADE’ «Se in adeguato all’andazzo del match. Chiudendo la gara prossimo capitano del estate dovessimo quasi come un fantasma: più passavano i minuti e più montenegrino (Ansa) cedere qualcuno, la sua presenza in campo rasentava i confini sarebbe Jo-Jo» dell’impercettibilità. TRA VOLERE E POTERE Aveva una voglia pazzesca, Jo-Jo, di farsi vedere, ai tifosi viola stipati in uno spicchio di curva ma anche ai suoi corteggiatori. Ha atteso 90 secondi per saggiare il sinistro, scentrato a distanze siderali da Buffon . Barzagli , insieme con Lichtsteiner arretrato alla bisogna quando il montenegrino si spostava a sinistra per allargare le maglie bianconere, l’hanno tenuto a bada. Per un tempo Jovetic ha cercato di infilarsi nei pochissimi pertugi lasciati scoperti dalla difesa bianconera e se non fosse stato per San Buffon , in due circostanze avrebbe anche potuto bissare il gol di una settimana prima al Parma, quello che - vox populi - l’aveva sbloccato. Macché, sette giorni dopo la porta è tornata tabù. E gradualmente di Jo-Jo si sono perse le tracce: lo si è visto sgambettare ai confini dell’area di rigore, allargarsi anche a destra, provare l’uno-due col trottolino Cuadrado , inventare un paio di cross d’esterno da fermo che sarebbero una gioia per gli occhi se non fosse che i compagni l’hanno capito poco. Tra volere e potere, insomma, la distanza è stata costantemente ampia. E’ durata 73 minuti la sua partita: a un certo punto Montella si è accorto che anche nelle giocate più semplici Jo-Jo non c’era più. E così gli ha preferito Liajic : al momento del cambio, lo Stadium gli ha regalato l’ennesima dose di fischi in una serata tutto sommato anonima. «Il cambio? E’ entrato un altro giocatore - dice l’ex Aeroplanino -. Anche domenica scorsa mi pare sia stato sostituito. Nessun «Darlo alla Juve? problema, ho tre cambi a disposizione e li sfrutto». Vero, anche col Parma aveva giocato Non dipende da me, 70 minuti, ma di un livello eccelso. Nessun caso, dunque, però resta il fatto che la ma dalla proprietà». Fiorentina soffre paurosamente le pause del suo campione. Che resta il bomber della Il montenegrino delude e Montella lo squadra con 9 gol, due più di Luca Toni , ma che quest’anno si sta concedendo qualche sostituisce: «Come pausa di troppo. Un altro dato: in questa stagione il campo della Juve è il primo a uscire domenica scorsa...» immacolato dagli attacchi della Fiorentina, prima di ieri sempre a segno lontano da casa. E guarda caso, a Torino non si è visto il miglior Jovetic. PAROLE Già, sul campo, è andata benissimo alla Juve. Ma anche fuori i bianconeri hanno guadagnato punti nella corsa al gioiello vuola. Le parole di Daniele Pradè, in questo senso, paiono inequivocabili: «La Juve su Jovetic? Non spetta a noi, ma alla proprietà darci un’eventuale apertura per parlare con un’altra società - ha detto il direttore sportivo viola -. In questo momento non c’è, con la Juve non ci sono rapporti, però siamo solo a febbraio, il mercato inizia fra 4 mesi. Jovetic è il nostro top player. Solo di lui si parla di possibile partenza, per tutti gli altri giocatori avevamo stabilito il patto di stare insieme per almeno due anni e poi vedere cosa succede». Se non è un’apertura (alla Juve sì, ma pure ai pretendenti da Oltremanica, tra Chelsea, Arsenal e soprattutto il Manchester City), poco ci manca. In attesa di una riconciliazione non impossibile in prospettiva tra le due società, per la Fiorentina resta valida la carta Fabio Quagliarella , anche ieri relegato in panchina, solo ieri a pochi passi da Montella, che direbbe subito sì se solo i Della Valle gli facessero il favore di comprarlo. «La Juve è stata più forte di noi - spiega il tecnico - e nella gestione della partita ha avuto anche le alternative rispetto a noi»: un piccolo richiamino al mercato che verrà per far sì che la Fiorentina torni grande. Oggi non lo è ancora. © riproduzione riservata


Viviano torna ultrĂ e calpesta la maglia TORINO. Non ha mai nascosto il suo passato da abbonato in Curva Fiesole e il tifo per la Fiorentina (che lo ha portato a chiamare la figlia Viola), ma stavolta Emiliano Viviano ha scelto il modo sbagliato per tornare ultrĂ . A fine partita, nel teorico terzo tempo, prende la maglia bianconera sulle spalle di Borja Valero, la getta a terra e la calpesta. No, non sarĂ lui il prossimo cartellino viola... (Foto Giglio)


IL TECNICO DELLA LAZIO APPLAUDE TUTTI Petkovic vede il lato positivo «Gran partita, spot per il calcio» SIMONE DI STEFANO

ROMA. Un gol da bomber, da opportunista d’area, proprio quando il Napoli pressava a testa bassa senza riuscire a trovare la via del gol. Così Hugo Campagnaro, si è liberato dalla marcatura di Cana e poi in acrobazia trova quell’angolino dove super-Marchetti non poteva proprio arrivare. Hugo si riprende così il suo futuro napoletano e regala a Mazzarri un punto che però serve più a tenere lontana la Lazio che non a tenere il passo della Juve: «È stata una partita strana, potevamo vincerla ma potevamo anche perderla, abbiamo preso una traversa poi alla fine ci siamo scoperti un po’ e abbiamo anche rischiato di prendere il secondo gol», dice il difensore partenopeo a fine match. Un pareggio che sulla carta non serviva a nessuno, ma Campagnaro tiene anche a far notare il carattere del Napoli, mai domo fino alla fine: «Questa squadra è inseguitrice - aggiunge - la cosa importante era riuscire a conquistare almeno questo punto, in questo modo la Lazio non ne hanno fatti tre e possiamo tenerla lontana». Quello che non manca al centrale di Mazzarri è senz’altro l’autocritica, un pareggio dunque frutto della caparbietà partenopea, ma anche della bravura degli uomini di Petkovic, che sull’1-0 hanno sfiorato più volte il raddoppio nella prima parte di gara: «Sì, merito anche Lazio - conclude il concetto Campagnaro - ci hanno schiacciato un po’, bisogna riconoscerlo. Ma poi noi ci siamo riscattati nel secondo tempo. Se siamo soddisfatti? Beh, c’è tanto ancora da correggere, abbiamo fatto un sacco di errori e per il daremo sicuramente il massimo per correggerli». Alla fine soddisfatto anche Vladimir Petkovic: «Tanti complimenti alla mia squadra, ci siamo ritrovati, una partita con tanto sacrificio, tante occasioni e avremmo meritato la vittoria. Ma complimenti anche al Napoli, che ha fatto una buonissima partita: è stata una propaganda per il calcio».


le pagelle Coraggio Hernanes Pandev non si vede ROMA. LAZIO MARCHETTI 7 Respingente. La presa non è la specialità della serata, però c’è. Con reazioni e tempi giusti. KONKO 6 Propositivo. Spinge a destra, sempre brillante e attento. BIAVA 6 Tempista. Una bella chiusura su Candreva, tanta attenzione. DIAS 6 Fisico. Ci mette i centimetri e le buone maniere. RADU 6 Spedito. Sale e tira. Manca la mira, però. CANDREVA 6.5 Ricaricato. Spinge e tira, tira e spinge. Spettacolare, devastante nel primo tempo. Zuniga non ci capisce niente. HERNANES 6.5 Coraggioso. L’uomo con il caschetto ci mette cuore, ardore e tecnica. Senza paura. E quella punizione al bacio è un babà. Ma trova Morgan volante sulla traiettoria. Cana (27’ st) 5.5. LEDESMA 6 Metronomo. Dirige e regala tranquillità. Il primo frangiflutti, il primo che ispira. Utile alla causa. GONZALEZ 6 Livido. Può il segno lasciato da Piquè fermare il Tata? Assolutamente no. E difatti c’è e regala dinamismo e incursioni. Saha (43’ st) ng. MAURI ng Sfortunato. Va fuori dopo pochi minuti per infortunio. Lulic (18’ pt) 5.5 Una barriera in più. Che sa pure sgroppare. E sfiorare il gol due volte. Un peccato. FLOCCARI 7 Spietato. Palla buona in area, palla buttata dentro. Certo, gli danno spazio e lui si prende il tempo di stoppare di petto e prendere la mira. E poi quel siluro che si stampa sul palo a portiere impietrito. Un indiavolato, là davanti. E quando tiene palla, la Lazio respira. Centravanti e anche boa di riferimento. Lavora per due. All. PETKOVIC 6.5 Mister praticità mette in scacco Mazzarri. Ma non basta, sfuma la soddisfazione più grande. NAPOLI DE SANCTIS 6 Incavolato. Becca gol da due passi, urla ai suoi protettori sbadati. Bravo su Candreva, decisivo su Hernanes. Non può mai stare tranquillo. E quel rinvio sbilenco... CAMPAGNARO 7.5 Incredibile. Anche l’argentino sta a guadare Floccari, a debita distanza. E usa mezzi non leciti, da giallo appunto. Poi dà la carica, diventa uno e trino. E segna. CANNAVARO 5 Piantato. Si perde Floccari, fa partire il Napoli con l’handicap. GAMBERINI 5.5 Assediato. Da quella parte la Lazio è indiavolata, c’è lavoro supplementare. MESTO 5 Timido. E sfrontato in caduta. Si prende un giallo, non decolla. El Kaddouri (10’ st) 6. INLER 5 Opaco. Svizzero ma non puntuale. Ha ancora il mal di testa per come la Lazio fa girare palla. BEHRAMI 6 Insultato. I laziali lo prendono di mira, insulti razzisti. Perde un paio di palle e tre ne recupera, ma nel finale di primo tempo va ko. Insigne (47’ pt) 6.5 Un’altra marcia, una marcia in più. Peperino. ZUNIGA 5 Asfaltato. Ok, ha attraversato l’Oceano in settimana. Ok, Candreva è cliente scorbutico, ma il colombiano è l’uomo in meno. Bene solo nell’assist a Cavani. Calaiò (35’ st) ng. HAMSIK 6 Perso. Non ci mette lo spunto. Marekiaro vestito di scuro. E con l’uscita di Behrami gli tocca arretrare in mediana. Si autolimita. PANDEV 5 Impalpabile. Un guizzo in avvio, poi finisce nella rete dei marpioni laziali. Un ex arrendevole. CAVANI 6 Traversato. Che colpo, da tremare, Matador che si illude ma la palla rimbalza fuori. Poco altro. All. MAZZARRI 6 Arretrato. Il suo Napoli ha il freno a mano. In mezzo non c’è qualità, e nemmeno filtro. Poi tanti attaccanti, così. Alla Mourinho. ARBITRO ORSATO 6 Preciso. Ma i protagonisti in campo lo aiutano. E.E. © riproduzione riservata



Napoli, pari da stress LAZIO-NAPOLI 1-1 MARCATORI: pt 11’ Floccari; st 42’ Campagnaro LAZIO (4-5-1): Marchetti 7; Konko 6, Biava 6, Dias 6, Radu 6; Candreva 6.5, Hernanes 6.5 (27’ st Cana 5.5), Ledesma 6, Gonzalez 6 (43’ st Saha ng), Mauri ng (18’ pt Lulic 5.5); Floccari 7. A. disp. Bizzarri, Strakosha, Ciani, Cavanda, Stankevicius, Pereirinha, Kozak, Rozzi, Kozak. All. Petkovic 6.5 NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis 6; Campagnaro 7.5, Cannavaro 5, Gamberini 5.5; Mesto 5 (10’ st El Kaddouri 6), Inler, Behrami 6 (47’ pt Insigne 6.5), Zuniga 5 (35’ st Calaiò ng); Floccari colpisce Hamsik 6; Pandev 5, Cavani 6. A disp. Rosati, Grava, Colombo, Rolando, Britos, subito poi la Lazio Maggio, Donadel, Radosevic, Armero. All. Mazzarri 6 domina e rischia di ARBITRO: Orsato di Schio 6 dilagare Mazzarri NOTE: spettatori 45.000. Ammoniti: Mesto, Insigne per comportamento non finisce con 5 attaccanti, ma all’87’ regolamentare, Ledesma, Hernanes, Radu, Campagnaro, Cana per gioco falloso. segna Campagnaro Angoli: 8-3. Recupero tempo: pt 3’, st 4’ ELVIRA ERBI’ ROMA. Fuori i secondi. Che i primi scappano. E chi li prende più? Si autofrenano, i rivali diretti. E i bianconeri sorridono a distanza, dopo aver annientato la Fiorentina. Da inviolati. Pareggia nel finale, all’ultimo respiro il Napoli di Mazzarri. Uscendo così dal baratro nel quale si era spedito in avvio, concedendo spazio e gol alla Lazio. Una rincorsa continua, quasi impossibile ad un certo punto. Poi, lo spunto di Campagnaro a impattare la stoccata di Floccari. Incredibile, quella coda. Azioni da una parte all’altra, ancora l’alter ego di Klose che si stampa sulla traversa, l’Olimpico che si infiamma. Da infarto. Una partita bellissima, un campionato che non si riapre ma conferma due protagoniste di valore. Che non molleranno sino alla fine. Come ieri sera. Da applausi. COME MIRO Inizia così. Con il campo in salita per i partenopei. La Lazio comanda, il Napoli non ci capisce granché. Tocca a Sergio, nel segno di Sergio. Il resuscitato sigla il quarto gol in campionato, con media realizzativa migliore di quella del tedesco infortunato. Un pronti-via che buca De Sanctis, chirurgico nell’area partenopea dove Cannavaro e Campagnaro stanno a distanza. Incredibile: gli dai un metro, il bomber ti castiga. Impietoso. E quando prende palla e ci prova dalla distanza? Palo, palo pieno. Che ancora Il Napoli all’inizio vibra a De Sanctis impietrito. E ancora, nel recupero, quando il gong sta per scoccare: sembra frastornato. legno maledetto legno. I tifosi imprecano, il sogno svanisce sul più bello. Cavani fermato MATATO E il Matador? Anche lui fermo sulla traversa. Per carità, è pericoloso, ma non dalla traversa, addirittura due legni lascia il segno. Sfida nella sfida, quella con Floccari. L’uomo squadra per eccellenza contro l’uomo che fa i gol per la squadra. Ma se si inceppa... l’ex atalantino toglie la scena per Floccari. Finale all’uruguaiano, magari stanco per l’impegno con la Nazionale. Chissà. da brivido. E la Juve scappa PARI E PATTA La partita è a scacchi, con mosse ragionate da parte dei biancocelesti. Per di più, Ledesma e compagni ci mettono anche cattiveria, tattica quando ci vuole. E quell’Hamsik arretrato, poi, confina il Napoli dove non fa male. Almeno per un tempo. Mazzarri non gradisce le perdite di tempo, ma per rimontare ci vuole anche un po’ di testa. Non solo precipitazioni e cambi di prospettiva (dentro Insigne ed El Kaddouri, due che risultano fantasiosi e concreti, due che aiutano a recuperare almeno un punto). Bene l’azzurrino dell’Under, vero furetto che sa condurre i suoi alla riscossa. E La Lazio che prende e riparte sfiora il bis con Lulic lanciato a rete. Impreciso. Peccato veniale, madornale. Qui, il patatrac dei bianconcelesti. La dedica è di Campagnaro, monumentale nel finale, contratto in scadenza e grande cuore. Sino in fondo. PRETATTICA Uno (Petkovic) aveva nascosto i convocati, l’altro (Mazzarri) aveva portato la squadra nella capitale con buon anticipo, per riaccogliere i nazionali transfughi per il mondo. Cura dei dettagli, zero voglia di tralasciare anche i particolari. Ci snobbate, aveva tuonato l’allenatore poliglotta, senza bisogno di traduzioni. Non sottovalutate gli avversari, aveva ammonito capitan Cannavaro, fiutando qualche trappola anche verbale. Alla fine, fuori i secondi, che i primi scappano. Inesorabilmente. © riproduzione riservata





PRIMAVERA: 5ª giornata di ritorno Atalanta ok, blitz rossonero a Brescia Girone A SIENA-NOVARA 1-2 MARCATORI: st 26’ Sciannamea rig., 42’ Bellino, 45’ Canotto rig. SIENA (4-4-2): Marini; Gonzi, Calello, Mulas, Cianciulli; Lalli (32’ st Cacciapuoti), Benedini, Petriccione, Redi (21’ st Taflay); Rosseti (37’ st Aiazzi), Canotto. All. Mignani NOVARA (4-3-3): Montipò; Merlino, Augliera (29’ st Pisani), Celano, Sorrentino; Calcagni, Vicari, Casarini; Bellino, Sciannamea, Valchanov (20’ st Marra). All. Gattuso NOTE: espulso Mulas (33’ st) per doppia ammonizione CLASSIFICA: Juventus 44; Torino 37; Fiorentina 35; Empoli 33; Genoa 31; Novara, Spezia 26; Pro Vercelli 23; Sampdoria, Parma 20; Siena 17; Cagliari, Livorno 16; Grosseto 9 Girone B ATALANTA-BOLOGNA 3-1 MARCATORI: st 18’ Mangni, 21’ Cais, 35’ Veratti rig., 40’ Barlocco ATALANTA (4-3-3): Zanotti; Conti (32’ st Barlocco), Nava, Milesi, Caldara; Redolfi, Mangni (26’ st Varano), Gagliardini; Cais, Palma, Olausson (22’ st Tonsi). All. Bonacina BOLOGNA (3-5-1-1): Lombardi; Dall’Osso (20’ st Benatti), Maini, Lorenzini (11’ st Tonelli); Palomeque, Pescatore, Bergamini (32’ st Cecconi), Montorsi, Ferrari; Capello; Veratti. All. Baldini BRESCIA-MILAN 2-3 MARCATORI: pt 6’ e 33’ rig. Ganz; st 18’ Aniekan, 21’ Bara, 47’ Valotti BRESCIA (4-3-3): Minelli; Boniotti, Sanni, Camigliano, Paderni (16’ st N. Lancini); Welbeck Maseko, Figura (33’ st Recchiuti), Ragnoli (8’ st Morosini); Valotti, Gullotta, Bara. All. Javorcic MILAN (4-3-3): Andrenacci (4’ pt Viola); Ferretti, Pacifico (17’ st Lucarini), Speranza, Tamas; Pedone, Cristante, Aniekan; De Feo, Petagna, Ganz (20’ st Bortoli). All. Dolcetti NOTE: espulso Cristante (31’ pt) per proteste CESENA-PADOVA 2-1 MARCATORI: pt 13’ Beghetto, 29’ Sensi rig.; st 37’ Bertoni CESENA (4-3-3): Melgrati; F. Fabbri, Sanchez, Paolini, Bangoura; Gaiani (26’ st Yago), Sensi, Yabrè; Filippucci (12’ st Bertoni), Cicarevic (21’ st M. Fabbri), Lolli. All. Argila PADOVA (4-4-2): Murano; Barison (34’ st Franchetti), Vio, Costa, Acka; Rampin (1’ st Caporali), Mbayè, Bellemo, Beghetto; Rivi (32’ st Shahini), Formigoni. All. Maestroni CHIEVO-VERONA 1-1 MARCATORI: pt 33’ Formigoni; st 16’ Da Silva CHIEVO (4-3-3): Provedel; Ronca, Burato, Coulibaly, Manfrin; Franchini (33’ st Venturi), Magri, Djiby (3’ st Popadin); Cisotti, Ekuban (28’ pt Da Silva), Paruzza. All. D’Anna VERONA (4-3-3): Sluga; Huston, Calvetti, Sundas, Calandra; De Vita (45’ st Speziale), Varricchio, Ballarini; Formigoni (22’ st Matias), Ferrari, Alba. All. Pavanel MODENA-CITTADELLA 1-0 MARCATORI: pt 32’ Barbalaco MODENA (4-4-1-1): D’Agostino; Garattoni, Barbalaco, Zucchini, Massacci; Louhichi, Vaccari, Ferron, Franco (18’ st Galasso); Trombetta; Stombellini (35’ st Volpato). All. Storgato CITTADELLA (4-4-2): Maggiotto; Rizzon, Favaro, Bianco, Bizzotto; Antonello (28’ st Zaniolo), Santin, Munarini (23’ st Dalla Valle), Dotto; Conte (12’ st Lucon), Baggio. All. Pagan UDINESE-SASSUOLO 1-1 MARCATORI: pt 32’ Pratolino; st 6’ Valmori UDINESE (4-3-3): Scuffet; Berra, Reinthaller, Pratolino, Borsetta (19’ st Codromaz); Piscopo (24’ st Hoxha), Siku,


Baldassin; Marsura, Medina, D’Incà (12’ st Grotto). All. Mattiussi SASSUOLO (4-3-3): Perilli; Vacondio, Castelletto, Valmori, Zecchini; Bambozzi (27’ st Ilouga), Caselli, Lari; Lodesani, Gliozzi, Berselli (37’ st Minozzi). All. Mandelli CLASSIFICA: Atalanta 45; Inter 38; Chievo, Milan 37; Bologna 28; Cesena 27; Varese 26; Udinese 19; Sassuolo, Cittadella 18; Brescia, Modena 17; Padova 13; Verona 8 Girone C BARI-NAPOLI 0-1 MARCATORI: pt 21’ Insigne rig. BARI (4-4-2): Vicino; Zinetti, Vosnakidis, Chiochia, Mercadante; De Monte (10’ st Rolli), Mastropasqua, Santeramo, Mercadante; Visconti, Albrizio (25’ st Sassanelli). All. Giampaolo NAPOLI (4-3-3): Crispino; Allegra, Celiento, Savarise, Bruno; Romano, Palmiero, Fornito (41’ st La Torre); Insigne, Novothny (43’ st Tutino), Scielzo (19’ st Guardiglio). All. Saurini LAZIO-CATANIA 1-1 MARCATORI: st 7’ Falasca, 35’ Aveni LAZIO (4-3-3): Scarfagna; Ilari (35’ st Vivacqua), Serpieri, Filippini, Vilkaitis; Falasca, Antic (13’ st Pollace), Cataldi; Tounkara, Crecco (48’ st Andreoli), Keita. All. Bollini CATANIA (4-3-3): Messina; Franchina, Cabalceta, Brugaletta, De Matteis (31’ st Zekovic); Gallo, Diop, Garufi (17’ st Katsetis); Barisic (10’ st Aveni), Petkovic, Caruso. All. Pulvirenti NOTE: espulsi Tounkara (17’ st) PALERMO-LANCIANO 1-0 MARCATORI: pt 25’ Miccoli PALERMO (4-3-3): Fulignati; Aquino, Goldaniga, Kosnic, Patti; Giacomarro, Cerniglia, Rojas; Bollino (29’ st Asta), Miccoli, Bentivegna (43’ st Zerbo). All. Ruisi LANCIANO (3-5-2): Cattafesta; Costantini, Zanellato, Esposito; Carezza, Morise (10’ st Cataldi), Carpineta, Piccirilli (31’ st Musillo), Lo Monaco (35’ st Fioretti); La Pegna, Mastropietro. All. Donatelli TERNANA-CROTONE 1-1 MARCATORI: pt 45’ Foresta; st 10’ Saleppico TERNANA (3-5-2): Citino; Galli, Cudini, Capaldini (1’ st Donati); Nami, Monesi (22’ st Taurino), Ferrari, Ramberti, Mencarini; Saleppico, Russo. All. Favilla CROTONE (4-4-2): Morabito; Bronzi, Basile, Coluccio (29’ st Forcinito), Riggio; Cosentino, Marchio, Barillari, Foresta (20’ st Lanatà); Mingiano, Sahman (30’ st Russo). All. Vrenna CLASSIFICA: Napoli 40; Catania 39; Lazio, Palermo 35; Roma 33; Ascoli 27; Reggina 25; Juve Stabia 24; Vicenza 22; Bari, Crotone 18; Pescara 14; Ternana, Lanciano 6


la storia infinita Stadio: il Prefetto fa ricorso Respinto: si gioca a Quartu CAGLIARI. Telenovela con brivido. Ieri mattina il Prefetto ha impugnato la sentenza del Tar e ha fatto ricorso. “Atto dovuto” si sono affrettati a chiarire dall’entourage, a firma del vice prefetto vicario, Carolina Bellantoni. Ma i tifosi hanno avuto un sussulto. Se davvero si fosse arrivati a non far disputare l’incontro ad Is Arenas, allora l’ordine pubblico sarebbe stato messo davvero a dura prova, considerata l’affluenza massiccia per impossessarsi dei tagliandi. Tutto è rientrato e la festa può cominciare. Resta il dubbio sull’approssimazione dell’atteggiamento istituzionale. Il nuovo impianto quartese continua ad essere giudicato inidoneo da parte del Prefetto di Cagliari. Mister Pulga ha voluto riconoscere l’atteggiamento dei rossoneri: «Se si gioca in Sardegna lo dobbiamo alla sportività del Milan, oltre alla pressione di nostri sostenitori. Del resto, sia nella mia prima esperienza da giocatore che da tecnico, i tifosi non hanno mai creato problemi. Un comportamento sempre irreprensibile”. SER. DEM.


qui cagliari Pulga: dubbio trequartista Cossu torna in vantaggio SERGIO DEMURU

CAGLIARI. Dare continuità alle prestazioni. E, di conseguenza, ai risultati. Rossoblù reduci da una settimana turbolenta fuori dall’atto agonistico: Milan si, Milan no. Pulga prova ad esorcizzare il contorno, estraniando i suoi per farli concentrare esclusivamente sull’evento. Impresa titanica in questo contesto, ma necessaria: «Ci siamo allenati bene. Ho tutta la rosa a disposizione, esclusi gli squalificati. Solo un dettaglio lo schema». TOCCA A DESSENA Nainggolan e Avelar sono appiedati dal Giudice Sportivo, ma nessuna ansia particolare. I “potenziali” sostituti offrono sufficenti garanzie di tenuta. Sarà il turno sicuramente di Dessena a centrocampo, terzo a destra a supportare Conti in regia ed Ekdal sul versante opposto dello schieramento. Al posto di Avelar scalpita il giovane Murru, favorito d’obbligo per ammissione dello stesso mister, ma anche Ariaudo pone autorevole candidatura, dopo esser tornato in buona condizione, a seguito di un periodo tormentato causa infortunio. IN AVANTI Il maggior indice di incertezza riguarda la fase offensiva. Nella seduta di rifinitura Cossu ha fatto lievitare le sue quotazioni per un utilizzo immediato. Nel caso i tecnici optassero per un 4-3-1-2, dunque con il trequartista ad operare tra le linee, il fantasista sarebbe favorito. Se invece utilizzassero il 4-3-3, al fianco degli inamovibili Sau e Ibarbo si candiderebbe con prepotenza Thiago Ribeiro, autore del gol del pareggio nell’ultima gara casalinga ad Is Arenas con il Palermo. Il rebus è dettato dunque dall’impronta tattica che Pulga e Lopez si trascineranno dietro sino a poche ore prima dell’inizio della gara. E lo stesso Pulga puntualizza: «Non è un fattore primario. L’importante è l’approccio e l’atteggiamento mentale. Andiamo ad affrontare una squadra come il Milan, che porta tanti uomini in fase offensiva. Se saremo bravi a ripartire, allora potremo creare problemi ai nostri avversari». Sarà sotto esame proprio la linea difensiva. Il Cagliari in questa stagione subisce parecchio. Con 40 reti ha la terza peggior difesa del torneo, dopo Pescara (48) e Roma (42). Una pecca da limare se la compagine di Pulga vuol provare a raggiungere la quota salvezza in anticipo.


le ultime Constant finisce ko De Sciglio a sinistra MILANO. «Nel corso dell’allenamento Kevin Constant ha subìto un trauma contusivo alla tibia sinistra con vasto ematoma intramuscolare. Il calciatore non è stato convocato per la trasferta a Cagliari, le sue condizioni verranno valutate nei prossimi giorni». Questo il comunicato che ha sancito il forfait del terzino francoguineano, uno dei giocatori più in forma della squadra di Allegri. Il suo posto a sinistra sarà preso presumibilmente da De Sciglio, al rientro dopo un paio di settimane di stop. Il giovane terzino avrebbe dovuto disimpegnarsi a destra per dare un turno di riposo ad Abate, ma dopo il ko di Constant cambierà di corsia, vincendo il duello con Antonini, e lasciando così spazio all’azzurro sulla fascia di competenza. In mezzo alla difesa Zapata con Mexes, mentre a centrocampo ci sarà il ritorno fra i titolari dopo 9 mesi di Muntari, schierato come mezzala sinistra (preferito sia a Boateng che Nocerino) . Ambrosini prenderà il posto di Montolivo e Flamini completerà il trio muscoli e polmoni della linea mediana. Davanti il tridente con creste. F.M.


Altre sberle da Berlusconi FEDERICO MASINI

MILANO. «Allegri? No el capisse un ca..o». Boom. Silvio Berlusconi torna a bomba su Massimiliano Allegri e rimette in discussione il futuro del tecnico. Teatro del nuovo siluro del presidente, Campodarsego nel padovano, dove Berlusconi ha visitato la Maschi Gaspardo: «E il Barcellona, presidente? - gli è stato chiesto da un cronista del Mattino di Padova - C’è una sola maniera per farcela, con il Barcellona: dobbiamo aggredirli fin da subito, dall’inizio. Dobbiamo avere un tridente in avanti e non farli giocare. Non c’è altra via. Altrimenti non ce n’è per nessuno. Se l’ho detto ad Il siluro: «Allegri non Allegri? No el capisse un ca..o». Battuta - come l’ha capisce un c...» catalogata l’ambiente Milan - o non battuta, questa nuova dichiarazione di Berlusconi fa crollare determinante certezze che gli ultimi risultati e il recente incontro in sede fra allenatore, Galliani e tecnici del vivaio (con Allegri investito di un ruolo da coordinatore), avevano irrobustito. Che la panchina dell’allenatore toscano non sia mai stata del tutto stabile non è un mistero, ma la rimonta in campionato e i giovani lanciati con successo, stavano convincendo i più sulle possibilità di Allegri di rimanere e rispettare il contratto fino al 2014. LA PROSSIMA DOMANDA È passato poco più di un mese da quando Berlusconi dipinse Mario Balotelli (salvo retromarce) come una «mela marcia», ma mise anche in bilico il futuro di Allegri: «Se resta? Un presidente deve sempre dire la verità, quindi passiamo alla prossima domanda». Era il 7 gennaio, il giorno successivo il patron mitigò: «Noi abbiamo un ottimo rapporto con lui, però molto dipende anche dai risultati che riuscirà ad ottenere». Allegri in quel periodo uscì dalla coppa Italia, ma in campionato è riuscito a riportare il Milan ai piedi del terzo posto, ultimo buono per qualificarsi alla prossima Massimiliano Allegri, 45 anni, Champions League. Adesso però tutto torna in discussione e non è un caso terza stagione al Milan. Da che Berlusconi abbia punzecchiato (eufemismo) il tecnico proprio alla vigilia tempo Berlusconi l’ha messo del match di Champions (20 febbraio). Un anno fa, infatti, il presidente non nel mirino, ma il tecnico ha un gradì per niente lo 0-0 nell’andata dei quarti di finale proprio con i blaugrana e contratto fino al 2014 (Liverani) sono ancora negli occhi le immagini che lo vedevano Lo ha detto a furibondo in tribuna a discutere con un imbarazzato Galliani. «Se il Milan mi è piaciuto? Padova a un Avrei qualcosa da ridire - sentenziò a fine partita - però me la tengo per me». giornalista che gli chiedeva del Barcellona. «Io saprei come batterlo»

NIENTE FEELING Fu proprio quella doppia sfida, con il Milan eliminato dopo la sconfitta al Camp Nou, a incrinare ulteriormente il rapporto fra i due, mai del tutto sbocciato neanche dopo lo scudetto del 2011. Il motivo? Berlusconi, esteta per natura, non mandò mai giù la vittoria attraverso un gioco muscolare e mal digerì, al di là delle questioni economiche, che Allegri avesse tagliato fuori dal progetto Pirlo , andato poi a rinforzare in maniera decisiva la Juventus (senza dimenticare il pupillo Ronaldinho esautorato a fine 2010). Inoltre, dopo il “ko” con il Barça, i rossoneri persero tutto il vantaggio nei confronti dei bianconeri perdendo uno scudetto che sembrava già vinto. Berlusconi alla fine della scorsa annata avrebbe anche cambiato allenatore, ma Galliani lo convinse a insistere con Allegri, anche per mancanza di alternative. Dall’estate a oggi, non sono mancate le critiche e le polemiche, oltre ad alcune “bastonate” giunte pure dallo stesso Galliani (basti ricordare il cazziatone pubblico dopo la pesante sconfitta col Real ad agosto). Allegri ha salvato la panchina più volte in autunno, poi ha spiccato il volo in campionato e passato il turno in Europa. Ma evidentemente non è bastato. DONADONI E GLI ALTRI «Spero di rimanere oltre il 2014 - ha detto ieri proprio Allegri -, ma sono legato ai risultati». Già. E a questo punto, considerando complicato il passaggio del turno col Barcellona, diventa obbligatorio il terzo posto per salvare la panchina. Altrimenti, largo a un ex rossonero come Donadoni , bravissimo nel lavorare con i giovani, o chi i baby già li allena con successo, come Mangia , ct dell’Under 21 e sponsorizzato da Sacchi .


ALLEGRI «Il difficile viene adesso» I 100 METRI Non siamo diventati di colpo stratosferici, siamo una squadra giovane che ha bisogno di crescere. Prima però non eravamo un brutto anatroccolo, solo che l’ambiente, me compreso, doveva smaltire quanto successo in estate. L’ho detto ai ragazzi, ora viene il difficile: ho paragonato il nostro percorso all’atleta che fa i 100 metri: prima fa 12 secondi, quindi scende a 10, ma per arrivare a 9,90 e rimanerci ci mette tantissimo. Dopo il derby faremo un primo bilancio. BRAVO CONTE L’intervento del tecnico bianconero all’incontro con gli arbitri? Lui si è fatto garante per conto suo, noi non le abbiamo fatte certe cose. Conte ha fatto una scelta giusta, può capitare a tutti di avere esternazioni di quel tipo in un momento delicato della partita. L’importante è rientrare nelle righe, avere comportamenti corretti ed essere più bravi a farci scivolare addosso certe cose. BALO OK Mario è un giocatore con qualità da finalizzatore, ma tecnica da rifinitore. È normale che debba crescere di condizione e giocando una gara dietro l’altra potrà pagare dal punto di vista fisico e mentale. La multa? È destinato a stare sulle prime pagine, Balotelli subisce una pressione mediatica oltremisura, ma ciò non mi preoccupa, perché si allena bene. E CASSANO... Cassano ci ha definito gli “altri”, dicendo che noi non siamo stati criticati quanto l’Inter? Ora gioca lì ed è giusto che difenda i propri colori. Quando era qui Antonio si è sempre comportato bene, ora noi siamo contenti di Pazzini. Cassano ha il suo modo di esternare che fa sempre discutere. F.M.



