Tuttosport 22-01-2013

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«Se parlava, ogni frase era un titolo» Agnelli nei ricordi e negli aneddoti dei giornalisti che lo seguivano da vicino quando lui seguiva la Juve TORINO. «Quando parlava era un festa per i giornalisti. Ogni frase era un titolo», Darwin Pastorin riassume in modo efficace il rapporto, sempre eccellente, fra Giovanni Agnelli e i giornalisti. Soprattutto quelli sportivi, che avevano la fortuna di trattare con lui temi più spensierati e nei quali emergeva tutta la voglia di giocare del grande industriale. L’attuale direttore di Quarta Rete (e consulente speciale di Juve Channel) era un giornalista di Tuttosport quando seguiva l’Avvocato. E si ricorda un’intervista che verteva su Platini: «Gli chiesi a chi assomigliava Michel e lui mi rispose: Adolfo Pedernera. Ovvero un attaccante argentino degli Anni 30 e 40 ai più sconosciuto, ma questo era Agnelli: amava sorprendere come i suoi campioni facevano in campo e aveva una straordinaria cultura sportiva e calcistica. Il ricordo che mi fa sorridere di più è invece la sua risata quando mi raccontò che alla domanda: “Che giocatore frequenti per imparare l’italiano?”, Platini aveva risposto: Boniek». LAPIDARIO Roberto Beccantini, firma eccellente dello sport italiano ( Tuttosport, Guerin Sportivo, Gazzetta dello Sport e Stampa), è invece colui il quale sentì e riportò per primo una delle frasi più celebri dell’Avvocato: «Dovevo intervistarlo prima di Juventus-Roma della stagione 1983-84: per presentare il big match avevamo previsto lui per la Juve e Andreotti per la Roma. Appuntamento alle 7 del mattino, orario inusuale per un giornalista, ma non per Agnelli già sveglio da un bel po’. Alla fine dell’intervista gli chiesi: allora, Avvocato, vinca il migliore o vinca la Juventus? E lui se ne venne fuori con la celebre: “Vede, sono fortunato, spesso le due cose coincidono”. Impagabile». CURIOSO Claudio Colombo, che per tanti anni ha raccontato la Juventus su Tuttosport, si ricorda di un Agnelli “parigino” in occasione di una partita della Francia di Platini. «Ero andato allo stadio un po’ prima, anche perché c’era la possibilità che al match assistessero anche Boniperti e Agnelli. Così fu e li incrociai fuori dal Parco dei Principi. Iniziammo a parlare e, nonostante Boniperti friggesse, guardando di continuo l’orologio, l’Avvocato non smetteva di chiacchierare. Adorava parlare di calcio e quando si provava a intervistarlo spesso si finiva per essere intervistati, perché tutta la sua infinita curiosità per il pallone prevaleva su tutto e allora ti tempestava di domande, spesso molto tecniche, su come giocava quel giocatore, cosa si diceva di quell’allenatore e così via. Voleva sapere tutto ed era veramente appassionato di pallone. Dopo mezzora, comunque, Boniperti riuscì a trascinarlo in tribuna». © riproduzione riservata


Michel Platini, alla Juve dal 1982 al 1987 Omar Sivori, alla Juve dal 1957 al 1965 Gaetano Scirea, alla Juve dal 1974 al 1988 Giampiero Boniperti, alla Juve dal 1946 al 1961 Zinedine Zidane, alla Juve dal 1996 al 2001


Amava genio e fantasia Ma soprattutto vincere GUIDO VACIAGO

TORINO. Amava il genio e la fantasia, ma prima di tutto vincere. Era un esteta molto pragmatico, Giovanni Agnelli , autentico appassionato di calcio, che gustava nelle sue sfaccettature più sofisticate, cercando con avida curiosità le storie e i personaggi. Ma quando si trattatava di Juventus, alla fine, gli interessava soprattutto il risultato perché al di là di tutto era fondamentalmente un tifoso. Uno fra i milioni del popolo bianconero, con uguali sentimenti e identiche pulsioni, talmente forti da trascendere quel piccolo dettaglio che della Juventus, l’Avvocato, ne era anche il proprietario. IL FILO E quando si trattava di calciatori, amava il genio e la fantasia, ma prima di tutto apprezzava l’uomo. Forse per questo, AGNELLI si Michel Platini resta il prediletto nei quasi ottanta anni innamorava spesso. di storia d’amore fra Agnelli e la Juventus. Con il E Platini era il francese si stabilì, prima ancora che indossasse per un prediletto solo minuto la maglia bianconera, un’intesa intellettuale, costruita sulla sottile ironia che entrambi possedevano e usavano per punzecchiarsi a vicenda. Ma questo filo diretto sarebbe stato più sottile e fragile se, in campo, Michel non avesse dipinto calcio con creatività picassiana.

Giovanni Agnelli, nato il 12 marzo 1921 a Torino dove è morto quasi dieci anni fa, il 24 gennaio 2003, è stato presidente dal ’47 al ’54 oltreché il primo tifoso della Juventus (Giglio) Abbiamo fatto un gioco. Anzi un sogno, mischiando interviste, ricordi e prendendoci la libertà di interpretare il gusto di Giovanni Agnelli per il calcio. A dieci anni dalla sua scomparsa che ricorreranno giovedì, lo ricordiamo con provando a mettere in campo la sua formazione dei sogni. Una formazione tatticamente impraticabile, proprio perché per assecondare la passione dell’Avvocato per genio e fantasia abbiamo abbondato con gli attaccanti. Ma è un gioco, anzi un sogno

LO STILE Nella sua formazione dei sogni, probabilmente una formazione che non potrebbe scendere logicamente in campo per la presenza di troppi attaccanti e fantasisti (ma in fondo stiamo parlando di sogni, non di realtà), Platini ci sarebbe. E forse ne sarebbe anche il capitano, se non ci fosse alle sue spalle un certo Gaetano Scirea , che la fascia l’ha sempre avuta incorporata al braccio sinistro. E Scirea nella squadra dell’Avvocato ci sarebbe senza ombra di dubbio. Al polo opposto di Michel sotto il profilo caratteriale, Agnelli ne ammirava l’equilibrio e la sobrietà, qualità molto piemontesi che lui cercava sempre di associare all’immagine, anzi allo “stile” Juventus, quello che Scirea incarnava in modo sostanzialmente genetico. La difesa, esigua per far posto alla strabordante truppa di punte, si può provare a completare con Carlo Parola , la cui solidità non solo calcistica ma anche caratteriale dava ad Agnelli una sensazione di serena sicurezza alla quale non avrebbe mai voluto rinunciare. Vince un ballottaggio fra duri con Claudio Gentile , altro difensore che l’Avvocato apprezzava per l’affidabilità e la leggendaria tenacia (chiamiamola così...) in marcatura. IL DURO Perché all’Avvocato piacevano parecchio pure i duri. Subiva il fascino del mediano ben prima che lo cantasse Ligabue , purché il mediano avesse qual pizzico di follia che lo rendeva personaggio. Paolo Montero lo esaltava, ma Edgar Davids , in questo senso, gli strappava spesso un sorriso divertito. «Se lo incontri per strada di notte, cambi marciapiede», rideva Agnelli descrivendo l’attitudine aggressiva In porta adorava dell’olandese, unica concessione prosaica a un centrocampo di pura delicatezza Zoff, ma apprezzava calcistica. la piemontesità di Viola. Oltre ai fantasisti si divertiva con i duri stile Davids e Montero. Hirzer il primo idolo

LA SCINTILLA Oltre a Platini, infatti, trovano posto Zinedine Zidane e Férénc Hirzer . Quello per il francoalgerino fu un innamoramento al rallentatore: nei sei mesi di difficile ambientamento di Zizou, l’Avvocato era solito ironizzare sul fatto che l’amico Platini gliel’aveva descritto come un fenomeno e fenomeno non sembrava. Un modo per tornare al vecchio gioco delle punzecchiature con l’amato Michel, che quando Zidane diventò Zidane si prese le sue belle rivincite con il vecchio amico, troppo esaltato dal nuovo genio per adontarsene. Hirzer è, invece, il primo amore. O, se vogliamo la scintilla da cui è scaturita la passione di Giovanni Agnelli per la Juventus e per il calcio. Ungherese, fenomenale e velocissimo, soprannominato “la Gazzella”, 43 partite e 50 gol (sì, più di uno a partita) e protagonista dello scudetto 1925-26, colpì in modo indelebile la fantasia del giovanissimo Giovanni quando il nonno lo portò al campo di corso Marsiglia per assistere a un allenamento della Juventus: «Mi sembrò velocissimo, una specie di supereroe e la domenica successiva volli andare a vedere la partita». La prima di una lunghissima serie. E’ UN GIOCO Restano in panchina gli eroi degli Anni 70, gli amatissimi Furino e Tardelli , ma anche Franco Causio che sapeva come accendere l’entusiasmo dell’Avvocato con la sua classe. Così come in attacco


mancano nell’undici titolare Bettega e Anastasi , per motivi diversi entrati nel suo cuore tifoso. Ma Omar Sivori , Giampiero Boniperti e Alessandro Del Piero non possono che essere il tridente dell’Avvocato. Tre incancellabili icone della storia bianconera. Sivori univa la pura genialità pallonara a un attitudine da figlio di buona donna che affascinava in modo magnetico Agnelli. Diventò quasi un’ossessione sostituirlo e ci riuscì solo molti anni dopo, proprio con Platini. Boniperti fu il calciatore più importante della presidenza dell’Avvocato (dal 1947 al 1954) e il profondo rapporto di fiducia che si instaurò fra i due trasformò l’attaccante nel presidente più vincente della storia bianconera. Del Piero fu uno degli ultimi amori, pure lui punzecchiato (come capitò a Roby Baggio , tutt’ora condannato a fare i conti con quella lapidaria definizione di “coniglio bagnato” e che abbiamo messo in panchina), pure apprezzato e applaudito. E molti ne mancheranno, di sicuro, perché è difficile riassumere ottant’anni in ventitré nomi, ma è un gioco. Anzi un sogno. © riproduzione riservata



IL TECNICO BIANCONERO «E’ sempre la Juve pure in emergenza» IL MERCATO In questo momento mi aspetto una buona prestazione contro la Lazio, il mio pensiero è rivolto soltanto all’impegno agonistico. Subito dopo, la testa andrà al campionato, al Genoa. Non ho altri pensieri particolari se non diretti a focalizzare l’obiettivo. Per il secondo anno siamo in semifinale (stasera l’andata, ndr) di Coppa Italia e mi concentro per raggiungere la finale. Voglio che i ragazzi facciano lo stesso. Anche perché le finestre di mercato sono molto lunghe e spesso portano dispersione di energie da parte di tutti, degli operatori, dei dirigenti, degli allenatori, dei calciatori. «Guardiamo a noi stessi, sempre. Il nostro unico obiettivo è vincere. Lazio forte e compatta, lotterà con noi sino alla fine del campionato. Mi rivedo in Matri: ha grande voglia di completarsi»

MENTALIZZARE Abbiamo allungato? Beh, guardiamo in casa nostra, puntiamo a vincere. Cerco di portare i giocatori a “mentalizzare” questa situazione. Cerchiamo di fare il nostro dovere, ovvero imporci anche in emergenza, poi quello che accade attorno è relativo. Alla Lazio non toglierei nessun calciatore perché è giusto che la si affronti nella migliore formazione. Con me si parla di squadra: è la squadra che vince, non il singolo, una squadra vince e una squadra perde, nel bene e nel male.

CHI IN CAMPO Schiererò Peluso, in difesa o come esterno di centrocampo. Sta bene. E’ stato ingiustamente messo al bando, ma contro la Samp ha disputato una buona gara. Certo, poteva fare meglio sul secondo gol di Icardi, come altri. Davanti c’è Matri. A lui affiancherò, magari, un adattato. Nel secondo tempo con l’Udinese ha fatto molto bene. Ha caratteristiche precise, ha bisogno di spazi, è bravo nelle ripartenze. Ale è cresciuto molto nel fraseggio e nel lavoro di squadra. Mi dà sempre grandi garanzie, è un entusiasta, ha voglia di migliorare, con umiltà. Mi rivedo un po’ in lui: quando ero alla Juve cercavo quotidianamente di migliorare, tecnicamente, tatticamente. Anche Matri può completarsi, può dare ancora di più. Vucinic, dopo 90’, va gestito. OCCHIO AI BIANCOCELESTI Mi attendo una Lazio forte e compatta, ordinata e pronta a scattare in contropiede. E’ una squadra fisica, con ottimi interpreti: Hernanes, Klose (che non ci sarà, ndr), Floccari, Ledesma, Lulic. Un gruppo figlio di Reja, che ha creato la base. Poi, Petkovic ci ha messo mentalità e rigore tattico. Lotterà con noi sino alla fine del campionato. E in Coppa Italia è leggermente favorita perché avrà il fattore campo al ritorno. Accettiamo senza problemi l’inversione di campo, perché era scritta nel regolamento. Il nostro unico obiettivo, comunque, è vincere. IL RILANCIO Anche l’anno scorso s’è stato un avvio lento, dopo la sosta natalizia. Mi auguro ci siano analogie: vorrebbe dire rivincere lo scudetto e tornare a festeggiare. Poi, quello che è successo contro la Samp ha dell’incredibile e a Parma la prestazione c’è stata e l’ho ribadito ai ragazzi, dopo aver inquadrato le mancanze su cui lavorare. Guardo la classifica: miglior attacco, miglior difesa, primi, avanti in coppa e in Europa. Di cosa stiamo parlando? Di crisi? E.E. © riproduzione riservata


IL TECNICO BIANCOCELESTE «Lazio disciplinata Ci manca poco...» SIMONE DI STEFANO

IL TRAGUARDO Una sfida dal sapore particolare, quasi un pre-partita perché anticipa la competizione europea, sono partite dove si gioca 180 minuti, si lotta per ogni gol non subito o per ogni rete segnata. Manca poco per ottenere qualcosa, vincendo ci si può quasi assicurare la partecipazione in Europa. Poi sarebbe un’ottima impronta per il futuro. DISCIPLINA Servirà una Lazio disciplinata, ben consapevole e organizzata, pronta a sfruttare le occasioni lì davanti per fare gol. Serve una partita intelligente, non giocata troppo in difesa: non subire ed essere «Con la Juve anche propositivi. Facendo bene all’andata, si possono fare dei calcoli per la seconda. la minima flessione Sicuramente due partite dove si giocherà al massimo, che vinca il migliore. Noi mentale può essere cercheremo di esserlo più della Juve. pagata cara. Dobbiamo migliorare sul livello mentale e tecnicotattico, per fare meglio fuori casa. Floccari è trasformato»

JUVE PIU’ FORTE, MA... Tutti quanti dicono che la Juventus è la squadra da battere, certo, lo ha dimostrato ed è tornata anche in forma e sicuramente è la più forte del campionato. Noi stiamo facendo molto bene, con due punti di media in campionato, ai miei ragazzi dico chapeau per quanto fatto finora. Sono 15 partite che non perdiamo e nelle ultime 12 la Lazio è prima per punti fatti. Spero di continuare su questa strada, anche la Juve deve segnare da noi per passare il turno, cercheremo di essere più propositivi rispetto all’ultima partita che ci ha mesi di fronte ai bianconeri in campionato: ora siamo più propositivi e siamo una squadra più guerriera. Ci vuole cuore, ma ci vuole anche la testa. SEMPRE PER VINCERE Preferisco sempre il risultato, va davanti a tutto, ma anche a Palermo ero contento per i nostri 60’ di gioco. Con la Juve anche la minima flessione mentale può essere pagata cara. Dobbiamo migliorare sul livello mentale e tecnico tattico, abbiamo visto che dobbiamo fare meglio fuori casa. Lazio meno forte in trasferta? Non è solo il nostro caso, tutte le squadre lo sono. In casa ci credono di più, mettono più supporto e più pressione. Sta a noi aumentare la nostra consapevolezza ed aumentare il nostro rendimento fuori casa. GIOCA CHI E’ AL 100% Gli infortunati? Devo vedere come si comportano i nostri acciaccati, ma il modulo è meno importante dell’atteggiamento. Konko, Klose, Radu e Stankevicius sono in dubbio.Devo valutare quali calciatori convocare, poi domattina (oggi, ndr) deciderò chi mandare in campo. Solo chi è al 100% può giocare, chi sente il minimo fastidio non può essere pronto anche per via delle temperature e del campo pesante. Dobbiamo essere al massimo fisicamente. FLOCCARI RINATO, KLOSE RISPARMIATO Floccari? Sta facendo bene, è un altro giocatore rispetto a due mesi fa. È rinato e in ottima forma. Klose? La gara è importante, ma come allenatore tengo un occhio alla prossima di campionato e al ritorno. Ederson? Vorrei sapere anch’io quando recupera.


STORIE DI DUE SCALATE La gavetta è sul... campo Tanta B per Conte, poi scudetto. Petkovic-laboratorio in Svizzera TORINO. Prima giocatori, poi insegnanti di calcio. Conte contro Petkovic nasce sul... campo. Il salentino che cresce nel suo Lecce e diventa grande nella Juve. Vince tutto e cambiato mestiere diventa uno che vuole vincere sempre. Semplice? Beh, il percorso c’è, una gavetta... cadetta. Arezzo, Bari, Siena, le promozioni in A, la parentesi con l’Atalanta comunque formativa per il lancio definitivo. Nel ritorno in biaconero, Conte ci mette passione e dedizione al lavoro, accentratore e risolutore, guida e gestore del gruppo. E’ la svolta sua e del club più amato. Subito uno scudetto e l’orgoglio gobbo che torna sbandierato. Ha cambiato la Juve con la tattica e la mentalità, variando pure convinzioni: dal 4-2-4 al 4-3-3 fino al 3-5-2. Integralista a chi? IN GIRO Il signore di Sarajevo, poliglotta dall’aria gentleman, ha giocato nella squadra della sua città, poi martoriata dalla guerra; ha giocato a Capodistria, è emigrato in Svizzera. Scelta di vita segnata anche dal conflitto che ha smembrato l’ex Jugoslavia. Oltralpe, un via vai tra Bellinzona, Coria, Sion e via girando. In panchina, riparte proprio da lì. Young Boys come palestra tattica (3-4-3 e 4-3-3) e doppio secondo posto. In Turchia c’è l’esonero al Samsunspor. Quindi, il rientro in terra rossocrociata e il miracolo di Sion, salvato nonostante i 36 punti di penalizzazione. 2 giugno 2012: Lotito lo ufficializza, Petkovic sbarca nel calcio italiano. E la scalata continua. E.E. © riproduzione riservata


TATTICI A CONFRONTO Gioco d’attacco e praticità La Juve è più padrona del campo, Lazio micidiale quando scatta TORINO. (f.c.) Tecnici nouvelle vague, con la determinazione dentro. E massimo rispetto reciproco. D’altronde, chi riesce a dare un’identità precisa ha messo a segno il primo step della sua missione, trasferendo il concetto dalla teoria alla pratica. Sì, perché si studia e si confronta, da queste parti. Un lavoro di équipe, di staff. Numeroso e italianissimo (a parte lo spagnolo Tous, specialista per la “forza”) quello di Conte, numeroso e internazionale quello di Petkovic. «Da un punto di vista tattico, la Lazio è una squadra compatta, che appena persa palla si abbassa per difendere con dieci-undici giocatori sotto la linea della palla», analizza Conte. Quando si sono incrociate in campionato (0-0 il 18 novembre) il dominio bianconero è stato totale. Quella dello Stadium, per stessa ammissione di Petkovic, non è stata la miglior Lazio. In ogni caso le due squadre sono divise da diversi metri di campo. La Juventus inizia il pressing più avanti e prevale nel possesso palla. Baricentro alto e manovra meccanizzata: conoscenze e gioco organizzato esaltano le qualità dei singoli. Pratico ed eclettico (anche nell’alternanza dei sistemi di gioco) il telaio della Lazio: quando non riesce a sfruttare il fraseggio dei propri centrocampisti di qualità non si fa problemi a compattarsi dietro e ripartire. Negli spazi la Lazio è spietata e negli ultimi metri capitalizza al massimo quanto produce. © riproduzione riservata


ELVIRA ERBI’

TORINO. Juve in emergenza, parola di Conte. Juve da battere, parola di Petkovic. Si rinnova stasera la sfida tra bianconeri e laziali. Una sfida rilanciata dalla semifinale di Coppa Italia e che si ripeterà in campionato. Duello vero, forse persino inaspettato, alla vigilia della stagione. C’è spazio per allargare e livellare i valori. Fuori i secondi... CONFRONTO Conte da una parte, Petkovic dall’altra. Un perfetto Giano bifronte della panchina. Adrenalinico e passionale il Mou di Lecce, più calmo e serafico il mister di Sarajevo. Entrambi, comunque, di personalità spiccata, carismatica. Due che non la mandano a dire, due che possiedono idee chiare, che sanno dare un’impronta e un’identità precisa alla squadra e al suo gioco. E in ogni caso, il collettivo Conte contro conta più del singolo. Manca tizio? Gioca caio.... Così, da una parte lo juventino si trova Petkovic: geniali e con il solo Matri, e lo incensa e lo sprona a migliorare per continuare a segnare e vincere decisivi («mi rivedo in lui, per la voglia di completarsi»); dall’altra, il laziale lascia a casa il totem Klose per precauzione, e coccola Floccari che spesso è rimasto ai margini, ma che adesso è l’uomo della provvidenza («un altro rispetto a due mesi fa...»). IL COMANDO Già. Juve v s Lazio è anche una sfida della psicologia applicata. Della serie: come ti porto il giocatore a rendere come un campione. Un trasformismo? No, un saper valorizzare le risorse interne fino all’inverosimile. Nessuno è fuori dai giochi, a patto che non si ponga fuori dai giochi con atteggiamenti sbagliati in campo e nel lavoro quotidiano. Bastone e carota, da usare con i giovani; buonsenso e mediazione, per rivitalizzare e stimolare i veterani. Di qua e di là, tutti per uno e uno per tutti. Per la Coppa Italia, per lo scudetto. Dice il bianconero: «Ho solo 14-15 uomini, ma l’imperativo è vincere, come sempre. I ragazzi sono “mentalizzati”». Dice il biancoceleste: «Voglio dei guerrieri che usino cuore e testa». Insomma, non di solo calcio ci si arma per affermarsi. Va bene la tecnica, va bene la tattica, poi però è dentro che scatta quel qualcosa che ti permette di avere la meglio sull’avversario. CHE SCENE In piedi, a bordocampo. Conte si scatena a parole e a gesti, Petkovic mette il fisico da 1 metro e 90. Sanno come farsi capire. Magari con un rimprovero anche in dialetto Antonio che di solito diventa afono dopo ogni match, con vocabolario ricco Vladimir che può svariare dal serbo-croato all’inglese, dal francese al tedesco, dallo spagnolo al russo e via interpretando. Citofonare Stephan Lichtsteiner, per la spiegazione. Quando è dalla fascia opposta, si becca i rimproveri via emissario, di solito il preparatore Paolo Bertelli. Altrimenti, va in presa diretta con Conte che gli soffia l’indicazione sotto il naso, in modo persuasivo. Anche Petkovic ama il consiglio utile, il suggerimento istantaneo. Certo, la scena è una tantino differente. IL RISPETTO Conte su Petkovic: «Non lo conoscevo. Ho letto delle esperienze all’estero, che gli invidio; è aperto, si pone bene. Sta facendo molto, complimenti. La Lazio è una squadra forte, ostica da affrontare: tenere quello 0-0 a novembre è stato un segno di forza e i valori morali di calciatori e tecnico». Petkovic su Conte: «Non lo conosco benissimo. Ma di sicuro ha fatto tanto, vincendo subito il titolo. Io, invece, devo ancora dimostrare quanto valgo nel calcio italiano». Stasera, i maestri si confrontano. Fuori i secondi. © riproduzione riservata




Beltrame e C. pronti al debutto TORINO. Nella scorsa stagione, culminata con la conquista dello scudetto, Antonio Conte non ha fatto debuttare nessun giovane della Primavera in prima squadra. Soltanto la convocazione di Sluga e Gouano, finiti in tribuna. Ma dodici mesi fa la Juventus non doveva far fronte all’emergenza infortuni. Ora, invece, il tecnico bianconero deve attingere tra i baby di Marco Baroni: contro l’Udinese ha chiamato, oltre che l’attaccante Beltrame, in panchina già a Parma, i difensori Rugani e Pol Garcia, e i centrocampisti Schiavone e Kabashi. Di questi, soltanto l’albanese non sarà riconfermato, mentre gli altri dovrebbero essere cooptati per stamattina, quando la squadra andrà in ritiro. 20 ANNI COME POGBA E dopo la chiamata c’è attesa per il debutto che, nel caso di Beltrame, coetaneo di Paul Pogba, equivale sempre con un gol. A segno nell’esordio con Allievi e Berretti del Novara, ha firmato anche i debutti con le Nazionali Under 18 e 19, oltre a quello con la Juventus, nell’amichevole Stefano Beltrame, 20 anni, di Villar Perosa contro i futuri campioni d’Italia. Insomma, un amuleto che bomber della Primavera Conte potrebbe tirare fuori dal cilindro se la sfida con la Lazio non imboccasse la giusta via. Del resto, per uno che fin da piccolo tifava Juventus e che in allenamento cerca di rubare a Vucinic fantasia e sfacciataggine nell’osare certe giocate non sarà un problema griffare la sua prima apparizione in serie A con un gol. M.s. © riproduzione riservata


Resta solo Matri Può fare coppia con Giaccherini MARINA SALVETTI

TORINO. Ormai l’infermeria della Juventus sembra la hall di un albergo tanto è l’andirivieni di giocatori: per uno che ne esce guarito, un altro ne entra ammaccato. Non c’è pace per Antonio Conte che anche stasera, nella semifinale d’andata di Coppa Italia, deve inventarsi una formazione da mandare in campo, come contro l’Udinese. E se l’esito di ogni emergenza fosse quello di sabato sera, il tecnico ci farebbe la firma. Ma tant’è: per un Claudio Marchisio recuperato dai guai al ginocchio rimediati contro la Sampdoria c’è un Arturo Vidal che probabilmente resterà ai box. Il suo è un riposo precuazionale perché la caviglia è Peluso torna titolare, malconcia: se sabato sera ha stretto i denti per 80 minuti, il tecnico non se la sente di Marrone in difesa chiedergli lo stesso sacrificio contro la Lazio con il rischio di peggiorare la situazione. E visto che pure il rientro di Andrea Pirlo , fermo per un fastidio al polpaccio, slitta alla sfida contro il Genoa, il centrocampo bianconero può essere di nuovo rivoluzionato con l’inserimento di Paul Pogba in regia e di Simone Padoin al posto del cileno. IN ATTACCO Altrettanto difficile è la composizione del tandem d’attacco. O meglio, da un lato il puzzle sembra semplicissimo: l’unico “sano” è Alessandro Matri , titolare inamovibile. Già, perché Nicklas Bendtner è infortunato, Fabio Quagliarella , pure alle prese con un infiammazione alla coscia, deve scontare l’ultimo turno di squalifica, Sebastian Giovinco è uscito malconcio dal match contro l’Udinese e non sarà neppure convocato, mentre Mirko Vucinic è sotto osservazione dopo i 90 minuti intensi di campionato e il tendine da gestire: potrebbe partire dalla panchina e subentrare nella ripresa. A questo punto sorge il dubbio su chi possa essere il partner di Matri. Ascoltando le parole di Conte in conferenza («Devo valutare se potrò affiancare a Matri un’altra punta o avanzare qualcuno con caratteristiche offensive, ma non Pogba») l’ipotesi più plausibile si chiama Emanuele Giaccherini . L’identikit calza a pennello all’ex cesenate, in origine punta o attaccante esterno e, quindi con una naturale predisposizone a giocare in avanti. Conte lo ha poi consacrato in mezz’ala: del resto il tecnico bianconero è abile nel trasformare i ruoli altrui (vedi Asamoah e Marrone ) ma anche a modificare i suoi moduli (dal 4-2-4 al 3-5-2 con un breve passaggio al 4-3-3) per sfruttare le caratteristiche dei suoi giocatori (vedi Vidal). Ma nelle prove il tecnico bianconero ha alternato Giaccherini con Marchisio al fianco di Matri. IN DIFESA Qualche margine in più di scelta Conte ce l’ha in difesa, dove Martin Caceres dovrebbe essere confermato a sinistra e dove Luca Marrone , dopo la parentesi da centrocampista contro il Milan, torna al centro per concedere un turno di riposo a Bonucci . Federico Peluso - l’unico (finora) acquisto di gennaio - cerca invece il riscatto per cancellare la prova deludente contro la Sampdoria, non più in difesa ma come esterno a sinistra, mentre a destra Isla è in vantaggio su Lichtsteiner . © riproduzione riservata


A ROMA RIMANE ANCHE KONKO La Lazio senza Klose punta tutto su Floccari SIMONE DI STEFANO

ROMA. Juve-Lazio convoglia a Vladimir Petkovic belli e brutti ricordi insieme. La gara più rinunciataria della sua gestione, anche se allora era campionato e il pareggio valse un punto importante. Ma quella Lazio è anche lontana parente di quella odierna. Nel frattempo, Petkovic ha sperimentato, ha riscoperto Senad Lulic per la sua versatilità in fase difensiva e offensiva, e ha provato più volte la difesa a tre da quando ha potuto disporre con continuità di Stefan Radu . «Servirà una Lazio disciplinata, ben consapevole e organizzata, pronta a sfruttare le occasioni lì davanti per fare gol. E’ l’unica punta: Serve una partita intelligente, non giocata troppo in Sergio Floccari, 31 anni, Petkovic è orientato difesa: non subire ed essere propositivi», il Petko- attaccante della Lazio, dopo a schierare un più concetto in vista della trasferta più dura di questo 2013. essere rientrato in estate dal equilibrato 4-1-4-1 Si gioca tanto, oltre alla qualificazione stasera per la prestito all’Atalanta: in questa rispetto a un Lazio sarà l’ennesimo test in trasferta dopo il mezzo stagione ha totalizzato 17 modulo più passo falso di Palermo. Le scelte di Petko dovranno presenze e segnato 5 gol offensivo. Rientra Gonzalez per forza fare i conti con l’indice di gradimento che (Liverani) lentamente si sta attestando a un livello medio dopo le esaltazioni di fine anno. Vlado rivuole la sua vecchia Lazio spettacolare, e questa continua ricerca del bel gioco soprattutto in trasferta - è diventato quasi un cruccio per il tecnico, nonostante 15 risultati utili consecutivi. MODULO Dalle sue parole si capisce che stasera la Lazio non si presenterà per dominare l’avversario, ma neanche per alzare il fortino come il 17 novembre. Quel jolly, Petko già lo ha bruciato e non sempre ci sarà un super Marchetti ad abbassare la saracinesca. La Lazio anti-Juve in versione Tim Cup dovrà fare una gara «intelligente, non giocare troppo in difesa ed essere propositivi». Senza il giocatore di punta, Miroslav Klose , rimasto a Roma assieme a Konko , entrambi ancora acciaccati. Recupereranno per il Chievo sabato, ma intanto stasera in avanti toccherà ancora a Floccari fare il puntero in solitaria. Per Petkovic resta comunque un dubbio di modulo: puntare sul più equilibrato 4-1-4-1, oppure provare a fare il gioco della Juve adattandosi con quel 3-51-1 che ha portato punti con l’Atalanta ma che ha causato i due gol del Palermo sabato scorso? La scelta più probabile sembra proprio quella del 4-1-4-1, modulo che finalmente Petko potrà riprovare con il rientrante Alvaro Gonzalez , sul quale questo sistema di gioco sembra vestire alla perfezione. Al suo fianco Hernanes è più libero di offendere e gli esterni, Mauri e Candreva , svincolati da ulteriori compiti tattici in fase di copertura. In difesa però c’è la variabile Cana . L’albanese sta giocando molto bene e anche stasera ha intatte possibilità di essere del match se il tecnico decidesse di rischiare con i 3 dietro. A quel punto gli esterni ( Cavanda a destra e Lulic a sinistra) si alzerebbero sulla linea dei centrocampisti e a giocarsi una maglia da trequartista a tutto campo alle spalle di Floccari sarebbero Mauri e Candreva, con il primo favorito sul secondo.


Biglietti a 25 euro TORINO. Per la seconda partita di seguito lo Stadium rischia di non essere esaurito, colpa degli impegni ravvicinati (tre partite casalinghe in sette giorni, da ieri è iniziata anche la vendita libera per Juventus-Genoia di sabato sera) e del clima gelido. CosÏ la Juventus ha deciso di invogliare i tifosi a presentarsi allo stadio con prezzi stracciati. Per la semifinale di Coppa Italia contro la Lazio bastano 25 euro per sedersi in ogni settore dello stadio, dalla curva alla tribuna. Un ulteriore sconto è riservato alle donne e ai ragazzi under 18: potranno assicurarsi un posto allo Stadium con appena 20 euro.



«Juve-Drogba? Meglio Klose» FILIPPO CORNACCHIA

VLADIMIR JUGOVIC, un rigore decisivo con la Juventus e uno con la Lazio. Nel primo caso (1996) è arrivata la Champions League, nel secondo (1998) la Coppa Italia che ha inaugurato i trionfi dell’era Cragnotti. «Non ci avevo mai pensato, ma in effetti è così. Del tiro dal dischetto di Roma, se ci penso, sento ancora le stesse sensazioni di allora. Era l’ultimo, quello che valeva la coppa. Quel gol mi ha permesso di JUGOVIC «Il laziale entrare nella storia di un club glorioso come la ideale per Conte» Juventus e di vincere la seconda Coppa Campioni dopo quella del ’91 con la Stella Rossa». Cambierebbe qualcosa di quella notte? «Mi gusterei maggiormente il successo. Subito dopo la finale di Roma andai a giocare con la mia Nazionale invece di festeggiare con i compagni». Della Coppa Italia con Lazio cosa le rimane? «La sensazione della rimonta sul Milan, l’entusiasmo di una piazza in estasi perché non vinceva da tanto. Peccato solo che la settimana dopo perdemmo la finale di Coppa Uefa contro l’Inter». Juventus e Lazio stasera cominciano a giocarsi il biglietto per la finale di Coppa Italia. «Mi aspetto una partita divertente, anzi due partite divertenti, in linea col gioco che le squadre stanno esprimendo in campionato. Sul pronostico non mi azzardo. La Juve in campionato è prima, la Lazio seconda col Napoli: e non è mica un caso...». Conte sarà ancora senza Pirlo. «E’ una perdita importante, perché Pirlo è un giocatore fantastico. Andrea però ha 33 anni e non potrà giocare in eterno. Per la Juve queste serate sono una sorta di prova generale per il futuro». Il discorso vale anche per la Lazio, costretta a Mi aspetto due rinunciare a Klose? semifinali divertenti. «E’ un uomo decisivo, però Petkovic non è KlosePirlo è fantastico, dipendente. Io, Miro, lo avrei visto anche nella mia ma senza di lui la Lazio, ma all’epoca sarebbe stato fondamentale capire Juve può fare le prove per il futuro. I se andava bene a Mancini... (risata). Certo che sarebbe adatto per questa Juve: è uno dei migliori tiri di Pogba come quelli di Mihajlovic? centravanti d’Europa». Sinisa al pallone I dirigenti bianconeri più che a Klose, blindato da dava tanto effetto... Lotito, un pensiero in ottica Champions lo fanno per un suo coetaneo: Drogba. «Vincere la Champions, con o senza Drogba, non è un’impresa facile. Il Chelsea ha perso quando era favorito e ha trionfato quando non se lo aspettava più. Serve anche un po’ di fortuna. I tempi sono cambiati». Cioè? «Adesso le favorite sono altre: Barcellona e Real Madrid su tutte. Ma non fraintendetemi, la mia Juve era un’altra storia. Siamo andati in finale tre volte di seguito: non eravamo poi solo dei soldatini...». Neanche lei si rivede nell’etichetta ideata da Cassano? «No. Io più che soldatino, tanto alla Juve quanto alla Lazio o alla Stella Rossa, mi sono sentito sempre vincente. Guardate anche la crescita che ha avuto Miroslav Klose, 34 anni, bomber tedesco della Lazio Vucinic: nei grandi club o cambi e ti adegui a certi ritmi o non puoi starci». (Liverani) Didier Drogba, 34 Petkovic l’ha sorpresa? «L’avevo già visto all’opera in Svizzera, quindi per me è anni, attaccante dello Petkovic mi aveva non è stato una novità assoluta. E’ un bel personaggio, Shanghai Shenhua (Liverani) Vladimir Jugovic quando colpito già in mi piace come gestisce squadra e giocatori. Tare e giocava nella Juve campione Svizzera: la Lazio è Lotito sono stati bravi a scovarlo e a puntare su di lui d’Europa (Liverani) stata abile. Per i bianconeri alzare la nonostante lo scetticismo dei tifosi». A Conte, suo ex compagno, pensano anche le big europee. Champions non


Champions non sarà un’impresa facile. A Torino mi sono sempre sentito vincente, non soldatino...

