Dai che Perde
Smogville
go gaga for gagarin
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MI LOW COST
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Referendum Ambientali
Ecotopia
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news&eventi - n°XXIX
8-14 aprile 2011
Free Press Eretica http://milanox.eu
Azione giudiziaria collettiva contro Milano Ristorazione #ibambinitiodiano l’avete letto il magazine elettorale di letizia-nequizia, prezioso reperto storico del tardoberlusconismo? Braidense senza lampadine: e come si fa a leggere? per una sindaca per cui “la cultura è l’industria del bello” le biblioteche sono extra Linea gialla, il quartiere comasina soffocato dalle auto: “Non hanno fatto i parcheggi” vinceremo i referendum su smog, traffico, verde a Milano 12-13 giugno anche senza croci - bravo, tira la volata a decorato che t’ha mazziato venerdì scorso Giuliano Pisapia all’Isola con i disegnatori e i grafici di MilanoX! Ci siete cascati nel pesce d’aprile in prima dello scorso numero? sondaggio: Pisapia vince al secondo turno sulla Moratti - Milano http://t.co/ULl57KQ la macchina del fango di MilanoX contro la candidatura botox di Ornella Vanoni YURI GAGA> sostieni Milanox celebrando il suo 50° nello spazio – aperitivo, readings, visuals, djs x un megaparty al Pini #milano
BRIGATISTA!
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8/04/2011
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DOVE CI PUOI TROVARE
C’era tutto il mondo tranne lui. Nulla di nuovo, in tribunale per i suoi processi non lo si è mai visto. Come nel ‘92 ancora Milano, ancora giudici, ancora Palazzo di Giustizia. E la riscossa di un paese non può certo arrivare dalle aule di tribunale. La fine della prima Repubblica sotto il peso di tangentopoli e la caduta di Craxi hanno spianato la strada proprio a Berlusconi. L’Italia che guarda oggi al Palazzo di Giustizia di Milano è passata da quindici anni di dieta berlusconiana. E non è poco. Se a questo sommiamo i danni fatti dalla sinistra c’è poco da ridere. E di fatti l’unico col sorriso sempre in volto è lui. Il resto del paese è perlopiù incazzato e incattivito non si sa bene contro chi e cosa. Ed è in questa incazzatura permanente che un partito conservatore e di potere come la Lega riesce ancora a far credere di essere un partito di lotta e vicino alla “gente”. Quanto di più lontano dalla realtà. Milano docet. Noi stiamo con Yuri nello spazio.
Stazioni: Cadorna, Pta Venezia, Pta Romana, Pta Genova, Piola, Pta Garibaldi, Lotto, Romolo, Maciachini, Bovisa Centri Sociali: ZAM, Leoncavallo, Conchetta, Torchiera, Transiti, Cantiere, Fornace, Baraonda Università: Statale, Scipol, Città Studi, Poli Bovisa, Bicocca Centro: Chiamamilano Ticinese & Navigli: Rattazzo, Coquetel, Cuore, Electric Storm, Piercing Studio, Totem, Libraccio, Trattoria Gloria, Peppuzzo, Brutto Anatroccolo, Pravda, Quetzal Tattoo, Tattoo Shop, Arci BITTE, Tipota, Mexico, AgenziaX, Comitato Pisapia Garibaldi: Feltrinelli Stazione, Libreria Utopia, Libreria Mondo Offeso Bovisa: Stazione, Arci Scighera, Bovisa Kebab, Radio Popolare (Mac Mahon) Isola: Frida, Circolo Sassetti, Kebab Borsieri, Bar Archinto, NordEst Café, Arci Metissage, Teatro Cooperativa Niguarda
POQ
Ciao, ma com’è che non avete una pagina dedicata ai giovani gay e alle giovani lesbiche? Vi leggo quando vi trovo ma ricordavo un taglio più queer. Per favore rimediate alla svelta. Milano sta diventando omofobica, per non parlare dell’odio feroce che cova contro le trans. Facciamo qualcosa, anche con la testa alle comunali. Ines
POSTPORNO A MILANO PER TUTTO APRILE
Sono precario e sabato vado alla manifestazione della cgil alle colonne. Vado anche ogni anno alla mayday. Lì però la cgil non ce l’ho mai vista, solo la fiom. Comunque mi piacerebbe che tutta la sinistra si unisse per finalmente affrontare la piaga della precarietà a Milano e in Italia. A quando una federazione sindacale dei precari per i precari? Andrea Ma è giusto che la Moratti possa spendere i milioni del marito per farsi pubblicità peggio del Mulino Bianco? Non ci sono leggi che lo impediscano? Certo che il PD invece di pagare per gigantografie di Bersani dal messaggio confuso, farebbe meglio a investire nella campagna di Pisapia. Se li battiamo a Milano, sono finiti. Bravi che vi siete impegnati per mobilitare i giovani e chi ha smesso di votare per mancanza di speranza. E poi dopo il maggio delle comunali, c’è il giugno dei referendum sull’ambiente! E’ uno snodo fondamentale della vita politica di Milano e dell’Italia. Tutto può succedere. Guido
ZAM
Scrivi a: mail@milanox.eu X CONTINUARE A FAR VIVERE MILANOX FINO ALL’ESTATE (e oltre) CI SERVONO MINIMO 10 INSERZIONISTI DA 50 EURO LA SETTIMANA - la free press eretica piace a tutte/i perché la trovi in metro o al bar. Distribuita in 10.000 copie ogni settimana è il modo migliore per pubblicizzare un candidato, un esercizio o un’iniziativa a Milano e dintorni! scrivi ad advert@milanox.eu
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VOTO vs vuoto
PENDOLARI INDESIDERATI
di Alex Foti
di R. Maggioni Non è una città per pendolari. Ma neanche una provincia, una regione. Solo che la Milano della Moratti riesce sempre a superare tutti in peggio. Perfino inaugurare quattro nuove fermate della metropolitana senza neanche un parcheggio di interscambio (Affori-Comasina, vedi foto). Così chi arriva in macchina da fuori Milano continuerà ad entrare in città contribuendo ad intasare una città già al collasso. Alla faccia di Ecopass. L’indagine è della Filt Cgil lombarda e milanese. Una fotografia impietosa sui parcheggi Atm dell’area metropolitana. Cosa ci dice questa inchiesta? Che i parcheggi di interscambio (quelli nelle periferie) sono pochi, con pochi posti, alle 9.30 già pieni. Quelli urbani (centro città) sono invece troppi e sottoutilizzati. E cosa ha fatto la giunta? In questi cinque anni ha costruito in centro. Qualche dato: i parcheggi Atm sono in tutto 18 per circa 16mila posti auto, di cui 13mila tra extraurbani e di interscambio. In media secondo la Cgil servirebbero quotidianamente almeno 4 mila posti in più per gestire il picco delle ore di massima affluenza. 4 mila auto che non trovando posto entrano quindi in città, con tutte le conseguenze del caso su traffico e smog. I parcheggi più saturi sono Bisceglie, San Donato, Cologno Nord, Famagosta, Maciachini. In quest’ultimo la media di ingressi giornalieri (e quindi non all’ora di punta) arriva al 122% di utilizzo. Spesso fin dalle 8,30 agli ingressi dei parcheggi compare un cartello: “completo, ingresso solo abbonati”. Certo, per chi riesce ad accaparrarselo l’abbonamento. Il mensile non esiste. Ci sono solo il settimanale e l’annuale, con costi decisamente sproporzionati fra loro: l’annuale costa tanto: 1.343 euro, il settimanale invece è per fortuna molto economico: in media 6 euro e 20. Ma bisogna essere molto veloci: il settimanale si può infatti caricare solo da mercoledì a domenica. E i posti sono limitati. Una corsa contro il tempo: spesso il giovedì mattina è già tutto esaurito.
Disperata Letizia
È da Milano che può partire il crollo dell’impero del male, di Roberto Maggioni Dalle parti della Moratti ci deve essere della disperazione. E come potrebbe essere altrimenti? Cinque anni disastrosi e inconcludenti non si cancellano con qualche sorriso su plastici da fantascienza. Manifesti che raccontano favolette su quello che si farà, promesse, come se fino ad oggi fosse stata all’opposizione. Così per spiegare questi cinque anni di amministrazione lo slogan diventa: “anche a Milano scegli il Governo del fare”. Già. Ma fare cosa? Uno dei cavalli di battaglia della Moratti era stato l’Ecopass e la promessa di aria più pulita. E’ sotto gli occhi, o meglio nei polmoni, di tutti che così non è. Anche quest’anno si è ripetuto il primato negativo da palma nera del respirare. Nei primi tre mesi di quest’anno Milano è stata la città più inquinata d’Italia con 56 giorni di superamento della soglia consentita per le polveri sottili (50 microgrammi per metro cubo). La legge europea consente al massimo 35 giorni di superamento all’anno, poi scattano le sanzioni, pagate da tutti noi ovviamente. In soldi e salute. L’Ecopass va cambiato, potenziato, ripensato, integrato con una politica di sistema sulla mobilità sostenibile e sul trasporto pubblico. Ma la Moratti preferisce costruire parcheggi in città (gli amici immobiliaristi sorridono). Risultato, chi arriva da fuori, i pendolari-automobilisti (ovvero la maggior parte delle auto che si muovono di giorno in città) sono costretti a entrare in città se vogliono parcheggiare e prendere un mezzo pubblico, vista la mancanza di parcheggi d’interscambio (come avviene invece tutta Europa). Così la nostra inaugura nuove fermate della metropolitana, le gialle Affori e Comasina, senza nemmeno un parcheggio in interscambio. Zero. Chi raggiunge Milano in macchina sarà libero di intasare questa città già satura di auto e smog. Altro capitolo tragicomico, Expo 2015. Il grande evento internazionale voluto da quasi tutti (a destra, ma anche da buona parte della sinistra) e ancora fermo al palo. Chi come noi si è battuto fin dall’inizio contro questo mostro
a più teste ne è ben contento. Ma il cittadino medio non contrario a priori, che ne pensa? Che effetto fa aver assistito alla spartizione di poltrone e allo spreco di soldi ancora prima che i cantieri abbiano iniziato a produrre cemento su cemento? Non è un bello spettacolo e il peggio deve ancora venire. I tempi sono stretti, tutti dicono “siamo già in ritardo”. Scommettiamo che tra poco s’inizierà a usare la parola “emergenza”? E cosa si fa quando c’è un’emergenza? Si danno tutti i poteri a un commissario (la Moratti lo è già in parte) e si procede in deroga, spazzando via procedure e regole che normalmente si dovrebbero seguire. E intanto c’è chi si frega le mani e si prepara alla sua fetta di torta: gli immobiliaristi certo, e poi la ‘ndrangheta che comanda a Milano. “Il primo lavoro dell’Expo al novantanove per cento lo prende la Perego” diceva mesi fa’ il boss Salvatore Strangio intercettato al telefono. La Perego era una delle aziende di movimentazione terra a disposizione della ‘ndrangheta. Il titolare, Ivano Perego, è tra i 300 arrestati del luglio scorso. Coprifuoco, rom, centri sociali, lavoro, A2A, Milano Ristorazione, parentopoli alla milanese, asili nido, l’elenco sarebbe lungo. A destra si giocano tutto con queste elezioni, anche e soprattutto a livello nazionale. Berlusconi capolista ne è la riprova, l’estrema convinzione che il Capo possa fare il miracolo. Non è la prima volta che sulla scheda elettorale milanese leggeremo il nome di Berlusconi capolista, oggi però si gioca tutto. Con lui, in piccolo, la Moratti, che da sola non andrebbe da nessuna parte. Per questo sta imbarcando di tutto pur di racimolare qualche voto in più: dal nuovo Psi, alla lista civica di centro, ai giovani per Expo, a Magdi Allam, ai monarchici. E ancora, la Destra di Storace e i fascisti vicini a Cuore Nero, Casapound e Fiamma Tricolore. Tutti dentro per cercare di vincere al primo turno. Questa destra (s)governa Milano da vent’anni ma urla e attacca, Lega e De Corato in primis, come fosse all’opposizione. E’ arrivato il momento di rompere l’incantesimo.