Rivoluzione Stramaccioni stefano pasquino APPIANO GENTILE. Dal Chievo (a Verona, 26 settembre) al Chievo. Un girone dopo, Andrea Stramaccioni , forte della fiducia incondizionata incassata da Massimo Moratti , ha deciso di dare il “La” alla seconda repubblica nerazzurra mettendo in soffitta (forse definitivamente) la difesa a tre, per tornare alla linea quattro e al tridente. Non è dato sapersi se la sterzata produrrà i risultati sperati già a partire dal mini-ciclo terribile che attende l’Inter (che, da qui al derby, è attesa pure dalla trasferta a Firenze e dal doppio «Il 3-5-2 ci aveva match di Europa League con il Cluj), certamente però la decisione presa dall’allenatore appiattito. Ora basta, dimostra la ferrea volontà di ribaltare un trend che porterebbe l’Inter dritta, dritta fuori dalla torniamo a fare zona Champions, obiettivo minimo chiesto da Moratti all’allenatore per la stagione della l’Inter». Spazio al 4rifondazione. Una scelta ponderata, spiegata prima a Branca e Ausilio , “angeli custodi” 3-3 del tecnico alla Pinetina, quindi alla squadra, infine in conferenza stampa a microfoni unificati, tanto per dissipare gli ultimi dubbi sull’ elettroshock a cui è stata sottoposta l’Inter in settimana: «Domenica abbiamo pianto fino a mezzanotte, poi abbiamo iniziato a ragionare e a lavorare. Quello che è successo a Siena non lo voglio più vedere. È vero, il 3-5-2 ci aveva dato solidità, ma credo pure che alla lunga ci abbia anche un po’ appiattito. L’obiettivo è quello di ritornare protagonisti della partita, tornare a essere la squadra che era arrivata a un punto dal primo posto (3 novembre, dopo il 3-1 allo Stadium sulla Juventus), la squadra che dava la sensazione, ogni volta che attaccava, di poter far male all’avversario. Siena per noi ha rappresentato un punto e a capo. Ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: “Ora basta, torniamo a fare l’Inter”, torniamo a fare quello che ci ha portato a essere competitivi con le prime. Per questo dobbiamo ricominciare a ragionare da grande squadra». Una strategia concordata con Moratti: «Lui mi dà sempre tanta carica, per me e per la squadra il presidente è un valore aggiunto. Anche domenica abbiamo parlato tantissimo. Ora vogliamo dimostrare di non essere quelli di Siena e di non essere morti». Vogliamo INTER 2.0 E l’Inter 2.0 di Stramaccioni lo farà grazie a un centrocampo per due terzi nato dimostrare di non dal mercato di gennaio (con Kuzmanovic perno davanti alla difesa, Kovacic a sinistra e essere quelli di Guarin - che però stasera sarà out per squalifica - sul centro destra) e con il tridente Siena e di non pesante in cui, a seconda delle caratteristiche dell’avversario, potrebbero trovare spazio essere morti. Con Alvarez ma pure Schelotto . «Con questo organico abbiamo il dovere di tornare a lottare questo organico per le prime posizioni», ha ripetuto come un mantra Stramaccioni, convinto che «questo abbiamo il dovere di tornare a lottare sia un momento importantissimo perché la concorrenza per il terzo posto è aumentata e per le prime dobbiamo ricominciare a vincere già a partire dalla gara col Chievo. Poi arriverà il Cluij e posizioni gli scontri diretti dove ci siamo sempre esaltati». Già e l’idea che l’avversario da battere in volata possa essere proprio il Milan, non pare guastare il sonno a Stramaccini: «In questa stagione, quando abbiamo dovuto affrontare le situazioni difficili, abbiamo tirato fuori tutti qualcosa in più. Tra tre partite c’è il derby ed è uno stimolo in più. Ora tutti dicono che ci giocheremo il terzo posto col Milan, però per me non cambia niente, rispetto a quando tutti dicevano che la Champions si sarebbe giocata tra Inter, Fiorentina e Lazio». La partita di stasera, contro un avversario che due giornate fa ha battuto proprio la Lazio per giunta all’Olimpico dovrà pure certificare la solidità del 4-3-3. Anche perché, non va dimenticato che il passaggio alla difesa a tre venne effettuato proprio per dare equilibrio a una squadra che non ne aveva. E questa è l’ultima, grande, sfida che è chiamato a vincere Stramaccioni per risollevare una squadra che nelle ultime sette giornate è stata capace di battere soltanto il Pescara, per giunta a San Siro. © riproduzione riservata


Corini porta in panchina ”El Demonio” ANTONIO SPADACCINO

VERONA. Il Chievo sogna di emulare il Siena e di riuscire, dodici anni dopo l’impresa del 16 dicembre 2001, a battere l’Inter a San Siro. Quel giorno Eugenio Corini, l’attuale tecnico dei gialloblù, era in campo a dirigere le operazioni del Chievo di Del Neri; oggi, dalla panchina, proverà a dare le giuste indicazioni ai suoi ragazzi, più che mai concentrati sulla sfida ai nerazzurri di Andrea Stramaccioni. In casa Chievo, comunque, non si pensa affatto all’Inter in crisi. Anzi, a sentire le parole dei giocatori, sarebbe un errore gravissimo scendere in campo con questo pensiero. «Un’Inter giù di corda dopo Siena? Non ci credo affatto - dice il mediano Cofie - .Queste sono serate in cui devi pensare soltanto ad andare oltre le tue possibilità». Sulla stessa lunghezza d’onda Perparim Hetemaj: «Non ho visto l’Inter di Siena, ma mi basta leggere la loro probabile formazione per sapere che avremo vita durissima. Una cosa è certa: per vincere a San Siro, o comunque per prenderci almeno un punto, dovremo essere tutti all’altezza, dal primo all’ultimo». E’ quello che si augura Corini, orientato a mandare in campo la squadra con il 3-5-2. Da segnalare, in panchina, la presenza di Hauce, soprannominato “El Demonio”. Il transfert per l’argentino è arrivato venerdì.


le ultime Ballottaggio tra Milito e Alvarez APPIANO GENTILE. Il ballottaggio più succoso è in attacco, dove Milito e Alvarez si giocano l’ultimo posto disponibile al fianco di Cassano e Palacio. Il Principe è favorito e se dovesse essere schierato titolare, si tratterebbe di un piccolo evento, dato che Milito è partito dall’inizio l’ultima volta il 22 dicembre (Inter-Genoa 1-1). In settimana, Stramaccioni ha provato a lungo pure Ricky Alvarez, soluzione che, naturalmente, comporta il fatto che Palacio giochi punta centrale. Il Maravilla, che in allenamento fa sfaceli ma in partita non riesce a rendere, finora ha dimostrato di dare il meglio in corso d’opera, quindi è probabile la staffetta com Milito. L’altro ballottaggio è a centrocampo, dove, dopo nove mesi, è tornato tra i convocati Stankovic: a giocarsi la maglia lasciata vacante da Guarin (squalificato) ci sono Gargano e Cambiasso. LAXALT Stasera infine l’Inter avrà un tifoso del tutto speciale: si tratta di Diego Laxalt che, una volta espletate tutte le pratiche legate al passaporto, è arrivato a Milano per iniziare la sua full immersion nel pianeta Inter. S.P. © riproduzione riservata





Cerci marcato pure da uno 007 azzurro MARCO BO STEFANO SALANDIN

TORINO. Vallo a trovare un altro esterno con il suo scatto da centometrista e il sinistro pronto a scodellare preciso in mezzo, piuttosto che andare convinto al tiro in porta. Già, vallo a trovare. La frase è rimbalzata tra i pensieri del ct Cesare Prandelli e dei suoi collaboratori più stretti nello staff della Nazionale. Ed è così che è nata la mission dello 007 azzurro che oggi sarà in tribuna al Friuli per monitorare, sezionare e quindi poi relazionare Per l’ala una spia di la gara di Alessio Cerci , l’esterno dalle qualità di cui Prandelli in missione sopra, che Ventura sta facendo rinascere. Perché lui, a Udine l’ex viola, dopo un inizio in granata a lenta carburazione, tipo la vecchia Citroen 2 Cavalli, sì, quella panciottosa che quando partiva al mattino sparava dalla marmitta un fumo grigio per almeno un chilometro, ha cominciato a ingranare con una progressione potente tipo Ferrari: avversari saltati di slancio come birilli o quasi, assist precisi, alti e rasoterra, e pure qualche gol non esattamente dei più semplici, come quello rifilato al Siena dopo una corsa di 50 metri palla al piede a seminare il povero Vergassola . LA CONTINUITA’ E’ così che il numero undici ha saputo orientare i riflettori azzurri su di sé anche se è ora che inizia la parte più difficile: ovvero confermarsi e se possibile migliorarsi su livelli ancora più importanti, riuscendo a trovare la continuità che contraddistingue i veri campioni, quelli che quando finiscono nell’occhio di bue si esaltano. E’ questo il treno giusto per l’azzurro, ha l’età ideale per provare a tirare fuori tutto il proprio potenziale e metterlo a disposizione del Torino, che settimana dopo settimana ha imparato a vivere come Toro. I tifosi, per esempio, hanno iniziato ad amarlo e a esaltarsi per le sue sgasate. Ora possono tornare a sognare pure di A Cerci arriverà una chiamata Se il granata vedere un proprio beniamino indossare la maglia per Italia-Brasile a marzo? crescerà ancora, azzurra grazie alle imprese realizzate sotto la Mole. E nel futuro potrebbe così dopo Ogbonna , potrebbe essere Cerci il nuovo (Liverani) trovare il 4-3-3 con azzurro made in Toro. El Shaarawy e ANCORA VENTURA Sull’eventualità, tirato in ballo proprio ieri, Ventura ha detto: «Per Balotelli me è presto parlare di Cerci in Nazionale perché credo abbia bisogno ancora di uno o due mesi di crescita e consolidamento per prendere piena coscienza di sè e tornare quello che conoscevo. Io dico che ora è un po’ prematuro». Pensieri, quelli del marinaio, che ricordano la funzione dell’ancora. Perché Cerci deve restare coi piedi per terra ed evitare sfarfallamenti di qualsiasi tipo. Deve pensare e ripensare su come ha lavorato in questi sei mesi e ripartire proprio da lì, senza sbagliare strada, restando sul binario virtuoso che a marzo potrebbe portarlo dritto al Brasile, quando il 21 marzo, a Ginevra, l’Italia affronterà la Seleçao in amichevole mentre, cinque giorni dopo, gli azzurri giocheranno in casa di Malta per una sfida valevole per le qualificazioni Mondiali. Dunque da oggi Cerci correrà per il Toro ma anche per l’Italia, nella speranza di far parte del 4-3-3 con cui Prandelli vorrebbe animare il proprio gioco offensivo. Ora c’è Candreva sulla destra ma nei disegni del ct quel ruolo dovrebbe essere occupato da un giocatore con caratteristiche di spinta più accentuate. Pane per i denti di Cerci, che al Toro, giocando nel 4-2-4, deve inserire spesso pure la retromarcia. Sarà anche per questo che il granata, immaginandosi nel tridente con Balotelli ed El Shaarawy , si immagina mica male... © riproduzione riservata


CHI ESCE E CHI ENTRA Ogbonna convocato E andrà a Sanremo TORINO. Dopo 90 minuti con la Primavera a La Spezia e una intera settimana di allenamenti con la prima squadra Angelo Ogbonna ritorna a tutti gli effetti un giocatore granata. Nel senso che Ventura torna a convocarlo dopo l’intervento di metà dicembre per la riduzione di una ernia inguinale, anche se 99 su 100 lo farà accomodare in panchina preferendo Il difensore sarà la condizione certa di Rodriguez che nel frattempo si è ospite del festival di fatto apprezzare per contenuti tecnici e Fazio martedì: comportamentali: per la serie: “mister, se servo io so premierà Toto giocare così, faccia lei”. In realtà a far pendere la Cutugno. Bianchi bilancia per una conferma dell’uruguagio è anche la resta a Torino: la tibia fa ancora male. condizione di Ogbonna che fatalmente non può essere A Udine invece c’è ottimale. L’Angelo granata si consolerà con Sanremo. Il Diop per completare conduttore Fabio Fazio ha deciso di invitare Ogbonna l’attacco per la serata del festival di martedì: premierà un monumento della canzone italiana come Toto Cutugno . Angelo Ogbonna, 24 anni IL RIENTRO E chissà che la partita con i nerazzurri non ospiti anche un altro rientro eccellente, quello del capitano Rolando Bianchi , costretto a saltare questa trasferta di Udine a causa della botta alla tibia rimediata a inizio settimana in allenamento. In realtà il posto da titolare per il centravanti dipenderà anche e soprattutto dal rendimento che oggi offriranno Barreto e Meggiorini , sempre più coppia ideale e preferita dal tecnico che in attacco, all’evenienza, potrà affidarsi agli ingressi eventuali di Jonathas e Diop , tornato disponibile dopo la convalescenza dovuta alla doppia brutta distorsione, caviglia e ginocchio, rimediata alla gamba destra. Il senegalese in queste settimane potrebbe fare la spola con i granata di Longo impegnati al torneo di Viareggio. M.BO © riproduzione riservata


SERIE POSITIVA: IL RECORD DELL’ERA CAIRO A caccia dell’ottava Novellino nel mirino TORINO. Giampiero Ventura insegue... Walter Novellino. Oggi a Udine il tecnico granata può eguagliare il record del collega quando sedeva sulla panchina del Torino. Era la stagione 2007-08, tra gennaio e marzo quel Toro riuscì a ottenere otto risultati utili consecutivi in campionato, tre vittorie e cinque pareggi, tra cui lo 0-0 nel derby di ritorno con la Juventus. E’ stata la migliore striscia dell’era Cairo, che nessuno finora è riuscito a ripetere. Adesso questo Torino ha l’opportunità di provarci, e anche di migliorare quel filotto: la squadra di Ventura è da sette partite che non perde, ottenendo tre vittorie (contro Chievo, Siena e Pescara) e quattro pareggi nei quali spicca il 2-2 a San Siro contro l’Inter. A Udine però si prospetta una trasferta assai ostica: l’ultimo successo granata risale all’ottobre 1984. Per di più la squadra di Guidolin in casa è imbattuta da dieci giornate: ha perso soltanto al debutto contro la Juventus (1-4), poi ha ottenuto 6 vittorie e 4 pareggi. © riproduzione riservata


Bello, bravo, concreto «Toro, devi stupirmi» STEFANO LANZO

TORINO. L’ultimo blitz granata porta la firma di Aldo Serena , tornando con la macchina del tempo all’ottobre 1984: un dato sufficiente a comprendere quanto non possa essere bastare il compitino per violare la cassaforte Friuli. In stagione l’Udinese è caduta alla seconda di campionato, sotto i colpi della Juventus. Da allora non ha più subìto l’onta della sconfitta casalinga. Un biglietto da visita che dovrebbe incutere timore, ma al quale Ventura può rispondere con l’onesta solidità dei numeri granata da trasferta: fuori dall’Olimpico il Torino non ha mai sbracato e la porta di Gillet non è quasi mai stata bombardata, a parte lo scivolone Ventura e un’altra del derby. I sette risultati utili consecutivi sono garanzia insufficiente, ma attestano uno tesi di laurea: «Il stato di forma conclamato che permette ai granata di accarezzare il sogno del colpaccio. gioco prima di tutto» BELLO E CONCRETO Una missione da tre punti sposterebbe il Torino in un’altra dimensione della classifica, non solo fisicamente. Non certo a caso Ventura batte sul tasto dell’esame di maturità. No, stavolta non si tratta di frase fatta: l’Udinese al Friuli vale davvero come tesi di laurea per cominciare a guardare al di là del minimo sindacale. «Non lo nego, è una verifica fondamentale. Però qui se qualcuno inizia a pensare che l’obiettivo non sia soltanto la salvezza, allora significa che non vengo ascoltato. Il nostro è un discorso di crescita graduale, cambiare le ambizioni in corsa senza aver raggiunto ancora nulla sarebbe un grave errore. E proprio in tale percorso di apprendimento va letta e interpretata la partita di Udine. Non andiamo per fare il risultato e basta. Ci andiamo per raggiungere il risultato attraverso la prestazione: voglio un Toro bello, che si diverta, concreto». Sfiorando la perfezione, perché altrimenti sono dolori inevitabili contro l’Udinese: lo storico delle ultime stagioni valgono da curriculum. SANTANA-VIVES L’andata è tutta un’altra storia, da una parte come dall’altra. Lo spiega Ventura, senza perifrasi: «Loro avranno Muriel e Di Natale , ovvero il 90 per cento del potenziale offensivo della squadra di Guidolin . Non una differenza da poco. E poi l’approccio casalingo è senza dubbio diverso da quello in trasferta: per cui mi attendo un’Udinese diversa, magari non nella disposizione tattica. E’ una «L’andata è alle squadra che è tornata a essere quella che è: una realtà importante del nostro campionato. spalle, ora Gli episodi all’andata hanno senza dubbio inciso, ma ciò che è capitato mesi fa adesso l’Udinese ha Muriel- non ci deve interessare. Anche il Toro è diverso, perché è più consapevole, più maturo, Di Natale. Il più convinto. E al tempo stesso conscio del fatto che di strada ce ne sia ancora tanta da successo non percorrere: si può crescere ancora di più, vogliamo aggiungere un mattone alla struttura cambierebbe i sulla quale stiamo lavorando da oltre 18 mesi. Mi aspetto un’Udinese ostica, aggressiva, nostri obiettivi» veloce, pericolosa, da affrontare con la concentrazione massima e senza mai abbassare la guardia». Con il 4-2-4 o il 4-3-3? La spiegazione del timoniere granata sta negli uomini, non nel sistema. «L’anno scorso non avevamo un giocatore come Santana , in grado di svolgere con profitto il lavoro in entrambe le fasi. Allora abbiamo provato ad adattare Vives , che ha fatto molto bene e che tornerà sicuramente a ritagliarsi un ruolo importante». PROGRAMMARE Nell’ultra trentennale carriera in panchina, Ventura è passato anche da Udine. E meglio di tanti altri può raccontare la metamorfosi che il Torino sta cercando, nel segno della programmazione. «Ho rapporti squisiti con la famiglia Pozzo e tutti quelli che lavorano nel club friulano. L’Udinese ha capito prima di altri che idee, strutture, risorse pagano sempre, sul lungo periodo. Ha intrapreso una strada che paga, con coraggio: facendo ottime cose, a volte anche sbagliando: alcuni giocatori sono stati lanciati ad altissimo livello, altri no. Io dico quindi che una società come il Torino può prendere spunto per crescere: senza scimmiottare, ci mancherebbe, anche perché il club granata deve mantenere la propria identità in rispetto della storia. Ma la politica di valorizzazione premia. Per cui sarà giusto un giorno, magari, vendere Ogbonna per monetizzare e reinvestire alla ricerca di altri Ogbonna. Con il presidente Cairo parliamo spesso di programmazione, il tempo dirà come andranno le cose». © riproduzione riservata


GUIDOLIN «Toro come quel Bari Sarà dura» Abbiamo un compito complicato. Le statistiche della squadra di Ventura sono molto buone e parlano chiaro. In questa squadra si vede la mano dell’allenatore: il Torino ricorda molto da vicino il Bari di due anni fa e rappresenta una bella realtà della Serie A. Sarà difficile spuntarla contro di loro. Le condizioni al rientro dei nazionali sono sempre un’incognita perché fanno tutti allenamenti particolari. Comunque sono stati impiegati a piccole dosi. Stanno bene e sono disponibili. BARRETO Avrà il dente avvelenato? Non lo so, non è nei miei pensieri in questo momento. Barreto è un ottimo giocatore come ho sempre sostenuto. Gli auguro le migliori fortune del mondo, qui ha vissuto un periodo disgraziato della sua carriera. Ho sempre parlato francamente con lui, guardandolo negli occhi e non lanciando messaggi attraverso la stampa. GLI ESTERNI Più che del nostro sistema di gioco preferisco concentrarmi su altre variabili: da come si aggredisce la partita a chi prende il possesso sulla gara. Il Torino può mettere in difficoltà qualsiasi avversario sia quando difende sia quando attacca. Ci siamo preparati studiando le loro giocate. Dobbiamo essere in grado di prendere in mano la gara. Solo così potremmo sviluppare gli inserimenti degli esterni. CERCI Cerci è un ottimo elemento che con Ventura si esprime al meglio perché si adatta perfettamente al tipo di gioco proposto. Il tecnico ha costruito a Bari un mosaico bellissimo che adesso sta riproponendo in Piemonte. Di Natale nervoso perché non segna? Mi pare di no, ma immagino che lo sia. Sta bene da una decina di giorni. L’influenza intestinale lo ha un po’ debilitato. S.D.


VENTURA «Barreto sì Ma non come all’andata...» All’andata Barreto non era con noi, speriamo che stavolta non giochi come in quella partita altrimenti siamo rovinati... Battute a parte, a lui chiedo di non sprecare troppe energie solo perché gioca contro la sua ex squadra: preferisco che riesca a fare qualche minuto in più rispetto alla Sampdoria mantenendo alto il livello di qualità. OGBONNA Ho rivisto sorridere Ogbonna. Era un po’ che lo vedevo serio, adesso che ha ritrovato la condizione fisica è più sereno. Per me avrebbe dovuto giocare un’altra partita con la Primavera, ma non è stato possibile perché c’è il Viareggio. Per una questione di equilibri di gruppo e di meritocrazie è giusto andare avanti con Rodriguez. JONATHAS Jonathas è un ragazzo positivo, che ha tanta voglia di imparare: sta scoprendo un mondo nuovo, possiede ampi margini di miglioramento. Servirà tempo. D’AMBROSIO Le scelte vanno effettuate sulla base del lavoro settimanale e di ciò che si vede in partita, non per simpatie o litigi che non esistono. Per fare un esempio, se adesso D’Ambrosio sta dando sicurezza è giusto cavalcare il periodo: questa non è certo una bocciatura nei confronti di Darmian, che in passato ha avuto molto spazio e tornerà ad averlo. MONDONICO Ho sentito e letto le parole di Mondonico, del non pensare come una neopromossa perché siamo il Toro. Sono d’accordo se il discorso è sulle ambizioni, perché giustamente un club così glorioso e importante deve puntare in alto. Ma il resto mi sembrano parole buttate un po’ lì. Perché i fatti dicono che siamo una formazione che arriva dalla B. La storia, per quanto unica, non crea i risultati. Altrimenti Milan, Napoli, Genoa non sarebbero mai retrocesse. S.L. © riproduzione riservata


FRIULANI COSTRETTI A SCELTE FORZATE Per l’Udinese ecco una difesa nuova di zecca Simonetta D’Este

UDINE. Si affida alla coppia Di Natale-Muriel , l’Udinese per affrontare il Torino. Una coppia che nelle ultime gare (Milano esclusa) è andata a segno con regolarità e cinicità micidiale. Da una parte il capitano bianconero, alla ricerca del gol numero 150 in serie A con l’Udinese, dall’altra il giovane colombiano che guardando al maestro Totò deve cercare di crescere in fretta e di mettere a frutto il proprio talento. Due bocche da fuoco invidiabili, che dovranno mettere a frutto ogni pallone giocabile, anche Cerniera a tre con perché qualche incognita in formazione nella squadra Angella centrale d i Guidolin c’è. La difesa, per esempio, è affiancato da assolutamente inedita, con Ange lla proposto da Benatia a destra e centrale, e con Domizzi a sinistra e Benatia a destra. Domizzi a sinistra. Un reparto arretrato riportato a tre, dopo l’esperimento In attacco Guidolin di San Siro contro il Milan, privo di Danilo , fermato per dovrebbe dare fiducia a Muriel due giornate dal giudice sportivo dopo il post partita anche se è reduce agitato di domenica scorsa. E anche il centrocampo è dal volo privo di un tassello che è stato più volte determinante Gabriele Angella, 23 anni intercontinentale nelle ultime gara: Lazzari . Dai suoi piedi, infatti, sono nati i lanci che hanno mandato in gol Di Natale e Muriel nelle ultime sfide casalinghe. Al suo posto, accanto a Pinzi , dovrebbe trovare spazio Pereyra . Più difficile che partano dall’inizio Merkel o Campos Toro : entrambi godono della fiducia del proprio allenatore, che dovrebbe però preferire un uomo che ha già fatto abbastanza esperienza tra le fila bianconere, piuttosto che due giovani che stanno ancora integrandosi con il resto del gruppo. A meno che Guidolin non abbia “imbrogliato” tutti e non si fidi a schierare dal primo minuto il colombiano Muriel, che si è allenato in Friuli solo da venerdì e che ha effettuato in pochi giorni due voli intercontinentali che lo hanno portato a Miami con la Nazionale. Se così fosse al suo posto giocherebbe Pereyra, con conseguente ulteriore modifica a centrocampo. La sensazione, però, è che alla fine il colombiano sarà al suo posto vicino a Di Natale, puntando sull’entusiasmo e sulla giovinezza, che abbatte da sempre anche la stanchezza. E contro il Torino l’Udinese non può sbagliare mosse, perché tre punti vorrebbero dire avere ormai in mano la salvezza e cominciare a giocare con un pizzico di sfrontatezza (nel senso migliore del termine) una buona fetta di stagione e verificare se anche questa volta la primavera friulana porterà buoni frutti.






ORE 15 BOLOGNA-SIENA Pioli scommette su Diamanti-Gila Iachini per osare BOLOGNA. L’incontro con i vertici delle associazioni dei tifosi ha consentito al presidente Guaraldi di annunciare il pagamento degli ultimi stipendi, con una settimana di anticipo rispetto alla scadenza. Una notizia confortante, dopo le molte voci di problemi finanziari. Tutto rimandato invece per il rinnovo del contratto di Perez , uno dei nodi più rognosi per il Bologna, con El Ruso che resta appetibile sul mercato internazionale, soprattutto ora che sta infilando ottime prestazioni in serie. Tutto ciò in vista della gara Il tecnico rossoblù: di oggi: un risultato pieno proietterebbe il Bologna a +8 «Tra i due sta dalla zona calda, in caso di concomitante successo del nascendo una Palermo sul Pescara. Chiaro che non si fanno conti, grande intesa. ma questa ipotesi farebbe volgere al bel tempo il Basta uno sguardo per capirsi». Il rivale barometro rossoblù. Intanto Pioli si coccola i suoi due vara un attacco con azzurri, ritornati dall’Olanda: « Diamanti ha nella Sestu, Rosina ed verticalizzazione uno dei suoi colpi preferiti e con Emeghara Gilardino sta nascendo una grande intesa. Anche mercoledì sera ho notato che basta uno sguardo tra loro per intendersi». Oggi saranno entrambi in campo. Kone sembra un gradino avanti rispetto al rientrante Gabbiadini per l’altra maglia dell’attacco. Conferma in porta per Curci , che domenica non è stato quasi mai chiamato in causa. QUI SIENA Dopo un’impresa ne serve subito un’altra. A Siena si è respirato nell’ultima settimana un clima di maggiore fiducia rispetto al recente passato. La quart’ultima posizione dista adesso 4 punti. Ma soprattutto è piaciuto l’atteggiamento che il “nuovo” Siena di Iachini ha avuto in campo sette giorni Alberto Gilardino, 30 anni Beppe Iachini, 48 anni fa. Battuta l’Inter, serve un’altra grande prestazione al Dall’Ara. In campo ci saranno dieci degli undici protagonisti del successo contro la squadra di Stramaccioni . Iachini non cambia, se non per la squalifica di Paci che verrà sostituito da uno degli acquisti del mercato invernale, Terlizzi . In casa senese nessuno sottovaluta la qualità del Bologna. E Iachini ha parlato ieri anche dell’amicizia che lo lega al collega Pioli, suo ex compagno al Verona e alla Fiorentina. «Al di là dell’amicizia - ha detto l’allenatore dei toscani - lo stimo come tecnico e i risultati sul campo lo dimostrano. Temo non solo Diamanti, ma anche Kone. Li conosco bene per averli allenati ma se il Bologna schiera otto elementi di diverse nazionali è evidente il suo valore». La chiave può essere in attacco: Iachini chiederà al trio Sestu - Rosina Emeghara (con Pozzi ancora indisponibile) la stessa qualità e velocità messe in mostra contro l’Inter. BUDRIESI-GROPPA


ORE 12.30 PARMA-GENOA Parma con il tridente ANTONIO BOELLIS

PARMA. Alla ricerca della prima vittoria del 2013. Il Parma ha una voglia matta di cancellare le ultime due sconfitte contro Napoli e Fiorentina, ma dovrà fare i conti con le assenze e un Genoa rigenerato dalla cura Ballardini. «Dobbiamo ritrovare concentrazione e atteggiamenti che abbiamo un po’ perso ultimamente - ha spiegato Donadoni -. Il Genoa è una squadra molto compatta, chiusa e abile a sfruttare le ripartenze e il gioco aereo». La lista degli assenti non diffonde ottimismo: Galloppa e Mirante infortunati (Santacroce si è allenato con il gruppo solo ieri; non è tra i convocati), Marchionni e Rosi squalificati. «Ho ancora qualche dubbio - continua il tecnico -, ma l’importante per noi è entrare in campo con uno spirito combattivo. Dovremo essere bravi a stare corti e a non concedere loro palle Jonathan Biabiany, 24 anni tra le linee e occasioni per ripartire con i giocatori più veloci». Il dubbio della vigilia è sempre lo stesso: 4-3-3 o 3-5-2? Donadoni è tentato dal tridente con Sansone, Belfodil (o Amauri) e Biabiany. In porta ci sarà il 39enne Pavarini; in difesa ballottaggio tra Coda e Lucarelli. Stesso discorso a centrocampo dove Mariga e il greco Ninis si contendono una maglia. «Mariga è a buon punto, non è al top. E’ un giocatore su cui faccio affidamento. Ninis ha lavorato bene, è un’alternativa».


Borriello: «Ho fame» Maurizio Moscatelli

GENOVA. «Siamo solo all’inizio, non c’è da aggiungere altro». Davide Ballardini ha smorzato l’entusiasmo dopo aver conquistato 4 punti contro Juventus e Lazio. Eppure il successo al 95’ con i biancocelesti grazie al gol di Rigoni ha lasciato scorie positive che il Grifone proverà a portare con se quest’oggi al Tardini. Un Genoa che dovrà fare però i conti con l’assenza di Rossi, fermato dalla febbre, «siamo dispiaciuti per la sua assenza, un punto di riferimento di straordinaria importanza per tutta la squadra» spiegava ieri il tecnico che ritroverà Vargas, Antonelli, pronto al rientro dopo la squalifica, e soprattutto Cassani che ha smaltito i problemi alla schiena. A suonare la carica è però Marco Borriello che gara dopo gara sta prendendo sempre più confidenza col gol. «Insieme al Catania, il Parma è la sorpresa in positivo. Noi Marco Borriello, 30 anni facciamo parte dell’altra schiera, ma siamo in tempo a scrollarci la polvere, anche se le giornate passano: la situazione sta migliorando. Nessuno può avere la fame che abbiamo noi. E possiamo giocarcela ovunque». Al posto di Rossi c’è in pole position Antonelli nell’inedito ruolo di interno in ballottaggio con Rigoni, mentre in avanti ci sarà ancora l’atipica coppia formata da Bertolacci alle spalle di Borriello.


Rossi è costretto a “rifare” la Samp PAOLA BALSOMINI

BOGLIASCO. Delio Rossi di dispiaceri alla Roma, da allenatore della Lazio ma non solo, ne ha dati molti. Impossibile dimenticare, ad esempio, il bagno nella fontana del Gianicolo dopo la vittoria nel derby per 3-0 del 10 dicembre 2006. Netto anche il successo nella stracittadina capitolina per 4-2. Due anni dopo la stessa storia si ripete dopo essere passato al Palermo nel 2009-10, quando la Roma porta a casa solo un pareggio e una Out Eder e Palombo. sconfitta. A Firenze, il tecnico riminese riesce, «Roma dopo Juve e nell’unico confronto, ad avere la meglio sulla Napoli» formazione giallorosa vincendo con un secco 3-0. Oggi ci riprova da allenatore della Sampdoria anche se le Delio Rossi, 53 anni, prima stagione sulla panchina della assenze importanti non lo rendono certo tranquillo. TIMORI Un po’ di rammarico a non trovare Zeman c’è: Delio Rossi infatti era Samp (Ansa) stato il capitano del suo Foggia nella stagione 1986-87, e da lui, come ha ammesso lo stesso allenatore blucerchiato, qualche idea l’ha pure presa. Impossibile capire ora se il cambio porterà benefici, ma certamente il tecnico si attende una scossa per tutto l’ambiente romanista: «Non saprei dire se si tratta di un vantaggio o di uno svantaggio non incontrare Zeman ma certamente resta uno degli allenatori più bravi che ci sono in Italia. Non credevo potesse essere esonerato ma non conosco i fatti. Certamente dobbiamo stare attenti alla loro voglia di riscatto». Per Delio Rossi quindi la squadra che affronterà oggi, guidata d a Andreazzoli , sarà soprattutto un’incognita: «Ma resta - ha spiegato - tra le squadre migliori di questo campionato, dietro soltanto alla Juventus e al Napoli. I nomi dei suoi giocatori parlano chiaro». OSSERVATO In casa Sampdoria, del resto, non è stata una delle settimane più fortunate, visto che Eder è stato costretto a tornare in Brasile per motivi familiari e che Palombo si è fermato per un «Zeman fastidio muscolare. L’allenatore blucerchiato si è trovato così costretto a dover risolvere esonerato? Per me due problemi inattesi: se l’ex capitano sarà sostituito da Rossini ecco che in questi giorni rimane uno degli Delio Rossi ha provato ad alternare Maxi Lopez e Sansone . Ma come spesso succede, allenatori migliori. Il anche questa volta tra i due litiganti il terzo gode. Così con ogni probabilità sarà Soriano valore dei a scendere in campo dietro a Icardi , che almeno ha recuperato dalla botta rimediata in giallorossi non si allenamento ed è stato inserito tra i convocati. Un centrocampista in più quindi che avrà il discute». Tocca a Soriano e Rossini compito di erigere una diga in mezzo e aiutare l’argentino che, tra l’altro, oggi in tribuna potrà contare su uno spettatore d’eccezione: il ct della sua Nazionale Sabella che, dopo aver giocato in Svezia a metà settimana, ha deciso, nel suo tour europeo di dieci giorni, di assistere prima di tutto alla gara della Sampdoria proprio per vedere dal vivo il talentuoso giocatore di cui parla tutto il calcio italiano. Subito dopo il match ci sarà anche una lunga chiacchierata tra i due, in cui Icardi ribadirà al ct la sua intenzione di vestire la maglia dell’Argentina e non quella dell’Italia. Una sua buona prova, oggi, potrebbe anche convincere Sabella a convocare il baby bomber per le prossime due gare per le qualificazioni in Brasile. Anche Delio Rossi ci spera, pronto intanto a replicare il bagno nella fontana. Anche questa volta probabilmente gelato, visto che Genova attende la neve.


Andreazzoli: «De Rossi e Totti sono le mie icone» STEFANO CARINA

ROMA. «Non chiedo tempo, perché non ce n’è». Entusiasta, agguerrito, pronto a stupire, magari un po’ troppo prolisso in qualche risposta ma consapevole della grande occasione che gli è capitata: è la fotografia di Aurelio Andreazzoli . Ieri il tecnico ha fatto il suo esordio in conferenza stampa: «C’è emozione senz’altro, mi è stata affidata una cosa grande. Sappiamo con il mio staff cosa e come vogliamo fare. Di obiettivi primari ne abbiamo molti, ma della classifica non parlo». Gli basta poco per dimostrare di conoscere bene Trigoria: «Ho due icone nello spogliatoio, Totti e De Rossi . Loro due sono quelli che devono rispettare le regole più degli altri, dare Aurelio Andreazzoli, 59 anni, l’esempio e muovere le chiappe prima degli altri. Sono dei monumenti, non li ha preso il posto di Zeman voglio radere al suolo ma innalzare: se li metto lassù, sulla panchina della Roma e «Monumenti da quelli che sono sotto salgono, se li abbasso, gli altri oggi debutta a Marassi contro innalzare, non da restano compressi. A Daniele riaffiderò il ruolo che il la Samp (Bartoletti) radere al suolo. popolo romano e il club gli hanno sempre assegnato. Zeman? Né erede, Lui sarà il nostro uomo guida e sarà un esempio da esportare nel mondo. La società? Ha né anti: dobbiamo messo a disposizione una squadra forte. Anzi, due squadre forti». sfruttare ciò che ci RISORSA Poco prima Baldini nel presentarlo lo aveva dipinto come «una risorsa per la ha lasciato» società tanto che l’anno scorso gli abbiamo proposto un contratto di 5 stagioni, pensando che lui potesse essere la memoria della Roma. Può conservare ciò che i suoi predecessori hanno fatto: Spalletti, Ranieri, Montella, Luis Enrique e Zeman . Rappresenta un soluzione temporanea, sperando che possa essere definitiva». E Andreazzoli conferma: «In questi 8 anni questi ragazzi li ho visti decollare e precipitare. Visto che so i motivi che ci hanno fatto cadere, vogliamo lavorare su questo. L’ambizione, la voglia di vincere, non sono solo slogan. Le regole? Poche ma ferree. Innanzitutto c’è una regola del buon senso. Abbiamo un gruppo educato ma lo educheremo anche meglio. Non voglio controllare l’incontrollabile ma ci sono delle situazioni indiscutibili: gli orari, l’educazione, la confusione sono i capitoli generali, le regole sulle quali non si transige per nessuno». EREDITA’ Non lo aveva fatto nella prima intervista rilasciata a Roma Channel ma stavolta approfittando delle parole di Baldini - «Volevo ringraziare Zeman per il lavoro e la dedizione in questi mesi. Quando le cose non vanno nel modo sperato, le responsabilità sono da dividere» - che a sua volta aveva seguito la scia di Totti del giorno prima, anche Andreazzoli si accoda al ringraziamento (tiepido) al boemo. «Non sento la sua eredità ma non sono nemmeno l’anti-Zeman. Dobbiamo sfruttare ciò che ci ha lasciato come patrimonio. I ragazzi hanno chiarissimo in mente la sua eredità, sia sotto l’aspetto tattico che morale, rivolto soprattutto all’accettazione della fatica». E sul modulo: «Sceglierò undici calciatori, cercherò di metterli in campo sfruttando le loro caratteristiche migliori. Non è un problema di numeri o di collocazione, sono le caratteristiche dei calciatori che determinano il modulo. Se io avessi un solo sistema, sarei condizionato e ci sarebbe una sorta di ingabbiamento». Per il suo esordio si va profilando un 3-5-2 ma se Osvaldo (convocato) non stesse al meglio, possibile il 4-2-3-1 di memoria spallettiana con Totti unica punta. PROTESTA Intanto ieri 50-60 tifosi hanno inscenato una contestazione che ha messo nel mirino la dirigenza di Trigoria. Inviti a Baldini, Sabatini e al consigliere Baldissoni ad andarsene, cori a favore di Zeman. Striscioni e bandiere sono state esposti davanti all’ingresso del centro sportivo presidiato dalle forze dell’ordine. Tra gli striscioni esposti, da citare “As Roma libera!”, “Yankee go home”, “Fuori i laziali da Trigoria”, “Ostaggio di un comitato d’affari”, “Unicredit molla la nostra Roma” e infine “La nostra Roma non si U.S.A”.