«Antonio è già in una panchina gloriosa. Lo vedo troppo bene dov’è: e poi lui alla guida e la Juve vincente mi fanno sentire più giovane... (risate)». Jugovic farebbe più comodo a Petkovic o a Conte? «Va chiesto a loro... Penso mi troverei bene con entrambi. Allenamenti pesanti? Qual è il problema, è quella la formula per vincere». Lei non ha mai pensato alla carriera di allenatore? «Ormai ho perso il treno. Quando ho smesso di giocare ho preferito una lunga vacanza al posto dei vari corsi». Voto ai missili di Pogba? «Due bei gol: speriamo continui così». Le hanno ricordato le punizioni di Mihajlovic? «Sinisa era maniaco, a fine allenamento si esercitava con grandissima costanza. Le sue conclusioni erano potentissime, ma nel suo calcio c’era tanta tecnica: al pallone dava sempre un effetto particolare». Vidal o Hernanes? «Entrambi. Diversi ma ugualmente efficaci: mi sarei trovato bene con tutti e due». © riproduzione riservata


IL CALENDARIO BIANCONERO Juve, mezza stagione nelle sfide a Petkovic CAMILLO FORTE

TORINO. La Lazio nel destino. Per la Coppa Italia, per lo scudetto e per il calendario. Si parte stasera e si replica il 29 (gennaio) per la Coppa Italia. In questi due match i bianconeri si giocano la Coppa Italia, manifestazione a cui la squadra di Conte tiene in modo particolare. Un pò perchè lo scorso anno ha perso la finale a Roma contro il Napoli e molto perchè in questa stagione si vuole vincere tutto. Il sogno è il triplete ma Oggi e martedì anche un’accoppiata scudetto-Coppa Italia non dispiacerebbe. E poi Lazio-Juve, per lo prossimo si gioca la scudetto, si gioca a Roma il 14 marzo, a cavallo dei quarti di finale della Champions, e la finale di coppa sfida dell’Olimpico è l’ultimo match contro una potenziale grande: nel senso che dopo Italia, a metà aprile questa partita il calendario dei bianconeri sarà meno impegnativo. E se a quel punto una delle partite dovessero mantenere la testa della classifica la strada verso lo scudetto potrebbe essere chiave per lo tutta in discesa. scudetto. E adesso Conte affronta un IN SALITA In salita, invece, il calendario di questo periodo: la Juve, infatti, disputerà otto ciclo di ferro di otto partite in un mese, compresa la sfida di Glasgow e la partita di Roma contro i giallorossi. Il incontri in un mese tutto con molti giocatori indisponibili e alcuni in non buone condizioni fisiche. Come Vucinic , ad esempio, che andrà gestito con il bilancino del farmacista. Per Antonio Conte , dunque, comincerà un tour de force tutt’altro che semplice. Partite in cui la Juventus si giocherà tutto. Nonostante l’infermeria piena l’umore della squadra è alto, i quattro gol rifilati all’Udinese hanno riportato il sereno e la consapevolezza di essere forti anche con le seconde scelte. Insomma, stasera si parte. Con la Lazio, la prima di tre sfide che in un modo o nell’altro possono segnare la stagione. © riproduzione riservata






ASPETTANDO UN BIG «Agnelli, parliamo di Lisandro Lopez» CAMILLO FORTE FABIO RIVA

TORINO. Tra campo e mercato, tra coppa Italia e... Fernando Llorente , o Didier Drogba , o Lisandro Lopez nei migliori dei casi. Più vari ed eventuali soluzioni low-cost, già pronte per l’uso nel campionato italiano. L’amministratore delegato bianconero Giuseppe Marotta e il direttore sportivo Fabio Paratici insistono su più fronti, convinti, speranzosi - complicanze da crisi generale permettendo - di poter mettere a disposizione quantomeno un nuovo attaccante a disposizione di Antonio Conte . Se non addirittura due. INTRIGO LLORENTE Questione di ore, ormai, e il tesseramento di Llorente da parte della Juventus sarà ufficiale. La società è Il Lione invita a infatti pronta a depositare il contratto con il giocatore, trattare ma Marotta che avrà decorrenza a partire dalla prossima estate. E aspetta Llorente quindi, capitolo chiuso? No, affatto. Anzi. Sarà anche un modo, trapela dalla stanze di corso Galileo Ferraris, Lisandro Lopez è nato a per «smuovere le acque» e vedere come reagiscono a Bilbao. A quel punto i Buenos Aires il 2 marzo 1983: cresciuto nel Racing Club, è baschi saranno messi davanti al fatto compito: perdere il loro giocatore a poi passato al Porto e infine al parametro zero. Avranno a disposizione qualche giorno per riflettere sulla Lione. Con la nazionale situazione ed eventualmente accettare di scendere a patti con la Juventus, argentina, sotto la gestione “accontentarsi” dei 3 milioni di euro offerti e cedere subito l’attaccante. Maradona, ha collezionato 7 Sarebbe ancora possibile stipulare un nuovo accordo e invalidare l’altra presenze e un gol scrittura. Possibile, si intende, anche se non esattamente probabile: i vertici baschi finora non hanno brillato in quanto a malleabilità... ASSE TORINO LIONE Affare Llorente a parte, la Juventus continua a monitorare la situazione Lisandro Lopez, 29enne argentino in forza al Lione. I bianconeri lo hanno chiesto in prestito, ma il club transalpino rilancia: cessione a titolo definitivo, al limite prestito con obbligo di riscatto. I francesi sborsarono 24 milioni di euro, nel 2009, per strappare il giocatore al Porto. Ora non sono disposti a fare grossi regali. O almeno così affermano. In realtà non possono neppure ignorare il fatto che il giocatore andrà in scadenza nel 2014 e non ha alcuna intenzione di rinnovare, come ha già spiegato direttamente ai vertici societari. Ecco perché, insomma, il presidente della società, Jean Michel Aulas ha spiegato a tuttomercatoweb : «Finora qualche apprezzamento e sondaggio da parte di emissari ed agenti, ma con i bianconeri non c’è ancora stato nessun contatto diretto. Vedrò il presidente Andrea Agnelli in Svizzera». E l’occasione, riunione del comitato La Juve ai francesi: esecutivo dell’Uefa, sarà dunque propizia per approfondire la questione Lisandro Lopez. prestito o niente. La Juventus, comunque, non ha intenzione di esulare dalla formula del prestito libero. Aumenta il pressing COLPO DI SCENA Guai, comunque, a considerare concluso il capitolo Drogba. Conte ci sul Bilbao. spera, Marotta ci prova. L’intesa con il giocatore è un ostacolo relativo, i contatti con il suo Immobile e entourage sono avviati da tempo: dalla scorsa estate, per la precisione, quando si arrivò a Borriello, nuovi mettere nero su bianco una proposta di contratto da 5 milioni di euro a stagione. Poi scenari col Genoa sminuita dall’offerta di 12 milioni avanzata dai cinesi dello Shanghai Shenhua. Ebbene, ora i bianconeri hanno buon gioco a far leva sulla voglia di grande calcio che anima Drogba, ben disposto ad accettare il “contratto a progetto” (progetto Champions) offertogli. Tuttavia, i bianconeri, non hanno intenzione di pagare, oltre all’ingaggio del calciatore, anche un indennizzo allo Shenhua. MADE IN ITALY Le piste del campionato italiano portano invece in direzione Bologna e Genova. Laddove giocano Manolo Gabbiadini da un lato, Ciro Immobile e Marco Borriello dall’altro. Né da una parte, né dall’altra, però, giungono grossi segnali distensivi, anzi... I bolognesi respingono al mittente le richieste per Gabbiadini, che pure è in Emilia soltanto in prestito (cartellino di proprietà di Juventus e Atalanta). Lo stesso fanno i liguri. Ancora ieri, ai microfoni di Sky , il presidente Enrico Preziosi ha ribadito che Immobile (in comproprietà tra Juve e Genoa) non si muove. Pure su Borriello (proprietà Roma, al Genoa in prestito) ci sono resistenze. Ma l’impressione è che, al di là della “pretattica”, qualcosa possa cambiare. Liguri e torinesi stanno infatti valutando la possibilità di acquistare, insieme, il giovane attaccante cileno Nicolas Castillo protagonista nel Sub 20: oggi l’agente del giocatore sarà in Italia, le parti proveranno a definire una intesa. Vien da sé che si tratterebbe di una operazione utile anche da un punto di vista diplomatico, di una chiave per convincere i rossoblù a dare il nulla osta alla cessione di una punta. Tra i jolly da provare a pescare, anche Richmond Boakye , ora in comproprietà con il Sassuolo. © riproduzione riservata



Di lotta e governo la Juve si sdoppia Andrea Bosco

DI LOTTA e di governo. L’attuale momento della Juventus richiama un vecchio slogan politico, per quanto le strategie della società e della squadra sembrino differenziarsi. E’ stata una settimana complicata, inizio di un tour de force che porterà la Juventus a spremere energie fisiche e mentali per restare in corsa su tutti gli obiettivi. E’ stata una Juve di governo, consegnata al pragmatismo, quella che ha votato per la riconferma del candidato unico Giancarlo Abete alla presidenza della Federazione. Juve di lotta che si è invece manifestata nella riconferma di Maurizio Beretta alla presidenza della Lega: addirittura leader di una “strana minoranza” che ha accomunato i “nemici“ storici Inter, Fiorentina e Roma, opposta all’inusitata maggioranza costituita da Lazio, Napoli e Milan, avanguardia della quasi totalità della serie A. In ballo, nel primo caso, una continuità istituzionale apparentemente inscalfibile. Nel secondo, soprattutto, la spartizione dei diritti televisivi. Il calcio italiano abbisogna di riforme. Ma i biglietti da visita di Abete e Beretta profumano di gattopardismo. Juve di lotta quella che ha schiantato l’Udinese con molte riserve e cinque Primavera in panchina. Risposta superlativa da Pogba, top player costato al malconsiderato (da coriandoli della tifoseria bianconera) Marotta la miseria di un milione di euro. Juve con pregi e difetti fisiologici. Ma squadra dal cuore solido anche quando il risultato non la premia. Il turno di campionato ha ristabilito le distanze su Lazio e Napoli. Tocca alla Signora continuare a viaggiare in sesta. Mia sensazione: per la prima semifinale di Coppa Italia con la Lazio, Conte doserà le rotazioni. Perché la finale persa con il Napoli gli è rimasta sul gozzo. Ergo: appena Marchisio e Pirlo saranno in condizione, Pogba tornerà in panchina. E’ un fenomeno il francese, da far crescere. Nessuno si attenda che ad ogni gara confezioni giocate marziane. La ritrovata condizione fisica della Juve, che nelle avversità storicamente si esalta, non deve annacquare, tuttavia, l’esigenza di trovare , as-so-lu-ta-men-te, un bomber a breve. Nel settore la Juve è una porta girevole : ruggisce Matri, si appisola Giovinco, si accende la Formica Atomica, si sgonfia Quagliarella. Solo l’indispensabile Vucinic anche quando gioca in pantofole offre continuità. Non mi faccio sedurre dai nomi: non ci sono soldi e Marotta dovrà fare un miracolo. In controtendenza, mio pensiero di “lotta“ per giugno: Llorente non è Suarez ma sarà utile. E allora se davvero un “tesoro” ( Champions permettendo) ci sarà nei forzieri di Madama, io dico: si provi a prendere Bale. La testa di Llorente avrà bisogno di cross. Non quelli sbilenchi di un DeCeglie, ma quelli precisi, magari solo di un Berardi. Manca maledettamente Pepe a questa Juve. Da troppi mesi. Come si compra un Bale? Vendendo un pezzo pregiato. Guardiola vuole Vidal. Idea finanziaria, specie se in casa hai un Pogba. Ma Vidal è ancora troppo giovane per essere messo sul mercato. Solitamente, per far cassa, una società pone in vendita i suoi eroi più attempati. E allora straparlo (visto che personalmente stravedo per Pirlo): da tifoso incatenerei il mio Toscanini, da dirigente ingaggerei Dudamel. Andrei a Parigi a far capire a qualcuno che a Torino c’è pronta una maglia. Con un numero da predestinato: il dieci .


l’ex bianconero, ora al Tolosa Zebina: «Juve in vetta, lo merita Pogba è eccezionale, unico» SIMONE ROVERA

JONATHAN ZEBINA, dopo tanti anni ad alto livello è tornato in Ligue1, come è stato il ritorno a casa? «Pieno di affetto e curioso. Avevo voglia di finire bene e trovare una situazione piacevole e tranquilla in cui giocare a calcio. A Brest ho vissuto un’annata fantastica e adesso a Tolosa abbiamo un po’ più di ambizione e vediamo come va a finire». La stagione del Tolosa era iniziata alla grande, poi c’è stato un calo... «Non è successo niente, i risultati semplicemente non «Né Vieira, né stanno arrivando nonostante le qualità della squadra e Rijkaard: Paul ha il lavoro che stiamo facendo, d’altronde il calcio non è caratteristiche tutte una scienza esatta». sue. Ibra in Già due infortuni in stagione, come sta e quando versione bomber? la rivedremo in campo? Non è una «Dopo un paio di anni in cui stavo molto bene, questa è una stagione per me più sorpresa» complicata fisicamente. Sto cercando di essere utile nel migliore dei modi, spero di tornare contro il Psg». La Juventus in italia domina. «Sta vivendo una grandissima stagione, ottenendo quello per cui hanno iniziato a lavorare tempo fa, sono contento perché la società merita di essere ad alto livello». Oggi il francese bianconero è Pogba: cosa pensa di questo giovane fenomeno? «Pogba sta dando una grossissima mano alla squadra e credo che stia facendo delle cose eccezionali, perché pochi alla sua età hanno la sua personalità sul campo e sanno essere così decisivi, poi in una squadra importante come la Juventus...» C’è chi lo paragona a Vieira, chi a Rijkaard, chi a Emerson. Secondo lei? «Secondo me è Paul Pogba. Un misto di tante cose che abbiamo visto, ma ha delle caratteristiche sue che fanno di lui un giocatore unico: è tosto difensivamente, molto maturo per la sua età e soprattutto è decisivo. In questo momento è abbastanza eccezionale». Il Psg sta deludendo oppure è normale che abbia qualche difficoltà? «Il campionato francese è strano, ti dà la sensazione che sia più facile di quello inglese o spagnolo, ma alla fine è dura avere regolarità. Mi sa che Ancelotti l’ha capito, ma nonostante il lavoro e la grande qualità a disposizione fa più fatica del previsto. Vedremo come finirà». Ibrahimovic dà spettacolo. «Ma non è una sorpresa, non so se uno si poteva aspettare tutti questi gol e queste grandi cose, ma Ibra non può essere una sorpresa».


Marotta: «Vogliamo migliorare il gruppo» «STIAMO valutando le possibilità per migliorare un gruppo che ha vinto lo scudetto», ha spiegato Giuseppe Marotta a Radio 24. Circa l’arrivo anticipato di Fernando Llorente, l’ad tende però a frenare: «A lui ci siamo interessati, coinvolgendo l’Athletic Bilbao. Sono fiducioso di chiudere il tutto, ma il ragazzo arriverà in estate. Edinson Cavani? Irraggiungibile, può essere preso solo da arabi e russi». Chissà che irraggiungibile sia anche la Juve, per le inseguitrici. Massimo rispetto, però, per le rivali scudetto: «Lazio e Napoli sono due realtà importanti. La Lazio è molto organizzata, fa un calcio cinico. Il Napoli è una squadra costruita nel tempo e modellata da Mazzarri». Un cenno a Paul Pogba: «Un giovane talento che dovrà confermarsi. Ha fatto vedere di che pasta è fatto, ora subentra la testa del giocatore. Garantisco per lui, è un ragazzo per bene». Infine un commento sulla sparata del presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, che in relazione agli ultimi botta e risposta sulle elezioni in Lega aveva paragonato Andrea Agnelli a «una zitella isterica in astinenza». Marotta: «Il livello dialettico del presidente Pulvirenti si qualifica da sé e non c’è altro da dire».


Marrone, promessa al Parma per fine stagione TORINO. Tutti vogliono Marrone, l’ultima richiesta è stata quella della Fiorentina. E a tutti l’amministratore delegato Beppe Marotta ha risposto no: a gennaio il difensore-centrocampista, praticamente il tuttofare dei campioni d’Italia, non si muove. Anche lui, dopo averne parlato a lungo con Conte, ha deciso di rimanere sino a giugno. Poi, però, andrà in una squadra che gli garantirà il posto da titolare. E la Juve, in merito, ha fatto una promessa al Parma: lo darà agli emiliani visto che tra Andrea Agnelli e Ghirardi i rapporti sono ottimi e la squadra parmigiana è l’ideale per valorizzare un giocatore. Basta vedere quello che è successo per Giovinco. Due anni di Parma e la Formica Atomica è diventato completo e competitivo tant’è che in corso Galileo Ferraris non hanno avuto difficoltà a riportarlo a casa. Di conseguenza, con tutta probabilità, anche per Marrone si seguirà questa strada. Ma non ora, comunque. Tutto è rimandato alla fine della stagione.





«Dài Toro, punta in alto!» ANSELMO GRAMIGNI

Emiliano Mondonico, visto che Toro? «Applausi. Però questa è la normalità per il Toro. Il Toro, la sua storia, i suoi tifosi, non possono lottare per la salvezza ma per molto di più. Questo per dire che è anormale ciò che è successo negli ultimi anni. Complimenti però a Ventura che ha saputo costruire un ottimo collettivo organizzato e coeso. Ed è una grande cosa che gli obiettivi minimi stagionali siano stati già raggiunti. Già, perché non è mai facile centrare in anticipo i risultati messi in preventivo a inizio campionato». Tuttavia la squadra granata è una neopromossa... «Macché neopromosso. Il Toro non può esserlo. La MONDONICO «E a Juve è finita in B ma quando è tornata in A mica la si San Siro si può definiva una neopromossa. Questo termine va bene a ricominciare a chi in A non ha mai giocato o ci ha giocato poco». stupire» Comunque sia sembra che la squadra di Ventura sia finalmente decollata. «Sì e il bello viene adesso. Almeno spero. Raggiunta una zona di classifica tranquilla ora si può pensare a raggiungere qualcosa in più. L’Europa? E perché no... Io penso che quando una squadra si toglie di dosso le paure della bassa classifica possa aspirare a qualcosa di prestigioso. La consapevolezza e l’autostima regalano stimoli ulteriori e può capitare che non possa neanche più bastare il raggiungimento della parte sinistra della classifica....». Domenica però a San Siro sarà dura... «La sfida con l’Inter capita al momento giusto. Il Toro troverà una squadra un po’ affaticata dalla sfida di Coppa Italia e con qualche problemino di gioco. L’occasione giusta, insomma, per i granata per compiere un definitivo salto di qualità e per diventare... adulti. In senso sportivo, ovviamente. D’altronde, quando si frequenta l’Università, si affrontano esami più severi degli altri». Un’impresa per sognare... «Viste le forze in campo non mi parrebbe assurdo se il Toro vincesse a Milano. Finora, per colpa delle situazioni negative del recente periodo, si è parlato troppo di salvezza, di timori, di argomenti che, sottolineo, non fanno parte della storia del Torino. Cambiamo i discorsi e parliamo finalmente di cose positive e di ottimismo. Contro l’Inter i granata si giocano ben più di una semplice partita ma il... sogno. Anzi, la possibilità che i tifosi del Toro possano tornare a sognare. Non si può togliere agli appassionati granata questa opportunità». Un’altra stagione felice, come quella dell’anno scorso. «Ma tornare in A non può essere il sogno dei torinisti. E neanche restarci. Giocare in serie A sta nella logica delle cose per il La sfida con l’Inter Toro. Così come salvarsi. Sognare è qualcos’altro. E’ arriva al momento puntare lassù, ai piani alti della classifica, dove il giusto. I granata Torino, in passato, era abituato a lottare. Mi auguro devono accarezzare il sogno Europa. La che ci torni presto». Per crescere, però, bisogna rinforzare la squadra. serie A è normale per il Toro, non la B. «Ma deve arrivare soltanto un giocatore in grado di Bianchi con fare la differenza, altrimenti è meglio restare così. Barreto? Si può Tanto più che a gennaio è difficile trovare sul mercato buoni giocatori. Chi li ha, se li tiene. Le ultime partite hanno mostrato che nel Toro c’è parecchio di buono. Solo una settimana fa i granata hanno vinto una partita difficile senza 8-9 titolari: ciò dimostra che le seconde linee offrono buone garanzie. A Pescara mancava Bianchi, ma il Toro ha dominato, dettando legge». A proposito di Bianchi, non è che l’arrivo di Barreto finisca per metterlo in ombra? «Al di là di una presunta staticità, da centravanti di riferimento, Rolando è uno

Emiliano Mondonico, 65 anni Festa granata dopo il gol di Alessio Cerci che ha di fatto chiuso in largo anticipo l’insidiosa sfida contro il Pescara(Liverani) Rolando Bianchi, 29 anni, potrebbe tornare contro l’Inter (Liverani) L’incontenibile gioia di Mario Santana, 31 anni, dopo il gol (Liverani)


dei migliori colpitori di testa in assoluto. Il Toro è in grado di giocare bene sulle fasce e quindi di mettere tanti cross al centro dell’area. Con il Pescara, si muovevano con ficcanti uno-due al limite dell’area e la difesa abruzzese saliva, saliva... Mica tutte le difese faranno così! Eppoi per me Barreto è un’alternativa a Sansone più che a Bianchi». Sansone pare essere sul mercato. «Se fosse così penso che sarebbe una difficoltà in più per lui. E’ complicato giocare bene a trattativa in corso. Ma nel calcio ormai siamo tutti professionisti e credo che qualunque calciatore dia il massimo a prescindere dalle condizioni esterne al campo. Certo è, però, che un conto è lottare se credi in quello che fai, un conto se lo fai solo perché sei un professionista». Venerdì primo febbraio per Mondonico e Prandelli un pomeriggio e una serata da docenti. «Alla fine della mia carriera da giocatore, a Cremona, ho tenuto a battesimo due ragazzi promettenti, Prandelli e Cabrini. Ho fatto loro un po’ da chioccia. Cesare poi è straordinario. Lo è stato da giocatore, ancora di più da allenatore e da ct. Quel giorno, alle 17, saremo a Rivolta d’Adda a parlare ai ragazzi delle scuole, la sera al Banco Popolare di Lodi. Tema: l’uomo e lo sport. Il ricavato andrà in beneficenza a favore di due oratori». © riproduzione riservata


I TIFOSI del Torino hanno imparato a non esaltarsi. Una lunga lezione patita sulla propria pelle, che impone un “understatement” molto molto sabaudo. La bella vittoria di Pescara ha ovviamente procurato gioia e confortato la piazza, ma pressoché non esiste granata che non premetta, nelle sue esternazioni finalmente felici, quanto sia «ancora lunga la strada per la salvezza» e come il Pescara fosse «un avversario abbordabile». Tutto vero, ogni risultato ha una componente di casualità e, comunque, l’episodicità non può mai essere esclusa. Però, la prestazione e il risultato di domenica assumono un significato pesante proprio se inseriti nel contesto generale. Tra problemi e problemoni, mancanze e difetti, il cosiddetto “Progetto Ventura” mostra una costante crescita da diciotto mesi. Con cadute persino inaccettabili, e in larga parte dovute a un mercato estivo troppo avaro in qualità e, forse, troppo generoso in quantità, il Torino è comunque migliorato con passo regolare. Dopo ogni periodo negativo, si è ripreso con nuovi progressi. Non c’è conferma migliore sulla giustezza della strada intrapresa. E la battuta di Cairo («Gli do tutto quello che vuole», riferito a Ventura) depone a favore di un presidente che - piano piano - lascia gli antichi vizi e si avvicina alle necessarie virtù. Alcune già raggiunte nell’ultimo anno e mezzo, però poi inspiegabilmente abbandonate (o dimenticate, o magari anche solo traviate da “fattori” esterni) sul più bello. Ovviamente, il «tutto quel che vuole» è eccessivo: più che sufficiente sarebbe seguire il progetto. Assecondarlo, favorirlo, portarlo avanti. Cairo sa che quando ha seguito chi davvero sa fare gli interessi del club - e dunque i suoi - raramente ha sbagliato. A cominciare da Rosina (plusvalenza milionaria) a Grella e Dzemaili (idem) allo stesso Bianchi. Mentre la fila di pretendenti a Ogbonna gli ribadisce che investire nel vivaio non significa spendere bensì prenotare incassi (prima in campo e poi sul mercato). Tornando all’oggi, l’inserimento di Barreto è un altro invito. Ha alzato la qualità tecnica della squadra e l’effetto è stato evidente, al di là del risultato. Se il rosario di infortuni è finito, il brasiliano è tutto fuorché una spesa. Ed è in questi termini che il Torino deve tornare a ragionare. Adesso, subito, che la situazione lo consente come mai nell’ultimo decennio. Aggiungere un altro po’ di qualità all’organico, magari a centrocampo, consoliderebbe l’attuale tranquillità di classifica, ma soprattutto spingerebbe avanti di un grosso passo il “Progetto Ventura”, avvicinandolo alla fase 3, quella che si aprirà ufficialmente a giugno e che, negli intenti, deve riportare il Torino a essere una realtà costante della “parte sinistra della classifica”. Ovvero una squadra ambiziosa, che scopre e lancia giocatori, che si autofinanzia grazie alla propria organizzazione e capacità, senza rinunciare a migliorarsi anno dopo anno. Un club, insomma, che onora la propria storia e ne scrive nuove, elevate pagine. Sembrava impossibile, eppure Cairo ce l’ha fatta: con forza, con cocciutaggine e con Ventura si è costruito un’altra occasione, gigantesca come quella del 2006. Ora sa benissimo cosa deve fare e cosa non deve fare. © riproduzione riservata ALBERTO MANASSERO





granata in bilico Ventura-Brighi, prove di pace Il mediano è stato titolare nelle ultime 2 vittorie, dopo un periodo ai margini. Verdi rimane sul mercato TORINO. Per un caso che non pare avere soluzione, quello relativo a Sansone che sempre più si allontana dal Torino, una situazione fino a poco tempo fa decisamente intricata va districandosi. La fiducia nuovamente concessa da Ventura a Brighi, tra la gara contro il Siena e quella di Pescara, e la risposta del centrocampista, ben comportatosi in entrambe le circostanze, hanno riavvicinato le parti. O meglio, anche per le difficoltà incontrate nel reperire un giocatore di pari valore, nel Torino hanno capito che liberarsi di Brighi sarebbe un rischio. Mentre il giocatore, pur scottato dalla tante panchine cui è stato costretto nella fase centrale del girone d’andata, sta Matteo Brighi, 31 anni, dopo un periodo difficile, è tornato a valutando se non sia opportuno continuare l’avventura in granata, piuttosto regalare sostanza al che puntare i piedi per cambiare squadra. Una prospettiva che comunque non centrocampo. E anche gol: va ancora esclusa, anzi. La possibilità che il centrocampista chieda di nuovo come quello segnato al Siena. di lasciare il Torino resta concreta. Molto dipenderà dalle mosse di Cairo. E pure a Pescara è stato tra i Che, va ricordato, nelle ultime settimane si è speso per ricucire il rapporto. migliori (LaPresse) LA MOSSA DEL PATRON «Se nella rosa del Torino non ci fosse un giocatore come Brighi, lo andrei a cercare sul mercato», ha dichiarato il presidente granata di recente. Un attestato di fiducia che ha fatto piacere al centrocampista, ma che non ha cancellato del tutto quelle settimane trascorse ai margini. Non a caso Brighi ha festeggiato la rete contro il Siena, nel penultimo turno di campionato, mimando il gesto di chi si leva la polvere di dosso. Mosse di Cairo, si diceva. Dirimente, per capire il futuro di Brighi, saranno le prossime decisioni del Torino sul mercato alla voce centrocampisti. Se i granata acquisteranno un altro mediano, sarà altamente probabile che l’ex dell’Atalanta chieda di essere ceduto. Insomma, fosse arrivato Almiron, molto probabilmente Brighi non sarebbe già più un giocatore del Torino. Ma l’argentino pare irraggiungibile. Resiste però qualche possibilità di ingaggiare un altro argentino, Tissone della Sampdoria. La sensazione, invece, è che tra Mariga (o Donadel) e Brighi, la società granata preferisca continuare ad affidarsi a quest’ultimo. Infine, resta sul mercato il giovane esterno Verdi, che ha bisogno di giocare con continuità. Come il portiere Gomis (al suo posto candidati Coppola e Benussi). BARETTI-BONETTO © riproduzione riservata


Sansone non molla vuole la Sampdoria ALESSANDRO BARETTI

TORINO. L’avventura di Sansone in granata sembra ormai prossima al capolinea: non a caso, quest’oggi, è fissato un appuntamento tra Donato Di Campli , agente dell’attaccante, e Carlo Ost i , direttore sportivo della Sampdoria. Summit che potrebbe già rivelarsi decisivo, almeno per trovare un accordo definitivo tra il club blucerchiato e il giocatore. Il quale, dopo l’esclusione di Pescara, dove è sceso in campo per un quarto d’ora in sostituzione di Barreto , ha rinforzato la propria decisione. Che si concretizza nella ferma volontà di lasciare il Torino. Inutile nascondere che tra Ventura e Sansone la scintilla non è mai scoccata. E adesso, dopo l’arrivo del brasiliano, l’ex del Sassuolo ha capito che gli spazi sono sempre Oggi il summit tra il più chiusi. Anche perché la nuova, almeno in granata, club ligure e coppia di attaccanti formata da Barreto e Meggiorini l’agente, poi ha dimostrato di intendersi a meraviglia. Non a caso Gianluca Sansone, 25 anni, sta l’assalto al Torino. sono in molti a sostenere la tesi seguente: l’arrivo a vivendo un momento difficile Cairo vorrebbe Torino dell’ex Udinese rappresenta un doppio colpo. (Liverani) tenere Sansone, Nel senso che l’intesa con Barreto regalerà a Ventura ma l’attaccante insiste per un “nuovo” Meggiorini. Una rondine non fa primavera, ma la gara vinta, e bene, in quel di andarsene: a Pescara, fa pensare che la tesi abbia un fondamento. Insomma Ventura, come questo punto il l’inappuntabile verdetto del campo ha sancito, ha fatto bene a dare fiducia dall’inizio al patron è deciso a neo acquisto. Derogando dalla consuetudine per la quale un nuovo arrivato viene inserito recuperare i soldi con calma. In questo caso, però, il tecnico ligure ha bruciato i tempi, impiegando Barreto spesi in estate. dal primo minuto nonostante i pochi allenamenti svolti dall’attaccante assieme ai nuovi Nella Samp i granata continuano compagni. Questo perché il numero 10 granata è sì un nuovo giocatore, per il Torino, ma a seguire Tissone di certo non per Ventura. Allenatore che non ha avuto bisogno di spendere troppe parole, per il centrocampo di tenere Barreto davanti alla lavagna per supplementari lezioni tattiche, visto che i due si conoscono a memoria dai tempi di Bari: l’attaccante sa perfettamente cosa vuole Ventura da una punta, quali siano i movimenti giusti da tenere, mentre Barreto conosce alla perfezione schemi e furbizie del suo mentore. CAIRO: 1,6 MILIONI Un feeling che invece Sansone e Ventura non hanno mai instaurato. Tanto meno dopo quanto successo a Pescara. Con l’attaccante preso in comproprietà dal Sassuolo furibondo per l’esclusione, e il tecnico a sua volta arrabbiato visto il rifiuto del calciatore di recarsi sotto lo spicchio occupato dai tifosi granata per il saluto finale. No, al triplice fischio Sansone ha immediatamente imboccato la via degli spogliatoi. Senza andare nel mezzo del campo per il cosiddetto terzo tempo. Semmai andato in scena, ma con animi relativamente distesi, fuori dagli spogliatoi. Dove Sansone, Di Campli e il ds granata Petrachi hanno avuto un gelido confronto. Sgorgato nella rinnovata volontà, da parte del giocatore, di riallacciare al più presto i contatti con la Sampdoria. Club dove, ora come ora, Sansone ha buone probabilità di andare a giocare. Domenica ha provato a sondare il terreno il Pescara, continui sono i sondaggi del Chievo, ma è quello blucerchiato il club che resta più vicino all’ex neroverde. Una volta trovato l’accordo con il giocatore, la Samp dovrebbe trovare quello con Cairo . Il quale avrebbe voluto tenerlo, fino a domenica, ma probabilmente non più alla luce degli sviluppi della vicenda. Resta il fatto che il patron granata lo libererà solo recuperando per intero quanto versato in estate al Sassuolo: 1,6 milioni di euro per metà cartellino. Intanto, nell’ambito dei discorsi su Sansone, blucerchiati e granata torneranno a parlare di Tissone , centrocampista che resta ben saldo nei desiderata di Ventura. © riproduzione riservata


«Voglio tenere Ogbonna» MARCO BONETTO ALBERTO PASTORELLA

TORINO. Mentre Cairo lancia nuovi messaggi a Ogbonna, sperando che accetti di restare anche nella prossima stagione, il Torino rimane in coda per Livaja . Operazione difficile, molto complessa. E che si porta appresso diverse variabili, sia interne all’Inter sia esterne, cioè connesse al mercato e alle altre squadre più o meno interessate al giovane attaccante croato, 19 anni, già più volte impiegato da Stramaccioni in campionato e in Europa League non solo per scampoli finali di partita. Anzi, dopo le ripetute buone prove sul palcoscenico internazionale (già 4 gol), negli CAIRO «Spero che a occhi si staglia l’ultimo affresco di questo potente giugno desideri scardina-difese nerazzurro: la buona partita disputata restare, ne sarei domenica sera a Roma. Quasi 75 minuti da titolare Angelo Ogbonna, 24 anni, molto felice» ( c o n C a s s a n o e M i l i t o indisponibili), prima difensore della Nazionale e del dell’avvicendamento con Rocchi . Gli sono arrivati i Torino, club al quale è legato complimenti non solo di Moratti e non solo per quello straordinario guizzo in da un contratto fino al 2016 da velocità che per poco non si è trasformato in gol (botta di controbalzo e palo). circa 800 mila euro l’anno Che Livaja abbia molti estimatori nel club nerazzurro è una verità solare. Che (Liverani) Marko Livaja, 19 attorno all’Inter il Torino sia una delle squadre che più e meglio seguono la anni, attaccante croato situazione del croato è appurato. E il battesimo del monitoraggio possiede un dell’Inter: tra i talenti emergenti del calcio europeo (Liverani) nome e cognome: Giampiero Ventura ha particolare stima dell’attaccante nerazzurro, abile ad aprire spazi, generoso, impetuoso, ricco di motivazioni, in chiara ascesa dopo l’apprendistato della scorsa stagione tra il Cesena e la Primavera dell’Inter. Di qui le mosse dei dirigenti granata: individuati non solo alla finestra per Livaja, ma più volte particolarmente attivi nel controllare l’evoluzione delle scelte interiste sul mercato. Gli ostacoli del Torino partono innanzi tutto da Bergamo, se si guarda alle squadre concorrenti. Pur di arrivare a Schelotto , l’Inter ha messo sul piatto la comproprietà di Livaja (mezzo cartellino è valutato sui 3 milioni), più un conguaglio economico ritenuto del tutto insufficiente dall’Atalanta (per i vertici bergamaschi l’italo-argentino vale almeno 6,5 milioni: le distanze sono ancora notevoli, difatti). Non solo: se a centrocampo non si materializzasse Paulinho , nulla esclude (anzi...) che l’Inter torni a bussare alla porta del Catania per Lodi . E anche in quel caso i nerazzurri potrebbero utilizzare Livaja quale contropartita primaria . Mercato in evoluzione, scelte ancora in bilico a Milano: ecco perché i granata Intanto, dietro ad proseguono a monitorare quotidianamente Livaja, pronti nel caso a muoversi con Atalanta e Catania, decisione e a battersi per ottenere un prestito con diritto. Connessa c’è ovviamente la il Torino si mette in possibilità che Sansone lasci effettivamente il Torino (la Sampdoria è in pole, come si coda per Livaja: il racconta nell’articolo in alto). Va poi ricordato che i granata nell’Inter seguono anche il primo problema è... mediano Mariga . Ma un altro giovane attaccante che piace parecchio a Ventura è il viola Schelotto. In Seferovic , 20 anni, in uscita da Firenze affinché possa trovare maggiore spazio. Sullo attacco seguito anche il viola sfondo, poi, rimane anche l’attaccante marocchino El Hamdaoui , 28 anni, attualmente Seferovic impegnato in coppa d’Africa. I buoni rapporti tra i due club possono favorire intese, anche attorno al possibile approdo a Firenze del giovane granata Bakic . ALMIRON E ALTRO Ieri sera su Sky Cairo è tornato ad ammettere l’interesse precipuo per il centrocampista catanese Almiron , salvo ribadire come i siciliani non siano intenzionati a cedere l’argentino prima di giugno. Il presidente ha poi ripetuto che sul mercato il Torino cerca elementi che possano rappresentare «un reale valore aggiunto», «subito pronti», però ha confermato di seguire in più ruoli pure «giovani del ’92, ’93, ’94». Quindi, su Ogbonna : «Se a fine stagione vorrà restare sarò felice». Poi, in altra sede, ha puntualizzato: «Quando un anno fa abbiamo sottoscritto il rinnovo del contratto abbiamo stretto un patto d’onore: al termine di questa stagione, se me lo dovesse chiedere, lo venderei. E ci sono almeno 10 club che lo hanno chiesto, italiani e stranieri. Ma grazie ai risultati che sta facendo la squadra, sono convinto che potremmo anche convincerlo a restare. Di sicuro comunque non lo darei alla Juve». Infine: «Sotto la mia presidenza il Toro non ha mai battuto una grande, spero che domenica contro l’Inter i giocatori mi facciano un regalo. L’importante sarà fare una grande prestazione». E domani tornerà «alla Sisport per seguire l’allenamento», è fondamentale che la squadra «arrivi alla partita ben carica e preparata». © riproduzione riservata


Con l’Inter si discute anche per il centrocampo: Mariga TORINO. Marko Livaja, giovane attaccante dell’Inter, resta quindi un obiettivo per rinforzare il reparto offensivo di Ventura. Con l’Inter, però, i discorsi potrebbero non fermarsi al centravanti croato. Con il club di Moratti è possibile si entri in trattativa pure per Mariga. Molto dipenderà dalla decisione di Brighi: se quest’ultimo punterà i piedi per partire, allora diventerà possibile l’ingresso del mediano. Lo sanno anche i muri, però: il Torino vorrebbe Almiron, ma il Catania per ora non lo vende. L’unico giocatore per cui i granata potrebbero “sacrificare” Brighi, a questo punto, è Tissone?