La campagna per le comunali è partita con tutte le sue ovvietà e turpitudini. Letizia Moratti dopo averci irradiato col suo magazine elettorale, ha coperto la città di manifesti allucinanti. Non sappiamo se è peggio quello che con gesti da mercato del pesce dove presenta un museo dell’arte contemporanea inesistente su schermo piatto, o lei che s’intromette nell’amore fra anziani come la strega che porta glamor là dove c’era solo sfiga. Insomma uno spasso. Il suo poster e quello di Decorato sono stati sfregiati a tutte le stazioni della metro: incompetenti e bugiardi. Ma qui non ci vogliamo occupare della batcave morattiana (dove dimora una patetica lista civica cogli assessori Terzi e Moioli e una ancor più sfigata lista di Croci segato alla grande dalla Moratti che ne divise le spoglie fra Decorato e Cadeo su ordine di Larussa), ma del fronte dei ribelli contro la Morte Nera berlusconiana che sta calando su Milano Visti i sondaggi che danno perdente la Moratti contro Giuliano Pisapia al secondo turno, l’Orco di Arcore si mette alla testa della lista pidiellina, trasformando le elezioni comunali milanesi nell’equivalente di Lui contro il resto del mondo. Mr B contrattacca e rilancia contro il pokerista Pisapia giocandosi la permanenza al potere in Italia. E’ questa la stratosferica posta in palio il 15 e 16 maggio e al probabile secondo turno del 29 e 30 maggio. L’Orco vorrebbe sbancare al primo turno. Non gli deve riuscire. Ci giochiamo la democrazia in Italia. A Milano le forze che sostengono Pisapia sono variegate ma il fronte è ampio e deciso a colpire il regno della destra al cuore. Sinistra Ecologia Libertà (Sel in gergo) è in ascesa, trainata dalla popolarità Nichi Vendola, l’atout che ha già fatto vincere Pisapia alle primarie. E’ lì che si trovano i candidati più vicini ai movimenti, come l’avvocato Mirko Mazzali, che dopo aver difeso centinaia di manifestanti milanesi si candida da indipendente sostenuto da una costellazione di collettivi e centri sociali fra cui ZAM e i Corsari. Un tribuno della libertà di espressione politica da mandare a Palazzo Marino, Il Leo (com’è confidenzialmente chiamato il centro sociale di Milano per antonomasia) sostiene la candidatura del Face, il DJ che ha unito autonomia e rave culture in vent’anni di attivismo negli spazi sociali. C’è quindi Luca Gibillini, il dirigente politico emergente che forse meglio incarna quanto di nuovo ci sia in Sel (e che non c’era in rifondazione), vale a dire un candidato che sostiene la queer culture e la classe creativa in città. Poi si passa ai rossi rifondenti di Sinistra per Pisapia, con il veterano Basilio Rizzo in testa di lista e una lista 50:50 uomini/donne, un tentativo intelligente di svecchiare la proposta politica. C’è poi il PD che schiera Boeri come capolista e Monguzzi come ambientalista. Invece di poster con Bersani farebbe meglio a finanziare la campagna per riconquistare Milano. Ci sono i verdi del consigliere Fedrighini, che ha dato battaglia sui cinque referendum su traffico, smog, verde, energia e sul Bosco in Città. La lista Dipietro ha come esponente l’attore antimafia Giulio Cavalli reduce dalla prima della pièce teatrale sulla falsa innocenza di Andreotti insieme a Renato Sarti. La lista Milano Civica X Pisapia Sindaco è d’ispirazione cattolica progressista e vede molti sostenitori della candidatura di Onida alle primarie. Last but not least, i radicali di Cappato, alto promotore dei referendum, presentano la Bonino capolista. Fuori dai due grandi schieramenti rimangono due candidati giovani, il ventenne Mattia Calise per grillini a cinque stelle (i cui voti dovrebbero convergere su Pisapia al secondo turno) e il candidato terzopolista, il trentasettene Manfredi Palmeri che con la sua candidatura ha inflitto forse il vulnus maggiore alla compagine morattiana. Non solo è il presidente del consiglio comunale, ma un suo buono score darebbe la certezza a Pisapia di andare al secondo turno e di giocarsela alla pari contro le forze oscure di Gotham City. Ma solo se tutti noi gli diamo una mano. Il potere della gente contro il potere del denaro.
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NUCLEARE CONTRO LE ENERGIE RINNOVABILI di Andrea Boraschi La tragedia nel Sol Levante e la crisi radioattiva di Fukushima cadono a poche settimane dal referendum del prossimo 12 e 13 giugno, quando gli italiani saranno chiamati nuovamente, a 24 anni da una prima storica consultazione, a esprimere il loro parere sulla presenza dell’atomo nello Stivale. La crisi giapponese proietta ombre inattese sulla contesa referendaria; e se Cernobyl avrebbe potuto costituire un monito lontano e quasi dimenticato, quanto occorso a Fukushima ha prodotto immediatamente un sentire comune nell’opinione pubblica. Gli ultimi sondaggi dicono che l’80% degli italiani sono contrari al riavvio del programma nucleare. Il governo Berlusconi, che sin qui aveva spinto fortemente per la costruzione di 4 nuove centrali d’importazione francese, si è attestato su una linea di prudenza e ha rimandato di 2 anni la definizione di un piano nazionale generale in materia. Nel frattempo, poco prima che lo tsunami giapponese minasse le prospettive dell’industria nucleare, nel cortile di casa nostra si consumava un’altra vicenda significativa. Il ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani promulgava un decreto che annullava il sistema di incentivazioni previste per la produzione di energia da fonti rinnovabili, cancellando in un sol colpo le prospettive di crescita di un intero settore, vanificando larghissima parte degli investimenti in corso, mettendo a rischio un comparto che occupa 140.000 persone. La sollevazione generale degli imprenditori coinvolti, nonché le fortissime critiche giunte all’esecutivo dalle banche straniere, hanno indotto anche qui a un ripensamento. Mentre scriviamo si dipana la vicenda di un tavolo tecnico, tra governo e imprenditori, dal quale dovrebbe uscire un nuovo “conto energia”, una nuova cornice di regolamentazione dello sviluppo energetico del paese. Con tutta probabilità meno svantaggiosa per eolico e fotovoltaico,di quanto previsto in prima battuta. Mai come nelle scorse settimane, dunque, è risultato stridente il conflitto tra programmi nucleari e sviluppo sostenibile. La manovra del governo è apparsa come una forbice, le cui lame intendevano tagliare il futuro delle fonti pulite per fare posto all’atomo. E se al momento questa azione appare in standby, resta sul tavolo la scelta di quale futuro energetico costruire: green economy, da un lato, e fonti fossili e nucleare dall’altro. Nella contesa tra atomo e rinnovabili, crediamo si debbano ricordare alcune questioni. • Le tragedie di Cernobyl e Fukushima hanno dimostrato la pericolosità del nucleare. Il solo incidente sovietico ha causato, e causerà ancora nel futuro, centinaia di migliaia di vittime. • Il nucleare produce elettricità e… scorie. Le scorie a vita media rimangono radioattive da 200 a 300 anni. E non esiste ancora un sistema per la gestione in sicurezza nel lungo periodo. • Gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, al 2020, valgono, in termini energetici, il triplo del piano nucleare e generebbero almeno 20 volte l’occupazione indotta. • Il nucleare è inefficace contro i cambiamenti climatici. Raddoppiando la potenza attualmente installata entro il 2030, si ridurrebbero le emissioni di CO2 di meno del 5%. • L’uranio utilizzato per produrre energia nucleare è una risorsa limitata, che l’Italia dovrebbe importare, destinata a esaurirsi in poche decine di anni. La produzione di energia da fonti rinnovabili poggia su risorse potenzialmente infinite, di cui il nostro paese dispone largamente. • Alcuni sostengono che il rischio nucleare c’è già, essendo l’Italia circondata da reattori. Sbagliato: anche se non è mai nullo, il rischio per le conseguenze di un incidente diminuisce esponenzialmente al crescere della distanza dalla centrale. GREENPEACE ITALIA
Potere verde a giugno
A Milano, oltre che su acqua e nucleare, voteremo su smog e traffico, Enrico Fedrighini Una rivoluzione verde per Milano è ora davvero possibile: l’appuntamento è fissato per il 12 e 13 giugno prossimi. Il Consiglio comunale ha infatti approvato una mia proposta di delibera per accorpare i Cinque referendum sull’ambiente e la qualità della vita a Milano con i referendum nazionali su Nucleare, Acqua pubblica e legittimo impedimento. Grazie a questo provvedimento sarà quindi possibile garantire una diffusa presenza di seggi e sezioni sul territorio comunale al fine di agevolare la massima partecipazione dei cittadini alla consultazione (per i referendum cittadini è richiesto un quorum del 30%, pari a 300.000 votanti); si potrà votare nell’arco di due giornate, anzichè una sola; infine, sarà possibile risparmiare circa 3 milioni di euro, da destinare a finalità sociali e ambientali. Il massimo sarebbe stato accorpare i referendum cittadini con le elezioni comunali: ma questo non rientrava nelle competenze del consiglio comunale di Milano, richiedendo la modifica di una legge nazionale che la maggioranza parlamentare non ha mai avuto la volontà di cambiare. Quanto avvenuto è comunque un fatto storico, è la prima volta che accade in Italia e spero costituisca un precedente: siamo uno dei pochi Paesi europei in cui la pratica democratica del referendum comunale viene svilita e ostacolata da norme e regolamenti che sembrano fatti apposta per allontanare anziché avvicinare i cittadini alla partecipazione alla vita pubblica. I Verdi Ecologisti per Milano sono tra i promotori dei Cinque referendum verdi sull’ambiente e la qualità della vita a Milano. I cinque quesiti (consultabili al sito: http://www.enricofedrighini.it/ cinque_referendum_per_una_rivoluzione_verde_a_mi.html) non si limitano a indicare una singola misura o un semplice provvedimento locale: propongono un preciso e articolato modello di città, una sorta di riconversione ecologica di Milano centrata sull’ambiente, sulle energie pulite, sulla lotta al traffico e allo smog, sul trasporto pubblico e ciclabile, sull’aumento delle aree verdi e alberate, sulla cura dello
spazio pubblico come elemento fondante della vita urbana; il tutto attraverso misure e proposte concrete, serie, finanziariamente sostenibili. Una città che smette di consumare territorio ed energia e guarda a un nuovo paradigma urbano, nel quale piste ciclabili e social housing prendono il posto di SUV e City Life. E’ quanto sta avvenendo da decenni in molte città europee (Berlino, Monaco, Bruxelles, Graz, Vienna, Barcellona, Amburgo), amministrate da ambientalisti in coalizione con altre forze. Città che accolgono anziché respingere; città dalle quali non è indispensabile fuggire per poter respirare; città nelle quali i diritti della comunità non vengono relegati in secondo piano da lobby e interessi particolari. E’ tempo che questo avvenga anche a Milano, per avviare la rivoluzione delle cose normali. Un esempio su tutti: uno dei quesiti riguarda l’energia pulita. Ebbene: da calcoli eseguiti sulla base dei parametri scientifici, se il Comune di Milano dotasse di pannelli fotovoltaici i 700.000 mq di superficie dei tetti degli edifici scolastici comunali esistenti, risparmierebbe ogni anno circa 50 milioni di euro in combustibili fossili, ridurrebbe di 62 tonnellate le emissioni di CO (per non parlare delle micropolveri) e nel giro di 15 anni vedrebbe ripagato l’investimento e potrebbe iniziare a vendere energia pulita. Un sogno? No: è realtà, in molte città del mondo. La consapevolezza dei cittadini sulla necessità prioritaria di questo cambiamento è molto più avanti rispetto all’inerzia della politica di Palazzo. I Cinque referendum sono lo strumento democratico che ogni cittadini possiede per imprimere e accelerare questa svolta, per costruire concretamente (oltre che immaginare) un futuro diverso della nostra città. Serve un po’ di coraggio, pensando alle generazioni future. E’ chiaro che, se vincesse Pisapia, tutto questo avrebbe una forte e positiva accelerazione. Enrico Fedrighini Consigliere comunale di Milano
Chi è più sensibile alle foglie potrebbe essersi domandato perché in Giappone, il primo segnale che la contaminazione ambientale era avvenuta (nonostante i continui rassicuranti rapporti sui reattori di Fukushima) è arrivato dal divieto di consumare latte e spinaci. Ma perché non la carne invece? O qualche altro frutto? Il latte è sempre uno dei primi alimenti che fanno lanciare l’allarme. Anche ai tempi di Chernobil era stato così. E la gente aveva fatto scorte di confezioni a lunga conservazione. Il motivo? Le mucche pascolano, e l’erba di cui si nutrono (graminacee) assorbe molto facilmente lo iodio, che viene immediatamente rimesso in circolazione. La stessa cosa vale per gli spinaci e altre verdure a foglia larga, per esempio l’insalata, che catturano direttamente dall’aria il cesio. I cavoli per esempio sono più sicuri (non a caso il cavolo è il simbolo di ortodiffuso). Più sicuri ancora sono i cereali. Tanto che le diete indicate in caso di contaminazione ne prevedono una buona dose. Contengono tra l’altro vitamina B12, che protegge tiroide e timo. Assolutamente da evitare, e per lungo tempo dopo che l’emergenza è rientrata, sono i funghi, veri collettori di radioattività, ma anche i piccoli frutti come ribes, more e fragole. Finita l’emergenza dell’immediato, nel lungo periodo tutto dipende da come i radionuclidi vengono assimilati dal suolo. Questo spiega per esempio perché le carote sono una verdura che sarebbe meglio evitare in questi casi. Ma è giusto non andare nel panico. Quando si verifica un incidente nucleare, il cibo è un problema secondario. La contaminazione dell’aria, del suolo e dell’acqua è molto più grave. Noi che facciamo orti in città per esempio dovremmo preoccuparci di altri fattori di inquinamento, provenienti dalle industrie che, secondo alcuni. Hanno fatto bella e ricca la nostra città: i metalli pesanti, come cadmio, piombo, cromo. I loro resti si accumulano nel suolo per decenni. I loro effetti sul nostro corpo altrettanto devastanti di quelli del nucleare. Se fate un’orto in città dunque, attenzione alla storia del terreno che state coltivando. Informatevi e chiedete, recuperate tracce. Fare un’analisi del suolo costa circa 150 euro. E non sono in molti a farla. In teoria è la proprietà che dovrebbe preoccuparsi della bonifica. Ma come accade per Fukushima, anche l’informazione è contaminata. Contaminata dalla bugia si intende. O dalla noncuranza. Il nostro compito è non credere mai. Anche quando viene costruita una bella immagine di disastro si, ma sotto controllo, come accade in Giappone.
