MFF2013 rassegna stampa

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... IL CINEMA? BELLA SCOPERTA. : : ..

18TH

OPEN PLATFORM FOR INTERNATIONAL CINEMA

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RASSEGNA STAMPA ,, GU ,,, .. MP TA K D E LE


RASSEGNA STAMPA

AGENZIE 30 aprile

25 luglio

27 agosto

29 agosto

3 settembre

12 settembre

ADN KRONOS AGR PRESS

IL VELINO

OMNIMILANO

GDA PRESS ANSA

PRIMAONLINE TMNEWS

ADN KRONOS

QUOTIDIANI 24 luglio

LA REPUBBLICA – Milano

22 agosto

CORRIERE DELLA SERA – Milano

29 agosto

CORRIERE DELLA SERA – Milano

31 agosto

Cinque film anticipano il Milano Film Festival

“Paper in motion” al Milano Film Festival di Giancarlo Grossini I corti migliori vanno in metropolitana di Giancarlo Grossini

LA REPUBBLICA – Milano

Due giorni di corti nel metrò Garibaldi MILANO FINANZA Martedì 3


2 settembre

IL FATTO QUOTIDIANO

IL GIORNALE – Milano

4 settembre

Agenda

Una maratona di cinema sperimentale di Patrizia Rappazzo AVVENIRE -­‐ Milano

Il Milano Film Festival apre al non profit. E Banca Prossima dà sessantamila euro di Tino Redaelli

CORRIERE DELLA SERA – Milano La bella età di Alberto Pezzotta

“Io e una drag queen a pulire salmoni in Alaska” di Alberto Pezzotta

Immagini rubate, animazione e tragici dettagli. Storia di Shin sopravvissuto ai lager nordcoreani di Marco Del Corona

IL GIORNALE – Milano

Dal Piccolo a parco Sempione una maratona di film e concerti

IL GIORNO – Milano

Milano Film Festival parla cinese di Diego Vincenti

LA REPUBBLICA – Milano

Film festival – Dallo sboom asiatico al crack greco le crisi aguzzano l’ingegno dei registi di Simona Spaventa

PUBBLICITA’ ITALIA

Milano Film Festival, crescono sponsor e partner per i 18 anni di Valeria 5 settembre

Zonca

CORRIERE ADRIATICO -­‐ Fermo Comincia il Milano Film Festival

CORRIERE DELLA SERA – Milano

Øye, il norvegese che adora Mina di Raffaella Oliva LA PROVINCIA

Via al Film Festival – Pronti 200 titoli di Bernardino Marinosi


LEGGO -­‐ Milano

6 settembre

LA REPUBBLICA – Milano

CORRIERE DELLA SERA

IL GIORNO – Milano

7 settembre

IL MANIFESTO

LA REPUBBLICA – Milano

Ciak Milano Film Festival di Carlo Mandelli

Corti, che Cuccagna. 26 film in una notte di Mariella Tanzarella

Gore Vidal dalla A alla Zeta nel suo ultimo documentario americano

Milano Film Festival tra Oberdan e Strehler

I ribelli della logistica adesso hanno un film di G. Sai.

Cinema di lotta di Simona Spaventa

Milano Film Festival. Ecco i luoghi da cinema

8 settembre

IL GIORNO – Milano

LA STAMPA – Aosta

Il lavoro, un “miraggio all’italiana” che approda al Milano Film Festival di E. Mar.

LA REPUBBLICA – Milano

Celona e Nàdar Solo in Piazza del Cannone

9 settembre

Alla maratona di celluloide il ghetto americano di Licks

PUBBLICITA’ ITALIA

IGP Decaux porta il cinema del Milano Film Festival in metropolitana

10 settembre

CORRIERE DELLA SERA – Milano

Al Milano Film Festival c’è Bowie in “Labyrinth”

IL GIORNO – Milano

David Bowie edizione profumata

IL GIORNALE –Milano


LA PROVINCIA

Il Film Festival visita i luoghi del cinema di Nicola Falcinella

LA REPUBBLICA – Milano

Volti da festival di Simone Mosca

In ricordo di Paolo Rosa

11 settembre

CORRIERE DELLA SERA – Milano

LA REPUBBLICA – Milano

12 settembre

IL MANIFESTO

METRO

L’osservatorio di Nanof in ricordo di Paolo Rosa

Gore Vidal, l’energia vitale di un aristocratico outsider di Cecilia Ermini

Øye canta da solo in italiano di D. P.

Øye canta in italiano al Parco Sempione di Andrea Morandi

13 settembre

14 settembre

LA REPUBBLICA – Milano AVVENIRE

Il meglio del non profit diventa un film di Andrea Di Turi CORRIERE DELLA SERA – Milano

Tensioni dalla Svezia e aperitivo in terrazza di Giancarlo Grossini CORRIERE DELLA SERA – Milano

Giamaica a Lambrate di Laura Vincenti IL GIORNALE – Milano

Cinema politico all’Oberdan – focus sul regista Sylvain George PUBBLICITA’ ITALIA

Milano Film Festival e Banca Prossima, 60 mila euro una web serie sul non profit

IL FOGLIO QUOTIDIANO

Pop Corn di Mariarosa Mancuso


LA STAMPA

15 settembre

CORRIERE DELLA SERA

Surf e amore: Disney lancia “Teen Beach Movie” di Adriana Marmiroli Quel genocidio in Indonesia rievocato senza una lacrima di Paolo Mereghetti CORRIERE DELLA SERA – Bergamo Shak & Speares Inglesi di Napoli

CORRIERE DELLA SERA – Milano

Milano Film Festival premiazione allo Strehler

16 settembre

L’UNITA’

17 settembre

Dalla parte degli “invisibili” di Paolo Calcagno CORRIERE DELLA SERA – Milano

19 settembre

Le radici del reggae si perdono all’ex Bazzi di Matteo Speroni

LA REPUBBLICA – Milano

Segnali di ripresa di Andrea Kerbaker LA STAMPA -­‐ ed. Aosta

Crisi e lavoro, “Mirage à l’italienne” centra due premi al Milano Film Festival di E. Mar.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

Cantona “stallone” in un film erotico

SETTIMANALI

24 luglio

F

Se la famiglia si trasforma in un inferno, i figli si riempiono di cicatrici. Nell’anima di Gaia Giorgetti

31 agosto

D – La Repubblica

AGENDA


R Club

NUOVO CINEMA

3 settembre

FILM TV

Diciotto anni dopo di Chiara Bruno

4 settembre

DONNA MODERNA

5 settembre

6 settembre

7 settembre

10 settembre

11 settembre

12 settembre

Intervista a Vincenzo Rossini e Alessandro Beretta di Chiara Bruno

Agenda di settembre TUTTOMILANO

Cover – Paesi e uomini senza censure

Visionario e militante il cinema contro la crisi di Luca Mosso

L’ESPRESSO

Art box -­ Ai confini delle immagini di Alessandra Mammì

VIVERSANI E BELLI

L’agenda della settimana ALIAS

Reggae al rogo. Il Negus secondo Invernomuto di Serena Valietti IL VENERDI – LA REPUBBLICA

Quei soldati americani con licenza di uccidere di Riccardo Staglianò FILM TV

Le creature selvagge e locandina originale di Labyrinth di Ilaria Feole VIVIMILANO

Milano Film Festival, “The Rocket” al Teatro Studio di Giancarlo Grossini NUOVO

Nuovo cinema indipendente all’ombra della madonnina


TUTTOMILANO

Documentari dal mondo

VERO

13 settembre

Milano diventa capitale dei film SETTE – CORRIERE DELLA SERA

Il grande schermo dell’economia a cura di Emanuela Croci LA PROVINCIA

Il Film Festival ospita George, lo specialista sugli immigrati di Matteo Marelli

15 settembre

DOMENICA – IL SOLE 24 ORE

11 ottobre

È reale, eppure è cinema di Emiliano Morreale IL VENERDI – LA REPUBBLICA

Cronaca di una strage che fa ancora paura di Tiziana Lo Porto

MENSILI

agosto

settembre

ULISSE – ALITALIA

Milano Film Festival ALBATROS

Milano in Festival di Cosimo Stassano

BEST MOVIE

Appuntamenti di settembre scelti da Ciak di Filippo d’Angelo

La must list del mese

CIAK


LA RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO

Festival del mese a cura di Massimo Monteleone

Cosmoagenda

COSMOPOLITAN

Trentagiornisettembre di Valeria Busi

LA NUOVA ECOLOGIA MAXIM

Milano Film Festival

MYSELF

Milano Film Festival RIDERS

Milano Film Festival

WU

MFF 2013 / Colpe di Stato di Emma Cacciatori

WEB

MFF 2013 / Animazione di Emma Cacciatori

21 maggio

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18 luglio

REDMAG

19 luglio

INDIE-­‐EYE

20 luglio

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20 agosto

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AGENZIE


Adnkronos i 30 APRILE 2013

News > Spettacolo > Cinema: arriva Milano Film Festival, tra 'green­docu' e cerimonie da red

carpet

Cinema: arriva Milano Film Festival, tra 'green­docu' e cerimonie da red carpet ultimo aggiornamento: 30 aprile, ore 18:34

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Milano, 30 apr. ­ (Adnkronos) ­ Al via tra una settimana la tredicesima edizione del Milano Film Festival, tra documentari e red carpet. In programma dall'8 al 18 maggio, il festival Internazionale sceglie la cornice della Manifattura Tabacchi­Museo Interattivo del cinema di via Fulvio Testi, dell'Auditorium di Palazzo Lombardia e del Cinema Beltrade. Il Miff si aprira' con l'anteprima nazionale del film fuori concorso: 'No' del regista cileno Pablo Larrai'n, gia' vincitore per la migliore Regia al Festival di Cannes 2012 e candidato quest'anno agli Oscar. Novita' dell'edizione 2013 e' la sezione Green Screen', una serie di documentari dedicati all'ambiente, che, forte della partnership con Expo 2015, il Miff incastra con gli eventi dell'Expo days dei prossimi giorni. Sui grandi schermi del Miff, all'Auditorium, passeranno anche cortometraggi provenienti da 16 Paesi del mondo. Momento 'clou' della manifestazione e' la cerimonia del 14 maggio al Grattacielo Pirelli, con la consegna del Cavallo di Leonardo ai vincitori di tutte le sezioni nelle varie categorie, suddivise sulla falsariga degli Oscar. Tra le nomination di quest'anno, Mira Sorvino e Lou Diamond Phillips. Per i documentari c'e' invece 'Blood Brother', gia' vincitore al Sundance 2013, e 'Manhunt'. Seguono l'americano 'Stand Clear of the Closing Doors' e l'europeo 'The Girl and Death', Eden, di Megan Griffith, il taiwanese Touch of the Light. Tra gli italiani, 'Lost in Laos', con Dario Vergassola e Carla Signoris e 'Waves', noir di Corrado Sassi girato con un budget inferiore ai 100mila euro.


AGRPRESS i 25 LUGLIO 2013

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quali come protagonisti assolu

come Totò, Domenico Modu

Buster Keaton e Vincent Price.

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Il Milano Film Festival inaugura un’originale campagna di comunicazione per organizzare in modo alternativo l’ospitalità dei suoi registi, che alloggeranno in città in occasione della 18° edizione prevista dal 5 al 15 settembre 2013. Come ogni anno, sono attesi a Milano moltissimi giovani registi e operatori del cinema provenienti da ogni parte del mondo, e sarà quindi un’occasione straordinaria di c onoscere da vicino i veri protagonisti del festival.

Cerca nel sito...

Chi mette a disposizione un posto letto o una stanza per ospitare un regista, ha modo di conoscerlo direttamente, di scambiare opinioni e punti di vista, e di condividere un'esperienza di bed­sharing ricevendo in omaggio l'accredito al festival. Con il Milano Film Festival e le tante location sparse per la città, con il suo ricco programma di eventi, il concorso lungometraggi e la tradizionale maratona dei corti al Parco Sempione, l’attesa rassegna Colpe di Stato, l’omaggio al cineasta Sylvain George, le anteprime di The Outsiders, i workshop e gli incontri, Milano si mostra ospitale e accogliente, in uno spirito di inclusione e di apertura a esperienze e culture lontane.

Articoli Correlati "Vite private" Fotografie di Erwin Olaf in mostra a Milano ­ 16.06.10 16° Milano Film Festival ­ 23.03.11

www.agrpress.it/w2/cinema/adotta-un-regista-durante-il-milano-film-festival-2147

ULTIME NOTIZIE 24 Luglio 2013

Adotta un regista durante il Milano Film Festival

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IlVelino i 27 AGOSTO 2013

Aspettando il Milano Film Festival i Corti in Metro Proiezione nella Stazione M2 Garibaldi 29 e 30 agosto dalle ore 16 alle 22 di com/onp ­ 27 agosto 2013 18:23 fonte ilVelino/AGV NEWS

Roma

Quest'anno, in attesa del 18° Milano Film Festival ﴾5­15 settembre 2013﴿, i corti si guardano anche in metro! Giovedì 29 e venerdì 30 agosto, nell’inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival: animazioni e avventure straordinarie, storie appassionanti di paesi lontani e racconti brevi, ideali per chi ha voglia di fare un break o per chi vuole prepararsi ai 10 giorni di festival. Aspettando il Milano Film Festival, si potranno vedere e rivedere i corti più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del Milano Film Festival, in uno spazio diverso, la stazione M2 Garibaldi, a disposizione di tutti i passeggeri ATM. Storie da farci rimanere a bocca aperta, come una dichiarazione d’amore sulla ruota panoramica ﴾Anna di Ruben Pest﴿, le sperimentazioni video di Nicolas Provost ﴾Gravity﴿, Jasper Elings ﴾Sharing a Beautiful Sunset﴿ e Naren Wilks ﴾Collide­O­Scope﴿, la comicità moraleggiante di Martin Jones e dell’uomo sull’albero Yvan Attal ﴾At Dawning﴿ e quella sorprendente di Borja Cobeaga ﴾Un novio de mierda﴿, le barriere linguistiche di Barnabas Toth ﴾Vonaton﴿, il thriller animato di Max Porter ﴾Something Left, Something Taken﴿, l’essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy ﴾Deconstruction Workers﴿.


Omnimilano i 27 AGOSTO 2013

Homepage | Politica | Cronaca | Economia | Cultura | Spettacolo | Sanita | Ambiente | Lavoro/Sindacato di Servizio

MILANO FILM FESTIVAL, EDIZIONE 2013 'ANTICIPA' CON PROIEZIONE CORTI IN METRÒ I 'corti' del Milano Film festival proiettati in metro'. E' l'iniziativa che, giovedì e venerdì prosssimi, anticipa l'edizione 2013 del festival in programma a settembre. Nella stazione metropolitana Garibaldi, indatti, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival. Tante le storie raccontate nei film selezionati per i passeggeri della metropolitana: da una dichiarazione d’amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), alle sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset) e Naren Wilks (Collide‐O‐Scope), dalla comicità moraleggiante di Martin Jones e dell’uomo sull’albero Yvan Attal (At Dawning) a quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda). E ancora: le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l’essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers).


Gdapress i 29 AGOSTO 2013

30/08/13

Risultati della ricerca milano film festival Search for milano film festival | GDA Press

ASPETTANDO IL MILANO FESTIVAL I CORTI IN METRO

FILM

≡ Categoria: Cinema | ≅ Lascia un Commento

Proiezione dei cortometraggi più belli della storia del Milano Film Festival nella Stazione M2 Garibaldi

Giovedì 29 e venerdì 30 agosto dalle ore 16 alle ore 22 organizzato da Milano Film Festival, in collaborazione con ATM e IGP Quest'anno, in attesa del 18° Milano Film Festival (5­15 settembre 2013), i corti si guardano anche in metro! Giovedì 29 e venerdì 30 agosto, nell’inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival: animazioni e avventure straordinarie, storie appassionanti di paesi lontani e racconti brevi, ideali per chi ha voglia di fare un break o per chi vuole prepararsi ai 10 giorni di festival. Aspettando il Milano Film Festival, si potranno vedere e rivedere i corti più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del Milano Film Festival, in uno spazio diverso, la stazione M2 Garibaldi, a disposizione di tutti i passeggeri ATM. Storie da farci rimanere a bocca aperta, come una dichiarazione d’amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), le sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset ) e Naren Wilks (Collide­O­Scope), la comicità moraleggiante di Martin Jones e dell’uomo sull’albero Yvan Attal (At Dawning) e quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda), le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l’essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers). Per informazioni sul programma completo delle proiezioni: www.milanofilmfestival.it

Milano Film Festival è una produzione esterni *

*esterni è un'impresa culturale che dal 1995 progetta spazi pubblici, disegna servizi per piccole e grandi comunità, promuove e …

www.gdapress.it/it/index.php?s=milano+film+festival

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ANSA i 03 SETTEMBRE 2013


primaonline i 03 SETTEMBRE 2013

Mercoledì 04 Settembre 2013

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Cinema, Notizie di agenzia 03 settembre 2013 | 16:00

Milano Film Festival: dieci giorni tra film, musica ed eventi Fonte: Ansa (ANSA) Il Milano Film Festival compie diciotto anni e torna in scena giovedì con una lunga carrellata di film ma anche di musica. Come da tradizione, il centro nevralgico di tutta la rassegna sarà anche quest’anno il Teatro Strehler, dove si svolgeranno gli eventi principali del festival, affiancato da una serie di altre sedi che porteranno le immaginini su grande schermo e le note inserite nel programma dal Parco Sempione a Cascina Cuccagna, passando il Teatro Studio, la Triennale, il Teatro dell’Arte, l’area ex Bazzi e altri luoghi cittadini ancora. “Il Milano Film Festival – ha commentato Filippo Dal Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano oggi in conferenza stampa – è motivo d’orgoglio per la città che si trova ad essere un nuovo crocevia del cinema internazionale”. Con dieci giorni di fitto cartellone tra proiezioni ed eventi vari, la rassegna e i suoi organizzatori hanno fatto fronte all’improvviso taglio netto dei finanziamenti da parte del Ministero della Cultura allargando la lista dei partner privati. “Ammessa la normalità che i finanziamenti statali possano esserci o meno – si chiede Beniamino Saibene dell’impresa culturale Esterni che da anni produce il festival – ci piacerebbe sapere perché dai ventimila euro dello scorso anno si è passati a zero. Avremmo voluto risposte ma parlare con i Ministeri è sempre difficile, figuriamoci in agosto”. Come solito per il festival milanese, molta attenzione è stata riservata alle nuove produzioni e al cinema indipendente, tra lungometraggi, cortometraggi, un omaggio a Sylvain George e tanto altro. Per il concorso internazionale di lungometraggi, i film in concorso sono undici, otto dei quali firmati da donne e selezionati tra oltre ottocento iscritti. La regia quest’anno è composta dal regista e produttore francese Davy Chou, dalla programmer alla Berlinale Anna Henckel­Donnersmarck e dal regista italiano Cosimo Terlizzi. Al concorso per i ‘corti’, dedicato ai registi under quaranta, parteciperanno 51 film selezionati tra oltre duemila iscritti e che saranno valutati dalla giuria affidata alla rivista di critica cinematografica Uzak. Sul fronte strettamente musicale, l’appuntamento è invece tutte le sere davanti allo Strheler con eventi e dj set, mentre il Parco Sempione ospiterà per tutta la durata del festival ‘Parklive’, con alcuni dei nomi più quotati della nuova musica italiana. “Non siamo solo un festival di giovani – dicono gli organizzatori – e il nostro programma ha raggiunto la maturità”. (ANSA, 3 settembre 2013).

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tmnews i 03 SETTEMBRE 2013

Cinema all'ombra del Duomo: Milano Film Festival compie 18 anni Dal 5 al 15 Settembre, oltre 200 film fra rarità e anteprime Milano (TMNews) ‐ Fra rarità, anteprime e talenti emergenti il grande cinema torna all'ombra del Duomo con il Milano Film festival, dal 5 al 15 Settembre. Un evento arrivato alla 18esima edizione, un numero importante, contemporaneamente traguardo e nuova partenza, come spiega uno dei direttori artistici Vincenzo Rossini. "Siamo sempre stati visti come festival molto giovane poco adulto da un certo punto di vista questi 18 anni dovrebbero essere visti come il momento in cui diciamo, guardate, siamo adulti". Per festeggiare è stata organizzata la rassegna "18 anni" con lavori nuovi di registi passati e chicche delle scorse edizioni. In tutto sono oltre 200 le opere fra lungome traggi, corti, animazione, sezioni speciali. 11 i film in concorso, di cui ben 8 diretti da donne, frutto dell'attenzione nella ricerca di sguardi nuovi sul mondo. Alessandro Beretta è uno dei direttori artistici. "Siamo un Festival abbastanza indipendente con un budget non molto alto, con un cinema internazionale rivolto a tutta la città. Il cinema per noi è una atto pubblico non è una cosa per profe ssionisti e cinefili è rivolto a tutti".Un atto pubblico e sociale da condividere nei luoghi canonici del festival, dal Teatro Strehler al parco Sempione, a cui quest'anno si aggiunge la Triennale di Milano.

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ADNKronos i 12 SETTEMBRE 2013

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Venerdì 13 Settembre 2013 NEWS DAILY LIFE REGIONI AKI ITALIANO AKI ENGLISH CRONACA

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Cinema: 'Mirage a' l'italienne' al MFF, un doc­ avventura in tempo di crisi ultimo aggiornamento: 12 settembre, ore 13:36

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Roma, 12 set. (Adnkronos/Cinematografo.it) ­ ''Ho venduto un sogno, ma anche se non si e' realizzato nel modo sperato, ha comuque lasciato qualcosa di positivo a tutti''. Cosi' Alessandra Celesia, regista di 'Mirage a' l'italienne', parla del suo documentario in concorso nella sezione lungometraggi del Milano Film Festival, che segue il destino di cinque italiani in cerca di un'opportunita' all'estero per un futuro migliore. A Torino, nel 1995, durante un altro periodo di crisi, subito dopo tangentopoli, su tram e autobus compare un annuncio: ''Cerchi lavoro? L'Alaska ti aspetta''. ''Mi era rimasto impresso ­ dice la regista ­ e, quando mi hanno chiesto se avevo qualcosa da raccontare sull'Italia, ho pensato fosse perfetto per descrivere l'attualita'. Ho contattato un'azienda di salmoni in Alaska e riproposto gli stessi annunci pubblicitari''. Ci sono state un numero impressionante di richieste, nel film si assiste ai colloqui di selezione ed emerge un diffusissimo desiderio di fuga: ''Abbiamo parlato con persone disperate, imbestialite, che avevano voglia di sfogarsi ed era solo il 2010, chissa' cosa succederebbe ora?''. Non lo vuole definire un esperimento sociale (cinque mesi e 190 mila euro di budget), ma ''un ibrido, un reality che tende alla fiction, forse. Ho presentato un'idea delirante ai produttori di un canale televisivo francese, Canal Art, proponendo un work in progress che non si sapeva bene dove sarebbe andato a finire. E' stato inusuale, di solito un documentario si fa su qualcuno, stavolta non avevo i personaggi, perche' sarebbero stati i candidati che rispondevano all'annuncio''.

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Corriere della Sera Mercoledì 4 Settembre 2013

MI

&Tempo libero

Guida utile per chi sale in treno

I treni dei pendolari tornano a ripopolarsi. Le ferie e le vacanze sono ormai nel libro dei ricordi. Per i viaggiatori occasionali e per quelli che tutti i giorni salgono e scendono dallo stesso treno giova rispolverare una vecchia, ma assai utile, guida pratica. Non occorre urlare al cellulare per tutto il viaggio, alla gente gli affari vostri interessano davvero poco. Meglio stare con i piedi per terra visto che di regola i sedili servono ad altro. Quando le discussioni si

di FRANCO TETTAMANTI

ILLUSTRAZIONE Di GIANCARLO CALIGARIS

Cultura

Tutta mia la città fanno più accese sarebbe opportuno provvedere a cancellare le parolacce capaci solo di cambiare l’umore di chi vi sta seduto accanto. Se poi signore e signorine decidono di usare profumo, matita per il trucco e rossetto sarebbe assai meglio approfittare dello specchio di casa. Magari alzandosi giusto cinque minuti prima per non perdere il treno. Si parte. A proposito, ma i controllori sono ancora tutti in ferie? © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervista

«Io e una drag queen a pulire salmoni in Alaska»

P

ulire salmoni in Alaska è meglio che restare in Italia? È una storia paradossale ma emblematica dei tempi quella del documentario «Mirage à l’italienne» (foto) di Alessandra Celesia, in programma l’8, il 10 e il 14 al MFF. «Nel 1995 era uscito un annuncio che proponeva un lavoro in Alaska, nel settore della conservazione del pesce», racconta la regista. «Molti amici avevano risposto, ma poi era tutto finito nel nulla. Questa volta una nuova impresa si è resa disponibile ad assumere gli italiani per un periodo. Ho visto nascere una "febbre d’Alaska"

Schermi Anteprime, film che trattano la crisi, corti, workshop, musica: da domani per 10 giorni

La bella età

Compie 18 anni il Milano Film Festival: che la festa cominci

I

mportante ricorrenza, per il Milano Film Festival: compie diciotto anni e annuncia tante novità. La prima, e forse più gradita: non ci sono sovrapposizioni di date con «Le vie del cinema». È il risultato della buona volontà degli organizzatori, giustamente convinti che per gli spettatori milanesi sia meglio prolungare che affollare l’offerta di cinema. Ma bisogna ringraziare anche il digitale: oggi i film dei festival arrivano compressi in file DCP facilmente scaricabili, e non ci sono più tempi capestro per movimentare le pellicole, come succedeva in un non lontano passato. Certo, ci sono stati i tagli nei finanziamenti, anche ingenti. E non a caso ben tre o quattro film del concorso parlano di crisi. Oltre a «Mirage à l’italienne» (vedi servizio in pagina), da Singapore, dalla Grecia e dalla Georgia arrivano film sullo stesso tema. La quota scandalo è promessa dal coloratissimo e trasgressivo «Les rencontres d’après minuit» di Yann Gonzalez, già premiato a Cannes. Ma il fatto più interessante è che degli undici film della sezione principale, ben otto sono diretti da donne. «Non è stata

una scelta programmatica», spiegano i direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini. Semplicemente il vento della creatività, quest’anno soffia in questa direzione. Tra le anteprime italiane, spicca «Closed Curtain» di Jafar Panahi, il secondo film che il regista iraniano ha girato clandestinamente a Teheran, tra quattro mura. Condannato agli arresti domiciliari e a un’assurda interdi-

Da vedere In alto, «In Bloom» di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, sulla Georgia del 1992. Qui sopra, da sinistra: «Closed Curtain» di Jafar Panahi, girato clandestinamente dal regista iraniano e «Les rencontres d’après minuit» di Yann Gonzalez

Pronti via Dove e come Il Milano Film Festival edizione numero 18, diretto da Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, si svolge da domani al 15 settembre. In diverse sedi: Teatro Strehler, Teatro Studio, Parco Sempione - Piazza del Cannone, Auditorium San Fedele, Triennale di Milano -Teatro dell’Arte, Spazio Oberdan, Cascina Cuccagna, Area Ex Bazzi (Lambrate). Undici i film nella sezione principale, otto sono diretti da donne. Ingresso con biglietto (7-5,50-3,50 euro) o tessera (55-35 euro). Tutte le informazioni si trovano su www.milanofilmfestival.it

che la diceva lunga sul desiderio di fuggire lontano». Alessandra segue cinque candidati, tra cui un’attrice, un reduce dell’Afghanistan e una drag queen, fino a Yakutat, dove li aspetta crudele l’imprevisto. «Sono partita con loro, vivendo il sentimento di andare su un nuovo pianeta. L’Alaska è davvero l’opposto di tutto quello che conosciamo. E poi anch’io ho vissuto la disillusione in diretta». Il film è di produzione francese, e l’autrice vive a Parigi. Anche lei è fuggita dall’Italia. «Erano gli anni Ottanta. Avevo bisogno di idee nuove. Ero poco cosciente di cosa mi pesasse dell’Italia, ma col senno di poi credo che fosse una certa diffusa e allegra ignoranza che schiacciava i miei sogni artistici. Ho costruito la mia vita all’estero senza mai riuscire a tagliare il cordone ombelicale. Nel film mostro che cosa succede quando vai lontano e poi ti accorgi che forse non era necessario, ma ormai sei già partito».

zione ventennale dal suo mestiere, Panahi ora è in attesa della sentenza d’appello. Doveroso, come fa il festival, attirare l’attenzione sulla sua sorte. Completano il programma i consueti appuntamenti: lo storico concorso dei cortometraggi, vera palestra di nuovi autori; la sezione «Colpe di Stato», con documentari che spaziano dalla Corea del Nord alla Somalia, dal Mali alla Siria; i Dj set sul Sagrato del Teatro Strehler; i concerti delle 18.30 al Parco Sempione. A prova che il web non è nemico dei festival, ogni sera su Mymovieslive! si può vedere un titolo del programma. È stata invece rinviata la seconda parte della retrospettiva sul cinema italiano degli anni Ottanta. Ci si consola con l’omaggio a Sylvain George curato da Paola Piacenza. Il regista che «dà voce agli invisibili», oltre a mostrare i suoi film, conduce un workshop e dialoga col documentarista Stefano Savona (il 7 al Teatro Studio, a ingresso libero); la proiezione di «Vers Madrid», la sera del 7 al Teatro Studio, sarà accompagnata da musica live del grande sassofonista inglese John Butcher. Nel futuro immediato, si annunciano le attività promosse dal Milano Film Network, la rete formata dal Milano Film Festival e dagli altri sei colleghi milanesi.

Al. Pe.

Alberto Pezzotta

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il documentario

Mostre a Lugano

Immagini rubate, animazione e tragici dettagli Storia di Shin sopravvissuto ai lager nordcoreani

La parigina Lebrun, il ticinese Arnoldi Vernissage e sculture a Villa Castagnola

S

hin Dong-huyk era stato condannato all’ergastolo già prima di nascere. Figlio di due prigionieri nel campo di lavoro numero 14, in Corea del Nord, Shin è venuto al mondo lì il 19 novembre 1983. Sarebbe stato destinato a morirci, se non fosse per una rocambolesca fuga che lo ha portato in Corea del Sud. Shin è ora un testimone itinerante del sistema concentrazionario del regime che Kim Jong-un ha ereditato nel 2011 da Kim Jong-il: racconta che cos’accade in strutture che raccolgono almeno 200 mila persone. La sua storia, terrificante, è diventata un libro e un documentario. Quest’ultimo, girato dal tedesco Marc Wiese e intitolato «Camp 14 - Total Control Zone» (per il MFF l’8 settembre al Teatro dell’Arte alle 20 e

il 10 al Teatro Studio alle 17, www.camp14-film.com), affida asciuttamente alle parole di Shin la rivelazione di un mondo oscuro, menzionato di rado, immaginabile solo in termini generici. Shin sillaba dettagli, svela atrocità, come la delazione ai danni di madre e fratello

alla cui esecuzione sarà costretto ad assistere. Ci sono poche immagini video rubate dall’interno della Nord Corea e alcune sobrie animazioni. Il resoconto è una grande lezione di umanità (violata) e di libertà (anche se Shin confessa alla telecamera di voler spesso tornare indietro, al campo...), una giusta prospettiva sull’orrore, che deliberatamente rinuncia a inquadramenti storici. E preziosa è la voce di due ex responsabili di Lager, anche loro fuggiti in Corea del Sud. Perché esiste il dolore delle vittime, fisico e non, ed esiste il dolore dei carnefici, dei quali tuttavia è più difficile avere pietà.

Marco Del Corona

leviedellasia.corriere.it @marcodelcorona © RIPRODUZIONE RISERVATA

U

Sopra, un cavallo di Nag Arnoldi nel parco dell’hotel ticinese. A sinistra, opere di Valérie Lebrun nel ristorante Artè, uno dei due di Villa Castagnola

no spazio per mostre in un ristorante stellato. Domani, all’Arté del Grand Hotel Villa Castagnola di Lugano, dalle ore 18 si terrà il vernissage per l’esposizione delle ceramiche di Valérie Lebrun (che resteranno visibili fino al 30 novembre). Il Ristorante Galleria Arté al lago (piazza Emilio Bossi 7) è uno dei due di Villa Castagnola, unico cinque stelle lusso della città ticinese. Le sculture di Valérie Lebrun, che rilegge in chiave contemporanea un linguaggio classico, «colloquiano» con quelle di Nag Arnoldi, esposte fino al termine di ottobre nel magnifico parco con vegetazione subtropicale dell’hotel. Arnoldi è un artista ticinese, il più noto a livello internazionale che festeggia con questa esposizione tra il verde i suoi 30 anni di carriera. Sue figure predilette cavalli, minotauri, clown e acrobati del circo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MILANO FILM FESTIVAL, CRESCONO SPONSOR E PARTNER PER I 18 ANNI 4 SETTEMBRE 2013

Alce Nero, Aperol Spritz, Banca Prossima, Gruppo CAP, MM, Mymovies.it, Novamont, Sky Arte HD, Vodafone sono alcuni tra i brand a supporto della rassegna di film nel capoluogo lombardo, da domani al 15 settembre. Lanciato il Milano Film Network Milano Film Festival è diventato maggiorenne. La 18esima edizione della rassegna cinematografica (www.milanofilmfestival.it ), sostenuta da Comune di Milano-Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea con il patrocinio di Expo 2015, è stata presentata ieri a due giorni dall’apertura (Milano, 5-15 settembre). L’evento, prodotto da esterni(www.esterni.org) e curato per la terza volta dai direttori artistici Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, presenta principalmente nuove produzioni del cinema indipendente, con 200 opere da tutto il mondo, tra cui 11 lungometraggi in concorso, 51 cortometraggi di registi under 40, i documentari di Colpe di Stato, l’omaggio al regista francese Sylvain George e le sezioni parallele 18 Anni, The Outsiders, Verixage, Focus Animazione, Festivalino per i più piccoli, oltre a workshop, musica ed eventi speciali. “Avendo a disposizione un budget di comunicazione contenuto, i partner egli sponsor sono un supporto fondamentale per la veicolazione del festival – ha spiegato a Today Pubblicità Italia la responsabile comunicazione del MFF Barbara Specchia -. Oltre alle riconferme degli storici sponsor ufficiali Aperol Spritz e Gruppo CAP, prima esperienza per MM Metropolitana Milanese che ci ha fornito molta visibilità nei loro canali, per il media partner Sky Arte HD, e per Vodafone. Abbiamo pensato a partnership che potessero essere ben accette dal nostro pubblico, cercando di contestualizzare la presenza dei brand in progetti concreti”. Tra le nuove collaborazioni, siglate quelle con Piccolo Teatro, Triennale di Milano,Alce Nero e Banca Prossima, del Gruppo Intesa Sanpaolo, che è special project partner del festival 2013 e che presenterà il 12 settembre ‘Are You series?’, un bando per la produzione di una web serie che racconti il no profit (dal 16 settembre tutte le informazioni su www.areyouseries.com). Nonostante l’anno non facile per gli investimenti culturali molte aziende hanno voluto dare un segnale importante per quanto riguarda gli investimenti culturali: Jack Daniel’s, Lush, Visit Sweden, Moleskine, Novamont, EcoZema,Varta, Imaginarium per il Festivalino, per citarne alcuni.

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sono un supporto fondamentale per la veicolazione del festival – ha spiegato a Today Pubblicità Italia la responsabile comunicazione del MFF Barbara Specchia -. Oltre alle riconferme degli storici sponsor ufficiali Aperol Spritz e Gruppo CAP, prima esperienza per MM Metropolitana Milanese che ci ha fornito molta visibilità nei loro Pubblicitaitalia i 04 SETTEMBRE 2013 i 2/2 PAGINE canali, per il media partner Sky Arte HD, e per Vodafone. Abbiamo pensato a partnership che potessero essere ben accette dal nostro pubblico, cercando di contestualizzare la presenza dei brand in progetti concreti”. Tra le nuove collaborazioni, siglate quelle con Piccolo Teatro, Triennale di Milano,Alce Nero e Banca Prossima, del Gruppo Intesa Sanpaolo, che è special project partner del festival 2013 e che pre senterà il 12 settembre ‘Are You series?’, un bando per la produzione di una web serie che racconti il no profit (dal 16 settembre tutte le informazioni su www.areyouseries.com). Nonostante l’anno non facile per gli investimenti culturali molte aziende hanno voluto dare un segnale importante per quanto riguarda gli investimenti culturali: Jack Daniel’s, Lush, Visit Sweden, Moleskine, Novamont, EcoZema,Varta, Imaginarium per il Festivalino, per citarne alcuni.

“La comunicazione atl è veicolata grazie ai media partner, che ci assicurano copertura su stampa, radio e tv, come Radio Popolare, Edizioni Zero, GQ Myself, Rolling Stones, Internazionale, TuttoMilano, Odeon, IGP Decaux. Il web ci ha permesso di contenere i costi, grazie all’uso dei social, in particolare della pagina FB dedicata al festival, e attraverso le partnership con Spotify e Mymovies.it che trasmetterà dieci film in streaming su Mymovieslive!”, ha concluso Specchia. Nel corso della conferenza è stato annunciato anche MFN­Milano Film Network(www.milanofilmnetwork.it), presentato ufficialmente sempre ieri alla 70esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che vede il MFF tra i soci fondatori, insieme a Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest. Il progetto, realizzato con il sostegno della Fondazione Cariplo per i primi tre anni di attività, unisce l’esperienza e le risorse dei sette festival di cinema milanesi per offrire una proposta culturale lungo tutto l’anno e una serie di servizi per chi si occupa di cinema e audiovisivo a Milano e in Italia. Valeria Zonca


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IGPDECAUX PORTA IL CINEMA DEL MILANO FILM FESTIVAL IN METROPOLITANA 9 SETTEMBRE 2013

Si sta svolgendo in questi giorni a Milano la 18° edizione del Milano Film Festival. L’evento chiamerà oltre 100 mila persone, tra ospiti, registi e amanti del cinema, che affolleranno la città. In occasione della manifestazione, dal 5 al 15 settembre, la stazione della metropolitana di Garibaldi ospiterà, film e cortometraggi di animazione per bambini, tra cui alcuni selezionati dalle passate edizioni del festival. Appuntamento ogni giorno dalle 16 alle 22, per un pomeriggio al cinema davvero insolito. Gli spazi scelti per la proiezione sono al piano mezzanino, dopo i tornelli. Il presidio dei luoghi, la loro conoscenza e la capacità di proporli ai clienti secondo le proprie esigenze e valorizzando il calendario di eventi delle città italiane, rappresenta uno dei fattori di evoluzione della propos ta commerciale di IGPDecaux.

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MILANO FILM FESTIVAL E BANCA PROSSIMA, 60 MILA EURO UNA WEB SERIE SUL NON PROFIT 13 SETTEMBRE 2013

Presentato ieri il bando aperto fino al 16 febbraio È stato presentato ieri nell’ambito del Milano Film Festival il contest ‘Are you serie?’, iniziativa ideata in sinergia con Banca Prossima ( Gruppo Intesa Sanpaolo). La sfida è quella di raccontare in modo inedito il mondo non profit. Il bando rimarrà aperto fino al 16 febbraio 2014. I partecipanti sono invitati a caricare sul sito una puntata pilota sul sito, le sceneggiature dei primi due episodi e il paper format. In palio per il vincitore ci sono 60 mila che serviranno per realizzare il progetto che verrà presentato durante la prossima edizione del Milano Film Festival.

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L’UNITà i 16 SETTEMBRE 2013 18

lunedì 16

U: CULTURE

Dalla parte degli «invisibili» Il regista Sylvain George al Milano FilmFestival Ha presentato due doc, «Les Eclats» e «Vers Madrid» dedicati ai clandestini. «Per me - dice - è fondamentale lavorare sull’identità» PAOLO CALCAGNO MILANO IL «CINEMA EMERGENTE» DEL MILANO FILMFESTIVAL HACONCLUSOIERILASUAPASSERELLASUGLISCHERMI DEL TEATRO STREHLER, dello Spazio Oberdan e de-

gli altri luoghi cittadini che per 11 giorni hanno accolto i numerosi affezionati che da 18 anni seguono con fedeltà ed entusiasmo le tendenze internazionali espresse dalla vivace e originale rassegna milanese. Fra i film in gara ha vinto il francese Les Rencontres D’Après Minuit, di Yann Gonzalez. E se ha chiuso in bellezza con le emozioni delle immagini di Closed Curtain, in cui il valoroso regista iraniano Jafar Panahi mostra il torto subito degli arresti domiciliari che il suo governo gli ha inflitto per la critica manifestata con i suoi filmati, il Milano FilmFestival ha certamente declinato al meglio la sua vocazione esplorativa dei nuovi talenti con l’omaggio dedicato al francese Sylvain George. Già docente di filosofia e attivamente impegnato nella causa a sostegno delle minoranze e dei disabili, il 45nne regista solamente 5 anni fa si è deciso a fissare con strumenti semplici e liberi quali il super8, il video, il digitale dei telefonini cellulari, rigorosamente in bianco e nero, i racconti degli «invisibili» della Storia. «Il Cinema non è inseguire l’opera d’arte assoluta, alla Wagner, ma un modo per mettere in relazione settori diversi (filosofia, letteratura, pittura, politica) attraverso un linguaggio che traduce in immagini la comprensione quotidiana del mondo – Osserva Sylvain George -. Per me, il Cinema non è Hollywood, non è Babilonia: è un processo che pone domande e la camera deve costruire relazioni con il mondo. Tutto ciò porta a un lavoro sul presente, il tempo, lo spazio e, soprattutto, sull’identità. La questione dell’identità, per me, è stata sempre cruciale, fin da quando, bambino, vivevo in una banlieu di Lione, fra gli immigrati algerini di seconda generazione, e mi confrontavo direttamente con le differenze razziali e la discriminazione». George pone sullo stesso piano cinema di fiction e documentari e non si sente «figlio di un dio minore». «Mi sono formato con i grandi filosofi,

da Benjamin a Deleuze, che hanno denunciato l’antropocentrismo – si accalora il regista -. Nel Cinema i miei modelli sono stati Jean Vigo, tutta l’Avanguardia, certi film di Godard, Rossellini e Pasolini. Io non faccio dei documentari, faccio del Cinema. E sono stato molto felice che un Festival prestigioso come Venezia, abbia premiato Sacro Gra di Gianfranco Rosi: è un bel modo di accorciare le distanze fra i “doc” e i film e di rilanciare i primi per garantirgli gli schermi che meritano e da cui, di solito, sono esclusi». Premiato in vari Festival internazionali, fra i quali quello di Torino, Sylvain George ha portato al Milano FilmFestival i suoi lungometraggi Les Eclats (I frammenti) e VersMadrid (Verso Madrid), documentari dedicati alla vita dei clandestini che si scontrano con la violenza della burocrazia e alle rivoluzioni madrilene delle folle di giovani del 2011 e 2012, divenuti famosi come «Los Indignados» della Puerta del Sol. Inoltre, le idee e i metodi del regista francese sono state al centro di un workshop che George ha tenuto assieme ai giovani filmaker milanesi. Frammenti e brandelli di immagini, di ricordi, di voci, lo smalto del bianco e nero di Les Eclats fa brillare le riflessioni lucide di arabi e afgani costretti a fuggire per tutto il giorno, dei clandestini che fin dall’alba si preparano alla sfida con una sopravvivenza ridotta allo stato brado, animalesco. «Questo non è vivere», ripetono i soggetti del film, obiettivi delle retate poliziesche, inermi di fronte alle severe corti di giustizia. Con il fascino delle sue immagini Sylvain George crea spazi per l’insolito, esplora nelle pieghe, ara il campo alla ricerca di un punto di avvio di un dialogo miracoloso, di un punto fermo che scardini ipocrisie e categorie di giudizio scolpite nella pietra dura del conformismo e dei luoghi comuni. «LesEclats è il mio secondo film girato a Calais – spiega il regista francese -. Calais, come Patrasso, come Lampedusa, è un luogo di transizione dei flussi migratori “clandestini”. Sono luoghi che nei confronti dei migranti vedono i politici sbandierare concetti che negano i valori fondati sulla libertà e sull’uguaglianza. L’immigrazione è un buon indicatore dello stato delle democrazie occidentali. In Francia, la questione del colonialismo è ancora un tabù: i “sans papier” abbassano i costi e producono ricchezza: questi emigranti sono vittime di un nuovo processo di colonialismo, di sfruttamento. Inoltre, da 25 anni le politiche migratorie hanno rappresentato in Europa un laboratorio per sperimentare politiche di restrizione di libertà, applicabili su larga scala. Da noi, asiatici, africani, eccetera hanno perso il rispetto dei loro diritti più elementari».

Dal film «Les Eclats» (I frammenti)

«Suite Mich Šostakovic

Rimini e Spolet in scena c’è la rinuncia alla v Tre spettacoli diversi portano sul palco il rifiuto: «Doglie», «Suite Michelangelo», «Euridice e Orfeo» LUCA DEL FRA ROMA UNO OSCURO LEGAME ACCUMUNA TRE PRIME DI TEATRO MUSICALE CHE, SEPPURE IN LUOGHI DIVERSI, sono andate in scena lo

scorso fine settimana: è il rifiuto, la rinuncia alla vita. E se il palcoscenico è lo specchio della società, la coincidenza potrebbe essere indizio prezioso sul nostro tempo. Non è la prima volta che la Suite Michelangelo di Dmitrij Šostakovic raggiunge il palcoscenico, basterebbe ricordare l’allestimento per danza di Beppe Menegatti, ma la Sagra Malatestiana continuando la linea di affidare partiture a registi e collettivi di ricerca teatrale italiani, l’ha messa nelle mani di Città di Ebla. Una iniziativa preziosa per far uscire la nostrana scena contemporanea da ghetti autoreferenziali e autoriali, magari a costo di sbattere il grugno, come in fondo è successo stavolta. Scegliendo tra le liriche di Michelangelo, Šostakovic compone un polittico di canti, per rappresentare uno scontro al calor bianco tra l’artista, che alla fine rinuncia alla vita, e il potere, rappresentato dall’eterno nemico di Buonarroti, il papa Giulio II, dietro cui il compositore fa balenare l’ombra di Stalin. Un conflitto, tra arte, dunque cultura, e potere, profondamente attuale, come dimostrano i tagli economici degli ultimi anni in questi settori, sintomo solo esteriore di ben altri scontri. Città di Ebla come scenografia costruisce una suggestiva stanza di stoffa bianca, un ventre o forse la mente dell’artista, ma poi si ritrae pudicamente in una mise en scène enigmatica che sfiora appena la madornale forza drammatica di Šostakovic. Complice una esecuzione musicale non ineccepibile, e inoltre in lingua italiana – una versione inventata tempo fa ma non di mano del compositore, che aveva scelto la lingua russa con ben altro risultato. Che la spettacolare rinuncia alla vita dell’artista-compositore corrisponda alla rinuncia alla scena del regista? Ma qui non c’è niente di spettacolare, solo un ripiegamento, tanto diffuso nel teatro italiano, in simboli ed enigmi che rifiu-

tano ogni co re. Dalle atm tuali di Mich tologico il pa leto nella sta tale, va in sc to da Euridic questo mito sceglie quell ve Euridice non riconos con una sign Euridice rico ta e la rifiuta è priva di ra rio Guido Sc niscenze di R so un conte smo e notev contempora regia in cost gio Bongiov la dimension da, dietro cu borghese. Tutta pro sco invece la Doglie, su un no, che riel bambino, an dre, informa noso stato, s gendo la don qui una rinu re Valerio Sa un corrosiv canto e musi tro, talvolta sfoggiando contempora tuosismo a t bravi. La re Sandra de F re grossolan il sorriso, a v Dirige en Marco Angi pacità di pen dite, che dun maggiore. S enfasi in Dog po’ fuori mis in una solida Rimini e S lavori che si menti, tanto ve parzialme gono in que dà i suoi mig pea, ma in I A titolo di cr preda di un viene al mon finire.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT i 19 SETTEMBRE 2013


Settimanali


F i 24 LUGLIO 2013 i 1/2 PAGINE


F i 24 LUGLIO 2013 i 2/2 PAGINE


D - LA REPUBBLICA i 31 AGOSTO 2013


RCLUB i 31 AGOSTO 2013


FILMTV i 03 SETTEMBRE 2013 i 1/4 PAGINE


FILMTV i 03 SETTEMBRE 2013 i 2/4 PAGINE


FILMTV i 03 SETTEMBRE 2013 i 3/4 PAGINE


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DONNA MODERNA i 04 SETTEMBRE 2013


TUTTOMILANO i 05 SETTEMBRE 2013 i 1/3 PAGINE


TUTTOMILANO i 05 SETTEMBRE 2013 i 2/3 PAGINE


TUTTOMILANO i 05 SETTEMBRE 2013 i 3/3 PAGINE


L’ ESPRESSO i 06 SETTEMBRE 2013


VIVERSANI E BELLI i 06 SETTEMBRE 2013


ALIAS i 07 SETTEMBRE 2013

(14)

ALIAS 7 SETTEMBRE 2013

RITMI Hailé Selassié, il fuoco e la piazza di Vernasca sono gli elementi del progetto di Simone Trabucchi e Simone Bertuzzi

di SERENA VALIETTI

«Quando da ragazzino mia nonna mi vedeva spettinato o vestito un po' trasandato mi diceva “sistemati che sembri un Negus!”», una parola che per un'anziana signora di un paesino aggrappato all'Appennino piacentino identificava un personaggio istrionico, bizzarro, anche un po’ repellente. Di quel termine radicato nel vocabolario del posto, che significava imperatore in etiope, non certo reietto, era rimasto a galla solo un significato attribuito, mentre il contesto legato a quell'espressione era andato totalmente a fondo. Ottant'anni dopo quel termine riaffiora e diventa la linea guida dell'ultimo progetto di Simone Trabucchi e Simone Bertuzzi, che dal 2003 come Invernomuto portano avanti un percorso fortemente radicato tra sottoculture e musica, che si allarga a immaginari collettivi molto differenti tra loro, analizzandone simboli e codici. Simone, uno o entrambi, è quel ragazzino spettinato, un Negus nel suo non essere riconosciuto della nonna in funzione della sua alterità sottoculturale, unito nella sua diversità a quello che gli abitanti di un piccolo centro italiano degli anni Trenta percepivano l'esotismo quasi caricaturale dell'Imperatore di Etiopia, Hailé Selassié. Negus è il titolo del progetto di Invernomuto, che partendo da Vernasca indaga questa figura, il cui fantoccio «è stato bruciato in una festa nella piazza del paese per celebrare un soldato ferito rientrato dalla guerra etiope - racconta il duo Invernomuto -. Una storia sopravvissuta solo oralmente, che per noi meritava di essere raccontata, fissata perché riporta alla luce gli episodi rimossi di un'Italia coloniale e da cui allargarsi a Etiopia e Giamaica, coinvolgendo anche il re del dub Lee “Scracth” Perry. La versione live del progetto Negus, Echo Chamber, sarà presentata in anteprima il 13 settembre nella sezione VerniXage

INTERVISTA ■ IL 13 SETTEMBRE DAL VIVO AL MILANO FILM FESTIVAL

Reggae al rogo. Il Negus secondo Invernomuto

dedicata al rapporto tra cinema e videoarte del Milano Film Festival, dove i fotogrammi del lavoro di Invernomuto saranno sonorizzati dai due Simone in versione selecter, che proporranno una colonna sonora diffusa dal Prince Healer sound system. «Muovendosi tra sottoculture e musica prima o poi è stato inevitabile incontrare il reggae. Il passo successivo è stato cominciare a lavorare sul contesto, utilizzando la musica come lente per studiare un territorio spesso molto vicino a noi: abbiamo fatto un lavoro che

partendo dal black metal norvegese finiva a concentrarsi sul ritrovamento di un fossile nel piacentino (Whalesland, ndr). Questo vale anche per il reggae: lo shock è stato scoprire che il fantoccio dell'icona del rastafarianesimo era stato bruciato nella piazza sotto casa, a quel punto raccontare la storia è diventato necessario; per farlo abbiamo scelto un approccio performativo e pensato a un rito di purificazione della piazza, teatro del rogo». Il primo studio di Negus viene

In queste immagini alcuni momenti della performance «Negus» di Invernomuto, con Lee «Scratch» Perry (anche qui accanto) nei panni di Hailé Selassié (foto di Moira Ricci)

presentato nel 2011 al Padiglione d'Arte Contemporanea di Ferrara, dove Invernomuto realizza un'installazione contenente gli elementi base del progetto, Hailé Selassié, il fuoco e la piazza di Vernasca. «Da qui abbiamo sviluppato la prima versione del video, Negus-Duppy Conquerors, in cui abbiamo allestito una scenografia con un fuoco centrale, un gigantesco sound system e incluso anche il monumento ai caduti. Mio fratello e alcuni amici rappresentavano i guardiani, che dovevano tenere lontani i fantasmi (duppy in patois giamaicano, ndr) assumendo la posa del leone in cui si metteva durante i suoi set lo storico producer Jah Shaka». Con questo video Invernomuto è stato nominato da Filipa Ramos e Elena Filipovic tra i cinque finalisti del Premio Furla di arte contemporanea, il tema 2013 era proprio il fuoco, Add Fire. «Fire! Fire! Fire! continuerà a urlare anche Lee “Scratch” Perry nella piazza di Vernasca, mixando altre parole rituali in una sorta di freestyle facendo partire guizzi di fuoco catartici, innocui rispetto alle fiamme con cui bruciò il suo studio di Kingston. Pur essendo un personaggio molto controverso, “The Upsetter” in questo caso ha sposato subito il senso del progetto, calandosi nel ruolo del maestro di cerimonia del rito di purificazione del posto dal rogo di decenni prima. Quel fatto ha subito una rimozione fortissima da parte degli abitanti di Vernasca, che quasi non ricordano più nulla, come al margine della nostra storia nazionale è stata lasciata la questione coloniale etiope. Una rimozione parziale è avvenuta anche in Africa: oggi Selassié è amato da molti e si scorda l'attentato fallimentare contro di lui da parte degli studenti del paese sull'onda del maggio francese». Le distanze tra Vernasca e Addis Abeba per gli Invernomuto si accorciano ulteriormente grazie alla piattaforma di crowdfunding Indiegogo, con cui il duo ha raccolto i fondi per portare Lee «Scratch» Perry in Italia: «Tra i donatori c'era anche il direttore del festival Novara Jazz Corrado Beldì, che dopo un viaggio in Etiopia era rimasto in contatto con Alessandro Ruggeri dell'Istituto italiano di Cultura della capitale, dove siamo stati ospiti per una breve residenza». Da Addis Abeba ci siamo mossi lungo i tracciati in cui il mito trasfigura la storia di Selassié, venerato come il Messia Nero dai rastafariani, a cui

decise di concedere un ampio appezzamento in Etiopia perché questi potessero ritornare alle origini. «Abbiamo visitato la comunità rasta di Shashamane, un ghetto autoproclamato: un luogo che da Kingston sembrava un paradiso, si è rivelato un compound di lamiere e baracche. Una contraddizione pazzesca che ritorna in una Giamaica ormai lontana da quella di Marley, ma del gangsta ragga di Vybz Kartel, che non smette richiamare il mito del back to Zion; il punto è che i giovani etiopi che lo cantano a Zion ci stanno già, ma vivono di merda comunque». Nonostante tutto l'utopia ideale resta più forte della realtà dei fatti. «L'artificio è il motore per una più ampia analisi della rampante e quotidiana fiction che siede quieta sotto la superficie della vita contemporanea» scriveranno Ramos e Filipovic riguardo al lavoro di Invernomuto, nato «scavando nella vicenda del Negus e assemblando i materiali visivi secondo una modalità tipica del reggae, il versioning, che da un'unica base genera differenti versioni di una canzone». Base del progetto è la piazza del rogo, spazio di definizione di un'identità collettiva, rinforzata dalla valenza simbolica dei monumenti: «Da quello ai Caduti di Vernasca, a quelli di Addis Abeba dedicati a Selassié, sottratti dagli invasori come trofei». La rimozione dei memoriali, l'esodo dei rasta e le correnti sommerse della musica confluiscono nel nucleo mobile di Invernomuto, insieme alle ricerche personali dei due: Simone Bertuzzi con Palm Wine, un progetto nato nel 2009 come evoluzione della sua tesi sulle transculture del suono e Simone Trabucchi attivo con l'etichetta di ricerca Hundebiss e l'alias Dracula Lewis. Due esperienze che andando oltre l'arte ne rientrano attraverso l'approccio plurale e trasversale di Invernomuto, «un'operazione in cui gli immaginari legati a questi mondi, uniti ad altri contesti, vengono fatti collassare insieme e codici dati per assodati si scardinano, generando una narrazione polifonica e in continua mutazione e migrazione».


IL VENERDì - LA REPUBBLICA i 07 SETTEMBRE 2013


FILMTV i 10 SETTEMBRE 2013


VIVIMILANO i 11 SETTEMBRE 2013


NUOVO i 12 SETTEMBRE 2013


TUTTOMILANO i 12 SETTEMBRE 2013


VERO i 12 SETTEMBRE 2013


SETTE - CORRIERE DELLA SERA i 13 SETTEMBRE 2013


LA PROVINCIA i 13 SETTEMBRE 2013


ano negli spazi dell’ex mattatoio a strade. Forse per questo sconcertareèanzituttolacostruzionedeldiper nulla insensibile altorna fascino del , in un serrato succedersi di spettacoli, insistentemente tema dell’infanzia, spositivofilmico.(Delresto,quest’annoilfedottore, a far sì ilche quelle idee, un pocobasti tri e performance. Ed è naturale che si pensare al Teatro Sotterraneo,agli stival ha ospitato anche un omaggio a Sylalla volta, entrino nella vita di tuttiArtefatti, i cino considerazioni sulle difficoltà del a Babilonia o a Fanny&Alexander. vainGeorge,unodeidocumentaristipolitigiorni del regno. La Danimarca, laCome se DOMENICA - IL SOLE 24e cupa ORE iin15 2013 ento, sull’eterna indifferenza delle intriste quella stagione cuiSETTEMBRE si diventa è originata ci più interessanti d’oggi, autore di una seDanimarca, cosìla zioni, su quanto sia arduo nostra fantasia potesse a snidare riedifilmsull’immigrazionein Francia). in pochi anni ilsiPaese piùandare avanzato del rmare l’agire artistico in un vero e il germe di un quello fare scenico, un immagine Certo, tra i film di "Colpedi stato" c’erano Continente, in cui i di Lumi o di un nuovo modo raccontare. io lavoro col quale vivere. Quello che anche lavori il cui impatto politico era più cominciano a dare di i primi frutti. Sulla Antonio le, comunque, è la voglia di mettere in immediato. Ad esempio, Mutasalilum di traccia della vicenda storica, il filmAudino o progetti Khaled Jarrar, girato tra i trasgressori del ohn Wellesanche complessi, di dar offre il piacere tutto cinematografico © RIPRODUZIONEdi RISERVATA a un’idea originale, di verificare confineIsraele/Palestina,ovviamentepununa ricostruzione attenta, ricca, otesi progettuale. Già, perché i territori Short Theater, Roma,Lo Laspaesamento pelanda, fino ta molto sulla forza dell’immediatezza. E curata nei particolari. novativi delLezioni teatro italiano da he ricorda di pianosono di Jane aldella 18 settembre. www.shorttheatre.org Les Chebabs de Yarmouk, su un campo proregina al suo arrivo; i e con un’acuta sensibilità per i perfughi in Siria, con una impostazione classitentennamenti, le folli smodatezze, e emminili. ca, ci avvicina a una generazione di giovani insieme gli slanci di generosità del re; le ncora donne le dominatrici assopalestinesiinattesa.Elemento,questodella trame del medico, finito forse in un miff gust: Osage County, il gioco al massospensioneinluoghiditransitoestazionagioco troppo grande per le sue forze; i va in scena, durante il funerale mento, presente anche in Sur les rivages du maneggi della perfida regina madre, lose up , tra madre e figlie e tra sorelle, monde, ambientato in Mali, tra migranti in dei nobili, del clero. Sullo sfondo il ohn Welles (il regista di The Comattesadipartireversol’Europa.Edunquesì, popolo, presenza costante e )Luigi dalla commedia i temi di attualità sono l’elementounificanminacciosa: per ora è solo una parte Paini del premio Puliy Letts: Meryl Streep, Julia Roberte della sezione: la crisi della classe media della scenografia, tra pochissimo e Lewis e Julianne Nicholson si innegliUsa,inuovimissionaricristianifondadiventerà assoluto protagonista. si rubano la scena e si fanno del mentalisti in Uganda, l’uso dei droni anche ★★★✩✩ n crescendo torrenziale, perfido e dapartedell’amministrazioneObama. o, dove tutti gli scheletri della faEppure le potenzialità del documentario Royal Affair, di Nikolaj Arcel, mericana vengono rovesciati fuori risaltanoinduefilmappassionantiesconcerDanimarca, Svezia, Repubblica adi. gni cosa sta per essere tanti, stranamente simili nei rischi che si asCeca, Germania, 2012, 128’, soluta protagonista romantica, in illuminata, nella sumono. Il primo è The Act of Killing, che drammatico m più belli di questodel festival, Danimarca XVIII è una l’americano Joshua Oppenheimer ha girato EVERETT COLLECTION depressasecolo. che, dopo il divorzio Ma, nel frattempo,dal inIndonesia,scovandoalcunideitorturatori veinprovinciacon ilfigliotrediceno è immerso nel buio dell’Ancien eassassinidelcolpodistatodel1965, quando di Emiliano Morreale ll’iniziodelweekendfestivodelLaime. È questo momento di glisquadronidellamorteucciserooltremezviene sequestrata in casa con saggio che Nikolaj Arcel tenta di il fizomilionedipersone.Questiassassini50anevaso di omicidio. I corpi, liere inaccusato Royal Affair: l’opprimente nidopovivonoinpaceconlapropriacoscienmanisi parlano,ein tregiorl Leone d’oro a Gianfranco Rosi semoe del vecchio, l’esaltantequei ansia del za, e di buon grado si prestano a spiegare e si trasforma in un padre per il rabraaverriaccesol’interesseintornoal ovo. Momento contraddittorio, rimettereinscenaleproprieazioni,coinvolti un innamorato per la donna: documentario.Maimotivi diinterestallizzato nei comportamenti diKate in un film-nel-film che lambisce l’horror di n una parte magnifica, memore di sedelcosiddetto"cinemadelreale"sosonaggi realmente esistiti, serieBeaddiritturailmusicalkitsch. ierce ma più sfumata eil autunnale, nomolteplici,espessononriguardanosolo ettanto contraddittori: re Qui l’operazione di "filmare il nemico" è lin ricordano la tensionedellacopil contenuto. Si prenda la sezione "Colpe di stiano, dalla mente vacillante; la rischiosissima: il regista racconta il piacere p/Eastwood ininsofferente) I ponti di Madison stato" del Milano Film Festival, che si conaffascinante (e dimettersiinscenadapartediquestiuomientreinglese il film,Carolina; Labor Day appunto, di clude oggi. Curata da Paola Piacenza, è in sorte ni, ma alla fine riesce nell’impresa di non man,non sivergognadiunromanapparenzaunapanoramicadidocumentafluentissimo medico di corte renderli simpatici, e crea nello spettatore spiegato esensualeedi unamalinri politici, nei quali il tema dovrebbe essere uensee. È quest’ultimo a portare a unosconcertosalutare,cheriguardanonsotenuta che novità sfocia nel gol’elemento decisivo. Ma quest’anno contete le grandi che groppo arrivanoindal lo i personaggi sullo schermo ma le proprie anto. neva lavori di grande complessità, in cui a o d’Europa, i pensieri proibiti dei modalità di apprendere la rappresentaziosuscitare interrogativi, ad affascinare e a sofi dell’Illuminismo. Ed è la regina, ne e la spettacolarizzazione della cronaca e © RIPRODUZIONE RISERVATA sconcertareèanzituttolacostruzionedeldinulla insensibile al fascino del della storia recente. E, muovendosi sul filo spositivofilmico.(Delresto,quest’annoilfetore, a far sì che quelle idee, un poco dilamadellavicinanzaaicarnefici,scardina stival ha ospitato anche un omaggio a Sylvolta, entrino nella vita di tutti i il consolatorio "paradigma vittimario" che rni del regno. La Danimarca, la governaancheilfunzionamentodeimedia. i vainGeorge,unodeidocumentaristipolitifilm del sole ci più interessanti d’oggi, autore di una sete e cupa Danimarca, diventa così L’altro titolo è Der Kapitän und sein Pirat riedifilmsull’immigrazionein Francia). ochi anni il Paese più avanzato del (Il capitano e il suo pirata) del tedesco Andy Certo, tra i film di"Colpedi stato" c’erano ntinente, quello in cui i Lumi Wolff, confronto a distanza tra il comananche lavori il cui impatto politico era più minciano a dare i primi frutti. Sulla foxfire - ragazze cattive dante di una nave sequestrata dai pirati, e il immediato. ccia della vicenda storica, il film caso, dopo una settimana di Laurent CantetAd esempio, Mutasalilum di pirata somalo che l’ha rapito, intervistato Khaled 2012, Jarrar,143’, girato tra i trasgressori del e il piacere tuttohanno cinematografico nto, i due non imparato di nel suo covo. I due osservano le reciproche Francia, drammatico confineIsraele/Palestina,ovviamentepunante ricostruzione attenta, ricca, in perché Bobo si è distratto interviste, le commentano, mentre ogni Anni 50, l’America è undell’immediatezza. grande fiume ta molto sulla forza E ata neiaparticolari. Lo spaesamento zione fissare le rotondità delle tanto vediamo anche immagini del sequetranquillo. Made la piena deglisu anni sta per Les Chebabs Yarmouk, un60 campo proregina al suo arrivo; i i.a Ubi maior... stro della nave. Il capitano (anzi, ormai ex arrivare, le "ragazze cattive" del titoloclassifughi ineSiria, con una impostazione tennamenti, le folligara smodatezze, co giorno della è ormai ealle capitano)havistolapropriacarrieradistrutsono l’avanguardia di un cambiamento ca, ci avvicina a una generazione di giovani emesfidanti gli slancisono di generosità del re; le due pronti per tadall’evento,perchéglièstatadatalacolpa epocale. palestinesiinattesa.Elemento,questodella me medico, finito forse storico in un di ne del al Tropicana, locale dell’accaduto,e alla fine sembra che l’unico sospensioneinluoghiditransitoestazionacodavanti troppo grande per le persone. sue forze; i a, a duemila a riconoscergli dignità di comandante sia %%% mento, presente anche in Sur les rivages du neggi perfida regina no ai della mondiali ero cosìmadre, in proprioilsuorapitore.Anchequi,c’èunmomonde, ambientato in Mali, tra migranti in nobili, del clero. Sullo », sussurra Vieri colsfondo labbroil mento in cui il regista fa rimettere in scena monsters university attesadipartireversol’Europa.Edunquesì, olo, presenza costante sicuro del favore deiegiudici. E alla vittima i momenti drammatici del seDan Scanlon i temi di attualità sono l’elementounificannacciosa: per ora è solo una parte ma spunta il sobrio Delvecchio, questro. Ma l’idea forte di questo film a suo Usa, 2013, 104’, animazione te della sezione: la crisi della classe media a scenografia, tra pochissimo hé Bobo, per tutta la durata della modostraordinarioèproprioildialogoadiMostri in crisi d’identità: dovrebbero negliUsa,inuovimissionaricristianifondaenteràha assoluto ance, tenutoprotagonista. gli occhi bassi, stanzatraidue,illororiconoscersiadistanspaventare morte e invece... fanno ridere mentalistiain Uganda, l’uso dei droni anche ★★✩✩ osteriore della partner. Dannata za come avversari, con dei momenti degni a crepapelle! dapartedell’amministrazioneObama. a. diunromanzo diConrad. Eppure le potenzialità del documentario yal Affair, di Nikolaj Arcel,RISERVATA %%% © RIPRODUZIONE © RIPRODUZIONE RISERVATA risaltanoinduefilmappassionantiesconcernimarca, Svezia, Repubblica tanti, stranamente simili nei rischi che si asca, Germania, 2012, 128’, sumono. Il primo è The Act of Killing, che ammatico l’americano Joshua Oppenheimer ha girato EVERETT COLLECTION inIndonesia,scovandoalcunideitorturatori eassassinidelcolpodistatodel1965, quando glisquadronidellamorteucciserooltremezzomilionedipersone.Questiassassini50annidopovivonoinpaceconlapropriacoscienza, e di buon grado si prestano a spiegare e rimettereinscenaleproprieazioni,coinvolti in un film-nel-film che lambisce l’horror di

om’è illuminata a Danimarca

O

calciatore

È reale, eppure è cinema

I


IL VENERDI - LA REPUBBLICA i 11 OTTOBRE 2013


MENSILI


ULISSE - ALITALIA i AGOSTO 2013

AGENDA | MILANO DAL

5 15 AL

SETTEMBRE

FINO AL

MILANO FILM FESTIVAL

14

SETTEMBRE

IL PIATTO FORTE

www.milanofilmfestival.it

www.fornasetti.com

14

SETTEMBRE

ELIO E LE STORIE TESE

www.carroponte.org

DAL

24

16

SETTEMBRE AL

FEBBRAIO 2014

POLLOCK E GLI IRASCIBILI. LA SCUOLA DI NEW YORK

Info e prenotazioni: +39 02 54913

DOPOLAVORO BICOCCA

Via Privata Chiese, 2 Tel. 02 6431111 - dopolavorobicocca@gmail.com

DIARIO DAL 5 AL 15 SETTEMBRE

AGOSTO

FINO ALL’8 SETTEMBRE

MILANO FILM FESTIVAL

La Permanente - Dürer. L’opera incisa dalla collezione di Novara. In mostra 170 splendide incisioni (Via Filippo Turati, 34 - www.lapermanente.it) / Through 8 September La Permanente Dürer. Engravings from the Novara collection. 170 splendid engravings (Via Filippo Turati, 34 - www.lapermanente.it)

FINO AL 14 SETTEMBRE

TEATRO STREHLER E ALTRI LUOGHI

IL PIATTO FORTE

T

© 2013 THE WILLEM DE KOONING FOUNDATION/ARTISTS RIGHTS SOCIETY (ARS), NEW YORK/FOTO DI SHELDAN C. COLLINS

radizionalmente attento ai nuovi talenti del panorama internazionale, il Milano Film Festival torna dal 5 al 15 settembre con oltre 200 titoli in programmazione, molte anteprime e produzioni indipendenti. Il centro sarà il Teatro Strehler con il suo Sagrato e il Teatro Studio, ma la scelta è ampia con gli eventi al Parco Sempione e altri luoghi in città. Da non perdere l’omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale.

With its traditional focus on new international talent, the Milan Film Festival returns from 5 through 15 September with over 200 titles, including many previews and independent productions. The main venue will be the Teatro Strehler with its Sagrato (courtyard) and the Teatro Studio, but there will be a wide selection of events at Parco Sempione and other venues in the city. Don’t miss the tribute to Sylvain George, auteur of political and experimental films.

febbraio 2014 a Palazzo Reale 60 capolavori in prestito eccezionale dal Whitney Museum. Su tutte spicca la celeberrima Number 27 di Jackson Pollock, opera alla quale sarà dedicata un’intera sala, ma accanto al campione dell’action painting troveranno posto Rothko, de Kooning, Kline e molte altre superstar dell’arte americana. DAL 24 SETTEMBRE AL 16 FEBBRAIO 2014

POLLOCK E GLI IRASCIBILI. LA SCUOLA DI NEW YORK PALAZZO REALE

E

vento chiave dell’“Autunno Americano” di Milano, Pollock e gli irascibili. La scuola di New York porterà fino al 16

84 ULISSE AGOSTO 2013

The key event of Milan’s “American Autumn”, Pollock and the irascibles. The New York School, will bring 60 masterpieces on loan from the Whitney Museum to Palazzo Reale through 16 February 2014. A highlight is the famous Number 27 by Jackson Pollock, which will occupy an entire room. The champion of action painting will be joined by Rothko, de Kooning, Kline and many other superstars of American art.

SPAZIO FORNASETTI

N

14 SETTEMBRE

ELIO E LE STORIE TESE CARROPONTE

el centenario dalla nascita del celebre artista designer, lo spazio Fornasetti di Milano espone fino al 14 settembre, per la mostra Il Piatto forte, i lavori in ceramica meno noti di Piero Fornasetti, collezioni storiche in edizione limitata e alcuni pezzi rari realizzati tra gli anni ’50 e ’60. Il fil rouge sono i caratteristici decori surreali, i motivi animalier e i volti di donna ispirati all’arte metafisica e alle pitture pompeiane.

delle mostre dell’Hangar Bicocca. Per i clienti titolari di una carta d’imbarco di un volo Alitalia da/per Milano e da/per Roma effettuato fino a 60 giorni prima è riservato uno sconto speciale del 50%. Per ulteriori informazioni visitare il sito www.menuale.it/contenuti/alitalia.aspx

F

olli quanto virtuosi, gli Elio, Rocco Tanica & Co. saliranno sul palco per un atteso concerto il 14 settembre al Carroponte di Sesto San Giovanni. Aprono i nuovi successi tratti da L’Album biango come Complesso del primo maggio e La canzone mononota, ma come sempre non mancheranno le sorprese. As nutty as they are accomplished, Elio, Rocco Tanica & Co. will take the stage for an eagerly-awaited concert on 14 September at the Carroponte in Sesto San Giovanni. They open with hits from L’Album biango, including Complesso del primo maggio (band for May 1) and La canzone mononota (the one-note song), but as usual there’ll be no shortage of surprises.

For the 100th birthday of the famous designer, the Fornasetti space in Milan is showing the exhibition Il Piatto forte, with lesserknown ceramics by Piero Fornasetti, through 14 September. On display are historic limited editions and rare pieces made in the ‘50s and ‘60s. The connecting theme is the surreal decorations, animal motifs and women’s faces inspired by metaphysical art and Pompeian painting.

RISTORANTE

DOPOLAVORO BICOCCA VIA PRIVATA CHIESE, 2

L

a specialità di questo bistrot sono i “rubbitt”, piattini simili alle tapas spagnole perfetti per l’aperitivo o un brunch. Si può scegliere una mini impepata di cozze o un mini kebab e poi visitare una

This bistro’s speciality is “rubbitts”, snacks like Spanish tapas, perfect for an aperitif or brunch. Choose a mini-dish of peppered mussels or a mini-kebab, followed by a visit to one of the Hangar Bicocca’s exhibitions. Diners with boarding cards in their names for Alitalia flights to/from Milan and to/from Rome in the past 60 days will receive a special 50% discount. For further information visit www.menuale.it/contenuti/alitalia.aspx

FINO AL 29 AGOSTO

Milano Arte Musica. Festival internazionale di musica antica. Oltre quaranta spettacoli in dodici luoghi suggestivi (www.lacappellamusicale.com) / Through 29 August - Milano Arte Musica. International early music festival. Over forty performances in twelve picturesque venues (www.lacappellamusicale.com)

FINO AL 6 OTTOBRE

WOW - Belgio. Il regno del fumetto. Esposte tavole originali, albi e giornali che raccontano oltre cento anni di successi e di personaggi come i Puffi, Lucky Luke e Tintin (Viale Campania, 12 www.museowow.it - chiuso ad agosto) / Through 6 October - WOW - Belgium. The kingdom of comics. Original boards, albums and newspapers recounting over 100 successful years of such characters as the Smurfs, Lucky Luke and Tintin (Viale Campania, 12 www.museowow.it - closed in August)

SETTEMBRE

8

Piccolo Teatro Strehler - Il festival MiTo omaggia Federico Fellini con il concerto Beyond La Dolce Vita (Largo Antonio Greppi, 1 - www.mitosettembremusica.it) / Piccolo Teatro Strehler - MiTo Festival’s tribute to Federico Fellini with the Beyond La Dolce Vita concert (Largo Antonio Greppi, 1 www.mitosettembremusica.it)

16 Alcatraz - La giovane star americana Selena

Gomez arriva a Milano per l’unica data italiana del tour mondiale (Via Valtellina, 25 www.alcatrazmilano.it) / Alcatraz - The young American star Selena Gomez comes to Milan for the only Italian stop on her world tour (Via Valtellina, 25 - www.alcatrazmilano.it) ULISSE AGOSTO 2013 85


ALBATROS i SETTEMBRE 2013

135 Pag 34-41.qxp

15-07-2013

17:03

Pagina 41

Milano in Festival

ATTUALITA’ / Eventi

DI COSIMO STASSANO

Dal 5 al 15 settembre arriva la 18.ma edizione della piattaforma aperta sul cinema internazionale, preso il Teatro Strehler

S

arà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo bellissimo Sagrato, il centro nevralgico della 18.ma edizione del Milano Film Festival, al quale si affiancheranno il Teatro Studio, Parco Sempione e altri luoghi in città che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. Questo diciottesimo anno prosegue il percorso ideato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, con circa 200 opere necessarie a tracciare un percorso tra le più coraggiose cinematografie nazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime internazionali e incontri con i talenti emergenti. Il programma prevede il consueto concorso riservato ai lungometraggi, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, ed il tradizionale contest per i corti, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop, eventi paralleli. Fra i lunghi in programma, confermati The Eternal Return of Antonis Paraskevas della regista greca Elina Psykou, Best

Work in Progress a Karlovy Vary 2012, Fifi Howls From Happiness dell’iraniana Mitra Farahani che filma gli ultimi mesi di vita del pittore Behman Mohassess, Habi, la extranjera, storia di identità incerte nell’Argentina di María Florencia Álvarez, Les rencontres d’après minuit di Yann Gonzalez, presentato alla Settimana della Critica di Cannes 2013, sogni desideri e perversioni di una giovane coppia e della loro governante-travestito, Terra de Ninguém di Salomé Lamas, documentario portoghese già vincitore di numerosi premi, e Towheads di Shannon Plumb, commedia divertente sulle fatiche di una mamma contem-

poranea. Milano Film Festival, inoltre, renderà omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna. Nel corso del festival è poi previsto il workshop “Seize the time”, organizzato da Milano Film Network con MFF, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di

cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. La sensibilità di Sylvain George e la sua capacità di individuare nei dettagli i grandi movimenti della storia si tradurranno in una serie di preziosi suggerimenti allo sguardo, in una guida all’articolazione discorsiva delle immagini, sia essa narrativa o saggistica, e a un puntuale e serrato confronto sulle pratiche realizzative. Infine completeranno l’ampio programma la sezione The Outsiders (che raccoglie anteprime ed eventi speciali), l’atteso appuntamento con la nona edizione della rassegna “Colpe di Stato”, che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, il F o c u s Animazione con la tradiz i o n a l e maratona di cortometraggi, un focus dedicato al cinema che racconta l'ambiente, l’appuntamento per i più piccoli con il milano film festivalino, gli appuntamenti di musica con i concerti e dj set sul Sagrato e al Parco Sempione, workshop e masterclass per professionisti e per il grande pubblico. Appuntamento per tutti, dunque, dal 5 al 15 settembre: grandi, piccoli, appassionati e curiosi, per vivere undici giorni di grande cinema, tutto da scoprire.

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BEST MOVIE i SETTEMBRE 2013


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LA RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO i SETTEMBRE 2013


COSMOPOLITAN i SETTEMBRE 2013


La nuova ecologia i SETTEMBRE 2013

parolecalde ➽ cronache ➽

trentagiornisettembre a cura di Valeria Buzi

luoghi ➽ appuntamenti

www.lanuovaecologia.it il NETWORK di LegambIenTe

Il 23 luglio scorso, su impulso della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, si è svolta una

ilnumero

50,2%

➽ La percentuale di elettricità derivante da fonti pulite rispetto al totale dell’energia generata in Italia lo scorso giugno (dati Terna), coprendo il 44,3% della domanda. In dodici mesi la quota delle fonti rinnovabili sulla produzione netta è aumentata del 12%, mentre i consumi complessivamente sono diminuiti del 6,2.

Milano film festival diciottesima edizione del Milano Film Festival, con retrospettive sull’ambiente e sul rapporto dell’uomo con l’alimentazione.

Per la prima volta la Tepco ha ammesso che le acque radioattive fuoriuscite dalla centrale nucleare di Fukushima sono finite nell’oceano Pacifico. L’annuncio è giunto a fine luglio, all’indomani della vittoria elettorale dei Liberaldemocratici del premier Shinzo Abe, sostenitore del riavvio dei reattori nucleari, solo due dei quali (su 50) sono attualmente in funzione. Secondo i sondaggi la maggioranza della popolazione è contraria all’atomo per uso civile, a maggior ragione dopo che quasi 2.000 lavoratori di Fukushima sono considerati, per ammissione della Tepco, a maggior rischio di contrarre tumori tiroidei. Il gup di Milano Luigi Varanelli ha rinviato a giudizio 11 persone, fra ex componenti del cda ed ex amministratori della Pirelli, nel processo sulla morte di alcuni operai colpiti da tumori causati dall’amianto presente in fabbrica. Gli imputati rispondono di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime in relazione a 19 casi (15 decessi e 4 lesioni). Si tratta della seconda tranche del procedimento penale che ha già coinvolto gli ex manager per 24 casi di operai morti per mesotelioma pleurico o ammalati di tumore.

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Echogreen BtoB

FOTO: © NORORu HASHiMOTO / cORBiS

Echogreen BtoB, evento dedicato al networking delle imprese green, si svolge durante la prima giornata del festival Echogreen, sul lago Trasimeno dal 6 all’8 settembre.

maxi operazione contro il traffico internazionale di rifiuti con perquisizioni e sequestri in dieci regioni. Le due persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare, padre e figlio, sarebbero esponenti di un gruppo criminale di tipo mafioso con base operativa a Prato, ma le indagini hanno portato alla scoperta di una fitta rete di associazioni a delinquere operanti in varie parti d’Italia e con un traffico stimato in migliaia di tonnellate di rifiuti plastici e tessili commercializzati illecitamente. La città californiana di Palo Alto si è impegnata a utilizzare il 100% di energia elettrica rinnovabile. Grazie all’idroelettrico, che fornisce il 50% del suo fabbisogno, e alla restante energia proveniente da eolico, solare e biogas dalle discariche, l’ente locale è tra i pochi a vantare un bilancio energetico a emissioni zero. Il sindaco Greg Scharff ha spiegato che l’eventuale approvvigionamento da fonti non rinnovabili sarà compensato con l’acquisto e l’annullamento di certificati Recs (Renewable energy certificate system). Per i cittadini è previsto un costo aggiuntivo in bolletta di soli tre dollari l’anno.

i www.echogreen.eu 7-22

Paesaggio in mostra A Bergamo terza edizione de I maestri del paesaggio. International meeting of the lanscape and garden.

i www.arketipos.org 19-22 Festa internazionale del Pane “dalla terra alla tavola: viaggio delle buone sementi per un pane di qualità” è il tema della tredicesima Festa internazionale del pane di Senigallia (An).

i panenostrum.com 20-22 Fashion ma critical Torna a Milano So critical so fashion, il primo evento dedicato alla moda critica e indipendente, nella prestigiosa location di Frigoriferi Milanesi.

i www.criticalfashion.it 30

Premio Sapio per la ricerca Scade il termine per iscriversi al Premio Sapio per la ricerca italiana, che assegna tre riconoscimenti in denaro a ricercatori su salute, industria, biotecnologie, economia.

i www.premiosapio.it 29

Ebraismo e natura in sessantasei località italiane, eventi e performance sul rispetto per la natura e tradizione ebraica.

i www.ucei.it

settembre 2013 / La nuova ecologia

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MAXIM i SETTEMBRE 2013


MYSELF i SETTEMBRE 2013


RIDERS i SETTEMBRE 2013


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MFF 2013 / ANIMAZIONE GLI ANIMALI SONO A LORO AGIO NEI CORTI DI ANIMAZIONE DEL MILANO FILM FESTIVAL. QUEST’ANNO LO SCETTRO VA AI GATTI, ORMAI OGGETTO DI MARKETING, DAI VIDEO DI YOUTUBE ALLE MAGLIETTE CHE, SICURAMENTE, QUALCUNO CHE STA LEGGENDO IN QUESTO MOMENTO INDOSSA SENZA VERGOGNA. DI EMMA CACCIATORI

L’hype dei gatti è ormai indiscusso: i cani hanno tentato di farsi avanti timidamente, ma i felini hanno avuto la meglio anche sui più avventurosi tra i loro storici antagonisti (drammatici esempi sono riportati dal chihuahua di Paris Hilton). Anche per quanto riguarda il cibo, i gatti sono del tutto privilegiati, con tutte quelle piccole scatoline monoporzione a volte più invitanti di alcuni nostri ripieghi per la cena dell’ultimo secondo. Anche al Milano Film Festival la “kitty feaver” ha contagiato l’isola dedicata ai corti di animazione, piano chiaramente attuato dai gatti per cominciare una diffusione virale di loro materiale, che presto li porterà alla conquista del mondo. Non è nuovo al festival David OReilly, folle animatore che due anni fa, con il suo The External Word, ha fatto tremare gli alberi del Parco Sempione per le risate. Uno stile cinico, con vicende raccontate in modo epilettico e guidate dal nonsense. Questa volta un topo e una

gatta cercheranno di ritrovare il loro equilibrio di coppia dopo anni di litigi. Please Say Something è una storia tenera, ironica, tanto surreale da sembrare vera. In All Consuming Love (Man in a Cat) ci sono altre dinamiche amorose tra gatto e topo, ma stavolta la faccenda è più complicata (giuro che è possibile). Un piccolo uomo che vive in un gatto incontra una piccola donna residente in un topo: incontrarsi senza spaventare la padrona di casa (di dimensioni normali) non sarà facile. Per le domande rivolgetevi direttamente al regista, Luis Hudson, durante il suo workshop Paper in Motion dal 7 al 9 settembre. Finito l’amore, quello che rimane da fare è ballare e, che ne siate capaci o meno, il solo ascolto di musica swing ha un potere magico per i nervi. Caravan Palace – Rock it For Me è un video musicale realizzato per i Caravan Palace, gruppo electro/swing francese. Nel video, che ricorda certe atmosfere di Sky Captain and the Word of Tomorrow (quello in cui fino a metà film Gwyneth Paltrow sembra la più gnocca e poi arriva Angelina Jolie vestita di pelle e detta legge), in una città anni Trenta un’invasione aliena viene fermata da un robot danzante. Cosa c’entrano qui i gatti? Nulla, se non fosse che il bravissimo regista del corto si chiama Ugo Gattoni. INFO: www.milanofilmfestival.it


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MFF 2013 / COLPE DI STATO TORNA ANCHE PER L’EDIZIONE DI QUEST’ANNO DEL MILANO FILM FESTIVAL LA SPECIALE RASSEGNA INCENTRATA SU TEMATICHE LONTANE DALL’INFORMAZIONE MAINSTREAM, PROPONENDO DOCUMENTARI CHE CERCANO LA VERITÀ SENZA EDULCORANTI E CI FORNISCONO UNA NUOVA LENTE PER GUARDARLA. DI EMMA CACCIATORI

Dopo le scappatelle tra i cespugli del parco Sempione e le ore piccole sulla piazzale dello Strehler, il Milano Film Festival diventa maggiorenne. Ciò non significa che smetterà di divertirsi, solo che, giunto alla diciottesima edizione, sta diventando grande. Duecento le opere selezionate quest’anno, undici delle quali saranno dedicate a Colpe di Stato, la rassegna sul sistema di potere nel mondo. “Avevamo preventivato otto film – ci racconta la curatrice Paola Piacenza – ma poi abbiamo deciso che ne presenteremo più di dieci”. C’è persino spazio per una novità: il focus sul giovane regista francese Sylvain George, che si è già messo in contatto con l’Italia per il workshop di regia Seize the Time, dedicato al rapporto tra città e cinema. “George rientra perfettamente nelle direttive: è ribelle, un poeta che fa cinema della rivolta con passione e, come lo definirebbero gli americani, un believer”.

E anche se siamo legati alla nostra città, non possiamo che essere simpatetici con chi pratica l’arte della fuga. Anche i protagonisti dei film selezionati scappano, non senza grandi difficoltà, come Shin Dong-Huyk, protagonista di Camp 14 di Marc Wiese, prigioniero ancora prima di nascere nel 1983 in un campo di rieducazione Nord Coreano. A 23, con l’aiuto di un prigioniero più anziano, riesce a fuggire e per anni viaggia attraverso la Corea del Nord e la Cina fino ad arrivare in Corea del Sud, dove trova un mondo inaspettato e per lui sconvolgente. Un valore aggiunto è dato dalle animazioni utilizzate per ricreare alcuni degli incidenti al campo. Scappano anche i protagonisti di Infiltrators di Khalled Jarrar, cercando varchi nel muro che separa Palestina e Israele col fine di attraversarlo. La fuga non è solo fisica ma diventa anche mentale: Roger Ross Williams con God Loves Uganda fa un’esplorazione della campagna di evangelizzazione per instillare i valori importati dall’America cristiana di destra nella cultura africana. Il film segue leader religiosi ugandesi e americani nella loro lotta alla supposta immoralità sessuale dei locali e mostra le strategie persuasive dei missionari, che cercano di convincere gli ugandesi a seguire la legge biblica. Secondo la regista un film significativo, in quanto rappresentativo per il cambiamento che sta avvenendo nel mondo della carta stampata, è Dirty Wars, un’inchiesta giornalistica di grande livello, condotta da Jeremy Schohill, che lavora per “The Nation”. Il regista ha indagato sui bombardamenti con droni in Afghanistan e Yemen, scegliendo la strada del documentario. Certo non sono tematiche leggere, ma la loro scelta non è dovuta solo alla necessità di essere informati: il loro valore, come concorda anche Paola, è artistico. “Il mandato di Colpe di Stato raccoglie il presente con il documentario. Da quando curo la rassegna, però, mi sono soffermata molto anche sul linguaggio. Le linee politiche forti sono importanti, ma non bisogna dimenticarsi del cinema”.


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MYDREAMS I 21 MAGGIO 2013

30/08/13

Oltre 200 opere al Milano Film Festival

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Oltre 200 opere al Milano Film Festival Martedì, 21 Maggio 2013 16:18

Scritto da Cosimo Sinforini

Il Piccolo Teatro S trehler apre le porte alla diciottesima edizione del Milano F ilm F estival. La kermesse cinematografica capitanata da Alessandro Beretta eVincenzo Ro ssini, con una programmazione che prevede undici giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali, presenta circa 200 opere per tracciare un percorso tra le più coraggiose cinematografie nazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime internazionali e incontri con i talenti emergenti. Il programma prevede: il concorso lungometraggi, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo; il tradizionale concorso cortometraggi, riservato a registi under 40; la seconda parte di Italia 80, la retrospettiva dedicata al cinema italiano degli anni ottanta (tra i maggiori successi dell'edizione 2012), con proiezioni, ospiti e lezioni di cinema; la nona edizione della rassegna Colpe di Stato, che indaga il sistema di potere nel mondo, The Outsiders (che raccoglie anteprime e eventi speciali), il Focus Animazione con la tradizionale maratona di corti al Parco Sempione, un focus dedicato al cinema che racconta l'ambiente, l’appuntamento per i più piccoli con il milano film festivalino, gli appuntamenti di musica con i concerti sul Sagrato, workshop e masterclass per professionisti e per il grande pubblico.

www.mydreams.it/index.php/cinema/item/335-oltre-200-opere-al-milano-film-festival

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REDMAG I 18 LUGLIO 2013

APPUNTAMENTI RED-HEAD

CONTEST TENTATIONS

DU CINÉMA ABOUT

LIFESTYLE

PORTFOLIO TRÉS COOL DISCLAIMER

APPUNTAMENTI / CONTEST / DU CINÉMA CONTACT

Portate a letto un regista • on Jul 18, 2013 •

Il cinema ha bisogno di voi Arrivano da tutto il mondo, in aereo o in treno, in bicicletta o in autostop… Sono donne e uomini, registi, attori o produttori, solitamente giovani e curiosi. Vengono per presentare un film o per guardarsi quelli degli altri, per conoscere Milano e i milanesi. Chi decidesse di ospitarli a casa potrà conoscerli e passare con loro le giornate al festival tra proiezioni e incontri, interviste e feste… Poi a un certo punto bisognerà portarli a letto.

Sappiate che potrà succedere di tutto: potrebbero scegliere casa vostra come location o scritturare una vostra zia per il loro prossimo film, potrebbero girare un documentario sul vostro quartiere o un horror movie sui vostri vicini di casa. In cambio dell’ospitalità riceverete un abbonamento per tutto il festival ed entrerete a pieno diritto nella storia del cinema. Per adottare un regista compilare il form sul sito.


INDIE-EYE I 19 LUGLIO 2013


PAPERSTREET I 19 LUGLIO 2013

MILANO FILM FESTIVAL ‑ ADOTTA UN REGISTA

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protagonisti del festival.

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Milano Film Festival inaugura un’originale campagna di comunicazione per organizzare in modo alternativo l’ospitalità dei suoi registi, che alloggeranno in città in occasione della 18° edizione prevista dal 5 al 15 settembre 2013. Come ogni anno, sono attesi a Milano moltissimi giovani registi e operatori del cinema provenienti da ogni parte del mondo, e sarà quindi un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri

Chi mette a disposizione un posto letto o una stanza per ospitare un regista, ha modo di conoscerlo direttamente, di scambiare opinioni e punti di vista, e di condividere un'esperienza di bed‑sharing ricevendo in omaggio l'accredito al festival. Con il Milano Film Festival e le tante location sparse per la città, con il suo ricco programma di eventi, il concorso lungometraggi e la tradizionale maratona dei corti al Parco Sempione, l’attesa rassegna Colpe di Stato, l’omaggio al cineasta Sylvain George, le anteprime di The Outsiders, i workshop e gli incontri, Milano si mostra ospitale e accogliente, in uno spirito di inclusione e di apertura a esperienze e culture lontane. PER METTERE A DISPOSIZIONE UN POSTO LETTO E OSPITARE UN REGISTA: www.milanofilmfestival.it


ARTSLIFE I 20 LUGLIO 2013


SENTIERISELVAGGI I 20 LUGLIO 2013

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Adotta un regista per il Milano Film Festival in omaggio l'accredito al festival Il Milano Film Festival, in programma dal 5 al 15 settembre 2013, inaugura un’originale campagna di comunicazione per organizzare in modo alternativo l’ospitalità dei suoi registi che alloggeranno in città: Adotta un regista. Come ogni anno, sono attesi a Milano moltissimi giovani registi e operatori del cinema provenienti da ogni parte del mondo, e chi metterà a disposizione un posto letto o una stanza per ospitare un regista, non solo avrà modo di conoscerlo direttamente e di scambiare opinioni e punti di vista, ma riceverà anche in omaggio l'accredito al festival. PER METTERE A DISPOSIZIONE UN POSTO LETTO E OSPITARE UN REGISTA: www.milanofilmfestival.it


02BLOG I 22 LUGLIO 2013


ILFATTOQUOTIDIANO I 22 LUGLIO 2013

Accedi | Abbonamenti

Milano Film Festival 2013, i cittadini “adottano” i registi. E vanno gratis al cinema Per combattere la crisi e il calo dei finanziamenti pubblici, gli organizzatori chiedono agli abitanti del capoluogo lombardo di ospitare gli artisti. In cambio potranno partecipare gratis alla kermesse, che si terrà dal 5 al 15 settembre di Davide Turrini | 22 luglio 2013

Adotta un regista, lo fai dormire a casa tua e vieni gratis al cinema per dieci giorni. La singolare iniziativa arriva dal Milano Film Festival che in tempi di crisi economica e rilancio della manifestazione, giunta alla sua 18esima edizione (5-15 settembre 2013), propone un pacchetto all inclusive per registi provenienti da tutti i continenti e cittadini milanesi. “Bastano una stanza o un divano letto per la notte”, spiega al fattoquotidiano.it Elisabetta Fanti, coordinatrice generale del festival, “poi l’ospitante deciderà se fornire ai registi anche la prima colazione, noi intanto gli regaliamo un abbonamento a tutte le proiezioni. Lanciamo l’iniziativa, raccogliamo le disponibilità e poi vediamo come incastrare tempi di permanenza degli ospiti. Sono artisti che provengono da tutto il mondo, spesso giovani under 40, sanno adattarsi”. Un’iniziativa bizzarra, ma necessaria, che in due giorni, grazie all’apposito formulario scaricabile dal sito della kermesse milanese ha già raccolto una cinquantina di adesioni: “Abbiamo pensato di lavorare sul versante dell’ospitalità sia per coinvolgere di più i milanesi, per far diventare sempre più l’iniziativa il festival della città; sia per motivi economici: con la crisi galoppante i finanziamenti diminuiscono sia dal versante pubblico che da quello privato”. La manifestazione milanese porta in dote ogni anno circa 100mila partecipanti, con un buon 70% interessato ai film e il rimanente 30% che partecipa andando ad ascoltare un concerto o con un drink tra i diversi luoghi del Mff, come i cinema Anteo, Palestrina, Spazio Oberdan e le proiezioni all’aperto di Parco Sempione. “Un terzo dei finanziamenti arriva dalle aziende private, un terzo dalle istituzioni, un terzo dai biglietti venduti”, puntualizza la Fanti, “ma nel 2013 abbiamo risentito molto dei tagli, soprattutto vengono a mancare gli sponsor. Dal Comune di Milano riceviamo 150mila euro e continueremo a riceverlo anche quest’anno, il ministero della Cultura si riunirà in commissione il 3 agosto e pare confermare il suo contributo. Ma se l’anno scorso il budget era di 800mila euro quest’anno scenderà sui 600mila”. Giocoforza trovare soluzioni alternative. “La cultura fa girare l’economia, bisogna crederci di più, è un investimento per il futuro del paese, lo diciamo ai privati come alle istituzioni”. E se con il nuovo assessore alla cultura del comune di Milano, Filippo Del Corno, i rapporti sono “tranquilli” (“abbiamo avuto buoni rapporti con tutte le amministrazioni succedutesi a Milano”), è sulla Regione Lombardia che la Fanti orienta le proprie critiche. “Da tre anni sono stati cancellati i bandi per sostenere le attività festivaliere, oltre al fatto che quando c’erano le grosse cifre andavano sempre ai soliti noti. Speriamo almeno che con il riordino della Film Commission regionale cambi qualcosa. Tutti i registi e le produzioni milanesi vanno già a girare i propri film da altre parti, figuriamoci organizzare un festival”. Infine, sempre in tema di registi da ospitare, il primo nome è il francese Sylvain George, a cui il Mff dedica una retrospettiva. Un cineasta politicamente impegnato, più volte ospite del Torino Film Festival, che sarà protagonista di un workshop sul cinema: “Altri nomi non possiamo ancora farli, ma saranno tanti e avremo bisogno del supporto dei milanesi in fatto di ospitalità. Il nostro slogan di lancio dell’edizione 2013 è ‘Il cinema bella scoperta’, perché la nostra mission è far vedere il cinema che rimane nascosto e scoprire giovani che provengono da ogni parte del mondo”.