Lacrime blucerchiate per la fine di un’epoca SANDRO BOCCHIO

DA ARBITRO si era ritrovato inaspettatamente giocatore. E ha giocato, fino all’ultimo. Riccardo Garrone è morto ieri alle 19.30, sconfitto - senza arrendersi - da una lunga malattia che l’ha portato sempre più lontano da Marassi: il presidente della Sampdoria avrebbe compiuto domani 77 anni. In tribuna la sua figura era inconfondibile: i capelli candidi, lo sguardo ironico, il sigaro mai assente. Aveva dovuto crescere in fretta, come parecchi altri eredi in imprese di famiglia. Garrone più di tutti perché nel 1963, a 27 anni, prende in mano la Erg quando il padre Edoardo muore prematuramente durante una battuta di pesca in Scozia: al ritorno in Liguria doveva Avrebbe compiuto diventare il nuovo padrone del Genoa. Riccardo, 77 anni domani: laureato in Chimica industriale, eredita la passione per proprietario della la pesca (abbinata alla caccia) e la sensibilità per gli Erg, aveva prelevato il club nel affari, il tempo del calcio verrà dopo. TRUFFA Di acquisizione in acquisizione la Erg si 2002. Ora tocca al trasforma nel primo gruppo petrolifero privato italiano. Il figlio Edoardo marchio campeggia sulle maglie della Samp che Paolo Mantovani ha portato tra le grandi in Italia, fino al primo scudetto datato 1991 e griffato Vialli & Mancini . Garrone è più tifoso che protagonista (ma i genoani vanno di rado ai suoi distributori...), fino a quando interviene per dirimere un complicato passaggio di proprietà: Mantovani senior non c’è più, il figlio Enrico non ha saputo tenere la Samp agli stessi livelli, la piazza ribolle. Si presentano l’ex Beppe Dossena e il faccendiere Antonio Pane come rappresentanti di un fantomatico principe arabo interessato al club. Chiedono a Garrone di fare da garante, lui si insospettisce per una lettera di Putin con una sedicente proposta d’affari: intuisce la truffa, denuncia i due (Dossena sarà condannato a 8 mesi in primo grado), si prende in carico il club nel gennaio 2002. Da arbitro a giocatore: «E’ stata fatta una tale confusione che quella fu la scelta - ha ricordato nell’ultima intervista al Secolo XIX -. Se mi ci ritrovassi ci penserei molto, anche perché allora non conoscevo bene questo mondo». INVESTIMENTI Non lo conosce bene ma impara presto. Acquista a prezzo simbolico la Sampdoria dai Mantovani, che lasciano dopo vent’anni con la squadra a marcire in B. Si accolla 30 milioni di debiti, ingaggia Beppe Marotta come ds e pianifica la promozione, che arriva nel 2003 con Walter Novellino , Garrone con Marotta, il suo il numero uno per la categoria. Nelle prime due stagioni Garrone investe 100 primo «acquisto» La felicità milioni, poi rallenta: «Mai superare un certo livello di perdite nel bilancio - dice per la promozione in serie A della via ancora al Secolo -. Se accade, siamo costretti a All’inaugurazione dedicata a Mantovani Ha portato la Samp privarci di un buon giocatore, ecco la nostra gestione dalla serie B diversa da altri». Questo non vuol dire che la all’Europa Sampdoria sia presenza anonima: con Novellino ritrova l’Europa, con Walter Mazzarri torna grande. Ingaggiato nel 2007, si conferma in Europa e due anni dopo ottiene la finale di Coppa Italia, persa ai rigori contro la Lazio, atto finale della sua gestione. L’ultimo colpo d’ali con Gigi Del Neri : c’è Antonio Cassano , che l’intuito di Marotta ha strappato al Real Madrid nel 2007, lo raggiunge Giampaolo Pazzini . I due guidano la squadra a uno storico quarto posto e al ritorno in Champions League. CROLLO Ma dalle vette si può cadere. E così fa la Samp. Marotta e Del Neri sono andati alla Juventus, il preliminare di coppa è una delusione bruciante, con l’eliminazione ai supplementari contro il Werder. Fuori dall’Europa, la squadra appare sovradimensionata: si smobilita, pure mentalmente. La Samp arranca, Garrone fa porre fuori rosa Cassano dopo che gli ha pesantemente mancato di rispetto. Una delusione doppia per chi l’aveva adottato come settimo figlio, dopo i quattro maschi e le due femmine nate dal matrimonio con Anna Maria Campi : a dicembre il barese si aggrega al Milan, a gennaio Pazzini va all’Inter. Antonio Di Carlo e Alberto Cavasin si alternano inutilmente in panchina: si torna in B, ma Garrone non molla, come qualcuno teme. Anzi. Ci sono i primi segnali della malattia, il primogenito Edoardo si espone sempre più, dopo aver preso in mano la Erg nel 2003. Si risale in A con Giuseppe Iachini , si tenta un progetto alternativo ingaggiando Ciro Ferrara dall’Under 21. Progetto cassato dai risultati negativi dopo 17 giornate: arriva Delio Rossi , che regala a Garrone una vittoria in casa Juventus. E’ l’ultima gioia prima di congedarsi da una città con cui non si era mai capito fino in fondo: bocciati i progetti di riqualificazione delle aree urbane e quello cui teneva di più, il nuovo stadio nella


zona aeroporto. Mancheranno ad Aldo Spinelli le partite a scopone al ristorante Europa in Galleria Mazzini, mancherà il suo impegno di grande appassionato d’arte che l’aveva coinvolto nelle scuole elementari con il progetto Mus-e per favorire l’intergrazione razziale. Resta la Sampdoria, e sempre nel segno di un Garrone. © riproduzione riservata


LE REAZIONI Pazzini: «Quella corsa per la Champions» PAOLA BALSOMINI

GENOVA tutta ieri ha pianto la scomparsa del presidente Riccardo Garrone . Ma a stringersi intorno alla famiglia, oltre ai club, sono stati soprattutto gli amici e chi ha conosciuto da vicino il “papà” della Sampdoria. Inizia il direttore generale Rinaldo Sagramola : «Se ne è andata una grande persona ma i tifosi devono stare tranquilli perché il figlio Edoardo ha grande entusiasmo e darà continuità a quanto di buono ha fatto il papà. Mi piace ricordarlo nelle tante battaglie che abbiamo fatto insieme in Lega, una Buffon: «Uno dei persona leale e corretta, un punto di riferimento per pochi personaggi tutti». Con Garrone, Giampaolo Pazzini ha conquistato del calcio che un posto in Champions, il massimo traguardo raggiunto stimavo». Montella: dalla squadra negli ultimi anni: «Mi dispiace moltissimo «Sapeva - ha detto l’attaccante del Milan - è una persona a cui trasmettere i veri sarò sempre riconoscente e gli ero molto affezionato. valori dello sport». Bazzani: «Nessuno Vorrei ricordarlo con quella corsa sul campo quando come lui» conquistammo la Champions, fu il nostro momento più bello». Così come l’ex allenatore Beppe Iachini che mette da parte tutte le polemiche sterili del calcio: «Sono affranto perché era una persona speciale - ha detto l’attuale tecnico del Siena - sono orgoglioso e felice di avergli dato l’ultima grande soddisfazione. Con lui ho sempre avuto un rapporto splendido, alla festa della promozione mi disse “Grazie, solo lei credeva ancora”». E poi Fabio Bazzani , che dieci anni fa trascinò la squadra in serie A: «Fu una stagione incredibile e l’ultima gara di campionato correva felice verso la gradinata Sud. E’ stato il presidente più importante della mia carriera». Il presidente del Genoa Enrico Preziosi , con cui Garrone in questi anni ha avuto qualche screzio ma anche momenti di unità di intenti come per la costruzione del nuovo stadio, ha voluto ricordare soprattutto le «doti di grande imprenditore e il suo impegno per Genova». Vincenzo Montella è tornato alla Sampdoria 4 anni fa, proprio con Garrone presidente: «trasmetteva i reali valori dello sport. Lo ricordo con grandissimo affetto e mi farebbe piacere essere presente ai funerali». A onorare la memoria di Garrone anche un tifoso speciale del Genoa, Gigi Buffon : «Il calcio purtroppo perde una figura positiva, uno dei pochi personaggi del panorama calcistico che stimavo, pur non conoscendolo. Era molto simile a Mantovani, per educazione e correttezza. Il vero aristocratico, nel senso nobile della parola»

Giampaolo Pazzini (Reuters) Gianluigi Buffon (Ansa)


IL RICORDO DI MAROTTA «Alla Juve grazie ai suoi insegnamenti» TORINO. La voce è commossa. Beppe Marotta ricorda Riccardo Garrone dedicandogli tutta la sua carriera: «E’ la verità, se sono arrivato alla Juve il merito è anche e soprattutto dei suoi insegnamenti: in nove anni ho imparato tante cose che mi sono gelosamente portato dietro». Rivive tutto, Marotta. E’ la persona che più gli è stata vicina: «Nove anni meravigliosi e indimenticabili. Uomo straordinario, trasparente in tutte le sue sfumature, dalla morale inattaccabile. Doti umane che difficilmente si incontrano nel loro mondo, eppure lui le metteva davanti a tutto e a tutti. Sia nei momenti belli sia in quelli meno esaltanti: non ci lasciava mai soli. Mai e poi mai. E lo faceva con ogni persona». Continua, l’ad bianconero. Ha tante cose da dire e ricordare, vorrebbe non dimenticare niente. «L’ho sempre considerato un grande padre di famiglia capace di starti vicino e spronarti quando ti sentivi giù e la situazione non era bella. Aveva una parola di conforto comunque, era sempre ottimista»


IL RICORDO DI CASSANO «Rimarrà per sempre nel mio cuore» COME tutti i grandi amori, anche quello tra Antonio Cassano e Riccardo Garrone è stato totale, vissuto tra passione, litigi, separazione e successiva riappacificazione. L’ex attaccante della Sampdoria (ora all’Inter) si è commosso alla notizia della scomparsa del patron. Troppo stretto il loro legame. Ieri Cassano ha salutato Garrone con un messaggio pubblicato sul sito dell’Inter. «Un dolore straziante, è uno dei giorni più brutti e tristi della mia vita. Rimarrai per sempre nel mio cuore e ti vorrò bene per sempre».


segue dalla prima L’addio a un uomo di parola Ma la sua più grande gioia, trasformatasi poi - come a volte accade nella vita - nel più grande dispiacere, era stata l’operazione che aveva portato Cassano alla Sampdoria. Fantantonio non era soltanto un calciatore, non era soltanto il più grande campione della sua presidenza. Era un figlio, come l’ha definito più volte, un figlio discolo da riportare sulla retta via con la giusta dose di severità ma soprattutto con tanto affetto. Per un po’ ci si era illusi che il piccolo miracolo fosse avvenuto. I fatti hanno dimostrato che così non era. Il litigio e l’insulto pesantissimo rivoltogli da Cassano nello spogliatoio di Bogliasco avevano ferito profondamente Garrone, che li aveva vissuti come un tradimento. Così come perplesso l’aveva lasciato la decisione del Milan di offrire un immediato rifugio all’incostante talento barese. Il giorno dell’insediamento, Garrone aveva trasmesso poco coinvolgimento, quasi a sottolineare che su quella poltrona si sarebbe seduto più per l’orgoglio di reagire alla truffa tentata nei suoi confronti da ignobili faccendieri che per reale convinzione. La caccia e il golf verranno sempre prima di tutto, disse. I fatti lo hanno smentito e lui è stato felicissimo che fosse così, sorpreso dal calore con cui la gente doriana lo aveva avvolto fin dall’inizio dell’avventura, vedendo in lui l’ideale erede dell’adorato Paolo Mantovani. Uomo ricchissimo e potentissimo, collezionista raffinato di quadri, Garrone si lasciò sedurre dalla «ballerina malata», come definì la Sampdoria, scegliendo una metafora nella quale emergeva il suo amore per l’arte, testimoniato anche dal progetto benefico destinato ad avvicinare alla pittura i bambini delle scuole elementari. E’ stato ancora l’orgoglio a indurlo all’immediato rilancio dopo la retrocessione in serie B della Sampdoria. In maniera più defilata, dopo avere ceduto il ruolo operativo al figlio Edoardo - tifoso blucerchiato fin da ragazzo ha continuato a chiedere, suggerire, cercare di capire quale fosse il modo migliore per riportare la squadra nel calcio che conta. E’ stato felice, a giugno, quando l’obiettivo è stato conseguito: anche questa volta al primo tentativo. GIOVANNI TOSCO © riproduzione riservata




l’appello di schelotto «Trovate l’accordo» MILANO. (f.m.) Metti una sera nel centro di Milano, nel nuovo negozio dell’ex nerazzurro Marco Materazzi (e del cestista Belinelli), insieme agli ex interisti Eto’o (giunto appositamente dalla Russia), Orlandoni e Butti (team manager fino al giugno scorso). Ezequiel Schelotto è già nerazzurro, ma dell’Atalanta, anche se l’Inter da settimane sta provando ad acquistarlo: «Spero che le società trovino un accordo in fretta, in un modo o nell’altro perché vorrei tornare a giocare. Zanetti? È un amico, ci mandiamo dei messaggi. La casa a Como? L’ho comprata un anno fa. Sono un giocatore dell’Atalanta e domani (oggi, n.d.r.) mi allenerò a Zingonia».


TELENOVELA FINITA Sneijder, nuova vita a Istanbul con il 14 di Cruijff MILANO. Ha scelto il numero 14, quello di Johan Cruijff (il 10 è già sulle spalle di Felipe Melo ) e, come ampiamente immaginabile, il suo atterraggio al terminal dell’Aviazione Generale all’aeroporto Ataturk di Istanbul è stato accolto, oltre che da una pattuglia di ottanta (!) giornalisti, da isterismi stile rockstar. La nuova vita di Wesley Sneijder e signora in Turchia è iniziata come meglio non si poteva. Ieri, prima di decollare dall’Ata di Linate con un volo privato, l’olandese ha twittato il suo cinguettio L’olandese, accolto d’addio: «Ciao Milano, grazie di tutto. Sarai sempre nel come un divo dai mio cuore! Grazie a tutti i tifosi». Immediatamente, si è tifosi del accodata Yolanthe: «Sono stati quattro anni bellissimi ISTANBUL. Wesley Sneijder e Galatasaray, ha lanciato il suo tweet in una città fantastica: grazie Milano! Ti amerò per la moglie Yolante travolti dagli sempre». In serata Wes ha incontrato Terim («Con lui entusiasti tifosi del d’addio: «Ciao abbiamo avuto una breve conversazione in italiano, ma Galatasaray (Ansa) Milano, grazie di tutto». Moratti: voglio imparare il turco il prima possibile. Sono «Sono soddisfatto» felicissimo di essere qui e molto orgoglioso di essere un giocatore del Galatasaray») e preso contatto con la sua nuova vita. L’olandese ha firmato un contratto fino al 2016 a 5,5 milioni (bonus inclusi), mentre l’Inter ne incassa 7.5 (netti) più 4 bonus legati al rendimento da 205mila euro l’uno e l’incasso di due amichevoli. Inter che risparmierà una trentina di milioni legati all’ingaggio del giocatore, un’operazione quindi in linea con le dismissioni di Julio Cesar , Lucio , Forlan e Maicon e che toccherà pure Cambiasso e Milito a cui verrà proposto di allungare e spalmare. MORATTI E CHIVU Un addio che toglierà i legacci al mercato in entrata. «Sono senza dubbio soddisfatto di come si sia chiusa la vicenda e ringrazio la grande correttezza del Galasataray - ha spiegato Moratti -. Credo che sia contento anche il giocatore, altrimenti non sarebbe andato. Nei confronti di Sneijder certamente c’è non solo affetto ma anche riconoscenza: quello che ha fatto con la nostra maglia rimarrà per sempre tra le immagini più importanti della storia dell’Inter e siamo stati fieri di averlo avuto con noi, come lo sarà il Galatasaray». Un addio, quello dell’olandese, che lascia “orfani” i vari Nagatomo , Stankovic e Chivu , suoi amici più cari all’Inter: «Abbiamo perso un compagno, ma vinto un amico. Per sempre», il pensiero del rumeno subito raccolto da Wes («Grazie amico, buona fortuna a te»). A chiudere il cerchio Unal Aysal , presidente del Galasataray: «Moratti è un vero signore, insieme abbiamo realizzato un ottimo affare e spero di poter collaborare con lui anche in futuro».S.P. © riproduzione riservata


COPPA ITALIA: CI SONO ROCCHI E CAMBIASSO Samuel, i tempi di recupero si allungano Silvestre torna titolare al posto di Chivu SALVATORE RIGGIO

MILANO. Continuano i problemi al tendine di Achille di Samuel . Il timore (e la sensazione) è che la sua avventura all’Inter possa chiudersi già a giugno, nonostante la possibilità da parte del club di corso Vittorio Emanuele di avvalersi dell’opzione per un’altra stagione. Nebulosi e senz’altro molto lunghi i tempi di recupero per l’argentino, che in passato L’argentino aveva già avuto problemi fisici, con due operazioni al potrebbe non crociato. A giugno la sua eredità sarà raccolta da rinnovare a giugno. Campagnaro del Napoli (per lui pronto un triennale a Al suo posto 1,6 milioni di euro), ma non si molla la pista che porta arriverà ad Andreolli . Per il difensore del Chievo sarebbe un Campagnaro dal ritorno a casa, essendo cresciuto nel vivaio nerazzurro. Napoli ROCCHI E CAMBIASSO Ieri Alvarez è arrivato a Roma e si è allenato. L’argentino punta a un posto in panchina nella partita di coppa Italia di domani sera. Niente da fare per Milito e Cassano : l’obiettivo di Andrea Stramaccioni è recuperarli per domenica. Con la Roma ci saranno chance per Rocchi e Cambiasso . In difesa torna Silvestre al posto di Chivu , che va gestito visto che gioca sul dolore e a fine stagione sarà rioperato al piede destro. A centrocampo un posto sarà per Benassi e Mudingayi . «Devo farmi trovare pronto - le parole di Mudy -. Rinforzi? I buoni giocatori all’Inter servono sempre». STANKOVIC: «RIECCOMI» Ieri ha parlato anche il centrocampista serbo: «Sto molto meglio, è stata dura ed è tuttora dura stare fuori. Da giovedì tornerò in gruppo e conto in 10-15 giorni di prendere le misure ed essere a disposizione a metà febbraio». Stankovic non gioca da Parma-Inter del 2 Maggio 2012 (ko per 3-1) per un doppio intervento al tendine d’Achille sinistro.


COPPA ITALIA: TACHTSIDIS SCELTA OBBLIGATA La Roma perde De Rossi pure a Bologna Pronto il tridente Totti, Destro e Lamela STEFANO CARINA

ROMA. A parole, Zeman sembra essere rimasto uno dei pochi a Trigoria a credere alla rimonta Champions: «Non ci sentiamo fuori e io me la voglio giocare fino in fondo». Tuttavia la sostituzione dell’altra sera (fuori Totti , dentro Destro e Osvaldo in campo nonostante fosse in apnea da almeno una ventina di minuti ma squalificato domani sera, ndc) lascia intendere che anche inconsciamente la coppa Italia può rappresentare Sabatini è vicino a l’ancora di salvezza di una stagione che al momento è chiudere per la certamente deficitaria. Undici nuovi acquisti, diciassette comproprietà di cessioni, un nuovo allenatore e la situazione è molto Bellomo, ma la simile a quella dello scorso anno. A conti fatti, l’unica società nerazzurra vera differenza rispetto alla parentesi di Luis Enrique ha l’ok dell’agente è proprio la semifinale di mercoledì contro l’Inter. Un doppio confronto che diventa la strada meno complicata per guadagnare un posto in Europa League e non rimanere fuori dal giro internazionale per il secondo anno consecutivo. EMERGENZA Oltre ai 4 squalificati - Osvaldo (che salterà anche la gara di ritorno, ndc), Pjanic , Taddei e Dodò - mancherà De Rossi che domenica è stato costretto ad uscire alla fine del 1º tempo per un problema ai flessori. Si sospetta una lesioneTotti, Destro e Lamela muscolare di primo grado alla coscia destra: oggi gli esami strumentali ma il nazionale azzurro rischia almeno una settimana di stop (out anche a Bologna). Spazio quindi a Tachtsidis (più volte fischiato dall’Olimpico) Bradley e Florenzi in mediana. Destro al centro dell’attacco e ai lati Totti e Lamela . Ieri si sono presentati acciaccati anche Piris e Balzaretti , unici esterni in organico disponibili che dovranno stringere i denti. Ieri Zeman ha parlato dieci minuti nella sala riunione degli spogliatoi alla squadra. I dirigenti, invece, si sono soffermati con qualche giocatore: Lamela, Osvaldo e De Rossi. Mercato: mentre Sabatini è in pole per chiudere la comproprietà di Bellomo (ma attenzione al ritorno dell’Inter che ha l’ok dell’agente) alla Roma è stato proposto Beck dell’Hoffenheim.


Avanti su Paulinho: a rate Stefano Pasquino

MILANO. Avanti tutta su Paulinho . «Un giocatore del genere, con quelle caratteristiche, è sempre utile», ha spiegato Massimo Moratti che però, a corredo, ha sottolineato pure come l’operazione sia legata a costi alquanto importanti. Questo non vuol dire che l’Inter, proprio ora che si è chiusa la telenovela Sneijder , voglia mollare la presa. Anche perché dal Brasile continuano ad arrivare buone notizie dal tandem La chiave: Alvarez composto da Be rtolucci (nuovo menager del all’Atletico? Coutinho giocatore, già protagonista nella cessione di Juan per ora incedibile Je sus all’Inter) e Calenda , agente Fifa che sta curando per conto del club la vicenda: non sarebbe infatti impresa impossibile convincere il Corinthians ad accettare un comodo pagamento triennale che possa alleggerire il bilancio di un’operazione molto onerosa (per il cartellino occorrono almeno 19 milioni). TESORO ALVAREZ Ottimismo che potrebbe fare da preludio a un blitz di Marco Branca in Brasile. Prima però dovrà essere il giocatore a uscire allo scoperto avviando le pratiche di divorzio. Un golpe che sarebbe ancor più facile qualora si riuscisse a piazzare sul mercato pure Ricky Alvarez . Da escludere l’ipotesi River (che lo vuole solo in prestito), l’Inter, che dalla cessione di Alvarez vuole realizzare una cifra molto importante (essendo a bilancio a 11,5 milioni), guarda verso Wolfsburg e soprattutto Madrid dove all’Atletico il Maravilla ha un grande estimatore in Diego Simeone . Questi prenderebbe l’argentino in prestito però con riscatto a una cifra prefissata. Qualora non fosse un diritto, ma un obbligo, l’affare potrebbe andare in porto ed essere la chiave per scalare la montagna che porta Vertice tra Moratti e a Paulinho. Branca: tutte le ESTERNO LOW COST Nel vertice di mercato tenutosi risorse riservate al ieri tra Moratti e Branca è stata però presa brasiliano, con un’importante decisione: fino a nuovo ordine tutte le possibile risorse verranno riservate all’affare Paulinho. Per pagamento questo motivo, è stata per ora congelata la trattativa triennale. Congelato Schelotto (che però resta il preferito di Stramaccioni Schelotto per la fascia destra) mentre quella per Cassani resta in vita non fosse altro perché la Fiorentina può accettare il prestito. Occhio però a un mister X in arrivo dall’estero, come abbozzato da Moratti: «Non so se faremo investimenti, dipende se vale la pena. In Italia vedo che ogni cosa costa molto, quindi non credo proprio che verrà fatto qualcosa». A tal proposito, piace sempre Peruzzi del Vélez Sarsfield. COUTINHO NO Tra i sacrificabili per Paulinho non dovrebbe esserci Coutinho nonostante il Liverpool, dopo aver offerto 8 milioni, sia pronto a salire a dieci: «Sono contento dell’interesse del Liverpool ma ho la fiducia del L’argentino Ricky Alvarez, 24 club e voglio dimostrare qui il mio talento», ha spiegato l’interessato. Parole anni, all’Inter dal luglio 2011 Paulinho, 24 anni, seguite a un incontro in cui Coutinho ha chiesto notizie sul proprio futuro a (LaPresse) gioiello del Corinthians e della Branca e Ausilio e ottenuto ampie rassicurazioni sulla sua permanenza a Nazionale brasiliana (Ap) Milano. BENASSI C’È L’Inter infine ha ratificato gli accordi presi col Modena e risolto a suo favore la comproprietà di Benassi : al cub emiliano andrà 1 milione più alcuni bonus legati alle presenze del giocatore con la maglia nerazzurra. © riproduzione riservata


IL CAPITANO Zanetti ha un sogno «Voglio il Mondiale» MILANO. Chiudere una carriera inimitabile col botto, ovvero disputando il terzo Mondiale a quasi quarant’anni. Questo è il grande sogno di Javier Zanetti . A rivelarlo è stato l’interessato un paio di mesi fa («Ho un grande rapporto con Sabella , il Mondiale per me sarebbe un sogno») ma, al di là delle dichiarazioni pubbliche, c’è qualcosa di più, ovvero la promessa del ct della Selección, di portare Pupi (recordman di presenze pure in Nazionale con 145 gare all’attivo) in Brasile come capitano non giocatore, come leader Il ct Sabella carismatico di una squadra che dovrà sopportare pressioni enormi e che punta ad andare considera il a prendersi quella coppa del mondo che consacrerebbe per l’eternità il talento di Leo capitano Me ssi , proprio tra le trincee verdeoro. E Zanetti potrebbe essere un formidabile nerazzurro: parafulmine per catalizzare e scaricare le tensioni e per fungere da “portavoce” della «Orgoglio e squadra. Un progetto, quello di Sabella, che dovrà comunque essere supportato dalle simbolo argentino condizioni fisiche di Zanetti.Però non sembrano esserci dubbi, considerato che Pupi ha nel mondo» già inanellato 30 presenze in questa stagione e sta quindi viaggiando imperturbabile ai ritmi degli ultimi anni. PAGLIUCA -2 Il capitano, proprio al fotofinish, potrebbe così dimenticare le ultime delusioni legate al Mondiale, un feeling iniziato a Francia ‘98 e interrottosi nel 2005 quando l’allora ct Pekerman depennò il nome di Zanetti dai convocati nonostante Pupi avesse disputato tutte le gare di qualificazioni al Mondiale tedesco. Quello fu un colpo fortissimo per Pupi (che in carriera, a corredo, ha pure giocato quattro edizioni della coppa America) ma tra un anno potrebbe arrivare l’insperata chiamata da un tecnico, Sabella che, in ordine sparso, lo ha definito «Orgoglio Nazionale» e «Simbolo dell’Argentina nel mondo». C’è un altro traguardo a cui il capitano tiene tantissimo: raggiungere e superare Gianluca Pagliuca al secondo posto nelle presenze di ogni tempo in campionato. Senza conteggiare gli spareggi, Zanetti è a meno due (590 contro 592) e potrebbe già arrivare all’aggancio domenica 3 febbraio a Siena, città dove l’Inter ha pure celebrato due scudetti. Inarrivabile invece Paolo Maldini a quota 647. S.P. © riproduzione riservata


IL GIOVANE TALENTO IN CRESCITA El Shaarawy, tanto altro dopo i gol FEDERICO MASINI

MILANO. Si può vivere anche senza gol. Stephan El Shaarawy , la più grande rivelazione del girone d’andata del nostro campionato, capocannoniere fino a un paio di settimane fa, da 345 minuti non va a segno. Quattro partite più i 9 minuti finali di Milan-Pescara: il Faraone, 14 reti in 17 incontri, da quel momento si è fermato, trovando la rete in questo 2013 solamente in coppa Italia, dopo 6 minuti della sfida di Torino con la Juventus. Per il resto, nessuna gioia con Siena, Sampdoria e Bologna, a cui va aggiunto il brutto posticipo con la Roma del 22 dicembre scorso. Così, se fino a Il Faraone non va Milan-Pescara l’ex genoano viaggiava alla media di un più a segno da 345 gol ogni 105 minuti, adesso il dato si è alzato a 130. minuti in Poco male, però, perché il rendimento di El Shaarawy campionato, ma le non è calato e non si può certo parlare di crisi. sue statistiche CHE LAVORO Già, mancheranno i gol, il ragazzo - che Stephan El Shaarawy, 20 anni dimostrano che si è un 1992, se mai ce lo si scordasse... - attraversa un sta ritagliando un ruolo da uomo momento di appannamento fisico, ma le sue prestazioni sono rimaste su livelli più che squadra buoni. Perché se è vero che Allegri più volte ha spiegato che El Shaarawy dovrebbe sapere giocare meglio per la squadra, dall’altro è innegabile che l’attaccante svolga un lavoro oscuro che difficilmente altri ragazzi della sua età, in quel ruolo, sanno fare. Se il tecnico toscano è potuto passare con continuità al 4-3-3, lo deve anche al movimento che il Faraone sa fare non solo con la palla e in fase offensiva. Dati precisi non ce ne sono al riguardo (MilanLab li custodisce gelosamente), ma per far capire quanto il savonese si “sbatta” basta analizzare i metri (per)corsi da El Shaarawy nei sei incontri disputati in Champions League: 47.527, ovvero quasi 8 km a partita. Roba da mediano, più che da vicecapocannoniere della serie A. PIU’ COMPLETO A proposito della classifica marcatori del campionato, confrontando determinante statistiche del rossonero con i suoi colleghi Cavani e Di Natale , si evince come finora El Shaarawy abbia disputato una fetta di stagione più completa. Per far capire: il milanista ha giocato una media di 47.3 palloni a partita contro il 33.1 di Cavani e il 27.7 di Di Natale e rispetto a loro ha tenuto più il pallone fra i piedi (quasi due minuti di possesso, i rivali non superano il minuto e 12 secondi), ha una percentuale di passaggi riusciti migliore (61.3% contro il 52.9 del napoletano e il 55.8 del friulano) e molte più giocate utili: 5.8 contro il 3.5 dell’uruguaiano e il 4.2 del veterano azzurro. Il tutto senza considerare il sacrificio di El Shaarawy che recupera di media 7.5 palloni a gara, mentre Cavani si ferma a 6.7 e Di Natale a 2.6. In soldoni, guardando queste statistiche, si può immaginare che se la stella rossonera pensasse più alla porta e meno al lavoro di squadra, forse avrebbe un rendimento realizzativo anche superiore. Ma per ora va bene così.


AL VIA UN LABORATORIO Busto si mobilita contro il razzismo BUSTO ARSIZIO. Una città scende in campo contro il razzismo. Il Comune di Busto Arsizio ha rotto gli indugi e ha varato un laboratorio antirazzismo. Forte la volontà di non farsi travolgere dai recenti episodi di razzismo che hanno visto protagonista la Pro Patria, la compagine locale: prima il caso Boateng durante un’amichevole che portò alla sospensione della partita, poi il caso di Fabiano Ribeiro, giocatore delle giovanili del Casale, insultato in campo con immediato abbandono del rettangolo di gioco da parte dei nerostellati. Episodi che hanno scatenato il dibattito e spinto il Sindaco Gigi Farioli a prendere l’iniziativa. Si terrà lunedì 28 gennaio la prima riunione del laboratorio antirazzismo creato dal Comune di Busto Arsizio. La scelta della data è legata al fatto che il giorno prima si celebrerà la giornata della memoria, in ricordo delle persecuzione razziale degli ebrei in Europa negli anni bui del regime nazista. L’iniziativa ha l’obiettivo di lanciare progetti per «combattere il razzismo dentro e fuori dagli stadi», riunendo intorno a un tavolo sindaci, associazioni e società sportive. «Le iniziative saranno rivolte soprattutto ai più giovani - ha spiegato il Comune - per far sì che un gesto così esecrabile si trasformi in una occasione di cambiamento». Per garantire il successo della manifestazione il Comune di Busto punta a coinvolgere personaggi dello sport italiano e internazionale. La presidenza onoraria è stata proposta a Lilian Thuram, da anni ambasciatore Unicef.