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8/04/2011
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Ritornare per ricominciare
pagina a cura del magazine dell’Italia multietnica - www.mixamag.it
SI DEL TRIBUNALE AGLI INFERMIERI STRANIERI
di Angiola Bellu
di Francesco Bianco
Sta per partire a Milano – città pilota - la campagna “Ritornare per ricominciare”, rivolta a quanti, tra gli stranieri non comunitari che vivono nel nostro Paese, vogliano tornare a casa. Scopo del progetto di Nirva (Networking italiano per il rimpatrio Volontario Assistito) - e patrocinato da AICCRE (Associazione Italiana Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), CIR (Consiglio Italiano Rifugiati), OIM (Organizzazione internazionale delle Migrazioni) – è quello di seguire il migrante che desidera tornare nel proprio Paese d’origine e ricominciare lì una nuova vita. Una volta maturata la libera scelta di tornare a casa, il migrante ha la possibilità di essere “assistito” nel suo percorso di ritorno, attraverso un’attività di consulenza che prevede una fase di pianificazione del viaggio e la sua realizzazione, che si conclude all’arrivo nel Paese d’origine con l’accoglienza e il supporto per la realizzazione di percorsi di reintegrazione. Spesso chi vuole tornare a casa ha bisogno di un sostegno anche psicologico: deve affrontare la nostalgia, il senso di estraneamento che porta a non sentirsi né di qua né di là. Molte volte ha anche difficoltà a riallacciare rapporti familiari e con gli amici. In queste emergenze il migrante viene assistito dal progetto NIRVA. Nel periodo precedente la partenza, ci si occupa delle pratiche burocratiche e dell’organizzazione del viaggio, prenota e paga il biglietto. All’arrivo viene elargito un gettone di 400 euro a persona e vengono realizzati progetti di reintegrazione con un sostegno economico sino a 3000 euro erogati in servizi. Possono beneficiare del programma di Ritorno Volontario Assistito i titolari di protezione internazionale, chi ha il permesso di soggiorno, le vittime di tratta, i beneficiari di forme di protezione temporanea e in generale tutti i cittadini di Paesi terzi che vivono in Italia in situazione di estrema vulnerabilità e grave disagio, ex-minori non accompagnati e giovani adulti albanesi dai 18 ai 25 anni, presenti sul territorio italiano, che non rispettino più le condizioni per il rinnovo del permesso di soggiorno e che intendano volontariamente rientrare nel proprio Paese. Per far parte del progetto è necessario rinunciare al proprio status. Il comune di Milano ha monitorato sei tra le principali comunità di stranieri presenti nel territorio metropolitano: cinese, peruviana, egiziana, ecuadoriana, singalese e marocchina. Nei luoghi di aggregazione verranno distribuiti 30mila dépliant informativi e affisse mille locandine.
Un’altra vittoria per gli stranieri arriva dal Palazzo di Giustizia di Milano e non dalla politica. E’ arrivato infatti il sì del Tribunale del capoluogo lombardo per i cittadini extracomunitari alla partecipazione ai concorsi per diventare infermieri. Il giudice ha dato ragione a una decina di donne (tra loro sudamericane ed europee dell’Est) che hanno fatto ricorso contro la Fondazione che gestisce l’Istituto nazionale dei tumori che, in due bandi per l’assunzione di un operatore socio sanitario e due infermieri e in un avviso pubblico per la stipula di un contratto a termine con un altro infermiere, aveva inserito tra i requisiti essenziali la cittadinanza italiana. Le donne lavorano con la Fondazione da almeno 4 anni e volevano tentare il concorso per ottenere un contratto a tempo indeterminato. Dura la sentenza, in cui il Tribunale chiede di “cessare tale comportamento discriminatorio consentendo agli stranieri privi di cittadinanza italiana o comunitaria ma regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale di partecipare ai bandi di concorso per assunzioni a tempo indeterminato”. Sono ormai un piccolo esercito gli infermieri stranieri iscritti al Collegio professionale degli infermieri (Ipavsi) di Milano e Lodi: 1.130 professionisti, che però, a differenza dei loro colleghi italiani o europei non possono essere assunti dagli ospedali pubblici con contratti a tempo indeterminato. A questo punto, come si dice, la domanda sorge spontanea: se già lavorano e sono essenziali nelle varie strutture sanitarie, perché non possono essere trattati esattamente come gli altri colleghi? Anche perché in diverse occasioni, solo per restare alla realtà milanese, il Tribunale della città ha condannato il comportamento delle Direzioni Sanitarie di diversi ospedali: è successo nei confronti dell’Ospedale San Paolo e addirittura contro l’Azienda Sanitaria Locale provincia di Milano 1. Il vero paradosso è che il sistema italiano ha estremamente bisogno della loro professionalità, altrimenti non sarebbe possibile garantire l’assistenza necessaria ai malati, che in gran parte sono italiani. Per superare il vicolo cieco si preferisce rivolgersi alle cooperative. Il meccanismo è semplice: l’ospedale si affida a loro molti servizi attraverso un bando di concorso. Molte delle persone che lavorano per le coop sono stranieri appunto. Così ci si trova nell’assurdo: gli infermieri immigrati non possono essere assunti direttamente dalle strutture sanitarie, ma poi in pratica ne sono uno dei pilastri fondamentali con questo éscamotage all’italiana. Il trucco è utilizzato anche dalle cliniche private, anche se nessuna norma vieta loro di assumere personale extracomunitario. Il vantaggio - per loro - è che un infermiere preso attraverso una cooperativa costa meno. Si parla di un compenso medio inferiore del 25-30% rispetto a un collega italiano, pur svolgendo esattamente le stesse mansioni. Ancora maggiore la presenza nelle case di cura per anziani, dove secondo gli ultimi dati gli infermieri professionali stranieri sono almeno la metà di quelli impiegati, mentre gli Asa (gli ausiliari socio-assistenziali) e gli Oss (gli operatori socio-sanitari) sono praticamente la totalità: l’85%. “Faccio questo lavoro da almeno 5 anni, nello stesso ospedale di Milano. Ogni tanto devo stare a casa qualche settimana e poi riprendo. La trovo un’ingiustizia pazzesca”. Angela è un’infermiera professionista diplomata nella Scuola dell’Avana a Cuba, Paese rinomato per la preparazione dei propri medici e assistenti sanitari. “La mia professionalità è indiscutibile. Mi ammazzo ogni giorno per cercare di dare sollievo ai malati, come e a volte meglio dei miei colleghi italiani. Ma questo qui sembra non interessare a nessuno”. Se non a lei, ovviamente, e ai suoi due bambini.
Milano è anche romena Migliaia di romeni possono votare alle comunali: Maria Stefanache si candida per loro Milano come la Parigi di Eugène Ionescu, Mircea Eliade, Emile Cioran, Tristan Tzara, i grandi scrittori e artisti della cultura romena. È il sogno di Maria Stefanache, uno dei motivi per cui ha scelto di candidarsi come consigliere comunale alle elezioni del15 e 16 maggio nella lista dell’aspirante sindaco Giuliano Pisapia. Nata a Iasi nel 1962, da vent’anni è e si sente milanese e a Milano lavora come regista teatrale dal 1992. Della politica l’affascina la partecipazione, il protagonismo, la voglia di darsi da fare in prima persona per cambiare il volto della città. Maria incarna alla perfezione la donna di teatro: è piena di energia, è convinta e convincente. Ha entusiasmo da vendere e ride appena può. Sull’ottimismo, la positività, l’ironia e la speranza punterà la sua campagna elettorale. “I romeni sono così, e lo sono anch’io. Come Tristan Tzara, il fondatore del Dadaismo. ‘Da’ significa sì, va bene, siamo d’accordo”. Un sì alla vita e alla voglia di fare, piuttosto che disfare. “Esatto, ripartiamo da qua. Io non farò mai polemiche con nessuno, sono una persona pacifica e mi interessa costruire lasciando perdere le critiche alla destra”. Piuttosto, guardiamo avanti e ragioniamo sul da farsi è il senso del suo impegno politico. “Ogni volta che nomini la destra poi, in particolare il signor B., porti energia alla loro parte. Un disastro” dice ridendo. Sulla sua scelta di campo, risponde, ancora una volta, con una battuta: “Ti pare che un’artista come me, possa votare per la destra? Ne ho di amici di destra ma c’è poco da fare: è la sinistra o il centrosinistra ad avere un’apertura maggiore verso gli stranieri, una più forte solidarietà sociale. Qui ho trovato fatti concreti, contenuti. Dall’altra parte, non mi hanno dato mai retta e solo ora, in vista delle elezioni, tentano di corteggiarmi. Ma è solo perché vogliono esibire un manichino”. Impresa ardua portare dalla sua i circa 12 mila romeni residenti a Milano che come tutti i cittadini comunitari possono votare alle elezioni comunali. Secondo diversi sondaggi, il voto degli immigrati romeni va soprattutto a destra. “È normale. Per molti di loro sinistra significa comunismo” spiega Maria. E comunismo significa il regime di Ceausescu durato più di vent’anni. Promuovere un’immagine positiva della Romania è uno degli obiettivi della sua candidatura, se dovesse andare a
buon fine. “Certo che andrà a buon fine. Io sarò consigliere comunale, la prima di origini romene nella storia di questa città. Io amo Milano. Sono stata a New York sei mesi, a Bucarest, al Cairo per diverso tempo a causa del mio lavoro e cosa mi mancava? Milano. Voglio invecchiare a Milano, perché questa è la mia città”. Ai suoi spettacoli, alle sue iniziative partecipano soprattutto italiani e probabilmente saranno loro i suo principali elettori. Il recupero dell’identità d’origine diventa però fondamentale: “Dobbiamo essere noi stessi, se vogliamo arricchire gli altri. Sento che c’è voglia di cambiamento e voglia di coinvolgere gli stranieri, perché sono ricchi. Noi ci apriamo come un fiore, se veniamo ascoltati”. Eccolo l’altro vero motivo del suo mettersi in gioco: fare in modo che gli stranieri partecipino alla vita politica,sociale e culturale di Milano. Ora quello che vede Maria è assenza, il vuoto. “Manca da parte del Comune la volontà di coinvolgerci. Quante volte ho scritto all’amministrazione in carica per proporre di creare una sezione in lingua romena sul loro sito web. Per dare informazioni di servizio o sugli appuntamenti culturali. Come succede, per esempio, a Torino dove il sito del Comune ha pagine multilingue. Questo sarà il mio primo impegno”. Maria Stefanache, ambasciatrice della cultura romena in Italia, ponte tra il Comune e i romeni di Milano.
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INDY TELEGRAPH Costa d’Avorio Scontri da guerra civile forse 1000 morti 4-04@22.48 Le elezioni di Novembre 2010 dovevano rappresentare un nuovo inizio per la popolazione della Costa d’Avorio, mutilata e vessata da una lunga guerra civile iniziata nel 2002. Invece sono state la scintilla per nuovi scontri e massacri: il presidente uscente, Laurent Gbagbo, infatti, non ha ceduto il potere al nuovo eletto Alassane Ouattara, dichiarato vincente con il beneplacito di tutte le Organizzazioni internazionali. Gbabo, per rimanere al suo posto, ha iniziato uno scontro armato contro le forze fedeli a Ouattara, tra cui una buona parte dell’esercito nazionale (chiamato Forze repubblicane della Costa d’Avorio). Black africans slaughtered in Libya3-04@7.51 From all available reports, black Africans are being slaughtered in the thousands in the ongoing civil war in Libya. First, the rebels branded these unarmed and harmless migrant workers as “Gaddafi’s mercenaries” and mass-murdered them; then Gaddafi’s loyalists identified them with the rebels and massacred them as they attempted to flee across the borders. Brescia presidio noexa no war 3-04@2.19 Si è tenuta questo pomeriggio, presso largo Formentone, il presidio del coordinamento No Exa, a cui hanno partecipato una cinquantina fra militanti e simpatizzanti. Una mobilitazione per protestare contro la 30 esima edizione della fiera internazionale di armi leggere, in programma dal 9 al 12 di aprile, e per promuovere il corteo nazionale contro la kermesse di sabato prossimo. Ai temi squisitamente antispecisti si sono sommati i contenuti dell’antimilitarsmo militante, proprio mentre si aggrava la situazione in Libia Manifestazione manduria [com. Slai cobas] 0204@21.12 Il presidio dello slai cobas per il sindacato di classe e proletari comunisti - prima provoca l’abbandono dei fascisti e del comitato spontaneo di destra poi innesca una protesta di massa dei manifestanti antirazzisti presenti davanti al campo che diventano sempre più numerosi Assemblea contro lo sgombero di via Sangallo 31-03@22.47 L’occupazione di via Sangallo, ha posto sul tappeto una scottante questione che riguarda tutta la città e, in particolare, la possibilità di una vita dignitosa per migliaia di famiglie proletarie schiacciate economicamente dalla crisi Di fronte a questa palese minaccia di sgombero (o sfratto collettivo, se si preferisce) gli abitanti del palazzo si sono riuniti in assemblea e hanno deciso di dare continuità alla propria azione di lotta e di resistenza rivendicando il diritto ad un tetto contrapposto a quello (speculativo) della proprietà. [lampedusa] minacce a contestatori 31-03@16.21 “Portate via questi cartelli ah, fai conto che questa telecamera te l’ho fatta mangiare! perchè qui Berlusconi ci sta venendo a salvare il culo, Paolo, ci ammazziamo come cani ora, te lo giuro ci sta salvando il culo. Ora appena arriva levate questo? (striscione) che sennò ci ammazziamo come i cani.” http://www.youtube.com/watch?v=nDOuabE_Mdk Politecnico Bovisa e ricerca militare 31-03@11.37 Il Politecnico di Milano e AgustaWestland, società di Finmeccanica, hanno inaugurato ieri le attività di AWParc (AgustaWestland Politecnico Advanced Rotorcraft Center), una società creata presso il Campus Bovisa per l’elaborazione di progetti di ricerca nel settore degli elicotteri [Roma] corteo contro la guerra 29-03@16.55 Il corteo dopo aver sanzionato la sede di Finmeccanica su viale mazzini si e’ diretto compatto fino a via flaminia oltre ponte risorgimento. Raggiunto da numerosi mezzi blindati dei Carabinieri chiamati in rinforzo da solerti sbirri in borghese e’ stato inseguito. Siamo in attesa di ulteriori informazioni.. seguiranno aggiornamenti.