IN BREVE Domani al via il 65° Viareggio Caccia alla Juve DOMANI Stephan El Shaarawy lancerà i suoi aspiranti eredi: l’attaccante del Milan e della Nazionale aprirà, leggendo il giuramento allo Stadio Torquato Bresciani, la 65ª Viareggio Cup, di cui è stato protagonista nel 2010. Poi su quello stesso campo scenderanno la Juventus campione in carica e il Maribor. Giocheranno domani tutte le 24 squadre dei sei gironi del gruppo 1, mentre martedì toccherà alle 24 dei sei gironi del gruppo 2. La prima fase si chiuderà sabato e agli ottavi accederanno le prime classificate di ogni girone, più le due migliori seconde dei gironi del gruppo 1 e le due migliori seconde dei gironi del gruppo 2. Proprio tra le squadre c’è stato un cambiamento dell’ultima ora: gli uzbeki del Pakhtakor hanno dovuto rinunciare per problemi di visti e saranno sostituiti dal Bruges. La prima giornata si chiuderà con il gala durante il quale saranno premiati il vicepresidente della Figc Demetrio Albertini (tra i dirigenti), il tecnico dell’Inter Andrea Stramaccioni (tra gli allenatori), il responsabile del settore giovanile dell’Atalanta Mino Favini (premio del Centro giovani calciatori) e il telecronista di Sky Fabio Caressa (per i giornalisti). L’Associazione direttori sportivi premierà l’osservatore del Milan Giorgio Vitali. BLATTER, PERCENTUALE MINIMA di SCOMMESSE Sepp Blatter, presidente della Fifa, sostiene che sono una piccola parte delle partite di calcio giocate in tutto il mondo sono truccate e che lo sport «è così grande Stefano Padovan, 18 anni che supereremo» questo problema. In visita in Botswana, il numero 1 del calcio mondiale ha commentato le ultime notizie sulle inchieste dell’Europol in tutto il mondo. Secondo Blatter, solo lo 0,004% delle partite sono truccate e che quindi più 1 milione di gare all’anno sono pulite. SI FINGE NAZIONALE ROMENO PER TRUFFARE Si è presentato come un ex giocatore della Nazionale della Romania per truffare il proprietario e l’agente immobiliare. Voleva acquistare un complesso immobiliare a Seggiano, La Giuseppa, del valore di sei milioni. Ma Petru Chicus, romeno di 61 anni, ha anche effettuato un tentativo di estorsione nei confronti del proprietario del complesso per entrare in possesso di quegli immobili ceduti con un preliminare di compravendita stipulato il 21 novembre 2008. Minacce anche di morte, facendo credere alla parte offesa di poter fare arrivare un gruppo di persone armate dalla Romania. Durante l’udienza preliminare, il gup Valeria Montesarchio ha disposto il rinvio a giudizio del romeno per truffa, tentata truffa ed estorsione. Serie A donne: Torres travolgente (5ª giornata di ritorno). RISULTATI: Napoli-Brescia 1-1 (differita RaiSport 2 lunedì ore 15); Pordenone-Chiasiellis 3-1; Como-Fiammamonza 4-0; Verona Bardolino-Firenze 1-4; MozzanicaMozzecane 4-0; Tavagnacco-Riviera di Romagna 2-0; Lazio-Torino 1-1; Grifo Perugia-Torres 0-3 CLASSIFICA: Torres 56; Tavagnacco 52: Brescia 46; Bardolino Verona* 40; Napoli 32; Firenze, Riviera di Romagna 31; Como 30; Mozzanica 28; Pordenone 25; Chiasiellis 23; Fiammamonza 14; Grifo Perugia 12; Mozzecane* 10; Lazio 8; Torino 4 * Una partita in meno


qui atalanta Colantuono punta su Brienza-Denis BERGAMO. Manca dal 2009 la vittoria dell’Atalanta contro il Catania. Dopo l’1-0 a Bergamo dell’1 febbraio 2009 ci sono stati 3 pareggi e 2 successi siciliani nei 5 confronti successivi. L’Atalanta oggi può sfruttare il fattore campo, ma Colantuono sa di dovere affrontare un avversario pericoloso: «Stanno facendo un campionato simile a quello dell’Atalanta lo scorso anno. Competono con squadre di un certo livello grazie allo zoccolo duro della loro formazione. Sono forti un po’ in tutti i reparti. Anche sui calci piazzati. Lodi? Credo sia uno dei migliori specialisti che abbiamo in Italia». DENIS CAPITANO Ci sono ancora alcuni dubbi da sciogliere sulla formazione, ma ci sono anche delle certezze. Bellini ha recuperato, ma il capitano «se gioca, sicuramente sarà Denis». In attacco Brienza è il favorito, mentre sui giocatori che in settimana sono stati impegnati con le loro Nazionali ci sono alcune riserve da parte del tecnico: «Radovanovic è uscito coi crampi a Palermo e l’impegno in Nazionale penso l’abbia affaticato. Lo stiamo valutando così come Carmona che ha giocato e segnato con il Cile». In uscita l’italo-australiano Troisi che non figura tra i convocati. Colantuono ha spiegato che: «Siamo d’accordo con la Juventus (proprietaria di metà cartellino, ndr) per mandarlo a giocare in prestito in questi ultimi 6 mesi. In attacco siamo tanti e lui ha bisogno di giocare». Als


qui pescara Quintero a riposo Bergodi: «Un bivio» Ivano Di Sciascio

PESCARA. Cristiano Bergodi non ama alibi ne fare troppi giri di parole. Il Pescara oggi deve tornare a dare un senso al suo campionato e ritrovare la strada per la salvezza: «Siamo a un bivio - dice Cristiano Bergodi - Da qui alla fine tutte finali, ma il Palermo diventa la sfida più decisiva per il nostro futuro». Oltre alla grandinata di infortuni settimanali (Weiss, Modesto, Capuano, Togni e Sforzini) Pescara senza Quintero tornato acciaccato e con il jet-lag ancora da smaltire. «E’ meglio dargli due giorni di riposo e farlo tornare a lavorare da martedì» e senza Sculli: «sta svolgendo un programma personalizzato». Su Caraglio, indiziato numero uno per sostituire Sforzini, Bergodi di fatto ufficializza l’investitura. «E’ in crescita, magari per costituzione avrebbe bisogno di ancora di un po’ tempo per migliorare la condizione, ma in questo momento noi di tempo non ne abbiamo». Parole di Bergodi che declinate in numeri e uomini dovrebbero dar vita alla conferma del 4-3-1-2, con Zanon, Cosic, Bianchi Arce e Balzano, davanti a Perin. A centrocampo D’Agostino playmaker basso con Rizzo e Blasi ai fianchi. In avanti chance per Caprari che dovrebbe giocare alle spalle di Celik e Caraglio. Chiusura sul Palermo: «Quando c’è un cambio di allenatore la squadra riesce ad avere una scossa positiva, dovremo essere ancora più bravi nell’approccio alla gara».


«Vai Catania con coraggio» SERGIO MAGAZZÙ

CATANIA. Tutti convocati, ad eccezione di Sciacca , Augustyn e Çani . Alla fine Rolando Maran porta con sé, per la trasferta di Bergamo, 23 giocatori. «Si sono allenati tutti e sono arruolabili e convocati - ha affermato il tecnico del Catania, nell’immediata vigilia - l’imbarazzo della scelta complica la vita da una parte, per un allenatore, ma dall’altro la facilita ed MARAN «A è senz’altro un fattore positivo. La squadra sta bene, Bergamo ne servirà siamo proiettati sulla partita senza pensare alla tanto Ma guai a classifica, non è una gara-spartiacque. Ancora il concedere spazi campionato è molto lungo». Della lista fa parte anche all’Atalanta» Giovanni Marchese , out nelle ultime tre partite. Il Catania ha rifinito ieri mattina la preparazione, a Torre del Grifo, lontano da Gonzalo Bergessio, 28 anni, 2ª occhi indiscreti. Nel pomeriggio il trasferimento in Lombardia. Sono almeno stagione a Catania due le opzioni relative al modulo tattico, quella relativa al 4-2-3-1 con Alverez , Bellusci , Spolli e Capuano davanti ad Andujar ; Izco e Lodi in mediana con Gomez , Castro e Barrientos a supporto di Bergessio . L’alternativa è il classico 4-3-3 che prevederebbe a centrocampo l’inserimento di uno tra Almiron e Biagianti con il conseguente spostamento in panchina per Castro. «A prescindere dal modulo, il Catania ha identità e mentalità precise - ha spiegato Maran - ed entrambe le ipotesi sono state vagliate e curate in settimana. Noi rivelazione del campionato? Credo che piacciano la nostra consapevolezza e il nostro modo di andare a giocare sempre la partita a viso aperto». «Abbiamo CORAGGIO E GAMBA A viso aperto, ma con il massimo rispetto dell’Atalanta, un’identità definita, indipendentemente dal successo ottenuto dai nerazzurri sette giorni fa a Palermo. «Prima però possiamo della vittoria di domenica scorsa - ha ribadito il tecnico rossazzurro - spesso i nerazzurri migliorare ancora». hanno perso immeritatamente, giocando bene. Sappiamo che sarà una gara difficile. Dubbi sul modulo: Dovremo prestare particolare attenzione alla fase di transizione». Il Catania così cercherà 4-2-3-1 o 4-3-3 di dare continuità alla sua crescita lontano dal Massimino, ma senza abbassare la guardia: «Negli ultimi tempi può esserci stata una convinzione maggiore, legata ai risultati positivi. A Bergamo non dobbiamo alterare la nostra identità per attaccare l’Atalanta. Dobbiamo essere bravi perchè loro mettono molto agonismo in campo e chiudono bene tutti gli spazi, non dobbiamo concedere nulla. Serve tanto coraggio e gamba». Doti che ha mostrato di avere Lucas Castro, ma Maran avvisa: l’argentino può dare ancora di più. «Sta facendo bene, ma credo che tutta la squadra stia dimostrando di potere stare su questo palcoscenico. Castro ha avuto un’ottima crescita e visto che viene dal campionato argentino va messo in condizione di stare bene in campo. Margini di miglioramento? Io mi aspetto sempre qualcosa in più dai miei giocatori. Dobbiamo sempre migliorare. Non c’è un massimo».


«Vai Palermo è una finale» Luigi Butera

PALERMO. La prima di Malesani e l’ultima chance per ritornare in vita. Il tecnico debutta, il Palermo si gioca il tutto per tutto. Battere il Pescara significa uscire dal «coma», non farlo equivarrebbe a mettere una pietra sul morale e probabilmente sulle speranze di restare in Serie A. Una specie di finale per il Palermo, che fin qui le prove senza appello le ha sbagliare tutte. Ultima vittoria a novembre scorso nel derby con il Catania. Adesso MALESANI tocca a Malesani che ha cominciato con l’entusiasmo «Vincere è giusto, ma con la consapevolezza di essere davanti ad fondamentale Lo è una montagna quasi insormontabile. «È stata un pure per il Pescara settimana intensa, abbiamo unito tutte le forze e che sta davanti» tutt’insieme abbiamo anche fatto un’analisi profonda delle problematiche e delle cose positive - dice il tecnico -. Da un punto di Alberto Malesani, 58 anni, visto fisico la squadra sta bene, voglio vedere un Palermo che giochi con esordisce a Palermo intensità e voglia di vincere». NUOVO ASSETTO Si riparte con un assetto nuovo. Il contrattempo di Ilicic toglie a Malesani l’unico trequartista pronto e si vira su un 3-5-2. Centrocampo più folto, dove troverà spazio anche Rios . L’uruguayano ha fatto solo un allenamento con Malesani (è tornato venerdì dalla trasferta a Doha con l’Uruguay), ma pare che abbia convinto il tecnico. A centrocampo ci sarà pure Donati . Giocherà in regia, con la scorta di Rios appunto e Barreto , due che dovranno togliere il fiato ai centrocampisti del Pescara. Perché Malesani prima di tutto vuole intensità. «Per noi è una partita fondamentale, ma lo è anche per il Pescara - fa notare il «Abbiamo unito le neo allenatore rosanero -. Non giochiamo da soli, tra l’altro loro in classifica stanno meglio forze, la squadra sta di noi. Non dobbiamo pensare di essere più forti. La parola chiave è equilibrio, bene. Voglio dall’equilibrio nasce anche il gol». Un equilibrio che Malesani pensa di trovare, almeno intensità». Fuori all’inizio, senza la colonia di argentini portata da Lo Monaco a gennaio. Ilicic: 3-5-2 con CAMBIO DI ROTTA Un’inversione di rotta netta rispetto all’ultima partita con l’Atalanta, in Arevalo Rios cui Gasperini buttò alla sbaraglio Boselli e Faurlin dall’inizio e Formica in corsa. Tutti e tre resteranno in panchina, e lì troverà posto anche Sperduti che finalmente ha ricevuto il via libera per il tesseramento. «Per quanto riguarda gli argentini - osserva Malesani - tutti, per motivi diversi, non hanno avuto continuità negli allenamenti e di questo devo tenerne conto. La priorità in questo momento è mettere in campo chi ha giocato con più continuità. In più devo conoscerli meglio sotto l’aspetto tattico, l’individuazione del ruolo è fondamentale». In avanti, quindi, Fabbrini e Dybala ( Miccoli è squalificato), coppia giovane con fantasia e talento. «Anche prima di arrivare qui sapevo che Dybala era un ragazzo interessante - fa notare Malesani l’importante è non caricarlo troppo di pressioni. I tifosi? Spero che siamo il nostro dodicesimo uomo in campo».






Il grande sogno del Burkina Faso Imitare lo Zambia RONNIE ECKLER

JOHANNESBURG. Grande entusiasmo per la finalissima odierna di Coppa d’Africa tra Nigeria e Burkina Faso nella maestosa cornice del Soccer City di Soweto. Le favorite Super Aquile hanno espresso, dopo un inizio alquanto contratto, un ottimo calcio soprattutto a livello offensivo dove insieme al Ghana si sono dimostrate la squadra più pericolosa negli ultimi 16 metri. Nella fase iniziale a gironi la Nigeria ha impattato (1-1) proprio con il Burkina Faso e lo Zambia per poi vincere contro una sterile Etiopia. Stessa sorte per la squadra burkinabé che ha infilato un meritato 4-0 Contro la Nigeria per all’Etiopia per poi pareggiare con l’avversaria di stasera vincere al 1° colpo e lo Zambia campione uscente. ENTUSIASMO Ecco, l’obiettivo degli Stalloni francofoni è proprio quello di emulare gli ultimi vincitori del prestigioso trofeo continentale, che l’anno scorso trionfarono (ai rigori sulla Costa d’Avorio) in occasione della loro prima e storica finale centrata. Anche la squadra guidata dal biondo coach belga Paul Put si è qualificata, come noto, per la prima volta nella sua storia all’atto conclusivo della Coppa d’Africa. Ed è veramente ammirevole l’entusiasmo che si è venuto a creare intorno alla “favola” del Burkina Faso. Nessuno a inizio torneo si sarebbe mai sognato di ritrovarla in finale ma questa imprevedibilità è una delle caratteristiche affascinanti della Coppa d’Africa dove l’impegno porta spesso alla possibilità di realizzare l’impensabile. Colpisce anche la tenacia di questa formazione (93ª nel ranking Stephen Keshi, 51 anni, ct Fifa) capace di tener testa a giganti del calcio africano come Togo, Ghana e la Nigeria Paul Put, 56 anni, ct stessa Nigeria nella fase a gironi. Peccato per l’assenza prolungata (causa Burkina infortunio) di un giocatore-chiave del calibro di Alain Traoré , 24enne stella del Lorient di papà Gourcuff . IMBATTUTI Sulla carta la Nigeria (che in semifinale ha spazzato via il Mali con un perentorio 4-1) è nettamente superiore alla squadra burkinabé anche se nella fase a gironi, come detto, il confronto diretto s’è concluso sull’11 (pari del Burkina Faso al 90’). Sarà la concentrazione dei giocatori a fare la differenza; sottovalutare l’avversario odierno, come fece il Ghana in semifinale, potrebbe non giovare ai sogni di conquista biancoverdi. Sicuramente sarà una sfida più tirata del solito anche se i precedenti sorridono in modo inequivocabile ai nigeriani, ancora imbattuti contro i burkinabé. COME EL GOHARY Finaliste per la settima volta, le Super Eagles del bomber Emenike (Spartak Mosca, ex Fenerbahçe) vogliono fare un regalo al loro ct Stephen Keshi . In caso successo, diventerebbe il secondo uomo a conquistare il titolo sia da giocatore (1994) che da allenatore. In precedenza c’è riuscito soltanto il compianto egiziano Mahmoud El Gohary (nel ’59 da giocatore e nel ’98 da tecnico).


IN SPAGNA INFURIANO LE POLEMICHE Pepe come il dr. Lecter E il Real denuncia TV3

Raffaele R. Riverso

BARCELLONA. Esiste una linea rossa, anche sottile, che indica esattamente dove finisce la satira e inizia l’ingiuria? Probabilmente no. Soprattutto quando gli animi non sono sereni, è ancora più difficile capire bene dove termina l’una e inizia l’altra. E com’è noto, quando c’è una disputa tra il Barcellona e il Real Madrid è impossibile che gli animi rimangano sereni. La buona fede non è contemplata nell’eterna polemica tra le due regine del calcio spagnolo. E così la dirigenza merengue ha deciso di denunciare la televisione pubblica catalana, TV3 , per aver mandato in onda un video che a detta dei legali del Real «offende l’onore dei nostri calciatori». LE CAROGNE Nel video della discordia, a mo’ di documentario, si alternano immagini di un branco di iene alle prese con una battuta di caccia e una serie di fallacci di alcuni giocatori del Real ai danni di Leo Messi . Il messaggio è tutt’altro che subliminale: le carogne della savana accanto a quelle dei campi Un video in cui si di pallone. La palma di iena più cattiva è andata, naturalmente, al nazionale portoghese di alternano immagini origine brasiliana Pepe seguito a ruota da Arbeloa e Xabi Alonso . Ma ce n’è anche per dei madridisti a Carvalho , Coentrão e Özil . Il tutto condito da grugniti di sottofondo che lasciano poco quelle di un branco all’immaginazione. La rassegna di pedate e falli da dietro si chiude con la trasformazione di iene, ha del centrale portoghese in Hannibal Lecter , il più cannibale dei serial killer di Hollywood. scatenato l’ira di LE SCUSE Difficile dire se TV3 abbia superato i limiti della decenza o meno. Certo è che Perez. Nell’anticipo vittoria sul Siviglia per evitare mali peggiori, Xavi Valls , direttore e presentatore del programma incriminato ( per 4-1 Esport Club ), ha messo le mani avanti per cercare, forse, di convincere Florentino Pérez a desistere: «Quando uno sbaglia deve chiedere scusa, soprattutto alle persone che si sono sentite offese. Non era questa l’intenzione del video. C’erano cose di troppo. Alcune sfioravano il mal gusto. È evidente che il risultato finale non corrisponde a quello che volevamo dimostrare». DIFENDERE LEO L’obiettivo, infatti, era quello di difendere Messi dagli attacchi dei giorni scorsi della stampa spagnola con riferimento alle presunte offese rivolte dall’argentino nei confronti del vice allenatore madridista Aitor Karanka («Sei la marionetta di Mourinho ) e del difensore merengue Alvaro Arbeloa («Tonto»): «Volevamo solo chiarire che Messi non è il carnefice, come invece vogliono indurci a pensare da Madrid, bensì la vittima», conclude Valls. Jordi Roura , secondo di Tito Vilanova , ha glissato l’argomento con un secco «non l’ho visto e in ogni modo il Barcellona non ha niente a che vedere con il video». TUTTI PER MOU Intanto, dopo aver incassato nei giorni scorsi gli elogi di Cristiano Ronaldo , arriva un’altra boccata d’ossigeno per José Mourinho, magnificato da Xabi Alonso : «È diverso dagli altri per come riesce a comunicare ed empatizzare con i suoi calciatori. I giocatori credono in lui. Ed è per questa ragione che gli rimani fedele e lotti per lui». E ieri, nell’anticipo, il Real s’è sbarazzato facilmente del Siviglia grazie a un super-Ronaldo REAL MADRID-SIVIGLIA 4-1 MARCATORI pt 18’ Benzema, 27’ Ronaldo; st 1’ e 14’ Ronaldo, 42’ Del Moral REAL MADRID (4-2-3-1): López 7; Arbeloa 5.5, Albiol 5.5, Ramos 6, Coentrao 6; Essien 6.5, Modric 7;


Benzema 7 (23’ st Callejón 6), Kaká 6.5 (23’ st Pepe 6), Ronaldo 8 (18’ st Morata 6); Higuaín. A disp. Adán, Jesús, Carvalho, Ozil, Khedira. All. José Mourinho 7 SIVIGLIA (4-2-3-1): Beto 5; Coke 5, Fazio 4.5, Spahic 5, Navarro 5.5; Medel 5.5 (26’ st Moreno ng), Maduro 4.5, Kondogbia 5.5 (33’ st Hervás ng); Navas 6, Negredo 6 e Reyes 5 (26’ st Del Moral 6.5). A disp. Julián, Botía, Stevanovic, Babá. All. Unai Emery 5 ARBITRO: Carlos Delgado Ferreiro 6 NOTE: ammoniti Navas, Kaká e Modric per gioco falloso; espulsi nel secondo tempo Higuaín al 21’ e Maduro al 36’ per doppia ammonizione. Recupero: pt -; st 2’ 23ª GIORNATA. IERI: Maiorca-Osasuna 1-1 (st 32’ Lolo/O, 46’ Geromel/M); Celta-Valencia 0-1 (st 2’ Valdez); Levante-Málaga 1-2 (pt 27’ rig. Barkero/L, 36’ rig. Isco/M; st 2’ Isco/M); Deportivo La Coruña-Granada 0-3 (pt 45 aut Marchena; st 6’ Ighalo, 45’ Siqueira rig.) ; Real Madrid-Siviglia 4-1. OGGI. Ore 12: Barcellona-Getafe. Ore 17: Saragozza-Real Sociedad. Ore 19: Athletic Bilbao-Espanyol. Ore 21: Rayo Vallecano-Atletico Madrid. DOMANI. Ore 21.30: Betis-Valladolid CLASSIFICA Barcellona 59; Atletico Madrid 50; Real Madrid 46*; Málaga* 39; Valencia* 37; Betis 35; Rayo 34; Real Sociedad, Levante* 33; Valladolid, Siviglia*, Getafe 29; Athletic Bilbao, Granada* 26; Espanyol 25; Saragozza 24; Osasuna* 22; Celta Vigo* 20; Maiorca* 18; Deportivo La Coruña* 16. *Una partita in più


Il Ghana s’arrende: Mali 3° PORT ELIZABETH. Chiude al 3° posto finale nella Coppa d’Africa il Mali del viola (ed ex Juventus) Momo Sissoko (in panchina per 90’), uscito vittorioso per 3-1 contro il Ghana al Nelson Mandela Bay Stadium. A sbloccare la gara al 21’ del primo tempo è il clivense Mamadou Samassa con il raddoppio del Mali in avvio di ripresa (3’) grazie alla rete di capitan Seydou Keita, ex Barça ora in Cina. Al 13’ il Ghana avrebbe la possibilità di riaprire il match grazie a un rigore, fallito però da Wakaso. A 8 dall’epilogo’ ci pensa il bianconero Kwadwo Asamoah ad accorciare le distanze ma in pieno recupero Diarra regola definitivamente i conti siglando il punto del 3-1.


Tragedia in Cile: 15 morti e 20 feriti Precipita pullman di tifosi SANTIAGO. Un autobus sul quale viaggiavano tifosi dell’O’Higgins di Rancagua (Serie A cilena) è precipitato in un burrone finendo su una fabbrica tessile nella provincia di Tomé (Cile centromeridionale). Nell’impatto sono morte 15 persone e 20 sono rimaste ferite, alcune di loro in condizioni critiche. L’incidente è avvenuto intorno all’una di notte (le 5 del mattino in Italia). I tifosi dell’O’Higgins rientravano da Talcahuano dove la loro squadra aveva battuto 2-0 il Huachipato. Il sindaco della cittadina, Ivonne Rivas, ha detto: «Per gestire quella discesa bisogna saper controllare un veicolo: l’autista era la prima volta che veniva da queste parti e non abbiamo stabilito ancora a che velocità andasse». RIQUELME AL LAVORO COL BOCA Dopo 7 mesi di smentite e polemiche, Juan Román Riquelme torna a vestire la maglia azul y oro e a partire da domani si unirà ai compagni per riprendere gli allenamenti. In ritardo con la preparazione estiva, ritroverà il suo mentore Carlos Bianchi.


FRANCIA Il St. Etienne sale al 4° posto PARIGI (sr) Due sospensioni, 150’, una tonnellata di neve e tanta rabbia sono stati gli ingredienti principali della sfida per l’Europa vinta 4-1 dal St. Étienne sul Montpellier. La squadra di Galtier sale al 4° posto a 2 punti dal Marsiglia. Il Lione recupera Lisandro Lopez dopo l’infortunio al polpaccio di fine gennaio. 24ª GIORNATA. VENERDÌ: Paris SG-Bastia 3-1 (st 11’ Menez/P, 25’ rig. Ibahimovic/P, 37’ Khazri/B, 43’ Lavezzi/P). IERI. Ore 17: Saint Étienne-Montpellier 4-1 (pt 13’ Brandão/S, 29’ Aubameyang/S; st 3’ Mollo/S, 4’ Cabella/M, 29’ Bodmer/S); Ajaccio-Bordeaux 1-0 (pt 31’ Faty); Nancy-Reims 1-2 (pt 29’ Puygrenier/N; st 3’ Ayité/R, 13’ Fortes/R); Nizza-Lorient 1-1 (st 30’ Mareque/L, 37’ Eysseric/N); Troyes-Sochaux 0-0; Valenciennes-Brest 2-1 (pt 10’ Dossevi/V, 46’ Mater/V, 45’ Raspentino/B). OGGI. Ore 14: Évian-Marsiglia. Ore 17: Rennes-Tolosa. Ore 21: Lione-Lilla CLASSIFICA: Psg 51; Lione* 45; Marsiglia* 42; Saint Étienne 40; Nizza 39; Bordeaux 38; Rennes* 37; Lorient 36; Montpellier 35; Valenciennes 33; Lilla*, Tolosa* 31; Ajaccio 28; Bastia 26; Brest 24; Reims, Sochaux 23; Évian Thonon Gaillard* 22; Nancy, Troyes 18. *Una partita in meno



Tris alla Cogianco, l’Asti fa il vuoto dietro di sé Serie A, 18° turno: la Luparense si avvicina alla Lazio, rimonta Rieti. Il derby è dell’Acqua&Sapone Gli Orange vincono 3-0 al Pala San Quirico (Patias, Lima e Vampeta) e a otto giornate dalla fine ipotecano la vittoria della regular season. Nella sfida tutta veneta i campioni d’Italia espugnano 4-2 il campo del Venezia e riducono a due punti il distacco dalla Lazio 2ª in classifica, mentre il derby abruzzese va alla squadra di Bellarte che regola 3-1 un Pescara in crisi. Goleada al Putignano della Marca, ora 4ª, gli amarantocelesti vanno sotto di due gol ma vincono 4-2 a Napoli. Bene il Kaos MARCA-PUTIGNANO 10-2 MARCA FUTSAL: Kuromoto, Behluli, Bebetinho, Duarte, Jonas, Borja Blanco, Haddadi, Bertoni, Ercolessi, Caverzan, De Zen, Miraglia All.: Fernandez SPORT FIVE PUTIGNANO: Pagliarulo, Lattarulo, Mirizzi, Fanizzi, Lucas, Conclusione di Tuli del Kaos, a Manghisi, Gigante, Giannandrea, Sportelli, Cervellera All.: Giannandrea segno anche contro l’AGSM ARBITRI: Giuseppe Di Gregorio (Enna), Antonio Pavese (Potenza) CRONO: Verona (Dalena/Div.c5) Emanuele Pino Frangione (Bernalda) MARCATORI: 1’21” Duarte (M), 4’01” Manghisi (P), 7’29” Borja Blanco (M), 7’49” Bertoni (M), 14’45’’ Duarte (M), 16’50” Borja Blanco (M), 17’45” rig. Bebetinho (M) del p.t.; 4’01” Behluli (M), 5’ e 12’01” Bebetinho (M), 19’ Pagliarulo (P), 19’57” Behluli (M) del s.t. ESPULSI: al 17’45’’ del p.t. Lucas (P) KAOS-AGSM VERONA 4-0 KAOS: Laion, Jeffe, Scandolara, Kaká, Vinicius, De Cillis, Drago, Tuli, Titon, Urio, Petriglieri, Sapia All.: Capurso AGSM VERONA: Forgiarini, Tres, Anzolin, Fedele, Campagnaro, Cecchini, Sachet, Carone, De Oliveira, Peruzzi, Rotondo, Caceffo All.: Langè ARBITRI: Leonardo Balli (Prato), Francesco Massini (Roma 1) CRONO: Francesco Burattoni (Lugo di Romagna) MARCATORI: 10’04” Tuli, 13’23” Scandolara del p.t.; 9’03” Kakà, 17’49” Laion del s.t. AMMONITI: Jeffe (K), Tres (V), Cecchini (V) VENEZIA-LUPARENSE 2-4 FRANCO GOMME VENEZIA: Dal Cin, Belsito, Penzo, Bellomo, Dan, Bruno Rossa, Callegarin, Prendin, Biancato, Cantagallo, Daga, De Leo All.: Pagana ALTER EGO LUPARENSE: Cavicchio, Honorio, Canal, Caputo, Saiotti, Bertollo, Pedotti, Geison, Bertollo Al., Bertollo An., Buonanno, Putano All.: Colini ARBITRI: Marco Vocca (Battipaglia), Pasquale Casale (Firenze) CRONO: Enrico De Poli (Mestre) MARCATORI: 5’16” Canal (L), 14’25” Belsito (V), 15’ Saiotti (L) del p.t.; 1’33” Saiotti (L), 11’ Canal (L), 13’07” Dan (V) del s.t. AMMONITI: Saiotti (L), Callegarin (V), Caputo (L) ASTI-COGIANCO GENZANO 3-0 ASTI: Kiko Bernardi, Lima, Celentano, Cavinato, Fortino, Garbin, Ramon, Vampeta, Patias, Marquinho, Cannella, Casassa All.: Tabbia COGIANCO GENZANO: Miarelli, Grana, Romano, Rescia, Mauricio, Giasson, Everton, Mentasti, Crema, Paulinho, Saùl, Leofreddi All.: Musti ARBITRI: Andrea Giada (Mestre), Stefano Lena (Treviso) CRONO: Carlo Adilardi (Collegno) MARCATORI: 19’22’’ Patias del p.t.; 17’11’’ Lima, 19’23’’ Vampeta del s.t.


