Occupazione a Monza
Generazione (A) pag. 3
Trock’n’Torchiera
MI LOW COST
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Profughi in Comune
Mixa
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news&eventi - n°XXX
15-21 aprile 2011
Free Press Eretica http://milanox.eu
Il Consiglio regionale della Lombardia approva mozione per regolamentare l’attività dei parrucchieri lowcost. Prima firmataria: l’igienista dentale più famosa del mondo, Nicole Minetti #Milano Venerdì 15 aprile sciopero nazionale Cub e Cobas: Metropolitana: servizio garantito fino alle 18 Su... http://bit.ly/eos1Cm #ATM #Milano La Corte costituzionale boccia le ordinanze “antidegrado” contro prostitute e mendicanti - Pisapia: basta sceriffi Milano #decoratoincostituzionale Bunga bunga e battutacce agli studenti della Sapienza - Nessuno ride per l’ennesimo show dell’Orco di Arcore http://t. co/TjQi2fJ Decalogo per la cultura, accordo bipartisan Terzi-Boeri - Milano http://t.co/ HijxSn2 samedi soire au Pini *50 ANNI DI YURI NELLO SPAZIO - party with MilanoX, grazie a tutti quelli che sono venuti in orbita con noi http://milanox.eu #yurisnight #gagarin #milano A #Milano ci sono 28 gradi e non siamo neanche a metà aprile...
Casa Dolce Casa
Nella città cantiere impazza il Salone del Mobile mentre bruciano le case popolari e gli sfrattati vanno a Palazzo Marino pagina 2-3-13
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15/04/2011 www.milanox.eu
DOVE CI PUOI TROVARE
Visto che domenica pomeriggio sarete da quelle parti (la piazzetta davanti alla Libreria Gogol & Company è in via Savona 101) potreste anche far piovere un po’ d’acqua da salvare durante il Salone del Mobile, perchè va bene il design ma poi conta la sostanza. Ad animare un dibattito divertente e meno brodoso del solito ci sono Emilio Molinari e Claudio Jampaglia, autori di un libro sull’acqua bene comune, in buona compagnia di Stefano Boeri (capolista del Pd) e Atomo (candidato con Sel), alcuni rappresentanti del gruppo “Fontanelle.Org” e del “Comitato referendario 2 Sì per l’acqua bene comune”. Atomo, già che c’è, imbratterà una grande tela delle sue colorata sul tema della città ideale. Modera l’incontro Paolo Maggioni di Radio Popolare. Appuntamento domenica 17 aprile alle ore 18.
Stazioni: Cadorna, Pta Venezia, Pta Romana, Pta Genova, Piola, Pta Garibaldi, Lotto, Romolo, Maciachini, Bovisa Centri Sociali: ZAM, Leoncavallo, Conchetta, Torchiera, Transiti, Cantiere, Fornace, Baraonda Università: Statale, Scipol, Città Studi, Poli Bovisa, Bicocca Centro: Chiamamilano Ticinese & Navigli: Rattazzo, Coquetel, Cuore, Electric Storm, Piercing Studio, Totem, Libraccio, Trattoria Gloria, Peppuzzo, Brutto Anatroccolo, Pravda, Quetzal Tattoo, Tattoo Shop, Arci BITTE, Tipota, Mexico, AgenziaX, Comitato Pisapia Garibaldi: Feltrinelli Stazione, Libreria Utopia, Libreria Mondo Offeso Bovisa: Stazione, Arci Scighera, Bovisa Kebab, Radio Popolare (Mac Mahon) Isola: Frida, Circolo Sassetti, Kebab Borsieri, Bar Archinto, NordEst Café, Arci Metissage, Teatro Cooperativa Niguarda
DEPOSIZIONI PERICOLOSE di Luca Fazio
Sull’incendio che ha ucciso un uomo in una casa Aler a San Siro Chi governa questa città da decenni ha delle responsabilità ben precise. Quello che è successo è solo l’ultima dimostrazione della strada che le politiche del Comune e dell’Aler vogliono percorrere: da un lato le speculazioni, gli appalti truccati, gli enormi guadagni per la cricca pidiellina e gli amici imprenditori. Dall’altra la popolazione viva della città, che non arriva a fine mese, che non ha diritto alla casa, che è sempre più povera e precaria. Eppure, a sentire la Moratti e la sua schiera di cortigiani il problema dei quartieri popolari sarebbero gli occupanti a rubare le case a chi è in graduatoria, i migranti a fregare gli appartamenti agli italiani, i senzatetto che creano degrado. Parlano di sicurezza, ma si riferiscono alla sicurezza dei loro guadagni, non certo a quella delle nostre vite. Noi, che a differenza loro non viviamo in lussuosi appartamenti in centro a Milano ma in questi quartieri, ne conosciamo molto bene la realtà: 5mila case Aler abbandonate, vuote e con i sanitari rotti, palazzi che cadono a pezzi, balconi che crollano, amianto nella maggior parte degli edifici. E poi, soldi pubblici sprecati alla faccia di chi soffre la crisi. Con i nostri soldi illuminano le ville di Berlusconi ad Antigua, sgomberano le case popolari per rivenderle ai privati, ridipingono facciate esterne dei casermoni popolari nella speranza di conquistare qualche voto alle elezioni mentre all’interno gli impianti elettrici sono vecchi di decenni, senza messa a terra, pericolo-
si. Ladri e sciacalli, ecco il volto di lorsignori: non aspettano altro che tragedie come quella di oggi per farci un po’ di campagna elettorale o per piazzare una bella speculazione: se poi il malcapitato è abusivo o migrante, meglio ancora, così potranno dare a loro la colpa e portare avanti nuovi sgomberi e nuovi pacchetti sicurezza. Quello che è successo lunedì scorso potrebbe succedere di nuovo, finché l’unica preoccupazione della Moratti sarà quella di regolarizzare la BatCaverna di suo figlio e quella l’Aler di sgomberare gli occupanti per necessità. Questa città ha bisogno di politiche per i suoi abitanti, non di interessi e guadagni privati dei suoi governanti. Mandassero nelle case popolari elettricisti a costruire impianti sicuri invece che ispettori a dare la caccia agli occupanti; spendessero i soldi pubblici non per ristrutturazioni di facciata e speculazioni per i privati, ma per risolvere l’emergenza abitativa che hanno creato con le loro politiche. Invitiamo tutte e tutti, i comitati e gli abitanti, i precari, gli affittuari, gli occupanti per necessità, tutti quelli che sono strozzati da un mutuo, tutti i giovani che non vogliono diventare bamboccioni a raggiungerci al presidio organizzato per giovedì 14 davanti al Comune per portare alla Moratti e ai suoi accoliti un messaggio forte e chiaro: lasciate la poltrona e andatevene! (Comitato Abitanti San Siro)
Giovedì 14 Aprile 2011, ore 17.00 presidio sotto a Palazzo Marino Aderiscono: comitato Primaticcio Fiori, comitato abitanti Niguarda, comitato abitanti Bruzzano, Gruppo Territoriale Autorganizzato (Cologno), comitato occupanti Cologno, Comitato Casa e Territorio Ticinese, Comitato Casa e Territorio Corvetto, Comitato Gratosoglio, Comitato Inquilini Mercato dei Polli, Comitato ex-abitanti delle case d’ amianto di via Feltrinelli 16 (Rogoredo), Coordinamento No Sfratti Sporting Mirasole Opera, Fornace (Rho), Eterotopia (San Giuliano)
Scrivi a: mail@milanox.eu
Lo volevamo in tribunale? Lo attaccavamo perchè sfuggiva alla giustizia? Eccolo. E c’è poco da essere contenti. Berlusconi ha capito che in corso di Porta Vittoria c’è il suo palcoscenico per eccellenza e infatti ce lo ritroveremo fra le palle molto spesso. Ogni sua comparsata diventerà un piccolo capolavoro di strategia golpista, con i magistrati costretti al silenzio e al rigore dell’applicazione delle sudate carte per dimostrare che Berlusconi ha pagato Ruby per un po’ di sesso (con lei che dirà in mondovisione che non è vero niente) e lui che continuerà a ripetere il suo mantra contro i giudici fino alla fine di tutto, con i giornalisti che saranno costretti a darne conto, a cucinare sempre la solita notizia del giorno partendo sempre dalle sue straordinarie buffonate. L’ultima è che per aiutare Ruby a non darla in giro le avrebbe anche concesso una bella seduta per la depilazione in un centro estetico, una lisciatina da 60 mila euro, solo un aiutino, Signor giudice, proprio per evitare che la bimba si prostituisse per quattro soldi. Per qualcuno saranno discorsi eversivi – e capirai che novità... - altri invece diranno che il paese è stufo di parlare dei suoi problemi – davvero una considerazione esaltante. E allora? Forse è meglio farlo esibire a Lampedusa, a L’Aquila, a Napoli, di fronte a una scuola pubblica, o al parlamento europeo, perchè la sensazione è che qui, davanti ai “giudici comunisti”, cominci a sentirsi un po’ troppo a suo agio.
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15/04/2011 www.milanox.eu
Non sono case da ragazzi
EXPO: IL GRANDE Fallimento Universale di Roberto Maggioni
di Giorgio Salvetti Sarà un caso, ma Milano gira tutto intorno alla casa. La settimana del salone del mobile mette tutti d’accordo, mobilieri brianzoli e creativi progressisti stravaccati sullo stesso divano ad ammirare il figume. E così anche noi abbiamo giocato a fare gli arredatori di interni. Lo spazio bagno con l’acqua pubblica, lo spazio bimbi e famiglia con gli auguri per le nozze del nostro candidato sindaco, lo spazio verde con gli orti cittadini, lo spazio sociale, dedicato al Boccaccio, ecc. Tutto fatto in casa. Come fanno gli altri. Dalla casa di Batman del rampollo Moratti fino all’ultimo alloggio Aler andato in fiamme, da Casa Letizia al Pio Albergo Trivulzio su su fino ai grattacieli che crescono come funghi, e poi i locali chiusi dai vigili come... la Casa 139! L’amministratore di questo bel condominio dove i ricchi se la spassano e i poveri arrancano, è il sindaco Moratti. E’ lei che si è inventata il piano regolatore (Pgt) ad uso e consumo dei principi del mattone all’ombra degli infiniti scontri di potere intorno alla grande abbuffata di Expo. E’ lei che questa settimana andrà a Parigi a fare l’ennesima figuraccia (vedi a fianco). La torta infatti non è poi così grande. Il mattone non tira. Si costruisce molto ma si vende poco. E la stagnazione produce vistose crepe nell’edificio del potere. Persino Totò Ligresti è indebitato fino al collo nonostante sua figlia sieda nel salotto buono di Mediobanca. Le banche hanno pericolosamente aperto crediti miliardari per finanziare infiniti cantieri. Aree industriali dismesse diventano discariche. I templi della Milano che lavorava trasformati in quartieri residenziali. La ‘ndrangheta fa affari. Gli stranieri fanno gli schiavi, la Lega dice di mandarli a casa loro, mentre loro in nero costruiscono le case nostre. Il portinaio che fa il lavoro sporco è il vice sindaco De Corato, l’uomo di La Russa. A Milano 35 mila persone sono in lista per una casa popolare. Ogni giorno si procede a decine di sfratti esecutivi (1030 nel 2009 +17,85% rispetto al 2008 a fronte di 19.849 richieste) quasi tutti per morosità. L’accesso ai mutui è sempre più difficile. E così sale la domanda, e i prezzi, degli affitti (nel 2010 gli affitti a Milano sono saliti del 2,4%, una media di 14,7 euro per metro quadro). I più colpiti sono i single, le giovani coppie, gli studenti, i precari, gli anziani e gli stranieri. L’unica fascia che se la spassa è quella di chi ha un reddito che va oltre i 700 mila euro l’anno. Per noi che andiamo al Fuori salone e poi siamo costretti a far la fila all’Ikea, resta una sola cosa da fare. Mandare via Moratti & soci. A casa.
Occupazioni Virtuose
La dura vita degli abusivi di San Siro, occupanti per necessità, di Giorgio Benedusi Sonia P. vive in una comunità da mesi con sua figlia piccola. Ha un lavoro parttime, con una paga troppo bassa per pagarsi un affitto e non può accedere ad una casa popolare perché era abusiva. Secondo l’articolo 15 del regolamento regionale 1/2004, un’occupante abusiva sfrattata, non può presentare domanda per accedere ad una casa popolare per 5 anni, a meno che non mandi sua figlia in istituto. Un’ipotesi che non ha neanche preso in considerazione. Sonia P. è uno pseudonimo, un nome fittizio per rispettare la riservatezza di una signora con una vita molto dura. Sono una famiglia abusiva come tante nel quartiere San Siro. Nella zona gli occupanti sono molti, concentrati nella zona attorno a piazza Selinunte. Si contano almeno 378 occupazioni su 6600 abitanti di case popolari, anche se il Sicet stima che nel 2009 gli abusivi erano almeno 500. La presenza di stranieri e persone afflitte da disturbi psichiatrici è altissima, una delle più elevate di Milano, assieme ad una povertà diffusa e grave. Eppure, nonostante questo scenario, San Siro può considerarsi un quartiere virtuoso. Da un rapporto dell’Associazione Sos Racket e Usura emerge infatti come in questa zona, a differenza di Niguarda o Quarto Oggiaro, con condizioni di povertà e abusivismo analoghe, la mafia non c’è. Ed è merito proprio delle famiglie, come quella di Sonia. «Abbiamo distribuito dei questionari agli abitanti, in cui chiedevamo se erano presenti racket ed abbiamo rilevato come le famiglie con bambini, tramite il passaparola, abbiano isolato e ridotto il racket - ha spiegato Frediano Manzi, fondatore dell’associazione Sos Racket e Usura – La malavita è costituita da calabresi e siciliani, ma è una criminalità di quartiere, non legata alle grosse organizzazioni». Determinanti sono state le iniziative che coinvolgevano queste famiglie nella cura e nella gestione degli spazi comuni. Un esempio è il contratto di quartiere, finanziamenti statali per la ristrutturazione degli stabili che interpellavano gli inquilini chiedendogli cosa dovesse essere risistemato e come. Altre iniziative sono state la ristrutturazione dei cortili degli stabili e di piazza Selinunte. «Questi progetti di manutenzione partecipata hanno creato dei momenti di socialità e una maggiore cura per gli spazi condivisi, che sono stati fondamentali nell’isolare i delinquenti», ha spiegato Tina Motta, membro del Sicet di San Siro. Tuttavia, l’Aler, che possiede un alto numero di alloggi popolari nel quartiere, conduce una politica degli sgomberi indiscriminati, senza distinguere tra famiglie e criminali. «Per noi tutti gli abusivi sono uguali. Non sappiamo chi sono i malavitosi e comunque non possiamo basarci sulle voci che ci arrivano», spiega Claudia Caselli, ufficio stampa di Aler. L’Aler coordina una rete di custodi in ogni stabile, che fanno attività di controllo e sono tenuti a redigere rapporti. Proprio
su questa base, l’ente avrebbe tutti gli strumenti per accedere a informazioni su abitanti e occupanti. Tina Motta del Sicet conferma, non senza una nota polemica: «L’Aler non può lavarsene le mani. Con tutti quei custodi, come fa a non sapere da dove vengono e cosa fanno i suoi inquilini?». In via Tracia parliamo con il portiere di uno stabile: «Mah, gli occupanti di questo palazzo li incrocio ogni giorno, quando gironzolano in cortile». E le critiche sollevate all’Aler non si fermano qui. Il Sicet infatti sostiene che l’Aler tende a sgomberare maggiormente le famiglie rispetto ai delinquenti, una tendenza che pare essersi ridotta ultimamente, ma che rimane ancora significativa. «Hanno maggior difficoltà a buttare fuori gli spacciatori. Con le famiglie invece è più facile. Così possono tenere alto il numero degli sgomberi, senza incontrare grosse resistenze», ha raccontato Motta. Le fa eco Angelica Palmas, lavoratrice in un bar in via , che racconta: «Qui davanti c’è gente che spaccia da anni. Ci sono anche le telecamere, ma nessuno fa niente». Secondo Motta il dato che dimostrerebbe questa tendenza è quello degli sgomberi effettuati soltanto con i tutor, senza le forze di polizia, e quello dei rilasci spontanei. I tutor «sono quelli che fanno gli sgomberi in flagranza, quando un occupante s’è insediato meno di 24 ore – spiega Caselli - In realtà anche i tutor eseguono sgomberi di abusivi consolidati». Per quanto riguarda i rilasci spontanei, invece, solitamente vengono eseguiti da ispettori. «Un ispettore va dagli occupanti e gli dicono che la prossima settimana verranno sfrattati, a meno che non firmino un foglio che li obbliga ad abbandonare la casa spontaneamente entro un mese», racconto Motta. Questo tipo di sgomberi, senza la polizia, «funziona soltanto con le famiglie, perché sono i soggetti più fragili, più esposti alla minaccia di sfratto, a differenza dei delinquenti che non si spaventano» spiega Motta. Dai dati forniti dall’Aler i rilasci spontanei effettuati nel 2010 a San Siro sono stati 25. Gli sgomberi effettuati con le forze dell’ordine nel 2010 invece sono stati 78. L’Aler ha smentito queste accuse ribadendo che «non facciamo distinzioni. Sgomberiamo tutti perché un abusivo ruba la casa a qualcun altro che se la merita», ha risposto Caselli.