Intolleranza Pericolosa
L’ennesimo consiglio di zona che cerca di liquidare uno spazio giovanile a Milano Una sciura, avvolta in una pelliccia che come minimo aveva comportato lo sterminio di un paio di riserve montane, continuava a sbraitare “culattoni, siete dei culattoni”. Tra di noi il pensiero è stato immediato “signora, tra noi ci sono persone di diverso orientamento sessuale e quindi anche gay, certo che noi solitamente siamo abituati ad esprimerci con altri termini ed educazione”. Un’altra invece ci aveva chiaramente identificato “comunisti, siete tutti comunisti”. Signora mia, alcuni di noi assolutamente si, ma mica tutti, e poi mica nel modo in cui lo intende lei! Infine non poteva mancare il grande classico, scandito in coro da una coppia anzianotta “andate a lavorare”. Guardi signora, ci andiamo anche più spesso di quanto vorremmo e le possiamo assicurare che non vedremo mai la pensione che lei sta percependo ora. Nell’epoca in cui i consiglieri regionali convocano le truppe cammellate a colpi di sms sotto palazzo di giustizia per difendere i bunga bunga di Re Silvio, in Barona, in scala minore alla periferia dell’impero, un gruppetto di consiglieri di zona si porta dietro una decina di anziane signore a vomitare odio e ignoranza contro Zam, recente occupazione appena sorta in zona. Una mozione che chiede lo sgombero è stata presentata nell’ultima seduta utile (il consiglio di zona è successivamente sciolto per le imminenti elezioni) da parte dei consiglieri del Pdl. Mossa a puri fini elettorali che ha trovato immediata sponda nel gruppo consiliare del Partito Democratico che s’è associato al voto. Si tratta degli stessi consiglieri del PD che hanno votato a favore dello sgombero di ZAM dopo averci invitato ad un’iniziativa di zona 6 solo una settimana prima. Durante quell’incontro sono intervenute diverse realtà: Graziano Fortunato, del direttivo dell’Arci Milano,Vincenzo Vasciaveo (Distretto Economia solidale Parco Agricolo Sud Milano) di alcuni progetti del Parco Sud (la filiera ridotta), Elio Pianezzola della Rete Giambellino, Antonello Boatti architetto che è intervenuto riguardo l’Expo e la situazione del territorio in particolare al nord della città e altri ancora. Il dialogo si è costruito partendo dalle ultime chiusure di circoli Arci a Milano, passando per la presentazione da parte di Dario Anzani del lavoro del
Centro Diurno Giambellino, arrivando infine alla presentazione di ZAM, delle sue attività, dei progetti futuri e della descrizione dello stabile al quartiere. La discussione si è focalizzata sulla gestione del divertimento nella città, i centri di aggregazione e culturali milanesi; il tutto seguito con interesse dalla platea di quella serata, con applausi e complimenti vari. Ma tutto questo non ci sorprende, non ci ha mai sorpreso. Un giorno ci hanno chiesto cosa ci aspetteremmo da un eventuale cambio di amministrazione comunale. Noi non ci aspettiamo niente, come non abbiamo mai preteso nulla. Il tema degli spazi sociali non è una questione che riguarda Milano ma che riguarda tutta Italia. Quello che vorremmo forse sarebbe non doverci trovare per forza ad aprire noi dei centri sociali, perche spazi cosi gia dovrebbero essere previsti dalle amministrazioni, perche spazi abbandonati, lasciati alla speculazione e al degrado del tempo e dell’incuria non ci dovrebbero essere, perchè le politiche giovanili del paese si occupino veramente dei ragazzi, dalla loro formazione extrascolastica attraverso iniziative culturali fino al loro divertimento, più che legittimo. Quello che vorremmo è non essere più perseguitati com’è stato in questa città sicuramente negli ultimi quindici anni, non essere più tacciati come “quelli dei centri sociali” che portano solo danno e niente di più, smettere di vivere in una città dove vige il silenzio della mente. La questione è semplicissima quanto bisognosa di risposte chiare ed esplicite: cosa intende fare questo “nuovo” centrosinistra che si candida a governare Milano? Come intende affrontare la questione degli spazi sociali, siano essi autogestiti piuttosto che promossi da circoli e associazioni? C’è il coraggio di opporsi agli sgomberi degli spazi occupati o si pensa di continuare ad inseguire le destre nelle logiche securitarie di chiusura e tolleranza zero? Su queste stesse pagine di Milano X ogni settimana il comitato che sostiene la candidatura di Pisapia riempie una pagina intera di intenti e buoni propositi. Se vi interessa potete impiegarne una parte a dire la vostra, con chiarezza e nettezza, alle domande che vi poniamo. Vera Tait e Francesco Purpura
A tutte le realtà di movimento, a tutti i centri sociali occupati e/o autogestiti, a tutte le realtà di lotta contro la precarietà di vita e lavorativa, a tutte le compagne e i compagni impegnati nelle battaglie sui posti di lavoro e nei territori, a tutti i collettivi studenteschi e universitari, alla Fiom Milano, ai sindacati di base, a chi si prepara ad invadere le strade di Milano il primo maggio, ai migranti in lotta per i diritti per tutti…. Il 6 maggio ci sarà uno sciopero generale di 4 ore indetto dalla CGIL. Uno sciopero strappato alla CGIL, uno sciopero fuori tempo massimo, uno sciopero che la segreteria della cgil se potesse revocherebbe, uno sciopero che non può far paura a nessuno così com’è. A noi così come è, questo sciopero, non ci piace e non ci basta. Ma siamo inguaribili ottimisti e ci piace vedere le cose non tanto per i loro limiti quanto per le loro potenzialità possibili. Vorremmo uno sciopero non di 4, non di 8, ma di 24 ore, un intera giornata di sciopero. Vorremmo uno sciopero generale e generalizzato, in cui e a cui i precari possano partecipare, dire la loro e diventare una parte fondamentale della mobilitazione così come lo sono nella vita reale della nostra città. Il ricatto è la parola d’ordine nel mondo del lavoro del 2011, parola che accomuna il lavoro atipico (ma quanto atipico?? visto che è la norma). Sentiamo la necessità di provare a costruire assieme ad altri soggetti la giornata del 6 maggio. Provarci senza fare sommatorie, senza dover scendere a compromessi, vogliamo confrontarci e trovare possibili sinergie e alleanze per far sì che la città di Milano viva una grande giornata di lotta contro le politiche sul lavoro, contro la finanza globale, contro la precarizzazione della vita e dell’esistenza, contro il governo Berlusconi, per rilanciare una società diversa con un welfare state che permetta di uscire dalla ricattabilità e ci consenta di vivere tutt* con dignità. Crediamo che per fare tutto ciò non si debbano mettere da parte le proprie specificità, le proprie storie, culture e attitudini. Crediamo sia però necessario mettere da parte le proprie rigidità, idiosincrasie, settarismi, volontà di egemonia e primogeniture. Da un pò di tempo insieme ad altri abbiamo occupato uno spazio (Zam, Zona Autonoma Milano) che crediamo possa essere disponibile per discutere e creare assieme il 6 maggio, ma siamo disponibili a fare quest’incontro ovunque si voglia. Lanciamo quest’appello, aspettiamo le vostre risposte in movimento a corsarimilano@gmail.com
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4/4 by CAUZ
the BEAT GOes on @ torchiera, ple cimitero maggiore1 venerdì 8 aprile h.24
Pina Anobile / IOdesignonlus Opere in vetrofusione Mercoledì 13 aprile 2011 Cocktail and music h.19.00 - 21.00 via Lazzaro Palazzi 3 - Milano www.iodesignonlus.it
Psychosonic Festival 2011 @ LO-fi, prima giornata via Pestagalli 27, ore 20
Ci avevamo creduto davvero. Tutti quanti. O almeno, tutti quelli cresciuti ascoltando quel gioiellino di vinile intitolato “Entertainment!”, uno di quei dischi in grado di rivoltarti come un calzino e lasciare un solco profondo nella storia. Ci avevamo creduto nell’ipotesi di poter vedere per una volta, anche se con 30 anni di ritardo, i Gang of Four dal vivo. E invece niente, e non per colpa di Milano stavolta: è proprio l’intero tour ad essere saltato. Rinviato in autunno, dicono. Vogliamo credergli. E allora, cancellato l’evento che avrebbe nobilitato l’intero mese, più ancora della settimana, torniamo all’abitudine dell’accontentarci. Partiamo con un weekend ad alta intensità di decibel. Il Bloom ha avuto infatti un’idea tanto semplice quanto incisiva: esiste un festival strepitoso in Olanda chiamato “Roadburn”, un festival che qui non riusciamo nemmeno a sognarcelo, che riunisce da anni la creme delle avanguardie dei suoni oscuri e dei volumi forti. Ed è uno di quegli appuntamenti i cui biglietti finiscono in 5-10 minuti al massimo. Per cui noi umani avremo sempre difficoltà a vederlo con i nostri occhi. Il Bloom ha avuto l’idea, non certo di replicare il “Roadburn” a Mezzago, ma di intercettare 8 band “minori”
(Trap Them, Rotten Sound, Gaza, The Kandidate, Haust, Acid King, Carlton Melton e Ludicra) che là si esibiranno tra una settimana, e di metterle sul proprio palco. Il tutto griffato con il nome fighissimo di “Reign in Bloom”. Venerdì e Sabato, portatevi i tappi per le orecchie... C’è anche altro per il venerdì sera (sabato no), sia chiaro, ma non regge il confronto: l’inventiva futurista di Ebe e Kupplung Lassen al Leoncavallo o il revival tirato dei Calibro 35 al Magnolia o ancora il pop-soul di Aloe Blacc alla Salumeria della Musica. Passata la domenica a rimpiangere i Gang of Four, la settimana riparte al Toilet, un luogo che sta conoscendo una nuova vitalità, grazie al felice incontro con quei terroristi di Hundebiss. E così questa settimana vanno addirittura di doppietta: lunedì il duo witch-house anglo-russo Hype Williams, mercoledì evento in piccolo con Arrington de Dyoniso. Evento perchè Arrington, già testa pensante degli Old Time Relijun, è quasi una star, in piccolo perchè è una star di un mondo che scava ancora più sotto all’underground. Eppure è anni che produce qualità assoluta, e continua a girare il mondo con live di improvvisazione sulla ricerca dello strumento più naturale del mondo,la voce. In mezzo tra i due appuntamenti c’è spazio per il doom dei Lento, martedì 12 al Magnolia. E sempre sulle sponde dell’Idroscalo si chiude la settimana, con il trio di dubstep dilatata Darkstar. E’ uno di quei nomi per i quali ci si trova sempre nel dubbio su quanto sia meritata la stima che si portano appresso nel mondo... vederli dal vivo puoi aiutare a dirimere l’incertezza.
50 anni di yuri nello spazio
sabato 9 aprile h.19 sostieni milanoX all’ex pini (affori nord)
GRANDI OPERE, GRANDI MAFIE a MILAno @ leoncavallo, v watt 7 sabato 9 aprile h.20
Arrington de dionyso @ toilet v ludovico il moro 171 mercoledì 13 h.23 tessera arci
KRAFTY KUTS @ Q 21, via padova 21 con b-team sabato 9 h. 23 8 euro
GREEN FESTIVAL aL FuoriSalone @ Design Week Da martedì 12 a domenica 17 aprile presso Appartamento Lago, Via Brera 30: Jelly Fish Farm e Bicyclops
LA TORTA FATTA IN CASA di TODESCHINI & BATTAGGI - www.latortafattaincasa.it
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Qui Tunisia
giovedì 14
Sabato 9
LO-FI, via Pestagalli 27, ore 23
GROOVE, via Valleambrosia, ore 22.30
Muchachito bombo infierno
BABBUTZI ORKESTAR live
BITTE, via Watt 37, FUORI SALONE 12-17 aprile 2011 Design/m2 Quanto costa 1m2 di design? Affitta a poco 1 o più metri quadri del per esporre e farti conoscere
Martedì 12
Mercoledì 13
BIKO, via Ettore Ponti 40, ore 19
SCIGHERA, via Candiani 131, ore 21.30
I-TAL Sound ft. EASY KILLAH (Goldenbass)
Brume della ribalta - Midia - L’uomo medio attraverso i media di Francesca Sangalli
Kasserine, la città che ha pagato il più alto tributo alla rivoluzione con 62 giovani uccisi durante le manifestazioni dell’8 gennaio. Una delegazione internazionale, giunta su invito delle organizzazioni tunisine del Forum Sociale del Maghreb, incontra alcuni lavoratori in un’assemblea organizzata nella sede del sindacato: uomini e donne mostrano le foto dei figli ammazzati. E’ un’assemblea dura, di gente arrabbiata. “Abbiamo fatto la rivoluzione, abbiamo dato i nostri figli, ma qui non cambia niente”. Il governatore e’ stato sostituito, ma il suo entourage è quello di prima, e la corruzione è la stessa. “Serve giustizia, ascolto, lavoro. “La rivoluzione l’abbiamo fatta per il lavoro, e fino a che non l’avremo non ci fermeremo”. Lavoro qui vuol dire salari di alcune decine di euro al mese. Nel privato si lavora senza contratto, con la possibilità di essere licenziato da un giorno all’altro. E’ difficile la transizione. La rivoluzione non e’ davvero un pranzo di gala. Ci dicono che non hanno fatto la rivoluzione solo per sbarazzarsi del dittatore ma per conquistare diritti e dignità. E protestano contro una gestione della transizione che da un lato permette al vecchio regime di sopravvivere e dall’altro si concentra solo sull’assetto politico istituzionale e non su quello sociale. La rivoluzione non e’ finita, ci dicono. Sentono di vivere un momento straordinario, ma ne capiscono tutti i rischi, incluso quello che se ne rovesci il segno laico e progressista. Rivendicano il ruolo delle donne in prima fila, rivendicano una rivoluzione che viene da lontano e non è esplosa all’improvviso. “La rivoluzione è esplosa quando la gente ha superato la paura di scendere in strada per rivendicare i propri diritti. Questa e’ la novità: la fine della paura che ti fa accettare qualsiasi cosa”. La situazione resta difficile. La politica si prepara alle elezioni del 24 luglio per l’Assemblea costituente. E’ stato formato un Consiglio di difesa della Rivoluzione, dove siedono forze politiche, società civile e personalità. Dovrebbe essere consultato sulle scelte del governo, che invece cerca di sottrargli campo di azione. La rivoluzione non ha abbattuto le istituzioni, ha scelto la strada del cambiamento democratico. Le forze democratiche hanno bisogno di tempo per organizzarsi ma questo tempo si presta a molti rischi. Nel deserto, alla frontiera con la Libia, la Tunisia ha accolto 140.000 profughi. “E’ un paese piccolo, ma ha un cuore così grande da poter accogliere tutta l’umanità”, ci dicono orgogliosi. Campo di Choucha, 6 km dalla frontiera libica. Il portavoce dell’Unhcr ci descrive la collaborazione straordinaria dell’esercito e della popolazione. E di profughi ne sono arrivati a migliaia dal 20 febbraio. Adesso ci sono 10.000 profughi di cui 2000 richiedenti asilo. L’Alto commissariato è preoccupato anche per quelli che non arrivano. Il flusso si è quasi interrotto ma la guerra continua. Ma nella parte di mondo che bombarda in nome dei diritti umani di questo non importa a nessuno.