AMMONITI: Mauricio (CG), Rescia (CG), Saùl (CG) NAPOLI-REAL RIETI 2-4 NAPOLI: Garcia Pereira, Emer, Melise, Sartori, Bico, Guerra, Frosolone, De Luca, Bellico, Campano, Pizetta, Ranieri All.: Tarantino REAL RIETI: Gilli, Forte, Giustozzi, De Nichile, Marcelinho, Esposito, Mocellin, Vaccaro, Bresciani, Miccioni, Thiago Alcantara, Dell’Oso All.: Ranieri ARBITRI: Francesco Nitti (Barletta), Domenico Daidone (Trapani) CRONO: Salvatore Minichini (Ercolano) MARCATORI: 1’25” Bico (N), 16’34” Pizetta (N) del p.t.; 6’04” e 15’12’’ Thiago Alcantara (R), 11’12” Giustozzi (R), 19’37” De Nichile (R) del s.t. AMMONITI: Giustozzi (R), Campano (N), De Nichile (R), Alcantara (R), De Luca (N), Marcelinho (R) PESCARA-FIDERMA 1-3 PESCARA: Juki\u0107, Leggiero, Fornari, Bruno, Fabiano, De Luca, Canabarro, Schurtz, Sampaio, Marcone, Morgado, Cellini All.: Patriarca ACQUA&SAPONE FIDERMA: Zaramello, Chaguinha, Hector, Delpizzo, Zanchetta, Ficili, Silveira, Murilo Ferreira, Giansante, Tatonetti, Coco Schmitt, Montefalcone All.: Bellarte ARBITRI: Mario Filippini (Roma 1), Francesca Muccardo (Roma 1), Gianfranco Di Padova (Termoli) CRONO: Catia Ciocca (Campobasso) MARCATORI: 3’02’’ Coco Schmitt (AS), 17’07’’ Ficili (AS) del p.t.; 7’49’’ Canabarro (P), 15’13’’ Murilo Ferreira (AS) del s.t. AMMONITI: Leggiero (P), Delpizzo (AS), Sampaio (P), Morgado (P), Hector (AS), Murilo Ferreira (AS), De Luca (P), Zanchetta (AS) CLASSIFICA Asti 48, Lazio 36, Alter Ego Luparense 34, Marca Futsal 31, Acqua & Sapone Fiderma 30, Montesilvano 29, Kaos Futsal 29, Cogianco Genzano Futsal 29, Real Rieti 26, Pescara 24, Napoli 23, AGSM Verona 11, Franco Gomme Venezia 9, Sport Five Putignano 0


NON BASTA DZEKO SOUTHAMPTON 3 MANCHESTER CITY 1 MARCATORI: pt 7’ Puncheon, 22’ Davis, 39’ Dzeko; st 4’ aut. Barry SOUTHAMPTON (4-4-2): Boruc 6; Clyne 6.5, Yoshida 7, Hooiveld 7, Fox 7 (26’ st Richardson 6); Cork 6.5, Schneiderlin 6.5, S. Davis 7 (35’ st Ward-Prowse 6), Puncheon 7.5 (16’ st Lallana 6); Rodriguez 7, Lambert 7. A disp. K. Davis, Forren, Lee, Chaplow. All. Pochettino 7 MANCHESTER CITY (4-2-3-1): Hart 5; Zabaleta 6, Lescott 5 (21’ st Kolarov 5.5), Javi Garcia 5, Clichy 5.5; Barry 4.5, Y. Touré 5.5; Nasri 5 (11’ st Milner 6), Silva 5.5 (28’ st Maicon 6), Agüero 5.5; Dzeko 6. A disp. Pantilimon, Sinclair, Rodwell, K. Touré. All. Mancini 5 ARBITRO: Atkinson 6 NOTE: spettatori 31.738. Ammoniti: Lambert, Clichy, Y. Touré. Angoli: 6-6


sinfonia blues CHELSEA 4 WIGAN 1 MARCATORI: pt 23’ Ramires; st 11’ Hazard, 13’ Maloney, 42’ Lampard, 47’ Marin CHELSEA (4-2-3-1): Cech 6; Azpilicueta 7, Ivanovic 6, Cahill 6 (43’ st Benayoun ng), Cole 6.5; Lampard 8, Luiz 6.5; Ramires 7, Oscar 6.5 (32’ st Mata 6), Hazard 7 (46’ st Marin 6); Torres 6.5. A disp. Turnbull, Ferreira, Ba, Bertrand. All. Benitez 7 WIGAN (3-4-3): Al Habsi 6; Caldwell 5, Scharner 5, Figueroa 6; Stam 6.5 (38’ st Jones 6), McArthur 6.5, McCarthy 5, Beausejour 6; Espinoza 5 (14’ st Koné 6), Di Santo 6, Maloney 7. A disp. Joel, Henríquez, Gómez, McManaman, Golobart. All. Martinez 5.5 ARBITRO: Dean 6 NOTE: spettatori 41.562. Ammoniti: Figueroa, Scharner. Angoli: 9-5 per Chelsea


SERIE B, 15° TURNO GIRONE A Castellamonte-Coop Atlante 9-3, Futsal Pistoia-Calcetto Poggibonsese 5-3, Bra-CLD Carmagnola 22, Futsal Terranuovese-Cus Pisa 0-6, Futsal Bologna 2003-Futsal Sangiovannese 7-10, Prato-Imola 4-5 Classifica: CLD Carmagnola 41, Prato 31, Bra 29, Coop Atlante 28, Imola 28, Castellamonte 25, Calcetto Poggibonsese 18, Futsal Bologna 2003 16, Cus Pisa 13, Futsal Pistoia 12, Futsal Terranuovese 12, Futsal Sangiovannese 7 GIRONE B Domus Cieffe Fer-Atletico Arzignano Cornedo 1-8, Carioca C5-Bubi Merano 5-4, Carrè ChiuppanoDosson 4-7, Pumak Trading, Palmanova-PCG Futsal Bresso 7-3, HDI Assicurazioni Trento-Real Cornaredo 3-4, Arzignano-Jesolo 4-1 Classifica: Came Dosson 38, Atletico Arzignano Cornedo 33, Jesolo 32, Real Cornaredo 32, Arzignano 27, PCG Futsal Bresso 26, HDI Assicurazioni Trento 17, Domus Cieffe Fer 15, Carrè Chiuppano 9, Bubi Merano 9, Carioca C5 7, Pumak Trading Palmanova 4 GIRONE C Manfredonia-Barletta 4-3, Forlì-Buldog Lucrezia 7-3, Real Dem-Cus Ancona 3-4, F.C. Porto San Giorgio-Futsal Portos 2-2, Futsal Barletta-Salinis 3-6 Classifica: Forlì 39, Futsal Portos 27, Salinis 25, Futsal Barletta 25, F.C. Porto San Giorgio 22, Cus Ancona 22, Manfredonia 19, Barletta 16, Vis Lanciano 16, Buldog Lucrezia 6, Real Dem 1 GIRONE D C.S. Giovanile-Puglia Sapori Conversano 5-7, Aesernia-Five Campobasso 3-2, Real Molfetta-Futsal Bisceglie 2-2, Traiconet Monte di P.-Sammichele 6-2, Giovinazzo-Sporting Sala Marcianise 1-4 Classifica: Aesernia 39, Sporting Sala Marcianise 31, Futsal Bisceglie 28, Real Molfetta 23, Traiconet Monte di P. 21, Sammichele 17, Five Campobasso 15, Puglia Sapori Conversano 15, C.S. Giovanile 14, Giovinazzo 5, Erredi Virtus Monopoli 5 GIRONE E Paolo Agus-Capoterra 2000 6-0, L’Acquedotto-Innova Carlisport Ariccia 1-7, Gala Five-La Cascina Orte 4-7, Futsal Isola-Prato Rinaldo 12-3, Torrino Sporting Club-Real Torgianese 0-5 Classifica: La Cascina Orte 34, Futsal Isola 33, Paolo Agus 29, Real Torgianese 24, Elmas 01 22, Capoterra 2000 18, L’Acquedotto 16, Innova Carlisport Ariccia 14, Torrino Sporting Club 14, Prato Rinaldo 12, Finplanet Fiumicino 0, Gala Five 0 GIRONE F Fabrizio C5-Città di Melilli 7-3, Calabria Ora Futsal Cosenza-Fata Morgana 8-9, Viagrande-Unita Fortior Matera C5 10-2, Futsal Melito-Libertas Scanzano 3-4, Catanzaro C5 Stefano Gallo-P&D Mirto 7-3, Avis Borussia Policoro 1983-Odissea 2000 3-4 Classifica: Libertas Scanzano 38, Avis Borussia Policoro 1983 37, Odissea 2000 33, Viagrande 29, Fabrizio C5 26, Catanzaro C5 Stefano Gallo 24, Futsal Melito 16, P&D Mirto 16, Città di Melilli 13, Fata Morgana 13, Calabria Ora Futsal Cosenza 11, Unita Fortior Matera C5 3


La resa di Mancini Alessandro Poggi

SOUTHAMPTON. Game over. Il Manchester City di Mancini sprofonda a Southampton e consegna virtualmente il titolo nelle mani dello United. Una sconfitta inattesa contro una squadra a un passo dalla zona retrocessione e che sa di abdicazione definitiva al trono per i campioni di Premier, incapaci di vincere nelle ultime tre partite e che oggi potrebbero addirittura scivolare a -12 dalla vetta. «SONO DELUSO» Al St. Mary’s i Citizens vengono messi sotto dalla formazione di Mauricio Pochettino e pagano alcune Crollo City a incredibili ingenuità difensive. Senza Kompany e Southampton: oggi N a s t a s i c la retroguardia del City sbanda può scivolare a -12 pericolosamente e concede due gol nei primi 20’: prima dallo United è Puncheon a punire gli ospiti dopo una palla persa da Barry a metà campo. Poi Joe Hart conferma la sua SOUTHAMPTON. Jason annata no facendosi scappare il tiro di Lambert e permettendo a Davis di Puncheon segna e fa insaccare il raddoppio. La squadra di Mancini accorcia le distanze sul finire marameo al City (Reuters) del primo tempo con Dzeko , ma nella ripresa ancora Barry è protagonista di un’autorete da festival degli orrori. A fine partita le parole del Mancio suonano molto come una resa: «Sono deluso. Non me l’aspettavo, ma il Southampton ha meritato di vincere - ha dichiarato l’ex allenatore interista Non abbiamo giocato bene e abbiamo concesso dei gol incredibili. È la nostra peggiore partita degli ultimi 2 o 3 anni. Ormai abbiamo solo il 10% di possibilità di rivincere il titolo». DA RECORD Dopo 4 partite, tra campionato e Coppe nazionali, torna a vincere il Chelsea, che a Stamford Bridge supera il Wigan 4-1 e difende il 3° posto. Ramires apre le marcature a metà del primo tempo e nella ripresa i Blues raddoppiano con Hazard , I Latics provano a spaventare i campioni d’Europa con Maloney , che scattato sul filo del fuorigioco aggira Cech in uscita e lo batte da posizione angolatissima. Nel finale però i londinesi legittimano la vittoria con Frank Lampard , che si porta a 3 lunghezze dal record di Bobby Tambling , miglior marcatore del Chelsea di tutti i tempi. In pieno recupero prima rete in campionato Il tecnico: «La per il tedesco Marko Marin , subentrato in campo da pochi secondi. nostra peggior SUPER BALE Tra le avversarie dei Blues per un posto in Champions, successo del partita, ora abbiamo Tottenham sul Newcastle: incontenibile Gareth Bale , autore di una doppietta e già a solo il 10% di segno in settimana con il Galles contro l’Austria. L’esterno mancino degli Spurs ha possibilità di sbloccato il risultato con un preciso calcio di punizione e poi, dopo il momentaneo rivincere il titolo». Lampard-Bale show pareggio del francese Gouffran , ha realizzato il gol della vittoria con una fuga in velocità delle sue. Non molla però l’Arsenal che nonostante abbia giocato per quasi tutta la ripresa in inferiorità numerica (espulsione di Jenkinson ) strappa un’importante vittoria allo Stadium of Light contro il Sunderland grazie alla rete nel primo tempo dello spagnolo Santi Cazorla . 26ª GIORNATA. IERI: Tottenham-Newcastle 2-1 (pt 5’ Bale/T, 24’ Gouffran/N; st 33’ Bale/T); Chelsea-Wigan 4-1 (pt 23’ Ramires/C; st 11’ Hazard/C, 13’ Maloney/W, 42’ Lampard/C, 46’ Marin/C); Norwich-Fulham 0-0; Stoke-Reading 2-1 (st 22’ Huth/S, 36’ Jerome/S, 38’ Mariappa/R); Sunderland-Arsenal 0-1 (pt 36’ Cazorla); Swansea-Qpr 4-1 (pt 8’ Michu/S, 18’ Rangel/S; st 3’ Zamora/Q, 5’ P. Hernandez/S, 22’ Michu/S); Southampton-Manchester City 3-1 (pt 7’ Puncheon/S, 22’ Davis/S, 39’ Dzeko/M; st 3’ aut. Barry/S). OGGI. Ore 14.30: Aston Villa-West Ham 0-0. Ore 17: Manchester United-Everton. DOMANI. Ore 21: LiverpoolWba CLASSIFICA Manchester United* 62; Manchester City 53; Chelsea 49; Tottenham Hotspur 48; Arsenal 44; Everton* 42; Swansea City 37; Liverpool* 36; West Bromwich Albion* 34; Stoke City 33; West Ham United* 30; Sunderland, Fulham, Norwich City 29; Newcastle United, Southampton 27; Reading 23; Wigan Athletic, Aston Villa* 21; Queens Park Rangers 17 *Una partita in meno


SERIE A2, 15° TURNO NEL GIRONE A comanda sempre il Nautica Store Cagliari davanti al Giuriato Vicenza, rimasto da solo in piazza d’onore dopo lo stop della New Team FVG; nel girone B a frenare è la capolista LC Poker X Martina che impatta per 2-2 sul campo della Fuente Foggia. GIRONE A Canottieri Belluno-Aosta 1-3, Nautica Store Cagliari-Civitanova 19-0, BiTecnology Reggiana-Comelt Toniolo Milano 5-4, Lecco-Giuriato Vicenza 2-6, Futsal Villorba-Gruppo Fassina 3-6, Italservice Pesarofano-New Team FVG 3-3 Classifica Nautica Store Cagliari 35, Giuriato Vicenza 34, New Team FVG 32, Aosta 29, BiTecnology Reggiana 29, Gruppo Fassina 21, Italservice Pesarofano 18, Lecco 18, Canottieri Belluno 18, Comelt Toniolo Milano 17, Civitanova 4, Futsal Villorba 1 GIRONE B Tubi Spa Loreto Aprutino-Augusta 6-4, Acireale-Cus Chieti 3-6, Brillante-Città di Palestrina 10-2, Modugno-Futsal Potenza 0-4, Fuente Foggia-Lc Poker X Martina 2-2, Rapidoo Latina-Napoli Futsal S.Maria 1-4 Classifica Lc Poker X Martina 41, Napoli Futsal S.Maria 35, Tubi Spa Loreto Aprutino 30, Augusta 29, Futsal Potenza 26, Rapidoo Latina 25, Brillante 21, Fuente Foggia 13, Cus Chieti 11, Città di Palestrina 10, Acireale 10, Modugno 7


germania Bayern da record Ora guida a +15 BAYERN MONACO-SCHALKE 4-0 MARCATORI: pt 19’ Alaba, 32’ Schweinsteiger, st 6’ Alaba, 18’ Gomez BAYERN (4-2-3-1): Neuer 6; Lahm 6.5 (28’ st Contento 6), Boateng 6, Dante 6.5, Alaba 7.5; Martinez 6.5, Schweinsteiger 7 (27’ st L. Gustavo 6); Robben 6.5, Kroos 6.5, Ribery 6.5 (28’ st Rafinha 6); Gomez 6.5. A disp. Starke, van Buyten, Müller, Mandzukic. All. Heynckes 7 SCHALKE (4-3-3): Hildebrand 5; Höwedes 5.5, Matip 5, Metzelder 5, Kolasinac 5; Höger 6 (19’ st Rafael 5.5), Neustädter 5, Jones 5; Barnetta 5.5, Pukki 5 (33’ st Edu ng), Bastos 5.5 (27’ st Farfan 6). A disp. Unnerstall, Pliatsikas, Draxler, Meyer. All. Keller 4 ARBITRO: Gagelmann 6.5 NOTE: spettatori 71.000. Ammoniti: Jones e Höger. Angoli: 10-3 per il Bayern Federico Lo Giudice MONACO DI BAVIERA. Game over. Il Bayern asfalta con 4 reti lo Schalke, ottiene il 4° successo di fila portandosi a +15 dal Dortmund e incide, per ora virtualmente, il suo nome sul Meisterschale. All’Allianz Arena si presenta uno Schalke in difficoltà, dopo il tonfo interno con il Fürth, e con il morale sotto i tacchi. La capolista, invece, si presenta con Gomez titolare al posto del capocannoniere del campionato Mandzukic e con Robben scelto per far tirare un po’ il fiato a Müller. Il Bayern impiega 19’ per sbloccare il match con Alaba, splendida la sua partita, e trovare la rete della sicurezza con Schweinsteiger al 32’. Nel secondo tempo la musica non cambia: al 6’ arriva la terza rete firmata Alaba, doppietta per lui, e al 18’ Gomez sigla il 4-0 finale. Dei Knappen nessuna traccia e l’ipotesi che la panchina di Keller, già disastroso ai tempi dello Stoccarda, sia a rischio è più di una teoria. Non può esserla quella di Klopp, anche dopo il sorprendente 4-1 subito in casa dall’Amburgo. 21ª GIORNATA. IERI: Borussia Dortmund-Amburgo 1-4 (pt 17’ Lewandowski/B, 18’ Rudnevs/A, 26’ Son/A; 17’ Rudnevs/A, 44’ Son/A); Eintracht Francoforte-Norimberga 0-0; Greuther Fürth-Wolfsburg 0-1 (pt 23’ Dost); Hannover-Hoffenheim 1-0 (pt 8’ Diouf); Borussia Mönchengladbach-Bayer Leverkusen 3-3 (pt 44’ Stranzl/BM; st 7’ Sam/BL, 13’ De Jong/BM, 15’ Kiessling/BL, 19’ Schürrle/BL, 41’ Hermann/BM); StoccardaWerder Brema 1-4 (pt 34’ Ekici/W; st 5’ I. Traoré/S, 16’ Hunt/W, 29’ Ekici/W, 46’ De Bruyne/W); Bayern Monaco-Schalke 4-0 (pt 19’ Alaba, 32’ Schweinsteiger; st 6’ Alaba, 18’ Gomez). OGGI. Ore 15.30: AugustaMagonza. Ore 17.30: Friburgo-Fortuna Düsseldorf CLASSIFICA Bayern Monaco 54; Borussia Dortmund 39; Bayer Leverkusen 38; Eintracht Francoforte 37; Amburgo 31; Magonza*, Borussia Mönchengladbach 30; Schalke, Hannover 29; Friburgo*, Werder Brema 28; Wolfsburg 26; Stoccarda, Norimberga 25; Fortuna Düsseldorf* 24; Hoffenheim 16; Augusta* 14; Greuther Fürth 12. Una partita in meno




VERONA-VICENZA 0-1 Semioli gela Verona Vicenza, blitz derby Verona-Vicenza 0-1 MARCATORI: st 30’ Semioli VERONA (4-3-3): Rafael 6; Cacciatore 5.5, Moras 5.5, Maietta 6, Agostini 6 (31’ pt Nielsen 5); Laner 6 (34’ st Carrozza ng), Jorginho 6, Martinho 6; Rivas 6 (15’ st Cocco 5), Cacia 5.5, Sgrigna 6.5. A disp. Berardi, Ceccarelli, Bianchetti, Bacinovic. All. Mandorlini 5.5 VICENZA (4-4-2): Bremec 7; Martinelli 6, Camisa 6, Milanovic 6.5, Di Matteo 5.5; Bellazzini 5.5 (40’ st Mustacchio ng), Cinelli 6, Ciaramitaro 6, Semioli 6.5; Bojinov 5.5 (14’ st Tiribocchi 6), Malonga 5.5 (20’ st Castiglia 6). A disp. Pinsoglio, Giacomelli, Corticchia, Gentili. All. Dal Canto 6.5 ARBITRO: Merchiori di Ferrara 6.5 Note: spettatori 16.149 per un incasso di 182.332 euro. Ammoniti: Laner, Sgrigna, Ciaramitaro e Castiglia per gioco scorretto. Recupero tempo: pt 2’; st 3’ Antonio Spadaccino

VERONA. La gioia di Franco Semioli, 32 anni, dopo il gol vittoria contro il Verona (Liverani)

VERONA. Scherzi da derby, verrebbe da dire. Se non fosse che in questa maniera la corsa verso la serie A del Verona ha subito una brusca frenata e si riapre a tutti gli effetti la corsa playoff col Varese che incalza a 5 punti, altro che promozione diretta... Il Bentegodi era il fortino inespugnato dell’Hellas dal 9 ottobre 2011 (Torino vincente per 3-1). Poco meno di un anno e mezzo dopo i gialloblù di Andrea Mandorlini capitombolano nel modo più inopinato, lasciando al Vicenza di Alessandro Dal Canto, dato in crisi profonda, il derby. Sconfitta che nasce da una delle poche palle che rimbalzano nell’area dell’Hellas: a 15’ dalla fine, una mischia da calcio piazzato porta prima Martinelli, fin troppo indisturbato, a centrare il palo, e Semioli, sulla ribattuta, a battere inesorabilmente Rafael. Da lì in avanti è una corsa disordinata dei padroni di casa alla caccia almeno del pareggio, con Brenec che fa buona guardia e la difesa berica che raddoppia le energie e riesce a portare a casa un risultato importantissimo per la sua ancora misera classifica. Il Verona deve recriminare per le occasioni sciupate nel primo tempo, quando un ispirato Sgrigna è stato fermato dall’ottimo Bremec e, soprattutto, quando Cacia non è riuscito a mettere dentro una facile palla-gol. Nella ripresa, prima del vantaggio biancorosso, va segnalato un palo di Jorginho su una conclusione dal limite deviata da Bremec. Un po’ poco per il Verona, che ora deve ricaricare le pile in vista della sfida di domenica prossima (in posticipo) a Novara. Il Vicenza, per contro, esulta. E, vista l’impresa, ne ha tutto il diritto.


PADOVA-BRESCIA 0-0 Padova e Brescia si fermano al palo PADOVA-BRESCIA 0-0 PADOVA (4-3-3): Silvestri 6; Rispoli 6.5, Legati 6, Cionek 6, Piccinni 6; De Feudis 6 (22’ st De Vitis 6), Iori 6.5, Renzetti 6.5; Cutolo 6 (33’ st Raimondi ng), Babacar 5.5 (18’ st Jelenic 5.5), Farias 6. A disp. Maniero, Dellafiore, Viviani, Gallozzi. All. Colomba 6 BRESCIA (4-3-1-2): Arcari 7; Zambelli 6.5, De Maio 6, Caldirola 6, Daprelà 6.5; Lasik 6.5, Budel 6, Scaglia 6.5 (35’ st Sodinha ng); Saba 5.5 (8’ st Finazzi 6); Mitrovic 6.5, Corvia 5.5 (18’ st And. Caracciolo 6). A disp. Cragno, Ant. Caracciolo, Picci, Rossi. All. Calori 6 ARBITRO: Candussio di Cervignano del Friuli 6 NOTE: spettatori 5.700 per un incasso di 11.955 euro. Ammoniti: Saba Rodrigues, Scaglia, Mitrovic, Lasik. Angoli: 4-1 per il Padova. Recupero tempo: pt 0’; st 3’ RICCARDO SOLFO

PADOVA. Babacar, 19 anni, ha colpito una traversa a portiere battuto (LaPresse)

PADOVA. Padova e Brescia preferiscono non farsi male nel big-match che vale punti chiave per i playoff, perdendo così l’occasione per dare un senso alla loro stagione sin qui altalenante. Nel primo tempo sono i biancoscudati i più attivi con le rondinelle dell’ex Calori spesso in difficoltà. Al 9’ un tiro-cross insidioso di Iori mette paura ad Arcari, che smanaccia. Risposta degli ospiti al 18’ con una conclusione alta sulla traversa di Saba. Il Padova insiste ma non passa per le parate di Arcari che dice no (29’) ad un diagonale di Farias e una staffilata di Renzetti nel giro di pochi secondi. Il portiere è attento anche su Cutolo due volte intorno al 35’, mentre il Brescia risponde al 39’ con un tiro di Corvia fuori. L’occasione più ghiotta capita a Babacar (40’) che colpisce una clamorosa traversa interna da dentro l’area. Nella ripresa meglio il Brescia che colpisce un incrocio dei pali con Mitrovic (14’) a portiere battuto. Ancora pericolosi gli uomini di Calori al 23’ con una girata di testa del neo-entrato Andrea Caracciolo su cross di Zambelli. Finisce quindi senza gol e con l’ennesimo pareggio: il 4° in 6 gare per Colomba, addirittura il 3° di fila a reti bianche per Calori. Non a caso sono le due squadre con più pareggi in B.


PRO VERCELLI-SASSUOLO 1-3 L’arbitro Velotto non azzecca nulla Furia Pro Vercelli Pro Vercelli-Sassuolo 1-3 MARCATORI: pt 1’ Cristiano, 10’ Terranova rig., 42’ Troianiello; st 45’ Berardi PRO VERCELLI (4-4-2): Valentini 6.5; Vinci 6, Borghese ng, Abbate 6.5, Scaglia 6.5; Erpen ng (11’ pt Modolo 7), Genevier 6.5, Filkor 7, Cristiano 6.5; Grossi 6.5 (11’ st Eusepi 6.5), Greco 6 (1’ st Scavone 6). A disp. Miranda, Germano, De Silvestro, Ragatzu. All. Braghin 7 SASSUOLO (4-4-2): Pomini 6.5; Gazzola 6, Bianco 6 (31’ st Marzorati 6), Terranova 6, Longhi 6; Troianiello 6.5 (18’ st Berardi 6.5), Bianchi 6, Magnanelli 6, Troiano 6.5 (40’ st Frascatore ng); Cristiano illude i Missiroli 7, Catellani 6. A disp. Pigliacelli, Chisbah, piemontesi, che Luppi, Laribi. All. Di Francesco 6 restano in 9 per i ARBITRO: Velotto di Grosseto 4 Emanuele Terranova, 25 anni rossi a Borghese e NOTE: 2.499 spettatori per un incasso di 16.211 Abbate. Terranova, euro. Espulsi: Borghese (11’ pt) per fallo da ultimo uomo e Abbate (nell’intervallo) Troianiello e per proteste. Ammoniti: Filkor e Eusepi per gioco scorretto. Al 9’ Valentini para un Berardi regalano 3 punti pesanti al rigore di Terranova. Recupero pt 1’; st 3’ Sassuolo VITTORIO GELSO VERCELLI. Sul successo esterno di cui il Sassuolo aveva tanto bisogno pesa come un macigno la giornata nerissima dell’arbitro Velotto di Grosseto. E dire che, all’inizio, è stata una bella partita, aperta nel risultato, così come a viso aperto era il modo in cui Pro e Sassuolo avevano cominciato ad incrociare i tacchetti. Dopo 50 secondi i padroni di casa, un po’ a sorpresa, passano in vantaggio con Grossi che fugge sul filo del fuorigioco, mette in mezzo per Greco che fa da sponda per l’accorrente Cristiano il cui diagonale trova l’angolo giusto. All’8’ il primo episodio-chiave del match: Vinci, in area di rigore, dà la sensazione di arrivare sulla palla prima di Catellani, per l’arbitro è il contrario e concede calcio di rigore. Dagli undici metri (9’) Terranova calcia un destro che Valentini intuisce e ribatte, nasce una mischia, Borghese entra in contatto con lo stesso Terranova: per l’arbitro è ancora rigore e cartellino rosso per il difensore vercellese. Dal dischetto (10’) va lo stesso Terranova, Valentini intuisce ancora e tocca, ma questa volta non abbastanza. Il Sassuolo, nonostante la superiorità numerica, fa fatica e si vede. La Pro osa e ribatte colpo su colpo. MISSIROLI ISPIRATO Al 42’, però, decide un colpo di genio di Missiroli che pesca in area Troianiello che, da due passi, di testa non sbaglia. I bianchi si rifanno sotto: Cristiano (45’) chiama Pomini alla deviazione in corner: sugli sviluppi del calcio d’angolo, Abbate da due passi non riesce nella deviazione decisiva. Il difensore fa notare all’arbitro di aver subito una spinta e lo stesso lo ammonisce: la protesta di Abbate non si placa e l’arbitro lo espelle una volta entrati negli spogliatoi. La ripresa avrebbe poco da dire se non fosse che gli emiliani giocano sotto ritmo e trovano il colpo del ko al 45’ con Berardi quando la Pro era tutta protesa in avanti per cercare di sfruttare l’ultimo calcio d’angolo.


Incredibile Spezia! SPEZIA-ASCOLI 4-3 MARCATORI: pt 13’ Zaza, 31’ Feczesin; st 3’ Fossati, 9’ Antenucci, 31’, 37’ e 46’ Sansovini SPEZIA (3-4-1-2): Guarna 4.5; Romagnoli 5.5 (11’ st Sansovini 9), Pasini 5.5, Schiavi 5.5; Piccini 6, Musacci 5.5, Porcari 6.5, Garofalo 5.5; Di Gennaro 6.5 (26’ st Pichlmann 7); Antenucci 6, Okaka 6. A disp. Iacobucci, Rui Mario, Lollo, Bovo, Benedetti. All. Atzori 6.5 ASCOLI (3-5-2): Maurantonio 5; Prestia 5.5, Peccarisi 4.5, Faisca 4.5; Scalise 6.5, Russo 5.5, Di Donato 6, Fossati 6.5 (37’ st Colomba ng), Pasqualini 6 (44’ st Legittimo ng); Feczesin 6.5 (17’ Sotto 0-3, vince 4-3 st Ricci 5,5), Zaza 7. A disp. Gomis, Soncin, Loviso, nel recupero: tripletta Capece. All: Silva 6.5 di Sansovini in 15’ ARBITRO: Di Paolo di Avezzano 6 NOTE: spettatori 5.181 per un incasso di 54.711 euro. Espulsi: Peccarisi (39’ pt) per doppia ammonizione. Ammoniti: Okaka, Antenucci, Di Donato, Feczesin, Scalise. Angoli: 6-3 per lo Spezia. Recupero tempo: pt 1’; st 3’ ARMANDO NAPOLETANO

LA SPEZIA. Marco Sansovini, tripletta e 17 gol totali (LaPresse)

LA SPEZIA. «Una serie B di altri tempi. Ho i capelli bianchi, ma questa mi mancava». Massimo Silva, è lui che parla, e Gianluca Atzori si incrociano a fine gara nel tunnel e si abbracciano. Sono passati dall’incubo dell’uno al dramma dell’altro in 15 minuti finali che diventano difficili raccontare. Uno spot per Abodi e al serie cadetta, una di quelle gare incredibili che dimostrano che il football abbia un Dio tutto suo, imponderabile. Per un’ ora l’Ascoli dà allo Spezia dimostrazione di come si deve giocare con meno valori tecnici, ma con uno Zaza che Sagramola ed Osti (dirigenza Sampdoria proprietaria), si vengono a vedere da vicino, che incanta, per potenza e classe. Lo Spezia affonda, annullato dal genio dell’attaccante, dalla grossolana papera del Guarna, e da tanta confusione. Poi al 11’ della ripresa, Atzori, che sta perdendo 1-3 tra i fischi e che sta svuotando mezzo stadio, manda dentro Marco Sansovini, solo mercoledì ancora in stampelle, rimesso in piedi per forza. E la gara cambia con 15’ finali incredibili, sigillati da una tripletta di quello che torna ad essere il re del gol del campionato (e che fa il suo record in una stagione, 17). LA PARTITA Per come era iniziata sembra un film. All’ 8’ c’è una palla vagante che L’Ascoli s’è chiuso schizza sul braccio di Pasini in piena area, il dubbio che sia rigore è subito lì, ed è come troppo dopo un sentore. All’11’ ancora Ascoli con Feczesin che fa mettere i pugni a Guarna e 2’ dopo il l’espulsione di vantaggio. Pasticcio grosso che cambia subito il copione; Pasini alleggerisce verso Peccarisi a fine Guarna che tenta un improbabile dribbling su Zaza, che gli toglie la palla e la mette dentro primo tempo. Per a porta vuota. Poco dopo stesso attaccante spara un sinistro che sibila l’incrocio. Pasini Atzori è il primo sbaglia ancora al 19’ e per poco sempre Zaza non concede il bis. L’Ascoli rema nei grandi successo spazi e ripassa. Errore di Garofalo e Musacci nel mezzo al 31’ e la frittata è fatta; palla calibrata male e servita a Zaza, che innesca Feczesin. Quest’ultimo entra in area e fulmina Guarna con la palla che gli passa fra le gambe. Il colpo di testa sterile di Okaka al 38’ è quasi tutto quello che risponde una squadra allo sbando. Poi al 39’ Peccarisi mette lo scarpino in faccia a Okaka, Di Paolo gli fa vedere il secondo giallo e la gara cambia per lo meno connotati. E senza Peccarisi e la sua testa, l’Ascoli nel finale si suiciderà. Ascoli che cambia in 5-3-1, lasciando Zaza nelle praterie. Ripresa ancora da incubo al Picco: 3’ fallo su Zaza che va alla guerra contro cinque difensori, punizione dai 25 metri, Fossati la mette dove Guarna non tenta neanche di arrivare. Lo Spezia fa fatica ma al 9’ Antenucci gira di sinistro in gol. Atzori all’11 si gioca anche Sansovini, malconcio e lo Spezia almeno si ravviva. Al 31’ vede luce: cross di Garofalo con rabbia, Pichlmann appena entrato la allunga sul secondo palo dove arriva Sansovini, 2-3. Così al 37’ è ancora San..Sovini. Sponda intelligente di Pichlmann, al volo ancora una volta il centravanti, che pareggia 3-3. A quel punto il tifoso aspetta il miracolo, arriva in pieno recupero. Piccini per Sansovini che si accentra da sinistra e lascia partire da fuori un tiro velenoso che Mauranantonio non riesce a toccare, pazzesco 4-3!


CROTONE-GROSSETO 1-0 Grosseto, difesa allegra Eramo lancia il Crotone CROTONE-GROSSETO 1-0 MARCATORI: pt 31’ Eramo CROTONE (4-3-3): Caglioni 6; Del Prete 6.5, Abruzzese 6.5, Ligi 7, Migliore 6.5; Maiello 6.5, Crisetig 6 (32’ Galardo ng), Eramo 7.5, Gabionetta 6, Ciano 6 (1’ st Pettinari 6), De Giorgio 7. A disp. De Luca, Mazzotta, Checcucci, Calil, Torromino. All. Drago 7 GROSSETO (5-3-2): Lanni 6; Donati 5.5, Cosenza 5, Padella 5, Feltscher 5, Calderoni 5 (26’ st Soddimo ng); Crimi 5.5, Obodo 5 (8’ st Mancino 5), Mandorlini 5; Piovaccari 5.5, Gimenez 5 (16’ st Lupoli 5). A disp. Belardi, Som, Barba, Falzerano. All. Menichini 5 ARBITRO: Manganiello di Pinerolo 5 Note: spettatori 3.499 per un incasso di 15.653 euro. Ammoniti: Calderoni, Soddimo, Abruzzese, Pettinari. Angoli: 4-4. Recupero tempo: pt 1’; st 3 Bruno palermo CROTONE. Il terzo gol in tre partite (ha sempre segnato nel 2013) di Mirko Eramo, regala al Crotone una vittoria che vale tanto in chiave salvezza. Sette punti in tre gare per i calabresi, che piegano un Grosseto davvero troppo rinunciatario nel primo tempo. Nella ripresa l’ex Menichini prova a dare vigore a suoi che, però, non vanno oltre una supremazia territoriale. Primi venti minuti di partita in cui il Crotone tiene il pallino delle operazioni, ma non punge. Tanto possesso palla per Maiello e compagni che però non riescono a superare il muro toscano. Al 22’ il gol calabrese sembra cosa fatta: colpo di testa di Abruzzese che scavalca Lanni, ma finisce sul palo, sulla ribattuta Eramo manda alto a porta vuota. Al 31’ il centrocampista si rifà: ennesima accelerazione di Gabionetta con tanto di derapata a liberarsi di Feltscher e palla per Del Prete che disegna la traiettoria giusta per la testa di Eramo che insacca il gol del vantaggio. Nell’occasione difesa del Grosseto da inserire nell’elenco dei latitanti.


LANCIANO-CITTADELLA 3-2 Il Lanciano ci ha preso gusto E Leali ferma il Cittadella LANCIANO-CITTADELLA 3-2 MARCATORI: pt 7’ Vastola, 8’ Minesso, 14’ Volpe, 38’ Piccolo; st 6’ aut. Almici VIRTUS LANCIANO (4-3-3): Leali 7; Almici 6, Aquilanti 6, Amenta 6, Mammarella 6; Vastola 7, Minotti 6.5, Volpe 7.5; Piccolo 6.5 (14’ st Plasmati 6), Falcinelli 6.5 (32’ st Paghera 6), Turchi 6 (18’ st Fofana 6). A disp. Casadei, Rosania, D’Aversa, Scrosta. All. Gautieri 7.5 CITTADELLA (4-3-3): Cordaz 6.5; Ciancio 5.5, Coly 5.5, Sosa 5 (1’ st Pellizzer 6), Biraghi 5.5; Vitofrancesco 6 (10’ st Busellato 6), Baselli 6.5, Schiavon 6.5; Di Roberto 6, Di Carmine 6.5, Minesso 6 (26’ st Di Nardo 6). A disp. Pierobon, De Vito, Dumitru, Martignago. All. Foscarini 6.5 ARBITRO: Castrignanò di Roma 6.5 NOTE: spettatori 2.000. Ammoniti: Minesso, Amenta, Vastola, Falcinelli, Schiavon, Fofana. Angoli: 5-3 per il Cittadella. Recupero tempo: pt 3’, st 5’ LANCIANO. Segna, diverte, dimostra di saper soffrire, continua la serie positiva, guadagna altri tre punti. Questa è la Virtus Lanciano di Gautieri. Al 7’ Volpe dà il la all’azione del vantaggio: zampata di Vastola che supera Cordaz. Come contro l’Ascoli, il Lanciano non può abbassare la guardia che Minesso pareggia intercettando una respinta di Leali in area piccola. Ma il Lanciano è pimpante. Al 14’ è Almici, dalla sua corsia, a buttare al centro dell’area un pallone che non viene intercettato da nessuno, arriva a Volpe il quale non sbaglia incrociando di potenza. Piccolo consolida il vantaggio al 38’: Volpe imposta, Vastola fà da intermediario liberando il neo attaccante frentano che, a botta sicura, centra prima il palo e poi deposita comodamente in rete. Ad avvio di ripresa è subito Cittadella con Di Roberto che, con l’ausilio di Almici, assottiglia lo svantaggio. Fenomenale Leali, al 38’, nel salvare il risultato su una conclusione a giro di Schiavon. Soffre un po’ la Virtus, ma alla fine ce la fa. ALESSIO GIANCRISTOFARO (OPTA)


MODENA-REGGINA 1-1 Ardemagni illude il Modena Gerardi lo beffa in extremis MODENA-REGGINA 1-1 MARCATORI: pt 34’ Ardemagni; st 47’ Gerardi MODENA (4-3-3): Colombi 6.5; Gozzi 5.5, Andelkovic 6.5, Zoboli 5.5, Perna 6; Sturaro 6 (29’ st Osuji ng), Moretti 6, Signori 6; Pagano 6 (13’ st Nardini 6), Ardemagni 6.5, Piscitella 6.5 (32’ st Mazzarani ng). A disp. Manfredini, Minarini, Dalla Bona, Stanco. All. Marcolin 6 REGGINA (5-3-2): Baiocco 6; Antonazzo 5.5 (38’ st Campagnacci ng), Adejo 6.5, Ely 6, Di Bari 6, Rizzato 6; D’Alessandro 5.5 (30’ st Fischnaller 6), Bombagi 6, Barillà 6; Di Michele 6, Comi 5 (18’ st Gerardi 6.5). A disp. Facchin, Freddi, Cianci, Giannattasio. All. Dionigi 6 ARBITRO: Roca di Foggia 5.5 NOTE: spettatori 4.342 per un incasso di 33.064 euro. Ammoniti: D’Alessandro e Barillà per gioco scorretto. Angoli: 10-7 per la Reggina. Recupero tempo: pt 1’; st 3’ MARCO COSTANZINI MODENA. Continua il momento nero del Modena, ancora beffato oltre il 90’ in casa: se due settimane fa il golvittoria della Ternana era arrivato al 94’, contro la Reggina il minuto fatale è stato il 92’, quando Gerardi ha depositato in rete la palla che ha consegnato ai calabresi il terzo pareggio in altrettante partite. Primo punto nel 2013, invece, per gli emiliani, reduci da tre sconfitte consecutive: la vittoria manca dal 26 dicembre, stesso giorno dell’ultimo colpo da tre punti degli amaranto di Dionigi. In una sfida dai ritmi tutt’altro che intensi e condizionata dalle pessime condizioni del “Braglia”, visibilmente segnato dopo il diluvio in Sassuolo-Empoli, è stato il Modena a passare in vantaggio al 34’, con un colpo di testa di Ardemagni a due passi da Baiocco, dopo un’azione confusa in area nata da un calcio d’angolo. Debole la risposta della Reggina fino, appunto, al 92’: tocco fortuito di Fischnaller sul lancio in area di Barillà, Colombi spiazzato e palla sui piedi di Gerardi per l’1-1.


domani POSTICIPO Il Livorno va a Empoli DOMANI alle 20.45 il posticipo Empoli-Livorno. Fra i padroni di casa, Bassi ha rimediato un colpo in testa, pronto Pelagotti. Croce dovrebbe sostituire lo squalificato Saponara. Dubbio Laurini-Tonelli con il primo che appare favorito, Signorelli dovrebbe partire titolare. Nei labronici difficile il recupero di Emerson, ormai da escludersi. Pronto a sostituirlo Ceccherini, con Bernardini al centro e Lambrughi a sinistra, modulo 3-4-1-2, ballottaggio Duncan-Gentsoglou.