Un uomo muore in casa tra le fiamme Lunedì scorso, Pasqualino Bruno tindaro, 74 anni, è morto in casa sua a causa di un incendio scoppiato per una fuga di gas. Tindaro viveva al piano rialzato di uno stabile popolare gestito dall’Aler, in via Mar Jonio, in zona San Siro. Abitava con una giovane peruviana, che era fuori casa. La fuga di gas ha fatto scattare l’allarme, ma subito è scoppiato l’incendio che ha causato la sua morte.
Expo 2015: da vanto della Moratti a problema da tenere nascosto. Mentre scriviamo questo pezzo, qualcuno starà scrivendo delle altre cose, per conto della Moratti, da consegnare martedì 19 aprile al Bie di Parigi (l’organismo internazionale che ha assegnato a Milano l’Expo del 2015). Compito arduo per il sindaco: convincere i parigini che i lavori per l’esposizione universale procedono a gonfie vele. Niente di più lontano dalla realtà. I lavori sull’area su cui dovrebbero sorgere i padiglioni di Expo non solo non sono iniziati, ma ancora non si è sciolto il nodo delle aree, della loro acquisizione e della fine che faranno una volta che calerà il sipario sull’esposizione. O meglio, tutti noi sappiamo cosa succederà se Expo sarà fatto: cemento prima, nuovi quartieri residenziali e parcheggi poi. Il tutto confezionato in un bel decreto d’emergenza che spazzerà via lacci e lacciuoli e farà decidere al commissario in deroga alle leggi vigenti. Nell’attesa culliamoci in questo che è uno dei più grandi fallimenti della giunta Moratti. Fallimento tanto evidente che il sindaco ha deciso di tenere Expo in un angolino della sua strabordante campagna elettorale. Un esempio su tutti: nel libro inviato a tutti i milanesi “I cento progetti realizzati” Expo 2015 è relegato negli ultimi capitoli e liquidano in neanche cinque pagine. Doveva essere il fiore all’occhiello da sbandierare ai quattro venti, è diventato argomento d’imbarazzo perfino per gente senza vergogna come Moratti e i suoi compagni di merende Formigoni e Podestà (la Lega invece di Expo 2015 non ne parla proprio). Formigoni ha la sua parte di interessi tramite il braccio economico e commerciale di Comunione e Liberazione, la Compagnia delle Opere. Podestà è in pieno conflitto d’interessi rispetto ad uno dei due proprietari delle aree su cui dovrebbe sorgere l’evento: i Cabassi, proprietari del 25% dei terreni a nord ovest di Milano, di cui il presidente della Provincia Podestà e sua moglie sono soci tramite un giro di holding e partecipazioni. Tradotto: Podestà dovrà dare il suo importante e decisivo parere, insieme alla Moratti e a Formigoni, sulla modalità di acquisizione delle aree dai privati di cui lui stesso è socio. Un caso da manuale, in cui interesse pubblico e interesse privato si sovrappongono. Sull’acquisizione delle aree l’altra partita che si sta giocando è tra Comune e Regione, quindi Moratti Vs Formigoni. La Moratti sostiene il comodato d’uso (quindi a fine esposizione le aree ritornerebbero nelle mani dei privati), Formigoni vuole invece creare una nuova società, una Newco, per acquisire le aree e mantenere l’investimento nel dopo Expo. Se la Moratti perderà le elezioni, Formigoni e Podestà avranno campo libero per ridefinire i loro affari. Magari trovando il giusto compromesso con un Pd che su Expo (complici gli interessi del papà del progetto vincente del 2008, il capolista del Pd sconfitto alle primarie da Pisapia, Stefano Boeri) ha sempre avuto posizione favorevole. Ma Expo 2015 non è solo i lavori sull’area di RhoPero che non partono. L’esposizione funge da acceleratore per tutta un’altra serie di operazioni speculative che con Expo trovano giustificazione e legittimità. A partire dallo sgombero del campo rom di via Triboniano, risolto alla meno peggio grazie alla mediazione della Casa della Carità. Lì sorgerà parte del progetto di Cascina Merlata, il villaggio che ospiterà gli addetti impegnati per sei mesi nell’Expo. Un nuovo quartiere che sorgerà su oltre 520mila metri quadri. Lo scorso primo aprile il comune di Milano ha dato il via libera al progetto. Il campo di via Triboniano sarà definitivamente abbattuto entro la fine di aprile. Altra zona dove il mostro Expo ha iniziato a muovere i suoi tentacoli è Arese. Il sette aprile scorso sono stati sgomberati dalla portineria dell’ex Alfa i 65 lavoratori di Innova Service da mesi in presidio dopo essere stati licenziati. Devono lasciare spazio a uno dei quattro parcheggi che serviranno Expo e a un mega centro commerciale.
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15/04/2011 www.milanox.eu
Nelle vene della città di Manlio Colino Il sottosuolo: ecco il più grande spreco dell’amministrazione del Comune di Milano. A dispetto delle chiacchiere sul federalismo fiscale, il sottosuolo di proprietà demaniale non è mai stato messo a bilancio. Questo vero e proprio tesoro fatto di canali e intercapedini, opere interrate e fiumi, fognature e tubazioni, serbatoi e condutture, di esclusiva proprietà comunale, è gestito in modo a dir poco approssimativo. Di ciò che scorre sotto i nostri piedi ci occupiamo poco e male, tranne quando le esondazioni del Seveso procurano milioni di euro di danni senza che ciò dia vita a nessun serio intervento di regolamentazione. La mancanza di mappe e misurazioni precise si trasforma inoltre in un bengodi per tutti quei soggetti privati, aziende e cittadini che abbiano interesse a sfruttare il sottosuolo come meglio credono. Un patrimonio ignorato da chi dovrebbe gestirlo, nonostante potrebbe fornire un gettito fiscale cospicuo. Il Comune possiede, infatti, (o meglio possedeva) le mappe storiche di tutti gli interventi pubblici e soprattutto privati realizzati nel sottosuolo. Allacciamenti fognari, condutture, scoli, tutte quelle opere fondamentali e necessarie per collegare le abitazioni alla rete idrica e fognaria della città. Una torta succulenta che in chiave Expo varrebbe milioni di euro. Peccato che all’ufficio competente, in via Pirelli 39, i responsabili siano attualmente accusati di aver venduto e sottratto molte di queste importanti mappe, che non si trovano più negli archivi. Molte voci di corridoio li accusano di far pagare come nuovi allacciamenti che in realtà finiscono in uno dei vecchi canali fognari di cui è ricco il sottosuolo milanese. I vertici del settore Sportello Unico per l’Edilizia sarebbero stati informati delle gravi irregolarità, ma per ora non si sono viste contromisure concrete. Intanto molte richieste ‘legali’ di indagini del sottosuolo e di allacciamenti ai condotti fognari esistenti rimangono inevase, vista la ‘sparizione’ delle mappe e delle sezioni. I dati riguardanti gli scarichi fognari milanesi parlano chiaro. Solo il 60% di uffici, abitazioni e aziende sono collegati a condutture a norma di legge. Il restante 40% si disperde tra raccolta di acque nere, vecchi canali, scarichi di vario tipo, quando non finisce nel complesso sistema di acque sotterraneo che da secoli scorre sotto la città. Sotto Milano oltre all’Olona, al Seveso, al Nirone e alla Vettabbia, ai Navigli con le loro conche e a diversi canali scolmatori, si muovono imponenti quantità d’acqua. Fiumi e canali che raccolgono la massa d’acqua che si riversa dalla parte settentrionale della città, oltre a fonti e risorgive ancora presenti sotto l’asfalto (soprattutto nell’ampia fascia ‘oltrecirconvalazione’ che va da viale Certosa, passando dal Gallaratese fino a Baggio): un’enorme flusso idrico che viene interrato per riemergere lungo tutto l’asse meridionale di Milano dal Corvetto passando da Taliedo, Ripamonti, Ronchetto delle Rane, Quinto Stampi, fino al sistema di raccolta dei Navigli. Lo scandalo delle mappe ‘sparite’ non è l’unico del sottosuolo. Si accompagna infatti all’enorme dispersione di acqua potabile del sistema idrico milanese, un problema irrisolto. La recente riqualificazione di corso Buenos Aires, dove esiste uno dei più grandi sistemi di irrogazione di acqua potabile, avrebbe potuto rimediare a parte del problema. Ma la sostituzione delle tubature vecchie di 90 anni avrebbe bloccato il commercio delle potenti lobby presenti nella zona per mesi. Risultato: sopra tutto è nuovo, i marciapiedi sono stati riqualificati alla grande. Sotto tutto è rimasto come nel 1920. Qualcuno di voi, forse, spenderebbe una fortuna per le piastrelle del bagno senza rifare i tubi sottostanti? Quale folle si accollerebbe il rischio di dover rispaccare tutto per inevitabili rotture e perdite d’acqua? Una domanda che resta sospesa nel vuoto vista la totale assenza di critica e controllo esercitata da media e opposizione. Nessuno degli interventi dei consiglieri in aula durante la legislatura che sta per scadere riguardava il sottosuolo nella sua interezza…
Un cimitero pieno di Linfa
Rifiuti Senza Confini
Nessuno sa che fine hanno fatto i veleni della Sisas di Pioltello, di Federica Ferrario * Quasi 280.000 tonnellate di rifiuti, in gran parte nerofumo contaminato da mercurio, idrocarburi policiclici aromatici e ftalati alle porte di Milano e molti punti interrogativi sulle operazioni di bonifica. Quella dell’area ex Sisas di Pioltello-Rodano è una storia che puzza di bruciato. Greenpeace lo ha denunciato con il dossier “Una sporca storia”, mentre il Commissario per l’Ambiente UE, Potocnik, il Ministro Prestigiacomo e il Presidente della Regione Lombardia, Formigoni si stavano riunendo a Milano per fare il punto sulla situazione dello svuotamento delle discariche A e B dell’area. Lo stabilimento ex SISAS situato in Rodano (MI) occupa una superficie di 330 mila metri quadrati ed è compreso nel cosiddetto «Polo chimico di Pioltello-Rodano». In questa area erano presenti in due discariche da bonificare, denominate A e B, mentre una terza discarica, denominata C, sarebbe stata già svuotata di circa 35.000 tonnellate di rifiuti. Il polo chimico di Pioltello-Rodano è inserito nella lista dei siti di bonifica di interesse nazionale. È dal 1986 che lo stabilimento ex Sisas deve fare i conti con la bonifica delle discariche e, dopo la condanna del Tribunale di Milano, la questione è passata direttamente in mano alla Commissione europea che nel 2004 ha stabilito una condanna per la mancata bonifica. Per evitare la maximulta che l’Italia dovrebbe pagare per la mancata applicazione della sentenza del 2004, dal gennaio 2011 hanno operato quotidianamente sull’area da bonificare centinaia di camion che trasportavano il nerofumo misto a terra in siti tuttora non identificati e non comunicati al pubblico dal Commissario Delegato Luigi Pelaggi. I lavori di svuotamento e trasferimento del nerofumo si sono svolti in gran fretta e in assoluta segretezza. Un esempio su tutti, il caso del sindaco del comune di Chivasso che, poche settimane fa, ha bloccato lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla ex Sisas nella discarica locale, citando l’assoluta mancanza di informazioni su quantità e natura dei rifiuti, smaltiti soprattutto di notte e nei giorni festivi. Non solo, la Daneco Impianti, società incaricata di gestire le operazioni di smaltimento, ha dato informazioni solo su 25.000 tonnellate di rifiuti pericolosi, parte delle quali pesantemente contami-
nate da mercurio, che sono state spedite in discarica a Nerva, in Andalusia. In Spagna la società Befesa, che gestisce la discarica di Nerva, è sotto accusa da tempo per una gestione disinvolta dei rifiuti. Quelli provenienti dalla ex Sisas avrebbero dovuto subire un trattamento fisico-chimico di stabilizzazione prima di essere smaltiti. Invece, secondo denunce presentate da gruppi e partiti locali, nessun impianto di trattamento è in funzione a Nerva e secondo le Autorità dell’Andalusia non è stata data nessuna autorizzazione all’importazione di rifiuti pericolosi. Da notare che, in aggiunta ai rifiuti provenienti dall’area ex SISAS la discarica di Nerva accoglie notevoli quantità di rifiuti, anche pericolosi, in provenienza dai lavori di bonifica dello stabilimento ex Stoppani di Cogoleto (Genova) e gestite dalla ditta Riccoboni S.p.A., oltre che rifiuti pericolosi in provenienza dalla società Ilva di Genova. Queste spedizioni sono state rilevate in partenza dal porto di Genova e sono state oggetto di contestazioni da parte di associazioni ecologiste e partiti spagnoli, in quanto la discarica di Nerva non risulta essere dotata di quegli impianti di pre-trattamento fisico-chimico che potrebbero permettere il necessario smaltimento in sicurezza dei rifiuti pericolosi in provenienza dall’Italia. Non esistono dati certi e definitivi rispetto alla tipologia e quantità di rifiuti pericolosi, originariamente presenti nelle discariche della ex Sisas e la loro destinazione finale, nonostante le richieste fatte da mesi a Ministro e autorità competenti. Risolvere il problema dello svuotamento di due discariche abusive contenenti rifiuti tossici in provincia di Milano, semplicemente trasferendo in fretta e segretamente l’inquinamento nel resto d’Italia e all’estero è un’assurdità. I cittadini italiani ed europei hanno il diritto di essere informati e tutelati. Per questo motivo chiediamo nuovamente al Ministro Prestigiacomo e al Commissario Potocnik: che fine hanno fatto i rifiuti di PioltelloRodano? http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/Una-sporca-storia* Greenpeace
Al Qarafa è la città dei morti al Cairo. Ma come spesso insegna la biologia, basta pensare agli scarabei stercorari e di tutte le altre orribili schifezze che accarezzano i cadaveri, dalla morte non può che nascere la vita. E dunque 800mila persone, naturalmente e con grande tranquillità, hanno pensato bene di occupare cappelle e mausolei per farli diventare abitazioni. Pensate cosa succederebbe se qui a Milano decidessimo di colonizzare il monumentale: ville di lusso per tutti. Anche al Cairo la situazione è particolare: a differenza di altri slums in altri luoghi del mondo, la città dei morti ha imposto una sorta di ordine e di organizzazione, forse anche perché il caldo e l’aridità sterilizzano tutto. Un po’ per amore del paradosso, un po’ perché evidentemente l’acqua qui non manca, la Facoltà di agraria di Milano ha lanciato un progetto di aiuto internazionale (si chiama microjardins) che è stato messo a punto da agronomi designer e ingegneri, per aiutare il popolo delle tombe, che come tutti i popoli che si rispettino, coltiva l’orto sotto casa. Secondo gli esperti arrivati dall’occidente però, la terra non era buona (la sabbia è terribile), in più era sacra. Soluzione? Fornire alle famiglie delle cassette di plastica da riempire di materiale inerte per coltivare le piante dell’orto con la tecnica idroponica: vale a dire con le radici immerse nell’acqua. Gli abitanti del Cairo qualcosa di loro ce l’hanno messo: le varietà locali e preziose che vengono tramandate da famiglia a famiglia. Proporre quelle messe a punto apposta per questo tipo di coltivazione sarebbe stato effettivamente un po’ eccessivo. Il team che lavora al Cairo ha individuato 5 buone ragioni: non viene alterata la sacralità della terra, si risparmia acqua (ma il paragone è con l’agricoltura industriale, non con quella locale), la coltivazione non ha cicli stagionali, gli spazi sono flessibili (basta aggiungere o eliminare un contenitore). Si possono ovviamente individuare anche altrettanti problemi: tutti gli esperti sono italiani (tranne i mediatori culturali e gli interpreti), il progetto non consente alla gente una re-interpretazione e una trasformazione, non permette l’autoorganizzazione, crea dipendenza da un tecnologia che non è generata localmente, si perdono le antiche conoscenze dell’agricoltura di aridità. Chiarire i dubbi e saperne di più è facile: ne parlano sabato 16 aprile presso Set space, Ripa di Porta Ticinese 9.