Per Arci Raffaella Bolini
Venerdì 8 BITTE, via Watt 37, ore 22: Twist & Shout. Lee Garnett + Ale Leuci SCIGHERA, via Candiani 131, ore 22: Francesca Lago + Le-Li in concerto GROOVE, via Valleambrosia, ore 22: FREE TAMBOURINE: THE JUNKYARDS + One Way Ticket Sabato 9 METISSAGE, via Borsieri 2, ore 22.30: Canebagnato records presenta: MAUVE LO-FI, via Pestagalli 27, ore 20: Psychosonic Festival 2001 – seconda giornata. Ingresso 10 euro ACROPOLIS, Vimercate, via degli atleti 1, ore 22: “LA CAPRA©: analogie tra trogloditi e bestie sotto l’effetto di onde sonore” sul palco GONZAGA. TAMBOURINE, Seregno, via Tenca 16, ore 22: GARBO + LUCA URBANI (SOERBA). Ingresso 5 euro BIKO, via Ettore Ponti 40, ore BIKO, via Ettore Ponti 40, ore 22: OSSI-BOOGIE La ricetta milanese per sconfiggere l’ inverno MAGNOLIA, Idroscalo, circonvallazione, ore 23: CHIC - A - GO-GO Winter Edition w/ THE MOJOMATICS Domenica 10 ACROPOLIS, Vimercate, via degli atleti 1, ore 18.30: Rassegna Teatro e Dintorni: READING DI POESIA INCIVILE + aperitivo MAGNOLIA, Idroscalo, circonvallazione, ore 15.30: cinici infami e VIOLENTI DAY - Secondo Tempo “I muscoli e le facce: dedicato a caratteristi, stuntmen e maestri d’armi del cinema d’azione italiano TAMBOURINE, Seregno, via Tenca 16, ore 19: GRAFITE + CEVI’ (performance di live painting) Lunedì 11 LO-FI, via Pestagalli 27, ore 22: FAY HALLAM TRINITY Live ARTEMISIA, via Cicco Simonetta 16, ore 21.30: OFF CICCO Rassegna di teatro ravvicinato del lunedì presenta: EXCURSUS di e con Rosa Leo Servidio Martedì 12 MAGNOLIA, Idroscalo, circonvallazione, ore 22: MACELLO MAGNOLIA line up: LENTO (live), TERMINAL SOUND SYSTEM (live), SOLO MACELLO (dj set) Mercoledì 13 ACROPOLIS, Vimercate, via degli atleti 1, ore 20.30: Half Week Break – Live con NICE + LE U.R.L.A. (ultime radio lasciate accese) MAGNOLIA, Idroscalo, circonvallazione, ore 21.30: ROCK and ROLL the DICE TAMBOURINE, Seregno, via Tenca 16, ore 21.30: THE DAD HORSE EXPERIENCE (DEU) + Massaroni Pianoforti Giovedì 14 BITTE, via Watt 37, ore 22: Il live del giovedì: NOBRAINO + Paolo Saporiti + Zeno Gabaglio TAMBOURINE, Seregno, via Tenca 16, ore 22: LA NOTTE FOLK: SPAKKABRIANZA BIKO, via Ettore Ponti 40: WE FAB Days - Make the right thing! Tre giorni dedicati al Fabbing e all’Open Design durante il Salone del Mobile MAGNOLIA, Idroscalo, circonvallazione, ore 22: DARKSTAR: DARKSTAR [UK] (live) LIQUID RAINBOW (live) PIGRO ON SOFA (dj set). Ingresso 10 euro ACROPOLIS, Vimercate, via degli atleti 1, ore 21.30: A Buon Vino/A Basso Volume – Live acustico con GUIDO MARIA GRILLO
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DOMENICA LUNEDì 10
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Alba
@ uni bicocca Tribunali di genere Convegno con blanca mendoza
@ camminalento Fs centrale Gita a lonato bs Fiori nella rocca
@ corsa mattutina e fighetta ai giardini porta venezia
@ v cambini Mercato Zona 2
@ acquario civico V gadio 2 Abissi mostra
@ v pepe Bosco incantato all’alba installazione green di paul clemence
@ app lago V brera 30 Bicyclops, Mobilità soft e bici in coro, mostra
10:00
@ villa necchi V Mozart 14 La mano del grafico Esposizione disegni
@ biblio valvassori peroni Affido: accoglienza possibile - incontro
@ pzza cordusio ciclobby: Bici tra arte e storia in centro milano
@ Studio Invernizzi, V Scarlatti 12 In parallelo Mostra
@ fuori salone start V tortona 37 Architettura ecologically correct
@ pinacoteca di brera Belgium design Incontri e mostre
@ biblio dergano V baldinucci 76 Il fazzoletto bianco Libro per bimbi
11:00
@ v teramo 5 Corso di yoga prova gratis
@ scalda pensieri V don bosco Lab d i foto favole x bimbi
@ triennale bovisa Habitat tricolore Mostra ali lamu
@ hangar bicocca Terre vulnerabili Esposizione arte
@ spazio arti ungallery Cso buenos aires 23 Waking dream mostra
@ v solferino 19 Oltre un rettangolo di cielo Mostra architettura minoletti
@ chiedi alla polvere V montano il riciclo nell’arredo mostra
@ fond pomodoro L’Inferno di Dante. Dali’ e Rauschenberg Mostra xilografie
@ fiera milano miArt arte e design incontro
@ bio pizza Cso italia 16 Take away low cost
@ bottega equa V mercato Novità eco fair trade
@ cavalcavia bussa x settimana design Inauguraz giardino delle piante spontanee
@ white gallery Fly the flag Personale di shinya sakurai
@ design can V ponti 37 Creatività made in italy? mostra
@ Biblio Baggio v Pistoia 10 criminalità organizzata e periferie che resistono
@ brescia h 14.30 no a EXA la fiera delle armi Corteoantimilitarista
@ gruppo 24 ore v monte rosa 91 nelle mani dell’ arte accessibile
@ risto kmzero V donatello 22 Pranzo bio di stagione
@ app lago V brera 30 Orti galleggianti installazione
@ palazzo reale Alberto savinio e la commedia dell’arte mostra
@ mi camera V rosso 19 Fotohof mostra di PAUL KRANZLER
@ cinema gnomo V lanzone 30 FILM + INCONTRO CON LETOURNEUR h.18
@ colonne s lorenzo Corteo studenti e precari Il nostro tempo è adesso!
@ spazio oberdan Rassegna su ugo tognazzi
@ Feltrinelli pza piemonte 2 Gente che sta bene Presentaz libro h.18
@ fond magistrertti V conservatorio 10 Progetti al telefono evento fuorisalone
@ forum austriaco Ple del libery 8 irredenti redenti Presentaz libro
@ Maria Gallery V Watt 32 metascreen
15:00
@ kolima V piranesi 10 Tatuaggio siberiano mostra
@ parco trotter V padova 69 Muzikanti in concerto
@ magnolia idroscalo Cinici infami e violenti day Giochi video e musica
@ uni bicocca Reclam-iamo. Identità femminili in video seminario
@ villa occupata V modignani 66 Ciclofficina diy
@ fac scienze politiche Lavoro e sindacati incontro
@ arci metissage Corso di fotografia h.19
16:00
@ braidense presentazione libri max guareschi alessandro dal lago
@Palazzo Bocconi cso Venezia 48 criminalità e giornalismo d’inchiesta
@ teatro ringhiera V boifava 17 Boh, modelli taglati in carne spettacolo
@ uni statale Incontro con universitari in sciopero di portorico
@ arci bitte V watt 37 Design/m2 mostra
@ sala grechetto V sforza 7 a Mosca, Di SERENA VITALE Presentaz libro
@ cinema gnomo L’avventuriero della tortuga Film h.18
17:00
@ teatrino trotter V giacosa 46 Stasera non escort Ape+ spettacolo
@mils saronno talk so loud Mostra collettiva
@ fiera milano Miart Profit & no profit incontro
@ ambulatorio medico popolare V transiti 28 Visite gratis
@ biblio crescenzago Letture x bimbi
@ scaldapensieri V don bosco La poesia di antonia pozzi - reading
@ scienze politiche V conservatorio 7 Ali bruciate Presentaz libro
18:00
@ irpa v gaggia 3 Cosa resta del padre? Presentaz libro di recalcati
@ HUB v sarpi Swap Lovers scambi di vestiti fra donne 10 euro
@ baraonda segrate Puerto rico resiste Video e incontro
@ biblio vigentina Leggi con me Pascoli e la notte
@ chiamamilano Lgo corsia dei servi Israele e il comunismo - incontro
@ iodesignonlus V lazzaro palazzi 3 dal vetro all’immagine opere in vetrofusione
@ v cola montano 6 Slow fashion performance
@ booklet V pichi 3 Vizi capitali: invidia Incontro con giulio goria
@ olinda ex pini 50 anni Yuri gagarin nello spazio -festa per MilanoX - fino a notte
@ cinema gnomo V lanzone 30 Aspettando cannes Rassegna film francesi
@ enocinema rondinella s s giovanni Biutiful Film + degustazione vini
@ cinema gnomo V lanzone 30 Morgan il pirata + corsaro nero film
@ v conservatorio 7 Fortapasc Proiezione + incontro
@ teatro parenti Sfilata di moda green-chic + co-change workshop
@ v giambellino 150 Razzismo oggi Incontro ass naga
@ arci agorà cusano Flavio pirini aperitivo + concerto
@ area v pergolesi 8 Terra di camorra + pop nap sound
@ circolo Brecht V giovanola 21 Arte russa ieri e oggi - incontro
@ biblio baggio Il potere dei sogni Incontro psicoterapeuta
@ wabi gallery V garigliano 3 Foto e arredi anni 50
@ fonderia napoleonica V thaon di revel 21 Minestrone letterario Cena e arte
21:00
@ malfattori V Torricelli 19 / Fuochi nella notte libro + morale in concerto
@ Palaforum Assago Justin Bieber, l’idolo tween
@ palazzina liberty concerto da camera Musica intorno a goya
@ arci turro V rovetta 14 I primi 12 art della costituz incontro
@ circolo grat soul V baroni 9 Corso scrittura autobiografica
@ spazio oberdan long pants di frank capra film
@ bloom mezzago Festa della birra artigianale + pulp night
22:00
@ barrio’s V barona La nave fantasma Teatro migrante
@ frida / V pollaiuolo 3 / Scampi immagini in movimento proiezioni
@ shocking club Pta nuova 12 break dance Contest
@ teatro puccini Eugenio finardi Concerto sentieri selvaggi
@ crt teatro V dini 7 oibò sono morto spettacolo
@ scighera / V candiani 131 / Brume della ribalta / Midia - L’uomo medio attraverso i media
@ teatro v tertulliano 68 Occidente Spettacolo sociale
23:00
@ teatro smeraldo alien Giovanni allevi in concerto
@ spazio A Sesto s giovanni Teatro e musica contro le mafie
@ salumeria della musica Naturally 7 live
@ conservatorio Verdi Mephisto trio live gratis
@ forum assago Subsonica live
@ leoncavallo V watteau 7 Food inc. / Proiezione documentario
@ Alcatraz Belle and Sebastian + schwervon
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@ forum assago Cancer bats live
@ q21 / V padova 21 Krafty kuts + bteam + don zauker + mutant fish
@chez toi / meditazione esistenziale sull’inevitabilità del lunedì
@ old fashion café V alemagna 6 R’n’b
@ blue note V borsieri 37 Mccoy tyner trio + gary bartz
@ dom station V casale 3 Machine jockey – music design week
@ rocket V pezzotti 52 Penner & muder + sasse
Notte
@ torchiera Ple cim maggiore 18 Beat goes on D&b-dubstep night
@ leoncavallo V watteau 7 Sound reunion vito war & more
@ live trezzo Dark night: Harcore Superstars + Crash Diet + 69 Eyes
@ skitsch Party pre salone del design
@ magnolia idroscalo / Mojomatics + The Cocos + Vomit Tongues
@ toilet club V moro 171 Arrington de dionyso
@ lo fi V pesta galli 27 Muchachito bombo infierno
12:00 13:00 14:00
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8/04/2011
www.milanox.eu
Adesso o D’ora in Poi? Quando in una categoria le adesioni agli scioperi crescono velocemente, a prescindere dalle sigle sindacali che li proclamano e nonostante i tempi di crisi e di portafogli magri, allora vuol dire che la misura è davvero colma. Ed è esattamente quello che ora sta accadendo nel trasporto pubblico locale. Lo scorso venerdì, 1° aprile, a Milano ha scioperato l’80% degli autoferrotranvieri. Metro, tram e bus, quasi tutta l’Atm è rimasta ferma. Eppure non era la prima astensione dal lavoro in questo ancora giovane 2011, ma già la terza. E scioperare costa, perché quando scioperi non ti pagano. Questa volta lo sciopero l’avevano proclamato le organizzazioni confederali e autonome, cioè Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Orsa, Fiasa-Cisal e Fast. Lo sciopero precedente, di venerdì 11 marzo, si era invece realizzato nel quadro dello sciopero nazionale di tutte le categorie, indetto dai sindacati di base Usb e Slai-Cobas, e aveva sorpreso stampa e Comune per l’alta adesione: le tre linee della metropolitana e oltre il 40% dei mezzi di superficie bloccati. E ci sono già le prossime date: lo sciopero generale della Cub del 15 aprile e quello della Cgil del 6 maggio. Insomma, l’Atm assomiglia sempre di più a una pentola a pressione. Non siamo ancora al clima dell’inverno 2003-2004, quando gli autoferro si videro costretti a passare ai cosiddetti “sciopero selvaggi”, ma nella sostanza non siamo molto lontani. Non a caso, una delle ragioni di fondo del malessere di macchinisti, tranvieri, autisti ed operai è identica a quella di sette anni fa, cioè il non rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da oltre tre anni. Ma questa volta ci sono anche altri due elementi che aggravano la situazione. Primo, i draconiani tagli governativi dei fondi per il trasporto locale e, secondo, gli effetti devastanti dei contratti di ingresso. Questi ultimi, infatti, stabiliscono per i nuovi assunti degli stipendi più bassi rispetto a quelli dei “vecchi” dipendenti e provocano un divario di retribuzione, a parità di mansione, fino a 7mila euro all’anno. Saranno ovviamente i lavoratori dell’Atm a decidere i prossimi passi, ma sta a noi non lasciarli soli e sostenerli, ognuno e ognuna per quello che può. Anche quando ci capiterà di rimanere appiedati di fronte alla stazione del metro chiuso.