Articoli sullo stesso argomento: Milano Film Festival 2012: il programma e i film in concorso


FILMFORLIFE I 23 LUGLIO 2013


PIGMAG I 19 AGOSTO 2013 i 1/2 PAGINE


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Workshop di animazione al Milano Film Festival ssr

20/08/2013

Sono aperte fino al 26 agosto le iscrizioni per il workshop di animazione con il regista inglese Louis Hudson che si terrà dal 7 al 9 settembre nel corso del Milano Film Festival (5­15 settembre). Il workshop, dedicato ad animatori e studenti di animazione (massimo 10 partecipanti), è realizzato in collaborazione con Moleskine e ha l'obiettivo di realizzare un cortometraggio animato in tre giorni. Attraverso la combinazione di tecniche digitali e a mano, laptop, tablet, sketchbook e matite, i partecipanti creeranno una sorta di flusso di coscienza psichedelico basato sulle bozze provenienti dai loro taccuini. Il workshop, in lingua inglese, costa 30 euro, comprensivo di abbonamento (per chi ha già acquistato l’abbonamento, il workshop è gratuito) e si terrà nello Spazio Eurolab, Piccolo Teatro Strehler. Per informazioni: programme@milanofilmfestival.it


Donna.piazzagrande I 20 AGOSTO 2013

PAPER IN MOTION workshop di animazione con Louis Hudson BELLEZZA Martedì 20 Agosto 2013 alle 19:25 via FAIDATE10.IT

Milano Film Festival, all’interno del Focus Animazione, + 0 presenta unworkshop a cura del regista d’animazione inglese Louis Hudson, realizzato in collaborazione con Moleskine. Il workshop ha l’obiettivo di realizzare un cortometraggio animato in tre giorni. Attraverso la combinazione di tecniche digitali e a mano, laptop, tablet, sketchbook e matite, i partecipanti creano una sorta di flusso di coscienza psichedelico basato sulle bozze provenienti dai loro taccuini. Tre giorni di divertimento e libertà creativa dove i partecipanti possono condividere e imparare le tecniche d’animazione più svariate.


FmCinema I 20 AGOSTO 2013

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PAPER IN MOTION Aperte fino al 26 agosto le iscrizioni per il workshop di animazione con Louis Hudson (7-9 settembre) 0

20 agosto 2013 – 12:26

Milano Film Festival, all’interno del Focus Animazione, presenta un workshop a cura del regista d’animazione inglese Louis Hudson, realizzato in collaborazione con Moleskine. Il workshop ha l’obiettivo di realizzare un cortometraggio animato in tre giorni. Attraverso la combinazione di tecniche digitali e a mano, laptop, tablet, sketchbook e matite, i partecipanti creano una sorta di flusso di coscienza psichedelico basato sulle bozze provenienti dai loro taccuini. Tre giorni di divertimento e libertà creativa dove i partecipanti possono condividere e imparare le tecniche d’animazione più svariate. Il workshop è dedicato ad animatori e studenti di animazione (massimo 10 partecipanti). Iscrizioni aperte fino al 26 agosto. Info tecniche date: 7-8-9 settembre orario: 10 – 17 (con un’ora di pausa pranzo) luogo: Spazio Eurolab, Piccolo Teatro Strehler lingua: inglese costo: 30 euro (comprensivo di abbonamento) Per chi ha già acquistato l’abbonamento, il workshop è gratuito Per informazioni scrivere a programme@milanofilmfestival.it LOUIS HUDSON ​Louis Hudson, regista di animazione 2D e co-fondatore del collettivo comico Dice Productions, ha realizzato lavori per Channel 4, UK Film Council, BBC Comedy, Warner Entertainment e Oxfam, oltre a creare un consolidato canale YouTube con milioni di visualizzazioni. Il suo primo cortometraggio autoriale è stato Consuming Love (Man in a Cat) che ha avuto un pluripremiato giro nei circuiti festivalieri internazionali. L’appuntamento con il 18° Milano Film Festival è dal 5 al 15 settembre 2013; per tutti gli aggiornamenti è sempre consultabile il sito www.milanofilmfestival.it

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Newscinema I 20 AGOSTO 2013


TaxiDrivers I 22 AGOSTO 2013

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I corti del Milano Film Festival in metro Quest'anno, in attesa del 18° Milano Film Festival (5­15 settembre 2013), i corti si guardano anche in metro. Giovedì 29 e venerdì 30 agosto, nell’inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival: animazioni e avventure straordinarie, storie appassionanti di paesi lontani e racconti brevi, ideali per chi ha voglia di fare un break o per chi vuole prepararsi ai 10 giorni di festival. Aspettando il Milano Film Festival, si potranno vedere e rivedere i corti più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del Milano Film Festival, in uno spazio diverso, la stazione M2 Garibaldi, a disposizione di tutti i passeggeri ATM. Storie da farci rimanere a bocca aperta, come una dichiarazione d’amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), le sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset) e Naren Wilks (Collide­O­Scope), la comicità moraleggiante di Martin Jones e dell’uomo sull’albero Yvan Attal (At Dawning) e quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda), le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l’essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers). Per informazioni: www.milanofilmfestival.it

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Mentelocale I 27 AGOSTO 2013

27/08/13

Aspettando Milano Film Festival 2013 Milano / Spettacoli / Cinema

www.mentelocale.it

Aspettando Milano Film Festival 2013 Martedì 6 agosto maratona di cortometraggi d'animazione alla Cascina Cuccagna. Durante la serata in vendita l'abbonamento alla rassegna di settembre

Aspettando Milano Film Festival 2013 © Un fotogramma da Grocery Store Wars

Milano Lunedi 5 agosto 2013 ore 15:53

Martedì 6 agosto dalle 21.30, Cascina Cuccagna ospita una maratona di cortometraggi d’animazione targata esterni. In programma tre ore no­stop di proiezione in attesa del 18° Milano Film Festival in programma dal 5 al 15 settembre prossimi. L'ingresso è libero. I corti sono stati scelti fra i lavori selezionati per le passate edizioni della rassegna cinematografica, mentre la sede è quella ormai del Milano Film Festivalino dedicato ai più piccoli. Fra i numerosi della maratona, storie tutte da ridere come All Consuming Love (Man in a Cat) di Louis Hudson, Please Say Something di David OReilly o Grocery Store Wars di Louis Fox, Tate Hausman e Jonah Sachs, minithriller come Something Left, Something Taken di Max Porter e Ru Kuwahata e anche un viaggio fantascientifico ne Il pianeta perfetto di Astutillo Smeriglia. Durante la serata, sarà anche possibile acquistare l'abbonamento all'edizione 2013 del festival al prezzo di 45 Eur, mentre l'abbonamento a prezzo ridotto costa 35 Eur ed è riservato a, fra gli altri, tesserati annuali Arci, ATM, Universitari con tesserino e soci Touring Club. R.M. © copyright Mentelocale Srl, vietata la riproduzione.


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MILANO FILM FESTIVAL, EDIZIONE 2013 'ANTICIPA' CON PROIEZIONE CORTI IN METRÒ

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I 'corti' del Milano Film festival proiettati in metro'. E' l'iniziativa che, giovedì e venerdì prosssimi, anticipa l'edizione 2013 del festival in programma a settembre. Nella stazione metropolitana Garibaldi, indatti, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival. Tante le storie raccontate nei film selezionati per i passeggeri della metropolitana: da una dichiarazione d'amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), alle sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset) e Naren Wilks (Collide­O­Scope), dalla comicità moraleggiante di Martin Jones e dell'uomo sull'albero Yvan Attal (At Dawning) a quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda). E ancora: le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l'essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers). (Omnimilano.it) (27 Agosto 2013 ore 15:41)

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Sunnycom I 27 AGOSTO 2013

ENTERTAIMENT: CORTOMETRAGGI IN METROPOLITANA a cura di Alexia Rizzi

Quest'anno, in attesa del 18° Milano Film Festival (5-15 settembre 2013), i corti si guardano anche in metro! Giovedì 29 e venerdì 30 agosto, nell’inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, vengono proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival: animazioni e avventure straordinarie, storie appassionanti di paesi lontani e racconti brevi, ideali per chi ha voglia di fare un break o per chi vuole prepararsi ai 10 giorni di festival. Aspettando il Milano Film Festival, si possono vedere e rivedere i corti più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del Milano Film Festival, in uno spazio diverso, la stazione M2 Garibaldi, a disposizione di tutti i passeggeri ATM. QUALCHE ANTICIPAZIONE Storie da farci rimanere a bocca aperta, come una dichiarazione d’amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), le sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset) e Naren Wilks (Collide-O-Scope), la comicità moraleggiante di Martin Jones e dell’uomo sull’albero Yvan Attal (At Dawning) e quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda), le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l’essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers).


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Filmforlife I 28 AGOSTO 2013

Milano Film Festival: I corti in metropolitana Posted by Carlo Lanna

Milano Film Festival: I corti in metropolitana GRANDI NOVITA’ PER LA KERMESSE DELLA SPERIMENTAZIONE Cresce l’attesa per la diciottesima edizione del Milano Film Festival che si terrà dal 5 al 15 settembre 3013. Per ingannare l’attesa, gli organizzatori della kermesse, hanno metto in moto un’interessante ed avveniristica campagna pubblicitaria. Da quest’anno i corti si potranno guardare anche in metropolitana. Giovedì 29 e venerdì 30 agosto infatti, nell’inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival. Saranno quelli più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del Milano Film Festival,che animeranno la linea M2 in direzione Garibaldi. Storie toccanti ed elettrizzanti come la dichiarazione d’amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), le sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset) e Naren Wilks (Collide­O­ Scope), la comicità moraleggiante di Martin Jones e dell’uomo sull’albero Yvan Attal (At Dawning) e quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda), le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l’essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers).


ILGIORNALE I 28 AGOSTO 2013

Cortometraggi nella metro in attesa del Film Festival Redazione ­ Mer, 28/08/2013 ­ 07:02

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Quest'anno, in attesa del 18° Milano Film Festival ﴾5­15 settembre 2013﴿, i cortometraggi si guarderanno anche in metrò. Domani e e venerdì, nell'inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, saranno proiettati i film più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival: animazioni e avventure straordinarie, storie appassionanti di paesi lontani e racconti brevi, ideali per chi ha voglia di fare un break o per chi vuole prepararsi ai 10 giorni di festival. Sulle banchine si potranno rivedere i corti più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del festival.


MilanoToday I 28 AGOSTO 2013

"I corti in metrò", aspettando il Milano Film Festival Inserito Da Valentina · 28 Agosto 2013

Comunicato Stampa

Quest'anno, in attesa del 18° Milano Film Festival (5-15 settembre 2013), i corti si guardano anche in metro! Giovedì 29 e venerdì 30 agosto, nell'inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival: animazioni e avventure straordinarie, storie appassionanti di paesi lontani e racconti brevi, ideali per chi ha voglia di fare un break o per chi vuole prepararsi ai 10 giorni di festival. Aspettando il Milano Film Festival, si potranno vedere e rivedere i corti più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del Milano Film Festival, in uno spazio diverso, la stazione M2 Garibaldi, a disposizione di tutti i passeggeri ATM. Storie da farci rimanere a bocca aperta, come una dichiarazione d'amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), le sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset) e Naren Wilks (Collide-O-Scope), la comicità moraleggiante di Martin Jones e dell'uomo sull'albero Yvan Attal (At Dawning) e quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda), le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l'essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers).

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Corti in Metro, aspettando il Milano Film Festival 28 AGOSTO 2013

NO COMMENT

Arriva una bella novità per la 18esima edizione del Milano Film Festival. Prima dell’avvio della rassegna cinematografica, che partirà dal 5 al 15 settembre, i corti si potranno guardare in metro. Giovedì 29 e venerdì 30 agosto, nell’inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival: animazioni

e

avventure

straordinarie,

storie

appassionanti di paesi lontani e racconti brevi, ideali per chi ha voglia di fare un break o per chi vuole prepararsi ai 10 giorni di festival. Aspettando il Milano Film Festival, si potranno vedere e rivedere i corti più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del Milano Film Festival, in uno spazio diverso, la stazione M2 Garibaldi, a disposizione di tutti i passeggeri ATM. Storie da farci rimanere a bocca aperta, come una dichiarazione d’amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), le sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset) e Naren Wilks (Collide­O­Scope), la comicità moraleggiante di Martin Jones e dell’uomo sull’albero Yvan Attal (At Dawning) e quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda), le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l’essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers). La lista dei corti. Centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, vera e propria piazza del festival, e altri luoghi in città, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. La 18esima edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere per tracciare un percorso tra le più coraggiose cinematografie nazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime internazionali e incontri con i talenti emergenti. Programma Il programma prevede il concorso lungometraggi, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, il tradizionale concorso cortometraggi, riservato a registi under 40, la seconda parte di Italia 80, la retrospettiva dedicata al cinema italiano degli anni ottanta (tra i maggiori successi dell’edizione 2012), con proiezioni, ospiti e lezioni di cinema; la nona edizione della rassegna Colpe di Stato, che indaga il sistema di potere nel mondo, The Outsiders (che raccoglie anteprime e eventi speciali), ilFocus Animazione con la tradizionale maratona di corti al Parco Sempione, un focus dedicato al cinema che racconta l’ambiente, l’appuntamento per i più piccoli con il milano film festivalino, gli appuntamenti di musica con i concerti sul Sagrato, workshop e masterclass per professionisti e per il grande pubblico.

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Milano. Corti in Metro. Aspettando il Milano Film Festival. Dal 29 al 30 agosto - di Redazione 28 agosto 2013 0

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Quest’anno, in attesa del 18° Milano Film Festival (5­15 settembre 2013), i corti si guardano anche in metro! Giovedì 29 e venerdì 30 agosto, nell’inedita cornice della stazione metropolitana Garibaldi, saranno proiettati i cortometraggi più belli e apprezzati delle passate edizioni del festival: animazioni e avventure straordinarie, storie appassionanti di paesi lontani e racconti brevi, ideali per chi ha voglia di fare un break o per chi vuole prepararsi ai 10 giorni di festival. Aspettando il Milano Film Festival, si potranno vedere e rivedere i corti più originali, esilaranti, tristi, surreali, spiazzanti e divertenti della storia del Milano Film Festival, in uno spazio diverso, la stazione M2 Garibaldi, a disposizione di tutti i passeggeri ATM. Storie da farci rimanere a bocca aperta, come una dichiarazione d’amore sulla ruota panoramica (Anna di Ruben Pest), le sperimentazioni video di Nicolas Provost (Gravity), Jasper Elings (Sharing a Beautiful Sunset) e Naren Wilks (Collide­O­Scope), la comicità moraleggiante di Martin Jones e dell’uomo sull’albero Yvan Attal (At Dawning) e quella sorprendente di Borja Cobeaga (Un novio de mierda), le barriere linguistiche di Barnabas Toth (Vonaton), il thriller animato di Max Porter (Something Left, Something Taken), l’essenzialità del disegno di Kajsa Naess, premiato ad Annecy (Deconstruction Workers). Consulta il sito Scarica il programma Informazioni: Tel: 02 713613 Fax: 02 713613 info@milanofilmfestival.it

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VIVIMILANO.CORRIERE.IT I 28 AGOSTO 2013

I corti in Metro di Giancarlo FOTO

Grossini ‐ Ultimo aggiornamento: 28/08/2013 MAPPA

Descrizione: Un grande schermo sbarca nella metropolitana: lo allestiscono, a Porta Garibaldi, Milano Film Festival in collaborazione con Atm, per la due giorni di giovedì 29 e venerdì 30 agosto dedicata a “I corti in Metro”. Viene offerta una selezione delle opere in cortometraggio presentate nelle scorse edizioni del Festival, che è in partenza il prossimo giovedì 5 settembre. Ecco che cosa potranno vedere tutti i viaggiatori muniti di biglietti o abbonamenti per accedere ai binari della stazione M2 di Porta Garibaldi: tanti corti premiati ad Annecy, come il cesello di disegni, collage e cartoon “Deconstruction Workers” , realizzato nel 2008 da Kajsa Naess, oppure il thriller­dark curiosissimo “Something Left, Something Taken” (2010) di Max Porter e Ru Kuwahata. O, ancora, divertimento animatissimo con amori che vengono dichiarati da una ruota panoramica, in “Anna” (2008) di Ruben Pest. Le proiezioni sono non stop, dalle ore 16 alle 22. Vale la pena di fermarsi alla stazione un po' più a lungo per gustarsele.


IODONNA.IT I 29 AGOSTO 2013

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Dal 5 al 15 settembre, in varie sedi, Milano Film Festival, all’insegna del cinema indie e dei talenti emergenti. Fra le anteprime, Les rencontres d’après minuit di Yann Gonzalez e The Rocket di Kim Mordaunt. E omaggio a Sylvain George. milanofilmfestival.it

Firme GIUSI FERRÉ

JUST ME, firmato Roberto Cavalli Chianciano Terme (Si)

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29/08/13

Corti in Metro il 29 e 30 agosto a Garibaldi. In attesa del Milano Film Festival - Multimedia 5540

Mentelocale

Corti in Metro il 29 e 30 agosto a Garibaldi. In attesa del Milano Film Festival Giovedì 29 e venerdì 30 agosto, dalle 16 alle 22, la stazione della M2 Garibaldi ospita Corti in Metro. La rassegna è a cura di Milano Film Festival e l'ingresso è libero per i passeggeri ATM. Negli spazi della metropolitana si proiettano i cortometraggi più apprezzati dei passati Milano Film Festival in attesa dell'edizione 2013 in programma dal 5 al 15 settembre. Tra le opere riproposte ci sono il thriller animato di Max Porter, Something Left, Something Taken, Gravity con le sperimentazioni video di Nicolas Provost o Deconstruction Workers, di Kajsa Naess premiato al festival di Annecy. In alto, un frame tratto da Something Left, Something Taken.

milano.mentelocale.it/multimedia/foto/5540.htm

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MilanoMilano.eu I 29 AGOSTO 2013

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Rollingstone.it I 29 AGOSTO 2013


vanityfair.it I 29 AGOSTO 2013

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Gossip / Kate Mondo Andrea Middleton, Casiraghiprima e Tatiana, uscitatutto ufficiale sul «sì» dopo il parto La coppia duchessa andrà di Cambridge all'altare sabato ha dato prossimo. il via allaSecondo maratona indiscrezioni, dell'isola di sarà una Anglesey. cerimonia Ed èintima, apparsasenza in splendida eccessi eforma, lontanadopo dai flash sole 5dei settimane fotografidalla (e degli nascitainvitati) di George

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1 giorno fa | di Carlotta Garancini

Tutte le lacrime (e le gioie) del mondo Viaggiare al cinema, come è sempre stato, attraverso storie e luoghi lontani. In Laos, in Alaska, nella Sicilia più tradizionale, in Etiopia, in un Far West immaginario e persino sulla Luna: ecco dove vi porterà quest'anno il Milano Film Festival

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A volte per viaggiare (o per desiderare una meta, o per prepararsi a un'avvenutra) basta il grande schermo. Succede anche all'edizione numero 18 del Milano Film Festival che torna in città dal 5 al 15 settembre. Curato dai direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini proporrà 200 proiezioni(molte delle quali raramente visibili in sala) puntando quest'anno alle nuove produzioni e al cinema indipendente, molte anteprime e talenti emergenti.

Due come sempre i concorsi, quello per lungometraggi aperto a opere prime e seconde di registi provenienti

da ogni parte del mondo, e quello riservato ai cortometraggi dei registi under 40 (che saranno proiettati nella tradizionale maratona al Parco Sempione). Luogo chiave dell'evento sarà il Teatro Strehler insieme al Teatro dell'Arte - Triennale di Milano, allo Spazio Oberdan, alla Cascina Cuccagna e all'Auditorium San Fedele. Per chi non si accontenta di "guardare", in programma ci sono incontri con i registi e workshop, come Seize the Time,all'interno della rassegna-omaggio a Sylvain George, dove l'obiettivo sarà la realizzazione di un film collettivo sulla città. E poi ancora il festival Parklive con djset, cantautori e gruppi indie-rock, e il VerniXage che mixa al cinema l'arte contemporanea.

SFOGLIATE LA GALLERY e troverete i film che abbiamo selezionato e che vi faranno viaggiare attraverso

le mille storie del mondo.


artribune I 30 AGOSTO 2013


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Giovedì 5 Settembre 2013 > Settembre 15, 2013

© Milano Film Festival

Milano Film Festival Teatro Strehler, Teatro Studio, Parco Sempione, Teatro Dell'Arte, Cascina Cuccagna, Spazio Oberdan, Auditorium San Fedele, Ex Bazzi Via M. Pagano, via Bertani, Piazza Castello, viale Elvezia, viale Milton, viale Gladio, viale Alemagna, viale Legnano ­ Milano | mappa http://www.milanofilmfestival.it Segna in agenda

Non l'abbiamo mai nascosto: per noi il Milano Film Festival non è un festival cinematografico; e senza nulla togliere alla caciara aggregativa dell'evento, vero motivo del suo essere. La direzione artistica di Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini va tuttavia cambiando le cose. Da qualche anno MFF non sarà il festival filmico che una (auto)proclamata capitale europea meriterebbe ­ sempre ci sia il portafoglio adeguato a certe ambizioni ­, ma vanta diverse perle che ogni cinefilo dovrebbe bramare (dalle caverne di Herzog ai fantasmi di Caballero, gli ultimi 2 anni). Per il 2013 basterebbe lo sconcertante "Act of Killing", "il film più potente dell'ultima decade" ­ sempre Herzog, e con ragione; gli si aggiungono "Les Rencontres d'après minuit" di Gonzales (ex M83) con Eric Cantona, la serata performativa "Negus ­ Eco Chambers" degli Invernomuto (e Lee Scratch Perry), lo Shane Carruth di "Upstream Color" e la retrospettiva sulle 17 edizioni precedenti. Roba forte, non lo nascondiamo.

Emilio Cozzi

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Qualche idea e tanta curiosità per passare un weekend a Milano divertente, originale ed economico

Milano Film Festival: chi vuole adottare un regista? 1 settembre 2013 Autore: Ilaria Categoria: Cinema

Quest’anno il Milano Film Festival compie

diciotto anni. Inaugurazione il 5 settembre alle 18.30 al Piccolo Teatro, qui il

programma giorno per giorno.

Il Festival propone una bella iniziativa che

merita di essere conosciuta. Arriveranno a Milano migliaia di operatori e registi, il Festival dura dieci giorni e dove

dormiranno tutti, con i prezzi che Milano non si decide ad abbassare?

A casa vostra ad esempio! Infatti c’è la

possibilità di “portarsi a letto” un regista,

durante la durata della manifestazione. Se


weekendxmilano I 01 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

siete appassionati di cinema (ma non è necessario, basta avere uno spirito ospitale e la voglia di conoscere gente nuova) e

avete a disposizione una stanza o anche

solo un posto letto vi iscrivete qui,

specificando la vostra disponibilità, ed ecco che verrete messi in contatto con il vostro ospite, in cambio riceverete un

abbonamento per tutto il Festival. State pronti, poi può succedere di tutto.

Potrete diventare i protagonisti del

prossimo film del vostro ospite, oppure scoprire che la vostra casa è un’ottima

location per ambientare, magari un film

dell’orrore, oppure niente di tutto questo, ma avrete avuto la possibilità di entrare in

contatto con qualcuno che mai avrete incontrato nella vita, un’opportunità

insomma, mi sembra già abbastanza. I luoghi del Festival sono il teatro Strehler ,

sede principale del Festival, la parte esterna ospiterà Dj set ogni sera. Poi Teatro Studio, Spazio Oberdan, Auditorium San Fedele,

Cascina Cuccagna. Teatro dell’Arte, Parco

Sempione, Ex Bazzi a Lambrate. Ogni luogo ospiterà eventi e rassegne diverse, quindi organizzatevi quest’anno il Milano Film Festival darà il meglio di sé, non deludiamolo!

Per essere sempre aggiornati sugli eventi,

le trame dei film, e tutto quanto fa Milano Film Festiva seguite la pagina Facebook


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La 18esima edizione del “Milano Film Festival”

Da giovedì 5 settembre per 11 giorni spazio a cinema indipendente, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. I particolari sull'edizione 2013, diretta da Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini. Tra le novità, la campagna “Adotta un Regista”

Martedì, 3 settembre 2013 ­ 13:43:00 Giovedì 5 settembre prende il via la 18ª edizione del “Milano Film Festival”, manifestazione sostenuta dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, con il patrocinio di Expo 2015, che fino al 15 settembre porterà a Milano 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. Centro nevralgico del Festival saranno anche quest’anno il Teatro Strehler con il suo sagrato e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano ­ Teatro dell'Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. “Sosteniamo convinti questo festival che porta a Milano ogni anno un cinema che altrimenti difficilmente potremmo vedere ­ ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno ­. Ottimo cinema internazionale e indipendente, giovane e sperimentale, che spesso non raggiunge i circuiti della grande distribuzione e che invece, grazie al lavoro di ricerca e sostegno del ‘Milano Film Festival’, conquista le platee milanesi e non solo, offrendosi alla valutazione e alla riflessione di un pubblico attento e sempre più vasto. L’ultima edizione infatti ha visto oltre 100mila presenze e gli spettatori sono sempre stati in costante crescita”. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono per questa nuova edizione un festival particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Sono circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. In programma ci sono il “Concorso Lungometraggi”, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il “Concorso Cortometraggi”, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Una speciale sezione del Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l'evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”. In programma il workshop “Seize the time”, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. Raggiunge l’edizione numero nove “Colpe di Stato”, sezione che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale. Completa l’ampio programma “The Outsiders”, che affianca le sezioni competitive del festival, integrando i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Con “VerniXage”, per il terzo anno consecutivo, si prova a indagare le aree di connessione tra il sistema dell'arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest’anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell'arte cinematografica. Ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler sarà animato da dj­ set mentre al Parco Sempione ogni sera alle 18.30 andrà in scena “Parklive”, festival di concerti e dj­set. Tra le novità del 2013 grande successo ha avuto la campagna “Adotta un Regista”, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che offre un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival. Tutte le info e il programma completo sul sito www.milanofilmfestival.it.

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Mercoledi, 4 settembre 2013 - Ore 10:45

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► Raccolta rifiuti

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Ridotto impatto ambientale per Milano Film Festival

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Si preannuncia all'insegna della ecostenibilità la 18esima edizione di Milano Film Festival, la prestigiosa rassegna cinematografica internazionale che si terrà dal 5 al 15 settembre 2013 in alcuni dei luoghi più suggestivi di Milano, dal Parco Sempione al Teatro Strehler al Teatro dell'Arte. 0

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Proprio per limitare l'impatto ambientale di un manifestazione RAEcycle ­ WEEE che lo scorso anno ha registrato oltre recycling 110.000 presenze e coinvolto zone www.raecycle.it della città di grande rilievo naturale e italian WEEE take­back storico, l'organizzazione del Festival, system with over 450 in collaborazione con Novamont ed associated companies Ecozema, ha messo a punto un progetto finalizzato alla gestione completa del rifiuto prodotto Rimborso Tassa dalla consumazione di cibi e bevande: tutti i punti di ristoro Rifiuti? Altroconsumo.it/TIA utilizzeranno esclusivamente stoviglie monouso Ottieni il Rimborso sulla biodegradabili e compostabili Tassa. Scopri come con che verranno successivamente Altroconsumo conferite in appositi contenitori dedicati alla raccolta della frazione organica. La raccolta delle 7000 stoviglie e dei 30.000 bicchieri compostabili forniti da Ecozema all'organizzazione avverrà mediante 150 contenitori e sacchetti realizzati in Mater­Bi®, la bioplastica biodegradabile e compostabile di Novamont conforme allo standard europeo EN 13432 e certificata "OK Compost", che garantisce la trasformazione del prodotto in compost a fronte, ovviamente, di un corretto smaltimento in apposito impianto industriale. L'intero processo completerà quindi un circolo virtuoso: attraverso la raccolta differenziata dell'umido tutti i rifiuti prodotti durante il Festival per la consumazione di cibi e bevande potranno tornare alla terra attraverso processi di biodegradazione o compostaggio e senza il rilascio di sostanze inquinanti. "Occorre una presa di coscienza più diffusa e più consapevole circa il problema del "fine vita" di tanti prodotti di utilizzo quotidiano e, quindi, della produzione e dello smaltimento dei rifiuti. Prevenire la produzione evitabile di rifiuti alimentari o, in alternativa procedere al compostaggio per digestione aerobica di quelli non evitabili può significare un importante risparmio di risorse ambientali ed economiche. E' importante che un evento come Milano Film Festival dia un segnale così forte in direzione della responsabilità e dell'ecosostenibilità,

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decidendo di ridurre il suo impatto sull'ambiente", ha commentato Alessandro Ferlito, Direttore Commerciale di Novamont. "Ecozema è lieta di poter contribuire a questo importante evento che da diversi anni rende omaggio al Cinema. La nostra azienda è infatti sempre più impegnata nel dare un sostegno agli eventi che dimostrano un impegno attivo nella gestione sostenibile dei rifiuti. L'augurio è che la città possa apprezzare la qualità dei nostri prodotti, godendo delle giornate di cultura che la manifestazione saprà offrire; in questo modo potremo dimostrare che il connubio tra divertimento, grande pubblico e sostenibilità è possibile", ha dichiarato Armido Marana, Amministratore Delegato di Ecozema. Ecozema è una linea completa di articoli monouso biodegradabili e compostabili, in accordo alla norma EN 13432. I prodotti Ecozema sono realizzati con biopolimeri contenenti fonti rinnovabili, come Mater Bi® o Ingeo PLA, o con fibre naturali derivanti da scarti agricoli, come la polpa di cellulosa da canna da zucchero o paglia. All'interno della gamma di prodotto si possono trovare dalle posate ai bicchieri, piatti e altri accessori utili per l'organizzazione di un evento. Novamont ed Ecozema sono da anni impegnate nella promozione e diffusione delle buone pratiche finalizzate a diffondere la cultura e l'uso dei materiali compostabili ed il loro corretto smaltimento nella raccolta dei rifiuti umidi; in occasione del Milano Film Festival offriranno ai visitatori la possibilità di seguire un breve spettacolo destinato a comunicare in maniera divertente ed efficace i temi legati alla tutela dell'ambiente e alla responsabilità dei modelli di consumo e di condotta.

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Ecoismi 2013: evento internazionale di arte contemporanea Dal 2-06-2013 al 22-09-2013 RIscARTI: 1° Festival Internazionale di riciclo creativo Dal 3-09-2013 al 6-09-2013 VIII edizione Vrban Ecofestival Dal 5-09-2013 al 8-09-2013 Ad Albareto la 18ª Fiera Nazionale del Fungo Porcino Dal 6-09-2013 al 8-09-2013 SANA 2013/25° Salone Internazionale

di Marilisa Romagno

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Milano Film Festival 2013: dal 5 al 15 settembre il cinema illumina la Madonnina Scritto da: F. Colla ­ martedì 3 settembre 2013

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Nel programma dell'edizione 2013 anche una rassegna in omaggio a Sylvain George e "Colpe di stato", dedicata al cinema politico.

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edizione del Milano Film Festival, mostra cinematografica che

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avrà anche quest’anno il suo al Teatro Strehler e al Teatro Studio, ai quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi, che per undici giorni faranno da palcoscenico a una rassegna con oltre 200 titoli in concorso, oltre a musica e incontri con ospiti e registi internazionali. Anche quest’anno il MFF, sostenuto dal Comune di Milano con il patrocinio di Expo 2015, volge la sua attenzione al cinema

indipendente, scegliendo tra le più coraggiose opere internazionali, raramente visibili in sala e dirette da talenti emergenti. Si parte giovedì 5 settembre, alle 20.30 con la proiezione di Run and Jump di Steph Green, in concorso nella categoria Lungometraggi, che prevede undici film in programma (di cui 8 girati da registe). Tra i film selezionati troviamo Mirage à l’Italienne di Alessandra Celesia (domenica 8 alle 17.00), che racconta il miraggio di altre vite possibili in una Torino dissanguata dalla crisi economica, The Eternal Return of Antonis Paraskevas, della regista greca Elina Psykou,impietoso affresco sulla la televisione e la crisi greca. Inoltre Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d’Or a Cannes, che rievoca i fantasmi del collasso finanziario asiatico degli anni ’90, attraverso la storia, ambientata a Singapore, del rapporto fra una famiglia

Jack Nicholson interpreta Berlusconi in un film? ­ Guarda il video SPACE PIRATE CAPTAIN HARLOCK ­ Guarda il video


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borghese e la nuova domestica filippina. Nella categoria Cortometraggi si distinguono Fatigués d’être beaux con protagonista Denis Lavant, attore feticcio di Leos Carax (Holy Motors), Peristalsi di Enrico Iannaccone, già vincitore del David di Donatello 2013, Solecito su un progetto di Olafur Eliasson e diretto da Oscar Ruiz Navia, regista del nuovo cinema colombiano, Don’t Fear Death di Louis Hudson e molti altri ancora, selezionati tra i titoli più coraggiosi della nuova generazione di registi internazionale. Milano Film Festival inoltre rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui vengono presentati molti lavori in una rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona. Molto 0 interessante anche la rassegna Colpe di stato, giunta alla nona edizione e che si concentra Mi piace 0 Tweet 0 0 Share

sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo. Tra i film in concorso troviamo Camp 14 di Marc Wiese, viaggio negli orrori dei campi di prigionia in Corea del nord, God loves Uganda,

FOTO CORRELATE I 10 attori più pagati di Hollywood ­ foto

un’esplorazione della campagna di evangelizzazione per instillare i valori importati dall’America cristiana di destra nella cultura africana, già presentato al Sundance Film Festival, oppure Infiltrators, del palestinese Khaled Jarrar, che racconta i tentativi di creare dei varchi nel muro che separa Palestina e Israele.

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Ad affiancare le sezioni competitive del festival, troviamo The Outsiders, che, come suggerisce il nome stesso, integra i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Le proiezioni saranno arricchite anche da un ricco programma di incontri, concerti e workshop consultabile sul sito web del Festival. Annunci Google

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VENEZIA 70 ­ La rete del cinema milanese Nasce Milano Film Network per coordinare e fortificare i festival cinematografici di Milano e non solo. Presentazione alla Casa degli Autori.

Sette festival di qualità. Tutti di nicchia, certo, ma specializzati e di alto livello e ora nasce un coordinamento per rendere Milano la capitale del cinema indipendente. A Venezia, in occasione della Mostra del Cinema, è stato presentato, alla Villa degli Autori, Milano Film Network, un progetto con l'obiettivo primario, nel breve, di creare un sistema cinema all'interno della città, ossia un modello stabile di collaborazione attraverso una rete inter­organizzativa, in primis tra i festival del cinema, che consenta uno scambio innovativo di conoscenza, risorse strumentali, servizi e opportunità.

La presentazione di Milano Film Network a Venezia

Links: » Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2013

PUNTO 180 Gioco da tavolo creato e illustrato da Giacomo Doni, ispirato alla legge del '78 sulla chiusura dei manicomi.

Nel lungo periodo, come detto, il progetto punta a fare di Milano "La città del cinema indipendente" valorizzando le sue risorse attraverso una rete aperta alla partecipazione di altri soggetti.

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Ospitalità, sottotitolaggio, adeguamento tecnologico sono solo alcuni degli aspetti che la rete cercherà di rendere comuni e dunque più facilmente fruibili ed economici. ma anche il movimento delle copie, la gestione degli spazi, e

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un servizio di volontariato da rendere disponibile per gli eventi. Tra i primi appuntamenti del network il worlshop di regia con Sylvain George Seize the Time, rivolto a giovani filmaker, e una rassegna di film distribuiti proprio da MFN con sette titoli in catalogo. L'iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cariplo. 03/09/2013, 20:13

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Cinema all'ombra del Duomo: Milano Film Festival compie 18 anni Dal 5 al 15 Settembre, oltre 200 film fra rarità e anteprime

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Milano (TMNews) ­ Fra rarità, anteprime e talenti emergenti il grande cinema torna all'ombra del Duomo con il Milano Film festival, dal 5 al 15 Settembre. Un evento arrivato alla 18esima edizione, un numero importante, contemporaneamente traguardo e nuova partenza, come spiega uno dei direttori artistici Vincenzo Rossini. "Siamo sempre stati visti come festival molto giovane poco adulto da un certo punto di vista questi 18 anni dovrebbero essere visti come il momento in cui diciamo, guardate, siamo adulti". Per festeggiare è stata organizzata la rassegna "18 anni" con lavori nuovi di registi passati e chicche delle scorse edizioni. In tutto sono oltre 200 le opere fra lungometraggi, corti, animazione, sezioni speciali. 11 i film in concorso, di cui ben 8 diretti da donne, frutto dell'attenzione nella ricerca di sguardi nuovi sul mondo. Alessandro Beretta è uno dei direttori artistici. "Siamo un Festival abbastanza indipendente con un budget non molto alto, con un cinema internazionale rivolto a tutta la città. Il cinema per noi è una atto pubblico non è una cosa per professionisti e cinefili è rivolto a tutti". Un atto pubblico e sociale da condividere nei luoghi canonici del festival, dal Teatro Strehler al parco Sempione, a cui quest'anno si aggiunge la Triennale di Milano.

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Milano Film Festival dal 5 al 15 Settembre la 18esima edizione Posted on 3 settembre 2013 by peppe30

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Parte giovedì 5 settembre 2013 la 18ª edizione del Milano Film Festival, manifestazione sostenuta dal C omune di Milano con il patrocinio di Expo 2015 , che fino al 15 settembre porterà a Milano il cinema, la musica e gli incontri con ospiti e registi internazionali. La prestigiosa rassegna cinematografica internazionale si terrà in alcuni dei luoghi più suggestivi di Milano comeo il Teatro Strehler e il Teatro Studio, il Parco Sempione, la Triennale di Milano, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna e l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. Un festival quello di quest’anno particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente con anteprime e incontri dei talenti emergenti. Circa 200 sono le opere presentate da tutto il mondo. In programma ci sono il C oncorso Lungometraggi, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il C oncorso Cortometraggi, riservato a registi under 40. Una speciale sezione del Festival presenta un’ampia rassegna che rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, includendo lungometraggi, cortometraggi e un incontro con Stefano Savona e l’evento A live Th ey Cried John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”.

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Ma anche un Festival all’insegna della ecostenibilità, infatti l’organizzazione del Milano Film Festival, in collaborazione con N ovamont ed Ecoz ema, ha messo a punto un progetto finalizzato alla gestione completa dei rifiuti prodotto dalla consumazione di cibi e bevande: tutti i punti di ristoro utilizzeranno esclusivamente stoviglie monouso biodegradabili e compostabili che verranno successivamente conferite in appositi contenitori dedicati alla raccolta

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della frazione organica. Grande successo ha avuto anche la campagna A dotta un Regista, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che

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Via al "Milano Film Festival" 200 pellicole da tutto il mondo Commenti

Da 5al 15 settembre si terrà la 18esima edizione del "Milano Film Festival" che avrà anche quest’anno nel Teatro Strehler e nel Teatro Studio i propri centri nevralgici, ai quali si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano

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Milano, 3 settembre 2013 - Partirà il 5 settembre e fino al 15 del mese porterà a Milano 11 giorni dicinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. La 18esima edizione del Milano Film Festival sta per aprire i battenti e avrà anche quest’anno nel Teatro Strehler e nel Teatro Studio i propri centri nevralgici, ai quali si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano - Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. Sono circa200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono per questa nuova edizione un festival particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente: tra coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, anteprime e incontri con i talenti emergenti sono circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. In programma ci sono il ‘Concorso Lungometraggi’, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il ‘Concorso Cortometraggi’, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Una speciale sezione del Festival, inoltre, rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna. Non mancherà l’intrattenimento con dj-set che ogni sera animerà sagrato del Teatro Strehler, mentre al Parco Sempione ogni sera alle 18.30 andra’ in scena ‘Parklive’, festival di concerti e dj-set. (Fonte Agi)

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Pubblicata il 03/09/2013 alle 17:35:02 in Cultura

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Al via giovedì 5 la 18ª edizione del “Milano Film Festival”

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Milano, 3 settembre 2013 – Giovedì 5 settembre prende il via la 18ª edizione del “Milano Film Festival”, manifestazione sostenuta dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, con il patrocinio di Expo 2015, che fino al 15 settembre porterà a Milano 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. Centro nevralgico del Festival saranno anche quest’anno il Teatro Strehler con il suo sagrato e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di


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Milano ­ Teatro dell'Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. “ Sosteniamo convinti questo festival che porta a Milano ogni anno un cinema che altrimenti difficilmente potremmo vedere ­ ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno ­. Ottimo cinema internazionale e indipendente, giovane e sperimentale, che spesso non raggiunge i circuiti della grande distribuzione e che invece, grazie al lavoro di ricerca e sostegno del ‘Milano Film Festival’, conquista le platee milanesi e non solo, offrendosi alla valutazione e alla riflessione di un pubblico attento e sempre più vasto. L’ultima edizione infatti ha visto oltre 100mila presenze e gli spettatori sono sempre stati in costante crescita”. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono per questa nuova edizione un festival particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Sono circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. In programma ci sono il “Concorso Lungometraggi”, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il “Concorso Cortometraggi”, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Una speciale sezione del Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l'evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”. In programma il workshop “Seize the time”, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. Raggiunge l’edizione numero nove “Colpe di Stato”, sezione che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale. Completa l’ampio programma “The Outsiders”, che affianca le sezioni competitive del festival, integrando i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Con “VerniXage”, per il terzo anno consecutivo, si prova a indagare le aree di connessione tra il sistema dell'arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest’anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità


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di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell'arte cinematografica. Ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler sarà animato da dj­ set mentre al Parco Sempione ogni sera alle 18.30 andrà in scena “Parklive”, festival di concerti e dj­set. Tra le novità del 2013 grande successo ha avuto la campagna “Adotta un Regista”, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che offre un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival. Tutte le info e il programma completo sul sito www.milanofilmfestival.it. Info info@milanofilmfestival.it tel/fax +39 02 713613 Redazione Stampa notizia Articoli più letti

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Milano ­ Si preparano giornate davvero avvincenti e ricche di emozioni che saranno apprezzate soprattutto dagli appassionati di cinema che potranno vedere da vicino a Milano la presenza di diverse star italiane e internazionali. Giovedì 5 settembre, infatti, prende il via la 18ª

edizione del “Milano Film Festival”, manifestazione sostenuta dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, con il patrocinio di Expo 2015, che fino al 15 settembre porterà a Milano 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. Centro nevralgico del Festival saranno anche quest’anno il Teatro Strehler con il suo sagrato e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano ­ Teatro dell'Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono per questa nuova edizione un festival particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Sono circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. In programma ci sono il “Concorso Lungometraggi”, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il “Concorso Cortometraggi”, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Una speciale sezione del Festival si propone poi l'obiettivo di rendere omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l'evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”. Da segnalare tra gli eventi in programma il workshop "Seize the time”, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. Tra le novità del 2013 grande successo ha avuto la campagna “Adotta un Regista”, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che offre un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival. Per chi volesse comunque ricevere maggiori informazioni sugli eventi in programma può visitare il sito www.milanofilmfestival.it

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Mostrali tutti LIBRI E GUIDE Londra controcorrente Londra controcorrente Passato e presente sulle rive del Tamigi di Graziella Martina, Magenes, pagine 660, Euro 18,00.

Scoprire Parigi in Metro Scoprire Parigi in Metro Da un'idea di Fabienne Kriegel; testi di Anne­Claire Ruel, Auriélie Clair, Catherine Taret Gremese edizioni, pagine 386, Euro 19,50.

Mostrali tutti

Dal 4 al 21 settembre Milano e Torino diventano un unico grande palcoscenico con il Festival MITO. Dopo l’inaugurazione al Teatro alla Scala il 4 settembre prende il via un fitto programma che prevede 209 appuntamenti, di cui 95 a ingresso gratuito e 114 con biglietteria a prezzi popolari, in 99 diversi spazi: sale da concerto, auditorium, chiese, piazze, cortili, musei, palazzi. 183 concerti, di cui 85 di musica classica, 31 di musica contemporanea, 28 di musica popolare, world music, jazz, pop, rock, e canzone d’autore, 8 di crossover, elettronica e dj set e 28 concerti­spettacolo per bambini e ragazzi. Tornano anche le rassegne off. "MITOFringe" propone due settimane di appuntamenti musicali gratuiti nelle nove zone della nostra città. Il 5 settembre parte anche la 18ª edizione di Milano Film Festival, che presenta circa 200 opere per tracciare un percorso tra le più coraggiose cinematografie nazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime internazionali e incontri con i talenti emergenti. Centro nevralgico saranno il Teatro Strehler e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, il Teatro dell'Arte ­ Triennale di Milano, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna e l’Auditorium San Fedele, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali, fino al 15 settembre. (03/09/2013)

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Notizia scritta il 03/09/13 alle 15:18. Ultimo aggiornamento: 03/09/13 alle: 15:18 ULTIME NEWS

MILANO FILM FESTIVAL 2013

Milano Film Festival diventa maggiorenne! Dal 5 al 15 settembre si svolge infatti la 18esima edizione

COMUNICATI E APPUNTAMENTI

di questa manifestazione che ha tantissime sezioni tutte estremamente interessanti. Ce ne parla Vincenzo Rossini che e’, insieme a Alessandro Beretta, direttore artistico del festival ( VincenzoRossini­MilanoFilmFestival2013 )

PAROLE CHIAVE

Per altre informazioni si puo’ consultare il sito di Milano Film Festival Condividi:

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MILANO FILM FESTIVAL open platform for international cinema Milano, 5-15 settembre 2013

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La 18° edizione di Milano Film Festival si terrà quest’anno dal 5 al 15 settembre 2013. Centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo Spazio

architettura

cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali.

District Brera Design District chic

Nuova edizione

concerti concerto Design Week djset Elita Farm Cultural

Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi, che si animeranno per 11 giorni di

La diciottesima edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti.

I partner del 2013 Il festival è sostenuto dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, e ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015. Tra i partner, confermano ancora una volta la partecipazione, dimostrandosi così partner fedeli, il Gruppo CAP e Aperol Spritz, dando un segnale importante in un anno che

tutti sappiamo non facile per quanto riguarda gli investimenti culturali. Così come hanno fatto molti nuovi partner

di prestigio, tra cui Alce Nero, MM Metropolitana Milanese e Vodafone. A questi si aggiunge Banca Prossima, special project partner del festival, con il progetto Are you series?. Tra i media partner della 18° edizione anche Sky Arte HD e MYmovies.it, che dal 6 al 15 Settembre, trasmetterà ogni sera alle ore 21:30 gratuitamente una selezione dei lungometraggi del festival.

Programma: film in concorso Il programma prevede il consueto CONCORSO LUNGOMETRAGGI, aperto solo a opere prime e seconde di

registi provenienti da ogni parte del mondo, e il tradizionale CONCORSO CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli.

arte Berlino Brera Design

cinema design

fashion festival film fotografia Fuorisalone

Park

installazioni jazz LE CANNIBALE

Milano moda mostre

musica natale new york party photo Public Design Festival

Santeria

Selton

Spazio Concept street Superstudio Più

Triennale

Tunnel Ugo La Pietra

Underground vernissage

Vinili

vintage workshop zona Tortona SEGUICI SU:

Degli 11 LUNGOMETRAGGI in programma, 8 sono girati da registe donne. Tra i film selezionati, Mirage à l’Italienne di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia, racconta il miraggio di altre vite possibili

in una Torino dissanguata dalla crisi economica; The Eternal Return of Antonis Paraskevas, della regista greca

Elina Psykou, Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012, un film impietoso e non consolatorio, che tira in ballo la televisione e la crisi greca, “girato addosso” a un sorprendente Christos Stergioglou, “non più giovane” attore

emergente del cinema greco; Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d’Or a Cannes, che rievoca i fantasmi del collasso finanziario asiatico degli anni ’90, attraverso la storia, ambientata a Singapore, del rapporto fra una famiglia borghese e la nuova domestica filippina.

Fra i CORTOMETRAGGI in programma, si distinguono Fatigués d’être beaux con protagonista Denis Lavant,

TRIENNALE DESIGN MUSEUM


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fantastico attore feticcio di Leos Carax (Holy Motors); Peristalsi di Enrico Iannaccone, originale opera del vincitore del David di Donatello 2013, che sarà presente al festival; Solecito su un progetto di Olafur Eliasson e

diretto da Oscar Ruiz Navia, regista del nuovo cinema colombiano, presente nel Concorso Lungometraggi del Milano Film Festival nel 2009 e in Concorso alla Quinzaine 2013; Don’t Fear Death di Louis Hudson, world

première del Concorso Cortometraggi alla presenza del regista, che terrà anche un workshop sull’animazione;

La lampe au beurre de yak di Hu Wei, giovane regista cinese che sarà a Milano per la presentazione, corto coprodotto in Francia, in concorso alla Semaine; L’aurore boréale di Keren Ben Rafael, divertente commedia del

miglior cinema francese corto contemporaneo, con Hippolyte Girardot e la figlia Ana; Chigger Ale (here come the problems) di Fanta Ananas, film bizzarro e curioso direttamente dalla new wave etiope, dove molti giovani

cineasti si stanno mettendo in gioco.

SANTERIA MILANO

L’omaggio a Sylvain George Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l’evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”.

Nel corso del festival è inoltre previsto il workshop Seize the time, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di

cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. La sensibilità di Sylvain George e la sua capacità di individuare nei dettagli i grandi movimenti della storia si

tradurranno in una serie di preziosi suggerimenti allo sguardo, in una guida all’articolazione discorsiva delle immagini, sia essa narrativa o saggistica, e a un puntuale e serrato confronto sulle pratiche realizzative.

ELITA

L’omaggio è curato da Paola Piacenza.

Colpe di Stato Nona edizione della rassegna che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale, come in Camp 14 di Marc Wiese, viaggio negli orrori dei campi di prigionia in Corea del nord; God loves Uganda, un’esplorazione della campagna di evangelizzazione per instillare i valori importati dall’America cristiana di destra nella cultura africana, tragica operazione di colonialismo culturale, presentato al Sundance Film Festival; Infiltrators, del palestinese Khaled Jarrar, che racconta i tentativi di creare dei varchi nel muro che separa Palestina e Israele; Sur le rivage du monde del quebecchese Sylvain L’Espérance, dove i 4 protagonisti, nonostante la delusione

derivata dal fallimento dei diversi tentativi di raggiungere l’Europa, non smettono di crederci; The act of killing di Joshua Oppenheimer, che ci riporta agli anni Sessanta, quando gli squadroni della morte indonesiani uccidono mezzo milione di oppositori, documentario sconcertante fra realtà e finzione dove gli assassini rimettono in scena i loro crimini per le telecamere, in una specie di sogno spaventoso che mescola storia, vanità e senso di

NHOW BERLIN

colpa; Dirty Wars di Rick Rowley, un reporter americano e il suo viaggio nel cuore di tenebra, un’inchiesta giornalistica in forma di film sull’uso dei droni, che inchioda la politica estera dell’amministrazione Obama, un tema scomodo che nessuno dei nostri media ha mai sfiorato; Inequality for All di Jacob Kornbluth, che illustra la

tesi di Robert Reich, ex segretario del lavoro per Bill Clinton, che vede nella classe media il più grave tra i danni collaterali del capitalismo americano; Les Chebabs de Yarmouk di Axel Salvatori-Sinz, che filma il campo profughi dove vive la più grande comunità palestinese in Siria e i “chebabs”, giovani, con aspirazioni comuni a quelle di tutti i loro coetanei, in quella fase della vita in cui ogni decisione ha il potere di determinare il destino; infine la magia di un dialogo impossibile, a distanza, attraverso lo specchio della camera di Andy Wolff in The Captain and His Pirate, dove la comunicazione tra il leader dei pirati e il comandante della nave sequestrata al largo delle coste somale è a dir poco sconcertante: sono nemici, sono su fronti opposti, che cosa li divide?

DESIGN ME

Sezioni Parallele

Completa l’ampio programma la sezione The Outsiders, che affianca le sezioni competitive del festival, integrando i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Fra gli altri

Closed Curtain di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi, film sull’allontanamento forzato del regista iraniano dai set cinematografici; Gore Vidal, the United States of amnesia di Nicholas Wrathall, che ha al centro uno dei grandi

outsiders del Novecento americano, che ha vissuto su di sé il paradosso di essere vicino al potere e alla casta dominante, tanto da poter descrivere vizi e virtù della società americana; Le donne della Vucciria di Hiam Abbas;

A Band Called Death di Jeff Howlett e Mark Covino, riscoperta e rilettura a distanza, da parte dei figli, della musica di assoluta avanguardia dei genitori, a suo tempo incompresa e forse per questo abbandonata; Museum

TUNNEL CLUB

Hours, film europeissimo dell’americano Jem Cohen, dove convergono i temi della distanza culturale e di quella storica, l’arte come terapia contro l’alienazione.

Fra gli Eventi speciali, The Rocket diretto da Kim Mordaunt, Best Narrative Feature Film al Tribeca Film Festival, un racconto di iniziazione costruito con grazia che si immerge con grande rispetto nello straordinario paesaggio laotiano, presentato in collaborazione con il Gruppo CAP; il classico anni ‘80 Labyrinth di Jim Henson, proposto in una proiezione multisensoriale organizzata in collaborazione con LUSH e Gorilla Perfume; l’anteprima di

Teen Beach Movie di Jeffrey Hornaday, in collaborazione con The Walt Disney Company; Faro, secondo lungometraggio di Fredrik Edfeldt che mescola i ritmi tesi del noir alla leggerezza con cui delinea il percorso di maturazione di un padre nel rapporto con l’amatissima figlia, evento speciale in collaborazione con VisitSweden; Diego Star di Frédérick Pelletier, sul tema dei migranti lavoratori, in collaborazione con Naga; Necesitas algo, nena? di Laura Chiossone che affianca un incontro sul tema dei desaparecidos, organizzato

SPAZIO CONCEPT

con Amnesty International e 24Marzo; e infine la proiezione dei corti di diploma della Milano Scuola di Cinema e Televisione.

VerniXage, per il terzo anno consecutivo, prova a indagare le aree interstiziali tra il sistema dell’arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest’anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di

applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell’arte cinematografica. João Laia, autore e ricercatore

portoghese, presenta Now Showing: Austerity Measures, che disegna un tracciato inedito riassemblando, attraverso la tecnica del found footage spezzoni e trailer di tutti i film che sino a oggi hanno parlato di crisi

economica. Luca Trevisani presenta Frozen Flames, lo studio della sua prima opera cinematografica in via di definizione. I flussi dell’acqua e i suoi passaggi di stato, il suo parallelo con l’animo umano e i suoi inevitabili sviluppi, serpenti albini, droni e luoghi estremi, sono tra i protagonisti della trama. Invernomuto conferma il proprio interesse nell’accostare realtà, livelli e culture eterogenee, tecniche espressive e linguaggi come

ROCK.IT


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cinema, musica, performance, con Negus – Echoes Chamber, uno spettacolo inedito realizzato in esclusiva per gli spazi del Piccolo Teatro Studio, che mette insieme materiale filmico girato tra Italia ed Etiopia e che tra i protagonisti vede Lee Perry (padre del dub jamaicano), un Sound System artigianale di quasi cinque metri, un giradischi e la totale immersione del pubblico nello spazio scenico.

Anche quest’anno torna il Focus Animazione, con la tradizionale maratona di cortometraggi al Parco Sempione e il workshop PAPER IN MOTION con Louis Hudson, organizzato in collaborazione con Moleskine. Si riconferma l’appuntamento con il milano film festivalino, con proiezioni e laboratori per i più piccoli in Cascina Cuccagna. La musica del Festival Milano Film Festival conferma l’attenzione alla musica con i dj-set che animano ogni sera il Sagrato del Teatro

CIRCOLO MAGNOLIA

Strehler e con PARKLIVE, un festival di concerti e dj-set in programma ogni sera alle 18.30 al Parco Sempion (realizzato grazie al sostegno di Jack Daniel’s e curato da I Distratti). Tra gli eventi musicali, anche il Milano Film Festival BLOCK PARTY powered by Elita Overture, una serata di musica organizzata nei suggestivi spazi

industriali dell’Area Ex Bazzi. Tra i partner della 18° edizione anche Spotify, che ospita le colonne sonore dei film, le playlist votate dal pubblico e i brani degli artisti di PARKLIVE. Un Festival più sostenibile e la campagna Adotta un Regista

Tra le novità del 2013 è da segnalare la collaborazione con Novamont ed Ecozema, sviluppata per limitare l’impatto ambientale del festival: tutti i punti di ristoro utilizzeranno infatti stoviglie monouso biodegradabili e

compostabili, che verranno conferite in contenitori dedicati alla raccolta della frazione organica. Grande successo per la campagna Adotta un Regista, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che

TEATRO ELFO PUCCINI

offre un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival.

L’appuntamento è dal 5 al 15 settembre 2013; per tutti gli aggiornamenti è sempre consultabile il sito www.milanofilmfestival.it Milano Film Festival è una produzione esterni, un’impresa culturale che dal 1995 progetta spazi pubblici,

disegna servizi per piccole e grandi comunità, promuove e realizza eventi di aggregazione, sviluppa campagne di comunicazione necessaria e partecipata. Lavora con enti pubblici e privati in Italia e all’estero, condividendo competenze, progetti e risorse.

Milano Film Festival fa parte di Milano Film Network (MFN), un nuovo progetto realizzato grazie al contributo di

Fondazione Cariplo che mette in rete 7 festival milanesi, per offrire una proposta culturale lungo tutto l’anno e alcuni servizi per chi si occupa di cinema. Ne fanno parte il Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest.

FARM CULTURAL PARK

Informazioni

Autore: Noemi Gadaleta cofondatrice dello studio creativo Red-made, si occupa trasversalmente di competenze che si incrociano e si fondono nell’esperienza del comunicare.

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Cinema: torna il Milano Film Festival 3 settembre 2013

Edizione numero diciotto per il Milano Film Festival, che indaga con uno sguardo laterale il cinema indipendente e di ricerca. Si parte giovedì 5 settembre: con Sky Arte HD partner della rassegna Ormai è diventato grande: spegne diciotto candeline il Milano Film Festival, che dal 5 al 15 settembre torna ad animare il capoluogo lombardo. Una rassegna di frontiera, perché guarda al cinema che nasce e cresce oltre i circuiti mainstream, scovando giovani talenti e mostrando visioni non convenzionali. Una kermesse “impegnata”? Sì, nel senso più nobile e intrigante del termine, quindi libero da preconcetti ideologici. Perché il filo conduttore dei cinquantuno corti e degli undici lungometraggi in concorso è quello del coraggio. Il coraggio di indagare, scoprire, svelare e raccontare storie anche scomode. E non è un caso allora se la short-list delle opere che si contende la vittoria finale contempla così tanti docu-film. Promette intensità il No Man’s Land della giovanissima portoghese Salomé Lamas, che mette alla sbarra i mercenari che hanno insanguinato Angola e Mozambico; una garanzia di qualità, certificata dalla conquista del Caméra d’Or all’ultimo Festival di Cannes, l’Ilo Ilo di Anthony Chen, dramma di una “crisi prima della crisi”. Ambientato nel 1997, ai tempi del collasso finanziario di Singapore. La propensione del festival per i temi di attualità si fa ancora più esplicita con la sezione Colpe di

Stato , realizzata in collaborazione con il magazine di approfondimento politico Internazionale . E grazie al focus dedicato a Sylvain George, regista militante ospite della città per l’intera durata del festival; oggetto di un’ampia retrospettiva sul proprio lavoro e protagonista di un workshop per giovani creativi, che porterà alla nascita di un corto a più mani dedicato a Milano. Il Teatro Strehler, cuore pulsante dell’evento e la Triennale, Parco Sempione e Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e lo Spazio Oberdan. Sono diverse le location, sparse per la città, chiamate ad accogliere proiezioni e incontri, workshop e dibattiti, concerti ed eventi speciali. Una lunga festa dedicata al cinema. Documentata e raccontata da Sky Arte HD, partner della rassegna.

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Angola, Anthony Chen, Cannes, Milano Film Festival, Mozambico, Salomé Lamas, Sylvain George, Teatro Strehler

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Parte il Milano Film Festival, dieci giorni di cinema sempre più internazionale Al via la 18° edizione di Milano Film Festival, in programma nella metropoli dal 5 al 15 settembre. Centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. La diciottesima edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Il festival è sostenuto dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, e ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015. Tra i partner, confermano ancora una volta la partecipazione, dimostrandosi così partner fedeli, il Gruppo CAP e Aperol Spritz, dando un segnale importante in un anno che tutti sappiamo non facile per quanto riguarda gli investimenti culturali. Così come hanno fatto molti nuovi partner di prestigio, tra cui Alce Nero, MM Metropolitana Milanese e Vodafone. A questi si aggiunge Banca Prossima, special project partner del festival, con il progetto Are you series?. Tra i media partner della 18° edizione anche Sky Arte HD e MYmovies.it, che dal 6 al 15 Settembre, trasmetterà ogni sera alle ore 21:30 gratuitamente una selezione dei lungometraggi del festival. Il programma prevede il consueto CONCORSO LUNGOMETRAGGI, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il tradizionale CONCORSO CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Degli 11 LUNGOMETRAGGI in programma, 8 sono girati da registe donne. Tra i film selezionati, Mirage à l’Italienne di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia, racconta il miraggio di altre vite possibili in una Torino dissanguata dalla crisi economica; The Eternal Return of Antonis Paraskevas, della regista greca Elina Psykou, Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012, un film impietoso e non consolatorio, che tira in ballo la televisione e la crisi greca, “girato addosso” a un sorprendente Christos Stergioglou, “non più giovane” attore emergente del cinema greco; Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d’Or a Cannes, che rievoca i fantasmi del collasso finanziario asiatico degli anni ’90, attraverso la storia, ambientata a Singapore, del rapporto fra una famiglia borghese e la nuova domestica filippina. Fra i CORTOMETRAGGI in programma, si distinguono Fatigués d’être beaux con protagonista Denis Lavant, fantastico attore feticcio di Leos Carax (Holy Motors); Peristalsi di Enrico Iannaccone, originale opera del vincitore del David di Donatello 2013, che sarà presente al festival; Solecito su un progetto di Olafur Eliasson e diretto da Oscar Ruiz Navia, regista del nuovo cinema colombiano, presente nel Concorso Lungometraggi del Milano Film Festival nel 2009 e in Concorso alla Quinzaine 2013; Don’t Fear Death di Louis Hudson, world première del Concorso Cortometraggi alla presenza del regista, che terrà anche un workshop sull’animazione; La lampe au beurre de yak di Hu Wei, giovane regista cinese che sarà a Milano per la presentazione, corto co­prodotto in Francia, in concorso alla Semaine; L’aurore boréale di Keren Ben Rafael, divertente commedia del miglior cinema francese corto contemporaneo, con Hippolyte Girardot e la figlia Ana; Chigger Ale (here come the problems) di Fanta Ananas, film bizzarro e curioso direttamente dalla new wave etiope, dove molti giovani cineasti si stanno mettendo in gioco. Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l’evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”. Nel corso del festival è inoltre previsto il workshop Seize the time, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. La sensibilità di Sylvain George e la sua capacità di individuare nei dettagli i grandi movimenti della storia si tradurranno in una serie di preziosi suggerimenti allo sguardo, in una guida all’articolazione discorsiva delle immagini, sia essa narrativa o saggistica, e a un puntuale e serrato confronto sulle pratiche realizzative. L’omaggio è curato da Paola Piacenza. Anche quest’anno ci sarà la rassegna Colpe di Stato. Nella sua nona edizione la rassegna si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale, come in Camp 14 di Marc Wiese, viaggio negli orrori dei campi di prigionia in Corea del nord; God loves Uganda, un’esplorazione della campagna di evangelizzazione per instillare i valori importati dall’America cristiana di destra nella cultura africana, tragica operazione di colonialismo culturale,

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Vodafone sponsor ufficiale del Milano Film Festival 2013. Proiezioni al via il prossimo 5 settembre

Mondo Vodafone » Eventi

Vodafone è sponsor del Festiv... Vodafone promuove la cultura e l'arte na...

di MarcelloBaio | 03/09/2013 17:16

A Milano dal 5 al 15 settembre 2013 si terrà la 18° edizione del Milano Film Festival. Come descritto nella conferenza stampa di lancio organizzata oggi a Palazzo Reale, il centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. La diciottesima edizione del festival prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano una manifestazione attenta alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Il festival è sostenuto dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, e ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015. Vodafone è partner ufficiale della manifestazione e per l’occasione allestirà uno stand all’interno del Parco Sempione, vicino a uno dei luoghi in cui avverranno le proiezioni, accanto all’infopoint/biglietteria. Per tutto il periodo del festival, dal 5 al 15 settembre (dalle 18 alle 24 e nel week end dalle 12.00 alle 24) tutti coloro che si recheranno allo stand potranno partecipare al concorso Vinci un tablet al giorno al Milano Film Festival portando il proprio numero in Vodafone o attivando una nuova SIM Vodafone e beneficiando in questo modo anche di una promozione dedicata all’evento che prevede in regalo la SIM ricaricabile con anche il primo mese di tariffa incluso. Tutti coloro che parteciperanno al concorso riceveranno una cartolina con una biro (in regalo), potranno compilare la cartolina e imbucarla per l’estrazione finale, con in palio un totale di 16 tablet Vodafone Smart Tab II. Il programma del festival prevede il consueto Concorso Lungometraggi, aperto solo a opere prime e seconde di registi News scelte per te provenienti da ogni parte del mondo, e il tradizionale Concorso Cortometraggi, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli.

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evento da non perdere Il Milano Film Festival conferma inoltre la sua tradizionale attenzione alla musica con i dj­set che animeranno ogni l'operazione,pe... sera il Sagrato del Teatro Strehler e con PARKLIVE, un festival di concerti in programma ogni sera alle 18.30 al Continua Continua Parco Sempione (realizzato grazie al sostegno di Jack Daniel’s e curato da I Distratti). Tra gli eventi musicali, anche il Milano Film Festival Block Party powered by Elita Overture, una serata di musica organizzata nei suggestivi spazi Vodafone promo industriali dell’Area Ex Bazzi.

Come si fa a navigare illimitatamente in tutta Europa? Lo dice Pino nel nuovo spot Vodafone

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Milano Film Festival sostenibile con Novamont e Ecozema Martedì, 3 Settembre 2013 | Sviluppo Sostenibile

Per limitare l’impatto ambientale di un manifestazione che lo scorso anno ha registrato oltre 110.000 presenze, l’organizzazione ha messo a punto un progetto finalizzato alla gestione del rifiuto prodotto dalla consumazione di cibi e bevande Si preannuncia all’insegna della ecostenibilità la 18esima edizione Film Festival, la diMilano prestigiosa rassegna cinematografica internazionale che si terrà dal 5 al 15 settembre 2013 in alcuni dei luoghi più suggestivi di Milano, dal Parco Sempione al Teatro Strehler al Teatro dell’Arte. Proprio per limitare l’impatto ambientale di un manifestazione che Milano Film Festival sostenibile con Novamont e Ecozema lo scorso anno ha registrato oltre 110.000 presenze e coinvolto zone della città di grande rilievo naturale e storico, l’organizzazione del Festival, in collaborazione con Novamont edEcozema, ha messo a punto un progetto finalizzato alla gestione completa del rifiuto prodotto dalla consumazione di cibi e bevande: tutti i punti di ristoro utilizzeranno esclusivamente stoviglie monouso biodegradabili e compostabili che verranno successivamente conferite in appositi contenitori dedicati alla raccolta della frazione organica. La raccolta delle 7.000 stoviglie e dei 30.000 bicchieri compostabili forniti da Ecozema all’org...

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Cascina Cuccagna, Milano: il 6 agosto maratona di cortometraggi d'animazione dimensione font Vota questo articolo

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Martedì 6 agosto dalle ore 21​.30​ Cascina Cuccagna ospita una maratona di cortometraggi d’animazione selezionati dalle passate edizioni del Milano Film Festival: quasi 3 ore di programma no­stop per adulti e bambini a ingresso libero. In attesa del 18° Milano Film Festival (in programma dal 5­15 settembre 2013), Cascina Cuccagna, sede ormai tradizionale anche del milano film festivalino, l’evento del festival dedicato ai più piccoli (con proiezioni, incontri e laboratori), offre l’occasione di una serata di cinema fuori dalle sale, in un clima estivo e conviviale. Fra i numerosi corti selezionati per la maratona, storie tutte da ridere (come All Consuming Love (Man in a Cat) di Louis Hudson, Please Say Something di David OReilly, Solos di David Cobo, Grocery Store Wars di Louis Fox, Tate Hausman e Jonah Sachs, Thé noir di Serge Elissalde), storie d’amore un po’ speciali (come John and Karen di Mattew Walker, The Journey di James Caddick, Please Say Something di David OReilly), minithriller da lasciare con il fiato sospeso (Something Left, Something Taken di Max Porter e Ru Kuwahata, Bodega Bay School di Tobias Anderson), supereroi di nuova generazione (The Burning Haus di Nils Knoblich), viaggi fantascientifici in paesi lontani (Il pianeta perfetto di Astutillo Smeriglia). Durante la serata, sarà anche possibile acquistare l'abbonamento al festival che quest'anno, oltre a 11 giorni di proiezioni, eventi e concerti, offre numerose convenzioni e agevolazioni in diversi luoghi d'arte e cultura della città, consentendo di fruire – a costi ridotti ­ delle proposte culturali milanesi per tutta l’estate e fino alla fine del 2013 (tutti i dettagli e le convenzioni, su www.milanofilmfestival.it). Per l’abbonamento al Milano Film Festival: http://www.milanofilmfestival.it/abbonamenti2013.php Tweet Like

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www.fattitaliani.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=1391:cascina-cuccagna-milano-il-6-agosto-maratona-di-cortometraggi-danimazione&Itemid…

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Artribune I 04 SETTEMBRE 2013

09/09/13

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Da 20mila (euro) allo zero assoluto. E senza nemmeno la NEWSLETTER grazia di un perché: stoccata al MiBAC a margine della presentazione del Milano Film Festival, che compie diciotto anni ma perde inspiegabilmente il pur minimo sostegno dello Stato nome email

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Scritto da Francesco Sala | martedì, 3 settembre 2013 · Lascia un commento

SONDAGGIO Qual è l'artista italiano contemporaneo più sottovalutato? Gastone Novelli Giuseppe Chiari Pinot Gallizio Pietro Consagra Domenico Gnoli Mario Schifano Emilio Isgrò Giosetta Fioroni Vincenzo Agnetti Tano Festa Vota

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La presentazione del Milano Film Festival 2013

Hanno cominciato con cinquemila. Poi passati ad ottomila. Cresciuti, un anno fa, fino alla non esorbitante ma determinante somma di ventimila euro. Iniezione corroborante per le casse di un evento cinematografico che non vanta il pedigree di Venezia o gli sponsor di Roma, ma si arrabatta per sondare la scena indipendente, meglio se giovane. Puntura a margine della presentazione del Milano Film Festival, al via giovedì 5 settembre con la sua diciottesima edizione: una kermesse che diventa grande e quindi, ironia della sorte, perde il sostegno di quello che sembrava essere un affezionato padrino. Lo Stato, ovviamente. “Abbiamo saputo solo a metà agosto che il contributo del MiBAC ci è stato negato” spiega Beniamino Saibene di esterni, impresa culturale che produce la rassegna. “Non credo ci fosse dovuto alcunché, se non un comunicazione più tempestiva: rinunciare in corso d’opera a una cifra del genere ci taglia le gambe”. E invece nemmeno il becco di un quattrino. E nemmeno una spiegazione. Perché, incalza Saibene, “trovare qualcuno che ti risponda in un Ministero, ad agosto, è un’impresa”. Levato il sassolino dalla scarpa si scaldano i motori per un’edizione che porta in concorso cinquantun corti e undici lungometraggi. Di questi ultimi otto sono diretti da donne: e non in omaggio a chissà quale strategia scelta a tavolino, tra quote rosa ed esibite parità. Sono la qualità e il coraggio dei lavori a parlare, come nel caso della giovanissima portoghese Salomé Lamas, classe 1989: in concorso con un documentario che testimonia la brutalità dei mercenari nelle guerre civili che hanno infiammato le ex­colonie di Angola e Mozambico. Lo schermo di riferimento resta, come di consueto, quello del Teatro Stehler; ma è l’intera città – da Parco Sempione all’Auditorium San Fedele – ad animarsi di eventi e proiezioni, incontri, dibattiti e appuntamenti extra­cinema. Che spaziano dai concerti

www.artribune.com/2013/09/da-20mila-euro-allo-zero-assoluto-e-senza-nemmeno-la-grazia-di-un-perche-stoccata-al-mibac-a-margine-della-presentazion…

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Atpdiary I 04 SETTEMBRE 2013 i 1/4 PAGINE

VERNIXAGE ✍ MILANO FILM FESTIVAL 2013

MILANO FILM

F ESTI VA ,

P A RCO SEM P I ON E

Inaugura domani, 5 settembre, la 18° edizione del Milano film pappagallo – così come le motivazioni che lo giustificano: “…il testardo, ripetitivo e ridondante. .. Allora persistiamo e cantiamo, cinema è un atto pubblico, il cinema è un atto pubblico, il cinema è

festival. L’immagina guida mi sta molto simpatica – un pappagallo gode di una fama ambigua: è un animale facciamo sempre quel verso, ripetitivo ma necessario: ‘Il un atto pubblico…’. Felici, come pappagalli.”

La 18° edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Vastissimo il programma LINK Tra i tanti appuntamenti ATPdiary ha messo a fuoco quello curato da Davide Giannella, verniXage, giunto al suo terzo anno. La sezione indaga le aree interstiziali tra il sistema dell’arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest’anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell’arte cinematografica.


Atpdiary I 04 SETTEMBRE 2013 i 2/4 PAGINE

NOW

SH OW I N G :

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/

AA.VV.

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UK

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2012

MFF,

MILANO

Alcune domande a Davide Giannella ATP: Anche quest’anno ti cimenti nella terza edizione di VerniXage, rassegna che indaga le aree interstiziali che si creano e si posso creare tra il sistema dell’arte contemporanea e quello del cinema. Cosa ha di particolare questa edizione rispetto a quelle precedenti? Davide Giannella: Rispetto alle edizioni precedenti una differenza radicale l’ho riscontrata soprattuto in fase di pianificazione e selezione degli autori e dei loro lavori. Come tutti gli attori del sistema culturale italiano anche il Milano Film Festival e di conseguenza verniXage, si è dovuto confrontare con la possibilità di utilizzare budget piuttosto risicati. Più che un restringimento, è stato un cambio di prospettiva. Credo sia stato utile per innescare un processo di selezione più accurato e sia stato anche un ottima spinta a sviluppare una collaborazione più attenta ed efficace, assieme a un dialogo più diretto, con gli autori coinvolti. Trovo questo aspetto fondamentale, perché mi è sembrata una crescita da parte di una struttura ampia e articolata come quella di un festival di cinema, che spesso rischia di inglobare al suo interno troppe tematiche e di disperdere quindi contenuti e relazioni con gli artisti, soprattutto nel caso di sezioni più sperimentali come verniXage. ATP: Quali autori presenterai e con che opere? D.G.: Joao Laia e Andrey Shental presentano ‘Now Showing: Austerity Measures’. Viene investigata la nozione di austerità come uno strumento creativo per la sperimentazione visiva e le analisi sociali. Il progetto è costruito secondo il found footagedi diversi film che, accorpati in un unico programma, criticano l’estetica immacolata della cultura mainstream con particolare sottigliezza; possono essere quindi letti come una parodia della recessione estetica delle nuove misure conservative, tanto quanto, una critica alla precedente politica liberale che ha stimolato un consumismo sfrenato e che ha portato alla situazione attuale. Luca Trevisani, con ‘Frozen Flames’, si concentra invece sul tema dell’acqua e dei suoi passaggi di stato. Li rende protagonisti del film stesso. L’acqua ci mostra come stanno le cose, che niente è stabile, che il flusso del tempo e il logorio degli eventi ci forza ad aprirci al mondo. È una serie infinita di forme, relazioni e contenuti. L’idea progettuale di fondo è quella di costruire un arcipelago di forme, raccolte in un ecosistema fragile, spettacolare ed effimero, e di indagarlo con la macchina da presa. La coesistenza di forme e di suoni, generati dal lavorio dell’acqua, porterebbe a una rete che cancella i confini tra le singole opere, per costruire un’ unica costruzione in movimento, un ambiente fatto di forme fluttuanti e vive. È un uso strumentale delle leggi di natura, viene inscenato in modo plateale ed esibito sfacciatamente. Invernomuto danno vita a ‘Negus – Echo Chamber’, uno spettacolo audiovisivo teso tra la rappresentazione cinematografica e la performance musicale. Una proiezione monocanale e una colonna sonora realizzata dal vivo e diffusa attraverso il sound system Prince Healer, installato all’interno del TeatroStudio di Milano, interagiranno durante tutta la durata dello spettacolo. Negus – Echo Chamber, è parte del progetto in fieri Negus – il cui primo capitolo è stato presentato all’ultimo Premio Furla – si ispira a fatti storici avvenuti in epoca fascista e tende una linea di connessione tra Italia, Etiopia e Giamaica, dalla piazza di Vernasca, alla comunità rasta di Shashamane. Tra le molte partecipazioni al progetto, quella suggestiva del padre della musica dub, Lee


Atpdiary I 04 SETTEMBRE 2013 i 3/4 PAGINE

“Scratch” Perry. ATP: Tre opere molto differenti, scelte per mettere a fuoco un tema coniugato in tre differenti tagli: la produzione, la distribuzione e la fruizione. Sopratutto in merito a questo ultimo aspetto (la ‘fruizione’), cosa differenzia un’opera cinematografica da queste tre opere – art cinema – che presenti a verniXage? D.G.: Nel caso di ‘Now Showing: Austerity Measures’, basato sull’utilizzo di immagini di bassa qualità, viene creata una certa dissonanza con le abitudini percettive ormai registrate sull’alta definizione, sulla nostra percezione abituale del grande schermo.C’è un rimando ad una certa tattilità e quindi corporalità che queste immagini portano con se rispetto alla freddezza e alla distanza creata dalle immagini in HD. Il lavoro di Joao Laya e Andrey Shental ci pone in maniera differente rispetto a ciò che vediamo riportato sullo schermo, ci rianima come spettatori, riapre delle relazioni -anche attraverso possibili critichecon lo spettatore e ne riattiva il ruolo di osservatore attivo all’interno della sala di proiezione. Con ‘Frozen Flames’ invece, si pone la questione della fruizione di uno stesso progetto e delle tematiche da esso veicolate, a seconda dei contesti in cui questo verrà presentato. Il film è pensato come un punto di partenza, una piattaforma dalla quale gli stessi contenuti troveranno articolazioni e realizzazioni di volta in volta differenti, che si tratti di festival cinematografici, musei, gallerie, rete. A mio modo di vedere innesca una importante riflessione su come questi progetti possano sopravvivere nel tempo, di come non possano più essere considerati semplici feticci immobili o facilmente godibili e di come grazie alle capacità degli autori possano adattarsi a pubblici e contesti culturali differenti. ’Negus – Echoes Chambers’ è di per se un progetto sfaccettato. Realizzato in esclusiva per questa occasione, pone fisicamente il pubblico nello spazio scenico, rende un rapporto organico tra immagini in movimento, performance musicale, elementi installativi, spazio ospitante e fruitore. Inoltre l’unicità della serata, richiede a monte una necessaria partecipazione e quindi una maggiore consapevolezza da parte del pubblico, invitandolo ad andare oltre la passività che dal secondo dopoguerra caratterizza la fruizione cinematografica e riportandolo per certi aspetti alle origini del cinema, quando le sale di proiezione erano appunto luoghi di ricreazione, partecipazione ed espressione comunitaria in senso lato.

I N VERN OM U TO /

NEGUS –

ECH OES CH A M BER /

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4 0 ′
 ,

MFF,

MILANO

ATP: Una delle maggiori difficoltà che incontrano gli artisti che si mettono alla prova con il linguaggio cinematografico è quella di trovare i fondi per la produzione. Un esempio ne sia la campagna di crowdfunding iniziata dagli Invernomuto per produrre una delle loro ultime produzioni. Come risolvere questo importante problema? Consigli? D.G.: Quello che sollevi è un punto fondamentale per questo genere di produzioni o lavori. Provo a condividere alcune riflessioni anche se non so se possano essere davvero risolutive. Credo che uno dei problemi maggiori stia nella difficoltà di far collimare appunto due sistemi produttivi e distributivi così distanti. Se dal punto di vista linguistico ci sono sempre maggiori commistioni e scambi tra arte e cinema, il divario tra artisti e mondo del cinema rimane piuttosto ampio, soprattutto in termini di botteghino. In ambito artistico invece rimane la grossa difficoltà di rendere collezionabile un prodotto cinematografico. Di fondo credo che una buona via per un artista possa essere quella di declinare il lavoro filmico in qualcosa di materiale o


Atpdiary I 04 SETTEMBRE 2013 i 4/4 PAGINE

quantomeno di saperlo volgere in termini installativi, anche se mi rendo conto che questa possa sembrare in alcuni casi una soluzione posticcia o quantomeno non del tutto sentita o sincera. Rispetto al crowfunding, che vedo molto più adatto ai progetti nettamente cinematografici, ho qualche perplessità perché credo che rischi di sminuire il lavoro degli artisti, a meno che anche la ricerca dei fondi diventi definitivamente parte del processo artistico. Un’altra possibilità nella quale spero molto, è la crescita di case di produzione e distribuzione indipendenti che credono maggiormente in questo tipo di progetti, così come con piacere noto che sempre più istituzioni museali a livello globale si stanno attrezzando per ricevere e riprodurre su grande schermo i film d’artista. Anche i festival oltre ad essere vetrina, possono diventare produttori e distributori, quantomeno di parti del lavoro o, vista la loro modulabilità, in relazione a specifici progetti, come accaduto in questo caso al MFF proprio con il lavoro di Invernomuto.

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PRO GRAM M A NO W S HO W I NG: AUS T E RI T Y M E AS URE S A CURA DI JÕ AO LAI A E ANDRE Y S HE NT AL / AA.V V . / UK / 2012 / V ARI O US FO RM AT S / 52′
 ( V E N 06 ALLE 17:00 I N S PAZI O O B E RDAN) Q UE S T O PRO GRAM M A I NV E S T I GA LA NO ZI O NE DI AUS T E RI T À CO M E UNO S T RUM E NT O CRE AT I V O PE R LA S PE RI M E NT AZI O NE V I S I V A E LE ANALI S I S O CI ALI . I FI LM PRE S E NT AT I I N Q UE S T O PRO GRAM M A S O NO UN E S E M PI O DI NUO V I LI NGUAGGI FI LM I CI CHE UT I LI ZZANO E RI FLE T T O NO L’I M M AGI NARI O V I S I V O E I CO NT E S T I S O CI ALI CO NT E M PO RANE I . LUCA T RE V I S ANI

/ FRO ZE N FLAM E S / I T ALY / 2013 / HD / 40′ ( S AB 07 ALLE 19:00 I N T E AT RO DE LL’ART E )

L ’ACQ UA, I L S UO CI CLO E I S UO I V ARI PAS S AGGI DI S T AT O S O NO I PRO T AGO NI S T I DI Q UE S T O PRO GE T T O I N V I A DI DE FI NI ZI O NE CHE V E RRÀ PRE S E NT AT O DA LUCA T RE V I S ANI AL M I LANO FI LM FE S T I V AL. I L FI LM PO RT A A DI FFE RE NT I RI FLE S S I O NI S ULLA CO NDI ZI O NE UM ANA, I L S UO RAPPO RT O CO N LA NAT URA E LA S I M B O LO GI A A E S S A CO RRE LAT E . 
I NV E RNO M UT O / NE GUS – E CHO E S CHAM B E R

/ I T ALY / 2013 / HD / 40′
 ( V E N 13 ALLE 22:00 I N T E AT RO S T UDI O )

NE GUS – E CHO CHAM B E R, I N E S CLUS I V A PE R I L M I LANO FI LM FE S T I V AL, È PART E DE L PRO GE T T O NE GUS CHE S I I S PI RA A FAT T I S T O RI CI DI E PO CA FAS CI S T A E CHE T E NDE UNA LI NE A DI CO NNE S S I O NE T RA I T ALI A, E T I O PI A E GI AM AI CA, CO N S UGGE S T I V E PART E CI PAZI O NI CO M E Q UE LLA DI LE E S CRAT CH PE RRY.


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Milan Film Festival 2013: 11 giorni di cinema, musica e incontri Mercoledì 4 Settembre 2013, 07:00 in Eventi di Mirko Cafaro 0

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Circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. Scopri le location e le iniziative in programma.

Prenderà il via domani (5 settembre) e andrà avanti sino al 15 settembre, la 18esima edizione del Milano Film Festival. Undici giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. La manifestazione si svolgerà anche quest'anno al Teatro Strehler e al Teatro Studio, centri nevralgici ai quali si affiancheranno Parco Sempione, Triennale ­ Teatro dell'Arte, Spazio Oberdan, Cascina Cuccagna, Auditorium San Fedele e Area Ex Bazzi. Annunci Google

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Circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono per questa nuova edizione un festival particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente: tra coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, anteprime e incontri con i talenti emergenti. In programma ci sono, inoltre, il "Concorso Lungometraggi", aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il "Concorso Cortometraggi", riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli.

Una speciale sezione del Festival, inoltre, rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un'ampia rassegna. Non mancherà l'intrattenimento con dj­set che ogni sera animerà sagrato del Teatro Strehler, mentre al Parco Sempione ogni sera alle 18.30 andra' in scena 'Parklive', festival di concerti e dj­set.

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CINEMA ALL'OMBRA DEL DUOMO: MILANO FILM FESTIVAL COMPIE 18 ANNI 03.09.2013

Milano (TMNews) ­ Fra rarità, anteprime e talenti emergenti il grande cinema torna all'ombra del Duomo con il Milano Film festival, dal 5 al 15 Settembre. Un evento arrivato alla 18esima edizione, un numero importante, contemporaneamente traguardo e nuova partenza, come spiega uno dei direttori artistici Vincenzo Rossini. "Siamo sempre stati visti come festival molto giovane poco adulto da un certo punto di vista questi 18 anni

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dovrebbero essere visti come il momento in cui diciamo, guardate, siamo adulti". Per festeggiare è stata organizzata la rassegna "18 anni" con lavori nuovi di registi passati e chicche delle scorse edizioni. In tutto sono oltre 200 le opere fra lungometraggi, corti, animazione, sezioni speciali. 11 i film in concorso, di cui ben 8 diretti da donne, frutto dell'attenzione nella ricerca di sguardi nuovi sul mondo. Alessandro Beretta è uno dei direttori artistici. "Siamo un Festival abbastanza indipendente con un budget non molto alto, con un cinema internazionale rivolto a tutta la città. Il cinema per noi è una atto pubblico non è una cosa per professionisti e cinefili è rivolto a tutti".Un atto pubblico e sociale da condividere nei luoghi canonici del festival, dal Teatro Strehler al parco Sempione, a cui quest'anno si aggiunge la Triennale di Milano.


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MFN ­ Nasce a Milano la rete per il cinema e l’audiovisivo Un festival lungo un anno e un network al servizio del cinema indipendente internazionale. Nasce MFN ­ Milano Film Network, un progetto realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cariplo che unisce l'esperienza e le risorse dei sette festival di cinema milanesi per offrire una proposta culturale lungo tutto l'anno e una serie di servizi per chi si occupa di cinema e audiovisivo a Milano e in Italia. La rete, che godrà del contributo di Fondazione Cariplo per i primi tre anni di attività, nasce da un’auto organizzazione dei sette festival di cinema della città di Milano – Festival del Cinema Africano d'Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest – e mira a includere non solo gli operatori del settore audiovisivo ma anche istituzioni e attori socio­economici, a riconoscimento della valenza del cinema in quanto forma d’arte ma anche settore produttivo che genera ricadute positive sul tessuto urbano. Obiettivo primario del progetto è, nel breve periodo, quello di creare un sistema cinema all’interno della città di Milano, ossia un modello stabile di collaborazione attraverso una rete inter­organizzativa, in primis fra i festival di

Links: » Festival di Cinema Africano d'Asia e d'America Latina 2013 » Festival Mix Milano ­ Festival Internazionale di Cinema GayLesbico 2013 » Filmmaker Doc Film Festival 2013 » Invideo 2013 » Milano Film Festival 2013 » Sguardi Altrove 2013 » Sport Movies & TV ­ Milano International FICTS Fest 2013

cinema, che consenta uno scambio innovativo di conoscenza, risorse strumentali, servizi e opportunità. Nel lungo periodo il progetto punta a fare di Milano “La città del cinema indipendente”, valorizzando le sue risorse attraverso una rete aperta alla partecipazione di altri soggetti. L’attività del MFN si sviluppa su due aree principali. Da un lato, un’offerta di servizi legati alla produzione dell’evento a sostegno della rete e a disposizione del territorio, che include: la gestione dell’ospitalità, la cura dei sistemi di sottotitolaggio, l’adeguamento tecnologico dell’apparato tecnico per le proiezioni (in vista del passaggio obbligato dalla pellicola alla tecnologia digitale); il movimento delle copie di proiezione dei film che saranno mostrati durante i festival; i servizi di gestione degli spazi in accordo con i gestori delle sale cinematografiche e con altri spazi culturali; l’organizzazione del servizio di volontariato tipico delle manifestazioni culturali ad alta partecipazione, soprattutto giovanile. Dall’altro, la realizzazione di un calendario di attività di programmazione e diffusione permanente, in collaborazione anche con altri soggetti che si occupano di cinema, quali la creazione di un archivio comune e la digitalizzazione delle opere presenti negli archivi dei singoli festival, la distribuzione dei film nelle sale, l’organizzazione di workshop e percorsi formativi, l’impulso a iniziative di produzione di progetti audiovisivi. Tra i primi appuntamenti del network, il workshop di regia con Sylvain George SEIZE THE TIME, rivolto a giovani filmmaker, in corso in questi giorni nell’ambito dell’omaggio che il 18° Milano Film Festival (dal 5 al 15 settembre) dedica al cineasta, che include anche la presentazione di tutti i suoi cortometraggi e, tra i lunghi, di Les Eclats (ma gueule, ma révolte, mon nom) e Vers Madrid ­ The Burning Bright!. Il workshop culminerà in un film collettivo sulla città che mira a cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e a trovare la forma giusta per raccontarli. Fra le altre attività in calendario nei prossimi mesi, è inoltre prevista in autunno a Milano una rassegna dei primi film distribuiti dal MFN, un catalogo di sette titoli presentati nelle ultime edizioni dei festival e ora disponibili per una visibilità più ampia nel circuito non commerciale delle sale, grazie alle risorse e alle opportunità messe in circolo dalla rete. Maggiori informazioni su programmazione, date e luoghi a breve su: www.milanofilmnetwork.it 04/09/2013, 10:54

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PUNTO 180 Gioco da tavolo creato e illustrato da Giacomo Doni, ispirato alla legge del '78 sulla chiusura dei manicomi. IL SEGNO E LA VOCE IN DVD Acquista il road­movie nel mondo dell'arte di Nicola Nannavecchia VITA DA INES IN DVD Il film di Sandro Carnino e Giulio De Leo in esclusiva in home video!