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Il profugo dove lo metto?
Pagina a cura del magazine dell’Italia multietnica - www.mixamag.it
Prima gli stranieri di Angiola Bellu
di Francesco Bianco Sì, no, forse. Sembra confusa la situazione a Milano sull’accoglienza dei profughi, dopo la crisi nel Nord Africa. Forse consapevoli che di questi tempi l’argomento può determinare la vittoria alle prossime elezioni per il sindaco, i principali candidati alla poltrona ci vanno molto cauti. Il tema, nonostante sia caldissimo, non è al centro del dibattito. Scoppiata l’emergenza se n’è parlato, poi più niente. Innanzitutto bisogna ricordare che al momento in Italia sono arrivate poche centinaia di persone che hanno il diritto allo status di rifugiati. La stragrande maggioranza di coloro che hanno attraversato il Mediterraneo arriva dalla Tunisia, paese dove non si vive una situazione di guerra. Il piano del governo, quindi, per affrontare l’emergenza dell’eventuale arrivo di 50.000 rifugiati non riguarda, se non in casi limitati, i 26.000 nordafricani giunti negli ultimi mesi. La distribuzione dei 9.000 profughi destinati alla Lombardia non è mai avvenuta. E’ stato un modo per permettere di gestire una situazione di crisi, se mai nei prossimi mesi arrivassero in Italia decine di migliaia di africani provenienti da Paesi in guerra. Milano ha ospitato 7.000 rifugiati negli ultimi 5 anni. Nel 2010 la città ha accolto 817 richiedenti asilo, lo 0,06% della popolazione. Per dare loro una sistemazione sono stati spesi dal Comune quasi 9 milioni di euro. Le strutture a disposizione per il programma di accoglienza hanno però solo 444 posti. Quindi il tema centrale è questo. Non si tratta di farli venire o meno a Milano, visto che il diritto d’asilo è previsto dalla nostra Costituzione. Ma sulle strutture adatte da destinare ai rifugiati, il silenzio è pressoché totale, c’è solo una manifestazione d’intenti, più o meno propagandistica. Letizia Moratti ha messo le mani avanti: “La ripartizione deve tener conto di quanto Milano sta già facendo”. Donna Letizia aveva già chiesto all’Anci di promuovere insieme all’Europa la richiesta di una ripartizione dei flussi. “Noi sindaci italiani già lo facciamo nei confronti delle città siciliane - ha spiegato il sindaco - è un principio di solidarietà che esiste e che chiediamo all’Ue”. Sui tunisini a parlare è stato il vice sindaco De Corato, che ha detto che sono clandestini e devono essere rimpatriati. Forse ha dimenticato che Berlusconi ha dato il via libera affinché i nordafricani abbiano i permessi temporanei, e quindi sono liberi di muoversi in tutta Italia, Milano compresa. Appare decisamente più convinta l’intenzione di accogliere i profughi da parte di Giuliano Pisapia. Lui ha detto che anche Milano dovrà essere pronta a ricevere “parte di queste persone in un periodo di così grande difficoltà, così come è nel dna milanese”. In caso sia eletto sindaco, Pisapia ha assicurato che se sarà il governo a chiederglielo ospiterà alcuni tunisini. Ma ha aggiunto che “nessuna città, nessun paese può risolvere questa situazione da solo”, rivolgendo anche lui un appello all’Unione europea “l’unica in grado di poter risolvere il problema attraverso direttive mirate” per creare le condizioni per poter farli tornare presto nel loro paese di origine. Ma su dove e come accoglierli anche da lui, al momento, nessuna idea, né indicazione.
Ospedali Milanesi Bocciati
Difficilissimo accedere alle cure per gli stranieri senza permesso di soggiorno, di Francesco Bianco Lunghe attese (di mesi!) anche in caso di emergenza, atteggiamento ostile da parte del personale sanitario, nessuna preparazione a gestire persone che non parlano bene l’italiano. In poche parole una sostanziale disapplicazione della normativa italiana per la cura degli immigrati senza permesso di soggiorno. Il rapporto stilato dal Naga, l’associazione volontaria di assistenza socio sanitaria per i diritti di cittadini stranieri, rom e sinti, non lascia spazio a dubbi: la sanità milanese è da bocciare nella cura a chi non è in regola con i documenti. L’indagine è stata portata avanti dalla metà di novembre 2010 alla metà di marzo 2011 sui 560 pazienti che si sono rivolti presso l’ambulatorio medico dell’associazione. In Italia il diritto alla salute è garantito a tutti. L’articolo 32 della Costituzione lo riconosce come fondamentale per l’individuo e d’interesse della collettività, oltre a garantire cure gratuite agli indigenti. Ma c’è di più. Il nostro ordinamento assicura esplicitamente questo diritto ai cittadini stranieri senza permesso di soggiorno. E’ l’articolo 35 del decreto legislativo n° 286 del 25 luglio 1998, che prevede l’erogazione del codice Staniero Temporaneamente Presente (STP). In questo modo all’irregolare, anche in via assolutamente anonima, sono assicurate le cure ambulatoriali ed ospedaliere, gli interventi di medicina preventiva e le relative cure. Fin qui la legge. Poi c’è la realtà. Rashid è un giovane palestinese, che ha avuto un problema cardiaco. Necessita di controlli regolari, che però a Milano non riesce a fare. Un medico del Naga lo invia al Fatebenefratelli. Qui - inspiegabilmente - gli rifiutano l’STP. Nonostante sia tornato accompagnato da un volontario, il risultato non cambia e anche in questo caso senza alcuna spiegazione. Si cambia ospedale - il Policlinico - ma la sostanza resta la stessa: niente STP, nessuna motivazione. Il Naga tenta nuovamente una mediazione ma si scontra con il muro di gomma del rimpallo delle responsabilità. Si rivolge a un altro istituto, il Niguarda, e finalmente riesce a ottenere l’agognato appuntamento al quale per legge Rashid ha diritto. Carla a febbraio si presenta al Naga. E’ salvadoregna e ha 31 anni. Ha per-
so 8 chili senza apparente motivo. A una prima visita sembra che abbia una strana massa addominale. Si decide per l’invio in ospedale. Carla viene accompagnata al San Raffaele. Lei e la volontaria fanno il giro degli uffici. Alla fine riescono a strappare un appuntamento, ma solo tre mesi dopo, nonostante la sua situazione sia grave. A questo punto viene mandata all’ambulatorio migranti dell’Ospedale San Paolo, dove è tuttora in cura. Rashid e Carla sono solo due esempi, tra i molti, di come vengano trattati gli stranieri nei nostri ospedali. Uno su tre è uomo, mentre la metà non ha più di 35 anni. Sono soprattutto egiziani, marocchini, senegalesi, singalesi, tunisini, rumeni e peruviani. Quasi tutti sanno esprimersi sufficientemente in italiano. Secondo l’indagine, in termini percentuali il codice STP è stato assegnato nel modo corretto solo nel 16,7% di chi ne ha diritto. Al 61,6% dei pazienti è stato negato o è stato assegnato e non utilizzato. In molti casi l’unica possibilità di cura è rappresentato dalle organizzazioni di volontariato che però non dispongono delle attrezzature diagnostiche adeguate a patologie gravi. A complicare la faccenda il fatto che il corretto accesso alle cure dipende dal caso, ovvero da quale medico ci si trova di fronte in ospedale. Ad esempio al Policlinico, al San Paolo, al Niguarda e al Fatebenefratelli, l’atteggiamento passa dalla piena assistenza al rifiuto del paziente immigrato irregolare. Pollice in giù per il San Rvaffaele e il Centro Traumatologico Ortopedico (CTO), che hanno una completa chiusura verso chi non ha il permesso di soggiorno. Così è più volte successo che persone con la stessa diagnosi, e che si sono rivolte allo stesso ospedale, hanno ottenuto trattamenti diametralmente opposti. Mancano insomma informazione e direttive regionali precise. Dall’indagine del Naga, la legge che garantisce la cura a chi non ha i documenti è ampliamente disattesa non solo per quanto riguarda l’erogazione dell’STP, ma anche per la mancata istituzione di ambulatori per la presa in carico dei cittadini stranieri irregolari. E questo nella regione con il numero di stranieri più alto d’Italia. Una condotta inutile e grave, solo cattiva.
La provocazione di un preside di una scuola di Monza Nell’ottimo istituto tecnico di Monza Mapelli – certificato ISO 900 – sta scoppiando il finimondo. Il Dirigente Scolastico Antonio D’Alterio ha deciso che da quest’anno gli studenti stranieri avranno la priorità, rispetto agli italiani, nelle iscrizioni alle prime classi. La Lega ha subito dichiarato guerra al preside e i rappresentati del Carroccio hanno già scritto una lettera al ministro dell’Istruzione Gelmini per chiedere verifiche sulla validità della provvedimento. Pare che alla base della decisione della scuola ci siano fondi da ricevere… Professor D’Alterio, la sua decisione sta scatenando un putiferio. La Lega è sul piede di guerra. Sì, ma non me ne importa un fico secco! Loro mi vogliono vedere “morto” e io voglio vedere “morti” loro, su questa faccenda. Non hanno capito niente. Allora ce la spieghi. Lei immagini 27 ragazzi in classe. Immagini la terminologia che si utilizza nella nostra scuola dove si studia Fisica, Chimica, Scienza delle costruzioni: se è “arabo” per l’italiano, è “cinese” per l’arabo. Se io metto al primo posto gli stranieri lo faccio per chiedere un progetto, per aiutare queste persone perché non debbano fare da zavorra agli studenti italiani con un enorme dispendio di energia. Ma perché mettere una corsia preferenziale per gli stranieri? E’ una provocazione: se li fai arrivare dall’Africa, perché non vuoi dare loro un’istruzione in Italia? Un ragazzo straniero è muto e sordo: non sa parlare italiano e non capisce ciò che gli si dice. Quindi è un disabile. Per me, a scuola è sullo stesso piano del disabile. Ma lei avrà più finanziamenti per la sua scuola quanti più stranieri riesce a iscrivere? Ma va! Io non avrò un soldo! Io non voglio soldi, voglio un progetto. Da chi lo vuole? Dal Ministero della pubblica istruzione o dalla Regione Lombardia. Scusi ma sul suo caso ho letto che più stranieri lei ha a scuola, più finanziamenti riesce ad avere. Non è vero: è una grande sciocchezza. I soldi che riceviamo a scuola sono sempre gli stessi. Devo riscrivere il pezzo: lei non avrà più finanziamenti. Ma no! Io devo prendere i soldi dal fondo d’istituto, quelli che mi manda il ministero. E devo organizzare con questi anche i professori che insegnano l’italiano. Tutto con quattro soldi. I famosi CTP (Centri Territoriali Permanenti) secondo lei, funzionano? E quanti soldi arrivano in questi centri? Indaghi, ci metta le mani dentro. Non venga da me che non ho niente: venga a vedere i bilanci.
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15/04/2011 www.milanox.eu
INDY TELEGRAPH Il Boccaccio libera uno spazio 9-04 @15.47 Centinaia di persone ridanno vita alla FOA BOCCACCIO 003, occupando lo stabile dismesso da anni in via Aspromonte 12, angolo via Quarnaro, a Monza. La nuova FOA BOCCACCIO è uno spazio pubblico e cittadino, antirazzista e antifascista. Calendario iniziative: - giovedì 14 aprile, ore 21.30: assemblea contro le privatizzazioni di NEI e Villa Reale - sabato 16 aprile, ore 21: concerto DESAPARECIDOS a cura dei collettivi studenteschi e uds - domenica 17 aprile, ore 9: PEDALATA PARTIGIANA
UN MESE IN MOVIMENTO di Matteo e Faber Il posto è bellissimo ed un piacevole sole estivo riscalda i presenti nel cortile. La frenesia e l’entusiasmo sono quelli di un posto appena occupato. Il Boccaccio, ancora una volta. Una boccata d’aria fresca nel cuore della Brianza. Qui domenica 10 aprile si è svolta la prima assemblea di movimento in vista dello sciopero generale indetto dalla Cgil per il 6 Maggio.
A Bergamo Maroni respinge anche le contestazioni 09-04@23.57 Questa mattina ad accogliere il ministro Maroni c’era anche chi voleva dimostrate tutto il proprio disappunto per le politica sull’immigrazione del governo e di Schengen. Qualcuno che crede semplicemente che le persone abbiano il diritto di vivere in qualsiasi parte del nostro pianeta, senza subire alcuna discriminazione. Il tentativo di srotolare lo striscione di contestazione è stato impedito con ogni mezzo da parte delle forze dell’ordine A Padova CGIL e PD impediscono manifestazione precari 09-04@23.48 A Padova CGIL e Partito Democratico hanno bloccato con la celere la manifestazione dei precari. Hanno preso la palla al balzo, dovevano proprio sentirsi impacciati nell’appoggiare la giusta rabbia di una categoria che hanno creato proprio loro! Basta leggere le dichiarazioni del pidiellino Ruzzante, uno tra coloro che in Parlamento hanno votato il precariato e l’appoggio alle guerre, per capire che aria tira. Sgombero all’Alfa di Arese polizia e carabinieri tutelano le speculazioni immobiliari in vista di EXPO 2015 7-04 @13.15 Questa mattina un centinaio di carabinieri e poliziotti hanno sgomberato il presidio dei 62 lavoratori di Innova Service che da 56 giorni occupavano la portineria sud ovest dismessa dell’Alfa Romeo di Arese, da quando cioè sono stati licenziati in tronco senza alcun ammortizzatore sociale. Assemblea Climate Camp il 13 in Torchiera 0604@20.23 Il NoExpo Climate Camp prende corpo. Nella prima settimana di maggio ci saranno momenti di approfondimento in vari luoghi della città sui temi dell’abitare, della rendita immobiliare, sul significato di città pubblica , per decostruire l’immaginario di expo e della città vetrina e avviare un percorso orizzontale nella città di partecipazione al Camp. Cassazione, archiviazione per caso Lonzi 0704@10.28 La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali della madre di Marcello Lonzi, giovane deceduto nel 2003 nel carcere delle Sughere a Livorno. Non si riapre il caso, viene confermata l’archiviazione disposta, nel maggio scorso, dal Gip di Livorno Rinaldo Merani. Quando napolitano non voleva i profughi 0604@20.55 Oggi Napolitano parla di accogliere i clandestini in modo umano, ma nel 1997, piena emergenza profughi albanesi, da Ministro dell’Interno dichiarava: “I campi profughi si facciano ma non da noi, ma a casa loro. Ai profughi non va dato asilo“. E insieme al governo di sinistra diede il via al rimpatrio dei clandestini, alimentando la paura della gente. Ma nessuno parlava di razzismo e xenofobia. Mica governava Berlusconi. Tagli alla salute maa per le elezioni disgiunte i soldi ci sono 04-04@17.25 Tagli alla salute per 130 milioni di euro: 300.000 anziani con maculopatia a rischio cecità non vengono più curati dal Servizio Sanitario Italiano che li condanna così alla perdita della vista. Si spendono però 400 milioni per votare i referendum in data distinta dalle amministrative. Contro questa ingiustizia tutta italiana si mobilitano le associazioni di pazienti maculopatici di tutto il mondo.