Frenata Galliani «Kaká non si fa» ALBERTO PASTORELLA

MILANO. Un brusco stop. Talmente brusco da far pensare che possa anche essere un gioco delle parti, più che un’autentica archiviazione della trattativa. Le parole di Adriano Galliani , intercettato sul far della sera in procinto di recarsi all’evento della Panini, non sembrano però lasciare molto spazio spazio alla fantasia: «Ci sono state complicanze decisive, un’ora fa (quindi poco dopo le 18, n.d.r. ) è saltata la trattativa. Kaká ha «Abbiamo provato fatto tutti gli sforzi possibili e immaginabili, ma i in tutte le maniere» problemi di fiscalità hanno indotto il Real Madrid a Ma Bronzetti vola lo stoppare la trattativa. Bisogna domandarsi se è stesso a Madrid normale che in un paese si paghi il 24% di tasse e in un altro il 47-48%». Questa, dunque, la scena Ricardo Kaká, 30 anni conclusiva di una giornata che è vissuta attraverso grandi speranze e altrettante delusioni. Ma prima di considerare, come detto, definitivamente chiusa la vicenda, meglio ricordare alcune cose. La prima è che mancano ancora dieci giorni alla fine del mercato e in dieci giorni può succedere di tutto; la seconda è che se è vero che alla luce degli ultimi sviluppi è saltato il blitz di Galliani a Madrid, per la capitale spagnola è comunque partito Bronzetti . Segno evidente che c’è la volontà di percorrere altre, eventuali strade. BUONE NUOVE Come detto, la giornata si era aperta nel migliore dei modi. Nel senso che, dopo aver già avuto nei giorni scorsi ampie rassicurazioni da parte di Kaká, alla decisione di ridursi lo stipendio era arrivato anche papà Bosco, colui che, alla fine, decide. Forte, quindi dell’accordo con il giocatore, il Milan si era messo in serena attesa delle decisioni del Real Madrid, sapendo che Florentino Perez , contattato telefonicamente un paio di volte dalla sede del Milan, era a sua volta convinto della bontà dell’operazione. Ma quando la bozza di accordo è andata al vaglio del consiglio dei soci, è arrivato lo stop: questioni fiscali, come L’ad: «Ci sono state detto, che rendevano non percorribile la strada indicata dal Milan, malgrado ci fossero complicazioni state assicurazioni da parte di un fiscalista interpellato dal club italiano. A quel punto, non decisive legate alla c’erano più i margini per continuare a trattare. fiscalità, il Real si è IL FUTURO Resta però un dato di fatto incontrovertibile: per il Real Madrid, comunque, ritirato». Il Milan però prova ancora a trattenere Kaká è un costo. Un grandissimo costo, visto che si tratta di altri due anni e mezzo a 10 milioni di euro netti all’anno. Per il club spagnolo, quindi, un esborso di quasi cercare una nuova soluzione quaranta milioni, considerato che per i prossimi 18 mesi il giocatore sarà sottoposto appunto alla minore fiscalità della cosiddetta “legge Beckham”, beneficio che poi perderà nel 2014, avendo raggiunto i cinque anni di permanenza nel territorio spagnolo. Ecco, tutto può ancora succedere partendo proprio da questo dato: spendere tutti questi soldi per un giocatore che non viene quasi mai utilizzato e che ha manifestato in tutti i modi la voglia di andarsene. Da Madrid sostengono che non è materialmente possibile dare Kaká in prestito gratuito per 30 mesi. L’unica via d’uscita è che Berlusconi paghi: con i tempi e i modi che riterrà opportuni, ma senza che a bilancio del Real entri il costo per la cessione del cartellino, non si potrà arrivare ad un esito positivo della vicenda. Bronzetti, dunque, potrebbe essere andato in Spagna proprio per questo: per provare a mettere nero su bianco il prezzo chiesto dal Real. E verificare se Berlusconi è pronto a spendere. © riproduzione riservata


E per Supermario si decide alla fine MILANO. Anche per Mario Balotelli c’è una verità assoluta e una verità virtuale. Quest’ultima, bene emerge dalle parole di Mino Raiola , che evidentemente deve aver...studiato negli ultimi mesi. Se infatti qualche tempo fa aveva fatto ricorso alla Gioconda, per spiegare il valore del suo assistito, stavolta ha preferito fare riferimento alla letteratura, e non più all’arte: «Non c’è nessuna trattativa per Balotelli con nessuna Sibillina la frase di squadra. Mi sembra una favola dei fratelli Grimm. Il Raiola: «Non ci Manchester City non vuole vendere Mario, figuriamoci sono trattative. se vuole prestarlo: ci sono zero possibilità che si Però, fino al 31 muova». Ma siccome se fosse così, il brivido gennaio, chissà...» dell’imprevisto sarebbe cancellato definitivamente, ecco la frase che trasforma l’assoluto in virtuale: «Però, fino al 31 gennaio, chissà...». Mario Balotelli, 22 anni TUTTO APERTO Insomma, vale il...”ni”, anche su Balotelli. Ovvero un “no” attuale che in qualche modo, prima che il mercato chiuda, potrebbe trasformarsi in un “sì”. Raiola, pur di avere conforto nella sua tesi, contrasta quel che va ripetendo Galliani da un paio di giorni. Che cioè il City abbia chiesto 37 milioni di euro per cedere Balotelli. «Il Manchester non ha mai chiesto soldi perché non ha mai messo in vendita il giocatore. I proprietari apprezzano molto il giocatore e non vogliono venderlo, basta. Balotelli è molto tranquillo, ovviamente non è contento per il fatto che non gioca, ma sta gestendo la situazione in maniera diversa rispetto al passato, rispetto a una mela marcia...». Citazione non casuale, che forse dimostra come non sia stata del tutto digerita la definizione che Silvio Berlusconi diede del giocatore. Raiola ha voluto Ancora Galliani: anche chiarire la portata della clausola siglata a suo tempo tra il City e l’Inter: «C’è «Balotelli costa effettivamente un accordo tra le due società, ma non vieta al giocatore di scegliere sempre troppo». In un’altra destinazione». realtà è in atto un braccio di ferro tra il L’ALTRA VOCE «Balotelli costa sempre troppo», ha tenuto a precisare anche ieri Adriano Galliani. Ufficialmente, non ci sono sviluppi sulla trattativa, al di là delle parole già City e il Milan per citate di Raiola. Anche in questo caso, tutto va interpretato: è in atto una specie di braccio vedere chi farà il primo passo di ferro, per vedere chi farà il primo passo. Di sicuro, il City non ha né urgenza, né necessità di vendere: ma di fronte a un’offensiva concreta del Milan, si metterebbe a trattare. Il Milan, al tempo stesso, non vuole mostrarsi troppo interessato, perché questo impedirebbe quel distacco che potrebbe far scendere il prezzo. E’, insomma, una piccola lotta di nervi, anche qui in attesa che la parola fine venga messa solo il 31 gennaio. ALTRE TRATTATIVE Anche il Brescia ha confermato che c’è solo il Milan sul polacco Bartosz Salamon , centrocampista classe ‘91 che ultimamente viene fatto giocare al centro della difesa. Il ds Iaconi ha confermato che la trattativa è in fase avanzata: «Stiamo lavorando per cedere il 50% del cartellino ma non sarà facile visto che il club rossonero non può spendere in Italia». Si sta cercando di convincere Berlusconi a sborsare i 2,5 milioni di euro che servono per la comproprietà. Il giocatore rimarrebbe comunque a Brescia fino a giugno. a.pas. © riproduzione riservata





Il Catania torna all’assalto di Nico Lopez IL CATANIA continua a cercare un «attaccante straniero giovane e di prospettiva» (sintesi del presidente Antonino Pulvirenti) e guarda sia in Italia sia all’estero. Nel nostro campionato, per esempio, i dirigenti siciliani sono tornati a bussare alla Roma per l’attaccante Nicolas ”Nico” Lopez, giovane uruguaiano accreditato di un g luminoso futuro, ma per ora ai margini del progetto zemaniano. C’è da rilevare, però, che la fila è lunga e variegata: a Nico Lopez sono interessati il Siena, il Torino e l’Udinese. Senza contare che non è affatto scontato che Zeman conceda il via libero per la sua cessione. Così, i siciliani pensano anche ad Alan Ruiz, centravanti 19enne de San Lorenzo, Anche in questo caso c’è da guardarsi dalla concorrenza di Udinese e Chievo, ma il Catania ha già giocato d’anticipo prendendo contatti sia con il club, sia con gli agenti del giocatore. L’altro grande tema che tiene desta l’attenzione dei tifosi riguarda le uscite: il Catania continua a resistere agli assalti a Lodi e Almiron e ora pare intenzionato a non cedere più nemmeno Paglialunga, richiesto dal Colo Colo.


Siena, tre colpi anti crisi ANTONINO MILONE STEFANO SALANDIN

TRE colpi nell’arco di 48-72 ore per provare a risollevarsi dal fondo classifica, dando continuità all’ultimo successo sulla Sampdoria. Il Siena è attivissimo sul mercato e sta per siglare tre affari all’estero, il primo dei quali - già in archivio riguarda il 21enne esterno portoghese Salvador Agra in prestito con diritto di riscatto dal Betis Siviglia, ieri impegnato nelle visite mediche di rito. La seconda novità sarà in attacco: oggi è atteso il nazionale svizzero (ma è nato in Nigeria) Innocent Emeghara , 23 anni, punta del Lorient, che il ds Stefano Antonelli si assicurerà con la medesima formula, il Visite per l’esterno prestito con diritto di riscatto. Entro un paio di giorni, Agra. Oggi arriva inoltre, arriverà pure il mediano italo-argentino Adrian l’attaccante Calello , 25 anni, a titolo definitivo dalla Dinamo Emeghara, fatta Zagabria. A questo punto il mercato in entrata può dirsi anche per Calello quasi chiuso per dare spazio alle uscite: sul portoghese Neto , col Genoa in stand-by, è fortissimo il pressing di Dinamo Kiev (in pole) e Zenit, pronte a chiudere a brevissima scadenza, mentre in serie B saranno girati Paolo Hernan Dellafiore (al Padova), Manuel Coppola (al Cesena) ed Erjon Bogdani (al Varese). Su Matteo Contini , intanto, gravitano sempre Atalanta e Sampdoria. PUNTO FIORENTINA Le prossime 48 ore si annunciano decisive per Rafal Wolski : il 20enne trequartista del Legia Varsavia è stato già bloccato per giugno, ma il ds viola Pradè e il dt Macia stanno accelerando per cercare di portarlo subito a Firenze, per inserirlo nella nuova realtà e dotare Montella di un’alternativa per il finale di campionato. La resistenza mostrata dal club polacco potrebbe piegarsi davanti all’offerta viola, salita a 3,5 milioni. Denaro che il Legia pensa di utilizzare per l’acquisto di Dudu Bilton dello Standard Liegi. Intanto, tra stasera e domani, arriverà a Firenze il 22enne centrocampista uruguaiano (di origini italiane) Matias Ve cino , che la Fiorentina ha acquistato per 2,5 milioni dal Nacional Montevideo: le pratiche per il passaporto comunitario difficilmente si concluderanno entro il 31 gennaio, tuttavia il giocatore - per il quale è pronto un quadriennale - si aggregherà lo stesso al gruppo viola per accelerare l’ambientamento. Sul fronte uscite, la posizione di Emiliano Viviano - nonostante cori e striscioni a lui dedicati dai tifosi durante la gara contro il Napoli Il Chievo prende resta sotto esame. Il portiere, finito in panchina nelle Seymour dal ultime 7 gare compresa la Coppa Italia, non avrebbe Genoa. Fiorentina: esplicitamente chiesto di andar via alla società viola, subito Wolski. La ma il Bologna resta in pressing e crede fermamente di Roma su Koch, poter chiudere l’intesa. A questo punto la Fiorentina terzino dello Zurigo tiene monitorato Ujkani (in orbita Chievo, se parte Sorrentino ) ancor più di Rosati , anche lui in quota Bologna ma decisamente nelle retrovie, dietro Viviano e Bizzarri . Su Llama insistono Chievo e Parma: di contro, i viola monitorano il mancino Daprelà del Brescia il cui manager ha Daniel Calello, 25 anni, ammesso: «Firenze sarebbe una piazza gradita». Ma lo Spezia non molla la Adrian centrocampista argentino presa. Con l’arrivo di Larrondo potrebbe partire in prestito Seferovic : Juve (Reuters) Innocent Emeghara, Stabia, Crotone, Lanciano e Modena lo contendono a Torino e Villarreal. 23 anni, attaccante del Lorient RIZZO-PESCARA: FATTO Il Chievo si assicura il prestito del centrocampista (Reuters) cileno Felipe Seymour : ieri il ds Sartori si è recato a Pegli per siglare l’intesa con Foschi , che prevede una sorta di “obbligo” di riscatto del cartellino da parte dei veneti a giugno. In cambio, il Genoa ha lavorato per la metà gialloblù del cartellino del talento Nicola Bellomo , mentre il Bari sta trattando la sua metà con la Roma. I giallorossi seguono anche l’Under 21 svizzero Phlippe Ckoch , estermo destro dello Zurigo. Il Pescara ufficializza il prestito di D’Agostino dal Siena, oggi sarà la volta di Rizzo dalla Reggina (nell’ambito della cessione di Colucci agli amaranto), mentre sono attese novità pure sul trequartista svedese Alexander Farnerud dello Young Boys: si lavora al prestito con diritto di riscatto. L’Atalanta, oltre a Contini (Siena), attende novità su Sampirisi il cui destino al Genoa è condizionato inevitabilmente dalle scelte del nuovo tecnico Ballardini . E’ ufficiale il ritorno di Igor Budan a Bergamo: prestito con diritto di riscatto del cartellino in


mano al Palermo. Il Parma valuta José Yordi Reyna , 19 anni, centrocampista (classe ’93) dell’Alianza Lima nonché nazionale peruviano impegnato al Sub 20: ha segnato un gol all’Uruguay ed è nel mirino anche dell’Udinese. ha collaborato BRUNELLA CIULLINI © riproduzione riservata


IN BREVE Eroico Zauri salva la nipotina di Boniek GRANDE paura per la nipotina di Zibì Boniek. La piccola è caduta dentro un pozzo profondo quattro metri ed è stata salvata da Luciano Zauri, difensore della Lazio. Il fatto è successo domenica pomeriggio a Roma in un noto ristorante in zona Ponte Milvio. La bambina, figlia dell’ex tennista Vincenzo Santopadre e di Karolina Boniek, è caduta dentro una voragine, vicino al bagno del ristorante. Il pozzo era coperto da una pezzo di legno di due centimetri. Zauri è riuscito, con una corda, a tirare su la bambina. GIUDICE, 10 SQUALIFICATI PER UN TURNO Sono 10 i calciatori squalificati in serie A dal giudice sportivo per un turno. Si tratta di Weiss (Pescara) e Giorgi (Atalanta), Behrami (Napoli), Bergessio (Catania), Cana (Lazio), Cherubin e Pazienza (Bologna), Garcia (Palermo), Lamela (Roma) e Modesto (Pescara). Una giornata di squalifica inflitta anche all’allenatore del Siena Giuseppe Carillo. DEFERITO CELLINO PER CAGLIARI-ROMA Il Procuratore Federale ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale il presidente del Cagliari, Massimo Cellino «per aver posto in vendita i biglietti della gara CagliariRoma del 23/9/12 nonostante lo stadio Is Arenas avesse il nulla osta solo per lo svolgimento delle gare a porte chiuse». Cellino è stato deferito anche per aver tentato di dedicare il settore della Curva Nord del nuovo stadio ad un noto gruppo ultras. BILANCI, DEFERITO CAMPEDELLI, EX PRESIDENTE CESENA Il Procuratore Federale, a seguito della segnalazione della Covisoc, ha deferito anche il presidente e l’ex vicepresidente del Cesena Igor Campedelli e Graziano Pransani «per avere posto in essere condotte con le quali sono state destinate risorse finanziarie della società A.C. Cesena S.p.A. a vantaggio della società controllante Cesena 1940 S.r.l., in violazione del principio di corretta gestione, nonché in violazione dell’obbligo di redigere il bilanci secondo i principi dettati dalla normativa federale».


TERZO TECNICO DOPO DE CANIO E DEL NERI Ballardini: «Genoa, ti tiri fuori soltanto attraverso il bel gioco» Maurizio Moscatelli

GENOVA. Vuole un Genoa che sia prima di tutto «squadra»». Una parola semplice, quasi banale soprattutto perché in fondo proprio di un gioco di squadra stiamo parlando. Ma quello che ha ripetuto più volte Davide Ballardini nella sua seconda «prima volta»» al Signorini di Pegli è un concetto molto importante: «Ancora prima dei giocatori, che sono di grande valore, lo sono stati in passato e dovranno esserlo da qui in avanti, il Genoa dovrà essere squadra». Un primo allenamento guidato, poche parole con i giocatori e tanto lavoro da fare. La seconda avventura in casa rossoblù, dopo aver raccolto l’eredità di Gasperini nel 2010 chiudendo la stagione al decimo posto con 51 punti e vincendo entrambi i derby, inizia nella settimana forse più difficile, quella che porterà il Grifone sabato sera nella tana della capolista Juventus. «Ma tanto prima o poi dobbiamo affrontarle tutte». E Ballardini ha già una sua idea sulla squadra che dovrà essere: «Voglio un Genoa che giochi palla a terra, con l’attacco che sia accompagnato da tutta la squadra e la difesa che inizi dagli attaccanti. Voglio una formazione che raggiunga i risultati attraverso il bel gioco. La rosa? Credo si possa adattare al mio tipo di gioco ma devo ancora valutare, sono appena arrivato». Un contratto sino a giugno e il peso di un passato fatto di ricordi positivi: «Ma il passato non conta più, ora conta solo il futuro e dobbiamo migliorare. Se questa squadra ha 17 punti vuol dire che ha meritato 17 punti, per ottenere dei risultati non bastano giocatori capaci, devi essere squadra». PREZIOSI: «COLPE MIE» Un cambio in panchina, il terzo in stagione dopo De Canio e Del Neri, che Enrico Preziosi ha poi spiegato così: «L’esonero di Del Neri? Quando perdi così tante partite c’è poco da dire - ha spiegato il presidente rossoblù ai microfoni di Sky -. Mi prendo tutte le colpe e sono preoccupato da questa situazione. La B? Ho il terrore, ma se dovesse succedere bisogna accettare il risultato del campo perché vorrà dire che ce lo siamo meritato, anche se sono convinto che non retrocederemo». Preziosi ha poi spiegato le ragioni della scelta di Ballardini. «Al Genoa aveva già fatto benissimo e così ho preferito puntare su di lui». «ROSA COPERTA» Un Preziosi che sul mercato si è già mosso tantissimo, 6 finora i nuovi acquisti compreso Matuzalem, giocatore che Ballardini conosce per averlo già avuto alla Lazio. «Matuzalem è un giocatore di grande qualità, l’importante è che stia bene fisicamente, poi lui sa cosa deve fare». Il tecnico ravennate non ha però voluto parlare di altri movimenti possibili. «Non ho ancora parlato di mercato, né di acquisti o cessioni, ma questa rosa mi sembra abbastanza coperta in ogni ruolo. Ora penso solo che ci sarà tanto da lavorare e sono molto contento di essere qui. Abbiamo un obiettivo comune che possiamo raggiungere col sostegno di tutti ma c’è tanta strada da fare, quello fatto finora non è bastato». La ricetta per provare ad uscire dalla crisi in realtà Ballardini l’ha già studiata. «Di sicuro conterà molto l’apporto dei giocatori più esperti, come Moretti, Antonelli e Rossi, quelli che hanno già vissuto la mia passata esperienza o comunque giocatori come Frey per capirci, saranno tutti fondamentali». Una crisi di risultati e di gioco ma anche di prestazioni, eppure nonostante abbia diretto appena un allenamento Ballardini non ha avuto una brutta impressione, anzi. «La mia sensazione è stata quella di essermi trovato di fronte a dei ragazzi per bene e comunque ora conterà solo quello che si farà da oggi in poi».


ATALANTA ACQUISTI: Budan (a, Palermo); Canini (d, Genoa); Giorgi (c, Palermo) CESSIONI: Manfredini (d, Genoa); Peluso (d, Juventus) OBIETTIVI: Contini (d, Siena); Ljvaia (c, Inter); Marrone (d, Juventus); Sampirisi (d, Genoa); Sansone (a, Torino)

BOLOGNA ACQUISTI: nessuno CESSIONI: Pisanu (d, Montreal Impact) OBIETTIVI: Bizzarri (p, Lazio); Ibarbo (a, Cagliari); Moscardelli (a, Chievo); Rolan (a, Defensor Sporting); Rosati (p, Napoli); Sansone (a, Torino); Sorrentino (p, Chievo); Viviano (p, Fiorentina)

CAGLIARI ACQUISTI: nessuno CESSIONI: Larrivey (a, Atlante) OBIETTIVI: Baraye (c, Lumezzane); Cabrera (c, Nacional Montevideo); Camporese (d, Fiorentina); Dianda (c, Ternana)

CATANIA ACQUISTI: nessuno CESSIONI: Morimoto (a, Al Nasr) OBIETTIVI: Faurlin (c, Queens Park Rangers); Mugni (c, Colon); Pongracic (c, Osijek); Rivas (a, Verona); Sforzini (a, Grosseto) CHIEVO ACQUISTI: Seymour (c, Genoa) CESSIONI: Di Michele (a, Reggina); Viotti (p, Cremonese) OBIETTIVI: Acquafresca (a, Bologna); Bizzarri (p, Lazio); Brienza (c, Palermo); Carrizo (p, Lazio); Fabbrini (a, Udinese); Kurtic (c, Palermo); Llama (c, Fiorentina); Mannini (Siena); Riverola (a, Bologna); Rodriguez (a, Cesena); Romulo (c, Fiorentina); Rosati (p, Napoli); Ujkani (p, Palermo)

FIORENTINA ACQUISTI: Larrondo (a, Siena); Rossi (a, Villarreal); Vecino (c, Nacional Montevideo) CESSIONI: Della Rocca (c, Siena); Olivera (c, Genoa) OBIETTIVI: Bovo (d, Genoa); DaprelĂ (d, Brescia); Icardi (a, Sampdoria); Insua (c, Sporting Lisbona); Schelotto (c, Atalanta); Thereau (a, Chievo); Ujkani (p, Palermo); Wolski (c, Legia Varsavia) GENOA ACQUISTI: Floro Flores (a, Granada); Manfredini (d, Atalanta); Matuzalem (c, Lazio); Nadarevic (c, Varese); Olivera (c, Fiorentina); Pisano (d, Palermo) CESSIONI: Alhassan (d, Udinese); Anselmo (c, Palermo); Canini (d, Atalanta); Merkel (c, Udinese); Piscitella (a, Modena); Seymour (c, Chievo) OBIETTIVI: Almiron (c, Catania); Bellomo (c, Bari); Bellusci (d, Catania); Camporese (d, Fiorentina); Fernandez (d, Napoli); Marchese (d, Catania); Neto (d, Siena); Portanova (d, Bologna); Schelotto (c, Atalanta); Zaccardo (d,


Parma); Ziegler (d, Lokomotiv Mosca) INTER ACQUISTI: Rocchi (a, Lazio) CESSIONI: Sneijder (c, Galatasaray) OBIETTIVI: Andreolli (d, Chievo); Bellomo (c, Bari); Campagnaro (d, Napoli); Dzeko (a, Manchester City); Lodi (c, Catania); Paulinho (c, Corinthians); Schelotto (c, Atalanta); Sorrentino (p, Chievo)

JUVENTUS ACQUISTI: Peluso (d, Atalanta) CESSIONI: Lucio (d, San Paolo) OBIETTIVI: Borriello (a, Genoa); Drogba (a, Shanghai Shenhua); Gabbiadini (a, Bologna); Immobile (a, Genoa); Lisandro Lopez (a, Lione); Llorente (a, Athletic Bilbao); Osvaldo (a, Roma); Walcott (a, Arsenal) LAZIO ACQUISTI: nessuno CESSIONI: Matuzalem (c, Genoa); Rocchi (a, Inter) OBIETTIVI: Arshavin (a, Arsenal); Gomaa (c, Enppi); Icardi (a, Sampdoria); Kuzmanovic (c, Stoccarda); Lampard (c, Chelsea); Nainggolan (c, Cagliari); Pizarro (c, Lanus); Ujkani (p, Palermo); Xandao (d, Sporting) MILAN ACQUISTI: nessuno CESSIONI: Pato (a, Corinthians) OBIETTIVI: Balotelli (a, Manchester City); Chiriches (d, Steaua); Drogba (a, Shanghai Shenhua); Kakà (c, Real Madrid); Nainggolan (c, Cagliari); Osvaldo (a, Roma); Poli (c, Sampdoria); Strootman (c, Psv); Villa (a, Barcellona); Zaccardo (d, Parma) NAPOLI ACQUISTI: Armero (c, Udinese); Calaiò (a, Siena) CESSIONI: Aronica (d, Palermo); Dossena (c, Palermo) OBIETTIVI: Andreolli (d, Chievo); Astori (d, Cagliari); Burdisso (d, Roma); Neto (d, Siena); Radosevic (c, Hajduk Spalato); Zaccardo (d, Parma) PALERMO ACQUISTI: Anselmo (c, Genoa); Aronica (d, Napoli); Dossena (c, Napoli) CESSIONI: Bertolo (c, Cruz Azul); Budan (a, Atalanta); Giorgi (c, Atalanta); Milanovic (d, Vicenza); Pisano (d, Genoa); Zahavi (c, Maccabi Tel Aviv) OBIETTIVI: Baros (a, Galatasaray); Bianchi (a, Torino); Bizzarri (p, Lazio); Borriello (a, Genoa); Buonanotte (a, Malaga); Fabbrini (a, Udinese); Romulo (c, Fiorentina); Sorrentino (p, Chievo) PARMA ACQUISTI: nessuno CESSIONI: nessuno OBIETTIVI: Boly (d, Auxerre); Llama (c, Fiorentina); Radosevic (c, Hajduk Spalato); Renzetti (d, Padova); Reyna (c, Alianza Lima) PESCARA ACQUISTI: Bianchi Arce (d, San Lorenzo); Caraglio (a, Rangers Talca); D’Agostino (c, Siena): Rizzo (c, Reggina) CESSIONI: Colucci (c, Reggina); Romagnoli (d, Spezia) OBIETTIVI: Ardemagni (a, Modena); Farnerud (c, Young Boys); Grozav (a, Petrolul Ploiesti); Kozak (a, Lazio); Ljvaia (c, Inter); Rodriguez (a, Cesena)


ROMA ACQUISTI: nessuno CESSIONI: Tallo (a, Bari) OBIETTIVI: Adryan (a, Flamengo); Bellomo (c, Bari); Koch (d, Zurigo); Ortiz (d, Olimpia Asuncion) SAMPDORIA ACQUISTI: Gavazzi (c, Vicenza) CESSIONI: nessuno OBIETTIVI: Bellusci (d, Catania); Cassani (d, Fiorentina); Contini (d, Siena); De Ceglie (d, Juventus); Dianda (c, Ternana); Fabbrini (a, Udinese); Lucchini (d, Atalanta); Sansone (a, Torino); Ziegler (d, Lokomotiv Mosca)

SIENA ACQUISTI: Agra (c, Betis Siviglia); Della Rocca (c, Fiorentina); Pozzi (a, Sampdoria) CESSIONI: Calaiò (a, Napoli); Campagnolo (p, Cesena); Campos Toro (c, Udinese); D’Agostino (c, Pescara); Larrondo (a, Fiorentina); Martinez (d, Argentinos Juniors); Ribair Rodriguez (c, Boca Juniors) OBIETTIVI: Brienza (c, Palermo); Calello (c, Dinamo Zagabria); Dybala (a, Palermo); Emeghara (a, Lorient); Juan Antonio (a, Sampdoria); Livaja (a, Inter); Llama (c, Fiorentina); Longo (a, Espanyol); Perbet (a, Mons); Seferovic (a, Fiorentina); Uvini (d, Napoli); Viatri (a, Boca Juniors) TORINO ACQUISTI: Barreto (a, Udinese) CESSIONI: Agostini (d, Verona); De Feudis (c, Padova); Gorobsov (c, Nocerina); Migliorini (d, Como), Sgrigna (c, Verona) OBIETTIVI: Acquafresca (a, Bologna); Almiron (c, Catania); Bellusci (d, Catania); Benussi (p, Palermo); Donadel (c, Napoli); El Hamdaoui (a, Fiorentina); Livaja (a, Inter); Llama (c, Fiorentina); Lobont (p, Roma); Mariga (c, Inter); Miccoli (a, Palermo); M. Rigoni (c, Chievo); Seferovic (a, Fiorentina); Tissone (c, Sampdoria); Ujkani (p, Palermo) UDINESE ACQUISTI: Alhassan (d, Genoa); Campos Toro (c, Siena); Merkel (c, Genoa) CESSIONI: Armero (c, Napoli); Barreto (a, Torino); Willians (c, Internacional Porto Alegre) OBIETTIVI: Aguirre (a, Liverpool Montevideo); Ghoulam (d, Saint-Etienne); Perea (a, Deportivo Cali); Pintos (c, Defensor Sporting); Reyna (c, Alianza Lima)


Asti in casa Luparense: c’è voglia di rivincita Serie A, 15ª giornata: i piemontesi al PalaBruel per riscattare il ko in Supercoppa (alle 20 su RaiSport2) SE C’È UN RIMPIANTO che ha l’Asti in questa stagione al momento praticamente perfetta, è la Supercoppa Italiana del 4 dicembre contro l’Alter Ego Luparense. Si giocava a Bassano del Grappa, al PalaBruel, e gli Orange furono sconfitti ai rigori al termine di 50’ di raro equilibrio. Stasera, la capolista torna sul luogo del “delitto”, con la voglia di vendicare quella sconfitta e infilare il quindicesimo risultato utile consecutivo in campionato. E’ proprio Luparense-Asti – gara che sarà trasmessa in diretta su RaiSport 2 – il piatto forte della seconda di ritorno in Serie A (tutte le gare in contemporanea, alle 20), primo turno infrasettimanale della stagione: primo l’Asti, quarta la Luparense, a 11 punti da una vetta che i Lupi lo scorso anno avevano ipotecato già nel girone di andata, proprio come ha fatto la squadra di Sergio Tabbia in questa stagione. Al momento, dopo oltre metà regular season, l’unica squadra che sembra in grado di contrastare l’Asti è la Lazio, distante Humberto Honorio quattro lunghezze e reduce da nove risultati utili di fila. Anche per i (Luparense) e l’ex Vampeta biancocelesti, stasera, c’è un test durissimo, in casa della grande rivelazione (Asti) durante la Supercoppa (o conferma, a seconda dei punti di vista) di questa stagione: l’Acqua&Sapone italiana (Cassella/Div.c5) Fiderma di Massimiliano Bellarte, che proprio vincendo a Roma nel girone di andata, capì forse di avere le possibilità per stare al passo delle grandi. Prima contro quarta, seconda contro terza: se le posizioni in classifica rimanessero tali e nei quarti non ci fossero scossoni, al momento le due semifinali scudetto sarebbero queste. Obiettivo di chi insegue, è ovviamente quello di cambiare le gerarchie: al quinto posto, grazie alle ultime due vittorie, è risalita la Marca Futsal, che dopo l’avvento di Fernandez ha cominciato a marciare come ai vecchi tempi. Stasera c’è una prova del nove, al PalaBoschetto di Ferrara in casa del Kaos: tanto per il valore dell’avversario (che già all’andata portò via un punto dal PalaMazzalovo), quanto per le assenze di Duarte e Jonas, squalificati. C’è chi, a livello di giocatori fermati dal Giudice sportivo, sta addirittura peggio: è il Pescara di Patriarca, battuto venerdì a Montebelluna e oggi senza Nicolodi, Morgado e Davì contro un Franco Gomme Venezia che proverà come lo scorso anno a fare lo scherzetto esterno agli abruzzesi. L’altro duello “regionale” della serata è quello tra AGSM Verona e Montesilvano: impari, almeno a guardare la classifica e lo 0-8 dell’andata, ma se i gialloblù vogliono sperare quantomeno di giocarsi la salvezza ai playout, devono cominciare a fare punti. Un po’ come ha fatto il Real Rieti, a caccia a Putignano del sesto risultato utile di fila. Chiude il programma la sfida tra neopromosse: Cogianco Genzano-Napoli. Le due formazioni hanno stati d’animo contrapposti: se i laziali, sulle ali dell’entusiasmo per la qualificazione alla Final Eight, hanno iniziato il girone di ritorno battendo 6-2 il Venezia, i partenopei (esclusi in extremis dalla Coppa Italia) hanno perso le ultime due partite casalinghe. Tarantino spera che, in trasferta, la rotta possa invertirsi già stasera. 15ª GIORNATA (oggi ore 20): Acqua&Sapone Fiderma-Lazio, AGSM Verona-Montesilvano, Alter Ego Luparense-Asti (diretta RaiSport 2), Cogianco Genzano-Napoli, Kaos Futsal-Marca Futsal, Pescara-Franco Gomme Venezia, Promomedia Sport Five Putignano-Real Rieti CLASSIFICA Asti 36, Lazio 32, Acqua&Sapone Fiderma 26, Alter Ego Luparense 25, Marca Futsal 24, Montesilvano e Cogianco Genzano 23, Pescara 21, Kaos Futsal (-1) e Napoli 19, Real Rieti 17, AGSM Verona 7, Franco Gomme Venezia 6, Promomedia Sport Five Putignano 0


Rissa di Aversa: Montervino rischia la squalifica e il Daspo ROMA. L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale ha chiesto alla giustizia sportiva una dura risposta in merito al comportamento di Francesco Montervino, ex capitano del Napoli e ora giocatore della Salernitana, che domenica ad Aversa dopo aver segnato il gol risultato poi decisivo sull’esito del match invece di esultare ha provocato i sostenitori locali innescando una serie di scontri fra i tifosi per i quali sono scattate 10 denunce per rissa aggravata. L’Osservatorio ha chiesto analoga durezza anche per i giocatori che dopo SienaSampdoria hanno scatenato un parapiglia in campo provocando un «clima di tensione» tra gli spettatori. Montervino ieri ha ridimensionato l’accaduto ma il rischio di squalifica e addirittura di un provvedimento Daspo nei suoi confronti, suggerito dall’Osservatorio, sembra elevato.


sguardo al futuro Giovanili Luparense da applausi Marani: «Le scuole, che risorsa» SETTE scudetti in nove stagioni. E’ un record invidiabile quello collezionato dal Veneto nel panorama del futsal italiano. Non un traguardo, ma un trampolino di lancio, perché, nella regione più rappresentata nella serie A di futsal, non si pensa soltanto al presente. Si programma anche il futuro, un futuro fatto di giovani e promettenti atleti. Circa 77 società giovanili “invadono”, infatti, il territorio veneto: 69 squadre maschili - di cui 34 del settore giovanile (categorie allievi e giovanissimi) e 35 di attività di base (piccoli amici, pulcini e esordienti) - e 8 squadre femminili, senza dimenticare gli 800 bambini tesserati in queste società di puro calcio a 5. Da circa un anno e mezzo è decollato (anche) il progetto del settore giovanile dell’Alter Ego Luparense, alla guida del quale c’è il brasiliano Robson Marani, allenatore dalla lunga esperienza nei vivai, il cui esordio nella società veneta è avvenuto proprio in occasione del decollo dell’innovativa “cantera” biancoazzurra. Lo scorso mese, in occasione della Supercoppa italiana a Bassano del Grappa, nell’intervallo tra i due tempi, tutte le società giovanili dell’Alter Ego Luparense hanno sfilato in campo, dimostrando di fronte a tutto il calcio a cinque italiano i risultati raccolti a metà del progetto. Piccoli amici, Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi, Juniores e Under 21, queste le categorie portate avanti da Marani, per un totale di circa 100 ragazzi, tutti appartenenti al bacino veneto. «Abbiamo cercato di attirare i bambini andando nelle scuole» ha raccontato, forte anche delle precedenti esperienze nel settore giovanile. «In Brasile il futsal è molto diffuso tra i bambini, tutti partono dal calcio a 5 per poi accedere, solitamente dopo i 12 anni, al calcio a 11; in questo modo, acquisiscono velocità, tecnica, rafforzati dagli spazi di gioco ristretti». Nonostante gli importanti risultati già raggiunti, Marani non nasconde le difficoltà incontrate nello start-up del progetto: «Nella tradizione italiana, in media 2 o 3 bambini in ogni classe conoscono il calcio a 5 e quando siamo andati a presentare il nostro progetto nelle scuole, ci guardavano un po’ perplessi; ma ora il progetto è decollato e la risposta da parte dei bambini e delle loro famiglie è stata assolutamente positiva, oggi mi sento di dire che siamo una grande famiglia». Attualmente Robson Marani allena la Juniores e l’Under 21, ma segue premurosamente anche tutte le altre categorie, formando tutti gli allenatori con corsi specifici , nei quali coinvolge anche alcuni ragazzi delle categorie più grandi. Riferendosi all’importante vetrina avuta nel corso della Coppa Italia, Marani ha poi ricordato che «a sfilare c’era quasi il 100 per cento dei ragazzi del nostro settore giovanile: questo mi rende molto felice». Guardando al futuro del calcio a 5 giovanile e al prosieguo del progetto, il cui termine è stato per il momento stabilito tra un anno e mezzo, Marani ha espresso la sua soddisfazione e la sua voglia di continuare, per portare sempre più in Italia la sua esperienza e i suoi studi e per continuare a sperimentare le strategie migliori per la crescita del settore giovanile della Luparense.