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CINEMEDIA

| Milano si fa festival

Mercoledì 4 Settembre 2013

Milano si fa festival

IL FILM NETWORK MENEGHINO C’è un detto che recita: “due inglesi fanno una fila e due cinefili fanno due festival”. E questo, in tempo di crisi, può essere un problema. E’ quello che hanno pensato gli organizzatori dei principali festival milanesi, Festival del Cinema Africano d'Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, “Questo è l’anno dei 18, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film avevamo un budget limitato ma Festival, Sport Movies & Tv Fest quando hanno dato che ci ha permesso di comporre vita al progetto Milano Film Network (MFN) presentato ufficilamente ieri al Lido. Grazie al un bel panorama di sogni, frutto di un lungo anno di ricerca tra contributo della Fonazione Cariplo, è nata una rete nuove produzioni, cinema indipendente, talenti emergenti e autogestita che mette insieme l’esperienza e le coraggiose cinematografie intenazionali” dice Alessandro Beretta risorse delle sette kermesse per offrie una proposta culturale lunga un anno e una serie di servizi per chi presentando il Milano Film Festival ormai alle porte (dal 5 al 15 si occupa di cinema e audiovisivo, e che punta a settembre). Il percorso dei due giovani direttori Alessandro fare della città meneghina “la città del cinema Beretta e Vincenzo Rossini li ha portati all’esame di maturità indipendente”, come ha detto Franco Ascani, insieme al presidente dell’Associazione Esterni Beniamino presidente FICTS. Saibene che dichiara: “Abbiamo affrontato la crisi a testa alta, ci Obiettivo primario del progetto è quello di creare un sistema cinema all’interno della città, un modello di chiamano gli imprenditori della cultura e anche quest’anno colllaborazione inter­organizzativa che consenta uno abbiamo orgogliosamente fatto impresa, nonostante non ci sia scambio di conoscenze, risorse strumentali e arrivato il finanziamento dal Ministero (20 mila euro il contributo opportunità. Le attività del MFN si svilupperanno, da un alto, per offrire di servizi legati alla produzione dello scorso anno). dell’evento, dall’altro, per la realizzazione di un Anche quest’anno non è mancato il sostegno del Comune che, “da sempre al fianco del Milano Film Festival – calendario di attività di programmazione e conferma Filippo del Corno, Assessore alla Cultura ­ ha visto il rinnovamento generazionale costante, la diffusione permanente che includeranno la crescita di affluenza degli spettatori, punto essenziale di un festival per il pubblico. Trasformando creazione di un archivio comune di digitalizzazione e la distribuzione di opere nelle sale. (Giulia Iselle) positivamente la stessa geografia urbana disegnando un arco attorno al Castello, il Festival si intreccia con la

Domani al via la 18esima edizione: 11 opere prime e seconde in Concorso, la rassegna Colpe di Stato e l'omaggio a Sylvain George

programmazione di MITO ­ Settembre e musica e con Le vie del cinema – Venezia e Locarno, per un settembre milanese a tutto cinema”. Il programma prevede il consueto Concorso Lungometraggi, 11 opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo di cui ben otto realizzati da registe donne: The Eternal Return of Antonis Paraskevas di Elina Psykou, Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012; Fifi Howls From Happiness dell’iraniana Mitra Farahani sugli ultimi mesi di vita del pittore Behman Mohassess; Habi, la extranjera, identità incerte nella Buenos Aires di María Florencia Álvarez; Terra de Ninguém della portoghese Salomé Lamas; Towheads della videoartista newyorkese Shannon Plumb, commedia sulle fatiche di una mamma contemporânea; il documentario Mirage à l'Italienne di Alessandra Celesia, vite alternative in una Torino dissanguata dalla crisi económica; il georgiano In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, percorso di formazione di due ragazze all’indomani della caduta dell’URSS; Run & Jump di Steph Green, storia d’amore non convenzionale


Cinematografo I 04 SETTEMBRE 2013 i 2/2 PAGINE

nell’Irlanda rurale. Poi ancora Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d’Or a Cannes; Licks del giovanissimo Jonathan Singer­Vine e Les rencontres d’après minuit di Yann Gonzalez, presentato alla Settimana della Critica di Cannes 2013. Parallelamente il Concorso cortometraggi, 51 opere selezionate tra oltre 2000, e la rassegna Colpe di Stato che riflette sul sistema di potere nel mondo, dalla Corea alla Siria, dalla Palestina alle coste somale con The act of killing di Joshua Oppenheimer, prodotto da Werner Herzog, documentario sconcertante in cui gli assassini degli squadroni della morte indonesiani rimettono in scena i loro crimini per le telecamere; Dirty Wars di Rick Rowley, inchiesta di un reporter americano sull’uso dei droni nella politica estera dell’amministrazione Obama; Inequality for All di Jacob Kornbluth, che illustra la tesi di Robert Reich, ex segretario del lavoro per Bill Clinton, secondo cui la classe media è il più grave tra i danni collaterali del capitalismo. L’omaggio della XVIII edizione è per Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale di cui verranno presentati tutti i corti, due lungometraggi, Les Eclats e Vers Madrid, e un workshop che culminerà in un film collettivo. Tra gli Outsiders e gli Eventi speciali, Closed Curtain di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi, film sull’allontanamento forzato del regista iraniano dai set cinematografici, presentato a Cannes; Gore Vidal, the United States of amnesia di Nicholas Wrathall; The Rocket diretto da Kim Mordaunt, Best Narrative Feature Film al Tribeca Film Festival. In collaborazione con Amnesty International verrà proiettato Necesitas algo, nena? di Laura Chiossone in un incontro sul tema dei desaparecidos. Esperienza sensoriale per pochi, visti i posti limitati, la visione in odorama del classico anni 80 Labyrinth di Jim Henson. Il Milano Film Festival lancia, in collaborazione con Banca Prossima, anche un progetto di produzione grazie al bando per la realizzazione di una serie web che racconti una storia no profit, che “l’Istat – spiega l’ad Marco Morganti – ha confermato essere un segmento importante dell’economia italiana, il nuovo Welfare. Abbiamo voluto sostenere una produzione che racconti il made in italy sociale attraverso lo sguardo del cinema, dall’interno, senza retorica e luoghi comuni”. La colonna sonora del festival è affidata ai concerti e dj set di Park live, tra gli ospiti Levante e Bugo. Giulia Iselle


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Corriere Della Sera > Milano > Cronaca > La Bella Età: Che La Festa CominciCompie 18 Anni Il Milano Film Festival SCHERMI

La bella età: che la festa cominci Compie 18 anni il Milano Film Festival Anteprime, film che trattano la crisi, corti, workshop, musica: da giovedì per 10 giorni Milano Film Festival

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Importante ricorrenza, per il Milano Film Festival: compie

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diciotto anni e annuncia tante novità. La prima, e forse più gradita: non ci sono sovrapposizioni di date con «Le Una scena di «In Bloom» di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß

vie del cinema». È il risultato della buona volontà degli organizzatori, giustamente convinti che per gli spettatori

milanesi sia meglio prolungare che affollare l'offerta di cinema. Ma bisogna ringraziare anche il digitale: oggi i film dei festival arrivano compressi in file DCP facilmente scaricabili, e non ci sono più tempi capestro per movimentare le pellicole, come succedeva in un non lontano passato. Certo, ci sono stati i tagli nei finanziamenti, anche ingenti. E non a caso ben tre o quattro film del concorso parlano di crisi. Oltre a «Mirage à l'italienne», da Singapore, dalla Grecia e dalla Georgia arrivano film sullo stesso tema. La quota scandalo è promessa dal coloratissimo e trasgressivo «Les rencontres d'après minuit» di Yann Gonzalez, già premiato a Cannes. Ma il fatto più interessante è che degli undici film della sezione principale, ben otto sono diretti da donne. «Non è stata una scelta programmatica», spiegano i direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini. Semplicemente il vento della creatività, quest'anno soffia in questa direzione. Tra le anteprime italiane, spicca «Closed Curtain» di Jafar Panahi, il secondo film che il regista iraniano ha girato

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Adam Carpet live al Milano Film Festival 2013, venerdì 6 settembre Posted by: EDN Eventi on settembre 4, 2013 Musica no comments EDN / Musica / Adam Carpet live al Milano Film Festival 2013, venerdì 6 settembre

ADAM CARPET Il 6 settembre al PARKLIVE – Milano Film Festival 2013 – Live show e presentazione del video­omaggio di Alfredo Sabbatini

Spokes) e Silvia Ottanà.

Comincia il 5 settembre, con il dj set di I Distratti, direttori artistici e organizzatori di Parklive, la rassegna di musica dal vivo che, per ben 11 giorni, porterà sul palco di Piazza del Cannone alcune tra le migliori proposte musicali della nuova scena musicale indie in occasione del Milano Film Festival. A dare il via alla musica dal vivo sarà, il6 settembre dalle 18.30, la bandAdam Carpet, progetto strumentale che nasce a Milano dall’unione di artisti di livello: Galeri (Timoria, Miura), Diego Alessandro Deidda (Le Vibrazioni, i Cosi), Edoardo “Double t” Barbosa, Giovanni Calella (Kalweit and The

Per l’occasione, la band presenterà “Jazz Hammerhead – A vision of the band by Alfredo Sabbatini”, un video realizzato dal noto fotografo, art director e regista milanese, rigorosamente in bianco e nero, che vuole offrire la sua particolare visione di una band strumentale, unica nel suo genere, che si basa sulla mescolanza di suoni e immagini (il loro spettacolo è d’abitudine accompagnato dal live mapping). Il video è visibie a questo link: http://www.youtube.com/watch?v=LEZTJScBeD8&feature=c4­ overview&list=UUus5A0cvE145YewmJn­v6MA Il primo disco omonimo della band, uscito il 5 febbraio per Rude Records, è stato anticipato a ottobre 2012 dal primo singolo Babi Yar – accompagnato dal video­mapping – e a novembre con il secondo, I Pusinanti. Durante lo show sarà possibile acquistare l’album di debutto della band, ma non certo su un supporto tradizionale: ADAM CARPET sarà presentato in un cofanetto di carta riciclata, in una “seedcard” contenente un codice per il download digitale dell’album e una maglia del gruppo. La “seedcard”, una volta utilizzata, potrà essere piantata e annaffiata, trasformandosi in un fiore. “Supergruppo e super­idee” RollingStone.it “Un progetto che definire strumentale è riduttivo” Onstageweb.com “Adam Carpet: vampiri creativi” Note Spillate “Non lontana dalle atmosfere di certo post­rock americano, la musica degli Adam Carpet è decisamente un’esperienza d’ascolto particolare e stimolante, che unisce la forza di una suggestione evocativa ad una cornice oscura e molto fisica che risente dell’influenza di certe atmosfere post­punk anni ’80. Il tutto con la forza di un’ inusuale line­up, dove una poderosa sezione ritmica sposa alla batteria di Diego quella di Deidda, oltre a ben due bassi elettrici. Quanto basta per drizzare le orecchie.” BresciaOggi


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Milano Film Festival. Imprenditoria Culturale in barba alla crisi 4 SETTEMBRE 2013 11:07

ALICE UNGARO

18 anni. Il Milano Film Festival diventa maggiorenne ma non perde, per questo, lo spirito di profondo rinnovamento che lo anima sin dagli esordi tanto da valergli l’appellativo – non sempre detto con fare lusinghiero – di Festival dei giovani. Così, nella splendida cornice di Palazzo Reale, si è svolta ieri la Conferenza Stampa di lancio di una manifestazione sempre più agguerrita nel suo diritto a esserci. E, in effetti, Beniamino Saibene – Presidente di Esterni, ente organizzatore – esordisce così: “Lancio un appello, perché abbiamo bisogno di capire. Dal Ministero abbiamo sempre ricevuto un contributo. Che fosse piccolo o grande, rappresentava per noi in primis un aiuto economico ma anche un incoraggiamento a fare. Quest’anno, ad Agosto, è arrivata la notizia che quest’anno non ne avremmo ricevuto alcuno. Ora, non dico che chi ne ha beneficiato in passato, debba per forza continuare a riceverne. Ma sarebbe utile per noi capire cosa è cambiato (!)”. Dunque un affronto alla crisi economica a testa alta, quello di Esterni – ente organizzativo della manifestazione – che si è data da fare, con l’aiuto di Sponsor e Partnership con Aziende private, dando vita ad un’edizione che promette davvero bene, sia in termini di offerta artistico­culturale che di facilities costruendo una rete di situazioni che abbraccia gran parte del territorio urbano. 11 i lungometraggi in concorso e in anteprima italiana (da sottolineare la maggioranza di registe donne), tra i quali ad esempio Mirage à l’italienne, di Alessandra Celesia: film prodotto dai Francesi ma ambientato a Torino, tema la crisi economica e le vicende di cinque personaggi intorno a essa. Oppure Ilo Ilo esordio di Anthony

RADIOBOCCONI

Chen premiato da Agnès Varda con la Camera d’Or a Cannes, ancora una volta sullo sfondo di un crack finanziario – quello asiatico degli anni ’90 – più che mai attuale. E’ sicuramente la crisi la protagonista indiscussa dello sguardo di questi giovani promettenti autori. Crisi economica ma anche dei valori, ben rappresentata in un universo che spazia dalla fiction al documentario, finalmente senza alcuna limitazione di genere. In concorso anche ben 51 cortometraggi, mentre appaiono davvero interessanti anche le visioni fuori concorso

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di The Outsiders con una selezione ricca di anteprime, lo sguardo sul presente di Colpe di Stato, l’incontro tra cinematografia e arte di VerniXage e il Focus Animazione per sperimentare sempre più tecniche e linguaggi. Un’emozionatissima Alice Arecco ci presenta invece la retrospettiva dedicata a Sylvain George, cineasta poetico e incendiario, la cui opera è impossibile da definire se non organica e sovversiva col suo addentrarsi in realtà invisibili. Non solo proiezioni, ma anche un workshop con i giovani filmaker milanesi e un evento speciale intorno al documentario Vers Madrid che verrà musicato dal vivo da John Butcher sabato 7 Settembre. Il Cinema non è solo Venezia dunque, come ci ricorda Franco Ascani – presidente della FICTS – polemizzando con un certo savoir faire con le parole di qualche giorno fa del Ministro Bray che promette di investire sulla cultura anche in tempi di crisi. La parola ad Ascani: “Vediamo”. Per il programma del Milano Film Festival: www.milanofilmfestival.it

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Dal Piccolo a parco Sempione Una maratona di film e concertiDieci giorni di eventi sul cinema sperimentale Redazione ­ Mer, 04/09/2013 ­ 07:04

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Non solo cinema e non solo sperimentazione per questo diciottesimo compleanno del Milano Film Festival, la manifestazione che ogni anno in settembre mette in mostra il meglio delle giovani produzioni multimediali.

Quest'anno, oltre alle consuete proiezioni di film e corti al teatro Strehler, diverse location in città offriranno un palcoscenico ad eventi e musica dal vivo. Le piattaforme spazieranno dal Parco Sempione a Cascina Cuccagna, passando il Teatro Studio, la Triennale, il Teatro dell'Arte, l'area ex Bazzi e altri luoghi cittadini ancora. «Il Milano Film Festival ­ ha commentato Filippo Dal Corno, Assessore alla Cultura del Comune ­ è motivo d'orgoglio per la città che si trova ad essere un nuovo crocevia del cinema internazionale». Con dieci giorni di fitto cartellone, molta attenzione è stata riservata alle nuove produzioni e al cinema indipendente, tra lungometraggi, cortometraggi, un omaggio a Sylvain George e tanto altro. Per il concorso internazionale di lungometraggi, i film in concorso sono undici, otto dei quali firmati da donne e selezionati tra oltre ottocento iscritti. La regia quest'anno è composta dal regista e produttore francese Davy Chou, dalla programmer alla Berlinale Anna Henckel­Donnersmarck e dal regista italiano Cosimo Terlizzi. Al concorso per i cortometraggi invece, dedicato ai registi under quaranta, parteciperanno 51 film selezionati tra oltre duemila iscritti e che saranno valutati dalla giuria affidata alla rivista di critica cinematografica Uzak. Sul fronte strettamente musicale, l'appuntamento è invece tutte le sere davanti allo Strheler con eventi e dj set, mentre il Parco Sempione ospiterà per tutta la durata del festival 'Parklivè, con alcuni dei nomi più quotati della nuova musica italiana.

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Milano Film Festival 2013 Scritto da Livia Borghetti Mercoledì 04 Settembre 2013 11:11

Giovedì 5 settembre prende il via la 18ª edizione del “Milano Film Festival”, manifestazione sostenuta dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, con il patrocinio di Expo 2015, che fino al 15 settembre porterà a Milano 11 giorni di cinema, musica e incontri con artisti e registi internazionali che oltre cento cittadini milanesi potranno ospitare ed avere così l’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival. Sono circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo.

“ Sosteniamo convinti questo festival che porta a Milano ogni anno un cinema che altrimenti difficilmente potremmo vedere ­ ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno ­. Ottimo cinema internazionale e indipendente, giovane e sperimentale, che spesso non raggiunge i circuiti della grande distribuzione e che invece, grazie al lavoro di ricerca e sostegno del ‘Milano Film Festival’, conquista le platee milanesi e non solo, offrendosi alla valutazione e alla riflessione di un pubblico attento e sempre più vasto. L’ultima edizione infatti ha visto oltre 100mila presenze e gli spettatori sono sempre stati in costante crescita”.

In programma ci sono il “Concorso Lungometraggi”, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il “Concorso Cortometraggi”, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli e il workshop “Seize the time”, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker. Ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler sarà animato da dj­ set mentre al Parco Sempione ogni sera alle 18.30 andrà in scena “Parklive”, festival di concerti e dj­set.

Tutte le info e il programma completo sul sito www.milanofilmfestival.it

parenti, avrete OROSCOPO voglia di stare in solitudine soltanto il vostro partner potrebbe tirarvi un po' su di morale, alcuni di voi decideranno di cambiare il proprio look.


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NEWS a cura di Cinematografo.it 04 settembre 2013

Milano si fa festival Domani al via la 18esima edizione: 11 opere prime e seconde in Concorso, la rassegna Colpe di Stato e l'omaggio a Sylvain George

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"Questo è l'anno dei 18, avevamo un budget limitato ma che ci ha permesso di comporre un bel panorama di sogni, frutto di un lungo anno di ricerca tra nuove produzioni, cinema indipendente, talenti emergenti e coraggiose cinematografie intenazionali" dice Alessandro Beretta presentando il Milano Film Festival ormai alle porte (dal 5 al 15 settembre). Il percorso dei due giovani direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini li ha portati all'esame di maturità insieme al presidente dell'Associazione Esterni Beniamino Saibene che dichiara: "Abbiamo affrontato la crisi a testa alta, ci chiamano gli imprenditori della cultura e anche quest'anno abbiamo orgogliosamente fatto impresa, nonostante non ci sia arrivato il finanziamento dal Ministero (20 mila euro il contributo dello scorso anno). Anche quest'anno non è mancato il sostegno del Comune che, "da sempre al fianco del Milano Film Festival – conferma Filippo del Corno, Assessore alla Cultura ­ ha visto il rinnovamento generazionale costante, la crescita di affluenza degli spettatori, punto essenziale di un festival per il pubblico. Trasformando positivamente la stessa geografia urbana disegnando un arco attorno al Castello, il Festival si intreccia con la programmazione di MITO ­ Settembre e musica e con Le vie del cinema – Venezia e Locarno, per un settembre milanese a tutto cinema". Il programma prevede il consueto Concorso Lungometraggi, 11 opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo di cui ben otto realizzati da registe donne: The Eternal Return of Antonis Paraskevas di Elina Psykou, Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012; Fifi Howls From Happiness dell'iraniana Mitra Farahani sugli ultimi mesi di vita del pittore Behman Mohassess; Habi, la extranjera, identità incerte nella Buenos Aires di María Florencia Álvarez; Terra de Ninguém della portoghese Salomé Lamas; Towheads della videoartista newyorkese Shannon Plumb, commedia sulle fatiche di una mamma contemporânea; il documentario Mirage à l'Italienne di Alessandra Celesia, vite alternative in una Torino dissanguata dalla crisi económica; il georgiano In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, percorso di formazione di due ragazze all'indomani della caduta dell'URSS; Run & Jump di Steph Green, storia d'amore non convenzionale nell'Irlanda rurale. Poi ancora Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d'Or a Cannes; Licks del giovanissimo Jonathan Singer­Vine e Les rencontres d'après minuit di Yann Gonzalez, presentato alla Settimana della Critica di Cannes 2013.Parallelamente il Concorso cortometraggi, 51 opere selezionate tra oltre 2000, e la rassegna Colpe di Stato che riflette sul sistema di potere nel mondo, dalla Corea alla Siria, dalla Palestina alle coste somale con The act of killing di Joshua Oppenheimer, prodotto da Werner Herzog, documentario sconcertante in cui gli assassini degli squadroni della morte indonesiani rimettono in scena i loro crimini per le telecamere; Dirty Wars di Rick Rowley, inchiesta di un reporter americano sull'uso dei droni nella politica estera dell'amministrazione Obama; Inequality for All di Jacob Kornbluth, che illustra la tesi di Robert Reich, ex segretario del lavoro per Bill Clinton, secondo cui la classe media è il più grave tra i danni collaterali del capitalismo.L'omaggio della XVIII edizione è per Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale di cui verranno presentati tutti i corti, due lungometraggi, Les Eclats e Vers Madrid, e un workshop che culminerà in un film collettivo. Tra gli Outsiders e gli Eventi speciali, Closed Curtain di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi, film sull'allontanamento forzato del regista iraniano dai set cinematografici, presentato a Cannes; Gore Vidal, the United States of amnesia di Nicholas Wrathall; The Rocket diretto da Kim Mordaunt, Best Narrative Feature Film al Tribeca Film Festival. In collaborazione con Amnesty International verrà proiettato Necesitas algo, nena? di Laura Chiossone in un incontro sul tema dei desaparecidos. Esperienza sensoriale per pochi, visti i posti limitati, la visione in odorama del classico anni 80 Labyrinth di Jim Henson. Il Milano Film Festival lancia, in collaborazione con Banca Prossima, anche un progetto di produzione grazie al bando per la realizzazione di una serie web che racconti una storia no profit, che "l'Istat – spiega l'ad Marco Morganti – ha confermato essere un segmento importante dell'economia italiana, il nuovo Welfare. Abbiamo voluto sostenere una produzione che racconti il made in italy sociale attraverso lo sguardo del cinema, dall'interno, senza retorica e luoghi comuni".La colonna sonora del festival è affidata ai concerti e dj set di Park live, tra gli ospiti Levante e Bugo.

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Al via il Milano Film Festival, kermesse dedicata ai talenti emergenti e indipendenti

IN QUESTO ARTICOLO Media

Argomenti: Cultura | Closed | Sylvain George | Maria Florencia | Shannon Plumb | Jafar Panahi | Esterni | Milano | Shane Carruth

di Andrea Chimento 4 settembre 2013

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«Habi, la extranjera» di Maria Florencia Alvarez

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Da Venezia a Milano: mentre l'attenzione di mass media e appassionati è tutta concentrata sulle ultime giornate del concorso lagunare, nel capoluogo lombardo si alza il sipario sul Milano Film Festival 2013, in programma dal 5 al 15 settembre. Nata nel 1996, la kermesse meneghina, organizzata dal gruppo Esterni, prosegue la linea adottata nelle precedenti edizioni, dedicandosi in particolare al cinema indipendente e ai talenti emergenti.

In cartellone circa 200 titoli, divisi in varie sezioni, che molto difficilmente verranno distribuiti nelle nostre sale. Come da tradizione, la rassegna avrà due sezioni competitive: quella dei lungometraggi, costituita da undici opere, e quella dei corti, riservata a registi under 40 provenienti da ogni parte del mondo. FOTO Al via il Milano Film Festival

In concorso, da segnalare «Habi, la extranjera», opera prima dell'argentina Maria Florencia Alvarez già presentata all'ultima Berlinale, «Ilo Ilo» di Anthony Chen, vincitore del premio opera prima al Festival di Cannes 2013, «Towheads» della video artista newyorkese Shannon Plumb e il documentario «Mirage à l'italienne» di Alessandra Celesia.

Decisamente interessante la sezione «The Outsiders», dedicata ai titoli più originali e "fuori categoria" del panorama cinematografico contemporaneo: in questo gruppo, attesissimi «Closed Curtain» di Jafar Panahi, ultima fatica del grande autore iraniano, e «Upstream Color» del talentuoso Shane Carruth. Con «VerniXage», invece, per il terzo anno consecutivo si cercherà di indagare le aree di connessione tra il sistema dell'arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando l'attenzione sulle nuove modalità di fruizione e distribuzione della settima arte.

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Scala, Michelangelo e Pitti: Tokyo capitale della cultura italiana in Asia dal nostro corrispondente Stefano Carrer

L'ospite più atteso in cartellone sarà Sylvain George, autore impegnato e dallo stile sperimentale, protagonista di un'ampia retrospettiva che comprende tutti i suoi cortometraggi e alcuni lunghi come «Les eclats» e «Vers Madrid». George parteciperà inoltre al workshop «Seize the Time», un progetto curioso e originale che culminerà nella produzione di un film collettivo sulla città di Milano. La grande novità dell'edizione di quest'anno è l'iniziativa "Adotta un regista", in cui sono stati coinvolti oltre cento cittadini milanesi che si sono offerti di ospitare registi e artisti

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Jonathan Biss il giovane virtuoso che


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in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di accoglienza alternativa che offre l'occasione di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival. Infine, particolarmente apprezzato da diversi anni è il corner musicale che, per tutta la durata della manifestazione, animerà il Parco Sempione dalle 18.30 in avanti: tra gli artisti che si esibiranno diversi cantautori e gruppi indie-rock della nuova scena italiana. Milano Film Festival 2013 5­15 settembre http://www.milanofilmfesti val.it/index.php CLICCA PER CONDIVIDERE ©RIPRODUZIONE RISERVATA

insegna Beethoven (online) a 32mila studenti di Alberto Magnani

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Milanofilmfestival.it

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Il Milano Film Festival, in programma nel capoluogo lombardo dal 5 al 15 settembre 2013, è giunto quest’anno alla sua XVIII edizione. Un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Per scoprire l’intenso programma che animerà l'edizione 2013 del Festival cinematografico milanese, diretto da Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, basta accedere alle pagine web del sito www.milanofilmfestival.it e andare alla ricerca delle sorprese nascoste in ognuna delle diverse sezioni messe a disposizione del pubblico della rete. Nuove location che si aggiungono ai luoghi storici del festival: Anteo spazioCinema, Auditorium San Fedele e Cinema Rosetum si affiancano a Teatro Strehler, Teatro Studio e Parco Sempione, che rappresentano ormai da anni il cuore della manifestazioni. I canali per consultare il sito del Festival sono disposti lungo il bordo superiore dell’home page e si dividono in: ‘About’, ‘MFF2012’, ‘Past’, ‘Press’, ‘Multimedia’, ‘Contact’, ‘Blog’, ‘Eng’. Poche voci che consentono di accedere velocemente a ricchi sottomenù per scoprire il programma, i film, i protagonisti, i luoghi, le persone, la giuria, i documenti diffusi dall’ufficio stampa e molto altro. Facili percorsi in cui scaricare il programma della manifestazione o il giornale del Festival in pdf, conoscere le schede tecniche degli artisti invitati e in gara, quelle dei giurati, quindi trovare informazioni e documenti di testo, video e fotografici, su ognuno dei film in gara. La manifestazione cinematografica si fa inoltre sempre più social, grazie alle pagine ufficiali su Facebook, MySpace, Twitter, Google+, YouTube, Vimeo e Flikr. Piattaforme di comunicazione e condivisione di contenuti prettamente multimediali, materiale in gran parte prodotto dal Milano Film Festival, dalla community e dal press staff, con numerosi contenuti video e fotografici, link e podcast che rendono il sito particolarmente interessante in termini di interazione. Patrocinato e sostenuto dal Comune di Milano e l’EXPO 2015, il Milano Film Festival, grazie al sostegno delle istituzioni e di partner sensibili al ruolo culturale, tecnologico e sociale della settima arte, tra cui Vodafone, Sky Arte HD e MYmovies.it, negli anni si è offerto come network di riferimento di alto valore culturale ed artistico, che nulla a da invidiare a manifestazione analoghe tenute in Italia e nel mondo. Graficamente il sito Milanofilmfestival.it si caratterizza per una gradevole miscela di colori e un'evidente ricchezza di contenuti ed applicazioni. Gli stessi canali di navigazione sono arricchiti da titoli posti in evidenza, con diverse tonalità di colorazione e materiale multimediale di supporto, che favoriscono la memo rizzazione dei percorsi da parte del visitatore. La piattaforma è consultabile anche in lingua inglese. Contenuti: @@@ Grafica: @@@ Usabilità: @@@

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Corriere della Sera > Blog > Le vie dell'Asia > Un’atroce nostalgia per il lager nordcoreano. Un documentario LE VIE DELL'ASIA / cerca nel blog

set 04 Un’atroce nostalgia per il lager nordcoreano. Un documentario Shin Dong-huyk era stato condannato all’ergastolo già prima di nascere. Figlio di due prigionieri nel campo di lavoro numero 14, in Corea del Nord, Shin è venuto al mondo lì il 19 novembre 1983. Sarebbe stato destinato a morirci, se non fosse per una rocambolesca fuga che lo ha portato in Corea del Sud. Shin è ora un testimone itinerante del sistema concentrazionario del regime che Kim Jongun ha ereditato nel 2011 da Kim Jong-il: racconta che cos’accade in strutture che, tutte insieme, raccolgono almeno 200 mila persone. La sua storia, terrificante, è diventata un libro e un documentario. Quest’ultimo, girato dal tedesco Marc Wiese e intitolato “Camp 14 – Total Control Zone” (per il Milano Film Festival l’8 settembre al Teatro dell’Arte alle 20 e il 10 al Teatro Studio alle 17, www.camp14­film.com), affida asciuttamente alle parole di Shin la rivelazione di un mondo oscuro, menzionato di rado, immaginabile solo in termini generici. Del suo testimone Wiese mostra le braccia deformate dalle torture. Shin sillaba dettagli, svela atrocità, come la delazione ai danni di madre e fratello alla cui esecuzione sarà costretto ad assistere. Ci sono poche immagini video rubate dall’interno della Nord Corea e alcune sobrie animazioni. Il resoconto è una grande lezione di umanità (violata) e di libertà (anche se Shin confessa alla telecamera di voler spesso tornare indietro, proprio indietro, al campo…), una giusta prospettiva sull’orrore, che deliberatamente rinuncia a inquadramenti storici. E preziosa è la voce di due ex responabili di Lager, anche loro fuggiti in Corea del Sud. Perché esiste il dolore delle vittime, fisico e non, ed esiste il dolore — come mostrava anche il documentario «S-21» di Rithy Panh sui Khmer rossi cambogiani — dei carnefici, dei quali tuttavia è più difficile avere pietà. Twitter @marcodelcorona Tweet

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LE VIE DELL'ASIA / Marco Del Corona

Sono nato nel 1968 e ho cominciato a viaggiare in Asia nel 1986, tre anni dopo ero al Corriere, per il quale sono stato corrispondente da Pechino dal 2008 al 2012. Ora lavoro alla redazione Cultura/laLettura e continuo a seguire quello che succede a Oriente. LE VIE DELL’ASIA Su Le vie dell’Asia raccolgo le mie storie, gli spunti, le recensioni, i dibattiti culturali che nascono a Oriente: dalla Cina all’India, dal Giappone alle Coree, dalla Cambogia alla Birmania. LE VIE DELL’ASIA / categorie articoli borse asia Senza categoria LE VIE DELL'ASIA / più letti Ritrovati dopo 40 anni nella giungla delle guerre che non finiscono Il «made in Italy» nel campo di lavoro cinese Miyazaki pacifista o nostalgico? Il turbolento volo del nuovo film verso Venezia Infiltrato a Fukushima: "La mia telecamera nascosta per raccontare la verità" Cina, 500 arresti per la setta dell'apocalisse LE VIE DELL'ASIA / ultimi commenti Parla Kim Young­ha: Kafka (e Sofocle) vivono a Seul 03.09 | 00:21 Intervista a Kim Young­ha | Metropoli d'Asia fraintendimenti 20.08 | 15:28 Vlad62 Una Cina feroce nelle Elegie di un Nobel (per la Pace) 18.08 | 17:47 marco.delcorona Dalai Lama ? 18.08 | 04:57 xiaota Liu Xiaobo e' un grande, che merita molto rispetto... 15.08 | 11:04 umbmel LE VIE DELL'ASIA / archivio post settembre: 2013 < > lu ma me gi ve sa do 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12131415 1617 18 19202122 2324 25 26272829 30

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Milano Film Festival 2013: 11 giorni di cinema, musica e incontri 04 settembre, 2013 - 874 letture

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Cinema

La 18° edizione di Milano Film Festival si terrà quest’anno dal 5 al 15 settembre 2013. Centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si

affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e

incontri con ospiti e registi internazionali.

Nuova edizione


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La diciottesima edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Programma: film in concorso

Il programma prevede il consueto CONCORSO LUNGOMETRAGGI, aperto solo a opere prime e seconde di

registi provenienti da ogni parte del mondo, e il tradizionale CONCORSO CORTOMETRAGGI, riservato a

registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Degli 11 LUNGOMETRAGGI in programma, 8 sono girati da registe donne. Tra i film selezionati, Mirage à

l’Italienne di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia, racconta il miraggio di altre vite possibili

in una Torino dissanguata dalla crisi economica; The Eternal Return of Antonis Paraskevas, della regista greca Elina Psykou, Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012, un film impietoso e non consolatorio, che tira in

ballo la televisione e la crisi greca, “girato addosso” a un sorprendente Christos Stergioglou, “non più giovane”

attore emergente del cinema greco; Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d’Or a Cannes, che rievoca i

fantasmi del collasso finanziario asiatico degli anni ’90, attraverso la storia, ambientata a Singapore, del rapporto fra una famiglia borghese e la nuova domestica filippina.

Fra i CORTOMETRAGGI in programma, si distinguono Fatigués d’être beaux con protagonista Denis Lavant, fantastico attore feticcio di Leos Carax (Holy Motors); Peristalsi di Enrico Iannaccone, originale opera del

vincitore del David di Donatello 2013, che sarà presente al festival; Solecito su un progetto di Olafur Eliasson e diretto da Oscar Ruiz Navia, regista del nuovo cinema colombiano, presente nel Concorso Lungometraggi del Milano Film Festival nel 2009 e in Concorso alla Quinzaine 2013; Don’t Fear Death di Louis Hudson, world

première del Concorso Cortometraggi alla presenza del regista, che terrà anche un workshop sull’animazione; La lampe au beurre de yak di Hu Wei, giovane regista cinese che sarà a Milano per la presentazione, corto co-

prodotto in Francia, in concorso alla Semaine; L’aurore boréale di Keren Ben Rafael, divertente commedia del miglior cinema francese corto contemporaneo, con Hippolyte Girardot e la figlia Ana; Chigger Ale (here come

the problems) di Fanta Ananas, film bizzarro e curioso direttamente dalla new wave etiope, dove molti giovani cineasti si stanno mettendo in gioco. L’omaggio a Sylvain George

Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un

incontro/dialogo con Stefano Savona e l’evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning

Bright”. Nel corso del festival è inoltre previsto il workshop Seize the time, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città,

capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per

raccontarli. La sensibilità di Sylvain George e la sua capacità di individuare nei dettagli i grandi movimenti della storia si tradurranno in una serie di preziosi suggerimenti allo sguardo, in una guida all’articolazione

discorsiva delle immagini, sia essa narrativa o saggistica, e a un puntuale e serrato confronto sulle pratiche realizzative. L’omaggio è curato da Paola Piacenza.

Colpe di Stato

Nona edizione della rassegna che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre

attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale, come in Camp 14 di Marc Wiese, viaggio negli orrori dei campi di prigionia in Corea del nord; God loves Uganda, un’esplorazione della

campagna di evangelizzazione per instillare i valori importati dall’America cristiana di destra nella cultura


Megamodo I 04 SETTEMBRE 2013 I 3/4 PAGINE

africana, tragica operazione di colonialismo culturale, presentato al Sundance Film Festival; Infiltrators, del

palestinese Khaled Jarrar, che racconta i tentativi di creare dei varchi nel muro che separa Palestina e Israele; Sur le rivage du monde del quebecchese Sylvain L’Espérance, dove i 4 protagonisti, nonostante la delusione

derivata dal fallimento dei diversi tentativi di raggiungere l’Europa, non smettono di crederci; The act of killing di Joshua Oppenheimer, che ci riporta agli anni Sessanta, quando gli squadroni della morte indonesiani

uccidono mezzo milione di oppositori, documentario sconcertante fra realtà e finzione dove gli assassini

rimettono in scena i loro crimini per le telecamere, in una specie di sogno spaventoso che mescola storia, vanità e senso di colpa; Dirty Wars di Rick Rowley, un reporter americano e il suo viaggio nel cuore di tenebra, un’inchiesta giornalistica in forma di film sull’uso dei droni, che inchioda la politica estera

dell’amministrazione Obama, un tema scomodo che nessuno dei nostri media ha mai sfiorato; Inequality for All

di Jacob Kornbluth, che illustra la tesi di Robert Reich, ex segretario del lavoro per Bill Clinton, che vede nella classe media il più grave tra i danni collaterali del capitalismo americano; Les Chebabs de Yarmouk di Axel

Salvatori-Sinz, che filma il campo profughi dove vive la più grande comunità palestinese in Siria e i “chebabs”,

giovani, con aspirazioni comuni a quelle di tutti i loro coetanei, in quella fase della vita in cui ogni decisione ha il potere di determinare il destino; infine la magia di un dialogo impossibile, a distanza, attraverso lo specchio della camera di Andy Wolff in The Captain and His Pirate, dove la comunicazione tra il leader dei pirati e il

comandante della nave sequestrata al largo delle coste somale è a dir poco sconcertante: sono nemici, sono su fronti opposti, che cosa li divide? Sezioni Parallele

Completa l’ampio programma la sezione The Outsiders, che affianca le sezioni competitive del festival,

integrando i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Fra gli altri

Closed Curtain di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi, film sull’allontanamento forzato del regista iraniano dai set cinematografici; Gore Vidal, the United States of amnesia di Nicholas Wrathall, che ha al centro uno dei grandi outsiders del Novecento americano, che ha vissuto su di sé il paradosso di essere vicino al potere e alla casta dominante, tanto da poter descrivere vizi e virtù della società americana; Le donne della Vucciria di Hiam

Abbas; A Band Called Death di Jeff Howlett e Mark Covino, riscoperta e rilettura a distanza, da parte dei figli, della musica di assoluta avanguardia dei genitori, a suo tempo incompresa e forse per questo abbandonata;

Museum Hours, film europeissimo dell’americano Jem Cohen, dove convergono i temi della distanza culturale e di quella storica, l’arte come terapia contro l’alienazione.

Fra gli Eventi speciali, The Rocket diretto da Kim Mordaunt, Best Narrative Feature Film al Tribeca Film

Festival, un racconto di iniziazione costruito con grazia che si immerge con grande rispetto nello straordinario paesaggio laotiano, presentato in collaborazione con il Gruppo CAP; il classico anni ‘80 Labyrinth di Jim

Henson, proposto in una proiezione multisensoriale organizzata in collaborazione con LUSH e Gorilla Perfume;

l’anteprima di Teen Beach Movie di Jeffrey Hornaday, in collaborazione con The Walt Disney Company; Faro, secondo lungometraggio di Fredrik Edfeldt che mescola i ritmi tesi del noir alla leggerezza con cui delinea il

percorso di maturazione di un padre nel rapporto con l’amatissima figlia, evento speciale in collaborazione con VisitSweden; Diego Star di Frédérick Pelletier, sul tema dei migranti lavoratori, in collaborazione con Naga;

Necesitas algo, nena? di Laura Chiossone che affianca un incontro sul tema dei desaparecidos, organizzato con Amnesty International e 24Marzo; e infine la proiezione dei corti di diploma della Milano Scuola di Cinema e Televisione.

VerniXage, per il terzo anno consecutivo, prova a indagare le aree interstiziali tra il sistema dell’arte

contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest’anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell’arte cinematografica. João Laia, autore e ricercatore portoghese, presenta Now Showing: Austerity Measures, che disegna un tracciato inedito riassemblando,

attraverso la tecnica del found footage spezzoni e trailer di tutti i film che sino a oggi hanno parlato di crisi

economica. Luca Trevisani presenta Frozen Flames, lo studio della sua prima opera cinematografica in via di


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definizione. I flussi dell’acqua e i suoi passaggi di stato, il suo parallelo con l’animo umano e i suoi inevitabili sviluppi, serpenti albini, droni e luoghi estremi, sono tra i protagonisti della trama. Invernomuto conferma il

proprio interesse nell’accostare realtà, livelli e culture eterogenee, tecniche espressive e linguaggi come cinema, musica, performance, con Negus – Echoes Chamber, uno spettacolo inedito realizzato in esclusiva per gli spazi

del Piccolo Teatro Studio, che mette insieme materiale filmico girato tra Italia ed Etiopia e che tra i protagonisti

vede Lee Perry (padre del dub jamaicano), un Sound System artigianale di quasi cinque metri, un giradischi e la totale immersione del pubblico nello spazio scenico.

Anche quest’anno torna il Focus Animazione, con la tradizionale maratona di cortometraggi al Parco Sempione e il workshop PAPER IN MOTION con Louis Hudson, organizzato in collaborazione con Moleskine. Si

riconferma l’appuntamento con il milano film festivalino, con proiezioni e laboratori per i più piccoli in Cascina Cuccagna.

La musica del Festival

Milano Film Festival conferma l’attenzione alla musica con i dj-set che animano ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler e con PARKLIVE, un festival di concerti e dj-set in programma ogni sera alle 18.30 al Parco Sempion (realizzato grazie al sostegno di Jack Daniel’s e curato da I Distratti). Tra gli eventi musicali, anche il Milano

Film Festival BLOCK PARTY powered by Elita Overture, una serata di musica organizzata nei suggestivi spazi industriali dell’Area Ex Bazzi. Tra i partner della 18° edizione anche Spotify, che ospita le colonne sonore dei film, le playlist votate dal pubblico e i brani degli artisti di PARKLIVE. Un Festival più sostenibile e la campagna Adotta un Regista

Tra le novità del 2013 è da segnalare la collaborazione con Novamont ed Ecozema, sviluppata per limitare

l’impatto ambientale del festival: tutti i punti di ristoro utilizzeranno infatti stoviglie monouso biodegradabili e compostabili, che verranno conferite in contenitori dedicati alla raccolta della frazione organica. Grande

successo per la campagna Adotta un Regista, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno

ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che offre un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival.


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Festival Dal 05/09/2013 al 15/09/2013

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Teatro Strehler, Milano

INDIRIZZO:

Largo Antonio Greppi, 1 20121 Milano (MI) Apri Mappa

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A settembre la città si anima con il tradizionale appuntamento organizzato da esterni

DOVE SI TROVA TEATRO STREHLER Largo Antonio Greppi 20121 Milano (MI) Apri mappa con Punti di Interesse

Compie 18 anni il Milano Film Festival, la consolidata kermesse meneghina in programma dal 5 al 15 settembre. Quartier generale della manifestazione è ancora una volta il Teatro Strehler, sede principale delle proiezioni. Oltre al concorso lungometraggi, aperto a opere prime e seconde di registi da tutto il mondo, e al concorso cortometraggi, dedicato ai registi under 40, il calendario prevede diverse sezioni parallele come The Outsiders e Vernixage, che propongono titoli controcorrente e progetti al confine tra arti visive e immagini in movimento. Come da tradizione, il festival è arricchito da numerosi eventi collaterali ospitati in location suggestive tra cui Triennale e Cascina Cuccagna. Al Parco Sempione è di scena Parklive: musica dal vivo e dj set a ingresso libero con artisti come Levante, Jack Jaselli e Bugo.

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Milano Film Festival 2013: programma e location

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MILANO FILM FESTIVAL 2013: PROGRAMMA E LOCATION SCRITTO DA ISACCO CICALA.

Torna la rassegna Milan o Film Festival 2013 da giovedi' 5 a domenica 15 settembre per la sua 18esima edizione che avrà come sede di questa dieci giorni il Piccolo Teatro Strehler e il Teatro Studio, affiancati da molte altre location cittadine all'insegna di fiction, documentari, animazione, sperimentazioni: i linguaggi sono frontiere da percorrere, attraversare e discutere insieme al pubblico e agli autori. Il cinema legge il presente, scopre le differenze, pone domande e crea desideri. Il Milano Film Festival lo porta in città riscoprendo gli spazi pubblici come luoghi di proiezione e diffondendosi nelle sale, portando 100.000 persone davanti allo schermo. È il risultato di un dialogo internazionale lungo un anno tra i registi, lo staff, gli studenti, le case di produzione e di distribuzione, le scuole di cinema e il pubblico. Un laboratorio per nuovi talenti e riscoperte che parte da qui. Per l'edizione 2013 del Milano Film Festival saranno presentate circa 200 o p ere raramente visibili nelle sale tradizionali in quanto si vuole proprio dar spazio a talenti emergenti.

PROGRAMMA MILANO FILM FESTIVAL 2013: Concorso lungometraggi aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo. Concorso cortometraggi riservato a registi under 40 IX edizione della rassegna Colpe di Stato, che indaga il sistema di potere nel mondo The Outsiders: fuori categoria che raccoglie anteprime ed eventi speciali Focus Animazione con la tradizionale maratona di corti al Parco Sempione Focus dedicato al cinema che racconta l'ambiente Milano film festivalino: dedicato ai bimbi Appuntamenti di musica con i concerti sul Sagrato, workshop e masterclass per professionisti e per il grande pubblico. 5 SETTEMBR E 2013 18:30 - Sagrato

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Milano Magazine: notizie ed eventi sulla tua città Home Chi siamo

SETTEMBRE 9, 2013 DI REDAZIONE

Milano Film Festival 2013: Eventi e Programma

Appuntamento attesissimo dell’autunno milanese, sbarca anche quest’anno in città il Milano Film Festival (edizione numero 18), manifestazione sostenuta dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, con il patrocinio di Expo 2015, che fino al 15 settembre porterà a Milano 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali.


Milanomagazine I 04 SETTEMBRE 2013 i 2/2 PAGINE

Centro nevralgico del Festival saranno anche quest’anno il Teatro Strehler con il suo sagrato e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono per questa nuova edizione un festival particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Sono circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. In programma ci sono il “Concorso Lungometraggi”, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mond o, e il “Concorso Cortometraggi”, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Una speciale sezione del Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l’evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”. In programma il workshop “Seize the time”, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. Raggiunge l’edizione numero nove “Colpe di Stato”, sezione che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale. Completa l’ampio programma “The Outsiders”, che affianca le sezioni competitive del festival, integrando i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Con “VerniXage”, per il terzo anno consecutivo, si prova a indagare le aree di connessione tra il sistema dell’arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest’anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell’arte cinematografica. Ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler sarà animato da dj- set mentre al Parco Semp ione ogni sera alle 18.30 andrà in scena “Parklive”, festival di concerti e dj-set. Tra le novità del 2013 grande successo ha avuto la campagna “Adotta un Regista”, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che offre un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival.


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Al via la 18^ edizione del “Milano Film Festival” 4 settembre 2013,

Cinema, Eventi commenti

Domani 5 settembre parte la 18ª edizione del “Milano Film Festival“, sostenuta dalComune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, con il patrocinio diExpo 2015, che fino al 15 settembre porterà a Milano 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. Il tutto si animerà presso il Teatro Strehler e il Teatro Studio, a cui si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano, Teatro dell’Arte, loSpazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini (nella foto a destra) annunciano un’edizione attenta alle nuove produzioni e al cinema indipendente tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Un numero: 200 le opere in arrivo da tutto il mondo. Il “Concorso Lungometraggi” sarà aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il “Concorso Cortometraggi” sarà invece riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Un particolare omaggio sarà dedicato a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna tra lungometraggi, cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l’eventoAlive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright“. Si terrà inoltre il workshop “Seize the time“, organizzato da Milano Film Network e Milano Film Festival, in collaborazione conFilmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città. Raggiunge l’edizione numero nove “Colpe di Stato“, che si sofferma sulla realtà del sistema di potere nel mondo, attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale. Completa l’ampio programma “The Outsiders“, che integrerà i percorsi del Concorso o raccoglierà i frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Per il terzo anno consecutivo “VerniXage” proverà a indagare le aree di connessione tra il sistema dell’arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell’arte cinematografica. Ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler sarà animato da dj­ set mentre al Parco Sempione a partire dalle 18.30 andrà in scena “Parklive“, festival di concerti e dj­set. Tra le novità del 2013 ricordiamo la campagna “Adotta un Regista“, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo. Per ulteriori informazioni: www.milanofilmfestival.it


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Domani al via la 18ª edizione del 'Milano Film Festival' MERCOLEDÌ 04 SETTEMBRE 2013 09:37 Notizie ­ Lombardia e Nord­Ovest

(Sesto Potere) ­ Milano ­ 4 settembre 2013 ­ Domani giovedì 5 settembre prende il via la 18ª edizione del “Milano Film Festival”, manifestazione sostenuta dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, con il patrocinio di Expo 2015, che fino al 15 settembre porterà a Milano 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. Centro nevralgico del Festival saranno anche quest’anno il Teatro Strehler con il suo sagrato e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano ­ Teatro dell'Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. “ Sosteniamo convinti questo festival che porta a Milano ogni anno un cinema che altrimenti difficilmente potremmo vedere ­ ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno ­. Ottimo cinema internazionale e indipendente, giovane e sperimentale, che spesso non raggiunge i circuiti della grande distribuzione e che invece, grazie al lavoro di ricerca e sostegno del ‘Milano Film Festival’, conquista le platee milanesi e non solo, offrendosi alla valutazione e alla riflessione di un pubblico attento e sempre più vasto. L’ultima edizione infatti ha visto oltre 100mila presenze e gli spettatori sono sempre stati in costante crescita”. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono per questa nuova edizione un festival particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Sono circa 200 le opere presentate in arrivo da tutto il mondo. In programma ci sono il “Concorso Lungometraggi”, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il “Concorso Cortometraggi”, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Una speciale sezione del Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l'evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”. In programma il workshop “Seize the time”, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. Raggiunge l’edizione numero nove “Colpe di Stato”, sezione che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale. Completa l’ampio programma “The Outsiders”, che affianca le sezioni competitive del festival, integrando i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Con “VerniXage”, per il terzo anno consecutivo, si prova a indagare le aree di connessione tra il sistema dell'arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest’anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell'arte cinematografica. Ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler sarà animato da dj­ set mentre al Parco Sempione ogni sera alle 18.30 andrà in scena “Parklive”, festival di concerti e dj­ set. Tra le novità del 2013 grande successo ha avuto la campagna “Adotta un Regista”, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che offre un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival. Tutte le info e il programma completo sul sito www.milanofilmfestival.it.

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Mercoledì 4 Settembre 2013

Milano Film Festival: dal 5 settembre undici giorni di cinema, musica e grandi eventi 04 09 2013 (Cine & TV) Dal 5 al 15 settembre a Milano si svolge la diciottesima edizione del Milano Film Festival, un evento internazionale prodotto da Esterni che anno dopo anno grazie alla passione degli organizzatori e di tutti coloro che con il loro impegno continuano a credere nella forza e nella magia di un cinema che rompa gli schemi, che possa far sognare superando gli ostacoli e le barriere, è cresciuto diventando un Festival sempre più importante, ricco di eventi, incontri, anteprime nazionali, retrospettive ma non solo; le serate sul sagrato del Teatro Strehler e al Parco Sempione saranno animate da dj set affidati ad artisti affermati e a giovani nomi , da Levante a Bugo, da Roberto Angelini a Mamavegas, da Jack Jaselli a Nadar Solo. Uno spazio sarà dedicato anche ai bambini con il Milano Film Festivalino che quest’anno si svolgerà nella location della Cascina Cuccagna. Due cicli di proiezioni in due week end saranno dedicati a cortometraggi animati selezionati tra le ultime produzioni mondiali; inoltre uno speciale regista girerà dei cortometraggi realizzati dai bambini che potranno interagire in maniera realistica con il mondo del cinema. Il Milano Film Festival si svolgerà in vari luoghi della città legati simbolicamente tra loro: punti nevralgici come da tradizione il Teatro Strehler e il teatro Studio al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano­Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’auditorium San Fedele e l’area Ex Bazzi. I due direttori storici Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono un programma attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente; il festival presenta circa 200 opere provenienti da tutto il mondo sostenendo talenti emergenti e anteprime raramente visibili in sala. Il festival è sostenuto dal Comune di Milano­Assessorato alla cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, e ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015. Tra i partner fedeli si riconfermano Gruppo CAP e Aperol Spritz e si sono aggiunti Alce Nero, MM Metropolitana Milanese, Vodafone e Banca Prossima, quest’ultima con un progetto importante per finanziare la produzione di una serie web sul no profit. Quest’anno è nata anche una collaborazione con Sky Arte e Mymovies.it che trasmetterà ogni sera alle 21.30 gratuitamente uno dei lungometraggi del festival. Veramente eccellente il programma proposto quest’anno: undici i lungometraggi in concorso , tra cui otto girati da registe donne. Tra i titoli più interessanti “Mirage a l’italienne” di Alessandra Celesia, “The Eternal Return of Antonis Paraskevas della regista greca Elian Pskou, “Ilo Ilo” di Anthony Chen, vincitore della Camera d’Or a Cannes. Il Festival rende omaggio a Sylvan George, autore di cinema politico e sperimentale con un’ampia rassegna dei suoi lavori, un incontro dialogo con Stefano Savona. E’ previsto anche un workshop Seize the time che culminerà in un film collettivo sulla città; l’omaggio a questo importante regista è curato da Paola Piacenza. Spazio anche alla rassegna Colpe di Stato, giunta alla sua nona edizione; attraverso pellicole provenienti da tutto il mondo si riflette sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo con un linguaggio sperimentale e documentando la realtà. Completano il programma le sezioni “The Outsiders”, con una selezione di film d’approfondimento, gli Eventi Speciali con la proiezione di “The Rocket” , “The Labyrinth”, un film degli anni ’80 qui riproposto grazie a Lush e a Gorilla Perfume in una proiezione multisensoriale (prenotazione obbligatoria attraverso la pagina facebook di Lush), VerniXage, sezione che indaga le aree interstiziali tra il sistema dell’arte contemporanea e quello del cinema. Torna anche quest’anno il Focus Animazione con la tradizionale maratona dei cortometraggi al Parco Sempione e il workshop Paper in Motion con Louis Hudson. Tra le novità di quest’anno importanti iniziative da segnalare: una collaborazione con Novamont ed Ecozema, sviluppata per limitare l’impatto ambientale del festival; tutti i punti di ristoro utilizzeranno infatti stoviglie monouso biodegradabili e qui ci saranno erogatori d’acqua. Grande successo anche per la campagna Adotta un regista che ha coinvolto cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo. Tutto il programma e gli appuntamenti sono consultabili su www.milanofilmfestival.it (Tamara Anna Malleo)

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04­Set­2013 Cinema

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Il Milano Film Festival compie 18 anni Prenderà il via domani, per proseguire fino al 15 settembre, la diciottesima edizione del Milano Film Festival. La manifestazione si svolgerà anche quest'anno al Teatro Strehler e al Teatro Studio, ai quali si affiancheranno Parco Sempione, Triennale ­ Teatro dell'Arte, Spazio Oberdan, Cascina Cuccagna, Auditorium San Fedele e Area Ex Bazzi. Circa duecento le opere che saranno presentate, in arrivo da tutto il mondo. I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini propongono per questa nuova edizione un festival particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, oltre ad anteprime e incontri con talenti emergenti. Come sempre, due sono le sezioni principali del Milano Film Festival, quella del concorso lungometraggi, aperto solo a opere prime e seconde, e la parte dedicata ai cortometraggi, riservata ai talenti under quaranta. Dei lungometraggi, quest’anno ben otto su un totale di undici sono girati da donne. Tra i film selezionati, “Mirage à l'Italienne” di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia. Fra i corti troviamo “Peristalsi” di Enrico Iannaccone, già vincitore del David di Donatello con “L'esecuzione”, che qui mette in scena il tragicomico allestimento di un testamento­ sceneggiatura. In programma ci sono, inoltre, sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Una speciale sezione del festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui vengono presentati i lavori in un'ampia rassegna. Anche quest’anno si riconfermano "The Outsiders", la principale sezione fuori concorso con film in anteprima ed eventi speciali, la rassegna “Colpe di Stato”, che presenta documentari che rivelano la realtà complessa del sistema di potere nel mondo, il Focus Animazione, con la tradizionale maratona di corti al Parco Sempione, e VerniXage, con appuntamenti dedicati all’intersezione tra arte e cinema. Grande curiosità infine per la campagna “Adotta un Regista”, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano per il festival da tutto il mondo. E’ un progetto che offre un’occasione straordinaria per conoscere da vicino i veri protagonisti della manifestazione. Per tutti gli aggiornamenti sul programma, è consultabile il sito www.milanofilmfestival.it

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Ci siamo quasi con il Milano Film Festival 2013, le cui date sono dal 5 al 15 settembre e il programma è suddiviso in diverse sezioni, a cominciare ovviamente da quelle dedicate ai lungometraggi e ai cortometraggi in concorso. Il Milano Film Festival, o MFF se preferite, è una rassegna cinematografica indipendente creata nel 1996 ed ospitata in varie location del capoluogo lombardo, che si pone come obiettivo quello difar conoscere le realtà emergenti del cinema nazionale e internazionale e le produzioni mondiali cinematografiche non legate alle logiche di mercato. Ogni anno vengono assegnati molti riconoscimenti, anche se quelli storici restano il Premio Aprile e i premi al miglior cortometraggio e al miglior lungometraggio. I luoghi del Milano Film Festival sono innanzitutto il Teatro Strehler (che include il Sagrato esterno e La Scatola Magica) e il Teatro Studio, ma parecchi eventi sono ospitati anche in Parco Sempione (ingresso da Via Gadio), al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano, alla Cascina Cuccagna, nello Spazio Oberdan, nell’Auditorium San Fedele negli spazi riqualificati dell’ex azienda Bazzi, a Lambrate.

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info Teatro Strehler largo Greppi 1 Milano Contatti: 02.71.36.13 Quando: Prima data: 5 settembre 2013 dalle 20:30 TUTTE LE ALTRE DATE

Prezzi: € 4 mattina, € 5 pomeriggio, € 6 sera. Abbonamento a tutto il Festival, € 55

ristoranti in zona 1 Grand'Italia 2 La Cotoletteria 3 Resentin

Descrizione: Diciottesima edizione per il Milano Film Festival che parte il 5 settembre con centinaia di film fra lungometraggi, corti, documentari, proiezioni speciali e maratone cinematografiche. Come da tradizione, la kermesse a marchio Esterni, diretta da Alessandro

locali in zona 4 See You at One 5 Sans Egal 6 Marc Jacobs Café

Beretta e Vincenzo Rossini, è un kolossal fitto di appuntamenti. Tante le sedi di svolgimento con il Teatro Strehler come punto di aggregazione e poi Teatro Studio, Parco Sempione, Spazio Oberdan, Auditorium San Fedele, Triennale ed ex Bazzi. Non solamente film, perché essendo una rassegna con un occhio puntato verso il pubblico dei giovani e giovanissimi, non manca la musica, con tanti appuntamenti sul sagrato dello Strehler. E per i più piccoli, non va scordato lo spazio alla Cascina Cuccagna, sede dell’ormai storico “Festivalino” riservato ai bambini. Undici le giornate di svolgimento, da giovedì 5 a domenica 15 settembre. Per non lasciarsi sfuggire gli eventi, è consigliabile consultare il programma integrale sul sito della manifestazione, www.milanofilmfestival.it,

eventi in zona 7 Francesco Capella tra Piazzetta e Tiepolo 8 Cesare Zavattini 9 Sulle merlate del Castello Sforzesco

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Ecco intanto un riassunto dei principali spettacoli, giorno per giorno,

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con messa a fuoco del concorso per lungometraggi.

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Giovedì 5 (ore 20.30 allo Strehler), il primo dei film in concorso, “Run

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& Jump”. Diretto da Steph Green, reduce dal Sundance e dal Tribeca Fest, racconta la storia di una famiglia irlandese, alla ricerca di un nuovo equilibrio dopo i problemi di salute del capo­famiglia. Venerdì 6 (ore 15 allo Spazio Oberdan), arriva dall’Argentina una curiosa opera di Maria Florencia Alvarez, “Habi, la extranjera”, con la storia di una ragazza di provincia che una volta giunta a Buenos Aires resta affascinata dalla cultura musulmana, e va incontro a una sorprendente storia d’amore, che non potrà però vivere come

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vorrebbe. Alle 20.30, allo Strehler, un’opera prima, “Towheads” di Shannon Plumb, sguardo al femminile che fa emergere dimensioni inedite sul ruolo materno e desideri di cambiamento. Sabato 7 (20.30 allo Strehler) c’è il titolo che ha vinto la Caméra d’Or quest’anno a Cannes, “Iloilo” di Anthony Chen. Domenica 8 (ore 17 allo Spazio Oberdan), per la sezione “Colpe di Stato”, si vedono i missionari in Uganda nel docufilm “God Loves

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Uganda” di Roger Ross Williams, e dopo la proiezione c’è l’intervento di Paolo Naso, docente di Scienze Politiche a Roma. Lunedì 9 (ore 20.30 allo Strhler) si fa spazio all’arte provocatoria di Bahman Mohassess, nel documentario in concorso “Fifi Howls from Happiness” di Mitra Farahani. Martedì 10 tempo di revival alla Scatola Magica del Teatro Strehler: alle 20.30 evento in Odorama per il cult “Labyrinth­Dove tutto è possibile” (1986) di Jim Henson, con un mitico David Bowie.

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Mercoledì 11, (ore 18.30 a Parco Sempione) si mescolano musica e un progetto di film da realizzare, con Bugo protagonista, anche in esibizione live. Giovedì 12 (ore 20 alla Triennale), una chicca firmata da Jafar

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Panahi, regista sempre osteggiato dal regime iraniano: è “Closed Curtain”, codiretto da Kambuzia Partovi.

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Venerdì 13 (ore 17 allo Strehler), da non perdere il sorprendente “Faro” (nella foto) dello svedese Fredrik Edfeldt, storia di un padre e di una figlia in fuga fra i boschi, fatto di pochi dialoghi, tanta suspense e sequenze mozzafiato. Sabato 14 (ore 20.30 allo Strehler) tuffo nell’eros, anche sadomaso,

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con una Béatrice Dalle armata di frusta e un Eric Cantona superdotato per il titolo scandalo dell’ultimo Cannes, “Les Rencontres d’après minuit” di Yann Gonzales. Chiusura domenica 15: alle 21 cerimonia di premiazione, con proiezione dei film vincitori. Tutte le opere sono in edizione originale, con sottotitoli in

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MILANO FILM FESTIVAL: SI PARTE! di Jean Marc Mangiameli | 04 settembre 2013

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Inaugura domani il festival del cinema internazionale e indipendente della città di Milano (che quest’anno soffia le candeline dei 18 anni). Organizzato da E sterni, sotto l’attenta direzione artistica di Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, quest’anno presenta 200 pellicole che si suddividono tra lungometraggi e corti in gara (tutte opere prime o seconde), perle provenienti dal passato, retrospettive e sperimentazioni artistiche. Ricco anche il programma collaterale che abbraccia arte, musica e performance. Dove? In otto location d’eccezione, col T eatro Strehler e il suo Sagrato a mantenere il ruolo di “Hub” centrale. Abbiamo passato a raggi X tutta l’agenda e qui vi segnaliamo il meglio: F ilm im perdib ili: il cuore del festival. Ve ne parleremo più avanti, ma vi segnaliamo già Les rencontres d’après minuit (di Yann Gonzalez) già presentato con successo a Cannes durante la Semaine de la Critique; narra di un’orgia nel cuore della notte da cui strani individui ne usciranno denudati psicologicamente; The Eternal Return of Antonis Paraskevas (di Elina Psykou): rapimento inscenato da un celebre presentatore greco per sfuggire ai debiti


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Milano si fa festival 4 settembre 2013

Domani al via la 18esima edizione: 11 opere prime e seconde in Concorso, la rassegna Colpe di Stato e l’omaggio a Sylvain George di Giulia Iselle

“Questo è l’anno dei 18, avevamo un budget limitato ma che ci ha permesso di comporre un bel panorama di sogni, frutto di un lungo anno di ricerca tra nuove produzioni, cinema indipendente, talenti emergenti e coraggiose cinematografie intenazionali” dice Alessandro Beretta presentando il Milano Film Festival ormai alle porte (dal 5 al 15 settembre). Il percorso dei due giovani direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini li ha portati all’esame di maturità insieme al presidente dell’Associazione Esterni Beniamino Saibene che dichiara: “Abbiamo affrontato la crisi a testa alta, ci chiamano gli imprenditori della cultura e anche quest’anno abbiamo orgogliosamente fatto impresa, nonostante non ci sia arrivato il finanziamento dal Ministero (20 mila euro il contributo dello scorso anno). Anche quest’anno non è mancato il sostegno del Comune che, “da sempre al fianco del Milano Film Festival – conferma Filippo del Corno, Assessore alla Cultura – ha visto il rinnovamento generazionale costante, la crescita di affluenza degli spettatori, punto essenziale di un festival per il pubblico. Trasformando positivamente la stessa geografia urbana disegnando un arco attorno al Castello, il Festival si intreccia con la programmazione di MITO – Settembre e musica e con Le vie del cinema – Venezia e Locarno, per un settembre milanese a tutto cinema”. Il programma prevede il consueto Concorso Lungometraggi, 11 opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo di cui ben otto realizzati da registe donne: The Eternal Return of Antonis Paraskevas di Elina Psykou, Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012; Fifi Howls From Happiness dell’iraniana Mitra Farahani sugli ultimi mesi di vita del pittore Behman Mohassess; Habi, la extranjera, identità incerte nella Buenos Aires di María Florencia Álvarez; Terra de Ninguém della portoghese Salomé Lamas; Towheads della videoartista newyorkese Shannon Plumb, commedia sulle fatiche di una mamma contemporânea; il documentario Mirage à l’Italienne di Alessandra Celesia, vite alternative in una Torino dissanguata dalla crisi económica; il georgiano In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, percorso di formazione di due ragazze all’indomani della caduta dell’URSS; Run & Jump di Steph Green, storia d’amore non convenzionale nell’Irlanda rurale. Poi ancora Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d’Or a Cannes; Licks del giovanissimo Jonathan Singer­Vine eLes rencontres d’après minuit di Yann Gonzalez, presentato alla Settimana della Critica di Cannes 2013. Parallelamente il Concorso cortometraggi, 51 opere selezionate tra oltre 2000, e la rassegna Colpe di Stato che riflette sul sistema di potere nel mondo, dalla Corea alla Siria, dalla Palestina alle coste somale con The act of killing di Joshua Oppenheimer, prodotto da Werner Herzog, documentario sconcertante in cui gli assassini degli squadroni della morte indonesiani rimettono in scena i loro crimini per le telecamere; Dirty Wars di Rick Rowley, inchiesta di un reporter americano sull’uso dei droni nella politica estera dell’amministrazione Obama;Inequality for All di Jacob Kornbluth, che illustra la tesi di Robert Reich, ex segretario del lavoro per Bill Clinton, secondo cui la classe media è il più grave tra i danni collaterali del capitalismo. L’omaggio della XVIII edizione è per Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale di cui verranno presentati tutti i corti, due lungometraggi, Les Eclats e Vers Madrid, e un workshop che culminerà in un film collettivo. Tra gli Outsiders e gli Eventi speciali, Closed Curtain di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi, film sull’allontanamento forzato del regista iraniano dai set cinematografici, presentato a Cannes; Gore Vidal, the United States of amnesia di Nicholas Wrathall; The Rocket diretto da Kim Mordaunt, Best Narrative Feature Film al Tribeca Film Festival. In collaborazione con Amnesty International verrà proiettato Necesitas algo, nena? di Laura Chiossone in un incontro sul tema dei desaparecidos. Esperienza sensoriale per pochi, visti i posti limitati, la visione in odorama del classico anni 80 Labyrinth di Jim Henson. Il Milano Film Festival lancia, in collaborazione con Banca Prossima, anche un progetto di produzione grazie al bando per la realizzazione di una serie web che racconti una storia no profit, che “l’Istat – spiega l’ad Marco Morganti – ha confermato essere un segmento importante dell’economia italiana, il nuovo Welfare. Abbiamo voluto sostenere una produzione


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Maratona di corti animati per il Milano Film Festival Martedì 6 agosto dalle ore 21​.30​, Cascina Cuccagna ospita una maratona di cortometraggi d’animazione selezionati dalle passate edizioni del Milano Film Festival: quasi 3 ore di programma no­ stop per adulti e bambini a ingresso libero.

Man in a cat

In attesa del 18° Milano Film Festival (in programma dal 5­15 settembre 2013), Cascina Cuccagna, sede ormai tradizionale anche del milano film festivalino, l’evento del festival dedicato ai più piccoli (con proiezioni, incontri e laboratori), offre l’occasione di una serata di cinema fuori dalle

sale, in un clima estivo e conviviale. Fra i numerosi corti selezionati per la maratona, storie tutte da ridere (come All Consuming Love (Man in a Cat) di Louis Hudson, Please Say Something di David OReilly, Solos di David Cobo, Grocery Store Wars di Louis Fox, Tate Hausman e Jonah Sachs, Thé noir di Serge Elissalde), storie d’amore un po’ speciali (come John and Karen di Mattew Walker, The Journey di James Caddick, Please Say Something di David OReilly), minithriller da lasciare con il fiato sospeso (Something Left, Something Taken di Max Porter e Ru Kuwahata, Bodega Bay School di Tobias Anderson), supereroi di nuova generazione (The Burning Haus di Nils Knoblich), viaggi fantascientifici in paesi lontani (Il pianeta perfetto di Astutillo Smeriglia). Durante la serata, sarà anche possibile acquistare l'abbonamento al festival che quest'anno, oltre a 11 giorni di proiezioni, eventi e concerti, offre numerose convenzioni e agevolazioni in diversi luoghi d'arte e cultura della città, consentendo di fruire – a costi ridotti ­ delle proposte culturali milanesi per tutta l’estate e fino alla fine del 2013 (tutti i dettagli e le convenzioni, su www.milanofilmfestival.it).

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nte 2013 A Sesto San Giovanni

ti di Agosto e settembre GIOVEDÌ 12 SET

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5 Sep → 15 Sep

a città di Milano ospita il Milano Film Festival, che diventa maggiorenne arrivando alla sua diciottesima edizione.

Un Festival che racchiude al suo interno numerose rassegne come quella di Concorso Internazionale Lungometraggi, quello dei Cortometraggi e la rassegna fuori concorso Colpe di Stato. Nei numerosi giorni di proiezioni arriveranno in città più di cento mila visitatori che si dedicheranno alla loro passione per il cinema indipendente. I luoghi del Festival sono tanti, dislocati nel centro cittadino: il palcoscenico principale è il Teatro Strehler, sede delle proiezioni del concorso lungometraggi e cortometraggi, delle rassegne fuori concorso e de La scatola magica. All'esterno ogni sera intrattenimento con i dj set del festival. E poi: il Teatro Studio, il Parco Sempione (con lo schermo all'ape rto in Piazza del Cannone), l'Auditorium San Fedele, il Teatro dell'Arte alla Triennale, lo Spazio Oberdan, Cascina Cuccagna, l'ex Bazzi (distante dal centro città). Per la musica, oltre al sagrato dello Strehler, ecco i Parklive, osia concerti e dj-set in programma ogni sera al Parco Sempione. Per maggiori infromazioni sul programma completo (http://www.milanofilmfestival.it/daybyday_2013.php), con gli orari aggiornati, si rimanda ai seguenti contatti: E-mail: info@milanofilmfestival.it tel/fax +39 02 713613 Sito Ufficiale (http://www.milanofilmfestival.it) Mi piace

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Pubblicato il: 8/9/2013, ultima modifica 9/9/2013

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Dirty Wars

Milano Film Festival, rassegna del cinema indipendente molto amata nel capoluogo lombardo, è diventato maggiorenne. È giunto infatti alla diciottesima edizione e propone anche quest'anno, dal 5 al 15 settembre prossimi, un cartellone ricco di film, cortometraggi e nuove forme della cinematografia indipendente.

Come sempre, le sezioni sono molte: il concorso Lungometraggi, quello dedicato ai Cortometraggi, la sezione Outsiders, con le proposte di documentari e film dallo sguardo non convenzionale, e la rassegna Colpe di stato, vera e propria "invenzione" di questo festival, che raccoglie i documenti e le testimonianze politiche dei nostri tempi. Sono molte le opere presenti da non perdere, da Gore Vidal: United States of Amnesia, documentario prezioso sulle opinioni dello scrittore americano recentemente scomparso e Inequality for all, dove Robert Reich, un noto economista americano e consulente del lavoro per Bill Clinton analizza la sempre crescente ingiustizia economica americana, in fatto di reddito e possibilità di sopravvivenza della classe media. Sulla stessa scia, Dirty Wars di Jeremy Scahill indaga un episodio di violenza in Afghanistan, dove le colpe dei soldati americani vengono insabbiate per evitare scandali: un esempio di reportage d'inchiesta che ha fatto molto discutere negli USA, dove è stato presentato al Sundance Film Festival.

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Le Femen nude a Venezia Towheads

Nel concorso dei Lungometraggi c'è da segnalare Towheads, vera e propria opera di auto­fiction dove l'artista Shannon Plumb, diventata mamma, realizza un film sulla sua vita, sconvolta dall'arrivo dei figli: il tentativo di riuscire a fare tutto ed essere tutto sarà più duro del previsto. Alessandra Celesia presenta invece il suo Mirage à l'italienne, indagine su un gruppo di italiani che sono disposti a tutto pur di trovare un nuovo lavoro, e una nuova occasione, in Alaska. Non tutto è però così roseo come nei propri sogni. L'ex esponente degli M83 Yann Gonzalez presenta invece un film già passato a Cannes, Les recontres d'après minuit, bizzarra commedia d'interni su un gruppo di persone che si ritrova per un'orgia di mezzanotte, con l'ex calciatore Eric Cantona e il figlio di Alain Delon. Oltre ai film, la musica: il Milano Film Les rencontres d'après minuit Festival organizza infatti Parklive, una serie di concerti gratuiti, tra cui quelli di Bugo e del King of Convenience Erlend Oye, nel Parco Sempione, a Milano. L'offerta di film, formati diversi e iniziative è così ampia che vi rimandiamo al programma sul sito ufficiale della rassegna: milanofilmfestival.it .

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Scritto da Francesco Sala | giovedì, 5 settembre 2013 · Lascia un commento

Una scena dal “Mirage à l’italienne” di Alessandra Celesia

SONDAGGIO Qual è l'artista italiano contemporaneo più sottovalutato? Gastone Novelli Giuseppe Chiari Pinot Gallizio Pietro Consagra Domenico Gnoli Mario Schifano Emilio Isgrò

Vabbè che la Lombardia non è l’Antartide e si raggiunge, volendo, piuttosto agevolmente. Ma non è detto che uno, per quanto cinefilo, abbia tempi e possibilità di farcela a seguire con puntualità il Milano Film Festival. Mettici poi che le pellicole proposte compiono ellissi che gravitano ben distanti dai multisala e il rischio di perdersi qualche colpo, e magari pure importante, è più che reale. Si rinnova dopo l’esperimento della passata stagione la partnership della kermesse con MYmovie.it, che da venerdì 6 settembre propone in streaming rigorosamente gratuito dieci tra i film protagonisti del festival. Uno al giorno, naturalmente in prima serata: buio in sala – pardon, in salotto! – allo scattare delle 21.30, con possibilità però di connettersi senza perdere nemmeno un frame entro sessanta minuti dallo scorrere dei titoli di testa. Potere del DVR… Si parte con il folle Midsummer Night’s Tango di Viviane Blumenschein, docu­film on the road che teorizza tra il serio e il faceto le origini scandinave del ballo più caldo che ci sia; e si chiude con quello che Werner Herzog ha definito “il film più spaventoso e surreale del decennio”. Trattasi di The act of killing, con cui Joshua Oppenheimerevoca la tragedia dimenticata del regime di Suharto. In mezzo due tra gli undici film in concorso: su tutti, in programma giovedì 12 settembre,

Vincenzo Agnetti

il Mirage à l’italienne di Alessandra Celesia. Una fuga di cervelli proletari, dalla Torino deindustrializzata all’Alaska, imprevista e imprevedibile frontiera che offre un miraggio di lavoro e riscatto. Trattasi dell’unico film italiano in gara, o meglio: dell’unico firmato da

Tano Festa

un regista italiano. Prodotto, drammatica ironia della sorte, in Francia…

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http://www.mymovies.it/live/

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SHARE AND ENJOY 1 Ieri 3 settembre 2013 e’ stata presentata a Palazzo Reale la XVIII edizione

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del Milano Film Festival (MFF) la mostra cinematografica di Milano. Share

I Direttori Beretta e Rossini hanno precisato che durante il MFF saranno

affiancati i film del Festival di Venezia (ora alla sua seconda settimana) e quello di Locarno. Milano per tutto il mese avrà aperte le Vie del Cinema. La Mostra si apre giovedì 5 settembre, alle 20.30 con la proiezione di Run and Jump di Steph Green, in concorso nella categoria Lungometraggi, che prevede undici film in programma (di cui 8 diretti da registe donne).vI film saranno proiettati al Teatro Streheler, al Teatro Studio, alla Triennale al Parco Sempione, la Cascina Cuccagna, lo spazio Oberdan, l’auditorium San Fedele. Il Festival e’ suddiviso in diverse sezioni da quella dedicata ai più piccoli in collaborazione con Walter Disney ai documentari, ai corti, considerati forse i più accattivanti sotto un profilo di ricerca di nuovi autori e i lungometraggi. Negli 11 giorni saranno programmati più di 200 film. La diciottesima edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che traccia un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti. Il festival è sostenuto dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, e ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015. Tra i partner, confermano ancora una volta la partecipazione, il Gruppo CAP e Aperol Spritz. Ancora molti partner di prestigio, tra cui Alce Nero, MM Metropolitana Milanese e Vodafone.

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Milano Film Festival: date, programmi e dettagli della manifestazione giunta al 18° anno Giovedì 5 Settembre 2013, 08:33 in Cinema di Alessio Cappuccio Mi piace

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Arriva come ogni anno il festival del cinema del capoluogo lombardo, in contemporanea con la chiusura della più nota Mostra di Venezia

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Conosciuto da molti non addetti ai lavori principalmente come l'evento mondano settembrino durante il quale si ritrovano gli hipster meneghini, il Milano Film Festival in realtà è un'interessante e sempre più importante rassegna di cinema indipendente. Annunci Google

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La kermesse organizzata da Esterni e realizzata in collaborazione con Aperol Spritz, Gruppo CAP, Alce Nero, MM Metropolitana Milanese e Vodafone prende il via proprio oggi fino al 15 di settembre.

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Molteplici le sedi in cui si svolgeranno le innumerevoli attività proposte da questa diciottesima edizione: il Teatro Strehler, il Teatro Studio, il Parco Sempione, Triennale ­ Teatro dell'Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l'Auditorium San Fedele e Area Ex Bazzi.

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I direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, conformemente alla politica di promozione di talenti emergenti, presentano ben 200 pellicole che, come da programma, sono opere prime o seconde di nuovi artisti (per quanto riguarda i lungometraggi) o di registi under 40 (per i corti). Il Milano Film Festival è anche un progetto molto attento

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alle questioni di genere, dato che degli 11 film in concorso ben 8 sono firmati da donne, nonché al genere del documentario, riscoperto anche a Venezia; la sezione Colpe di stato, poi, dimostra l'attenzione all'attualità proponendosi infatti di indagare le anomalie e le derive del potere attraverso documenti filmici che ne evidenziano le dinamiche nefaste. Quest'anno è inoltre l'occasione per un omaggio a Sylvain George, fautore di un cinema sperimentale e politico, protagonista di una retrospettiva in cui verranno mostrati molti dei suoi corti e alcuni lunghi (tra cui Les eclats e Vers Madrid), nonché animatore del workshop Seize the time che avrà come scopo finale la produzione di un film collettivo sulla città di Milano.

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Segnaliamo la sezione The Outsiders, in cui si potranno ammirare opere come Closed Curtain di Jafar Panahi, il regista iraniano condannato in patria agli arresti domiciliari, Upstream Color del cervellotico e inventivo Shane Carruth e infine The Act of Killing, l'incredibile documentario ambientato in Indonesia che rimette in scena i rastrellamenti politici avvenuti negli anni '60. Per le altre iniziative vi rimandiamo al programma ufficiale, ma vogliamo ricordarvi che ogni sera, forse per venire incontro a chi preferisce il suono alle immagini, per il festival musicale parallelo Parklive si svolgeranno concerti e dj­set al Parco Sempione

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Milano Film Festival 2013 tra cinema, musica e incontri Pubblicato il settembre 5th, 2013 da valentina

Parte oggi, giovedì 5 settembre, la 18esima edizione di Milano Film Festival. La kermesse, che andrà avanti fino al prossimo 15 settembre, porta in città tanto cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali.La manifestazione, a cura di Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo e come sempre darà spazio a giovani emergenti. Il programma prevede il consueto Concorso lungometraggi , aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il tradizionale Concorso Cortometraggi, riservato invece a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Quest’anno il Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna. Tra le novità del 2013 è da segnalare la collaborazione con Novamont ed Ecozema, sviluppata per limitare l’impatto ambientale del festival: tutti i punti di ristoro utilizzeranno infatti stoviglie monouso biodegradabili e compostabili. I luoghi che ospiteranno le proiezioni e gli eventi sono come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, il Teatro Studio e poi ancora il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi.


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Milano Scuola di Cinema e Televisione (at) Milano Film Festival Ancora una volta la Scuola di Cinema e Televisione di Milano sarà ospite e parte attiva del Milano Film Festival per festeggiare la chiusura dell'anno scolastico 2012­13 e l'inizio del nuovo con diverse iniziative: showcase, proiezioni, presentazioni, un desk informativo e una vera e propria festa. Nella prospettiva di un crescente legame con il territorio, la Scuola ha riconosciuto nel Milano Film Festival ­ profondamente radicato nel tessuto cittadino ma al tempo stesso capace di aprirsi a quanto di più eterogeneo e vitale si muove nel panorama cinematografico internazionale ­ il partner ideale per "fare rete", e per presentare la propria attività offrendo agli studenti l'opportunità di mostrare i propri lavori e di confrontarsi con un vero pubblico.

SABATO 7 SETTEMBRE, SCATOLA MAGICA DEL TEATRO STREHLER, ORE 19 ­ CASE HISTORY DELLA CAMPAGNA VIOLENZA CONTRO LE DONNE La Civica Scuola di Cinema e Televisione nel 2013 è stata particolarmente impegnata sul fronte delle tematiche sociali. La violenza contro le donne è stato il fulcro di una riflessione condotta assieme a istituzioni e associazioni del territorio che si è concretizzata in una campagna di sensibilizzazione rivolta al target dei giovanissimi (15­20 anni). La rete che si è costituita ha portato alla realizzazione di 5 spot in collaborazione con FP e FLC Cgil Milano, Casa di Accoglienza delle Donne maltrattate di Milano, Telefono Donna di Como, Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, associazione Uomini non più violenti, Ordine dei giornalisti, Accademia di Belle Arti di Brera. Gli studenti che hanno lavorato alla produzione, con il tutor Carlo Arturo Sigon e le pubblicitarie Carlotta Tessarolo e Arianna Pregagnoli, racconteranno il percorso che ha portato alla realizzazione degli spot. Condurrà l'incontro la giornalista Ira Rubini.

Links: » Big as Life » L'Uovo di Tesla » Waisting Swing » In un Mondo o nell'Altro » Civica Educazione » Radio Kaos ItaLis ­ Musica che Lascia il Seg » Elena Baucke » Cristina Crippa » Chiara Davanzo » Cristina Savelli » Cecilia Di Giulio » Gianmaria Sortino » Laura Filios » Laura Giuntoli » Elisa Giacalone » Milano Film Festival 2013

MERCOLEDI 11 SETTEMBRE, SALA GRANDE DEL TEATRO STREHLER, DALLE ORE 17 ­ FESTA DELLA SCUOLA Una festa che riunirà allievi in corso, diplomati, docenti, staff, nuovi iscritti e ospiti con la proiezione dei lavori del terzo anno 2012­13 in una varietà che vedrà il susseguirsi di film saggio, inchieste, videopoemi, animazione, documentari, trailer e corti, per una durata di circa due ore. Programma delle proiezioni: . "L'uovo di Tesla" di Elena Baucke ­ fiction/ animazione ­ Italia 2013, 6'55'' . "Big as Life" di Cristina Crippa, Chiara Davanzo, Cristina Savelli ­ doc,Italia 2013, 29'45'' . "U­move" di Andrea Parma, Giacomo Zanni, Elia Morra e Pietro di Bari ­ trailer ­ Italia 2013, 2'50'' . "I passi" di Riccardo Riccardi ­ fiction ­ Italia 2013, 7'45'' . "Waisting swing" di Cecilia Di Giulio ­ animazione ­ Italia 2013, 2'13'' . "Ladri di papere" di Leonardo Fallucca ­ fiction ­ Italia 2013, 8'49'' . "Echo" di Lorenzo De Angelis, Simone Pizzi, Riccardo Riccardi ­ trailer ­ Italia 2013, 0'31'' . "In un mondo o nell'altro" di Gianmaria Sortino ­ fiction ­ Italia 2013, 6'47'' . "Sweet memory will die" di Simone Pizzi ­ fiction ­ Italia 2013, 8'36'' . "Radio Kaos ItaLis ­ Musica che Lascia il Segno" di Laura Filios, Laura Giuntoli, Elisa Giacalone ­ inchiesta ­ Italia 2013, 7'41'' . "La Risacca" di Lorenzo De Angelis ­ fiction ­ Italia 2013, 6'55' . "'Collage" di Cristina Gnappi ­ cortometraggio ­ Italia 2013, 4'32'' . "Civica educazione" di Gianmaria Sortino ­ documentario ­ Italia 2013, 21'37'' MERCOLEDI 11 SETTEMBRE, SCATOLA MAGICA DEL TEATRO STREHLER, ORE 19 ­ INCONTRO: PRODURRE CON MILANO SCUOLA DI CINEMA E TELEVISIONE Un appuntamento nel corso del quale la Scuola racconterà le collaborazioni più significative dell'anno intraprese con Sky Arte, Pordenonelegge ­ Festa del libro e degli autori, l'Azienda Regionale Emergenza Urgenza (AREU) della Lombardia e l'Ospedale Sant'Anna di Como, con cui è stato realizzato il documentario 118 anatomia di un'emergenza. Infine la parola sarà data ai tre tutor "eccellenti" che hanno supervisionato il lavoro degli studenti del terzo anno: Alina Marazzi, Luca Lucini e Maurizio Nichetti. Alle 20 fuori tutti sul sagrato dello Strehler, per brindare alla chiusura dell'anno e al nuovo che arriva! SABATO 7 E 14 SETTEMBRE, SAGRATO DEL TEATRO STHRELER, ORE 17 ­ ORE 20.­ DESK INFORMAZIONI Per conoscere la Scuola, i suoi corsi e i suoi docenti. INGRESSO GRATUITO A TUTTI GLI EVENTI 05/09/2013, 14:43

IL SEGNO E LA VOCE IN DVD Acquista il road­movie nel mondo dell'arte di Nicola Nannavecchia VITA DA INES IN DVD Il film di Sandro Carnino e Giulio De Leo in esclusiva in home video! PUNTO 180 Gioco da tavolo creato e illustrato da Giacomo Doni, ispirato alla legge del '78 sulla chiusura dei manicomi.


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Home » CINEMA & FESTIVAL » Apre il Milano Film Fest, fino al 15 settembre

Apre il Milano Film Fest, fino al 15 settembre gaiaitalia.com - 5 September 2013 2 Like

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di Anna Flavia Locchi Milano ospita a partire dalle 20.30 del 5 settembre ilMilano Film Festival, altro appuntamento con il cinema della città meneghina, giunto alla sua diciottesima edizione. Numerose le sezioni, a partire dal Concorso lungometraggi, poi il Concorso cortometraggi, la sezione Grandi speranze e The Platinum Collection. Il Milano Film Festival, diretto da Alessandro Beretta eVincenzo Rossini, è molto amato dal pubblico milanese e seguito con interesse da stampa ed addetti ai lavori provenienti da tutta la penisola e dall’estero. Di seguito, il programma della serata d’apertura: CONCORSO LUNGOMETRAGGI Run & Jump Steph Green / DEU / 2013 / HD / 102´con presentazione della 18a edizione del Milano Film Festival 21:00 - SCATOLA MAGICA 18 ANNI THE PLATINUM COLLECTION / Le origini – vol. I (1996­2003)

21:00 - PARCO SEMPIONE CONCORSO CORTOMETRAGGI Gruppo A 21:00 - SAGRATO THE FESTIVAL’S SOUNDTRACK Dj Set Tommaso Toma 22:45 - TEATRO STREHLER

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giltmagazine I 05 SETTEMBRE 2013 i 1/3 PAGINE

Milano Film Festival al suo 18° Prenderà il via stasera 5 settembre, l’edizione 2013 del Milano Film Festival, che proseguirà per undici giorni toccando i tradizionali luoghi-simbolo dell’evento: punti nevralgici saranno il Teatro Strehler con il Sagrato, il Teatro Studio al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. Proprio quest’anno il festival compie diciotto anni, e in quest’occasione celebra la sua maggiore età proponendo una selezione tra le opere più belle fino ad oggi, simbolo delle passate edizioni. Da sempre evento fulcro per l’attenzione alle nuove produzioni e al cinema indipendente, la mostra presenta circa duecento opere, in arrivo da tutto il mondo, tra lungometraggi e cortometraggi. Per l’anno 2013, oltre alle tradizionali rassegne, in programma entrano interessanti e soprattutto attualissime

ED ITO R IA L E

I l ci ne m a è un occh i o ape r to sul m ondo. C osì di sse Jose ph Be di e r ( scr i ttor e fr ance se de ll’800) e così lo r i pr e nde G i lt pe r am m i ccar e al suo nuovo lay out, ch e lo ve ste e i nonda di un’aur e a nuovo, e pe r accogli e r lo a occh i ape r ti . R E AD M OR E


giltmagazine I 05 SETTEMBRE 2013 i 2/3 PAGINE

retrospettive, che toccheranno particolari e sensibili temi come il ruolo della donna nella società moderna, l’ambiente e la crisi globale.

@giltmagazine

L’happening ha un programma ben strutturato: il consueto CONCORSO LUNGOMETRAGGI, rivolto solamente alle opere prime e seconde di registi provenienti da tutto il mondo; il CONCORSO CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40, accompagnati dalla sezione fuori concorso; film in anteprima; ospiti; workshop ed eventi paralleli. Per la sezione LUNGOMETRAGGI sono stati selezionati undici film. Unico nome italiano Alessandra Celesia che presenta Mirage à l’Italienne: la pellicola è ambientata a Torino e tratta il delicato tema della crisi economica, della speranza ed il miraggio di poter vivere un’altra e nuova vita, grazie a un annuncio di lavoro all’estero. Durante il viaggio verso l’Alaska, i protagonisti hanno la possibilità di analizzare la propria individualità, inizialmente nella solitudine, successivamente confrontandosi col resto del gruppo. Les Rencontres d’après minuit di Yann Gonzalez, presentato alla Settimana della Critica di Cannes 2013, è una commedia francese dal gusto erotico. I protagonisti sono una giovane coppia e la loro governante travestita, intenti a organizzare un’orgia di mezzanotte. Molto ricercata la scelta sonora proposta dalla band M83, in cui lo stesso regista si è impegnato per diversi anni. Alla sua prima opera, la regista newyorkese Shannon Plumb, parla attraverso le immagini del rapporto madrefamiglia e madre-mondo: Towheads vede la regista stessa mettersi davanti alla macchina da presa, in cui mostra il ruolo di madre e al tempo stesso artista nella società contemporanea. Tra i CORTOMETRAGGI spiccano Peristalsi: il testamento di un amato defunto dei protagonisti, reinterpretato e recitato da questi ultimi come fosse una sceneggiatura teatrale. Per la regia di Enrico Iannaccone, già vincitore del David di Donatello 2013, che sarà presente al Festival. Don’t Fear Death di Louis Hudson, regista inglese,

B EST O F M

Narciso solitar virt RE A D

presenta una commedia di animazione, dallo humor nero. Il regista, oltre ad essere presente per il concorso, terrà anche un workshop proprio sulla tecnica dell’animation dal titolo “Paper in motion“. Grande esempio del genere new wave etiope è Chigger Ale (Here come the problems), diretto da Fanta Ananas, in cui propone un imitatore di Hitler alla ricerca di possibili amici in un locale. Molto toccante la RETROSPETTIVA OMAGGIO al cineasta Sylvain George che, attraverso la raccolta delle immagini dei suoi film, narra le storie di tutte quelle persone ignorate e invisibili alla società ed alla “massa”. Il tentativo di reagire al dolore ed alle violenze. Oltre alla proiezione di tutti i suoi cortometraggi, sono stati scelti due dei suoi lunghi: Les Eclats (ma gueule, ma révolte, mon nom) e Vers Madrid – The Burning Bright!, quest’ultimo musicato dal

Blink! Obiet RE A D

Occhiale a


giltmagazine I 05 SETTEMBRE 2013 i 3/3 PAGINE

vivo da John Butcher, per lo speciale evento Alive, They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright!”. Sempre protagonista, Sylvain George si vedrà impegnato in un incontro con un altro grande regista indipendente Stefano Savona, terminando la sua presenza col workshop “Seize the time”, in cui giovani filmmakers milanesi si cimentano

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nella realizzazione di un film sulla città, dando uno sguardo sull’Italia contemporanea. Sulla crisi globale e sulla rivelazione della realtà complessa del sistema di potere nel mondo, è incentrata la rassegna COLPE DI STATO, in cui spicca il film Camp 14 per la regia del

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tedesco Marc Wiese, alla sua première italiana. Nel suo lavoro, testimonianze reali di ex prigionieri fuggiti ai campi di lavoro, nella Corea del Nord. La sezione THE OUTSIDERS affianca, come ormai da tre anni a questa parte, le parti competitive in programma per il Festival, arricchendole di talenti emersi al termine delle selezioni. Opere inedite, senza distribuzione e in anteprima.

Saccomanni la «Se il governo rischio» [...]

Splendida e di grande effetto l’iniziativa “Adotta un regista”, accolta da più di cento cittadini milanesi che si sono offerti di dare ospitalità a tutti gli artisti internazionali che presenzieranno all’evento. Si tratterà di un’occasione unica e singolare per poter conoscere ed interagire, in prima persona, con i personaggi cardine di questo Festival.

Per aggiornamenti ed informazioni: www.milanofilmfestival.it info@milanofilmfestival.it

(di Giovanna Giacomin)

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Giovannini: « fiscale da otto certezze alle im


BIGODINO I 05 SETTEMBRE 2013 i 1/4 PAGINE

Settembre 11:27

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Il Milano Film Festival diventa maggiorenne: al via la nuova edizione!

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Dal 5 al 15 settembre 2013 Milano diventa la città del cinema indipendente e contemporaneo di Carlotta Di Falco

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ì: la Les rencontres dapres minuit - immagine da ufficio stampa ufficiale Milano Film Festival 2013

È ufficiale, il Milano Film Festival diventa maggiorenne e quest'anno celebrerà la sua 18esima edizione dal 5 al 15 settembre 2013. Il centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali.


BIGODINO I 05 SETTEMBRE 2013 i 2/4 PAGINE

Habi la extranjera - immagine da ufficio stampa ufficiale Milano Film Festival 2013

Come ogni anno il festival avrà un occhio di riguardo per le nuove produzioni e per il cinema indipendente e presenterà in programma il CONCORSO LUNGOMETRAGGI e il CONCORSO CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Tra i lungometraggi mi preme sottolineare la presenza di ben 8 registe donne su 11 film in gara, tra cui Mirage à l'Italienne di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia, che racconta il miraggio di altre vite possibili in una Torino dissanguata dalla crisi economica.

Mirage a l'italienne - immagine da ufficio stampa ufficiale Milano Film Festival 2013

Nelle altre sezioni troverete l'omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presentano i lavori, la rassegna Colpe di stato , che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale, le sezioni parallele quali The Outsiders, che presenterà anteprime, inediti, opere prive di distribuzione che rischierebbero di rimanere invisibili, VerniXage, che indaga il rapporto tra arte contemporanea e cinematografia e il tradizionale Focus Animazione, con la tradizionale maratona di cortometraggi al Parco Sempione.

Camp14 - immagine da ufficio stampa ufficiale Milano Film Festival 2013

Il festival dedica da sempre un'attenzione particolare alla musica, che allieterà tutti gli spazi coinvolti dal festival ogni sera, e all'ecologia. Di fatto, per limitare l’impatto ambientale del festival, tutti i punti di ristoro utilizzeranno stoviglie monouso biodegradabili e compostabili.


BIGODINO I 05 SETTEMBRE 2013 i 3/4 PAGINE

Un'altra iniziativa geniale è la campagna Adotta un Regista, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo. Il progetto permette a chi ospita un regista a casa propria non solo di conoscere da vicino i protagonisti indiscussi del festival, ma anche di avere accesso gratuito a tutti gli spazi e gli eventi del festival.

Towheads - immagine da ufficio stampa ufficiale Milano Film Festival 2013

Il Pappagallo: simbolo del MMF 2013, perché?

Boles - immagine da ufficio stampa ufficiale Milano Film Festival 2013

Aprendo il sito del MFF 2013 anche tu avrai notato che l'immagine di sfondo e simbolo dell'edizione di quest'anno è un gigantesco Pappagallo. Cosa c'entra un Pappagallo con il cinema? La risposta dell'organizzazione è curiosa e mi permetto di riportarla:

In bloom - immagine da ufficio stampa ufficiale Milano Film Festival 2013

"Perché è dada ed esotico, è avanguardia e popolare, è ‘non deve esserci per forza una ragione’ e ‘tutto purché ci sia un motivo’...il pappagallo gode di una fama ambigua: è un animale testardo, ripetitivo e ridondante. O forse, come ci piace pensare, è persistente. Questo festival è persistente, noi tutti che lo facciamo da 18 anni (chi più chi meno) lo siamo. Persistiamo nella ricerca del nuovo, anche se il vecchio offrirebbe porti più sicuri. Insistiamo e cantiamo, fieri dei nostri mille colori, anche se intorno ci dicono che non è tempo per cantare. Parole come crisi, razionalizzazione delle


BIGODINO I 05 SETTEMBRE 2013 i 4/4 PAGINE

risorse, taglio, congiuntura, contrazione, ridimensionamento… Uccellacci e corvi veri o presunti tra i quali bisogna imparare a destreggiarsi. Per forza, mai come quest’anno. Allora persistiamo e cantiamo in mezzo alla città. Facciamo sempre quel verso, ripetitivo ma necessario: Il cinema è un atto pubblico, il cinema è un atto pubblico, il cinema è un atto pubblico…. Felici, come pappagalli".

Upstream color - immagine da ufficio stampa ufficiale Milano Film Festival 2013

Adesso è chiaro? Per tutte le info visitate il sito del Milano Film Festival, buon divertimento!!


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CINEMA

Al via il Milano Film festival molto social e anticrisi 0

di SIMONA SPAVENTA Mail

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Aggiornato il 05 settembre 2013 Pubblicato il 05 settembre 2013

In gara nella manifestazione milanese film e documentari del cinema indipendente: dal film "Dirthy war" sulle guerre degli americani a "llo llo" di Anthony Chen, Camera d'Or a Cannes.

ARGOMENTI:

cinema

La crisi greca di oggi e quella asiatica del 1997, i droni americani che colpiscono di nascosto e la rivolta degli indignados. Guarda all'oggi con gli occhi del cinema indipendente e d'autore il Milano Film Festival, la più giovane e "in" delle rassegne milanesi che, allo scoccare della maturità ­ la 18ª edizione si svolge dal 5 al 15 settembre ­ non rinuncia alla sua vocazione mondana, "social" e volutamente anti­ cinefila, con le proiezioni al Teatro Strehler e al Parco Sempione affiancate da concerti e dj set e i filmmaker ospiti nelle case dei milanesi con la originale formula anticrisi "Adotta un regista".