Foa Boccaccio 2011
Monza è più bella con un nuovo spazio sociale, ecco il nuovo centro occupato Come l’araba fenice, la Fabbrica Occupata Autogestita Boccaccio 003 risorge per l’ennesima volta. Abbiamo quasi perso il conto di quante volte ci è toccato ripartire da zero nella battaglia per uno spazio sociale a Monza, ma alla fine ogni volta la determinazione con cui si affronta un’occupazione cresce. Quella di sabato 9 aprile è stata una mobilitazione metropolitana per la conquista dello spazio, ma soprattutto è stata la manifestazione tangibile della volontà dei giovani monzesi di riprendersi uno dei pezzi più significativi della storia cittadina recente. Un luogo che si possano costruire da soli, autogestire, riempire dei propri progetti e contenuti. E ora ci vogliamo godere fino in fondo questi primi giorni di occupazione che, inutile nasconderlo, sono i più delicati, sono quelli su nei quali si gioca buona parte della partita della permanenza all’interno dello spazio. Ci eravamo dimenticati di quanto fossero intensi. Perché mentre pulisci lo spazio hai da pensare a come difenderlo, perché mentre prepari la programmazione hai da pensare a come gestire un eventuale sgombero, perché le assemblee sono permanenti e i cellulari suonano in continuazione con aggiornamenti su tutti i fronti. I compagni che da Milano chiedono notizie, la società civile monzese che si interroga sulla legittimità dell’occupazione, il vicinato che si avvicina un po’ incuriosito, un po’ intimorito. E poi tantissime persone nuove che si affacciano su un luogo libero e ne rimangono ammaliate per le potenzialità future. Il collettivo che in due giorni raddoppia i propri numeri, i pernottamenti all’addiaccio e poi i pensieri su come si trasformerà lo spazio nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Ci ricordiamo bene come abbiamo rivoluzionato gli stabili di via Boccaccio 6, come è
stato possibile fare di una area post industriale un luogo con teatro, sala concerti, cucine, etc…e siamo pronti a farlo anche qui. Però basta poco perché ai sogni subentri rapida la preoccupazione e il cinismo di chi più volte si è trovato ad aprire spazi alla cittadinanza per poi subire sgomberi pressoché immediati. Allora si vive alla giornata cercando di rafforzare il progetto culturale e politico su cui costruiamo la convinzione che Monza sia molto più bella con uno spazio sociale autogestito. Perché lasciarla sola nella mani del nostro sindaco e della sua giunta sarebbe un errore clamoroso, sarebbe un modo per abbandonare la città in cui siamo nati e cresciuti ad un processo di declino irreversibile, fatto di cementificazione, telecamere, traffico, razzismo… Sul nostro blog boccaccio.noblogs.org potete seguire lo sviluppo di questa occupazione, che con determinazione faremo in modo sia definitiva e stabile. Da quasi dieci anni ci muoviamo in questa città e sappiamo che molto più che all’inizio del nostro percorso Monza ha imparato ad apprezzare l’operato di un collettivo aperto e attivo su più fronti. Il 25 aprile e il primo maggio sono alle porte e saranno le prime date attorno alle quali riempire di contenuti lo spazio: antifascismo e lotta alla precarietà sono le parole d’ordine di queste prime settimane. E poi c’è la manifestazione di Caorso contro il nucleare, ci sono gli stati generali della precarietà, ci sono le mille proposte del portale di controinformazione www.monzagiovani.org …insomma già ci manca il tempo per fare tutto ciò che avremmo in mente di fare, ma almeno lo spazio lo abbiamo trovato. E abbiamo tutta l’intenzione di tenercelo.
Un appuntamento che in tanti avrebbero voluto a dicembre, sull’onda del movimento degli studenti e della rivolta della generazione precaria a Roma il 14 dicembre. Uno sciopero che in tanti avrebbero voluto di otto ore. Uno sciopero per molti versi insoddisfacente, ma pur sempre uno sciopero generale. Una data che può diventare un passaggio importante, quasi un laboratorio per future mobilitazioni. L´ultimo grande sciopero che l´Italia ricordi è quello di quasi dieci anni fa sull´articolo 18. Ed il paese si bloccò. Sembra passato un secolo, in realtà solo un decennio, potremmo benissimo chiamarlo il “decennio precario”: ad esempio in Lombardia (che da sola produce un quarto del Pil nazionale) 8 nuovi assunti su 10 sono precari. L´immaginario dello sciopero di un tempo con le fabbriche chiuse e migliaia di tute blu che da Sesto San Giovanni calavano verso il cuore della città è ormai storia del secolo scorso, a fianco degli operai, nuovamente protagonisti ed ormai precarizzati da Marchionne, nuove figure sociali sono emerse negli ultimi anni. Insomma alcuni lo chiamano sciopero generalizzato, altri sciopero precario, la scommessa comune è quella di riuscire a rompere la gabbia del ricatto sul posto di lavoro e riprenderci il diritto di sciopero. Come qualche anno fa hanno fatto i lavoratori dell’ATM con il famoso sciopero “selvaggio”: l’unico sciopero che, negli ultimi anni, ha prodotto un danno reale alla controparte. Come non ricordare poi i blocchi dell’Onda in autunno? Questi alcuni esempi, altri sicuramente da inventare. Sabato 16 e domenica 17 aprile a Roma si terranno gli Stati Generali della Precarietà 3.0 che riuniranno le diverse esperienze precarie da tutta Italia e saranno interamente dedicati alla costruzione dello sciopero precario: nuove forme, nuove pratiche per un solo obiettivo: bloccare il Paese e mettere al centro dell’agenda politica la questione della precarietà, con un lessico che torni a parlare di reddito, diritti e welfare. Dopo dieci anni di Mayday è arrivato il momento di fare un passo in avanti. Ci proviamo?
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4/4 by CAUZ
aperitivo bio e installazioni design @ fuorisalone v botta 8 Venerdì 15 H.18
Night for the deaf @ cox 18 v conchetta 18 Sabato 16 h.23
Capovolgimenti mediterranei talk+video @ uni bicocca venerdì 15 h.10
Leggende giapponesi cena+spett @ fonderia v thaon di revel 21 Giovedì 21 H.19
La Fiera del Mobile è una bomba adolescenziale: per una settimana puoi magnare, bere e ascoltare barlumi di musica aggratis. Più o meno, perchè l’assedio pubblicitario è tale che ti accorgi subito che stai pagando con altra moneta, ma il portafoglio resta intatto. Poi arriva l’età della ragione, che spesso è quella in cui i denari in tasca raggiungono almeno la doppia cifra, e la settimana del mobile ti fa lo stesso effetto di alcuni terribili festival estivi della cintura peri-urbana. Plastica bruciata, niente più che orde di “designers” con pettinature laccate, cocktails annacquati e guerra fredda. E allora la fuga è la soluzione migliore. Questa settimana cercate gli appuntamenti che NON stanno all’interno della settimana del mobile. Scoprirete musica migliore, persone migliori, aria più pulita... e nessuno cercherà di convincervi che una lampada e una sedia uguali a quelle che stanno nella stanza dei vostri nonni siano uno slancio di creatività. Vi vogliono mobili ed esterni, siate immobili ed interni. Interni agli spazi liberati, ad esempio, che in occasioni così invadenti si scoprono essere ancora un baluardo di resistenza in questa città. E un baluardo di resistenza, quasi un tempio, per tutti gli amanti della musica di Satana è la Cascina Torchiera, dove venerdì 15 prosegue la rassegna TRoK! con l’incrocio tra lo space-funk dei Quasiviri, il jazzcore dei Luther Blissett e la chitarra graffiante di Lili Refrain. Le altre celebrazioni della sera sono quella del Le-
Dum dum girls
@ salumeria della musica Mercoledì 20 h.22
giuliano palma & the bluebeaters @ alcatraz Sabato 16 h.22
Anarchici nella resistenza film @ circolo malfattori V Torricelli 19 lunedì 18 h.21 gratis
oncavallo, dove il trittico Noyz Narcos, Metal Carter e Duke Montana presenta la faccia migliore dell’hip hop romano, quella di quel Truce Klan che ha saputo re-inventare suoni e linguaggi su una piazza che sembrava sconfitta dalla propria stanchezza. E ancora Cox18, con il live set / reading di B.Corgan (un uomo che della propria pelata ne ha fatto un progetto artistico) e la breakcore d’assalto di Partisan War Machine, Dj Balli e Dj Databreaks. Tanto vale fermarsi in via Conchetta, perchè la sera successiva arrivano i volumi forti di Night for the Deaf, che ospita On the Loose e Black Flowers. Volumi forti che stordiranno definitivamente i già provati timpani la sera di Domenica 17 al Bloom. Sul palco un vecchio nerd con gli occhiali, circondato da un anfiteatro di amplificatori. Quell’uomo è J Mascis, uno specie di santone per tutti quelli che furono giovani e rocker nei favolosi ‘90s, quando guidava quel gioiellino di band che furono i Dinosaur Jr. Dinosauro oggi lo è lui, ma dubito fortemente che abbia abbassato i volumi. Alternativa domenicale e meno hard (ma mica troppo) allo spazio Medionauta, con il trio di impro pura Newtone2060: voce, elettronica, vinili d’essai e batteria selvaggia... Poi ci si chiuda in casa, per scappare dai designers, almeno per un paio di serate. Si riprende mercoledì 20 e la ripresa è di qualità cristallina, quando si parla di una folle band chiamata NoMeansNo. Suoneranno sul palco di Cox18, e suoneranno di tutto, almeno così pare. Nel tour dell’anno scorso il loro hard-core riusciva a tramutarsi in country, in folk, in rock’n’roll e in noise... tutto nella stessa canzone! Chiusura più o meno pop per una settimana del genere. Al Lambretto arriva James Blake (gratis), nuovo fenomeno dell’electro pop già ampiamente scarnificato dal jet-set. Gli risponde la quasi-reunion degli One Dimensional Man, ribattezzatisi One Dimensional Band e vogliosi (forse) di allontanarsi dalla linearità ormai stantia del Teatro degli Orrori. Suonano al Bloom di Mezzago, uno di quei posti felici in cui non si corre il rischio di imbattersi ne’ nelle lampade ne’ nelle sedie ne’ nei loro designers...
L’orma dell’angelo reading poesie @ teatro filodrammatici venerdì 15 h.19
Le città sottili teatro @ baraonda segrate Domenica 17 H.19
partigiani in ogni quartiere @ torchiera ple cim maggiore 18 Sabato 16 Dalle h.17 Mostra e concerto ingresso sottoscrizione
LA TORTA FATTA IN CASA di TODESCHINI & BATTAGGI - www.latortafattaincasa.it
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Sabato16
Domenica 17
TAMBOURINE, Seregno, via Tenca 16, ore 22
GROOVE, via Valleambrosia, ore 19
TOGA PARTY by VdM: DJ LOST + ER PRINCIPE DE TORLONIA
“APPARIZIONE DI FANTASMI DEL TEATRO ovvero L’ORSO DI ANTON CECHOV”spettacolo
Arci Camminalento Pasqua all’Isola di Procida (Na) Da Giovedì 21 a Lunedì 25 aprile
Visita di Procida ed Ischia in concomitanza con alcune antiche processioni per la Settimana santa. Programma completo su www.camminalento.com
Lunedì 18
Mercoledì 20
ARTEMISIA, via Cicco Simonetta 16, ore 21.30
SCIGHERA, via Candiani 131, ore 21.30
Rassegna teatrale OFF CICCO: LUCREZIA BORGIA Beltà, virtù, fama di e con Lucrezia Maniscotti Musiche di Denis Stern
BRUME DELLA RIBALTA Teatro della Cooperativa in “150 ovvero ITALIAN DARK CABARET” la macabra storia dell’italica penisola dall’Unità al federalismo fiscale. Di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
Dentro il CIE di Via Corelli
Settimana Arcimilanese
Anche quando si chiamavano CPT, centri di permanenza temporanea, era difficile entrarci. Entrarci non per motivi di detenzione amministrativa, ma per vedere e raccontare. Ora si chiamano CIE, centri di identificazione ed espulsione, e la situazione non solo non è cambiata ma è addirittura peggiorata. Vietato l’ingresso a parlamentari e consiglieri regionali. Questo ci è stato risposto sabato scorso: lo dice una circolare “riservata” firmata dal Ministro Maroni che, alla luce dell’attuale emergenza profughi, lascia le porte aperte solo ai rappresentanti di associazioni accreditate con il ministero (Amnesty International, Alto Commissariato Onu per i Rifugiati e Caritas) e si fa beffe della legge (D.P.R. n. 394/1999 Regolamento di attuazione del Testo Unico sull’Immigrazione, D. Lgs. n. 286/1998). Ma Maroni ha già cambiato idea: alla circolare dell’1 aprile è seguita una nuova circolare dell’8 aprile che consente di nuovo l’ingresso a parlamentari europei, deputati, senatori e consiglieri regionali (l’emergenza profughi è finita? Niente più problemi di pubblica sicurezza?). Così possiamo tornare al Cie di via Corelli dove eravamo stati l’11 marzo scorso. Torneremo per vedere e raccontare. Perché il Corelli non è un carcere e chi ci vive è ospite non detenuto. Vero. Solo che il Corelli per chi lo ha visto davvero è peggio di un carcere. Condizioni igienico-sanitarie precarie, assistenza carente, vitto scaduto. Per le persone che ci incontri dentro, calpestate nella loro dignità, private di una prospettiva di futuro, ci sono le perquisizioni, i pestaggi, gli scioperi della fame, i tentativi di suicidio. Gli ospiti hanno qualche dovere: 1) comportarsi bene 2) non sfasciare 3) non scappare. I diritti o meglio il diritto è quello di rispettare le regole. E la regola che stupisce di più è la reale impossibilità di comunicare con l’esterno. Pare l’unico Cie in Italia, in cui per disposizione del Prefetto, vengono sequestrati i telefoni cellulari all’ingresso del centro per essere riconsegnati all’uscita. Certo che è possibile telefonare: ma da postazioni fisse spesso non funzionanti o tramite schede telefoniche di 5€ consegnate ogni 2 giorni che si esauriscono in fretta quando si chiama l’estero. Il problema è che quando capiti al Corelli non sai per quanto e a volte neanche perché. Alcuni sono capitati lì per caso, stranieri sposati con donne italiane e con figli nati in Italia che non dovrebbero per legge essere destinatari di decreti di espulsione. Ma che tu sia lì in attesa di espulsione o capitato per sbaglio, convivi con scarafaggi e docce ammuffite, perquisizioni e bagni allagati. Nella migliore delle ipotesi sbatti i pugni sulle porte per attirare l’attenzione dei pochi che riescono ad entrare per vedere e raccontare, nella peggiore provi ad impiccarti o ingoiare un po’ di detersivo.