LEGA PRO Il Trapani a Cuneo per tornare in testa TRAPANI. A caccia della quarta vittoria consecutiva in trasferta, il Trapani che vuole riprendersi il primato dopo il pareggio interno contro la Virtus Entella. Il tecnico della formazione granata, Roberto Boscaglia, ha convocato per la sfida di doggi 22 elementi, ma deve rinunciare al centrocampista Caccetta, fermato dal giudice sportivo. Al suo posto, nel collaudato 4-4-2, spazio all’esperto Tedesco al fianco di Spinelli. In avanti, il consueto tandem Gambino-Abate, con Mancosu utilizzato in caso di bisogno in corso d’opera. Per il resto è formazione tipo. L. L. (OPTA) PRIMA DIVISIONE GIRONE A CARPI-ALTO ADIGE (Ripa di Nocera Inferiore) CARPI (4-4-2): Sportiello; Cardin, Poli, Terigi, Sperotto; Cortesi, Concas, Perini, Di Gaudio; Kabine, Della Rocca. A disp. Trini, Gagliolo, Bianco, Crafa, Viola, Melara, Arma. All. Tacchini ALTO ADIGE (4-3-3): Marcone; Iacoponi, Cappelletti, Bassoli, Martin; Furlan, Bertoni, Branca; Campo, Maritato, Thiam. A disp. Grandi, Kiem, Tagliani, Uliano, Fink, Turchetta, Testardi. All. Vecchi COMO-REGGIANA (Lanza di Nichelino) COMO (4-2-3-1): Perucchini; Luoni, Migliorini, Marchi, D. Donnarumma; Verachi, Giampà; Gammone, Tremolada, A. Donnarumma; Mendicino. A disp. Micai, Benvenga, Ambrosini, Ardito, Scialpi, Schenetti, Lisi. All. Paolucci REGGIANA (4-3-1-2): Tomasig; Bani, Zini, Aya, Magliocchetti; Antonelli, Zanetti, Ardizzone; Alessi; Sprocati, Bonvissuto. A disp. Bellucci, Cossentino, Panizzi, Arati, Bovi, Gilioli, Ferrara. All. Apolloni CUNEO-TRAPANI (Cifelli di Campobasso) CUNEO (4-3-1-2): Rossi F.; Di Lorenzo, Ferri, De Franco, Serino; Lodi, Longhi, Palazzolo; Garavelli; Ferrario, Torri. A disp. Negretti, Arcari, Di Quinzio, Quitadamo, Odennino, Martini, Todella All. Rossi TRAPANI (4-4-2): Nordi; Lo Bue, Pagliarulo, Filippi, Rizzi; Basso, Tedesco, Spinelli, Madonia; Gambino, Abate. A disp. Morello, Daì, D’Aiello, Pirrone, Giordano, Pacilli, Mancosu. All. Boscaglia ENTELLA-PAVIA (Fiore di Barletta) ENTELLA (4-3-1-2): Paroni; De Col, Bianchi, Cesar, Zampano; Staiti, Raggio Garibaldi, Volpe; Vannucchi; Cori, Rosso. A disp. Otranto, Russo, Cecchini, Di Tacchio, Ballardini, Argeri, Guerra. All. Prina PAVIA (4-4-2): Kovacsik; Capogrosso, D’Orsi, Fasano, Monticone; Statella, Redaelli, La Camera, Di Chiara; Beretta, Romero. A disp. Previti, Losi, Meregalli, Ferrini, Lussardi, Gioè, Parodi. All. Roselli LUMEZZANE-CREMONESE (Sacchi di Macerata) LUMEZZANE (4-3-1-2): Vigorito; Carlini, Dametto, Zamparo, Possenti; Gallo, Giorico, Dadson; Baraye; Inglese, Kirilov. A disp. Coletta, Mandelli, Sabatucci, Pintori, Ceppelini, Samb, Torregrossa. All. Festa CREMONESE (4-3-1-2): Viotti; Sales, Tedeschi, Cremonesi, Visconti; Baiocco, Buchel, Pinardi; Caridi; Carlini, Djuric. A disp. Grillo, Avogadri, Armenise, Degeri, Martina Rini, Nizzetto, Momentè. All. Scienza SAN MARINO-PORTOGRUARO (Piccinini di Forlì) SAN MARINO (4-3-3): Migani; Pelagatti, Fogacci, Galuppo, Mannini; Pacciardi, Lunardini, Calvano; Doumbia, Coda, Poletti. A disp. Benedettini, Crivello, Ferrari, Capellini, Del Sole, Casolla, Defendi. All. Acori PORTOGRUARO (4-3-1-2): Festa; Chesi, Patacchiola, Santandrea, Pondaco; Herzan, Sampietro, Coppola; Cunico; De Sena, Corazza. A disp. Busicchia, Blondett, Zampano, Licata, Salzano, Orlando, Altinier. All. Madonna TREVISO-ALBINOLEFFE (Caso di Verona) TREVISO (5-4-1): Merlano; Brunetti, Cernuto, Zammuto, Stendardo, Beccia; Tarantino, Rosaia, Fortunato, Piccioni; Strizzolo. A disp. Tonozzi, Allegretti, Semenzato, Spinosa, Dal Compare, Toppan, Madiotto. All. Ruotolo ALBINOLEFFE (4-3-1-2): Offredi; Salvi, M. Belotti, Allievi, Regonesi; Girasole, Previtali, Maietti; Taugourdeau; Valoti, A. Belotti. A disp. Amadori, Ambra, Corradi, Di Cesare, Diakite, Ondei, Pirovano. All. Pala TRITIUM-LECCE (Intagliata di Siracusa) TRITIUM (3-5-2): Paleari; Teso, Bossa, Cusaro; E. Bortolotto, Calvi, A. Arrigoni, Casiraghi, Teoldi; R. Bortolotto, Grandolfo. A disp. Nodari, Spagnoli, Cremaschi, Monacizzo, Nardiello, Spampatti, Chinellato. All. CazzanigaRomualdi LECCE (4-2-4): Petrachi; D’Ambrosio, Martinez, Esposito, Tomi; Memushaj, Giacomazzi; Chiricò, Bogliacino, Chevanton, Dramè. A disp. Bleve, Vanin, Vinicius, De Rose, Falco, Jeda, Pià. All. Toma Classifica: Lecce 37; Trapani 36; Alto Adige 33; Carpi, Entella, San Marino 31; Lumezzane, Pavia 29; Feralpisalò 27; Cremonese (-1) 25; Cuneo 24; Albinoleffe (-6) 23; Como (-1), Portogruaro (-1) 21; Reggiana 19; Tritium 9; Treviso (-1) 8



Avellino, che rimonta! Zigoni, rete da 1° posto BARLETTA-AVELLINO 2-3 MARCATORI: st 14’ Allegretti, 25’ Burzigotti, 26’ Izzo, 33’ Castaldo, 39’ Zigoni BARLETTA (4-2-3-1): Liverani 5; Calapai 5.5, De Leidi 5.5, Burzigotti 5.5, Romeo 5; Allegretti 6.5, Molina 5.5; Carretta 5.5, Meduri 5.5 (23’ st Dall’Oglio 5), Dezi 5.5 (44’ st Camilleri ng); La Mantia 5 (8’ st Barbuti 5.5). A disp. Pane, Di Bella, Prutsch, Mazzarani. All. Novelli 5.5 AVELLINO (4-3-1-2): Di Masi 5.5; Zappacosta 6, Izzo 6.5, Fabbro 6, Bianco 6; De Angelis 6 (1’ st Bariti 6.5), Massimo 6, Angiulli 6 (21’ st Millesi 6.5); D’Angelo 6.5; Castaldo 7, Biancolino 6 (1’ st Zigoni 6.5). A disp. Orlandi, Bittante, Arini, Giosa. All. Rastelli 6.5 ARBITRO: Bindoni di Venezia 6 NOTE: spettatori 1.500. Espulsi: Burzigotti (42’ st). Ammoniti: Allegretti, La Mantia, D’Angelo, Bianco, Massimo, Castaldo, Carretta. Angoli: 5-1 per l’Avellino. Recupero tempo: pt 0’; st 4’ BARLETTA. Vince in rimonta l’Avellino e, per una notte, ritrova il 1° posto. Nel primo tempo De Leidi colpisce la traversa su punizione di Allegretti. Il capitano dei pugliesi firma il vantaggio, poi disegna la traiettoria sulla quale Burzigotti firma il raddoppio. Accorcia le distanza Izzo, poi sale in cattedra Castaldo con il gol del pareggio e l’assist per Zigoni per il 3-2. SALVATORE PETRAROLO (OPTA) PRIMA DIVISIONE GIRONE B ANDRIA-CATANZARO (Rasia di Bassano del Grappa) ANDRIA (4-4-2): Rossi; Cutrupi, Migliaccio, Zaffagnini, Malerba; D’Errico, Branzani, Giorgino, Taormina; Guariniello, Innocenti. A disp. Sansonna, Tartaglia, Scrugli, Contessa, Larosa, Loiodice, Bargelloni. All. Cosco CATANZARO (3-5-2): Pisseri; Conti, Sirignano, Bacchetti; Fiore, Castiglia, Ronaldo, Benedetti, Squillace; Masini, Fioretti. A disp. Faraon, Orchi, Papasidero, Sabatino, De Risio, Quadri, Carboni. All. Cozza BENEVENTO-CARRARESE (Mainardi di Bergamo) BENEVENTO (4-3-1-2): Gori; D’Anna, Siniscalchi, Mengoni, Anaclerio; Carotti, Rajcic, Montiel; Mancosu; Marchi, Marotta. A disp. Mancinelli, Signorini, Bolzan, Davì, Espinal, Germinale, Buonaiuto. All. Carboni CARRARESE (4-4-2): Piscitelli; Lanzoni, Melucci, Anzalone, Vannucci; Orlandi, Venitucci, Belcastro, Mancuso; Malatesta, Makinwa. A disp. Cicioni, Bregliano, Battistini, Juan Cruz, Ciciretti, Tognoni, Merini. All. Di Costanzo GUBBIO-PAGANESE (Oliveri di Palermo) GUBBIO (4-3-3): Venturi; Cancellotti, Galimberti, Radi, Belfasti; Sandreani, Boisfer, Palermo; Caccavallo, Galabinov, Di Piazza. A disp. Farabbi, Regno, Bartolucci, Carroccio, Grea, Baccolo, Bazzoffia. All.Sottil PAGANESE (3-5-2): Marruocco; Pepe, Fernandez, Perrotta; Ciarcià, Romondini, Soligo, Scarpa, Nunzella; Girardi, Tortori. A disp. Robertiello, Puglisi, Calvarese, Franco, Lulli, Fava, Neglia. All. Grassadonia LATINA-VIAREGGIO (Casaluci di Lecce) LATINA (4-3-3): Bindi; Cafiero, De Giosa, Cottafava, Giallombardo; Ricciardi, Burrai, Gerbo; Barraco, Danilevicius, Schetter. A disp. Ioime, Bruscagin, Giacomini, Agius, Angelilli, Kola, Jefferson. All. Pecchia VIAREGGIO (3-5-2): Gazzoli; Trocar, De Bode, Carnesalini; Pellegrini, Pizza, Maltese, Calamai, Martella; Magnaghi, Giovinco. A disp. Furlan, Conson, Fiale, Sandrini, Gerevini, De Vena, Benedetti. All. Cuoghi NOCERINA-FROSINONE (Pelagatti di Arezzo) NOCERINA (4-3-3): De Lucia; Daffara, Baldan, Chiosa, Giuliatto; A. Bruno, De Liguori, Corapi; Mazzeo, Evacuo, Negro. A disp. Ragni, Andjelkovic, Garufo, Scardina, Gorobsov, Rizza, Pepe. All. Auteri FROSINONE (4-3-3): Zappino; Frabotta, Guidi, Biasi, Blanchard; Bottone, Gucher, Frara; Aurelio, Santoruvo, Ganci. A disp. Vaccarecci, Amelio, Crescenzi, Gori, Marchi, Lapadula, Curiale. All. Stellone PISA-PERUGIA (domani, ore 20.45, diretta RaiSport1, Minelli di Varese) PISA (3-5-2): Sepe; Sbraga, Colombini, Carini; Busce, Barberis, Fondi, Benedetti, Pedrelli; Scappini, Perez. A disp. Pugliesi, Rozzio, Sabato, Suagher, Gatto, Tulli, Lucarelli. All. Pane PERUGIA (4-3-3): Koprivec; Cangi, Massoli, Cacioli, Liviero; Nicco, Dettori, Moscati; Fabinho, Ciofani, Rantier. A disp. Giordano, Garcia, Zanchi, Barra, Giani, Moneti, Tozzi Borsoi. All. Camplone PRATO-SORRENTO (Adduci di Paola) PRATO (4-3-1-2): Layeni; Corvesi, Beduschi, Ghinassi, De Agostini; Casini, Cavagna, Cesarini; Disabato; Napoli, Tiboni. A disp. Brunelli, Bagnai, Bisoli, Carminati, Saitta, Di Dio, Essabr. All. Esposito SORRENTO (4-2-3-1): Rossi; Kostadinovic, Nocentini, Di Nunzio, Bonomi; Beati, Salvi; A. Esposito, Corsetti, Tortolano; Musetti. A disp. Polizzi, Ciampi, Fusar Bassini, Guitto, Ferrara, R. Esposito, Bernardo. All. Papagni Classifica: Avellino 38; Latina (-1) 37; Nocerina 33; Frosinone (-1) 31; Pisa, Perugia (-1) 30; Prato, Benevento, Viareggio 26; Paganese 25; Catanzaro 24; Gubbio 22; Andria (-2) 20; Barletta 14; Carrarese 13; Sorrento 12



seconda divisione: i recuperi Pro Patria, cinquina a Monza! Pari Alessandria, L’Aquila ok GIRONE A ALESSANDRIA-FORLÌ 1-1 MARCATORI: pt 14’ Ferretti; st 22’ Petrascu rig. ALESSANDRIA (4-3-1-2): Servili 6; Gambaretti 5, Cammaroto 6, Barbagli 6, Mazzuoli 4.5; Bianchi 5 (15’ st Tanaglia 5.5), Roselli 6, Mora 6; Filiciotto 5.5; Degano 5.5 (19’ st Boron 5), Ferretti 6 (31’ st Rossi 6). A disp. Pavanello, Viviani, Menassi, Caciagli. All. Cusatis 5.5 FORLÌ (3-4-3): Ginestra 6; Arrigoni 6 (6’ st Vesi 5.5), Orlando 5.5, Ingegneri 6; Sampaolesi 6, Evangelisti 6, Mordini 6.5, Sabato 6; Buonaventura 6 (35’ st Sozzi ng), Melandri 6.5 (45’ st Oggiano ng), Petrascu 6. A disp. Casadei, Martini, Scarponi. All. Bardi 6 ARBITRO: Petroni di Roma 5 NOTE: espulso Mazzuoli (17’ st) per doppia ammonizione. Ammoniti: Arrigoni, Bianchi, Tanaglia, Ingegneri, Cammaroto, Sozzi , Degano, Barbagli. Angoli: 5-4 per l’Alessandria. Recupero: pt 1’, st 6’ MONZA-PRO PATRIA2-5 MARCATORI: pt’ 1’ Finotto, 12’ e 26’ Cozzolino; st 1’ Serafini, 38’ Gasbarroni rig., 44’ Giannone rig., 47’Artaria MONZA (4-3-3): Castelli 6; Franchino 4, Polenghi 5.5, Cattaneo 4, Anghileri 6 (20’ st Giorgi ng); Vita 6.5 (27’ st Laraia 6), Calliari 5.5, Valagussa 6; Gasbarroni 6, De Cenco 6.5, Finotto 6 (38’ st Ravasi ng). A disp. Pazzagli, Franchini, Puccio, Bugno. All. Asta 6 PRO PATRIA (4-3-1-2) : Sala 6.5; Bonfanti 6.5, Nossa 7, Polverini 7, Pantano 6.5; Bruccini 6.5, Vignali 6.5, Viviani 6.5 (36’ st Greco ng); Giannone 8; Serafini 7 (44’ st Artaria 6), Cozzolino 7.5 (38’ st Faloming). A disp. Vavassori, Andreoni, Botturi, Giorno. All. Firicano 7.5 ARBITRO: Aversano di Treviso 6 NOTE: espulso Franchino (16’ st) per aver impedito una chiara occasione da rete. Ammoniti: Nossa, Valagussa, Anghileri, Vignali, Finotto, Bonfanti. Angoli: 7-7. Recupero: pt 1’, st 4’ Meda, ore 14.30 (arbitro Pierro di Nola) RENATE-SANTARCANGELO CLASSIFICA: Pro Patria 47; Castiglione 43; Savona 41; Bassano 37; Alessandria 36; Renate 35; Venezia 34; Forlì (-1) 32; Mantova 31; Monza (-6) 30; Vallée d’Aoste (-1) 24; Bellaria 22; Giacomense, Santarcangelo 21; Rimini 19; Fano (-1) 17; Casale (-5) 15; Milazzo 8

GIRONE B L’AQUILA-TERAMO 1-0 MARCATORI: st 29’ Ciotola L’AQUILA (4-3-3): Testa 6; Rapisarda 7, Pomante 6.5, Mucciante 6.5, Ligorio 6.5; Menicozzo 6, Carcione 6.5, Iannini 6.5; Improta 6 (22’ st D’Amico 6), Infantino 6.5 (43’ st Ripa ng), Ciotola 6.5. A disp. Leuci, Petta, Agnello, Gizzi. All. Ianni 6.5 TERAMO (4-3-3): Serraiocco 6; De Fabritiis 6.5, Ferrani 6, Speranza 6, Scipioni 5.5; Valentini 5 (38’ st Patierno 5), Coletti 6, Righini 5.5 (34’ st Foglia 5); Di Stefano 5 (27’ st Di Paolantonio 5), Olcese 5, Ambrosini 6. A disp. Santi, Giannetti, Caidi, Novinic. All. Cappellacci 5.5 ARBITRO: Ros di Pordenone 5 NOTE: ammoniti Scipioni, Carcione, Infantino, Menicozzo, Ferrani. Angoli: 10-5 per L’Aquila. Recupero: pt 1’, st 5’ CLASSIFICA: Salernitana 50; Pontedera 42; L’Aquila 40; Poggibonsi 38; Aprilia, Teramo 35; Chieti (-1) 32; Martina 31; Gavorrano 29; Arzanese 28; Vigor Lamezia 27; Foligno, Borgo a Buggiano, Hinterreggio 26; Melfi 22; Campobasso (-2) 19; Aversa Normanna 15; Fondi 12 SERIE D: Derthona e Belluno ok Girone A Derthona-Trezzano 2-1


MARCATORI: pt 7’ Valente; st 35’ Guerrisi, 39’ Mazzocca DERTHONA (4-5-1): Gallino 6.5; Salerno 6, Tavella 6, Di Leo 6.5, Zefi 6; Miftah 6.5 (45’ st Dimitrio ng), Temperino 6.5, Montingelli 4, Chirico 6, Mazzocca 6.5; Valente 7. All. Banchieri 6.5 TREZZANO (4-3-1-2): Borroni 6; De Lucia 6, Rota 6, Rossi 6, Zilocchi 6; Filadelfia 6, Lupi 6 (45’ st Migliavacca ng), Cattaneo 6; Giunti 6 (14’ st Cosmai 6); Luongo 5 (1’ st Guerrisi 6), Sogno 6. All. Caniato 5.5 ARBITRO: Volpi di Arezzo 6 NOTE: espulsi Montingelli (21’ pt), De Lucia (32’ st). Al 12’ st Guerrisi ha fallito un rigore (parato) CLASSIFICA: Bra 48; Lavagnese 45; Chieri, Santhià 44; Borgosesia 36; Chiavari C. 34; F. Caratese, Verbania 33; Derthona, Gozzano 29; Sestri Levante 27; Bogliasco 25; Villalvernia 23; Asti 22; Trezzano 20; Verbano 17; Imperia 16; Novese 14 Girone C Belluno-Este 3-1 MARCATORI: pt 39’ Brotto; st 14’ Masoch, 26’ Corbanese rig., 44’ Padovan BELLUNO (4-2-3-1): Rossetto 6; Gallonetto 6.5, Acka 7, Brustolon 6.5, Sommacal 7; Masoch 7, Petdji 7 (48’ st Paganin ng); Mosca 7, Duravia 6.5 (39’ st Cresta ng), Radrezza 5.5 (19’ st Padovan 7); Corbanese 7. All. Raschi 7 ESTE (4-3-3): Baldan 6.5; Colletta 6, Di Fusco 6.5, Meneghello 6, Thomassen 6; Maistrello 5.5, Turetta 6 (30’ st Zecchinato 5.5), Rubbo 6; Barichello 5.5 (10’ st Baido 5.5), Iarrusso 6, Brotto 6. All. Zattarin 5.5 ARBITRO: Minafra di Roma 6.5 CLASSIFICA: Sambonifacese 51; Porto Tolle, V. Vecomp Vr 46; Pordenone 45; Real Vicenza 44; Sandonà 42; Clodiense 41; Sacilese 39; Legnago, Tamai 36; Trissino 35; Belluno, Este 34; Montebelluna 33; S. Paolo Pd 29; Giorgione 28; Cerea 22; Sanvitese 16; Kras Repen 14; U. Quinto 13 SANT’ANGELO-VOGHERA NOn si gioca: 0-3 (g.f.) Il recupero Sant’Angelo-Voghera del girone B in programma oggi allo stadio Chiesa quasi sicuramente non sarà disputato. Il prefetto di Lodi, Pasquale Gioffrè, e il sindaco Domenico Crespi hanno emesso un’ordinanza che non dà l’agibilità allo stadio per la mancanza di una persona che si assuma la responsabilità di garantire la sicurezza all’interno dell’impianto e dei servizi annessi. Dimissionario il patron Quartaroli, la società è nel caos con i giocatori, l’allenatore Falsettini e lo staff tecnico che lamentano la mancanza dei “rimborsi spese”. Inevitabile il 3-0 a tavolino per il Voghera, che salirebbe a 50 punti a 3 punti dalla capolista Pontisola.


Novara ha trovato la miniera del gol JUVE STABIA-NOVARA 2-4 MARCATORI: pt 38’ Lepiller; st 4’ Gonzalez, 12’ Caserta, 24’ aut. Figliomeni, 27’ Seferovic, 38’ Bruno JUVE STABIA (4-3-3): Nocchi 5; Baldanzeddu 6, Figliomeni 5.5, Murolo 5, Dicuonzo 5; Mezavilla 6 (15’ st Bruno 6), Suciu 5.5 (25’ st Agyei 6), Caserta 6; Verdi 6 (21’ st Zito 5), Cellini 6, Acosty 5.5. A disp. Seculin, Martinelli, Gorzegno, Improta. All. Braglia 5.5 NOVARA (4-3-3): Bardi 7; Colombo 7 (10’ st Lepiller, Gonzalez e Lisuzzo 6), Ludi 6, Perticone 6, Crescenzi 6; Seferovic: è festa! Buzzegoli 6.5, Pesce 7, Fernandes 6 (37’ st Caserta illude la Parravicini ng); Gonzalez 7, Seferovic 6.5 (31’ st Juve Stabia che poi Ghringhelli 6), Lepiller 6.5. A disp. Kosicky, crolla Rubino, Mehmeti, Lazzari. All. Aglietti 7 ARBITRO: Ciampi di Roma 1, 6 NOTE: spettatori 2.270 per un incasso di 26.419 euro. Ammoniti: Figliomeni, Seferovic, Colombo, Zito, Baldanzeddu. Angoli: 8-2 per la Juve Stabia. Recupero tempo: pt 1’; st 4’

CASTELLAMMARE DI STABIA. Seferovic, 20 anni, 1° gol in B (LaPresse)

CASTELLAMMARE. La Juve Stabia si fa sorprendere, anche con la complicità della propria difesa, da un Novara sornione che capitalizza al meglio le occasioni da gol. La prima parte di gara è stata più di marca piemontese con i padroni di casa che non propongono i soliti ritmi e appaiono in difficoltà nell’impostazione della manovra. Gli uomini di Aglietti, dopo la sconfitta casalinga con il Cesena, confermano i miglioramenti espressi nelle precedenti prestazioni e si rendono subito pericolosi con l’ex viola Seferovic che, al 9’, colpisce l’esterno della rete. Poco più tardi è Lepiller ad avere una buona chance, ma il suo tiro è sporcato e Nocchi para in sicurezza. Poi sono le vespe ad avere due palle gol con Mezavilla al 22’ su cui è super Bardi, efficace anche nel respingere la velenosa conclusione di Verdi qualche minuto più tardi. PRIMO SCHIAFFO Il Novara punta molto sull’estro e la rapidità di Gonzalez che, al 38’, mette una palla al bacio per la testa di Lepiller che non si fa pregare e firma il vantaggio. Nella ripresa i gialloblù sembrano più determinati, ma al 4’ Ciampi assegna un rigore per un fallo di mani di Acosty sulla punizione di Buzzegoli, dal dischetto Gonzales trasforma con qualche brivido. Braglia pensa a qualche cambio, ma Verdi innesca Caserta per il gol stabiese, poi il tecnico toscano si gioca il tutto per tutto inserendo Bruno e Zito, ma è Gonzalez il vero mattatore del match, con i suoi movimenti che tagliano a fette la difesa di casa come al 24’ quando, su schema d’angolo, mette palla al centro e Figliomeni, nel tentativo di liberare, la spinge nella propria porta. IN SCIOLTEZZA Il Novara, dopo aver messo in cassaforte il risultato, gioca in scioltezza e Seferovic, a distanza di qualche minuto, serve il poker superando Nocchi con un beffardo pallonetto. Sul punteggio di 4-1 il Novara si limita a cercare il possesso palla subendo la seconda rete ad opera di Bruno su azione personale di Cellini, poi è ancora lo scatenato Gonzalez a cogliere una clamorosa traversa su punizione da limite. Per Gonzale« & co. tre punti importantissimi per allontanarsi dalla zona calda della classifica, a dimostrazione del buon lavoro svolto da Aglietti. Non intacca il buon campionato fin qui disputato dalla Juve Stabia questo brusco stop, frutto di una prestazione poco brillante e di una giornata storta che si è conclusa con un lieve malore al capitano Caserta, trasportato in ospedale per accertamenti. SALVATORE CIMMINO (OPTA) I piemontesi confermano di essere in crescita. Tra i campani paura per il centrocampista che dopo la rete viene colpito da malore


Pucino eroe Varese Il Verona ora è a -5 BARI-VARESE 0-1 MARCATORI: pt 12’ Pucino BARI (3-4-3): Lamanna 6; Ceppitelli 5.5, Dos Santos 5 (9’ st Iunco 5), Polenta 5.5; Sabelli 5, Sciaudone 5, Bellomo 5.5, Rossi 6; Galano 5 (7’ st Fedato 6), Tallo 5.5, Ghezzal 5.5. A disp. Pena, Altobello, Ristovski, Defendi, De Falco. All. Torrente 5 VARESE (4-4-2): Bressan 6.5; Pucino 7, Troest 6.5, Corti 7, Franco 6.5; Oduamadi 6.5 (23’ st Carrozzieri 6), Damonte 5, Filipe 6.5, Lazaar 6 (36’ st Struna ng); Neto Pereira 6 (36’ pt Juan Antonio Gioia Castori: 5.5), Ebaqua 6. A disp. Bastianoni, Scapuzzi, «Riaperta la lotta al Tripoli, Kone. All. Castori 7.5 vertice» Torrente ARBITRO: Cervellera di Taranto 6 striglia il Bari: NOTE: 6.022 spettatori per un incasso di 17.691 BARI. Raffaele Pucino, 21 anni, «Fuori la grinta» euro. Espulsi: Damonte (8’ st) e Sciaudone (48’ st), inventa il gol partita (LaPresse) entrambi per doppia ammonizione. Ammoniti: Polenta per gioco falloso, Bressan, Oduamadi per ostruzionismo. Angoli: 9-4 per il Bari. Recupero tempo: pt 1’; st 3’ LEONARDO GAUDIO BARI. Con un eurogol di Pucino il Varese espugna il San Nicola e riapre la lotta al vertice il campionato. Approfittando della sconfitta interna del Verona gli uomini di Castori rinsaldano il quarto posto in classifica e si portano a meno 5 dai veneti. A fine gara il tecnico Castori ha parlato di «giornata bellissima. Noi eravamo impegnati su un campo difficile e il Verona poteva allungare su di noi. Invece abbiamo accorciato addirittura la distanza che ci separava. Ora posso dire che si è riaperta la lotta al vertice. L’avevo detto che il campionato di serie B non si può mai considerare chiuso fino alla fine». UN BARI SPENTO Quella dei lombardi è stata una vittoria più facile del previsto contro un Bari oramai in caduta libera ed in evidente difficoltà, sotto tutti i punti di vista. La squadra d’inizio campionato che aveva sbalordito tutti per intensità, aggressività e spettacolirità del gioco non c’è più. Lo ha confermato anche il Strepitosa rete del tecnico Torrente, il quale ha parlato di «passo indietro, di involuzione» della propria terzino con un tiro squadra. A preoccupare il tecnico di Cetara sono «il ripetersi degli errori difensivi e in al volo da 25 metri. attacco non riusciamo più a saltare l’uomo, a verticalizzare e a compiere i movimenti senza Espulso Damonte palla». Sono tre giornate che il Bari non segna. Una involuzione che ha portato i pugliesi ma i lombardi non al quart’ultimo posto in classifica. «Ora non possiamo più limitarci a fare il compitino - ha tremano e ammonito il tecnico barese - adesso bisogna tirare fuori gli attributi per risalire la china». avvicinano il terzo posto

RIPRESA SOFFERTA Il Varese poteva chiudere nel primo tempo la partita, invece ha dovuto soffrire e non poco nella ripresa, soprattutto quando si è trovato in inferiorità numerica, per portare a casa il risultato pieno. Dopo il gol del vantaggio di Pucino (il primo stagionale), al 12’, i lombardi hanno avuto altre due occasioni con Neto Pereira e con Ebagua i quali però si sono fatti ipnotizzare da Lamanna. Poi Neto Pereira al 36’ è stato costretto ad uscire per un probabile stiramento, sostituito da Juan Antonio. Nella ripresa, dopo l’espulsione di Damonte, il Bari ha tentato approfittarne ma senza creare mai seri pericoli a Bressan, tranne nell’ultimo minuto di recupero, quando Ceppitelli ha colpito il palo sugli sviluppi di un calcio d’angolo. In precedenza un altro tiro di Rossi è stato sventato in angolo da Bressan, a dimostrazione della sterilità degli attaccanti biancorossi.




TWEET PER TUTTI E’ Quintero il vero uomo del presidente NEI PRIMI mesi di Italia ha messo in mostra doti tecniche eccelse e una predisposizione naturale per i calci di punizione. Juanfer Quintero, in un amen, è finito sui taccuini delle big, pronte a versare una decina di milioni nelle casse del Pescara. Lui, nel frattempo, ha guidato la Colombia alla conquista del Sub 20, il campionato giovanile sudamericano, premiato anche per il gol più bello. E si è goduto la festa, con la “nevicata” per le strade di Bogotà. Farina, che pensate? E poi, via, al gala delle autorità. @juanferquinte10: «Con il mio presidente Juan Manuel Santos. Molte grazie». Presidente della Repubblica, eh. E ancora l’avviso ai naviganti, per chi ne avesse perso le tracce. «Adesso torno a Pescara», con calma, con Juanfer Quintero, 20 anni, classe. twitta la foto col presidente VERDEROSSO Foto-clic 1. Dal ritiro del Portogallo ecco la torta di colombiano Santos compleanno più nazionalusitana che si può. La spedisce Ronaldo, immortalato mentre si appresta al taglio. Fragole e marzapane attorno per i colori della patria. @Cristiano: «Ma che grande giorno. Bello celebrare il mio b-day con la squadra portoghese». Già, a Madrid, vista l’aria che tira al Real, qualcuno gliela avrebbe tirata volentieri in faccia. Con questa dicitura: 5 febbraio 1985 - 5 febbraio 2013, ci hai stancato a lungo. Ma pure deliziato con gel, gol e serpentine magiche, dài... Foto-clic 2. Al passo con i tempi. Il bianco Marcello Lippi, grazie allo staff, twitta, essì twitta. @MisterLippi: «Ecco il terzo tempo della partita tra gli uomini della mia squadra. Il calcio è fatto anche di questi momenti». E di un ingaggio mostruoso (10 milioni all’anno?) in Cina. Altro che esploratore alla Marco Polo. Il tecnico mondiale ha trovato una nuova-ricca realtà pallonara, Se Guangzhou è meglio di Viareggio... IN BICI Tempi grami per il ciclismo, per i ciclisti. Tra ordini d’arrivo da cambiare, a distanza di anni, e rivelazioni che confermano (si sapeva, non si poteva non sapere), ecco la quotidianità di un campione, tra allenamenti e spostamenti. @PippoPozzato: «Bel lavoro, oggi. Partito a 1,6 km per tirare la volata, ma ho preso qualche metro. E poi sono stato ripreso ai -900 metri. Gamba buona»; «Forza Milan», «Tappa dove si divide la carne dal pesce», «Bel lavoro», «Non si molla». Da Maiorca con passione. Quella sì rigenerante. E.E.