Orgoglio Precario
Il 9 aprile, dopo 10 anni di precariato, la CGIL lancia la sua prima manifestazione pro precari, X Nota della reda (composta interamente di precari/e): Riportiamo qui per intero l’appello per la manifestazione CGIL indirizzata ai precari, firmato fra gli altri dalla nostra blogger, che si terrà sabato in Porta Ticinese, luogo storico di partenza della MayDay, l’assai popolare primo maggio dei precari organizzato da San Precario (che al momento sta riconsiderando il suo formato tradizionale di parata politica con rave edonistico). Dagli anni ‘90 in poi, il più grande sindacato italiano non ha fatto molto per migliorare la scandalosa condizione sociale della generazione precaria a Spaghettiland. Qui a fianco siamo lieti di pubblicare il parere dell’intelligence precaria del santo patrono dei precari, assai critico su questa manifestazione di orgoglio precario, dagli effetti probabilmente più simbolici che reale, che sembra priva di proposte concrete (tipo, perché non si chiede esplicitamente la maternità/paternità pagata e/o il sussidio per i precari falcidiati dalla crisi? Ad ogni modo, ben venga ogni iniziativa che attiri l’attenzione sulla questione precaria. Però è arrivato il momento di agire e di progettare, movimenti e sindacati insieme, un nuovo welfare a favore di donne, precari, migranti che sconfigga l’austerità e dia impulso alle forze ecosociali che esistono in Italia. IL NOSTRO TEMPO E’ ADESSO Non c’è più tempo per l’attesa. E’ il tempo per la nostra generazione di prendere spazi e alzare la voce. Per dire che questo paese non ci somiglia, ma non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarlo. Soprattutto nelle mani di chi lo umilia quotidianamente. Siamo la grande risorsa di questo paese. Eppure questo paese ci tiene ai margini. Senza di noi decine di migliaia di imprese ed enti pubblici, università e studi professionali non saprebbero più a chi chiedere braccia e cervello e su chi scaricare i costi della crisi. Così il nostro paese ci spreme e ci spreca allo stesso tempo. Siamo una generazione precaria: senza lavoro, sottopagati o costretti al lavoro invisibile e gratuito, con–dannati a una lunghissima dipendenza dai genitori. La
precarietà per noi si fa vita, assenza quotidiana di diritti: dal diritto allo studio al diritto alla casa, dal reddito alla salute, alla possibilità di realizzare la propria felicità affettiva. Soprattutto per le giovani donne, su cui pesa il ricatto di una contrapposizione tra lavoro e vita. Non siamo più disposti a vivere in un paese così profondamente ingiusto. Lo spettacolo delle nostre vite inutilmente faticose, delle aspettative tradite, delle fughe all’estero per cercare opportunità e garanzie che in Italia non esistono, non è più tollerabile. Come non sono più tollerabili i privilegi e le disuguaglianze che rendono impossibile la liberazione delle tante potenzialità represse. Non è più tempo solo di resistere, ma di passare all’azione, un’azione comune, perché ormai si è infranta l’illusione della salvezza individuale. Per raccontare chi siamo e non essere raccontati, per vivere e non sopravvivere, per stare insieme e non da soli. Vogliamo tutto un altro paese. Non più schiavo di rendite, raccomandazioni e clientele. Pretendiamo un paese che permetta a tutti di studiare, di lavorare, di inventare. Che investa sulla ricerca, che valorizzi i nostri talenti e la nostra motivazione, che sostenga economicamente chi perde il lavoro, chi lo cerca e chi non lo trova, chi vuole scommettere su idee nuove e ambiziose, chi vuole formarsi in autonomia. Vogliamo un paese che entri davvero in Europa. Siamo stanchi di questa vita insostenibile, ma scegliamo di restare. Questo grido è un appello a tutti a scendere in piazza: a chi ha lavori precari o sottopagati, a chi non riesce a pagare l’affitto, a chi è stanco di chiedere soldi ai genitori, a chi chiede un mutuo e non glielo danno, a chi il lavoro non lo trova e a chi passa da uno stage all’altro, alle studentesse e agli studenti che hanno scosso l’Italia, a chi studia e a chi non lo può fare, a tutti coloro che la precarietà non la vivono in prima persona e a quelli che la “pagano” ai loro figli. Lo chiediamo a tutti quelli che hanno intenzione di riprendersi questo tempo, di scommettere sul presente ancor prima che sul futuro, e che hanno intenzione di farlo adesso. Tutt* in piazza il 9 aprile.
Il nostro tempo è adesso. Non che prima non lo fosse, ma ci eravamo distratti. Mica tutti, solo qualcuno. Il tempo si sa poi, è sfuggevole per definizione. Sabato 9 aprile, è stata indetta una giornata di mobilitazione nazionale, voluta fortemente dalla Cgil (oh, i precari furono, sono e temo saranno), a creazione di una piattaforma “neutra” (?) che unisse tutte le diverse realtà associtive di lavoratori precari, neonate e storiche, dall’ultimo groppuscolo virtuale con quattro amici in etere (già in croce), al movimento autorganizzato che si occupa della “questua precaria” da molti anni, più o meno da quando furono approvate legge trenta e pacchetto treu, a cavallo tra gli anni zero e gli anni novanta. Non c’è tempo per chi aspetta tempo, sembra suggerirci la campagna mediatica in heavy rotation di queste settimane e l’appello circolato su media friendly e social networks. A prescindere dalla tipologia contrattuale, dallo stagista al tempo determinato, compresi co.co. pro. e frifrifri, progetto sfruttamento avanzato e programma di recupero e smaltimento rifiuti di materiale umano umido, quindi non riciclabile. C’è spazio per tutti teens e diversamente giovani. Fil ruoge della manifestazione la precarietà come condizione generazionale. Adesso. Non a caso a pochi mesi di distanza dalla nomina di un nuovo segretario generale di sindacato, confederale, Susanna Cammusso (aka Susy Camuffo) e a strascico dell’inverno caldo di questo ultimo 010 in cui studenti ed opposizione sociale hanno iniziato una protesta che è montata sino a quel famigerato 14 dicembre, tanto discusso e per certi versi vertice dell’ondata, nel quale davanti al parlamento in piazza del popolo a Roma, parte della società civile, della quale una cospicua fetta di questa molto giovane, in quanto direttamente coinvolta nelle agitazioni di piazza contro la riforma Gelmini e la politica di tagli alla cultura sul mondo della formazione oppure perché spinta all’indignazione da un sentimento generico di antiberlusconismo pervasivo e dilagante che colpisce ancora a tappeto tutti quegli italiani sensibili alle varie onte subite come cittadini ed elettorato non riconosciuto (possiamo prendere come simbolo di quest’area il Popolo Viola, promotori del No-Bday e i Grillini del Movimento Cinque Stelle), che sfogarono il proprio dissenso, facendosi sentire finalmente come parte lesa in causa, dopo anni di “rimosso” collettivo (colpiti anche i sindacati, che ora, pardòn adesso, hanno decise, pare, di occuparsi della spinosa faccenda). L’occasione è ghiotta. La precarietà è sulla bocca di tutti. Gode maledettamente di rara salute, con nostro sommo dispiacere non sono solo buone notizie. Ora la precarietà è di dominio pubblico, inserita nel palinsesto culturale nazionale. Tradotto: sempre più persone se ne occupano, anche se male magari e non proprio con le migliori intenzioni. Però tutto ok (quasi), purché se ne parli. Siamo passati ad uno step successivo. Perciò ben venga questo 9 aprile e ciò che ci auguriamo seguirà questa data. Lo stavamo aspettando. Unica avvertenza: la precarietà non è una, ci sta la chiamata di una 24h a scopo divulgativo che sensibilizzi l’opinione pubblica sull’argomento con l’intento di far convergere e confluire sulla strada maggiore attenzione, tensione ed energia, ma che non ci sciolgano le differenze con l’intenzione di banalizzarne i percorsi, perché dobbiamo costruire una proposta autentica e un’alternativa reale e vincente, in grado di sublimare l’aspirante protagonismo precario con lo scopo di favorire un’opzione etica e di sostenibilità al lavoro, in nome di quei diritti fondamentali che a tutt’oggi soprattutto in questo ambito delle nostre vite, vengono sistematicamente minimizzati, per non dire deliberatamente e irrimediabilmente calpestati alla luce del sole quando non sotto i riflettori del nostro reality-horror quotidiano, in nome del profitto di pochi e di inganevvoli simulacri, come la privatizzazione per migliorare la qualità di un servizio pubblico o la logica del merito, grimaldello in mano a chi di solito non ha problemi di deprivazione materiale, non fatica con il mutuo, non è in cassa disintegrazione e non molla l’università perché non ha i soldi per la retta, si può ammalare senza rischiare un licenziamento o perché a torto ha osato cadere in una gravidanza indesiderata dal proprio datore di lavoro e non ottiene un rinnovo. precaria.org aka intelligence precaria
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8/04/2011
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SHOGUN 2
FREE MEDIA DAYS A PERUGIA
di Leo Catelli
Prima delle bombe atomiche, prima dello Tsunami e prima del disastro di Fukushima, il Giappone era composto da una serie di clan in lotta per il controllo del paese: Hojo, Takeda, Shimazu, Chokosabe e altri 28. Probabilmente anche oggi è così, anche se i clan si presentano sotto forma di società per azioni, ma l’era feudale giapponese ha tutto il uso fascino. Ecco a voi Shogun 2 Total War, sviluppato da Creative Assembly, per Sega con distribuzione Halifax. Siamo tra il 1500 e il 1600, la guerra degli Onin è finita da poco, decine di clan si spartiscono il potere, il cristianesimo avanza alle porte sotto forma di commercianti europei, mettendo in crisi i seguaci di Shinto e del Buddha. Quale clan raggiungerà per primo il controllo di Kyoto e dello shogunato? Ma il nostro ovviamente, visto che diventare shogun, ovvero imperatore del Giappone. è lo scopo del gioco. Non si tratta di un obbiettivo semplice, per realizzarlo ci serviranno, ninja, metsuke, monaci, geishe un economia che funziona, un grande esercito e soprattutto un grande Daymo. Il “medioevo” giapponese è ricostruito con cura e passione, dagli eserciti agli agenti segreti, si sente il lavoro partorito da equipe di storici, da studiosi delle armi e da appassionati di filosofia giapponese. Il gioco è una sorta di risiko virtuale, diviso in due parti di gioco. La prima strategica vede la mappa virtuale del Giappone e l’economia da gestire, la seconda parte è quella delle battaglie, che potremo seguire dall’inizio alla fine o lasciare all’intelligenza artificiale. Dopo aver attraversato l’impero napoleonico, il medioevo europeo e le guerre di Roma, questo titolo storico ritorna alle origini era il 1999 quando sul mercato venne lanciato Shogun 1 Total War. I risultati sono ottimi, sia a livello di trama che a livello di gameplay, viene rafforzato il comparto multiplayer, ma l’aspetto diplomatico del gioco ha ancora i soliti vecchi difetti. Il punto debole è come sempre l’intelligenza artificiale del computer, anche in questo caso i risultati non sono ottimi, tutto è più complicato e difficile ma questo meccanismo rende il gioco talvolta frustrante. Basta un piccolo errore per gettare al mare un impero nascente. Inoltre causa l’alto livello di dipendenza e la durata di questo titolo, il consiglio è quello di continuare ad avere una vita sociale reale lontano dall’immaginifico medioevo del Giappone.