Venerdì 15
Arci Milano
BITTE, via Watt 37, ore 22: Twist & Shout. A 50’s and 60’s night. Con Lee Garnett e Ale Leuci LO-FI, via Pestagalli 27, ore 22: KING LOUIE’S MISSING MONUMENTS + THE SENSIBLES + DJ Valerio Impulsive ACROPOLIS, Vimercate, via degli atleti 1, ore 22: ELECTRO BEAT NIGHT vol. 3 TAMBOURINE, Seregno, via Tenca 16, ore 22: MICOL MARTINEZ. Ingresso 5 euro BIKO, via Ettore Ponti 40, ore 14: WORKSHOP KIT SOLARE della Coop Sociale Alekoslab CENTRO PUECHER, via Dini, ore 20.45: RESISTENZA e DOVERE DELLA MEMORIA Presentazione “Per un’ Italia unita nel nome della Resistenza” di Giorgio Napolitano e “Antifascismo e Resistenza a Milano in zona 5” di Flavio Ghiringhelli Sabato16 CORVETTO, Via Oglio 21, ore 21.30: CANTATA COLLETTIVA PER IVAN DELLA MEA LO-FI, via Pestagalli 27, ore 22: ARTURO FIESTA CIRCO Live + DJ Set SANJA LUCIC (RADIO POPOLARE) MAGNOLIA, Idroscalo, circonvallazione, ore 22: PEZZI DA 90 Vol.4. ingresso 5 euro BIKO, via Ettore Ponti 40, ore 18: CRAZY AFTERNOONS con Serpica e la collezione Openwear Domenica 17 TAMBOURINE, Seregno, via Tenca 16, ore 16: VinTambourine: POESIA DELLA TERRA IN FIERA Il primo mercato dei migliori piccoli produttori della poesia della terra. SCIGHERA, via Candiani 131, ore 19: LA PIANTA ANARCHICA. Dove iniziano e dove finiscono i confini del pensiero anarchico? con Salvo Vaccaro. Proiezione BRAZIL di Terry Gilliam MAGNOLIA, Idroscalo, circonvallazione, ore 19.30: MADE ON SUNDAY : ALL THAT JAZZ Bolzoni Satta Frati Trio + jam session. ore 21.30: MANOUK + GRIMOON Martedì 19 BIKO, via Ettore Ponti 40, ore 19: I-TAL Sound ft. Vito War GROOVE, via Valleambrosia, ore 21: MUSIC FOR JAPAN: YANEKA, SHABBADAY LA SUPERNOVA, MARIPENSA. Concerto benefit x sostenere il Giappone Mercoledì 20 LO-FI, via Pestagalli 27, ore 22: FLYING OVER live GROOVE, via Valleambrosia, ore 22.30: PRESERVATION OF JAZZ – REMO BIANCHI TRIO TAMBOURINE, Seregno, via Tenca 16, ore 22: DANIELE BIACCHESSI Il Teatro Civile di un grande nome: nei luoghi della narrazione e dell’inchiesta. Giovedì 21 GROOVE, via Valleambrosia, ore 22: SONG IN CIRCLE – CONTRORECORDS NIGHT – Davide Tosches, Mezzafemmina, Stefano Amen. Ingresso 5 euro LO-FI, via Pestagalli 27, ore 22: Labradors + Wemen SCIGHERA, via Candiani 131, ore 21.30: Sette vite come i gatti. Generazioni, pensieri e storie di donne nel contemporaneo, con Barbara Mapelli e Umberto Varischio
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venerdì
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SABATO
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DOMENICA LUNEDì 17
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mARTEdì
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MERCOLEdì GIOVEDì 20
21
Alba
@ v rubattino Pubblic camping x fuori salonedesign
@ biblio vle affori 21 Vice mamma cercasi Letture animate x bimbi
@ fs bovisa Biciclettata brianzola in mtb con ciclobby h.9
@ farmacia fs garibaldi Visita ottica gratis x bimbi
@ malfattori V Torricelli 19 Presidio antisgombero
@ v pepe - Bosco incantato - all’alba installazione green di paul clemence
@ app lago - V brera 30 Bicyclops Mobilità soft e bici in coro mostra
10:00
@ uni bicocca Capovolgimenti mediterranei seminario
@ pigr V clusone 6 Esposizione oggetti design
@ spazio aria v savona 43 - Real13 Progettazione sostenibile - mostra
@ Studio Invernizzi V Scarlatti 12 In parallelo Mostra
@ spazio astoria Vle montenero 55 Urban yoga corso
@ hangar bicocca V chiese 2 - TERRE VULNERABILI 4 - a growing exhibition
@ biblio dergano V baldinucci 76 Il fazzoletto bianco Libro per bimbi
11:00
@minguzzi museum V palermo 11 Mandala e led mostra
@ Libreria Azalai V Mora 15 - Acqua, la prima narrazione Mostra foto
@ torchiera Ple cim maggiore 18 Mercatino bio + workshop compost toilet
@ hangar bicocca Terre vulnerabili Esposizione arte
@ biblio accursio Faces Mostra foto
@ v solferino 19 Oltre un rettangolo di cielo - Mostra architettura minoletti
@ chiedi alla polvere V montano il riciclo nell’arredo mostra
@ cavalcavia bussa Hack your city Laboratorio architettura
@ fs cadorna hammam Massaggi da passeggio x tutti
@ orco cicli V pastrengo 7 Officina bici e pranzo autogestito
@ bottega equa V mercato Novità eco fair trade
@ cavalcavia bussa x settimana design Inauguraz giardino delle piante spontanee
@ white gallery Fly the flag Personale di shinya sakurai
@ design can V ponti 37 Creatività made in italy? - mostra
@ fabbrica vapore V procaccini 4 Hosting senses Esposizione fuori salone
@ Pza duca d’aosta Giro per le piste ciclabili milanesi
@ super studio più V tortona 27 Giapanese drink + mostra
@ risto kmzero V donatello 22 Pranzo bio di stagione
@ app lago V brera 30 Orti galleggianti installazione
@ palazzo reale Alberto savinio e la commedia dell’arte mostra
@ mi camera V rosso 19 Fotohof mostra di PAUL KRANZLER
@ showroom V alessandria 5 Sicurezza in auto? mostra
@ BOLOGNA Pza XX settembre - Corteo contro la guerra d’occupazione in libia
@ cinema gnomo Omaggio a salgari Le due tigri film
@ Feltrinelli pza piemonte 2 Gente che sta bene Presentaz libro h.18
@ fond magistrertti V conservatorio 10 Progetti al telefono evento fuori salone
@ forum austriaco Ple del libery 8 irredenti redenti Presentaz libro
@ Maria Gallery V Watt 32 metascreen
15:00
@ Termemilano P.le Medaglie d’Oro 2 - Poesia e contrasti - Mostra e relax
@ baraonda segrate Senza tregua Torneo calcio antifa
@ v tortona 31 CABINET BESTIARIUM Voliera di luce esposizione
@ uni bicocca Reclam-iamo. Identità femminili in video - seminario
@ arcobaleno V reguzzoni 4 Scambio non stop di oggetti usati
@ fac scienze politiche Lavoro e sindacati incontro
@ arci metissage Corso di fotografia h.19
16:00
@ Feltrinelli Pza piemonte 2 Signore e signori d’italia presentaz libro
@ cinema gnomo V lanzone 30 Omaggio a salgari Sandokanfilm non stop
@ v spirito 19 Artigiani designers mostra
@ uni statale Incontro con universitari in sciopero di porto rico
@ biblio peroni Rifugi antiaerei mostra
@ Feltrinelli Pza piemonte Immagina una storia corso scrittura
@ cinema gnomo L’avventuriero della tortuga Film h.18
17:00
@ cinerisk V varchi 3 La sposa turca Film gratis h.20.30
@torchiera Partigiani in ogni quartiere musica e mostre all day
@ atm bar Pta volta 18 Happy hour a km zero
@ casa merini V magolfa 32 Incontro poesia con giancarlo majorino
@ biblio crescenzago Letture x bimbi
@ scaldapensieri V don bosco La poesia di antonia pozzi reading
@ Feltrinelli stazione centrale Mario brunello Incontro e musica
18:00
@ biblio s ambrogio Viaggio nell’astrologia incontro
@ parco esposizioni novegro Public design party Mostre e concerti
@ Suara Naga Cso Pta Ticinese 100 Mostra Arrington de Dionyso
@ micamera V rosso 19 - Simon Roberts incontro + presentaz mostra
@ Feltrinelli stazione centrale - Boris, film - Incontro elio e le storie tese
@biblio sicilia V sacco 14 Arte terapia seminario
@ v cola montano 6 Slow fashion performance
@ fuori salone v botta 8 - Econtamination - Aperitivo bio + concerto
@ teatro parenti Milano underground - Conferenza + video + ape
@ baraonda segrate Città sottili Chicco… uno dei tanti Teatro e aperitivo
@ biblio sormani Le pasionarie Presentaz libro + concerto
@ cinema gnomo V lanzone 30 Morgan il pirata + corsaro nero - film
@ teatro filodrammatici Faust, la commedia è divina spettacolo
@ fonderia - V thaon di revel 21 - Leggende giapponesi, tre demoni e campane Cena + teatro
@ Queen V Carducci 25 - Pink is punk Spettacolo + dj sal p
@ arci agorà cusano Flavio pirini aperitivo + concerto
@ villa vegan V modignani 66 Cena benefit per arrestati di bologna
@ il maglio V granelli 1 Corso di tango + aperitivo
@ biblio baggio Il potere dei sogni Incontro psicoterapeuta
@ cormano aula consiliare Bandite - Proiezione doc partigiane
@ scighera V candiani 131 7 vite come i gatti incontro
21:00
@ malfattori V Torricelli 19 ribelli senza congedo Presentaz libro
@ circolo marchesi V spallanzani 6 Boicottaggio accademico di israele?
@ arci turro V rovetta 14 La moglie + bella film
@ biblio affori Il Gospel e le sue radici incontro
@ bitte - V watt 37 SIX ORGANS OF ADMITTANCE concerto
@ teatro verdi V pastrengo 16 Woyzic on the highveld spettacolo
@ teatro cooperativa V hermada 8 L’innocenza di giulio, andreotti non è stato assolto
22:00
@ tunnel V Sammartini 30 CAROUSEL ft. AL DOYLE + KOSMI
@ live trezzo PAUL KALKBRENNER + FALTY DL + ART DEPARTMENT
@ cinema rondinella Sesto s Giovanni Another year - Film + eno degustazione
@ malfattori V Torricelli 19 Anarchici nella resistenza proiezione
@ crt teatro V dini 7 oibò sono morto spettacolo
@ scighera Brume della ribalta - Midia - L’uomo medio attraverso i media
@ teatro v tertulliano 68 Occidente Spettacolo sociale
23:00
@ Magazzini Generali Via Pietrasanta 14 CARL CRAIG + SETH TROXLER + SANDIEGO
@ Rocket Via Pezzotti 52 La riots + ormas gratis
@ cox v conchetta 18 Mai morti - Spettacolo di paolo sarti
@ conservatorio Verdi Mephisto trio live gratis
@ forum assago Subsonica live
@ leoncavallo V watteau 7 Food inc. Proiezione documentario
@ Alcatraz Belle and Sebastian + schwervon
00:00
@ torchiera Ple cim maggiore 18 Quasiviri + luther blisset + lili refrain
@ cox 18 V conchetta 18 NIGHT FOR THE DEAF
@ basilica v conservatorio 16 Mors et vita cuello Organi in concerto
@ old fashion cafè V alemagna 6 R’n’b
@ blue note V borsieri 37 Mccoy tyner trio + gary bartz
@ dom station V casale 3 Machine jockey – music design week
@ rocket V pezzotti 52 Penner & muder + sasse
Notte
BACKWORDS ft. Pardo from CASINO ROYALE + DJ PANIK + MOTHER INC. + B TEAM
@ piscina v botta 18 Pool party atto 2°
@ bloom mezzago J mascis live
@ skitsch Party pre salone del design
@ magnolia idroscalo - Mojomatics + The Cocos + Vomit Tongues
@ toilet club V moro 171 Arrington de dionyso
@ lo fi V pesta galli 27 Muchachito bombo infierno
12:00 13:00 14:00
19:00 20:00
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15/04/2011 www.milanox.eu
PRECARI AFOL IN PRESIDIO
Rho, il Fuorisalone del Caporalato di SOS Fornace La Fiera di Rho è ormai la più grossa piazza del caporalato a Milano. Il luogo in cui migranti alla disperazione si mettono per pochi euro all’ora a disposizione dei caporali per il lavoro nero nell’edilizia, nei tanti cantieri metropolitani, ma anche il luogo in cui direttamente vengono assoldati per montare e smontare gli stand della Fiera, la vetrina dell’economia italiana, che restituisce specularmente l’impietosa immagine di una crisi e di un modello economico sull’orlo del fallimento. A pochi giorni dall’inizio del Salone del Mobile, la Fiera più grossa che si tiene nel Polo espositivo di Rho, sono centinaia i lavoratori immigrati che dalle 7 del mattino attendono nel piazzale della fermata della metropolitana di essere raccolti da uno dei tanti furgoni e dei tanti SUV con i vetri offuscati che intasano le strade che portano agli ingressi Cargo delle merci. La contraddizione è clamorosa: all’ombra dei nuovi palazzi rivestiti di lastre dorate che dovrebbero ospitare a breve tutte le società dei vari rami dell’azienda Fiera S.p.A. si svolge quotidianamente il mercato delle braccia, in particolar modo quando c’è da montare e smontare proprio all’interno del polo fieristico. C’è poco da stupirsi: dietro la vetrina della Fiera si nasconde, e neanche troppo, un sistema che si basa, oltre che sul lavoro nero, su contratti giornalieri a chiamata, su condizioni di lavoro arretratissime, sulla negazione dei diritti dei lavoratori, su continue violazioni delle norme contrattuali elementari, su ritardi di pagamenti che possono durare anche oltre i 6 mesi, come è capitato ai lavoratori di Best Union, società che gestisce i tornelli di ingresso. E’ un sistema quello di Fiera, fatto di appalti e subappalti, in cui ad ogni anello della catena si perdono diritti e diminuisce il costo orario del lavoro, mentre progressivamente si affievoliscono le responsabilità dell’Ente e si fanno largo i caporali e i datori di lavoro poco raccomandabili. Dietro la vetrina scintillante della Fiera c’è un’economia illegale diffusa la cui competitività si basa tutta sull’erosione di salari e diritti, nel silenzio assordante delle istituzioni, che fingono di non vedere e che, anzi, con Fiera si preparano a spartire la torta di Expo, che accoglierà proprio questo modello come sistema di costruzione delle infrastrutture e di gestione dei servizi per l’Esposizione Universale del 2015. E mentre si offre l’ennesimo regalo a Fiera, con la quale Provincia, Regione e Comune di Milano costituiranno la società mista che realizzerà il sito espositivo di Expo, aprendo le porte alla successiva speculazione immobiliare di un terreno agricolo trasformato in edificabile, oltre 60 lavoratori di Fiera sono da pochi mesi in cassintegrazione, a dispetto degli utili da capogiro e a conferma di un sistema malato totalmente fuori controllo, che legittima poi la diffusione di pratiche illegali e mafiose nell’ordinaria gestione del sistema fieristico. www.sosfornace.org
di Daniele Salvini Precari in piazza a Milano, presidio permanente alle colonne di San Lorenzo da domenica 9 aprile per i lavoratori dell’AFOL Milano di via Soderini 24. L’Agenzia per la Formazione, l’Orientamento e il Lavoro, creata nel 2002 dalla Provincia di Milano, ha dato lavoro inizialmente a 77 persone con l’incarico di procurare lavoro, e fornire corsi di formazione e informazioni utili ad altri precari. Assunti in maniera temporanea, aspettano dal 2008 di essere assunti a tempo indeterminato. Da quando hanno saputo di non essere affatto previsti nel futuro della loro azienda, è cominciato lo stato d’agitazione con scioperi e presidi.