«Il rugby ci piace perché progetta» PIERO GUERRINI MILANO. Gilberto Benetton, il sogno della polisportiva vincente in giro per l’Europa e con una precisa funzione sociale sul territorio è tramontato, ma resta la leggenda costruita negli anni. E rimane il rugby, che del resto era stato il punto di partenza. «Sì, due anni fa abbiamo deciso il disimpegno nel basket e nel volley, mantenendo comunque il rugby. E siamo soddisfatti. I costi erano divenuti insostenibili negli altri due sport di squadra. Insomma, un’attività di vertice nel rugby è ancora possibile, per noi, sul piano finanziario. Ma ci ha spinto anche la lega europea diventata realtà. Questo campionato «Tradizione, lega ha un altro respiro, e anche visibilità è diffusa. Per chi Gilberto Benetton, 71 anni, ieri europea, investe è come andare in paradiso». a Milano con il trofeo dell’Italia entusiasmo, costi Hall of Fame di basket (dov’è Conta anche la tradizione, per Treviso. minori» «Certo, Treviso è sempre stata città di rugby. Avevamo stato introdotto dal 2012), per il cominciato a costruire la Ghirada, la cittadella dello suo contributo (Ciamillo) sport, proprio per quello sport. Poi sono arrivato la pallacanestro e la pallavolo». La Ghirada rappresenta un caso unico nel panorama italiano. Impianti, sale, palestre, biblioteche, negozi e ristorante, un posto dove far crescere i ragazzi a contatto con i campioni. Cittadella aperta per davvero, senza cancelli. Dopo la rinuncia a basket e volley è ancora così? «Noi non abbiamo lasciato basket e volley, ma la prima squadra, il vertice. In Ghirada ferve ancora l’attività giovanile. E per noi è importante». Calcio e basket nella crisi riscoprono l’importanza dei settori giovanili. Per convenienza, ora trasformatasi pure in convinzione. Voi avete sempre creduto e investito parecchio sui ragazzi. Sì, ma adesso lo si fa per costruire i campioni del futuro e di conseguenza ridurre i costi. Noi abbiamo sempre individuato innanzitutto l’aspetto sociale. Volevamo restituire e dare un’opportunità al territorio. E lo sport ha un alto valore educativo». Il rugby è un fenomeno in espansione. E lo era anche quando mancavano i risultati. La causa è la Nazionale, impegnata annualmente contro le migliori squadre mondiali. «Sì, ma c’è di più: la federazione italiana del rugby è tra quelle che hanno più introiti economici. Sarà per il Sei Nazioni, i contratti, ma ha colto l’opportunità. L’attività internazionale poi è molto organizzata. E si paga ovunque, noi per partecipare alla lega europea dobbiamo pagare. E la stessa federazione italiana ha accettato di ridimensionare il campionato nazionale. Nelle altre discipline ve lo immaginereste?». Voi però foste tra i promotori dell’Eurolega stile Nba. L’idea iniziale sarebbe stata Basket e volley quella di riportare le squadre delle coppe direttamente nei playoff. avevano spese non «E’ vero sembrava un’idea percorribile, all’epoca. Poi però non si è mai trovata la strada sostenibili. Nella libera da percorrere. E quel tempo appartiene al passato. La lega europea mi pare Pro 12 è come stare impossibile, adesso. E mi sembra che il livello del basket sia diminuito parecchio. La in paradiso. E la perdita di qualità è stato uno dei motivi che ci hanno indotto a uscire. Ce ne sono altri, Federugby ha come la mancanza di regole certe, come una certa abitudine del nostro pubblico ai grandi accettato di ridimensionare il successi, dopo anni di esaltazione. Era cominciata la discesa e anche la città non campionato esultava più. E’ intervenuta un po’ di disaffezione pure da parte nostra. Io negli ultimi anni andavo pochissimo al Palaverde perché non si vedeva un basket pari al passato». E’ questione di regole, di crisi economica, mancanza di un progetto unitario? «Beh, il rugby ha un progetto. Nel basket non produciamo più giocatori, o ne emergono pochi. Poi, in Europa, i migliori vengono presi dalla Nba. Ecco se penso ai giocatori che in 30 anni sono transitati dalla Benetton e da Treviso, mi sento orgoglioso. Anche tanto. Mi basta ricordare i tanti che sono andati nella Nba. E poi, l’altra sera guardavo una partita è mi è venuto in mente che i due allenatori di Los Angeles sono stati da noi: Vinnie Del Negro e Mike D’Antoni. Mi ha fatto venire i brividi». Dicevamo, che nel rugby c’è un progetto, ma c’è pure dell’altro. E’ questione di sport in voga. I ragazzi s’innamorano del gioco, perché risponde alle esigenze di questi tempi. Insomma, ha sfondato. Motivi? «Si è lavorato per la crescita, importando molti giocatori di qualità dall’estero, permettendo ai nostri giocatori di compiere il percorso inverso. E anche la partecipazione di due squadre italiane alle leghe europee. Tutto questo ha permesso di creare un’esperienza tecnica. Nei settori giovanili stiamo assistendo a un Da noi stiamo autentico boom. A Treviso, piazza storica, potrebbe sembrare una crescita normale. Ci assistendo a un sono tante società nella provincia. Però mi risulta sia così ovunque. Il rugby piace per lo boom di praticanti spettacolo e i valori trasmessi». nei settori giovanili.


nei settori giovanili. Un’altra polisportiva in Italia, com’è stata la nostra, non è replicabile

Ma lei non vorrebbe anche un grande campionato italiano? «Magari continuando su questa onda vincente, ci si può arrivare. Mi sembra comunque che siamo ancora alla diffusione in zone precise, storiche». Lei è appena stato introdotto - con la consegna del premio - nella Hall of Fame del basket italiano. Non prova un po’ di nostalgia, voglia di tornare? «E’ lo sport in cui sono nato, che ho praticato. Il basket personalmente mi manca. Ma a Treviso qualcosa è nato e sta crescendo. C’è passione. Speriamo torni in alto. Noi contribuiamo con il settore giovanile». Per finire, la polisportiva modello-Spagna, che soltanto voi avete realizzato e personalizzato, nel nostro Paese davvero non è mutuabile? «E’ molto difficile, noi abbiamo speso sempre un sacco di soldi, davvero. Del resto il nostro modello non è mai stato replicato, anche se in passato ci provarono infruttuosamente Berlusconi a Milano e i Ferruzzi tra Ravenna e Roma. A mio avviso, servono in tal senso passione, grandi investimenti, dispiego di mezzi e - oserei dire - cultura sportiva. Come detto, noi avevamo praticato sport. E ci abbiamo provato, non soltanto con le squadre di vertice, che hanno vinto tanto, ma pure con i master per dirigenti sportivi, i camp di alta specializzazione. Abbiamo promosso l’attività giovanile con le federazioni. La polisportiva con squadre di alto livello mi sembra davvero difficile da realizzare, ora». Il ricordo più bello, per finire? «Il primo scudetto del basket, perché completava un lungo percorso, avevamo investito parecchio, lavorato tanto. Poi tutti i successi sono stati belli, ognuno unico. E ricordo che abbiamo portato tanti elementi nella Nba e visto la nostra organizzazione riconosciuta da loro». © riproduzione riservata


L’uomo della polisportiva dominante in 3 discipline GILBERTO Benetton è l’uomo dello sport verde. Certo, con Luciano, il fratello maggiore dell’impero familiare che comprende anche Giuliana (l’ideatrice dei maglioni colorati) e Carlo. Un impero economico costruito con idee innovative, grande distribuzione, lavoro, negozi in franchising. Un impero che poi ha diversificato. E che nello sport ha intravvisto un notevole veicolo promozionale del marchio nel mondo. Luciano è stato l’uomo della F1, da sponsor a team, acquisendo la Toleman, per diventare campione del mondo con Schumacher 1994 e 1995. E ama il rugby. Gilberto è l’ideatore della polisportiva con annessa Ghirada, la cittadella polisportiva che resta gioiello inimitato. E’ il presidente di Verde Sport (che ha pure l’Asolo Golf Club), legato al basket (aveva giocato nella Pallacanestro Treviso) e volley. In quanto appassionato di sport segue con attenzione ed entusiasmo pure il rugby. E’ presidente di Edizione, la finanziaria del gruppo. TITOLI Il Benetton rugby (perché il rugby è maschile, nel basket l’articolo è femminile) ha vinto 15 scudetti (il primo nel 1955/56), 4 Coppa Italia, 2 supercoppa italiana, 24 titoli giovanili, 23 femminili. Da tre anni partecipa alla Celtic League oggi Pro 12. A Murrayfield c’erano 13 giocatori biancoverdi. Nel basket si contano 5 scudetti 8 Coppa Italia, 4 SuperCoppa, 2 Coppa delle Coppe, 4 Final Four di Eurolega10 titoli giovanili, la formazione di tanti campioni Nba (su tutti Bargnani). Nel volley: 9 scudetti, 5 Coppa Italia, 4 Coppa Campioni, 1 Coppa Coppe, 5 Coppa Cev, 2 Supercoppa europea, 7 italiana.


L’Italia ko La passione però è viva CHE SIA l’epica agonistica, il terzo tempo o il confronto annuale con i migliori nel Sei Nazioni (ieri ko in Scozia 34-10), fatto è che il rugby ha sfondato pur con un campionato senza due squadre, impegnate in Europa. Stadi calcistici gremiti per l’Italia, pubblico tv in aumento. Soprattutto giovani praticanti. Ne abbiamo parlato con Gilberto Benetton. La famiglia di imprenditori che ha segnato ancheun’epopea di successi polisportivi, due anni fa ha scelto di restare ad alto livello soltanto nella palla ovale.


CONI Gambino, il candidato in più LUI non ha bisogno di alzare i toni in questa volata elettorale dall’esito che appare segnato. E’ iniziato il conto alla rovescia per le votazioni che il 19 febbraio daranno un nuovo presidente al Coni, con le dichiarazioni di Giovanni Malagò a vivacizzare una campagna che ogni giorno appare sempre più scontata scontata e indirizzata verso l’investitura di Raffaele Pagnozzi. In questo rush finale vale la pena di ricordare l’esistenza Alternativo a di una terza candidatura, quella di Simone Gambino. E’ Pagnozzi e Malagò. il candidato che può permettersi di mantenere un tono «Non posso pacato, nonostante sia proprio lui a chiedere le vincere, ma sogno trasformazioni più radicali della politica sportiva. La un Coni più serenità di Gambino viene dalla consapevolezza di non Simone Gambino, 55 anni, è il leggero» avere chance di vittoria. Perché allora continuare sino presidente della federazione alla fine questa corsa elettorale? «Perché sin dall’inizio la mia è stata una cricket dal 1997 candidatura ideologica e senza illusioni - spiega Gambino, che ha 55 anni e dal 1997 è il presidente della federazione cricket -. Non ho mai pensato di poter vincere né di dare fastidio, raccogliendo voti di protesta. Il mio scopo era di spostare l’attenzione su alcune tematiche mai seriamente affrontate sinora. Mentre mi pare che gli ultimi sviluppi della campagna elettorale abbiano assunto toni farseschi». 5 CERCHI E 5 STELLE Non è un Beppe Grillo, catalizzatore di voti arrabbiati, ma Gambino ha una sua certa idea di Coni. «Il comitato olimpico nazionale attualmente ha costi gestionali pari a 170 milioni. Troppi - spiega il candidato alla presidenza -. E anche sui fondi alle federazioni bisogna porre un limite: la mia proposta è che ogni federazione non possa incassare più del 49% del proprio budget da finanziamenti pubblici». E la riorganizzazione economica, secondo Gambino, deve toccare lo stesso n.1: «Fare il presidente del Coni non deve essere un lavoro. E’ sufficiente un dignitoso rimborso spese». Così parla il candidato che non diventerà presidente. Ma che spera di fare breccia con qualcuna delle sue idee. A.SCH. © riproduzione riservata


CICLISMO Cipollini: «Fuentes? Assurdità» MARIO Cipollini affida al suo avvocato una lunga e articolata replica, dopo essere stato accusato dalla Gazzetta dello Sport di essere ricorso al doping di Eufemiano Fuentes nel corso della stagione 2002, che lo vide trionfare alla Milano-Sanremo e al Mondiale di Zolder. «In nome e per conto di Mario Cipollini sono a smentire categoricamente le infondate ed assurde accuse mosse al mio assistito - scrive l’avvocato Napoleone - I Sulle accuse di documenti pubblicati non sono in alcun modo riferibili doping: «Sino al allo stesso. Il numero di fax che compare sulla tabella 2004 ero a incriminata, che secondo la suggestiva ricostruzione Montecarlo: giornalistica sarebbe riconducibile a Cipollini, non è un nessun fax riconducibile a me» numero di fax, bensì un numero telefonico italiano non Mario Cipollini al Giro 2002: in intestato al mio cliente, peraltro annotato manualmente. carriera ha collezionato 189 A tal proposito occorre evidenziare come Cipollini sino a tutto il 2004 fosse vittorie (Ansa) residente nel Principato di Monaco, come inconfutabilmente confermato nella Sentenza definitiva pronunciata dalla Corte di Appello Penale di Firenze, che ha assolto lo stesso dai reati di evasione fiscale con formula piena, ovvero, per insussistenza dei fatti reato contestati. Tutto ciò è, evidentemente, inconciliabile con le notizie diffamatorie propalate. Ma vi è di più. Nel suggestivo articolo si legge che il presunto nome in codice sarebbe “Maria” o “CP”. Davvero singolare tale circostanza, ove si consideri che gli altri atleti implicati nell’ Operacion Puerto sono indicati, come si evince dal testo dello stesso articolo, con un solo pseudonimo: “Birillo”, “Piti”, “Zapatero”, El Bufalo”. Cipollini avrebbe addirittura due pseudonimi! L’articolo omette però di riferire che già in passato, in data 24 agosto 2006, il quotidiano Repubblica, pubblicava la notizia che l’atleta in questione avesse quale nome in codice “Pavarotti”. Quindi, a questo punto gli pseudonimi forzatamente riconducibili all’atleta sarebbero addirittura tre. Cipollini quale ulteriore prova della sua estraneità ai fatti, si rende sin d’ora disponibile a qualunque verifica ematologica di confronto con le 99 sacche ancora da identificare in possesso dell’autorità giudiziaria spagnola».


I COMMENTI E Parisse confessa: «Siamo stati ridicoli» EDINBURGO. L’ha detto, anche se poi se n’è pentito: «Siamo stati ridicoli». Copyright by Sergio Parisse. Che è il capitano, mica uno che passava da lì per caso. «Ero ancora in campo, la delusione era - e lo è ancora - tanta e a caldo si dicono cose anche eccessive. Il mio pensiero non era quello. Resta il fatto che non abbiamo fatto un sacco di cose, oppure le abbiamo fatte male. E’ mancata lucidità nella gestione della partita e precisione nei punti d’incontro. Responsabilità nostra. E loro hanno avuto modo di fare due mete sacrosante e altre due magari un po’ fortunate ma comunque evidenti. Ora abbiamo due settimane per mangiare e digerire tutta la roba raccolta oggi». Ecco, questa è la prima parte dell’autoanalisi fatta dal leader. Poi c’è il ct, l’uomo che obbiettivamente sta cambiando - in meglio, sia chiaro - i connotati al rugby L’imbarazzo e la delusione del capitano azzurro Sergio azzurro. Parisse (Ansa) PAGAMENTI Ecco, ieri Jacques Brunel era molto ma molto, come dire, contrariato. Ad esempio: «Evidentemente questo è il prezzo che dobbiamo pagare per imparare e continuare il percorso già iniziato per crescere. Però oggi il conto è stato fin troppo alto. Lo dico: non dobbiamo più pagare così tanto». Benissimo, però si poteva immaginare che la Scozia giovane e dinamica, già capace di battere australiani e sudafricani pochi mesi fa, giocasse così. Quindi? «Quindi non siamo stati capaci di capire, di adattarci, di trovare alternative». Punto. Ieri a Brunel non è stato possibile scucire altro. La sensazione è che tutto il resto se lo diranno in privato. LENTEZZE L’unico a offrire qualche riflessione più strutturata e complessa è Parisse. Ad esempio: «I nostri mediani, e dico tutti e due, non sono riusciti a costruire giocate efficaci. Ma non è colpa loro, non tutta. Il problema è che dalle mischie, e mi riferisco a maul e ruck, abbiamo tirato fuori palloni sporchi e lenti. Difficile uscirne in maniera brillante, quando gli altri s’infilano dappertutto e ti hanno già chiuso lo spazio necessario per muoverti». L’ARBITRO Qualche sassolino, tutto sommato, Parisse s’è l’è tolto: «Certo è che quando giochi contro una squadra che nei raggruppamenti mette le mani sui palloni in tuo possesso ed è aggressiva al limite del regolamento e qualche volta anche oltre, ecco, in quelle situazioni non riesci a imporre il tuo gioco. Certo, l’arbitro ha consentito agli scozzesi cose un po’ strane. Però noi non siamo stati abbastanza bravi e svegli per capire e farlo anche noi. Oppure per trovare le contromosse giuste». LA TESTA Parisse chiude con un personalissimo schieramento a difesa accanita dell’intero gruppo: «Chi ha detto che ci siamo montati la testa dopo la vittoria sulla Francia? Il risultato di oggi vi fa pensare questo? Beh, chiunque abbia avuto questa impressione, sbaglia. Non è così, proprio per niente. Non abbiamo sottovalutato gli scozzesi, mai. Ammetto che oggi abbiamo giocato troppo e in modo poco efficace, che non abbiamo adattato la nostra strategia alla situazione che abbiamo trovato, che si poteva fare altro, meglio. Ma presuntuosi no, non lo siamo. E nemmeno “mosci”. Dateci due settimane per riflettere e trovare la soluzione giusta per affrontare il Galles. All’Olimpico, davanti alla nostra gente. Poi ne riparliamo». Già, il Galles: ieri ha ribaltato la Francia (16-6) e l’ha fatto a Parigi. Altro esame di maturità? G.AL. © riproduzione riservata


Il Galles piega la Francia RISULTATO interessante a Parigi: i francesi, battuti dal Galles che rialza la testa dopo una lunga crisi, sono in coda alla classifica. Non succede spesso. Oggi a Dublino il duello fra le due favorite. Seconda giornata. Ieri Scozia-ITALIA 34-10; Francia-Galles 6-16. Oggi (16) Irlanda-Inghilterra. Classifica: Inghilterra, Irlanda, ITALIA, Scozia e Galles 2; Francia 0. Terza giornata. Sabato 23 febbraio: ITALIA-Galles (Roma, 15.30) e Inghilterra-Francia (Twickenham, 18); 24 febbraio: Scozia-Irlanda (Murrayfield, 15). Quarta giornata. Sabato 9 marzo: Scozia-Galles (15,30) e Irlanda-Francia (18); 10 marzo: Inghilterra-ITALIA (Twickenham, 16). Quinta giornata. Sabato 16 marzo: ITALIA-Irlanda (Roma, 15,30); Galles-Inghilterra (18) e Francia-Scozia (21)


LA PARTITA Quei 70 metri di Hogg e le altre tre mete subite SCOZIA-ITALIA 34-10 SCOZIA: Hogg (31’ st Evans); Maitland, S. Lamont, Scott, Visser; Jackson, Laidlaw (35’ st Pyrgos); Beattie, Brown (30’ st Denton), Harley (cap); Hamilton (26’ st Kellock), Gray; Murray (30’ st Cross), Ford, Grant (19’ st Low). All. Johnson. ITALIA: Masi; Venditti, Benvenuti, Canale, McLean; Orquera (7’ st Gori), Botes (7’ st Burton); Parisse, Favaro (27’ st Derbyshire), Zanni; Minto, Geldenhuys (19’ st Pavanello); Castrogiovanni (23’ st Cittadini), Ghiraldini (19’ st Giazzon), Lo Cicero (19’ st De Marchi). All: Brunel. ARBITRO: Peyper (Rsa). MARCATORI. Pt: 15’ cp Laidlaw (3-0); 24’ cp Laidlaw (6-0); 29’ m Visser tr Laidlaw (13-0); 39’ cp Orquera (13-3). St: 3’ m Scott tr Laidlaw (20-3); 8’ m Hogg tr Laidlaw (27-3); 29’ m Lamont tr Laidlaw (34-3); 33’ m Zanni tr Burton (34-10) NOTE. Spettatori 50.247. Calci: Sco 6/6 (Laidlaw tr 4/4, cp 2/2); Ita 2/3 (Orquera cp 1/2; Burton tr 1/1). Touche: Sco 13/15; Ita 10/11. Mischie: Sco 4/5; Ita 9/9. Placcaggi Sco 146/158; Ita 58/70. Ruck/maul: Sco 48/52; Ita 91/97. Possesso: Sco 38%; Ita 62%. Ball carries: Sco 65; Ita 143. Offload: Sco 8; Ita 13. Cartellino giallo (esp. 10’): Cross (80’ st) MAN OF THE MATCH: Laidlaw (Sco)


La Scozia umilia l’Italia Il ct Brunel la boccia GUIDO ALESSANDRINI EDINBURGO. Bocciati. Se quel che dice un tecnico navigato ed esperto come Jacques Brunel ha un senso - e Jacques Brunel “è” un tecnico navigato ed esperto, avendo portato l’Italia a una grande vittoria contro la Francia non più tardi di una settimana fa - ebbene, la squadra vista vista ieri cade sotto la ghigliottina che il ct ha preparato, con logica implacabile ma assolutamente lineare, pochi giorni fa. Il concetto era: ottimo il debutto con i Galletti, ma la sfida alla Scozia sarà un esame di maturità. Ieri, sotto il bigio cielo del Murrayfield Stadium tradizionalmente spazzolato dal gelo che arriva dalle Highlands, la sentenza è stata 34-10 Per gli azzurri la per loro. Ovvero il nostro peggior risultato - contro gli scozzesi - in questi 14 Sei Nazioni. peggior sconfitta di La sentenza tattico-fisico-strategica è stata ancora peggiore: gli altri hanno dominato e gli sempre contro gli azzurri sono spariti, al di là di certe analisi statistiche di cui diremo più avanti. Insomma un scozzesi crollo, uno sprofondo, un’assenza improvvisa e appunto - se di esame di maturità si trattava - una bocciatura. CHE INIZIO Capita che per la messa in moto ci sia bisogno, certe volte, di qualche minuto di riscaldamento. Riavvolgendo il nastro della partita si rivede la nostra difesa in comoda attesa della linea scozzese proiettata in avanti a velocità supersonica. Già nei primi sette minuti. Teoricamente: i medesimi sufficienti a Orquera e Parisse per centrare la prima meta contro i francesi. Ma gli scozzesi vivono quassù nel grigio e al freddo e hanno anche cambiato ct dopo un orribile novembre di test match disastrosi. E ancora: vivono quassù in un momento di evidente difficoltà rugbystica, con l’aggiunta - buon peso - di una terrificante randellata presa una settimana fa dagli inglesi. Gli restava l’Italia per salvare almeno la faccia. Quindi hanno chiamato a raccolta il pubblico (Murrayfield praticamente pieno), le cornamuse, un gruppo rock infernale, la principessa Anna scesa in campo a far coraggio ai ragazzi, fiamme e fuochi e fumi di contorno, il cannone da 105 millimetri fatto sparare appena prima della partita e anche i rangers scesi dal tetto lungo le corde a dimostrare abilità e coraggio. Per farla breve: ieri la Scozia è andata in guerra. Metafora agonistica, s’intende, ma questa era la sostanza. E quella Scozia lì ha trovato, dall’altra parte, l’autoblindo azzurra con il motore scarburato e le marce bloccate. Quella linea di difesa tartarughesca dei primi minuti è poi durata per l’intero match e la medesima A una settimana lentezza è stata trasferita in tutte le laboriose, faticose, complicate e per conseguenza dalla vittoria sulla imprecise fasi di gioco tentate - con costanza tutto sommato apprezzabile, ma inutile Francia, la dall’inizio alla fine. Nazionale lenta, STRANI NUMERI Le analisi statistiche messe a punto dagli esperti offrono un quadro macchinosa e interessante che dà il 62 per cento del possesso di palla e dell’occupazione del territorio spenta, crolla a avversario all’Italia. Che ha dominato - sempre statisticamente - anche ruck e maul, oltre Murrayfield ad avere inventato la bellezza di 13 cosiddetti offload (è quando un giocatore, ormai placcato, riesce a riaprire il gioco lanciando un compagno). Vista così, sarebbe una partita dominata dall’Italia. In realtà è successo il contrario perchè tutto quel gran lavoro è stato eseguito a velocità ridotta, dando quindi agli uomini della mischia avversaria - feroci come tigri affamate - tempo e modo di rovinare tutto, di bloccare e sporcare, di disturbare, rubare, anticipare e ripartire. E se i palloni riconquistati dai blu arrivavano - come sono arrivati - fra le mani di due mediani elettrici e precisi come Jackson e soprattutto Laidlow (il migliore in assoluto) che avevano a disposizione centri aggressivi e due ali nuovissime e dotate di turbina ( Visser , nato olandese, è una forza della natura) ecco che la corrente, per Parisse e i suoi fratelli, non arriverà mai. Infatti non è arrivata: quattro mete scozzesi tra intercetti, slalom, fughe anche di 70 metri ( Hogg , scippando un passaggio di Orquera che poteva lanciare Benvenuti fra i pali) e una rapidità nell’anticipare gli azzurri quasi imbarazzante. ALTERNATIVE Non è chiaro se si sia trattato semplicemente dell’incapacità degli azzurri di cambiare strategia oppure di una condizione fisica improvvisamente crollata (su cui riflettere). Forse entrambe. Comunque sia: la squadra non è ancora stabile né solida. Restano due settimane per la prossima (Galles) e tre partite in tutto per capire se la nuova era è davvero cominciata oppure se la vittoria sulla Francia è stata soltanto una bella giornata da dimenticare. © riproduzione riservata




Ghedina lancia Paris «Per lui è solo l’inizio» PAOLO VIBERTI SCHLADMING. Sulle pagine di Tuttosport di ieri, l’indiscusso primattore degli ultimi dieci anni di discesa, lo svizzero Didier Cuche , ci aveva detto che Dominik Paris diventerà il suo erede e sarà in grado di svettare nelle gare di velocità per i prossimi dieci anni, essendo soltanto 23enne, un’età relativamente molto acerba per una specialità difficile come quella della discesa. Ieri attraversando il centro di Schladming, dal centro stampa dello Stadtplatz allo Chalet Italia, dove s’è fatta festa grande Kristian: in un avvolgente clima da Bel Paese, abbiamo SCHLADMING. Dominik Paris «Quest’anno può già incontrato il discesista italiano più vincente in Coppa, il in volo, un esempio di stile e vincere la coppa di gardenese Kristian Ghedina , ultimo argento mondiale potenza. A 23 anni, il futuro specialità» prima di Paris nonché vincitore di 13 prove per della discesa libera è suo (Ap) complessivi 33 podi in gare per la Sfera di Cristallo. Attualmente il bellunese segue il croato Ivica Kostelic , allenandolo nelle discipline veloci. Il “Ghedo” ha parlato volentieri di Paris: «Assomiglia un po’ a me e un po’ a Mair . Di me ha la capacità di districarsi nelle situazioni difficili, di Much la potenza del fisico statuario. E’ uno giusto, perché ogni anno ha saputo fare un importante passo in avanti nella qualità. Lo vidi per la prima volta nel 2010, ai tempi di Vancouver, e mi pareva grassottello. Lo ritrovai dopo mesi e il suo fisico si era trasformato: sempre potente, ma al posto del grasso aveva messo massa magra che garantisce potenza. Adesso sta esplodendo, perché non è facile vincere a Bormio e a Kitzbühel, salendo poi sul podio di un Mondiale nella stessa stagione. E teniamo presente che ha solo 23 anni». Insomma, dove può arrivare Paris? «Può entrare nella... storia, diventando il primo italiano a vincere la Coppa del Mondo di discesa libera. Neppure io ci riuscii, perché arrivai tre volte secondo. Ma lui attualmente è in testa e può tenere quella posizione sino alla fine. E sarebbe una vera impresa». TECNICI Entusiasti di Paris sono anche i tecnici azzurri. Primo fra tutti è il ct Claudio Ravetto : «Era giusto che questo gruppo della velocità raggiungesse una medaglia meritata per quanto fatto vedere Il ct Ravetto: «La durante tutta la stagione. La vera forza di Paris è che si diverte moltissimo e questo a forza di Dominik è volte fa la differenza. In più, Dominik è riuscito in fondo a non accusare i due minuti di che si diverte fatiche continue. Ringrazio tutto lo staff di prim’ordine che ha reso possibile questo moltissimo e risultato e la Fisi che ci sostiene nel modo migliore». Arriva Gianluca Rulfi , il tecnico della questo a volte fa la velocità: «Bravissimo, ha ceduto solo a un avversario che ha fatto la gara perfetta. E’ il differenza». Rulfi, giusto premio per il lavoro fatto da tutto il gruppo. Paris? Nessun traguardo gli è tecnico della velocità: «Nessun precluso». traguardo gli è AZZURRI Meno bene del previsto gli altri moschettieri. Nell’ordine di piazzamento, ecco precluso» per primo Peter Fill : «Dominik ha tenuto alta la bandiera della nostra squadra. Le prove non mi avevano dato buone sensazioni, non sapevo bene cosa fare, ho provato a rischiare ma nel secondo di due salti sono andato un po’ lungo e ho dovuto sterzare: peccato, perché ero sui tempi di Poisson (terzo, ndr). Ora valuteremo se prendere parte alla supercombinata, perché il polso mi fa male». Christof Innerhofer è stato vinto dalla scarsa visibilità: «Ho fatto fatica da subito, quando non vedo i dossi perdo energia e sicurezza perché non capisco dove mi trovo. Ho intuito dopo poche porte che non sarebbe stata una grande giornata, alla fine mi è andata quasi bene che non mi sono fatto male. Riguardandomi al video faccio quasi fatica a riconoscermi. Adesso la supercombinata è l’ultima occasione per cercare un buon risultato, ma la vedo dura perché in slalom sarà una guerra contro i pali». Chiusura con Werner Heel : «Purtroppo non vedevo tanto bene e mi sono stancato di più rispetto alle prove perchè ero in situazione passiva. Sono molto contento per la medaglia di Paris, sta facendo una stagione straordinaria, se la merita». © riproduzione riservata


ANATOMIA DI UN DISASTRO L’Austria perdente per salvare i cocci è tutta su Hirscher SCHLADMING. Una sola medaglia dopo quattro gare sulla pista di casa. E soprattutto zero-podi-zero nella discesa libera maschile di ieri, la disciplina più amata: quarto uno sconsolato Klauss Kroell; fuori pista uno dei favoriti, Hannes Reichelt; 13° Mayer; 23° e in lacrime Max Franz, infortunatosi prima della gara a un legamento del ginnochio ma schierato lo stesso al via per impossibilità di operare un cambio: l’intera Austria è in lutto e tutto il sistema sci - che è paragonabile al calcio di serie A italiano - è stato messo sotto accusa. Nei due superG, nella combinata donne e appunto nella libera maschile di ieri la nazione regina dello sci alpino ha raccolto solo un misero bronzo con l’anziana e rediviva Nicole Hosp, nella prova multipla di venerdì. SCHLADMING. Ieri c’erano Una realtà inaccettabile, uno smacco, un’onta, una vergogna. Così almeno la 48.000 spettatori sulle tribune dipingono oggi i giornali del Paese organizzatore. (Ansa) ENTUSIASMO Tanto per far capire che cosa sia lo sci in Austria, ieri la circolazione sia da Salisburgo che da Graz in direzione Schladming si è paralizzata sin dal primo mattino. Sulle tribune c’erano 48.000 spettatori, altri 5.000 erano rimasti negli spazi antistanti perché privi del biglietto. Bagarini in azione e tagliandi in vendita anche a 200 euro. Entusiasmo pazzesco, perché un austriaco su due mette gli sci ai piedi. E’ come se in Italia ci fossero.... trenta milioni di praticanti. Un’altra differenza tra noi e loro è che qui si scia con qualsiasi meteo: neve, pioggia, vento, gelo, tormenta.... HIRSCHER E adesso non vorremmo essere in Marcel Hirscher, il grande folletto delle prove tecniche, perché su di lui peserà un macigno di responsabilità. Proprio “Marcellino” l’altro ieri è rimasto vittima di una sterile polemica che conferma il nervisismo in casa Austria. Dopo non aver disputato il superG di mercoledì per concentrarsi su gigante e slalom, Hirscher ha inviato un post su Facebook e su Twitter al suo avversario Ted Ligety, l’americano che ha trionfato proprio in quella prova: «Complimenti @tedligety, sei un ragazzo eccezionale, avrei voluto io fare una gara come la tua!». Tutto ciò ha mandato su tutte le furie i giornali austriaci che ieri accusavano Marcel di aver avuto paura ad affrontare una gara dove il suo principale avversario nel gigante ha addirittura vinto. Il direttore tecnico del Wunderteam, Mathias Berthold, ha subito preso le parti dell’atleta: «Non aveva un allenamento specifico, si sarebbe potuto far male: giustissimo non farlo correre». PROCESSO Insomma, Hirscher fa da capro espiatorio a una situazione delicatissima. Il settore maschile austriaco può ancora sperare in un podio con Raich in superK, con Hirscher in gigante e speciale, ancora con Matt tra i pali stretti. Davvero poco per una super corazzata. Intanto i media chiedono rivoluzione nei tecnici e anche nella federazione. E tutto ciò a un solo anno dai Giochi di Sochi 2014. P.VIB. © riproduzione riservata


Svindal, una giornata da fenomeno Brinda all’ottava medaglia iridata SCHLADMING. (p.vib.) Discesa massacrante, per uomini potenti: sul podio finiscono tre pezzi di marcantonio, gli unici che non siano stati... invasi dall’acido lattico negli arti inferiori durante la parte finale del terribile percorso, dove si è fatta la differenza: il norvegese Aksel Lund Svindal azzecca la libera perfetta e festeggia l’ottava medaglia in carriera in un Mondiale. L’unico ad aver sciato sui livelli del vichingo è stato il nostro Paris: grazie a lui, l’Italia ritrova l’argento in una discesa iridata a distanza dopo 17 anni (Ghedina a Sierra Nevada ‘96; l’ultimo podio fun invece il brono di Innerhofer a Garmisch 2011). Completa il podio il francese David Poisson, che prima di ieri aveva al massimo un 4° posto nell’ultima Streif. Così così gli altri azzurri: 12° Fill con problemi al polso sinistro, 14° Innerhofer vinto dalla scarsa visibilità e 16° Heel. DISCESA uomini: 1. Aksel Lund Svindal (Nor) 2’02”91; 2. Paris (Ita) a 46/100; 3. Poisson (Fra) a 97; 4. Kroell (Aut) a 1”35; 5. Romar (Fin) a 1”36; 6. Zurbriggen (Svi) a 1”37, 7. Kueng (Svi) a 1”54; 8. Defago (Svi) a 1”59; 9. Hudec (Can) a 1”67; 10. Theaux (Fra) a 1”71; 11. Sporn (Slo) a 1”76; 12. Fill (Ita) a 1”86; 13. Mayer (Aut) a 1”95; 14. Innerhofer (Ita) a 2”08; 15. roger (Fra) a 2”14; 16. Heel (Ita) a 2”18. PROGRAMMA Oggi ore 11 discesa donne; ore 13.30 test discesa per combinata uomini.