Apple Censura il Porno
Cupertino vuole impedire ai porn developer di Android di utilizzare la parola app store, Daniele Salvini Apple ha denunciato per infrazione della proprietà intellettuale il marketplace MiKandi, che vende esclusivamente applicazioni per soli adulti sulla piattaforma Android. La causa riguarda l’uso da parte di MiKandi del nome “App Store”, laddove Apple sostiene di essere l’unica a poter utilizzare la definizione App Store. MiKandi dichiara di non avere i mezzi per reggere una causa contro il colosso di Cupertino e si è rinominata “App Market”. Anche Microsoft ha intentato una causa contro Apple per il diritto a usare il nome App Store, sostenendo che non si possa copyrightare un nome tanto generico (strana protesta da parte dell’azienda che ha brevettato la parola “Word”). Se questo evento riguarda principalmente una questione di brevetti e non direttamente i contenuti per adulti che MiKandi smercia, è indubbio che da qualche anno Apple è diventata attenta a non essere associata all’uso del porno. Il sistema operativo MacOSX viene rilasciato già installato sui Pc e contiene filtri di censura a disposizione dei genitori per limitare la navigazione dei bambini. Inoltre i negozi in rete di Apple (App e iTunes store) non contengono materiale per adulti. Una notizia recente: si è scatenata in rete la protesta nei confronti di Apple in quanto era acquistabile presso il suo App Store un applicativo omofobo prodotto dall’organizzazione cattolica Exodus International, la quale si presenta come: “una risorsa utile per uomini, donne, genitori, studenti e leader religiosi”. L’applicazione, rimasta in vendita per più di un mese, conteneva istruzioni per curare l’omosessualità, considerandola una malattia, ed ha sollevato le proteste della comunità LGBT: Lesbo Gay Bisessuale Transgender, la quale raccogliendo 146mila firme ha convinto Apple a ritirare il prodotto. Apple trascura e lascia passare un prodotto che tratta l’omosessualità come una malattia mentre non tollera applicazioni sessualmente esplicite sui suoi server. Con queste parole: “Apple non distribuisce applicazioni con contenuti inappropriati”. Queste sono le linee guida da rispettare per i programmatori che desiderano pubblicare le loro Applicazioni sull’App Store: Niente donne in bikini, niente uomini in bikini, niente pelle, niente profili che possano suggerire zone erogene, nessuna allusione sessuale, nulla che possa causare eccitazione
sessuale. Nessuna applicazione che implichi contenuti sessuali verrà approvata. Da dove è venuto questo puritanesimo? Apple non è nata così, gli over 40 ricorderanno i giochi per adulti, come Leather Goddesses of Phobos, dove le Dee Vestite di Pelle del Pianeta Paura complottavano l’invasione della terra per trasformarla nel regno del piacere e facevano un ultimo test su di un umano, il giocatore, il quale doveva impedire il malvagio piano. Il gioco cominciava in un bar ed il sesso del giocatore veniva determinato dalla sua scelta di entrare nel bagno degli uomini o delle donne. La confezione del gioco conteneva una cartina da sfregare e annusare con vari odori rilevanti in alcuni momenti dell’avventura grafica. O anche la saga di Larry Leisure Suit, dove un quarantenne vestito come Tony Manero tentava solitamente invano di sedurre donne attraenti. Anche i giochi della Lucas Arts, che adesso perpetua Guerre Stellari in versione Lego, erano adulti per contenuti, tipo di umorismo e difficoltà e non certo appiattiti alla sola coordinazione mano-occhio. Certo, negli anni 80 i computer non arrivavano facilmente nelle mani dei bambini, costavano un sacco di soldi ed erano strumenti di lavoro professionali, non c’era bisogno di censure ed era naturale che anche i giochi fossero per adulti. Apple in particolare aveva una fascia di mercato del solo 4% che comprendeva principalmente grafici e fotografi. Pare adesso che il processo di “normalizzazione” dell’intera società civile a livello mondiale, la ricerca affannosa della sicurezza, come se il mondo intero dovesse essere a prova di bambino e senza uno spigolo, abbia coinvolto anche la storica azienda di Cupertino. Pensare che nel mondo GNU/Linux un’applicativo per vedere le foto si chiama prosaicamente “PornView” dà bene l’idea della distanza che si è creata. Tanta cautela fa comunque strano per un’azienda il cui logo è la mela proibita morsicata, anche se questa mela non ha più da tempo i colori dell’arcobaleno. Se Apple pensa al momento che il sesso non tira, di tutt’altra opinione sono i programmatori Italiani che hanno dato vita al plug-in per Firefox wepr0n.com che permette di classificare e condividere il porno trovato in rete, trasformando la pornogafia online in un’esperienza sociale basata sulla condivisione.
Free media days è un evento nel quale si esplora il mondo della comunicazione, di internet e delle soluzioni alternative. Dopo alcuni anni di pausa ritorna la Freemediadays a Perugia e raddoppia. Doppia location, doppia data e doppi organizzatori. L’ 1/2/3 Aprile 2011 a San Giustino (Pg) presso il circolo Alice il Valtiberina Free Software User Group organizza il workshop “Codice Creativo: software libero per la creazione artistica digitale.” Si esplorerà uno spazio di intersezione fra Arte e Informatica nel cui ambito è stato sviluppato un insieme di strumenti software per non programmatori finalizzati alla realizzazione di progetti d’arte. L’8/9/10 Aprile 2011 l’organizzazione passa al gruppo Oziosi.org/ Entropica e la Freemediadays ritorna nella suo luogo abituale il circolo island a Perugia. Saranno tre giorni di workshop, musica e video, presentazioni di progetti e dibattiti sulle pratiche di riappropriazione dei media e della tecnologia in generale, sul mondo delle autoproduzioni e del copyleft. Saranno presentati progetti di reti wireless cittadine e comunitarie, si parlerà di eco-hacking, di software per la creazione artistica multimediale, si indagheranno le tendenze del web e le dinamiche di mercato delle grandi aziende dell’Information Communications Tecnology, saranno presentati documentari prodotti da videomakers indipendenti. Un laboratorio di riprese e montaggio video con software libero si svolgerà nell’arco delle tre giornate. Freemediadays come occasione per ribadire che la comunicazione è spazio d’azione e di relazione, terreno di nuovi conflitti e deve essere considerata come un punto centrale della riflessione e dell’agire quotidiano di chi si oppone al pensiero dominante. Valtiberina Free Software User Group Oziosi.org Ass. Entropica info su: http://www.valfsug.org http://www.oziosi.org http://www.entropica.info
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8/04/2011
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PEEPING PULP
di Marina Led Catucci dopo un tre-a-zero così, finito sclacsonando in motorino al grido fiero di «te lo do io il triplete», ci mancava solo che Valentino vincesse in sella alla rossa per consacrare un fine settimana di sport davvero indimenticabile. ma se la ducati pecca di ubris tra le curve umide di Jerez de la Frontera, il Milan non commette lo stesso crimine contro eupalla, infrangendo quella laboriosa umiltà casciavìt che tanto ci piace contro la sterile spocchia borghese dell’inter e del suo allenatore-traditore – ormai noto come «giuda» tra le file della Sud, una curva orfana, per la cronaca, di un capo dei commandos-tigre pescato alla vigilia del match con un armamentario composto di coltelli, mazze da baseball e «un ordigno artigianale micidiale», secondo il misterioso gergo da questura. ma anche senza il riottoso ultrà, con 80 mila spettatori il Meazza è comunque stracolmo; e si concede languido al piacere della sinfonia milanista: il gol al primo minuto suona come l’incipit di una lunga aria rossonera, ben orchestrata dall’alegher e diretta alla grande dal sapiente clarence seedorf. l’Inter sta in partita a stento e fatica come non mai ad avvicinare l’area di rigore. ci entra solo tre volte, con un rimpallo, un corner e un cross spizzato. alla fine saranno solo due le parate di abbiati, mentre julio cesar risulterà il migliore dei suoi. il Milan invece penetra la difesa avversaria come un coltello caldo nel burro a suon di ripartenze, triangolazioni e assistenze da manuale, condite dagli eleganti tocchi di seedorf e bommel, dalle perentorie chiusure di thiago silva e nesta e dal fuoco sacro di abate e princeboateng. fuori flamini e antonini, insomma, ed è tutta un’altra musica. l’ha finalmente capito anche l’alegher, che riesce sia a sedare gattuso sia a vincere il suo primo match importante casalingo. e così di Ibra non ne parla più nessuno. di Leo, invece, ne parlano tutti. e gliene dicono di ogni. lui soffre in silenzio, senza far trasparire il suo più grande dolore: essere ormai neroblù e mai più rossonero. anche i leo-fili più incalliti, infatti, quelli che credevano nel suo sogno, nella sua grande idea, al fischio d’inizio l’hanno abbandonato: caro Leo, l’impresa si poteva avverare soltanto con il Milan. oppure, chissà, magari in qualche esotica nazionale del futuro; e in tal caso saremo di nuovo tutti con te. ma per ora no e, patetici romanticismi a parte, ci piace così. con tre golletti, con il dominio assoluto, con il gol annullato di flamini e con rino gattuso che cede la fascia da capitano al ben più degno braccio di san Clarenzio. a macchiare questa sublime notte primaverile rimane però la dedica di Pato a barbara berlusconi, che sporca la sua prestazione quasi quanto il color giallo-marketing di valentino il nobile rosso della ducati. ambedue, sono cose che non si fanno.
Abissi Morali
La saga dello svilimento del lavoro sul set arriva in sala cinematografica, by Dr Peppe Ecco, finalmente, Boris il film, il pesciolino rosso, dal nome tennistico, vero portafortuna del regista di fiction “alla cazzo di cane” René Ferretti (Francesco Pannofino), sugli schermi da tre stagioni con la fortunata serie tv dove mette alla berlina il caustico sottobosco delle soap, con tutte le sue manie, tic, squarci di impensabile miseria e indicibile tenerezza. Qui si assalta il carrozzone cinematografaro: dai cinepanettoni, al sedicente cinema impegnato (“Mi ha cercato Calopresti? No? Meglio!” urlerà un declassato Lopez, Antonio Catania); da Raicinema, che pure produce (che miseria la dirigente esperta di fumetti francesi, con il codazzo di tre ottusi e accondiscendenti giovani burocrati, finto-intellettuali), al cameo su commissione del numero cinque di Medusa(!); dalle stressanti attrici impegnate, come Marilita Loy (vi ricorda qualche cognome di italica attrice? qui è una perfetta Rosanna Gentili), che hanno costruito una carriera sulle loro insicurezze, alla solita Corinna, la “cagna maledetta”, sempre splendida Carolina Crescentini. E soprattutto un avvio che è tutto un programma! C’è da girare al rallenti la corsa nei prati di un giovanissimo futuro Papa, per la soap del Giovane Ratzinger. Ma René, il nostro regista preferito, eppure costretto a fare montagne di monnezza televisiva, di infami biografie (Caprera, Libeccio), ha un sussulto di estrema dignità e si rifiuta. Abbandona il set, la storica troupe di Occhi del cuore, il delegato di rete Lopez e Sergio, il direttore di produzione (Alberto Di Stasio), che sarà vittima di un “coccolone”. Eppure la solitaria fuga di René è un cupo isolamento, distillato in ottimi titoli di testa, dove vediamo il nostro eroe barbuto, sprofondare nella depressione, con sguardo sperso e intristito dinanzi al cinepanettone Natale al Polo Nord, mentre tutti intorno se la spassano, non ultimo il capo elettricista Biascica (Paolo Calabresi), con famiglia. Ma si riparte: c’è l’opportunità del cinema, per René! Addirittura quello
impegnato, tratto da La Casta, libro-denuncia contro la politica, con l’attrice “colta”, il grande direttore della fotografia, l’impegno di Raicinema: quelli con gli occhialetti tondi, i maglioncini con le spolverate di forfora, relegati subito prima della radio, che poi c’è solo la morte! “E non se ne esce” è il leitmotiv della prima parte del film. Ecco che ritorna la vecchia troupe ed allora è tutto un “dai, dai!”, mentre il divo delle soap Stanis (Pietro Sermonti) si incaponisce in una azzeccata parodia di Fini, “con le sue cravatte rosa, il suo senso delle istituzioni, la centralità del Parlamenta”, con il comico Martellone (Massimiliano Bruno) che passa da “bucio de culo”, al più adeguato “’sticazzi!” È una superba presa in giro della sinistra italica, la stessa che i tre sceneggiatori dileggiano nella loro residenza ribattezzata Sceneggiatura Democratica, con tanto di campo da tennis indoor e giovani creativi, schiavi. In mezzo ci perdiamo dietro allo stagista (Carlo De Ruggeri) che propone petizioni per esportare lo Stato del Vaticano e urla, non vi diciamo in compagnia di chi e come, “Tecnostruttura! La colonna romana delle BR!” Quindi un inarrivabile Massimo Popolizio che ci ammansisce: “è il momento della grande narrazione popolare”; Frankie Hi-Nrg che cita Old Dirty Bastard; la lezione di cinema impartita da Glauco (Giorgio Tirabassi), in cui l’utopia di Eduardo Galeano si stempera nelle centralità delle tette. Senza svelarvi il finale, dobbiamo dirvi che si ride di gusto, ma spesso molto amaro. Ciarrapico, Torre, Vendruscolo, sceneggiatori e registi, hanno confezionato una oliata macchina di sorridente rivolta contro l’odioso esistente; per questo hanno fatto bene le/i precari-e a interrompere la conferenza stampa per comunicare la giornata del 9 aprile: il nostro tempo è adesso. Boris, il film: il nostro pesce d’aprile per questo paese indecente: “un paese di musichette, mentre fuori c’è la MORTE!”, per citare La locura di Boris 3.
Sono al cinema a Milano ben due film che parlano di propaganda e di politica, uno nuovissimo, Silvio Forever di R. Faenza e F. Macelloni, ed uno del ‘42, Vogliamo Vivere, di Lubitsch. Il film di Lubitsch è una commedia sofisticata a tema antinazista, racconta di una compagnia teatrale polacca invischiata suo malgrado in una storia di spie naziste da eliminare, per poi raggiungere l’Inghilterra approfittando della somiglianza di uno degli attori con Hitler. La trama è spessa e grottesca tanto da essere semi impossibile riassumerla ed il film è talmente divertente da aver costretto il regista a dichiarare che il non aver rappresentato il nazismo “tramite camere di tortura e nazisti sovraeccitati con la frusta”, era dovuto al fatto che “I miei nazisti hanno passato questo stadio. Le sevizie e le torture sono diventate la loro routine quotidiana”. La stessa sensazione di perversione diventata routine, si ha vedendo il documentario Silvio Forever, biografia non autorizzata di S.B. Tutto il film regge su di lui che si racconta tramite filmati di repertorio vario e lo si vede fondamentalmente in due ruoli: quando Silvio vende (se stesso all’Italia) e quando Silvio compra (le donne). La faccia è sempre la sua, la voce è sempre la sua o doppiata perfettamente riportando dichiarazioni sue, così il ricordo finale non è quello di un film su di uomo politico (per odioso che possa risultare) ma su di un ego trasbordante che ha leggittimato tutti gli italici vizi di cui prima ci si vergognava e di un malcostume che ora è routine quotidiana. Vedendolo parlare per quasi due ore si comprende anche tutto lo spazio mentale che quest uomo ci prende, costretti nostro malgrado ad occuparci costantemente di lui, e più che forever sembra essere Silvio Everywhere. Eppure nonostante anche questo documentario usi la carta del grottesco, a furia di mostrarlo mentre si mostra, il personaggio ossessionante diventa solo la macchietta della simpatica canaglia che vende sogni. La sensazione è che non si riesca a parlare della tragedia vivendola e che il dittatore possa essere rappresentato solo da lontano. Lubitsch di Hitler ne parlava da Hollywood e come diceva Truffaut “Se qualcuno dice: “Ho appena visto un film di Lubitsch dove c’era un’inquadratura inutile”, costui mente. Il suo cinema (...) non ammette nessuna inquadratura decorativa, messa là per fare bella mostra: dall’inizio alla fine si è immersi nell’essenziale.” Evidentemente per rappresentare l’essenziale, il tutto non ci può stare ad un palmo dal naso.