Storie di Pancia
Il conto alla rovescia di una giovane quasi mamma che se la sta facendo sotto dalla paura, di Ma.Ma. La nostra ciccionissima nemmeno trentenne giornalista precaria e disoccupata è in dirittura d’arrivo e ci sta per scodellare due marmocchi in una volta sola. Forza Ma.Ma. Ci siamo. Questione di ore, forse giorni, comunque poco, pochissimo tempo. Trasformazioni definitive in atto: PANCIA (mutazione in una specie di siluro proiettato all’infinito e oltre). OCCHIAIE (il sonno scarseggia e ho perso il mio famoso ritmo da 10 ore consecutive: è l’organismo che si prepara ai ritmi dei neonati, dice la nonna, misteri della natura. CAVIGLIE (non sono più caviglie, trovate un altro nome per definirle, hanno piuttosto un diametro che sta tra un palo della luce e uno scaldabagno. TETTE (crescono a vista d’occhio e si preparano a grandi attività). PESO (ormai oltre il limite stabilito, macchisenefrega, giunti a questo punto mi concedo fino a tre plumcake al giorno!). Forse quando davvero non ti riconosci più e ti guardi allo specchio come prima guardavi “La casa” di Sam Raimi sullo schermo, è giunta l’ora! Abbiamo preparato la borsa per l’ospedale (in realtà manca ancora qualche cosa, ma non sono mai stata brava con i preparativi...), abbiamo gettato nel cesso il cellulare perchè 30 telefonate al giorno sono ingestibili e per non far torto a nessuno non si risponde manco al papà, abbiamo preparato l’angolo fasciatoio per quando torneremo a casa. Non abbiamo finito “Il deserto dei tartari” perchè ci addormentiamo sempre dopo 4 frasi. Peccato. Intanto E&M hanno fatto un gran scherzetto a mammina, un imprevisto prevedibile che 4 giorni fa mi ha gettato nel panico: premesso che i gemelli nascono in genere con il taglio cesareo, più sicuro e in genere consigliato se i bambini non si presentano entrambi in posizione cefalica (eventualità rara, ovviamente). Sino a venerdì, E. è sempre rimasto podalico sul fondo dell’utero, e con le chiappe faceva da tappo all’intera baracca. M. invece si era piazzata ad “arcobaleno”
sdraiata di traverso nella parte alta dell’utero, cioè soavemente appoggiata fra stomaco e costole, all’incirca... Il cesareo era la scelta più ovvia e scontata da mesi... e invece.... sorpresa!! Venerdì andiamo a fare la visita dove avrebbero stabilito la data del cesareo e cosa scopriamo? Che come natura prevede ed auspica, i due hanno cambiato schieramenti e in un modo o l’altro si sono assestati tutti e due cefalici..!! “Che bambini intelligenti”, fa il ginecologo. Intelligenti? SADICI, direi. Per non piangere dalla strizza davanti mezzo reparto d’ostetricia ho anche abbozzato un “Ahhh, che bello”, ma il tremolìo della voce deve avermi smascherato. Non ho fatto un corso preparto, non ho imparato la respirazione, non ho allenato il perineo, non ho fatto yoga perché dopo aver sborsato 80 euro i medici hanno prescritto che stessi a riposo. Insomma, tutto congiura contro di me, e io sono pronta ad un parto naturale quanto lo era la mia bisnonna un secolo fa mentre zappava un nebbioso campo veneto nell’inconsapevolezza più nera. Aiutoooooo!!!! So che il parto naturale è meglio e bla bla bla, ma non ero pronta, ecco. E invece, tra poche ore vedremo cocomeri uscire da buchi grandi come limoni (grazie Paolo della bella metafora, quando mi riprendo ti faccio vedere io...). Non si smette mai di imparare, no? Poi mammina (se sopravvive), E&M faranno i conti... Naturalmente il paparino è molto commosso ed emozionato all’idea dell’evento e continua a ripetere: “Andrà tutto bene, che bella notizia”. Tzè, maschi! Non esiste un apparecchio che colleghi il papà alle contrazioni di mamma e le passi a mo’ di scosse elettriche per tutta la durata del travaglio? Ma perchè sto diventando così crudele? Sarà la paura? NO, resisti! The final countdown è iniziato - forse ormai non resta che andare! A la guerre comme à la guerre! Non penserete mica che in un momento così una pensi solo a fiocchettini rosa e carillon con musichette dolci, vero??? Operazione nascita in corsoooo! (http://ilparadossodei gemelli.blogspot.com)
Il sito web dell’agenzia di collocamento della Provincia continua ostentare un link “LAVORA CON NOI” che porta a un avviso di selezione per assistenti servizio orientamento a tempo indeterminato presso la sede dell’agenzia stessa. Si tratta proprio del bando che viene contestato, in quanto prevede l’assunzione di sole 29 persone fronte alle 120 che attualmente operano presso l’agenzia. I precari in agitazione sostengono inoltre che il bando non tiene conto dell’anzianità e dell’esperienza dei lavoratori attuali e somiglia piuttosto a una manovra propagandistica dell’asse Podesta’-Moratti allo scopo di assumere qualche raccomandato e poi vantarsi di aver dato lavoro in citta’. Mentre di fatto l’AFOL non riesce nemmeno a mantenere i lavoratori che già avrebbe dovuto assumere. Gran parte dei servizi che l’agenzia offre si regge sul lavoro dei precari, 74 contratti a tempo determinato e 45 (circa) contratti a progetto. A partire da maggio i primi 48 rischiano di perdere il posto e nei mesi successivi toccherà agli altri fino ad un totale di 120. Il presidio continua e sono stati portati dei gazebo per permettere ai lavoratori di rimanere a dormire la notte, mentre le prossime riunioni decideranno se allargare la protesta a forme ancora più radicali, quali lo sciopero della fame. Le informazioni aggiornate si trovano sul sito realizzato dai lavoratori: www.precariafol.it Per chi volesse passare dal presidio permanente alle Colonne di San Lorenzo sono richieste e gradite solidarietà e naturalmente presenza fisica di più persone possibile. Il clou sarà lunedì e martedì prossimi quando il presidio si animerà di iniziative e spettacoli. I lavoratori sanno che dal 31 maggio ben 50 di loro rimarranno a casa e hanno capito che non è prevista per loro nessuna stabilizzazione. Ma l’agenzia per il lavoro che adesso li scarica non è un’agenzia privata: è della Provincia, è pubblica e risulta decisamente assurdo ridimensionare dei servizi pubblici per la ricerca del lavoro, servizi che in questo momento di crisi diventano più necessari del solito. Mentre scriviamo i lavoratori sono ancora in piazza. Chiedono sicurezza lavorativa, degli affetti, dei trasporti e delle comunicazioni, che la società deve garantire alle persone.
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15/04/2011 www.milanox.eu
Tennis videoludico di Leo Catelli
E’ stata una serata fantastica, una delle migliori della nostra vita calcistica. Una festa, un tripudio, niente da dire se non una confessione a Don Gallo, che ti assolve per eccesso di bestemmie perchè la partita è sempre la partita.
Forse è uno sport un po’ decaduto e soprattutto un po’ borghese, in questi tempi di crisi economica anche una Lacoste bianca rende nervosi. Ma come negare il fascino del tennis? Soprattutto quello videoludico, che non prevede il costo della racchetta, del campo da affittare nel club degli snob, delle sudate inutili e del completino sportivo bianco. Il tennis nei videogiochi funziona perfettamente, non per altro pong, uno dei primi videogiochi della storia (1972) aveva una struttura non dissimile dal tennis. Certo di tempo ne è passato è la grafica in 30 anni ha fatto passi giganteschi, per cui i giochi di tennis ai quali ci siamo abituati sono sempre più spettacolari. Prendiamo in considerazione i due titoli più importanti presenti sul mercato: Top Spin 4 della 2k e Virtua Tennis 4 della Sega. Top Spin è un gioco fantastico, realizzato con una cura spettacolare e una grafica molto realistica. Il bello di Top Spin è che permette di giocare con immediatezza, anche chi non è pratico di tennis, ma permette anche agli appassionati di trovare una vera e propria simulazione. A furia di dritti, rovesci, volee e schiacciate la strada per i principali tornei del Mondo è in discesa, dal Roland Garos a Wibledon. Non mancano i tennisti del presente e del passato da utilizzare come avatar o come avversari: Agassi, Borg, Becker, Lendel, fino a Nadal, Federer e le sorelle Williams. L’altro titolo in questione è Virtua tennis, in arrivo direttamente dal mondo delle sale giochi, anche qui grandi tennisti, lo stile è decisamente più arcade, ma non mancano trovate ben riuscite. Come il mondo dei piccoli minigame un’aggiunta divertente ei colpi speciali. Graficamente è un po’ inferiore a Top Spin, ma il gameplay è comunque divertente e l’approccio sicuramente più immediato. Due bei titoli, Top spin 4 è sicuramente consigliato agli appassionati di tennis in cerca di simulazione e di realismo, mentre Virtua Tennis è adatto a chi cerca il puro divertimento, senza eccessivi sforzi come se fossimo in una sala giochi.
Aspettando la Diaspora
Qualche consiglio pratico su come non farsi licenziare per colpa di Facebook, di Dan Il Papa ha dato i suoi consigli sull’uso di Facebook: ha raccomandato di non usare nomi falsi. Anche MilanoX vuole dare il suo consiglio: attenti a non farsi licenziare. Non lavorerai per coloro che hai denigrato. Neanche se erano quattro innocenti chiacchiere cogli amici in piazzetta. Non sperare che non lo vengano mai a sapere, la piazza con gli amici adesso è Facebook e tutti sanno quello che scrivi. Anche gli amici degli amici. Dunque non denigrare mai nessuno, tantomeno il tuo lavoro. Sii sempre pimpante e disponibile, scattante e competitivo, affabile e socievole. Le aziende vedono di cattivo occhio l’uso di Facebook in orario lavorativo, lo considerano una grossa distrazione dalle mansioni quotidiane e potrebbero con un firewall tentare di impedirne l’utilizzo. Il fatto che si possano aggirare le limitazioni di un firewall grazie a una connessione personale non cambia il fatto che esse spiino le tue pagine di Facebook e se ci scrivi qualcosa che non gli piace si arrabbiano. Dichiareranno come motivo del loro sdegno che invece di lavorare socializzavi cogli amici. È questo il caso del signor Rossi (i nomi sono volutamente di fantasia per proteggere l’identità delle persone) commercialista e impiegato, il cui caso arriva alla cronaca. Il fattaccio si consuma al lavoro, nei pressi della macchinetta del caffè, dove il signor Rossi appiccica l’articolo di giornale di una interpellanza parlamentare, del materiale sindacale. Due colleghe bevendo il caffè levano il foglio. il Nostro si offende e mugugna che “là fuori c’è un’altra vita, là fuori non ci sono le maestrine”. Al che si becca una lavata di capo che mal tollera, come sottolineato dal foglio disciplinare. Impossibile non pensare ai personaggi fantastici del mondo di Paolo Villaggio, ve ne leggo un pezzo: “Quando la dr.ssa Lucia Bianchi si è recata nella sua stanza per sottolineare la gravità dell’accaduto, Lei ha ostentato un atteggiamento di sfida, evitando di alzare lo sguardo verso la sua dirigente, tanto che la stessa le ha dovuto chiedere se era da Lui ascoltata.” Il sig. Rossi, dopo essere stato sgridato, si sfoga su Facebook, criticando il suo ambiente di lavoro e sfottendo il direttore. La cosa viene scoperta: “A seguito di un casuale accesso sul social network “Facebook” è risultato che Lei, in totale spregio della diligenza nell’esecuzione della prestazione lavorativa, durante l’o-
rario di lavoro, tramite il suo iPhone (o apparato similare), scrive e riceve con notevole frequenza messaggi [..] è di lampante evidenza che “scomodamento dello stronzo” è riferito al Direttore Generale”. Vengono inflitti giorni di sospensione non retribuiti al sig. Rossi, e qualche giorno dopo il Presidente, mentre si trova in compagnia del Direttore Generale lo saluta ad alta voce da lontano, e non ricevendo risposta, lo saluta nuovamente e nuovamente, alzando sempre più la voce. Chiunque abbia visto uno spaghetti-western di Sergio Leone, sa bene come vanno a finire queste cose. Infatti finisce che, come recita il foglio disciplinare: “Data, inoltre, la rilevanza anche penale dei fatti contestati, l’ingiuriosità dei commenti “postati”, il carattere altamente offensivo e diffamatorio degli stessi (in uno di essi si mettono addirittura in dubbio le inclinazioni del Direttore Generale), La sospendiamo con effetto immediato dal servizio[..]”. Torniamo a come possiamo evitare di essere licenziati, per chi fosse così fortunato da avere un lavoro, ovviamente. La regola principale è: sorridi sempre. Apprezza, apprezza. I like it! Apprezza tutto l’apprezzabile, indispensabile per farsi nuovi amici, fondamentale per essere ricambiapprezzati (I like it!). Non parlare male di nessuno, se non hai niente di buono da dire su una persona, non dire niente, come diceva la mamma di Andreotti. Se pensi di usare Facebook come strumento di lotta e cambiamento, ripensaci. O almeno fallo con moderazione. Altrimenti ti licenziano, Facebook chiude il tuo account e il dissidente lo vai a fare su Twitter. È utile inoltre ricordare che prima di assumere qualcuno le aziende fanno ricerche su di lui usando i network sociali (I like it!). I social network sono favolosi, ma Facebook è troppo invasivo, e se si è dimostrato utile in casi eccezionali (aiutare la gente a comunicare quando i telefoni non funzionano o permettere il ricongiungimento di esuli cileni) è perché non ha concorrenti, ma il suo utilizzo incauto si rivela facilmente dannoso, come dimostra il caso del signor Rossi. Stiamo aspettando la Diaspora. Joindiaspora.com è un’alternativa decentralizzata e open-source ai servizi di social networking quali Facebook, progettato con attenzione alla Privacy.
A Gelsenkirchen abbiamo vinto quattro a zero. Shalke battuto, rimonta completata. Senza voce, senza fiato, senza residue energie. E pensare che fino a pochi minuti dalla fine, tutto sembrava perduto. Lo Shalke attaccava incessante e la nostra eliminazione sembrava l’unica possibile eventualità. Leonardo aveva già smesso le braghette e per fortuna aveva accettato di fare il dirigente. Suarez aveva accettato la possibilità di traghettare ancora. Fino al momento dell’ultima mossa, così tanto disperata da sfiorare il patetico. Come nell’hockey su ghiaccio, abbiamo tolto il portiere e in cambio è entrato un ragazzino più magro e basso dei bambini che accompagnano in campo i giocatori, più riccioluto di Starsky, con un tiro di infinita debolezza e parimenti efficacia: Philipe Coutinho Correia. Come nei film brutti sul calcio, ha preso la palla nella sua area e ha scartato tutti gli avversari, facendo tre gol uguali identici precisi. Roba da cineteca. Perfino Maradona si è inchinato, per quanto non si noti. All’ultimo secondo, un redivivo Samuel ha segnato il gol decisivo, di testa, correggendo un cross di mano in evidente fuorigioco. Quattro a zero per noi. Rimonta completata, missione impossibile: gli juventini che non ridono più alle spalle, i romanisti che rileggono il romanista, i milanisti che ripongono il bandierone, ricominciano a parlare di basket americano e aspettano tutti alla prossima gufata. Quella contro il Chelsea nella semifinale della Coppa. Che bello, che gioia, è andata davvero cosi. O è stato solo un sogno?