TENNIS / FED CUP ITALIA-USA 1-1 Cade la Vinci: adesso diventa dura Roby (crampi), rimonta da 1-5 nel 3° set contro la Lepchenko ma poi crolla. Oggi giocherà solo il doppio? PIERO VALESIO

SPERIAMO che la situazione non si complichi. Diciamolo: ben prima che Sara Errani scendesse in campo a Rimini contro la Hampton si era tutti più o meno convinti che contro le seconde (e terze) linee di cui dispone quella leggiadra signora che risponde la nome di Mary Jo Fernadez non ci sarebbe stata partita. Che Errani e Vinci al doppio, disciplina di cui sono maestre, non ci sarebbero nemmeno arrivate visto che in singolare avrebbero avuto vita facile contro le succitate seconde e terze linee. Ora invece siamo qui ad augurarci che Roberta recuperi in fretta, che il dolore alla gamba destra (crampi) che ha accusato nel terzo set di ieri e che ne ha limitato gli scatti in avanti, scompaia o di suo oppure grazie alle terapie del professor Parra. Perché se così non fosse dato che abbiamo comunque bisogno di due punti dovremmo fare a meno della Vinci sia in singolare sia in doppio che in Fed Cup si gioca come ultimo incontro. Però questa è una prospettiva fortemente negativa, anzi la più negativa possibile dunque per il momento mettiamola da parte. BEFFA La sconfitta di Roberta Vinci è arrivata nel modo più beffardo possibile, al termine di un match che Gianni Brera avrebbe definito improntato Roberta Vinci, 29 anni: è la all’etica del ciapanò: vince chi alla fine proprio non può evitarlo. Una Vinci numero 16 Wta (AP) molto negativa era già nello spogliatoio essendo sotto 1-5 nel terzo set. Risultato maturato soprattutto per «colpa» del colpo migliore e più affascinante di Roberta: il rovescio slice che impedisce a molti picchiatrici quadrumani di appoggiarsi e picchiare. Quello stesso rovescio pareva invece incapace di far male alla Lepchenko, si arenava senza peso spesso poco oltre l’area del servizio. Per cui l’americana di origine uzbeka riusciva con agio ad aver ragione dell’azzurra, nel cui animo la rabbia si faceva sempre più strada. Poi Roberta ha ricominciato a giocare, l’americana ha deciso che non le sarebbe piaciuto vincere facile (i misteri dell’animo umano e di quello femminile in particolare sono spesso imperscrutabili) e le due si sono ritrovate sul 5-5. Il ciapanò è continuato e Roby ha perso. PRONOSTICI Cose che possono succedere quando si gioca a squadre. In fondo c’è più da stupirsi quando a fronte di un pronostico molto sbilanciato quel pronostico viene rispettato e non succede nulla di strano. In fondo pure nella finale di San Diego perdemmo un match (protagonista la Schiavone) che in altre circostanze non avremmo mai perso. In fondo chi gioca per gli Stati Uniti (anche se quel suolo non è nato visto che la Hampton ha iniziato la sua avventura umana in Germania) potrebbe essere legittimamente stufo e strastufo di dover sputare sangue per passare un turno mentre le titolari se la spassano al sole. E dunque, almeno, cerca gloria. Di gloria ne ha però trovata pochissima la Hampton contro una Errani solida e serena che ci ha regalato il primo punto. Ora l’importante è che la Vinci si ripresenti oggi in condizioni accettabili. Esiste anche la possibilità che Barazzutti, qualora nutra dei timori sulle condizioni di Roberta, la sostituisca con la Knapp nel secondo singolare risparmiando la tarantina per il doppio. Corrado può prendere una decisione definitiva fino ad un’ora prima del match. RISULTATI. Italia- Usa 1-1 Errani b.Hampton 6-2 6-1; Lepchenko b. Vinci 2-6 6-4 7-5. Rep Ceca-Australia 2-0: Kvitova-Gaidisova 7-6 (2) 6-3; Safarova b.Stosur 7-6 (6) 7-6 (4). Russia-Giappone 1-1: Kirilenko b. Date Krumm 7-6 (3) 6-4; Morita b. Makarova 6-2 6-2.; Serbia-Slovacchia 1-1: Hantuchova b. Jovanovski 7-5 6-2; Dolonc b.Cibulkova 4-6 4-5 rit. PROGRAMMA DI OGGI: Ore 13.30: Errani-Lepchenko. A seguire Vinci-Hampton e il doppio. Diretta Raisport2 © riproduzione riservata


LA LEADER AZZURRA Errani non trema mai «Sono a casa mia» GIANLUCA STROCCHI

RIMINI. Il sorriso di Sara Errani e il volto teso di Corrado Barazzutti. Ecco le due facce dell’Italtennis in rosa nella prima giornata della sfida di Fed Cup. Roberta Vinci, “trattata” a lungo dopo i crampi accusati nel finale del match perso con Varvara Lepchenkos, affida il suo pensiero infatti alle parole riportate dagli addetti stampa federali. «Sono molto dispiaciuta per la sconfitta, ma ho dato tutto - il commento della tarantina - Sono crampi determinati dalla tensione del match, quindi spero di poter recuperare ed essere regolarmente in campo nella seconda giornata». Non ha dubbi in tal senso Corrado Barazzutti, che archivia il sabato riminese con il timore di uno scherzetto di Carnevale a stelle e strisce. «Spero che Roberta possa farcela - l’auspicio del capitano azzurro - Pur non essendo molto incisiva e subendo l’iniziativa dell’avversaria, ha lottato con tenacia e compiuto un grande sforzo nel 3° set per recuperare, poi pagandolo nel momento decisivo in termini di lucidità. Certo avrei preferito chiudere la prima giornata sul 2-0 per noi, però siamo pronti per conquistare i punti che ci servono». A caricarsi sulle spalle il team tricolore dovrà essere dunque Sara Errani, contando anche sull’incitamento dei tifosi romagnoli (un centinaio arrivati dalla sua Massa Lombarda, con striscioni vari). «Ho giocato un buon match, concentrata e solida sino alla fine - sottolinea Sarita - direi uno dei migliori di questo 2013. Emozione? Beh, all’inizio un po’ c’era, ma sono riuscita a gestirla e anche questo è motivo di soddisfazione. Mi sono trovata bene, la terra mi piace anche perché riesco ad esprimere al meglio il mio gioco». E su questo fa affidamento l’Italtennis in rosa.


DISCESA FEMMINILE ALLE 11 SU RAISPORT 1 La Maze in picchiata sull’oro Fenninger, Riesch e Gut contro la slovena. Fra le azzurre occhi puntati sulla Goggia SCHLADMING. (p.vib.) Nell’ultima prova cronometrata in vista della discesa di stamane (ore 11) l’americana Stacey Cook ha messo in riga la francese Marion Rolland e l’austriaca Stefanie Moser in un test pieno di defezioni e dunque assai relativo per il forfeit di ben 29 iscritte. Fra le assenti c’erano anche le nostre Elena Fanchini, Sofia Goggia e Daniela Merighetti, così al cancelletto di partenza si sono presentate soltanto Nadia Fanchini (11°posto e oggi quarta azzurra) ed Elena Curtoni (19°, ma non correrà). Favorita per stamane la slovena Tina Maze, che cercherà il terzo podio di questi Mondiali: contro di lei ci proveranno Fenninger (Aut), Riesch (Ger), Gut (Svi), Cook (Usa), Sterz (Ger), Rolland (Fra), nonché le nostre Merighetti e Goggia. Sofia Goggia, 20 anni, è la Quest’ultima ha debuttato in questo Mondiale, dove ha già incredibilmente rivelazione azzurra (Ap) raccolto un quarto i superG e un settimo in combinata. A soli venti anni. PETTORALIPettorali discesa donne, stamane ore 11: 1 Brodnik, 2 N.Fanchini, 3. Moser, 4 Fischbacher, 5 Hronek, 6 Goggia, 7 Stuhec, 8 Smith, 9 Gisin, 10 Fenninger, 11 Gut, 12 McKennis, 13 Goergl, 14 MarchandArvier, 15 Kamer, 16 Riesch, 17 Mancuso, 18 Merighetti, 19 Cook, 20 Maze, 21 Weirather, 22 Rolland, 23 Sterz, 24 E.Fanchini, 25 Sejersted, 26 Krizova, 27 Ruiz Castillo, 28 Mikos, 29 Coletti, 30 Kaufmann. Al via 41 atlete. Diretta tv RaiSport 1. SVINDAL: «NON C’E’ DOPING»Intervistato dopo la conquista della sua medaglia d’oro in discesa, che si aggiunge al bronzo conquistato in superG, il norvegese Aksel Lund Svindal ha risposto a molte domande inerenti il doping: «Sento anch’io quello che accade dappertutto, nel ciclismo ma anche nelle partite di calcio sulle quali si scommette. Se dico che nello sci il doping non esiste, voi mi darete dell’ingenuo. E invece io sono convinto che l’epo non venga utilizzata, forse anche perché non serve proprio. E poi ci sono troppi fattori che incidono sulla prestazione. No, credetemi, i nostri risultati non risentono dell’intervento della chimica». AZZURI “SUDTIROLESI”Peccato di sciovinismo dell’Austria: durante l’estrazione dei pettorali della discesa maschile, venerdì sera a Medal Plaza, i componenti del nostro quartetto (Christof Innerhofer, Peter Fill, Werner Heel e Dominik Paris) sono stati presentati come rappresentanti del Sudtirolo e non come italiani. © riproduzione riservata


Con Zoeggeler festa completa LAKE PLACID. Risultato storico dello slittino italiano e porprio nella stagione più difficile. Sulla pista americana di di Lake Placid che ha sempre sorriso ai colori azzurri l’assenza del dominatore tedesco Felix Loch e della squadra russa ha scatenato il riscatto dei nostri atleti che hanno addirittura riempito il podio con un tris da guinness dei primati. Il più forte slittinista di tutti i tempi, Armin Zoeggeler, è ritornato al successo recuperando nella seconda manche un ritardo di 48/1000 nei confronti del giovane compagno Dominik Fischnaller, mentre terzo è finito l’altro azzurro David Mair. Quarto si è piazzato il norvegese Norbech, che in carriera aveva centrato soltanto un paio di volte la top ten. Giornata negativa, invece, per gli altri slittinisti tedeschi, il primo dei quali, Ralf Palik, ha chiuso al settimo posto mentre peggio di lui hanno fatto David Moller (9°), Johannes Ludwig (13°) e Andi Langenhan (14°).


«Una grande gioia ma la perla è Kitz» PAOLO VIBERTI SCHLADMING. In tribuna papà Alberto e mamma Anna hanno rischiato un colpo per l’emozione mentre il figliolo, il 23enne Dominik Paris, scendeva come una valanga impazzita lungo il pendio ghiacciato della Planai. Secondo posto, argento. Ma trattandosi di Paris, è argento vivo, perché premia un ragazzo simpatico e pieno di vita, che suona il basso in un gruppo metal e che ogni tanto ama rifugiarsi in vetta alle sue montagne con PARIS «Kitzbühel è la compagnia delle sole, amate vacche. Un podio la storia. Svindal è strameritato, tra l’aureo norvegese Svindal e il bronzeo stato quasi perfetto» semi-carneade Poisson. Prima Bormio, poi Kitzbuehel e adesso l’argento al Mondiale. Paris, che effetto fa? «Grande soddisfazione, significa che ho lavorato bene, ma io resto quello di sempre, un ragazzo di montagna che ama la vita tranquilla con gli amici». Vita tranquilla? Non si direbbe, almeno a stando a coloro che l’hanno vista suonare il metal... «Quella è una passione, come le mucche, gli amici, la birra e le mie montagne». Ma se lo sarebbe aspettato, prima del via? «No, perché dopo le prove mi ero reso conto che stavo commettendo troppi errori. Sapevo che avrebbe vinto chi fosse riuscito a scendere senza pecche. E non ero certo di riuscirci». Lo Svindal visto in questa discesa era imbattibile? «Nessuno lo è, ma lui è andato assai vicino alla perfezione». E lei, invece? Che cosa aveva in mente dopo il traguardo e pochi istanti prima di vedere il tabellone? «Ho pensato che avevo tenuto un po’ troppo nella parte centrale e che avrei potuto rosicchiare ancora qualcosa al cronometro». Insomma, si poteva fare meglio? «Si può sempre fare meglio». Non è del tutto soddisfato? «No, non dico questo. Ma se dovessi ripartire forse «Non me lo “terrei” un po’ di meno nella prima parte». aspettavo, nelle Perché, invece, lo ha fatto? prove commettevo «Perché sapevo che la discesa si sarebbe decisa troppi errori. Io nell’ultimo settore, quando tutti arrivavano con le erede di Cuche? Non so, sono Paris gambe a pezzi. Lì Svindal è stato il più bravo». Aperto il cancelletto, che cosa è accaduto? e basta» «Mi sono detto: stai leggero, doma le gobbe e tieni energie per il finale. Così ho fatto». Bormio, Kitz e argento: quale sceglie? «Sempre Kitz. Perché è la storia». E la dedica a chi va? «A tutti coloro che hanno reso possibile questo exploit. E alla Forestale, che mi ha preso nel suo gruppo sportivo, togliendomi l’assillo di dover lavorare d’estate per guadagnarmi da vivere». E chi sarebbe oggi Paris se non fosse diventato un campione di sci? «Probabilmente sarei un cuoco, ma non perché so cucinare. E’ che mi piace mangiare». Cuche dice che lei è il suo erede, il velocista di riferimento dei prossimi dieci anni... «Lo ringrazio,ma io voglio restare soprattutto me stesso». E adesso? «Una cosa per volta: prima la gara della supercombinata, poi la classifica per la Coppa di specialità (Dominik è in testa, ndr) e poi l’anno prossimo Sochi. Ma solo una cosa per volta. E prima il riposo, perché ho le gambe a pezzi». A Vancouver 2010 ci parlò di lei Erwin Stricker, che oggi non c’è più: era pronto a giurare che lei sarebbe diventato il migliore...

Uno spettacolare passaggio di Svindal (Ap) DOMINIK PARIS è nato il 14 aprile 1989 a Merano e abita a Lana (Bz). Appartiene al Gruppo Sportivo Forestale e ha esordito in Coppa del Mondo il 19 dicembre 2008 nel


«Erwin mi ha aiutato molto. E come lui anche altri: li ringrazio tutti, non sarei qui senza il loro appoggio». © riproduzione riservata

Mondo il 19 dicembre 2008 nel superG della Val Gardena. Dopo poco più di due anni, il 29 gennaio 2011, è arrivato il primo podio con il secondo posto nel superG di Chamonix. Ha disputato 68 gare in Coppa, vincendo sinora due volte, in questa stagione a Bormio e Kitzbühel La fatica dipinta sul volto di Christof Innerhofer (Ap) Klaus Kroell deluso, per l’Austria un disastro (Ansa)


COPPA EUROPA SuperG a La Thuile Kilde concede il bis IL SOLE ed un grande freddo ieri hanno salutato la seconda giornata di superG di Coppa Europa a La Thuile (AO). Straordinaria la pista 3-Franco Berthod che ha incoronato nuovamente il norvegese Aleksander Kilde, due vittorie in due giorni. Ora è lui il re di Coppa Europa anche nella generale. Gara veloce e pista tirata a lucido e capace di favorire l’austriaco Christian Walder, che si è messo dietro il connazionale Kriechmayr, secondo venerdì e secondo in Coppa Europa. Gran giornata per l’azzurro Luca de Aliprandini, buon quarto. È “saltato” invece l’atteso Paolo Pangrazzi e così il secondo italiano è risultato Silvano Varettoni (17°). Ora La Thuile guarda alla candidatura 2015/16 della Coppa del Mondo femminile sulla pista definita la “Streif” delle donne.

Doppietta a La Thuile con il norvegese Kilde (Newspower)


Il podio: Paris, Svindal (Nor) e Poisson (Fra) (Ansa)





TUTTONOTIZIE RALLY OGIER COMANDA IN SVEZIA(e.gu.) E’ sempre Sebastien Ogier, con la Polo Wrc, a dominare il Rally di Svezia. Al termine della terza tappa il francese è riuscito a mantenere la propria leadership sul connazionale Sebastien Loeb, il quale accusa un ritardo di 26”9. Nella giornata di ieri è da sottolineare l’ottima prova di Mads Ostberg, che con la Ford Fiesta è riuscito a sopravanzare Latvala. Oggi la conclusione, con sei prove speciali in programma. Classifica: 1 Ogier-Ingrassia (Volkswagen Polo Wrc) in 2h18’22”8; 2 Loeb-Elena (Citroen DS3 Wrc) a 26”9; 3 Ostberg-Andersson (Ford Fiesta WRC) a 57”7. PALLANUOTO BRESCIA SEMPRE IN VETTA(e.m.) Serie A1, seconda giornata di ritorno: Brescia-Posillipo 8-5, SavonaCamogli 15-9, Acquachiara-Ortigia 11-7, Promogest-Lazio 14-13, Florentia-Recco 4-12; Nervi-Bogliasco 10-13 (giocata venerdì). Classifica: Brescia 39, Recco 33, Florentia 27, Savona 25, Acquachiara 23, Bogliasco 19, Posillipo 18, Lazio 13, Promogest 12, Ortigia 11, Nervi 9, Camogli 1. SETTEROSA A SEGNO(e.m.) Nella quarta giornata della fase preliminare a gironi della World League, l’Italia ha battuto l’Olanda ad Avezzano (L’Aquila) per 13-10. E con questa vittoria l’Italia ha già ottenuto la qualificazione per la Superfinal in programma nel prossimo giugno. BASKET ITALIANI BENESerata positiva per gli italiani impegnati nella Nba: vincono sia i Chicago Bulls di Belinelli (93-89 in casa di Utah), con l’azzurro che mette a referto 9 punti, sia i Toronto Raptors di Andrea Bargnani che all’overtime superano (in trasferta) 100-98 Indiana. Per il “mago” 14 punti in 29 minuti di gioco. Risultati: UtahChicago 89-93; Miami-LA Clippers 111-89; Cleveland-Orlando 119-108; Atlanta-New Orleans 100-111; DetroitSan Antonio 119-109; Minnesota-New York Knicks 94-100; Oklahoma-Phoenix 127-96; Memphis-Golden State 99-93; Houston-Portland 118-103; Washington-Brooklyn Nets 89-74; Indiana-Toronto 98-100 dts; Charlotte-LA Lakers 93-100. GOLF DONNE, SERGAS CORRE PER IL TITOLO IN NUOVA ZELANDA Giulia Sergas, terza con 139 colpi (71 68, -5) sarà in lotta per il titolo nel giro finale del New Zealand Women´s Open, secondo torneo stagionale del Ladies European Tour che si sta svolgendo a Christchurch. La triestina ha un colpo di ritardo dalle due leader, la coreana Seon Woo Bae (138 - 74 64, -6) e la dilettante neozelandese Lydia Ko (70 68), sedici anni ad aprile e considerata un nuovo fenomeno del golf mondiale. IN SUDAFRICA GAGLI SALE ANCORA Lorenzo Gagli, ottavo con 203 colpi (67 68 68, -12), ha guadagnato tre posizioni e si è portato tra i ‘top ten’ nel Joburg Open, in corso a Johannesburg. E’ salito anche Alessandro Tadini, da 41° a 35° con 207 (67 71 69, -8). Hanno allungato i due sudafricani Richard Sterne (63 65 68) e Trevor Fisher jr (66 62 68), che con uno score complessivo di 196 (-19) hanno cinque colpi di vantaggio sugli inseguitori. In tv: diretta dalle ore 11.30 alle 15.30 su Sky Sport 2. ATLETICA RIGAUDO A GENOVAw.b.) Elisa Rigaudo si rimette in marcia. Dopo un mese di allenamenti l’azzurra sarà al via quest’oggi a Genova nel “Trofeo Frigerio” prima prova del Grand Prix 2013. La gara è prevista sui 10 km. Per la prima 20 km Elisa ha già deciso: 17 marzo a Lugano. LA LEVORATO RIPARTE DA UN 7”41 SUI 60 A Padova, nella struttura indoor dello stadio Colbachini, Manuela Levorato ha esordito con un 7”41 sui 60 che la pone alle spalle di Audrey Alloh (7”34) nelle liste italiane stagionali. IPPICA CORSA TRIS(gmc) Aversa trotto: 1. Nobel di Casei (18), 2. Muscles Diamond (13), 3. Nievoz (17), 4. Nishan Gal (11), 5. Nicolags (15). Combinazione tris: 18-13-17 da 487,50 euro. Quartè: 18-13-17-11 da 1.625,22 euro. Quinté: 5-11-15-16-8 da 6.450,33 euro. LA TRIS FESTIVALa Tris festiva di galoppo è (17.30) a Pisa con un handicap sui 2.200 metri con 16 cavalli. La


nostra terna: prevede: Nonna Iole (15), Linchetto (13), Xango (3). Da seguire anche Blu Petraeus (4), Inorato (5), Baratella (9).


PALLAVOLO Perugia passa a Modena e scala la classifica di A1 (l.muzz.) LA SIR Safety Perugia vince a Modena e continua a fare passi da giganti in classifica. La formazione umbra (una sola gara senza punti nel girone di ritorno) supera Casa Modena 3-1, nell’anticipo della 7ª giornata, e aggancia proprio il sestetto di casa al 5° posto. E’ il montenegrino Goran Vujevic, oro a Sydney, quarant’anni il prossimo 27 febbraio, che tiene la Sir ad alto livello (a lui il premio di MVP della partita) con una ricezione di gran spessore (68% di positiva, su 31 ricezioni, ben oltre la metà di quelle di squadra) e una ottima battuta che ha mandato in tilt Deroo e compagni (4 ace, ben tre nel quarto e decisivo set). Modena vanifica, con questa sconfitta, gli exploit con le big. RISULTATI Anticipo Casa Modena-Sir Safety Perugia 1-3 (19-25 25-17 21-25 15-25). PROGRAMMA Oggi, ore 17.30: Cucine Lube Banca Marche Macerata-Itas Diatec Trentino (Diretta RAI Sport 1); ore 18.00: BCC-NEP Castellana Grotte-Copra Elior Piacenza; Bre Banca Lannutti Cuneo-Marmi Lanza Verona; Andreoli Latina-CMC Ravenna; Altotevere San Giustino-Tonno Callipo Vibo Valentia. CLASSIFICA Macerata 41, Trento 40, Piacenza 37, Cuneo 32, Modena 30, Perugia 30, Latina 25, Vibo Valentia 23, Castellana Grotte 20, San Giustino 16, Verona 8, Ravenna 7.


E’ IL NUOVO RESPONSABILE Lauda non ha dubbi sulla Mercedes «Saremo tra le prime tre squadre» SEBASTIAN Vettel è il migliore, ma la Mercedes è tra le candidate al Mondiale. Lo dice Niki Lauda che, da quest’anno, è il responsabile (non tecnico) del progetto tedesco. L’ex pilota austriaco, che in Formula 1 è già stato manager nonché opinionista e commentatore, è anche azionista della squadra (ha il dieci per cento delle quote). Parlando con l’emittente tedesca Rtl si è detto ottimista: «Sono certo che la Mercedes sarà tra le tre squadre più competitive. Ma, a parte i tempi visti nei test, credo che oggi l’auto migliore sia la Red Bull di Vettel: è affidabile e sembra veloce». LUTTO PER COULTHARD La sorella dell’ex pilota David Coulthard, 35 anni, sposata e mamma di una bimba di pochi mesi, è stata trovata morta nella sua casa in Scozia ieri mattina. Secondo la polizia non ci sarebbero motivi per avviare indagini.


Ferrari, si sogna in grande OTTAVIO DAVIDDI

LA PRIMA sessione di test promuove la Ferrari. Le prove invernali non sono mai decisive, lo si è visto tante, troppe volte negli ultimi anni. Ma cominciare la stagione con il piede giusto è importante per una squadra che ha dovuto rincorrere per tutta la scorsa stagione e che, un anno fa di questo tempi, stava scoprendo di avere un’auto piena di problemi (alcuni risolti strada facendo, mentre altri sarebbero rimasti in essere sino alla fine del campionato). Il fatto, dunque, di avere una monoposto efficiente (la F128) fa tirare a tutti un grande sospiro di sollievo. INCENDIO Questo non significa, ovviamente, che vada La F138 va bene, tutto bene. I problemi ci sono, ma ci sono per tutte le ma c’è il problema squadre. E alcune, tra le big, sembrano averne di più. del simulatore La Rossa ha denunciato qualche problema di “acerbo” rispetto ai surriscaldamento, anche se il principio d’incendio che concorrenti c’è stato sull’auto di De la Rosa venerdì scorso non sembra in relazione con questa faccenda, ma con un guasto meccanico. Il limite più grande, come è stato detto dal neo collaudatore spagnolo, ingaggiato per la sua grande esperienza nei settore dei simulatori di guida, è proprio in quest’area. Nel momento in cui sembra superato il problema della galleria del vento (mentre si attende un profondo aggiornamento della struttura di Maranello, la Rossa edizione 2013 è stata pensata interamente in Germania, nella galleria della Toyota), emerge che il simulatore di guida . comprato due anni fa e in piena attività da una sola stagione - mostra dei problemi di “gioventù”. Non che non funzioni (ovvio, è nuovissimo). E’ che la squadra non riesce ancora a usarlo come quelle che l’hanno adottato per prime. ritardo Non è un’indiscrezione o uno spifferata indiscreta. Lo ha detto lo stesso De la Rosa, parlando genericamente di un ritardo di “anni” rispetto alla sua precedente squadra, la McLaren, che usa il simulatore da ormai parecchie stagioni. Il suo compito sarò proprio quello di assistere la squadra nello sviluppo di questo strumento, che sarà fondamentale per lo sviluppo della F138. Nel corso di questi test in pista (i pochi concessi dal regolamento attuale) sono state portate sull’auto alcune novità, che hanno già cambiato il La Ferrari F138, guidata a volto dell’auto rispetto a quella che si era vista all’atto della presentazione. Jerez da Felipe Massa, 32 anni, Molte altre novità sono in attesa di delibera e si è sembrata subito competitiva Nella scia della dovrebbero vedere nella seconda sessione di test, (Liverani) La Lotus E21 ha destato buona impressione Rossa, Lotus e quella cui dovrebbe partecipare Alonso . (Ansa) La McLaren MP4-28, McLaren. Più SCIA In scia alla Ferrari ci sono altre due squadre di meglio con Button che con indietro la punta che hanno ragioni per sorridere. La McLaren e la Perez (Ansa) La Mercedes W04 Mercedes, che ha Lotus. La prima squadra aveva finito la stagione 2012 ha avuto qualche problema di problemi di affidabilità. Stupisce con la migliore auto del lotto e ha cominciato andando troppo (Ansa) la Sauber subito molto forte, specie in una sessione in cui Button ha usato le gomme dure. L’impressione è che l’auto sia veloce, che i tecnici lo sappiano benissimo e che abbiano impostato il loro lavoro nascondendo un po’ il potenziale. Una scelta non sbagliata: preferire la sostanza alla visibilità può garantire qualche vantaggio in più al debutto (metà marzo, Melbourne). meglio ancora la Lotus, velocissima. Ma la scuderia di Enstone deve sempre essere giudicata con un po’ di cautela. I mezzi (economici, soprattutto) sono quelli che sono, non certi gli stessi di squadra come Mercedes o ferrari. E il lavoro di sviluppo dell’auto durante la stagione finisce per risentirne. Lo scorso anno è accaduto così, c’è il timore che possa andare così anche stavolta. SEQUELA Non male, dal punto di vista della concretezza, il rendimento della Mercedes. Ma l’inizio del lavoro è stato complicato da una sequela di guasti, alcuni (quello ai freni che ha costretto Hamilton a una brutta uscita di pista) non proprio di poco conto. Tra le scuderie di vertice è certamente quella che ha più motivi per preoccuparsi, anche se alla fine sono stati percorsi molti chilometri e raccolti parecchi dati che saranno utili da Barcellona in avanti. Hamilton ha tenuto un profilo molto basso. PEREZ Tra le piccole è piaciuta la Sauber che, come sempre, ha azzardato alcune scelte tecniche che sembrano funzionare. Certo, perdere un nome come Perez (che pure nei suoi primi giorni di McLaren non ha fatto impazzire...) qualche effetto non potrà che produrlo. bene anche la Toro Rosso, che ha impresso una netta


svolta tecnica, disegnando un’auto del tutto diversa da quella dello scorso anno. Una monoposto che, per ora, sembra andare forte. Š riproduzione riservata




BATTUTA SASSARI MPS, sempre finale Rimonta Hackett mirco melloni

IN FINALE sempre lei. Tra Varese e la sua prima Coppa Italia dopo 40 anni c’è l’ostacolo più alto, la Montepaschi Siena che ha alzato il trofeo negli ultimi 4 anni e che 7 giorni fa ha sconfitto la Cimberio in A. C’è soprattutto un uomo che Frank Vitucci conosce bene per essere stato il suo primo allenatore da pro in Italia: Daniel Hackett poco alla volta importa nel basket il ruolo di closer, il lanciatore del baseball utilizzato nei finali di gara, quando le energie di tutti sono in riserva, e i suoi lanci fanno la differenza. Dopo l’accelerazione contro Reggio Emilia venerdì, l’azzurro dirige un altro quarto periodo devastante contro Sassari, 12 punti in 10’ con cui Hackett guida Siena che senza Bobby Brown - seduto dal 27’ sul +13 Banco Sardegna - gioca con energia ma pure raziocinio, e stringe in difesa. Tanto che i due Diener negli ultimi 10’ non segnano su azione. Aiutato da Kangur, a lungo dallo stoico Ress (altra botta alla gamba infortunata) e infine da Moss e Janning che riscattano 25’ stentati (17 in due nel finale), Hackett gela Meo Sacchetti, che sognava la finale contro la sua ultima squadra da giocatore. Sul +13 la gara sembra indirizzata, gli esterni titolari di Sassari sfiorano il 50% al tiro e quelli di Siena (Brown, Janning e Moss) hanno 4-25. Ma i cambi Montepaschi sono la variabile decisiva (39 punti contro i 9 dei sardi orfani di Vanuzzo), Hackett si carica la squadra sulle spalle, replica al’ex di turno Thornton, e la sua schiacciata in testa a Ignerski è il simbolo dell’inerzia che gira. L’ex Pesaro troverà poi un gioco da tre. Quinta finale di Coppa Italia in fila, quindicesima consecutiva per un trofeo di Siena, prima con Luca Banchi, che cerca il primo trofeo da capo allenatore MPS. Sacchetti se ne va arrabbiato per il fallo tecnico al 29’. Montepaschi-Banco Sardegna 85-78 SIENA: Brown 8 (1-8 2-5), Janning 10 (2-6 2-4), Moss 13 (4-8 1-4), Sanikidze 4 (2-5 0-1), Eze 11 (5-6); Kangur 11 (2-3 2-4), Ortner (0-1), Hackett 19 (3-6 3-4), Ress 9 (0-1 3-4). All. Banchi. SASSARI: T. Diener 12 (2-9 1-6), D. Diener 9 (4-7 0-3), Thornton 29 (4-7 6-12), Ignerski 6 (1-3 1-5), Easley 13 (4-6); B. Sacchetti 7 (1-2 1-6), Pinton, Devecchi 2 (1-1), Diliegro. All. Sacchetti. ARBITRI: Lamonica, Sahin e Filippini. NOTE: Parziali: 18-16. 38-38. 53-56. da 2: Si 19-44, Sa 17-35. Da 3: Si 13-26, Sa 9-32. Liberi: Si 8-10, Sa 1720. Rimbalzi: Si 38 (12 o, Kangur 7), Sa 38 (12 o, Ignerski e Easley 8). 5 falli: Sanikidze 39’57”. Tecnico panchina SS 29’17”. Spett: 5.271


Varese 14 anni dopo Roberto Nardella

MILANO. Una finale per fare la storia, ma con un occhio anche alla “storia”: l’atto conclusivo delle Final Eight di Coppa Italia quest’oggi vedrà sul parquet del Forum di Assago la capolista del campionato, quella Cimberio Varese che s’è guadagnata il pass grazie all’81-71 conquistato sulla Acea Roma. La storia dice però che Varese perse l’ultimo finale di Coppa Italia giocata nell’anno di grazie 1999 stoppata 65-63 dalla Kinder Bologna. Una stagione che poi si chiuse con lo scudetto della stella. Ieri quest’ennesimo tassello di un’annata piena di similitudini con il 1999, con la Cimberio che Il super play Mike però vuole riscrivere la storia in maniera diversa, Green e Sakota da almeno per quanto riguarda la Coppa Italia. Per farlo favola bloccano Vitucci e i suoi dovranno provare a confermare la L’urlo di gioia di Dusan Roma supremazia mostrata nelle gare con Milano e Roma in Sakota, 2,11 di 26 anni, ieri 21 punti. Nel 2010 ha rischiato di cui Varese s’è vestita da camaleonte per superare due morire (Ciamillo) squadre completamente diverse nella tipologia di gioco e in cui Mike Green ha decisamente dimostrato di essere quantomeno il “secondo” playmaker del torneo: per conquistarsi la palma di miglior cervello della serie A ora dovrà, insieme alla sua squadra, superare lo scoglio di Bobby Brown e della “solita”, ma molto diversa dal passato e assai meno costosa, Siena. SAKOTA L’eroe del successo su Roma ha però nome e cognome ben precisi: Dusan Sakota. A dir poco perfetto, capace di chiudere con 21 punti a referto frutto di un 7-9 totale dal campo e col primo errore al tiro arrivato quasi alla fine del terzo periodo. Il naturalizzato greco s’è preso anche i minuti dello strepitoso Polonara di giovedì, che ieri ha lasciato il palcoscenico al compagno di squadra, che ha poi scelto di condividerlo con Ebi “Marcellus Wallace” (Pulp Fiction docet) Ere, anch’egli protagonista di una prova d’autore . «Sakota oggi ha sostituito quanto fatto da Polonara giovedì - spiega il tecnico della Cimberio, Vitucci - e questo è un segnale importante per la squadra ed è stata un’ottima spinta per tutti». Ed è anche una favola, ricordando quanto passato da Sakota, che nel 2010 a Pesaro rischiò la vita per una emorragia interna. La Cimberio ha avuto più di una occasione per chiudere, ma a fare la differenza è stata la difesa del quarto periodo, come sottolinea il tecnico della capolista: «Siamo riusciti a capire, come si è visto nell’ultimo quarto, che dovevamo stringere di più in difesa per avere serenità». Dall’altra parte, Roma ha sofferto le due gare in due giorni La Cimberio aveva che forse non hanno permesso alla formazione di coach Calvani di sfruttare quell’energia giocato l’epilogo nel fisica che era stata la chiave del successo su Cantù. Alla fine Roma pur arpionando 1999, quando poi addirittura più del triplo dei rimbalzi d’attacco di Varese (13-4) e tirando 16 volte in più ha conquistò lo scudetto. Ora vuole pagato oltremodo i problemi di falli dei suoi lunghi con Czyz, Lawal e Jones tutti costretti ad accomodarsi in panchina per falli nelle battute salienti della sfida. fare meglio. Decide PARTITA La gara era iniziata con la pioggia di triple (4-7) mandate a bersaglio da Varese Dusan, che 3 anni fa rischiò di morire nel quarto d’apertura, che avevano permesso alla Cimberio di salire sul 18-10 del 10’. Con 7 punti di fila griffati dall’incontenibile Sakota, Varese è salita fino al 30-21, ma Roma ha ricucito con il 32-33 di Datome prima del 35-32 varesino di metà partita. Alla ripartenza l’Acea ha rimesso la testa avanti sul 40-41 con Taylor dopo il 6-5 di Datome in apertura, ma Varese ha risposto con un 10-0 che ha riportato i lombardi al comando delle operazioni (50-44). La tripla di Jones ha ridato fiducia a Roma, in grado di chiudere avanti il terzo quarto (52-53). Nel quarto periodo Roma resiste fino al 63-63 della schiacciata di Lawal, poi però un 8-0 guidato dal solito Mike Green permmete la fuga alla Cimberio (71-63). E la tripla di capitano Ere dà la sicurezza di essere tornati grandi: 74-66. CIMBERIO-ACEA 81-71 VARESE: Sakota 21 (2-2 5-7), Banks 7 (1-5 1-4), Rush 4 (0-1), Talts, De Nicolao 3 (0-1 1-2), Green 11 (2-5 1-2), Ere 23 (3-4 4-9), Polonara 3 (0-4 1-1), Dunston 9 (3-7); ne: Balanzoni, Bertoglio, Cerella. All.: Vitucci. ROMA: Goss 19 (6-12 2-5), Jones 9 (3-4 1-2), D’Ercole 2 (1-2 0-4), Datome 11 (4-11 0-5), Taylor 20 (8-13 05), Lawal 4 (1-3), Czyz 4 (2-2), Lorant 2 (1-2); ne: Tamone, Tonolli, Gorrieri, Di Giacomo. All.: Calvani. ARBITRI: Cicoria, Lanzarini, Martolini. NOTE: parziali: 18-10; 35-32; 52-53. Tiri da 2: V 11-29 R 26-49. Tiri da 3: V 13-25 R 3-21. Tiri Liberi: V 2028 R 10-15. Rimbalzi: V 33 (4 o, Dunston 6) R 41 (13 o, Jones 11). Assist: V 13 (Green 8) R 3.


