Teologia in Dialogo
Istituto Superiore di Scienze Religiose Lecce
Convivialità delle differenze L’eredità di Don Tonino Bello a 25 anni dalla scomparsa
Atti del Seminario interuniversitario - Lecce 2 maggio 2018
Presentazione di Mons. Vito Angiuli a cura di Carlo A. Augieri
MILELLA
Istituto Superiore di Scienze Religiose Lecce
Collana Teologia in Dialogo diretta da Don Luigi Manca e Carlo A. Augieri Comitato scientifico Don Pio Zuppa Facoltà Teologica Pugliese P. Luigi Orlando Facoltà Teologica Pugliese Suor Luciana Mele Monastero delle Benedettine “S. Giovanni Ev” Don Salvatore Cipressa ISSR Lecce Paolo Agostino Vetrugno ISSR Lecce Lorella Ingrosso ISSR Lecce Rossella Schirone ISSR Lecce
Š 2019 by Edizioni Milella - Lecce ISBN: 978-88-3329-066-9 Edizioni Milella - Lecce Viale De Pietro, 9 – 73100 Lecce Tel. 0832 / 241131 edizionimilellalecce@gmail.com www. milellalecce.it Impaginazione: Emanuele Augieri Copertina: Yukiko Tanaka
Convivialità delle differenze L’eredità di Don Tonino Bello a 25 anni dalla scomparsa (Atti del Seminario interuniversitario Lecce, 2 maggio 2018)
Presentazione di Mons. Vito Angiuli A cura di Carlo A. Augieri 6
Presentazione Mons. Vito Angiuli
Don Tonino Bello non finisce di stupire. L’ha fatto durante la sua vita. Continua a farlo anche dopo venticinque anni dalla sua morte. Non solo sul piano della prassi, ma anche su quello più specificamente culturale. Non potrebbe essere altrimenti, considerando il rilevante spessore spirituale, culturale e pastorale della sua persona. Si possono, infatti, riferire a lui le parole con le quali egli stesso traccia l’identikit di mons. Luigi Bettazzi: «In lui, uomo di pensiero, ma anche uomo di Dio, raffinato conoscitore delle metamorfosi umane sugli scenari della civiltà, ma anche assertore convinto delle immutabili istanze di pace presenti nel Vangelo, gli ideali di nonviolenza e di giustizia hanno finito col divenire il principio architettonico di un corpus dottrinale lineare, e il motivo ispiratore di una prassi pastorale non riconducibile a svolte»1. Si comprende così il motivo per il quale alcune istituzioni accademiche hanno voluto celebrare un Convegno il 2 Maggio 2018 sul tema “Convivialità delle differenze. L’eredità di don Tonino Bello a 25 anni dalla scomparsa”. Promotori del Convegno sono stati l’Università del Salento di Lecce, l’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, la Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale, Sezione S. Luigi di Napoli, la Facoltà Teologica Pugliese di Bari, la Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca e la Fondazione Don Tonino Bello di Alessano. Il Convegno si colloca nella ricorrenza del XXV anniversario della morte di don Tonino. Si è voluto festeggiare questa data non tanto in senso celebrativo, ma come un invito a riflettere e ad approfondire il messaggio che don Tonino ci ha lasciato. Tanto più che, l’evento giubilare è stato impreziosito dalla visita di Papa Francesco alla tomA. Bello, Martirio di pace, in Id., Scritti di Pace, vol. IV, Mezzina, Molfetta 1997, p. 112. 1
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ba di don Tonino. I gesti del Pontefice e le immagini che li richiamano sono molto evocative ed eloquenti. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro, tanto grande è il loro valore simbolico. Tuttavia, non si può fare a meno di proporre una sintesi del discorso del Pontefice attraverso le parole che lui stesso ha usato. Don Tonino, per il Pontefice, è un seme, posto nella terra, come il chicco di grano evangelico, perché da lì possa germogliare una nuova stagione di convivenza civile e sociale e di impegno ecclesiale. Il Capo di Leuca è infatti una terra-finestra aperta a vasti orizzonti, a spiragli planetari ripartendo dalla periferia, dalla “fine del mondo”. Il Sud rappresenta così la particolare angolazione da cui guardare la storia, non come luogo della subalternanza, ma come luogo di liberazione e di riscatto. Per realizzare questo progetto occorre cingere i fianchi con il grembiule, simbolo dello stile che deve animare la Chiesa e la società civile: mettersi a servizio dei poveri e degli ultimi. Si sprigionerà così una fragranza di vita: il profumo della profezia e della gioia. Sarà come custodire in un tabernacolo le cose di maggior valore. Non bisogna separare