IN PILLOLE GIUDICE Sono 7 i giocatori squalificati in vista della quindicesima giornata del campionato di Serie A, la seconda del girone di ritorno. Il Pescara, per il match con il Franco Gomme Venezia, dovrà fare a meno di Davì, espulso in casa della Marca, ma anche di Morgado e Nicolodi, che hanno raggiunto la quarta ammonizione. Due “fermati” anche nei trevigiani, in casa del Kaos senza Duarte e Jonas. Fuori per il turno infrasettimanale anche Callegarin (Franco Gomme Venezia) e De Luca (Napoli). MARCATORI Ecco le posizioni di vertice della graduatoria dei cannonieri della serie A. 14 reti: Lima (Asti) e Kakà (Kaos Futsal) 13: Cavinato (Asti) 12: Patias (Asti) e Rogerio (Luparense) 11: Saùl (Cogianco Genzano), Nicolodi (Pescara) e Canal (Luparense)


Ultimatum Sorrentino Luigi Butera

PALERMO. C’è un mini campionato che comincia, e ci sono anche dieci giorni per sistemare la squadra. Se poi Pietro Lo Monaco di tempo ce ne mette meno, per il Palermo è anche meglio. La storia dice che i rosanero sono penultimi in classifica e recita anche che da qui a metà marzo probabilmente si giocheranno tutto per restare in Serie A. Domenica prossima a Cagliari comincia un mini torneo di sette partite in cui il Palermo affronterà tutte squadre che lottano (o quasi) per il suo stesso Lo Monaco: aut-aut obiettivo: la salvezza. Tre gare il Palermo le giocherà in al Chievo. trasferta (Cagliari appunto, Chievo e Torino), quattro in Alternative Carrizo e casa (Atalanta, Pescara, Genoa e Siena). Insomma in Bizzarri due mesi il Palermo può costruire la salvezza oppure autodistruggersi. Il pareggio di sabato scorso con la Lazio ha dato fiducia, i tifosi - malgrado le peripezie di quest’anno - hanno risposto positivamente all’invito della società che ha ribassato i prezzi delle curve. E la gente in questo mini torneo potrebbe diventare proprio l’arma in più del Palermo. «Siamo contenti della risposta del pubblico - dice Lo Monaco - la gente da qui alla fine può recitare un ruolo importante. Per questa ragione abbiamo già deciso che abbasseremo i prezzi anche per la prossima partita interna con l’Atalanta». Per quell’impegno il Palermo sarà al completo, perché il mercato sarà già chiuso. Le caselle da riempire sono ancora un paio, i nomi sempre gli stessi, anche se spuntano vecchie suggestioni. Il riferimento è ad Amauri , nome che ad ogni sessione di mercato viene sempre accostato al “suo” Palermo. I rumors dicono che ci sarebbe stato un contatto fra Zamparini e il collega Ghirardi del Parma per capire qual è la situazione dell’attaccante che nelle gerarchie d i Donadoni è stato scalzato da Per l’attacco Belfodil . L’operazione in ogni caso non è per niente suggestione facile, sia perché Amauri guadagna tanto, sia perché Amauri: soluzione sull’italo-brasiliano ci sono anche Fluminense e molto difficile. Flamengo, sia perché il Parma non vorrebbe Pablo Carrizo, 28 anni, portiere Intanto sale la argentino della Lazio privarsene. Suggestione o meno, è chiaro che Lo (Bartoletti) candidatura di Monaco deve cercare un attaccante con l’identikit di Cavenaghi Amauri, anche perché Budan è stato ceduto in prestito all’Atalanta. La pista Rolando Bianchi appare poco praticabile, così come quella per Acquafresca . I rinforzi potrebbero arrivare dall’estero: Baros non è ancora un discorso sepolto, dall’Argentina si parla di Viatri del Boca e anche di Sperdutti del Newell’s, dalla Spagna di Cavenaghi del Villarreal. CASO PORTIERE Oggi, invece, dovrebbe essere il giorno giusto per chiudere in un senso o nell’altro la questione Sorrentino . La settimana scorsa il Palermo ha fatto la sua offerta (due milioni più la metà di Kurtic ) e il Chievo l’ha rifiutata. Nel frattempo Sorrentino non si è allenato e ha anche saltato la partita con il Parma. Ieri Lo Monaco ha dato un nuovo ultimatum al Chievo ma l’offerta non è più la stessa: dall’operazione esce Kurtic, al Chievo andrebbero tre milioni più uno di bonus in caso di salvezza del Palermo. Lo Monaco aspetta una risposta entro oggi, dopodiché rivolgerà le sue attenzioni altrove ( Carrizo l’alternativa principale con in subordine l’altro laziale Albano Bizzarri . Altra cessione è quella di Zahavi : l’israeliano torna in patria al Maccabi Tel Aviv, per lui contratto di tre anni e mezzo.


la crisi societaria dei toscani Ora Siena scopre la paura di stare senza calcio GENNARO GROPPA PAOLA BALSOMINI

SIENA. La crisi del Siena è una sorta di fotografia della situazione che si sta vivendo nella città “isola felice” (ex?) toscana. Ciò che sta avvenendo avvicina i limiti del grottesco, compresa l’aggressione subita fuori dallo stadio dal presidente Mezzaroma . Domenica il nervosismo si respirava nell’aria allo stadio “Franchi”. La contestazione verso la dirigenza è stata dura. In città si respira tristezza, quasi rassegnazione: «La Banca Massimo Mezzaroma, 40 anni Mezzaroma: «E’ Monte dei Paschi ha spiegato il presidente - non cambiato tutto, la rinnoverà la sponsorizzazione che scadrà a giugno banca non ci (versava 8 milioni di euro all’anno nelle casse del Siena). Adesso dobbiamo ottimizzare sponsorizzerà più». tutto ciò che abbiamo». Quando si dice ottimizzare e riorganizzare si intende vendere. E i tifosi hanno chiesto un incontro Vendere i migliori giocatori che poi sono anche quelli che pesano maggiormente sul monte con l’ad della Monte ingaggi: »Deve venire uno da Roma per spiegarvi che la situazione a Siena non è più la Paschi stessa di alcuni anni fa?», ha detto Mezzaroma, che ricorda di essere venuto a Siena “quando esistevano altre condizioni”. Sono passati tre anni, ma nessuno oggi parla più di costruire un nuovo stadio. La città, oggi senza un sindaco, si prepara al voto per le comunali: ma dello stadio e del Siena parlano in pochi: i problemi, in questo momento, sono altri. Alcuni gruppi organizzati della tifoseria incontreranno giovedì l’ad della banca Monte dei Paschi Fabrizio Viola : “Babbo Monte”. Farà da genitore anche questa volta? E IACHINI ATTACCA E ieri sera Beppe Iachini è tornato siulla lite con Gastaldello in campo: «Anche nel primo tempo era finito qualche pallone in campo e nessuno aveva detto niente. Io ero al limite dell’area tecnica, ho visto il pallone che rotolava in campo e non so cosa sia successo a Gastaldello . Forse ha avuto uno sfogo dettato dal fatto che era in svantaggio la Samp. Comunque poteva risparmiarselo perché forse non si ricorda che quando l’anno scorso sono arrivato ad allenare la Sampdoria l’ho trovato bianco in faccia perché aveva già passato una retrocessione e cinque mesi d’inferno. Poi dopo, a giugno, è andato ad alzare le bandiere. Mai da lui mi sarei aspettato un comportamento così, e pensare che una volta che era andato via Palombo gli avevo dato pure la fascia. Spero di non aver conosciuto un’altra persona. Però sono solo questioni di campo e come nascono finiscono, quindi voglio chiuderla lì».




Barcellona-Villa, addio Porta aperta a Courtois WALTER PEROSINO

DAVID Villa ha deciso di dire addio al Barcellona seguendo l’esempio del portiere Victor Valdes che la scorsa settimana ha annunciato che non rinnoverà il contratto in scadenza nel giugno 2014. L’attaccante ieri si è incontrato con l’allenatore Tito Vilanova al quale ha comunicato l’intenzione di chiedere al club la cessione già nella finestra di mercato di gennaio. El Guaje non si sente più parte del progetto catalano e la prospettiva di finire ai margini anche nelle convocazioni del ct iberico Del Bosque , soprattutto nell’anno che introduce al Mondiale brasiliano con Il bomber ha chiesto l’antipasto della Confederation Cup in calendario a a Vilanova di essere giugno, l’ha convinto ad uscire allo scoperto. I ceduto a gennaio pretendenti non mancano anche perché Villa i gol li ha sempre segnati - quest’anno 10 in 23 partite, la maggior parte disputate partendo dalla panchina - almeno fino a quando un grave infortunio, la frattura della tibia, non l’ha costretto a saltare praticamente la scorsa stagione. La definitiva esplosione di Lionel Messi e la costanza di rendimento di Pedro e Tello , hanno convinto Vilanova a utilizzare l’ex bomber del Valencia con parsimonia. NUMERO UNO A proposito di Valdes, il Barcellona ha cominciato a sondare il mercato alla ricerca di un valido sostituto. Scontato l’accostamento con Thibaut Courtois , baby portiere fenomeno dell’Atletico Madrid e tra i più votati al Golden Boy, il concorso di Tuttosport . Le prime parole sulla vicenda sono del padre Thierry: «In questo momento non c’è niente di nuovo. Restiamo in contatto con l’allenatore dei portieri del Chelsea che monitora Il bomber David Villa, 31 anni, è ormai da tempo le prestazioni di Thibaut. Nei prossimi giorni incontreremo i approdato al Barcellona nel dirigenti dell’Atletico per parlare per la prima volta del suo futuro». 2010 (Ap) Il portiere belga INTRECCIO TRA BIG Sir Alex Ferguson progetta il futuro del Manchester Thibaut Courtois, 20 anni, United con largo anticipo. In difesa diventa fondamentale individuare al più dell’Atletico Madrid (Liverani) presto l’erede di un pilastro della squadra, cioè Rio Ferdinand il cui contratto scadrà a giugno. L’obiettivo del manager scozzese si è concentrato su Ezequiel Garay del Benfica, come ha rivelato il club portoghese. L’argentino, infatti, è stato visionato diverse volte nelle ultime settimane e il parere espresso dagli osservatori dei Red Devils è sempre stato positivo. L’unico problema che dovrà affrontare Ferguson è legato al contratto di Garay sul quale il Real Madrid, dove il difensore ha Il n. 1 emergente militato per un paio di stagioni fino al 2011, detiene ancora un diritto di prelazione in caso dell’Atletico Madrid di cessione da parte del Benfica. in orbita blaugrana. MOSSE SCOZZESI L’Arsenal ha pianificato la sua campagna di rafforzamento, United su Garay per necessaria vista la situazione di classifica dove il rischio di mancare l’accesso alla sostituire Champions League è molto concreto: il primo nome sulla lista di Arsene Wenger è quello Ferdinand ma c’è del centrocampista Victor Wanyama , protagonista della positiva stagione europea del pure il Real Celtic che negli ottavi sfiderà la Juventus. Il keniano, fratello dell’interista MacDonald Mariga , è legato al club scozzese fino al 2015, ma la trattativa è stata avviata e, nel caso di un esito positivo, priverebbe la squadra allenata da Lennon di un giocatore fondamentale. Il Celtic, comunque, è molto attivo sul mercato anglossazione visto che chiesto al Burnley informazioni sull’attaccante Charlie Austin che potrebbe essere il sostituto ideale di Gary Hooper destinato al Norwich in Premier League per una cifra vicina agli otto milioni di sterline. FLOP LONDINESE L’innesto di Marko Marin al Chelsea si è rivelato un clamoroso flop come testimoniano le sporadiche presenze in campo. Il tedesco prelevato in estate dal Werder Brema, è finito stitolato dalla concorrenza interna. Fali Ramadani , agente dal fantasista, è chiaro: «Sono arrivate proposte interessanti da diversi club europei e cercheremo una soluzione che gli permetta di tornare protagonista». Marin può contare su diverse proposte provenienti dalla Russia, ma non disdegna un eventuale ritorno in Bundesliga. PARIGI ADDIO E’ ufficialmente conclusa la parentesi francese dell’esperto difensore Lugano , trattato nelle scorse stagioni anche dalla Juventus. Ignorato da Carlo Ancelotti al Paris Saint Germain, l’uruguaiano aveva più volte chiesto di essere ceduto ed è stato accontentato in queste ore con la cessione al Malaga con la formula del prestito con diritto di riscatto. Con gli spagnoli Lugano potrà anche permettersi il lusso di giocare in Champions League. © riproduzione riservata



La salvezza dell’Ajaccio passa per i gol e le bizze dell’incorreggibile Mutu SIMONE ROVERA

PARIGI. Si può odiare o amare fino all’eccesso, ma con Adrian Mutu l’unica cosa impossibile è rimanere indifferenti. Sabato sera contro il Valenciennes l’ex attaccante della Fiorentina ha giocato forse la sua miglior partita in Ligue1, ma dopo il gol del vantaggio segnato al 30’ e l’espulsione provocata di Angoula, ecco l’errore che fa disperare i tifosi dello Stade Francois Coty. Il rigore che può chiudere la partita (66’) prima lo segna, ma quando troppi suoi compagni sono entrati in area ed è da ripetere, poi se lo fa parare da Penneteau cercando “il cucchiaio”. SCUSE A META’ «Mutu si scusa a metà», titolava domenica mattina l’Equipe che definiva l’ex bianconero “snervante anche quando gioca bene” soprattutto perché in superiorità numerica l’Ajaccio veniva raggiunto sull’1-1 dal Valenciennes. «Mi dispiace di aver sbagliato il rigore, ma non di averlo tirato in quel modo - si difendeva il romeno -. Prendo le mie responsabilità, nella mia carriera ne ho segnati molti di rigori così». Ed è vero. Già contro il Nancy quest’anno aveva realizzato il gol dell’1-1 con un rigore alla “Panenka”, quello che a Firenze era un po’ il suo marchio di fabbrica. Mutu ne segnò uno anche con la maglia del Cesena, nel novembre 2011, contro il Genoa beffando Sebastien Frey, suo ex compagno ai tempi della Fiorentina. Né quel gol, né gli altri 7 realizzati in campionato (28 presenze) con la maglia dei romagnoli erano bastati nella passata stagione, a vincere la sua prima sfida in una squadra da salvezza. Oggi il rumeno in Corsica spera di centrare l’impresa. Per ora è a quota 5 in 15 partite, forse un po’ al di sotto delle attese, ma come tiene a sottolineare il rumeno, ci sono ben 7 tra pali e traverse che gli impediscono di salire di qualche gradino nella classifica dei marcatori. L’obiettivo stagionale, dichiarato a inizio dicembre a France Football, è arrivare a 15 reti e portare l’Ajaccio tra le prime 10 della Ligue1. Oggi con 21 punti in 20 giornate è solo 16° , fuori dalla “zone rouge”, ma il vantaggio sul Reims (18° a 19 punti) è minimo. L’Ajaccio vanta il terzultimo attacco del campionato (22 gol) e nonostante le critiche che ha ricevuto in questi primi mesi, Mutu resta determinante per la salvezza. Ovviamente non dovrà più sbagliare dagli 11 metri, anche se in Ligue1, la stagione degli specialisti del dischetto è disastrosa (30% di errori). Ma Mutu non è uno qualunque e al prossimo rigore cercherà di lasciare tutti senza parole, e non senza gol.


PREMIER LEAGUE Caccia allo United il piano di Mancini VALERIO CAMMARANO

MANCHESTER. Non sbagliare nemmeno una mossa da qui al 6 aprile e sperare in qualche passo falso dei concittadini. È impervia la strada verso il secondo titolo di fila per il Manchester City, ma almeno, dopo il pari dei Red Devils col Tottenham, l’impresa non sembra più impossibile. Roberto Mancini qualche giorno fa aveva dichiarato che se la sua squadra fosse arrivata con 4-5 punti di svantaggio allo scontro diretto, in programma il 6 aprile a Old Trafford, sarebbe stato felice. CALENDARIO L’obiettivo è già raggiunto, perché dopo la 23ª giornata di Premier proprio 5 sono le lunghezze che dividono le due formazioni di Manchester, ma da qui alla partita della stagione manca parecchio. E, soprattutto, il calendario è favorevole ai Red Devils. I Citizens hanno almeno tre partite toste, in casa con Liverpool e Chelsea e fuori con l’Everton, mentre per la banda Ferguson l’unico impegno sulla carta pericoloso è quello del 2 febbraio a Craven Cottage col Fulham, oltre all’impegno casalingo con l’Everton. Il City, però, ha il vantaggio di giocare solo su due fronti, Premier e Fa Cup. Ferguson, invece, oltre che in campionato e in Coppa, è ancora in ballo anche in Champions e ha dichiarato di puntare alla tripletta. Il 13 febbraio al Bernabeu c’è l’andata degli ottavi col Real Madrid con ritorno in programma il 5 marzo. Il passaggio del turno significherebbe ulteriori fatiche per i Red Devils, l’eliminazione potrebbe avere un pesante contraccolpo psicologico. LEZIONE La lezione dello scorso anno, quando il City fu capace di recuperare 8 punti nelle ultime 6 giornate, un paio di cose ai Red Devils dovrebbe averle insegnate. Primo, mai dare per morti i concittadini. Secondo, le distrazioni, come il gol concesso a Clint Dempsey al 93’, si possono pagare care.


NASCE IL BAYERN DI GUARDIOLA Gotze, Beñat e Isco le scelte di Herr Pep RAFFAELE R. RIVERSO

BARCELLONA. Messi, Xavi, Iniesta. Il trio delle meraviglie del Barcellona. Con loro sul terreno di gioco e Pep Guardiola a bordo campo, i blaugrana sono entrati nell’Olimpo delle migliori squadre della storia. Ed è per questo motivo che subito dopo aver firmato il triennale che lo lega al Bayern Monaco fino al 2016, il tecnico catalano ha fatto tre nomi ai suoi nuovi dirigenti. E poco male se gli originali sono e resteranno a Barcellona. Guardiola ha già individuato i tre cloni a cui affidare le redini dei bavaresi: Mario Gotze, Beñat Etxebarria e Francisco Román Alarcón Suárez, meglio conosciuto come Isco. I fantasisti di Borussia Dortmund e Málaga, entrambi classe ‘92, sono due dei migliori giovani del continente, non a caso premiati con gli ultimi due Golden boy. Beñat (1987), invece, è il leader del Betis Siviglia, la grande sorpresa della Liga. IL “BARÇA-BAYERN” E se Gotze ha tutte le qualità per esaudire i desideri di Guardiola, che ha pensato per lui alla posizione di falso centravanti alla Messi, Isco ha i requisiti necessari a ripercorrere l’eccellente traiettoria di Andrés Iniesta. Estro e genialità al servizio della squadra. Infine, Beñat, cresciuto nell’Athletic Bilbao e diventato grande in riva al Guadalquivir, ha piedi e testa degni dei migliori registi. Il ventiquattrenne basco, non è ancora paragonabile a Xavi, anche se alla sua età, il cervello del Barça e della Roja non aveva ancora vinto niente. Almeno da protagonista. Con Javi Martínez alla Piqué (centrale dai piedi buoni) e Schweinsteiger nella posizione di Busquets, l’ossatura del “Barça-Bayern” è già pronta. Se a questi aggiungiamo anche un certo Neymar, grande estimatore di Guardiola («Sarebbe un sogno giocare per lui»), rimane solo un dubbio: ci sarà spazio per Frank Ribéry e Arjen Robben? Tutto dipende da come si adatteranno agli schemi di “Herr Pep”. In caso contrario, i precedenti di Ronaldinho e Eto’o non depongono a loro favore.


Oggi c’è anche Tunisia-Algeria GIRONE A Sud Africa-Capo Verde 0-0, Angola-Marocco 0-0. Classifica: Sud Africa, Angola, Marocco e Capo Verde 1. Prossimo turno (domani): ore 16, Sud Africa-Angola; ore 19, Marocco-Capo Verde. GIRONE B Ghana-Congo 2-2 (pt 40’ Badu/G; st 4’ Asamoah/G, 9’ Mabi/C, 24’ rig. Mbokani/C); Mali-Niger 1-0 (st 39’ Keita). Classifica: Mali 3, Ghana e Congo 1, Niger 0. Prossimo turno (24/1): ore 16, Ghana-Mali; ore 19, Niger-Congo GIRONE C Zambia-Etiopia 1-1 (pt 48’ Mbesuma/Z; st 20’ Girma/E), Nigeria-Burkina Faso 1-1 (pt 23’ Emenike; st 49’ Traoré). Classifica:Nigeria, Etiopia, Zambia, Burkina Faso 1. Prossimo turno (25/1): ore 16, Zambia-Nigeria; ore 19, Burkina Faso-Etiopia. GIRONE D Oggi, ore 16 Costa d’Avorio-Togo; ore 19 Tunisia-Algeria. Prossimo turno (26/1): ore 16 Costa d’AvorioTunisia; ore 19 Algeria-Togo


Etiopia e Burkina Faso pareggi dentro la storia L’EQUILIBRIO continua a regnare sovrano nella 29ª edizione della Coppa d’Africa. Pareva potesse essere tutto semplice per i detentori dello Zambia contro l’Etiopia, 110ª nel ranking Fifa, senza mai particolari squilli nella storia del trofeo se non una partecipazione nel 1957, alla prima edizione, quando perse in finale dall’Egitto. E invece alla fine ne è uscito un 1-1 che sta quasi stretto agli etiopi, considerate le occasioni avute. Già, Strappano l’1-1 allo perché complice l’atteggiamento un po’ svagato dello Zambia campione e Zambia, l’Etiopia aveva una grossa occasione per NELSPRUIT. L’esultanza di alla Nigeria passare già al 25’ quando Chisamba tranciava in area Adane Girma, autore dello Saladin Said, lanciato solo a rete. Dal dischetto andava storico pari etiope sullo lo stesso Said, tiro angolato ma debole, Mweene il portiere dello Zambia Zambia (Reuters) sventava in angolo. Il pericolo scosso faceva crescere i detentori del titolo che, approfittando dell’espulsione di Tassew al 35’, in superiorità numerica segnavano nel recupero del primo tempo il gol del vantaggio con Mbesuma, in rete con un bel destro. Tutto in discesa per lo Zambia? Macché, nella ripresa dagli spogliatoi usciva tutta un’altra Etiopia, capace di domimare la partita per tutto il secondo tempo. Il gol giungeva meritatissimo al 20’ al termine di una bella manovra dove lo Zambia stava quasi a guardare permettendo a Girma di segnare un pareggio storico, poi tenuto senza troppi affanni fino a fine gara. Alla quinta partita della Coppa d’Africa è uscito dunque il 4° pari, un risultato che potrebbe lasciare qualche chance di qualificazione anche agli etiopi. L’Etiopia, rimasta in AQUILE BEFFATE Nella sfida delle 19, pareva tutto sempre per la Nigeria contro il 10 alla mezz’ora, piccolo Burkina Faso, il favore del pronostico era tutto per le superaquile nigeriane. E acciuffa l’incredibile invece a sorpresa ne è uscito il quinto pari su sei gare della Coppa d’Africa. La Nigeria si punto con Girma. E è trovata in vantaggio al 23’ grazie a Emenike, in gol su assist di Ideye. Nel resto della il Burkina Faso al 94’ gode con Traoré gara le aquile nigeriane hanno dato l’impressione di voler controllare la gara senza spremersi troppo cercando di risparmiare energie per le prossime uscite. Ma dopo aver rimediato qualche cartellino giallo di troppo, alla mezz’ora della ripresa restavano in 10 per l’espulsione di Ambrose per somma di ammonizioni. Tuttavia, nell’ultimo quarto d’ora, nonostante l’inferiorità numerica, la Nigeria giocava meglio, arrivando a divorarsi il 2-0 con Uche. Finché al 94’ il Burkina Faso, nell’ultima occasione buona della gara, trovava l’insperato pari con Traoré, abile ed inserirsi nella difesa nigeriana approfittando di qualche amnesia di troppo delle aquile. Un girone dove regna dunque l’equilibrio totale, tutte le squadre con un punto e con lo stesso numero di gol segnati. Venerdì si gioca la seconda giornata, e sia Zambia-Nigeria che Burkina Faso-Etiopia varranno mezza qualificazione: chi finalmente riuscirà a vincere avrà mezza qualificazione in tasca. R.E. © riproduzione riservata


OGGI COSTA D’AVORIO-TOGO Drogba ci riprova Sfida ad Adebayor OGGI si entra nel vivo della Coppa d’Africa, si gioca Costa d’Avorio-Togo che semplificata per noi europei è la sfida fra Didier Drogba ed Emmanuel Adebayor, due fra i maggior calciatori di successo del calcio africano. Una rivalità fra i due che dura tutto l’anno, in Premier League, con Drogba alfiere del Chelsea e Adebayor stella del Tottenham (che negli ultimi tempi non brilla molto, in verità). Assieme ai detentori dello Zambia, i favori del pronostico sono proprio per la Costa d’Avorio. Ma Drogba non ci sta e anzi, preferisce scrollarsi di dosso i panni scomodi del favorito. «Chi decide chi sono i favoriti? - Si domanda - non penso che si debba pensare a noi come ai favoriti. L’anno scorso, in Champions League, Barcellona e Bayern Monaco erano le grandi favorite per la vittoria finale ma poi la coppa l’abbiamo vinta noi col Chelsea. Nel calcio non puoi mai dire che cosa succederà». Già, ci dev’essere un po’ di scaramanzia nelle parole di Drogba che fallì un rigore nella finale dell’anno scorso della Coppa d’Africa, persa dalla Costa d’Avorio dallo Zambia proprio dal dischetto. Ma anche nell’edizione del 2006, terminata ai rigori contro l’Egitto, Drogba fallì il suo turno dal dischetto. Una coppa maledetta, insomma, quella d’Africa per lui, forse il trofeo che più manca alla sua lunga carriera, Drogba compie 35 anni l’11 marzo e questa potrebbe essere la sua ultima occasione per aggiudicarsi il trofeo continentale e dimenticarsi delle due finali perse. Più giovane Adebayor, 29 anni il 26 febbraio, che però non gioca in una nazionale forte come quella ivoriana. Il suo Togo però, vuole giocarsela, è la nazionale che nel 2010, mentre andava a giocare la Coppa d’Africa in Angola, il pullman della squadra fu attaccato con un bilancio di tre morti e parecchi feriti. Un episodio che spinse Adebayor a ritirarsi dalla nazionale, salvo poi ripensarci nel novembre del 2011, una volta rassicurato dalla federazione togolese sulle misure di sicurezza. Ora, da leader dei suoi, Adebayor parla così: «La partita contro la Costa d’Avorio è molto difficile da affrontare. Ma nel calcio le cose possono cambiare molto velocemente e anche quando si parte per sfavoriti si può trasformare la partita in un successo». L’ALTRA PARTITA Alle 19, con Tunisia-Algeria, l’altra sfida del girone D, si chiude la prima giornata della fase a gironi della Coppa d’Africa. Sfida che non manca d’interesse: le nazionali nordafricane magari non possono competere sotto il piano atletico con le altre. Ma tatticamente, essendo più vicine all’Europa, si presentano in campo meglio organizzate. E chissà che da questo “derby” fra due nazioni che non proprio si amano, possa uscire una squadra in grado di arrivare alla finale di Johannesburg del 10 febbraio. R.E. © riproduzione riservata




IL RECUPERO ALLE 18.30 Tra Varese e Brescia in palio i playoff ALICE PELLEGRINI ANGELA SCARAMUZZA

QUI VARESE E’ un Varese che vuole sfruttare al massimo il fattore campo ottenendo la quinta vittoria casalinga consecutiva, quello che alle 18.30, sarà impegnato nel recupero contro il Brescia. La gara, rinviata a Santo Stefano per nebbia, è uno scontro playoff. Le lombarde, con il Varese in vantaggio di soli due punti, sono infatti alle spalle di Sassuolo, Le due lombarde si Livorno e Verona (squadre che hanno dimostrato di giocano il 4° posto. avere un altro passo) e non si vogliono far sfuggire Tra i biancorossi, l’occasione di recuperare terreno. Il Varese vuole Troest sostituisce rimanere solo al 4° posto che al momento condivide lo squalificato con l’Empoli. Fabrizio Castori si trova a dover fare i Carrozzieri. Calori conti con la pesante cessione di Nadarevic al Genoa: non sa se rischiare Caracciolo, non al il tecnico attende i rinforzi promessi (l’arrivo a lui meglio congeniale sarebbe quello del sampdoriano Juan Antonio ), sostituisce lo squalificato Carrozzieri con Troest e punta tutto sulla coppia d’attacco Ebagua e Neto Pereira . QUI BRESCIA Torna in campo a distanza di ventidue giorni dal 5-0 al Crotone il Brescia di Alessandro Calori . E sul piatto c’è subito una porta da leccarsi i baffi. Vincendo infatti le rondinelle raggiungerebbero il 4° posto. Uno scontro diretto ad alta tensione quello dell’Ossola. Anche se il tecnico ancora non ha digerito la decisione di giocare questo match così presto: «In un primo tempo si era parlato del 19 gennaio, ma noi ci eravamo subito opposti. Quello trovato è semplicemente un compromesso. E come tale né buono né cattivo. Inoltre noi possiamo parlare fin che vogliamo, ma tanto decidono gli altri». A lui toccherà decidere se rischiare Andrea Caracciolo , che ha appena recuperato da uno stiramento al polpaccio. Per il resto rosa al completo, tranne Antonio Caracciolo acciaccato e lo squalificato Scaglia .

Fabrizio Castori, 58 anni Alessandro Calori, 46 anni


Lecce: via Lerda, ecco Toma STEFANO LOPETRONE

LECCE. Doveva essere un’allegra cavalcata verso la Serie B. L’esperienza leccese di Franco Lerda invece si è risolta in un clamoroso fallimento. La sconfitta di San Marino infatti ha avuto un prezzo alto per il Lecce. Ha causato la perdita del primato, provocato l’esonero del tecnico ed una lunga coda di veleni. Il tecnico è stato sollevato dall’incarico ieri mattina, ma la notizia aleggiava nell’ambiente giallorosso già da domenica sera. Il presidente Savino Tesoro ha ritenuto colma la misura dopo il quinto ko in Promosso il tecnico campionato. Al posto dell’allenatore piemontese è stato della Berretti. Il promosso Antonio Toma , tecnico salentino alla guida presidente Tesoro della formazione Berretti (15 vittorie in altrettante gare, accusa Ferrario e con 74 gol fatti e appena 10 subiti). Fatale a Lerda, Legittimo: ancor più del secondo posto e delle sconfitte, una «Restano solo per gestione turbolenta dello spogliatoio e l’involuzione di Antonio Toma, tecnico del godersi lo stipendio» gioco e risultati a partire da novembre. Lecce (Liverani) LA PROMOZIONE Toma ha da qualche mese terminato il corso di Seconda Categoria a Coverciano. Da allenatore vanta una carriera vincente nei dilettanti, una buona esperienza a Pisa (salvezza nel 2005/’06 con Gianluca Petrachi direttore sportivo), una meno fortunata ad Alghero (Serie D). Per alcune stagioni è stato collaboratore di Antonio Conte (Bari e Atalanta), prima di approdare nel settore giovanile del Lecce. Il suo credo calcistico è il 4-2-4. L’avvento sulla panchina giallorossa di Toma scuote anche le strategie di mercato. Innanzitutto la società punta a recuperare una risorsa importante come Guillermo Giacomazzi , da Lerda sempre più marginalizzato nonostante una militanza decennale con la maglia del Lecce. Con lui si vuol recuperare il rendimento di calciatori esperti ma non ancora determinanti: Esposito , Pià , Chevanton , Jeda . Sono stati tolti dal mercato due giovani che Toma conosce bene, Malcore e Rosafio . Ed è saltato il trasferimento dell’esterno sinistro Travner . Il nuovo allenatore ed il suo staff (quello di Lerda è stato esonerato in blocco) saranno presentati questo pomeriggio al Via del Mare. LE REAZIONI Non sono passate inosservate le dichiarazioni postpartita di Savino Tesoro, che aveva accusato alcuni dei suoi tesserati: «Non possiamo acquistare nessun difensore, perché in rosa ci sono giocatori che percepiscono stipendi da Serie A e non giocano. Per noi sono inutili, ci mettono in difficoltà. Chiedo loro un minimo di dignità. Hanno offerte ma preferiscono starsene nel Salento a godersi lo stipendio. Ferrario è uno di quei giocatori che non vogliono andarsene. Stesso discorso per Legittimo ». I due calciatori hanno annunciato querela nei confronti del loro presidente.