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15/04/2011 www.milanox.eu
E ADESSO SFOGLIAMI
PEEPING PULP
di Marco Bocciarelli
di Marina Led Catucci Ci si rende conto di vivere all periferia dell’impero da piccoli segnali. Uno di questi è il notare che i film più interessanti in programmazione in questo momento sono uno del 2006 (Off side) e due di inizio 2010 (Greenberg e Ballata Dell’Odio E Dell’Amore). Non è vero, mento: Ballata dell’odio e dell’amore è solo stato annunciato per l’8 aprile ma in realtà non è ancora uscito. Ma andiamo con ordine e questa settimana dedichiamoci ad Offside, che una recensione la merita tutta. La regia (ma anche la sceneggiatura ed il montaggio) è dell’iraniano Jafar Panahi (Il palloncino bianco, Il cerchio) che con questo film ha vinto nel 2006 l’Orso d’Argento al Festival del cinema di Berlino. Il film è una commedia satirica, la storia parla di una ragazza, Sima, appassionata di calcio che per vedere una partita allo stadio, come molte altre ragazze iraniane appassionate di questo sport è costretta a vestirsi da maschio in quanto in Iran alle donne, tra le altre cose, è proibito l’accesso allo stadio. Ma le cose non vanno benissimo e Sima viene subito scoperta e fermata dalle guardie, così la nostra intrepida eroina si ritrova blindata insieme ad altre eroine, altrettanto intrepide ed altrettanto sfortunate che, riconosciute come femmine, vengono tenute sottosorveglianza in attesa della fine della partita per poi essere portate in questura. Tra le guardie e le ragazze si accende subito il dibattito: su gli eguali diritti, su la condizione della donna, su la boriosità dei giovani di Teheran rispetto a chi viene dalla campagna e le due fazioni, i militari e le fan del pallone, man mano diventano una fazione unica, man mano che la rigidità del potere viene messa in discussione dal buon senso che scaturisce dal confronto e la solidarietà tra le due parti solo casualmente opposte. “Possono essere le mie sorelle” dice una delle guardie indicando le ragazze che di pallone ne sanno molto più di lui, e non sa trovare una vera ragione sul perchè debba impedire loro di entrare allo stadio a vedere una partita di calcio Nonostante il patriottismo del film (la partita in questione è quella per la qualificazione ai mondiali del 2006), film non è stato distribuito in Iran ed è l’ultimo film compiuto di questo regista ironico e delicato, in quanto, a causa della sua partecipazione ai movimenti di protesta iraniani, Panahi è da un anno agli arresti domiciliari, gli sono stati inflitti 6 anni di reclusione e la pena di non poter scrivere, dirigere e produrre film, rilasciare interviste e viaggiare per 20 anni.
Belli Mobilitati
Gironzolando nel lusso insostenibile del Salone del Mobile, di Elisatron Io al salone del mobile, tanti anni fa, ci andavo soprattutto per scroccare gli aperitivi gratis e vedere qualche cosetta stilosa. Non sono mai stata un’appassionata di design, diciamocelo. Troppo lussuoso per i miei gusti. A me piace trovare i mobili abbandonati per strada, anche se so che fa molto aristofreak, bobo o limousine-liberal. Pure gli architetti, come dire, sinceramente i neuri per loro non saprei dove trovarli. Ma per fortuna ci sono i ricchi a sostenere la categoria, oggi tra le più sfruttate e precarie. Comunque. Quando c’è il design week, è il momento in cui Smogville regala il suo splendore: clima perfetto, alberi in fiore - nel raro verde che c’è - e, comunque, stimoli, arte, visioni e creatività per tutti. Mica come la snobbissima settimana della moda, che ci manca poco non ti facciano entrare con l’invito. E se 10-15 anni fa, al salone affluiva molta meno gente e ci si trovava, appunto, con gli amici squattrinati ad inseguire i “festoni” di esterni e dei cckz, oggi le cose son cambiate. Chissà, forse complici i voli low cost e una specifica formazione professionale design oriented (come l’esclusivo e non per tutte le tasche Istituto Europeo di Design), fatto sta che la settimana del salone è preannunciata dalla comparsa di numerosi e trendissimi stranieri, molti dei quali studenti: pullulano in città, con look che fan girar la testa al rigido milanesino chic black addicted. Tutto questo per dire che il precario doc questa settimana non perde il suo tempo prezioso agli eventi letti su fuorisalone.it, ma ne diventa protagonista, rimboccandosi le maniche, intravedendo il bisnèss per il suo conto scoperto. Eh già, si fanno bei neuri col salone. Una volta son stata standista al Superstudio: 5 giorni di fila in piedi, lavoro piuttosto massacrante, anche se divertente per il people watching. Poi ho scoperto che potevo guadagnare la stessa cifra, senza sbattimento. Drizza le antennine, precario, e preparati adesso per l’anno prossimo: sai quanto sganciano certi designer per stare nel tuo squallido mono-bilocale, con tutti gli hotel prenotati già da mesi? Abbastanza per pagarti un mese d’affitto intiero! L’unica fregatura è che ti tocca
tornar a viver da mammà, perché sono pochi gli amici che ti possono ospitare più di tre giorni, senza sclerare. Ma puoi sempre provare il brivido di dormire sulle poche panchine rimaste a Milano. O approfittarne per un viaggetto, pagato coi neuri presto in arrivo (cash contante, tanti, maledetti e subito). Basta organizzarsi in tempo: io mi muovevo sempre pochi giorni prima e alla fine mollavo il colpo, per lo sbatti della fretta, tra valige e computer. Una mia amica invece ha sperimentato la cosa, ma con l’errore di non informarsi bene sui tipi a cui ha dato la casa. E questi han fatto un casino incredibile, ubriacandosi, lasciando sporco&devasto e i vicini insoddisfatti. Purtroppo, però, sono ben altre le realtà che si arricchiscono sul serio e lo fanno alle spalle di lavoratori sfruttati, spesso senza permesso di soggiorno: infatti alla Fiera di Rho, dove è allestito il Salone ufficiale, tantissimi immigrati pagati 5 euro l’ora, in nero, lavorano nell’ombra, senza diritti né tutele, come ha rivelato un articolo su Linkiesta.it. Non mi resta che provare a segnalar qualcosa. Clicco #fuorisalone su twitter e vedo sedie con scimmiette di peluches, cervelli e manichini vintage meravigliosi. Ci rimango un po’ male quando mi dicono che si trovano al Superstudio, dove l’ingresso è free, basta iscriversi. In via Tortona dovrebbero anche esserci dei risciò su cui farsi trasportare, oltre a vespette blu griffate con un marchio di bellezza, che offrono passaggi gratis. Poi ci son le costruzioni di carta della libreria 121+ in via savona 17/5. Sul sito www.corraini.com ci son le loro iniziative; al top, però, metto le mitiche girls di medionauta, con falegnameria aperta e altra roba imperdibile (www.medionauta. org). Meno di nicchia, l’Italia in croce di Gaetano Pesce in Triennale. Ma le scoperte migliori si fanno per caso. L’anno scorso, ad esempio, mi sono imbattuta in un cantiere abbandonato in Paolo Sarpi, allestito a meraviglia, per l’occasione, da un gruppo di ragazzi: c’erano bici capovolte appese al muro, video installazioni e cartoline con scritto www.utopiadesign.it. Ma il sito non esiste più. Precari, si sa. A volte non si dura neanche un anno.
Odio i libri gialli. Con questo stato d’animo (che è più di una considerazione) mi accingo a leggere “L’odore acido di quei giorni” di Paolo Grugni pubblicato da Laurana editore. Allora che lo leggi a fare? Qualcuno potrebbe dire. Confesso: l’ho preso in mano solo perché in copertina c’è una foto degli scontri dell’11 marzo del 1977 a Bologna, il giorno in cui è stato ucciso da un carabiniere Francesco Lorusso. Nella foto si vede una barricata e un blindato della polizia che avanza dentro l’università. Ed io c’ero! Proprio dietro quella barricata, o in un’altra (ce n’erano tante), non fa differenza. Il ricordo del sapore acido dei lacrimogeni, della rabbia, del pianto e delle note di un pianoforte sulla strada che suonava Beethoven mentre molotov e sampietrini volavano per l’aria m’è rimasto appiccicato nella pelle, incancellabile come un tatuaggio. Ma questa è un’altra cosa. Veniamo a libro. Come dicevo, l’ho letto. E l’ho letto con quello stato d’animo. È stata una sorpresa. È bello, molto. L’intreccio è avvincente come si addice ad un giallo. C’è un assassino, ci sono un carabiniere, una poliziotta dei servizi speciali e un medico fallito accusato di fiancheggiamento alle Brigate Rosse che svolgono le indagini (un po’ casarecce, per la verità, dando al tutto un sapore genuino di cose di casa nostra molto lontano da quel gusto anglosassone cervellotico e distante che in genere i gialli che vanno per la maggiore possiedono). Insomma ci sono tutti gli ingredienti tipici d’un romanzo di genere. Ma la cosa particolare è, ed è questa la più interessante, che la trama, la storia narrata è poggiata, in una sovrapposizione perfetta come fossero due fogli trasparenti che solo insieme danno il senso al disegno, sopra la Storia vera di quei mesi. Infatti sullo sfondo (ma talvolta anche in primo piano) ci sono gli avvenimenti realmente accaduti scanditi, come in un orologio, da Radio Alice o dalla partecipazione diretta ai fatti dei protagonisti. Tutto si svolge tra il dicembre del 1976 e l’11 marzo del 1977. L’esplodere del movimento, le occupazioni delle università, gli scontri con la polizia, la cacciata di Lama dalla Sapienza di Roma, la politica repressiva di “Kossiga” (allora ministro degli interni e protagonista della strategia della repressione del movimento), sono le quinte del teatro di questo giallo particolare che si svolge alla periferia dell’epicentro della contestazione. Infatti tutto è ambientato tra Persiceto e Sasso Marconi, giù, fino a Casalecchio che uno dice: che potrà mai capitare in questi paesotti sonnolenti e anonimi mentre a Bologna scoppia l’inferno? Invece no. Proprio in questo ambiente addormentato in cui tutti si conoscono si svolge una storia di omicidi all’interno (o all’intorno) di Ordine Nuovo. Ma guarda! Ed i grandi avvenimenti di quei mesi arrivano solamente come echi, rimbombi lontani d’un mondo in ebollizione. Fino all’epilogo, però. Come si fossero dati appuntamento, in quell’11 marzo tragico, in via Mascarella, si concludono le storie. Quella vera vergata su un muro con tanti cerchi di gesso intorno ai fori delle pallottole e quella della finzione. Insomma, un appuntamento perfetto! Sono costretto a ricredermi: odio i gialli tranne uno, questo. La sua lettura è corsa via, veloce come un treno, trascinata dal vortice degli accadimenti confusi in un intrigo di realtà e finzione. Forse, in un clima di colpevole rimozione, anche così si può raccontare la Storia.
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Il SINDACO IN PILLOLE
Giuliano Pisapia prevede nel suo programma l’istituzione di “case mediche”, ovvero ambulatori polifunzionali gestiti da 6-10 medici di famiglia con servizi infermieristici e di segreteria. Qui i cittadini possono trovare assistenza infermieristica, socio-sanitaria, alcuni specialisti, programmi di prevenzione. In questo modo si possono ridurre di molto i ricorsi al Pronto Soccorso, i ricoveri in ospedale e quindi i costi. Queste case mediche, che sarebbe bello fossero gestite dai giovani medici neolaureati, possono trovare sede negli stabili del Comune non utilizzati e favorire la nascita di una vera e propria rete di assistenza socio-sanitaria. Da soli i medici infatti non potrebbero affrontare i costi economici dell’affitto di locali sufficienti a ospitare questi servizi. I milanesi così possono avere un servizio vicino a casa in cui trovare il proprio medico di famiglia, la presenza fissa di un infermiere, specialisti per le patologie più diffuse, continuità assistenziale dopo dismissione dall’ospedale, un accesso all’assistenza domiciliare integrata e ai servizi socio-assistenziali. Grazie all’apertura di queste strutture sarà possibile estendere l’orario di servizio degli ambulatori anche quando il proprio medico non c’è, come la sera o il sabato.
Proprio in periodo elettorale la giunta Moratti ha messo a punto alcuni nuovi tratti di piste ciclabili sperimentali, fra queste anche una che da via Padova arriva alla Martesana. Su suggerimento di alcuni abitanti della zona Giuliano Pisapia, in sella ad una bici, è andato di persona a testarla e ha constato una serie di problematiche non indifferenti, che non sono state considerate nel momento della realizzazione: 1) Non si è tenuto conto della presenza in diversi punti di portoni e passi carrai: i pedoni e gli automezzi in uscita dalle proprietà private non vedono chi proviene in bici sul marciapiede; 2) in molti tratti sono presenti esercizi commerciali e scuole: il transito delle biciclette è pericoloso per i pedoni soprattutto quando escono dai negozi e dagli istituti scolastici; 3) sulla curva tra via Morandi e via Pontano è stato realizzato uno scivolo pericoloso, non c’è visibilità, non si vede chi arriva in senso opposto e il rischio di scontri è molto alto, in un punto con dislivelli ripetuti e molto stretto: un eventuale scontro tra bici coinvolgerebbe molto probabilmente anche l’auto in transito.
A.A.A. volontari cercansi
La Cultura è Ossigeno
Dal 16 al 18 aprile tre giorni di eventi e spettacoli per far respirare la città , Officine X Pisapia A Milano si fanno sempre le stesse cose? L’offerta culturale è ripetitiva e moscetta? La giunta Moratti si accanisce contro i pochi spazi dove si fa cultura giovanile? Sì, effettivamente è così. Ma adesso basta! Con Giuliano Pisapia il vento cambia. È da mesi che GP, così viene familiarmente chiamato dal suo staff, si è circondato di operatori culturali, artisti, creativi di tutte le specie con cui ha messo in piedi un nuovo programma culturale per Milano. Perché la cultura è ossigeno: indispensabile al cervello, perché stimola la formazione di un pensiero critico autonomo, combatte l’assuefazione ai luoghi comuni, mette in movimento idee e pensieri; indispensabile al cuore perché crea occasioni di felicità condivise, realizza un senso di appartenenza ad una comunità indipendentemente da condizionamenti sociali o etnici, abitua al confronto e al dialogo. La cultura deve tornare al centro della vita milanese. L’Officina Culture & Creatività ha organizzato per il 16-17-18 aprile una tre giorni ricca di eventi: sabato e domenica i milanesi scendo in strada e attraverso una serie di percorsi guidati nelle vie e nelle piazze riscoprono le memorie passate, presenti e future di Milano. È un autentico museo diffuso nella città. I percorsi sono moltissimi: dalla Milano romana alla Bovisa in trasformazione, dai luoghi del Cinema alle due ruote lungo la Martesana, da Niguarda antifascista agli amici del bar del Giambellino, dalla Milano della ligera a Porta Romana Bella, dal Gallaratese al Parco Agricolo Sud. Lunedì, invece, doppio appuntamento al Teatro Da Verme. Alle 17 si svolge “Sity”, un incontro pubblico per raccontare le buone pratiche delle politiche culturali attuate in altre città europee e
italiane, esempi virtuosi di misure concrete che Giuliano Pisapia può mettere subito in atto dal giorno stesso in cui assumerà la responsabilità di governare Milano. Può realizzarsi un sogno che abbiamo da tanti anni: vivere in una Milano vivace, eclettica, multiculturale, aperta e divertente. Una città sempre più simile alle tante città europee da cui i giovani milanesi in Erasmus decidono poi di non tornare più: una Milano che torni ad essere una delle tanti vivaci capitali internazionali e abbandoni il deprimente obbiettivo di diventare capitale della Padania. Alle 21 va in scena MilanIn MilanOn: donne e uomini che scrivono, cantano, recitano, disegnano, creano idee, occasioni per diffondere sapere e conoscenza, opportunità per dialogare e confrontare opinioni e prospettive diverse. La lista degli ospiti comprende i migliori talenti nel campo della creazione musicale, teatrale, letteraria: ciascuno di loro offre a Giuliano Pisapia un “pezzo di bravura”, un tassello del proprio lavoro, simbolo della straordinaria vitalità creativa che attraversa e intreccia le nuove generazioni di chi produce e diffonde cultura, sapere, spettacolo. Una corrente di energia positiva che rappresenta un capitale sociale invidiabile per Milano; e che invece l’amministrazione Moratti considera solo fonte di fastidio e disagio, un capitolo di spesa su cui poter tagliare a cuor leggero, un futile diversivo su cui far crescere ramificate clientele. Partecipano: Egokid, Silvia Ballestra, Giulio Casale, Antonio Scurati, Federica Fracassi, Micol Beltramini, Patrizia Laquidara, Giovanni Falzone, Arianna Scommegna, Cesara Malfatti (La Crus), Filippo Del Corno. E a presentare la serata c’è Alessandra Faiella. Venite, venite, diffondete, diffondete...