REPUBBLICA.IT I 05 SETTEMBRE 2013 i 2/2 PAGINE

"Ilo ilo"

Le piaghe del presente. Ma sa anche mettere il dito nel profondo delle piaghe del presente. Il crack economico e le sue conseguenze sui microcosmi soprattutto familiari sono al centro di tre degli undici lungometraggi in concorso, tutti di talenti esordienti e otto firmati da donne. Il più atteso, già premiato con la Camera d'Or a Cannes, è Ilo Ilodi Anthony Chen sullo sgretolamento di una famiglia medio borghese nella Singapore dello sboom finanziario del 1997. L'unica italiana. La Grecia attuale e le sue sofferenze passano invece attraverso la vicenda paradossale di The Eternal Return of Antonis Paraskevas di Elina Psykou, dove un conduttore tv in declino per salvare la carriera simula il proprio rapimento, mentre, unica italiana ma sintomaticamente prodotta in Francia, Alessandra Celesia inMirage a l'italienne tra documentario e fiction segue cinque disoccupati che per rifarsi una vita rispondono a un annuncio di lavoro che li porterà in Alaska.

"Dirthy war"

La guerra. Sconvolgente, nella sezione di documentari di inchiesta "Colpe di Stato",Dirty Wars del reporter americano Richard Rowley che smaschera l'omertà e l'ipocrisia dell'amministrazione Obama sull'uso dei droni, mentre ci sprofonda in un orrore del passato senza punizione The Act of Killing, diretto da Joshua Oppenheimer e coprodotto da Werner Herzog: qui, i criminali di guerra che nell'Indonesia degli anni '60 sterminarono gli oppositori al regime di Suharto mimano senza remore le torture che inflissero alle vittime. Attesissimo fuori concorso è Closed Curtain, il nuovo film di Jafar Panahi, realizzato clandestinamente dal regista iraniano agli arresti domiciliari in patria, in anteprima italiana dopo il debutto a Berlino. Tutta da scoprire anche la retrospettiva, dedicata al francese Sylvain George: regista poeta e politicamente impegnato, ha filmato in un bianco e nero visionario d'impatto la tragedia dei migranti (inLes Eclats, miglior documentario l'anno scorso a Torino) e le manifestazioni degli indignados in Spagna (in Vers Madrid).


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37 minuti fa

qui sotto

“Basta dire che a Berlino è tutto più bello, da noi le famiglie milanesi ospitano a casa propria i registi del Milano Film Festival”: le parole dell'assessore alla cultura milanese Del Corno danno il la alla kermesse che compie 18 anni.

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Milano Film Festival, ovvero il Festival dei registi esordienti. “Ma non chiamatalo più il festival dei giovani”, precisa Vincenzo Rossini, 29 anni, che insieme ad Alessandro Beretta, 34, dirige il MFF da tre edizioni. Ormai il festival è adulto, e infatti compie 18 anni. Nonostante l'assenza di contributi da parte del Ministero (20mila euro l'anno scorso), il Festival attira fior fior di sponsor, perché a Milano rappresenta un evento unico: il cinema indipendente di qualità invade gli spazi più importanti della città, dalla Cascina Cuccagna al Teatro Strehler (quest'anno è partner anche la Triennale), il festival indie­rock Park Live in Parco Sempione fa da corollario e porta a Milano persino Erlend Oye dei Kings of Convenience, intento a comporre brani in italiano.

MFF

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Il festival colora la città che vive una nuova estate, per gli hipster meneghini è una medicina contro la “sindrome di Berlino” (cit. Filippo Del Corno),

che li porta a dire sempre che a Berlino è tutto più bello. Per tutta risposta, ecco i registi gratis ospiti da famiglie milanesi, e quintali di cibo, posate e stoviglie bio per ospiti e pubblico. Si

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MELTY I 05 SETTEMBRE 2013 i 2/2 PAGINE

comincia stasera allo Strehler, dalle 20: 30, con il primo lungometraggio in concorso: 'Run and jump' dell'americans Steph Green, mentre sul sagrato del Teatro i dj set cominciano fin dalle 18: 30.

'Les rencontres d'après minuit'

GUARDA LE 10 FOTO DELL'ARTICOLO

Che cosa vedere in questo festival? I due direttori, che hanno scelto tra registi esordienti al primo o al secondo film (per i corti la regola è invece che bisogna essere under 40), ne consigliano tre in particolare: 'Ilo Ilo' (Singapore), già premio per la miglior regia a Cannes 2013, 'Mirage à l'italienne', film italiano ma prodotto in Francia (come sottolinea il titolo), che narra di torinesi che decidono di sbarcare il lunario in Alaska pulendo il pesce; 'The eternal return of Antonis Paraskevas', che narra le vicende di un presentatore tv greco; 'Les rencontres d'après minuit' (Francia), una pseudo­orgia diretta da Yoann Gonzalez, ex M83, duo electro­pop francese consacratosi nel 2012 con 'Midnight Cities', che cura le musiche del film. Il filo conduttore: la ricerca di identità in tempi di crisi economica. “E in tempi di crisi”, scrivono i direttori nella guida del Festival, “i registi non rinunciano al sogno numero uno, il cinema”. Quello vero, genuino, nato da idee e persone, non da progetti commerciali. Proprio come succede a Berlino. Per questo melty.it ci sarà, e vi augura un eccellente Milano Film Festival!


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5 settembre 2013 Milano Film Festival 2013

Da oggi fino al 15 settembre

Il Milano Film Festival compie 18 anni. Mentre è in corso una delle kermesse cinematografiche più importanti al mondo, il Festival di Venezia 2013, nel capoluogo lombardo prende il via oggi la rassegna di film di giovani registi e cinematografie emergenti. Fino al 15 settembre, in otto location prescelte, una programmazione ricca di lungometraggi, corti, documentari e cinema d’animazione animerà la città portando al centro della scena internazionalità, cultura e colore. Organizzato dal gruppo Esterni, il Milano Film Festival 2013 conferma le due sezioni competitive: quella dei lungometraggi, costituita da undici opere, e quella dei corti, riservata a registi under 40 provenienti da ogni parte del mondo. Molto interessante sarà la sezione dedicata ai titoli più originali “The Outsiders” e, per il terzo anno consecutivo, con “VerniXage” si indagherà sulla connessione tra arte contemporanea e cinema. Grande novità di questa diciottesima edizione della kermesse sarà l’iniziativa “Adotta un regista” ovvero un progetto di accoglienza alternativa che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che per tutta la durata del Milano Film Festival offriranno ospitalità a registi e artisti in arrivo da tutto il mondo. Oltre alle 200 pellicole in programma tanti saranno gli eventi collaterali dalla musica, nella cornice suggestiva di Piazza del Cannone, nel cuore del Parco Sempione, fino ai workshop. Ecco il programma completo del Milano Film Festival 2013: www.milanofilmfestival.it Cinema, Manifestazioni, Spettacoli, Tempo libero

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La 18° edizione di Milano Film Festival si terrà quest'anno dal 5 al 15 settembre 2013.

ospiti e registi internazionali.

Centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e ilTeatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, vera e propria piazza del festival, e altri luoghi in città, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con

La diciottesima edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento allenuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere per tracciare un percorso tra le più coraggiose cinematografie nazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime internazionali e incontri con i talenti emergenti. Il programma prevede il concorso lungometraggi, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, il tradizionale concorsocortometraggi, riservato a registi under 40, la seconda parte di Italia 80, la retrospettiva dedicata al cinema italiano degli anni ottanta (tra i maggiori successi dell'edizione 2012), con proiezioni, ospiti e lezioni di cinema; la nona edizione della rassegna Colpe di Stato, che indaga il sistema di potere nel mondo, The Outsiders(che raccoglie anteprime e eventi speciali), il Focus Animazione con la tradizionale maratona di corti al Parco Sempione, un focus dedicato al cinema che racconta l'ambiente, l’appuntamento per i più piccoli con il milano film festivalino, gli appuntamenti di musica con i concerti sul Sagrato, workshop e masterclass per professionisti e per il grande pubblico.

INFO Telefono: 02/713613 Sito web I soci del Touring Club potranno acquistare l'abbonamento al Milano Film Festival, valido per tutte le proiezioni e gli eventi in programma, al prezzo convenzionato di 35 € invece di 45/55 €. È possibile effettuare l'acquisto sul sito www.milanofilmfestival.it e ritirare il pass presso l'infopoint del festival in Largo Greppi, a partire dal 3 settembre, presentando la tessera TCI.

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Notizie 2012

Inizia il Milano film festival, una vetrina sulla creatività globale di Barbara Gallucci | Fotografie di /

Dal 5 al 15 settembre il capoluogo lombardo ospita la rassegna cinematografica che si conferma tra le più fresche del panorama italiano. Decine di proiezioni al parco Sempione e al teatro Strehler, ma anche lezioni aperte, musica e spazi pubblici trasformati in vivaci salotti della cultura internazionale. E le belle scoperte non mancano.

La maggiore età è un punto di svolta. Anche se a raggiungere i 18 anni è una manifestazione cinematografica. È il caso del Milano Film Festival, appuntamento che dal 5 al 15 settembre trasforma il capoluogo in un epicentro culturale internazionale, con decine di registi, sceneggiatori, appassionati che accorrono da tutto il mondo alla ricerca di nuove ispirazioni creative legate alla settima arte.Cuore pulsante della manifestazione il teatro Strehler e il suo sagrato che diventa una piazza dove rilassarsi e confrontarsi. Altre sedi di proiezioni il teatro Studio e il parco Sempione che, la sera, ospita anche djset e concerti, lo spazio Oberdan, il teatro dell'Arte in Triennale e all'auditorium San Fedele.

Nuove produzioni e cinema indipendente, anteprime internazionali e talenti emergenti. Queste le carte vincenti di un festival che non punta sul glamour, ma sulla sostanza con circa 200 opere presentate suddivise in varie categorie. Ci sono ilungometraggi in un corcorso aperto solo a opere prime e seconde di registi da ogni dove, ci sono i cortometraggi con un altro concorso riservato agli under 40. E poi ancora la seconda parte della rassegna Italia 80 dedicata al cinema italiano di quel periodo, e poi ancora le proiezioni del ciclo Colpe di Stato che indaga le forme di potere, il focus sull'animazione con la maratona di corti al parco Sempione e quello sull'ambiente. Da non perdere per i più piccoli il Milano film festivalino con proiezioni ad hoc e tante attività. Un programma fittissimo che inizia la mattina e prosegue fino a tarda notte per una full immersion straordinaria che cambia molto anche il volto della città che si scopre aperta ed estremamente comunicativa. Sono disponibili abbonamenti per tutti gli eventi e le proiezioni a 45 euro, ma i soci del Touring club italiano potranno acquistarlo sul sito del festival al prezzo convenzionato di 35 euro (ritiro abbonamento dal 3 settembre all'infopoint in largo Greppi 1, nei pressi del teatro Strehler, presentando la tessera). Difficile rimanere insensibili al richiamo del cinema, soprattutto se di qualità e oure conveniente.


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05.09.2013 ­ CINEMA

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Milano Film Festival, 18 anni di cinema d’autore

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Buon compleanno America: il 4 luglio a Milano

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Intervista al direttore Alessandro Beretta: «Film e cortometraggi per fare cultura parlando al cuore di tutti» GIOVANNI NACCARELLA (MAGZINE)

Undici giorni di cinema, musica e incontri con registi internazionali. Anche quest’anno il Milano Film Festival, ormai giunto alla diciottesima edizione, anima le vie del centro tra il Teatro Strehler e Parco Sempione, regalando ai milanesi un’occasione unica di incontro con nuove produzioni e cinema indipendente. Dal 5 al 15 settembre, circa 2oo opere in arrivo da tutto il mondo daranno vita al festival organizzato dall’Associazione Esterni, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali. Un concorso di lungometraggi e uno di cortometraggi, l’omaggio a

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Sylvain George e la rubrica “Colpe di Stato”, la musica di Parklive e tanto altro. Come racconta il direttore del festival Alessandro Beretta, «uno spettacolo di cultura che offre angoli di immaginario a tutta la città». Che occasione di approfondimento culturale ha rappresentato negli anni il Milano Film Festival e quali saranno le novità dell’edizione 2013? «Il Milano Film Festival quest’anno diventa maggiorenne perché è arrivato ormai alla diciottesima edizione, una grande occasione per guardare al percorso fatto e dire chi si è. Riproporremo i cortometraggi che hanno fatto la storia del festival, oppure lavori di registi arrivati al grande cinema. Come offerta culturale per la città, negli anni abbiamo indagato piani storici poco noti e al contempo portato alla ribalta registi vicini al nostro modo di essere, quello di un piccolo festival indipendente e d’autore. Due registi in particolare sono Terry Gilliam, impegnato a Venezia proprio in questi giorni, e Jonathan Demme, arrivato poi fino all’Oscar. Tutte voci indipendenti ma dal percorso autoriale ben riconoscibile. Quest’anno la novità è il focus curato da Paola Piacenza su Sylvain George, filmaker francese molto attento ai problemi dell’immigrazione in Europa. Il suo cinema politico documenta la rivolta, la ripresa di coscienza della società civile. È un cinema poetico, in grado di far politica con passione». Come è cresciuta in questi anni la manifestazione e quale l’idea originaria da cui è nato tutto? «Tutto è nato da un volantino, da un bando di concorso che trovai per caso in una chiesa quando avevo sedici anni. È partito tutto da zero, da un’associazione culturale di amici neanche ventenni. E in diciotto anni sono cresciute voglia di fare e mezzi, per cui ormai rispetto agli inizi siamo su un altro pianeta. Per trasformare il festival sono stati decisivi il contributo della città e il desiderio di scoprire talenti. Sia nel campo dei lungometraggi, dove offriamo solo opere prime di giovani registi, sia per quanto riguarda l’ambito dei cortometraggi. L’idea di fondo è quella di un festival rivolto a tutta la città e non solo a professionisti e cinefili. Assecondando lo spirito di Esterni, l’associazione che realizza il festival, creiamo cultura all’interno dello spazio pubblico. Utilizzare il Teatro Stehler per fare cinema è un esperimento curioso,

Master in Giornalismo ­ Università Cattolica di Milan

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proiettare film in Parco Sempione è un modo per reinventare uno spazio poco valorizzato. Quest’anno tra i partner c’è anche la Triennale che va a completare questo ideale quartiere del cinema in cui, per undici giorni, tutti gli spettatori possono passeggiare in pieno centro a Milano». In che modo è stato ed è tutt’ora possibile portare avanti un’iniziativa come il Milano Film Festival tra costi di gestione e scoperte sul piano artistico e culturale? «Il contributo del Comune di Milano è fondamentale e, anche se quest’anno non è ancora stato approvato a bilancio, l’Assessore alla Cultura Del Corno si è detto fiducioso sulla possibilità di rinnovare il sostegno già fornito al festival negli ultimi anni. Siamo una manifestazione ibrida a livello di finanziamenti, per cui è decisivo anche il contributo dei privati: questo appoggio è diminuito per colpa della crisi che investe persino la cultura, però ci sono tanti finanziatori entusiasti e gente che ci crede. Altrimenti una manifestazione come il Milano Film Festival andrebbe ridotta drasticamente e perderebbe qualità nella ricerca di opere e autori. Durante l’anno come organizzatori seguiamo vari film sulle piattaforme riservate ai professionisti. Per ragioni di budget prescindiamo da alcune rassegne d’oltreoceano, però frequentiamo i festival di Cannes, Berlino e Rotterdam. È determinante la passione di chi realizza il Milano Film Festival: il nostro team è composto solo da under 40 e si spende giorno e notte perché crede che il gioco valga la candela». Quest’anno quali normi impreziosiranno i giorni del festival? Quali le cifre dell’evento e quali le prospettive culturali che la manifestazione si propone di aprire? «Le cifre le capiremo alla fine e dipenderanno anche dalla clemenza del meteo. L’anno scorso il pubblico è aumentato ancora, arrivando a quota 110 mila presenze tra sale ed eventi esterni. Tra le serate a margine della manifestazione quest’anno spicca Park Live, una serie di esibizioni musicali gratuite al Castello Sforzesco. Tornando al cinema, invece, ci saranno vari ospiti importanti, e in particolare, parlando di lungometraggi, un titolo che ci rende orgogliosi è “Ilo Ilo” di Anthony Chen. È un film che ha recentemente vinto a Cannes come miglior opera prima, e il regista ha deciso di portarlo anche a Milano perché è qui che sono stati lanciati i suoi primi due cortometraggi. Segnalo anche “Fifi Howls From Happiness”, documentario dedicato a un pittore iraniano che dopo trent’anni rinasce grazie all’incontro con una giornalista. Questo è il genere di storie che ci interessano: non bastano innovazione e linguaggio scenico, occorrono angoli di immaginario da mostrare al pubblico. Quell’immaginario che in una società come la nostra viaggia lungo autostrade, per una volta segue belle strade provinciali».

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Milano Film Festival 2013 Inaugura oggi la rassegna cinematografica di Milano: temi forti (la

crisi economica) accanto a documentari d'inchiesta ed eventi musicali

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L'autunno del grande cinema non è concluso. Mentre Venezia brilla delle ultime luci della kermesse del Lido, oggi prende il via (e durerà fino al 15 settembre) il Milano Film Festival. Arrivato ormai alla sua 18esima edizione, il MFF si conferma ancora una volta come un palcoscenico privilegiato per scoprire nuovi talenti: in concorso, nella sezione lungometraggi sono infatti ammesse solamente opere prime o seconde e, nella sezione cortometraggi, genere cinematografico a cui il MFF ha sempre guardato con particolare attenzione, le opere devono essere rigorosamente realizzate da registi under 40. Un festival incredibilmente ricco, quello di questa nuova edizione, che presenta circa 200 opere (tra concorso, fuori concorso e film in anteprima) e che si vuole affermare, sempre di più, per esplicita scelta dei d ue direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, come vetrina per le nuove produzioni e per il cinema indipendente. Un festival che, soprattutto, si configura come una notevole eccezione rispetto al solito predominio maschile nelle kermesse cinematografiche: degli 11 lungometraggi in concorso all'edizione 2013, ben 8 sono opera di registe donne. Film coraggiosi che non hanno paura di mettere a nudo l a realtà a volte scomoda, nella maggior parte dei casi "quasi scandalosa", della crisi economica come nel caso di Alessandra Celesia che, con Mirage à l'Italienne, parla esplicitamente di una Torino nel pieno della recessione o The Eternal Return of Antonis Paraskevas di Elina Psykou che affronta più che di petto la crisi greca. Accanto ai lungometraggi e ai

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cortometraggi(davvero tutti imperdibili e che vanno da Fatigués d'être beaux con Denis Lavant a Chigger Ale, opera rappresentante della new wave etiope), sarà dato ampio spazio anche alla sezione documentaristicatutta incentrata sul tema ­difficilissimo da trattare­ del sistema di potere nel mondo (sezione dal titolo emblematico di Colpe di Stato). All'interno della rassegna troverà inoltre spazio un omaggio al regista Sylvain George grande rappresentante del cinema politico e sperimentale. Non solo cinema visto però: dal 5 al 15 settembre molti saranno i workshop che animeranno la rassegna tra cui segnaliamo il workshop Seize the time che culminerà in un film collettivo sulla città di Milano (qui il programma completo del festival). Anche per questo 2013 si riconferma il legame tra il MFF e la Milano Scuola Di Cinema E Televisione: per festeggiare la chiusura del l'anno scolastico 2012­2014 e celebrare l'apertura del nuovo cicli di sudi la Scuola di Cinema e Televisione parteciperà attivamente al festival con showcase, presentazioni, proiezioni in esclusiva per una serie di eventi che culminerà nella grande Festa della scuola mercoledì 11 settembre alla sala grande del teatro Strehler (qui il programma completo). Cinema sì, ma anche tanta musica: per tutta la dur ata del festival verrà creato un "presidio serale" con dj­set sul Sagrato del Teatro Strehler e soprattutto prenderà il via il festival Parklive, con esibizioni live tutte le sere alle 18.30 al Parco Sempione (realizzato grazie al sostegno di Jack Daniel's e curato da I Distratti). L'edizione 2013 del festival, sostenuto dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell'Unione Eu ropea, sarà realizzato grazie alla partnership con il Gruppo CAP e Aperol Spritz, Alce Nero, MM Metropolitana Milanese e Vodafone. Tra i media partner della 18° edizione anche Sky Arte HD e MYmovies.it, che dal 6 al 15 Settembre, trasmetterà ogni sera alle ore 21:30 gratuitamente una selezione dei lungometraggi del festival.

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Home | Arte | Cinema | Letteratura | Musica | Moda & Lifestyle | Teat Milano Film Festival 2013 Silvia Romeo ‐ 05.09.2013 Share Share Share Share Share Share More

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Tags: Milano Film Festival, diciottesima edizione, Esterni Torna dopo diciotto anni consecutivi il Milano Film Festival, dal 5 al 15 Settembre.Tante le novità, per un cinema forte e indipendente, popolare e d'avanguardia.

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Città: Milano ‐ P dal: 08‐09‐2013

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JAZZ, VINO E CO A BOLGHERI Città: Bolgheri ‐ dal: 06‐09‐2013 I diciotto anni sono un'età simbolica, un'età di maturazione, un passaggio obbligato che comporta sempre novità. Il Milano Film Festival diventa maggiorenne proprio quest'anno e torna dal 5 al 15 Settembre ad animare il capoluogo lombardo! Prodotto da Esterni, sotto la direzione artistica di Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, avremo il piacere di vedere nuove produzioni di talenti emergenti, raramente visibili in sala, tra incontri ed eventi, in un percorso artistico molto differente da quello tracciato dagli altri Festival. Oltre al sostegno del Comune di Milano, si è aggiunto un partner importante come Banca Prossima,che sostiene il progretto Are you series? Un Festival che si espande in diversi punti della città: dal Teatro Strehler, al Parco Sempione, passando per la storica Cascina Cuccagna (dove avrà luogo il Festival per i più piccini), al Teatro Studio e l'ex‐area Bazzi. Il Festival si suddivide in varie categorie, potremo assaporare : undici lungometraggi in concorso; cinquantuno cortometraggi; Platinum Collection, cofanetto di meraviglie e sorprese vecchie e nuove; The Outsiders, tutti i film fuori concorso; la categoria Colpe di Stato, con i suoi nove documentari; Focus animazione, che torna anche quest'anno per stupire e divertire; Vernixage , arte contemporanea e cinema, un binomio tutto da scoprire. Ovviamente accanto al Festival, vari eventi in teatri milanesi e il Parklive con musica dal vivo e dj set ogni sera al Parco Sempione (ingresso libero). Bello il pappagallo scelto come simbolo sulle locandine del Festival; questo animale dada e anticonformista, ma allo stesso tempo classico e un po' bohemian, che ci ricorda i tempi passati ma che guarda verso il futuro… come dovrebbe fare il cinema! Il programma del Festival si trova sul sito: www.milanofilmfestival.it Aggiungi un commento...


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MILANO FILM FESTIVAL/ DAY #1 di Emma Cacciatori | 06 settembre 2013

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Ci risiamo, il Milano Film Festival diventa ufficialmente maggiorenne. Alle 18.30 nell’ormai collaudata piazza dello Strehler, attacca la musica; cani e bambini sono i primi a ballare senza vergogna, dopo le undici (e qualche bicchiere) si faranno avanti anche i bipedi maggiorenni. La sala dello Strehler è piena, il primo film Run e Jum p pazzesco. Siamo in Irlanda, una famiglia si trova con un “nuovo papà” che, dopo un ictus ha cambiato personalità. A leggere la sinossi non tI aspetti tanto, pensi a un panetto di burro tristissimo da mangiare senza nemmeno un pezzetto di pane. Invece, sorpresa delle sorprese, la regista Steph Green, è in grado di raccontare un tema drammatico in modo armonioso e bilanciato, scansando il patetico a colpi di autoironia. Niente male per essere il suo primo lungometraggio. Siamo sul genere La mia vita a Garden State(quello con e di JD di Scrubs). Portatevi i fazzoletti, le musichette spensierate e certe scene very cute stroncheranno anche il cuore più impietrito. (Run e Jump in programmazione anche oggi 06/09 alle ore 19 presso Spazio Oberdan e il 10/09 ore 22 presso Teatro dell’Arte)


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CINEMA / MFF: LA STORIA

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di Cristina Buonerba | 05 settembre 2013

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Era il 1995 quando un gruppo di giovani amanti del cinema poco più che ventenni, tra una birra con gli amici e qualche viaggio in giro per l’Europa, decide di intraprendere una vera e propria sfida: quella di portare a Milano un festival cinematografico informale e accessibile a tutti. Con un budget iniziale di solo un milione e cinquecento mila lire e tantissimi sogni nel cassetto, B eniam ino Saib ene e Lorenzo Castellini hanno dato vita a quello che è diventato, con il passare degli anni, il Milano Film Festival. “La prima edizione si chiamava Festival del Cinema in Video – spiega Beniamino – era limitata ai corti e prevedeva la proiezione di sei video selezionati. Fin dall’inizio volevamo cercare nuovi linguaggi e nuove storie da raccontare. L’esperimento andò talmente bene che decidemmo di ripeterlo tutti gli anni e, da lì in poi, è partito il progetto”. “Il nostro desiderio era quello di realizzare un luogo di incontro, dove si potesse parlare di cinema, ma anche di altro – prosegue Lorenzo – non sapevamo dove potevamo arrivare, ma eravamo convinti che Milano era il posto giusto per farlo, una città internazionale, piena di storie e di passaggi. Abbiamo scommesso © Copyright 2010 WU magazine all right reserved Privacy Policy P.Iva 07106650018 BANNERFOOT


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Milano Film Festival 2013: il programma di oggi, venerdì 6 settembre Scritto da: Arianna Ascione ­ venerdì 6 settembre 2013 1

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La rassegna dedicata al cinema indipendente è stata inaugurata giovedì 5, e durerà fino al 15 settembre

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Il Milano Film Festival quest’anno diventa maggiorenne, e si terrà nelle sue numerose location (Teatro Strehler con il suo sagrato, Teatro Studio, Parco Sempione, Triennale di Milano ­ Teatro dell’Arte, Spazio Oberdan, Cascina Cuccagna, Auditorium San Fedele e Area Ex Bazzi) dal 5 al 15 settembre 2013.

La diciottesima edizione proseguirà il percorso iniziato dai due direttori

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Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini. Il MFF è da sempre attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, e quest’anno saranno presentate circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo. Confermati i concorsi per lungometraggi e cortometraggi, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli (anche se da un paio d’anni a questa parte manca la bellissima sezione Soundoc). Quest’anno il protagonista del consueto omaggio saràSylvain George, autore di cinema

politico e sperimentale. Il festival è sostenuto dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell’Unione Europea, e ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015.

Il programma: venerdì 6 settembre CONCORSO LUNGOMETRAGGI Al via la rassegna con l’argentino Habi, la extranjera di María Florencia Álvarez, (h.15 Spazio Oberdan). Segue In Bloom ­ Titolo originale Grzeli Nateli dgeeb, (h. 17 Teatro Strehler) di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß. Run & Jump di Steph Green (h. 19 Spazio Oberdan, replica) dà inizio alle proiezioni serali. Seguono Towheads di Shannon Plumb, (h. 20.30 Teatro Strehler) eLes rencontres d’après minuit di Yann Gonzales (h 22 Triennale Teatro dell’arte) e il portogheseTerra de ninguém di Salomé Lamas (h. 22.30 Teatro Studio). CONCORSO CORTOMETRAGGI Alle 15 si inaugura lo spazio dedicato ai cortometraggi, riservato solo a opere under 40, con i corti del gruppo B al Teatro Strehler, alle 17 al Teatro Studio il gruppo C, alle


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21 al Parco Sempione il gruppo D e infine alle 22.30 al Teatro Strehler il gruppo E. THE OUTSIDERS In programma Gore Vidal ­ The United States of Amnesia di Nicholas Wrathall (h. 20.30 Teatro Studio), Mittsommernachtstango di Viviane Blumenschein (h. 21 Spazio Oberdan). COLPE DI STATO Inaugura la rassegna il tedesco Der Kapitän und sein Pirat di Andy Wolff (h. 20 Triennale Teatro dell’arte). 18 ANNI Alle 15 nella scatola magica del foyer del Teatro Strehler, The Platinum Collection, Corpo. Alle ore 17 segue la rassegna Grandi Speranze. Alle 22.30 è la volta di The Platinum Collection/Le origini vol II (1996­2003) e a seguire The Platinum Collection, Resistenza (h. 1 Scatola Magica). VERNIXAGE In programma Now Showing: Austerity Measures di João Laia (h. 17, Spazio Oberdan). LIVE FROM MFF Dalle 18.30 al Parco Sempione ci saranno gli Adam Carpet. A seguire dalle 23 ci sarà il djset di Davide Facchini. Dj Fab sarà invece protagonista sul sagrato del Teatro Strehler. A seguire, alle ore 21, il dj set di MissinRed.


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Eventi settembre 2013: il Milano Film Festival compie 18 anni Venerdì 6 Settembre 2013, 10:33 in Cultura, Eventi, Italia di Daniele Corbetta Mi piace

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Fino al 15 settembre il capoluogo lombardo ospita il cinema internazionale: lungometraggi, corti, documentari e animazioni, accompagnate da musica, eventi live, workshop e dalla sempre viva movida di Milano

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Il Milano Film Festival festeggia la maggiore età: è scattata ieri la diciottesima edizione della celebre rassegna che ogni settembre torna a far visita al capoluogo lombardo. Cinema giovane, alternativo, indipendente, lontano dai fasti di Venezia e Roma, e sempre mischiato con dj set, eventi live e paralleli: per quello che per dieci giorni è un evento imperdibile per gli amanti della movida milanese. Il concorso lungometraggi: come di consueto è aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni arte del mondo. Su undici partecipanti, otto sono registe donne: attenzione a Mirage à l'Italienne di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia. Lo sfondo (o la protagonista) della sua pellicola è una Torino dissanguata dalla crisi economica. Spicca anche Ilo Ilo di Anthony Chen, già vincitore della Camera d'Or a Cannes: si rievoca il collasso finanziario asiatico degli anni '90. Sempre interessante è la rassegna Colpe di Stato, che allunga lo sguardo sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo. Annunci Google

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I luoghi del Festival sono tanti, dislocati nel centro cittadino: il palcoscenico principale è il Teatro Strehler, sede delle proiezioni del concorso lungometraggi e cortometraggi, delle

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rassegne fuori concorso e de La scatola magica. All'esterno ogni sera intrattenimento con i dj set del festival. E poi: il Teatro Studio, il Parco Sempione (con lo schermo all'aperto in Piazza del Cannone), l'Auditorium San Fedele, il Teatro dell'Arte alla Triennale, lo Spazio Oberdan, Cascina Cuccagna, l'ex Bazzi (distante dal centro città). Per la musica, oltre al sagrato dello Strehler, ecco i Parklive, osia concerti e dj­set in programma ogni sera al Parco Sempione. Intorno ci sarà tutta Milano: buon

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cinequanon I 06 SETTEMBRE 2013

MFF 2013: una diciottesima edizione coi fiocchi By giulia.c – 6 settembre 2013

Si è aperta ieri, venerdì 5 settembre 2013 e durerà fino a domenica 15, la diciottesima edizione del Milano Film Festival, una delle più importanti manifestazioni milanesi riguardanti il cinema d’autore. Nato con l’intento di promuovere gli esordienti, in questa edizione ci saranno due sezioni,Grandi Speranze Platinum Collection, dedicate a tutti quei registi che proprio in questo contesto hanno iniziato la loro carriera e nella quale sarà possibile godersi nuovamente le migliori opere presentate nel corso degli anni. Ed ancora giovani autori debutteranno nel mondo del cinema nel pomeriggio di mercoledí 11 settembre, nella presentazione dei cortometraggi dei diplomandi delle Scuole Civiche di Milano. Ma per gli amanti dei corti sarà possibile partecipare ad innumerevoli proiezioni in occasione del concorso, parallelo a quello ufficiale, dedicato a questo particolare genere. Anche quest’anno attenzione verso film contemporanei dedicati alla politica nella sezione Colpe di Stato. Poi naturalmente ci sarà il focus sull’animazione ed un interessante workshop sull’argomento. Ciò che sicuramente attirerà l’attenzione sarà il concorso, nel quale sarà possibile vedere il meglio dai vari festival internazionali. Cinequanon seguirà inoltre la sezione Outsider, dove convergeranno tutti i lavori che, seppur validi, non hanno trovato spazio nel concorso ufficiale. Da quest’anno molti film di questa sezione saranno visibili in diretta streaming e gratuitamente sulla piattaforma MyMovies Live. Il Milano Film Festival con un fitto programma ed una vasta offerta spera d’incrementare il proprio pubblico e di offrire ai cinefili lombardi un’occasione di conoscenza e di confronto. Giulia Colella


Fourzine I 06 SETTEMBRE 2013

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Run & Jump: Unconventional Love 6 SETTEMBRE 2013 10:28

ALICE UNGARO

Al via questa diciottesima edizione del Milano Film Festival ed esordio non potrebbe essere migliore. Ad inaugurare i lungometraggi in concorso l’opera prima, inedita in Italia, di Steph Green, Run & Jump. La storia è quella di una famiglia irlandese alle prese con il rientro, dopo la lunga degenza in ospedale, del giovane padre vittima di un ictus cerebrale, le cui devastanti conseguenze hanno cambiato per sempre il suo modo di essere al mondo. La famiglia sarà accompagnata in questo percorso dal Dott. Fielding – ricercatore americano, giunto nel Vecchio Continente per studiare gli insoliti effetti che la malattia sta procurando all’uomo. Vanetia, madre e moglie, – interpretata da una superba Maxine Peake – è una roccia. Ironica, paziente, amorevole, è la forza motrice che smuove le esistenze di ogni singolo componente di questa storia, trasformandone dinamiche e reazioni. Così una trama che aveva tutta l’aria – e di fatto lo è – di essere un dramma familiare e psicologico greve, attraverso i tratti lievi ma non per questo semplici con cui prende vita il personaggio di Vanetia, assume i connotati di un happy­go­lucky film. Mi sono letteralmente innamorata di questa donna che, nel corso dei due mesi narrati, subirà svariati contraccolpi come la morte dell’amato suocero, la presa di consapevolezza del figlio della sua omosessualità e il suo tentato suicidio, l’accettazione che l’amato Conor (Edward MacLiam) non potrà più tornare lo stesso, nonché l’avvicinamento al Dott. Fielding, Ted (Will Forte). Un uomo molto diverso dal suo mondo, ma la cui presenza avrà un effetto rassicurante sulla sua famiglia e le permetterà di evadere tornando a essere finalmente se stessa. Una sceneggiatura, quella della brava Ailbhe Keogan, anch’essa agli esordi nel mondo dei lungometraggi, la

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quale tratteggia, sorprendentemente con maestria da habitué, personaggi a tutto tondo e, per questo, assolutamente credibili. Run & Jump è un film anticonformista a suo modo. Lo è nel profondo, quando non ti riesce proprio di non immedesimarti in Vanetia e nella sua lacerazione interiore tra il giusto e il sbagliato, il possibile e non possibile. Il sentimento dell’amore è anticonformista, perché non permette giudizi ed etichette su chi, con il suo esserci, sta facendo del bene e sa anche quando è il momento di abbandonare la partita. Tornando ognuno alla propria realtà, ma più forti e completi di quanto non potessero esserlo prima.

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L’esordiente Green non sbaglia un colpo in questo dramma dolceamaro che attinge forza e vocazione persino dal paesaggio irlandese, meraviglioso e autentico co­protagonista. I campi lunghi sulle scogliere e sulle colline verdi sono l’emblema di un mondo bellissimo e allo stesso tempo spaventoso, metafora quanto mai appropriata del nuovo stato mentale di Conor. Su questa scia, indicativo il piano americano tra madre e figlio e il loro scambio di battute: Lenny: “Ti piace lui?” (riferendosi a Ted) Vanetia: “E a te?” L: “Sì” V: “Anche a me” L: “E ti piace papà? Il nuovo lui?”

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Il cuore nero dell’America

L’Oroscopo di Glo – Ben

V: “Sì”

Settimana dal 9 al 15 Gen

L: “Anche a me”

Le parole che nessuno ha

La religione come modo p

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Home » CINEMA & FESTIVAL, CULTURA » Milano Film Festival 18ª edizione: Gore Vidal, The United States of Amnesia

Milano Film Festival 18ª edizione: Gore Vidal, The United States of Amnesia gaiaitalia.com ­ 6 September 2013 2 Like

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di Anna Flavia Locchi Il Milano Film Festival, alla 18ª edizione, presenta il 6 settembre una serata assai interessante (il programma completo qui) che alle 21.00 ad esempio, presenta il film Gore Vidal, The United States of Amnesia, dedicato a Gore Vidal, scrittore, sceneggiatore, anima criticadegli Stati Uniti per tutta la sua (lunga) vita, autore dell’indimenticabile romanzo La statua di sale, uno dei primi romanzi a trattare il tema dell’omosessualità in modo esplicito, personaggio così dentro alla politica americana da esserne allontanato suo malgrado, dagli stessi protagonisti dell’establishment. Il film è diretto da Nicholas Wrathall e sarà proiettato al Teatro Studio. Alle 22.00 al Teatro dell’Arte Les rencontres d’après minuit del francese Yann Gonzalez, già critico cinematografico di molte riviste francesi, tra cui la rivista gay Tetu (un milione e mezzo di copie vendute) storia di cuori solitari in conflitto con se stessi o con la propria personalità pubblica che raggiungono una misteriosa casa hi­tech nel buio, per partecipare a un rito di lussuria e riconciliazione… La proiezione è in collaborazione con il Festival Mix. C’è molto altro al Milano Film Festival, che potete scoprire qui.

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Beth Hart ha visto il successo e conosciuto l'abisso: ecco la sua storia

MILANO FILM FESTIVAL, IL PROGRAMMA DEL 6 E DEL 7 SETTEMBRE 06 set 2013 — Redazione GQ Italia

Incursione a New York nella vita di una mamma videoartist con Towheads, l’argentina Habi nella Buenos Aires musulmana, la notte trasgressiva di Eric Cantona, i pirati somali di Colpe di Stato e la vita di Gore Vidal sul grande schermo

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MFF, venerdì 6 settembre CONCORSO LUNGOMETRAGGI Si comincia con l'argentino Habi, la extranjera di María Florencia Álvarez, (h 15 Spazio Oberdan) che ci porta a Buenos Aires con Habi, alla ricerca della sua identità. Segue In Bloom ­ Titolo originale Grzeli Nateli dgeeb, (h 17 Teatro Strehler) di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, racconto di formazione di due giovani adolescenti in Georgia. Run & Jump di Steph Green (h 19 Spazio Oberdan), il bellissimo film film di apertura di questa 18° edizione e presentato in anteprima al Tribeca Film Festival, dà inizio alle proiezioni serali a cui segue uno dei film più attesi di questa rassegna, Towheads di Shannon Plumb, (h 20:30 Teatro Strehler) autobiografia distorta di una donna alle prese con le fatiche stremanti derivate dall'essere madre e moglie. A seguire lo scabroso Les rencontres d'après minuit di Yann Gonzales (h 22 Triennale teatro dell'arte) e il portoghese Terra de ninguém di Salomé Lamas(h 22:30 Teatro Studio). CONCORSO CORTOMETRAGGI Alle 15 si inaugura lo spazio dedicato ai cortometraggi, riservato solo a opere under 40, con i corti del gruppo B al Teatro Strehler, alle 17 al Teatro Studio il gruppo C, alle 21 al Parco

Dieci cose che dovete s nuovo album


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Sempioneil gruppo D e infine alle 22.30 al Teatro Strehler il gruppo E. THE OUTSIDERS Per gli outsiders del Milano Film Festival è la volta di Gore Vidal ­ The United States of Amnesia di Nicholas Wrathall (h 20:30 Teatro Studio), che ripercorre le fasi principali della vita dello sceneggiatore di Ben Hur. Segue un altro tra gli outsider più interessanti dell'edizione,Mittsommernachtstango di Viviane Blumenschein (h 21 Spazio Oberdan), un road movie alla ricerca delle origini finlandesi del tango. COLPE DI STATO Tra le rassegne più apprezzate e attese del Milano Film Festival, Colpe di Stato si inaugura oggi con il tedesco Der Kapitän und sein Pirat di Andy Wolff (h 20 Triennale Teatro dell'arte), che ci introduce nello scenario inesplorato del pirata che rapì un cargo tedesco nelle coste della Somalia. Quali sono i motivi e quali le contraddizioni? A voi la parola.

PARKLIVE Dalle 18:30 Adam Carpet al Parco Sempione e a seguire dalle 23 djset Davide Facchini. Free entry Alle 18.30 torna invece l'appuntamento sul sagrato del Teatro Strehler con Dj set Dj Fab e a seguire, ore 21, Dj set MissinRed. ­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­ MFF, sabato 7 settembre Omaggio al poeta degli invisibili Sylvain George, Ilo Ilo Camera d'Or a Cannes, gli ultimi giorni di vita del pittore iraniano Bahman Mohasses, gli immigrati lavoratori di Diego Star. CONCORSO LUNGOMETRAGGI The Eternal Return of Antonis Paraskevas della regista greca Elina Psykou (h 15 Teatro Strehler), Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012, che attraverso la storia di un presentatore televisivo, Antonis Paraskevas, racconta la mediocrità di un'epoca in crisi. A seguire Fifi Howls From Happiness, (h 17 Teatro dell'Arte), testamento artistico e al contempo riflessione universale sull'arte di Mitra Farahani che racconta gli ultimi giorni di vita di Bahman Mohassess, celebre pittore iraniano. Segue al Teatro Strehler il film vincitore della Camera d'Or a Cannes Ilo Ilo di Anthony Chen, che sarà presentato dal regista, il quale spiegherà al suo pubblico la motivazione che l'ha condotto a dirigere un film che racconta la distruzione dei valori tradizionali in un Paese in crescita economica (h 20:30 Teatro Strehler). A seguire il concorso lungometraggi della giornata si conclude con la replica di Towheads diShannon Plumb (h 22 Auditorium San Fedele). CONCORSO CORTOMETRAGGI Alle 17 il concorso cortometraggi continua con i nuovi del gruppo F al Teatro Strehler tra i quali spiccano La Fugue (The Runaway) di Jean­Bernard Marlin che racconta l'altra faccia di Marsiglia, il candese I'm Alone and my Head is on Fire, diretto dall''enfant prodige David O'Reilly, 60 secondi realizzati con un'app gratuita che emula le tecniche sperimentate dal padre dell'animazione mondiale, Norman McLaren. Alle 18:30 è la volta del gruppo G all'Auditorium San Fedele, con, l'interessante The Course Of Things di Annelore Schneider e Claude Piguet, un thriller di 10 minuti che mette in scena tra realtà e finzione la voce di Alfred Hitchcock e la musica di Bernard Herrmann. Alle 21 al Parco Sempione il gruppo H e infine alle 22.30 al Teatro Strehler il gruppo I. OMAGGIO A SYLVAIN GEORGE: DARE VOCE AGLI INVISIBILI Per la 18° edizione, il Milano Film Festival ha deciso di raccontare, attraverso le poetiche immagini del cineasta Sylvain George, le storie di coloro che, invisibili alla moltitudine, tentano di reagire alle violenze del mondo. Oggi alle 17 al Teatro Studio l'omaggio prende vita con Filming he revolt / Filming he joy ­ Dialogo di Sylvain George con Stefano Savona, un incontro imperdibile tra due dei cineasti più attenti al presente e alle sue idiosincrasie. Alle 21 è la volta del lungometraggio Vers Madrid.The Burning Bright! (Scenes from the Class Struggle and the revolution), una sorta di cinegiornale sperimentale che mostra alcuni momenti della lotta di classe e rivoluzione di Madrid nel 2011 e 2012. CASE HISTORY: VIOLENZA CONTRO LE DONNE Alle 19 alla Scatola Magica, evento gratuito in collaborazione con Milano Scuola di Cinema e Televisione. Oggetto della discussione, la violenza contro le donne, che ha dato origine a una campagna di sensibilizzazione condotta dalla Scuola di Cinema e Televisione di Milano.


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THE OUTSIDERS Per i "fuori categoria" del Milano Film Festival, oggi alle 19 lo Spazio Oberdan ospiterà Museum Hours del film maker newyorkese Jem Cohen e a seguire, alle 20:30, Parade di Olivier Meyroupresso l'Auditorium San Fedele. Alle 21 al Teatro dell'Arte, Finding he Funk di Nelson George preceduto da Hopper vu par… First Row Orchestra di Sophie Fiennes. COLPE DI STATO Tra le rassegne più apprezzate e attese del Milano Film Festival, Colpe di Stato, oggi è la volta diInfiltrators di Khaled Jarrar (h 15 Teatro dell'arte) che racconta della lotta continua per la libertà del movimento dei palestinesi della Cisgiordania. Segue The Captain and His Pirate di Andy Wolff (h 17 Spazio Oberdan, replica). PARKLIVE Dalle 18:30 al Parco Sempione, Levante + Ketty Passa & Toxic Tuna e dalle 23 Alessandro Leuci djset.


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RUN & JUMP di Steph Green (2013)

RUN & JUMP di Steph Green (2013) Venerdì 06 Settembre 2013 16:33 |

Di Andrea Pesoli |

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Si apre con una curiosa commedia non convenzionale la 18° edizione del Milano Film Festival. Run & jump(primo lungometraggio presentato in concorso) è una co-produzione tra Irlanda e Germania, nata dalla sceneggiatura di Alibhe Keogan e diretta dalla giovane regista statunitense Steph Green (famosa per il corto New Boy, candidato agli Oscar 2009). Il film narra le vicende della famiglia irlandese Conor, alle prese con un evento destinato a sconvolgere la quotidianità: il capofamiglia (Edward MacLiam) è sopravvissuto a un terribile ictus e, dopo il periodo in ospedale, rientra a casa portando con sé tutte le conseguenze irreversibili della malattia. La madre Vanetia (Maxine Peake) si trova quindi a gestire i due figli, il marito malato e persino un ricercatore giunto dagli Stati Uniti (Will Forte) per studiare la riabilitazione del coniuge.

L’ottimismo non è solo il profumo della vita (come recitava una vecchia pubblicità ormai divenuta tormentone insopportabile), ma è l’unico motore che permette in alcuni casi di andare avanti. E il personaggio interpretato da Maxine Peake ne è una grandissima dimostrazione, sempre disposta a sorridere nonostante tutto ciò che la circonda. Non bisogna mai smettere di correre e saltare: questo è il più bel messaggio che regista e sceneggiatrice riescono a confezionare, in una pellicola in stile Little Miss Sunshine che ha il pregio di rendere leggeri anche i più gravi problemi. Le ventate di positività, che inizialmente sono supportate alla grande da dialoghi brillanti, nella seconda metà della narrazione divengono stucchevoli a causa di avvenimenti telefonati e privi di interesse. Molto meglio le discussioni serrate e divertenti tra i membri della famiglia che le lunghe pause riflessive dei protagonisti. L’ottimo lavoro del cast (da segnalare soprattutto le prove di Will Forte e Maxine Peake) sono il giusto corollario a una pellicola ben scritta, ben girata e ben interpretata, a cui però manca un pizzico di maturità per essere completamente riuscita. Voto 2,5/4


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Una canzone per Marion

Anche quest’anno la Scuola di Cinema di Milano, ospite di Milano Film Festival, festeggia la chiusura del 2012‑13 e l’inizio di un nuovo anno scolastico. La Civica Scuola di Cinema e Televisione nel 2013 è stata particolarmente impegnata sul fronte delle tematiche sociali. La violenza contro le donne, fulcro di questa riflessione, ha portato a sviluppare alcune proposte assieme a istituzioni e associazioni del territorio che si sono concretizzate in una campagna di sensibilizzazione rivolta al target dei giovanissimi (15‑ 20 anni). La rete che si è costituita ha portato alla realizzazione di 5 spot in collaborazione con FP e FLC Cgil Milano, Casa di Accoglienza delle Donne maltrattate di Milano, Telefono Donna di Como, Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, associazione Uomini non più violenti, Ordine dei giornalisti, Accademia di Belle Arti di Brera, Anteo Spaziocinema. Gli studenti che hanno lavorato alla produzione, con il tutor Carlo Arturo Sigon e le pubblicitarie Carlotta Tessarolo e Arianna Pregagnoli, racconteranno il percorso che ha portato alla realizzazione degli spot. L’incontro si terrà il 7 settembre, presso la Scatola Magica del Teatro Strehler alle 19. Condurrà l’incontro la giornalista Ira Rubini. Mercoledi 11 settembre, dalle 17 la festa della Scuola riunirà allievi in corso, diplomati, docenti, staff, nuovi iscritti e ospiti presso la Sala Grande del Teatro Strehler, con la proiezione dei lavori del terzo anno 2012‑13 in una varietà che vedrà il susseguirsi di film saggio, inchieste, videopoemi, animazione, documentari, trailer e corti, per una durata di circa due ore. Sempre lo stesso giorno appuntamento alle 19, presso la Scatola Magica, la Scuola racconterà le collaborazioni più significative dell’anno intraprese con Sky Arte, Pordenonelegge – Festival del libro e degli autori e il documentario "118 anatomia di un'emergenza" con l'Ospedale Sant'Anna di Como. In fine la parola sarà data alle tre personalità che hanno contribuito a nutrire il piano didattico dell’anno trascorso, Alina Marazzi, Luca Lucini e Maurizio Nichetti. Alle 20 fuori tutti sul sagrato dello Strehler, per brindare alla chiusura dell’anno e al nuovo che arriva!

Shadowhunters ‑ Harald

Milano Film Festival ‑ C

A Royal Affair ‑ Nikolaj


SENTIERISELVAGGI I 06 SETTEMBRE 2013

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Milano Film Festival: Inequality for All di Giancarlo FOTO

Grossini ‐ Ultimo aggiornamento: 06/09/2013 MAPPA

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Teatro dell'A viale Alemag Milano Contatti: 02.71.36.13

Quando: 15 settembre dalle 20:00

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Prezzi: € 6

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Descrizione: Gran finale del Milano Film Festival che laurea i

4 Old fashi 5 Just Cav 6 Bar Bian

vincitori al Teatro Strehler, dalle ore 20.30, con ingresso libero. Le proiezioni proseguono comunque, per l’intera giornata anche nelle altre sedi di svolgimento della manifestazione, che alle 20, al Teatro dell’Arte, ha in serbo una sorprendente lezione di economia di Robert Reich (foto), protagonista del film documentario “Inequality for All” (edizione originale, sottotitoli italiani, 2013) di Jacob Kornbluth, che con questo suo lavoro ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Sundance. TAG: economia | Jacob Konbluth | Robert Reich |

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Wumagazine I 06 SETTEMBRE 2013

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MILANO FILM FESTIVAL / DAY #2

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di Emma Cacciatori | 07 settembre 2013

Tags: ci nem a, event i , M 83, m i l ano , M i l ano Fi l m Fes t i val 2013, Y ann Go nzal es Like

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Qualche occhiaia, movimenti lenti e ovattati. Si vede che molti di voi ieri sera hanno fatto tardi! Del resto c’era il meglio dei corti degli anni passati al Parco Sempione e una volta che si inizia a vederne uno…devi finirli tutti! (Un po’ come il tubo delle Pringles). Ma il festival vi conosce bene ormai e la prima proiezione del v enerdì era alle 15. Tra i corti del Gruppo B, entusiasma la crudezza del già citato Perfect Drug . È da vedere solo per osservare la reazione scandalizzata del pubblico mentre una motosega taglia a metà la testa di un uomo ancora vivo. Ricordate l’interessante Il Il n’y a pas de rapport sexuel? Era un lungo in concorso l’anno scorso che svelava senza un fronzolo (poi, dipende cosa intendiamo per “fronzolo”) i retroscena dei film porno. Lì, siccome era anche lunghetto, la gente faceva in tempo ad andarsene, in Perfect Drug, invece, è una ceretta; le scene colpiscono e se ne vanno lasciando di pietra. “Solo un orientale poteva fare una cosa simile” commenta un signore appena usciti. E invece no, a sorpresa, il regista Toon Aerts è belga. © Copyright 2010 WU magazine all right reserved Privacy Policy P.Iva 07106650018 BANNERFOOT


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Milano Film Festival 2013: il programma, sabato 7 settembre Scritto da: Arianna Ascione ­ sabato 7 settembre 2013 Mi piace

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Primo weekend del Milano Film Festival: continuano i concorsi e l'omaggio a Sylvain George

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Paraskevas della regista greca Elina Psykou (h. 15 Teatro Strehler), seguire Fifi Howls From Happiness, (h. 17 Teatro

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dell’Arte), Ilo Ilo di Anthony Chen (h. 20.30 Teatro Strehler). Sarà possibile vedere anche in replica Towheads di Shannon Plumb (h. 22 Auditorium San Fedele). Alle 17 continua il concorso cortometraggi, con i nuovi del gruppo F al Teatro Strehler e alle 18.30 è la volta del gruppo G all’Auditorium San Fedele. Alle 21 al Parco Sempione spazio al gruppo H e infine alle 22.30 al Teatro Strehler sarà proiettato il

gruppo I. Nell’ambito dell’omaggio Sylvain George alle 17 al Teatro Studio sarà proiettato Filming he revolt / Filming he joy mentre alle 21 è la volta del lungometraggio Vers Madrid.The Burning Bright! (Scenes from the Class Struggle and the revolution).

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Alle 17 al Teatro Studio continua il Milano Film Festivalino, per tutti i piccoli del Milano Film Festival: sarà presentato Teen Beach Movie di Jeffrey Hornaday. Si potrà anche vedere un episodio in esclusiva della nuovissima serie Marvel, Hulk e gli agenti SMASH. Alle 19 alla Scatola Magica si terrà un evento gratuito in collaborazione con Milano Scuola di Cinema e Televisione, sulla la violenza contro le donne, mentre alle 21 presso lo Spazio Oberdan, verrà proiettato Diego Star di Frédérick Pelletier. Sempre allo Spazio Oberdan, alle 19, spazio agli Outsiders Museum Hours di Jem Cohen e a seguire alle 20.30 Parade presso l’Auditorium San Fedele. Alle 21 al Teatro dell’arte Finding he Funkdi Nelson George preceduto da Hopper vu par… First Row Orchestra di Sophie Fiennes. Nell’ambito della rassegna Colpe di Stato oggi è la volta di Infiltrators di Khaled Jarrar (h. 15 Teatro dell’arte). Segue The Captain and His Pirate di Andy Wolff (h. 17 Spazio Oberdan, replica). Invece per la rassegna Vernixage portagonista sarà Frozen Flames di Luca Trevisani, alle 19 presso la Triennale. Da non perdere presso Scatola Magica alle 17 The Platinum collection, Convergenze, appuntamento del best of di questi 18 anni di MFF. Alle 22.30 sarà la volta di The Platinum collection, Enigma. Alle 22.30 al Teatro dell’arte è il momento di Grandi Speranze, Gli irrequieti e all’1 di notte, evento gratuito al Parco Sempione con The Platinum collection, Ebollizione. Infine alle 20.30 presso la Scatola Magica, il Milano Film Festival presenta alcune chicche dai film non selezionati (2° gruppo).

Concerti sabato 7 settembre Dalle 18.30 al Parco Sempione, Levante + Ketty Passa & Toxic Tuna e dalle 23 Alessandro Leuci djset.

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Scritto da Francesco Sala | sabato, 7 settembre 2013 · Lascia un commento

“Grand Prix” di Marc Riba e Anna Solanas al Milano Film Festival

L’emozione del set, il ciak, la sedia del regista. Manca giusto il frusciare della pellicola ma quello, il digitale impera, non si sente più nemmeno ad Hollywood. L’entusiasmo e

SONDAGGIO Qual è l'artista italiano contemporaneo più sottovalutato? Gastone Novelli Giuseppe Chiari Pinot Gallizio Pietro Consagra Domenico Gnoli Mario Schifano Emilio Isgrò Giosetta Fioroni Vincenzo Agnetti Tano Festa Vota

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l’atmosfera sono gli stessi dei grandi studios, solo rapportati alla statura – attenzione: non levatura! – di attori e creativi in erba. Cascina Cuccagna si trasforma in Cinecittà per accogliere il festivalino, sezione baby del Milano Film Festival: dove guardare, imparare e soprattutto giocare. Un workshop per ideare, scrivere, girare e montare un corto condiviso quello che il laboratorio creativo Imaginarium organizza sabato 14 settembre: una notte di tensione e poi, il giorno successivo, l’immancabile premiere. Con tanto di blue carpet, fotografi, sfilata dei piccoli attori consegna degli Oscar. Con brindisi a suon di aranciata. In attesa di incoronare i suoi giovanissimi protagonisti, il festivalino scalda i motori già da questo fine settimana, con la proiezione di alcuni tra i più interessanti corti per l’infanzia usciti negli ultimi anni. Si passa dall’eroico robottino Troy ideato dall’ingleseLee Matthews, che fugge dalla fabbrica dei giocattoli per trovarsi un amico vero; e si arriva ai burattini “cubisti” del Grand Prix di Marc Riba e Anna Solanas, affermatissimi artisti di strada con il vezzo del cinema. Dici film per ragazzi e pensi ai cartoon: che, si sa, piacciono e non poco anche ai più grandi. maratona serale di animazione lunedì 9 settembre al Parco Sempione (si replica due giorni dopo al Teatro Studio). ­ Francesco Sala


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Milano Film Festival: Towheads e Terra de ninguém, recensione dei film in concorso Sabato 7 Settembre 2013, 14:22 in Cinema di Alessio Cappuccio Mi piace

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L'agghiacciante racconto di un mercenario e la quotidianità stralunata di una madre di due bambini

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Con la fine della Mostra Cinematografica di Venezia (atteso questa sera l'annuncio dei Leoni d'oro assegnati da Bertolucci e dalla sua giuria) ci concentriamo su un altro evento dedicato alla settima arte, ovvero il Milano Film Festival. Annunci Google

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One D trailer boy ba

Grazie ad Aperol Spritz, tra gli sponsor ufficiali della manifestazione, seguiremo per voi lo svolgersi della kermesse meneghina, quest'anno alla diciottesima edizione, conosciuta per le sfumature cool e hipster (e in effetti ieri sera c'erano consistenti tracce della classica movida milanese davanti al Teatro Strehler). Ma veniamo alla sostanza di un appuntamento del genere, ovvero i film. Due i lungometraggi visti, entrambi facenti parti del concorso ufficiale. Il primo è Towheads, diretto da Shannon Plumb, esordiente alla regia con una pellicola che mette in scena (in

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Milano Film Festival: Towheads e Terra de ninguém, recensione - Spettacoli 2.0

Hemsw pensa

maniera esagerata ma non troppo) lo domestica quotidianità di una donna madre di due figli e con un marito il cui lavoro lo costringe fuori casa per gran parte della giornata. Piccolo particolare, che mostra come il cinema sia una questione di famiglia: quest'ultimo è Derek Cianfrance, regista hollywoodiano autore di Blue Valentine e Come un tuono.

Uomin Monte Tarant l'incon

A metà dunque tra il documentario e la fiction, Towheads è una divertente e fresca commedia che attraverso un collage di sequenze­gag restituisce il senso di isolamento e scoramento ma anche l'esaltazione e la gioia di vivere di una madre quarantenne molto sui generisi. Shannon, protagonista quasi sempre in scena, è infatti in possesso di una fisicità e mimica che ricorda i giganti dello slapstick, ovvero Buster Keaton e Charlie Chaplin, di cui in parte si riprende anche il linguaggio cinematografico. Lungi però dall'essere un oggetto frivolo e innocuo, Towheads si preoccupa di insinuare nello spettatore il malessere e l'insoddisfazione di chi ha dovuto sacrificare la propria carriera e qualche parte di sé per un bene più grande (i due biondini del titolo). Introspezione e leggerezza vanno così a braccetto in un film che, pur non essendo un capolavoro, si segnala per il coraggio della sua regista nel mostrare un privato non proprio impeccabile.

L'intre recens Ameli ora a V

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Terra de ninguém (No Man's Land) è invece un documentario che più si avvicina alla definizione tradizionale della categoria, nonostante sia la stessa regista Salomé Lamas a non voler limitare il suo film alla pura e semplice rappresentazione della realtà. È infatti quasi impossibile credere ai racconti di Paulo de Figueiredo, portoghese di 66 anni, una vita intera dedicata prima all'esercito, poi al lavoro di mercenario, poi a quello di killer e infine alla prigione. In una confessione che forse addensa e allinea memorie e menzogne vengono esposte tutte le atrocità e i retroscena di chi ha preso parte alle guerre coloniali in Mozambico e Angola in un commando d'élite, come combattente prezzolato al soldo della CIA in Salvador e infine ha ucciso come killer della GAL, nome degli squadroni della morte creati dal governo spagnolo per distruggere l'attività dell'ETA. In Terra de ninguém c'è allora tutto un sommerso geopolitico che andrebbe almeno accennato per poter essere fruito da chi non ha una cultura di questo tipo; la regista tuttavia, fedele al rigore quasi ascetico del film (una sedia, sfondo nero, inquadratura fissa su Paulo), non si preoccupa troppo di dialogare col pubblico, convinta che le conversazioni avute con il testimone della storia segreta del mondo parlino da sole o quasi. In bilico tra autismo ed espressione ostinata di un mistero, il film accosta momenti shockanti e terribili ad altri in cui si perde il filo del discorso per i troppi dettagli introdotti. Rimane così l'amaro in bocca per un'opera non abbastanza interessata alla comunicazione per essere un documento utile e del resto troppo ancorata al format del reportage per essere davvero un oggetto artistico. Annunci Google

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MITTSOMMERNACHTSTANGO ­ Viviane Blumenschein (2013)

MITTSOMMERNACHTSTANGO ­ Viviane Blumenschein (2013) E' iniziato il Milano Film Festival 2013, manifestazione che quest'anno diventa maggiorenne essendo nata 18 anni fa; iniziata in sordina, col passare delle edizioni è diventata sempre più interessante per l'alto numero di film (tra corti e lunghi) di giovani autori, anche di difficile visione, presentati agli appassionati. Abbiamo visto ieri questa docufiction che prende lo spunto da un'affermazione non comprovata di Aki Kaurismaki per cui il tango, ballo nazionale argentino, sia nato in realtà in Finlandia e poi portato al di là dell'oceano da marinai. Un trio di musicisti di Buenos Aires decide, al Bar EL BANDERIN dove i tre passano le giornate a bere e chiacchierare, di andare in loco a verificare questa assurdità spingendosi nella terra delle renne e delle zanzare a tenere concerti e ad incontrare dei colleghi finlandesi che, in effetti, esistono. Avranno incontri interessanti con la magnifica terra nordica tra isole, boschi e grandi distese d'acqua e con i "tangueros" di lingua finlandese, scoprendo una popolazione, seppur agli antipodi come caratte e visione della vita, assai disponibile allo scambio culturale e umano. Se ne torneranno in patria, seppur ancora convinti che il tango nasca e resti argentino, consci dell'esistenza di ottimi musicisti di tango anche in questa strana e fredda nazione. La giovane documentarista tedesca Viviane Blumenschein evita il documentario etnico­musicale chiuso in se stesso e usufruibile solo dagli appassionati dell'argomento trattato, grazie ad un umorismo di fondo che trasforma il viaggio dei tre argentini, sì in una scoperta reale di una scena esistente, ma anche in un godibile road movie con imprevisti ed incontri bizzarri, kaurimaskiani appunto.

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Uno dei musicisti argentini indossa praticamente in maniera esclusiva materiale ADIDAS ed è il solo marchio presente nel product

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placement della pellicola anche se fa capolino un polsino del suonatore di accordeon finlandese con chiaro logo NIKE.

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Les rencontres d’après minuit al Milano Film Festival Collaborazioni Esterne

7 settembre 2013

Cinema & Teatro, Hot News

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La seconda serata del Milano Film Festival è all’insegna di un film visionario e onirico: Les rencontres d’après

minuit.

L’ex

critico

cinematografico e musicista della band indielettronica M83, Yann Gonzalez, presenta un film che vuole essere un inno all’energia sessuale in una società che dietro una permissività di facciata,

mantiene

ancora

una

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SCRITTO DA

mentalità reazionaria.

COLLABORAZION

Su questi presupposti qualcuno potrebbe giustamente aspettarsi una gincana di sesso

ESTERNE ­ Gli au

0

alternarsi allegramente sullo schermo, ma per quanto la virtù equina dell’ex goleador Eric Cantona vi rimarrà impressa nella testa per molto tempo, il film si esprime con un linguaggio molto allusivo e simbolico.

fanno parte di que Share

gruppo sono collab

occasionali o in pr

avranno l'opportunità di ottenere u

Una celebrazione del sesso come unica vera forma di amore nella

personale di autore su Echeion q

vacuità valoriale postmoderna. Il film è un vero e proprio viaggio di

relativo caposezione considererà

formazione attraverso tre momenti ben scanditi e ugualmente

l'aspirante redattore pronto per un

proporzionati. Rispondendo all’annuncio di un’orgia snob, quattro

importante e impegnativo come q

persone raggiungono un appartamento hi­tech dopo la mezzanotte

autore fisso.

dove li accolgono un’affascinante coppia e un maitre ermafrodito.

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Sofia Coppola: l’ere “Padrino”

Inizialmente si spogliano, ma è solo una vestizione esteriore, superficiale. Un alterco con un invitato introduce al secondo momento del film: i protagonisti si raccontano, mettono a nudo le loro anime. Sono tutte persone sole, che si portano dietro una disperazione sfogata in una perversione. Il sesso sembrava essere vissuto come una condanna fino a quel momento; ora si sentono capiti, ascoltati, amati. Il momento finale vede consumarsi l’orgia che li aveva richiamati nello stesso punto, ma considerando i presupposti di partenza ognuno se ne andrà in un modo del tutto inaspettato. Amarsi una notte e lasciarsi andare, riscaldare le proprie solitudini con altre anime sotto la luna per poi tornare alla vita. Questa sembra essere la regola del film: nessun legame. Bisogna saper lasciare andare l’altro. Bisogna saper accettare la morte nella vita così come nell’amore. L’unica eternità possibile è quella dell’attimo. Questa caducità, tuttavia, che mi sembra incarnata nel personaggio del cameriere, è la benzina che alimenta il fuoco del desiderio. Tutto avviene in una notte d’inverno, tra luci gelate e musiche elettroniche curate dagli M83. L’appartamento sorge in un complesso che sembra del tutto abbandonato e le strade circostanti sono deserte. Su questo mondo buio, solo e allucinato, si alza un’alba, la speranza della felicità di un amore che duri; ma, si sa, è subito sera. Lorenzo Ponte

L’attrice e regista

statunitense, figlia di Francis Ford torna[...]

Shadowhunters, un ossa

Parliamo ancora un un film poco impegnativo e[...]


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ILO ILO di Antony Chen (2013)

ILO ILO di Antony Chen (2013) Domenica 08 Settembre 2013 13:10 |

Di Andrea Pesoli |

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Ci sono particolari esperienze infantili che, come un bumerang, continuano a tornarci in mente; sensazioni, attimi o ricordi che non ci abbandonano mai immagazzinandosi nel nostro cervello per sempre. Il giovane cineasta Anthony Chen è partito proprio da un momento vissuto da bambino per realizzare il suo primo lungometraggio intitolato Ilo Ilo, presentato in concorso al 18° Milano Film Festival. Il film arriva in Italia per la prima dopo aver vinto la Caméra d'or allo scorso Festival di Cannes. La storia (autobiografica) narra la nascita del rapporto tra Jiale (Koh Jia Ler) e Teresa (Angeli Bayani ): il primo è un bambino viziato e poco avvezzo alle regole, mentre la seconda è la sua nuova domestica filippina. Sullo sfondo è vivido il ritratto di una Singapore alla fine dello scorso millennio, falcidiata da una crisi economica che costringe i membri della famiglia protagonista a sacrifici e umiliazioni.

Il film parla direttamente al cuore dello spettatore, e lo fa con il linguaggio più puro che il cinema contemporaneo può utilizzare: quello di un bambino. Il vero merito del regista (che ha prodotto e scritto la pellicola) è esser stato capace di coinvolgere tramite una storia così personale e intima curata in ogni minimo particolare. La sbiadita messa in scena serve a rappresentare al meglio una società travolta dalla crisi che affida ogni sua speranza alla lotteria. Singapore è dunque la vera protagonista, fotografata in tutte le sue sfaccettature etniche (la città è costituita al 42% da stranieri, tra cui grosse comunità di cinesi, malesi, filippini e indiani). La pellicola purtroppo non ha ancora trovato una distribuzione italiana e anche a causa di scelte come questa il nostro è un paese destinato a restare “provinciale”. Ilo Ilo è la storia di un bambino (ora divenuto grande) e del suo sguardo: non più così ingenuo, è capace ora di raccontare i problemi e le disuguaglianze di un paese chiamato mondo.


Aggiornato il 08/09/2013 alle 23:54 | Lunedì, 9 settembre 2013

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Le ultime pubblicazioni dell'autore: Maroni lascia il dubbio sul "delfino": Salvini o Giorgetti? 300 Lombardi con il sogno dell'indipendenza Regione Lombardia: arriva il piano per un'aria più pulita Fiori e orchidee: "alto gradimento" nel centro di Varese

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Como, a Villa Olmo la mostra "Cristalli" Foto repertorio

Mondiali di canottaggio a Varese: così funziona la sicurezza

La rassegna cinematografica milanese compie 18 anni e offre un programma sempre vasto, articolato su diversi punti. Il concorso lungometraggi inaugura la giornata di domenica con la replica di Ilo Ilo Centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano ­ Teatro dell'Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l'Auditorium San Fedele e l'Area Ex Bazzi, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali. Un appuntamento sempre atteso a Milano, dove il nuovo anno lavorativo e scolastico inizia con una manifestazione di cultura tra le più elevate sul panorama non solo regionale, ma ormai possiamo dire nazonale.

Giornale InInsub Mi piace

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Nuova edizione La diciottesima edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest'anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti.

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I partner del 2013 Il festival è sostenuto dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e dal Programma Media dell'Unione Europea, e ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015. Tra i partner, confermano ancora una volta la partecipazione, dimostrandosi così partner fedeli, il Gruppo CAP e Aperol Spritz, dando un segnale importante in un anno che tutti sappiamo non facile per quanto riguarda gli investimenti culturali. Così come hanno fatto molti nuovi partner di prestigio, tra cui Alce Nero, MM Metropolitana Milanese e Vodafone. A questi si aggiunge Banca Prossima, special project partner del festival, con il progetto Are you series? Tra i media partner della 18° edizione anche Sky Arte HD e MYmovies.it, che dal 6 al 15 Settembre, trasmetterà ogni sera alle ore 21:30 gratuitamente una selezione dei lungometraggi del festival. Programma: film in concorso Il programma prevede il consueto CONCORSO LUNGOMETRAGGI, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il tradizionale CONCORSO CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Degli 11 LUNGOMETRAGGI in programma, 8 sono girati da registe donne. Tra i film selezionati, Mirage à l'Italienne di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia, racconta il miraggio di altre vite possibili in una Torino dissanguata dalla crisi economica; The Eternal Return of Antonis Paraskevas, della regista greca Elina Psykou, Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012, un film impietoso e non consolatorio, che tira in ballo la televisione e la crisi greca, "girato addosso" a un sorprendente Christos Stergioglou, "non più giovane" attore emergente del cinema greco; Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d'Or a Cannes, che rievoca i fantasmi del collasso finanziario asiatico degli anni '90, attraverso la storia, ambientata a Singapore, del rapporto fra una famiglia borghese e la nuova domestica filippina. Tra i CORTOMETRAGGI in programma, si distinguono Fatigués d'être beaux con protagonista Denis Lavant, fantastico attore feticcio di Leos Carax (Holy Motors); Peristalsi di Enrico Iannaccone, originale opera del vincitore del David di Donatello 2013, che sarà presente al festival; Solecito su un progetto di Olafur Eliasson e diretto da Oscar Ruiz Navia, regista del nuovo cinema colombiano, presente nel Concorso Lungometraggi del Milano Film

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Festival nel 2009 e in Concorso alla Quinzaine 2013; Don't Fear Death di Louis Hudson, world première del Concorso Cortometraggi alla presenza del regista, che terrà anche un workshop sull'animazione; La lampe au beurre de yak di Hu Wei, giovane regista cinese che sarà a Milano per la presentazione, corto co­prodotto in Francia, in concorso alla Semaine; L'aurore boréale di Keren Ben Rafael, divertente commedia del miglior cinema francese corto contemporaneo, con Hippolyte Girardot e la figlia Ana; Chigger Ale (here come the problems) di Fanta Ananas, film bizzarro e curioso direttamente dalla new wave etiope, dove molti giovani cineasti si stanno mettendo in gioco. L'omaggio a Sylvain George Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un'ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l'evento Alive They Cried: John Butcher su "Vers Madrid – The Burning Bright". Nel corso del festival è inoltre previsto il workshop Seize the time, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell'Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli. La sensibilità di Sylvain George e la sua capacità di individuare nei dettagli i grandi movimenti della storia si tradurranno in una serie di preziosi suggerimenti allo sguardo, in una guida all'articolazione discorsiva delle immagini, sia essa narrativa o saggistica, e a un puntuale e serrato confronto sulle pratiche realizzative. L'omaggio è curato da Paola Piacenza. Colpe di Stato Nona edizione della rassegna che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale, come in Camp 14 di Marc Wiese, viaggio negli orrori dei campi di prigionia in Corea del nord; God loves Uganda, un'esplorazione della campagna di evangelizzazione per instillare i valori importati dall'America cristiana di destra nella cultura africana, tragica operazione di colonialismo culturale, presentato al Sundance Film Festival; Infiltrators, del palestinese Khaled Jarrar, che racconta i tentativi di creare dei varchi nel muro che separa Palestina e Israele; Sur le rivage du monde del quebecchese Sylvain L'Espérance, dove i 4 protagonisti, nonostante la delusione derivata dal fallimento dei diversi tentativi di raggiungere l'Europa, non smettono di crederci; The act of killing di Joshua Oppenheimer, che ci riporta agli anni Sessanta, quando gli squadroni della morte indonesiani uccidono mezzo milione di oppositori, documentario sconcertante fra realtà e finzione dove gli assassini rimettono in scena i loro crimini per le telecamere, in una specie di sogno spaventoso che mescola storia, vanità e senso di colpa; Dirty Wars di Rick Rowley, un reporter americano e il suo viaggio nel cuore di tenebra, un'inchiesta giornalistica in forma di film sull'uso dei droni, che inchioda la politica estera dell'amministrazione Obama, un tema scomodo che nessuno dei nostri media ha mai sfiorato; Inequality for All di Jacob Kornbluth, che illustra la tesi di Robert Reich, ex segretario del lavoro per Bill Clinton, che vede nella classe media il più grave tra i danni collaterali del capitalismo americano; Les Chebabs de Yarmouk di Axel Salvatori­Sinz, che filma il campo profughi dove vive la più grande comunità palestinese in Siria e i "chebabs", giovani, con aspirazioni comuni a quelle di tutti i loro coetanei, in quella fase della vita in cui ogni decisione ha il potere di determinare il destino; infine la magia di un dialogo impossibile, a distanza, attraverso lo specchio della camera di Andy Wolff in The Captain and His Pirate, dove la comunicazione tra il leader dei pirati e il comandante della nave sequestrata al largo delle coste somale è a dir poco sconcertante: sono nemici, sono su fronti opposti, che cosa li divide? Sezioni Parallele Completa l'ampio programma la sezione The Outsiders, che affianca le sezioni competitive del festival, integrando i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Fra gli altri Closed Curtain di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi, film sull'allontanamento forzato del regista iraniano dai set cinematografici; Gore Vidal, the United States of amnesia di Nicholas Wrathall, che ha al centro uno dei grandi outsiders del Novecento americano, che ha vissuto su di sé il paradosso di essere vicino al potere e alla casta dominante, tanto da poter descrivere vizi e virtù della società americana; Le donne della Vucciria di Hiam Abbas; A Band Called Death di Jeff Howlett e Mark Covino, riscoperta e rilettura a distanza, da parte dei figli, della musica di assoluta avanguardia dei genitori, a suo tempo incompresa e forse per questo abbandonata; Museum Hours, film europeissimo dell'americano Jem Cohen, dove convergono i temi della distanza culturale e di quella storica, l'arte come terapia contro l'alienazione. Fra gli Eventi speciali, The Rocket diretto da Kim Mordaunt, Best Narrative Feature Film al Tribeca Film Festival, un racconto di iniziazione costruito con grazia che si immerge con grande rispetto nello straordinario paesaggio laotiano, presentato in collaborazione con il Gruppo CAP; il classico anni '80 Labyrinth di Jim Henson, proposto in una proiezione multisensoriale organizzata in collaborazione con LUSH e Gorilla Perfume; l'anteprima di Teen Beach Movie di Jeffrey Hornaday, in collaborazione con The Walt Disney Company; Faro, secondo lungometraggio di Fredrik Edfeldt che mescola i ritmi tesi del noir alla leggerezza con cui delinea il percorso di maturazione di un padre nel rapporto con l'amatissima figlia, evento speciale in collaborazione con VisitSweden; Diego Star di Frédérick Pelletier, sul tema dei migranti lavoratori, in collaborazione con Naga; Necesitas algo, nena? di Laura Chiossone che affianca un incontro sul tema dei desaparecidos, organizzato con Amnesty International e 24Marzo; e infine la proiezione dei corti di diploma della Milano Scuola di Cinema e Televisione. VerniXage, per il terzo anno consecutivo, prova a indagare le aree interstiziali tra il sistema dell'arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest'anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell'arte cinematografica. João Laia, autore e ricercatore portoghese, presenta Now Showing: Austerity Measures, che disegna un tracciato inedito riassemblando, attraverso la tecnica del found footage spezzoni e trailer di tutti i film che sino a oggi hanno parlato di crisi economica. Luca Trevisani presenta Frozen Flames, lo studio della sua prima opera cinematografica in via di definizione. I flussi dell'acqua e i suoi passaggi di stato, il suo parallelo con l'animo umano e i suoi inevitabili sviluppi, serpenti albini, droni e luoghi estremi, sono tra i protagonisti della trama. Invernomuto conferma il proprio interesse nell'accostare realtà, livelli e culture eterogenee, tecniche espressive e linguaggi come cinema, musica, performance, con Negus ­ Echoes Chamber, uno spettacolo inedito realizzato in esclusiva per gli spazi del Piccolo Teatro Studio, che mette insieme materiale filmico girato tra Italia ed Etiopia e che tra i protagonisti vede Lee Perry (padre del dub jamaicano), un Sound System artigianale di quasi cinque metri, un giradischi e la totale immersione del pubblico nello spazio scenico. Anche quest'anno torna il Focus Animazione, con la tradizionale maratona di cortometraggi al Parco Sempione e il workshop PAPER IN MOTION con Louis Hudson, organizzato in collaborazione con Moleskine. Si riconferma l'appuntamento con il milano film festivalino, con proiezioni e laboratori per i più piccoli in Cascina Cuccagna.


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La musica del Festival Milano Film Festival conferma l'attenzione alla musica con i dj­set che animano ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler e con PARKLIVE, un festival di concerti e dj­set in programma ogni sera alle 18.30 al Parco Sempion (realizzato grazie al sostegno di Jack Daniel's e curato da I Distratti). Tra gli eventi musicali, anche il Milano Film Festival BLOCK PARTY powered by Elita Overture, una serata di musica organizzata nei suggestivi spazi industriali dell'Area Ex Bazzi. Tra i partner della 18° edizione anche Spotify, che ospita le colonne sonore dei film, le playlist votate dal pubblico e i brani degli artisti di PARKLIVE. Un Festival più sostenibile e la campagna Adotta un Regista Tra le novità del 2013 è da segnalare la collaborazione con Novamont ed Ecozema, sviluppata per limitare l'impatto ambientale del festival: tutti i punti di ristoro utilizzeranno infatti stoviglie monouso biodegradabili e compostabili, che verranno conferite in contenitori dedicati alla raccolta della frazione organica. Grande successo per la campagna Adotta un Regista, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che offre un'occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival. L'appuntamento è dal 5 al 15 settembre 2013; per tutti gli aggiornamenti è sempre consultabile il sito www.milanofilmfestival.it. Il programma di domenica 8 settembre CONCORSO LUNGOMETRAGGI La prima domenica del Milano Film Festival si inaugura alle 15 presso lo Spazio Oberdan con la replica di Ilo Ilo di Anthony Chen. Alle 17 presso il Teatro dell'Arte, spazio all'unica italiana in concorso, Alessandra Celesia con Mirage à l'Italienne (presente in sala), che documenta il destino di cinque italiani che dopo aver letto l'annuncio "Cerchi lavoro? L'Alaska ti aspetta", intraprendono un viaggio alla ricerca del lavoro e di una propria dignità/identità. A seguire, In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß (h 20:00 Auditorium San Fedele, replica) e Licks, esordio nei lungometraggi per il giovane regista Jonathan Singer­Vine, che, presente in sala, racconterà la sua scelta di narrare la storia dei ragazzi abitanti del ghetto americano The Hood (h 22:00 Auditorium San Fedele). CONCORSO CORTOMETRAGGI Alle 15 torna il gruppo A al Teatro dell'arte, alle 18:30 è la volta del gruppo J, all'Auditorium San Fedele tra cui La strada di Rafael di Alessandro Falco, produzione italo­spagnola presentato al Festival di Locarno, incentrato sulla storia di un giovane che sceglie di resistere e sognare senza abbandonare la sua città. Alle 21:00 il gruppo B a Parco Sempione, alle 22:30 al Teatro Strehler il gruppo I. OMAGGIO A SYLVAIN GEORGE: DARE VOCE AGLI INVISIBILI Per la 18° edizione, il Milano Film Festival ha deciso di raccontare, attraverso le poetiche immagine del cineasta Sylvain George, le storie di coloro che invisibili alla moltitudine, tentano di reagire alle violenze del mondo. Oggi è in programma il cortometraggio Down in he flame (The litle forms and activist images) (h 19:00 Spazio Oberdan). WORKSHOP DI ANIMAZIONE CON JESSICA ASHMAN Continua il workshop di animazione in collaborazione con Moleskine iniziato il 7 settembre, dalle 10:00 alle 17:00 presso la Sala Eurolab del Teatro Strehler: FOCUS ANIMAZIONE ­ PAPER IN MOTION THE OUTSIDERS Per i "fuori categoria" del Milano Film Festival, oggi tocca a Finding he Funk di Nelson George preceduto da Hopper vu par… First Row Orchestra di Sophie Fiennes (21:00, Spazio Oberdan, replica) e all'americano A Band Called Death di Mark Covino e Jeff Howlet, storia di una delle prime black punk band, fondata dai fratelli Hackney, raccontata attraverso aneddoti e testimonianze dei grandi, tra cui Henry Rollins (h 22:45 Parco Sempione). COLPE DI STATO Tra le rassegne più apprezzate e attese del Milano Film Festival, oggi alle 17:00 il fondamentalismo religioso della chiesa cristiana nordamericana in Uganda è al centro del film di Roger Ross Williams, God Loves Uganda, a cui seguirà un interessante incontro con il Professore Paolo Naso dell'Università Sapienza di Roma (h 17 Spazio Oberdan). Più tardi l'attenzione si sposta invece sulla Corea del Nord con Camp 14 Total Control Zone di Marc Wiese, che ha incontrato un prigioniero e due aguzzini rifugiati a Seul (h 20:00 Teatro dell'arte). 18 ANNI Milano Film Festival compie 18 anni e per celebrare l'evento ha in serbo per voi un cofanetto di meraviglie sepolte. Alle 22:00 per la sezione Grandi speranze, Racconti dal margine al Teatro dell'Arte; alle 22:30 The Platinum Collection, Passione al Parco Sempione. LIVE FROM MFF PARKLIVE 18:30 Nadar Solo + Daniele Celona SAGRATO THE FESTIVAL'S SOUNDTRACK 18:30 STRA Dj Set 21:00 Dj Set Max Relax TURPE Informazioni a info@milanofilmfestival.it. Commenta l'articolo, lasciaci una tua opinione.


MaSedomani I 07 SETTEMBRE 2013

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Milano Film Festival: Towheads e Terra de ninguém, recensione dei film in concorso Sabato 7 Settembre 2013, 14:22 in Cinema di Alessio Cappuccio Mi piace

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L'agghiacciante racconto di un mercenario e la quotidianità stralunata di una madre di due bambini

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Grazie ad Aperol Spritz, tra gli sponsor ufficiali della manifestazione, seguiremo per voi lo svolgersi della kermesse meneghina, quest'anno alla diciottesima edizione, conosciuta per le sfumature cool e hipster (e in effetti ieri sera c'erano consistenti tracce della classica movida milanese davanti al Teatro Strehler). Ma veniamo alla sostanza di un appuntamento del genere, ovvero i film. Due i lungometraggi visti, entrambi facenti parti del concorso ufficiale.

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Il primo è Towheads, diretto da Shannon Plumb, esordiente alla regia con una pellicola che mette in scena (in maniera esagerata ma non troppo) lo domestica quotidianità di una donna madre di due figli e con un marito il cui lavoro lo costringe fuori casa per gran parte della giornata. Piccolo particolare, che mostra come il cinema sia una questione di famiglia: quest'ultimo è Derek Cianfrance, regista hollywoodiano autore di Blue Valentine e Come un tuono.

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A metà dunque tra il documentario e la fiction, Towheads è una divertente e fresca commedia che attraverso un collage di sequenze­gag restituisce il senso di isolamento e scoramento ma anche l'esaltazione e la gioia di vivere di una madre quarantenne molto sui generisi. Shannon, protagonista quasi sempre in scena, è infatti in possesso di una fisicità e mimica che ricorda i giganti dello slapstick, ovvero Buster Keaton e Charlie Chaplin, di cui in parte si riprende anche il linguaggio cinematografico. Lungi però dall'essere un oggetto frivolo e innocuo, Towheads si preoccupa di insinuare nello spettatore il malessere e l'insoddisfazione di chi ha dovuto sacrificare la propria carriera e qualche parte di sé per un bene più grande (i due biondini del titolo). Introspezione e leggerezza vanno così a braccetto in un film che, pur non essendo un capolavoro, si segnala per il coraggio della sua regista nel mostrare un privato non proprio impeccabile.

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Terra de ninguém (No Man's Land) è invece un documentario che più si avvicina alla definizione tradizionale della categoria, nonostante sia la stessa regista Salomé Lamas a non voler limitare il suo film alla pura e semplice rappresentazione della realtà. È infatti quasi impossibile credere ai racconti di Paulo de Figueiredo, portoghese di 66 anni, una vita intera dedicata prima all'esercito, poi al lavoro di mercenario, poi a quello di killer e infine alla prigione. In una confessione che forse addensa e allinea memorie e menzogne vengono esposte tutte le atrocità e i retroscena di chi ha preso parte alle guerre coloniali in Mozambico e Angola in un commando d'élite, come combattente prezzolato al soldo della CIA in Salvador e infine ha ucciso come killer della GAL, nome degli squadroni della morte creati dal governo spagnolo per distruggere l'attività dell'ETA. In Terra de ninguém c'è allora tutto un sommerso geopolitico che andrebbe almeno accennato per poter essere fruito da chi non ha una cultura di questo tipo; la regista tuttavia, fedele al rigore quasi ascetico del film (una sedia, sfondo nero, inquadratura fissa su Paulo), non si preoccupa troppo di dialogare col pubblico, convinta che le conversazioni avute con il testimone della storia segreta del mondo parlino da sole o quasi. In bilico tra autismo ed espressione ostinata di un mistero, il film accosta momenti shockanti e terribili ad altri in cui si perde il filo del discorso per i troppi dettagli introdotti. Rimane così l'amaro in bocca per un'opera non abbastanza interessata alla comunicazione per essere un documento utile e del resto troppo ancorata al format del reportage per essere davvero un oggetto artistico. Annunci Google

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LEVANTE – INTERVISTA

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di Jean Marc Mangiameli | 07 settembre 2013

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Per tutta l’estate ha cantato a squarciagola “che vita di merda!” (il ritornello della sua hit Alfonso) eppure ora che è reduce da un tour con Max Gazzè, non se la passerà poi così male. Abbiamo intervistato Claudia Lagona, in arte Levante, cantautrice – rivelazione siciliana, che questa sera sarà in concerto a Milano in Piazza del Cannone (Parco Sempione) nel contesto di Parklive – Milano Film Festival. C ondividere il palco con Max Gazzè è un b el colpo. Fino a tre m esi fa non ti conoscevam o ancora. Eri pronta a tutto questo successo? Assolutamente no. È arrivato tutto all’improvviso e inaspettatamente, tanto che mi sento ancora sotto shock. Prima è arrivata l’attenzione della stampa, il successo in radio, poi quando mi hanno chiesto di aprire i concerti di Max sono rimasta spiazzata, ma composta; credo di non aver ancora colto il turbine positivo nel quale sono finita. C on una canzone del g enere, com e facevi a non aspettarti attenzioni? Effettivam ente sem b ra costruita a © Copyright 2010 WU magazine all right reserved Privacy Policy P.Iva 07106650018 BANNERFOOT


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Milano Film Festival 2013: il programma, domenica 8 settembre Scritto da: Arianna Ascione ­ domenica 8 settembre 2013 Mi piace

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Tra le proposte il viaggio in Alaska per il Mirage à l’italienne di Alessandra Celesia, la storia punk dei Death, il fondamentalismo cristiano in Uganda e il Camp 14 coreano

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Prima domenica del Milano Film Festival: per il concorso

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di Ilo Ilo di Anthony Chen. Alle 17 presso il Teatro dell’arte spazio all’unica italiana in concorso, Alessandra Celesia con Mirage à l’Italienne. Seguirà In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß (h. 20.00 Auditorium San Fedele, replica) e Licks di Jonathan Singer­Vine (h. 22.00 Auditorium San Fedele).

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Alle 15, nell’ambito del concorso per i cortometraggi, torna il gruppo A al Teatro dell’arte, mentre alle 18.30 è la volta del gruppo J, all’Auditorium San Fedele. Alle 21.00 il gruppo B sarà proiettato al Parco Sempione e alle 22.30 al Teatro Strehler il

gruppo I.

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Per l’omaggio a Sylvain George, oggi è in programma il cortometraggio Down in he flame (The litle forms and activist images) (h. 19.00 Spazio Oberdan) e continua il workshop di animazione in collaborazione con Moleskine iniziato il 7 settembre (dalle 10.00 alle 17.00, Sala Eurolab del Teatro Strehler). Finding he Funk di Nelson George e Hopper vu par… First Row Orchestra di Sophie Fiennes

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saranno invece i protagonisti tra gli ‘outsider’ (21.00, Spazio Oberdan, replica) insieme a A Band Called Death di Mark Covino e Jeff Howlet, storia di una delle prime black punk band, fondata dai fratelli Hackney, raccontata attraverso aneddoti e testimonianze (h. 22.45 Parco Sempione).

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Per la rassegna Colpe di Stato oggi alle 17.00 si parlerà del fondamentalismo religioso, al centro del film di Roger Ross Williams, God Loves Uganda (h. 17 Spazio Oberdan). Seguirà Camp 14 Total Control Zone di Marc Wiese (h. 20.00 Teatro dell’arte). Infine per celebrare i 18 anni del MFF alle 22.00 spazio alla sezione Grandi speranze, Racconti

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dal margine al Teatro dell’Arte e alle 22.30 in programma c’è The Platinum Collection, Passione al Parco Sempione.

Concerti domenica 8 settembre al Milano Film Festival

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Nell’ambito di Parklive alle 18.30 si esibiranno i Nadar Solo e Daniele Celona. Sul Sagrato del Teatro ci saranno i dj set Stra e Max Relax Turpe.

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Milano Film Festival, il programma di domenica 8 settembre gaiaitalia.com ­ 8 September 2013 2 Like

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Comunicato stampa La prima domenica del Milano Film Festival si inaugura alle 15 presso lo Spazio Oberdan con la replica di Ilo Ilodi Anthony Chen. Alle 17 presso il Teatro dell’Arte, spazio all’unica italiana in concorso, Alessandra Celesia con Mirage à l’Italienne (presente in sala), che documenta il destino di cinque italiani che dopo aver letto l’annuncio “Cerchi lavoro? L’Alaska ti aspetta”, intraprendono un viaggio alla ricerca del lavoro e di una propria dignità/identità. A seguire, In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß (h 20:00 Auditorium San Fedele, replica) e Licks, esordio nei lungometraggi per il giovane regista Jonathan Singer­Vine, che, presente in sala, racconterà la sua scelta di narrare la storia dei ragazzi abitanti del ghetto americano The Hood (h 22:00 Auditorium San Fedele). Alle 15 torna il gruppo A al Teatro dell’arte, alle 18:30 è la volta del gruppo J, all’Auditorium San Fedele tra cui La strada di Rafael di Alessandro Falco, produzione italo­spagnola presentato al Festival di Locarno, incentrato sulla storia di un giovane che sceglie di resistere e sognare senza abbandonare la sua città. Alle 21:00 il gruppo B a Parco Sempione, alle 22:30 al Teatro Strehler il gruppo I. Per la 18° edizione, il Milano Film Festival ha deciso di raccontare, attraverso le poetiche immagine del cineasta Sylvain George, le storie di coloro che invisibili alla moltitudine, tentano di reagire alle violenze del mondo. Oggi è in programma il cortometraggio Down in he flame (The litle forms and activist images) (h 19:00 Spazio Oberdan). Per i “fuori categoria” del Milano Film Festival, oggi tocca a Finding he Funk di Nelson George preceduto daHopper vu par… First Row Orchestra di Sophie Fiennes (21:00, Spazio Oberdan, replica) e all’americano A Band Called Death di Mark Covino e Jeff Howlet, storia di una delle prime black punk band, fondata dai fratelli Hackney, raccontata attraverso aneddoti e testimonianze dei grandi, tra cui Henry Rollins (h 22:45 Parco Sempione). Tra le rassegne più apprezzate e attese del Milano Film Festival, oggi alle 17:00 il fondamentalismo religioso della chiesa cristiana nordamericana in Uganda è al centro del film di Roger Ross Williams, God Loves Uganda, a cui seguirà un interessante incontro con il Professore Paolo Naso dell’Università Sapienza di Roma (h 17 Spazio Oberdan). Più tardi l’attenzione si sposta invece sulla Corea del Nord con Camp 14 Total Control Zone di Marc Wiese, che ha incontrato un prigioniero e due aguzzini rifugiati a Seul (h 20:00 Teatro dell’arte).

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Viaggio in Alaska per il "Mirage à l’italienne" di Alessandra Celesia, la storia punk dei Death, il fondamentalismo cristiano in Uganda e il Camp 14 coreano di Colpe di Stato

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Tags: milano film festival 2013

CONCORSO LUNGOMETRAGGI Alle 15 presso lo Spazio Oberdan con la replica di Ilo Ilo di Anthony Chen. Alle 17 presso ilTeatro dell'Arte, spazio all'unica italiana in concorso, Alessandra Celesia con Mirage à l'Italienne (presente in sala), che documenta il destino di cinque italiani che dopo aver letto l'annuncio "Cerchi lavoro? L'Alaska ti aspetta", intraprendono un viaggio alla ricerca del lavoro e di una propria dignità/identità. A seguire, In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß (h 20:00 Auditorium San Fedele, replica) e Licks, esordio nei lungometraggi per il giovane registaJonathan Singer­Vine, che, presente in sala, racconterà la sua scelta di narrare la storia dei ragazzi abitanti del ghetto americano The Hood (h 22:00 Auditorium San Fedele). CONCORSO CORTOMETRAGGI Alle 15 torna il gruppo A al Teatro dell'arte, alle 18:30 è la volta del gruppo J, all'Auditorium San Fedele tra cui La strada di Rafael di Alessandro Falco, produzione italo­spagnola presentato al Festival di Locarno, incentrato sulla storia di un giovane che sceglie di resistere e sognare senza abbandonare la sua città. Alle 21:00 il gruppo B a Parco Sempione, alle 22:30 al Teatro Strehler il gruppo I. OMAGGIO A SYLVAIN GEORGE: DARE VOCE AGLI INVISIBILI Per la 18° edizione, il Milano Film Festival ha deciso di raccontare, attraverso le poetiche immagine del cineasta Sylvain George, le storie di coloro che invisibili alla moltitudine, tentano di reagire alle violenze del mondo. Oggi è in programma il cortometraggio Down in he flame (The

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Milano Film festival 2013, il programma di domenica 8 settembre - GQItalia.it

litle forms and activist images) (h 19:00 Spazio Oberdan). WORKSHOP DI ANIMAZIONE CON JESSICA ASHMAN Continua il workshop di animazione in collaborazione con Moleskine iniziato il 7 settembre, dalle10:00 alle 17:00 presso la Sala Eurolab del Teatro Strehler: FOCUS ANIMAZIONE ­ PAPER IN MOTION THE OUTSIDERS Per i "fuori categoria" del Milano Film Festival, oggi tocca a Finding he Funk di Nelson Georgepreceduto da Hopper vu par… First Row Orchestra di Sophie Fiennes (21:00, Spazio Oberdan, replica) e all'americano A Band Called Death di Mark Covino e Jeff Howlet, storia di una delle prime black punk band, fondata dai fratelli Hackney, raccontata attraverso aneddoti e testimonianze dei grandi, tra cui Henry Rollins (h 22:45 Parco Sempione). COLPE DI STATO Tra le rassegne più apprezzate e attese del Milano Film Festival, oggi alle 17:00 il fondamentalismo religioso della chiesa cristiana nordamericana in Uganda è al centro del film diRoger Ross Williams, God Loves Uganda. Più tardi l'attenzione si sposta invece sulla Corea del Nord con Camp 14 Total Control Zone di Marc Wiese, che ha incontrato un prigioniero e due aguzzini rifugiati a Seul (h 20:00 Teatro dell'arte).