la preghiera dall’azione, tantomeno ci si deve immergere nel vortice delle faccende umane senza piantarsi davanti al Signore della storia. Esattamente come diceva don Tonino, secondo il quale non si può servire il “Signore del tabernacolo” senza servire il “tabernacolo del Signore”. Il Convegno si è aperto con i saluti istituzionali del Sindaco di Lecce, Dottor Carlo Maria Salvemini, dell’Arcivescovo di Lecce, Monsignor Michele Seccia, del Prof. Domenico Fazio a nome del Magnifico Rettore dell’Università del Salento, Prof. Vincenzo Zara, del Prof. Paolo Ponzio a nome del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Prof. Antonio Felice Uricchio, della Prof.ssa Giuseppina De Simone a nome del Decano della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sezione S. Luigi di Napoli, Prof. Pino Di Luccio, e di Padre Francesco Neri a nome del Preside Facoltà Teologica Pugliese, Prof. Angelo Panzetta. La prolusione del Convegno, è stata affidata a Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, che ha sviluppato il tema: La “convivialità delle differenze”, principio architettonico del pensiero di Mons. Antonio Bello. La prospettiva della “convivialità 8
delle differenze” è stata per don Tonino un motivo ispiratore che ha orientato la prassi e un principio architettonico che ha modellato il pensiero, diventando forza generativa di ulteriori sviluppi nella riflessione e nell’impegno pastorale. In lui, il mistero della Trinità assurge a principio architettonico, mentre la filosofia personalistica diventa principio ermeneutico. Il principio architettonico si articola in cinque prospettive: antropologica, pastorale, irenologica, sociopolitica, teologica. Sottolineare, infatti, che la “convivialità delle differenze” si fonda su una prospettiva teologica, non vuol dire che il tema non possa costituire un punto di riferimento per la riflessione filosofica, sociologica ed anche economica. Occorre evidenziare le sinergie tra le diverse prospettive e provare a metterle in dialogo tra di loro. Un compito, questo, assolutamente legittimo, anzi auspicabile se non addirittura necessario in un tempo di frammentazione del sapere e di smarrimento di una visione unitaria del mondo e della storia. Decisivo è, dunque, lanciare un appello a una comune strategia e a una sorta di convergenza su alcuni temi condivisi. È questo il senso delle altre relazioni che sono susseguite al primo intervento. Il Prof. Carlo Alberto Augieri dell’Università del Salento ha sviluppato il tema: “I tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e […] nella rettitudine degli atei”: Don Tonino Bello e la teologia ‘agnitiva’ dell’oltre Babele. Il saggio approfondisce il ‘modo’ di argomentare-significare di don Tonino, ossia lo stile del rendere discorso il suo voler affermare, annunciare, interpretare, spiegare, comprendere, proponendo la tesi di riconoscere in don Tonino un metodo ermeneutico di interpretazione biblica, basato sul ‘lasciarsi’ suggerire dall’annuncio kerygmatico della parola profetica, che è parola analogica, metaforica e simbolica, soffermandosi in modo particolare sulle “Omelie crismali”, pronunciate da Don Tonino il Giovedì Santo. Secondo l’Autore, in esse viene emessa un’interpretazione de-occidentalizzata del Testo Sacro, il quale nelle parole del nostro Vescovo diventa testo non monologico, ma ‘in dimensioni’ significanti; testo archetipo di un umanesimo simbolicamente comparato, in cui confluisce non la lingua del sacro, ma il linguaggio sacro, ossia linguaggio configurante l’uomo di tutte le latitudini cronotopiche, geo-storiche, che ha in comune quello che è l’ideale a cui 9
aspira lo spirito “naturale” dell’umano: la giustizia e la carità. Nelle parole di Don Tonino il Testo Sacro acquista il ruolo di Scrittura interpretante la modernità, che viene ad avere, pertanto, un ispessimento semantico di lunga, lunghissima durata, in grado di contenere la presentificazione ermeneutica del passato, rendendola sincronica alla comprensione ‘senza tempo’ delle ragioni antropologiche dell’umano in rapporto alle esigenze etiche ed utopiche dell’esistenza. La Prof.ssa Giuseppina De Simone della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sezione S. Luigi-Napoli, ha proposto un’interazione tra Convivialità delle differenze e dialogo interreligioso. La