Spezia: Romagnoli ANTONINO MILONE STEFANO SALANDIN

TRA obiettivi quasi sfumati e altri che riprendono vigore, il mercato dello Spezia è destinato a “zampillare” colpi a profusione. In difesa si registra una decisa frenata su Christian Terlizzi (che il Pescara non molla) e Alessandro Potenza (in scadenza a Catania, ma l’intesa col giocatore non c’è), mentre è fatta per l’arrivo del 22enne Simone Romagnoli , centrale che il club abruzzese gestisce in comproprietà col Milan e che approda in Liguria con la formula del prestito secco. Basta così? Macché. In porta è ufficiale l’ingresso in rosa di Enrico Guarna dall’Ascoli, sulla fascia si Il difensore arriva dal insiste col Brescia per Fabio Daprelà (monitorato pure Pescara. Nuovo da Pescara e Genoa), ma è in attacco che lo Spezia assalto a Sforzini sta pianificando il colpo grosso. Già, perché è tornata caldissima la pista che conduce a Ferdinando Sforzini . Ieri il bomber del Grosseto ha incontrato il patron Piero Camilli per chiedere garanzie (ritocchi, magari) sul suo ingaggio, ma pure su ciò che accadrà al mercato dei toscani negli ultimi dieci giorni di trattative. E l’incastro decisivo si sta concretizzando: con Sforzini in (possibile, non ancora sicura) uscita, il Grosseto della coppia formata da Nelso Ricci e Piero Tomei si è lanciato con decisione su Federico Piovaccari , attaccante in partenza dal Novara ma il cui cartellino è di proprietà della Sampdoria. Sul giocatore era ripiombato il Cittadella che avrebbe voluto riportarlo alla base, ma il Grosseto si è inserito e - pur con tutte le difficoltà del caso - sta provando a chiudere la trattativa. In attacco, peraltro, i toscani non mollano neppure l’affare legato a Matteo Momentè , in uscita dal Varese, mentre a centrocampo c’è stato un contatto col Bologna per Nico Pulzetti . NON SOLO VARESE Il ds Mauro Milanese sta per siglare un bel colpo per il reparto avanzato: dal Siena è in arrivo l’albanese Erjon Bogdani , autore del gol-vittoria domenica contro la Sampdoria e per il quale anche la Reggina aveva mostrato un certo interesse. Lo stesso Varese è molto vicino a un obiettivo di prospettiva per la porta: col club austriaco del Lustenau si sta stringendo per il giovane Reuf Durakovic (classe ’94), nazionale under 19 bosniaco. C’era il Livorno sulle sue tracce, così come il Il Grosseto club toscano si era mosso per Juan Antonio , in uscita Simone Romagnoli, 22 anni, scavalca il dalla Sampdoria e pure lui sul taccuino del Varese. Il ds scende in serie B (Liverani) Cittadella nella Elio Signorelli accelera per un colpo in mediana: se Ferdinando Sforzini, 28 anni, corsa a Piovaccari. salta Duncan (Inter), è pronto l’assalto al croato attaccante del Grosseto Bogdani va al Damjan Djokovic del Cesena. I romagnoli stringono (Liverani) Varese. Il Padova per alcuni nomi a lungo caldeggiati: ufficializzato il allo sprint per Dellafiore. Reggina- ritorno del difensore Massimo Volta in prestito dalla Sampdoria, i bianconeri spingono per Colucci fino al 2015 un nuovo ingresso a centrocampo, da scegliere tra l’uruguaiano Guillermo Giacomazzi (la cui permanenza a Lecce è tutta da verificare dopo il cambio Lerda - Tom a in panchina), il nazionale peruviano Rinaldo Cruzado del Chievo, sondato dallo stesso Livorno, ma soprattutto Manuel Coppola del Siena. In tema di squadre di alta classifica, il Verona ha praticamente chiuso per l’arrivo del difensore centrale Matteo Bianchetti , il cui cartellino è a metà fra Inter e Varese. ALTRE TRATTATIVE Il Padova tiene vivo il discorso legato al portiere Emanuele Belardi , il cui arrivo resta subordinato alla partenza di Luca Anania (sondato dal Lecce). Ma la vera novità è in difesa: superata la concorrenza del Grosseto, il ds Fabrizio Salvatori è molto vicino a Paolo Hernan Dellafiore . Oltre ai sondaggi per l’attacco, la Reggina ha ufficializzato il ritorno di Giuseppe Colucci (contratto fino al 2015) nell’ambito della cessione della metà di Giuseppe Rizzo al Pescara con conguaglio di mezzo milione a beneficio dei calabresi. Il sogno degli amaranto si chiama Pasquale Foggia : l’esterno, in scadenza di contratto, è sempre più in rotta con la Lazio e non disdegnerebbe l’ipotesi di un rientro a Reggio Calabria. Si va verso uno scambio in Veneto tra Tommaso Bellazzini (al Vicenza) e Mattia Minesso (al Cittadella). Il Brescia rinnova il contratto al francese Sébastien De Maio e insiste col Pescara per Emmanuel Cascione . Il Crotone è alla stretta conclusiva per due colpi: Lorenzo Del Prete , terzino destro del Novara e Lorenzo Crisetig , centrocampista di scuola Inter, poco utilizzato allo Spezia. © riproduzione riservata



LEGA PRO 1ª DIVISIONE GIRONE B Avellino affossato Il Latina resta primo PAGANESE-AVELLINO 4-1 MARCATORI: pt 43’ Angiulli; st 12’ e 30’ Caturano, 23’ e 45’ Scarpa PAGANESE (3-5-2): Robertiello 6; Pepe 6.5, Fusco 6.5, Fernandez 6.5; Nunzella 7, Tortori 6 (1’ st Scarpa 7.5), Romondini 6.5, Soligo 6, Franco 6 (29’ st Puglisi ng); Caturano 7.5, Girardi 6 (20’ st Fava 6). A disp. Pergamena, Perrotta, Lulli, Babù. All. Malafronte 6 AVELLINO (4-3-1-2): Fumagalli 6; Bittante 5, Fabbro 5, De Giosa 5, Pezzella 5; Bariti 6 (36’ st Millesi ng), D’Angelo 6 (31’ st Herrera ng), Massimo 5 (35’ st Arini ng); Angiulli 6; Biancolino 5, Castaldo 5.5. A disp. Orlandi, Zappacosta, Panatti, Izzo. All. Rastelli 6 ARBITRO: Ros di Pordenone 6 NOTE: 1.500 spettatori. Ammoniti: Fabbro, Pepe, Fernandez e Bittante per gioco falloso. Angoli: 4-3 per la Paganese. Recupero tempo: pt 0’, st 3’ PAGANI. Nel posticipo di Prima divisione girone B, la Paganese si aggiudica l’atteso derby campano contro l’Avellino. Decidono la gara le doppiette di Scarpa e Caturano. Eppure a sbloccare il risultato sono i ragazzi di Rastelli che si portano in vantaggio al 43’ con una rete di Angiulli sugli sviluppi di un contropiede. La Paganese trova la forza per reagire nella ripresa e pareggia i conti con Caturano al 12’. Dopo poco più di dieci minuti un gol su colpo di testa di Scarpa manda in visibilio il pubblico azzurrostellato. Ancora Scarpa e Caturano vanno a segno nel finale. Un’occasione mancata per l’Avellino che deve rimandare il sorpasso in vetta sul Latina. BARBARA RUGGIERO (OPTA) CLASSIFICA: Latina (-1) 37; Avellino 35; Frosinone (-1) 30; Nocerina, Pisa, Perugia (-1) 27; Paganese, Prato 25; Benevento, Viareggio 23; Gubbio 22; Catanzaro 21; Andria (-2) 20; Barletta 14; Carrarese 13; Sorrento 12


MERCATO Colpo Reggiana c’è Paolo Zanetti GUIDO FERRARO

REGGIANA e Venezia mettono a segno due innesti di spessore per il centrocampo: Paolo Zanetti prelevato dal Sorrento per gli emiliani, i veneti Andrea Marconi dalla Pro Vercelli, preferito al più esperto Roberto Previtali che la Cremonese sta trattando con l’Andria. I pugliesi hanno ingaggiato il fantasista argentino Andres Bottiglieri dal Voghera. La Nocerina, dopo il rifiuto di Adrian Ricchiuti che preferisce rimanere al Catania, per l’attacco sta pensando ad Alessio Viola della Reggina e al transalpino Julien Rantier che il Perugia non trattiene. Il Gubbio sta stringendo i tempi per l’esterno offensivo Matteo Di Piazza della Pro Vercelli mentre lascia gli umbri Filippo Maria Scardina che via Roma va a Poggibonsi. Il Prato valuta il difensore Gianluca Nocentini del Sorrento. Il Pavia rinuncia alla punta Giampiero Romano che potrebbe accasarsi a Casale o al Mantova che valuta la possibilità di far rientrare Jacopo Cernigoi dal Milan. All’Aversa Normanna la punta Maurizio Peluso dal Gavorrano che ottiene dai campani l’interno Luigi Viola. Il Fano prende dal Bellaria il difensore Enrico Fantini. Il dg Raffaele Ferrara della Pro Patria valuta le cessioni dei centrocampisti Nicola Campinoti e Marco Ghidoli e l’esterno Simone Dell’Acqua, per i primi due ci sarebbero Campobasso e Fondi, per il terzo ci sono Bellaria e Vigor Lamezia. (OPTA)


20 richieste d’arresto Juve Stabia: indagato Manniello per combine CASTELLAMMARE DI STABIA. Juve Stabia nella bufera per il seguito dell’inchiesta Golden Gol 2 che vede indagato il presidente Franco Manniello dalla Direzione Distrettuale Antimafia. L’accusa è relativa alla presunta offerta di 50.000 euro da parte di Manniello (insieme a Roberto Amodio, Francesco Avallone e Michele Scannapieco) ai calciatori rossoneri Biancone e Spadavecchia, per truccare il derby Juve Stabia-Sorrento nell’aprile del 2009. L’inchiesta ha già prodotto richieste d’arresto per alcuni indagati, tra i quali Roberto Amodio, ex dg e ad della Juve Stabia. Sono 20 gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari: coinvolgono anche Spadavecchia e Biancone. Tra gli episodi ricostruiti dal pm c’è l’aggressione ai calciatori della Juve Stabia che, sconfitti per 1-0 a Pistoia, nel marzo del 2009 furono «circondati da decine di sedicenti tifosi, taluni dei quali travisati, e fatti oggetto di schiaffi, sputi, insulti e colpi di cinghia». La Procura indica tra i responsabili dell’episodio l’ex direttore generale della Juve Stabia, Roberto Amodio, accusato anche di far parte del clan camorristico dei D’Alessandro.




Mercedes impero d’Austria

GIORGIO PASINI

APPARENTEMENTE è tedesco, in realtà la Formula 1 parla sempre più austriaco. Prima l’invenzione Red Bull del bibitaro Dietrich Mateschitz , che da tre anni vede la sua creatura blu dominare il Mondiale; adesso la rivoluzione in casa Mercedes con l’arrivo nelle stanze dei bottoni (e dei soldi) di Niki Lauda e Toto Wolff . In comune un passato (più o meno illustre) da pilota e un presente da businessmen di successo, ma soprattutto la provenienza: Vienna. Roba da Große Österreich a far impallidire la storia e il sogno di Große Deutschland che il ritorno della Daimler (Mercedes) nel Circus aveva fatto pregustare a molti nostalgici (senza andare Prima Lauda ora fino a Hitler e per restare in Formula 1, basta ricordare Wolff: i tedeschi i campionati mondiali 1954 e 1955 dominati dalle dopo il flop s’affidano Frecce d’Argento con Manuel Fangio ). Toto Wolff, 41 anni Niki Lauda, agli uomini di CON I SOLDI D’altronde la Mercedes qualcosa di 53 anni Il box Mercedes: Nico Vienna clamoroso doveva pur fare per invertire la rotta e Rosberg con il gruppo degli cancellare questi tre anni di flop (l’ultima stagione ingegneri davanti ai monitor. quinto posto nella classifica costruttori, 9° di Nico Roberg e 13° di Michael Quest’anno l’altro pilota sarà Schumacher in quella piloti). Così ecco il tre volte campione del mondo che Lewis Hamilton s’è stufato di aerei e s’è re-innamorato delle corse, ma che soprattutto ha portato in dote al promesso wunderteam Lewis Hamilton per sostituire il pensionato Schumi. Wolff, noto non tanto per i suoi risultati (una 24 Ore del Nürburgring nel ‘94) e per aver sposato la pilota scozzese Susie Stoddart , quanto per i suoi successi manageriali (una squadra nel DTM, l’ingresso in Williams e la gestione di giovani talenti, tra i quali il finlandese Valtteri Bottas ), perché ha deciso di ampliare i suoi orizzonti e di investire più in grande. Entrambi, come si apprende nel comunicato Mercedes che ieri ha ufficializzato l’arrivo di Wolff anticipato il giorno prima dalla stampa, sono diventati azionisti del team: Niki con il ruolo di presidente, Toto con quello molto più operativo di amministratore delegato.


PER I GIOVANI «Lascio la Williams con ottimi rapporti - afferma Wolff, che però resterà azionista anche del team di Sir Frank : si dice col 16% delle quote, ndr) -. Il team mi mancherà e auguro a tutti loto la miglior sorte per il futuro. La Mercedes è uno dei più importanti partecipanti al motorismo sportivo mondiale. Non solo sono un grande tifoso, ma anche un amico di lunga data e un entusiasta del brand. Guardo avanti a questa sfida sia perché la nuova stagione sia carica di successi, sia concentrandomi sulla promozione di nuovi talenti». Insomma, una nuova scuola di piloti, per non dover strapagare quelli cresciuti altrove. Come Le grandi manovre successo in questi tra anni con Michael Schumacher. Come succederà nei prossimi tre del team tedesco: con Hamilton, ingaggiato per 19 milioni di euro a stagione. un anno fa il super A TUTTO COSTA E proprio i soldi, come svelato alcune settimane fa da Schumi, sono team di ingegneri, stati «un fattore» degli scarsi risultati della Mercedes dal suo ritorno globale (e non più poi Hamilton, ora i solo come motorista) in F1: 1 vittoria (con Rosberg in Cina l’anno scorso) e 6 podi (1 con nuovi azionisti. Ma tutte queste teste si Schumacher) in 58 gare. Poco. Ma il budget era inferiore a quello di Red Bull e Ferrari, i accorderanno? due top team in quanto a copertura finanziaria, nonché McLaren. Eppure ne sono stati spesi. Un anno e mezzo fa per rafforzare lo staff tecnico, ingaggiando Aldo Costa appena silurato dalla Ferrari e Geoffrey Willis , l’uomo che ha portato gli studi di fluidodinamica in F1 e che è cresciuto insieme ad Adrian Newey . Il parmense come responsabile della Progettazione e dello Sviluppo (la W04 che verrà presentata il 4 febbraio sarà la prima Mercedes disegnata in toto da lui), l’inglese come direttore della tecnologia, ovvero capo dell’aerodinamica e della simulazione (s’è scoperto che la Mercedes, come la Ferrari, ha pagato l’inadeguatezza della propria galleria del vento, che lavorava in scala 50% e non 60%). BRAWN RESTA? I due hanno affiancato il direttore tecnico Rob Bell (ex Benetton e Renault), creando una struttura tecnica a tre teste. Pesanti, visto che tutti e tre in passato sono stati capi assoluti in grandi team. Senza contare che c’è sempre Ross Brawn , il team principal che ha fatto la fortuna di Benetton e Ferrari, inventandosi poi la meteora BrawnGP (col Mondiale vinto più dalla stregoneria doppio diffusore che da Button nel 2009) acquistata per 1 dollaro dalla Honda e rivenduta a 100 milioni (!!!) un anno dopo alla Mercedes. Brawn che resterà, come il suo socio Nick Fry , ma che rischia sempre più di fare la fine di Norbert Haug , il vicepresidente della Mercedes silurato da poco. Per far posto al nuovo team targato Austria, appunto. Con tante teste che dovranno mettere in condizione Hamilton di vincere il prima possibile. La questione è: andranno d’accordo? Conoscete il detto, no? Tanti galli in un pollaio... © riproduzione riservata


Intanto Hamilton fa la prima foto vestito d’argento STOCCARDA. «Vivo per vincere». Lewis Hamilton s’è presentato così alla sua prima uscita ufficiale vestito d’argento. L’inglese, reduce da una settimana di duro allenamento in montagna, ieri ha visitato il L’inglese visita il Museo Mercedes a Stoccarda. «Sicuramente sarà dura Museo Mercedes di essere competitivi, battere gente già pronta per stare Stoccarda: «Vivo davanti come Red Bull, Ferrari e McLaren, ma non per vincere. Con penso sia impossibile». Hamilton ha poi parlato dei suoi Red Bull, Ferrari e McLaren sarà dura, primi contatti con il team. «Sono stato a Brackley all’inizio di dicembre. E’ stato bello vedere tanto ma saremo competivi» entusiasmo e l’incredibile determinazione che c’è in fabbrica. Mi ha dato un sacco di motivazione per affrontare l’inverno». La nuova auto (W04) la vedremo solo il 4 febbraio a Jerez, il giorno prima dei test. «Penso che sarà un anno interessante. Imparare e lavorare con nuove persone è sempre una sfida enorme. Credo che sarà un viaggio divertente». McLAREN 50 La sua ex scuderia invece ha presentato il logo che comparirà sulle auto per celebrare i cinquant’anni della McLaren, che cadranno il 2 settembre 2013.

Hamilton tra le Mercedes storiche


QUI FERRARI Massa prova il sedile e chatta con i tifosi Felipe sale sul primo telaio in montaggio a Maranello e regala un dietro le quinte di Wrooom MARANELLO. Mancava da Maranello da poco più di un mese, dalla festa di Natale con le famiglie dei dipendenti della Ferrari ma, a parte la neve ancora rimasta dopo le precipitazioni dei giorni scorsi e il cantiere della nuova sede della Scuderia che sta prendendo forma, ben poco è cambiato per Felipe Massa, ormai un veterano della Scuderia. Reduce dalla settimana di Wrooom e dalla parentesi calcistica di domenica pomeriggio a San Siro, il pilota brasiliano ha incontrato tutti i suoi ingegneri per farsi aggiornare sullo sviluppo della nuova monoposto e ha potuto anche effettuare la prova di sedile sul primo telaio in assemblaggio al reparto Montaggio Vetture. La giornata si è conclusa con la prima videochat dell’anno con i tifosi: quaranta minuti di domande e risposte con internauti di tutto il mondo. I MOMENTI DIFFICILI Felipe ha affrontato diversi temi, di natura personale e professionale. A chi ha chiesto cosa potessero fare i tifosi per la squadra il brasiliano ha risposto che i sostenitori della Rossa fanno molto più di quanto ci si possa aspettare e che non gli si potrebbe assolutamente chiedere altro. Felipe Massa, protagonista nei giorni scorsi a Campiglio Interrogato sulla prima metà della passata stagione, Felipe ha parlato di un (Reuters) periodo che è riuscito a lasciarsi alle spalle grazie al sostegno di tutta la squadra, che ha sempre creduto in lui, e della sua famiglia che lo ha aiutato a pensare che i momenti difficili esistono per tutti. Della sua carriera Massa non cambierebbe nulla, perché anche se non è ancora riuscito a conquistare il titolo mondiale ha vinto molte gare e ha vissuto esperienze che lo hanno reso un uomo felice. Impossibile sbilanciarsi su quello che sarà l’esito dei test di febbraio, certamente importanti per arrivare preparati alla prima gara, a prescindere da quanto possa essere veloce la macchina in quell’occasione, perché la Formula 1 è uno sport dove le cose possono cambiare molto. A TUTTO SOCIAL A proposito dei social network Felipe si è dichiarato entusiasta, perché mezzo per farsi conoscere meglio, senza esagerare, anche al di fuori dell’ambiente lavorativo. Proprio dall’esperienza vissuta al Wrooom, Massa ha voluto regalare alla rete alcuni momenti della settimana trascorsa a Campiglio per mostrare quel che c’è oltre all’essere un pilota professionista, ossia un ragazzo come tanti, che ama ridere e scherzare. Felipe non pensa ancora a cosa farà una volta terminata l’esperienza in F1, perché finché si ha voglia di correre e si prova emozione nel farlo bisogna rimanere concentrati al 100%. Poi si vedrà, certamente qualcosa legato al mondo dei motori, la sua grande passione. La preparazione fisica è importante in questo periodo, occorre allenarsi tutti i giorni, duramente, ma Felipe è fortunato perché ama molto lo sport (calcio, tennis, sci), oltre al fatto di appartenere ad una squadra a cui cerca e cercherà sempre di dare il massimo.


LE ULTIME NOVITA’ Glock scaricato Caterham a Jerez UN nuovo posto libero e una casella “presentazioni” in meno. Timo Glock resta senza volante e la Caterham CT03 si svelerà il 5 febbraio sull apit-lane di Jerez, prima di scendere in pista per i primi test invernali. La Marussia ha annunciato il divorzio consensuale col pilota tedesco e che non esiste ancora un sostituto. «Abbiamo dovuto adottare misure per garantirci il futuro a lungo termine - dice il team principal Jonh Booth -. La crisi economica prevale sul resto e il momento è complicato per tutti, compresi i team di F1». Insomma, una questione di soldi. Evidentemente non bastano quelli portati dal debuttante britannico Max Chilton e quindi a meno di tre settimane dai primi test stagionali il mercato piloti si complica ancora di più. Sono 3 (su 22) i sedili vuoti: uno alla Marussia, alla Caterham (in lizza il russo Vitaly Petrov e i brasiliani Bruno Senna e Luis Razia) e uno alla Force India (lotta tra il tedesco Sutil e il francese Bianchi, sponsorizzato Ferrari).







Week-end a Kitzbuehel e Maribor ultimo test per strappare un pass SONO dodici i convocati dal dt maschile Claudio Ravetto per il prossimo fine settimana a Kitzbuehel. Sulla celebre pista Streif sono in programma venerdĂŹ 25 un superG (ore 11.30), sabato 26 una discesa (ore 11.30) e domenica 27 uno slalom (ore 10.15 e 13.30) che vale anche per la combinata classica. Per le gare veloci selezionati Siegmar Klotz, Dominik Paris, Werner Heel, Christof Innerhofer, Peter Fill e Matteo Marsaglia. Per i pali stretti saranno invece presenti Giuliano Razzoli, Stefano Gross, Roberto Nani, Manfred Moelgg, Cristian Deville e Patrick Thaler. Dal canto loro, le donne si spostano invece in Slovenia, a Maribor, per un gigante sabato 26 (ore 10.00 e 13.15) e uno slalom domenica 27 gennaio (ore 9.15 e 12.15), prove per le quali il direttore tecnico Raimund Plancker ha convocato Francesca Marsaglia, Lisa Agerer, Denise Karbon, Nadia Fanchini, Manuela Moelgg, Chiara Costazza, Irene Curtoni, Elena Curtoni, Michela Azzola e Sarah Pardeller. Frattanto le ragazze prepareranno la due giorni sulla pista Radvanje con tre giorni di allenamento a Ravascletto, in provincia di Udine.


SCI ALPINO «Al Mondiale tornerò quello di Vancouver» PAOLO VIBERTI

GLI azzurri dello sci alpino maschile tornano da Wengen con alcune certezze (i velocisti volano, Innerhofer sente aria di... Mondiale e Moelgg è un esempio di continuità), con due liete novelle ( Razzoli sta ritrovando se stesso, Gross ha superato il momento buio) e con un paio di dubbi che riguardano Deville e Thaler , ben lontani dal loro standard migliore. Restando alla prova di domenica tra i pali stretti, ha ben RAZZOLI «Mi impressionato la performance di Giuliano Razzoli, che avvicino all’atleta ha strappato il pass per i Mondiali di Schladming con il che vinse l’oro settimo posto. Tutto qui?, si potrebbe obiettare. E’ lo olimpico» stesso olimpionico di Vancouver 2010 a rispondere. Giuliano, perché quel settimo posto è così importante? Giuliano Razzoli, 28 anni, «Perché è stato ottenuto con il pettorale 20, perché è arrivato al termine di un recentemente è passato da periodo di 23 giorni in cui mi sono allenato bene solo 2 volte e perché ho Nordica a Fischer, dovuto modificare molte cose dopo il cambio di materiale nel corso della ricominciando praticamente daccapo stagione». Gli esigui allenamenti sono conseguenziali agli infortuni? «Sì, non mi sono proprio fatto mancare nulla. Avevo fatto qualcosa di positivo a Campiglio e poi a Zagabria, quindi mi sono bloccato alla schiena». Ad Adelboden comunque s’era già rivisto un Razzoli in crescita... «E’ vero, ma Wengen mi ha dato risposte ancora più rassicuranti, perché oltretutto su quella pista non aveva mai combinato nulla di esaltante nella mia carriera». E adesso si va a Kitzbuehel... «Dove invece mi sono trovato bene in passato. E conto proprio là di mettere un altro tassello verso il Mondiale di Schladming». C’è un piccolo problema: ci sono cinque azzurri qualificati ma solo quattro posti «Settimo a per lo slalom del 17. Chi resta fuori? Wengen: un grande «Io spero di essere tra i convocati, ma rimetto la decisione ai tecnici e mi fido ciecamente risultato, perché delle loro scelte». avevo due soli Pare che la tendenza sia quelle di portare cinque “specialisti” e di procedere alla giorni di selezione qualche giorno prima della gara... allenamento negli «Non lo so, ma ripeto di essere tranquillissimo. Gli allenatori e il ct sanno chi va più o ultimi 23. E poi gli infortuni e il cambio meno forte». di materiali...» Domanda a bruciapelo: quanto vale il Razzoli attuale rispetto a quello olimpionico di Vancouver? «Non voglio apparire presuntuoso, ma credo davvero di poter arrivare a Schladming nella stessa condizione di tre anni fa in Canada». Certo che le mancheranno dei... pali con i nuovi materiali, giusto? «Sì, giusto. Anche per questo, dopo Kitz mi sottoporrò ad allenamenti supplementari per entrare ancor di più in sintonia con gli nuovi sci». Certo che lei ha corso un bel rischio a cambiare durante la stagione... «Ho rischiato, tutti sono stati molto comprensivi e li ringrazio. Ho pensato ai prossimi Mondiali ma anche ai Giochi di Sochi». Giuliano, scusi la chiusa un po’ sdolcinata: Innerhofer ha detto che la fidanzata Martina l’ha trasformato. Lei com’è messo a love story? «Ho una ragazza, si chiama Eleonora, il nostro rapporto dura da oltre un anno e lei non ha niente a che fare con lo sci. Ma va tutto benissimo, mi creda...». © riproduzione riservata


Tre giorni in balia dell’oceano: salvo Un 64enne francese stava seguendo la rotta della Vendée Globe: lo ha raccolto una nave da crociera PER TRE GIORNI su una scialuppa di salvataggio. Per tre giorni in balia di onde che hanno reso difficili le operazioni di recupero. Alla fine però il 64enne Alain Delord ce l’ha fatta e ora può derubricare ciò che gli è accaduto come una brutta disavventura. Un naufragio che si è svolto 380 miglia nautiche a sudovest della Tasmania, mentre il velista francese seguiva la rotta di una delle gare più famose al mondo, la Vendée Globe. DA OTTOBRE Delord era salpato dalla Francia in ottobre, anticipando di un paio di settimane la partenza degli skipper professionisti in gara: lui aveva scelto di affrontare il giro del mondo da ovest a est a bordo di un 11 metri battezzato Tchouk Tchouk Nougat. Dopo più di 80 giorni di navigazione e dopo aver passato capo Leeuwin, nel corso di una tempesta Delord ha perso l’albero, quando si trovava a quasi 400 miglia dalla terra più vicina, la Tasmania. A quel punto si sono attivati i soccorsi ed è stato chiesto alla Orion, una nave da crociera, l’imbarcazione più vicina, di dirigersi verso il francese. «Ci trovavamo 680 miglia a sud di Delord quando siamo stati contattati dal Rescue Coordination Center australiano - ha dichiarato il capitano Mike Taylor, comandante della Orion che aveva a bordo 100 passeggeri ed era impegnata in una crociera di due settimane -. Abbiamo impiegato 53 ore per raggiungerlo e senza il supporto dell’Rcc non lo avremmo mai individuato: la visibilità era ridotta e la scialuppa arancione appariva e scompariva in mezzo alle onde». Delord aveva abbandonato il Tchouk Tchouk Nougat venerdì, perché oltre all’albero distrutto aveva riportato danni anche allo scafo. Il giorno successivo l’autorità australiana per la sicurezza marittima era riuscita a paracadutargli cibo, acqua e una trasmittente per riuscire a mantenere un contatto costante. Un aiuto fondamentale per evitare il peggio. QUANDO SOLDINI SALVÒ LA AUTISSIER «Quando lo abbiamo raccolto era in condizioni migliori di quanto ci aspettassimo per un 64enne in navigazione da quasi tre mesi e in balia delle onde per tre giorni...» prosegueTaylor. Merito dell’intervento tempestivo delle autorità australiane, che furono decisive anche in occasione della Vendée Globe di sedici anni fa, Alain Delord (al centro) quando salvarono Thierry Dubois e Tony Bullimore, che si rovesciarono a festeggiato a bordo della Orion distanza di poche ore l’uno dall’altro. In quell’edizione della gara non ci fu (Ap) I soccorsi a Delord: a la zattera su cui è invece nulla da fare per il canadese Gerry Roufs. A quella Vendée Globe sinistra rimasto 3 giorni (Ansa) prese parte anche la francese Isabelle Autissier che pochi anni dopo, nel 1999, venne salvata da Giovanni Soldini mentre entrambi partecipavano alla Around Alone. Il velista italiano - attualmente impegnato con Maserati nel tentativo di record New York san Francisco - in quell’occasione lottò contro il tempo per raggiungere la Autissier, naufragata a 2.000 miglia da Capo Horn. A.SCH. © riproduzione riservata


VERSO SCHLADMING Occhiali-telecamera austriaci come cavie per lo spettacolo tv (p.vib) L’austriaco Reinfried Herbst è stato l’ultimo atleta-cavia a provare in gara una nuova mini-telecamera incastonata negli occhiali da sci. Lo slalomista ha fatto seguito ad alcuni esperimenti fatti sempre dall’Austria durante le prove femminili di Aare. La televisione Orf sta stringendo i tempi con la ditta costruttrice del brevetto (è la Riedel, la stessa che fornì un miniimpianto trasmittente a Felix Baumgartner, durante il suo volo da oltre 39 mila metri) alfine di utilizzare l’’effetto... Formula 1 sin dai Mondiali di Schladming, dal 5 febbraio prossimo. La mini-camera è interna agli occhiali e non invasiva all’esterno, per evitare problemi aerodinamici o possibili incidenti in seguito all’impatto con i pali. L’austriaco Herbst con CASSE RIENTRERA’ IL 23 febbraio A GARMISCHProsegue la riabilitazione di occhiali forniti di miniMattia Casse dopo la frattura del trochite e della testa omerale della spalla telecamera (Reuters) sinistra rimediata nel corso della discesa di Lake Louise dello scorso 24 gennaio. Il 23enne poliziotto di Ulzio (To) ha tolto l’immobilizzazione da circa tre settimane e si è concentrato sulla fase riabilitativa presso la Fisioclinic di Milano che dovrebbe portarlo ad allenarsi col resto della squadra di Coppa del mondo di velocità al termine delle gare iridate di Schladming, con l’obiettivo di ripresentarsi sul circuito più importante nella discesa di Garmisch del 23 febbraio. IL FIGLIO DI THEOLIER VINCE A KIRCHBERGGiornata particolare per Jacques Theolier, il tecnico di riferimento per slalomisti e gigantisti azzurri: mentre lui si stava occupando dello speciale di Wengen, suo figlio Steven che fa parte della Nazionale francese si imponeva per la prima volta in carriera tra i paletti stretti di Kirchberg. Sesto il primo degli azzurri, ovvero Riccardo Tonetti. LOVE STORY PER BJOERNDALEN, L’EX DELLA SANTER?Una notizia-gossip viene riportata dal sito wintersport-news e riguarda il biathlon. Negli ultimi tempi si è sparsa una voce negli ambineti dello sport del tira e scia: alla base dell’improvvisa separazione fra Ole Einar Bjoerndalen e Nathalie Santer vi sarebbe un’altra donna, nientemeno che Darya Domracheva. Il condizionale è d’obbligo, ma i rumors affermano che il più grande biathleta di tutti i tempi si sia reso protagonista di una scappatella estiva con la ventiseienne di Minsk a Obertilliach dove la nazionale bielorussa stava svolgendo uno stage di allenamento. Il tradimento è però stato scoperto e ha causato la fine del rapporto fra lo scandinavo e l’ex biathleta italiana. Non è chiaro se fra Bjoerndalen e Domracheva si sia intrecciata una relazione vera e propria oppure se sia stata solo un’avventura estiva dalle imprevedibili conseguenze.