Si può dare una mano alla campagna elettorale anche così. Telefonare a potenziali elettori da casa vostra, ma anche usando la sede del comitato elettorale (all’interno di un progetto organizzato e con il coordinamento di altri volontari). Presidiare le pagode nelle piazze (volgarmente dette “gazebo”), distribuendo materiale di propaganda e avvicinando potenziali elettori. Distribuire volantini e altri materiali ai mercati, nelle piazze, fuori dai locali e in occasione delle mille iniziative della campagna. Preparare cibo per piccole manifestazioni pubbliche e incontri con gli elettori. “Indossare” Pisapia: appuntarsi spille, mettere magliette, legarsi al polso il filo arancione di Giuliano e andare in giro con gli altri gadget by Pisapia: in una parola, essere testimonial itineranti della campagna. Organizzare incontri a casa vostra o in locali a vostra disposizione, anche di carattere ludico: per esempio, c’è chi ha giocato a bridge o ballato un tango proPisapia. Aderire a progetti di “incontro diffuso”, da organizzare anche in questo caso in spazi a vostra disposizione nei giorni indicati dal comitato elettorale, in contemporanea con altri sostenitori. Partecipare a iniziative all’aperto, anche brevi, anche di giorno.
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da lasciar perdere e quali seguire. Così per non sbagliare infatti è meglio non prendere grandi decisioni.
ariete Avete la forza di mille braccia e smuovete pure le montagne, tutto ciò è bello e motivante a volte però tendete ad esagerare. Siete molto carichi e non vi accorgete di come incalzate nelle situazioni. Vi inviterei alla calma ma mi sembra inutile e soprattutto questo è sempre un periodo da sfruttare, ma voglio solo farvi ragionare un po’ di più. toro Il Sole è alto splende e scalda forse pure un po’ troppo, però bello, prende bene pure a voi uscire che di solito amate rintanarvi nel vostro covo. Un periodo sempre sul favorevole andante, ma voi siete ormai fissati su alcune cose e non vi smuove nessuno è per questo che tutto sembra essere sempre allo stesso modo, perché sono i vostri pensieri ad esserlo. gemelli La settimana è positiva su tutti i versanti, tranne in quello amoroso. Niente di grave ma siete poco tolleranti e soprattutto poco attenti alle persone a voi vicine. Ma in fondo siete presi da tante cose, state pensando al mondo intero e nessuno può avere l’esclusiva su di voi. cancro Il rischio grande è quello di prendere delle grosse cantonate in amore, nel senso che magari vi state facendo dei film su un qualcosa o qualcuno che non è realmente come sembra oppure siete voi a pensare che le persone siano in un modo e poi invece sono in un altro. Nel lavoro non va meglio, qui rischiate di scontrarvi con tutti, cercate di non esprimervi troppo, mancate di tatto. leone Continua per voi questo gran periodo di fortuna in tutti i settori. Se vi manca qualcosa vi invito a prendervela, a chiedere, a muovervi, è difficile incontrare qualcuno che possa dirvi di no o se incontrerete qualcuno che lo fa, saprete da chi altro andare. Belli come il sole state ritrovando la vostra strada, carpe diem. vergine Settimana con Venere contro e nessuno a difendervi. Il periodo sembra non avere un senso e nemmeno una direzione. Non avete la più pallida idea su quello che dovete fare, quale le cose
bilancia In questa settimana non si muove foglia. Non buttatevi però giù, i momenti bui esistono per fare luce su punti in sospeso della vostra vita. Troppo tempo avete fatto finta di non vedere, di non sentire, di non voler capire. Ora dovete solo avere più consapevolezza e metabolizzare eventi e situazioni. scorpione Settimana ancora ad alte temperature, l’amore può riservarvi belle sorprese. Venere è a vostro favore aiutata da un sognante Nettuno e da nessuno ostacolata. Diciamo pure che potete ottenere molto con questi transiti. Siete dotati di un forte magnetismo che vi fa attirare persone e situazioni, sfruttate il momento ma mi raccomando non raggiratele. sagittario Il periodo è sempre d’oro soprattutto nel lavoro, nei contatti, e nelle amicizie. Tutto procede molto velocemente e voi siete contenti e soddisfatti. C’è sempre Venere contraria però che indica qualche mancanza in amore, lontananza? Forse siete lontani fisicamente o magari siete troppo presi dai vostri impegni da accorgervi che anche le persone attorno a voi hanno bisogno di attenzioni. capricorno E’ un periodo in cui procedere coi piedi di piombo, anche se tutto sembra muoversi molto velocemente e alcune possibilità sembrano da cogliere al volo per voi non è così. Voi dovete fare come le lumache o le tartarughe, dovete andare piano e fregarvene di chi vi suona il clacson per farvi sbrigare. Vi mettono fretta? Voi ve ne dovete fregare. acquario Il cielo vi dispensa favori e voi sembrate gestirvela molto bene. Che dire non ci sono pianeti opposti, nel lavoro e nei contatti siete ben apprezzati e in amore c’è possibilità di flirtare. Diciamo che la vostra intenzione è quella di voler giocare e non quella di impegnarvi, ma chissà se poi non cadrete vittima di qualche innamoramento fuori programma. pesci I sentimenti sono i protagonisti della settimana, avete una bella Venere attiva che vi permette di sognare in amore. Nella coppia è ora di capire e di progettare con fiducia però. E’ il caso di crederci un pochino e di mettersi in ballo, la situazione è soggetta a mutamento, qualcosa dovrà cambiare anche se si tratta della residenza o di alcune abitudini.
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“Ti richiamo appena si addormenta e ci facciamo una bella chiacchierata”, mi dice quando la cerco al telefono un martedì mattina, per chiederle un’intervista sulla sua condizione di neomadre precarissima. Il telefono tace, Laura non chiama. Dopo cena le telefono di nuovo, mi risponde con un ringhio dolce: il cucciolino, che sta or ora imparando ad articolare le vocali, non si è mai spento da stamattina. Pazienza, ci terremo i gridolini.
Elezioni d’amore di Luce Manara
Dio che invidia! Noi che siamo o vorremmo essere così eretici una cosa, a malincuore, la dobbiamo ammettere. Nella vita c’è solo una cosa che conta più dell’amore: è l’amore. E sono problemi. Per questo ci fa piacere avere un sindaco – perché Pisapia è già il nostro sindaco – che va decisamente controcorrente, eretico anche lui a modo suo, insomma un politico per certi versi anche radicale nelle scelte, o almeno in una scelta: si è sposato! La settimana scorsa.
Tutto è iniziato un annetto fa. Avevi 25 anni, hai scoperto di essere incinta, hai deciso di fare un figlio. Ma non potevi aspettare di esserti sistemata? In un momento come questo il futuro non esiste. Molto semplicemente. Le rivendicazioni della manifestazione di sabato pomeriggio a Milano (quella indetta dalla Cgil il 9 aprile scorso, ndr) mi interessano, naturalmente: può essere divertente pensare alla pensione, a come vivrò tra trent’anni. Ma tutto questo non ha niente a che vedere con la mia quotidianità, con il mio presente di disoccupata neolicenziata proprio perchè mamma. Mi interessa di più capire come mai una persona laureata, che parla fluentemente tre lingue, che ha fatto esperienze all’estero possa perdere tutta la sua utilità solo perchè mette al mondo un figlio. Mi interessa ancora di più capire come un’università pubblica della Lombardia, anzi un dipartimento che si chiama “Cooperazione allo Sviluppo”, possa sentirsi in diritto di lasciare a casa una persona perché per tre mesi non può garantire i livelli di produttività che aveva quando non allattava ogni sei ore. Le ragioni possono essere mille, ma non posso credere che non si vergognino neanche un po’. Il futuro, l’ho detto all’inizio, non esiste. Ma la cosa più sorprendente è che sembra non esserci spazio neppure per il presente. Perchè ti hanno licenziata? Per la precisione mi hanno chiesto di dimettermi. Nella loro ottica mi stano facendo un piacere, così non resta traccia del licenziamento sul curriculum. Non avevo preso la maternità perchè il mio capo me l’aveva sconsigliata: avrei avuto lo stipendio decurtato e in ogni caso non ci sarebbe stato modo di reinserirmi alla fine, perché il contratto sarebbe comunque scaduto il mese dopo il mio ritorno. Quindi ci siamo accordati, a voce naturalmente, contrattazione privatissima, sul fatto che avrei lavorato da casa. “Un errore di valutazione” l’hanno definito poi quando si sono accorti che avevano bisogno di una presenza fissa in dipartimento. “Oppure potresti organizzarti con tua madre”, mi hanno suggerito senza alcun imbarazzo e senza sapere che lei lavora otto ore al giorno, e quindi se anche volesse non potrebbe stare a casa a spupazzarsi mio figlio. Il fatto è che finché sei incinta sono tutti commossi dal tuo coraggio, ma poi al dunque.. Sì guarda, forse io sono stata anche fortunata. La discriminazione inizia subito, in certi casi. Oggi parlavo con un’altra ragazza a cui stavo passando la carrozzina usata di Luca, eccolo qui lo stato sociale, e le ho chiesto se era in maternità. “Sì, forzata”, mi ha risposto: “Quando ho
Laura Mangano ha 26 anni, è milanese e lavorava fino alla scorsa settimana per l’Università di Pavia. Luca Allen ha quasi tre mesi, ed è suo figlio.
Resta a Casa Mamma
Precaria licenziata con prole, di Diana Santini detto che ero incinta al lavoro mi hanno licenziata in tronco”. Immagino che in quanto donna sola con figlio a carico avrai molte agevolazioni.. Sì, certo, come no. Intendi il bonus bebè? Ma quello è solo un prestito, e neppure a tasso zero, solo agevolato. E io di scommessa ne ho già fatta una, e abbastanza impegnativa. Ci manca solo che mi indebito con lo stato. Ho provato ad andare a bussare ai servizi sociali del comune in cui risiedo, Cassano D’Adda, ma l’amministrazione è commissariata per corruzione e dunque l’erogazione di tutti i benefici e i fondi è sospesa fino a data da destinarsi. E quindi se dovessi dare un nome al tuo welfare state... La mia mamma. E’ a lei che mi appoggio. Per tutto, e non che la cosa mi diverta. Ma io riesco appena ad arrivare a fine mese, coi quattro soldi che avevo messo da parte per ogni prevedibile imprevisto, come questo che mi è appena capitato. Le visite specialistiche, le spese straordinarie, per tutto questo io devo chiedere l’aiuto di mia madre. E anche per la casa. Chi mi affitta un appartamento se non ho mai avuto un contratto di lavoro che durasse più di sei mesi? E’ una cosa piuttosto avvilente. Non dico che vorrei vedere srotolarsi davanti a me i tappeti rossi quando cammino, ma il panorama è desolante. Penso che un paese che non sostiene la maternità è un paese che non si prende cura di se stesso, che non ha il coraggio di pensare al futuro. Quali sono le tue prospettive professionali? Bella battuta. Diciamo che al momento la mia ricollocazione nel mondo del lavoro non è all’ordine del giorno. Diciamo che sarà una strada impervia, nonostante io abbia sulla carta tutte le credenziali del caso. Ma l’offerta è praticamente inesistente, e comunque quasi mai com-
patibile con i tempi e le esigenze di una madre. Non è che prima fosse piacevole, ma con un bambino piccolo inizi a porti il problema di cosa succede quando il contratto finisce, non è che puoi farti una bella vacanza in attesa di tempi migliori. Hai mai pensato di andare all’estero? A dire il vero no. Credo che il mito del nordeuropa, con gli asili che funzionano e gli affitti calmierati sia, appunto, un mito. Al di là delle agevolazioni, il punto è che il mondo del lavoro è ridotto così in tutta Europa. Andrei negli Stati Uniti, quello sì, ma per tutt’altre ragioni. E non credo proprio si possa dire che là si vive meglio: un lavoro lo trovi, ma la mancanza pressoché totale di servizi pubblici e accessibili mette tutti in una condizione di precarietà assoluta, indipendentemente dallo stipendio. Che cos’è la precarietà? La precarietà è non avere la possibilità di provare a fare quello che si vuole nella vita con un po’ di serenità. Io non è che voglio un impiego fisso per tutta la vita, per carità, un contratto a tempo indeterminato che mi traghetti fino alla pensione. Vorrei solo smettere di vivere con l’ansia di dover sempre dipendere da qualcuno. Vorrei sapere, quando lavoro, che quello che sto facendo mi fa crescere, mi porta da qualche parte, vorrei sapere che le energie che spendo e i sacrifici che faccio si trasformeranno in nuove possibilità e che non resterò ferma con i miei mille euro di stipendio e nessuna prospettiva. Ecco, la precarietà è la paura di rimanere fermi. E che cos’è la felicità? E’ il musetto del mio bambino. Dal punto di vista progettuale, è la possibilità di condurre un’esistenza come la si vorrebbe. Poi può sempre andar male. Ma avere la possibilità di provarci è essenziale.
Ha detto sì e per sempre ed è convolato a nozze con la sua compagna dopo vent’anni di relazione amorosa, e sia detto per inciso – cioé lo dicono le statistiche Istat – Giuliano Pisapia non avrebbe potuto fare mossa più in controtendenza di questa. Perché dopo X anni (e ne bastano anche meno) di solito il vestito buono lo si indossa di nascosto non per scambiarsi l’anello ma per un’uscita clandestina e veloce con l’altra o con l’altro (la principale causa delle separazioni resta sempre un bel paio di corna). Negli ultimi dieci anni, e Milano è la città testa di serie, divorzi e separazioni sono aumentati vertiginosamente in tutta Italia: 84.165 separazioni e 54.351 divorzi, un dato che non tiene conto delle migliaia di convivenze di fatto che sono già arrivate alla frutta senza aver lasciato traccia in un’aula di tribunale. Rispetto al 1995 le separazioni sono raddoppiate (+101%) e i divorzi sono aumentati di una volta e mezza (+61%). Tutto ciò accade in un contesto – ed è qui che il nostro sindaco mostra un gran coraggio – dove i matrimoni continuano a diminuire: erano 290.009 nel 1995 e 246.613 nel 2008. Oggi siamo arrivati al punto che ogni 1.000 matrimoni ci sono 286 separazioni e 178 divorzi. Su scala regionale, la Lombardia si conferma una delle regioni dove le coppie scoppiano che è un dispiacere anche solo immaginarle: ogni 1000 matrimoni, mediamente è tutto da rifare per un numero di coppie che mediamente si aggira tra le 300 e le 399 unità (erano tra 20 e 299 nel 1995). Un’ultima considerazione, non per fare gli uccelli del malaugurio, e certamente non per mettere in imbarazzo gli sposi novelli, va fatta sulle unioni che sulla carta non sono ancora finite nelle statistiche dell’Istat: stare insieme, ahivoi, ahinoi, ahiloro, non vuol sempre dire essere la coppia più bella del mondo. Quello che conta è l’amore. Appunto.