relazione sottolinea che la “convivialità delle differenze” è sicuramente un’immagine poetica, ma proprio per questo capace di far intravedere quello che la ragione da sola non vede o non riesce del tutto ad inquadrare. In rapporto al dialogo interreligioso, la convivialità delle differenze dice la necessità di riconoscere che siamo chiamati ad essere una cosa sola. Il fine per cui siamo è la comunione che è pienezza di relazione. Accogliere l’altro nella differenza di cui è portatore, riconoscere in questa differenza una ricchezza, imparare ad essere insieme, imparando gli uni dagli altri come fratelli, è già fare esperienza del Regno di Dio. È sperimentare che in Cristo Gesù “non c’è più giudeo né greco, non c’è più schiavo né libero” (Gal3,28). È fare esperienza di un’umanità redenta, splendente riflesso della comunione trinitaria. Il Prof. Francesco Fistetti dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” si è soffermato sul tema Convivialità e convivialismo: un percorso filosofico e politico. L’intento principale del saggio è mostrare che il “messaggio di liberazione” di don Tonino è un’eredità senza testamento, nel senso che i suoi destinatari sono sia i laici che i cattolici del nostro tempo. Esso ha una portata universale, come ecumenica è oggi la predicazione di Papa Francesco, con le cui tematiche è dato riscontrare una convergenza straordinaria, per non dire profetica. Il saggio intende segnalare come la riflessione teologica e pastorale di don Tonino si nutra di autori tra loro lontanissimi per ispirazione filosofica come Ernst Bloch, Karl Barth, Dietrich Bonhoefer, Georges Bernanos, Martin Buber, Emmanuel Levinas, ma anche il mahatma Gandhi, Martin Luther King, Aldo Capitini, 10
Paul Tillich, Pier Paolo Pasolini. In particolare, l’Autore pone l’accento sulla consonanza del pensiero e della prassi di don Tonino con il “Manifesto convivialista”, un documento elaborato nel 2013 da numerosi intellettuali europei e tradotto in più lingue. I motivi di allarme per la situazione catastrofica del pianeta che questo documento evidenzia sono gli stessi su cui insisteva già don Tonino: dalla pace alla giustizia, dalla distruzione dell’ecosistema, che mette a repentaglio l’esistenza umana sulla Terra, all’aumento esponenziale delle diseguaglianze e della povertà nelle nazioni e tra le nazioni. Il Prof. Paolo Ponzio dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” ha proposto una comparazione incamminandosi Sulle tracce di una convivialità in dialogo: da Don Tonino Bello a Papa Francesco. L’obiettivo dell’intervento è quello di rinvenire nessi tra il magistero di Papa Francesco e la lunga produzione di don Tonino Bello sui temi della convivialità cercando di indicare nel magistero della Chiesa e nel continuo rimando al testo biblico, aspetti meno frequentati dalla “narrazione” prevalente sugli studi del Vescovo di Molfetta. Per poter collocare il presente contributo all’interno di un ambito di assonanze e differenze, l’Autore individua alcuni aspetti di particolare importanza, tenendo come punto di riferimento tre argomenti chiave del magistero di Papa Francesco: Caino e Abele o della fraternità: per una “convivenza” delle differenze; Onesimo e la samaritana o dell’alterità: per una “convivialità” delle differenze; la pace: una questione di “antropologia ecologica”. Il Prof. Vito Mignozzi dell’Istituto Teologico Pugliese di Molfetta ha considerato la riflessione di don Tonino da un punto di vista ecclesiologico, trattando il tema: La Chiesa dall’esodo all’estasi nel servizio al mondo. Per l’Autore, ricostruire il pensiero ecclesiologico di don Tonino non è un’operazione semplice a motivo del carattere occasionale e non sistematico dei suoi scritti. Il rischio nel quale si può incorrere, infatti, è quello di assumere i suoi codici linguistici, le metafore che egli utilizza e farli diventare slogan attorno ai quali montare un’impalcatura teologica che in fondo si può scoprire piuttosto distante dall’intentio dell’autore. Volendo rintracciare un possibile fil rouge che ricollega le tematiche ecclesiologiche, rispettandone il più possibile il senso originario, l’Autore cerca di recuperare 11