«A Torino sogno la Nba Voglio pure l’Europeo» PIERO GUERRINI

PRIMO paradosso di Kuba: è italiano di formazione perché cresciuto qui e gioca come tale a basket, ma nazionale di Polonia perché di Lodz. Secondo paradosso di Kuba: gioca in terza divisione dei canestri, ma - appunto - può andare a Euro 2013. E tutta la sua storia è curiosa. Bambino, giocava a calcio. Forse questo lo ha aiutato a perfezionare una rapidità di piedi inusuale. Jakub Wojciechowski è un segreto evidente (è 2,12...) dei successi della PMS Torino capolista in DNA, ambiziosa assai. Almeno quanto lui, approdato a Treviso a neppure 16 anni. Kuba, ci racconta gli inizi e l’arrivo in Italia? «Una botta di fortuna. Mia madre era vicedirettrice di una scuola dove un allenatore voleva creare una classe-squadra. Io giocavo a calcio come papà. Ho provato con diffidenza, mi è piaciuto un sacco. Poco WOJCIECHOWSKI dopo mi ha visto uno scout polacco della Benetton. Ci «Il mio idolo è hanno chiamati, tutta la famiglia è andata in Ghirada ed Gortat, lui ce l’ha è stato facile convincersi. Ho visto subito Ettore fatta» Messina, Mordente. L’Inizio è stato però quasi tragico: non parlavo italiano, non capivo, eppure dovevo Jakub “Kuba” Wojciechowski, andare a scuola. Però ho fatto amicizia con i compagni, con Sandri che ora è 23 anni e 2,12 da Lodz. E a Torino con me. Abbiamo vinto lo scudetto Under 19, con De Nicolao, italiano di formazione. Ha giocato 28 partite in Serie A Alessandro Gentile, Loschi. Eravamo forti». (Foto omaggio Greenpink Li ha capito che sarebbe diventato un giocatore vero? PMS) «No prima, quando ho capito cos’era la formazione italiana, 4 anni di settore giovanile mi avrebbero permesso di giocare da italiano». Cosa fa un 2,12 di gran potenziale in terza serie? «Volevo giocare tanto per crescere. Secondo: ho trovato una società sana, ambiziosa come me, che mi ha dato fiducia. A Casalpusterlengo invece non ho avuto spazio, a Treviso dipendeva dai coach. La mia sfida è uguale a quella PMS. Salire in LegAdue, vincere». All’Europeo pensa? La Polonia ha cambiato ct, con Bauermann. «L’estate scorsa è stato fantastico, c’erano Szewczyk (Venezia) e Ignerski (Sassari). C’era soprattutto Marcin Gortat, centro Nba. Mancava Lampe... Spero di essere chiamato da Bauermann, lui sa come vincere, per guadagnarmi il posto. Sfidare l’Italia sarebbe divertente, ma dovremo qualificarci entrambe». Allenarsi con un asso Nba? «Fantastico, si vede la differenza a tal punto che non so spiegarla appieno. L’attenzione per i dettagli e per il fisico, migliorato, la meticolosità negli esercizi. Gortat è il mio idolo e riferimento, seppur siamo diversi. E’ una presenza. E’ partito dalla mia città, Lodz, è andato in Germania per conquistate l’Europa, giocare in Eurolega. Ed è arrivato in Nba. Ce l’ha fatta. Voglio ripetere il suo percorso, se riuscissi a giocare in Eurolega sarei orgoglioso. Poi la Nba è il sogno. Devo migliorare nel gioco spalle a canestro. A Treviso ho acquisito doti tecniche per tirare e giocare fuori, ma forse se avessi iniziato prima pure da centro ora sarei completo. Comunque penso e lavoro per il futuro». La aiuterà Pillastrini, allenatore dedicato ai giovani. Con Baldi Rossi siete illegali in DNA. E lei ha messo i liberi decisivi domenica. «Conoscevo Pillastrini, sapevo mi avrebbe fatto bene. Io e Filippo dobbiamo dimostrare il valore in campo. Lui ed io ci alleniamo contro per migliorare i rispettivi difetti. Filippo è più veloce di me, io più alto». Giudizio su Torino e l’Italia? «Non mi piace il traffico, amo la vostra cucina che è perfetta per la dieta da atleta. Mi piace come vivete e pure la lingua, ho impiegato poco ad impararla. Forse perché la polacca è tra le 4 più difficili al mondo». Se saliste subito in A? «Vorrei restare a prescindere, ma chiedete a loro. La società è molto organizzata. E voglio avere un’altra opportunità in A. Abbiamo una scommessa in comune. E incoraggia vedere che i miei compagni come Gentile e De Nicolao ci stanno riuscendo e pure bene». © riproduzione riservata


Gherardini ricorda «Facile convincerlo Ora può emergere» (p.g.) L’UOMO che ha portato Andrea Bargnani nella Nba (tra gli altri) è pure lo stesso che ha scoperto (tra gli altri) e reclutato Kuba Wojciechowski per Treviso. Maurizio Gherardini , tuttora gm dei Il gm di Toronto lo Toronto Raptors, racconta l’arrivo del lungo polacco in Italia: «Invitare tutta la famiglia portò a Treviso: «E’ faceva parte del nostro sistema in Ghirada, voelvamo mostrare la strada da percorrere e il sempre stato un luogo di crescita. Di Jakub colpiva il suo essere positivo, sorridente e disponibile. Non è ragazzo positivo, facile a quell’età. Buono, forse fin troppo. Talvolta gli spiegavo: “Fai bene a sorridere, hai intelligente, sin tutto per diventare un giocatore vero e sei intelligente. Sta a te sfruttare le doti”. Non ha troppo buono. Era mai dato problemi. All’epoca era 2,04 e intrigavano velocità di piedi e agilità». L’uomo che già 2,04» tanto servirebbe al nostro basket, aggiunge: «Ha già avuto un’esperienza in Dna, non sfuttandola bene, ma Torino è il posto ideale, con un coach attento ai giovani come Pillastrini. Può sfondare». © riproduzione riservata


PIANETA NBA Gallinari magico, ferma Durant Gran difesa dell’azzurro per 3 periodi sul fenomeno, Denver vince. Sacramento si trasferisce a Seattle «LA PIU’ bella partita dell’anno». E se lo dice George Karl, uno degli allenatori più vincenti, bisogna crederci. Certo una battaglia vera, anche tecnica. E al supplementare i Denver Nuggets sono riusciti a interrompere a quota 6 la striscia vincente degli Oklahoma City Thunder. Ma nel contempo, Kevin Durant e compagni hanno dimostrato di essere squadra da finale, rimontando 11 punti di svantaggio in 3’ per impattare al 48’. Insomma, i Nuggets di Danilo Gallinari non saranno continui, di sicuro sprecano occasioni, ma danno spettacolo di alto livello. E pure stavolta il Gallo contribuisce al successo in vari modi: infilando 18 punti con 2-4 da 2 e 3-7 da tre, 3 recuperi e 7 rimbalzi. E fino al terzo periodo difendendo da leone su Durant e costringendolo alla peggior percentuale al tiro di stagione (35%). Oklahoma peraltro conferma una qualità che sarà cruciale nei playoff, segnando 40 dei 48 (tanti, vero?) tiri liberi. E la coppia Durant-Westbrook, con Russell pure infortunato nel primo tempo, è spaziale (35-388 combinato dalla lunetta, 37 e 36 punti ciascuno). Ma vince Denver, con un Corey Brewer da favola (26 punti, 15 nell’ultimo periodo) e un Kenneth Faried di grande sostanza (16 e 10), capace di mettere il tiro decisivo in avvicinamento a 46” da fine supplementare, perché Denver aveva individuato il vantaggio sul difensore (l’esterno Kevin Martin, unico a contribuire dalla panca Thunder). SACRAMENTO A SEATTLE La notizia è per il trasferimento ufficiale di una franchigia, a partire dalla prossima stagione. manca soltanto l’approvazione della Nba al passaggio di Sacramento nelle mani di un gruppo di investimento di Seattle che fa capo a Cristopher Hansen. Il gruppo ha acquistato il 65% dei Kings dai Maloof per 525 milioni di dollari. Significa che il club ha un valore complessivo di 807,700 milioni di dollari. Eppure è una delle franchigie messe peggio della Lega. All’epoca della cessione a Oklahoma, Seattle aveva ottenuto di mantenere il nome Sonics per una squadra nello stato di Washington, laddove c’è grande tradizione cestistica. I Sonics giocheranno un anno alla Key Arena, ma l’affare sarà approvato perché c’è già un progetto (privato, Seattle aveva respinto la costruzione con contributo pubblico in passato) di una nuova avveniristica arena in centro, sulla First Avenue. Presidente e uomo immagine sarà nientemeno che Phil Jackson, il leggendario coach Zen. La proprietà è ambiziosa e vuole un general manager di qualità. Il sogno è R.C. Buford, mago di San Antonio che ha creato una vera scuola di manager Nba, più credibile si punti sui vice, Ryan McDonough di Boston o ancor più Troy Weaver di Oklahoma (la società che ha mutuato il sistema Spurs), abilissimo nei draft. Incidentalemente, se non fosse tornata una squadra a Seattle entro il 2013, la proprietà di Oklahoma avrebbe dovuto versare altri 30 milioni di dollari... VAREJAO KO Memphis smentisce le voci su Zach Randolph. Avrebbe più mercato di Rudy Gay, ma Memphis vuole cedere lui. A Cleveland ko Varejao per la stagione, coagulo a un polmone. P.G. © riproduzione riservata RISULTATI Detroit-Boston 103-88; Orlando-Dallas 105-111; Denver-Thunder 121-118. IERI: Martin Luther King Day: Sacramento-New Orleans 105-114; Memphis-Indiana 81-82.


POSTICIPO IN A E NOTIZIE Siena, difesa super Ma Ress finisce ko MONTEPASCHI SIENA-TRENKWALDER REGGIO EMILIA 64-49 SIENA: Brown 8 (2-4 0-3), Eze 6 (3-5), Carraretto 3 (0-4 1-4), Rasic 2 (1-1 0-4), Kangur 9 (1-3 2-3), Sanikidze 6 (2-5), Ress 9 (1-1 2-2), Lechthaler, Janning, Hackett 10 (3-3 0-2), Moss 11 (1-4 3-4). All. Banchi. REGGIO EMILIA: Jeremic 1 (0-2), James 4 (1-5 0-1), Taylor 14 (3-7 2-9), Brunner 6 (3-5), Veccia, Filloy 3 (0-1 1-1), Slanina 1 (0-1), Cervi 2 (1-4), Silins 10 (1-2 1-2), Cinciarini 8 b(2-8 0-2). All. Menetti. ARBITRI: Chiari, Quacci, Borgioni. NOTE: parziali 19-11, 36-28, 50-41; da 2 S 14-30, R 11-35; da 3 S 8-22, R 4-17; lib. S 12-19, R 15-25; rimb. S 38 (12 o Sanikidze 10); R 35 (11 o Brunner 9); perse S 19 (Brown 7), R 19 (Taylor 6); rec. S 8, R 8 (Cinciarini 3); assist S 15 (Sanikidze 6), R 8. Sp. 4472. SIENA La Montepaschi tiene sotto i 50 punti Reggio Emilia. E senza bisogno di fuochi di artificio ottiene il massimo nel positicipo. Banchi risparmia Danilo Gallinari e Russell l’acciaccato Janning e toglie Ress che dopo 10’ subisce un colpo sotto Westbrook in uno contro uno canestro (torsione del ginocchio, fosse brutta la MPS virerebbe su (Ap) Mancinelli?). Siena più difesa che attacco. Con Brown svagato il fulcro lo fa Sanikidze, mentre i recuperi nutrono il contropiede per l’11-2. Taylor e Silins reagiscono. Lo stesso Silins blocca però Sanikidze lanciato verso il canestro, l’antisportivo spinge i padroni di casa 19-11. Ress trova ritmo da 3, ma gli ospiti pescano Brunner, mentre Taylor da tre arriva sino al 30-26 del 18’. Reazione di Siena. Poi prove di fuga con Moss e Carraretto. Reggio risale dal -16 grazie a ben 10 liberi battuti in fila, compresi quelli del tecnico a Banchi per proteste. La rincorsa si ferma al 48-41. Poi la Mens Sana piazza un parziale di 9-0 e la pratica finisce sul 57-41 di Kangur del 34’. F.F. CLASSIFICA Varese 28, Sassari 26, Siena 24, Cantù e Roma 22, Milano 18; Reggio Emilia, Venezia, Brindisi 16; Caserta 14; Bologna, Cremona 12; Montegranaro 10; Avellino 8, Pesaro, Biella 6. OSSERVATORIO, COPPA OK Gianni Petrucci (accompagnato dal presidente di Lega Renzi) ha avuto successo al Viminale. Nessuna limitazione per le tifoserie alla Final Eight di Coppa Italia (7-10 febbbraio Forum di Assago) e nelle future istruttorie per un monitoraggio più capillare sulle tifoserie saranno coinvolte Legabasket e Fip. Orari, la prima partita si gioca alle 17.45, la finale di domenica alle 18.


E L’ITALIANO NON ITALIANO... Jarrius Jackson «Se mi convocano volo in Nazionale» mirco melloni

PER il suo debutto da naturalizzato, Jarrius Jackson non poteva sognare un epilogo migliore. La guardia della Vanoli Cremona - che ha ricevuto il passaporto italiano grazie agli avi casertani della moglie Adriana - nel successo a Bologna ha fornito un duplice contributo: Jackson ha eguagliato il suo record di punti in Serie A (22), ma giocando da europeo (come è considerato chi non è italiano di formazione e non era stato tesserato da italiano prima del 14 aprile scorso) ha liberato un posto da americano per Brian Chase , autore del canestro della vittoria di Jarrius Jackson, qui con Ha ricevuto il Cremona. «In realtà - spiega il 27enne di Monroe, Biella, ha passaporto italiano passaporto: Louisiana - devo ancora rendermi conto di quanto è (Ciamillo) «Aspettate Travis accaduto in questi giorni. Ho il passaporto italiano Diener, ma sarei soltanto da una settimana, e di cose positive ne sono capitate parecchie, se penso alla onorato. A fine nostra classifica, e magari a qualche scenario per il mio futuro». carriera potrei KNIGHT Jackson è un autentico soldato, e non potrebbe essere altrimenti visto il suo vivere qui» passato a Texas Tech, sotto la guida del durissimo santone Bobby Knight . «Nell’ultimo anno saltai una lezione, e a coach Knight bastò per escludermi dalla squadra due settimane. Per fortuna fui bravo a rimettermi subito in pari in quella materia...» racconta Jarrius, prima di onorare uno degli allenatori più celebri nella storia del college basket. «Giocare per lui è stato indimenticabile, ha sempre preteso il meglio da ciascun giocatore, ma da Knight ho ricevuto ancora di più, ho imparato qualcosa ogni giorno». Un’esperienza che per certi versi Jarrius ha rivissuto in Italia, dove arrivò nel 2009: «Coach Marco Crespi mi portò a Casale Monferrato, e per me fu un’ulteriore fortuna: trovai un bellissimo ambiente, perfetto per inserirmi, e conobbi un altro grande insegnante del gioco, con più di un punto in comune con coach Knight». AZZURRO Se nei due anni a Veroli si è consolidato, al debutto in A Jackson sta trovando continuità a Cremona: «Coach Gresta ha parlato chiaro a ogni giocatore, a tutti ha dato responsabilità ma pure fiducia, da qui sono arrivate le due vittorie a Biella e Bologna, che ci avvicinano alla salvezza, il nostro obiettivo». Il sogno nel cassetto di JJ contempla pure il nuovo passaporto: «Una chiamata della nazionale italiana? Ne sarei onorato, risponderei di corsa» dice, pur sapendo che il naturalizzato più atteso resta il play di Sassari, Travis Diener . E ci sarebbe pure Viggiano . «Però so che da europeo possono aumentare le mie chance di vincere un trofeo in Italia, il sogno della mia carriera. Poi, al termine, potrei anche restare qui, i miei figli Jarrius Jr. e Serena crescono imparando l’italiano. E magari farò l’allenatore, ma non sono come Knight o Crespi, sono più rilassato e mi vedrei meglio come vice...».





TUTTONOTIZIE Ibra sceglie l’ippica: vuole un trottatore (gmc) Zlatan Ibrahimovic si è appassionato all’ippica e desidera acquistare una quota del trottatore francese Raja Mirchi, che parteciperà al Grand Prix d’Amerique, il mondiale del trotto, in programma domenica all’ippodromo parigino di Vincennes. Il campione del Paris Saint Germain, secondo quanto riportano alcuni siti francesi, si sarebbe appassionato grazie al noto allenatore ippico svedese Anders Lindqvist, che da lungo tempo risiede in Francia e conosce molto bene Ibra. CORDATA SALVA L’IPPODROMO DI MERANO (gmc) L’assemblea dei soci della Merano Maia ed il liquidatore incaricato Patrick Palladino hanno accolto la richiesta della nuova cordata varata dall’imprenditore Gianni Martone (Progetto per l’ippodromo di Merano) che gestirà le 22 giornate previste per il 2013 con un montepremi di 2,4 milioni di euro. TUTTOSPORT INDOVINA TRIS, QUARTE’ E QUINTE’ DI TARANTO Corsa Tris Taranto trotto: 1. Pilgrim del Ronco (5), 2. Primomatch (11), 3. Pietrasanta (14), 4. Perfect Ledaer Lf (16), 5. Pepita Bip (6). Combinazione Tris: 5-11-14 da 243,66 euro (indovinata da Tuttosport). Combinazione Quarté: 5-11-14-16 da 485,29 euro (indovinata da Tuttosport). Combinazione Quinté: 5-11-14-16-6 nessun vincitore, pertanto, il prossimo jackpot sarà di 5.798,73 (indovinata da Tuttosport). LA TRIS ODIERNA La Tris odierna di trotto, valida per il quarté e il quinté, è in programma questa sera, alle ore 18.30, a Trieste con una corsa sui 2.060 metri con 18 cavalli. La nostra terna prevede: Misterix (3), Obelix Np (18), Oregon Bi (15). Da seguire anche Nuvolor (8, Iari (15), Nippon Grif (2). GOLF QUARTETTO AZZURRO DA DOMANI AL QATAR MASTERS Nuova tappa in Medio Oriente per l’European Tour che propone il Commercial Qatar Masters, a Doha. Si gioca da domani a sabato con un giorno di anticipo rispetto alla consuetudine. In campo quattro italiani: Edoardo Molinari, Matteo Manassero, Lorenzo Gagli e Alessandro Tadini, gli stessi che hanno partecipato all’Abu Dhabi Championship, con l’eccezione di Francesco Molinari. I quattro azzurri sono ancora alla ricerca della forma migliore: Manassero (23° ad Abu Dhabi) e Gagli (32°) sono mancati nella regolarità, mentre sono usciti al taglio Molinari e Tadini, con quest’ultimo che si è perso dopo un buon giro iniziale. PALLANUOTO ACQUACHIARA, MIRARCHI SI DIMETTE (e.mor) Colpo di scena all’Acquachiara. L’allenatore Maurizio Mirarchi ha rassegnato le dimissioni e la società napoletana non ha ancora comunicato il nome del suo sostituto. HOCKEY PISTA IL VALDAGNO OK IN EUROLEGA (r.ber) Solo il Valdagno è andato a segno in Eurolega, per 5-3 sull’Oliveirense. Sconfitte per l’Amatori Sporting Lodi, in casa degli spagnoli del Noia (3-5) e per il Cgc Viareggio, piegato tra le mura amiche dal Benfica (2-4). Qualificate ai quarti di Coppa Cers il Breganze (4-3 sul Blanes fuori casa), il Giovinazzo, che ha fermato 7-4 il Merignac, e il Forte dei Marmi, che ha recuperato la sconfitta dell’andata battendo 7-2 il Barcelos. Nel 12° turno di A1 pareggio (5-5) tra Sarzana e Novara; vittorie del Prato sul Trissino (7-4) e del Matera sul Thiene (5-2). Questa sera si completa il quadro: Breganze-Forte dei Marmi; Viareggio-Giovinazzo; Valdagno-Follonica e Bassano-Lodi. HOCKEY INLINE MONLEALE IN VETTA ALL’A1 (r.ber) Nuovamente in testa alla classifica di A1 il Sportleale Monleale, che ha vinto in trasferta (5-1) contro il Mammuth Roma. I piemontesi hanno approfittato della sconfitta del Milano 24 Quanta, campione in carica, in casa dei Diavoli Vicenza (5-3). Derby patavino ai Ghosts Padova, sul Cittadella (5-4) e vittoria in trasferta degli Asiago Vipers (4-3) ad Empoli. Monleale a 26 punti, Milano Quanta a 24.


VOLLEY / 2 CUNEO OSPITA LJUBLJANA: POI IL DERBY CON LA LUBE?Settimana europea per le squadre italiane. In Champions si comincia stasera con Cuneo che ospita gli sloveni del Ljubljana già battuti all’andata per 3-0. Piemontesi in ripresa dopo l’eliminazione in Coppa Italia e il caso Mastrangelo (ora richiesto da società straniere). Nonostante il successo all’andata (3-0) serve comunque la vittoria per passare il turno, altrimenti c’è il rischio del golden set, uno Wijsmans (a dx) e Kohut, il spareggio lampo ai 15. L’imperativo è evitare rilassamenti, stesso input di muro della Bre Banca Cuneo Macerata che domani sera ospita i polacchi del Resovia: e il turno successivo (Galbiati) prevede il derby. Invece Trento deve vincere due volte contro la Dinamo Mosca: la prima per rimediare alla sconfitta esterna dell’andata e la seconda nel golden set. CHAMPIONS LEAGUE Ritorno Playoff a 12: oggi ore 20.30 Bre Banca Lannutti Cuneo-Ach Volley Ljubljana (Slo) diretta Sportitalia 2 (arb. Barnstorf-Marin). Domani ore 20.30: Trentino Diatec -Dinamo Mosca (Rus) diretta Sportitalia 2 (Loderus-Godoy); Lube Banca Marche Macerata-Asseco Resovia Rzeszow (Pol) differita Sportitalia 2 dalle 22.30 (Bernaola-Yener). LATINA IN COPPA CEV Ritorno dei quarti (Challenge Round). Giovedì ore 20.30 Andreoli Latina-Generali Unterhaching (Ger). PIACENZA IN CHALLENGE Ritorno ottavi di finale. Domani 20.30 Copra Elior Piacenza-Cvc Gabrovo (Bul).


FOOTBALL AMERICANO Super Bowl, sfida fratricida mirco melloni

POCHE volte, un Super Bowl senza il personaggio più atteso era stato in grado di fornire tante storie affascinanti. Perchè domenica 3 febbraio a New Orleans, il match che assegnerà il titolo del football Nfl sarà senza Tom Brady, simbolo di una generazione dello sport americano per il successo in campo (tre titoli Nfl) e fuori (ha sposato la top model brasiliana Gisele Bundchen), eppure la sfida tra San Francisco 49ers e Baltimore Ravens offrirà spunti adeguati a riempire l’attesa del match che fermerà gli Stati Uniti. E che ancora una volta garantirà un contorno di lusso, visto che la regina dello show dell’intervallo sarà Beyoncé, sul palcoscenico che negli ultimi anni era stato dei Rolling Stones, Paul McCartney, Madonna, Black Eyed Peas, The Who e Bruce Springsteen. HARBOWL Il Superbowl numero 47 vedrà di fronte due fratelli, Jim e John Harbaugh, sulle panchine opposte. San Francisco è rinata grazie a Jim, fratello minore con i suoi 49 (non poteva essere altrimenti) anni. I californiani tornano all’ultimo atto dopo 18 anni, e saranno chiamati a difendere una tradizione pesante: i 49ers non hanno mai perso il Super Bowl (5 titoli), retaggio del poker negli anni ‘80 con le stelle Joe Montana e Jerry Rice. Ma l’odierna San Francisco - che in estate aveva provato anche un italiano, il kicker Giorgio Tavecchio - ha già battuto qualche record: nessuno aveva vinto una finale della Nfc rimontando dallo 0-17 (contro Atlanta, match vinto 28-24), mentre il quarterback Colin Kaepernick ha debuttato nei playoff con 181 yards corse, primato per un giocatore del suo ruolo. LEWIS John Harbaugh e i Ravens hanno sorpreso New England fuori casa per 28-13. Baltimora somiglia a quelle che gli americani chiamano squadre del destino, visto che prima di eliminare Tom Brady e soci i Ravens erano stati l’ultima squadra a entrare nei playoff. L’uomo-chiave è il leader difensivo Ray Lewis, che a New Orleans giocherà l’ultima gara di una carriera ricca di luci (miglior giocatore 2001) ma non priva di ombre (il coinvolgimento mai completamente chiarito nel duplice omicidio compiuto da tre suoi amici nel 2000). La danza di guerra di Lewis all’ingresso in campo è un simbolo della Lega, ora il 37enne vuole chiudere in bellezza.

Jim Harbaugh (Reuters) John Harbaugh (Reuters)


MOTO PIOVE ANCORA SULLA DUCATI: TEST ROVINATINon c’è pace per la Ducati, che si vede rovinare dal maltempo anche l’importante test privato di Jerez. Ieri s’è conclusa la terza e ultima giornata dei prove sulla pista andalusa col nuovo collaudatore Michele Pirro e con Franco Battaini per sviluppare la GP13 che scenderà in pista tra due settimane a Sepang nei primi test ufficiali della stagione. Purtroppo il vento e pioggia hanno flagellato il sude della Il neocollaudatore Michele Spagna, costringendo i piloti a girare molto poco. «Siamo stati molto sfortunati Pirro impegnato sulla Ducati con il meteo e per due giorni non abbiamo potuto fare quasi nulla - afferma il nuovo Direttore Generale di Ducati Corse, Bernhard Gobmeier -. Abbiamo concentrato in circa cinque ore il lavoro che avremmo dovuto fare in tre giorni. Comunque sono emersi dei risultati interessanti e positivi, sia dal punto di vista del veicolo che per quanto riguarda le strategie di elettronica che abbiamo provato. Se non altro abbiamo stabilito una linea chiara da seguire per continuare il nostro lavoro». In pista c’era anche la nuova Panigale si Superbike. Carlos Checa ha girato di 8 decimi più veloce della BMW HP4 di Marco Melandri, che sta risolvendo del tutto l’infortunio alla spalla della passata stagione.


GIOCHI OLIMPICI 2014 Gazprom scalda Sochi Inaugurata una centrale IL GIGANTE del gas russo Gazprom ha annunciato l’inaugurazione di una nuova centrale termica a Sochi, un impianto realizzato per soddisfare, da solo un terzo dell’intero fabbisogno energetico dei Giochi Olimpici che si disputeranno nella località della Russia meridionale tra un anno. Questa centrale che ha una capacità di 360 megawatts, secondo Gazprom permetterà di «migliorare in maniera significativa la fornitura di energia a Schi e di garantire sia il fabbisogno di elettricità sia quello di riscaldamento per le infrastrutture sportive e turistiche». La nuova centrale coprirà oltre il 35% del fabbisogno massimo previsto durante i Giochi invernali, che si apriranno ufficialmente tra poco più di un anno (sono in programma dal 7 al 23 febbraio 2014). L’assegnazione dei Giochi a Sochi risale al 2007 e da allora la città è stata al centro di investimenti per miliardi di dollari: un budget garantito dal sostegno in prima persona di Vladimir Putin, che ha fatto sì che la città diventasse anche la sede di un circuito di Formula 1. Così quello che in epoca societica era un polo balneare incastonato nel Caucaso è diventato in poco tempo un polo sportivo di rilievo internazionale.


Il Recco batte la Capitolina La vetta ora è a due punti Il Recco batte l’Unione Capitolina 19-12 e si porta a soli due punti dalla vetta. Vittoria esterna per l’Accademia Nazionale che si impone a Rubano (24-0) e del Cus Verona che passa contro la Romagna (13-12). Nel girone due vittoria del Vicenza sull’Amatori Catania (30-3) e del Capoterra sul Badia (28-12). SERIE A GIRONE 1 (12° turno): Rubano-Accademia Naz. Tirrenia 0–24 (0-5); Romagna-Cus Verona 12–13 (14); Lyons-Brescia rinviata per neve; Pro Recco–Capitolina 19–12 (4-1); Firenze 1931-Udine 5–12 (1-4) Classifica: Capitolina 40 punti; Pro Recco 38; Cus Verona 35; Accademia Naz. Tirrenia 30; Lyons Piacenza 29; Udine 23; Romagna 20; Brescia 16; Firenze 15; Rubano 12; Modena 0. SERIE A GIRONE 2 (12° turno): Valpolicella-Novaco Alghero 28–6 (4-0); Amatori Parma- Rugby Paese rinviata per neve; Cus Padova-Cesin Cus Torino 15–17 (1-4); Avezzano-Colorno rinviata per neve; Rangers Vicenza Amatori Catania 30–03 (4-0); Amatori Capoterra–Amatori Badia 28–12 (5-0) Classifica: Colorno 44; Vicenza 42; Valpolicella 35; Capoterra 28; Cus To 27; Alghero 25; Paese 23; Cus Pd 22; Badia e Catania 20; Parma 14; Avezzano 4.


SUMO IL GIAPPONE PIANGE TAIHO, IL PIù GRANDE Una leggenda del sumo si è spenta nel week-end: il grande maestro Taiho, vincitore di 32 tornei nella sua carriera, è morto a 72 anni a Tokyo a causa di una crisi cardiaca. Taiho, il cui vero nome era Koki Naya, era stato immensamente popolare negli anni ‘60, un’epoca in cui il mondo del sumo non era ancora stato travolto da scandali. A lui sono state dedicate le prime pagine di numerosi quotidiani giapponesi: per il Nikkan Sports, «era lo yokozuna più forte della Storia». «Incarnava, da solo, Taiho (a sinistra) in azione nel la Storia del sumo», ha dichiarto Chiyonofuji, un altro anziano yokozuna 1967: è morto a 72 anni (Ap) vincitore di 31 titoli. «Quel suo torneo in più era la misura della sua grandezza», Nato da padre ucraino e madre giapponese, nell’isola di Sakhalin (all’epoca dell’occupazione giapponese) Naya era stato allevato nell’isola di Hokkaido, la più settentrionale dell’arcipelago giapponese. Dopo i primi tornei nel 1956, aveva vinto il suo primo campionato nel 1960, diventando il più giovane di sempre (aveva 21 anni) a conquistare il titolo di yokozuna. Si era ritirato nel 1971, al termine di una carriera eccezionale:che l’aveva visto conquistare per due volte di seguito i sei principali tornei stagionali.


Serena&Sloane: quasi sorelle contro PIERO VALESIO

CI SONO luoghi dove sarebbe interessante effettuare degli esperimenti. Sull’alimentazione, ad esempio. Jorge Lorenzo sostiene che il segreto della nascita presseoché contemporanea a Maiorca di due atleti del livello suo e di Rafa Nadal sia la sobrasada, una carne di manzo insaccata che è una delle prelibatezze del luogo. Magari dalle parti di Jesi e zone limitrofe c’è un alimento naturale (il piccione arrosto?) che contribuisce in modo determinante a creare fiorettiste. Chissà cosa mangiano a Shreveport, in Louisiana. O cosa mangiavamo tra i venti e trent’anni fa. Cucina cajun, forse, dolciastra e Sloane Stephens, 19 anni, il piccante allo stesso tempo. Shreveport è il luogo chiave del tennis americano dopo Serena è suo(Liverani) del trentennio. Quello da cui è partita una storia che stanotte a Melbourne troverà se non una conclusione almeno un suo compimento. Quando Serena Williams e Sloane Stephens si troveranno di fronte per il quarto di finale chissà se penseranno che i loro padri sono nati esattamente nello stesso luogo, che non è esattamente New York: Shreveport, per l’appunto. FUTURO Quello di Sloane, che compirà vent’anni a marzo e rappresenta il più immediato futuro delle Sorellone, non c’è più: è morto in un incidente stradale nel 2009 dopo essere stato un buon runningback dei New England Patriots (la madre era una nuotatrice). Papà Richard lo conosciamo tutti: si può ben dire che il primo artefice del fenomeno Williams sia stato lui. Quello di stanotte non sarà ancora un passaggio di consegne anche se per Sloane non sarà certo una partita come un’altra visto che si tratterà per lei del primo quarto di Slam. Fra le due corre un sangue normale nel senso che Sloane pare (come tutti i più giovani) non molto disposta ad accettare imbeccate da chi è più avanti negli anni. Serena ha visto gli ultimi due match della Stephens e dopo quello contro Laura Robson ha comunicato alla connazionale di essersi stupita perchè aveva grugnito poco. Contro la Jovanovsky Sloane ha grugnito come Dio comanda colpendo la palla e non ha mancato di rintuzzare Serena: «Spero che sia stata soddisfatta» ha sussurrato. Aspettiamo un florilegio di grugniti, stanotte. AH, L’AMORE Il match fra due afroamericane che si allenano in Florida sarà presubilmente, però, null’altro che un altro passettino di Serena verso il titolo. Mai la sua superiorità è stata così netta, così schiacciante. Talmente schiacciante da rinfocolore l’eterno dibattito su come si comporterebbe la suddetta contro un avversario maschio di media levatura. Serena ha fin qui giocato quattro incontri lasciano alle avversarie 14 giochi. e non dimenticate che nel primo match si era pure fatta male ad un acaviglia. Contro la malcapitata Kirilenko ha servizo l’87 per cento delle prime e ha vinto il punto nell’82 per cento dei casi. Fa paura. Potenza dell’amore, pare dato che il suo rapporto con il coach francese Patrick Mouratoglu (come hanno incontestabilmente dimostrato alcune foto scattate in Provenza nei mesi scorsi) è andato ben oltre il diritto e il rovescio bimane. ANDY RIPROVACI Si citi infine Andreas Seppi, che in Louisiana non c’è mai stato e che non è riuscito a battere Chardy e ha visto così sfumare il suo sogno di entrare in un quarto di Slam. Che volete: il nostro si è arenato dopo aver vinto il primo set e si è collocato in quelal disposizione d’animo in cui chi ti ha di fronte sente l’odore del sangue e ne approfitta. Una sconfitta che non oscura l’aura del nuovo Seppi che da Roma 2012 in poi ha scoperto che con un po’ di grinta in più può andare lontano. Intanto un Seppi così può portarte l’Italia avanti in Davis, il che sarebbe già tantissimo. © riproduzione riservata


VOLLEY / 1 CARNEVALE VENEZIA: LA PICCININI VOLA SU PIAZZA S. MARCO(a. tor.) Francesca Piccinini sarà tra le superstar del Carnevale di Venezia. La pallavolista della Duck Farm Chieri Torino ha accolto favorevolmente l’invito a “volare” su piazza San Marco, appesa alla tradizionale carrucola. L’azzurra, oro mondiale nel 2002, dovrebbe partecipare alla festa del 10 febbraio (Il Volo dell’Aquila) perché libera da impegni di campionato (anticipo il 9). DONNE IN EUROPA: OGGI GLI SVINCOLI O MODENA CI SARA’?(l.muzz) Francesca Piccinini (33) andrà Settimana di coppe anche al femminile con il punto interrogativo di Modena al Carnevale di che per giovedì sera è attesa al pala Panini per il ritorno degli ottavi di finale di Venezia(Galbiati) Challenge Cup contro l’Ilbank Sports Club Ankara (andata 3-1). Stasera si saprà se la società emiliana si ritirerà dal campionato per le note difficoltà economiche consentendo alle atlete di svincolarsi in tempo utile per il volley mercato. Domani la Rebecchi Nordmeccanica Piacenza affronta a Cipro l’Ael Limassol superato 3-0 nella gara di andata. Giovedì in Champions il ritorno degli ottavi: Villa Cortese in campo a Istanbul contro l’Eczacibasi (andata 1-3) per ribaltare il ko. A Busto Arsizio la Unendo Yamamay ospita lo Schweriner: in Germania ha perso 3-2.


«Il gioco e la passione La bici riparte da zero» PAOLO VIBERTI

Signor Renato Di Rocco, lei recentemente è stato confermato alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana. Si rende conto che dopo lo scandalo Armstrong il ciclismo ricomincia da zero? «Sì, è vero, ma mi permetta di sottolineare che il texano appartiene a una generazione che pensiamo di aver emarginato con l’introduzione del passaporto biologico, nel 2009». Ma la gente resta attonita: sa quanti appassionati chiedono se vale ancora la pena di tifare per il ciclismo professionistico? Lance Armstrong, 41 anni, da «Capisco lo sconcerto, ma i casi clamorosi fanno eroe della bicicletta a grande DI ROCCO riferimento a un’epoca assai diversa da quella attuale». bluff della storia dello sport «Scoperti gli Già, però i massimi dirigenti dell’Uci restano al mondiale (Ap) impostori, ora siamo loro posto nonostante tante ipotesi di connivenza più credibili» con chi bluffava... «A suo tempo criticai Verbruggen con tale vigore da temere un una querela da parte sua. E da quando sono entrato nell’Uci in prima persona (fine 2009, dopo il Mondiale di Mendrisio, ndr) mi sono battuto per arrivare alla massima pulizia possibile». Scusi la franchezza: non sarebbe meglio che Pat McQuaid facesse le valigie? «L’attuale presidente è un uomo di sport, molto diverso da Hein Verbruggen che invece privilegiava i rapporti economici. McQuaid ama il ciclismo e per me dovrebbe rimanere al suo posto». E Armstrong? Cosa pensa lei del texano? «Facile parlare quando sei stato scoperto. Perché non l’ha fatto prima, invece di rovinare corridori come Simeoni o Hamilton?». Torniamo a casa nostra: qual è la situazione nel ciclismo italiano? «Noi siamo tra i più toccati, perché come popolarità il ciclismo nel nostro Paese viene appena dopo il calcio. Ma sapremo reagire con la grande passione che ci contraddistingue, perché in tutte le categorie giovanili registriamo un incremento di praticanti e di affiliati alle varie società. Non c’è alcuna disaffezione, anzi». E come presidente federale cosa pensa di fare? «Si dovrà lavorare molto sulla comunicazione. Noi abbiamo iniziato un anno prima a fare ciò che adesso fa l’Uci. Stiamo intervenendo in modo capillare sui settori giovanili, per esempio tra i giovanissimi abbiamo tolto le premiazioni individuali, privilegiando invece soltanto la squadra. Tutto ciò Dice il presidente per evitare qualsiasi pressione sul singolo. E tra i pro abbiamo ripristinato il valore della federale: «Con il maglia azzurra». passaporto Presidente Di Rocco, non ha mai temuto che il ciclismo agonizzante fosse biologico dal 2009 il destinato a morire? ciclismo ci ha messo la faccia, ma «No, mai avuto paura, perché la bici è radicata nella passione della gente e fa parte della nostra tradizione, oltre a rappresentare il mezzo di locomozione del futuro». invece di ricevere elogi è stato E ai corridori che sono il fulcro che cosa si sente di dire per cercare di fare criminalizzato» breccia nei cuori dei tifosi delusi? «Credo che si possa e si debba procedere in vari modi per far capire alla gente che non è vero che il ciclismo sia lo sport dei dopati. Cito come esempio Ivan Basso: dopo quello che gli è accaduto ha reagito nel migliore dei modi e anche a chi gli ha chiesto un parere sul “caso Armstrong” lui ha semplicemente detto che con tutti i danni che aveva arrecato al ciclismo era davvero l’ultima persona a poter rispondere a quella domanda. E’ chiaro che i campioni devono dare l’esempio, proprio perché sono i più seguiti dal grande pubblico». Ma quale atteggiamento si deve avere per ricominciare? «Un recente sondaggio ha confermato che la bicicletta resta il giocattolo più ambito dai bambini. Ecco, ripartiamo da lì, dall’amore e dal gioco. E non dimentichiamo volutamente quello che il ciclismo ha fatto per diventare più credibile». Si può spiegare meglio, per favore? «Volentieri. Nessun’altra disciplina sportiva ha messo la sua faccia per scoprire tutti gli illeciti sportivi. E invece di ricevere magari qualche ringraziamento, siamo stati criminalizzati in modo sommario. Io credo fermamente che ci sia una profonda volontà di ripartire, seguendo la strada più retta e gioiosa. Le mele marce ci saranno sempre, ma è importante che il sistema del ciclismo dia un segnale assoluto di volerne fare a meno, non riconoscendole più come parte del movimento». © riproduzione riservata











coppa italia primavera Domani il derby Longo tifa Aramu Juve: Padovan Nicola Balice

TORINO. Senza soste verso il derby. Il Toro Primavera, infatti, domenica non ha nemmeno effettuato il tradizionale giorno di riposo post-partita, per avvicinarsi nel migliore dei modi alla semifinale d’andata di coppa Italia. La vittoria ottenuta con grinta sul terreno del Livorno è già alla spalle, con il tecnico Moreno Longo che domani (ore 14.30 al “Don Mosso” di Venaria Reale, diretta SportItalia) dovrà rinunciare anche al Il tecnico granata match winner di sabato pomeriggio: il ‘96 Vittorio spera di recuperare Parigini è stato infatti convocato dal ct Zoratto in in extremis almeno Under 17, appuntamento per il quale è stato chiamato il trequartista, in extremis anche Matteo Procopio . Il Toro dovrebbe infortunatosi in però recuperare Mattia Aramu che forte anche del Nazionale. Parigini e Procopio in Under riposo forzato in campionato (squalifica) sembra 17, Diop e Barbosa prossimo al rientro dopo l’infortunio al piede patito in out. Tra i bianconeri Nazionale al Memorial Granatkin. Verso il recupero rientrerà invece il anche Antonio Barreca , più complicata sembra la Il tecnico granata Longo, 36 bomber situazione di Marco Cristini . Senza i big Di op e anni Barbosa , il peso dell’attacco dovrebbe quindi ricadere sulla strana coppia Aramu- Gy asi , con Cibrario pronto ad agire da trequartista nel caso in cui il tecnico decidesse di non dare punti di riferimento in avanti con un centravanti classico, sia questo il ‘95 Parodi , che sabato ha debuttato, Fumana, Dominin o Maugeri . QUI JUVE Legata a doppio filo alle vicende della prima squadra è invece la situazione della Primavera juventina. Sabato in occasione della partita con l’Udinese ben cinque elementi erano aggregati al gruppo di Conte : si tratta dei difensori Rugani e Garcia Tena , dei centrocampisti Schiavone e Kabashi e dell’attaccante Beltrame . Proprio quest’ultimo decise il derby in campionato nel girone di andata e tra tutti sembra il più vicino ad un eventuale utilizzo nella sfida di stasera in coppa Italia con la Lazio per gli uomini di Conte. A parte Kabashi, infatti, il tecnico bianconero potrebbe avere bisogno di poter contare ancora su più di un giovane anche solo per la panchina. Solo in un secondo tempo, dunque, l’allenatore della Primavera Baroni potrà prendere delle decisioni finali per stilare la formazione che affronterà il Torino di Longo. Nel frattempo è certo l’utilizzo del rientrante bomber Padovan , assente sabato scorso contro lo Spezia.