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eventi x pisapia concertone 8 aprile Venerdì 8 aprile 2011 il Gruppo eventi Hasta la Victoria de Pisapia (comitato zona 1) organizza il “Concertone - in viaggio verso la milano che vogliamo”: esibizione di liberi musici creativi presso il ristorante Il Maggiolino, viale Liguria 47 (MM Romolo). Dalle 19.30 alle 2 del mattino sette gruppi musicali daranno vita a un concerto che spazierà dal rock all’hip hop, dal reggae alla techno, a sostegno della candidatura di Giuliano Pisapia a sindaco di Milano. A una città sempre più triste che chiude gli spazi di aggregazione e limita la possibilità di fare e ascoltare musica dal vivo, contrapponiamo una città dove la musica sia una esplosione di gioia e i giovani possano esprimere la loro creatività! Diamo valore e spazio alle risorse culturali di cui milano è già straordinariamente ricca.I gruppi di giovani (e di adulti giovani dentro) sono accomunati dallo stesso atteggiamento di creatività e indipendenza nei confronti della musica: comporre i testi e le musiche e autoprodurre i propri materiali. Aprono la serata i Pillbox con un programma di cover dell’epoca in cui il rock era musica d’avanguardia, gli anni ’70; a seguire il Cugino e Jansy (hip hop rap italiano), le Situazioni Kafkiane (rock italiano con testi demenziali), lo Zoccolo duro (pop rock italiano), Don’t mind the gap (ska reggae italiano), Licence to steal (rock progressivo) e per concludere dj set di Pier (techno da ballare). Al termine della serata – condotta da Pietro Veneroni – una giuria sceglierà il gruppo che parteciperà al concerto x Pisapia del 7 maggio al Palasharp. Sono previsti gli interventi di Giuliano Pisapia e del compositore e musicista Filippo Del Corno, che affronterà il tema di come Milano possa diventare luogo di espressione e valorizzazione dei giovani e della cultura musicale. Il concerto è anche una occasione per sostenere economicamente la campagna elettorale. Il costo dell’ingresso che comprende cena e concerto è di 20 euro.(musica+birra+salsicce e chips). Diritti degli animali Nel programma di Pisapia Sindaco viene dedicato spazio anche ai diritti degli animali. Queste le proposte: istituzione di un servizio di pronto soccorso per animali operante 24 ore su 24; messa a disposizione di fondi per una concreta azione di sterilizzazione delle colonie feline, in sinergia con ASL e con le associazioni; realizzazione di campagne educative che partano dalle scuole sulla tutela degli animali, tradotte nelle lingue delle principali comunità straniere della città, con il coinvolgimento di tutti gli uffici pubblici; costante campagna informativa mirata all’incremento delle adozioni dei cani dal canile cittadino, con facilitazioni e aiuti economici per le persone anziane che volessero adottare un animale; erogazione di sovvenzioni per persone non abbienti per il mantenimento e le cure del proprio animale, con particolare riferimento agli anziani e alle fasce deboli; creazione di una commissione di esperti che indichino le migliori modalità di gestione del verde pubblico, sia per assicurare una miglior fruibilità ai cittadini che per migliorare le condizioni ottimali per la vita della fauna selvatica presente; monitoraggio della situazione dei recinti per i cani con l’istituzione di comitati di padroni dei cani (tre persone per parco) che mantengano un contatto diretto con le guardie ecologiche al fine di segnalare le eventuali anomalie e qualunque problema; case di riposo, possibilità di accesso con animali sia ai visitatori che ai ricoverati; inserimento di animali provenienti dal canile‐gattile in centri di riabilitazione, ospedali, ricoveri etc. come progetto di Pet‐therapy; acesso a tutti i luoghi pubblici per i cani, nel rispetto delle regole vigenti con obbligo dei proprietari di rispondere degli eventuali danni; inasprimento delle sanzioni per i proprietari di cani che non raccolgono gli escrementi; riqualificazione delle funzioni e delle attività delle guardie ecologiche.Inoltre il Garante degli Animali deve essere nominato da una commissione composta dai presidenti delle varie associazioni animaliste milanesi.
Giuliano pisapia in prima persona: X la sostenibilità
xxx Favorire l’integrazione A Milano purtroppo il coinvolgimento dei cittadini stranieri nella vita cittadina è ancora molto basso. La politica è disattenta, se non addirittura discriminatoria, visto che in alcuni casi soffoca le legittime aspirazioni dei nuovi milanesi alla partecipazione alla vita pubblica. Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra per l’elezioni del 15-16 maggio, s’impegna ad “aumentare il coinvolgimento dei cittadini stranieri attraverso politiche inclusive che non possono esaurirsi nella mera costituzione delle consulte. In questo senso diventa prioritaria una forte iniziativa politica per la promozione del diritto di voto amministrativo per i nuovi cittadini residenti a Milano, secondo il principio del no taxation, without rapresentation”. Purtroppo sono ancora pochi gli stranieri dell’Unione Europea che non accedono al voto, anche se ne hanno diritto, a questo proposito Pisapia sostiene che “non ci si può rivolgere ai nuovi cittadini solamente al momento del voto, ma li si dovrebbe coinvolgere facendoli sentire parte della collettività nella quotidianità. Oltre a ciò non c’è stata e ancora non c’è una sufficiente informazione da parte dell’amministrazione comunale che invece avrebbe dovuto impegnarsi nel far conoscere ai nuovi cittadini comunitari i propri diritti e le modalità per poter partecipare alle elezioni comunali. Ci dovrebbero essere state informazione mirate verso le varie comunità, campagne di affissioni e di volantinaggio che non si limitassero all’invio di una lettera redatta solo in italiano ed inglese”. Alle prossime elezioni si presenterà anche una lista guidata da Abdel Hamid Shaari, presidente del centro islamico di viale Jenner, che si chiama Milano Nuova. “Lo considero un fatto positivo – dice Giuliano Pisapia - perché sia il segnale inequivocabile di una forte voglia di partecipazione alla vita pubblica da parte dei nuovi cittadini. Ma è altrettanto evidente che questo dimostra che almeno in par-
te i nuovi cittadini non si sentano rappresentati dai partiti esistenti. Il nostro obiettivo deve esser quello di creare le condizioni per cui i cittadini di origine straniera si sentano rappresentati e partecipi di un progetto politico che riguardi tutti, vecchi e nuovi cittadini”. Ma in che modo si possono creare migliori condizioni di convivenza tra le italiani e stranieri? Secondo Pisapia “il Comune deve creare, come primo strumento, una rete di sportelli chiamati “Nuove Cittadinanze” che devono offrire ai nuovi cittadini informazione e assistenza, seguendo l’esempio degli 80 comuni della Provincia di Milano che già sono in rete, diventandone il capofila. Questo consentirebbe di far recuperare ai nuovi cittadini tempo prezioso per creare una stabilità che consenta loro di progettare un futuro a Milano. La convivenza poi ha bisogno di conoscenza reciproca e di regole rispettate, perché condivise”. Le proposte di Giuliano Pisapia per favorire l’integrazione sociale di cittadini stranieri si articolano su molti aspetti, alcuni dei quali sono questi: le comunità vanno coinvolte nella realizzazione di luoghi di partecipazione e consulenza per casa, lavoro, educazione, assistenza e salute; vanno sostenute le donne immigrate nella gestione della genitorialità a distanza e per migliorare la gestione del ricongiungimento; per favorire l’integrazione sociale dei giovani di prima e seconda generazione va posta particolare attenzione alle attività sportive anche di tipo agonistico, come alternativa alle bande giovanili; vanno incrementati i servizi di mediazione linguistica e culturale a sostegno degli operatori istituzionali (scuole, banche, amministratori, forze dell’ordine); vanno realizzate postazioni di cartellonistica e istruzioni plurilingue per gli adempimenti della vita ordinaria, dalla raccolta dei rifiuti all’educazione stradale; va lanciata una capillare campagna di insegnamento dell’italiano in particolare per le mamme, che adempiendo al lavoro domestico e di cura dei bambini hanno minor possibilità di imparare la nostra lingua.
La sostenibilità è il filo conduttore di tutto il mio programma per governare Milano. Se non mettiamo la sostenibilità in primo piano non possiamo pensare di immaginare la Milano del futuro. L’obiettivo al quale stiamo lavorando è Milano Capitale Europea della Sostenibilità entro il 2015, una grande sfida. Il concetto della sostenibilità si basa su una semplice considerazione: l’attuale modello di sviluppo occidentale non è più praticabile: è ormai chiaro da tempo che non ha alcun senso consumare più di quanto non si riesca a produrre. Il bene del singolo cittadino deriva direttamente dal bene di colui che gli sta accanto e dell’ambiente che lo circonda. Pensare sostenibile per una città significa domandarsi se una delibera approvata oggi, come la costruzione di una nuova strada o di un nuovo quartiere, un programma di incentivi per lo sviluppo di imprese commerciali, un piano energetico, e così via possa presentare in futuro impatti negativi sulla vita dei cittadini in termini di ambiente, di socialità, di salute, di economia. Un’amministrazione responsabile è un’ammnistrazione sostenibile. Per essere sostenibile deve svilupparsi intorno a questi 4 punti: la democrazia partecipata, l’approccio sistemico di competenze diverse che operino insieme, obiettivi e misure periodiche, una comunicazione trasparente. Perseguire la sostenibilità vuol dire adottare anche decisioni “poco popolari” sul momento, ma che in previsione portano ad un miglioramento della vita in futuro. Per questo è importante convolgere i cittadini nelle decisioni importanti. La sostenibilità deve essere pensata in chiave sistemica. approccio sistemico, ciò che appare sostenibile in un settore può risultare insostenibile in altri ambiti. Per questo motivo è quindi necessario definire in ogni ambito una serie di indicatori di sostenibilità misurabili, porsi di conseguenza degli obiettivi quantitativi (come migliorare la misura di un dato indicatore del 15% all’anno, oppure raggiungere un determinato valore e mantenerlo nel tempo), effettuare una serie misure periodiche degli indicatori, comunicare ai cittadini obiettivi e fasi dei progetti. Ma come fare a garantire una reale sostenibilità pubblica? Per questo ritengo che sia importante creare un organo indipendente, innovativo e moderno, una authority metropolitana per la tutela della sostenibilità. Questa authority dovrebbe anche poter esprimere eventuali veti nei confronti di opere giudicate non sostenibili. Una Milano più sostenibile vuole dire una Milano più ecologica, più pulita, più innovativa, più dinamica, più sana.
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BILANCIA I benefici di marte irradiano energie positive, mercoledì mattina recatevi in banca e con fare benevolo versate 666.000 euro sul cc 134624 ARIETE Marte è nel vostro segno; recatevi alla base militare di lampedusa, fatevi consegnare le chiavi di un F15 e andate a bombardare Gheddafi, mi raccomando non sbagliate il bersaglio. TORO Con Venere in posizione favorevole e la Luna nel segno darete una svolta alla vostra vita sentimentale : venerdi’ al pub incontrerete la vostra anima gemella. Sabato scoperete. Domenica vi mentira’. Settimana prossima vi fidanzerete con reciproco scambio degli anelli, per scoprire piu’ tardi che aspetta un figlio. GEMELLI Giove vi dice delle cose importanti ma voi non potete capirle perchè siete ignoranti. Giovedì sconsigliate le scommesse. CANCRO Evitate di prestare soldi. Non pagate neanche il conto al ristorante. Andate in pace che risparmiate. Colpa d’Alfredo. LEONE Venere benevola vi invita ad accogliere gli inviti a uscire per un drink. Che dici Valeria, facciamo venerdì sera? Nicola. VERGINE Finalmente liberi dall’influsso di venere, assaporerete la libertà senza sapere che giovedì, al ritorno dal concerto, sarete investite da un autocarro... hai capito Sabrina??
SCORPIONE Godetevi la giornata di ieri, perchè oggi invece sono cazzi vostri. Martedì potete inventarvi qualcosa per svolgere meglio i compiti quotidiani, ricordatevi di prendere le vitamine, quelle blu e quelle gialle. SAGITTARIO Martedì sotto l’effetto della cocaina, lavati i denti e corri a scippare le vezze e vai a tesserarti a milano x: costa 15 euro e tutte le tue speranze si avvereranno, troverai l’amore, un lavoro e... CAPRICORNO In questa settimana potete contare sullo sconto all’esselunga, ma giove dice di rubare lo stesso. Ascoltatelo. ACQUARIO Continuano a fiottare pianeti positivi nei vostri confronti. Prendete una busta di plastica riempitela con delle banconete da 10 euro e portatela martedì alle 15 all’incrocio tra via Caetani, largo della ginestra e lasciatela nel cestino della democrazia cristiana. Sarete osservati. PESCI Per colpa di Venere e della Luna, siete un po´ creduloni, questa settimana. Martedì al ristorante messicano rimarrete vittima di una intossicazione fulminanante per colpa di quella salsa al guacamole... dopo la corsa all’ ospedale subirete l’amputazione del medio, dell’anulare e dell’uccello. Visto, che ci avete creduto?
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