MilanoWeekend I 08 SETTEMBRE 2013

Al Milano Film Festival, la kermesse dedicata al cinema indipendente e agli esordienti che animerà il capoluogo meneghino fino al 15 settembre, è stato presentato Towheads (Biondini), opera psicanalitica e divertentissima dell’esordiente Shannon Plumb. L’artista newyorkese over 40 è contemporaneamente regista e protagonista di un esilarante ritratto di unamadre moderna intelligente e attiva, innamorata del suo lavoro, ma ancora di più della sua famiglia; il suo è un esordio insolito per età (al Milano Film Festival partecipano anche molti registi di 25/26 anni), assolutamente brillante e certamente autobiografico: recita insieme a lei nel lungometraggio il marito Derek Cianfrace, regista di Blue Valentine. “Vai a fare una maschera, sembri stanca” dice Matt alla moglie Penelope mentre le allunga un assegno. Matt è un marito che tenta di essere presente in famiglia, ma proprio non ce la fa (per tutto il film di lui non vedremo mai il viso), Pen è una madre irresistibile e maldestra alle prese con i suoi due biondissimi e pestiferi bambini e soprattutto con la ricerca della propria identità. Pen, infatti, è completamente assorbita dal ruolo di madre e vorrebbe ritrovarsi, come donna e come attrice, anche a costo di sembrare ridicola o pazza. In un crescendo di ilarità la vediamo affrontare improbabili provini pubblicitari, improvvisarsi spogliarellista e, soprattutto, travestirsi: Pen è babbo Natale, un giocatore di rugby, un pompiere, una femme fatale anni venti, una cuoca, un supereroe in uno straordinario omaggio al cinema muto e alla coltivazione dell’immaginazione che c’è in ognuno di noi. Da vedere. Il nostro voto: 7+ Una frase: Pen: “Ma Spiderman come fa a essere così forte?” Figlio: “Ѐ perché non ha paura, mamma” Per chi: per mamme meravigliosamente imperfette e padri distratti.


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Lunedì 9 Settembre 2013

Milano Film Festival: tra i lungometraggi da non perdere Licks, pellicola del giovane regista americano Jonathan Singer­Vine 09 09 2013 (Cine & TV) Il Milano Film Festival illumina le giornate milanesi con le sue interessanti proiezioni di giovani autori internazionali che permettono di guardare al mondo attraverso tanti occhi e in molti modi diversi. Tra i lungometraggi in concorso spicca la pellicola di un giovane regista americano, Jonathan Singer­Vine, 25 anni che presenta qui il suo lungometraggio, frutto di cinque anni di lavoro, “Licks”. Un ghetto americano, quello di Oakland, giovani che vivono in situazione estreme, tra droga e rapine, in un mondo che sembra aver scelto già il destino di ciascuno, senza possibilità di salvezza. D. è uno di questi ragazzi; un giorno con altri tre sue amici decide di rapinare un supermarket ma per lui le cose si complicheranno. Rimasto ferito, verrà arrestato e passerà in carcere i due anni successivi. Dopo il suo rilascio il rientro in quel mondo che aveva lasciato sarà complicato, perché dovrà affrontare un percorso interiore, diviso tra il sentimento che lo lega a quella gente e alle regole che animano quel mondo e la voglia di cambiare, di poter scegliere, di avere un’opportunità che il destino sembra negargli ma che lui desidera ardentemente. Nonostante la sua giovane età, Singer­Vine descrive con grande capacità e lucidità il ghetto e tutti i suoi abitanti, ciascuno imprigionato nei propri sbagli, nei propri dolori, in un mondo che sembra non avere uscite. Con grande verità qui si racconta la vita, fatta di sbagli, miserie, codici non scritti ma pesanti come macigni; uomini e donne che crescono rispettando regole non scritte ma radicate, da tutti riconosciute come tali, passivamente incapaci di ribellarsi a un destino che per loro è già segnato. D. cerca di squarciare questo muro di immobilismo; la sua esperienza fuori da quel mondo lo ha spinto a desiderare di poter avere una possibilità non lontano da tutto ma proprio ripartendo dal suo quartiere, cercando di combattere con piccoli gesti ciò che di sbagliato vede accadere ogni giorno davanti ai suoi occhi. Non ci sono gesti eclatanti, eventi straordinari ma un lento e faticoso percorso per riappropriarsi del proprio destino; D. commette tanti sbagli, non si sveglia un giorno improvvisamente cambiato ma combatte costantemente contro il suo passato per cercare di trovare una via riscatto. Il regista è riuscito a raccontare la storia di questo ragazzo, del suo percorso senza cadere in facili moralismi e luoghi comuni; non c’è compassione o pietà nel suo racconto ma seguiamo grazie al suo sguardo discreto e partecipativo, il percorso di vita di D., le sue scelte, spesso dolorose, i suoi desideri ma anche le delusioni, le paure, i momenti di sbandamento; ci conduce in un mondo crudele, violento, dove la speranza è un sentimento sconosciuto così come i sogni guidandoci verso un finale denso di significato. Bravissimi tutti gli interpreti, intensi ed emozionanti, capaci di raccontare un mondo estremo, violento, drammatico ma con verità, senza filtri e sconti. Il giovane regista dimostra di avere grandi doti e una profonda sensibilità narrativa e questo film è veramente uno dei titoli da non perdere. (Tamara Anna Malleo)

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IL CINEMA? UNA BELLA SCOPERTA. MILANO FILM FESTIVAL 2013

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Il cinema? Una bella scoperta. Milano Film Festival 2013 Scritto da Redazione Rubric il 8 settembre 2013 in Cinema | 0 Commenti

Fino al 15 settembre, e per la 18esima volta, il Milano Film Fes tival chiude il fitto programma di manifestazioni estive del capoluogo meneghino. Centro nevralgico della manifestazione è come sempre il Teatro Strehler di Milano, Milano Film Festival 2013

con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si affiancano il Parc o Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo

Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi. Come da tradizione, anche quest’anno si rende omaggio ad grande autore della cinematografia. Il nome scelto è quello di Sylvain George, i cui lavori politici e sperimentali sono presenti in un’ampia rassegna. 200 le opere pres enti in programma, provenienti da tutto il mondo. Il festival si riconferma attento alle nuove produzioni e al c inema indipendente, tracciando un percorso tra cinematografie internazionali raramente visibili in sala ed incontri con i talenti emergenti. Il programma prevede il consueto “Conc ors o Lungometraggi”, aperto solo a opere prime e seconde, e il tradizionale “Conc ors o Cortometraggi”, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli. Degli 11 lungometraggi in programma, 8 sono girati da registe donne. Tra i film

selezionati,Mirage à l’Italienne di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia,

racconta il miraggio di altre vite possibili in una Torino dissanguata dalla crisi economica; The

Eternal Return of Antonis Paraskevas , della regista greca Elina Psykou, un film impietoso e non

consolatorio, che tira in ballo la televisione e la crisi greca, “girato addosso” a un sorprendente

Christos Stergioglou, “non più giovane” attore emergente del cinema greco; Ilo Ilo di Anthony Chen, che rievoca i fantasmi del collasso finanziario asiatico degli anni ’90, attraverso la storia, ambientata a Singapore, del rapporto fra una famiglia borghese e la nuova domestica filippina. Fra i cortometraggi in programma, si distinguono Fatigués

d’être beaux con protagonista Denis Lavant, fantastico

attore feticcio di Leos Carax; Peristalsi di Enrico

Iannaccone, originale opera del vincitore del David di

Donatello 2013, che sarà presente al festival; Solecito su un progetto di Olafur Eliasson e diretto da Oscar Ruiz

Navia, regista del nuovo cinema colombiano; Don’t Fear

Death di Louis Hudson, world première del Concorso

Cortometraggi alla presenza del regista, che terrà anche un

workshop sull’animazione; La lampe au beurre de yak di

Hu Wei, giovane regista cinese; L’aurore boréale di Keren

Ben Rafael, divertente commedia del miglior cinema

francese corto contemporaneo; Chigger Ale (here come the

problems) di Fanta Ananas, film bizzarro e curioso

direttamente dalla new wave etiope, dove molti giovani cineasti si stanno mettendo in gioco.

La locandina del Festival

A fare da cornice ai concorsi, torna la rassegna “Colpe di Stato“, giunta alla 9a edizione e che, come sempre, offre una focalizzazione sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo. A completare l’ampio programma la sezione “The Outs iders “, che affianca le sezioni

www.rubric.it/recensioni-cinema/milano-film-festival-2013/

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Milano Fiestival 2013 | Rubric

mondo. A completare l’ampio programma la sezione “The Outs iders “, che affianca le sezioni competitive del festival, raccogliendo i frutti emersi a margine del lavoro di selezione. E ancora eventi speciali di arte (rassegna “VerniXage”) e mus ic a (ogni sera dj-set al Sagrato del Teatro Strehler). Da segnalare la presenza della partnership con Spotify che ospita le colonne sonore dei film le playlist dei Dj. Un’edizione all’insegna della res pons abilità ambientale quella del 2013: tutti i punti di ristoro utilizzeranno infatti stoviglie monouso biodegradabili e compostabili, che verranno conferite in contenitori dedicati alla raccolta della frazione organica. Un motivo in più per dare un’occhiata al programma generale e far un salto. IN FO BIGLIETTI ABBONAMENTO Intero: 55 euro Ridotto: 35 euro (convenzioni su www.milanofilmfestival.it) BIGLIETTI SINGOLI Teatro Strehler, Teatro Studio, Auditorium San Fedele, Triennale di Milano-Teatro dell’Arte Tutta la mattina – 4 euro Spettacolo pomeridiano singolo (inizio entro le ore 19) – 5 euro Spettacolo serale singolo (inizio dopo le ore 19) – 6 euro I biglietti per gli spettacoli alla Triennale di Milano, si acquistano all’Infopoint del Parco Sempione Teatro Strehler – Scatola Magica Tutti gli spettacoli – 4 euro Spazio Oberdan Intero – 7 euro Ridotto (con Cinetessera ) – 5,50 euro Giorni feriali spettacoli ore 15 e 17 Intero – 5,50 euro Ridotto (con Cinetessera ) – 3,50 euro Parco Sempione – Piazza Grande Spettacolo serale singolo – 5 euro Maratona animazione – 8 euro (biglietteria aperta dalle 20)


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Milano Film Festival: ¿Necesitas algo, nena? di Giancarlo

Grossini ‐ Ultimo aggiornamento: 06/09/2013

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info Teatro Strehler largo Greppi 1 Milano Contatti: 02.71.36.13 Quando: Prima data: 9 settembre 2013 dalle 19:00 TUTTE LE ALTRE DATE

Prezzi: Gratuito

ristoranti in zona 1 Grand'Italia 2 La Cotoletteria 3 Resentin

locali in zona

Descrizione: A ingresso libero, nello spazio Scatola Magica del

4 See You at One 5 Sans Egal 6 Marc Jacobs Café

Teatro Strehler, un doppio evento interessante nell’ambito del Milano Film Festival. Dalle ore 19 si fa il punto sul movimento dei figli dei desaparecidos insieme a rappresentanti di Amnesty International e di 24 marzo. Segue la proiezione di ”¿Necesitas algo, nena?”, diretto nel 2010 da Laura Chiossone, visto in varie rassegne in giro per il mondo e anche nel ciclo milanese ”Sguardi Altrove”. È un lavoro che colpisce e che racconta di una emigrante calabrese e del suo arrivo a Buenos Aires, dove sperimenterà la violenza della dittatura. TAG: Argentina | desaparecidos | Laura Chiossone | © RIPRODUZIONE RISERVATA

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DIEGO STAR – Frederic Pellettier (2013) Un incidente piuttosto grave avviene vicino alle coste del Canada mandando in frantumi il motore della DIEGO STAR, nave mercantile russa con capitano turco e con a bordo equipaggio mal pagato e peggio tutelato. Si tratta di persone di varia nazionalità tra cui il protagonista di questo film che prende titolo dal nome della nave e che è stato presentato al MILANO FILM FESTIVAL 2013. Dicevamo del protagonista, Traoré, un nero ivoriano che si è accorto giorni prima dell’incidente della mancata esecuzione di lavori di manutenzione necessari e causa dell’incidente stesso; non un errore umano come vorrebbero

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far credere gli ufficiali di bordo al controllo della guardia costiera canadese (per altro molto più interessata a liberarsi dalle proprie

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acque dell’ingombrante cargo che non approfondire la questione).

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Per nulla intenzionato a prendersi colpe che non ha Traoré denuncia la cosa e per questo cade in disgrazia, incagliato in una terra ostile (il freddo Canada non è certo il meglio per un africano abbandonato da tutti). In casi estremi in cui si rischia di perdere il lavoro e la fonte di sopravvivenza non conta la ragione ma solamente la propria salvaguardia gli amici solidali non lo sono più, i negligenti negano di esserlo, i controllori evitano i problemi. Ma ciò che fa più male al protagonista, un brav’uomo costretto alla navigazione costante per racimolare i soldi per mantenere moglie e figli, è l’abbandono subito dalla giovane madre Fanny con cui aveva condiviso le difficoltà del vivere dandole una mano con il

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piccolo figlioletto.

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DIEGO STAR è un film dal Quebec dell’esordiente Frederick Pellettier che ci racconta una storia di impegno civile senza mai cadere

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nelle trappole del sentimentalismo (il rapporto tra ragazza e protagonista era a rischio…) e senza finali accomodanti. Niente di originale ma correttamente girato e ben ambientato nel rigido paese portuale tra neve, ghiaccio e boschi, lasciandoci la giusta insoddisfazione di fronte alle ingiustizie quotidiane e niente affatto eccezionali del mondo. Poco, quasi nullo il product placement, del tutto casuale. Giusto una felpa ADIDAS (gran trovata quella dell’azienda sportiva di mettere le tre strisce bianche che contraddistinguono il brand rendendolo visibile ovunque…) ed un dettaglio di un paio di riviste

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Milano Film Festival, un contenitore di culture settembre 9, 2013 da admin Categoria terza pagina

Fotografia fornita dall’Ufficio Stampa Milano Film Festival Il sipario è calato sul palcoscenico della laguna per il Festival del Cinema di Venezia, ma per i cinefili la curiosità non si è spenta, perchè si è spostata su un’altra iniziativa giunta alla sua 18ª edizione: Milano Film Festival (MFF). L’evento, nato nel 1995, diretto da due giovani, attenti e preparati, Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, continua a mantenere fede ai suoi valori che lo caratterizzano sin dal suo esordio. Milano Film Festival, infatti, fa ricerca, sia nei linguaggi, sia nei contenuti, è promotore di nuovi talenti italiani e internazionali e di un dialogo continuo e costruttivo tra registi, case di produzione, gruppi di lavoro e scuole di cinema, ma soprattutto è attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente. Il concorso che anima l’intero programma dell’appuntamento milanese, prevede una sezione dedicata ai cortometraggi e l’altra ailungometraggi, tutti rigorosamente opere prime. Degli undici lungometraggi selezionati, otto sono girati daregiste donne e il tema che percorre, in qualche modo, ogni lavoro è la crisi. “Una crisi dalla doppia faccia: quella economia e quella esistenziale”, come afferma Rossini, durante la conferenza stampa. Ad esempio, è così per la pellicola Mirage á l’italienne, di Alessandra Celesia. Una storia che racconta le vite di cinque italiani in cerca di lavoro che, delusi, migrano oltreoceano, in Alaska, dopo aver letto un annuncio. Inizia così un viaggio dalla dinamica drammatica, che la regista sviscera tra disillusione e umanità. Invece l’artista newyorkese, Shannon Plumb, nel suo lungometraggio Towheads, traccia l’identikit di una donna moderna, mamma, intelligente e intraprendente, innamorata del suo lavoro e della sua famiglia, ma costretta a cambiare vita radicalmente per amore dei suoi figli. Una crisi esistenziale, stavolta, di una donna che cerca di riappropriarsi della sua persona, sperimentando un’altra sé, riconquistandosi il suo ruolo professionale e sociale. Ma il Milano Film Festival, non è solo rassegna cinematografica. Infatti con le sue sezioni parallele, sperimenta e indaga sull’intreccio di diversi linguaggi creativi. E’ il caso di VerniXage, che esplora le aree interstiziali tra il sistema dell’arte contemporanea e il cinema. Dunque arte, cinematografia e anche musica con MFF che quest’anno presenta la novità ParkLive. Ogni sera, infatti, Parco Sempione si anima con concerti live e djset di cantautori e gruppi del panorama indie­ rock.


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Towheads. L’esordio sui generis di Shannon Plumb 9 SETTEMBRE 2013 16:18

ALICE UNGARO

Il Milano Film Festival, diciottesima edizione, continua a regalarci sorprese con piccoli gioiellini che difficilmente avrebbero tale visibilità in sala. E’ la volta di Towheads, lungometraggio in concorso di un’esordiente illustre.Shannon Plumb, video artista raffinata e ironica, mette in mostra l’every­day life di una quarantenne moglie e madre in una commedia che attinge a piene mani dal proprio vissuto. Sì, perché le due teste del titolo sono quelle biondissime dei suo figli, mentre voce e silhouette (non avremo mai modo di guardarlo in volto) del consorte sono quelle di Derek Cianfrance, già regista di Blue Valentine e Come un tuono, qui nel ruolo di se stesso in qualità di marito e padre (piuttosto assente in verità). Pur modificando il suo nome in Penelope e quello del marito in Matt, in una continua oscillazione tra fiction e realtà, Towheads restituisce un ritratto intimo e poetico di uno spazio privato non proprio impeccabile. Ed è in questo che la regista e interprete, la cui mimica deriva direttamente da mostri sacri quali Charlie Chaplin eBuster Keaton, si fa esempio da seguire: la Plumb insegna che è nel modo di narrare una storia che giace la magia del cinema. L’opera dunque, pur restando nei confini sicuri di una commedia fresca e divertente grazie alla sequela di “sketch”, mette in campo l’ambivalenza del sentimento di scoramento e gioia che può attraversare chi ha dovuto sacrificare la propria carriera ma anche un po’ di sé a favore di marito e figli. Penelope/Shannon attraverserà varie fasi nel corso del tempo: il rifiuto del proprio ruolo, la negazione, la totale chiusura in se stessa, fino ad arrivare ad un finale che lascia intravedere una svolta importante, cioè la presa di consapevolezza che essere se stessi, pur nella propria eccentricità, ripaga sempre.

RADIOBOCCONI

Lode quindi al MFF2013 per aver nuovamente colpito nel segno. Plauso anche per un’altra iniziativa, quella intitolata “Adotta un regista”. Ho potuto verificare di persona come chiedere ad alcune famiglie milanesi di trasformarsi in novelli mecenati ospitando i filmakers in arrivo per il Festival, sia un’idea meravigliosa, che ha il merito non solo di realizzare un’accoglienza low cost che, in tempi di crisi, male non fa, ma soprattutto di mettere in relazione culture cinematografiche e non molto diverse tra loro, in un vicendevole scambio che arricchisce tutti.

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Al Milano film festival “Dirty wars”, film-inchiesta sulla politica estera di Obama

La pellicola sarà proiettata il 10 settembre, al Teatro Studio, alle 20.30. Diretto da Richard Rowley, parte da un raid delle forze armate Usa da cui emerge l'esistenza di un corpo segreto e potentissimo, composto da militari che rispondono solo alla Casa bianca. Girato come un thriller poliziesco, racconta che quasi nulla è in fondo cambiato con la caduta di George W. Bush di Roberto Festa | 9 settembre 2013

Uno dei più straordinari e potenti atti d’accusa contro le guerre americane degli ultimi anni viene proiettato nel corso del Milano film festival (il 10 settembre, al Teatro Studio, alle 20.30). Dirty wars, scritto e interpretato da James Scahill, diretto da Richard Rowley, segue la storia di Scahill, un reporter investigativo della rivista “The Nation”, da anni impegnato nel racconto di tanti teatri di guerra nel mondo: Afghanistan, Iraq, Somalia, Yemen, la ex-Jugoslavia. L’occasione che dà il via alla storia è un raid delle forze armate Usa a Gardez, in una zona afghana al confine con le aree tribali del Pakistan. Quello che in un primo tempo pare uno dei tanti attacchi dei militari americani contro obiettivi talebani, si rivela in realtà qualcosa di molto diverso. E misterioso. Nell’azione, avvenuta mentre in una casa si celebrava una grande festa, sono stati uccisi tre donne e due uomini, tra cui un funzionario di polizia addestrato dagli stessi militari americani. Indagini successive, e le testimonianze dei parenti, rivelano che dai corpi delle vittime sono state estratte le pallottole, per cancellare ogni prova dell’azione dei militari Usa. Comincia così un viaggio, giornalistico, politico, esistenziale, che conduce Scahill in giro per le aree più remote dell’Afghanistan, ma anche in Iraq, Somalia e Yemen, sulle tracce del Joint special operation command (Jsoc), un corpo segreto e potentissimo composto da militari di cui non si conoscono i nomi, alle dirette dipendenze della Casa Bianca, responsabili di una serie di operazioni in ogni parte del mondo. Il loro motto è “trovare, fissare e finire” i loro obiettivi, al di fuori di qualsiasi controllo parlamentare e politico, senza limiti di appartenenza nazionale; anche i cittadini americani possono tranquillamente finire nella “kill list” del Jsoc. Il Foto di Richard Rowley viaggio di Scahill lentamente si allarga, arriva a toccare l’assassinio di Anwar al-Awlaki e le prigioni segrete della Cia, mentre davanti all’obiettivo della camera si compone un puzzle di storie, emozioni, destini pubblici e privati: i militari della war on terror, gli uomini e le donne oggetto dei raid e degli attacchi droni, i politici di Washington, i soldati che alla fine hanno deciso di lasciare l’esercito perché non ce l’hanno fatta a continuare con la guerra. Dopo un’ora e mezza di racconto mozzafiato, si esce dalla visione di Dirty wars con un’idea in testa: quella di una guerra scappata di mano ai suoi stessi autori, persa in un labirinto di responsabilità e rivoli decisionali di cui non si riesce più a comprendere l’origine; un gigantesco Leviatano che condiziona le vite di milioni di persone in ogni punto del globo. Scahill e il suo regista, Rowley, ci raccontano che quasi nulla è in fondo cambiato con il passaggio della Casa Bianca da George W. Bush a Barack Obama e che il mondo continua a restare “un gigantesco campo di battaglia”. Documentario girato come un thriller poliziesco, pamphlet politico di straordinaria intensità visiva, Dirty wars racconta uno dei tratti salienti della nostra modernità: la limitazione globale dei diritti e delle libertà.


GIORNALETTISMO I 09 SETTEMBRE 2013 I 1/2 PAGINE

«Mirage à l’italienne», fare poesia con un documentario di Valentina Spotti

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­ 09/09/2013 ­ Il docu­film di Alessandra Celesia debutta in Italia tra gli applausi del Milano Film Festival

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Sui tram di una Torino stretta nella morsa della crisi economica, un giorno compare un cartello: «Cerchi lavoro? L’Alaska ti aspetta». All’annuncio, tutto azzurro sull’arancione della fiancata del tram, rispondono in quattrocento. Ne vengono scelti cinque. C’è la tossicodipendente cinquantenne alla quale hanno tolto i figli, l’attrice che ha perso il lavoro e si barcamena con lavori saltuari e malpagati, l’ex militare di carriera reduce dal Kosovo, dall’Iraq e dall’Afghanistan e che ora vive con la sua adorata nonna, l’omosessuale meccanico di giorno e drag queen di notte, il professionista di successo che vive il dramma della perdita di un figlio. Tutti cercano un lavoro, tutti hanno un disperato bisogno di un cambiamento, di qualcosa che cambi le carte in tavola portandoli il più lontano possibile da una vita amara e insoddisfacente.

«L’ALASKA TI ASPETTA» ­ Mirage à l’italienne, terza prova da regista di Alessandra Celesia, prende le mosse da qui: da una città (Torino, ma potrebbe essere Catanzaro, come Treviso o Roma) popolata da persone che «non hanno nemmeno i soldi per il biglietto del tram» perché sono senza lavoro, o che un lavoro ce l’hanno ma non offre loro abbastanza stimoli per tamponare un senso di vuoto che


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Published on settembre 9th, 2013 | by Andrew Ramone

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El Santo al Milano Film Festival – ParkLive Like

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#gentedelcarroponte Ruvidità elettriche, asperità analogiche, atmosfere da cinema western di seconda mano. È questo l’universo sonoro di El Santo. Un universo fatto da un lato di sonorità grezze e forma canzone, di aggressioni elettriche e suoni lo-fi, che la band

ilaria tominetti @ilariayvonne

#britti al @carroponte!!! Riv #gentedelcarroponte @lam @Angela_Anji!! pic.twitter.

Ritwittato da lamusicaro

esplora nel tentativo di non allinearsi a scene o maniere. Senza fronzoli né pose. Dall’altro, i testi, sarcastici e disincantati, attingono dall’immaginario delle arti visive e della letteratura e sono ora

Twitta #gentedelcarropo

sussurrati, ora declamati e distorti nell’incedere dei brani. El Santo è un progetto musicale che, dal 2011, unisce Giorgio Scorza, Daniele Mantegazza e Lorenzo Borroni, tre ex componenti de La Stasi (“L’estate

è

vicina“,

2007,

Baracca

Burattini/Audioglobe), a Pasquale Defina (saggiamente definito da MTV un personaggio iperattivo del panorama rock d’autore italiano, grazie ai suoi progetti come Volwo e Atleticodefina, ma anche alle eccelse collaborazioni con Afterhours, Manuel Agnelli e Emidio Clementi, Sainkho Namtchylak, Steve Piccolo, Cristina Donà…), quest’ultimo in qualità di produttore artistico prima e di membro aggiunto della band poi.

LaMusicaPop

&

El Santo al Milano Film Fes Dai Kings of Convenience, Erlend Øye

Disturbi di Personalità: il n Ratini

Samuele Bersani: ascolta i Xanax"


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Il passaggio dalla sala prove alla registrazione dell’album Il Topo Che Stava Nel Mio Muro è stato naturale e automatico: il disco è stato realizzato – live – presso le Officine Meccaniche di Mauro Pagani, in soli due giorni. In quest’occasione, la

La vignetta di Max 31

band si è avvalsa della partecipazione di Pancho Ragonese al pianoforte, Fender Rhodes e Wurlitzer, di Roberto Romano (già Rossomaltese, poi Volwo, ora Baustelle) al sax e clarino, di Stefano Mazzucchelli al basso e della voce di Federica Vino. Al banco, Antonio “Cooper” Cupertino (audio engineer per, tra gli altri, Teatro degli Orrori, Verdena, Vinicio Capossela e Moltheni), che ha collaborato alla stesura delle parti elettroniche dei rec. Il mix è stato affidato a Gianluca Mancini, già al lavoro con Atleticodefina, Ludovico Enaudi, Juan Mordecai, e il mastering a Giovanni Versari. El Santo, come il misterioso lottatore di lucha libre degli anni ’60, celandosi dietro alla sua “maschera” rivendica una propria identità. Potremo vedere El Santo esibirsi dal vivo al Milano Film Festival, durante la serata del 13 settembre, ed apriranno la serata del ParkLive a Roberto Angelini. Non mancate!

Le nostre Classifiche I dieci migliori album degli a Rolling Stone

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L'Italia ritorna ad Eurovision Classifiche: le 5 Power Balla

NME Awards 2013: tutte le n Stone, Kasabian, Blur, Floren Keys, The Killers, Alt-J e tanti

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musica Home / Musica / News / elita Ouverture: Anna Calvi, De La Soul e tanti altri

news elita Ouverture: Anna Calvi, De La Soul e tanti altri

08/09/2013 Autore: Gadis Argaw

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La stagione di elita riparte tra pochi giorni con un nuovo entusiasmante progetto: Ouverture. Ouverture presenta un programma ricco di artisti internazionali che si esibiranno negli opening party degli spazi più rappresentativi di elita, e una linea artistica contaminata dai più diversi generi musicali con un lavoro di networking sul territorio al fianco di vecchi e nuovi partner. Si inizia il 12 settembre con un flash­mob in chiave disco, con SOUL CLAP, nella zona calda dei Navigli, dove elita svela il suo nuovissimo progetto: ELITA BAR H17­02, in via Corsico 5, luogo di socializzazione e incontro, in uno spazio reinventato per ospitare una fabbrica di drink e tapas di qualità, aperto tutti i giorni, con numerose attività in programma. Si prosegue venerdì 13, insieme a Milano Film Festival, per il MFF BLOCK PARTY, con i Trojan Sound System e sabato 14, quando elita si infila nella Buka, lo spazio archeologico­ industriale un tempo centro di produzioni discografiche e oggi spazio ideale per serate al limite tra il clubbing e le performance artistiche come quelle di Deniz Kurtel. Domenica 15, elita rivela un insospettabile dna sportivo con la Run To Fun, una corsa di 5 km lungo il Naviglio Grande. Il ritrovo avverrà presso elita Bar in due momenti della giornata, uno al mattino l'altro al pomeriggio, con durata di circa 1 ora. 50 partecipanti selezionati tra i tesserati al Running Club Nike, Ntc e gli utenti di elita tramite iscrizione. Il tutto si concluderà con un sano brunch e aperitivo crudista a cura de il­clan­destino. Mercoledì 18, elita si sposta alla Fabbrica del Vapore, e insieme a Viafarini DOCVA presenta il live electronics di Francesco Fonassi e Matteo Nasini per Ouverture Special. Un progetto inedito di improvvisazione elettroacustica che vede la collaborazione dei due artisti visivi con un interesse specifico per le modalità della percezione sonora. Scansioni ritmiche e atmosfere aleatorie si addensano in tessuti sonori degradati, dove il dialogo estemporaneo alterna momenti di accelerazione a moti inerziali. Tra il 19 ed il 22 settembre, al Teatro Franco Parenti, in un week end lungo che si sviluppa in parallelo con la fashion week, si parte giovedì 19 con la cantautrice inglese ANNA CALVI che presenta il suo nuovo disco in un tour super­esclusivo di 4 tappe europee e CARMEN VILLAIN, ex top­model norvegese al suo acclamato debutto discografico. Il venerdì spazio alle atmosfere techno con lady ELLEN ALLIEN, e MATHEW JONSON mentre il sabato si cambia


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ancora direzione ed è tempo di DE LA SOUL, vere icone dell'hip hop americano. La domenica primo appuntamento stagionale con il SUNDAYPARK, con i dj set disco di Prins Thomas e Tim Sweeney all'interno della tradizionale kasbah domenicale con una edizione speciale di extras'mall (il market di elita dedicata ai nuovi brand fashion), il brunch, i giochi per bambini e molte altre sorprese. Fonte: Comunicato ufficiale

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Continua la 18esima edizione del Milano Film Festival, il festival più “giovane” e interessante del panorama meneghino. Iniziata lo scorso 5 settembre, la kermesse si protrarrà fino al 15. Un festival che non rinuncia non alla sua vocazione mondana,”social” con le proiezioni al Teatro Strehler e al Parco Sempione affiancate da concerti e dj set e i filmmaker ospiti nelle case dei milanesi con la originale formula anticrisi “Adotta un regista”. Proprio i temi più scottanti della crisi, o meglio “delle crisi” sono protagonisti di quest’edizione: dalla crisi economica che morde l’Europa,sopratutto quella mediterranea, alle crisi internazionali,con i venti di guerra sempre più minacciosi. Un esempio è ”Colpe di Stato”, Dirty Wars del reporter americano Richard Rowley che smaschera l’omertà e l’ipocrisia dell’amministrazione Obama sull’uso dei droni. Attesissimo fuori concorso è Closed Curtain, il nuovo film di Jafar Panahi, realizzato clandestinamente dal regista iraniano agli arresti domiciliari in patria, in anteprima italiana dopo il debutto a Berlino. Ecco i film in concorso oggi, martedì 10 settembre:

Limatola: finalissima di “M Italia”: Il 16 Settembre 20

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Al via la "Festa dello Sport

CONCORSO LUNGOMETRAGGI

l'edizione 2013 della "Fes

h 20:30 al Teatro Strehler viene proiettato Mirage à l’italienne di Alessandra Celesia. h 22:00 presso il Teatro dell’Arte, la replica di Run and Jump di Stephen Green. CONCORSO CORTOMETRAGGI h 15:00 al Teatro Studio con il Gruppo I, con Flytopia di Karni Arieli e Saul Freed, tratto da un racconto dell’inglese Will Self.

"Personaggi e presenze", Valentina Saccomanno : U

valorizza il programma d

h 17:00 al Teatro Strehler, il Gruppo J, con La strada di Rafael di Alessandro Falco presentato al Festival di Locarno OMAGGIO A SYLVAIN GEORGE h 22:30 al Teatro Studio è in programma il lungometraggio Les Eclats, che gli è valso nel 2011 il riconoscimento unanime della critica, e numerosi premi in festival italiani e internazionali. COLPE DI STATO h 17:00 al Teatro Studio di Camp 14 Total Control Zone di Marc Wiese ambientato nella problematica Corea del Nord. h 20:30 al Teatro Studio segue DIrty Wars di Richard Rowley che tratta dell’inchiesta di Jeremy Scahill, national security correspondent per “The Nation”.

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18 ANNI h 15:00 Sorpresa (The Platinum Collection) all’interno della Scatola Magica. h 17:00 Segreto (The Platinum Collection) in Scatola Magica. h 22:30 Viaggio (The Platinum Collection) in Scatola Magica. h 22:45 è la volta di Grandi Speranze, al Parco Sempione con Sperimentazioni, deviazioni e allucinazioni. h 0:15 Corpo (The Platinum Collection) al Parco Sempione. EVENTI SPECIALI Appuntamento imperdibile con uno dei film simboli degli anni Ottanta, il cult fantasy Labyrinth di Jim Henson (1986), con Jareth interpretato da un memorabile David Bowie. Per celebrare l’evento il Milano Film Festival propone una proiezione in odorama, in collaborazione con Lush e Gorilla Perfume, che immergerà gli spettatori in un autentico set olfattivo, fragranze e profumazioni diffuse live durante la proiezione. L’ingresso è riservato ai vincitori del contest di Lush. Mercoledi 11 sempre in Scatola Magica alle h 20:30 ci sarà una replica aperta al pubblico fino ad esaurimento posti. LA MUSICA AL MILANO FILM FESTIVAL Ogni sera h 18:30 DjSet al Parco Sempione con PARKLIVE e sul Sagrato del Teatro Strehler. Stasera alle 18:30 al Parco Sempione suoneranno Fabrizio Pollio (Io?Drama)+ Calvino. Per tutte le info e il programma completo: http://www.milanofilmfestival.it/mff2013.php

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È entrato nel vivo il Milano Film Festival, che nella giornata di oggi prosegue tra film in concorso, l'omaggio a Sylvain George e dj set. Da segnalare il film italiano di Laura Chiossone (autrice di Tra cinque minuti in scena) ¿Necesitas algo, nena?, evento speciale del festival, e la rilettura del Sogno di una notte di mezza estate firmato da Felice Cappa, nella sezione Outsiders. Anche su MYMOVIESLIVE! il festival prosegue e questa sera è la volta di Camp 14, documentario che riporta la testimonianza di Shin Dong ­ Huyk, un ragazzo nato in un campo di concentramento nord coreano il 19 novembre 1983 da due prigionieri uniti in matrimonio per volontà delle guardie del campo. Shin, costretto fin da bambino ai lavori forzati e a torture di ogni genere nel campo 14, verrà a conoscenza di un mondo a ltro, al di fuori del filo spinato, all'età di ventitré anni, quando riuscirà miracolosamente a fuggire dal campo. Presentato al Milano Film Festival nella sezione Colpe di Stato, Camp 14 sarà mostrato gratuitamente in streaming su MYMOVIESLIVE! stasera alle 21:30.

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D è appena tornato a Oakland dopo due anni di prigione. Una rapina è andata storta e lui è stato l'unico ad averne pagato le co un mondo da cui è stato lontano, ma in cui tutto sembra immutato. Giovani spacciatori e papponi, miserabili, tossici, prostitute e


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Milano Film Festival 2013

Fifi Az Khoshhali Zooze Mikeshad

Regia di Mitra Farahani con . Genere Documentario produzione USA, Iran, Francia, 2013. Durata 96 minuti circa. Provocatorio ed eccentrico come un Francis Bacon, iconoclasta al punto da distruggere quasi tutte le sue stesse opere, omosessuale, ma insofferente nei confronti del mondo gay, Bahman Mohassess è stato un grande pittore iraniano, scomparso nel 2010 a settantanove anni. Dopo gli anni di apprendistato sotto Mossadegh, nel 1953 Mohassess lascia l'Iran per proseguire gli studi a Roma all'Accademia di belle arti, per poi tornare a Teheran negli anni Sessanta e di nuovo in Italia una volta che le sue opere divennero ostili al regime. E mentre quel poco che è sopravvissuto della sua arte continua a essere venduto nelle aste a quotazioni elevate, Bahman Mohassess lentamente fa perdere le sue tracce. Recensione »

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Cas t

Sc r iv i

pr ogr amma c ompleto

The Out s iders

Un'opera mistica sulla forza dell'equilibrio

Parade

Regia di Olivier Meyrou con Fabrice Champion, Alexandre Fournier, Matias Pilet. Genere Documentario produzione Francia, USA, 2013. Durata 72 minuti circa. Fabrice Champion fu la star di una prestigiosa squadra di trapezisti. Durante una sessione di prove, precipitò su un collega. Nell'incidente, perse parzialmente la mobilità. Per alcuni anni, Fabrice provò svariate terapie e grazie alla sua straordinaria forza di volontà riuscì a recuperare l'uso della parte superiore del corpo. Mentre teneva una lezione alla National Circus School, incontrò Matias e Alexandre, due giovani acrobati. Insieme, inventarono un nuovo modo di intendere le acrobazie e, da quel momento, per Fabrice iniziò un modo nuovo di convivere con la sua paralisi. Recensione » Locandina »

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Sc r iv i

Un film sull'attualità del classico teatrale di William Shakespeare

Sogno di una Notte di Mezza Estate

Regia di Felice Cappa con Sarah Nicolucci, Vincenzo Giordano, Elio De Capitani, Corinna Agustoni, Andrea Germani, Ferdinando Bruni. Genere Teatro produzione Italia, 2013. Durata 140 minuti circa. Il testo di Shakespeare intreccia le peripezie d'amore di uomini e donne, elfi e fate, tra palazzi nobiliari e foreste incantate, distruggendo l'idea romantica dell'amore senza mai irridere i sentimenti che, anzi, trovano spazio per la loro fragilità e carica di irrazionalità e follia. La regia di Elio De Capitani riesce ad amalgamare la solarità della commedia dei quattro giovani amanti con le ombre d'inquietudine proiettate dal mondo degli spiriti, guidati dall'imprevedibile folletto. La comicità de i personaggi degli artigiani, un gruppo squinternato di aspiranti attori che trovano in Bottom, il loro leader, si accorda perfettamente con gli elementi più esplicitamente misteriosi e soprannaturali. Recensione »

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Gore Vidal ­ The United States of Amnesia

Regia di Nicholas Wrathall con . Genere Documentario produzione USA, Italia, 2013. Durata 83 minuti circa. Saggista e scrittore, Gore Vidal è stato anche sceneggiatore per film come Ben Hur e All'improvviso l'estate scorsa e attore nella Roma di Fellini. Il suo esordio con "La statua di sale", uno dei primi romanzi a trattare il tema dell'omosessualità in modo esplicito, ne ha decretato l'esclusione dalle pagine letterarie dei maggiori quotidiani. Nipote del senatore T.P. Gore, si è dedicato alla politica per tutta la vita, senza essere mai eletto. Il documentario di Nicholas D. Wrathall, scritto nell'arco di sette anni e presentato al Tribeca Film Festival, esplora la vita dell'artista scomparso l'anno scorso attraverso le sue numerose interviste e il materiale fotografico d'archivio della sua collezione privata. Recensione »

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MILANO FILM FESTIVAL 2013 ­ GIORNATA DI LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2013 I NUMERI

INVIATI Diret t ore Res pons abile

Concorso Lungometraggi (32)

Gianc arlo Zappoli

The Outsiders (28)

Redaz ione

Colpe di Stato (19)

A nnalic e Furf ari

News (7)

E manuele S ac c hi

Gallery (7)

Cas t

Sc r iv i

POPULARTAGS

Come ti spaccio la famiglia Comic Movie Elysium Il mondo di Arthur Newman Il

Biancaneve e il cacciatore

quarto tipo Il Trono di Spade: intrighi di corte, omicidi shock e relazioni proibite In Trance La politica degli autori: Gianfranco Rosi Last Night One direction al top box office Italia One Direction: This Is Us Riddick

Rush Sacro GRA Shadowhunters ­ Città di ossa Star

Turbo Una fragile armonia Venezia 70, l Algeria di Allouache Venezia 70, Leone d Oro

Trek, il film

a Sacro Gra

1.981

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www.mymovies.it/festival/milanofilmfestival/2013/

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ROLLINGSTONE.IT I 09 SETTEMBRE 2013

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CONCERTI

CINEMA

CULTURA

R&R STYLE

FOTO

H OME > MU SIC A > N EW S

Musicraiser: crowdfunding per il documentario su Bugo

Da oggi sarà possibile finanziare il progetto di Andrea Caccia per "Ora respiro", nato addirittura nel 2000. Mercoledì il live acustico al Milano Film Festival

9 settemb re 2013

In copertina di “Nuovi rimedi per la miopia”

Sul numero di Rolling Stone in edicola *ora* potete leggere il nostro Michele Primi che racconta la storia di Andrea Caccia, che per tredici anni ha filmato Bugo raccogliendo ore di materiale video per un documentario sul cantautore piemontese. Questo film concerto, che ha già un titolo – Ora respiro – ma non è ancora completato, ora cerca la collaborazione degli appassionati di Bugo e di scena italiana più in generale: da oggi sarà possibile finanziare il progetto del regista via crowdfunding attraverso la piattaforma Musicraiser (il progetto è on line; altre informazioni le trovate qui qui). Bugo è atteso per uno showcase acustico mercoledì 11 settembre come ospite del Milano Film Festival: in quella cornice possiamo aspettarci che parli lui stesso di questo “concerto lungo tredici anni”. Qui il teaser del film Ora Respiro

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"ILO ILO" DI ANTHONY CHEN AL MILANO FILM FESTIVAL 2013 Lunedì, 09 Settembr e 2013 Cater ina Paolinelli

ILO ILO regista Anthony Chen produzione Fisheye Pictures

In diretta dalla diciottesima edizione del Milano Film Fest i film in concorso. Il giovane regista cinese Anthony Chen, già premiato alla sessantesima edizione del Festival de Cannes con la Menzione Speciale per il corto "Grandma" e in concorso alla Berlinale con il corto successivo, "Haze", nel 2008, debutta in questa occasione con il suo primo lungometraggio dal titolo: "Ilo Ilo".

► Chen ► Cinema film ► Cannes film Festival

produttore Hwee Sim Ang, Anthony Chen, Wahyuni A. Hadi distribuzione Memento Films International sceneggiatura Anthony Chen interpreti Koh Jia Ler, Angeli Bayani, Chen Tian Wen, Yeo Yann Yan montaggio Hoping Chen, Joanne Cheong fotografia Benoit Soler sound editor Zhe Wu Singapore. Una famiglia borghese. Una donna in dolce attesa che di mestiere scrive lettere di licenziamento. Un figlio di circa nove anni irrequieto e appassionato di scommesse: tiene un quaderno con i risultati delle corse così da poter fare le statistiche. Viene assunta una tata filippina, Teresa, ragazza­madre costretta a fare mille lavori e ad allontanarsi da suo figlio per poterlo mantenere. Siamo nel pieno del collasso finanziario asiatico del 1997 e quella che viviamo è la storia di un microcosmo familiare, uguale a milioni di altri in tutto il mondo, che risente del macrocosmo ambientale e sociale nel quale è immerso. La madre è tesa, quasi al termine della gravidanza, stanca del marito; eterno ragazzino che fuma di nascosto sulle scale e omette il suo licenziamento spendendo i risparmi in borsa e, ovviamente, perdendo tutto. Il piccolo Jiale, vivace e stupendo come tutti i ragazzini di nove anni, si diverte a tormentare la sua nuova tata che poi diventerà per lui una vera amica. In questo spaccato di quotidiano vediamo quattro semplificazioni di esseri umani, caratteri quasi, che vanno via via sfumandosi in diverse emozioni e sentimenti diventando profondi ai nostri occhi e specchio di molte cose che ci appartengono. Ci ritroviamo accanto alla donna che trova un volantino e partecipa ad un corso di autostima per cercare un qualsiasi strumento che la salvi dal baratro. La frase che il guru di turno propone è: “Hope is inside me” e sorridiamo seduti sulla poltrona, ma comprendiamo bene la sua tristezza nel ripetersi questa inutile frase del tutto priva del potere di aiutarla davvero mentre una vita cresce in lei e tutto fuori sembra crollare. Teresa, taciturna e forte, si fa coraggio attraverso grandi sofferenze. Il bambino, al quale il padre ha distrutto il Tamagotchi, impara a crescere veri pulcini. E l’uomo decide di fumare pubblicamente e rottamare la sua auto in cerca di una soluzione che lo renda adulto prima di tutto davanti a se stesso. La cosa più interessante è il rapporto tra le due donne che il regista ci propone: entrambe forti e sicure a modo loro, senza dubbio coraggiose e tuttavia incapaci di creare tra loro una complicità. Solo sul finale, attraverso il dono del rossetto, si apre uno squarcio dietro alla durezza (protratta anche troppo a lungo) della madre­padrona di casa. Notevole comunque tutta l’opera. Un lavoro delicato e sensibile che si conclude con la separazione tra Jiale e Teresa e l’arrivo di una sorellina. La vita che vince su tutto è il messaggio più forte. Ottima la qualità delle riprese. Il montaggio invisibile, cade un attimo di gusto nelle scene relative al negozio della parrucchiera, un inserto forse non del tutto necessario. Il cast è di buona qualità, la possibilità di vederlo in lingua originale ovviamente ci aiuta a godere della recitazione degli attori che è assolutamente naturalista.

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CULTURA News Eventi

"GOD LOVES UGANDA" DI ROGER ROSS WILLIAMS AL MILANO FILM FESTIVAL 2013 Lunedì, 09 Settembr e 2013 Cater ina Paolinelli

Presentato alla diciottesima edizione del Milano Film Fest il documentario del regista Roger Ross Williams. Quest’opera fa parte della categoria “Colpe di Stato”. Williams ha diretto precedentemente "Music by Prudence", vincitore del Premio Oscar 2010 come Miglior Cortometraggio Documentario, diventando così il primo afro­americano ad aver vinto un Oscar per la regia e produzione di un film. GOD LOVES UGANDA regista Roger Ross Williams produzione Motto Pictures produttore Julie Goldman, Roger Ross Williams distribuzione Motto Pictures sceneggiatura Benjamin Gray, Richard Hankin, Roger Ross Williams musiche Mark De Gli Antoni montaggio Richard Hankin, Benjamin Gray fotografia Derek Wiesehahn sound editor Ira Spiegel, Marlena Grzaslewicz, Matt Rigby "God Loves Uganda" è la storia, vera, di un viaggio. Il protagonista assoluto è l’odio. Co­protagonisti: violenza, ignoranza (nel senso di mancata conoscenza di ciò di cui si parla), razzismo, repressione ideologica e sessuale, fanatismo, strumentalizzazione politica, violazione aperta dei diritti umani. Tanti gli altri interpreti minori, altrettanto importanti certo, ma senza dubbio secondari a quelli sopra citati, come: buon senso, diritto inopinabile alla libertà di ogni essere umano di amare chi desidera e di avere rapporti sessuali con chi meglio crede (sempre restando all’interno di parità e consensualità), desiderio sincero della felicità dell’altro che non necessariamente corrisponde alla nostra idea di felicità, importanza assoluta di educare alla prevenzione sessuale le persone. Grande assente? Il rispetto per tutti gli esseri viventi. Questo documentario è incentrato sull’attività dell’organizzazione religiosa IHOP (International House Of Prayer) ovvero una branca di estrema destra del movimento evangelico americano. Assistiamo praticamente ad un progetto politico sperimentale di controllo delle menti e delle vite delle persone che parte dall’Uganda. Questi attivisti religiosi hanno scelto come spazio di prova per le loro ideologie questa regione poverissima dell’Africa. Così vediamo questi giovani ragazzi americani formarsi, mettersi obiettivi di conversione e partire alla volta di questo luogo selvaggio e primitivo da “salvare”. Per loro è un’avventura e nelle vite degli africani cosa succede? Cosa accade quando si cerca di impiantare un credo che non appartiene ad un popolo? Quando si usa il nome di una figura


SALTINARIA I 09 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

assolutamente illuminata come quella di Gesù, per manipolare le coscienze altrui? Quando si promuove l’astinenza sessuale come unico rimedio all’HIV e all’AIDS in una terra dove il sesso è una cosa sana e naturale? Cosa accade quando si inculca nella testa di persone con un basso livello di istruzione l’idea che usare profilattici è una cosa invisa a Dio? Quando si raccontano loro abominevoli quanto infondate quanto atroci quanto idiote storie sulle persone omosessuali? Che viene portata in parlamento una proposta di legge anti­omosessualità che prevede perfino la pena di morte. Si piange durante questi 83’. Prima per compassione: una sincera desolazione interiore che sfocia in amarezza nel vedere questi giovani ragazzi completamente istupiditi che si riempiono la bocca e la testa di nozioni, parole e versetti biblici imparati a memoria e mai vissuti o capiti. Si sorride a mezza bocca di fronte alla loro conoscenza assolutamente superficiale e, passatemi il termine, americana, della Bibbia e del Vangelo. Si parla di Gesù, si fa il suo nome a sproposito senza ricordare mai che egli era dalla parte degli oppressi, che aiutava le prostitute e che sicuramente qualcuno intorno a lui sarà stato omosessuale. piange ancora per la morte di David Kato, leader del movimento per i diritti degli omosessuali ucciso a bastonate. Perché? Non sappiamo, ma forse la campagna “Kill the gays bills” c’entra qualcosa. E poi interviste, interviste proprio a questi attivisti religiosi americani, la migliore quella alla signora Joanna che ha lasciato gli Stati Uniti per dedicare la vita alla missione IHOP in Uganda e che racconta sorridendo, di aver lottato duramente per vincere la sua attrazione innaturale verso le donne: “Ci è voluto molto tempo ­dice­ ma alla fine ci sono riuscita (pausa) si davvero molto tempo!” E l’inquadratura resta un istante sui suoi occhi, spenti, lontani, privi di luce. Una lacrima non può che scendere dai tuoi di occhi immaginando senza poter capire cosa può aver sofferto questo essere umano lottando contro di se’, contro la sua pulsione alla vita, la sua personale e del tutto unica modalità di essere al mondo. Sofferenza: può essere causata solo da chi soffre. Chi è felice desidera la felicità degli altri. Si esce dalla sala arrabbiati, avvelenati al pensiero di queste orde di predicatori che si riproducono incessantemente creando cloni di se’: bocche parlanti, chatterbox pericolose più dell’HIV perché in grado di pervertire menti anziché corpi. E poi si cammina per strada, fuori dal cinema, e le immagini viste e le parole sentite non ti lasciano e la mente continua a chiedersi: ma perché tutto questo odio verso gli omosessuali? Ma che avete tutti contro i gay? Perché? E poi la verità: manovre politiche, affari, denaro, potere. Non c’entra nulla Dio. Gesù volta le spalle e se ne va come Clarke Gable in “Via col Vento” di fronte a tutto questo. Ma noi ci siamo. Questo è anche il nostro mondo. Siamo qui per imparare a discernere, per ricordare a noi stessi che qualunque ideologia o fede, se portata al suo estremo, è per forza violenta. Siamo qui per affermare che il rispetto per la vita di tutti gli esseri viventi è davvero la sola regola sensata al mondo e che, se sinceramente rispettata, porta con se’ tutto l’equilibrio necessario a garantire una vita dignitosa per tutti. Il lavoro di Williams è veramente importante, coraggioso, necessario. Egli stesso, dopo aver dichiarato la sua omosessaulità, è stato allontanato dalla comunità religiosa evangelica alla quale apparteneva. Lo stile narrativo è quello proprio del documentario: interviste, immagini relative agli avvenimenti, spezzoni di telegiornali e programmi televisivi. Passaggi al Milano Film Festival 08­09­2013 17:00 / Spazio Oberdan 11­09­2013 22:30 / Teatro Studio Articolo di: Caterina Paolinelli Grazie a: Valentina Calabrese, Ufficio stampa Milano Film Festival


SKY ARTE I 09 SETTEMBRE 2013

HOME > NEWS > CINEMA E DOC

Vernixage: la video-arte al Milano Film Festival 9 settembre 2013

Tre opere ed altrettanti autori che camminano lungo il confine tra cinema e video­ arte. Jõao Laia, Invernomuto e Luca Trevisani sono i protagonisti di “Vernixage”, sezione speciale del Milano Film Festival Un terreno di pura ibridazione linguistica. Dove sperimentare, provare, rischiare e infine emozionare. Il Milano Film Festival diventa porto franco per felici contaminazioni tra territori differenti, dove cinema e video-arte flirtano ammiccanti proponendo nuovi visioni e sguardi laterali su una realtà in costante evoluzione. Si rinnova l’appuntamento con Vernixage , la mini-sezione che sonda il territorio di confine tra le due forme creative. Tre titoli, due dei quali in anteprima assoluta. Tre modi diversi di trasportare le emergenze della video-arte nel campo del cinema più tradizionale. Un implicito filo conduttore, quello del gusto per la documentaristica, che fotografa una tendenza a livello diffuso. Con il racconto del vissuto che prende piede nei confronti della fiction, come dimostra la fresca conquista da parte di Gianfranco Rosi del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia. A significare la fertilità di un terreno di forte scambio interdisciplinare è la presenza del portoghese Jõao Laia, scrittore e intellettuale più che artista in senso lato, che presenta il suo Now Showing:

Austerity Measures . Un collage che cuce senza soluzione di continuità spezzoni tratti da film e serial che negli ultimi anni si sono occupati della crisi finanziaria internazionale. Un impressionante lavoro di ricerca, accurato e minuzioso, per costruire quello che appare come il ritratto collettivo della nostra epoca. Immagini estatiche quelle del Frozen Flames di Luca Trevisani, backstage del primo film scritto e diretto dall’artista, inno alla potenza di un’acqua assunta a poetico elemento vitale. Cronaca e attualità si intrecciano invece nel Negus – Echoes Chamber del duo Invernomuto: viaggio alla ricerca di comuni radici culturali e – soprattutto – musicali – tra Italia, Etiopia e Giamaica, nell’esorcismo dei più drammatici errori del colonialismo.

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cinema, Etiopia, Giamaica, Invernomuto, Italia, Joao Laia, Luca Trevisani, Milano, Milano Film Festival


SKYTG24 I 09 SETTEMBRE 2013


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CINEMA / MFF – FOCUS ANIMAZIONE di Emma Cacciatori | 09 settembre 2013

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L’hype dei gatti è ormai indiscusso: i cani hanno tentato di farsi avanti timidamente, ma i felini hanno avuto la meglio anche sui più avventurosi tra i loro storici antagonisti (drammatici esempi sono riportati dal chihuahua di Paris Hilton). Anche per quanto riguarda il cibo, i gatti sono del tutto privilegiati, con tutte quelle piccole scatoline monoporzione a volte più invitanti di alcuni nostri ripieghi per la cena dell’ultimo secondo. Anche al Milano Film Festival la “kitty fever” ha contagiato l’isola dedicata ai corti di animazione, piano chiaramente attuato dai gatti per cominciare una diffusione virale di loro materiale, che presto li porterà alla conquista del mondo. Non è nuovo al festival D avid O’Reilly, folle animatore che due anni fa, con il suo The External Word, ha fatto tremare gli alberi del Parco Sempione per le risate. Uno stile cinico, con vicende raccontate in modo epilettico e guidate dal nonsense. Questa volta un topo e una gatta cercheranno di ritrovare il loro equilibrio di coppia dopo anni di litigi. Please Say Something è una storia tenera, ironica, tanto surreale da sembrare vera. © Copyright 2010 WU magazine all right reserved Privacy Policy P.Iva 07106650018 BANNERFOOT

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MILANO FILM FESTIVAL CON IL GORE VIDAL DI NICHOLAS WRATHALL E GLI ADOLESCENTI DI “IN BLOOM”

CINEMA

FESTIVAL 2013

È arrivata alla sua diciottesima edizione la manifestazione dedicata al cinema indipendente che prosegue fino al 15 settembre. xl.repubblica.it/articoli/milano-film-festival-con-il-gore-vidal-di-nicholas-wrathall-e-gli-adolescenti-di-in-bloom/5721/

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XL I 08 SETTEMBRE 2013 I 2/3 PAGINE

09/09/13

Milano Film Festival con il Gore Vidal di Nicholas Wrathall - XL Repubblica

Tra le prime opere presentate il documentario dedicato al saggista e scrittore americano e, in concorso, il film di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß di Mario Pellizzari - 09 settembre 2013

SULLO STESSO ARGOMENTO SiciliAmbiente, documentari per la sopravvivenza Mix Festival, “I Am Divine” Mix Festival, “Joy! Portrait Of A Nun”

Spenti i riflettori suVenezia i cinefili possono trovare asilo al Milano Film Festival,

dove nel triangolo magico tra Teatro Strehler, Parco Sempione eTeatro Studio (e non solo) un programma fittissimo di film, musica e vari eventi prosegue fino al 15 settembre. In realtà del MFF si è parlato anche in laguna, quando martedì scorso è stato presentato il nuovo Milano Film Network, la rete formata dai sette festival di cinema milanesi che si uniscono finalmente per essere più forti. Tra i molti lavori interessanti vi segnaliamo sicuramente Gore Vidal – The United States Of Amnesia di Nicholas Wrathall dedicato al grande scrittore e sceneggiatore americano scomparso l’anno scorso. Il regista è affascinato dal coraggio e dalla lucidità intellettuale di Vidal soprattutto in politica: «Capiva il potere e le motivazioni e macchinazioni di coloro che lo esercitano, e non aveva paura di affrontarlo di petto o di rivelare le menzogne che servono a mantenerlo» dice nelle note al film. Vidal ne ha per tutti: Kennedy e la sua stucchevole mitologia di Camelot, l’ignoranza di Reagan, la passione guerrafondaia e il profondo bigottismo del suo paese, a cui rimane però profondamente legato

xl.repubblica.it/articoli/milano-film-festival-con-il-gore-vidal-di-nicholas-wrathall-e-gli-adolescenti-di-in-bloom/5721/

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XL I 09 SETTEMBRE 2013 I 3/3 PAGINE

09/09/13

Milano Film Festival con il Gore Vidal di Nicholas Wrathall - XL Repubblica

anche dal suo buen retiro a Ravello. Utilizzando materiali di archivio, soprattutto partecipazioni televisive, e interviste dirette a Vidal e vari suoi amici Wrathall compone il ritratto preciso di un libero pensatore che sa usare il linguaggio come arma di grande precisione. Il documentario è in replica stasera 9 settembre al Teatro dell’Arte della Triennale (21:45) e domenica 15 settembre al Teatro Strehler (Scatola Magica, 20:30).

“In Bloom” Di tutt’altro genere invece In Bloom (Grzeli nateli dgeebi) film di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, rispettivamente georgiana e tedesco, che racconta la storia di due quattordicenni nella Tbilisi del 1992, i tumultuosi primi anni dell’indipendenza della Georgia in seguito al crollo dell’Unione Sovietica. Alle tematiche comuni ad ogni adolescente del mondo, come primi amori, conflitto con le insopportabili famiglie, voglia di libertà e sogno di un futuro diverso si aggiunge qui il caos del passaggio storico, in cui il nuovo che dovrebbe avanzare è sempre in ritardo, troppo invischiato in leggi arcaiche opprimenti soprattutto per le donne. Il film è intenso e colpisce soprattutto nella compattezza di tenuta di tutto il cast, su cui svetta una delle due protagoniste, Lika Babluani, giovanissima attrice al suo primo film. In Bloom, in concorso, è in proiezione venerdì 13 settembre alle 19:00 allo Spazio Oberdan. xl.repubblica.it/articoli/milano-film-festival-con-il-gore-vidal-di-nicholas-wrathall-e-gli-adolescenti-di-in-bloom/5721/

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2 minuti fa

qui sotto

Internazionale e giovane, il concorso lungometraggi del Milano Film Festival I MIEI CONTATTI

2013 non sta deludendo le attese. Abbiamo visto 'Ilo e Ilo', 'Run and jump' e 'Licks', ecco le nostre pagelle.

Trova un amico

ILO ILO (SINGAPORE): VOTO 8 ILa storia di una piccola peste e della sua tata. La piccola peste vive a Singapore in una famiglia in preda alla crisi economica (siamo all'inizio degli anni 90), la tata viene dalle Filippine e deve mantenere il figlio appena nato nel suo paese. Un film struggente, privo di pietas, che mette a nudo i sentimenti senza sentimentalismi. La tata 'Auntie Terry', prima è vittima di dispetti da parte del ragazzino incorreggibile. Poi, grazie alla sua diversità culturale, si rivela l'unica in grado di educarlo. Dall'odio nasce l'amore, che crea gelosia: quello della mamma del protagonista, incinta per una seconda volta, intenta ogni giorno a scrivere nuove lettere di licenziamento per conto della sua agenda. Il bimbo e la tata sono destinati a separarsi, proprio a causa della crisi, ma è splendido assistere alla vittoria dell'eroina, mai colta in fallo nonostante i pregiudizi. Un tuffo in una cultura lontana e nella memoria del registaAntony Chen (Caméra d'Or a Cannes 2013 come miglior regista esordiente), che da bambino fu legato a una tata filippina per ben 8 anni. Attori straordinari: per scegliere il bambino protagonista il regista ha visionato ben 9mila scolaretti a Taiwan. Il film è seriamente candidato alla vittoria finale.

3 in


MELTY I 09 SETTEMBRE 2013 I 2/3 PAGINE

'Ilo Ilo'

LICKS (USA): VOTO 7 E 1/2 Il regista Jonathan Singer ha 25 anni, su ogni cinque parole dette quattro sono avverbi o intercalare (“well”, “we just...”, “you know”...), ma la struttura del suo “Rapine” rivela una grande maturità cinematografica. Una storia di amici e compagni di banda, senza scrupolo e senso del pericolo, che tirano a campare nei sobborghi di Oakland spacciando, facendo i protettori o rapinando case e negozi di alimentari. Il protagonista, D, incappa in due anni di galera per un errore da dilettante. E' un tipo diverso, cerca e vuole la redenzione per se stesso e il suo caro amico. Un film pieno di colpi di scena, veloce e ricco d'azione: la violenza c'è ma non è mai gratuita. Unico difetto, l'eccessiva presenza di dialoghi infarciti di slang, al limite della caricatura. Un film che vi farà agitare e soffrire.

Impossibile caricare il plug‑in.

Il trailer di 'Licks'

RUN AND JUMP (USA, IRLANDA, GERMANIA): VOTO 7 E' il film che ha aperto il concorso lungometraggi venerdì 6 settembre al Teatro Strehler, davanti al quale in serata si è scatenato un ottimo dj set di fine anni 90. La regista americanaSteph Green era assente, presente invece l'attore principale Edward MacLiam, bravo a interpretare Conor, un padre di famiglia che torna a casa dopo un ictus celebrale, un mese di coma e cinque di ricovero in ospedale. L'eroina del film è sua moglie Vanetia, bionda ed energica, che lo accudisce come se fosse il suo terzo figlio. Terzo incomodo un neuro­ scienziato che segue Conor passo dopo passo, lo filma e lo aiuta nella terapia. Naturalmente con Vanetia nasce un amore impossibile. Bello il tema, ottimo il lavoro di preparazione scientifico per rappresentarlo, peccato per le semplificazioni “all'americana”: musica melensa


MELTY I 09 SETTEMBRE 2013 I 3/3 PAGINE

per pause dense di pathos. Il dramma ha un lieto fine e l'ottimismo dei protagonisticonferisce al film un messaggio positivo. @Nicola Accardo

'Run and Jump'


02BIOG I 10 SETTEMBRE 2013

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Homepage > Milano Film Festival 2013

Milano Film Festival 2013: il programma, martedì 10 settembre Scritto da: Arianna Ascione ­ martedì 10 settembre 2013 Mi piace

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Tra le proiezioni "Mirage à l’italienne" di Alessandra Celesia, "Flytopia" tratto da Will Self, "Les Eclats", "Dirty Wars" e "Labyrinth" I MAGAZINE DI BLOGO

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Milano Film Festival, che si apre questa sera al Teatro Strehler

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con Mirage à lʼItalienne di Alessandra Celesia (h. 20.30 Teatro Strehler) e Run and Jump di Steph Green (h. 22.00 Teatro dell

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Arte, replica). Per il concorso dei cortometraggi si proietterà il Gruppo I (h. 15 Teatro Studio), il Gruppo J (h. 17.00 Teatro Strehler), il Gruppo F (h. 21.00 Parco Sempione) e il Gruppo H

Sconti Teatro ­ Donnacce

(h. 22.30 Teatro Strehler).

www.clublanotte.it Biglietti Teatro a Milano 13 Ottobre "DONNACCE" T. Martinitt

politico e sperimentale, sarà proiettato Les Éclats (h. 22.30

Nell’ambito dell’omaggio a Sylvain George, autore di cinema Teatro Studio), mentre per Colpe di Stato torna Camp 14 Total

Control Zone di Marc Wiese ambientato nella problematica Corea del Nord (h. 17.00 Teatro Studio, replica). Segue Dirty Wars di Richard Rowley (h. 20.30 Teatro Studio). Invece gli ‘outsider’ di oggi sono il finlandese Midsummer Nightʼs Tango di Viviane Blumenschein (h. 15.00 Teatro Strehler, replica) Museum Hours di Jem Cohen, preceduto da Hopper vu par…La Muse di Sophie Barthes (h. 20.00 Teatro dell Arte, replica). Previste anche oggi le proiezioni di Grandi Speranze e The Platinum Collection, per la

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Tre giorni per un cartoon. Workshop di animazione al NEWSLETTER Milano Film Festival con la disegnatrice della BBC Jessica Ashman: un progetto collettivo proiettato nel corso della serata di chiusura della rassegna nome email

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Scritto da Francesco Sala | martedì, 10 settembre 2013 · Lascia un commento

Jessica Ashman al lavoro

Ognuno ha il proprio linguaggio di riferimento. C’è chi è intrippato con lo stop motion e chi invece disegna tutto, frame per frame; direttamente in digitale, con la penna ottica, o sfoderando le care vecchie e mai desuete matite. Sono animati, è il caso di dirlo, da una passione irrefrenabile per il cartoon i partecipanti di Paper in Motion, immersione creativa in un immaginario dove regna la più imprevedibile fantasia. Un workshop per imparare a costruire cartoni animati, partendo dall’elaborazione dello storyboard e arrivando alla proiezione in sala: una full immersion di tre giorni, intensa e impegnativa, inserita tra gli eventi collaterali del Milano Film Festival. Che concede agli aspiranti Walt

SONDAGGIO

Disney l’onore della passerella più importante: il frutto del loro lavoro, cortometraggio di una manciata di minuti, è in programmo allo Stehler domenica 15 settembre, a margine della proclamazione dei vincitori della rassegna. “Abbiamo scelto un tema condiviso” spiega la titolare del seminario Jessica Ashman,

Qual è l'artista italiano contemporaneo più sottovalutato?

seguendo le inclinazioni, la sensibilità e gli interessi espressivi dei diversi partecipanti del workshop”. Un paziente lavoro di amalgama, taglia e cuci che parte dalle pagine di

disegnatrice e animatrice già in forze al dipartimento scozzese della BBC “da sviluppare

Giuseppe Chiari

taccuini Moleskine – partner del progetto – e finisce sugli schermi di laptop e tablet. Una scorribanda onirica e visionaria, colorata e divertita, assemblaggio d’artista che filtra tecniche, mani e sguardi tra loro diversi. Eppure complementari.

Pinot Gallizio

­ Francesco Sala

Gastone Novelli

Pietro Consagra Domenico Gnoli


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Fifi Howls from Happiness. Il mondo segreto di Bahman Mohasses 10 SETTEMBRE 2013 10:48

ALICE UNGARO

Continua l’avventura cinematografica meneghina. E’ la volta di un documentario molto toccante della regista iraniana Mitra Farahni, “Fifi Howls from Happiness”. Letteralmente “Fifi urla di felicità”, titolo di un’opera del celebre pittore Bahman Mohasses, a cui la pellicola è dedicata. Dolce tenacia. Così potremmo descrivere in due parole il temperamento della Farahni, in grado di scovare in un hotel romano un artista di tale levatura dato per morto per moltissimo tempo. Guardando le immagini di quest’opera appare chiaro come ella fosse forse l’unica in grado di raccontare gli ultimi giorni del grande maestro, con costanza senza tuttavia risultare mai invadente. Mitra rappresenta il pubblico di cui Mohasses necessita, di cui ogni artista ha bisogno per completare la propria eredità. Ma è la sensibilità con la quale gira a fare davvero la differenza: l’artista si muove con naturalezza davanti ad un occhio che riconosce come amico e si diverte anche a stuzzicarlo, a farsi esso stesso regia del proprio lascito. Mohasses ha un temperamento allegro e ironico, nonostante il disgusto spietato per il mondo che lo circonda e in cui non riconosce salvezza alcuna. Mostra con orgoglio i cataloghi delle sue opere che tuttavia ha distrutto egli stesso perché, sottolinea, può decidere solo lui il destino dei propri figli. Fuggito definitivamente da Teheran nel 1969, si rifugia a Roma, città che egli descrive come “zeppa di sperma proveniente dagli atti sessuali dei suo antenati”. E’ un provocatore Mohasses. Nella sua omosessualità che disdegna “le fighette moderne” mentre ha una predilezione per gli uomini veri (che hanno anche una fidanzata). Nel suo rifiuto a sottostare alle logiche di mercato che vorrebbero lasciar scegliere al committente il soggetto e il

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modo in cui l’opera dovrebbe essere eseguita. Mitra si insinua nel suo percorso con la costanza di una goccia che scalfisce la pietra e lui l’ammira, gli è grato. Perché è consapevole di essere il protagonista di una storia che vale la pena raccontare. La propria vita, che appare come un eterna lotta tra l’affermazione del suo talento e l’incomprensione che deriva da esso. L’assistere, purtroppo impotenti, ad un mondo che si fa incurabile – le guerre, le bombe “intelligenti”, la dispersione di petrolio… – e gretto. Ma in fondo, essere artisti vuol dire anche un po’ sperare che le cose possano cambiare. Mitra e Mohasses. Il

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loro incontro non è casuale. Il loro esserci è già sinonimo di speranza.

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11 SETTEMBRE 2013

Faro di Fredrik Edfeldt, evento speciale al Milano Film Festival

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Iscriviti al nostro feed RSS In collaborazione con Visit Sweden il Milano FIlm Festival, Venerdi 13 settembre 2013 alle ore 17, presso il Teatro Strehler presenta come Evento speciale l'anteprima Italiana di Faro, il secondo film dello Svedese Fredrik Edfeldt

spazio ad

Di Giovanna Farulli Mi piace

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Fredrik Edfeldt gira il secondo lungometraggio a quattro anni di distanza dal suo debutto, T he Girl, presentato per la prima volta alla Berlinale 2009 dove ottenne una menzione speciale nella sezione Generation 14+. The Girl era un piccolo film suggestivo che osservava il mondo degli adulti attraverso lo sguardo infantile, miscelando momenti di sospensione fiabesca, ad un teso realismo horror, merito anche della fotografia di Hoyte van Hoytema (Lasciami Entrare). Il nuovo film di Edfeldt, scritto ancora una volta insieme a Karin Arrhenius, riparte da qui; Hella (una sorprendente Clara Christiansson alla sua prima prova) vive con il padre (Jakob Cedergren) in una casa ai confini con la foresta, dopo un incipit che in modo fulmineo ci mostra una vita tranquilla, riceveranno la visita di alcuni poliziotti accompagnati da un’assistente sociale, il padre riesce a nascondersi mentre Hella lo copre; subito dopo, con una serie di sequenze concitate, i due prepareranno bagagli essenziali, l’uomo ucciderà il border collie della ragazzina, “troppo vecchio” per seguirli, e fuggiranno con la macchina verso la parte più remota della foresta.

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Foxfire: Le ragazze Faro, sin dai primi minuti, affronta il racconto di formazione con quell’ambiguità tra tenerezza e cattive di Laur... 27 ago 2013 at violenza che in alcuni momenti fa pensare alla rappresentazione della natura nel primo cinema di 6:40 am Malick o all’estate “crudele” di Frank Perry, esempi che inseriscono il ciclo di vita e morte in una dimensione che è oltre la morale. In trance di Danny Boyle: im-materi... 26 ago 2013 at 3:31 pm Assistito dalla fotografia di M attias Montero, alla sua seconda prova dopo quella per L’ipnotista di Lasse Hallström, Edfeldt immerge completamente il rapporto tra Hella e suo In Another Country: i padre in un’ambientazione naturale, alternando ai momenti di puro stupore di fronte ai piccoli frammenti di ... 24 ago 2013 at 9:20 grandi eventi della foresta, una visione “necessaria” e basica dove prevale l’istinto di am sopravvivenza, tanto che il film si bilancia in modo alternato tra sequenze di ascendenza quasi magica, come quella dove Hella e il padre esplorano una foresta sommersa, ad esplosioni di violenza “necessaria”, ben descritta attraverso la presenza del mondo animale per come viene percepito dalla stessa Hella; se la soppressione del cane viene liquidata dal padre come una questione assolutamente pratica e necessaria, quando la ragazza gli chiederà se le creature del bosco che sente lamentarsi nella notte stanno soffrendo, lui risponderà “sono animali”; in una


INDIE-EYE I 10 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

sequenza improvvisa, tipica dello stile di Edfeldt, Hella uccide brutalmente un volatile con una pietra per sfamarsi, come se avesse assimilato un’idea ciclica e survivalista del rapporto con la natura. Spazio Ad

In questo contesto, l’accusa di omicidio che pende sul collo del padre passa quasi in secondo piano, le motivazioni non sono chiarissime e quello che sembra interessare ad Edfeldt è un’idea molto più ampia e primigenia di sopravvivenza; braccato dallo stato, questo piccolo nucleo famigliare, trova l’assoluzione dai propri peccati nella relazione diretta e intima con i cicli della natura; il regista Svedese contrappone ad un racconto sospeso e legato all’esperienza, un montaggio ellittico e volutamente incongruo dal punto di vista temporale, sia che si serva di inserti di improvvisa violenza, o che s i fermi su alcuni dettagli dal ritmo irregolare che non hanno quasi mai una funzione simbolica, come un vetro rotto, un coniglio catturato in una tagliola. Anche i continui riferimenti al racconto popolare e fiabesco hanno questa doppia anima; frammenti evocativi, quasi rituali, che a nostro avviso sono i meno riusciti perchè caricano di senso qualcosa che ha maggiore forza proprio quando non cerca di spiegare l’ambiguità della natura; e al contrario, la brutalità di un montaggio quasi astratto, che rompe prodigiosamente con tutte le sospensioni del film; il duplice ingresso di Hella e del padre nelle abitazioni del bosco, ha tutte le caratteristiche di una fiaba dei fratelli Grimm, ma scarnificata da qualsiasi tentazione simbolica, trova il sogno (o l’incubo) nella sua collocazione quasi illogica rispetto alla narrazione e non attraverso un’immagine d’atmosfera, che possa essere facilmente ricondotta alla forma onirica. Edfeldt mostra progressivamente l’instabilità del luogo famigliare tradizionalmente inteso; la casa, la tenda, la zattera, l’abitazione con la donna-orco, ritardano in qualche modo l’affermazione della Le novità in DVD propria identità, che si compie su quella lunga, splendida immagine conclusiva della fuga verso un Faro separato dalla mondanità. A lady in paris a ottobre il Blu Ray 20 ago 2013 at 5:54 pm

Fredrik Edfeldt Faro

Svezia - 2013

Fatherland di Ken Loach 22 lug 2013 at 11:15 am

Co n Per Bu rell, J ako b Ced ergren , Clara Ch ristian sso n , Gu n n el Fred , M aria Heiskan en , Gö ran Stan gertz Du rata 90 min

Storie di vita e malavita di Carlo Lizzani 18 lug 2013 at 9:15 am

La cuccagna di Luciano Salce 17 lug 2013 at 7:17 am Roman Polanski – A Film Memoir: una confessione intima 17 lug 2013 at 6:30 am

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Giovanna Farulli Giovanna Farulli si è laureata in letteratura moderna e contemporanea nel 2007; appassionata di arti visive, tra queste, ama sopratutto il cinema.

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"Milano Film Network", il cinema indipendente fa rete Presentato alla 70esima Mostra di Venezia l'ambizioso progetto meneghino

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L'edizione 2012 del Milano Film Festival Sei festival, una rete. Anzi, un Network, il Milano Film Network. Ovvero, il progetto messo in piedi con successo dal Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina , dal Festival Mix, da Filmmaker, da Invideo, dal Milano Film Festival, da Sguardi Altrove e da Sport Movies & Tv ­ Milano International Ficts Festival. Il tutto, con la benedizione della 70esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, dove il progetto è stato appunto presentato nei giorni scorsi. Si tratta di una sorta di consorzio del grande (qualitativamente parlando) cinema indipendente, su cui la città meneghina ha puntato molto, negli ultimi anni. Il Network (che ha ricevuto un finanziamento da Fondazione Cariplo) ha l’obiettivo di creare un sistema di collaborazione stabile tra diverse realtà che, a Milano, si occupano di cinema e di audiovisivo in generale. Con tanto di Workshop introduttivo, “Una storia del cinema”, in programma dal 3 al 31 ottobre prossimi alla Fabbrica del Vapore. Un sistema, una rete inter­organizzativa che renda possibile lo scambio di conoscenza, innovazione, risorse strumentali , servizi e opportunità tra i diversi partner del progetto. Il cui sogno si presenta a dir poco ambizioso: fare di Milano la città del cinema indipendente, rendendo la produzione di contenuti audiovisivi non un vezzo, ma un vero e proprio fattore di sviluppo. Traguardo che passa per alcuni step fondamentali: raggiungere la sostenibilità operativa, innovare e pianificare l’offerta culturale e, infine, integrare tale offerta in base a esigenze e risorse di territorio e comunità.

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Che bello tour! Inserito Da Communication · 9 Settembre 2013

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A Milano, in occasione del Milano Film Festival, che si terrà dal 5 al 15 settembre, continua l'iniziativa per visitare e vivere Milano in modo diverso, con "Che Bello! Passion Exerience Tour"

Questa nuova iniziativa è nata per vivere, condividere e scoprire la città attraverso le TUE passioni. Scegli tra, Cinema, Ballo, Opera, Fotografia, Fashion, Food, Running e tutto quello che ti piace, e ti creeremo un tour coinvolgente ed unico che ti farà scoprire la città sotto molteplici aspetti, perché le passioni motivano, aggregano, fanno crescere e sono memorabili. Tour tematici esperienziali con attore-guida che vivrà con te la città. In occasione del MMF, "Che Bello! Tour" condurrà gli appassionati di Cinema alla scoperta della città attraverso le lo cation e i set cinematografici di Milano e come in un museo a cielo aperto vi faremo immergere in una nuova e originale sceneggiatura. Date. I Tour si svolgeranno il 7/8/11/13/14/15 Settembre 2013. Nei giorni 8/11/14 verranno tenuti in lingua Inglese. Prezzi. Intero 30 €, special price, per chi acquista un biglietto del MFF o mette un like sulla nostra pagina facebook Che Bello Tour, 25€ o 15€ con abbonamento al MFF o membro Che Bello Community. Il walking tour avrà una durata di circa due ore e mezza e partirà dal teatro Strehler alle ore 11.

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Sotto palco con il Milano Film Festival! Sorpresa: quest’anno al MFF non si guardano solo belle pellicole, ma si ascoltano anche i concerti (gratis) e si balla coi dj set! Mi piace

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10 settembre 2013

Un concerto nel bello scatto di Vince Kmeron, CC via Flickr

Se avete letto la notizia relativa al documentario su Bugo che abbiamo pubblicato ieri, avrete forse avuto un momento di stupore nel leggere che il suo concerto di domani sera a Milano è ospitato dal Milano Film Festival. Che c’azzeccano i live con un evento dedicato al cinema? Nel caso della manifestazione, c’azzeccano eccome: fino alla fine dell’edizione in corso, il 15 settembre, ogni giorno del programma del MFF è stato arricchito da un’esibizione live, da un DJ-set… O da tutti e due. Di seguito, il programma delle restanti serate che si svolgeranno al Parklive di Parco Sempione (occhio, se siete in città: il 14 settembre il nostro vicedirettore Fabio De Luca mette i dischi!): 11 settembre: Bugo + Andrea LaBanca and the FishEye Band 12 settembre: Erlend Oye + Sarah Stride 13 settembre: Roberto Angelini + El Santo + DJ-set Missin Red 14 settembre: Mamavegas + Soltanto + DJ-set Fabio De Luca 15 settembre: The Shak&Speares + Kafka on the Shore + DJ-set con tutti i deejay passati dal MFF 2013

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«I ribelli? Le arm stragi di civili? V vedrete»

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Shin Dong­hyuk, nato e “disumanizzato” in un gulag nordcoreano. Fuggì dopo aver fatto giustiziare la madre e il fratello Settembre 10, 2013 Chiara Rizzo

Il film “Camp 14 – Total Control Zone” incrocia la testimonianza di un prigioniero con quelle di due aguzzini di un campo di concentramento comunista

Sarà proiettato oggi, 10 settembre, alle ore 17.00 al Teatro Studio di Milano il documentario Camp 14 – Total Control Zone, che ieri tempi.it ha visto in anteprima nel corso del Milano Film Festival: il film è il racconto in prima persona della terribile esperienza di Shin Dong-hyuk, nato e cresciuto in un gulag norcoreano, dal quale è riuscito a fuggire dopo aver sperimentato e visto ogni sorta di trattamento disumano e disumanizzante (una storia di cui tempi.it aveva già parlato ampiamente in questo articolo). Shin Dong-hyuk ha accettato di raccontare la sua vita davanti al regista Marc Wiesse, tedesco, presente all’anteprima italiana del film. STORIE INCROCIATE. Wiesse è stato anche il primo a riuscire in un altro intento, raccogliere la testimonianza di due degli aguzzini del Camp 14: Hyunk Kwon, ex comandante della sorveglianza del campo, e Oh Yangnam, agente della polizia segreta di Pyongyang che nel gulag conduceva gli interrogatori e le torture degli internati. Camp 14 è anzitutto un film dove i ricordi nitidi di Shin Dong-hyunk e i suoi lunghi silenzi carichi del dolore vissuto, si intrecciano senza alcun commento “esterno” ai ricordi di chi dirigeva il campo per conto del regime comunista. Non si indugia certo nell’emozione, in questo documentario in cui tutti i protagonisti, anche per ragioni culturali, non mostrano lacrime, tanto da che spesso non sembrano neanche avere coscienza di ciò che hanno vissuto. «NON SAPEVO PIANGERE». Shin Dong-

Il trailer di Camp 14 ­ Total Control Zone

hyuk è nato 31 anni fa nel Campo 14, dove sono detenuti almeno 30 mila dei 200 mila internati coreani. Una delle regole principali del campo, insieme all’obbligo di delazione tra tutti i compagni di prigionia, è il divieto di contatti fisici e umani tra uomini e donne che non siano collegati al lavoro (al Campo tutti i prigionieri,

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compresi i bambini, lavorano nelle miniere): la stessa mamma di Shin era stata ottenuta in moglie da un uomo come “premio speciale” per il duro lavoro svolto in prigionia. «Sono cresciuto senza conoscere il significato dei rapporti affettivi, senza alcun senso di umanità», ammette Shin. «Non sapevo che quando si vede morire la propria madre o il proprio fratello si piange. Nessuno me lo aveva insegnato: quello che mi insegnavano era ad obbedire ai guardiani, se non volevo essere punito. A non fuggire, se non volevo essere ucciso». Per ventitré anni Shin vive una routine alienante, costretto a mangiare, ad esempio, solo due cucchiate di mais per tre volte al giorno, 365 giorni all’anno. «L’unica carne che mangiavamo era quella dei topi che riuscivamo ad uccidere». GULAG A VITA PER UNA SIGARETTA. Dall’altra parte del campo i ricordi scorrono descrivendo scenari disumani, con parole secche e crude, prive di rimorso. I due dirigenti spiegano nel film che in Corea del Nord si


TEMPI I 10 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

può finire nei campi di concentramento per i motivi più stupidi: «Molti coreani per farsi le sigarette, se finivano le cartine, erano soliti usare la carta dei giornali. Così magari non si accorgevano nemmeno di rollare una pagina con la foto di Kim Il-Sung. Per questo venivano però arrestati, torturati e internati a vita». Quella descritta dagli aguzzini è una quotidianità fatta di torture e violenze: «Avevamo creato una sorta di acquario in cui immergevamo i detenuti fino alla bocca. E poi schiacciando un pedale li facevamo immergere completamente sott’acqua. La loro vita dipendeva dal nostro piede». I due raccontano per esempio che per loro era possibile avere tutte le donne del campo che desideravano. E se le prigioniere rimanevano incinte, erano loro stessi a eliminarle. DELATORE DELLA MADRE. A 14 anni, per caso, Shin scoprì che la madre organizzava di nascosto la loro fuga insieme a suo fratello. Per di più vide che la madre offriva a quest’ultimo una razione di cibo. Colto da un’improvvisa gelosia, memore delle percosse ricevute perché apprendesse l’obbligo di delazione, fu lui stesso a denunciare entrambi ai soldati del campo. Arrestato e torturato a sua volta, fu rilasciato insieme al padre per assistere all’esecuzione di madre e fratello. Rimase colpito dalle lacrime del padre, perché lui, figlio dei gulag dove l’umanità è dissacrata, non conosceva il senso della più elementare commozione umana. Successivamente Shin conobbe un altro prigioniero, appena arrivato a Camp 14, che gli raccontò della vita all’esterno. Un mondo per lui sconosciuto da cui rimase affascinato: «È stato quando mi ha raccontato che fuori si poteva mangiare riso, pollo, carne, che ho deciso di fuggire». Il 2 gennaio 2005, rocambolescamente, riuscirà a evadere. E una volta uscito da quella jungla di sopraffazione e violenza, inizierà un lungo cammino di riavvicinamento all’umanità. Per un caso del destino, oggi Shin Dong vive a Seul proprio come i suoi due aguzzini. «NON SARANNO GIUDICATI PER QUESTO». «Nessuno sa come i due agenti siano riusciti a fuggire dalla Corea del Nord», ha raccontato il regista Wiesse ieri al termine della proiezione. «È probabile che abbiano stretto un accordo con i servizi segreti della Corea del Sud: informazioni militari in cambio di una nuova identità a Seul. Nessuno di loro è stato o verrà processato davanti ad un tribunale, anche per il semplice motivo che non esiste una Corte per i diritti umani che si occupi della Corea del Nord». Wiesse ha spiegato di aver deciso di non usare alcuna colonna sonora nel film, perché il racconto rimanesse il più semplice e diretto possibile: l’unico effetto cinematografico che si è concesso sono le piccole inserzioni animate che accompagnano alcuni dei ricordi di Shin sulla vita nel campo. «Il comandante Kwon mi ha consegnato delle registrazioni del campo che aveva realizzato con una telecamera privata», ha detto il regista. «Sono le uniche immagini di quella realtà disponibili in tutto il mondo». È stata una precisa scelta di Wiesse quella di incrociare le due testimonianze, «perché possiamo avere un’idea precisa di quali sono le due facce della realtà umana, senza stereotipi. Quando ho raccolto le testimonianze dei due comandanti del campo, per ore mi hanno raccontato nel dettaglio le torture, non dico senza piangere, perché questo fa parte della cultura nordcoreana, ma anche quasi mostrando un certo compiacimento. La traduttrice più volte mi ha chiesto di interrompere, ma non ho voluto. Ho creduto che queste lunghe interviste siano servite anche a loro per portare a galla quello che hanno vissuto».


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Milano Film Festival 2013 ‐ To

Tags: Milano Film Festival 2013, Run and Jump, Steph Green,Edward MacLiam, Maxine Peake

Presentazione Milano Film Fes

Nell’ambito della sezione lungometraggi in concorso al Milanofilmfestival 2013 (11 film in concorso, tutte opere prime o seconde in anteprima italiana) si segnala l’intensa vicenda raccontata dalla regista Steph Green, statunitense di nascita ma divisa tra Los Angeles e Dublino, alla sua opera prima: Run and Jump.

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Giusep Noli m Città: Maritti AP dal: 19‐10‐

Quiasma (quattro artisti intermed Città: Milano ‐ Provincia: MI dal: 28‐09‐2013 al: 02‐11‐2013 4 Mondi Exhibition Città: Olbia ‐ Provincia: SS dal: 21‐09‐2013 al: 21‐09‐2013 Ryan McNamara's Candid Città: Milano ‐ Provincia: MI dal: 24‐09‐2013 al: 09‐11‐2013


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il processo di lavorazione del film».

Milano Film Festival 2013 ‐ Run and Jump

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Milano Film Festival 2013: il programma, mercoledì 11 settembre Scritto da: Arianna Ascione ­ mercoledì 11 settembre 2013 Mi piace

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Oggi al Milano Film Festival: "Rent a family INC.", "The Rocket", "Les Chebabs de Yarmouk" e Labyrinth in odorama I MAGAZINE DI BLOGO

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Il concorso lungometraggi del Milano Film Festival si aprirà oggi con Fifi Howls From Happiness (h. 17 Spazio Oberdan, replica), seguito da The Eternal Return of Antonis Paraskevas della regista greca Elina Psykou (h.

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20.30 Teatro Strehler, replica). Non mancheranno le consuete proiezioni di cortometraggi: alle 17 al Teatro Studio tocca al Gruppo B. Segue alle 22.30 il Gruppo E.

Per l’omaggio a Sylvain George oggi è in programma Oh! Liberty! (Experiment the form, experiment the justice): si tratta di una sua personale selezione di corti diretti da altri registi, fra cui Jean­Luc Godard e Ken Jacobs (h. 21 Spazio Oberdan). Se siete appassionati di animazione, da non perdere la replica, alle 20 alla Triennale ­ Teatro dell’arte, della Maratona di cortometraggi. Invece il primo appuntamento con gli ‘outsiders’ sarà alle 15 presso lo Spazio Oberdan con Hopper Vu par… , nella versione integrale con tutti i corti degli otto registi europei che rileggono Hopper a modo loro. Segue l’anteprima di Rent a family INC. del documentarista danese Kaspar Astrup Schröder (h. 21.00 Parco Sempione). Questa sera, in occasione dell’apertura del Gran Festival del Cinema Muto, sarà presentata, La corazzata Potemkin di Sergej Michajlovic Ejzenstejn (h. 21.00, Teatro Dal Verme). Ultimo tra gli

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‘outsiders’ di oggi 12 O’Clock Boys, il primo lavoro del regista americano Lotfy Nathan (h. 22.45 Parco Sempione).

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Nell’ambito di “Colpe di Stato” oggi tocca a Les Chebabs de Yarmouk (The Shebabs of Yarmouk) del regista Axel Salvatori­Sinz. Il film racconta le aspirazioni e i bisogni di alcuni giovani abitanti del campo profughi di Yarmouk, vicino Damasco, la più grande comunità

La villa p è a Milan venduta)

palestinese in Siria (h. 19.00 Spazio Oberdan). Segue God Loves Uganda di Roger Ross Williams (h. 22.30 Teatro Studio). Per festeggiare il compleanno del MFF, alle 15.00 sono in programma tre appuntamenti: al Teatro Strehler per Grandi Speranze, Le sfide del tempo, al Teatro Studio per The Platinum

I luoghi a Milano: la Artisti

Collection, Le Origini – vol I , e in Scatola Magica per The Platinum Collection, Divergenza. Segue alle 17 in Scatola Magica Convergenza e alle 22.30 Resistenza. Chiuderà la serata a Parco Sempione, alle 00.15, Enigma.

Ex stazio Piazzale

Eventi speciali MFF Alle ore 17 si terrò presso il Teatro Strehler la Festa della Scuola di Cinema e Televisione di Milano, con allievi in corso, diplomati, docenti, staff, nuovi iscritti e ospiti. A seguire in Scatola Magica alle ore 19 la Scuola racconterà le collaborazioni più rilevanti dell’anno. Alle 20.30 invece al Teatro Studio è la volta dell’evento speciale in collaborazione con il Gruppo Cap, con la presentazione di The Rocket di Kim Mordaunt. Per ricordare Paolo Rosa sarà poi presentato L’osservatorio nucleare del signor Nanof, un film documentario prodotto dal gruppo di Studio Azzurro in collaborazione con Giorgio Barberio Corsetti, regista teatrale e protagonista del film (h. 18 Triennale – Teatro dell’arte, ingresso libero). Inoltre si terrà la replica di Labirinth di Jim Henson in odorama (h. 20.30 Scatola Magica).

Concerti mercoledì 11 settembre al Milano Film Festival Oggi alle 18.30 il Parco Sempione ospiterà Bugo che si esibirà in uno showcase acustico per lanciare il crowfunding del film documentario a lui dedicato. Il regista del film Andrea Caccia presenterà poi il trailer e il progetto alle 21. A seguire Andrea Labanca & The Fisheye band. Leggi anche: Milano Film Festival 2013

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Milano Film Festival: concorso per una web serie ssr

11/09/2013

Nell’ambito del Milano Film Festival, giovedì 12 settembre alle ore 18 al Teatro Studio sarà presentato Are You Series? il progetto pensato dal Festival e realizzato grazie al sostegno di Banca Prossima, la Banca del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata al non profit. Il progetto ha come obiettivo la produzione di una web serie di 10 episodi da veicolare sul web, che possa mostrare il mondo del non profit in modo attuale. Il vincitore del bando avrà la possibilità di realizzare la serie completa di 10 episodi con un contributo massimo di € 60mila e avvalersi della consulenza di un team di professionisti. A seguire, Closed Curtains di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi, in collaborazione con CeCINEpas (h 20.00 Teatro dell’Arte). Il regista iraniano Panahi con questo film torna a far parlare di sé nonostante il divieto ventennale del regime iraniano di esercitare il suo mestiere con un lavoro che è una riflessione sulla creazione cinematografica, realizzato a casa sua, nel Mar Caspio con solo cinque membri della troupe.

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Nasce Milano Film Network: 2 workshop e una rassegna ssr

11/09/2013

Il MFN­Milano Film Network, presentato alla Mostra di Venezia, è un progetto realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cariplo che unisce l'esperienza e le risorse dei sette festival di cinema milanesi ­ Festival del Cinema Africano d'Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest ­ per offrire una proposta culturale lungo tutto l'anno e una serie di servizi per chi si occupa di cinema e audiovisivo a Milano e in Italia. L’attività del MFN si sviluppa su due aree principali. Da un lato, un’offerta di servizi legati alla produzione dell’evento a sostegno della rete e a disposizione del territorio, che include: la gestione dell’ospitalità, la cura dei sistemi di sottotitolaggio, l’adeguamento tecnologico dell’apparato tecnico per le proiezioni (in vista del passaggio obbligato dalla pellicola alla tecnologia digitale); il movimento delle copie di proiezione dei film che saranno mostrati durante i festival; i servizi di gestione degli spazi in accordo con i gestori delle sale cinematografiche e con altri spazi culturali; l’organizzazione del servizio di volontariato tipico delle manifestazioni culturali ad alta partecipazione, soprattutto giovanile.