«Ora voglio giocare» MARCO BONETTO

TORINO. Lo dice con pacatezza, una volta archiviata la trasferta vittoriosa di Pescara. E parla allargando le braccia, una, due volte, quasi per difendersi dalla possibilità che i suoi comportamenti, le sue scelte, le sue parole possano venir equivocate. O addirittura inducano qualcuno nel Torino ad alzare (di nuovo) la voce al suo indirizzo. «A questo punto spero solo di riuscire a trovare una squadra in cui giocare con continuità. E GOMIS «A questo non è vero che faccio resistenza, che creo dei problemi punto valuto anche con i miei rifiuti». Lys Gomis ostenta un sorrisone, un club di Lega Pro» quando gli si chiede del suo futuro. E’ di nuovo in partenza: la sua età, il suo potenziale, la sua inesperienza e la sua condizione di riserva (senza speranze) di Gillet renderebbero la sua permanenza nel Torino un errore strategico per la società e un nuovo freno per il giovane portiere sulla strada di una vera crescita. Per questo il club granata lo ha messo sul mercato, dopo un’estate passata a ripetere che la fiducia in Gomis (quale secondo del portiere belga) era giusta, ben motivata, saggia, lungimirante. Nel quadro spicca poi anche la variabile della giustizia sportiva: nel caso in cui Gillet dovesse andare a processo in primavera nei tribunali del calcio per i fatti emersi dal nuovo filone di indagini della giustizia ordinaria a Bari sulle scommesse (rischia una squalifica), in assenza di rinforzi il Torino si ritroverebbe in rosa “soltanto” il 23enne Lys Gomis, con al fianco l’ancor più giovane e inesperto Alfred, il fratello: terzo portiere, nonché titolare in Primavera. Di qui i sondaggi per Coppola del Milan e per Benussi del Palermo, per esempio (ma per «L’ideale sarebbe la arrivare a quest’ultimo dovrebbe prima trasferirsi B, spero nella Sorrentino dal Chievo al Palermo). «A questo punto io Ternana». Il Toro vorrei giocare, non chiedo altro - spiega Lys Gomis -. E cerca soluzioni. Il sono anche disposto a valutare club di Lega Pro, di fratello Alfred Prima divisione. E’ chiaro che il sogno sarebbe la serie Lys Gomis, 23 anni resterà nella B, ma sono pronto a prendere in considerazione pure Primavera altre ipotesi». Il Torino era intenzionato a mandarlo a Barletta, girone B di Prima divisione: laggiù erano felici di accogliere il giovane portiere, consegnandogli una maglia da titolare. Ma... «E’ vero, ho detto no, ma non potevo rispondere altrimenti. Sto cercando di trovare un posto in cui giocare, d’accordo, ma non voglio retrocedere». E il Barletta si sta muovendo con poco ossigeno nei bassifondi della classifica, anche se le ultime due vittorie consecutive hanno riacceso le speranze di salvezza almeno ai playout. Narrano che al Torino non tutti abbiano preso bene l’ennesimo rifiuto di Gomis (quanti ce ne sono stati, in passato...). Mentre in serie B rimbalza l’eco dei sondaggi granata con la Ternana attorno all’esterno Dianda . Con allegata la possibilità che in Umbia finisca proprio il portiere (si era anche parlato di un eventuale scambio con il numero uno ternano Ambrosi ). «Alla Ternana andrei di corsa», dice Gomis. Andandosene davvero di corsa, dopo aver voluto chiarire la sua posizione, i suoi desideri, il perché del suo rifiuto disegnato per il Barletta. © riproduzione riservata




Flash di un amore speciale ANSELMO GRAMIGNI

SIGARO perennemente, o quasi, in bocca, piglio sicuro, arguto e ironico, pronto alla battuta ma sempre recettivo al massimo, non gli sfuggiva nulla. Così si presentava a Bogliasco, a coccolare e magari a richiamare i suoi giocatori che stimava e aiutava in tutti i modi. Sempre rispettoso dei ruoli, mai invadente, in prima linea a difendere la squadra nei momenti difficili. Pronto a caricarsi anche di responsabilità specifiche non sue. E subito il pensiero corre al particolare rapporto con Antonio Cassano , che ha Storia di una amato come un figlio, che ha rigenerato come uomo e passione cresciuta giocatore. Peccato, che in un momento di follia, il col tempo Dalla fantasista abbia mal ripagato tanto affetto con una promozione in A reazione che provocò un doloroso divorzio e alla Champions polemiche. Poi però ci fu il perdono da parte di Undici anni di Garrone e il sincero pentimento di Antonio. Prima successi, cadute e risalite c’erano state vittorie in campo e l’accesso ai preliminari di Champions Legue. Il momento più alto della gestione blucerchiata targata Riccardo Garrone, subito seguita però dall’amarissima retrocessione in B. LA RINASCITA Dolorosamente colpito dalla caduta tra i cadetti, ha seguito con discrezione la difficoltosa risalita in A, pronto a gioire come un ragazzino la sera della vittoria a Varese che significava per la sua Samp il ritorno a... casa. Festeggiò come un qualsiasi tifoso in mezzo ai tifosi e ai suoi giocatori, un’impresa tutt’altro che facile. Champions e risalita, l’anno scorso, in A i momenti calcistici più felici per Garrone. Ancora più gioiosi della promozione nel giugno 2003, dopo aver risanato investendo parecchi milioni un club sull’orlo del fallimento. Accanto a lui un certo Beppe Marotta come ad: insieme formavano una coppia formidabile. Arrivò anche il triplete della Primavera guidata da P e a (scudetto, Coppa Italia e supercoppa) e per Garrone, sensibilissimo alla crescita dei giovani, fu un fiore all’occhiello di cui l’attuale Samp sta iniziando a raccogliere i frutti. Amava ripetere che lui aveva “sposato” la Samp per forza, costretto da particolari circostanze. Di sicuro, anno dopo anno, s’innamorò della creatura che salvò e riportò più in alto. Ultimamente il figlio Edoardo lo aveva affiancato nel duro lavoro di gestione del club e sarà lui a raccogliere l’eredità paterna. La Samp resterà in buone mani, ma Riccardo Garrone mancherà a tutti i tifosi doriani. E non solo. © riproduzione riservata


Esultanza per l’accesso in Champions: Cassano prende in braccio Garrone Garrone saluta i tifosi con la maglia blucerchiata al collo: la fede di una vita Esterno familiare: Riccardo Garrone insieme con il figlio maggiore Edoardo a Bogliasco, al centro sportivo della Sampdoria (Pegaso) Il patron festeggia con Flachi la Promozione in A del 2003 (Pegaso) Con i ragazzi della Primavera che gli hanno regalato vittorie e soddisfazioni A Marassi colloquio fitto tra Galliani e Garrone durante Samp-Milan del 2006 Garrone, presidente della Erg, con Gian Marco Moratti, a capo della Saras


GLI ALTRI SPORT BASKET DNA, CASTELLETTO TERZO: MA CHE SOFFERENZA! (gt) La Sbs Castelletto soffre, ma poi viene a capo dopo un supplementare della pratica Recanati: 94-87, Bolzonella 24, Pazzi, Ranuzzi 17; Ihedioha 12, Simoncelli 11. Grazie alla contemporanea sconfitta dell’Agrigento i ticinesi rimangono solitari al 3° posto della Dna. DNB, ALLA ORSI IL DERBY PIEMONTESE (gt) La Orsi Tortona espugna il parquet dell’indomito Kopa Cus Torino (57-78, Raucci 19, Vitale 10; Degrada 16, Quaroni 15, Ganguzza, Samoggia 14, Gioria 11) e, sfruttando il passo falso di Varese, rimane solitaria alle spalle della capolista Castellanza. VOLLEY In C maschile Mangini Novi al comando (bbd) In serie C maschile, si sono disputati tre import anti recuperi per la zona playoff. Nel girone A, il Mangini Novi di Marco Ruscigni ha superato 3-0 il Bistrot 2mila8 Domodossola, scavalcando il Plastipol Ovada e riconquistando la vetta solitaria con 32 punti. Il Bruno Tex Aosta vincendo 1-3 a Occimiano va a -2 dal 3° posto occupato dalla Tipografia Gravinese Torino. Nel girone B l’Inalpi Busca va a vincere a Condove 0-3 sul Valsusa e scavalca Novara al 2° posto, a -2 dalla capolista Go Old Marene. GINNASTICA L’AUXILIUM GENOVA VINCE A TORTONA (en.ca.) A Tortona, l’Auxilium Genova ha vinto il 16° memorial nazionale di artistica femminile “Barbara Gemme” davanti a Forza&Virtù Novi Ligure e Derthona.

CANOTTAGGIO DE CESARE (SISPORT) TRICOLORE A CATANIA (en.ca.) A Catania, Marta De Cesare (Sisport) ha vinto il titolo italiano indoor cadette. Argento per Francesco Pegoraro (Sisport) nei pesi leggeri maschile. RUGBY LA LEADER BIELLA SUPERA L’UNION MILANO (en.ca.) In serie B, la capolista Biella supera 33-6 (5-0) l’Union Milano. Il VII° Torino batte l’Alessandria per 26-10 (4-0). PODISMO LA BIELLESE ROFFINO TERZA A ROMA (ma.av.) Bel terzo posto della biellese Valeria Roffino (Fiamme Azzurre/Runner Team 99) alla Corsa di Miguel di Roma vinta da Fatna Maraoui (Esercito). ATLETICA A TORINO ASSEGNATI I TITOLI DI LUNGO E TRIPLO (ma.av.) Assegnati a Torino i titoli regionali indoor di lungo e triplo. Campioni assoluti nel lungo Gabriele Parisi (Atl. Piemonte e Ashley Rambo (Sisport). Vincono nel triplo Tiziano Bua (Team Atl. Mercurio) e Marta Mina (Sisport). CICLOCROSS Titoli italiani per Ferrario e Beltrami (pa.bu.) Due maglie tricolori per i piemontesi ai Campionati Italiani Udace di ciclocross, disputati a Borgo d’Ale. Le hanno conquistate i giovani Alessio Ferrario Morei, vercellese, tra i debuttanti e Thomas Beltrami, novarese, tra i primavera. Sul podio sono anche saliti Santysiak, Gelli, Barbotti e Cristina Falco secondi, e Rimoldi, Critino, e Tumiati, terzi. SCHERMA SCARSI E GARCIA SOTO PRIMI A POLLONE (ro.be.) Spettacolo nel fine settimana presso la Palestra Comunale di Pollone per la 2ª prova Open di spada, maschile e femminile, valida per la qualificazione ai campionati italiani. La gara maschile è stata vinta da Simone Scarsi (Casale) che nell’assalto decisivo ha


superato Dennis Perrone (Marchesa). In quella femminile successo per Garcia Soto Mitayda (Marchesa).


NOVARA La cura Aglietti potrebbe bastare GUIDO FERRARO

NOVARA. Il ds Cristiano Giaretta sta lavorando al mercato, obiettivo dichiarato è cedere, cedere e ancora cedere, poi si potrà mettere in cantiere qualche arrivo. Nelle ultime ore vanno registrati degli interessamenti del Crotone per il difensore Del Prete , della Cremonese e del Cesena per il centrocampista Barusso . Nulla fare per la partenza, meglio il ritorno dei Piovaccari al Cittadella, l’attaccante varesino potrebbe quindi rimanere nel club della famiglia D e Salvo . Il panzer di Cassano A Empoli per Magnago è parso rigenerato, in gol nelle due Federico Piovaccari, 28 anni, confermare il rilancio amichevoli con gli elvetici del Locarno e del Chiasso. potrebbe restare in azzurro «Potrebbe essere Piovaccari il nostro miglior acquisto (Liverani) di gennaio» si lascia sfuggire Giaretta lavora che per far rientrare all’Inter l’esterno sinistro paraguaiano Alborno , poi potrà far firmare il laterale destro Riccardo Colombo . Lo stesso ds aggiunge: « Motta ha qualche proposta, ma non dipende da noi, si tratta di società di Lega Pro (Treviso, San Marino, Como, Pavia, Mantova ndr) importanti, ma devono essere questi club a saper convincere il giocatore». EQUILIBRI Aver chiuso il 2012 conquistando quattro successi in cinque gare, complessivamente 12 i punti ottenuti nel sette match con Alfredo Aglietti in panchina, i primi due persi nei minuti di recupero con Livorno e Modena, autorizzano ad un cauto ottimismo per il girone di ritorno. Aglietti a tal proposito è stato chiarissimo: «Si è deciso di arrivare ad avere una rosa di 22-23 giocatori, ai quali verranno aggiunti un paio di elementi della Primavera. Proprio per questo servono innesti mirati, di qualità, per non alterare gli equilibri di un gruppo che per quanto concerne il periodo della mia gestione ha sempre dato dimostrazione di grande affidabilità sotto tutti i punti di vista, e, non nego che potremmo aver raccolto almeno un paio di punti in più...». Tra i Primavera ormai stabilmente in prima squadra il fantasista portoghese Bruno Fernandes. RIPRESA Ieri gli azzurri si sono ritrovati a Novarello per iniziare la settimana standard in vista della trasferta di sabato ad Empoli. Domani, inizio ore 15, amichevole al villaggio Azzurro con la Biellese che milita in Eccellenza. Quasi tutti sono disponibili, solo Ludi, Buzzegoli e Barusso hanno lavorato a parte. Soddisfazione da parte del tecnico e del suo staff, che possono così portare a termine il lavoro iniziato in vista di una seconda parte della stagione che si annuncia particolarmente impegnativa. (OPTA)


PRO VERCELLI Punta e 3 punti obiettivi Braghin VITTORIO GELSO

VERCELLI. Il count down dice che la sfida con la Reggina è a -5, ma da qui ad allora potrebbero ancora succedere molte cose in casa Pro Vercelli. Anzitutto potrebbe esserci il sesto colpo di mercato: dopo i difensori Abbate e Borghese , i centrocampisti Cristiano e Filkor e il fantasista Erpen , sembra proprio scoccata l’ora dell’attaccante. CACCIA AL BOMBER Anzi, adesso serve quella prima punta il cui arrivo, in questo momento, pare essere la priorità assoluta. Si parla con insistenza di Davide Moscardelli , 32 anni, attaccante in forza al Davide Moscardelli, 33 anni, Si pensa a Chievo Verona, società con cui il club vercellese ha un del Chievo è nel mirino della Moscardelli e alla ottimo rapporto (vedi la cessione in prestito di un altro Pro (Ansa) Reggina attaccante, il brasiliano Marcos De Paula ). Sull’operazione-bomber, comunque, vige il più assoluto riserbo, anche se il dg Romairone sta lavorando sotto traccia a diverse piste: in questi giorni, infatti, si sono sussurrati anche i nomi di Federico Gerardi, 25 anni, in overbooking all’Udinese, e di Umberto Eusepi, 24 anni, attaccante del Varese, con cui c’è aperta l’ipotesi di uno scambio con Matteo Di Piazza. Difficile che la Pro possa pensare a Gianvito Plasmati del Vicenza, impossibile che si prenda in considerazione Federico Piovaccari del Novara. ADDIO A MARCONI Al momento di certo c’è solo che ieri c’è stato un altro addio: Andrea Marconi , 27 anni, centrocampista, uno dei protagonisti del triplo salto della Pro Vercelli dalla Seconda Divisione alla serie B, è stato ceduto in prestito fino alla fine di giugno all’Unione Venezia, compagine di Seconda Divisione. Intanto la sfida contro la Reggina di Davide Dionigi è alle porte: «Sarà una gara difficile - avverte il mister - come lo saranno tutte quelle che ci attendono da qui alla fine del campionato. Che partita sarà? Penso che loro verranno a giocarsela per cercare di portare a casa i tre punti. Noi dovremo essere pronti, scendere in campo per affrontare quella che sarà una guerra in senso sportivo, si intende». BRAGHIN: «DURI!» Quel che Braghin chiede ai suoi giocatori è un radicale cambiamento rispetto alla Pro Vercelli che si è vista nella prima fase della stagione: «Dovremo avere un atteggiamento diverso, essere più cattivi, aggressivi, corti. Ma soprattutto mi aspetto che ci sia un cambio importante della mentalità con cui scendiamo in campo. Sono arrivati diversi giocatori nuovi e ho avuto l’impressione che siano tutti motivati per raggiungere l’obiettivo della salvezza che deve essere l’unica cosa cui dobbiamo pensare da qui alla fine del campionato».




Cuneo, la svolta «Vedo la voglia di non mollare» ADRIANO TORRE

IL CARATTERE è ritrovato, la reazione nel finale della sfida con Latina ne è la testimonianza anche se Nik Grbic sottolinea come il rendimento della Bre Banca Lannutti non sia ancora costante nell’arco della partita. Però il segno positivo è tornato, due vittorie in campionato, in mezzo quella di Champions che è soltanto la “metà dell’opra”: stasera (ore 20.30) i piemontesi affrontano nel ritorno dei Playoff a 12 gli sloveni del Ljubljana, battuti per 3-0 all’andata. Non inganni il risultato: l’astrusa formula prevede che si vincano entrambe le gare per passare il turno, altrimenti in caso di sconfitta si giocherà un ulteriore Golden Set per determinare la qualificata. Di sicuro PIAZZA «Ora ci Cuneo è, non solo sulla carta, nettamente superiore capiamo: io alleno agli avversari. Ma quelle battute a vuoto nell’arco della con la pancia prima gara come possono essere valutate? Marco Pistolesi , che con la testa» gm cuneese, sdrammatizza: «Momenti di vuoto ce li hanno anche Trento, Macerata e Modena, non è così semplice avere continuità in questo momento della stagione. Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia noi siamo andati abbastanza bene, d’altronde nessuno è perfetto». MASTRANGELO E poi squadra e società hanno vissuto la vicenda Mastrangelo, ufficialmente infortunato, in realtà a riposo forzato. Sul caso, il diverbio con l’allenatore Piazza e la subentrata incompatibilità tra i due nella stagione, ora è calato il silenzio. Le voci che il centrale azzurro vada a giocare all’estero si stanno facendo insistenti, anche perché è l’unica opzione di trasferimento possibile visto che in Italia il mercato è ormai chiuso. E poi, Mastrangelo è un patrimonio che non si può disperdere, ha un contratto, un valore e un interesse in chiave azzurra. IL DERBY Lo stesso allenatore domenica a fine partita ha richiamato Roberto Piazza, 44 anni, è nato l’attenzione sul contenuto della gara vinta con Latina e sull’imminente impegno a Parma: prima stagione alla di Champions. Già, perché stasera Cuneo si gioca un frammento importante guida di Cuneo (Galbiati) della stagione in cui il primo obiettivo (la Coppa Italia) è stato clamorosamente mancato. L’Ach Ljubljana rappresenta la porta da attraversare per arrivare al probabile derby d’Italia con la Lube Banca Marche Macerata che ha vinto all’andata in Polonia e scenderà in campo domani sera col Resovia. PIU’ ALLENATI A Cuneo però qualcosa è cambiato: «Siamo riusciti a inanellare una serie di allenamenti dopo una serie di troppe parole per la sconfitta di Castellana, secondo me legata a un errore arbitrale nel 2° set su palla di Nik (Grbic, ndr) molto importante che ha portato sul 2-0 per gli altri. A quel punto ci Il tecnico: «Non so si innervosisce cercando di vincere. La squadra voleva far bene. E Vibo quando ci ha restare freddo. battuti ha offerto una giornata straordinaria mentre noi abbiamo sbagliato le occasioni Sokolov centrale: avute e non avevamo il miglior Sokolov . Succede» ha spiegato Roberto Piazza, tecnico gli sarà utile nel futuro. E Antonov è parmense formato alla scuola del grande Bebeto prima di diventare il vice istituzionale a Treviso nella grande Sisley. Che fa il punto dopo la serie di vittorie: «Ravenna è quella in gran forma» che tutti conoscono, Vibo ha giocato bene ma a noi è girata un po’ meglio la partita, Ljubljana non fa molto testo e ne abbiamo approfittato per far giocare tutti, con Latina abbiamo reagito bene e ho visto la squadra che piace a me, aggressività, vglia di non mollare. Certo, ogni tanto ci “imbananiamo” ma Latina ha dei battitori straordinari e ci può stare che l’avversario ti metta in difficoltà...». UNITI Ma una chiave di lettura della svolta ci deve pur essere... «Le vittorie danno morale e sicurezza, le sconfitte tolgono morale e danno tanta insicurezza. Gli allenamenti sono serviti: la squadra e io ora ci stiamo capendo, abbiamo imparato a conoscerci. Io alleno usando la pancia più della testa, mi piace sentire che siano tutti allineati, uniti. Non riesco a restare freddo...». GRBIC E WOUT Dunque c’è una nuova intesa con i giocatori... «A me piace leggere e leggo che Grbic, 39 anni, ha dichiarato che tutti sono entrati e tutti sono stati utili, leggo che Wijsmans dichiara che stiamo lavorando e crescendo... Vuol dire che sono convinti di quel che si fa, c’è unità. Se penso che qualcuno ha detto che loro mi volevano mandare via...». Dall’esterno può sembrare che tolto Mastrangelo... «Ma per carità, lasciamo perdere!». DOPPIO VOLTO Intanto Cuneo ora ha due volti, assetto classico oppure a un solo centrale con Sokolov spostato da opposto al centro e Antonov come opposto. «La soluzione con i due centrali (l’altro è Rossi, ndr) l’abbiamo adottata per dare spazio e fiato a tutti e in questo momento contro Ljubiana possiamo scendere in campo anche senza la formazione al completo. Il cambio di ruolo servirà a Sokolov anche per imparare a leggere


meglio la partita. E poi in questo momento Antonov è in grande condizione e può dare sfogo alle sue grandi possibilità, in più è un ‘88 di nascita...». © riproduzione riservata


DUCK FARM NEL FUTURO Chieri: Gennari-Frigo promossa la linea verde LA LINEA verde funziona. Anche se non è arrivata la vittoria, ma comunque un punto contro Villa Cortese, l’esordio di Gennari e di Frigo ha portato segnali positivi in casa Duck Farm Chieri Torino. Le due giovani acquistate da Piacenza nell’ambito dell’operazione che ha portato Martina Guiggi in Emilia è stato sottolineato positivamente anche da Giovanni Caprara, allenatore dell’Asystel. Non solo, ma la Gennari, entrata e rimasta a lungo in campo in sostituzione di Liesbeth Vindevoghel, si è segnalata per entusiasmo e vitalità trasmesse alle compagne in mezzo al campo. La Frigo - di cui si parla molto bene in prospettiva - ha ben figurato dando il cambio al centro alla Borgogno. La vittoria non è arrivata e il motivo è spiegato dall’allenatore Francois Salvagni: «Sicuramente si tratta di un’occasione sprecata: continuiamo a commettere quei piccoli errori che alla fine della partita ci costano la vittoria. Nel complesso sono comunque soddisfatto, perché ho visto un gruppo che comincia a lavorare bene, a conoscersi e a fare amalgama. L’importante è continuare su questa strada». Ora il campionato si ferma per dare spazio all’All Star Game, la manifestazione di Lega che mette di fronte le migliori italiane contro il resto del Mondo (domenica a Verona). ma venerdì la Duck Farm Chieri sosterrà un allenamento con amichevole con la Foppapedretti Bergamo: un nuovo ritorno di Francesca Piccinini (tra l’altro attesa protagonista al Carnevale di Venezia) nella città in cui ha giocato per 13 anni. Ancora con emozione, anche se stavolta è “soltanto” un’amichevole...A. TOR. © riproduzione riservata


«Il Varese migliore per un derby super» ALICE PELLEGRINI

VARESE. Determinazione, maturità e aggressività. Sono le doti che per Fabrizio Castori il Varese dovrà mettere in campo oggi nel recupero contro il Brescia, gara che era stata rinviata per nebbia il 26 dicembre. Il tecnico alza il livello di concentrazione alla vigilia del secondo dei quattro impegni casalinghi, dopo gli otto minuti con il Grosseto e prima delle partite con il Lanciano (sabato) e il Considerato che a Masnago i biancorossi CASTORI «Brescia non perdono dal 25 settembre (0-3 col Verona) e che la fortissimo: vietato striscia interna positiva è di quattro vittorie e tre distrarsi» pareggi, questi appuntamenti hanno tutte le caratteristiche per diventare decisivi ai fini della classifica. Una classifica che, eccezion fatta per Sassuolo, Livorno e Verona, è tanto corta quanto altalenante. Ecco perché con i biancazzurri, distanziati di soli due punti, Castori avrà tutte le sensazioni del derby playoff. «Il Brescia è una delle squadre più forti del campionato: sarà un incontro di altissimo livello». Per questo il Varese, che già più volte ha dimostrato le sue potenzialità, non deve peccare, come in passato, di ingenuità. E il tecnico marchigiano lo sa bene: « Calori ha giocatori di qualità, è fuor di dubbio. Quindi noi dovremo essere bravi a non concedere niente e a non diminuire mai l’intensità della gara». STOP EMERGENZA Per il Varese, che ha trascorso la prima fase del campionato in costante emergenza di formazione, la pausa invernale (per altro Osarimen Giulio Ebagua, 26 confermatissimo in più breve del previsto per via dei recuperi) si è rivelata propizia per il rientro di anni, attacco con Neto Pereira: molti giocatori. Dei titolari, infatti, oggi non ci sarà soltanto lo squalificato l’attaccante nigeriano ha Carrozzieri . Superato il problema indisponibili, Castori deve semmai fare i realizzato 9 gol (Liverani) conti con la partenza di Nadarevic , ceduto al Genoa: Biancorossi l’esterno bosniaco nelle ultime prestazioni era riuscito a diventare così determinante da imbattuti in casa da risultare più volte il migliore in campo: contro la Pro Vercelli, oltre ad aver siglato il primo 7 gare. Il tecnico gol stagionale, ha dato ritmo e velocità alla squadra e con la Ternana dopo diverse punta su Ebagua e incursioni pericolose ha colpito un palo. Non è un caso quindi che l’allenatore in settimana Neto, autori di 14 abbia chiesto «un giocatore forte tanto quanto Nada». dei 27 gol LARGO A KINK Ma nell’attesa, la scelta del tecnico per la fascia sinistra può ricadere solo su uno tra Kink e Oduamadi . Nonostante quest’ultimo, al rientro dopo più di cinque mesi, sabato con i toscani abbia fatto vedere di essere quasi pronto, è ancora presto per vederlo in campo dal primo minuto. All’estone quindi sarà affidato il non semplice compito di sostituire il neo genoano. In attacco spazio alla coppia titolare formata da Ebagua e Neto Pereira : i due hanno messo a segno più del cinquanta per cento dei gol biancorossi (quattordici su ventisette). Con ogni probabilità è dunque destinato alla panchina Martinetti, che prima della sosta si era messo in grande evidenza: l’attaccante l’altro ieri, seppur in via precauzionale, non si è allenato e sarà utilizzato sabato con il Lanciano. Del resto, gli impegni ravvicinati obbligano il tecnico anche a valutazioni di questo tipo. Individualità a parte, Castori sa che per battere il Brescia c’è soltanto un modo: «Ci vuole il Varese migliore».


l’ultimo arrivato In panchina la novità Scapuzzi VARESE. Da metà dicembre si allena con il Varese. Ha avuto dunque il tempo per capire al meglio le esigenze tattiche di Fabrizio Castori e conoscere la squadra. E oggi Luca Scapuzzi avrà la possibilità di fare il debutto con la squadra biancorossa. L’attaccante ventunenne partirà dalla panchina, ma è convinto di poter ritrovare in fretta la strada in parte smarrita durante l’avventura in Inghilterra: «Sono sicuro di aver lavorato bene in queste settimane. Sono pronto a dimostrare sul campo quanto fatto e a dimostrare quanto valgo. Sono impaziente di dare una mano al Varese». Scapuzzi, che avrà la maglia numero 11, potrà essere utilizzato come seconda punta oppure, nel caso le esigenze della partita lo rendano necessario, come esterno di centrocampo per dare una mano a Ebagua e Neto Pereira. A.PEL.



«Ripartiamo dal 5-0 rifilato al Crotone» Angela Scaramuzza

BRESCIA. Dopo essere rimasti a lungo a guardare, c’è voglia di tornare a essere protagonisti tra i giocatori biancazzurri. E l’impegno che aspetta il Brescia è di quelli capaci di regalare grandi motivazioni. Per il recupero della ventunesima giornata, rinviata per nebbia il giorno di Santo Stefano, le Rondinelle vanno a far visita al Varese. Una vittoria consentirebbe al Brescia, ma anche agli uomini di Castori , di raggiungere il CALORI «A Varese quarto posto mettendosi, quindi sulle, tracce delle voglio lo stesso prime tre che in questo momento, soprattutto Sassuolo Brescia» e Livorno, minacciano il campionato di voler fare corsa a parte. Il Brescia ai play off ci crede e il 5-0 rifilato al Crotone, con il quale i biancoazzurri avevano chiuso il 2012, lascia a Calori ancora delle buone sensazioni. «Quel giorno avevamo dimostrato di essere in crescita. Una crescita della quale mi ero già accorto (una settimana prima Zambelli e compagni riuscirono a mettere sotto il Livorno almeno per un tempo, dovendosi poi accontentare dello 0-0, n.d.r. ), ma che nell’ultima gara dell’anno fu visibile a tutti. A Varese mi auguro di ripartire da quei miglioramenti visti con il Crotone. Il campionato è ancora lungo e servono altri progressi». DUE TRASFERTE Dover giocare già oggi non ha reso felicissimo il trainer biancoazzurro, ma sempre meglio della data del 19 gennaio che sembrava Salamon, 21 anni, dovesse essere rispettata in un primo tempo. «Diciamo che è stato trovato un Bartosz centrocampista del Brescia e compromesso. Né buono né cattivo. A noi non è rimasto che adeguarci. della Polonia U21. Gioca anche Possiamo parlare, discutere, proporre, ma tanto poi sono gli altri che difensore centrale e piace al decidono». Calori aveva già deciso che la ripresa degli Milan (Liverani) «Nell’ultima gara allenamenti sarebbe stata per il 10 gennaio e su quella del 2012 abbiamo posizione è rimasto. Undici giorni di lavoro possono bastare per smaltire i dieci di dimostrato di vacanza? Oggi sapremo. Quella odierna, a Varese, è la prima di due trasferte essere in crescita. consecutive: lunedì prossimo il Brescia sarà di scena in casa della Juve Stabia, altro Spero non si sia scontro diretto in chiave play off. arrestata» POLACCO CHE PIACE A tenere banco poi c’è sempre il mercato. Che rischia di disorientare qualche giocatore biancoazzurro. In particolare il centrocampista polacco Bartosz Salamon , il più richiesto in assoluto, che piace molto al Milan. Mino Raiola sta mettendo giù i piani per cederlo al miglior offerente. Ieri ha dichiarato: «Se non se andrà a gennaio, vuol dire che avrà ancora più mercato a giugno». Calori anche in questo caso non può far altro che prendere atto: «Secondo me sarebbe meglio che rimanesse ancora qualche mese con noi. Di sicuro è destinato ad altissimi livelli. Ha una carriera importante davanti a sé. Se dovesse arrivare già adesso l’offerta buona non potrei certo essere io a non lasciarlo andare, non sarebbe nemmeno giusto. Certi giocatori devono prendere le occasioni quando passano». Sul taccuino di numerosi club c’è anche il nome di Daprelà . Pescara e Torino le ultime ad informarsi. Tutto fermo invece per il centrocampista che serve ai biancoazzurri: Cascione , Munari , Scozzarella e Strasser le piste più calde.


il bomber è CONVOCATO Per Calori c’è il dubbio Caracciolo BRESCIA. Caracciolo sì, Caracciolo no? Alessandro Calori sfoglia la margherita e nelle ultime ore di ritiro cerca di sbrogliare la matassa della vigilia. L’Airone è il grande dubbio del tecnico di Arezzo. Nella gara del 30 dicembre scorso, contro il Crotone, Caracciolo si procurò uno stiramento al polpaccio per il quale si è allenato a parte in quasi tutta la sosta natalizia. Fino a venerdì scorso la sua assenza - oggi allo stadio Ossola di Varese - sembrava certa, ma nelle ultime ore c’è stato un recupero che fa pendere la bilancia verso l’ottimismo. Caracciolo è stato regolarmente convocato e questa mattina sosterrà un provino decisivo. Non dovesse farcela, scalpita per sostituirlo Mitrovic che proprio con il Crotone riuscì a segnare il suo primo gol con la maglia biancoazzurra. Sicura, invece, l’assenza dell’altro Caracciolo: il difensore Antonio non è stato nemmeno convocato. a.s.



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