COACH IN FUGA Lardo va ad allenare in Libano (m.m.) DOPO Ettore Messina, Simone Pianigiani (che oggi col Fenerbahce disputa la finale di Coppa di Turchia contro il Galatasaray), Renato Pasquali, Matteo Boniciolli e il futuro ct greco Andrea Trinchieri, un altro tecnico italiano va all’estero. Lino Lardo, ex Milano, Virtus Bologna e Roma, firma con i libanesi dell’Amchit. TYUS Per Cantù si avvicina il rientro di Alex Tyus: il pivot è stato dimesso dalla clinica, in settimana è atteso in gruppo. Brutto episodio a Montegranaro, dove il club lotta per la sopravvivenza: è stata danneggiata l’auto in uso a Tamar Slay, assente nelle ultime due gare. Il presidente del club, Tiziano Basso, ha condannato l’episodio: «Invito tutti a mantenere la calma». TORINO Oggi la Pms Zerouno, capolista di Dna, gioca una difficile trasferta alle 18 sul campo di Agrigento, quarta in classifica. LEGADUE 18° turno. Forlì-Barcellona 77-81, Verona-Pistoia, oggi ore 18.15 Ferentino-Trieste (Sportube.tv e legaduebasket.it), Capo d’Orlando-Casale Monferrato, Trento-Veroli, Brescia-Scafati, B.Bologna-Jesi. Riposa Imola. CLASSIFICA: Barcellona, Pistoia e Casale 22, Brescia 20, Scafati e Biancoblu Bo 18, Verona, Forlì e Trieste 16, Trento 14, Veroli, Ferentino, Capo d’Orlando e Jesi 12, Imola 8.









Gillet, uno che esce Ma solo sui cross... MARINA SALVETTI

TORINO. Un numero 1 che gioca da numero 1, ecco ciò che serve al Torino nella trasferta di Udine. Contro la squadra di Francesco Guidolin , che mette in campo una coppia veloce e insidiosa come Muriel - Di Natale , tocca a Jean Francois Gillet esprimersi - come sempre - al meglio, ergersi a saracinesca per mettere al sicuro la porta granata. Del resto, il portiere belga non è nuovo a prestazioni di livello assoluto, visto che ha salvato in più di una occasione il risultato. Una sicurezza che dà fiducia anche ai compagni, un’arma in più per il Torino che punta al blitz al Friuli per incrementare il filotto d i risultati positivi e per continuare a muovere la Sempre presente, classifica. ora ha l’esame IL MIGLIORE IN A Gillet può essere considerato uno Muriel-Di Natale dei pezzi pregiati del mercato estivo granata. E con il senno del poi si capisce perché Giampiero Ventura , che lo aveva già avuto a Bari, l’abbia così a lungo inseguito e voluto a tutti i costi. I risultati si sono subito visti e, a 33 anni, il portiere sta vivendo uno dei momenti migliori nella carriera. La conferma arriva anche dai numeri e dalla Jean Francois Gillet, 33 anni: è classifica dei voti assegnati ai giocatori di serie A da parte dei tre quotidiani arrivato in estate per 1.7 milioni (LaPresse) sportivi e di altri quattro giornali nazionali. Ebbene Gillet si piazza al primo posto tra i portieri, il migliore del campionato, con una media voto pari a 6,37, davanti a Marchetti della Lazio e Handanovic dell’Inter, superando addirittura il numero 1 al mondo, Gigi Buffon . L’UNICO NEO Protagonista di parate spettacolari, difficili anche da elencare perché la lista sarebbe interminabili dal momento che ogni partita del Toro è caratterizzata da sui interventi miracolosi, Gillet è incappato finora in una sola giornata negativa, quella di San Siro contro il Milan. Una domenica da dimenticare per gli errori sul cross di El Shaarawy e sull’ultima rete del Faraone che pesano come un macigno sul risultato finale. Ma può capire nell’arco di una stagione se poi nelle altre sfide si trasforma in un muro che tutto salva. STAKANOVISTA Migliore in A, ma anche sempre presente a difendere la porta granata. E’ uno stakanovista del pallone Gillet, che vanta 23 presenze in altrettante giornate di campionato, per un totale di 2.198 minuti, uno score che lo proietta sul gradino più basso del podio, a una manciata di minuti dal leader Sebastien Frey . SERENO Quel che stupisce di più dell’annata di Gillet è la concentrazione con cui gioca nonostante la spada di Damocle di Scommessopoli. Il portiere è stato iscritto ad agosto nel registro degli indagati dalla Procura di Bari, insieme con altri suoi ex compagni del club biancorosso, per frode sportiva e adesso è in attesa di giudizio da parte della giustizia sportiva con il rischio di deferimento e squalifica. «Ma l’ho visto abbastanza tranquillo» ha sottolineato qualche giorno fa il collega Nando Coppola , nuovo acquisto del Toro, che ha appena scontato la squalifica di quattro mesi. «Queste sono cose che ti segnano, gli auguro di uscirne presto e bene». Finora la situazione non ha inciso sul suo rendimento, anzi può anche averlo stimolato a fare sempre meglio e a superarsi. © riproduzione riservata


GIOVANILI Allievi alla prova derby per riprendere la corsa Nicola Balice

TORINO. Un derby per ripetersi. Il campionato del Toro Allievi, per quanto riguarda la classifica, è di fatto cominciato proprio dopo l’entusiasmante 3-1 rifilato alla Juve alla quinta giornata d’andata. Poi una cavalcata di sette vittorie, un pareggio ed una sconfitta fino alla flessione di gennaio. E ora il gruppo di Roberto Fogli spera di potersi ripetere nel derby che andrà in scena oggi alle 11.30 al “Chisola” di Vinovo. Una partita che, dati alla mano, dovrebbe vedere proprio il Toro partire con i galloni della favorita a dispetto Roberto Fogli, allenatore degli dei pronostici estivi. Ma Fogli non si fida e suona la carica: «Stiamo bene, e Allievi granata (LaPresse) dobbiamo pensare solo a noi stessi. Arriviamo da un gennaio condito da due ottime prestazione contro Fiorentina e Cagliari dove però siamo usciti sconfitti, e una prova meno buona con il Livorno che però siamo riusciti a portare a casa. Speriamo di riuscire a bissare l’impresa dell’andata, quella vittoria ci diede la consapevolezza necessaria per proseguire nel migliore dei modi la stagione. Noi favoriti? La Juve è un’ottima squadra, la classifica non deve ingannare. E specialmente in una partita come questa non c’è numero o risultato precedente che possa valere qualcosa». C’E’ PARIGINI In campo ci sarà anche Vittorio Parigini, una freccia di valore in più da poter scoccare e che nel pomeriggio raggiungerà poi la Primavera in partenza per la Viareggio Cup: ancora da sciogliere gli ultimi dubbi legati alla lista da presentare entro stasera, ma in extremis Mattia Aramu potrebbe essere a disposizione di Moreno Longo. LE ALTRE Pareggio per la Berretti di Christian Fioratti, che impatta 1-1 in rimonta nella sfida interna con la Cremonese: del difensore centrale Napoli la rete che consente ai granata di mantenere il primo posto davanti proprio ai grigiorossi (con due partite in meno) e alla Virtus Entella. Doppia sfida all’Alessandria invece per i Giovanissimi per gli Allievi Lega Pro.





«A Parma per la conferma» Maurizio Moscatelli

GENOVA. Non sarà affatto facile. Perché l’avversario i suoi punti se li è tutti meritati, perché le gare all’ora di pranzo per il Genoa spesso sono indigeste, perché il Tardini è tutt’altro che un campo amico. La storia parla chiaro infatti con una sola vittoria, seppur recente, in 19 incontri a Parma, senza contare che in questa stagione solo il Napoli è riuscito a violare il campo della squadra di Donadoni . «Sappiamo che andiamo a giocare contro una squadra che in casa è molto forte, lo è anche fuori ma in casa BALLARDINI «Il soprattutto. Mi aspetto una buona partita, la squadra mi Genoa finora non ha regala buone sensazioni». Ha chiarito subito ieri un fatto nulla. Gara Ballardini più in versione pompiere che allenatore. insidiosa ma ho Perché il gol di Rigoni domenica scorsa è stato uno di fiducia» quelli capaci di far svoltare una stagione ma il Genoa in grado di bloccare la Juve a Torino e sconfiggere la Lazio adesso dovrà dimostrare di aver definitivamente cambiato rotta. «Non abbiamo fatto nulla - ha sottolineato il tecnico -, posso dire che siamo solo all’inizio. La squadra comunque ha dimostrato serietà allenandosi bene in settimana e le premesse per fare bene ci sono tutte. Il percorso però è ancora lungo e pieno di difficoltà». DIFETTI Nonostante i tre punti Ballardini non ha problemi a ribadire cosa non gli è piaciuto dell’ultima gara: «Il Genoa ha fatto una grande partita: ma se devo trovare un errore è stato quello, nei primi 20/25 minuti del secondo tempo, di abbassarci troppo smettendo di giocare. Può capitare contro una grande squadra che attaccava in modo forsennato, ma a parer mio il Genoa deve, conquistata la palla, ripartire con il gioco, altrimenti rischia». Errore da non fare contro un’altra formazione di ottimo livello come il Parma di Donadoni , uno dei tanti ex della gara da una parte e dall’altra, avanti di dieci punti. «L’abbiamo vista e sappiamo come giocano: ultimamente hanno giocato con una disposizione diversa - ha spiegato Ballardini-. Loro alternano uno schema con le due ali e il centravanti a un modulo con due attaccanti più vicini, variano dal 3-5-2 al 4-3-2-1. Ma è una squadra di «Kucka? Ora è da grande chiarezza tattica e ci sono giocatori di grande Davide Ballardini, 49 anni, Real. Se cresce un qualità. Stanno facendo un ottimo campionato». po’ diventa da LE SCELTE Una sfida che vedrà nel Genoa il rientro di esulta dopo la vittoria sulla Lazio (Ansa) Barcellona». Fuori Vargas , alla prima convocazione dopo l’infortunio del Rossi. Cassani 6 gennaio e quello di Antonelli , che ha scontato il torna disponibile turno di squalifica. Non ci sarà invece capitan Rossi fermato dalla febbre, oltre agli infortunati Nadarevic, Jorquera, Floro Flores e Jankovic . Eppure, grazie anche al recupero di Cassani , Ballardini addirittura si ritrova con l’imbarazzo della scelta, soprattutto sugli esterni. «Siamo ben contenti di avere questo tipo di difficoltà e di abbondanza, molto soddisfatti da una parte ma dispiaciuti dall’altra perché non c’è Marco Rossi, punto di riferimento di straordinaria importanza». KUCKA CRESCE Ci sarà invece, e non poteva essere diversamente, Juraj Kucka , punto fermo del centrocampo rossoblù e giocatore che con Ballardini tecnico sembra riuscire a dare il meglio di sè. Era già accaduto due stagioni fa e succede anche quest’anno. «Kucka è un giocatore che se sta bene e se si allena bene mostra poi grandi capacità. Ma deve ancora migliorare in tante cose: con la palla tra i piedi, nella gestione della posizione in campo, quando deve difendere e quando deve attaccare. Ha grandissime qualità, adesso è da Real Madrid, se migliora diventa da Barcellona». Oggi tutto il Genoa dovrà dare il massimo, sino alla fine e oltre per non sprecare quanto di buono l’allenatore romagnolo ha saputo fare in appena due settimane. Quasi una prova del nove per una squadra che vuole considerare la lotta salvezza solo uno sgradito ricordo e trovare prima possibile quella tranquillità che solo una classifica con più squadre alle spalle può dare. Ma per riuscirci dovrà spezzare tabù e tradizioni negative e uscire da Parma con dei punti in tasca.


il ct sabella oggi a marassi Icardi: «La Nazionale? Per adesso non scelgo» MARCO BISACCHI

GENOVA. Novanta minuti per la definitiva consacrazione. Novanta minuti per guadagnarsi, forse, anche un posto vicino al grande Leo Messi . Fari più che mai puntati su Maurito Icardi , oggi a Marassi, in occasione di SampdoriaRoma. Annunciata la presenza in tribuna anche di Sabella , ct della Nazionale argentina, che ha tanta voglia di vedere all’opera il golden boy blucerchiato e che potrebbe chiudere, una volta per tutte, la querelle sul suo futuro. Meglio la maglia azzurra o quella albiceleste? Le parole di Prandelli ma anche quelle del presidente federale Abete , sono state chiare. Il «Belle le parole di nostro calcio è più che mai interessato a un talento Prandelli...». Però che, a soli 19 anni, sta già facendo vedere ottime cose poi confessa: in serie A. Il cuore di Icardi però è sudamericano. Le «Sogno di giocare cose, dunque, non sono così scontate. con Messi»» ORGOGLIO «Le parole di Prandelli sono un orgoglio per me. La verità è che l’Italia è una grande Nazionale, con molta storia. Però per il momento non ho pianificato ancora nulla», ammette lo stesso Icardi, in un’intervista a Toda Pasion . Un giochino diplomatico, dunque, anche se in realtà la sua volontà pare già abbastanza chiara, quando racconta le sue esperienze da un paese all’altro: «La Spagna è un Paese molto bello, la mia famiglia vive lì. Ora gioco in Italia. Ma io sono argentino». Come dire, al cuore non si comanda. E l’Argentina sta di certo nel cuore del nuovo bomber blucerchiato. Inevitabile anche qualche volo pindarico di troppo. Su una sua possibile partecipazione al mondiale 2014, per esempio, Icardi ribadisce di non aver programmato nulla. «Non ci penso, ora punto solo a fare il massimo nel mio club. E devo migliorare a livello calcistico, nel campionato italiano». E poi la scelta, tre anni fa, di lasciare la cantera del Barcellona per dire sì alla Sampdoria. «Sono andato via dalla Spagna per conseguire i miei obiettivi. Sembrava un azzardo ma è stata una scommessa che ho vinto. Ora sto vivendo un grande momento. Sono molto felice, è logico. Questi ultimi gol, questi ultimi mesi mi stanno cambiando la vita». BATIGOL E MESSI Icardi è nato a Rosario, la stessa città di un certo Leo Messi. «Lui è il miglior giocatore del mondo. Lo ammiro moltissimo. Mi immagino insieme a lui con la maglia bianca? Sì, credo che qualunque giocatore sognerebbe di poter aver la possibilità di diventare un suo compagno di squadra. A quale big mi ispiro? Di sicuro a Batistuta ». Sogni a occhi aperti, dunque, per un giocatore che sta bruciando le tappe, sin troppo in fretta, e che - dopo i due gol segnati alla Juventus e la clamorosa quaterna rifilata al Pescara - dovrà ora cercare di confermarsi anche al cospetto della Roma. Una gara non semplice, in cui giocherà come unica punta con il solo Soriano (nei panni inediti di trequartista) alle sue spalle, ma da sfruttare nel migliore dei modi. Una grande occasione per consacrare il suo talento, per convincere Sabella a convocarlo con la Nazionale argentina e soprattutto - per regalare una grande gioia ai tifosi blucerchiati.




RECUPERO SERIE D Il Derthona trova 3 punti salvezza (g.f.) Secondo successo interno di fila per il Derthona che pur soffrendo per l’espulsione di Montingelli (21’ pt) stringe i denti e conquista col Trezzano a 5ª vittoria casalinga ipotecando la salvezza. Leoncelli subito in vantaggio con una punizione di Valente (7’) da fuori area. Nella ripresa (12’) dopo essersi fatto parare un rigore d a Gallino, pareggia Guerrisi (35’) di testa. Gol partita di Mazzozza (39’)con un diagonale dopo un tiro di Temperino respinto da Borroni. «Abbiamo sofferto ma i ragazzi sono stati straordinari giocando con questo spirito e con questa mentalità ci salveremo»: così il tecnico Banchieri.


«Cuneo, ti voglio al top» DANIELA MILARDI

CUNEO. C’è davvero da dare i numeri... Per tutta la settimana, Rossi si è trovato a dover fare i conti con squalifiche e infortuni cercando di costruire una squadra comunque competitiva per affrontare il Trapani, la compagine più forte di tutto il campionato. «Malgrado i problemi -esordisce il Rossi - siamo riusciti ugualmente a preparare una squadra che darà ROSSI «Trapani del filo da torcere all’avversario, anche se sappiamo fortissimo, per noi che sarà un incontro molto delicato e difficile. uno stimolo» Fortunatamente ho a disposizione una rosa valida che Ciro De Franco, ex Nocerina, mi ha consentito di rimpiazzare le defezioni in difesa oggi esordisce nella difesa (squalificati Scaglia e Donida, infortunato Carretto ndr). Serino farà il cuneese laterale, Ferri e il neo acquisto De Franco si posizioneranno al centro. Al posto di Danucci , anche lui squalificato, rientrerà Longhi sin dal primo minuto, mentre in attacco ripropongo la coppia Ferrario-Torri. Speriamo di avere anche un po’ di fortuna, che non guasta mai, ma soprattutto chiedo ai miei grinta, sicurezza nei propri mezzi e determinazione nel gioco. Ho messo i ragazzi in guardia, ho spiegato loro che andiamo a giocare contro la prima forza del campionato e quindi non ammetto né ingenuità né distrazioni, ma concretezza. A tutti i costi. Dovremo fare una grande partita, non dico vincere di sicuro, ma fare risultato sì, quello lo pretendo». Esordio per il nuovo arrivato Ciro De Franco che conferma: «Cercheremo tutti di dare il meglio. Il mister ci ha spiegato che il Trapani possiede individualità importanti che possono fare la differenza. Elementi come Madonia, Tedesco e Tagliarulo non sono certo da sottovalutare. Comunque anche loro devono fare attenzione perché anche noi abbiamo giocatori di qualità».


BLOCCATA DAL FORLI’ NEL RECUPERO Alessandria flop Il pari delude il nuovo patron MIMMA CALIGARIS

ALESSANDRIA. Inizia con Luca Di Masi che fa il giro di campo, sciarpa grigia al collo, maglia ufficiale sulle spalle, e saluta tutti i tifosi, che hanno pronti striscioni di benvenuto e li appendono anche ai balconi. Finisce con qualche volto scuro al triplice fischio, il nuovo presidente che non passa in sala stampa, Di Masi lascia lo gli uomini del suo staff che sono ‘circondati’ dai tifosi, fuori dal Moccagatta, e raccolgono stadio senza la delusione di chi era sugli spalti, la richiesta di tornare sul mercato e le critiche a parlare, i tifosi Giovanni Cusatis. Che non avrà sbagliato atteggiamento tattico, ma gli interpreti sì, chiedono nuovi perché rinunciare al giocatore, Rossi, che più di tutti ha passo e giocate da attaccante è acquisti. Cusatis: un po’ un azzardo in una partita da vincere. Anche se il tecnico difende le sue scelte. «Ci «L’espulsione di siamo preparati abbassando il nostro baricentro, per non concedere campo al Forlì, che Mazzuoli ha fatto saltare tutti i nostri nella ripartenze può far male con il suo tridente d’attacco molto rapido. Abbiamo rischiato piani» poco e quando ci siamo trovati in dieci abbiamo tirato indietro ancora la linea. Certo, l’espulsione di Mazzuoli ha fatto saltare tutti i piani e rimesso in discussione le soluzioni che avevo provate. Gli aspetti positivi? Siamo tornati a fare prestazione, nel primo tempo, dopo il gol, abbiamo creato e avremmo potuto mettere al sicuro il risultato, perché le occasioni le abbiamo avute». Paradossalmente, però, Alessandria più pericolosa con l’uomo in meno. «Abbiamo giocato a una porta sola, abbiamo provato a vincere». Basterà a Luca Di Masi presidente tifoso?


GLI ALTRI SPORT BASKET LA ZEROUNO CERCA AD AGRIGENTO IL 7° SIGILLO (gt) Stasera la ZeroUno Torino va a caccia del 7° sigillo consecutivo ad Agrigento (ore 18, diretta radio su www.pmsbasketball.com). Un match insidioso contro i neopromossi siciliani, che occupano il 3° posto insieme a Omegna, Castelletto, Treviglio e Bari a -12 dalla ZeroUno. Con il recupero dell’influenzato Baldi Rossi i torinesi saranno al gran completo. VOLLEY IL RED DI VILLATA VINCE A BUSTO (al.sa.) La 2ª giornata di ritorno delle serie cadette si è aperta con tre match che hanno visto in campo formazione piemontesi. In B1 femminile il team vercellese del Red Volley di Villata si è imposto al tie-break sul campo dello Yamamay di Busto Arsizio (25-22, 27-25, 18-25, 26-28, 12-15), confermandosi al quarto posto della classifica. La Mokaor di Vercelli, in serie B2 femminile, ha invece conquistato tre importanti punti in chiave salvezza, fermando il Normac Genova. Il match è terminato in quattro set, chiusi con i parziali di 25-21, 16-25, 31-29 e 25-23. Derby piemontese, infine, per la B2 maschile dove la Stamperia Alicese di Santhià si è arresa in casa al Benassi di Alba in tre set (21-25, 22-25, 15-25). CANOTTAGGIO LA CEREA DOMINA alla “D’INVERNO SUL PO” (en.ca.) Gran Torino nella prima giornata della “D’Inverno sul Po”. Oro nel doppio senior per gli iridati della Cerea, Gravina e Lovisolo, nel junior di Pagani e Serralunga e nel due senza per i forestali Tuccinardi e Pinca. Bene anche l’Esperia: nel singolo senior, argento di Gherzi dietro l’olimpionico Fraga e, nel singolo junior, oro di Galano. Si riprende oggi alle 10.

RUGBY CESIN CUS TORINO KO DOPO TRE SUCCESSI (en.ca.) In serie A2, sconfitta interna per il Cesin Cus Torino che interrompe la striscia di tre vittorie di fila perdendo lo scontro salvezza con l’Amatori Catania per 13-11 (4-1) a causa di un piazzato siciliano quasi allo scadere. Inutili per i torinesi gli 11 undici punti di D’Angelo. SCHERMA LA CLERICI TRICOLORE CADETTI NELLA SPADA (ro.be.) Prima giornata brillante per le lame piemontesi nei campionati italiani Cadetti (under 17 e Giovani (under 20) in corso a Udine. Sul gradino più alto del podio di spada femminile è salita la torinese Alice Clerici (Accademia Scherma Marchesa), che ha fermato nell’assalto finale, per 15-12, la veneta Eleonora De Marchi. Splendido podio, con un argento prezioso, anche dalla gara di sciabola maschile Cadetti, con un altro torinese, Eugenio Castello (Club Scherma Torino) battuto solo nell’ultimo assalto dal livornese della Fides Gherardo Caranti. SCI DI FONDO TRE ORI VALDOSTANI AI TRICOLORI GIOVANILI (lu.gi.) Valdostani protagonisti nell’individuale in tecnica libera dei campionati italiani a San Giorgio Boscochiesanuova, nel Veronese, con ben tre ori, firmati da Francesca Baudin delle Fiamme Gialle (che bissa così il successo nella sprint), da Francesco De Fabiani dell’Esercito negli Juniores e da Mikael Abram dello sci club Gran Paradiso negli Aspiranti. A medaglia anche i piemontesi col bronzo Aspiranti di Lorenzo Dutto del Valle Stura. TENNIS GATTO MONTICONE FERMATA IN SEMIFINALE A GRENOBLE (ro.be.) Si è fermata in semifinale, dopo 6 vittorie consecutive, la bella corsa della torinese Giulia Gatto Monticone nel 25.000 $ ITF di Grenoble (Fra). L’azzurra è stata battuta in due set (6-3 6-1) dalla ceca Sandra Zahlavova, già n° 78 del ranking Wta nel 2010. La ceca conduceva già 2-0 nei precedenti di carriera con la Gatto Monticone.


CON IL PAVIA Per l’Entella sfida playoff CHIAVARI. La partita della pazienza. Così alla vigilia, il tecnico della Virtus Entella Luca Prina ha definito il confronto con il Pavia di Giorgio Roselli che classifica alla mano è uno scontro diretto in chiave playoff. «Dovremo avere pazienza e lucidità - le osservazioni del tecnico dei chiavaresi - perché il Pavia è una squadra che difende molto bene e che in trasferta sa farsi rispettare. Non è un caso che abbiano vinto quattro volte fuori casa. In più vengono da due sconfitte consecutive e questo aumenta il coefficiente di difficoltà della partita odierna. Pazienza e lucidità devono essere gli ingredienti da mettere in campo questo pomeriggio». Il buon punto conquistato domenica scorsa a Trapani, ha dato ulteriore convinzione ai biancocelesti. «Stiamo bene - continua Prina - e siamo convinti del lavoro che stiamo facendo. La strada da seguire non può essere che questa». Squadra che dimostra di funzionare non si tocca e per questo Prina confermerà in toto lo stesso undici che ha giocato domenica scorsa al Provinciale di Trapani con Raggio Garibaldi a metà campo e Vannucchi trequartista, dietro alla coppia d’attacco formata da Rosso e da Cori. Gli insoliti problemi di abbondanza, permettono a Prina di avere molta scelta in panchina con cambi importanti come Russo, Di Tacchio e Guerra. «Il mercato di gennaio non è mai facile - conclude Prina - ma la società è stata davvero brava a completare numericamente e qualitativamente la rosa». DOMENICO MARCHIGIANI














Riscossa Muntari PAOLO CAPPELLERI

MILANO. Nove mesi dopo, Sulley Muntari ha finalmente l’occasione per vivere, di nuovo, una partita da titolare. L’appuntamento è per questo pomeriggio allo stadio Is Arenas, dove il ghanese, contro il Cagliari, è favorito a partire dall’inizio su Kevin Prince Boateng che dopo essere stato fermato dall’influenza, ha ripreso ad allenarsi con la squadra Il ghanese dopo 9 solo venerdì. Muntari spera, quindi, di chiudere così mesi difficili oggi una lunga parentesi piena di problemi fisici che si è dovrebbe partire aperta il 6 maggio nel derby in cui la squadra di titolare Massimiliano Alle gri ha perso contestualmente lo scudetto e quattro giocatori: Abbiati , Bonera , De Sciglio e appunto Muntari che ha chiuso in leggero anticipo la passata stagione per una distorsione al ginocchio destro. Con notevole ritardo è cominciata invece questa stagione del ghanese che a giugno, mentre era in vacanza, si è rotto il crociato anteriore del ginocchio sinistro giocando a pallone con degli amici e mandando su tutte le furie Adriano Galliani . L’ad rossonero ha dovuto correre ai ripari ingaggiando dal Genoa Kevin Constant , mentre Muntari ha provato a farsi perdonare accelerando i tempi di recupero. RILANCIO A SINISTRA L’ex centrocampista di Udinese e Inter ha ripreso ad allenarsi in gruppo a metà ottobre, a poco più di quattro mesi dall’intervento ma, come spesso accade nell’iter di recupero da infortuni simili, non sono mancati fastidi muscolari: prima un risentimento al quadricipite a inizio novembre, poi un fastidio al polpaccio a inizio gennaio. Allegri a Is Arenas Complessivamente questi stop hanno permesso a pensa di schierarlo Muntari di collezionare appena tre presenze, una mezz’ala sinistra al quarantina di minuti giocati, e gli sono costati posto l’esclusione dalla lista Champions sia a settembre sia a dell’influenzato gennaio. In compenso, il Milan nella sessione di Boateng mercato invernale non ha cercato un sostituto da piazzare davanti alla difesa al posto di Nigel De Jong , fuori fino al termine della stagione. Galliani e Allegri hanno deciso di aspettare Muntari e nel frattempo è toccato a Riccardo Montolivo giocare nel ruolo di mediano, e l’azzurro in quella posizione si è imposto con personalità, cambiando un po’ i piani dell’allenatore. È Massimo Ambrosini il vice di Montolivo e ne prenderà il posto oggi a Cagliari visto che l’ex capitano della Fiorentina è squalificato. Muntari, dal canto suo, per il momento viene preferito da Allegri nel ruolo di mezzala sinistra, come alternativa ad Antonio Nocerino e a Boateng. Nelle ultime settimane il ghanese è apparso in crescita, il 31 gennaio ha giocato un tempo dell’amichevole contro il Darfo Boario, e giovedì scorso è rimasto in campo per novanta minuti, proprio da mezzala sinistra, segnando anche un gol contro il Sant’Angelo Lodigiano. Anche l’allenamento di ieri ha soddisfatto Allegri, e dopo nove mesi Muntari scalpita per tornare protagonista.

Sulley Muntari, 28 anni, al Milan dal gennaio 2012 (Ansa)


primavera: brescia-milan 2-3 Dolcetti è sincero «Vittoria meritata ma pure sofferta» SALVATORE RIGGIO

IL MILAN Primavera non si ferma più e vince 3-2 contro il Brescia. Ganz con una doppietta e Anyekan regalano altri tre punti ai rossoneri, che si stavano complicando la vita per l’espulsione di capitan Cristante (per doppia ammonizione). Il giocatore, appena rientrato dalla squalifica, lascia il campo gettando la fascia per terra e in superiorità numerica il Brescia va vicino al pareggio, ma il Milan resiste e aggancia il Chievo al «L’espulsione di terzo posto in classifica, mantenendosi a un punto Cristante ci ha dall’Inter, ora seconda. «Dovevamo fare meglio nella Aldo Dolcetti, 46 anni messo in difficoltà». gestione della palla - ha spiegato Aldo Dolcetti al Le reti rossonere termine del match -. Ma tutto sommato, il primo tempo è stato buono. Meglio nella ripresa, portano la firma di anche se poi le cose si sono complicate con l’espulsione di Cristante e la sofferenza Ganz (doppietta) e finale. Comunque, abbiamo meritato questa vittoria». Anyekan GANZ MATTATORE Dolcetti punta sul 4-3-1-2 con De Feo trequartista alle spalle di Petagna e Ganz. Cristante governa il gioco a centrocampo con Pedone e Anyekan ai suoi fianchi, mentre Pacifico e Speranza sono al centro della difesa, con Ferretti e Tamas terzini. Dopo soltanto 4’ il Milan è costretto a fare il primo cambio della partita. Il portiere Andrenacci si fa male in uno scontro di gioco e al suo posto c’è Viola , all’esordio stagionale con la Primavera. I rossoneri passano in vantaggio grazie al rigore trasformato da Ganz, per poi sfiorare il raddoppio subito dopo con Petagna, bravo a impegnare Minelli . La risposta del Brescia è tutta sui piedi di Bara e Valotti , ma il Milan si salva. Scampato il pericolo, arriva il raddoppio: calcio d’angolo e deviazione vincente ancora di Ganz. BRESCIA PERICOLOSO La ripresa inizia con le Rondinelle che colpiscono il palo con Valotti, ma il Milan reagisce trovando il 3-0 con Anyekan. Passano solo 3’ e il Brescia accorcia le distanze con Bara, ben imbeccato da Valotti. Dolcetti riorganizza i rossoneri, che con Petagna sfiorano il quarto gol. Le cose si complicano con l’espulsione di Cristante e in superiorità numerica il Brescia trova anche il 3-2 con Valotti che di piatto, in pieno recupero, non sbaglia. Per le Rondinelle, però, è troppo tardi ed è il Milan a festeggiare il successo.



domani via al viareggio Garritano: «Un po’ sembro Cassano» MILANO. Ci sarà anche Marco Benassi nella lista dei 24 del Viareggio, che per l’Inter inizierà domani con il debutto contro il Nogoom El Mostakbal (ore 15 a Quarrata, in provincia di Pistoia). Ma il giovane centrocampista nerazzurro, cinque presenze in questa stagione con la prima Per l’Inter debutto squadra di Andrea Stramaccioni , non partirà subito contro il Nogoom El con la Primavera: Benassi potrebbe aggregarsi alla Mostakbal. Nella squadra di Daniele Bernazzani a torneo in corso. Le lista dei 24 c’è altre belle notizie arrivano dai recuperi di Bandini , anche Benassi. Mbaye e Forte . I due difensori erano usciti malconci Bernazzani dalla partita di venerdì pomeriggio contro il Varese, recupera Bandini, Mbaye e Forte mentre Forte si era dovuto arrendere nel riscaldamento per un problema muscolare. Chi, invece, non ce la farà Luca Garritano, 18 anni sarà Acampora , il quarto infortunato nell’anticipo col Varese. Al Viareggio, Garritano punta a essere uno dei grandi protagonisti di questa Inter: «Se sento gli occhi puntati su di me? No, io cerco di rimanere con i piedi per terra. È un’occasione importante per me, come per i miei compagni - ha spiegato a Fcinternews.it -. Allenarsi con i grandi mi aiuta a crescere. Un esempio da seguire? Zanetti come persona. Cassano è bravo, ha delle giocate importanti. Penso di assomigliare un po’ a lui». S.R.


Stankovic, l’odissea è finita Stefano Pasquino APPIANO GENTILE. Dove eravamo rimasti? A Parma, 2 maggio. C’era ancora Sneijder e l’Inter, appena sconfitta, dava definitivamente addio al sogno di conquistare un posto in Champions. Quella sera, Dejan Stankovic - che già da mesi giocava sul dolore - ha detto basta e deciso di operarsi al tendine d’Achille sinistro, martoriato da mille battaglie. Probabilmente Deki non avrebbe mai immaginato che da lì sarebbe iniziata Stramaccioni lo ha un’Odissea che ha avuto termine soltanto ieri, quando incluso tra i Andrea Stramaccioni ha deciso di includerlo per la convocati per la prima volta da allora nella lista dei convocati. In mezzo prima volta dopo le sono passati nove mesi e un altro intervento chirurgico due operazioni dopo il primo, effettuato il 4 maggio. Eh sì perché il tendine, nella fase di recupero ha iniziato nuovamente a scricchiolare, così il serbo, suo malgrado, è stato costretto a una nuova operazione, stavolta di pulizia, tenutasi, sempre al San Matteo di Pavia, il 19 settembre. Lì è iniziata una lunghissima risalita in cui Stankovic ha dovuto fare e rifare la preparazione, ritrovare sicurezza e ricostruire il feeling con il campo e col clima partita. Un processo condotto sotto il segno della prudenza conclusosi con la decisione, da parte di Stramaccioni, di includerlo nella lista dei giocatori precettati per la partita col Chievo. NO AL QATAR Questa, naturalmente, è soltanto la prima tappa verso il ritorno in campo ma, essendo il tendine clinicamente guarito, entro un paio di settimane Stankovic sarà al top. Ottima notizia per Stramaccioni che ha sempre considerato il serbo come il regista ideale intorno a cui far girare la sua Inter per la capacità da parte del serbo sia di fare L’allievo scudo davanti alla difesa, sia di impostare la manovra, Kuzmanovic, un deficit che la squadra ha patito enormemente negli Dejan Stankovic, 34 anni, è all’esordio a San ultimi due mesi. Nonostante fosse da tempo ai box per fermo dal 2 maggio per due Siro: «Deki è un infortunio, a fine gennaio si è fatto avanti per Stankovic interventi al tendine d’Achille fenomeno, dà grandi motivazioni» un club qatariota, a cui è stato risposto “no grazie”. (Liverani) Questo perché, avendo un contratto firmato con l’Inter fino al 30 giugno 2014, per il serbo l’ipotesi di un prepensionamento dorato (più facile negli States che nel Golfo Persico) è ancora piuttosto lontana anche perché non è intenzione di Stramaccioni privarsi di un giocatore che se sta bene - può interpretare tutti i ruoli del centrocampo. Un jolly straordinario che, nella stagione che verrà, potrebbe recitare magnificamente il ruolo di 12° garantendo qualità ed esperienza. L’ALLIEVO Intanto Stankovic ha provveduto a porre sotto la sua ala protettrice Zdravko Kuzmanovic che stasera, nel suo esordio a San Siro come vertice basso dell’Inter, verrà “telecomandato” dalla panchina dall’amico Deki: «Sognavo di giocare con Stankovic e ora è realtà - ha detto Kuzmanovic nel giorno del vernissage - Lui è un fenomeno, ha vinto tutto, è stato capitano della Serbia. Mi dà una motivazione incredibile averlo al mio fianco negli allenamenti e voglio fare la sua stessa carriera». Intanto, per un anno e mezzo, vivranno entrambi sotto il cielo della Pinetina. © riproduzione riservata



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