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Dall’altro, la realizzazione di un calendario di attività di programmazione e diffusione permanente, in collaborazione anche con altri soggetti che si occupano di cinema, quali la creazione di un archivio comune e la digitalizzazione delle opere presenti negli archivi dei singoli festival, la distribuzione dei film nelle sale, l’organizzazione di workshop e percorsi formativi, l’impulso a iniziative di produzione di progetti audiovisivi. Tra i primi appuntamenti del network, il workshop di regia con Sylvain George 'Seize the Time', rivolto a giovani filmmaker, in corso in questi giorni nell’ambito dell’omaggio che il 18° Milano Film Festival (dal 5 al 15 settembre) dedica al cineasta. Fra le altre attività in calendario nei prossimi mesi, è inoltre prevista in autunno a Milano una rassegna dei primi film distribuiti dal MFN, un catalogo di sette titoli presentati nelle ultime edizioni dei festival. Il MFN presenta già un secondo workshop, 'Una storia del cinema. Visioni e incontri sul cinema sperimentale', a cura di Rinaldo Censi, con interventi di Sandra Lischi e Marco Maria Gazzano, 3/31 ottobre, presso la Fabbrica del vapore, via Procaccini 4. Compaiono invece in sequenza un serie di nomi e di artisti come Fernand Léger, Marcel Duchamp, Man Ray, Ralph Steiner, Maya Deren, Stan Brakhage, Gregory Markopoulos, Andy Warhol, Paul Sharits, Robert Breer, Michael Snow. La retrospettiva e il catalogo comprendono insomma quei filmmaker spesso rinchiusi in quel ghetto che porta il nome di “cinema sperimentale”. Il workshop, aperto a tutti e a numero chiuso (riservato a un massimo di 30 partecipanti), prevede una quota di iscrizione di 50 euro. Le iscrizioni dovranno essere effettuate entro il 29 settembre 2013 compilando l'entry form al link http://www.filmmakerfest.com/Home/Form/21

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Milano Film Festival 2013 (/FocusesTexts/FocusIndex/7) Oggi, 19:50

Intervista ad Alessandra Celesia

"Mirage": vero, falso, reale di Valentina Alfonsi

Alessandra Celesia, valdostana di nascita e parigina d'adozione, è in concorso al Milano Film

Festival con Mirage à l'italienne, un documentario nel quale il cinema del reale si mescola ad

elementi molto marcati di messa in scena. I protagonisti rispondono a un annuncio comparso per

le vie di Torino: "Cerchi lavoro? L'Alaska ti aspetta". Ognuno di loro è spinto da motivazioni

personali che il film scopre poco a poco, ma l'arrivo in Alaska sarà una delusione. O forse una sorpresa. Partiamo dal titolo: perché "all'italienne"? Quella raccontata dal film è una storia tipicamente

italiana?

Sì, penso che possa rappresentare una metafora di questo paese, perché l'idea dell'emigrazione, di attraversare il mare per cercare lavoro e finire per non trovare ciò che ci si aspettava, è inscritta nella nostra storia nazionale già dai primi del '900. Anche se ormai è una situazione che riguarda molti paesi europei.


CINEFORUM I 11 SETTEMBRE 2013 I 2/3 PAGINE

Quanto c'è di vero nel film e quanto è invece frutto di un tuo intervento? I colloqui di

selezione che vediamo sono reali?

Mirage à l'italienne è costruito su un filo sottile che lega verità e bugia. Nel 1995 tanti miei amici avevano risposto a un annuncio simile a quello che vediamo nell'incipit e ho deciso di riproporlo come punto di partenza del film: al salone del pesce di Bruxelles ho preso conta tti con un'azienda

che ha sede in Alaska, l'unica che si è mostrata disponibile, e ho organizzato dei falsi colloqui. I selezionatori erano miei complici, sapevano che ero interessata a trovare delle storie personali, ma non è stato necessario spingere troppo. Ci siamo trovati di fronte a una rabbia e a una disperazione che non immaginavamo. Nella scelta dei protagonisti ci ha guidato l'intuito. Ognun o di loro ha delle ferite nascoste, mi interessava capire chi sarebbe arrivato fino in fondo e per quale motivo. Giovanna ha catturato la mia attenzione perché mi ricordava Anna Magnani, poi ho conosciuto la sua storia e il personaggio si è evoluto. Si è appropriata del film, come hanno fatto tutti i personaggi.

Ci sono delle scene che definiresti recitate? Ad esempio quelle di Giovanna che registra

mes saggi rivolti ai propri figli.

No, non le definirei recitate. Il desiderio di Giovanna era quello di ricucire il rapporto con i figli usando il film, così le ho messo in mano quel registratore un po' dubbiosa, temevo un effetto kitsch e invece ha funzionato, grazie a un tipo particolare di poesia che lei ha saputo mettere in quelle parole. Ho usato un metodo simile anche nei momenti in cui i personaggi si fanno delle confessioni e si raccontano il proprio passato. L'importante era non forzare ma semplicemente stare lì, magari filmando per molte ore finché le cose venivano fuori in maniera spontanea. La calma si è rivelata fondamentale, e in questo loro mi hanno aiutata molto. È stato come cogliere un fiore.

E il momento del vostro arrivo in Alaska? Lì le cose sarebbero dovute andare diversamente. L'azienda purtroppo aveva avuto dei gravi problemi, due marinai erano morti in un incidente e si sono rifiutati di farci entrare nei loro spazi con le telecamere. In una prima versione del film avevo incluso la mia voce off che spiegava tutto ma poi ho preferito sfumare, mi sembrava che così la metafora sarebbe stata più efficace e il film

sarebbe apparso come una fable contemporanea con dentro tanta ve rità. Anche perché ho delle amiche all'agenzia del lavoro e mi hanno spiegato che truffe del genere capitano molto spesso, non è infrequente che un'azienda prenda dei fondi europei, organizzi selezioni, corsi di formazione e poi sparisca nel nulla. Come hai lavorato con la tua montatrice Danielle Anezin per definire il percorso narrativo?

Il montaggio è stato complicatissimo, avevamo accumulato tanto materiale. Se si fa attenzione, si nota subito la presenza di piccoli elementi di raccordo – ad esempio uno dei personaggi ripreso mentre sale sul tram – che sono stati evidentemente filmati apposta, in un secondo momento, proprio per venire incontro ad esigenze di sceneggiatura. Qualcuno, vedendo il film, mi fa notare che sembra "molto scritto" e in effetti lo è, ma non scritto sulla carta. Semmai, abbiamo applicato una scrittura a posteriori, al momento del montaggio. Del resto io vengo dal teatro, amo avere una visione drammaturgica degli eventi anche quando faccio cinema. Nel film c'è una scena in cui due personaggi guardano Nanook l'eschimese di Robert J.

Flaherty su un televisore. È stata un'idea tua?


CINEFORUM I 11 SETTEMBRE 2013 I 3/3 PAGINE

In parte sì. Il ragazzo di Dario è un grande appassionato di musica e cinema, stavamo parlando di quel film e ci siamo detti "dai, guardiamolo insieme". Dario si è annoiato molto ma per me era

importante mostrare quelle immagini di Nanook per due motivi: innanzitutto per il tipo di suggestioni legate alle storie dei pionieri e poi perché adoro Flaherty e il suo approccio al cinema

documentario, fatto al tempo stesso di estrema verità ed estrema costruzione. Mi viene in mente

CINEFORUM WEB anche una scena de L'u omo di Aran che mostra la disperazione di una donna. La vediamo Via Pignolo, 123 strapparsi i capelli, è evidente che si tratta di qualcosa di artefatto. Eppure quella donna, per il suo 24121 Bergamo aspetto, per l'abbigliamente, per il contesto in cui si trova, in un film muto, ci appare verissima. In tel. 035361361 fax 035341255 senso le immagini di Nanook in Mirage à l'italienne danno anche una implicita chiave di CF equesto PI 01700110164

lettura agli spettatori, suggerendo loro che li sto conducendo su un altro piano di realtà. Anche i momenti che vedono protagonista Camilla, la mia Marlene Dietrich, sono volutamente inquadrati in un'atmosfera RECENSIONI (/REVIEWS)da sogno, con una messa in scena marcata. Tutti piccoli segnali che indicano come

film navighi tra realismo e finzione. L'unica cosa che non VOTIil (/AUTHORSRATINGS) queste persone. RUBRICHE (/COLUMNSTEXTS) COSA VEDREMO (/PREVIEWS) NEWSNella (/NEWS) stesso focus: INTERVISTE18(/INTERVIEWS) anni con stile (/FocusesTexts/view/18_anni_con_stile) FOCUS (/FOCUSESTEXTS/VIEW) INFO (/PAGES/INFO) Tweet CONTATTI (/PAGES/CONTATTI) ABBONATI ALLA RIVISTA (HTTP://RIVISTA.CINEFORUM.IT/COME-ABBONARSI) E SHOP CINEBUY (HTTP://WWW.CINEBUY.COM)

sarei mai riuscita ad inventare sono

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Martedì 10 Settembre 2013

Giovani promesse e visioni al femminile: la XVII edizione del festival meneghino parte bene Il Milano Film Festival ha trascorso il primo weekend della XVII edizione con una giovane promessa del cinema internazionale e una serie di visioni femminili.Steph Green ha diretto il primo lungometraggio in concorso, Run & Jump (coproduzione Irlanda/Germania, con la sceneggiatura autobiografica di Ailbhe Keogan), è Ilo Ilo

stata assistente alla regia di Spike Jonze (Essere John Malkovich, 1999; Nel paese delle creature selvagge,

2009) e viene dritta dal Tribeca Film Festival, dove ha vinto nel 2008 con un corto liberamente ispirato ad un racconto di Roddy Doyle, New Boy, che l’anno successivo ha ricevuto una nomination agli Oscar. Deve correre e saltare Vanetia (Maxine Peake) dopo l’ictus che ha colpito il marito Conor (Edward MacLiam) per ricostruire la vita di entrambi e della sua famiglia. In una splendida casa nella sconfinata campagna irlandese si trova a fare i conti con un prima e un dopo, prova a rimettere insieme i pezzi della sua esistenza sotto lo sguardo indiscreto di un estraneo, il neurospsichiatra Ted (Will Forte), ospitato per esaminare il caso clinico, e impara a vivere attorno alla figura di un marito, un padre, un complice, che ha mutato carattere e abitudini. Run & Jump non è il solito dramma familiare che vende sentimentalismi a buon mercato. Ma un drama irriverente, girato quasi interamente tra le mura domestiche, che entra nell’intimità senza indagare, commuove senza compiacersi. Sa mostrare il dolore, la perdita e la rabbia senza pudori. Bravissimi interpreti mettono in scena una ciurma un po’ svitata che ritrova l’armonia perduta con un po’ di sana follia, a ritmo di balli notturni a suon di britpop e passeggiate in bicicletta sotto la pioggia d’Irlanda. Dopo la madre titanica e inossidabile di Steph Green, un'altra madre approda al MFF. Anche lei è un’esordiente, anche se quarantenne. E' la videoartista newyorkese Shannon Plumb, moglie dei regista Derek Cianfrance (Blue Valentine, 2010; Come un tuono, 2012) che filma la sua quotidianità, i suoi figli e il marito, in una docufiction sul ruolo di madre: fare il genitore è un lavoro totalizzante, assorbe ogni energia e spesso, offusca l'altra sé, la donna e l’artista. Autoironico ed esilarante nei suoi momenti slapstick, incrocio di generi espressivi, omaggio alla potenza della cinematografia, Towheads racconta l’annullamento nell’essere madre e il tentativo di metamorfosi nel suo corrispettivo, quel maschio che va a lavorare e la lascia sola in balia dei due ometti dai capelli biondi del titolo, per riappropriarsi della propria identità. A volte, invece, ci sono donne che scelgono la carriera e affidano i figli ad un tata, figura archetipica onnipresente, che spesso diventa seconda madre, come succede nel film del venticinquenne Anthony Chen Ilo Ilo, già premiato a Cannes nel 2013 con la Caméra d’Or. A Singapore, durante il crac finanziario dei paesi asiatici del 1997, una famiglia della middle class assume la giovane immigrata filippina Teresa per badare ad un irrequieto ragazzino. Dapprima conflittuale, il rapporto tra i due diventa sempre più stretto, tanto che la tata sostituisce la figura materna, mentre il nucleo familiare subisce un lento sgretolamento: il padre perde il lavoro e comincia a mentire alla moglie, bulimica affettiva, maniaca del controllo e attaccata alla formalità dei valori borghesi dell’apparenza e del guadagno. Un storia universale ­ ricorda in alcuni aspetti l’americano The Help ­ toccante e coinvolgente che rievoca i fantasmi del collasso

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CAMP 14: TOTAL CONTROL ZONE ­ Marc Wiese

CAMP 14: TOTAL CONTROL ZONE – Marc Wiese (2012) Una specificità cinematografica a cui il MILANOFILMFESTIVAL 2013 dedica particolare attenzione è sicuramente il documentario di denuncia, manifestamente con la personale dedicata a Sylvain George ma pure con altre opere forti come questo CAMP 14. Il film principalmente è incentrato sui drammatici e dolorosi ricordi di un fuggitivo di un campo di detenzione politica della Corea del Nord. Il ragazzo protagonista della vicenda è nato e cresciuto all’interno del campo da due detenuti e non ha conosciuto nella sua vita altro che il campo stesso e le sue tremende regole: basta che non si ubbidisca ad un ordine, si tenti di rubare qualche chicco di grano, non si denunci un tentativo di furto o di fuga per essere giustiziati davanti a tutti gli altri detenuti.

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La vita non conta nulla, i guardiani sono padroni supremi dei prigionieri, possono violentare impunemente le donne che vogliono, torturare senza motivo, trattare come bestie sottoalimentate i loro simili, su cui hanno potere assoluto.

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Qualcosa di incredibile pensare che succeda oggi in questo mondo, ma stupirsi di ciò che avviene in quello che pensiamo un mondo

SPECIALI

ormai avanzato per sopportare certe bassezze dell’animo umano è un errore da cui già ci aveva messo in guardia Walter Benjamin per non abbassare troppo l’asticella dell’attenzione. L’uomo e la sua crudeltà resta tale in tutte le epoche.

ALTRE

Il documentario è costruito su tre livelli, quello delle confessioni in cui la principale è quella del ragazzo, ma anche due guardie del campo che hanno riparato in Corea del Sud si lasciano intervistare sulle nefandezze di cui si sono macchiati (costretti o meno); un secondo livello riguarda immagini di realtà rubata con due filmini presi durante un interrogatorio (allucinante) ed uno in giro per il campo; un terzo costruito con un’animazione (con bellissimi disegni) atta a ricostruire la struttura del Camp 14 ed alcune azioni raccontate dai protagonisti. Detto subito che nel film non si vedono atti di atrocità a parte le riprese rubate che ho citato, il malessere che causa la visione solo con il racconto doloroso del ragazzo è notevole; malessere che raggiunge l’apice al momento del ricordo della sua denuncia della madre e del fratello per un tentativo di fuga (mi avevano insegnato così, erano le uniche regole che conoscevo) e della loro esecuzione davanti ai suo occhi (non ho provato nulla, trovavo che ciò fosse giusto perché così ero stato educato). La brand coreana SAMSUNG naturalmente domina il product placement probabilmente casuale con notebook e telefonino, poi però sono GOOGLE MAPS e il MACBOOK ad avere un momento di centralità nel racconto e questo non so quanto fosse così inevitabile.

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Mirage à l’italienne. Raccontare la crisi 11 SETTEMBRE 2013 14:34

ALICE UNGARO

Alessandra Celesia nel ’95 a Torino vede un cartello: “Sogni un lavoro? L’Alaska ti aspetta!”. Cinque anni dopo lo tramuta in film. Produzione francese per questa docu­fiction dal sapore profondamente italiano, Mirage à l’italienne racconta cinque storie molto diverse tra loro ma con un unico filo conduttore: lasciare l’Italia. Come la mamma che getta i piccoli giù dal nido per insegnare loro a volare, così il “Belpaese” vede andar via molti dei suoi figli in cerca di una vita migliore. La crisi non è solo un fatto economico, ma una questione di valori che si sono persi e altri, più giusti, che ancora non trovano posto qui. C’è Giovanna, cinquantenne tossica, che parla ad un registratore invece che ai suoi due figli. C’è l’attrice che ha perso il lavoro e tira avanti con lavoretti saltuari; il meccanico che nasconde la propria omosessualità alla famiglia. C’è l’ex militare che ora vive con la nonna e poi il professionista con alle spalle la perdita di un figlio e un bisogno smisurato di non lasciarsi scappare nemmeno un’occasione per ricominciare a vivere. Persone e personaggi molto diversi tra loro, che in situazioni normali forse non si sarebbero mai incontrati per età ed estrazione sociale diversa, ma che in questa avventura scoprono affinità e sentimenti univoci. Hanno la forza di mettersi a nudo e di raccontare il proprio intimo vissuto a favore di un’opera che ha la naturalezza di un documentario e la costruzione diegetica di una fiction. Non si fa fatica ad immedesimarsi nelle vicende di queste persone, l’empatia è immediata (ad eccezione forse di Giovanna, che sentiamo essere un po’ forzatamente retorica). Il miraggio contenuto nel titolo rivelerà quello che, in fin dei conti, ci si aspettava fin dall’inizio, cioè che nessun lavoro fosse lì ad aspettarli in Alaska. Come reagire

RADIOBO

allora? Restare o tornare a casa? Ognuno di loro ha una risposta diversa da dare, costruendo quella ricchezza umana di cui la Celesia ha ben saputo cogliere i meccanismi intimi e sospesi. Indicativo a questo proposito il dialogo tra l’ex militare e il meccanico: “E’ stato più facile dirlo a mio padre che a te”. In quella linea di confine rappresentata dall’Alaska, tutto sarà possibile, persino recuperare un po’ di quella

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poesia che così tanto manca ormai alla cara vecchia Italia.

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Singapore, 1997: annus horribilis delle borse asiatiche. Mentre le bolle prodotte dalla finanza speculativa esplodono trasformando lavori e risparmi in brandelli di sogni, Teresa parte dalle Filippine per lavorare come

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baby-sitter presso una famiglia della middle class cittadina. Un viaggio della speranza concepito come parabola

Sep 7, 2013

di un mondo in decadenza, perché la crisi si invera solo se vista dalla prospettiva del singolo, nel suo deflagrare lento e subdolo tra la disperazione di vite svendute alla logica del profitto.

Il debutto del giovane regista coreano Anthony Chen – vincitore con questo lungometraggio della Camera d’Or

IstintoBrass

al festival di Cannes 2013 e autore già noto al pubblico del Milano Film Festival – è un’opera che lavora di

Sep 7, 2013

intrecci e risonanze, mescola echi di tragedie su scala mondiale al senso del vivere di ogni giorno e sceglie – ostinatamente, minuziosamente – il ritmo reale dell’esistenza, la spontaneità del gesto oltre l’artificio della recitazione. “Ho un atteggiamento ossessivocompulsivo nei confronti dei miei film: esigo dai miei

Paisà (1946)

anche, la più totale naturalità” (Anthony Chen). Naturale è il disfacimento progressivo di un nucleo famigliare sotto il peso di una crisi incomprensibile, che permea lo sfondo di una vicenda squisitamente intimista, ne

La proprietà

Sep 7, 2013

attori adesione totale alla sceneggiatura ma ricerco,

Sep 7, 2013

determina i risvolti drammatici ma non ne esaurisce il senso in un disumanizzante “effetto domino”. Oltre il pietismo facile, oltre una commiserazione di circostanza

Under the Sk Sep 7, 2013

– trappole narrative che Chen evita con grazia e

maestria – sono i volti di Teck, Hwee Leng, Teresa e del piccolo Jiale a “parlare” di frustrazione, gelosia, speranza, paura: testimonianze fisiche ed emotive di un

L’Intrepido

sistema, quello capitalistico, votato al fallimento; indicatori di una banalità del male che corrode i rapporti

Sep 7, 2013

tra gli individui fino a dilaniarli. Liberamente ispirato a una vicenda personale del regista – che però, ci tiene a

precisarlo, non lo considera un film puramente autobiografico – Ilo Ilo è evocazione di un luogo geografico che si fa luogo dell’anima, momento di formazione nel percorso di crescita di un bambino in crisi di affettività, metafora di una fase di passaggio oltre la quale non esistono più angoli oscuri nei quali nascondersi. La realtà coniugata secondo il tempo della perdita, della presa di coscienza, del cambiamento necessario: tempo

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Ilo Ilo [Id., Singapore 2013] REGIA Anthony Chen. CAST Koh Jia Ler, Angeli Bayani, Chen Tian Wen, Yeo Yann Yann.

DA NON PERDERE

doloroso ma raccontato da Chen con leggerezza e ironia, nel rispetto dei suoi personaggi e dei loro drammi laceranti perché “Ilo Ilo è un film piccolo ma dal cuore grande”. Cuore generoso, autentico.

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SCENEGGIATURA Anthony Chen. FOTOGRAFIA Benoit Soler. Drammatico, durata 99 minuti.

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Mercoledì 11 Settembre 2013

Milano Film Festival: una proiezione multisensoriale per rivedere un classico del fantasy, Labyrinth 11 09 2013 (Cine & TV) La 18° edizione del Milano Film Festival continua a sorprendere e a proporre esperienze nuove e coinvolgenti. Per due sere, il 10 e l’11 settembre è possibile assistere, grazie alla collaborazione con Lush e Gorilla Parfume che firma la linea profumo di Lush, alla visione di un classico del fantasy anni ’80, “Labyrinth”, diretto da Jim Henson, protagonista David Bowie nel ruolo di Jareth e una giovanissima Jennifer Connelly nel ruolo di Sarah; la particolarità dell’evento è la proiezione in odorama, un’esperienza sensoriale nuova o quasi per il mondo del cinema. Come ha raccontato all’inizio della proiezione uno dei direttori del Festival, Vincenzo Rossini, in passato sono state sperimentate proiezioni che potessero coinvolgere lo spettatore attraverso esperienze olfattive ma i risultati non sono stati esaltanti. Il Milano Film Festival, fedele al desiderio di sperimentare e provare sempre nuove strade, ha voluto regalare ai suoi spettatori, pochi data la capienza ridotta della sala, un’esperienza multisensoriale legata a un film “magico” come Labyrinth. E’ proprio come per magia lo spettatore viene catapultando con la protagonista Sarah in un mondo dove tutto è possibile; con lei attraversiamo un labirinto animato da strane creature e alla fine arriviamo nel castello multidimensionale di Jareth, il re dei Goblin dove Sarah dovrà lottare per poter riportare a casa il piccolo fratellino. Quasi magicamente, attraverso la diffusione in sala di essenze profumate della linea Gorilla Parfume di Lush, sembra che quel mondo fantastico si concretizzi, creando un’atmosfera unica. E’ vero, è ancora un esperimento e per questo ancora da perfezionare e migliorare ma è apprezzabile lo sforzo compiuto nel percorrere una nuova strada, nel voler sfidare i limiti conosciuti e provare a proporre nuove soluzioni a spettatori curiosi di vivere esperienze creative. Il Milano Film Festival sostiene da sempre questo desiderio di scoperta e di sperimentazione, sostenuto da sempre nuovi partner come Lush e Gorilla Parfume che hanno colto al volo un’occasione per far vivere grazie ai propri prodotti un’esperienza unica agli amanti di un classico come Labyrint. Gli spettatori potranno poi, incuriositi dalla proiezione, ritrovare i profumi odorati nel corso della proiezione presso i negozi Lush o sul sito www.lush.it (Tamara Anna Malleo)

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"LICKS" DI JONATHAN SINGER­VINE AL MILANO FILM FESTIVAL 2013 Mer c oledì, 11 Settembr e 2013 Cater ina Paolinelli

Film in concorso, categoria lungometraggi. Opera del regista e scrittore californiano, classe 1989, Jonathan Singer­Vine cresciuto a Berkeley, in California. Licks è il suo primo lungometraggio.

► Cinema film

► Recensioni ► Film cinema

LICKS regista Jonathan Singer­Vine produzione Boy in the Castle Pictures produttore Jonathan Singer­Vine, Niko Philipides distribuzione Carlo Fox sceneggiatura Jonathan Singer­Vine, Justin Robinson interpreti Stanley Hunt, Koran Streets, Tatiana Monet, Devon Libran, Les Aderibigbe, John Stallings, Skipper Elekwachi, Santiago Pratt, Ava Reina, Theresa Anderson­Downs musiche Ian Ericksen, Deloren Janae montaggio Vinnie Hobbs fotografia Rob Witt sound editor Tony Crowe, Vinnie Hobbs America. Quartieri poveri, abitati da neri. Ragazzi che stanno diventando uomini. Spacciano e usano droghe, rapinano minimarket di terz’ordine, si fanno la guerra tra bande ammazzandosi tra loro come cani. Finché uno di loro, D., viene arrestato e “sbattuto dentro” per due anni. Quando esce, subito i vecchi “amici” vanno ad informarlo degli ultimi avvenimenti: chi lo ha tradito e chi era dalla sua parte, che fine ha fatto la ragazza con cui stava, e così via… anche il prete lo cerca, gli regala dei soldi e la Bibbia, ma il buon Pastore dovrà aspettare molto tempo per riavere indietro questa pecorella smarrita. D. riprende la sua vecchia vita: rapina, spaccia, fracassa case con una mazza da baseball e partecipa più o meno a operazioni criminali. Frequenta però settimanalmente l’assistente sociale continuando a ripetere a tutti i suoi “amici” che è in libertà vigilata e a se stesso che non vuole tornare dentro. Evidentemente è vero perché D. inizia a pensare e ad agire diversamente dal resto del branco. Così, il giorno che gli affidano una puttana di 14 anni da portare a battere, lui la consegna ai servizi sociali. Poi salva un amico che la banda vuole far fuori aiutandolo a scappare e affida ad una famiglia per bene la figlia in fasce della sua ex­ fidanzata (restiamo con il dubbio se D. sia o meno il padre della bambina) diventata nel frattempo eroinomane. Il film si conclude con D. che riempie un modulo di assunzione nello stesso minimarket dove era stato arrestato per rapina due anni prima. Una storia di redenzione del tutto lineare, logica, scontata e davvero prevedibile. In più raccontata in due interminabili ore. Il cast è buono, gli attori sono tutti molto bravi e la recitazione assolutamente naturalistica, ma l’ensemble stanca. I dialoghi sono ripetitivi e molto pesanti. Certo, vista l’ambientazione e le tematiche, è normale l’utilizzo in dosi massicce di parole volgari, ma a volte i silenzi non guastano. Pestaggi a ripetizione, scene di violenza una dopo l’altra e patetismi superflui: uno per tutti la storia del tossico­spacciatore che va in giro a spaccare la faccia a tutti e poi torna a casa e si prende cura della nonna. Si, senza dubbio, tutto è plausibile; ma non è detto che ciò che può essere sia anche interessante. Il cinema rappresenta la vita, visioni del reale, non il reale fine a se stesso altrimenti si va verso un altro genere. Si percepisce che il regista è giovane. Manca profondità nella cura della storia e alcuni personaggi sono assolutamente tagliati con l’accetta. Troppi accenni a cose non portate in territori interessanti: come la scena della ragazza nel motel che viene fatta prostituire dal fidanzato. Si avverte la necessità di un po’ più di coraggio nello scegliere bene cosa serve e cosa no. “Kill your babies” dicono gli sceneggiatori di Hollywood… beh con tanta gente che è morta in questo film, non si potevano eliminare anche un paio di sequenze e qualche battuta di troppo?

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Milano: musica d’avanguardia con l’Ouverture di Elita 11 settembre 2013

Una quindicina gli eventi in calendario per dieci giorni all’insegna del pop d’avanguardia. Milano accoglie l’Ouverture di Elita, progetto musicale itinerante che ospita tra gli altri Prins Thomas e gli intramontabili De La Soul Comincia accompagnando il Milano Film Festival. Si chiude nei giorni caldissimi della settimana della moda. È l’Ouverture intonata da Elita, cartellone di eventi trasversali che miscela elettronica d’autore e pop d’avanguardia, proponendo eventi ad alto tasso di innovazione. Più che un semplice festival un vero e proprio progetto multidisciplinare, articolato secondo più linguaggi espressivi ed accolto in diversi angoli della città. Una quindicina gli eventi in calendario: partendo giovedì 12 settembre con l’inaugurazione di un nuovo spazio in zona Navigli e chiudendo domenica 22 con la lunga maratona in musica che anima il Teatro Franco Parenti, accogliendo la performance dello “space-dj” norvegese Prins Thomas e quella di Tim Sweeney. Un appuntamento incorniciato nella visionaria scenografia interattiva disegnata per

Ouverture da Marco Klefisch, che gioca in modo spettacolare con lo stage del Parenti. Gli spazi sconfinati di una stamperia storica, azienda simbolo della Milano che fu. Oggi riconvertiti a piattaforma per eventi e concerti, in quella fetta di città che tra Lambrate e via Ventura sta vivendo una stagione di intrigante riscoperta. L’area ExBazzi è scenario per il grande party con cui Elita celebra il diciottesimo compleanno del Milano Film Festival: dj set in salsa caraibica per il Trojan Sound System, nome di punta per la scena reggae e rocksteady europea. Ma gli ospiti più attesi di Ouverture sono senza dubbio i De La Soul, collettivo statunitense che a inizio Anni Novanta ha reinventato il modo di fare hip-hop contaminandolo con il jazz. Un gruppo di portata fondamentale per l’evoluzione del rap, in scena al Franco Parenti sabato 21 settembre per presentare “Get Away”, singolo che prelude all’uscita di un album – previsto per fine 2013 –che promette sonorità vicine a quelle dei Wu Tang Clan.

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MFF 18 – Towheads by Shannon Plumb settembre 11, 2013

Posted by L.

Category: FILM&CO.

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Towheads è uno dei lungometraggi in concorso alla 18ª edizione del Milano Film Festival. L’opera prima della regista Shannon Plumb si rivela piacevole e divertente e la Plumb – che oltre a curare la regia interpreta la protagonista Penelope – riesce a catturare lo spettatore e trascinarlo nella sua delirante ricerca di “vita”.

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Shannon Plumb ad Penelope in Towheads

Il film narra le vicende di Penny, mamma dei due “biondini” Cody e Walker e moglie di Matt (interpretato dal più conosciuto regista Derek Cianfrance, marito della Plumb e director di Come un tuono con Ryan Gosling, Bradley Cooper ed Eva Mendes), direttore teatrale e quasi sempre assente per la sua famiglia e per questo mai inquadrato in volto. Penny è una splendida mamma ma dalla vita vorrebbe qualcosa di più e per questo si trova a cercare qualsiasi lavoro le capiti a tiro, dalla pole dancer al Babbo Natale in strada, situazioni che tutte le volte la mettono in imbarazzo e contribuiscono alla riuscita del film in quanto conferiscono una comicità disarmante alla trama. La noia, uno dei peggiori drammi che una casalinga possa trovarsi ad affrontare, è il motore della trama e mette in circolo una serie di gag tragicomiche che creano empatia tra lo spettatore e il personaggio principale. I parecchi rimandi alla storia del cinema – con richiami a Charlie Chaplin e Buster Keaton, verso i quali Shannon Plumb mostra una profonda ammirazione – fanno della pellicola un’interessante caccia al tesoro per i cineasti più esigenti. Se state seguendo il Milano Film Festival o se anche sarete solo di passaggio a Milano il prossimo 14 settembre vi consiglio di vedere Twoheads, non ve ne pentirete. L’appuntamento è allo Spazio Oberdan alle ore 19. Seguite Soapmotion su Facebook, Twitter e Instagram e se ne avete voglia inviateci le vostre impressioni sul film, saremmo davvero curiosi di sapere cosa ne pensate.


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Milano Film Festival. Cinema indipendente, spazi condivisi! Torna per la sua 18esima edizione il Festival dedicato al cinema indipendente, che attiva gli spazi cittadini e offre tanti eventi collaterali di Manuela Di Paola 11 settembre 2013 Like

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di smalti più trend stagione, tanti colo ogni giorno unghie colorate!

del cinema”. Film in concorso, varie sezioni (The Outsiders, Colpe di Stato) ma non solo: anche workshop, proiezioni speciali e musica. Tanta musica. Perché i diciott’anni vanno festeggiati come si deve. E il 15 settembre,

Costumi da bagn Estate 2013

ovviamente, si assegnano i premi. I più importanti? Il Premio Aprile e quelli per il migliore

cort omet raggio e lungomet raggio .

Se non avete anco chiare circa il mod da bagno più adat volete risparmiare un'occhiata alla co H&M 2013.

Eventi collaterali: il Festivalino dei bambini Non poche le iniziative collaterali legate al MFF. Bellissimo il Milano Film Fest iv alino, l’evento con proiezioni, giochi e animazioni dedicati ai più piccoli. La cornice è quella bellissima della Cascina Cuccagna (ingresso libero) e i giochi sono quelli irresistibili

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messi a disposizione da I maginarium, partner del Festivalino. I maginarium, il 14-15 set t embre dalle ore 16.00, organizza anche altri due laboratori creativi: in Facciamo

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un film? vedremo i nostri bambini alla presa con le riprese di un cortometraggio, con tanto di accessori e strepitosi costumi Imaginarium. E in Un pomeriggio da Oscar assisteremo alla loro sfilata sul tappeto blu per essere premiati col prestigioso premio cinematografico. Piccole star crescono.

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Milano Film Festivalino e Imaginarium

Mostra del Cinema di Venezia a “Sacro GRA”

Informazioni, orari e programma: milanofilmfestival.it Like

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Milano Film Festival 2013: Mirage à l'italienne

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Home | Arte | Cinema | Letteratura | Musica | Moda & Lifestyle | Teatro | New M Milano Film Festival 2013: Mirage à l'italienne Silvia Romeo ‐ 11.09.2013 Share Share Share Share Share Share More

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Tags: Milano Film Festival, Alessandra Celesia, Mirage à l'italienne Un documentario sulla crisi economica?Non solo. Un film sull'Italia dei nostri giorni? In parte. Il documentario di Alessandra Celesia ci mostra un lato del nostro paese orgoglioso e poetico al tempo stesso.

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MILANO FILM FESTIVAL, “LEJ EN FAMILIE A/S”

CINEMA

FESTIVAL 2013

L’originale documentario del danese Kaspar Astrup Schröder, ospite della sezione The Outsider, sarà proiettato stasera 11 settembre a Parco Sempione di Mario Pellizzari - 11 settembre 2013

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belli i Milano Film Festival con il Gore matrimoni Vidal di Nicholas Wrathall e gli con l’infilata adolescenti di “In Bloom” di zie impaillettate SiciliAmbiente, documentari per la e i nodi alle sopravvivenza cravatte sempre più Mix Festival, “Joy! Portrait Of A Nun” lenti ogni grappino che va giù, la migliore amica della sposa lanciata in un discorso sconfusionato che genera fiumi di lacrime e un onda di volemose bene. È così a tutte le latitudini, Giappone compreso. Solo che lì, se ti guardi intorno e scorgi Mr Ryuichi, le cose potrebbero non essere come sembrano. Perché lui fa un mestiere particolare: affitta padri, mariti, sorelle, anche famiglie intere con tutti i parenti, secondo le varie necessità dei clienti. Il documentarista danese Kaspar Astrup Schröder ha seguito Mr Ryuichi per mesi realizzando Lej En Familie A/S, ospite della sezione The Outsiders delMilano Film Festival 2013 e in proiezione stasera 11 settembre alle 21:30 al Parco Sempione.

Lej En Familie A/S


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Ma perché mai qualcuno dovrebbe mentire al nuovo coniuge sulla sua famiglia, evitando di dire magari che è orfano, e circondarsi di sconosciuti figuranti il giorno delle nozze? Semplice: per non deludere, o meglio ancora, non mettere in imbarazzo. Perché la solitudine non è una bella cosa da mostrare, soprattutto in certe occasioni, e in certe culture. Ryuichi lo sa bene, perché nonostante moglie e figli, ne è immerso anche lui fino al collo. Il regista alterna il racconto delle prestazioni professionali di questo singolare “affitta famiglie” a uno sguardo ravvicinato sula sua storia personale, provando in realtà anche a rendere conto dalle peculiari leggi che regolano la società nipponica.


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Milano Film Festival 2013: il programma, giovedì 12 settembre Scritto da: Arianna Ascione ­ giovedì 12 settembre 2013 Tweet

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In programma il live painting al Parco Sempione, la presentazione di Are you Series?, "Closed Curtain" e "Sur le Rivage du monde" I MAGAZINE DI BLOGO

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Ultimi giorni al Milano Film Festival. Alle 15 presso lo Spazio Oberdan, per il concorso lungometraggi, sarà proiettato il film greco di Elina Psykou, The Eternal Return of Antonis Paraskevas (h 15 Spazio Oberdan). A seguire, Habi, la extranjera di Maria Florencia Alvarez, selezionato alla Berlinale, presentato dalla regista (h. 20.30 Teatro Strehler, replica), Ilo Ilo di Anthony Chen (h.

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22.00 Triennale ­ Teatro dell’arte, replica) e per concludere, Terra de ninguém di Salomè Lamas (h. 22.45 Teatro Studio, replica).

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Tornano, per il concorso cortometraggi, il Gruppo H (h. 17.00 Teatro Strehler) e il Gruppo G (h. 22.30 Teatro Strehler), mentre per l’omaggio a Sylvain George, si potrà vedere il lungometraggio Vers Madrid – The Burning Bright! (Scenes from the Class Struggle and the revolution), un ‘cinegiornale’ che mostra il movimento degli Indignados (h. 15.00 Teatro Studio). A seguire Les

Rosant Electro Guarda

Éclats (h. 19.00 Spazio Oberdan, replica). Les Chebabs de Yarmouk di Axel Salvatori­Sinz, (h. 17.00 Spazio Oberdan, replica) e Sur le Rivage du monde di Sylvain L’Espérance (h. 21.00) saranno le pellicole protagoniste di Colpe di www.02blog.it/post/50709/milano-film-festival-2013-il-programma-giovedi-12-settembre

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12/09/13

Milano Film Festival 2013 | programma | giovedì 12 settembre

Stato, mentre per gli ‘outsiders’ ci sarà A Band Called Death di Mark Covino e Jeff Howlet (h. 15.00 Teatro Strehler, replica) e Closed Curtains di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi (h. 20.00 Teatro dell’arte). Chiuderà la serata Midsummer Night’s Tango di Viviane Blumenschein (h.

La villa è a Mil vendut

21.00 Teatro Studio, replica). Infine continuano le celebrazioni per il 18mo compleanno del MFF: alle 15.00 in Scatola Magica appuntamento con The Platinum Collection, Identità; seguono alle 17.00 Memoria e alle 20.30 Le

Via Cat di Mila

origini – vol. II (1996 – 2003). Alle 21.00 in Parco Sempione è la volta della sezione Grandi Speranze, Tutti di famiglia. In contemporanea il Milano Film Festival incontrerà Lucha Libre. Alle 22.30 ci si sposta in Scatola Magica, per The Platinum Collection, Gioco e a Mezzanotte si tornerà in Parco Sempione per Ebollizione.

Concerti giovedì 12 settembre al Milano Film Festival Oggi alle 18.30 sul Sagrato ci sarà Nina Karaybi e il dj set di Tommaso Toma. In Parco Sempione si esibirà invece Erlend Oye preceduto da Sarah Stride, e a seguire alle 22.30 Missin Red djset. Sempre in Parco Sempione, dalle 21.00, prenderà il via una sessione di live painting in cui 18 illustratori e illustratrici rielaboreranno il lavoro di 18 autori che hanno partecipato al Milano Film Festival. Leggi anche: Milano Film Festival 2013

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Preoccupata e oppressa: è l’Italia vista da Sylvain George, NEWSLETTER regista di frontiera con una predilezione per le cronache urbane. Deus ex machina del workshop per videomaker del Milano Film Festival nome email

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Scritto da Francesco Sala | giovedì, 12 settembre 2013 · Lascia un commento

Sylvain George a Milano

L’ha fatto in Francia: a Parigi ma anche a Lione. E l’ha replicato in Portogallo, nella sperduta Abrantes. Ora tocca a Milano. Porta in Italia il suo metodo di lavoro Sylvain George, special guest di un Milano Film Festival che l’ha visto crescere: accogliendone i primi lavori, premiandolo e sostenendolo; richiamandolo, oggi che è regista affermato, per omaggaiarlo con una retrospettiva e chiedergli di condurre un workshop per giovani cineasti. Selezione dura, scrematura di una decina di fortunati partecipanti; indottrinamento via Skype – filmografia ma soprattutto bibliografia consigliata – e in questi giorni di festival via ai lavori. Obiettivo: raccontare la città. Intense sessioni camera in spalla, condivisione del materiale raccolto e opportune riflessioni; una settimana di tempo per sfornare un corto ciascuno, presentato in chiusura di rassegna al

SONDAGGIO Qual è l'artista italiano contemporaneo più sottovalutato? Gastone Novelli Giuseppe Chiari Pinot Gallizio Pietro Consagra Domenico Gnoli Mario Schifano Emilio Isgrò Giosetta Fioroni Vincenzo Agnetti

pubblico del festival e poi destinato a vivere di vita propria. Dalle immagini che stanno confluendo al tavolo di lavoro, accolto dalla Fabbrica del Vapore, emerge “un sentimento di oppressione, di fastidio nei confronti della ripetitività soffocante della quotidianità”. Così George, che ci spiega come negli sguardi dei giovani registi che lo circondano in questa avventura milanese si leggano “preoccupazioni comuni” a quelle riscontrate un po’ ovunque in Europa, segno della pervasività di una “ideologia dominante” che lascia pochissimi margini di azione. La reazione, specificità tutta italiana, si esprime attraverso una fuga dalla realtà: “è comune il desiderio di luoghi utopici, anche se si tratta di utopie fragili. Squat occupati destinati ad essere sgombrati, oppure segreti giardini urbani”. Isole di effimera serenità. ­ Francesco Sala


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Milano Film Festival 2013: per i più piccoli il divertimento è al Festivalino Giovedì 12 Settembre 2013, 07:00 in Eventi di Mirko Cafaro Mi piace

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Piccoli attori e registi crescono al Milano Film Festivalino 2013. Ecco il programma e tutte le informazioni utili.

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Anche i più piccoli possono divertirsi al Milano Film Festival (5­15 settembre 2013): a loro, infatti, è dedicato il "Fetivalino", un evento organizzato grazie alla collaborazione con il brand spagnolo Imaginarium nel bellissimo scenario naturale di Cascina Cuccagna. Proiezioni, giochi e animazioni dedicati a cortometraggi animati intratterranno così i bambini e li educheranno alla fruizione del cinema. Annunci Google

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In particolare il programma prevede: Sabato 7 e domenica 8 settembre proiezione dalle ore 15.00 Sabato 14 e domenica 15 settembre proiezione dalle ore 15.00 laboratori dalle ore 16.00 Ma non è finita qui: il weekend del 14 e 15 settembre, infatti,

Milan Film Fes giorni di cinem incontri

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i bambini saranno coinvolti in divertenti laboratori creativi, pensati per vivere la magia del cinema attraverso il gioco. I piccoli futuri attori e registi diventeranno protagonisti di un "pomeriggio da Oscar". Nel primo workshop chiamato "Facciamo un film?" i piccoli verranno dotati di tutti gli strumenti del mestiere (Ciak, megafono, costumi) e gireranno dei veri e propri cortometraggi in cui saranno loro stessi gli attori principali. Subito dopo, verrà realizzato un divertente shooting

Notte dei ricer Ca' Foscari tra sapere

fotografico con i piccoli attori.

Previsioni me 2 settembre 20 d'estate

Nel secondo laboratorio, "Un pomeriggio da Oscar", i bimbi verranno insigniti del prestigioso premio "Oscar" per il lavoro svolto nel workshop precedente e potranno vivere un'emozione da vera star con un'esclusiva sfilata sul tappeto blu. Attenzione: la partecipazione all'intera rassegna e ai laboratori è completamente gratuita e non prevede alcun tipo di prenotazione!

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Milano Film Festival 2013 (/FocusesTexts/FocusIndex/7) Ieri, 20:59

"Upstream Color"

Sublime e supponente di Andrea Chimento

Gli applausi della stampa americana o le pesanti critiche ricevute all’ultima Berlinale? Difficile

capire da che parte stia la ragione con Upstream Color, opera seconda dello statunitense Shane

Carruth, che arriva al Milano Film Festival dopo aver diviso e fatto discutere appassionati e addetti ai lavori di tutto il mondo.

Repellente e affascinante al tempo stesso, a partire dal confuso soggetto, Upstream Color racconta di una giovane gallerista d’arte, Kris, che viene drogata da uno sconosciuto: l’uomo le somministra una sostanza in grado di alterarne la volontà con lo scopo di prosciugare il suo conto in banca. Una volta guarita, Kris rimane intrappolata in qualcosa che non riesce a capire, fino a quando incontra Jeff, una sorta di broker che sembra affetto dai suoi stessi problemi. Nove anni dopo il suo curioso esordio, Primer (Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2004), incentrato sui viaggi nel tempo, Shane Carruth punta ancora più in alto rischiando, eccessivamente, di cadere. Upstream Color è una visione, senza dubbio controcorrente sperimentale direbbero alcuni - in grado di far riflettere e di suscitare le opinioni (oltre alle interpretazioni) più disparate.


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Se la fotografia sfiora il sublime (per uso delle luci ricorda quella dell’ottima serie tv britannica Utopia, ideata da Dennis Kelly), la narrazione appare poco coinvolgente e ancor meno

“sanguigna”, incapace di stupire come avrebbe potuto e voluto.

I limiti di un film con diversi pregi, si ritrovano in un atteggiamento autoriale troppo supponente: Carruth lancia qua e là diversi tasselli che, troppo abbandonati a se stessi, non riescono a dar vita a un mosaico sufficientemente armonico. Incorniciato da due lunghe sequenze completamente mute (salvo per la colonna sonora realizzata dallo stesso regista), il film rischia di incartarsi troppo nella parte centrale, nei momenti in cui la

sceneggiatura si affida più alle parole che alle immagini.

Nel cast meglio Amy Seimetz dell’instancabile Shane Carruth, che - oltre a essere produttore, regista, sceneggiatore, montatore e compositore del suo film - continua, con esiti decisamente

discutibili, a voler essere protagonista anche davanti alla macchina da presa.

Nella stesso focus: "Mirage": vero, falso, reale (/FocusesTexts/view/Mirage_vero_falso_reale) di Valentina Alfonsi 18 anni con stile (/FocusesTexts/view/18_anni_con_stile) Tweet

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MIRAGE A L'ITALIENNE, sognando l'Alaska Così come fece la sua regista negli anni '80, anche i protagonisti di "Mirage a l'italienne" cercano lontano dall'Italia un futuro migliore. Stanche della loro vita a casa (in questo caso, Torino), soggiogate dalla crisi (economica e/o personale), alcune persone si appigliano a una proposta di lavoro esotica (l'Alaska!) per cercare un nuovo futuro. Come sempre, o come spesso accade, è solo una piccola spinta verso il cambiamento quello di cui necessitiamo per dare nuova linfa alle nostre vite... Alessandra Celesia, italiana a Parigi, racconta una storia profondamente legata all'oggi, con la crisi sempre più opprimente e un futuro possibile sempre più fosco, in cui il miraggio (vero, verosimile o presunto che sia) di un lavoro in un altro luogo diventa ancora di salvezza. Poco importa se la prima parte del documentario, quella torinese, procede un po' a fatica, tra improvvisazioni (mal) ricostruite e un lento percorso di avvicinamento nella conoscenza dei personaggi. Quando i colloqui per il lavoro

Links: » Mirage a l'Italienne » Alessandra Celesia » Milano Film Festival 2013

proseguono, e la partenza si avvicina, "Mirage a l'italienne" prende vita e diventa sempre più coinvolgente. E quando in Alaska finalmente si arriva... Il senso dell'operazione, il suo significato più profondo, è nelle parole della stessa regista: "Il mio paese ­ spiega ­ non ha bisogno di un altro reportage scandalistico, di una dichiarazione aperta di guerra, di uno scoop passeggero che tira in causa piaghe ben note. Il mio paese ha bisogno, oggi più che mai, di poesia". 12/09/2013, 15:28

Carlo Griseri

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MFN presenta un workshop sul cinema sperimentale UNA STORIA DEL CINEMA: visioni e incontri sul cinema sperimentale a cura di Rinaldo Censi e con interventi di Sandra Lischi e Marco Maria Gazzano. È il nuovo workshop ­ in programma dal 3 al 31 ottobre presso la Fabbrica del vapore ­ organizzato dal Milano Film Network, la rete al servizio al servizio del cinema indipendente italiano e internazionale, in collaborazione con Invideo, Filmmaker e Comune di Milano – settore Cultura. Il titolo scelto per questo laboratorio ha un significato ben preciso: così si intitola la retrospettiva (e poi il catalogo) che Peter Kubelka cura per il Centre Pompidou, nel 1976, all'epoca della sua apertura, sotto lo sguardo attento di Pontus Hulten. L'elenco dei cineasti presente farebbe rabbrividire qualunque studioso del cinema. Niente Rossellini, niente Godard, niente Hitchcock, niente Welles. Compaiono invece in sequenza un serie di nomi e di artisti come Fernand Léger, Marcel Duchamp, Man Ray, Ralph Steiner, Maya Deren, Stan Brakhage, Gregory Markopoulos, Andy Warhol, Paul Sharits, Robert Breer, Michael Snow. La retrospettiva e il catalogo comprendono quei filmmaker spesso rinchiusi in quel ghetto che porta il nome di “cinema sperimentale”, a cui solitamente le storie del cinema dedicano sporadiche pagine. Per Kubelka invece non vi è nulla di “sperimentale” in tutto questo. Quei nomi definiscono la vera e unica storia del cinema. Durante il workshop si cercherà di capire perché.

Links: » Invideo 2013 » Filmmaker Doc Film Festival 20

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Aperto a tutti e a numero chiuso (riservato a un massimo di 30 partecipanti), il workshop prevede una quota di iscrizione di 50 euro. Le iscrizione dovranno essere effettuate entro il 29 settembre 2013 compilando l'entry form a questo link. 12/09/2013, 11:47

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Giovedì 12 Settembre 2013

C’è crisi? Tutti in Alaska a pescare salmoni allora! L’incredibile avventura di alcuni connazionali in un documentario presentato al MFF: Mirage à l’italienne “Ho venduto un sogno, ma anche se non si è realizzato nel modo sperato, ha comuque lasciato qualcosa di positivo a tutti” dice Alessandra Celesia, regista di Mirage à l’italienne, documentario in concorso nella sezione lungometraggi del Milano Film Mirage à l’italienne

Festival, che segue il destino di cinque italiani in cerca di un’opportunità all’estero per un futuro migliore.

A Torino, nel 1995, durante un altro periodo di crisi, subito dopo tangentopoli, su tram e autobus compare un annuncio: “Cerchi lavoro? L’Alaska ti aspetta”. “Mi era rimasto impresso – dice la regista ­ e, quando mi hanno chiesto se avevo qualcosa da raccontare sull’Italia, ho pensato fosse perfetto per descrivere l’attualità. Ho contattato un’azienda di salmoni in Alaska e riproposto gli stessi annunci pubblicitari”. Ci sono state un numero impressionante di richieste, nel film si assiste ai colloqui di selezione ed emerge un diffusissimo desiderio di fuga: “Abbiamo parlato con persone disperate, imbestialite, che avevano voglia di sfogarsi ed era solo il 2010, chissà cosa succederebbe ora?”. Non lo vuole definire un esperimento sociale (cinque mesi e 190 mila euro di budget), ma “un ibrido, un reality che tende alla fiction, forse. Ho presentato un’idea delirante ai produttori di un canale televisivo francese, Canal Art, proponendo un work in progress che non si sapeva bene dove sarebbe andato a finire. E’ stato inusuale, di solito un documentario si fa su qualcuno, stavolta non avevo i personaggi, perché sarebbero stati i candidati che rispondevano all’annuncio”. C’è una sottile linea che separa la realtà dal cinema del reale e spesso la presenza di una cinepresa cambia tutto, eppure l’empatia è tangibile e la regista rimane invisibile: “Prima delle riprese ci siamo presi un mese per conoscerci e osservarci. I personaggi si devono appropriare del film dovevano essere disponibili e aver voglia di farlo, erano implicati nel processo in modo tale che potessi filmare i loro momenti quotidiani e intimi in modo spontaneo. Non sono partita da una sceneggiatura, la scrittura è avvenuta solo in fase di montaggio. Avendoli scelti per quello che erano avevo intuito che c’erano delle potenzialità, durante l’avventura in Alaska, per esempio, si è creato una sorta di rapporto padre/figlio tra due personaggi, l’uno orfano di padre e l’altro che aveva perso un figlio. È come piantare un fiore in un vaso, devo stare attento a non stringerlo troppo, è un aggiustamento della realtà, il desiderio di darle un altro statuto, una bellezza e un livello metaforico, guardando con gli occhi del sentimento e farlo passare nello spettatore. Non il dolore per il dolore, ma raccontare la fragilità rendendola eroica”. Un “documentario di creazione” è fatto di osservazione, ma soprattutto di relazione, che comporta fiducia e condivisione. “Nel lavoro del documentarista c’è un coinvolgimento umano maggiore, metti piede nella vita di qualcuno e, inevitabilmente, qualcosa cambi, specialmente in situazioni di fragilità, e quando ne esci è un vuoto per entrambe le parti che stanno al di qua e al di là della camera”. Alessandra Celesia è un’italiana trapiantata in Francia, per esigenze affettive e professionali, talento prestato al cinema dal teatro che ha vinto nel 2011 il premio Miglior Documentario al 53esimo Festival dei Popoli di Firenze con il doc Le libraire de Belfast. Per il futuro ha una speranza, che “con la vittoria di Rosi a Venezia ci sia una maggior distribuzione di questo genere nelle sale. Questo tipo di documentario non è fatto per la tv, va visto sul grande schermo, lo hanno

LA RIVISTA FESTIVAL

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CINEMATOGRAFO I 12 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

Questo tipo di documentario non è fatto per la tv, va visto sul grande schermo, lo hanno dimostrato Segre, Garrone, ma prima Pasolini. Mi sembra stia crescendo l’interesse in Italia, piuttosto che in Francia, non solo tra gli intellettuali, in fondo siamo abituati al Neorealismo, siamo preparati alla frontiera”.


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MILANO FILM FESTIVAL: come i giovani autori intendono la crisi By giulia.c – 12 settembre 2013

Il Milano Film Festival è da sempre un luogo nel quale si misurano le tendenze del cinema contemporaneo, soprattutto perché in concorso vengono ammesse principalmente opere prime e seconde. Tenendo fede a questo principio, si può osservare quanto i giovani autori sentano l’esigenza di esprimere il proprio punto di vista sulla crisi, non intesa solo come il risultato di scelte economiche e finanziarie sbagliate, ma piuttosto come inevitabile conseguenza di un modello sociale e culturale che sta definitivamente crollando. A tal proposito non si può che partire dalla Grecia, rappresentata quest’anno dal lavoro di Elina Psykouche propone il suo complesso film The Eternal Return of Antonis Paraskevas già presentato al Festival di Berlino. La storia racconta di uno dei più famosi presentatori della Tv privata greca che viene licenziato. Ma Antonis Paraskevas è stato nutrito dalla fama, ha confezionato la sua vita in modo che fosse essa stessa un grande spettacolo, quindi decide di tornare alla ribalta facendo finta di essere stato rapito. In realtà attende con pazienza in lussuoso albergo abbandonato di essere compianto dai colleghi giornalisti e dai suoi fan, fino a quando non riterrà opportuno essere “liberato”. Il momento però sembra sempre sfuggire e così Antonis si perde in una spirale psicotica nel tentativo di far coincidere il mondo del piccolo schermo con la realtà. E’ inquietante quanto questo film sembri mimare i peggiori difetti della cultura nostrana, come se fosse inevitabile che una volta tolto il velo dell’illusione di benessere restasse solo qualcosa di ineffabile che si tenta di affrontare ed acchiappare allo stesso tempo. La giovane regista crea un gioco di contrasto tra l’Antonis reale e quello televisivo. Le due entità sembrano essere la stessa persona, ma pian piano la differenza fisica li allontana definitivamente. I due, non solo non sono più la stessa cosa, ma sono agli antipodi e allora un Antonis anziano, pelato e malvestito oscilla tra la volontà di inseguire il lindo ed ammiccante uomo barbuto che sta al di là dello schermo e la volontà di sfuggirgli. Ancora una volta i mass media vengono demonizzati dall’arte cinematografica, ma in questo caso ci si sofferma sulla solitudine dell’uomo senza uno dei paletti fondamentali della così detta società del benessere. Il gioco messo in atto dalla sceneggiatura rende il protagonista doppio e solo al contempo. Lunghe carrellate e toni cromatici estremamente freddi enfatizzano l’angoscia di un personaggio che rappresenta un intero paese. Si dice spesso che l’ideogramma cinese della parola crisi è lo stesso della parola opportunità. Sembra essere particolarmente vero per il regista Anthony Chen, rivelazione del Festival di Cannes di quest’anno, che porta al Milano Film Festival il suo primo lungometraggio Ilo Ilo. Non sorprende che questo suo lavoro sia stato tra i più apprezzati della rassegna, soprattutto perché il regista ventottenne dimostra una delicatezza ed una maturità davvero rara e sorprendente. Anthony Chen sceglie di ambientare la sua pellicola nel 1997, facendo riferimento ad uno dei momenti più duri della finanza cinese e tentando di assorbire le paure e il senso di incertezza basandosi principalmente sulle proprie memorie. Eppure questo talentuoso cineasta riesce a costruire la crisi dell’identità rifacendosi agli aspetti più semplici della vita comune. La narrazione comincia quando la madre di Jail, che aspetta il suo secondogenito, decide di assumere una domestica filippina. All’inizio Jail rifiuta sia l’autorità intransigente della madre sia la gentilezza della giovane bambinaia Terry, ma pian piano il bambino si affeziona alla nuova arrivata, rendendo così insicura la madre. Intanto il padre perde il lavoro e deve ricercare la propria identità e il proprio posto all’interno della società e della famiglia, mantenuta soltanto grazie al lavoro dell’infaticabile moglie. Il macrocosmo della cultura


CINEQUANON I 12 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

cinese di fine anni novanta viene rappresentato con delicatezza e precisione da questa normale famiglia, alle prese con i problemi di tutti i giorni. L’identità e la ridefinizione del sé sono al centro della riflessione del giovane regista, che ci riporta a scoprire che nessuno può farcela da solo e che con lo sguardo attento a cogliere impercettibili mutamenti dei personaggi e mai pregiudizievole, crea un mondo che ha un profumo intenso di verità e di cose quotidiane. La sfida sembra essere vinta dall’autore, il quale riesce a spogliare di retorica un lavoro estremamente poetico, simbolo del fatto che forse la cosa più eccezionale che un regista può fare in questi tempi è parlare delle persone rivolgendosi ad esse. da Milano, Giulia Colell


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In occasione della 18esima edizione di Milano Film Festival ( fino al 15 settembre), Imaginarium presenta Festivalino, evento davvero speciale pensato per i bambini, dove cultura e divertimento, creatività e passione si fondono. Dunque, tornano anche quest’anno proiezioni, giochi e animazioni dedicati ai più piccoli. Sabato 14 e domenica 15 settembre le famiglie potranno raggiungere Cascina Cuccagna, dove alcuni cortometraggi animati intratterranno i bambini. Subito dopo le proiezioni, Imaginarium presenterà “Pomeriggio da Oscar”, laboratori creativi pensati per vivere la magia del cinema attraverso il gioco. Dalle ore 16, i piccoli futuri attori e registi parteciperanno prima a “Facciamo un film?” con uno speciale regista d’eccezione, dotato di tutti gli strumenti del mestiere (Ciak, megafono, costumi), che girerà dei cortometraggi realizzati dai bambini. Imaginarium fornirà accessori e costumi e verrà realizzato un divertente shooting fotografico.

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Poi, si terrà “Un pomeriggio da Oscar”, dove i bambini verranno insigniti del prestigioso premio per il lavoro svolto nel workshop precedente e potranno vivere un’emozione da vera star con un’esclusiva sfilata.

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Milano Film Festival: Mirage à l’italienne e le nuove frontiere del documentario Michele Chighizola

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anteprima italiana al Milano Film Festival, Mirage à l’italienne è il terzo lavoro di Alessandra Celesia, documentarista italiana che lavora in Francia e che si era già fatta notare nel 2011 con l’interessante Il Libraio di Belfast. Classe 1970, la regista ha da sempre alternato il lavoro dietro la cinepresa con il teatro, per il

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SCRITTO DA

quale, in Francia, è stata sia attrice che direttore artistico. E proprio (e paradossalmente) con finanziamenti francesi Alessandra Celesia è riuscita a girare un film che riesce a

MICHELE C

parlare dell’Italia di oggi, meglio di tante produzioni nostrane.

Originario d

0

levantina, v Share

cinque anni

storia, per a

scrive di cinema. Della set

apprezza gli svolazzi artist

soprattutto le derive main­s

Gestisce un blog di recens

cinematografiche, ha collab

qualche festival di cinema

ama l'universo della pubblic

suoi multiformi aspetti, dai

bassi, con debole per il trit mediatico.

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“Padrino”

L’attrice e reg

statunitense, figlia di Franci Ambientato a Torino, Mirage à l’italienne segue il percorso, reale, di sei persone adulte che, nell’Italia della

torna[...]

crisi economica e lavorativa di oggi, corrono dietro al miraggio di un lavoro in Alaska promesso da alcuni cartelloni pubblicitari. Tra colloqui attitudinali, test d’inglese e corsi per imparare a pulire il pesce, il gruppo di persone stringerà amicizia e troverà un po’ di serenità perduta, fino a quando, una volta giunto in Alaska, avrà un’amara sorpresa. Il film di Alessandra Celesia si inserisce brillantemente in quel nuovo filone di film che potremmo chiamare “documentari di finzione”, che, negli ultimi anni, sta vedendo l’Italia tra i suoi migliori rappresentanti in tutto il mondo.

Shadowhunte ossa

Parliamo anc

un film poco impegnativo e[


ECHEION I 12 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

Come, infatti, in opere recenti e molto apprezzate dalla critica quali La Bocca del Lupo di Pietro Marcello, L’Estate di Giacomo di Alessandro Comodin, L’Intervallo di Di Costanzo e il fresco vincitore di Venezia Sacro Gra di Francesco Rosi, in Mirage à L’italienne lo spettatore non riesce a cogliere il momento esatto in cui finisce il documentario (e quindi, in teoria, la realtà) e comincia la fiction, in quanto il confine tra reportage e opera di finzione rimane costantemente ambiguo. Così, grazie a questo escamotage formale, i registi riescono a rompere la rigida gabbia verista imposta dal documentario classico e, liberi di forzare la realtà con metafore e atmosfere poetiche, riescono paradossalmente ad avvicinarsi maggiormente al senso della realtà delle cose che riprendono. E ciò è quanto accade anche in Mirage à L’italienne, dove l’originale miscellanea di fiction e documentario permette alla regista di far emergere le personalità – tanto magnetiche e straordinarie quanto normali­ dei protagonisti, riuscendo a tracciare un agrodolce ritratto di un paese malato, sofferente, ma che è ancora in grado di sognare ed osare, proprio come questa new­wave di registi italiani.

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Ha inizio il Milano Film Festival ed è subito amore

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MILANO FILM FESTIVAL The parks, carparks, alleys, museums and galleries of Milan are set to be transformed into cinemas for the 2013 edition of the Milano Film Festival. The Festival truly explores the genre of film, not limited to feature films but also includes innovative music film clips, short animations and audiovisual projects. See below for fluoro’s picks. - Finding the Funk: Before funk returned in great form through the likes of Daft Punk and Pharell, funk had been a revolution that permanently changed contemporary sound. Looking for the connections between the various faces of the genre Finding the Funk, directed by Nelson George, accurately surveys the almost half-century of the history of funk. - Aydin, Discodeine: Pleix is a group of French digital artists that alternate between fashion photography, music videos, animations for advertising and gaming illustrations. Their filmclip for Discodeine takes the viewer on a hallucinatory journey in fluorescents. - Lunarcy!: Director Simon Ennis originally set out to create a scientific documentary about the moon, and what remains of the space missions that kept the world in suspense for so many years. Instead, what is revealed is a portrait of unique individuals who have a bond to the moon. The Milano Film Festival runs from Thursday 5 – Sunday 15 September 2013 at public venues across Milan, Italy. www.milanofilmfestival.it

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Christos Stergioglou: “Young people have the power” 12 SETTEMBRE 2013 16:07

ALICE UNGARO

Intervista al protagonista de: “The Eternal Return of Antonis Paraskevas”

Abbiamo visto “The Eternal Return of Antonis Paraskevas” e ci è piaciuto. Sarà perché ci ricorda tanto i fattacci di

RADIOBOCCONI

casa nostra con quella crisi di valori che parte dalla televisione e si insinua nel sociale. Ancora una volta una donna a firmare la regia – Elina Psykou – di questo lungometraggio greco in concorso al Milano Film Festival 2013. Ne abbiamo incontrato il protagonista, Christos Stergioglou, sulla scalinata del Teatro Strelher, location deputata di gran parte degli eventi di questa bella manifestazione.

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Come ti sei trovato arruolato in questo progetto? Conosco Elina da sette anni, era un’assistente alla regia all’epoca di un lavoro fatto per la TV. Due anni fa mi ha chiamato e mi ha detto che avrebbe tanto voluto che io accettassi questa parte nel film. Ho letto la sceneggiatura, mi è piaciuta, così ho detto immediatamente: Sì! Ci siamo incontrati ed ho visto nei suoi occhi che voleva sul serio fare questo film, e lo voleva fare con me. Il mio istinto mi ha detto di seguirla, ci siamo fidati l’uno dell’altra e abbiamo realizzato insieme “The Eternal Return…”. Un anno fa sono iniziate le riprese, ora il film è qui ed io sono davvero felice di aver lavorato con Elina. Il film ruota interamente intorno al tuo personaggio. Una bella responsabilità! Come l’hai costruito?

CINEMA

L’ho costruito insieme ad Elina. Ci siamo incontrati per i tre mesi antecedenti le riprese, lei aveva già creato il

Gioco di ombre

Sherlock Holmes personaggio – perché ha scritto lei soggetto e sceneggiatura, ma abbiamo deciso insieme come sarebbe stato quest’uomo, intendo, come la sua mente avrebbe funzionato, così piano piano sono stato coinvolto dal personaggio e mi sono anche divertito molto nell’interpretarlo (anche se di certo non è un personaggio divertente o positivo!). Antonis è un personaggio molto strano, difficile. Ha perso la testa, non sa più come vivere, lui vuole solo essere il migliore e il più famoso, non ha alcun altro scopo nella vita. Vorrebbe essere un eroe, ma com’ è mai possibile esserlo con questo tipo di pensieri negativi nella testa?!? Penso sia stato davvero difficile per te interpretare un ruolo così distante dal tuo sentire. Come ci sei

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L’Oroscopo di Glo – Benvenuti!

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La religione come modo per (non


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Christos Stergioglou: “Young people have the power”

riuscito? Sì, Antonis è esattamente il mio opposto! Ma ho cercato di scovare in me le ragioni per cui una persona dovrebbe pensarla o comportarsi in questo modo. Non è difficile ma neanche facile, ho interpretato moltissimi ruoli negativi nella mia carriera, proprio ieri un ragazzo mi ha chiesto “Se tu fossi un serial killer, cosa penseresti?”. Bhé se lo fossi penserei forse che uccidendoti, andresti in paradiso, quindi lo farei per il tuo bene. Se fossi Hitler che ha sterminato tutti quegli ebrei…no, lui proprio non so perché l’abbia fatto… Hai lavorato sia per il Teatro che per il Cinema. Hai una preferenza? Ho due amori, il cinema e il teatro. Non trovo differenza fra i due. Ho iniziato a fare film solo dodici anni fa, ed è capitato per caso. Una regista venne a vedere una mia performance e mi chiese di recitare nel suo secondo film ed io pensai che sì, sarebbe stata una bella avventura per me. Un’altra regista mi chiese la stessa cosa nel suo esordio al cinema e così mi sono ritrovato ad interpretare ben sedici film! Sono fortunato, perché ho recitato in dei bei film, ad esempio “Alienation” di Milko Lazarov, ancora una volta un esordiente. Non so perché ma i giovani mi cercano sempre e ne sono davvero lieto e soddisfatto. Succede sempre così, loro vogliono incontrare me ed io voglio incontrare loro, così si crea questa sorta di conversazione segreta.

Quali sono i tuoi prossimi step professionali? Reciterò in teatro in due piéces, in una il regista è molto giovane, ha appena 26 anni ed un mio ex studente, sono molto eccitato all’idea di lavorare con lui in Mourning Becomes Electra di Eugene O’Neill. Quindi sei anche un insegnante! Insegno da otto anni, ma quest’anno mi prenderò un anno sabbatico poiché sono molto stanco. Ma amo tantissimo lavorare con i ragazzi, riesco ad entrare facilmente in connessione con loro. In molti film visti qui al Milano Film Festival ma anche altrove, la crisi è un tema ricorrente. Crisi economica, ma anche di valori. Qual è la situazione oggi in Grecia? Sfortunatamente la Grecia è in una situazione davvero brutta al momento. Nessuno crede più alle bugie del Governo, ma allo stesso tempo è a loro che dobbiamo affidarci per sperare in una salvezza. Credo che in qualche modo si stia vivendo in guerra, anche se per ora senza armi, ma la guerra economica è molto più pericolosa. La gente è schiacciata dalle tasse, oltre il 10% di noi non ha i soldi per mangiare. Non abbiamo alcuna idea del futuro, speriamo nel Governo, ma la verità è che esso dipende dalla Germania, che dipende a sua volta dalle logiche economiche dell’America. Non siamo liberi. Tu sei molto vicino ai giovani. In questo caso, cosa vedi nel loro futuro? Sono, anzi siete, in una situazione molto difficile, ma credo che ce la farete perché avete l’energia e lo spirito giusti. State capendo molte più cose, avete il potere. Lo spero e ci credo. Grazie mille!!!

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Home » CINEMA & FESTIVAL, COPERTINA, CULTURA » Milano Film Festival, il programma di giovedì 12 settembre

Milano Film Festival, il programma di giovedì 12 settembre gaiaitalia.com ­ 12 September 2013 2 Like

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Comunicato stampa Largo spazio al Concorso Lungometraggi per questi ultimi giorni di Festival. Alle 15 presso lo Spazio Oberdan il film greco di Elina Psykou, The Eternal Return of Antonis Paraskevas (h 15 Spazio Oberdan). A seguire, Habi, la extranjera di Maria Florencia Alvarez, selezionato alla Berlinale, presentato dalla regista (h 20:30 Teatro Strehler, replica), Ilo Ilo diAnthony Chen (h 22:00 Triennale – Teatro dell’Arte, replica) e per concludere, Terra de ninguém di Salomè Lamas (h 22:45 Teatro Studio, replica). Tornano, per il Concorso Cortometraggi del Milano Film Festival, il Gruppo H (natura e fantascienza in una camera d’albergo di Okinawa con Silent Passengers di Hirofumi Nakamoto, e l’omaggio al mito del western con Fabiano, incaricato di uccidere la morte, in Malaria di Edson Oda – h 17:00 Teatro Strehler) e il Gruppo G (fra gli altri, la claustrofobica opera di Vladimir de Fontenay, Mobile Homes, e una storia di amore tenera e originale, In The Air Is Chirstopher Gray di Felix Massie – h 22:30 Teatro Strehler). Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna. Oggi è in programma il lungometraggio Vers Madrid – The Burning Bright! (Scenes from the Class Struggle and the revolution), più che un film, un cinegiornale che mostra il movimento degli Indignados, il primo grande movimento del ventunesimo secolo (h 15:00 Teatro Studio). A seguire Les Éclats (h 19:00 Spazio Oberdan, replica), che gli è valso nel 2011 il riconoscimento unanime della critica, e numerosi premi in festival italiani e internazionali. La sezione che indaga sugli abusi del potere torna oggi con Les Chebabs de Yarmouk di Axel Salvatori­Sinz, che sarà presente in sala (h 17:00 Spazio Oberdan, replica), e, a seguire, l’anteprima diSur le Rivage du monde di Sylvain L’Espérance (h 21:00 Spazio Oberdan). Sarà lo stesso regista a spiegare al pubblico il motivo di questo film che ci porta in Mali, a Bamako, luogo di transito per uomini e donne destinati a incontrare solo un’eterna attesa. Per i “fuori categoria” del Milano Film Festival, oggi si comincia con la musica di A Band Called Death diMark Covino e Jeff Howlet (h 15:00 Teatro Strehler, replica), storia di una delle prime black punk band, fondata dai fratelli Hackney, raccontata attraverso aneddoti e testimonianze dei grandi, tra cui Henry Rollins. A seguire, Closed Curtains di Jafar Panahi eKamboziya Partovi, in collaborazione con CeCINEpas (h 20:00 Teatro dell’Arte). Panahi con questo film torna a far parlare di sé nonostante il divieto ventennale del regime iraniano di esercitare il suo mestiere con un lavoro che è una riflessione sulla creazione cinematografica, realizzato a casa sua, nel Mar Caspio con solo cinque membri della troupe. Infine, la serata si chiude con Midsummer Night’s Tango di Viviane Blumenschein (h 21:00 Teatro Studio, replica). Milano Film Festival compie 18 anni e per celebrare l’evento ha in serbo un cofanetto di meraviglie sepolte, una rassegna che attraversa tutto il programma di questa edizione composta di due sezioni di cortometraggi, Grandi Speranze e The Platinum Collection. Alle 15:00 in Scatola Magicaper The Platinum Collection, Identità; seguono alle17:00 Memoria, e alle 20:30 Le origini – vol. II (1996 – 2003). Alle 21:00 in Parco Sempione è la volta della sezione Grandi Speranze, Tutti di famiglia e in contemporanea, MFF incontra Lucha Libre per festeggiare il 18° compleanno del Milano Film Festival; dalle21:00 in Parco

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news Milano Film Festival: Ultimi giorni, prosegue l'omaggio a Sylvain George 12/09/2013

Autore: Valentina Alfonsi

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APPROFONDIMEN

Ultimi giorni per la 18esima edizione del Milano Film Festival che si chiuderà ufficialmente domenica. Oggi, per il concorso lungometraggi, proiezioni di "The Eternal Return of Antonis Paraskevas" di Elina Psykou, "Habi, la extranjera" di Maria Florencia Alvarez (dalla Berlinale),

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"Ilo Ilo" di Anthony Chen e "Terra de ninguém" di Salomè Lamas. Prosegue anche l'omaggio (più workshop) a Sylvan George con "Vers Madrid – The Burning Bright! (Scenes from the Class Struggle and the revolution)" e "Les Éclats". Milano Film Festival Alle 18, al Teatro Studio, presentato al pubblico e alla stampa "ARE YOU SERIES?" il progetto pensato dal Milano Film Festival e realizzato grazie al sostegno di Banca Prossima,

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la Banca del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata al non profit. L'obiettivo è produrre una webserie di 10 episodi da veicolare sul web dedicata al mondo del non profit.

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Øye canta da solo e lo fa in italiano Musica. Appuntamento sfizioso, oggi al Parco Sempione, per “Park Live” all’interno del “Milano Film Festival”. Per l'occasione ci sarà un live acustico di Erlend Øye, cantante del duo norvegese Kings of Convenience, che presenterà il suo primo singolo in italiano “La prima estate” (ore 19, gratis), frutto del suo trasferimento in Sicilia e della scoperta delle hit italiane anni Sessanta e Settanta. Da stasera a sabato al Legend (ore 21) ci saranno invece le finali nazionali della venticinquesima edizione del concorso per gruppi emergenti “Rock Targato Italia”, mentre al Blue Note ascolteremo il batterista Giovanni Giorgi con “Wrong And Right” (ore 21, euro 20/25). Atmosfere più toste al Magnolia con l'indie rock degli americani Built To Spill (ore 22, euro 5).

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Giovedì 12 Settembre 2013

Alessandra Celesia: una regista che ama raccontare le fragili vite degli altri con rara poesia 12 09 2013 (Interviste) “Mirage a l’italienne” è l’unico film in concorso tra i lungometraggi al Milano Film Festival di una regista italiana Alessandra Celesia; da anni ormai vive a Parigi dove lavora senza mai fermarsi alla ricerca di nuove storie da raccontare e condividere. Nel 2012 ha vinto il Festival dei Popoli con il documentario “Le libraire de Belfast”. “Mirage a l’Italienne” è un documentario ambientato a Torino; qui quattrocento persone rispondono ad un annuncio per un possibile lavoro in Alaska. Iniziano le selezioni e alla fine vengono scelte cinque persone, le più motivate, quelle che vogliono scommettere tutto su questa avventura. Una volta arrivati in Alaska si scoprirà che il lavoro non c’è ma il viaggio per loro non è finito, anzi; decidono di restare per il tempo stabilito e iniziano un percorso personale di riscoperta di sé, di riflessione, di confronto, di dialogo. Un racconto pieno di poesia e di sincerità, raccontato con sensibilità dalla Celesia attraverso gli occhi e le emozioni di coloro che decidono di vivere in prima persona questa avventura, uomini e donne pieni di speranze e desideri in un momento nel quale non sembra esserci altra possibilità che arrendersi. Con il suo talento Alessandra Celesia è riuscita a raccontare archetipi umani con grande umanità e verità, non appiattendoli ma rendendoli pieni e ricchi di chiaroscuri, di una disperazione dignitosa e carica di speranza, senza cadere in facili luoghi comuni ma raccontandoli attraverso occhi curiosi e voraci, in cerca di vita e passioni. Ospite del Milano Film Festival, abbiamo avuto la fortuna e il piacere di poter chiacchierare con lei. Come è nato il progetto di “Mirage a l’italienne”? La maturazione dell’idea è stata molto lunga: nel 1995 a Torino erano comparsi in giro per la città manifesti che proponevano un possibile impiego per pescare salmoni in Alaska; molte persone che conoscevo avevano risposto con entusiasmo a questo annuncio, con la speranza profonda che quel lavoro lontano, in una terra sconosciuta potesse improvvisamente cambiare la propria vita e renderla migliore. Si è scoperto che questa agenzia però non esisteva e quindi tutte le speranze e i sogni legati a questa possibilità sono svaniti. Questa cosa mi aveva colpito molto perché rappresentava per me la metafora della possibilità di cambiare radicalmente la propria vita attraverso un viaggio; un po’ come ho fatto io quando sono andata a vivere in Francia, lontano da casa, dove ho trovato la mia strada e la possibilità di fare ciò che amo. Questa idea continuava a tornarmi in mente; ho fatto delle ricerche su internet e ho trovato molti blog dove molti parlavano di questi viaggi possibili per cercare di dare una svolta alla propria vita, al proprio destino. Due anni fa per me era arrivato il momento di raccontare una storia italiana e questo mi sembrava un tema interessante. Non c’è stata una gestazione lunga come per “Il libraio di Belfast”; non avevo una storia già scritta. Abbiamo messo un annuncio a Torino con una proposta di lavoro in Alaska e nel giro di un paio di giorni abbiamo ricevuto ben 400 risposte. Da qui c’è stato un lungo lavoro di scrematura e ho scelto cinque persone che secondo me potevano raccontare storie interessanti, coinvolgenti, universalmente condivisibili. Ho lavorato con loro per più di un mese, per conoscerci per instaurare quel rapporto indispensabile per capire il loro mondo, le cicatrici che la vita aveva lasciato sulla loro anima, per riuscire poi a raccontarle sullo schermo senza svuotarle del loro significato profondo e per rappresentarle al meglio, attraverso i miei occhi. Per me conoscere Giovanna, uno dei personaggi, è stato sorprendente; inizialmente mi aveva colpito perché mi ricordava un po’ Anna Magnani ma non avrei mai immaginato la storia che custodiva e che pian piano ha cominciato a raccontare facendoci entrare nel suo mondo. Non volevo fare un documentario realistico ma un racconto “poetico” su persone che erano pronte per affrontare un viaggio che rappresentasse qualcosa di importante nella loro vita, un punto di svolta non solo economico ma anche personale. Come hai lavorato con i protagonisti della tua storia, dopo averli scelti? Ho lavorato molto seguendo gli eventi naturali e ciò che nasceva spontaneamente; ovviamente quando ho scelto i protagonisti immaginavo che potessero nascere dei momenti interessanti di interazioni tra loro, momenti di confronto dato che provengono da mondi diversi e spesso opposti. Per me questo è un documentario che cerca non solo di raccontare la realtà, ma di raccontare storie ed emozioni… Io unisco la mia passione per il teatro, da sempre mio grande amore, a quello per il documentario; i protagonisti di questa storia per me sono degli archetipi, personaggi di sempre, che abbiamo già visto e incontrato. Il mio obiettivo era quello di poterli lasciare vivere ma allo stesso tempo renderli più grandi di quello che sono, quasi di magnificarli e di rendere unico il momento che stavano vivendo, quel momento di speranza e di desiderio che quella partenza poteva rappresentare nella propria vita. Per me questo è un lavoro che implica un coinvolgimento mentale assoluto, bisogna essere sempre pronti a ricevere ogni segnale che ti arriva da ogni singolo minuto vissuto e bisogna cogliere le possibilità che nascono in quel momento e che possono generare determinate conseguenze che devono essere raccontate. Bisogna aspettare che le emozioni di ciascun protagonista abbiano un proprio percorso e si manifestino con naturalezza perché altrimenti il documentario perde il valore originario; per me lo scopo principale del film,

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oltre che raccontare un aspetto del mondo del lavoro e alcune problematiche attuali, era quello di raccontare la fragilità umana e renderla bella, carica di dignità e valore. La storia scelta per me deve possedere un valore trascendentale perché altrimenti si perde il senso della narrazione. Non c’è un po’ di rammarico, da italiana, nel vedere il proprio lavoro su una storia italiana prodotto in Francia? Questo era un film che prevedeva un investimento importante dato che doveva essere girato in parte in Alaska; non potevo farlo senza un budget. Per questo dovevo trovare assolutamente un investitore importante e quindi una televisione. Per il tipo di film che volevo fare era anche il mezzo migliore; sono partita proponendo un’idea, senza un progetto vero e proprio convinta che l’idea di base potesse riservare dei risvolti sorprendenti. La televisione francese Artè ha accolto con entusiasmo questo mio progetto e ha deciso di finanziarlo; ha sostenuto con coraggio il mio progetto investendo su un documentario rischioso e che cambiava nel tempo, dato che il risultato dipendeva anche e molto da ciò sarebbe nato nel corso delle riprese. In Italia il problema per me non sono i produttori o i distributori ma sono le televisioni; abbiamo proposto questo documentario alla Rai ma non abbiamo avuto risposta. Secondo me negli ultimi anni c’è una maggiore attenzione al documentario in Italia e si stanno affermando tanti giovani documentaristi. In Francia quello che ho notato è che il documentario ha la stessa dignità di un lungometraggio; hanno la consapevolezza che il documentario non deve per forza essere un prodotto low budget ma ha bisogno di investimenti per essere un lavoro di qualità e d’autore. . Un’italiana che, dalla Francia, guarda al mondo… Ho sempre amato molto viaggiare, entrare in contatto con culture e mondi diversi e lontani da me; questo mi ha aiutato molto nei miei lavori. Per “il libraio di Belfast” avevo paura di non conoscere abbastanza la realtà del luogo per poterla raccontare con la giusta forza e rispetto e invece i miei occhi di straniera hanno arricchito la lettura del racconto, l’hanno resa densa di significati a volte dimenticati. Così come per questo mio ultimo lavoro; la lontananza dall’Italia mi ha permesso di desiderare ardentemente questo progetto, di pensarlo e costruirlo nella mia mente, caricandolo di aspettative e desiderio. Sono comunque molto legata all’Italia e credo che il futuro possa riservare una serie di coproduzioni importanti e quindi una maggiore collaborazioni tra Paesi dettata anche dalla situazione economica. Inoltre secondo me in Italia c’è un grande movimento artistico, nascono tanti festival che sostengono nuovi talenti emergenti, persone che vogliono valorizzare un certo modo di fare cinema, puntando sulla nostra cultura storica, culturale e artistica. Sono molto contenta dell’accoglienza che i miei lavori hanno ricevuto in Italia; sono stata molto valorizzata e i miei documentari stati apprezzati e di questo sono molto fiera e contenta. L’anno scorso ho vinto con “Il libraio di Belfast” il Festival dei Popoli e quest’anno il Milano Film Festival ha selezionato per il concorso dei lungometraggi “Mirage a l’italienne”. Sono veramente entusiasta Progetti futuri… Sicuramente farò un documentario sempre raccontando storie dense di vita e di fragilità Sto affrontando anche un nuovo progetto: sto finalmente cercando di scrivere una storia di fiction, magari mescolando poi attori professionisti e non. Questo è un campo del tutto nuovo per me e mi sono resa conto che è molto difficile, per me è più facile scrivere un documentario perché la storia è lì davanti ai tuoi occhi, devi solo coglierla. Un produttore mi ha messo in contatto con uno sceneggiatore e vedremo come si svilupperà il progetto; al centro della storia ritorna l’Italia, in particolare la Sardegna, terra da me molto amata. Attendiamo con trepidazione i nuovi progetti di questa appassionata regista che con una poesia ormai rara da trovare, racconta, restituendogli dignità e valore, storie di uomini e donne che sembrano “fragilmente persi” ma in realtà custodisco un mondo di sogni, desideri, speranze nonostante tutto e tutti. Un ringraziamento a Valentina Calabrese, ufficio stampa Milano Film Festival (Tamara Anna Malleo)

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"CAMP 14, TOTAL CONTROL ZONE" DI MARC WIESE AL MILANO FILM FESTIVAL 2013 G iov edì, 12 Settembr e 2013 Cater ina Paolinelli

Fuori concorso alla XVIII edizione del Milano Film Fest la pellicola del regista Marc Wiese, che da oltre quindici anni si dedica alla realizzazione di documentari sia per cinema che televisione. Questo lavoro, qui proposto nella categoria “Colpe di Stato”, è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival del 2010.

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CAMP 14, TOTAL CONTROL ZONE regista Marc Wiese produzione Engstfeld Film produttore Axel Engstfeld distribuzione Global Screen sceneggiatura Jörg Adams interpreti Shin Dong Huyk, Hyuk Kwon, Oh Yangnam montaggio Jean­Marc Lesguillons fotografia Jörg Adams sound editor Karl Atteln “…anche se sono passati molti anni, non voglio più ricordare questa esperienza” è la frase che torna in mente dopo, usciti dalla sala. La frase che nega completamente ciò che abbiamo visto. Il documentario, documentare, è necessario non solo per testimoniare e denunciare; ma anche per costituire una memoria affinché non possa essere più. Quella narrata qui è una storia che ci sembra impossibile. O meglio, la nostra mente può reputarla possibile solo se collocata in un passato, non necessariamente remoto, ma passato. E invece accade oggi, accade qui, nel mondo in cui viviamo anche noi. Il protagonista è un ragazzo, adesso giovane uomo, che è nato e cresciuto in un campo di lavoro nella Corea del nord. Cos’è un campo di lavoro? Un lager, un posto dove chi è prigioniero non ha alcun diritto, solo obblighi. E Shin Dong­Huyk nasce lì. Sua madre era stata data in premio a suo padre per aver lavorato sodo senza disobbedire mai. Il ragazzo racconta: le torture subite, il giorno che ha tradito (per paura di essere ucciso) sua madre e suo fratello che stavano progettando la fuga, il giorno che li ha visti al patibolo, la sua fuga dal campo avvenuta un giorno qualunque mentre raccoglieva la legna. Insieme ad un compagno più vecchio si trovano di fronte al filo spinato e tentano di scavalcarlo. Il compagno di fuga muore fulminato sulla rete elettrica e lui usa il corpo dell’amico per schermarsi dalle scosse elettriche e scappa. Si ritrova nel mondo, quello reale, che a lui sembra assurdo. Qui servono i soldi che per lui sono solo pezzi di carta. Abituato ad un mondo dove si lotta strenuamente per difendere la propria vita, dove assolutamente non si percepisce il desiderio della morte perché questa è sempre lì pronta a prenderti, si ritrova scaraventato in un reale dove le persone si suicidano per motivi che a lui sembrano assurdi: non corrisposto amore, problemi finanziari, un licenziamento.... Però è anche bello, ci sono tante cose da mangiare, tanti vestiti diversi e di vari colori. Alla fine di tutto però il suo sogno è solo tornare là dove è cresciuto, nella casa in cui è nato e ha dormito per 15 anni sul pavimento senza sapere cosa fosse un letto. Tornare lì a vivere, ma senza le guardie, coltivare la terra ed essere libero. Vengono i brividi, lunghi brividi lungo la schiena e anche un po’ di sincera indignazione. Ma come? Tu sei riuscito a fuggire eppure hai nostalgia di quel luogo? Qui Freud si scatenerebbe con le sue teorie sul rapporto di co­dipendenza tra vittima e carnefice, ma non è questo il luogo per tale riflessione né è questo il mestiere di chi sta scrivendo. All’interno del documentario abbiamo anche le interviste a due dei responsabili del “Camp 14”, due aguzzini, e ad una delle guardie che lavorava lì. E’ impressionante vederli parlare con naturalezza di torture e omicidi. Solo uno di loro appare fortemente disgustato da se stesso, è l’unico che dichiara che questa che sta rilasciando è la sua ultima intervista sull’argomento. Ma, ci sarebbe da chiedersi: perché queste persone che hanno senza dubbio violato qualunque possibile legge sui diritti umani, sono libere e indossano un completo con tanto di cravatta? E ancora di più, come possiamo permettere che oggi, anno 2013 d.C., esistano ancora dei luoghi come questo? Dei lager, dove persone come noi vivono vite fatte di: terrore, abusi, violenze

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fisiche pesanti? No, decisamente questa storia non può sembrare reale. Fa troppo male. Fa troppa vergogna. Farebbe prendersi troppa responsabilità, troppo in carico il dire e fare e spaccare qualcosa. Torna feroce il tema del rispetto. Cos’è la mia vita se non rispetto la tua? Cosa sono io se sono incapace di sostenere te? E noi, qui, con tutto quello che abbiamo e ci costruiamo, quanto siamo invisibilmente avvelenati dalla sofferenza che gravita intorno a noi similmente all’aria che respiriamo? Il protagonista adesso collabora con Link: un’organizzazione statunitense che lotta per la liberazione della Corea del nord e viaggia per il mondo raccontando la sua esperienza. Nella Corea del nord attualmente ci sono 200.000 detenuti in campi di lavoro. Il lavoro di Wiese è asciutto e essenziale, interessante la scelta degli inserti a disegni animati per raccontare quelle parti dove la documentazione video non poteva arrivare (l’infanzia del protagonista nel lager, l’esecuzione della madre e del fratello per fare qualche esempio). Passaggi al Milano Film Festival 08­09­2013 20:00 / Triennale ­ Teatro dell'Arte 10­09­2013 17:00 / Teatro Studio Articolo di: Caterina Paolinelli Grazie a: Valentina Calabrese, Ufficio stampa Milano Film Festival Sul web: www.milanofilmfestival.it Mi piace

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"THE ROCKET" DI KIM MORDAUNT AL MILANO FILM FESTIVAL 2013 G iov edì, 12 Settembr e 2013 Cater ina Paolinelli

Nella categoria eventi speciali del Milano Film Fest 2013, abbiamo apprezzato l’emozionante film del regista australiano Kim Mordaunt. L’opera ha vinto il premo della giuria e del pubblico al Tribeca Film Festival di quest’anno.

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THE ROCKET regista Kim Mordaunt produzione Red Lamp Films produttore Sylvia Wilczynski distribuzione Level K ­ Freja Johanne Nørgaard Sørensen sceneggiatura Kim Mordaunt interpreti Sitthiphon Disamoe, Loungnam Kaosainam, Thep Phongam, Bunsri Yindi, Sumrit Warin, Alice Keohavong musiche Caitlin Yeo montaggio Nick Meyers fotografia Andrew Commis sound editor Sam Petty, Brooke Trezise C’era una volta una donna bellissima che partorì in una capanna in mezzo alla foresta del Laos. La donna diede alla luce due gemelli: uno vivo e uno morto. C’era una credenza nella sua tribù: se nascono due gemelli uno è fortunato e l’altro maledetto, per questo vanno uccisi entrambi. La levatrice, madre di suo marito, vuole uccidere il bambino. Ma lei lo convince a tenerlo: “Visto che il gemello è morto ­ le dice­ ho partorito un solo bambino.” E così Ahlo cresce, molto amato dalla madre, la splendida Mali, e sotto lo sguardo severo (quasi d’odio) della nonna. Il padre è un uomo un po’ così, in balìa di sua madre e completamente innamorato della moglie. Ma tutto sommato, la bella famiglia indigena vive la sua vita in armonia con la natura nel villaggio immerso nella jungla. Quando un bel giorno arriva una ditta idroelettrica che, promettendogli una vita migliore e una casa con tutti i comfort in città, compra il loro terreno con l’obiettivo di costruire lì delle dighe per produrre energia. In realtà nessuno di loro ha molta voglia di lasciare il villaggio per la città, ma la scelta non è esattamente libera. Il giorno della partenza Ahlo si impunta che vuole portare in città la sua canoa, tutti sono contrari perché pesa molto e il viaggio (a piedi) non è semplice, ma Mali vuole accontentarlo. Durante la risalita della collina, per una stupida distrazione, la canoa di Ahlo si sgancia dal traino e travolge la madre prendendola nello stomaco. La donna muore sul colpo a causa del violento urto. La nonna, ovviamente, punta il dito contro Ahlo rivelando al padre che è un gemello e che quindi è portatore di guai. Dopo una notte di disperazione e la consecutiva celebrazione del funerale di Mali, il padre riaccoglie a sè il figlio e tutti e tre (nonna compresa) partono per la città. Le case non ci sono. Nessuna delle promesse fatte è mantenuta. C’è solo una baraccopoli fetida. Ahlo stringe amicizia con una ragazzina orfana dei genitori che vive con lo zio alcolista, detto zio Purple (si veste sempre di viola) reduce della guerra in Corea al fianco degli americani. Nella baraccopoli ne succedono di tutte e la fama di “Ahlo portatore di guai” si accresce al punto che alcuni elementi del villaggio bruciano la loro baracca costringendoli a fuggire. Anche la ragazzina e lo zio Purple si uniscono a loro. E’ un gruppo abbastanza scalcinato, ma compatto. La storia trova il suo lieto fine nella gara di razzi: Ahlo costruisce il razzo più potente di tutti (sotto consiglio dello zio Purple, esperto di esplosivi) e vince un pacco di soldi, ma non solo: il suo razzo arriva talmente in alto da scatenare la pioggia. Questo evento è evidente segno di buona fortuna perché il ragazzo viene finalmente accettato dalla nonna e tutta la famiglia accolta con gioia nel nuovo villaggio. E’ una storia davvero poetica e delicata, di un lutto ancestrale ­ la perdita della madre ­ e del coraggio e della

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determinazione di una nuova generazione, della giovinezza che non si arrende di fronte a niente e lotta anche contro la sua stessa famiglia. I personaggi sono finemente disegnati e il bambino protagonista è meraviglioso. Immagini stupende di paesaggi selvaggi. Ottima sceneggiatura, montaggio invisibile che sostiene la storia in modo armonico. Gli attori sono splendidi. Si trova molto spesso nella storia la presenza delle bombe e delle mine­antiuomo che sono diventate le nuove “belve delle Jungla”. Bellissimo. Kim Mordaunt è nato nel 1966, ha conseguito un BA in Comunicazione presso l'University of Technology, Sydney, e successivamente un diploma in recitazione presso la London Academy of Music and Dramatic Arts. Ha insegnato presso la United Nations International School in Hanoi e ha lavorato come cameraman, produttore, sceneggiatore e regista in produzioni di film internazionali. Passaggi al Milano Film Festival 11­09­2013 20:30 / Teatro Studio 13­09­2013 22:00 / Triennale ­ Teatro dell'Arte Articolo di: Caterina Paolinelli Grazie a: Valentina Calabrese, Ufficio stampa Milano Film Festival Sul web: www.milanofilmfestival.it Mi piace

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Milano Film Festival: liberate il divano-letto Tag: cinema, closed curtain, corti, cortometraggi, film festival milano, jafar panahi, milano

09/12/2013

Vi è mai capitato di guardare un film e avere delle perplessità sulle scelte del regista? Quante volte. Bene, centomilanesi avranno l’opportunità di discutere con loro dopo, o prima, di aver visto il lavoro sul grande schermo. L’iniziativa “Adotta un regista” è una delle occasioni d’incontro del Milano Film Festival 2013, giunto alla sua diciottesima edizione e dunque diventato maggiorenne (auguri). Rendere ospitalità è l’occasione migliore per conoscere da vicino i protagonisti della kermesse meneghina, giovane ma di chiaro stampo anticonformista. I direttori della manifestazione, Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, propongono un calendario particolarmente attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente. Per chi è rimasto in Laguna a godersi la70ª edizione del Festival non c’è occasione migliore per farsi una nuova scorpacciata di pellicole. Sono infatti duecento le opere in arrivo da tutto il mondo, molte delle quali non raggiungeranno i circuiti della grande distribuzione. Sezioni di lungo e cortometraggi visibili in molte zone della città, con la chiara vocazione di non ridurre gli spazi ma di ampliare gli orizzonti. Il registra francese Sylvain George avrà un posto d’onore. A lui è infatti dedicata una retrospettiva, un’ampia rassegna e un’incontro dialogo. Politicamente impegnato, ha sempre dedicato il suo lavoro al racconto dei migranti, degli esiliati della società ma anche dei giovani ribelli. Poeta e antropologo. Catalogarlo solo con un’etichetta appare difficile. Ha ambientato molte pellicole nella cittadina francese di Calais, luogo di transito, definita dallo stesso regista una giungla di contraddizioni migratorie. Come la nostra Sicilia di oggi. La crisi sociale, legata a doppio filo con quella economica, è presente in quattro film in concorso. Oltre a «Mirage à l’italienne», da Singapore, dalla Grecia e dalla Georgia giungo pellicole sullo stessa tema. Curiosità: otto lavori su 11 in calendario sono dirette da donne, il gentil sesso dietro la cinepresa. Oltre all’appuntamento fisso con l’apprezzata sezione “Colpe di Stato”, Milano può vantare un’anteprima importante: Closed Curtain, di Jafar Panahi, il secondo lavoro del regista iraniano girato clandestinamente in casa, già Orso d’argento a Berlino. Panahi, in attesa della sentenza d’appello del regime di Teheran, vive un’assurda interdizione del suo mestiere, ampiamente apprezzato fuori dai confini dell’ex regno di Persia. Silenziosamente Milano si sta ritagliando, nel circuito internazionale dei Festival, uno spazio di prestigio.