anzitutto le matrici originanti il pensiero di Bello sulla Chiesa, di ricollocarle nella stagione ecclesiale in cui egli ha vissuto e operato, verificando pure quale tipo di ricezione del Vaticano II e dei piani pastorali della Chiesa italiana egli ha realizzato, soprattutto in merito alla visione di Chiesa. Ne emerge una figura di interprete originale della lezione di Lumen Gentium, oltre che un coraggioso sostenitore delle linee pastorali della Conferenza Episcopale Italiana. Questo si evidenzia soprattutto nella scelta di ricollegare il fatto ecclesiologico a una origine e a una metà, vale a dire il mistero trinitario, e a un evento dalla singolare potenzialità ecclesiogenetica, vale a dire l’eucaristia. Dentro questo alveo trovano poi collocazione le immagini con le quali don Tonino ha descritto la Chiesa. Si tratta di figure ecclesiali desunte dalla Scrittura, dai Padri, nonché dalla vita quotidiana del suo popolo. Il loro uso è fortemente connotato teologicamente e pertanto non si espone a riduzionismi che ne vorrebbero inficiare il senso. Ne emerge, per dirla con H. De Lubac, una figura di vir ecclesiasticus, la cui autorevolezza teologica sta nella sua capacità di sentire cum ecclesia. Il Prof. Guglielmo Forges Davanzati dell’Università del Salento ha analizzato il pensiero di don Tonino sul versante economico, sviluppando il tema“Dividete le vostre ricchezze”. Diseguaglianze distributive e sviluppo economico nel ricordo di Don Tonino Bello. Riconoscendo che il Servo di Dio è stata una delle figure più carismatiche della Chiesa italiana della seconda metà del Novecento, il saggio esamina la riflessione nei suoi aspetti essenziali in ambito propriamente economico, con riferimento, in particolare, all’economia italiana, al processo di integrazione europeo e alle diseguaglianze distributive. Si tratta di temi di evidente attualità, sui quali il Vescovo di Molfetta si è espresso con tesi quanto mai premonitrici, intuendo – da non economista – l’avvio del processo che portava al declino dell’economia italiana, la crescita delle diseguaglianze interne al Paese e su scala globale, le molte criticità dell’architettura istituzionale europea. Don Tonino ha mostrato la non comune capacità di integrare la lettura di questi fenomeni nel contesto di una riconsiderazione non banale dei controversi rapporti tra etica ed economia.
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Il Convegno si è avvalso dell’abile regia del Prof. Domenico Fazio. Nella sua qualità di Prorettore vicario ha curato, fin dall’inizio, il dialogo tra i relatori per l’armonizzazione dei differenti contributi e per una programmazione condivisa dell’evento culturale, mettendo a disposizione gli ambienti dell’Università del Salento come sede del Convegno. A nome di tutti, esprimo un sentito ringraziamento al Prof. Carlo Alberto Augieri per aver curato la redazione del libro, con l’auspicio che possa suscitare nei lettori non solo l’ammirazione per il magistero e l’esempio di vita che don Tonino ci ha lasciato, ma stimolare anche credenti e non credenti a continuare la sua opera lungo i sentieri di annuncio e di denuncia che egli ha percorso per dar vita a un mondo più giusto, più fraterno e più conviviale.
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Indice
Presentazione pag. 7 Mons. Vito Angiuli
Prolusione La “convivialità delle differenze”, principio architettonico del pensiero di Mons. Antonio Bello » 17 Mons. Vito Angiuli Relazioni
“I tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e […] nella rettitudine degli atei”: don Tonino Bello e la teologia ‘agnitiva’ dell’oltre Babele » 39 Carlo A. Augieri
Convivialità delle differenze e dialogo interreligioso
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65
Convivialità e convivialismo: un percorso filosofico e politico. A partire da don Tonino Bello »
75
Giuseppina De Simone
Francesco Fistetti
Sulle tracce di una convivialità in dialogo: da don Tonino Bello a Papa Francesco
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85
La chiesa dall’esodo all’estasi nel servizio al mondo. Linee del pensiero ecclesiologico di don Tonino Bello »
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Paolo Ponzio
Vito Mignozzi
Don Tonino Bello e l’economia: una nota Guglielmo Forges Davanzati
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Stampato nel mese di dicembre 2019 da EditriceSalentina – Galatina per conto delle Edizioni Milella di Lecce