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IL PLURIPREMIATO “THE ROCKET” AL MILANO FILM FESTIVAL

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FESTIVAL 2013

Il film, ambientato tra i diseredati del Laos e candidato per l’Australia al Premio Oscar, sarà proiettato stasera durante la kermesse. Tra i film presentati al Festival anche “Habi, la extranjera” di María Florencia Alvarez e “Les Chebabs de


XL I 12 SETTEMBRE 2013 I 2/4 PAGINE

Yarmouk” di Axel Salvatori­Sinz di Mario Pellizzari - 13 settembre 2013

SULLO STESSO ARGOMENTO Milano Film Festival con il Gore Vidal di Nicholas Wrathall e gli adolescenti di “In Bloom”

Il carattere di un essere umano è il suo destino. Tre film di

Milano Film Festival, “Lej En Familie A/S” Mix Festival, “I Am Divine”

questoMilano Film Festival 2013, pur diversissimi tra loro, fanno tornare in mente il detto di Eraclito, con protagonisti giovani che cercano di trovare la loro strada tra impedimenti di ogni tipo. Il primo è Ahlo, ragazzino supertosto del Laos, raccontato dall’australiano Kim Mordaunt in The Rocket (stasera 13 settembre alle 22:00 al Teatro dell’Arte). Ahlo lotta per rifiutare la patente di “maledetto dagli dei” che potrebbe avere ricevuto alla nascita. I primi segni sono contro di lui ma la determinazione e la voglia di vita lo porteranno verso un clamoroso riscatto. Il film, ambientato tra i diseredati del Laos, è scritto e diretto da un occidentale senza pietismi e retorica ma con sincerità e lo sfoggio di una galleria di personaggi memorabili, come la nonna arcigna e il fantastico zio Purple, un James Brown versione Asia, con la sua follia inzuppata di whisky. The Rocket ha fatto incetta di premi in molti festival, come Berlinale eSydney. All’ultimo Tribeca ha vinto come miglior film, miglior attore protagonista (Sitthiphon Disamoe, il “rocket kid” Ahlo) e premio del pubblico, tanto che l’Australia ha deciso di proporlo come candidato al prossimo Oscar.


XL I 12 SETTEMBRE 2013 I 3/4 PAGINE

Habi, la extranjera Nel secondo film, Habi, la extranjera, dell’argentinaMaría Florencia Alvarez (sabato 14 alle 15:00 al Teatro Strehler) la ventenne Analia ha il destino segnato: lavorerà con la madre nel salone di bellezza che fu del nonno. Per un commissione va a Buenos Aires, dovrebbe rientrare la sera ma fa tardi e si ferma in una scalcagnata pensione. È finita in un quartiere arabo e e misteriosamente scivola in questa cultura. Cibo, abbigliamento, lezioni di corano, una dolce e tranquilla sorellanza con le donne della comunità: la regista sprofonda progressivamente la sua goffa protagonista (la bravissima Martina Juncadella) in un mondo altro, interessata più a farle sperimentare una delle tante possibili vite che può vivere chi decide da sé il proprio destino piuttosto che approfondire il tema islam/occidente. Un colpo di scena metterà Analia di fronte alla scelta definitiva: fuggire dalla propria vita segnata, diventando un’altra, oppure tornare a casa, magari trovando lì una nuova via più vera?


XL I 12 SETTEMBRE 2013 I 4/4 PAGINE

Les Chebabs de Yarmouk Il terzo film che segnaliamo è Les Chebabs de Yarmouk di Axel Salvatori-Sinz, documentario passato nella sezione Colpe di Stato. In scena qui il destino di un gruppo di giovani palestinesi del campo profughi d Yarmouk, in Siria. Il regista e antropologo francese li ha seguiti per un paio d’anni, fino al 2011 registrando fedelmente relazioni, paure, speranze. C’è chi lotta per avere un passaporto, convinto che andare via, lontano, sia l’unica soluzione di riscatto possibile. Altri invece hanno voglia di restare dove sono cresciuti e darsi da fare per un futuro migliore. Il documentario finisce prima della guerra civile siriana, che ha trasformato Yarmouk in un campo di battaglia, anche se alcuni dei protagonisti vivono ancora lì.


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Milano Film Festival 2013: il programma, venerdì 13 settembre

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Scritto da: Arianna Ascione ­ venerdì 13 settembre 2013 Mi piace

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L'anteprima di "Invernomuto" per Vernixage, "Inequality for All", "Upstream color", "Faro" e il Milano Film Festival Block Party powered by Elita

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Ultimo weekend di programmazione al Milano Film Festival. Si chiude oggi Vernixage con l’anteprima assoluta di Negus­Echoes Chamber (h. 22.00, Teatro Studio), mentre continua il concorso lungometraggi: in programma In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon

Gross (h. 19.00 Spazio Oberdan, replica) e Licks di Jonathan Singer­Vine, alla presenza del regista (h. 20.30 Teatro Strehler, replica).

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Ancora cortometraggi dalle 15 al Teatro Strehler con il Gruppo A, e dalle 17 al Teatro Studio con il Gruppo D. Alle 17 al Teatro Strehler tocca al Gruppo J.

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Continua anche la rassegna dedicata a Sylvain George con Strange fruit and black flowers (h.

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15.00 Spazio Oberdan) e Les Eclats (h. 20.30, Scatola magica, replica). Per The Outsiders invece il primo appuntamento sarà alle 20.00 alla Triennale ­ Teatro dell’arte con Upstream Color di Shane Carruth, e a seguire Museum Hours di Jem Cohen (h. 21.00 Spazio Oberdan, replica).

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In programma per Colpe di Stato Sur le rivage du monde di L’Espérance Sylvain (h. 17.00 Spazio Oberdan, replica) e Inequality for All di Jacob Kornbluth (h. 21.00 Parco Sempione).

Auto ucc terri Mila

Appuntamento fisso poi alle 15 al Teatro Studio per The Platinum Collection, Gli Irrequieti e in Scatola Magica, Passione; segue alle 17 in Scatola Magica Furia e alle 22.30 Esperimenti. Infine, chiude la serata a Parco Sempione all’ 1 di notte Sfida.

Dor DIN 2011

Eventi speciali MFF Sarà presentato l’ultimo film del regista Fredrik Edfeldt, Faro (Sanctuary) (h. 17.00, Teatro Strehler). In programma anche la replica di The Rocket di Kim Mordaunt, vincitore del premio della giuria e del pubblico al Tribeca 2013 (h. 22.00, Triennale ­ Teatro dell’arte).

Fes Mila Ediz vide

Invece all’Area Ex Bazzi (via dei Canzi 19), in zona Lambrate, dalle ore 22 si terrà il Party Ufficiale del festival, Milano Film Festival BLOCK PARTY (ingresso 10€). Ospite principale Trojan Sound System (Des & Efx).

Concerti venerdì 13 settembre al Milano Film Festival

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Oggi alle 18.30 sul palco allestito in Parco Sempione salirà Roberto Angelini + El Santo. A seguire Tommaso Toma djset. Sul Sagrato del Teatro Strehler invece alle 18.30 ci sarà Nina Karaybi e alle 21 Davide Facchini dj set.

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Leggi anche: Milano Film Festival 2013

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Milano Film Festival 2013 (/FocusesTexts/FocusIndex/7) Venerdì 13 settembre, 15:34

"Camp 14 Total Control Zone"

Orrore nordcoreano di Riccardo Lascialfari

Gli orrori dell’universo concentrazionario (anche se non siamo ad Auschwitz), la riduzione della vita a oggetto inerte di cui potersi disfare, la fame, il freddo, l’isolamento fisico e affettivo, l’ossessione di dover ricorrere alla delazione – anche dei propri familiari, se intenzionati a cospirare – pena la fucilazione. Tutto questo e molto altro ha vissuto sulla propria pelle Shin Dong-hyuk, giovane nordcoerano nato nel 1983 e vissuto in un campo di rieducazione e di prigionia fino al 2005. Ventidue anni into the darkness (in quelle tenebre, per parafrasare il celebre libro-intervista a Franz Stangl, comandante capo di un altro luogo infernale della Storia, Treblinka). Lo spettatore di Camp 14

Total Control Zone di Marc Wiese, passato nella sezione «Colpe di Stato» del Milano Film Festival (Gran Prix come miglior documentario al Festival del Film di Ginevra), rimane attonito. Quasi non

crede a quella vicenda letteralmente «oscena». Ossia fuori da ogni possibile immaginario della modernità. E invece è tutto vero. Anzi. Ancora oggi, nella dittatura governata da Kim Jong-il, esistono circa duecentomila persone (dissidenti, oppositori politici, criminali comuni) che vivono in terribili condizion i di prigionia.


CINEFORUM I 13 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

La particolarità del documentario di Wiese – e la sua straordinaria, quasi epidermica potenza – è che la drammatica testimonianza del "sopravvissuto" Shin Dong-hyuk (un "salvato" a fronte dei tanti "sommersi" per usare la terminologia di Primo Levi) è incrociata con quella di Hyuk Kwon, sorvegliante in un campo di lavoro, e di Oh Yangnam, della polizia segreta di Pyongyang. Anche loro, come il protagonista, anche se da posizioni opposte, si sono rifugiati in Corea del Sud. Il confine che divideva non solo una nazione, ma la vita dalla morte. All’espressione di angosciato stupore ancora racchiusa negli occhi del giovane Shin Dong-hyuk («le uniche volte che mangiavano carne» racconta in uno dei momenti più disturbanti della lunga

intervista «era quando catturavamo un topo») fa da irritante contrappunto il freddo, burocratico

resoconto dei due funzionari di regime. A loro nessuno aveva detto che fosse una cattiva azione fucilare degli innocenti. O stuprare le detenute donne, da cui avevano spesso dei figli. Lo si faceva e basta, perché così stabilivano le regole del campo. La "banalità del male" raccontata da Hannah Harendt, né più né meno. A rendere ancora più speciale l’opera di Wiese – con un espediente tutt’altro che incongruo –

sono gli inserti animati dall’iraniano Alireza Darvish, capaci di illustrare in un chiaroscuro graffiato ma dai contorni nitidi e realistici, alcuni momenti (flashback) della lunga prigionia del protagonista: le misere e sempre uguali porzioni di cibo, gli anfratti di una cella di isolamento, l’esecuzione più angosciante alla quale Shin Dong dovette assistere, quella della madre e del fratello, arrestati dopo una sua "soffiata". La regola diabolica di Camp 14 non ammetteva deroghe. Avrebbe potuto non denunciarli, sì, ma sarebbe stato fucilato.

Infine la fuga finale, quasi un inserto macabro che infittisce la trama di un romanzo che sa già di miseria e di morte. Dopo aver fatto conoscenza con un detenuto più anziano giunto nel campo («fu lui parlarmi di un mondo che esisteva là fuori, mi raccontava con gioia di aver mangiato una cosa che non conoscevo, la carne di pollo»), Shin escogita l’evasione. Conosce

bene la collina dove i detenuti vengono mandati a raccogliere la legna. Da lì, insieme, possono tentare di scavalcare il recinto di filo spinato. Ci provano ma l’amico muore subito. Folgorato dall’alta tensione. Il peso del corpo carbonizzato ha tuttavia aperto un varco. Shin Dong-hyuk può finalmente correre verso la libertà.

Adesso vive in Corea de l Sud, lavora per associazioni che lottano per il riconoscimento dei diritti umani, compie viaggi in tante parti del mondo per raccontare la sua avventura nell’indicibile. Grazie a un costante equilibrio tra contenuti e forme della messa in scena, Wiese realizza con Camp 14 Total Control Zone un’opera compatta e dirompente, anche perché animata da quella

forza oscura e primigenia che soltanto le stori e di autentica resurrezione fisica e morale possiedono. Nella stesso focus:

CINEFORUM WEB Violenza e redenzione a Oakland (/FocusesTexts/view/Violenza_e_redenzione_a_Oakland) Via Pignolo, 123 Riccardo Lascialfari 24121 Bergamo Tango finlandese (/FocusesTexts/view/Tango_finlandese) di Riccardo Lascialfari tel. 035361361 fax 035341255 Sublime e supponente (/FocusesTexts/view/Sublime_e_supponente) di Andrea Chimento CF e PI 01700110164

di

"Mirage": vero, falso, reale (/FocusesTexts/view/Mirage_vero_falso_reale) di Valentina Alfonsi 18 anni con stile (/FocusesTexts/view/18_anni_con_stile)

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13/09/13

ALESSANDRA CELESIA - "Raccontare l'Italia da lontano" - CinemaItaliano.info

CINEMAITALIANO.INFO I 13 SETTEMBRE 2013

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ALESSANDRA CELESIA ­ "Raccontare l'Italia da lontano" Intervista alla regista di "Mirage a l'italienne", presentato in concorso al Milano Film Festival 2013

Come si è avvicinata a questa storia? Mi sono ispirata ad un articolo apparso a Torino nel 1995 che proponeva un lavoro nella pesca del salmone in Alaska. Questa proposta, a cui molti amici avevano risposto (anche se nessuno è mai partito perchè era una bufala!) mi era rimasta impressa e quando ho avuto l’opportunità di raccontare l’Italia in crisi ho pensato che fosse proprio il desiderio di scappare lontano a dover essere esplorato e compreso. Così ho rimesso l’annuncio… e poi le cose si sono complicate.

Links: » Mirage a l'Italienne

Quali le maggiori difficoltà nel raccontarla? Entrare nelle fragilità degli altri, capirne le ferite e portare alla luce la bellezza

» Alessandra Celesia

delle persone è una sfida complicata, soprattutto quando all’inizio del film non conosci i tuoi personaggi!

» Milano Film Festival 2013

Abbiamo cominciato a girare i colloqui di lavoro filmando 100 persone per poi sceglierne 5… Quindi ho dovuto riuscire a capire le loro storie e farmi accettare Alessandra Celesia in tempo record, questa è stata la più grande difficoltà. Anche il viaggio in Alaska è stata un’avventura complicata, resa più ardua dai budget tutto sommato ristretti per un’impresa di questa ampiezza. La regista, come i personaggi, si è “persa nell’immensità”… Dall'Italia a Parigi, da Belfast all'Alaska: quanto è importante il viaggio per il suo percorso artistico? Ho iniziato a fare arte “scappando”, approdando in Francia per iniziare un’avventura di vita a 18 anni. Poi Belfast che ho fatto mia perchè è la città di mio marito e che ho avuto la fortuna di poter filmare. Credo di essere affascinata da ciò che è lontano, mettere distanza fra te… e te… permette di rivelare cose nascoste e seppellirle sotto metri di terra. In fondo chi scappa è perché non accetta la vita com’è e va a cercare la terra promessa per rimediare alla propria fragilità interna. E la fragilità delle persone è al centro della mia opera. "Il mio paese ha bisogno di poesia", dice nelle note: cosa intende di preciso? Qual è il suo rapporto oggi con l'Italia? Intendo dire che non si può raccontare l’Italia oggi senza “volerle bene”. Criticare è importante ma i reportage scandalistici su Berlusconi e i nostri politici non mi interessano più. Sentivo l’esigenza di scavare nell’”anima” del nostro popolo e di mettere in luce le nostre fragilità con tutto il tatto possibile. Sono i poeti e gli scrittori oggi che fanno bene al morale della nazione, ciò che è volgare e affrettato non ci appartiene più. Abbiamo bisogno di metafore, non di realismo spietato. La gente è immersa in una grande crisi, ma anche una grande riflessione sul futuro. Io purtroppo vivo queste cose “a mezza strada”, sempre fra un treno e l’altro per tornare a respirare un po' d’aria di casa. Il mio rapporto con il mio paese è di grande nostalgia. Credo di riuscire a raccontarlo proprio perché mi manca. E capisco solo ora che sono andata via per realizzare certi sogni che in Italia non erano permessi. E allora mi sale un po’ la rabbia… Spero che vada meglio alle nuove generazioni. Quali i prossimi progetti? Sono lenta ad uscire da un film per entrare in un altro. Sto scrivendo molto ma è presto per parlarne... Ma la Sardegna dovrebbe essere la prossima tappa. 13/09/2013, 09:32

Carlo Griseri

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CINEQUANON I 13 SETTEMBRE 2013

MILANO FILM FESTIVAL: Fifi Howls From Happiness By giulia.c – 13 settembre 2013

Nello stesso giorno in cui Gianfranco Rosi trionfava a Venezia col suo documentario Sacro Gra, al Milano Film Festival veniva presentato lo strabiliante documentario della regista iraniana Mitra Farahani Fifi Howls From Happiness. Questo documentario potrebbe banalmente essere un racconto classico basato su un personaggio straordinario, ma in questo lavoro c’è di più: il cinema riesce in questo caso a ritrovare la verità, che a lungo era stata cercata senza risultato. Infatti il grande pittore iraniano Bahman Mohassed era diventato una leggenda sospesa nel vento. Grande artista degli anni ’60 e paladino dei diritti civili, attivista politico ed omosessuale, ad un certo punto aveva fatto sparire tutte le sue tracce, comprese le sue opere. La maggior parte degli intenditori d’arte era assolutamente certa della sua morte, almeno fino a quando una giovane e perspicace regista non è riuscita a trovarlo, anziano e tranquillo, in un Hotel di Roma. Come una vecchia quercia, Bahman Mohassed mette a suo agio la giovane e, diciamolo pure, inesperta regista, che grazie alla sua ombra sa far maturare la propria opera. L’oggetto dell’indagine non si accontenta di essere l’abitante di un film altrui, ma ne diventa egli stesso architetto e, sempre dosando gentilezza e polso fermo, guida Mitra Farahani verso la costruzione di un’opera estremamente intensa perchè profondamente condivisa. Due attori ed una telecamera bastano ad esplorare un universo esistenziale da sempre sconfinato: quello del ruolo dell’artista nell’opera e il significato profondo del fare arte. Se è vero che Bahman Mohassed nutre, artisticamente parlando, Mitra Farahani con la sua saggezza, è altrettanto vero che la giovane regista dona il vigore della sua giovinezza all’anziano artista, riportandolo alla luce e riuscendo a fargli commissionare una nuova opera da due giovani collezionisti d’arte. Ed è grazie all’introduzione di questi due nuovi personaggi che si apre uno snodo tematico profondo, ovvero la differenza generazionale. Bahman non racconta solo se stesso ed il proprio lavoro, cerca anche di comunicare ai giovani interlocutori il suo sentirsi vicino alla fine ed in questo, ancora una volta, il cinema si fa portatore del messaggio. Bahman Mohassed sceglie di far vedere ai suoi nuovi amici il Gattopardo di Luchino Visconti. Ma quel senso di decadenza sembra essere impossibile da comprendere per chi èancora nel tenero abbraccio della gioventù. Persino Roma diventa sinonimo di un concetto di vecchiaia e interminabile lotta per non soccombere. Anche in questo caso la mano della regista non riesce subito a comprendere cosa intenda l’artista quando definisce la città ‘un utero che non sa partorire niente di vivo’. Alla fine il messaggio viene forse spiegato attraverso un’immagine profondamente autentica, come più non si può, perché implica il sacrificio della propria creazione. Mitra Farahani non si limita a raccontare il personaggio, ma sa avviare un percorso educativo e di allestimento personale che giova al suo cinema. Fermo restando che uno dei migliori aspetti di questa pellicola è aver saputo tenere stretto il senso dell’arte in generale e l’assoluta forza di quella cinematografica in particolare. Giulia Colella


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Siria: guerra civile, e non mondiale

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The Eternal Return of Antonis Paraskevas: la follia dei media e la crisi della Grecia Michele Chighizola

13 settembre 2013

Cinema & Teatro, Hot News

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La sesta giornata del Milano Film Festival ha avuto come assoluti protagonisti The Eternal Retun of Antonis Paraskevas, film della regista greca Elina Psikou, e il suo attore principale,

Christos

Stergioglou,

presente in sala. Il film, ispirato ad una storia veramente accaduta, racconta la vicenda di Antonis, storico presentatore televisivo

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SCRITTO DA

ellenico che, quando scopre che sarà presto rimpiazzato, decide di inscenare il proprio rapimento, sperando di essere accolto trionfalmente dopo la liberazione e quindi

MICHELE CHIG

riammesso al lavoro per acclamazione popolare.

Originario della L

0

Antonis si nasconde così in un hotel abbandonato per tre settimane, mentre sui media la notizia del suo rapimento, dopo un’iniziale fiammata d’interesse, comincia a scivolare in

levantina, vive a Share

seconda o terza pagina. In seguito a questa delusione, la psiche di Antonis, già fragile per la prolungata clausura nell’hotel, comincerà a mostrare i primi segni della follia.

cinque anni. Lau

storia, per amor

scrive di cinema. Della settima

apprezza gli svolazzi artistici m

soprattutto le derive main­strea

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Milano Film Festi

l’italienne e le nuo

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Presentato tra gli applausi in an italiana al Milano Film[...]

Fifi Howls from H Opera prima della regista e presentato nella sezione Forum del Festival del Cinema di Berlino, The Eternal Return of Antonis Paraskevas è ispirato alla vera storia di Wallace Souza, un giornalista brasiliano che, pur di ottenere lo scoop, arrivò a uccidere numerose persone.

Milano Film Festi

La storia la scrivo

e poiché Bahman Mohassess[..


ECHEION I 13 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

Da questo famoso evento di cronaca la regista Elina Psikou ha estrapolato il personaggio drogato dal mondo dei media e lo ha modellato sulla società greca, graffiata a sangue dalla crisi economica. Il risultato è un allucinante ritratto di un paese, la Grecia, cancellato dalla crisi (l’enorme hotel vuoto, in questo senso, si fa metafora dell’intero paese), disabitato, che però, paradossalmente, continua a vivere in un universo parallelo e sclerotico della tv e dei media. Il senso (e la bellezza) di The Eternal Return of Antonis Paraskevas sta tutto qui, in questo iato tra società e mezzi di comunicazione, nella rappresentazione di una televisione che parla ad un paese che, letteralmente, non esiste più. A parte questa brillante impostazione metaforica però, il film della Psikou arranca dal punto di vista narrativo e ritmico e risulta troppo pesante per essere retto totalmente dalle spalle del pur bravo Christos Stergioglou. Forse fin troppo ambizioso per essere un opera prima, il film sconta l’impostazione forzatamente autoriale, forse un po’ posticcia nel suo reiterato minimalismo freddo e alienante, e si fa digerire a fatica dal pubblico. Un film, dal punto di vista soprattutto formale, ancora acerbo, ma che può destare interesse per capire come la popolazione greca stia vivendo questo tragico momento della propria storia.

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Elina Psikou

Milano Film Festival 2013

The Eternal Return Of Antonis Paraskevas

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ULTIMO WEEKEND AL 18° #MILANO FILM FESTIVAL #mff 14-15/09/13 0

13 settembre 2013 – 12:23

MILANO FILM FESTIVAL 14-15 Settembre 2013 La fiaba kitsch di Les Rencontres dʼaprès minuit, The act of Killing il documentario “più spaventoso e surreale del decennio” secondo Werner Herzog, gli appuntamenti per i più piccoli con il Milano Film Festivalino, la cerimonia di premiazione e la festa di chiusura della 18° edizione insieme a Lufthansa CONCORSO LUNGOMETRAGGI Lʼultimo weekend del Concorso Lungometraggi del 18° Milano Film Festival inizia sabato 14 con Habi, la Extranjera di Maria Florencia Alvarez (h 15:00 Teatro Strehler, replica, in presenza della regista), a seguire Terra de ninguém di Salomé Lamas (h 17:00 Triennale – Teatro dellʼArte, replica), Les Rencontres dʼaprès minuit di Yann Gonzalez (h 20:30 Teatro Strehler, replica, in presenza del regista) e Mirage à lʼitalienne di Alessandra Celesia (h 22:30 Teatro Studio, replica). Domenica 15, in attesa della cerimonia di premiazione, di nuovo in programma il trasgressivo Les rencontres dʼaprés minuit di Yann Gonzalez (h 18:00 Spazio Oberdan, replica, in presenza del regista). Il festival si conclude con la cerimonia di premiazione, a cui segue la proiezione dei cortometraggi vincitori (domenica 15 sett. h 20.30 Teatro Strehler, ingresso libero) e alle 22.00 proiezione del lungometraggio vincitore della 18° edizione. CONCORSO CORTOMETRAGGI Tornano i corti del Concorso, riservato solo a opere under 40, sabato 14 alle ore 15 al Teatro Studio con il Gruppo E, alle 17 al Teatro Strehler con il Gruppo I (alla presenza dei registi), alle 22:30 al Teatro Strehler con il Gruppo C (alla presenza dei registi). Domenica 15 è invece la volta del Gruppo F (h 15:00 Teatro Strehler). OMAGGIO A SYLVAIN GEORGE: Echoes of silence / Rage of immanence Ancora spazio a Sylvain George, con Oh! Liberty! (Experiment the form, experiment the justice): Carta bianca a Sylvain George, una sua personale selezione di corti diretti da altri registi, fra cui Jean-Luc Godard e Ken Jacobs, che «cerca una connessione con le preoccupazioni del momento» (sabato 14 h 21 Spazio Oberdan, replica) e con il cortometraggio Down in the flame (The little forms and activist image) (sabato 14 h 22:30 Scatola magica v.o. no sub ita). comunicato stampa COLPE DI STATO La rassegna prosegue nel pomeriggio di sabato 14 con il film/inchiesta che inchioda la politica estera dellʼamministrazione Obama, Dirty Wars di Richard Rowley, a cui segue un incontro con Antonio Mazzeo di PeaceLink (h 14:30 Spazio Oberdan, replica). Alle 18:00 appuntamento in Scatola Magica con Inequality for All: Putting People Last, incontro con Michele Salvati e Sandro Trento. La sera di sabato si chiude infine con uno dei film più attesi di questa edizione, The Act of Killing di Joshua Oppenheimer (h 20:30 Teatro Strehler, in presenza del regista), che sarà distribuito nelle sale il 17 ottobre con I Wonder. Oppenheimer ci riporta agli anni Sessanta, allʼeccidio di oltre mezzo milione di oppositori da parte degli squadroni della morte indonesiani. E lo fa dando la parola agli assassini, mostrandoci un Paese dove nulla è cambiato. Prodotto da Erroll Morris e Werner Herzog, che lo ha definito “il più spaventoso e surreale del decennio”. La Domenica di chiusura del festival ha in serbo la replica di The Act of Killing di Joshua Oppenheimer (h 14:30 Triennale – Teatro dellʼarte, in presenza del regista), per proseguire con Infiltrators di Khaled Jarrar (h 18:00 Triennale – Teatro dellʼArte, replica, in presenza del regista) e concludendo con Inequality for All di Jacob Kornbluth (h 20:00 Triennale – Teatro dellʼarte, replica). THE OUTSIDERS Continua la rassegna “fuori categoria” del festival che sabato 14 si apre con 12 OʼClock Boys di Lotfy Nathan presso il Teatro Studio (preceduto da Hopper vu par… Rupture di Valérie Pirson) (h 17 Teatro Studio) e con The Boundary di Nontawat Numbenchapol (h 17:00 Spazio Oberdan, in presenza del regista), ambientato in Thailandia, dove il regista incontra per caso il giovane soldato Aod che ha appena concluso il servizio militare e lo accompagna nel suo viaggio di ritorno a casa, attraverso un Paese in cui sono evidenti le tracce del conflitto Eʼ poi la volta di Diego Star di Frédérick Pelletier (h 20:30 Teatro Studio, replica) e alle 21:00 due incontri, uno con la musica punk di A Band Called Death di Mark Covino e Jeff Howlett (h 21:00 Spazio Oberdan, replica), lʼaltro con Lunarcy! di Simon Ellis (preceduto da Hopper vu par… Mountain di Martin de Thurah) (h 21:00 Parco Sempione, replica). Anche Domenica 15 spazio ai “fuori categoria” del Festival; alle 15:00 torna Lunarcy! di Simon Ellis allo Spazio Oberdan, e Sogno di una notte di mezza estate di Felice Cappa (in collaborazione con Teatro Elfo Puccini) in Scatola Magica. Alle 17:00 tocca a Closed Curtain di Jafar Panahi e Kmboziya Partovi, in collaborazione con ceCINEpas. La serata si chiude con altri due appuntamenti importanti, Gore Vidal: The United States of Amnesia di Nicholas D. Wrathall (h 20:30 Scatola Magica, replica) e, infine, in collaborazione con il Gran Festival del Cinema Muto, organizzato dalla Fondazione Cineteca Italiana, Le Straordinarie avventure di Mr. West nella terra dei bolscevichi di Lev Kuleshov, accompagnato dal vivo con musiche composte ed eseguite da Rossella

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Spinosa con la collaborazione degli artisti del Centro di Musica contemporanea per la parte di musica elettronica. 18 ANNI Milano Film Festival compie 18 anni e per celebrare lʼevento ha in serbo un cofanetto di meraviglie sepolte, una rassegna che attraversa tutto il programma di questa edizione composta di due sezioni di cortometraggi, Grandi Speranze e The Platinum Collection. Sabato 14 alle 11:30 al Teatro Strehler per The Platinum Collection, Passione, alle 15 in Scatola Magica, Segreto, alle 18:30 alla Triennale – Teatro dellʼarte per Grandi Speranze, Made in Italy, (tra cui La benedizione degli animali di Cosimo Terlizzi, tra i giurati del festival), infine al Parco Sempione a mezzanotte per The Platinum Collection, Amore. Domenica 15, gli ultimi appuntamenti iniziano alle 11:30 al Teatro Strehler con Grandi Speranze, Tutti di famiglia, per poi proseguire con una selezione molto speciale di Grandi Speranze: Racconti dal Margine. Tra i film proiettati, infatti, ci sono A Comunidade di Salomé Lamas (anche in concorso con il lungometraggio Terra de ninguém) e Land of My Dreams di Yann Gonzalez (in concorso lungometraggi con Les Rencontres dʼaprès minuit, che sarà presente in sala), (h 16:30 Spazio Oberdan). Alle 18:00 in Scatola Magica è la volta di The Platinum Collection, Esperimento e infine alle 23:00 Viaggio al Parco Sempione SALON DE REFUSÉS Ultimo appuntamento sabato 14 con il Gruppo 3 alle 20:30 in Scatola Magica. EVENTI SPECIALI Sabato 14, replica del film svedese di Fredrik Edfeldt, Faro, in collaborazione con Visitsweden (h 15:00 Triennale – Teatro dellʼArte). MILANO FILM FESTIVALINO – CASCINA CUCCAGNA Sabato 14 e Domenica 15, appuntamento per i più piccoli presso Cascina Cuccagna. Alle 15:00 i cortometraggi di animazione e alle 16:00 i laboratori “Facciamo un film?” e “Un pomeriggio da Oscar”, realizzato in collaborazione con Imaginarium. LA MUSICA AL MILANO FILM FESTIVAL Milano Film Festival conferma lʼattenzione alla musica con i dj-set che animano ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler e con PARKLIVE, un festival di concerti e dj-set in programma ogni sera alle 18.30 al Parco Sempione (realizzato grazie al sostegno di Jack Daniel’s e curato da I Distratti). Sabato 14 alle 18:30 Mamavegas + Soltanto e a seguire Fabio De Luca dj set in collaborazione con Rolling Stone. Domenica 15 alle 18:30 il primo appuntamento con The Shak & Speares + Kafka On The Shore a seguire alle 22:00 tutti i dj del Festival. LUFTHANSA FESTIVAL OF FESTIVALS NIGHT Sul Sagrato del Teatro Strehler dalle 19:00 inizia la festa di chiusura della 18° edizione del Milano Film Festival con Lufthansa Festival of Festivals Night. Dalle 19.00 Nina Karaybi e Max TURPE, tra i dj più noti del panorama notturno milanese animeranno la serata e il pubblico avrà anche la possibilità di partecipare a “Party e riparti”, il nuovo concorso di Lufthansa che mette in palio un volo intercontinentale per due persone nei luoghi che hanno fatto da palcoscenico ai protagonisti del festival. LʼABBONAMENTO “ULTIMO WEEK-END AL FESTIVAL” (al prezzo di 20€) A partire da giovedì 12 è possibile acquistare lʼabbonamento al prezzo ridotto di 20 euro, valido per assistere a tutte le proiezioni in programma negli ultimi 4 giorni del festival (da giovedì 12 a domenica 15 settembre). Gli abbonati al Milano Film Festival (abbonamenti interi e ridotti) potranno ottenere sconti e agevolazioni presso molti luoghi dʼarte e cultura della città: dal BlueNote al Carroponte, dal Festival MITO al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, dal PAC Padiglione dʼArte Contemporanea al Piccolo Teatro di Milano (tutte le convenzioni sul sito www.milanofilmfestival.it). Lʼappuntamento è dal 5 al 15 settembre 2013; per tutti gli aggiornamenti è sempre consultabile il sito www.milanofilmfestival.it Milano Film Festival è una produzione esterni* *esterni è un’impresa culturale che dal 1995 progetta spazi pubblici, disegna servizi pr piccole e grandi comunità, promuove e realizza eventi di aggregazione, sviluppa campagne di comunicazione necessaria e partecipata. Lavora con enti pubblici e privati in Italia e all’estero, condividendo competenze, progetti e risorse. www.esterni.org Milano Film Festival fa parte di Milano Film Network (MFN), un nuovo progetto realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariplo che mette in rete 7 festival milanesi, per offrire una proposta culturale lungo tutto l’anno e alcuni servizi per chi si occupa di cinema. Ne fanno parte il Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest. Informazioni info@milanofilmfestival.it tel/fax +39 02 713613


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Milano Film Festival, il programma di venerdì 13 settembre gaiaitalia.com ­ 13 September 2013 2 Like

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Comunicato stampa Si chiude al Milano Film Festival la rassegna dedicata alle intersezioni tra il cinema e la video arte conl’anteprima assoluta di Negus – Echoes Chamber (h22:00 Teatro Studio), una parte del progetto in fieri degli Invernomuto a cui anche il Milano Film Festival partecipa come produttore. L’ambizioso progetto s’ispira a fatti storici di epoca fascista tendendo una linea di connessione tra Italia, Etiopia e Giamaica. Il progetto prevede suggestive partecipazioni, come quelle del padre della musica dub Lee Scratch Perry. Uno spettacolo­performance tra cinema e musica, una proiezione monocanale e una colonna sonora realizzata dal vivo e diffusa attraverso il sound system Prince Healer. Il Concorso Lungometraggi si apre oggi con la Georgia caotica di In Bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Gross (h 19:00 Spazio Oberdan, replica) e si chiude con la vita nel ghetto americano di Licks di Jonathan Singer­Vine, alla presenza del regista (h 20:30 Teatro Strehler, replica). Spazio ai cortometraggi del concorso dalle 15:00 alTeatro Strehler con il Gruppo A (fra cui Peristalsi, opera seconda di Enrico Iannaccone, vincitore delDavid di Donatello per il migliore cortometraggio, storia macabra e festeggiamenti dionisiaci da non perdere), alle 17:00 è la volta del Gruppo D al Teatro Studio (fra gli altri, la riflessione sulla coscienza collettiva di A Third Version of the Imaginary e lʼattore sadomaso nel corto italiano Silvio, Here I Am). La serata si chiude con il Gruppo J (con la storia di un giovane che sceglie di resistere e sognare senza abbandonare la sua città in La strada di Rafael di Alessandro Falco, presentato al Festival di Locarno, mentre le luci della notte si trasformano in unʼaurora boreale senza pari ne Lʼaurore Boreale di Keren Ben Rafael – h 17:00 Teatro Strehler). Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna. Oggi è in programma Strange fruit and black flowers (h 15:00 Spazio Oberdan) e Les Eclats (h 20:30, Scatola magica, replica) lungometraggio che gli è valso nel 2011 il riconoscimento unanime della critica, e numerosi premi in festival italiani e internazionali. Frammenti di voci, di risate e di rabbia; brandelli di parole, di immagini e di ricordi. Parole del vicino e del lontano, di ieri e di oggi; il soffio del vento, i movimenti del sole al tramonto, i riflessi rosso sangue. Retate della polizia, processioni guerriere, corte d’ingiustizia… Per una cartografia della violenza inflitta alle persone migranti, della ripetizione delle gesta coloniali e del carattere inaccettabile del “come va il mondo”. Per i “fuori categoria” del Milano Film Festival, il primo appuntamento è alle 20:00 alla Triennale – Teatro dell’arte con Upstream Color dell’indipendente Shane Carruth, in cui un uomo e una donna sono risucchiati in un labirinto misterioso, vorticoso e ipersensoriale. All’ombra del Walden di Thoreau e dell’amore, uno dei film cult Usa dell’anno: una prova di narrativa onirica e inquietante. A seguire, Museum Hours di Jem Cohen(h 21:00 Spazio Oberdan, replica). La sezione che indaga sugli abusi del potere torna oggi con Sur le rivage du monde di L’Espérance Sylvain(h 17:00 Spazio Oberdan, replica) e con Inequality for All di Jacob Kornbluth (h 21:00 Parco Sempione) film vincitore del premio speciale della giuria al Sundance, protagonista un economista con la verve di uno stand­up comedian, Robert Reich, ex segretario del lavoro per Bill Clinton, oggi professore a Berkeley che afferma: “La più grande bugia che ci hanno raccontato? Che il libero mercato sia per il nostro bene”. Milano Film Festival compie 18 anni e per celebrare l’evento ha in serbo un cofanetto di meraviglie sepolte, una rassegna che attraversa tutto il programma di questa edizione composta di due sezioni di cortometraggi, Grandi Speranze e The Platinum Collection. Alle 15:00 due appuntamenti: Al Teatro Studio per The Platinum Collection, Gli Irrequieti e in Scatola Magica, Passione; segue alle 17 in Scatola

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Cinema politico all'Oberdan focus sul regista Sylvain George

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Redazione ­ Ven, 13/09/2013 ­ 07:04

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Oggi Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un'ampia rassegna. Oggi è in programma Strange fruit and black flowers ﴾h 15:00 Spazio Oberdan﴿ e Les Eclats ﴾h 20:30, Scatola magica, replica﴿ lungometraggio che gli è valso nel 2011 il riconoscimento unanime della critica, e numerosi premi in festival italiani e internazionali. E ancora, si chiude la rassegna dedicata alle intersezioni tra il cinema e la video arte con l'anteprima assoluta di Negus ­ Echoes Chamber ﴾h 22:00 Teatro Studio﴿.

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LAURA CHIOSSONE: QUATTRO CHIACCHIERE "A PROPOSITO DI ANGELAMARIA" Vener dì, 13 Settembr e 2013 Cater ina Paolinelli

Intervista a Laura Chiossone a proposito del suo documentario “¿Necesitas algo, nena?”, presentato nella categoria “Eventi speciali” al Milano Film Fest 2013.

► Video musica ita ► Musica italiana ► Dischi musica

Prima di tutto grazie per aver accettato la mia intervista. Il tuo lavoro, documentario sui desaparecidos argentini, parte dal sud Italia. Come sei venuta a conoscenza della figura di Angelamaria? Chi te ne ha parlato? Sì, parte dalla Calabria, da Fuscaldo, un piccolo paese che ha conosciuto tante storie di emigrazione. L’idea nasce dalla produttrice del documentario Francesca Chiappetta che è di origini calabresi. Francesca ha seguito parte del processo italiano per le vittime italiane della dittatura argentina e, venuta a conoscenza della storia di Angela, vi ha ritrovato io credo una certa comunanza di forza di spirito delle donne del nostro sud. La storia di Angelamaria è una storia comune a molte persone in Argentina, hai scelto la sua storia come espediente per raccontare la realtà politica di una nazione o l’hai scelta perché ci ha visto dentro qualcosa di speciale? Di diverso? La storia di Angela è una su 30.000. Tanti si contano potrebbero essere i desaparecidos vittime della dittatura. Ognuna delle loro storie a modo suo avrebbe credo un suo messaggio prezioso da trasmettere. Il fatto che Angela fosse italiana la rende una figura interessante per sottolineare le tante connessioni nel bene e nel male tra i nostri due paesi. Si avverte, in certi punti del racconto, che stai cercando (almeno io l’ho percepito) di far descrivere questa donna come una donna forte e dal cuore grande, una donna speciale, più speciale degli altri; perché? Perché ha avuto abbastanza spazio nel cuore per pensare agli altri anche nei momenti peggiori, perché non si è lasciata paralizzare dalla paura ed ha messo la solidarietà e la giustizia davanti a tutto. In Argentina, durante la repressione, si veniva arrestati con i pretesti più assurdi, pensi che il fatto che Angelamaria avesse un figlio sovversivo non fosse sufficiente per fare di lei un soggetto in pericolo? Sì certamente, tutta la famiglia di Dante Gullo (marito di Angela, nda) è stata perseguitata e ha pagato il prezzo dell’impegno politico del figlio. “Sovversivo” è una parola interessante e sulla quale dovremmo riflettere, è così che il figlio è stato definito, e con lui tanti che semplicemente magari manifestavano il proprio dissenso in piazza. Ma anche se uno fosse colpevole di reali crimini contro “l’ordine costituito”, ti sembra sensato rapire la madre e ucciderla sotto tortura per questo? Hai ragione Laura, sono perfettamente d’accordo con te. Parliamo però di un luogo dove alcuni diritti dell’essere umano, come libertà di espressione, non sono minimamente contemplati. E Angela è stata l’unica della sua famiglia ad essere uccisa? E’ stato ucciso anche Jorge Gullo il fratello minore, che dopo la scomparsa della madre si è completamente dedicato alla sua ricerca tentando ogni strada possibile, compresa a quanto pare un’inutile visita in Italia in cerca di protezione politica per ottenere notizie di Angela. Rientrato in Argentina anche lui con grande coraggio, perché ben consapevole dei rischi che correva, è stato rapito con un’imboscata drammatica perché sotto probabili minacce è stata coinvolta la sua compagna e sua figlia che gli hanno dato un appuntamento che per lui è stato fatale. Capisco. E attualmente com’è la situazione in Argentina rispetto al tema dei desaparecidos e delle madri di Plaza de Mayo? Sono passati diversi anni da quando sono stata in Argentina per realizzare il documentario nel 2010; in quel momento era in atto una grande presa di coscienza (più di vent’anni dopo…) perché finalmente si stavano svolgendo i primi processi a carico dei militari, dopo quella dolorosa rimozione della memoria che si era fatta con le leggi del “punto final” e dell’ “obediencia debida” che nel 1986 stabilivano un’infelice e forzata pacificazione tra la società civile e quella militare impedendo che giustizia fosse fatta.

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SALTINARIA I 13 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

Non pensi che il tuo lavoro, per quanto ben fatto e molto toccante, sia un po’ anacronistico visto che non offri un indagine sulla realtà attuale, ma solo una video­documento su un aspetto della vita di una donna comune vissuta nel secolo scorso? E’ un lavoro sulla memoria, l’attualità è data dallo svolgersi solo ora, decenni dopo, dei processi che rimettono ordine nella giustizia. Forse si sarebbe dovuto dedicare anche uno spazio al tema dei figli sequestrati neonati ai desaparecidos e adottati segretamente, che è il tema effettivamente ancora più attuale, perché è la parte più dolorosamente irrisolta. Grazie infinite Laura. Grazie a te. Laura Chiossone è una regista italiana che sperimenta vari formati video: video musicali, documentari, cortometraggi e pubblicità. A fine giugno 2013 è uscito il suo primo lungometraggio "Tra cinque minuti in scena".

Intervista di: Caterina Paolinelli Grazie a: Valentina Calabrese, Ufficio stampa Milano Film Festival Sul web: www.milanofilmfestival.it Mi piace

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Il Milano Film Festival 2013 si avvia verso la sua conclusione. Sabato 14 il concorso lungometraggi inizierà con Habi, la Extranjera di Maria Florencia Alvarez (h. 15.00 Teatro Strehler, replica, in presenza della regista), a seguire

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proiezione del lungometraggio vincitore. A proposito di cortometraggio, quelli in concorso si potranno vedere sabato 14 alle ore 15 (Teatro Studio ­ Gruppo E), alle 17 (Teatro Strehler ­ Gruppo I), alle 22.30 (Teatro Strehler ­ Gruppo C), e domenica 15 alle 15 (Teatro Strehler ­ Gruppo F). Spazio a Sylvain George, nell’ambito dell’omaggio a lui dedicato, con Oh! Liberty! (Experiment the form, experiment the justice) (sabato 14 ­ h. 21 Spazio Oberdan, replica) e con Down in the flame (The little forms and activist image) (sabato 14 ­ h. 22.30 Scatola Magica). Prosegue la rassegna Colpe di Stato sabato 14 con Dirty Wars di Richard Rowley, a cui segue un incontro con Antonio Mazzeo di PeaceLink (h. 14.30 Spazio Oberdan, replica), mentre alle 18.00 appuntamento in Scatola Magica con Inequality for All: Putting People Last, incontro con Michele Salvati e Sandro Trento. Sempre sabato sera sarà la volta di The Act of Killing di Joshua Oppenheimer (h. 20.30 Teatro Strehler, in presenza del regista). Domenica 15 in programma ci sarà la replica di The Act of Killing di Joshua Oppenheimer (h. 14.30 Triennale ­ Teatro dell’arte, in presenza del regista), Infiltrators di Khaled Jarrar (h. 18 Triennale ­ Teatro dell’arte, replica, in presenza del regista) e Inequality for All di Jacob Kornbluth (h. 20 Triennale ­ Teatro dell’arte, replica). Per The Outsiders sabato 14 saranno proiettati 12 O’Clock Boys di Lotfy Nathan presso il Teatro Studio preceduto da Hopper vu par…Rupture di Valérie Pirson (h. 17 Teatro Studio), The Boundary di Nontawat Numbenchapol (h. 17 Spazio Oberdan, in presenza del regista), Diego Star di Frédérick Pelletier (h. 20.30 Teatro Studio, replica), A Band Called Death di Mark Covino e Jeff Howlett (h. 21 Spazio Oberdan, replica) e Lunarcy! di Simon Ellis (preceduto da Hopper vu par…Mountain di Martin de Thurah), (h. 21 Parco Sempione, replica). Domenica 15 alle 15.00 torna Lunarcy! di Simon Ellis allo Spazio Oberdan, e Sogno di una notte di mezza estate di Felice Cappa in Scatola Magica. Alle 17.00 tocca a Closed Curtain di Jafar Panahi e Kmboziya Partovi, in collaborazione con ceCINEpas. La serata si chiuderà con Gore Vidal: The United States of Amnesia di Nicholas D. Wrathall (h. 20.30 Scatola Magica, replica) e Le Straordinarie avventure di Mr. West nella terra dei bolscevichi di Lev Kuleshov. Per poi festeggiare il 18esimo compleanno del MFF si potranno vedere: sabato 14 alle 11.30 al Teatro Strehler The Platinum Collection, Passione; alle 15 in Scatola Magica, Segreto; alle 18.30 alla Triennale – Teatro dell’arte Grandi Speranze, Made in Italy; al Parco Sempione a mezzanotte The Platinum Collection, Amore. Domenica 15 alle 11.30 al Teatro Strehler ci sarà Grandi Speranze, Tutti di famiglia, seguito da Grandi Speranze: Racconti dal Margine. Alle 18.00 in Scatola Magica sarà la volta di The Platinum Collection, Esperimento e alle 23 Viaggio al Parco Sempione. Sabato 14 ultimo appuntamento con il Gruppo 3 del Salon De Refusès (20.30, Scatola Magica), mentre alle 15 in Triennale ­ Teatro dell’arte sarà replicato il film svedese di Fredrik Edfeldt Faro. Infine sia sabato che domenica continua l’appuntamento per i più piccoli presso Cascina Cuccagna con Milano Film Festivalino: alle 15.00 ci saranno i cortometraggi di animazione e alle 16.00 i laboratori ‘Facciamo un film?’ e ‘Un pomeriggio da Oscar’.

Concerti sabato 14 e domenica 15 settembre al Milano Film Festival Sabato 14 alle 18.30 sul palco del Parco Sempione saliranno Mamavegas+Soltanto, e a seguire Fabio De Luca dj set. Domenica 15 invece, sempre alle 18.30, toccherà a The Shak & Speares + Kafka On The Shore. A seguire alle 22.00 tutti i dj del Festival. Sul Sagrato del Teatro Strehler intanto dalle 19.00 inizierà la festa di chiusura della 18° edizione del Milano Film Festival con Lufthansa Festival of Festivals Night. Dalle 19.00 Nina Karaybi e Max TURPE. Leggi anche: Milano Film Festival 2013

Le foto del manichino di Berlusconi impiccato


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Un rito del fuoco per esorcizzare il colonialismo all’italiana. Lee NEWSLETTER “Scratch” Perry, leggenda del dub, protagonista del video in fieri che Invernomuto portano al Milano Film Festival nome email

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Scritto da Francesco Sala | sabato, 14 settembre 2013 · 2 commenti

Sul set di “Negus” – photo Moira Ricci

C’era una volta un ragazzo. Gli mettono in mano un moschetto e lo spediscono a migliaia di chilometri da casa. Gli dicono che deve prendersi un pezzo di terra, strapparlo al potere di un imperatore fatalmente malvagio. Lui, invece, si prende una pallottola: lo rimandano in patria. E al paese trova ad attenderlo, insieme a un folla festante, il manichino di quell’imperatore. Un fantoccio di paglia e stracci, nerissimo, da bruciare nell’esorcismo apotropaico della paura e della sconfitta. Creazione di un’inedita mitologia, insieme antica e contemporanea. Un fatto che a Vernasca, borgo dalle suggestioni medievali perso nell’Appennino emiliano, segna in modo indelebile la memoria collettiva. Una vicenda che per Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, alias Invernomuto, diventa pretesto per inscenare un nuovo rito. Questa volta al contrario. Le ringhiere del Teatro Studio di Milano rimandano l’immagine di una gabbia, con l’emiciclo affacciato trepidante sull’arena di una platea occupata da una monolitica concrezione di altoparlanti. In scena Negus – Echo Chamber, progetto nato sotto l’egida

SONDAGGIO Qual è l'artista italiano contemporaneo più sottovalutato?

del premio Furla ed evoluto oggi nell’orbita della sezione Vernixage del Milano Film Festival, finestra aperta sulla contaminazione tra cinema in senso stretto e video­arte; con uno sguardo che, in questa edizione, ha ammiccato in modo piuttosto diffuso all’idea di testimonianza, raccolta, archiviazione di sentimenti e immagini. Quasi una documentaristica d’artista, che il lavoro di Invernomuto persegue con un occhio allaWerner Herzog.

Gastone Novelli

Il report dall’Etiopia si accompagna con uno scarto netto e deciso alla performace

Giuseppe Chiari

messa in scena da Lee “Scratch” Perry in quel di Vernasca, sciamanico rito di violenta purificazione. Fuoco e ghiaccio per il santone del reggae, paludato di bigiotteria, che chiama a sé le forze della natura nel mantra ossessivo di una gestualità compulsiva. Le fiamme balenano nel buio, mentre il Teatro rimbalza dei bassi avvolgenti di un sottofondo dub; Perry assume la fisionomia tragicomica ed enigmatica di un eroe

Pinot Gallizio Pietro Consagra Domenico Gnoli Mario Schifano Emilio Isgrò Giosetta Fioroni Vincenzo Agnetti

allaDavid Lynch. A bruciare non è più il fantoccio del negus, semmai il retaggio di quel ponte che la cultura rastafariana ha gettato tra Etiopia e Giamaica, memoria di una diaspora inquieta e misteriosa. E il viaggio riprende: con la parte di video dedicata alla performance destinata a vivere di vita propria, su strade diverse dal resto del materiale. In fase di rielaborazione ed implementazione.


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Tornano i Daft Punk

Beth Hart ha visto il successo e conosciuto l'abisso: ecco la sua storia

Dieci cose che dovete nuovo album

MILANO FILM FESTIVAL, L'ULTIMO WEEKEND A TUTTO VOLUME 13 set 2013 — Redazione GQ Italia

La fiaba kitsch di Les Rencontres d’après minuit, The act of Killing il documentario “più spaventoso e surreale del decennio” secondo Werner Herzog, la musica, la cerimonia di premiazione e la festa di chiusura della 18° edizione

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CONCORSO LUNGOMETRAGGI L'ultimo weekend del Concorso Lungometraggi del 18° Milano Film Festival inizia sabato 14 conHabi, la Extranjera di Maria Florencia Alvarez (h 15:00 Teatro Strehler, replica, in presenza della regista), a seguire Terra de ninguém di Salomé Lamas (h 17:00 Triennale ­ Teatro dell'Arte, replica), Les Rencontres d'après minuit di Yann Gonzalez (h 20:30 Teatro


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Strehler, replica, in presenza del regista) e Mirage à l'italienne di Alessandra Celesia (h 22:30 Teatro Studio, replica). Domenica 15, in attesa della cerimonia di premiazione, di nuovo in programma il trasgressivoLes rencontres d'aprés minuit di Yann Gonzalez (h 18:00 Spazio Oberdan, replica, in presenza del regista). Il festival si conclude con la cerimonia di premiazione, a cui segue la proiezione dei cortometraggi vincitori (domenica 15 sett. h 20.30 Teatro Strehler, ingresso libero) e alle22.00 proiezione del lungometraggio vincitore della 18° edizione. CONCORSO CORTOMETRAGGI Tornano i corti del Concorso, riservato solo a opere under 40, sabato 14 alle ore 15 al Teatro Studio con il Gruppo E, alle 17 al Teatro Strehler con il Gruppo I (alla presenza dei registi), alle22:30 al Teatro Strehler con il Gruppo C (alla presenza dei registi). Domenica 15 è la volta del Gruppo F (h 15:00 Teatro Strehler). OMAGGIO A SYLVAIN GEORGE: Echoes of silence / Rage of immanence Ancora spazio a Sylvain George, con Oh! Liberty! (Experiment the form, experiment the justice): Carta bianca a Sylvain George, una sua personale selezione di corti diretti da altri registi, fra cui Jean­Luc Godard e Ken Jacobs, che «cerca una connessione con le preoccupazioni del momento» (sabato 14 h 21 Spazio Oberdan, replica) e con il cortometraggioDown in the flame (The little forms and activist image) (sabato 14 h 22:30 Scatola magica v.o. no sub ita). COLPE DI STATO La rassegna prosegue nel pomeriggio di sabato 14 con il film/inchiesta che inchioda la politica estera dell'amministrazione Obama, Dirty Wars di Richard Rowley, a cui segue un incontro conAntonio Mazzeo di PeaceLink (h 14:30 Spazio Oberdan, replica). Alle 18:00 appuntamento inScatola Magica con Inequality for All: Putting People Last, incontro con Michele Salvati eSandro Trento. La sera di sabato si chiude infine con uno dei film più attesi di questa edizione, The Act of Killingdi Joshua Oppenheimer (h 20:30 Teatro Strehler, in presenza del regista), che sarà distribuito nelle sale il 17 ottobre con I Wonder. Oppenheimer ci riporta agli anni Sessanta, all'eccidio di oltre mezzo milione di oppositori da parte degli squadroni della morte indonesiani. E lo fa dando la parola agli assassini, mostrandoci un Paese dove nulla è cambiato. Prodotto daErroll Morris e Werner Herzog, che lo ha definito "il più spaventoso e surreale del decennio". LaDomenica di chiusura del festival ha in serbo la replica di The Act of Killing di Joshua Oppenheimer (h 14:30 Triennale ­ Teatro dell'arte, in presenza del regista), per proseguire conInfiltrators di Khaled Jarrar (h 18:00 Triennale ­ Teatro dell'Arte, replica, in presenza del regista) e concludendo con Inequality for All di Jacob Kornbluth (h 20:00 Triennale ­Teatro dell'arte, replica). THE OUTSIDERS Sabato 14 si apre con 12 O'Clock Boys di Lotfy Nathan presso il Teatro Studio (preceduto daHopper vu par… Rupture di Valérie Pirson) (h 17 Teatro Studio) e con The Boundary diNontawat Numbenchapol (h 17:00 Spazio Oberdan, in presenza del regista), ambientato in Thailandia, dove il regista incontra per caso il giovane soldato Aod che ha appena concluso il servizio militare e lo accompagna nel suo viaggio di ritorno a casa, attraverso un Paese in cui sono evidenti le tracce del conflitto E' poi la volta di Diego Star di Frédérick Pelletier (h 20:30 Teatro Studio, replica) e alle 21:00 due incontri, uno con la musica punk di A Band Called Deathdi Mark Covino e Jeff Howlett (h 21:00 Spazio Oberdan, replica), l'altro con Lunarcy! di Simon Ellis (preceduto da Hopper vu par… Mountain di Martin de Thurah) (h 21:00 Parco Sempione, replica).

Anche Domenica 15 spazio ai "fuori categoria" del Festival; alle 15:00 torna Lunarcy! di Simon Ellis allo Spazio Oberdan, e Sogno di una notte di mezza estate di Felice Cappa (in collaborazione con Teatro Elfo Puccini) in Scatola Magica. Alle 17:00 tocca a Closed Curtaindi Jafar Panahi e Kmboziya Partovi, in collaborazione con ceCINEpas. La serata si chiude con altri due appuntamenti importanti, Gore Vidal: The United States of Amnesia di Nicholas D. Wrathall (h 20:30 Scatola Magica, replica) e, infine, in collaborazione con il Gran Festival del Cinema Muto, organizzato dalla Fondazione Cineteca Italiana, Le Straordinarie avventure di Mr. West nella terra dei bolscevichi di Lev Kuleshov, accompagnato dal vivo con musiche composte ed eseguite da Rossella Spinosa con la collaborazione degli artisti del Centro di Musica contemporanea per la parte di musica elettronica.


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LA MUSICA AL MILANO FILM FESTIVAL Milano Film Festival conferma l'attenzione alla musica con i dj­set che animano ogni sera ilSagrato del Teatro Strehler e con PARKLIVE, un festival di concerti e dj­set in programma ogni sera alle 18.30 al Parco Sempione (realizzato grazie al sostegno di Jack Daniel's e curato da I Distratti). Sabato 14 alle 18:30 Mamavegas + Soltanto e a seguire Fabio De Luca dj set in collaborazione con Rolling Stone. Domenica 15 alle 18:30 il primo appuntamento con The Shak & Speares + Kafka On The Shore a seguire alle 22:00 tutti i dj del Festival. LUFTHANSA FESTIVAL OF FESTIVALS NIGHT Sul Sagrato del Teatro Strehler dalle 19:00 inizia la festa di chiusura della 18° edizione del Milano Film Festival con Lufthansa Festival of Festivals Night. Dalle 19.00 Nina Karaybi e Max TURPE, tra i dj più noti del panorama notturno milanese animeranno la serata e il pubblico avrà anche la possibilità di partecipare a "Party e riparti", il nuovo concorso di Lufthansa che mette in palio un volo intercontinentale per due persone nei luoghi che hanno fatto da palcoscenico ai protagonisti del festival. L'ABBONAMENTO "ULTIMO WEEK­END AL FESTIVAL" (al prezzo di 20€) A partire da giovedì 12 è possibile acquistare l'abbonamento al prezzo ridotto di 20 euro, valido per assistere a tutte le proiezioni in programma negli ultimi 4 giorni del festival (da giovedì 12 a domenica 15 settembre).


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Milano: oltre 100.000 presenze per 18esima edizione 'Film Festival' Condividi

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14/09/2013

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14

set.

(Adnkronos)

-

Si

conclude

domani,

domenica 15 settembre, la 18esima Milano

edizione Film

del

Festival.

Un'edizione di grande successo che vedra' superato il muro delle 100mila presenze fatto registrare lo scorso anno. "Ancora una volta - ha dichiarato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno - il Milano Film Festival si e' dimostrato capace di creare importanti connessioni internazionali e l'altissima affluenza di giovani registrata anche quest'anno


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dimostra come si sia sulla strada giusta. Da parte dell'amministrazione c'e' la volonta' di coinvolgere sempre di piu', su questo e su tanti altri progetti, l'universo della cultura giovanile di questa citta' e non solo. Un esempio di come si puo' fare cultura negli spazi pubblici, valorizzandoli, e continuare a fare cultura pur in un momento di crisi, mettendo insieme le forze di istituzioni pubbliche, partner privati e associazioni, in questo caso 'Esterni'". "Il Milano Film Festival - ha aggiunto- ormai ha trovato una sua collocazione nazionale, e non solo. Tanti, poi, hanno apprezzato l'espansione urbana di questa edizione, che dalla Triennale al Parco Sempione ha creato nei fatti un nuovo spazio urbano. Questa impostazione di festival diffuso e' sicuramente da ampliare in futuro". Nella giornata di chiusura di domani sono anche previste le proiezioni di alcuni video realizzati dal Comune di Milano, appena prima della premiazione prevista per le 20.30 al Teatro Strehler tra cui "Milano palestra a cielo aperto" e "Milano il recupero delle cascine


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L’eterno ritorno di Antonis Paraskevas

L’arte del sogno (2 Sep 14, 2013

Scritto da CARMEN SPANÒ il 14, Sep 2013 • 1:40 pm &bull

Be Kind Rewind – (2008)

Milano FilmFestival 2013, 5 – 15 settembre 2013, Milano

Sep 14, 2013

Intervista a Christos Stergioglou

Antonis Paraskevas è una star della conduzione televisiva da vent’anni. Fino al giorno in cui il suo appeal mediatico subisce una battuta di arresto: ascolti che vanno a picco, investitori pubblicitari non più pervenuti.

Venezia 70: oggett sottr-azione

È necessario inventarsi qualcosa, svecchiare un’immagine ormai usurata dal regime dell’assuefazione. Lo

scoop è dietro l’angolo: dopotutto, basta inventarselo.

Sep 11, 2013

Elina Psykou, all’esordio nel lungo con L’eterno ritorno di Antonis Paraskevas, non sceglie le mezze misure: costruisce un’opera ritmata sulle ossessioni del suo protagonista, sulla sua trasformazione psico-fisica concepita

Il Ruggito di Medi

come viaggio del degrado,percorso disturbante nel gorgo della follia. Straordinario,da questo punto di vista, il

Sep 11, 2013

lavoro dell’attore Christos Stergioglou sul corpo e lo sguardo di Antonis: noi di Mediacritica lo abbiamo

incontrato al Milano FilmFestival dove l’attore ha presentato il film in anteprima internazionale.

At Berkeley

Dopo Venezia, Milano: è felice di essere al Film

Sep 11, 2013

Festival? Sono molto contento di essere qui. C’è un’energia positiva, tanta gente giovane; e Milano la sento come

Giovani ribelli – K

una città calda. Sì, mi piace molto.

Sep 11, 2013

Il suo personaggio, Antonis Paraskevas: è più un

disperato o un cinico?

È entrambe le cose. Oltre ad essere un narcisista e, alla fine, un criminale. Devo dire di provare pietà per lui, per tutti i personaggi come lui, perché non si rendono conto

Il piccolo fuggitivo Sep 11, 2013

di vivere in un mondo irreale, con quel loro desiderio di essere sempre i primi in qualcosa. Sono dei pazzi inconsapevoli. Non vorrei mai essere come queste

Ilo Ilo

persone.

Sep 11, 2013

Ritiene che anche lo spettatore dovrebbe provare pietà i personaggi come Antonis? È questo il tipo di

sentimento che il film intende suscitare? Io spero che il pubblico si renda conto che questo modo di vivere è il peggiore possibile. La sceneggiatura è molto forte nel delinearlo – tutto sfocia nella pazzia – e io mi auguro che questo aiuti a capire quanto quel gioco sia pericoloso. Elina Psykou, la regista, ha detto del suo protagonista: “È un eroe tragico il cui destino è già stabilito. In

quanto eroe, è costretto a sopravvivere e rivendicare l’immortalità. Ed è proprio di questo che parla il film:

l’immortalità ad ogni costo”. È d’accordo con questa definizione? La condivido pienamente. E condivido l’atteggiamento di disapprovazione che Elina ha cercato di esprimere. L’immortalità è un desiderio irrealizzabile e non vale i prezzi che alcune persone sono disposti a pagare per cercare di raggiungerla. Il film vuole essere un monito in tal senso.

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La storia narrata è profondamente connessa alla situazione che la Grecia sta attraversando. Secondo lei, quanto è importante il ruolo dei media – del cinema, della televisione – nel determinare l’atteggiamento delle persone nei confronti della crisi? Devo dire che la televisione, in particolare, fa un pessimo lavoro. La pubblicità, ad esempio, ha la capacità di orientare le persone che si ritrovano a seguire cattivi esempi di vita. Ci sono, però, dei registi che fanno un cinema alternativo che merita di essere seguito perché in grado di dire qualcosa di importante alla gente. Questo è il cinema che io scelgo di sostenere, come il cinema di Elina, che ha il coraggio della verità e di indicare una via di realizzazione diversa da quella che molti media, per il loro puro interesse, ci prospettano.

L’eterno ritorno di Antonis Paraskevas [I aionia epistrofi tou Antonis Paraskevas, Grecia 2013] REGIA Elina Psykou. CAST Christos Stergioglou, Giorgos Souxes, Maria Kallimani, Theodora Tzimou, Syllas Tzoumerkas. SCENEGGIATURA Elina Psykou. FOTOGRAFIA Dionisis Efthimiopoulos. MUSICHE Felizol. Drammatico, durata 88 minuti.

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Milano Film Festival 2013 (/FocusesTexts/FocusIndex/7) Ieri, 13:42

"Midsummer Night's Tango"

Tango finlandese di Riccardo Lascialfari

Siamo proprio sicuri che il tango, il ballo considerato patrimonio dell’umanità, mix inconfondibile di ritmo e sensualità, abbia avuto origine, come tutti danno per scontato, tra Argentina e Uruguay? E

se fosse nato in Finlandia? A suggerire l'ipotesi bizzarra è Aki Kaurismaki, nel cameo che dà

avvio a Midsummer Night's Tango, l'arioso e divertente documentario firmato da Viviane

Blumenschein, passato al Milano Film Festival nella sezione "The Outsiders".

Secondo il regista di Nuvole in viaggio furono infatti i pastori finlandesi di metà '800 a inventarsi delle languide cantilene per tenere lontani i lupi dal bestiame e per combattere la solitudine. Poi i

marinai, con i viaggi e le migrazioni, completarono l'opera, fino a diffondere nel mondo, e dunque anche in Sudamerica, i rudimenti del celebre tempo binario, diventato espressione popolare e artistica, contenitore di danza, testo e canzone. Tre musicisti argentini - il cantante Chino Laborde, il chitarrista Diego "Dipi" Kvito e Pablo

Greco con il suo inseparabile bandoneón - non ne sono però troppo convinti, così decidono di

volare da Buenos Aires fino a Helsinki per compiere un'indagine sul campo. A bordo di una

vecchia utilitaria che parte solo a spinta (nel corso del film da rossa diventa verde poi azzurra),


CINEFORUM I 15 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

incontrano boschi e laghi cristallini, visitano una balera dove si balla la milonga, ma soprattutto si

confrontano e discutono di musica, di vita, di tradizioni, con una variopinta galleria di personaggi autoctoni. Tutti legati al mondo del tango (in salsa nordica). Nonostante un approccio a tratti illustrativo, qualche totale da cartolina di troppo, la

Blumenschein realizza un road movie genuino, convincente, con parecchi momenti felici. Anzi, si tiene ben lontana da ogni sociologismo, da folkloristiche tentazioni dimostrative e lascia agire sullo schermo, in modo tale che si impongano via via allo sguardo, i sorrisi, i volti, gli abbracci, i siparietti canori dei protagonisti, magari improvvisati attorno a un tavolo dopo aver assaggiato le

tortine di riso finlandesi.

L'avventura dei tre improbabili “detective” argentini, con la loro contagiosa curiosità, finisce per consegnare allo spettatore una lezione importante: il vero, autentico incrocio di culture ed esperienze, non può che essere il frutto della relazione con l’altro. Se poi lo si fa con il linguaggio universale della musica... A chiudere la diatriba Argentina/Finlandia, il cameo finale di Kaurismaki.

Ma conta davvero scoprire la verità?

Nella stesso focus: Violenza e redenzione a Oakland (/FocusesTexts/view/Violenza_e_redenzione_a_Oakland) di Riccardo Lascialfari Orrore nordcoreano (/FocusesTexts/view/Orrore_nordcoreano) di Riccardo Lascialfari Sublime e supponente (/FocusesTexts/view/Sublime_e_supponente) di Andrea Chimento "Mirage": vero, falso, reale (/FocusesTexts/view/Mirage_vero_falso_reale) di Valentina Alfonsi 18 anni con stile (/FocusesTexts/view/18_anni_con_stile) Tweet

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Milano Film Festival 2013 (/FocusesTexts/FocusIndex/7) Oggi, 11:19

"Licks"

Violenza e redenzione a Oakland di Riccardo Lascialfari

Il giovane “Lil” D. (Stanley Doe Hunt) ha diciannove anni quando fa ritorno a Oakland, California, dopo aver scontato due anni di prigione per una rapina in un drugstore finita male. A differenza dei suoi complici, ha perso tempo nello svignarsela per recuperare l’anello che portava al dito, caduto sotto uno scaffale. Non poteva lasciarlo lì. Si trattava della promessa d’amore della sua ragazza Aliki (Tatiana Monet). È il primo segno di una “differenza” che, sottotraccia, consente al regista Jonathan Singer-Vine,

appena venticinquenne e qui al suo esordio, di mettere a punto un sapiente gioco di forze, di azioni e reazioni, che polarizzano i ruoli dei personaggi. E il mondo che rappresentano.

Rientrato a contatto con gli abitanti del quartiere e con gli amici (molti sono spacciatori e malfattori), sottoposto a libertà vigilata, D. tenterà, tra apatiche ricadute e un progressivo desiderio di riscatto, di imprimere alla propria vita un’altra direzione. Diventare una persona (Daniel) e non più una sigla.


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Tre anni di lavorazione, una lunga attività di ricerca con sopralluoghi nel quartiere di Oakland in

cui è ambientata la storia, oggetti di scena forniti dagli stessi abitanti, l’utilizzo di attori esordienti. Forse stava pensando a questo Jonathan Singer-Vine quando, intervenuto al Milano

Film Festival insieme a parte del cast in occasione della prima europea di Licks (Rapine), ha parlato del suo film come un work in progress, un’esperienza umana e formativa destinata a durare (sul sito ufficiale www.licksmovie.com si cercano ancora donazioni per recuperare parte del budget). Tra le sue intenzioni, quella di “raccontare soprattutto la cultura dei personaggi”. Per farlo, li ha

immersi in un’atmosfera satura di violenza fisica e verbale (non si contano i “nigger”, “fuck”,

“pimp”), di predestinazione (D., Mac, Ty, Maalik e gli ragazzi non sembrano avere altro orizzonte

che quello del crimine e a poco valgono gli avvertimenti del reverendo), di desolazione urbana (solo qualche panoramica a macchina fissa ci ricorda che oltre il groviglio di strade attorno al

quartiere esiste un altro mondo).

Singer-Vine, autore anche del soggetto e co-produttore, maneggia con abilità materiali

filmicamente rischiosi, come la violenza giovanile in un ghetto americano, lo squallore degli ambienti della droga e della prostituzione, lo sfascio familiare. Solo qua e là carica un po’ troppo lo stile – i rallenti, i riferimenti al ritratto di Martin Luther King, qualche incertezza nella parte centrale – ma non è che il risultato, crediamo, di una spontanea e

vigorosa urgenza espressiva. Di un talento che promette molto.

Nella stesso focus: Tango finlandese (/FocusesTexts/view/Tango_finlandese) di Riccardo Lascialfari Orrore nordcoreano (/FocusesTexts/view/Orrore_nordcoreano) di Riccardo Lascialfari Sublime e supponente (/FocusesTexts/view/Sublime_e_supponente) di Andrea Chimento "Mirage": vero, falso, reale (/FocusesTexts/view/Mirage_vero_falso_reale) di Valentina Alfonsi 18 anni con stile (/FocusesTexts/view/18_anni_con_stile) Tweet

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Si spegne il Film Festival allo Strehler la premiazione

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Redazione ­ Dom, 15/09/2013 ­ 07:04

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Oggi Il festival si conclude con la cerimonia di premiazione, a cui segue la proiezione dei cortometraggi vincitori ﴾h 20.30 Teatro Strehler, ingresso libero﴿ e alle 22 proiezione del lungometraggio vincitore della 18° edizione. Gli ultimi appuntamenti iniziano alle 11.30 allo Strehler con «Grandi Speranze», «Tutti di famiglia», per poi proseguire con una selezione molto speciale di Grandi Speranze: Racconti dal Margine. Tra i film proiettati, infatti, ci sono A Comunidade di Salomé Lamas e Land of My Dreams di Yann Gonzalez . Alle 18 in Scatola Magica è la volta di The Platinum Collection, Esperimento e infine alle 23 Viaggio al Parco Sempione

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Emiliano Morreale 15 settembre 2013

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Sabato • 14 Settembre 2013 • Aggiornato alle 20:37

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Il Leone d'oro a Gianfranco Rosi sembra aver riacceso l'interesse intorno al documentario. Ma i motivi di interesse del cosiddetto "cinema del reale" sono molteplici, e spesso non riguardano solo il contenuto. Si prenda la sezione "Colpe di stato" del Milano Film Festival, che si conclude oggi. Curata da Paola Piacenza, è in apparenza una panoramica di documentari politici, nei quali il tema dovrebbe es sere l'elemento decisivo. Ma quest'anno conteneva lavori di grande complessità, in cui a suscitare interrogativi, ad affascinare e a sconcertare è anzitutto la costruzione del dispositivo filmico. (Del resto, quest'anno il festival ha ospitato anche un omaggio a Sylvain George, uno dei documentaristi politici più interessanti d'oggi, autore di una serie di film sull'immigrazione in Francia). Certo, tra i film di "Colpe di stato" c'erano anche lavori il cui impatto politico era più immediato. Ad esempio, Mutasalilum di Khaled Jarrar, girato tra i trasgressori del confine Israele/Palestina, ovviamente punta molto sulla forza dell'immediatezza. E Les Chebabs de Yarmouk, su un campo profughi in Siria, con una impostazione classica, ci avvicina a una generazione di giovani palestinesi in attesa. Element o, questo della sospensione in luoghi di transito e stazionamento, presente anche in Sur les rivages du monde, ambientato in Mali, tra migranti in attesa di partire verso l'Europa. E dunque sì, i temi di attualità sono l'elemento unificante della sezione: la crisi della classe media negli Usa, i nuovi missionari cristiani fondamentalisti in Uganda, l'uso dei droni anche da parte dell'amministrazione Obama. Eppure le potenzialità del documentario risaltano in due film appassionanti e sconcertanti, stranamente simili nei rischi che si assumono. Il primo è The Act of Killing, che l'americano Joshua Oppenheimer ha girato in Indonesia, scovando alcuni dei torturatori e assassini del colpo di stato del 1965, quando gli squadroni della morte uccisero oltre mezzo milione di persone. Questi assassini 50 anni dopo vivono in pace con la propria coscienza, e di buon grado si prestano a spiegare e rimettere in scena le proprie azioni, coinvolti in un film-nel-film che lambisce l'horror di serie B e addirittura il musical kitsch. Qui l'operazione di "filmare il nemico" è rischiosissima: il regista racconta il piacere di mettersi in scena da parte di questi uomini, ma alla fine riesce nell'impresa di non render li simpatici, e crea nello spettatore uno sconcerto salutare, che riguarda non solo i personaggi sullo schermo ma le proprie modalità di apprendere la rappresentazione e la spettacolarizzazione della cronaca e della storia recente. E, muovendosi sul filo di lama della vicinanza ai carnefici, scardina il consolatorio "paradigma vittimario" che governa anche il funzionamento dei media. L'altro titolo è D er Kapitän und sein Pirat (Il capitano e il suo pirata) del tedesco Andy Wolff, confronto a distanza tra il comandante di una nave sequestrata dai pirati, e il pirata somalo che l'ha rapito, intervistato nel suo covo. I due osservano le reciproche interviste, le commentano, mentre ogni tanto vediamo anche immagini del sequestro della nave. Il capitano (anzi, ormai ex capitano) ha visto la propria carr iera distrutta dall'evento, perché gli è stata data la colpa dell'accaduto, e alla fine sembra che l'unico a

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riconoscergli dignità di comandante sia proprio il suo rapitore. Anche qui, c'è un momento in cui il regista fa rimettere in scena alla vittima i momenti drammatici del sequestro. Ma l'idea forte di questo film a suo modo straordinario è proprio il dialogo a distanza tra i due, il loro riconoscersi a distanza come avversari, con dei momenti degni di un romanzo di Conrad. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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news Milano Film Festival: Stasera la chiusura

15/09/2013 Autore: Valentina Alfonsi

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Si chiude stasera la 18esima edizione del Milano Film Festival con la cerimonia di premiazione al Teatro Strehler (20.30, ingresso libero) a cui seguirà la proiezione del film vincitore. Per il concorso lungometraggi sarà riproposto, alle 18 allo Spazio Oberdan, "Les rencontres d'aprés minuit" di Yann Gonzalez alla presenza del regista, mentre alle 14.30 alla Triennale ­ Teatro dell'arte Joshua Oppenheimer presenterà il suo "The Act of Killing", nella sezione Colpe di Stato. I bambini sono attesi alla Cascina Cuccagna con una selezione di cortometraggi d'animazione, dalle 15, e con i laboratori "Facciamo un film?" e "Un pomeriggio da Oscar", realizzato in collaborazione con Imaginarium, a partire dalle 16. Tutte le info su MFF.it

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Nuovo Cinema Locatelli

Ricorderemo il mondo attraverso il cinema (Lav Diaz)

Recensione: ILO ILO (dal Milano Film Festival). Ritratto – ironico e abbastanza impietoso – di famiglia di Singapore con colf filippina Pubblicato il settembre 15, 2013 da luigilocatelli

Ilo Ilo, regia di Anthony Chen. Con Koh Jia Ler, Angeli Bayani, Chen Tian Wen, Yeo Yann Yann. Singapore. Visto al Milano Film Festival 2013. Presentato all’MMF il film vincitore quest’anno a Cannes della Caméra d’or come migliore opera prima. Il suo regista ha solo 29 anni, ma già una grande sicurezza nel raccontare e nel mettere in scena questa storia di una media famiglia nella Singapore 1997. Per tenere a freno il figlio indisciplinato viene ingaggiata una filippina, un po’ colf, un po’ badante­baby sitter. Scatterà, dopo un burrascso inizio, un’alleanza tra i due. Ritratto nei toni della commedia, eppure disincantato, di un interno familiare asiatico dominato dalla ferrea logica dei soldi, dell’ambizione, della rivalità, della sopraffazione. Voto 7+ Quest’anno mi pare che il Milano Film Festival abbia fatto un salto ulteriore, con un programma corposo e di film importanti. Film in gran parte provenienti da altri festival (da Berlino soprattutto), ma lì annegati nell’eccesso di offerta e qui invece resi disponibili sia ai festivalieri che magari se li erano persi, sia a chi ai festival non va. Arriva da Cannes, e arriva da vincente, questo Ilo Ilo del regista made in Singapore Anhony Chen, 29 anni soltanto, al primo lungometraggio, e con parecchi corti alle spalle tra l’altro presentati ai precedenti MFF, a dimostrazione di come questa rassegna milanese ci azzecchi spesso e


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veda lungo. Perché Chen con Ilo Ilo a Cannes si è portato a casa nientemeno che la Caméra d’or, il premio assegnato alla migliore opera prima tra tutte quelle presentate nelle sezioni ufficiali (Compétition, Un certain regard, Fuori concorso) e nelle rassegne indipendenti e collaterali (Quinzaine des Réalisateurs e Semaine de la critique). Agnès Varda, che presiedeva la giuria della Caméra d’or, nel consegnare il riconoscimeno al giovanissimo regista singaporiano lo ha elogiato con un lungo e sentitissimo speech (ma quando finirà?, ci si chiedeva sgomenti in sala stampa), anche per la capacità di miscelare registri e linguaggi differenti. Sicché, quando sono andato l’altra sera a vedermi il film qui al MFF (a Cannes era tra quelli che non ero riuscito a beccare), le mie aspettative erano altissime, e non vedevo l’ora. Non è che poi Ilo Ilo mi abbia deluso, no, è certo un film di rispetto, però non vi ho ritrovato quella leggerezza e quella nonchalance, quella disinvoltura di confezione, quel coraggio che mi erano sembrati trasparire dalle parole della Varda. Un bel film, una scoperta anche, ma l’esplorazione delle nuove frontiere cinematografiche è un’altra cosa. Quel che colpisce è il mestiere già perfetto di Chen, la sua sicurezza quasi naturale, da narratore puro, nel disegnare i caratteri, nel metterli a confronto, nel far nascere il racconto. Abbastanza impressionante. Il ragazzo non sbaglia un colpo, sa tenere sotto controllo fili e diramazioni della trama, ha la giusta dose di ruffianaggine per colpire al cuore e anche più sotto se necessario il suo pubblico. Credo che in Ilo Ilo ci sia qualcosa, e anche più di qualcosa di autobiografico. Credo. Siamo a Singapore difatti, e ci siamo nel 1997, anno della prima grande crisi finanziaria asiatica, quella che fece gridare alla fine del miracolo delle tigri. Adesso, lo sappiamo, fu solo una pausa, un rallentamento momentaneo, nell’ascesa del continente. Il che consente però a Chen di prendere la città-stato in una fase di sospensione e di frattura, quando la crisi mette a nudo non solo le fragilità e le diseguaglianche sociali ed economiche, ma anche certe crepe esistenziali, private. Nei toni della commedia Chen entra e ci fa entrare in una casa medio-piccoloborghese, padre venditore, madre impiegata (e batte ancora a macchina: nel 1997!), genitori sempre affacendati e parecchio assenti, con il figlio Jiale sui dieci-undici anni che, signora mia, è una peste. Uno che a scuola mena, per difendersi certo, però mena, e ne combina di ogni e non è proprio un campione di studi, oltre che di disciplina. Per tenerlo sotto controllo i genitori si prendono in casa una colf filippina di nome Teresa cui affidare non solo l’irrequieto bambino, ma anche la gestione domestica, dalla spesa allo stiro al passaggio dell’aspirapolvere. Son queste le parti migliori di Ilo Ilo, quando Chen ci mostra la stronzaggine della padrona di casa, di come sequestri il passaporto di Teresa schiavizzandola (“così non potrà tagliare la corda”, spiega al marito pure lui, come noi, esterrefatto). All’inizio anche Jiale maltratta quella giovane donna venuta da un’isola chiamata Ilo Ilo per tirar su un po’ di soldi e mantenre il suo bambino di non ancora un anno. In questa fase il regista sa benissimo orchestrare, pur nella leggerezza e perfino in certi momenti nella grazia, il suo teatrino familiare della crudeltà. Si sorride e si ride, ma il quadro che ne vien fuori è abbastanza implacabile. Quello di una famiglia che persegue pervicacemente il benessere e la rispettabilità borghese costino quel che costino, dove tutto è sottomesso alla convenienza, al denaro, alle regole dell’ipocrisia. Il rapporto tra la padrona e la serva è di una sottile ferocia che ci rimanda, pur in versione depotenziata e di commedia, a Losey-Pinter e Genet (quando lei in bagno si mette il rossetto della signora). Poi qualcosa succede, ed è l’imprevedibile alleanza tra il bambino quasi teppista e la giovane donna venuta dalle Filippine. Jiale si legherà a lei come a una madre sostitutiva e surrogatoria, e la vera se ne accorgerà, e proverà fastidio e forse sofferenza. Niente sfugge allo sguardo ironico e impietoso del giovane Anthony Chen: Singapore e la sua egemone comunità cinese, i riti familiari e di clan, i rapporti di lavoro gerarchici e spesso vessatori, un panorama urbano, se non degradato e sporco, certo lontano dall’immagine convenzionale di Singapore campione di ordine e pulizia. I licenziamenti si susseguono, la gente si impoverisce e si incazza, pur senza ribellioni manifeste. Singapore non è quell’angolo di paradiso che tanta retorica e propaganda pro-asiatica ci hanno consegnato per molto tempo. Poi nell’ultima parte Ilo Ilo si sfilaccia, non osa più, prevalgono i buoni sentimenti e il dolciastro. Ma il film resta, c’è, ed è un film che rivela un autore, e che qualche distributore dovrebbe importare e far circolare in Italia. Condividi:

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Questa voce è stata pubblicata in cinema, Container, festival, film, Post consigliati, recensioni e contrassegnata con agnès varda, anthony chen, cinema, festival, festival di cannes, film, ilo ilo, mff, milano film festival 2013, premio caméra d'or, recensione, singapore. Contrassegna il permalink.


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B Y C L A U D I O M A G I S T R E L L I C I N E M A , E D I T O R I A L E , S P E C I A L E 1 5 SETTEMBR E 2 0 1 3

I BLOCKBUSTER SONO BRUTTI, IO VADO AL MILANO FILM FESTIVAL

I blockbuster estivi a stelle e strisce sono ormai un pacco, l’abbiamo già detto e lo ribadiamo. Che fare allora? Il mio rimedio anche per quest’anno è stato il Milano Film Festival. Eh sì, anche se la città sembra non essersene mai accorta, anche Milano ha un suo festival del cinema, giunto ormai alla 18° edizione con annesse battute sulla raggiunta maggior età e il concetto di gioventù.


PLAYERS I 15 SETTEMBRE 2013 I 2/6 PAGINE

La rassegna come da tradizione è aperta alle opere prime e seconde di registi emergenti, e ciò porta con se diversi vantaggi. Per prima cosa, è possibile assistere alle prime visioni di registi che un domani potrebbero spopolare a Venezia o al Sundance, e non è da escludere la possibilità di ritrovarsi tra qualche anno a raccontare agli amici scettici di come voi conosciate quel giovane talento fin dagli esordi, quando eravate seduti di fianco al lui alla prima del suo film d’esordio, gli avete offerto una sigaretta e addirittura lo avete ospitatosul vostro divano. Il che porta con se il secondo vantaggio, ovvero la totale assenza di divismo, niente star, nessuna traccia di Mollica che freme per far vedere che lui da del tu a tutti, nessun rischio di incontrare per caso Giuliano Ferrara mentre urla untuosi apprezzamenti a qualunque signore di passaggio, al massimo può capitare di incrociare Carlo Giuseppe Gabardizz, meglio noto ai più come Olmo di Camerà Caffè, mentre si sbatte per l’organizzazione e non per farsi notare da chi passa. Anche la critica è più bella al Milano Film Festival. Probabilmente grazie al fatto che tutti i colleghi più glamour si sono riversati su Venezia, è difficile scorgere in sala un giornalista più impegnato a farsi riconoscere che a guardare i film. Infine, dettaglio non poco, per acquistare un ingresso non è necessario prendere in seria considerazione la vendita clandestina di un organo non vitale o il digiuno per l’intera durata del festival. Non lo neghiamo, tocca sopportare anche qualche effetto collaterale, come i fashion dj set post­proiezione che hanno sugli hipster il medesimo effetto che il lampione ha sulle falene. La concentrazione di barbe lunghe, pantalocini arrotolati sulla coscia e occhiali da sole indossati in notturna è uno schiaffo dritto sul naso che costringe a tornare alla realtà, anche quando la finzione abbandonata in sala è la testimonianza di essere umano nato e cresciuto in un campo di lavoro nordcoreano da cui è scappato solo per fame ormai


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ridotto a un automa incapace di provare alcun tipo di emozione umana. L’effetto è lo stesso del salone del mobile, e qualcuno giustamente si chiede a cosa serva allestire un dj set fuori dalle sale se non ad attirare gente per nulla interessata a regia e pellicole, ma un briciolo di senso pratico suggerisce che l’organizzazione costa, i finanziamenti statali quest’anno si sono volatizzati senza preavviso, e i soldi di chi beve e balla sono buoni tanto quelli di chi si siede e guarda. Il milanese, in sostanza, è il dazio da pagare per godersi del buon cinema nelle serate di fine estate sotto le mura del Castello Sforzesco o sulla fresca erba del Parco Sempione.

E poi ovviamente ci sono i film, opere che grazie alla lungimiranza dei distributori nostrani non vedranno probabilmente mai le sale delle vostre città, anche quando meriterebbero ben più dell’ennesima abbuffata di volti noti al servizio della commedia demenziale. Nel caso in cui qualche distributore illuminato – o colto da un qualche disturbo della personalità ancora da diagnosticare – passi da queste parti, proviamo a segnalare qualche titolo tra i più meritevoli. Su tutti, Run & Jump della irlandese Steph Green, pellicola perennemente in bilico tra dramma e commedia che tratta con spirito decisamente anglosassone – quindi senza porte


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sbattute e gente che sbraita – il ritorno a casa di un padre e marito mutato profondamente da un ictus sia nel comportamento che negli affetti. Sempre dal concorso lungometraggi sono degni di menzione Ilo Ilo del singaporiano Anthony Chen, storia asiatica di gelosie e razzismo per l’arrivo di una domestica filippina che dimostra una insospettabile e poca lusinghiera vicinanza culturale con noi, e Mirage à l’Italienne, film della torinese Alessandra Celesia che ha trovato oltralpe i fondi per raccontare la fuga in Alaska di un gruppo di suoi concittadini in bilico tra documentario e finzione.

La sezione che storicamente regala il maggior numero di sorprese è però Colpe di Stato, etichetta sotto cui ricadono tutte quelle produzioni di stampo maggiormente politico che nel passato recente ha contribuito alla distribuzione su dvd diAnonymous – We Are Legion grazie a un accordo distributivo con Feltrinelli e al passaparola per la diffusione dell’ottimo Inside job, testimonianza interna sui meccanismi che hanno innescato il crollo a domino del sistema finanziario. La selezione 2013 è stata probabilmente la migliore di sempre, e tra le diverse pellicole selezionate spiccano almeno cinque titoli da recuperare appena disponili su supporto fisico in qualche parte del mondo più civilizzata della nostra: la guerra dei droni di Dirty Wars, uno scorcio


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sull’inaccessibile Nord Corea di Camp 14 – Total Control Zone, la lucida analisi dell’ingiustizia economica di Inequality For All, i paradossi della pirateria somala di The captain and his pirate e quello che abbiamo già bollato come il miglior film del 2013, The act of killing di Joshua Oppenheimer. Per i sopravvissuti alla maratona di pellicole impegnate il premio era la proiezione in odorama – il futuro, altro che il 3D! – del cult (trash?) Labyrinth.

Benchè non siano mancati passi falsi, capeggiati purtroppo daThe eternal return of Antonis Paraskevas, film greco sul finto rapimento a scopo promozionale di un noto conduttore televisivo passato anche alla Berlinale 2013 che ha lasciato piuttosto interdetta la platea milanese, sottoscritto incluso, la piccola parentesi indipendente del Milano Film Festival è stata un’ottima cura ricostituente per mitigare la delusione di un’estate blockbuster tra le peggiori di sempre e riconciliarsi col grande schermo, tra una sessione di cortometraggi, un documentario su Gore Vidal, un’affollata maratona notturna d’animazione all’aperto e l’anteprima del cinegiornale sulle rivolta di piazza degli indignados spagnoli firmato da Sylvain George e musicato dal vivo da John Butcher. Ora che il


PLAYERS I 15 SETTEMBRE 2013 I 6/6 PAGINE

sipario è calato sulle rassegne cinematografiche non resta però che attendere l’arrivo dei futuri candidati all’Oscar, scansare tremendi cinecalciatori natalizi e sperare in un improbabilerisveglio dell’animazione occidentale. In fondo però bisogna ammetterlo, anche senza blockbuster a stelle e strisce, la vita del cinefilo non è poi tanto grama.


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"GRZELI NATELI DGEEBI" DI NANA E SIMON GROSS AL MILANO FILM FES Domenic a, 15 Settembr e 2013 Cater ina Paolinelli

Al Milano Film Fest arriva il lavoro sottile quattro mani che ha debuttato in anteprima berlinese Simon Groß e Nana Ekvtimishv ambientato in Georgia. GRZELI NATELI DGEEBI ­ IN BLOOM regista Nana Ekvtimishvili, Simon Groß produzione Indiz Film, Polare Film, Arizona Films produttore Mark Wächter, Simon Groß distribuzione Memento Films International sceneggiatura Nana Ekvtimishvili interpreti Lika Babluani, Mariam Bokeria

musiche Irakli Ivanishvili montaggio Stefan Stabenow fotografia Oleg Mutu sound editor Paata Godziashvili Storia di femminilità. Storia del carattere. Storia di tanti modi di essere donna, anz sulla sensibilità dell’universo femminile rispetto ad una società fondata in

Georgia, a Tbilisi città sotto assedio, Eka e Natia sono due giovani donne, poco vita e familiari piuttosto intensi. Due fiori che sbucano, ostinatamente, da una crep Raccontare la trama di questo film non sarebbe raccontarne il cuore, si dirà soltan una pistola con un proiettile solo. Per difendersi. Da cosa? E’ possibile davvero p


SALTINARIA I 15 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

lei difendersi in tempo di guerriglia? Viene infatti rapita da un uomo che non ac

direttamente al suo banchetto nuziale. E la pistola è ancora lì. Prima nascosta nel

che alla fine la userà per salvare il ragazzino che da sempre la importuna. Una p

sospeso e la minaccia di una tragedia che potrebbe avvenire da un istante all’altro E’ interessante riflettere sul potere evocativo delle cose: lo spettatore è in dub

costantemente che il colpo parta e una di loro si ferisca o, peggio, resti uccisa. Ni

Lado, il ragazzo che ha donato la pistola a Natia. Ad ucciderlo è il neo­marito

impazzisce, ha una crisi di rabbia e vuole vendicarsi. Eka le dà la pistola con un

uccidi l’assassino. Usa la violenza per rispondere alla violenza, così che ques

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violenza e dominato dall’imperativo “occhio per occhio, dente per dente”, attr nuova generazione di donne che si risvegliano al loro personale potere, decidend

Vorremmo dire una storia di formazione, ma non è affatto così. E’ un racconto fiab

di una città assediata dai militari. Una storia che racconta di una scelta profonda

più amore. La novità, la primavera, ha il volto di Eka che sta per diventare una don

Una sceneggiatura scarna ed essenziale. Poca poesia nelle parole, molta nei

bellissime, di tutte le età possibili, si stagliano contro la ruvidezza degli ambienti po

La regia è amica delle interpreti, ne rispetta i tempi accarezzandone i volti. Inq ricreata (il direttore della fotografia è il celebre Oleg Mutu, il più importante dirett

naturalistici. La recitazione è spoglia, a sottrarre. Molto di quello che arriva è affidato alla ma

degli interpreti. La scelta del cast è eccellente e molto accurata anche per quanto Passaggi al Milano Film Festival 06­09­2013 17:00 / Teatro Strehler 08­09­2013 20:00 / Auditorium San Fedele 13­09­2013 19:00 / Spazio Oberdan

Articolo di: Caterina Paolinelli Grazie a: Valentina Calabrese, Ufficio stampa Milano Film Festival Sul web: www.milanofilmfestival.it


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Milano Film Festival 2013: Miglior Film a Les Rencontres d'après minuit di Yann Gonzales

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Scritto da: F. Colla ­ lunedì 16 settembre 2013 Tweet

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Vince l'esordiente ex musicista Yann Gonzales con una commedia semiseria sul mondo delle perversioni e della trasgressione; tra gli interpreti spicca Eric Cantona.

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Si è conclusa ieri, nella Sala Grande del Teatro Strehler, la 18esima edizione del Milano Film Festival e la giuria, composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­Donnersmarck (programmer Berlinale,

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Germania) e Cosimo Terlizzi (regista, Italia)ha assegnato il premio come Miglior Film a Les Rencontres d’après minuit, dell’esordiente Yann Gonzales. Ex musicista della band francese M83, Gonzales

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esordisce alla regia con una commedia grottesca (già presentata a Cannes), incentrata sul mondo della trasgressione sessuale e delle fantasie oniriche dei protagonisti, tra i quali spicca la ex star del calcio Eric Cantona. Un viaggio che parla della vita e della morte in maniera surreale, una sorta di La grande abbuffata in cui il sesso, nella sua versione più estrema, diventa una metafora dell’amore e della ricerca della felicità. Per il regista la lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un’altra forma di comunicazione: Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi come

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Questioni come la bellezza, l’età o il genere sono obsolete, nemmeno l’egoismo trova più posto. La lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un’altra forma di comunicazione. Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema. Menzione Speciale a MIRAGE À LʼITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90ʼ Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l’essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana. La Menzione Speciale va a “Mirage à l’italiennne”, un film sorprendente per la delicatezza dello sguardo e per l’intelligenza della costruzione. Concorso Cortometraggi La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta dalla rivista di critica cinematografica Uzak, assegna i premi: Miglior Film a PEQUEÑO BLOQUE DE CEMENTO CON PELO ALBOROTADO CONTENIENDO EL MAR di Jorge Lopez Navarrete / Spagna / 2013 / HD / 16ʼ Per l’originale riuso del simbolico legato all’esistenza delle bestie (umane), intorno a cui si muove l’immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole: regno di pure, vibranti immagini. Menzione Speciale a CHIGGER ALE (HERE COME THE PROBLEMS) di Fanta Ananas / Etiopia, Spagna / 2013 / HD / 11ʼ Per l’ironica, divertita e fantasiosa costruzione di uno spazio­tempo puramente cinematografico eppure non privo di puntuali riferimenti alla Storia (rimodulata nel pastiche) e al reale. Premio Aprile (attribuito dal comitato di selezione al film che meglio rappresenta lo spirito del festival) Miglior Film a MIRAGE À LʼITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90ʼ Un’opera che cattura l’Italia attuale con il coraggio di andare oltre le meste constatazioni di una crisi sempre più stringente; da un’autrice che si immerge nel reale con garbo e delicatezza, sicurezza e attenzione alle vicende umane. Una scoperta bellissima di questo Milano Film Festival. Menzione Speciale a PERISTALSI di Enrico Iannaccone / Italia / 2013 / HD / 16ʼ Un autore che a soli 23 anni e con due cortometraggi all’attivo già rivela un’irrequietezza benefica nei confronti dell’immagine, per un film disturbante e imprevedibile, che segna le nuove orme di un percorso cinematografico che vogliamo seguire senza riserve. Premio del Pubblico – Lungometraggio GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102ʼ Premio del Pubblico – Cortometraggio NYUSZI ÉS ÖZ (RABBIT AND DEER) di Peter Vácz / Ungheria / 2013 / HD / 16ʼ Premio Staff Milano Film Festival ex aequo QUELQUʼUN DʼEXTRAORDINAIRE di Monia Chokri / Canada / 2013 / 16mm / 29ʼ Per la semplicità della storia e per la indovinata immedesimazione nel personaggio seguita da una camera esperta e sicura, che lascia passare la riflessione attraverso un giusto e delicato riso. DENTRO di Emiliano Rocha Minter / Messico / HD / 2012 / 13ʼ Per la maturità e lʼingegno dimostrato nello sviluppo di un dispositivo narrativo lontano da ogni convenzionalità e allo stesso tempo estremamente chiaro nel lento svelamento dellʼestremo ricongiungimento tra uomo e natura. Premio della Giuria degli Studenti GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102ʼ Per l’ideazione, la costruzione e l’interpretazione dei personaggi; per la particolare complementarietà delle due protagoniste e per la profonda e poetica rappresentazione dell’universo femminile. Premio Miglior Animazione MALÁRIA (MALARIA) di Edson Oda / Brasile / 2013 / HD / 6ʼ Milano Film Festival è una produzione esterni* *esterni è un’impresa culturale che dal 1995 progetta spazi pubblici, disegna servizi per piccole e grandi comunità, promuove e realizza eventi di aggregazione, sviluppa campagne di comunicazione necessaria e partecipata. Lavora con enti pubblici e privati in Italia e all’estero, condividendo competenze, progetti e risorse.


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Milano Film Festival 2013: Miglior Film a Les Rencontres d'après minuit di Yann Gonzales

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Scritto da: F. Colla ­ lunedì 16 settembre 2013 Tweet

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Blogo in diretta con Francesco B

Vince l'esordiente ex musicista Yann Gonzales con una commedia semiseria sul mondo delle perversioni e della trasgressione; tra gli interpreti spicca Eric Cantona.

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Si è conclusa ieri, nella Sala Grande del Teatro Strehler, la 18esima edizione del Milano Film Festival e la giuria, composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­Donnersmarck (programmer Berlinale,

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Germania) e Cosimo Terlizzi (regista, Italia)ha assegnato il premio come Miglior Film a Les Rencontres d’après minuit, dell’esordiente Yann Gonzales. Ex musicista della band francese M83, Gonzales

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esordisce alla regia con una commedia grottesca (già presentata a Cannes), incentrata sul mondo della trasgressione sessuale e delle fantasie oniriche dei protagonisti, tra i quali spicca la ex star del calcio Eric Cantona. Un viaggio che parla della vita e della morte in maniera surreale, una sorta di La grande abbuffata in cui il sesso, nella sua versione più estrema, diventa una metafora dell’amore e della ricerca della felicità. Per il regista la lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un’altra forma di comunicazione: Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi come

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Menzione Speciale per un altro film francese, Mirage à l’italienne (che si aggiudica anche il Premio Aprile), diretto però dall’italiana Alessandra Celesia che racconta con sguardo delicato e sensibile la storia di cinque personaggi colti in un momento difficile e attuale: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l’essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana e promessa.

Tra i cortometraggi vince Pequeño bloque de cemento con pelo alborotado conteniendo el mar, dello spagnolo Jorge Lopez Navarrete, mentre la Menzione Speciale va a Chigger Ale (Here Come the Problems) di Fanta Ananas. Si aggiudica il Premio del Pubblico la coproduzione georgiana e tedesca Grzeli nateli dgeebi (In Bloom), tra i lugometraggi, mentre tra i corti vince Rabbit and Deer dell’ungherese Peter Vàcs.


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I vincitori del Milano Film Festival 2013 Annunciati i premi della 18esima edizione del Milano Film Festival. Concorso Lungometraggi La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia), assegna i premi: Miglior Film a LES RENCONTRES D’APRÈS MINUIT di Yann Gonzalez / Francia / 2013 / 92’ La fiction ha il potere di trasportarci in luoghi mai visti, a noi ignoti, luoghi che non potremmo nemmeno immaginare. Ma gli artisti sono qui per immaginare questi luoghi per noi. Nella sua pellicola "Les Rencontres d'après minuit", Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana, con tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio. Ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un'orgia si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia. La storia è complessa e si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza. Ma il fil rouge che attraversa tutto il film è l'amore. L'amore è un argomento trattato continuamente dal cinema: la ricerca dell'amore, la lotta per l'amore, la perdita dell'amore. Qui, invece, è diverso: si tratta dell'atto di donare amore. Senza chiedere nulla in cambio. Accogliendo ogni ospite senza giudicare e senza volerli cambiare, con tutte le loro ferite e debolezze. Offrendo ascolto, attenzioni e affetto, baci pieni di tenerezza. Questioni come la bellezza, l'età o il genere sono obsolete, nemmeno l'egoismo trova più posto. La lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un'altra forma di comunicazione. Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema. Menzione Speciale a MIRAGE À L’ITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90’ Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l'essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana. La Menzione Speciale va a “Mirage à l'italiennne", un film sorprendente per la delicatezza dello sguardo e per l'intelligenza della costruzione. Concorso Cortometraggi La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta dalla rivista di critica cinematografica Uzak, assegna i premi: Miglior Film a PEQUEÑO BLOQUE DE CEMENTO CON PELO ALBOROTADO CONTENIENDO EL MAR di Jorge Lopez Navarrete / Spagna / 2013 / HD / 16’ Per l'originale riuso del simbolico legato all'esistenza delle bestie (umane), intorno a cui si muove l'immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole: regno di pure, vibranti immagini. Menzione Speciale a CHIGGER ALE (HERE COME THE PROBLEMS) di Fanta Ananas / Etiopia, Spagna / 2013 / HD / 11’ Per l'ironica, divertita e fantasiosa costruzione di uno spazio­tempo puramente cinematografico eppure non privo di puntuali riferimenti alla Storia (rimodulata nel pastiche) e al reale. Premio Aprile (attribuito dal comitato di selezione al film che meglio rappresenta lo spirito del festival) Miglior Film a MIRAGE À L’ITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90’ Un'opera che cattura l'Italia attuale con il coraggio di andare oltre le meste constatazioni di una crisi sempre più stringente; da un'autrice che si immerge nel reale con garbo e delicatezza, sicurezza e attenzione alle vicende umane. Una scoperta bellissima di questo Milano Film Festival. Menzione Speciale a PERISTALSI di Enrico Iannaccone / Italia / 2013 / HD / 16’ Un autore che a soli 23 anni e con due cortometraggi all'attivo già rivela un'irrequietezza benefica nei confronti dell'immagine, per un film disturbante e imprevedibile, che segna le nuove orme di un percorso cinematografico che vogliamo seguire senza riserve.

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Premio del Pubblico – Lungometraggio GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102’ Premio del Pubblico – Cortometraggio NYUSZI ÉS OZ (RABBIT AND DEER) di Peter Vácz / Ungheria / 2013 / HD / 16’ Premio Staff Milano Film Festival ex aequo QUELQU’UN D’EXTRAORDINAIRE di Monia Chokri / Canada / 2013 / 16mm / 29’ Per la semplicità della storia e per la indovinata immedesimazione nel personaggio seguita da una camera esperta e sicura, che lascia passare la riflessione attraverso un giusto e delicato riso. DENTRO di Emiliano Rocha Minter / Messico / HD / 2012 / 13’ Per la maturità e l’ingegno dimostrato nello sviluppo di un dispositivo narrativo lontano da ogni convenzionalità e allo stesso tempo estremamente chiaro nel lento svelamento dell’estremo ricongiungimento tra uomo e natura. Premio della Giuria degli Studenti GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102’ Per l'ideazione, la costruzione e l'interpretazione dei personaggi; per la particolare complementarietà delle due protagoniste e per la profonda e poetica rappresentazione dell'universo femminile. Premio Miglior Animazione MALÁRIA (MALARIA) di Edson Oda / Brasile / 2013 / HD / 6’ 16/09/2013, 08:05

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MILANO FILM FESTIVAL: chiusa la diciottesima edizione By giulia.c – 16 settembre 2013 Uno degli ultimi film presentati alla diciottesima edizione del Milano Film Festival è stato, Habi, la Extranjera della regista argentina Maria Florencia Alvarez, che già nelle scorse edizioni della manifestazione aveva presentato i suoi cortometraggi. Ora questa autrice sceglie di portare a Milano anche il suo primo lungometraggio. Indubbiamente la giovane regista ha un’intuizione tematica molto interessante, ovvero parlare della ricerca del proprio posto nel mondo. La storia racconta infatti della giovane impiegata di un’ artigiana di

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rimane confusa e non guida la trama verso una compiutezza di senso. L’attrice protagonista, Martina Juncadella, è comunque molto brava ad enfatizzare le sfumature espressive del personaggio e dà una giocosità al film che non guasta. Il ragionamento sull’incontro con una diversa cultura è comunque sempre interessante e probabilmente la Alvarez riuscirà a far crescere il suo talento per l’estetica e la sua sensibilità con nuovi progetti. Domenica si è chiusa questa edizione del Milano Film Festival, che ha portato numerose registe donne in concorso con l’intento di far apprezzare il cinema fatto da donne. A vincere è però il surreale lavoro di Yann Gonzalez Les rencontres d’après minuit, giudicato capace di inventare lo straordinario, ed apprezzato per la fantasia ed unicità dell’opera. L’Italia porta a casa una menzione speciale con Mirage à l’Italienne di Alessandra Celesia. La sua opera è stata valutata positivamente per l’abilità di intrecciare la crisi con le storie di cinque personaggi, in un progetto inusuale nel panorama italiano. da Milano, Giulia Colella Leggi anche: 1. 2. 3. 4. 5.

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Al Milano FF il cinema francese fa l'en plein

16/09/2013 ­ A Les Rencontres d'après minuit di Yann Gonzalez il premio per il miglior film. Menzione Speciale Mirage à lʼItalienne di Alessandra Celesia

La commedia erotica Les Rencontres d'après minuit [trailer, festival scope] del franceseYann Gonzalez si è aggiudicato il premio per il miglior film della 18esima edizione delMilano Film Festivalconclusasi ieri. Nella motivazione della giuria composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia), si legge: "Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema". (L'articolo continua qui sotto ­ Inf. pubblicitaria)

La Menzione Speciale va ad un altro film francese, Mirage à lʼItalienne di Alessandra Celesia, "un film sorprendente per la delicatezza dello sguardo e per l'intelligenza della costruzione". Il pubblico e la Giuria degli Studenti hanno invece scelto di premiare In Bloom (Grzeli nateli dgeebi) film di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß , rispettivamente georgiana e tedesco. Prodotto da Indiz Film (Germania), Polare Film (Georgia) e Arizona Films (Francia), il film era già stato ricompensato ad aprile al goEast ­ Festival of Central and Eastern European Film.


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Milano Film Festival 2013: Si conclude la XVIII edizione, ecco i vincitori! 16 settembre 2013

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Si è conclusa ieri sera la diciottesima edizione del Milano Film Festival. Un festival, come avevamo scritto in precedenza, che ha dato spazio a circa 200 film e tante novità. Il premio per il miglior lungometraggio quest’anno è stato assegnato a Les rencontres d’apres minuit di Yann Gonz alez . Una produzione francese premiata con le seguenti motivazioni: “La storia è complessa e si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza. Ma il fil rouge che attraversa tutto il film è l’amore. […] Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda

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che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema.” Una menzione speciale è invece andata a Mirage à l’italienne di Alessandra Celesia. Altra produzione francese che non può far a meno di ricordarci il recente vincitore della Biennale di Venezia, Sacro GRA, per il modo in cui racconta le sue storie. “Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l’essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana.” Proprio a causa dello spazio dedicato da questo particolare festival ai registi emergenti, non possiamo non riportare anche il vincitore del premio per il miglior cortometraggio che quest’anno vola in Spagna a J orge Lopez Navarrete con il film Pequeno bloque de cemento con pelo alborotado conteniendo el mar, premiato “per l’originale riuso del simbolico legato all’esistenza delle bestie (umane), intorno a cui si muove l’immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole”.

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Milano Film Festival 2013: i vincitori per ogni categoria AL TEATRO STREHLER VINCE LA FRANCIA GRAZIE A YANN GONZALEZ CON IL SUO “LES RENCONTRES D’APRÈS MINUIT”


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(http://www.filmforlife.org/wp­ content/uploads/2013/09/MFF­20131.jpg)Dopo 10 giorni di passione pura, è arrivato il momento di annunciare i vincitori della 18esima edizione del Milano Film Festival, consegnati ieri sera nella Sala Grande del Teatro Strehler. La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia), ha assegnato i seguenti premi, in considerazione delle opere in concorso e delle varie categorie. Miglior Film: LES RENCONTRES D’APRÈS MINUIT di Yann Gonzalez / Francia / 2013 / 92’ La fiction ha il potere di trasportarci in luoghi mai visti, a noi ignoti, luoghi che non potremmo nemmeno immaginare. Ma gli artisti sono qui per immaginare questi luoghi per noi. Nella sua pellicola “Les Rencontres d’après minuit”, Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana, con tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio. Menzione Speciale: MIRAGE À L’ITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90’ Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l’essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Per quanto riguarda i cortometraggi, Miglior Film: PEQUEÑO BLOQUE DE CEMENTO CON PELO ALBOROTADO CONTENIENDO EL MAR di Jorge Lopez Navarrete / Spagna / 2013 / HD / 16’ Per l’originale riuso del simbolico legato all’esistenza delle bestie (umane), intorno a cui si muove l’immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole: regno di pure, vibranti immagini. Menzione Speciale: CHIGGER ALE (HERE COME THE PROBLEMS) di Fanta Ananas / Etiopia, Spagna / 2013 / HD / 11’ Per l’ironica, divertita e fantasiosa costruzione di uno spazio­tempo puramente cinematografico eppure non privo di puntuali riferimenti alla Storia (rimodulata nel pastiche) e al reale. Premio Aprile (attribuito dal comitato di selezione al film che meglio rappresenta lo spirito del festival) Miglior Film: MIRAGE À L’ITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90’ Menzione Speciale: PERISTALSI di Enrico Iannaccone / Italia / 2013 / HD / 16’ Premio del Pubblico – Lungometraggio GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102’ Premio del Pubblico – Cortometraggio


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NYUSZI ÉS ÖZ (RABBIT AND DEER) di Peter Vácz / Ungheria / 2013 / HD / 16’ Premio Staff Milano Film Festival ex aequo QUELQU’UN D’EXTRAORDINAIRE di Monia Chokri / Canada / 2013 / 16mm / 29’ DENTRO di Emiliano Rocha Minter / Messico / HD / 2012 / 13’ Premio della Giuria degli Studenti GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102’ Premio Miglior Animazione MALÁRIA (MALARIA) di Edson Oda / Brasile / 2013 / HD / 6’ Condividi questo articolo su...

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In occasione del Milano Film Fest, Gaiaitalia.com intervista la regista argentina Maria Florencia Alvarez gaiaitalia.com ­ 16 September 2013 2 Like

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di Maximiliano Calvo Il Milano Film Festival 2013 si è concluso domenica con l’attribuzione dei premi, momento emozionante e culminante di ogni manifestazione cinematografica che si rispetti, i cui risultati potete vedere al link in alto. Dal canto nostro, ci siamo dati da fare, come sempre, per informarvi e data l’occasione di intervistare una delle protagoniste del Festival, la regista argentina Maria Florencia Alvarez, non ce la siamo fatta sfuggire: volevamo che la regista parlasse ai nostri lettori che non avevano visto il film, ma – nonostante il nostro spagnolo fluente – non ci siamo granché intesi e siamo finiti a parlare del film come se tutti lo avessero visto. Trovate la chiacchierata di seguito. L’intervista: Habi, la estranjera. Un titolo affascinante. Altrettanto affascinante è l’idea di entrare in una comunità straniera dopo esserne stati affascinati. E’ di questo che si parla? Anche se può sembrare affascinante, e realmente lo è, il film non parla di questo, ma del risveglio del desiderio, di qualcosa che per la prima volta tocca il cuore della protagonista così da costringerla a seguire la sua strada, cominciando a scoprirla e a scoprirsi. Come è nata l’idea del film? Nasce da inquietudini personali vissute quando avevo più o meno l’età della protagonista. Mi facevo spesso domande sulla mia identità, sulla sua “costituzione”, sul “come” si fosse costituita e sul “come” io fossi diventata ciò che ero grazie alle mie esperienze. Mi chiedevo altresì se sarebbe stato possibile vivere qualcosa che mi spogliasse da tutto ciò che il passato mi aveva fatto diventare. In questo senso ogni esperienza che mi facesse sentire “anonima” era molto importante per me e mi permetteva in qualche modo di vivere senza specchiarmi in ciò che io e gli altri pensavamo dovessi essere. da qui nasce l’idea di coprirmi con il velo islamico per smettere di rispondere allo “sguardo da fuori” per scoprire “uno sguardo da dentro”. Il tema del pregiudizio è naturalmente presente nella pellicola, come ha superato il rischio di parlare di un “pregiudizio al contrario”? Non sono sicura di capire bene ciò che lei chiama “pregiudizio al contrario”. Di fatto posso dirle che frequentai la moschea per sei anni prima di girare il film e all’inizio sono stata trattata con una certa freddezza: mi veniva rinfacciato che io non ero musulmana e che non sapevano che razza di film volessi fare. Con il tempo, attraverso un approccio serio e rispettoso, sono riuscita a vincere la mancanza di fiducia e abbiamo potuto addirittura cominciare a lavorare insieme. Tutti i personaggi del film, a parte Hassan e Yasmin, sono appartenenti reali alla comunità islamica che si sono prestati per girarlo. Solo le donne possono raccontare storie di donne: Habi, la Estranjera, nasce da una esperienza personale, da una necessità personale di raccontarla… Habi nasce dalle mie inquietudini e vive di molte situazioni che io ho vissuto e che sono state adattate per il copione. Faccio film perché per me si tratta di una necessità. Attraverso il cinema mi impegnoa comprendere ciò che mi succede e ciò che succede attorno a me. D’altro canto è vero che ogni realtà ha più punti di vista. Personalmente cerco sempre di scegliere il più costruttivo. La situazione dei migranti in Argentina e dei migranti argentini, ha radici nella sua storia personale ed artistica? A Buenos Aires la maggioranza di noi è figlia o nipote di immigrati. Sono convinta che più che la storia sull’immigrazione sia necessaria la storia della ricerca di identità che calzano perfettamente ad ogni abitante della Terra. Nel caso del mio paese e di noi argentini, l’essere passati ed essere sopravvissuti alla dittatura militare in Argentina, tra i sequestri, le torture e i desparecidos, la ricerca di identità è una tema importantissimo. Avremmo voluto parlare di più con Maria Florencia Alvarez del cinema argentino, interessantissimo e premiatissimo in tutto il mondo nonostante una certa – cronica – mancanza di mezzi cui i registi e creativi del

settore suppliscono con grandissima intelligenza. Non ci siamo riusciti: poco tempo, sempre di corsa, altri giornalisti in attesa. Perché il cinema è anche questo.


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Milano Film Festival 2013. I vincitori Le migliori opere in concorso. Per i lungometraggi, premiatoLes rencontres d'après minuit. Menzione speciale per Mirage à l'italienne

Milano Film Festival 2013, i vincitori © Les rencontres d'après minuit

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Milano Lunedi 16 settembre 2013 ore 10:39

Domenica 15 settembre nella Sala Grande del Teatro Strehler sono stati annunciati i premi della 18esima edizione del Milano Film Festival. La Giuria composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­ Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia) ha assegnato il premio al Miglior Film a Les rencontres d'après minuit di Yann Gonzalez con la seguente motivazione: «Nella sua pellicola Les Rencontres d'après minuit, Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana, con tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio. Ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un'orgia si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia. La storia è complessa e si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza. Ma il fil rouge che attraversa tutto il film è l'amore. L'amore è un argomento trattato continuamente dal cinema: la ricerca dell'amore, la lotta per l'amore, la perdita dell'amore. Qui, invece, è diverso: si tratta dell'atto di donare amore. Senza chiedere nulla in cambio. (...)La lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un'altra forma di comunicazione. Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere


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nel magico potere del cinema». La Menzione Speciale è andata a Mirage à l'italienne di Alessandra Celesia. La giuria ha così motivato il premio: «Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l'essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana». Per il Concorso Cortometraggi la giuria, composta dalla rivista di critica cinematografica Uzak, ha assegna il premio al Miglior Film a Peque no Bloque de cemento con pelo alborotado conteniendo el mar di Jorge Lopez Navarrete. «Per l'originale riuso del simbolico legato all'esistenza delle bestie (umane) ­ si legge nella motivazione ­ intorno a cui si muove l'immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole: regno di pure, vibranti immagini». Due i premi attribuiti dal pubblico, quello per il lungometraggio più apprezzato è andato a Grzeli Nateli Dgeebi ( In bloom) di Nana Ekvtimishvili; quello per il corto a Nyuszi Eid Oz di Peter VaÌcz. R.M.


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Milano Film Festival, i vincitori Les Rencontres d'après minuit miglior film. Home » Cinemanews » 2013 »

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lunedì 16 settembre 2013 di a cura della redazione

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i è conclusa ieri la 18esima edizione del Milano Film Festival, la cui giuria ­ composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­ Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia) ­ ha assegnato i seguenti premi:

Concorso Lungometraggi Miglior Film: Les Rencontres d'après minuit di Yann Gonzalez / Francia / 2013 / 92' La fiction ha il potere di trasportarci in luoghi mai visti, a noi ignoti, luoghi che non potremmo nemmeno immaginare. Ma gli artisti sono qui per immaginare questi luoghi per noi. Nella sua pellicola Les Rencontres d'après minuit, Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana, con tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio. Ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un'orgia si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia. La storia è complessa e si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza. Ma il fil rouge che attraversa tutto il film è l'amore. L'amore è un argomento trattato continuamente dal cinema: la ricerca dell'amore, la lotta per l'amore, la perdita dell'amore. Qui, invece, è diverso: si tratta dell'atto di donare amore. Senza chiedere nulla in cambio. Accogliendo ogni ospite senza giudicare e senza volerli cambiare, con tutte le loro ferite e debolezze. Offrendo ascolto, attenzioni e affetto, baci

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pieni di tenerezza. Questioni come la bellezza, l'età o il genere sono obsolete, nemmeno l'egoismo trova più posto. La lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un'altra forma di comunicazione. Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema. Menzione Speciale a Mirage à l'italienne di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90' Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l'essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana. La Menzione Speciale va a Mirage à l'italienne, un film sorprendente per la delicatezza dello sguardo e per l'intelligenza della costruzione. Concorso Cortometraggi La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta dalla rivista di critica cinematografica Uzak, assegna i premi: Miglior Film a Pequeno Bloque de Cemento con pelo alborotado conteniendo el mar di Jorge Lopez Navarrete / Spagna / 2013 / HD / 16' Per l'originale riuso del simbolico legato all'esistenza delle bestie (umane), intorno a cui si muove l'immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole: regno di pure, vibranti immagini. Menzione Speciale a Here come the Problems di Fanta Ananas / Etiopia, Spagna / 2013 / HD / 11' Per l'ironica, divertita e fantasiosa costruzione di uno spazio­tempo puramente cinematografico eppure non privo di puntuali riferimenti alla Storia (rimodulata nel pastiche) e al reale. Premio Aprile ( attribuito dal comitato di selezione al film che meglio rappresenta lo spirito del festival) Miglior Film a Mirage à l'italienne di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90' Un'opera che cattura l'Italia attuale con il coraggio di andare oltre le meste constatazioni di una crisi sempre più stringente; da un'autrice che si immerge nel reale con garbo e delicatezza, sicurezza e attenzione alle vicende umane. Una scoperta bellissima di questo Milano Film Festival. Menzione Speciale a Peristalsi di Enrico Iannaccone / Italia / 2013 / HD / 16' Un autore che a soli 23 anni e con due cortometraggi all'attivo già rivela un'irrequietezza benefica nei confronti dell'immagine, per un film disturbante e imprevedibile, che segna le nuove orme di un percorso cinematografico che vogliamo seguire senza riserve. Prem io del Pubblico ­ Lungometraggio In Bloom di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102' Premio del Pubblico ­ Cortometraggio Rabbit and Deer di Peter Vácz / Ungheria / 2013 / HD / 16' Premio Staff Milano Film Festival ex aequo Quelqu'un d'extraordinaire di Monia Chokri / Canada / 2013 / 16mm / 29' Per la semplicità della storia e per la indovinata immedesimazione nel personaggio seguita da una camera esperta e sicura, che lascia passare la riflessione attraverso un giusto e delicato riso. Dentro di Emiliano Rocha Minter / Messico / HD / 2012 / 13' Per la maturità e l'ingegno dimostrato nello sviluppo di un dispositivo narrativo lontano da ogni convenzionalità e allo stesso tempo estremamente chiaro nel lento svelamento dell'estremo ricongiungimento tra uomo e natura. Prem io della Giuria degli Studenti In Bloom di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102' Per l'ideazione, la costruzione e l'interpretazione dei personaggi; per la particolare complementarietà delle due protagoniste e per la profonda e poetica rappresentazione dell'universo femminile. Premio Miglior Animazione Malaria di Edson Oda / Brasile / 2013 / HD / 6'

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il f ilm Incontri in piena notte

Les rencontres d'après minuit (mymon e tro: 3,50) Nel cuore della notte, una giovane coppia e la loro governante travestita preparano un'orgia. Saranno presenti la Cagna, la Star, lo stallone e l'adolescente.


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Nuovo Cinema Locatelli

Ricorderemo il mondo attraverso il cinema (Lav Diaz)

Recensione: ‘Les rencontres d’après minuit’. Il film-scandalo del Milano Film Festival è un bellissimo film (e vince) Pubblicato il settembre 16, 2013 da luigilocatelli

Les rencontres d’après minuit, regia di Yann Gonzalez. Con Eric Cantona, Niels Schneider, Kate Moran, Alain Fabien Delon, Béatrice Dalle. Francia. Visto al Milano Film Festival, dove ha poi vinto il premio come migliore lungometraggio. A Cannes, dopo la prima alla Semaine de la critique, è diventato un caso mediatico. Adesso per questo eccentrico film del trentenne Yann Gonzalez arriva la vittoria al Milano Film Festival. Alcune persone si ritrovano per un’orgia. Ma il sesso è l’occasione, o il pre­testo, per una narrazione che sconfina nel surreale e nel fantastico. I personaggi man mano si svelano oltre la maschera e il ruolo a loro destinato nel partouze (lo Stallone, la Cagna, la Star ecc.). Un film che è una sfida, nel suo mescolare cerebralismi e corporalità. Con molti debiti e riferimenti a Sade, Buñuel, Pasolini, Cocteau. Una rivelazione. Con un Eric Cantona che non ti aspetti. Voto tra il 7 e l’8. Questo 2013 continua a darci, almeno nei festival (e si spera prossimamente in sala), film eccentrici, fuori di testa eppure bellissimi. Stray Dogs di Tsai Ming Liang e Under the Skin di Glazer a Venezia. Upstream Color di Shane Carruth alla Berlinale e poi al Milano Film Festival. Includo nella categoria anche questo indefinibile, di ardua classificazione, Gli incontri del dopo mezzanotte, diventato rapidamente un caso in Francia dopo la sua presentazione a Cannes come special screening alla Semaine de la Critique. Lì me l’ero perso, anzi non mi era proprio arrivata l’eco degli entusiasmi francesi, e grazie a Dio il Milano Film Festival (che s’è concluso ieri, domenica 15 settembre) mi ha dato la chance di recuperarlo. Ci sono andato assai curioso, ma anche diffidente, come sempre quando ho a che fare con i film promozionati dalla grancassa mediatica di Parigi. Si sa come sono da quelle parti, è almeno dai tempi della Nouvelle Vague che si sentono investiti del diritto divino di proclamare e


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stabilire grandezze e stature di film e relativi autori. Motivo aggiuntivo di perplessità, l’odore forte di scandalo che Les rencontres si portava dietro dalla sua apparizione alla Semaine, con le sue scene cochon di sesso a due, a tre, di gruppo e altre varie sporcaccionerie, benché sublimate da forte impronta autoriale. Invece il film mi ha davvero sedotto e, signori, abbiamo, se non un capolavoro, certo un’opera di rispetto e un autore – un trentenne e qualcosa con l’aria assai décontractée e per niente pososa e smorfiosa – nuovo su cui credere e puntare. Rivelazione, altroché, da mettere tra i piccoli e i grandi eventi cinematografici dell’anno. Ieri sera ho visto con piacere che la giuria del Milano Film Festival lo ha premiato come miglior lungometraggio e, stando almeno a quello che ho potuto vedere dei lavori in concorso, trattasi di scelta sacrosanta. Da che parte cominciare? Qualcuno lo ha ingabbiato nella categoria commedia erotica. Mah. Siamo semmai in un cinema spurio, visionario e segnato da Eric Cantona con Fabienne Babe

forti derive nel surreale, con molto sesso che sfiora a momenti il sesso esplicito, e però alla fin fine più parlato, evocato, sognato, discusso, bramato che realmente messo in atto e rappresentato-mostrato. In fondo, per una storia che intende raccontarci un’orgia e i suoi partecipanti, di sesso non se ne vede tantissimo. A colpire è la capacità del regista di svariare su più toni e registri, di mescolare il lurido e il sozzo alla vertigine della parola alta, anche alata e di assoluta purezza e leggerezza, è l’uso del sesso e del polimorfo-perverso come grimaldello per penetrare nei cunicoli esistenziali, fino a cavar fuori passioni incontrollabili,

Fabiene-Alain Delon, figlio di Alain

sentimenti e sentimentalismi, traumi e infelicità, tentativi parossistici di raggiungere la felicità. Ma a colpire,

ancora, è il ferreo controllo formale che Yann Gonzalez attua sulla sua ribollente materia, l’eleganza a tratti glaciale di questo rito di vita e di morte. Con rimandi multipli e fantasmagorici a molto cinema del passato, e a molto maledettismo letterario, a molte arditezze e sperimentalismi e avanguardismi. Cinema per nulla naïf e invece parecchio consapevole, anche se Yann Gonzalez cerca di depistarci nascondendosi dietro una finta


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rozzezza e volgarità. Siamo in una qualche parte di Francia, in un appartamento tra i futuribile e il modernariato, décor assai design e lineare dove ogni orpello, ogni superfluo estetico è bandito. Un contenitore rigoroso in cui man mano arrivano gli ospiti dell’orgia designata, gli incontri del dopo mezzanotte che la cameriera – un travestito in grembiule nero e diadema in testa – e i suoi amici-padroni, una coppia formata da una donna bella e dolente e dal suo amante di romantica bellezza orbato di un occhio, organizzano da tempo. Ecco presentarsi alla porta (da un esterno che è una fosca e misteriosa foresta) lo Stallone, la Cagna, l’Adolescente, la Star. Tutti ridotti alla loro funzione, alla parte che loro toccherà all’interno del partouze che seguirà. Come gli ospiti perversi del castello in cui il marchese de Sade ha ambientato le sue 120 giornate di Sodoma, anche i nostri aspiranti all’orgia si ritrovano in un luogo chiuso per abbandonarsi alle loro pulsioni e per raccontare ciascuno un pezzo della propria storia e delle proprie fantasie di sesso. Come, del resto, pure in quel Manoscritto trovato a Saragozza di Potocki tanto amato dai surrealisti. Storie incastrate nella storia, finestre che si aprono man mano sul sopra e il sotto dell’esistenza, sull’oltre e l’altrove. Passaggi dalla veglia al sogno, e viceversa. E, tanto per non farsi mancare niente, pure il cinema nel cinema. All’inizio fioccano battute e battutacce, i doppisensi di sprecano come e peggio che in una commediaccia per adolescenti allupati, il camp e i riferimento all’universo queer imperversano e par di stare nell’Almodovar più sporcaccionesco e sboccato, quello di Labirinto di passioni o dell’ultimo Gli amanti passeggeri. Mani sulla patta e sulla fica, masturbazioni, orgasmi femminili zampillanti, baci e carezze e lascivie etero e omo, a due, tre e più. Solo che Gonzalez ci sorprende presto preferendo di gran lunga le parole alle cose, i dialoghi agli atti. Sì, Eric Cantona – a lui tocca la parte dello Stallone, e lo fa con autorevolezza e possanza fisica – esibisce un pene sovradimensionato e se lo fa palpeggiare dai presenti, ma il regista non si inoltra nei territori del porno vero per trasformarsi invece in affabulatore. Ogni personaggio ha la sua tranche de vie o un folle passato, e ce li dice. Con parole meravigliosamente scritte, incantatorie (che mi hanno ricordato un altro bellissimo film francese recente, L’âge atomique di Héléna Klotz), che sembrano prodursi dalla materia sessuale e però la avvolgono, la trascendono. I personaggi dell’orgia si mettono progressivamente a nudo, in ogni senso, ognuno mostrando il volto dietro la maschera e la persona oltre il ruolo assegnato in quell’incontro, e son spesso devastazioni psichiche, sofferenze, amori folli. Amanti morti in guerra e poi richiamati in vita per una nuova vita d’amore, e però con prezzi da pagare. E madri scomparse e figlie piangenti. Vite alla deriva, incarcerazioni, assalti in cella da parte di donne imperiose e vogliose, schiave e dominatrici insieme. Gli ospiti dell’orgia impareranno a conoscersi, da estranei diventeranno sempre più vicini, si formerà a modo suo una comunità, un gruppo, fors’anche una famiglia, e se orgia ci sarà (orgia che noi non vediamo e di cui semmai scorgiamo solo l’inizio) sarà solo il suggello di questa fusione. Un film che osa moltissimo e rischia anche di sfracellarsi qualche volta, allorquando i dialoghi dal Sublime si decompongono in sentenziosità kitsch, o in scene non felicissime come quella della commissaria sovietizzante Béatrice Dalle (attrice di culto queer ormai). La struttura non è sempre compatta come ambirebbe e dovrebbe essere. Perché, ad esempio, alcune storie ci vengono anche mostrate e altre (quella dell’Adolescente) solo raccontate? Smagliature che film fortemente concettuali come questo non possono permettersi. Vertiginose citazioni. Yann Gonzalez nel suo dialogo con il pubblico del MFF ha detto aver avuto come ispirazione il cinema horror e due film, Il fascino discreto della borghesia di Luis Buñuel e, incredibilmente per i critici bacchettoni, un teen movie anni Ottanta come Breakfast Club di John Hughes. Ma vedendo Gli incontri del dopo mezzanotte viene in mente molto altro. Il testamento di Orfeo di Jean Cocteau, Metti una sera a cena di Patroni Griffi, perfino Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini e, ancora di Buñuel, L’angelo sterminatore e Belle de jour. Fabienne Babe, cui tocca il ruolo della Star, sembra a tratti la riapparizione della Jeanne Moreau di Quérelle de Brest. Quale Adolescente c’è un ragazzino che si chiama Alain-Fabien Delon e che è, ebbene sì, il rampollo più giovane di papà Alain (e di Anne Goscinny). Papà cui somiglia molto, e Gonzalez fa di tutto per sottolinearlo e usare Alain-Fabien come citazione re-incarnata del delonismo. Se la cava bene, il ragazzino. Quanto però a carica ammaliatrice, siamo ancora parecchio lontani dal leggendario genitore. Ma il meglio del cast è Eric Cantona, leggenda del calcio bordeggiante da tempo il cinema. Lo aveva utilizzato e scoperto Ken Loach, l’anno scorso a Locarno era apparso in un altro film di avanguardismi e sesso, I movimenti del bacino del regista porno, e non solo porno, HPG. Qui non sbaglia una scena nel suo personaggio di poeta dalla vita deragliata e travolta dall’enormità del


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Annunciati i premi della 18esima edizione del Milano Film Festival, che verranno consegnati questa sera, domenica 15 settembre, alle 20.30 nella Sala Grande del Teatro Strehler.

Concorso Lungometraggi La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel‑Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia), assegna i premi:

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La fiction ha il potere di trasportarci in luoghi mai visti, a noi ignoti, luoghi che non potremmo nemmeno immaginare. Ma gli artisti sono qui per immaginare questi luoghi per noi. Nella sua pellicola "Les Rencontres d'après minuit", Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana, con tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio. Ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un'orgia si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia. La storia è complessa e si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza. Ma il fil rouge che attraversa tutto il film è l'amore. L'amore è un argomento trattato continuamente dal cinema: la ricerca dell'amore, la lotta per l'amore, la perdita dell'amore. Qui, invece, è diverso: si tratta dell'atto di donare amore. Senza chiedere nulla in cambio. Accogliendo ogni ospite senza giudicare e senza volerli cambiare, con tutte le loro ferite e debolezze. Offrendo ascolto, attenzioni e affetto, baci pieni di tenerezza. Questioni come la bellezza, l'età o il genere sono obsolete, nemmeno l'egoismo trova più posto. La lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un'altra forma di comunicazione. Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema. Menzione Speciale a MIRAGE À L’ITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90’ Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l'essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana. La Menzione Speciale va a “Mirage à l'italiennne", un film sorprendente per la

Ghost Sweepers ‑ Shin Jung‑w


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delicatezza dello sguardo e per l'intelligenza della costruzione. Concorso Cortometraggi La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta dalla rivista di critica cinematografica Uzak, assegna i premi: Miglior Film a PEQUEÑO BLOQUE DE CEMENTO CON PELO ALBOROTADO CONTENIENDO EL MAR di Jorge Lopez Navarrete / Spagna / 2013 / HD / 16’ Per l'originale riuso del simbolico legato all'esistenza delle bestie (umane), intorno a cui si muove l'immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole: regno di pure, vibranti immagini. Menzione Speciale a CHIGGER ALE (HERE COME THE PROBLEMS) di Fanta Ananas / Etiopia, Spagna / 2013 / HD / 11’ Per l'ironica, divertita e fantasiosa costruzione di uno spazio‑tempo puramente cinematografico eppure non privo di puntuali riferimenti alla Storia (rimodulata nel pastiche) e al reale. Premio Aprile (attribuito dal comitato di selezione al film che meglio rappresenta lo spirito del festival) Miglior Film a MIRAGE À L’ITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90’ Un'opera che cattura l'Italia attuale con il coraggio di andare oltre le meste constatazioni di una crisi sempre più stringente; da un'autrice che si immerge nel reale con garbo e delicatezza, sicurezza e attenzione alle vicende umane. Una scoperta bellissima di questo Milano Film Festival. Menzione Speciale a PERISTALSI di Enrico Iannaccone / Italia / 2013 / HD / 16’ Un autore che a soli 23 anni e con due cortometraggi all'attivo già rivela un'irrequietezza benefica nei confronti dell'immagine, per un film disturbante e imprevedibile, che segna le nuove orme di un percorso cinematografico che vogliamo seguire senza riserve. Premio del Pubblico – Lungometraggio GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102’ Premio del Pubblico – Cortometraggio NYUSZI ÉS ÖZ (RABBIT AND DEER) di Peter Vácz / Ungheria / 2013 / HD / 16’ Premio Staff Milano Film Festival ex aequo QUELQU’UN D’EXTRAORDINAIRE di Monia Chokri / Canada / 2013 / 16mm / 29’ Per la semplicità della storia e per la indovinata immedesimazione nel personaggio seguita da una camera esperta e sicura, che lascia passare la riflessione attraverso un giusto e delicato riso. DENTRO di Emiliano Rocha Minter / Messico / HD / 2012 / 13’ Per la maturità e l’ingegno dimostrato nello sviluppo di un dispositivo narrativo lontano da ogni convenzionalità e allo stesso tempo estremamente chiaro nel lento svelamento dell’estremo ricongiungimento tra uomo e natura. Premio della Giuria degli Studenti GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102’ Per l'ideazione, la costruzione e l'interpretazione dei personaggi; per la particolare complementarietà delle due protagoniste e per la profonda e poetica rappresentazione dell'universo femminile. Premio Miglior Animazione MALÁRIA (MALARIA) di Edson Oda / Brasile / 2013 / HD / 6’ Milano Film Festival è una produzione esterni*


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*esterni è un'impresa culturale che dal 1995 progetta spazi pubblici, disegna servizi per piccole e grandi comunità, promuove e realizza eventi di aggregazione, sviluppa campagne di comunicazione necessaria e partecipata. Lavora con enti pubblici e privati in Italia e all'estero, condividendo competenze, progetti e risorse. www.esterni.org

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16/09/2013

MILANO FILM FESTIVAL - I VINCITORI

Si è conclusa ieri sera la diciottesima edizione della kermesse milanese iniziata il 5 Settembre ospitata nella Sala Grande del Teatro Strehler. La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia), assegna i premi: Concorso Lungometraggi

Miglior Film: LES RENCONTRES DʼAPRÈS MINUIT di Yann Gonzalez / Francia / 2013 / 92ʼ La fiction ha il potere di trasportarci in luoghi mai visti, a noi ignoti, luoghi che non potremmo nemmeno immaginare. Ma gli artisti sono qui per immaginare questi luoghi per noi. Nella sua pellicola "Les Rencontres d'après minuit", Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana, con tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio. Ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un'orgia si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia.

LA PROSSIMA SETTIMANA Il Futuro

Il futuro è tratto dal ro

Menzione Speciale:

Roberto Bolaño “Il Futu

MIRAGE A  LʼITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90ʼ Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l'essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza.

romanzetto lumpen”...

Via Castellana Bandie

È una domenica pomer

soffia senza pietà su P

Concorso Cortometraggi

due donne, Rosa...

Miglior Film: PEQUEÑO BLOQUE DE CEMENTO CON PELO ALBOROTADO CONTENIENDO EL MAR di Jorge Lopez Navarrete / Spagna / 2013 / HD / 16ʼ Per l'originale riuso del simbolico legato all'esistenza delle bestie (umane), intorno a cui si muove l'immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole: regno di pure, vibranti immagini.

Paul McCartney & Wi

Il principe dei documov

storia del rock, filmato Kingdom di...

Sacro GRA Menzione Speciale: CHIGGER ALE (HERE COME THE PROBLEMS) di Fanta Ananas / Etiopia, Spagna /

Dopo l’India dei barcaio

2013 / HD / 11ʼ Per l'ironica, divertita e fantasiosa costruzione di uno spazio­tempo puramente cinematografico eppure non privo di puntuali riferimenti alla Storia (rimodulata nel pastiche) e al reale.

americano dei drop out killer del...

Rush Premio Aprile (attribuito dal comitato di selezione al film che meglio rappresenta lo spirito del festival)

La storia di uno dei più

della Formula Uno, que

Miglior Film: MIRAGE A  LʼITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90ʼ Un'opera che cattura l'Italia attuale con il coraggio di andare oltre le meste constatazioni di una crisi sempre più stringente; da un'autrice che si immerge nel reale con garbo e delicatezza, sicurezza e attenzione alle vicende umane. Una scoperta bellissima di questo Milano Film Festival. Menzione Speciale: PERISTALSI di Enrico Iannaccone / Italia / 2013 / HD / 16ʼ Un autore che a soli 23 anni e con due cortometraggi all'attivo già rivela un'irrequietezza benefica nei confronti dell'immagine, per un film disturbante e imprevedibile, che segna le nuove orme di un percorso cinematografico che vogliamo seguire senza riserve.

Premio del Pubblico – Lungometraggio

GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102ʼ Premio del Pubblico – Cortometraggio NYUSZI ÉS ÖZ (RABBIT AND DEER) di Peter Vácz / Ungheria / 2013 / HD / 16ʼ

Scritto da Sonia Serafini Tag: milano film festival VOTO

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Lunedì 16 Settembre 2013

Si è conclusa la 18° edizione del Milano Film Festival: ecco i vincitori 16 09 2013 (Cine & TV) Si è chiusa domenica 15 settembre la 18° edizione del Milano Film Festival, una manifestazione che dimostra anno dopo anno di possedere sempre più qualità, originalità e libertà permettendo al pubblico italiano e non solo di conoscere opere e artisti provenienti da tutto il mondo, animando la città di Milano per dieci giorni con incontri, eventi musicali, proiezioni, workshop e momenti di confronto unici e stimolanti. Nella serata finale sono stati consegnati i premi assegnati dalla giuria composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel­Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia). Vince il premio come miglior film “Les rencontres d’après minuit” di Yann Gonzalez; il tema dell’amore è al centro della narrazione ma secondo un linguaggio nuovo e coraggioso attraverso una lettura visionaria e fuori dagli schemi, permettendo di credere ancora nella forza e nel potere del cinema. Menzione speciale per un film che meritava la vittoria, “Mirage a l’italienne” di Alessandra Celesia una pellicola sorprendente per la delicatezza dello sguardo e per l'intelligenza della costruzione. Per la sezione cortometraggi la giuria, composta dalla rivista di critica cinematografica Uzak, ha assegnato i seguenti premi: miglior film a “Pequeño bloque de cemento con pelo alborotado conteniendo el mar di Jorge Lopez Navarrete” per l'originale riuso del simbolico legato all'esistenza delle bestie (umane) in un mondo silenzioso, senza parole, nel quale vincono le immagini “pure”. Menzione speciale a “Chigger ale (here come the problems)” di Fanta Ananas (Etiopia) per l’ironia nella costruzione di uno spazio­tempo cinematografico ma con chiari riferimenti al reale. Il Premio Aprile, attribuito dal comitato di selezione al film che meglio rappresenta lo spirito del festival, è stato vinto dalla pellicola “Mirage a l’italienne” di Alessandra Celesia; Menzione speciale al cortometraggio “Peristalsi” di Enrico Iannaccone, regista che, a soli 23 anni, ha già dimostrato una spiccata sensibilità narrativa cinematografica unita a una buona dose di ironia. Spazio anche al pubblico che ha premiato come Miglior Lungometraggio “In Bloom” di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia, toccante racconto di formazione di due giovane ragazze che devono affrontare la propria adolescenza divise tra desideri e la realtà nella quale vivono; “Nyuszi és öz (rabbit and deer)” di Peter Vácz / Ungheria vince come Miglior cortometraggio. Il Premio Staff Milano Film Festival è stato vinto in ex aequo da “Quelqu’un d’extraordinaire” di Monia Chokri (canada) “per la semplicità della storia e per la indovinata immedesimazione nel personaggio seguita da una camera esperta e sicura, che lascia passare la riflessione attraverso un giusto e delicato riso” e “Dentro” di Emiliano Rocha Minter (Messico) “per la maturità e l’ingegno dimostrato nello sviluppo di un dispositivo narrativo lontano da ogni convenzionalità e allo stesso tempo estremamente chiaro nel lento svelamento dell’estremo ricongiungimento tra uomo e natura”. Il Premio della Giuria degli Studenti è stato vinto da “in Bloom” con la seguente motivazione: per l'ideazione, la costruzione e l'interpretazione dei personaggi e per la particolare complementarietà delle due protagoniste e per la profonda e poetica rappresentazione dell'universo femminile. Vince infine il Premio per la Miglior Animazione “Malaria” di Edson Oda (Brasile). Appuntamento alla 19° edizione del Milano Film Festival (Tamara Anna Malleo)

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MILANO FILM FESTIVAL / AND THE WINNER IS… di Emma Cacciatori | 16 settembre 2013

Tags: Al es s and ra Cel es i a, ci nem a, Ed s o n Od a, event i , Les renco nt res d 'ap rès m i nui t , M al àri a, m i l ano fi l m fes t i val , M i rag e à l 'i t al i enne, Vi nci t o ri M i l ano Fi l m Fes t i val 2013, Y ann Go nzal ez Like

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La “notte degli Oscar” del Milano Film Festival è cominciata con la proiezione di Malària del brasiliano Edson Oda, che vince il Prem io Mig lior Anim azione. Chi aveva visto questo piccolo gioiellino nei giorni del festival già sapeva dai primi minuti che il lavoro di Edson era sullo scivolo più ripido e sarebbe arrivato velocemente nella vasca dei preferiti. Del resto è difficile non apprezzarlo, con quelle atmosfere da spaghetti western. Non a caso è ispirato a Djang o Unchained . Ma non ci sono state solo proiezioni, quella di ieri era anche una serata di bilanci e ringraziamenti, con così tanti applausi (meritati) da fare male ai polsi. Forse non tutti se ne sono accorti ma quest’anno ci sono stati più registi presenti. Questo lusso è stato possibile grazie all’iniziativa “A dotta un Reg ista” che ha dato la possibilità alle famiglie milanesi di aprire le porte ai tanti protagonisti del festival. “ Prima di quest’anno non sapevo dell’esistenza di questo festival“, racconta una signora (la classica donna sorridente di mezza età milanese che si può incontrare in © Copyright 2010 WU magazine all right reserved Privacy Policy P.Iva 07106650018


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Milano Film Festival, i vincitori Mi piace

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China Heavyweight trionfa al Milano Film Festival, tra gli applausi di pubblico e addetti ai lavori. Ma la rassegna meneghina è stata un’occasione per scoprire diversi cortometraggi e lungometraggi degni di nota. Tra i lungo metraggi spicca il premio speciale per il film Everybody in our family, firmato dal regista rumeno Radu Jude. Il premio per il miglior cortometraggio è invece andato a Notre corps est une arme: prisons, della francese Clarisse Hahn. Finisce in Francia anche il Premio Aprile, vinto da Bake a cake di Aliocha. Le menzioni speciali di questo riconoscimento sono invece appannaggio di Il n’y a pas de rapport sexuel di Raphael Siboni (tanto per cambiare, anche lui francese) e dell’italiano Fireworks, documentario di Giacomo Abbruzzese ambientato a Taranto e Leonardo é...

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CINEMA.LEONARDO I 17 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

dedicato all’Ilva, in memoria di un’attualità scottante per la cittadina pugliese. L’esecuzione di Enrico Iannaccone si aggiudica il premio del pubblico per i cortometraggi, mentre Vallery of Saints di Musa Syeed, coproduzione tra India e Stati Uniti, vince il Premio Air Dolomiti e Aeroporto di Monaco – Cinema in un ambiente diverso. A We are Legion: The story of the hacktivists è andato il premio Colpe di Stato, organizzato all’interno del Festival da Feltrinelli Real Cinema. Il Milano Film Festival è stato un evento ricco di proiezioni, utili a suscitare riflessioni di natura politica e sociale. L’appuntamento con gli appassionati è dunque all’anno prossimo. Tags: Milano Film Festival Mi piace

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ParaNorman è il nuovo lungometraggio cinematografico targato La Focus Features e LAIKA già presenti sul grande schermo col film animazione nominato agli OscarÒ Coraline. ParaNorman è il secondo film[..] Leggi tutto

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CINEMATOGRAFO I 17 SETTEMBRE 2013 I 1/2 PAGINE

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Milano premia

Martedì 17 Settembre 2013

Les rencontres d'après minuit di Yann Gonzales vince il Film Festival meneghino. Un riconoscimento anche ad Alessandra Celesia Milano Film Festival premia. Il concorso lungometraggi è stato vinto da Les rencontres d'après minuit (You and the Night) di Yann Gonzalez, un figlio della generazione MTV che pesca a piene dall'immaginario della nouvelle vague tessendo un film bizzarre, un incontro tra The Breakfast Club, il cinema del tardo Buñuel e l’ironia di The rocky horror picture show, intriso di atmosfere e suoni anni ’80, erotismo soft­porn e archetipi freudiani, miti classici e tramonti di cartone. Definito da Variety dopo la proiezione alla Mirage à l’italienne di Alessandra Celesia

Settimana della Critica di Cannes 2013 come il nuovo Almodovar o Ozon, Gonzalez affronta temi come il dolore, la morte, il trauma, la poesia, la

bellezza, la malinconia per allestire una macabra e fiabesca discesa nell’oscurità degli appetiti e una rinascita alla luce dell’alba, in cui “Lussuria è espressione di vitalità e la sessualità solo un'altra forma di comunicazione”. Un titolo fantasma, quello di un romanzo perduto di Mireille Havet, che nasconde un appuntamento: dopo la mezzanotte, infatti, l’appartamento hi­tech (con uno psichedelico “jukebox sensoriale”) di una giovane coppia (Kate Moran, Niels Schneider), che ha un misterioso triangolo amoroso con la cameriera transessuale, accoglie cuori solitari in confltto e in cerca di se stessi per una notte di lussuria e purificazione. Nel cast anche un inedito Eric Cantona, un cameo sadomaso di Béatrice Dalle e il figlio d’arte di Alain Delon, Fabien. La menzione speciale e il Premio Aprile (attribuito dal comitato di selezione) sono andati all’italiana Alessandra Celesia per il suo Mirage à l’italienne. Il pubblico e la giuria formata dagli studenti univesitari hanno scelto In bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, scarno romanzo di formazione di due amiche, sorelle inseparabili, che vivono un’adolescenza disagiata alla soglia della maturità a Triblinca, ex Urss nel 1992. Una delle tante storie sulla ricerca o la riappropriazione dell’identità che hanno contraddistino la selezione dei lunghi di questa XVIII edizione, da Habi la extranjera di María Florencia Álvarez, in cui Analia, diciannovenne argentina di Buenos Aires sceglie di chiamarsi Habi e diventare musulmana, a Licks, del giovanissimo regista e produttore californiano Jonathan Singer­Vine, cruda e brutale storia di redenzione ambientata nel ghetto di Oakland. Il filo rosso dell’identità politica e dell’oppressione dell’opposizione da parte di regimi totalitari ha fatto da raccordo tra una serie di pellicole nelle sezioni collatrali. Primo tra tutti quello iraniano, incombente nel film clandestino di Jafar Panahi Closed Curtain, e denunciato nel bellissimo ritratto di Bahman Mohasses, pittore acclamato ai tempi dello Scià poi esiliato a Roma, in Fifi Howls From Happiness di Mitra Farahani, che diventa testimone dell’irraccontabile, la morte in diretta dell’artista. Ci trascina in nell’orrore del passato recente dell’Argentina Necesitas algo Nena? di Laura Chiossone che tramanda la vicenda di una delle madri di Plaza de Mayo, la desaparecida Angela Maria Aieta, e racconta le atrocità commesse dagli ufficiali dell’esercito peronista attraverso le testimonianze dei soppravvissuti “ai voli della morte”, i reaparecidos. La sezione Colpe di stato, invece, ha mostrato l’altro lato della dicotomia vittima­carnefice, presentando la


CINEMATOGRAFO I 17 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

banalità del male in una serie di documentari sulle violenze di mercenari e criminali di guerra. In The act of killing il documentarista texano Joshua Oppenheimer ripropone la messa in scena del massacro. Con vanità e narcisismo, come su un set hollywoodiano, i membri degli squadroni della morte indonesiani, un’organizzazione paramiltare nota ancora oggi come Gioventu Pancasilia che nel 1965 genocidò cinquecento mila oppositori comunisti, mimano compiaciuti le torture e gli omicidi. Davanti alla telecamera di Salomé Lamas, in Terra de ninguem, anche l’ex mercenario portoghese Paulo de Figueiredo racconta atrocità delle guerre coloniali con una naturalezza che raggela. Giulia Iselle


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Al Milano Film Festival vince Les rencontres d’après minuit, tra surrealismo e utopia Michele Chighizola

17 settembre 2013

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La giuria del Milano Film Festival, composta dal regista David Chou, dall’organizzatrice della Berlinale Anna Henckel­Donnersmarck e dal regista Cosimo Terlizzi, ha emesso i propri verdetti: il vincitore della diciottesima edizione del festival meneghino è Les rencontres d’après minuit di Yann Gonzalez; la menzione speciale va invece a Mirage à l’italienne di

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SCRITTO DA

Alessandra Celesia.

MICHELE CH

Il film francese di Yann Gonzalez, ex critico cinematografico e soprattutto ex leader della

Originario del

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band indie­shoegaze M­83, ha dunque stregato i membri della giuria con le sue atmosfere surreali, i suoi cieli color pesca e il suo forte impatto visivo; ma è stato soprattutto la spregiudicatezza del tema trattato (la lussuria come atto liberatorio assoluto e utopico) a

levantina, viv Share

portare il premio finale in casa Gonzalez. Così infatti, in una nota ufficiale, la giuria ha giustificato la propria scelta: « La fiction ha il potere di trasportarci in luoghi mai visti, a noi ignoti, luoghi che non potremmo nemmeno immaginare. Gli artisti sono qui per immaginare questi luoghi per noi. E nella sua pellicola Les rencontres d’après minuit, Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana. La lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un’altra forma di comunicazione. Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema ».

cinque anni. L

storia, per am

scrive di cinema. Della settim

apprezza gli svolazzi artistic

soprattutto le derive main­st

Gestisce un blog di recensio

cinematografiche, ha collabo

qualche festival di cinema e

ama l'universo della pubblici

suoi multiformi aspetti, dai p

bassi, con debole per il tritac mediatico.

ALTRI DELLA CATEG La menzione speciale della giuria, invece, è andata al

In fuga da se s

delicato ritratto della crisi economica italiana fatto

di Arthur Newm

da Alessandra Celesia con il suo Mirage à l’italienne. Inserendosi in un sottile pertugio che sta tra la fiction e il documentario, la regista italiana è riuscita a cogliere con sorprendente precisione

Una trama vag

pirandelliana per Il mondo di A [...]

l’atmosfera dei tempi in cui viviamo, tra sofferenza,

Ilo Ilo: un picc

disillusione ma anche voglia di riscatto. Recitato da

al Milano Film

un gruppo di non­attori di un’umanità rara, grazie alla propria natura ibrida il film di Alessandra Celesia riesce a parlare dell’Italia di oggi molto meglio sia di un film a tema sociale che di un documentario sulla crisi. Come ha sottolineato al giuria infatti: « Il confine

Ilo Ilo di Antho dei più seri[...]

tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana. La Menzione Speciale va a Mirage à l’italiennne, un film sorprendente per la delicatezza dello sguardo e per l’intelligenza della costruzione ».

The Eternal Re

Paraskevas: la

media e la cris

La sesta giornata del Milano

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Per quanto riguarda la sezione cortometraggi, invece, i vincitori sono stati lo spagnolo Pequedo Bloque de Cemento con Pelo Alborotado Conteniendo el Mar di Jorge Lopez Navarrete, premiato come miglior

avuto come[...]


News sul mondo del cinema in tempo reale

FIIMUPDATE I 17 SETTEMBRE 2013

[20815] I vincitori del Milano Film Festival 2013

Annunciati i premi della 18esima edizione del Milano Film Festival. Concorso Lungometraggi La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta da Davy Chou (regista e produttore, Francia), Anna Henckel‑Donnersmarck (programmer Berlinale, Germania), Cosimo Terlizzi (regista, Italia), assegna i premi: Miglior Film a LES RENCONTRES D​APRÈS MINUIT di Yann Gonzalez / Francia / 2013 / 92​ La fiction ha il potere di trasportarci in luoghi mai visti, a noi ignoti, luoghi che non potremmo nemmeno immaginare. Ma gli artisti sono qui per immaginare questi luoghi per noi. Nella sua pellicola "Les Rencontres d'après minuit", Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana, con tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio. Ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un'orgia si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia. La storia è complessa e si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza. Ma il fil rouge che attraversa tutto il Film è l'amore. L'amore è un argomento trattato continuamente dal cinema: la ricerca dell'amore, la lotta per l'amore, la perdita dell'amore. Qui, invece, è diverso: si tratta dell'atto di donare amore. Senza chiedere nulla in cambio. Accogliendo ogni ospite senza giudicare e senza volerli cambiare, con tutte le loro ferite e debolezze. Offrendo ascolto, attenzioni e affetto, baci pieni di tenerezza. Questioni come la bellezza, l'età o il genere sono obsolete, nemmeno l'egoismo trova più posto. La lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un'altra forma di comunicazione. Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema. Menzione Speciale a MIRAGE À L​ITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90​ Alessandra Celesia usa la realtà come materiale per raccontare una storia su cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l'essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario o un Film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana. La Menzione Speciale va a ​Mirage à l'italiennne", un Film sorprendente per la delicatezza dello sguardo e per l'intelligenza della costruzione. Concorso Cortometraggi La Giuria del 18° Milano Film Festival, composta dalla rivista di critica cinematografica Uzak, assegna i premi: Miglior Film a PEQUEÑO BLOQUE DE CEMENTO CON PELO ALBOROTADO CONTENIENDO EL MAR di Jorge Lopez Navarrete / Spagna / 2013 / HD / 16​ Per l'originale riuso del simbolico legato all'esistenza delle bestie (umane), intorno a cui si muove l'immobile panorama del mondo, vissuto o sognato, impresso in una fotografia livida ed estremamente poetica, in totale magnifica assenza di parole: regno di pure, vibranti immagini. Menzione Speciale a CHIGGER ALE (HERE COME THE PROBLEMS) di Fanta Ananas / Etiopia, Spagna / 2013 / HD / 11​ Per l'ironica, divertita e fantasiosa costruzione di uno spazio‑tempo puramente cinematografico eppure non privo di puntuali riferimenti alla Storia (rimodulata nel pastiche) e al reale. premio Aprile (attribuito dal comitato di selezione al Film che meglio rappresenta lo spirito del Festival) Miglior Film a MIRAGE À L​ITALIENNE di Alessandra Celesia / Francia / 2013 / 90​ Un'opera che cattura l'Italia attuale con il coraggio di andare oltre le meste constatazioni di una crisi sempre più stringente; da un'autrice che si immerge nel reale con garbo e delicatezza, sicurezza e attenzione alle vicende umane. Una scoperta bellissima di questo Milano Film Festival. Menzione Speciale a PERISTALSI di Enrico Iannaccone / Italia / 2013 / HD / 16​ Un autore che a soli 23 anni e con due cortometraggi all'attivo già rivela un'irrequietezza benefica nei confronti dell'immagine, per un Film disturbante e imprevedibile, che segna le nuove orme di un percorso cinematografico che vogliamo seguire senza riserve. premio del Pubblico ​ Lungometraggio GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102​ premio del Pubblico ​ Cortometraggio NYUSZI ÉS OZ (RABBIT AND DEER) di Peter Vácz / Ungheria / 2013 / HD / 16​ premio Staff Milano Film Festival ex aequo QUELQU​UN D​EXTRAORDINAIRE di Monia Chokri / Canada / 2013 / 16mm / 29​ Per la semplicità della storia e per la indovinata immedesimazione nel personaggio seguita da una camera esperta e sicura, che lascia passare la riflessione attraverso un giusto e delicato riso. DENTRO di Emiliano Rocha Minter / Messico / HD / 2012 / 13​ Per la maturità e l​ingegno dimostrato nello sviluppo di un dispositivo narrativo lontano da ogni convenzionalità e allo stesso tempo estremamente chiaro nel lento svelamento dell​estremo ricongiungimento tra uomo e natura. premio della Giuria degli Studenti GRZELI NATELI DGEEBI (IN BLOOM) di Nana Ekvtimishvili, Simon Groß / Georgia, Germania, Francia / 2013 / 102​ Per l'ideazione, la costruzione e l'interpretazione dei personaggi; per la particolare complementarietà delle due protagoniste e per la profonda e poetica rappresentazione dell'universo femminile. premio Miglior Animazione MALÁRIA (MALARIA) di Edson Oda / Brasile / 2013 / HD / 6​ Leggi: [20815] I vincitori del Milano Film Festival 2013

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» Cinema e tv » L'orgia creativa di Gonzalez vince il Milano Film Festival

L'orgia creativa di Gonzalez vince il Milano Film Festival Martedì 17 Settembre 2013 di Rober t o Schi nar di @RobertoSkinardi

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"Les rencontres d'après minuit" premiato come miglior lungometraggio della neomaggiorenne cinekermesse milanese. Steve McQueen trionfa a Toronto, standing ovation per "Dallas Buyers Club" di Vallée. All'ultimo Festival di Cannes ci aveva sorpreso per la creatività un po' folle e la bizzarra presenza di un inedito Eric Cantona nei panni di un poetaConsiglia stallone coinvolto in un'orgia continuamente procrastinata nell'appartamento di una cameriera Recommendations gender. Adessoil anche l'Italia ha scoperto la Francesco: "Nella Costituzione matrimonio è cinescheggia uomo‑donna" impazzita Les rencontres d'après 1,026 people recommend minuit (Glithis. incontri a tarda notte) di Yann Gonzalez, lungometraggio vincitore del neomaggiorenne Sedici anni e gay. Vi racconto la mia lotta Milano contro i bulli a scuola Film Festival, conclusosi domenica sera con 523 people recommend this. di premiazione nella Sala Grande del la cerimonia Teatro Strehler. Stuprato e picchiato davanti alla La giuria composta dal regista e produttore francese Chou, dalla programmatrice della telecamera: violenzaDavy in Russia 412 recommend this.Terlizzi è stata letteralmente Berlinale Anna Henckel-Donnermarck e people dal regista Cosimo conquistata da quest'insolita opera citazionista che si colloca tra Robbe-Grillet e Buñuel: “La fiction ha il potere di trasportarci in luoghi mai visti, a noi ignoti - spiega la motivazione -, luoghi che non potremmo nemmeno immaginare. Ma gli artisti sono qui per immaginare questi luoghi per noi. Nella sua pellicola Les rencontres d'après minuit, Yann Gonzalez ci porta in un luogo lontano dalla nostra vita quotidiana, con tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio”. “Ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un'orgia - continuano i giurati - si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia. La storia è complessa e si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza. Ma il fil rouge che attraversa tutto il film è l'amore. L'amore è un argomento trattato continuamente dal cinema: la ricerca dell'amore, la lotta per l'amore, la perdita dell'amore. Qui, invece, è diverso: si tratta dell'atto di donare amore. Senza chiedere nulla in cambio. Accogliendo ogni ospite senza giudicare e senza volerli cambiare, con tutte le loro ferite e debolezze. Offrendo ascolto, attenzioni e affetto, baci pieni di tenerezza. Questioni come la bellezza, l'età o il genere sono obsolete, nemmeno l'egoismo trova più posto. La lussuria è espressione di vitalità, la sessualità solo un'altra forma di comunicazione. Gonzalez fa scelte coraggiose in materia di estetica e dialoghi, è coraggiosa la trama assurda che sviluppa e la visione che ci presenta. Ha una voce molto speciale. E ci fa di nuovo credere nel magico potere del cinema”. L'altro ieri si è concluso anche l'affollato Toronto Film Festival, il cui prestigio internazionale cresce di anno in anno insidiando la pressoché contemporanea Mostra di Venezia. Ha trionfato proprio il titolo che il direttore di quest'ultima, Alberto Barbera, avrebbe voluto con tutte le sue forze: 12 Years a Slave di Steve McQueen, regista del controverso Shame. Si è infatti aggiudicato l'ambito People's Choice Award 2013, ossia il premio del pubblico (Toronto non ha una competizione ufficiale). Tratto dall'omonima autobiografia di Solomon Northup, racconta la vera

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storia di un violinista di colore che nel 1841 fu rapito e venduto come schiavo da destinare a una piantagione di cotone in Louisiana. Già si parla di '12 Years a Slave' come del favorito ai prossimi Oscar grazie anche a un top cast che pare faccia davvero faville: Chiwetel Ejiofor, Brad Pitt e Michael Fassbender. Tra i film più applauditi segnaliamo il drammatico Dallas Buyers Club che ha addirittura ottenuto una standing ovation al termine dell'anteprima mondiale. Diretto dal canadese Jean-Marc Vallée, autore dell'apprezzato C.R.A.Z.Y., questo suo nuovo lavoro affronta una tematica che il cinema queer contemporaneo sta colpevolmente trascurando, l'Aids (ma qualcosa sta fortunatamente cambiando: al Festival di Locarno ha vinto tre premi un doc autobiografico d'autore di 164 minuti, ‘Ed ahora? Lembra-me' ossia ‘E adesso? Ricordatemi' del portoghese Joaquim Pinto su un anno di terapie effettuate dal regista stesso, affetto da HIV). Dallas Buyers Club racconta la storia vera dell'elettricista texano Ron Woodroof, interpretato da un impressionante Matthew McConaughey dimagrito di ben 23 chili, che negli anni '80 scoprì di essere malato di Aids ma non si rassegnò alla ferale diagnosi medica che gli preannunciava un mese di vita: riuscendo a importare medicine illegali dal Messico, riuscì a sopravvivere altri sei anni, fondando il club del titolo diventato simbolo della lotta contro le imposizioni dell'industria farmaceutica americana. In un ruolo secondario troviamo il talentuoso Jared Leto, anch'egli alle prese con una irriconoscibile trasformazione: interpreta infatti la scheletrica trans Rayon che Ron conosce in ospedale e con cui collaborerà nella creazione del ‘Dallas Buyers Club'. Potremo vederlo in Italia dal 3 gennaio 2014 distribuito dalla Good Films.

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Home » CINEMA » Conclusa la diciottesima edizione del “Milano Film Festival”: vince il film immaginifico di Yann Gonzalez

Conclusa la diciottesima edizione del “Milano Film Festival”: vince il film immaginifico di Yann Gonzalez Posted by Oubliette Magazine in CINEMA, EVENTI, Resoconti | 0 comments set 17, 2013 Domenica 15 settembre si è conclusa la diciottesima edizione del Milano Film Festival, a Milano.

La giuria, composta da Davy Chou, Anna Henckel­Donnersmarck e Cosimo Terlizzi ha scelto come miglior film Les Rencontres d’Apres Minuit di Yann Gonzalez, un film immaginifico di tramonti di cartone, notti americane e cimiteri costruiti in studio. La storia sembra semplice: ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un’orgia si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia, ma in realtà si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza. Menzione speciale ad un altro film francese:Mirage à l’italiennne di Alessandra Celesia, che racconta la storia di cinque personaggi colti in un momento difficile: la ricerca di un lavoro, la voglia di sconfiggere i propri demoni, l’essere accettati per come si è e il desiderio di superare la propria tristezza. Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario od un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana. Nella sezione cortometraggi il miglior film è risultato essere Pequeno Bloque de Cemento con Pelo Alborotado Conteniendo el Mar di Jorge Lopez Navarrete con la menzione speciale all’etiope Chigger Ale di Fanta Ananas / Etiopia, Citati poi Peristalsi di Enrico Iannaccone (che hja solo 23 anni) e Grzeli Nateli Dgeebi di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, Nyuszi es oz di Peter Vácz e Quelquun d’Extraordinarie di Monia Chokri.

Il Milano Film Festival ha portato ancora una volta per dieci giorni in città concerti (nello spazio del Parco Sempione), dj set (di fronte al Piccolo Teatro), animazione, la ricca sezione Outsiders (cui sono stati accorpati anche i Soundoc, i film musicali, come, in questa edizione A Band Called Death di Mark Covino, su i Death, o Finding the Funk di Nelson George, sulla storia del funk), estratti di vita (come 12 o’Clock Boys, dii Lofty Nathan, sui ragazzi di Baltimora che ogni domenica mattina attraversano la città impennando, o Boundary di Nontawat Numbenchapol, sull’eccidio cambogiano. Sempre ottimamente curata la sezione colpe di Stato con l’interessantissimo The Act of Killing di Joshua Oppenheimer, Inequality for All di Jacob Kornbluth (in cui si è potuto scoprire il professor Robert Reich) o Dirty Wars di Richard Rowley, sull’uso dei droni. Il Milano Film Festival, pur con il suo pressapochismo nell’organizzazione di alcuni eventi, e per il gelo che ogni anno lo contraddistingue (si verifica sempre nella peggior settimana, atmosfericamente parlando, di settembre), è sempre molto interessante e nelle pieghe del suo programma ci sono sempre delle chicche: molta attenzione è rivolta all’Africa e all’Asia, si parla di economia e di musica, di storie veramente on the edge, di realtà comuni molto lontane da noi. Di musica e di arte. Un evento che speriamo non abbandoni Milano.


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Les rencontres d’après minuit di Yann Gonzales vince il Film Festival meneghino. Un riconoscimento anche ad Alessandra Celesia

Milano Film Festival premia. Il concorso lungometraggi è stato vinto da Les rencontres d'après minuit (You and the Night) di Yann Gonzales, un figlio della generazione MTV che pesca a piene dall'immaginario della nouvelle vague tessendo un film bizzarre, un incontro tra The Breakfast Club, il cinema del tardo Buñuel e l'ironia di The rocky horror picture show, intriso di atmosfere e suoni anni '80, erotismo soft­porn e archetipi freudiani, miti classici e tramonti di cartone. Definito da Variety dopo la proiezione alla Settimana della Critica di Cannes 2013 come il nuovo Almodovar o Ozon, Gonzalez affronta temi come il dolore, la morte, il trauma, la poesia, la bellezza, la malinconia per allestire una macabra e fiabesca discesa nell'oscurità degli appetiti e una rinascita alla luce dell'alba, in cui ​Lussuria è espressione di vitalità e la sessualità solo un'altra forma di comunicazione​. Un titolo fantasma, quello di un romanzo perduto di Mireille Havet, che nasconde un appuntamento: dopo la mezzanotte, infatti, l'appartamento hi­tech (con uno psichedelico ​jukebox sensoriale​) di una giovane coppia (Kate Moran, Niels Schneider), che ha un misterioso triangolo amoroso con la cameriera transessuale, accoglie cuori solitari in confltto e in cerca di se stessi per una notte di lussuria e purificazione. Nel cast anche un inedito Eric Cantona, un cameo sadomaso di Béatrice Dalle e il figlio d'arte di Alain Delon, Fabien. La menzione speciale e il Premio Aprile (attribuito dal comitato di selezione) sono andati all'italiana Alessandra Celesia per il suo Mirage à l'italienne. Il pubblico e la giuria formata dagli studenti univesitari hanno scelto In bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, scarno romanzo di formazione di due amiche, sorelle inseparabili, che vivono un'adolescenza disagiata alla soglia della maturità a Triblinca, ex Urss nel 1992. Una delle tante storie sulla ricerca o la riappropriazione dell'identità che hanno contraddistino la selezione dei lunghi di questa XVIII edizione, da Habi la extranjera di María Florencia Álvarez, in cui Analia, diciannovenne argentina di Buenos Aires sceglie di chiamarsi Habi e diventare musulmana, a Licks, del giovanissimo regista e produttore californiano Jonathan Singer­Vine, cruda e brutale storia di redenzione ambientata nel ghetto di Oakland. Il filo rosso dell'identità politica e dell'oppressione dell'opposizione da parte di regimi totalitari ha fatto da raccordo tra una serie di pellicole nelle sezioni collatrali. Primo tra tutti quello iraniano, incombente nel film clandestino di Jafar Panahi Closed Curtain, e denunciato nel bellissimo ritratto di Bahman Mohasses, pittore acclamato ai tempi dello Scià poi esiliato a Roma, in Fifi Howls From Happiness di Mitra Farahani, che diventa testimone dell'irraccontabile, la morte in diretta dell'artista. Ci trascina in nell'orrore del passato recente dell'Argentina Necesitas algo Nena? di Laura Chiossone che tramanda la vicenda di una delle madri di Plaza de Mayo, la desaparecida Angela Maria Aieta, e racconta le atrocità commesse dagli ufficiali dell'esercito peronista attraverso le testimonianze dei soppravvissuti ​ai voli della morte​, i reaparecidos. La sezione Colpe di stato, invece, ha mostrato l'altro lato della dicotomia vittima­carnefice, presentando la banalità del male in una serie di documentari sulle violenze di mercenari e criminali di guerra. In The act of killing il documentarista texano Joshua Oppenheimer ripropone la messa in scena del massacro. Con vanità e narcisismo, come su un set hollywoodiano, i membri degli squadroni della morte indonesiani, un'organizzazione paramiltare nota ancora oggi come Gioventu Pancasilia che nel 1965 genocidò cinquecento mila oppositori comunisti, mimano compiaciuti le torture e gli omicidi. Davanti alla telecamera di Salomé Lamas, in Terra de ninguem, anche l'ex mercenario portoghese Paulo de Figueiredo racconta atrocità delle guerre coloniali con una naturalezza che raggela. La Redazione ­ Cinematografo.it

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Yann Gonzalez per PIG: intervista 24 settembre, 2013, di Valentina Barzaghi - 0_Commenti - Tags: Cinema, Film, Interviste, Yann Gonzalez, You and The Night Mi piace

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Il trentenne Yann Gonzalez è il regista di Les Rencontres D’Après Minuit – You and the Night, presentato allo scorso Festival di Cannes. Lo abbiamo incontrato in occasione del Milano Film Festival, dove il suo lungometraggio era in concorso e ha vinto il premio come Miglior Film. You and the Night è un trip onirico: un gruppo di sconosciuti si incontrano con l’intento di fare un’orgia. Man mano che entrano in scena però, si presentano svelando lati molto malinconici delle loro esistenze e delle rispettive sessualità. Un film introspettivo e indagatorio, mai banale, che ci racconta molto dell’universo e dell’immaginario di questo regista (fratello del celebre musicista Anthony – M83, che ha messo il suo zampino nella colonna sonora) di cui sentiremo ancora molto parlare. Fotografie: Piotr Niepsuj per PIG Valentina: Ciao Yann, come stai? Yann Gonzalez: Bene, grazie. V: Ti stai divertendo qui al Milano Film Festival? www.pigmag.com/it/2013/09/24/yann-gonzalez-per-pig-intervista/

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PIGMAG I 24 SETTEMBRE 2013 I 2/5 PAGINE

Y: Sì, molto, continuo a festeggiare e a conoscere gente… Purtroppo però non sto riuscendo a guardare molti film… V: No? Y: Ieri sono riuscito solo a vedere due corti, domani spero di riuscirne a vedere di più. V: La prima domanda è su di te. Qual è la cosa migliore dell’essere Yann Gonzalez? Y: Qual è la cosa più bella di essere me? Non saprei. Voglio dire, sto vivendo uno dei momenti più felici, belli e piacevoli della mia vita. È stato molto difficile fare questo film e ne sono davvero soddisfatto. Lo volevo fortemente, per cui non ho rimpianti, anche se lo so che non è perfetto, conosco le critiche e tutto il resto. Va benissimo così, sono entusiasta di vederlo proiettato al festival e che susciti diverse reazioni nelle persone… Sono felice di essere me in questi giorni, anche se non è sempre così, come potrai immaginare. Da ragazzo ero molto timido e introverso, fare film mi aiuta a star bene con me stesso, a sentirmi a mio agio: in un certo senso, è un’affermazione del mio essere. V: Hai frequentato qualche scuola di cinema o sei autodidatta? Y: No, non ho frequentato una vera e propria scuola di cinema. Sono andato all’università, dove ho studiato cinema, ma si trattava perlopiù di teoria e corsi singoli. Ho avuto una bravissima insegnante, Nicole Brenez, era appassionata di film underground, avant-garde, politici e sperimentali. Questo mi ha portato a vedere molti film che non avrei mai visto se non fosse stato per lei. Ho imparato un sacco di cose su Godard, Eisenstein e il regista di film sperimentali, Paul Sharits. Credo che il fatto di aprirmi a differenti generi, a diverse tipologie di film e immagini, sia stato fondamentale.

V: Nel cinema di oggi viene molto utilizzato, quasi abusato ormai, l’aggettivo ′indipendente′, per definire una certa tipologia di film. Qual è la tua definizione personale di ′indipendente′ nel cinema? Ritieni che il tuo film possa definirsi ′indipendente′? Y: Credo che un film ′indipendente′ sia un film che realizzi solo per una tua libera scelta in totale libertà, per cui sì, credo di poter essere definito un regista indipendente. Come ti stavo dicendo prima, ho fatto il film che volevo fare ed è stato difficile per i miei produttori. Sono stato molto esigente ed insistente su certe cose, come girare in 35mm. È stato molto difficile convincerli a farlo, per via del budget limitato, ma per me era troppo importante sentire la sostanza, la grana del film. Credo che sia importante per ottenere un effetto non digitale dell’immagine, troppo fredda e pulita. Sono un nostalgico dei film in pellicola e quindi era molto importante che You and The Night fosse così. Nel film ci sono molti dettagli, dettagli costosi, che volevo e per i quali avevamo bisogno di soldi, con grande impegno e rischio da parte della mia produttrice. Alla fine siamo riusciti a terminarlo e sono sicuro che andrà tutto bene, che riprenderà i soldi che ha investito, spero [ride], ma ha corso dei rischi, per il mio film, www.pigmag.com/it/2013/09/24/yann-gonzalez-per-pig-intervista/

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PIGMAG I 24 SETTEMBRE 2013 I 3/5 PAGINE

probabilmente più grandi di quelli che ho corso io, perché alla fine non sono i miei soldi, ma della sua casa di produzione. V: Qual è il miglior ricordo di quando eri bambino e sei stato al cinema per la prima volta? Y: Credo che il primo ricordo sia, non molto originale… Ok, forse ne ho due, due immagini. Una è legata alla proiezione di Bambi, di Walt Disney: ero assolutamente terrorizzato da quello che stavo vedendo sullo schermo, devo aver avuto 3 o 4 anni. Quell’esperienza è stata davvero drammatica, non per la storia in sé, ma per la grandezza delle immagini sullo schermo, ne ero sopraffatto e sono scoppiato a piangere. Siamo dovuti uscire dal cinema prima che la proiezione finisse. Credo che l’altro forte ricordo sia l’immagine di Christopher Lee, in Dracula (1958, Ndr), in televisione, su un canale che ai tempi trasmetteva numerosi film della Hammer. V: Li adoro. Y: Si, anch’io! Ero molto piccolo, 8 anni forse, ne ho visto uno spezzone e ne sono rimasto traumatizzato. La notte facevo degli incubi con Christopher Lee… Ero terrorizzato dalla sua strana faccia, dalla musica e tutto il resto. V: You and the Night mi è piaciuto molto. Sesso, sessualità e paura della solitudine sono tre temi importanti del tuo film. Qual è il tuo approccio nella vita di tutti i giorni a questi tre importanti aspetti? Y: Una domanda difficile. Sesso, sessualità e paura della solitudine? Credo che siano molto legati fra loro e nel mio film – che è una proiezione del mio pensiero, della mia vita – le persone fanno sesso per non rimanere sole. Vogliono trovare qualcuno a cui legarsi e con cui relazionarsi. Per un gruppo di emarginati, maltrattati dalla società, fare sesso con altra gente non è che un modo per ri-collegarsi alla società stessa. Alla fine la paura scompare, come se imparassero a non aver più paura di se stessi. Imparano qualcosa sulle loro vite e sulle altre persone, facendo scomparire le loro paure. Alla fine del film sono più forti di quanto fossero all’inizio. V: Credi che ci sia qualcosa del tuo film, che nessuno è riuscito a cogliere? Y: Mah, non credo, mi piace pensare che ognuno abbia una diversa interpretazione del mio film, così come mi piace il fatto che all’interno vi siano dei segreti. Come una ricetta molto buona di cui non vuoi svelare il segreto a nessuno. Credo che sia utile tenere due o tre elementi segreti, che non spiegherai a nessuno o che magari nessuno può capire fino in fondo, perché sono molto personali. Quindi sì, credo che ci siano 2 o 3 cose nel mio film che nessuno è riuscito a cogliere, ma che custodisco gelosamente [ride].

V: Com’è stato lavorare con Éric Cantonà? www.pigmag.com/it/2013/09/24/yann-gonzalez-per-pig-intervista/

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PIGMAG I 24 SETTEMBRE 2013 I 4/5 PAGINE

Y: È stata una delle cose più facili. È una persona molto affascinante, molto spontanea, un personaggio umile e schivo. In realtà, non credo che abbia letto tutto il copione. Dopo aver letto poche pagine, mi ha detto che voleva far parte del film. Aveva visto i miei corti precedenti e gli piaceva il mio lavoro, quindi voleva farne parte, metodo di scelta che ritengo molto intelligente per un attore. Ero molto impressionato da lui, soprattutto le prime volte che camminavamo vicini. È un uomo molto alto, con una voce profonda e certe volte ti fissa in un modo, che capisci subito che non puoi far cazzate con lui. Pensi che se dici una cosa sbagliata potrebbe darti un pugno in faccia o gelarti con lo sguardo e tu moriresti all’istante [ride]. Quindi ero un po’ timido con lui all’inizio; ero così pieno di rispetto e timore, ma dopo poche riprese e qualche risata è stato tutto più facile. Pensa alla scena in cui tira fuori e mostra il pene gigantesco… V: Che non è il suo, vero? Y: No [ride] V: Parliamo di Alain Fabien Delon. Credi che possa essere bravo quanto il padre? Y: Non credo che il confronto sia facile. Mi auguro una sola cosa per lui: che possa essere diverso da suo padre. Dovrebbe concentrarsi su cose che il padre, nella sua carriera, non avrebbe fatto. Credo che questo film sia diverso dalle cose che il padre avrebbe voluto fare V: Ho letto una spiacevole intervista con Vanity Fair in cui parla del padre. Y: Si, lo so. Recentemente il padre ha rilasciato un commento riguardo all’omosessualità , dicendo che non è ′naturale′, dicendo qualcosa sul fatto che il comportamento normale per un uomo è quello di stare con una donna. Immagino che ancora non abbia visto il film [ride]… E spero che il film lo faccia arrabbiare. Spero che sia orgoglioso del figlio, perché credo che recitare in questo genere di film sia stata una mossa coraggiosa da parte sua; si tratta della sua prima parte ed è un film molto particolare, insolito. Credo che fosse un po’ spaventato dalla scena del bacio gay, ma l’ha fatta e tutto sommato, direi che sia venuta abbastanza facilmente. Sono molto orgoglioso del suo contributo al film, ritengo abbia un grande talento. V: Tuo fratello è l’ormai celebre Anthony (Anthony Gonzalez, M83, Ndr). Tu che rapporto hai con la musica? Hai un video o un regista di videoclip preferito? Y: Dipende dai giorni. In questi giorni il mio video preferito Envelop di Julianna Barwick, uno dei più strani, più provocatori e poetici che abbia mai visto. Il regista è Cam Archer. La mia relazione con la musica… È essenziale, per i miei film voglio dire, forse ancora di più per i cortometraggi. La maggior parte delle idee che ho per i corti arrivano da canzoni che ho ascoltato. È come se la musica che ascolto producesse delle visioni. Io e mio fratello siamo cresciuti con la stessa musica, anche per questo abbiamo una forte connessione che rende molto semplice lavorare assieme. Ci capiamo al volo. Credo che tutto abbia origini dall’infanzia, dalle cose che vedi, che ti segnano. Noi andavamo matti per uno strano cartone animato giapponese, molto malinconico, qualcosa alla Capitan Harlock, drammatico e certe volte molto figo. Eravamo dei drogati di musica elettronica, quella molto calma, sai, quel genere di musica con cui puoi solo chiudere gli occhi e sognare. V: Che tipo di adolescente eri? Y: Ero molto timido e insicuro. La mia classe era molto numerosa e passavo il tempo a fare scherzi, per cui avevo molti amici [ride]. Era come se fossimo un grande gruppo che si prendeva gioco degli altri, ma credo che fosse dovuto alla nostra insicurezza, come una sorta di autodifesa. Poi sono diventato un bravo ragazzo, almeno spero [ride].

www.pigmag.com/it/2013/09/24/yann-gonzalez-per-pig-intervista/

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PIGMAG I 24 SETTEMBRE 2013 I 5/5 PAGINE

V: Se ti chiedessi di rappresentare la malinconia usando una sola immagine/frame, quale useresti? Y: Ci devo pensare, bella domanda. Credo che sarebbe un dipinto dell’artista romantico tedesco Caspar Friedrich. Il suo tratto distintivo sono ampi paesaggi popolati da personaggi solitari. Certe volte raffigura cimiteri o paesaggi sabbiosi. Si, direi che i suoi dipinti rappresentano bene il termine malinconia. V: Progetti futuri? Stai già lavorando ad un prossimo film? Y: Si, sto iniziando a lavorare su un nuovo progetto, sulla sceneggiatura, ma è solo all’inizio. V: Sei emozionato? Y: Si certo, ma è difficile esserlo. You and the Night sta per uscire in Francia, fra due mesi, e adesso sono molto concentrato su questo: andare ai festival, lavorare sul trailer, sui poster, fare interviste. Sto lavorando al nuovo film e aspettando l’uscita di You and The Night, come se stessi dietro a due figli. Voglio passare del tempo con il nuovo bimbo, ma non voglio lasciare l’altro da solo. V: Qual è per te l’aspetto più difficile della realizzazione di un film? Y: Per me è la pre-produzione. Prima della pre-produzione hai un’idea in mente, che la maggior parte delle volte è qualcosa di astratto, come un sogno, e quando inizi a lavorarci su, a cercare la location e a lavorare con gli attori, questo sogno finisce. Si trasforma in qualcosa di diverso. Certe volte in meglio, ma altre in peggio. È una fase molto difficile, perché il tuo progetto muta e certe volte non va nella direzione che vorresti. C’è un sacco di pressione, perché stai tirando su le basi di quello che farai con il film. Le basi sono la location, gli attori, la sceneggiatura. Se non trovi gli elementi giusti al momento giusto, il tuo film non ha senso. Questa è la parte per me più difficile, insieme alle riprese. V: Hai qualche suggerimento da dare a quei giovani che vogliono diventare registi? Y: Non saprei, questo è il mio primo film che viene presentato, non so se ho abbastanza esperienza per dare dei consigli. Direi di non aver paura di niente: non della censura, non dei canali televisivi che commentano il tuo film. Certe volte non devi nemmeno temere i tuoi produttori, devi ascoltare la tua voce.

www.pigmag.com/it/2013/09/24/yann-gonzalez-per-pig-intervista/

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MISHMASHFASHIONMAGAZINE I 27 SETTEMBRE 2013

WEB FASHION MAGAZINE

PUNKMOVIE Posted on 27 settembre 2013

Before Bad Brains, the Sex Pistols or even the Ramones, there was a band called Death. Da Milano Film Festival 2013 Si apre sulla Detroit disfatta di oggi il docufilm di Mark Christopher Covino and Jeff Howlett , e sei subito dentro alla storia degli Hackney, una famiglia modesta, padre missionario e tanta musica per casa, dove tre adolescenti, ottengono il permesso di fare della loro stanza la sala prove di quello che diventerà il primo gruppo Punk della storia. Primi anni 70 , nella motown americana, dove gli studios per la produzione discografica incominciavano ad avere un’importanza, i fratelli Hackney, dopo avere fracassato le orecchie del quartiere operaio dove vivono provando e riprovando , cercano un contratto, ma il nome scelto per la band da Dave, leader del gruppo , tarpa le ali alla genialità del loro sound, in anticipo sui tempi, come poi dichiarato anche da Joey Ramone. Il film, un’ intervista ai due fratelli viventi -Dave muore di malattia – è il percorso di come è andata .Tra aneddoti e commozioni, questa vicenda che ha dell’incredibile, ancora una volta fa pensare che la realtà , molto spesso , supera la finzione, infatti , dopo 34 anni il gruppo viene scoperto per caso da un collezionista, e il tam tam sulla rete ne fa una chicca per intenditori. Forse qualche accorciatina qua e là avrebbe reso più

forte il ritmo narrativo , ma l’umanità che tutto questo materiale ci restituisce è così rara e così toccante che A Band Called Death ci lascia addosso l’impressione di avere visto una favola, anche se con un lieto fine un po’amaro. MGP Questo articolo è stato pubblicato in AROUND da MGP . Aggiungi il permalink [http://www.mishmashfashionmagazine.com/?p=2307] ai segnalibri.


LACITTANUOVA.MILANO.CORRIERE.IT 27 SETTEMBRE 2013 I 1/2 PAGINE

set 29

Chiara ha adottato un regista e ha imparato a dire “mia cara” in arabo di Valentina Ravizza Indovina chi viene a cena? Anzi a dormire, perché in occasione del Milano Film Festival, l’associazione culturale Esterni, che da 18 anni organizza la kermesse, ha lanciato l’iniziativa “Adotta un regista”, chiedendo ai milanesi di ospitare operatori del cinema provenienti da ogni parte del mondo. Come Khaled Jarrar, autore di Mutasalilun (Infiltrators), documentario che racconta il dramma del muro tra Israele e Cisgiordania e della pericolosa lotta quotidiana dei palestinesi per la libertà di movimento nella loro terra. A ospitarlo è stata Chiara Nanni, graphic designer freelance di origini catanesi. L’incontro Chiara: «Sono una fissata di cinema, quindi mi sono lanciata subito in questa avventura. Ci siamo visti per la prima volta di fronte al teatro Strehler. Eravamo un po’ tesi perché era in ritardo e temevamo si fosse perso… Quella sera a cena a Brera: il cameriere aveva piazzato un tagliere di salumi proprio sotto il naso di Khaled (che è musulmano e quindi non mangia carne di maiale), ma l’abbiamo subito scambiato con il piatto dei formaggi». Khaled: «Era divertente ascoltare Chiara e i suoi amici parlare in italiano: non capivo nulla, ma la vostra lingua è così musicale. Di

lacittanuova.milano.corriere.it/2013/09/29/chiara-ha-adottato-un-regista-e-ha-imparato-a-dire-mia-cara-in-arabo/?fb_action_ids=10201732922112071&fb_a


LACITTANUOVA.MILANO.CORRIERE.IT 27 SETTEMBRE 2013 I 2/2 PAGINE

certo è stato meglio che stare in hotel, mangiare da solo, passare il tempo a lavorare al computer…». I regali K: «Ho portato prodotti dalla Palestina: una bottiglia di alcol locale all’anice, alcuni frutti di guava che crescono a Gaza, le profumate erbe di Ramallah». C: «Abbiamo usato le spezie che ci ha portato per preparare il pollo la domenica. E Khaled ci ha insegnato a fare l’hummus». Milano K: «Sabato sera mi hanno portato sui Navigli e non c’era posto dove lasciare l’auto, perciò abbiamo dovuto parcheggiare piuttosto lontano e camminare un po’. Noi palestinesi non l’avremmo mai fatto, siamo troppo pigri!» C: «Quando mi ha visto preparare il caffè con la moka ha voluto assaggiare prima un po’ di polvere direttamente dal barattolo. Anche lui in Palestina lo prepara tutti i giorni, ma bollito in acqua come il tè e poi filtrato». Israele K: «Il mio film mostra cosa devono affrontare i palestinesi per attraversare il muro che li separa dallo Stato di Israele. Ottenere un permesso, per andare legalmente a trovare i parenti rimasti dall’altra parte, per pregare alla moschea di Al Aqsa o anche solo per entrare in un ospedale, è difficilissimo. Rischiamo la vita per intrufolarci dall’altra parte, non abbiamo niente da perdere. Io stesso per arrivare in Italia sono dovuto passare per la Giordania. Ma la gente non conosce questa situazione: una volta sono andato (illegalmente) al mare con un amico, al ritorno abbiamo preso un taxi israeliano e quando abbiamo detto al tassista di portarci a Ramallah ha cercato di sconsigliarci di andare in una città così pericolosa. Allora gli ho raccontato che eravamo palestinesi e venivamo proprio da lì: era turbato, non sapeva quasi nulla di cosa implica l’occupazione israeliana nei territori». C: «Ho amici di origini israeliane, con cui mi era capitato di parlare della situazione in Israele. Vivendo all’estero avevano coscienza dell’occupazione e si dicevano dispiaciuti della condizione dei palestinesi, ma pensavano comunque che il muro fosse necessario. Khaled mi ha aperto gli occhi anche sui vantaggi economici della costruzione di quella barriera: il governo israeliano ha creato posti di lavoro (imprese edili, agenti di sicurezza, locali che rifocillano gli operai) e si è accaparrato le migliori fonti di approvvigionamento idrico». Il ricordo più bello K: «Il miglior espresso della mia vita». C: «Due parole che mi ha insegnato Khaled: habibi e habibati, mio caro amico e mia cara amica». Tags: cinema, documentario, Israele, milano, palestina 1

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Ufficio stampa 18째 milano film festival Francesca gerosa con valentina calabrese francesca@milanofilmfestival.it IMPAGINAZIONE RASSEGNA STAMPA alexandra gredler


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