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PREMESSA

Nel mondo sono tante le discipline sportive praticate da pochissimi, ma che sono accettate addirittura come sport olimpici. Per le gare invernali ci arrivano descrizioni dettagliate e dotti commenti su gente sdraiata su uno slittino che si lascia andare a velocità forsennata lungo uno scivolo ghiacciato. Non conosco nessuno che si diletti di queste cose. Forse perché sono pochi i Paesi che possono permettersi di costruire piste per gli slittini sui pendii di una montagna. Nel mondo di piste del genere ne esistono solo diciassette. Finite le Olimpiadi, diventano dei tristissimi musei.

Il salto con gli sci è una disciplina fondamentale per i finlandesi, ma quanti sono a praticarla? Forse una frazione minima di quanti la seguono in televisione. In teoria non è un passatempo impossibile. Ma il fatto di non praticarlo non impedisce a nessuno di esprimere opinioni e analisi fermissime su quanto è andato storto sin dal momento in cui un atleta spicca un salto.

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Non c’è nessuno che abbia la Formula 1 tra i suoi passatempi. Chi mai direbbe che la sera va a fare un po’ di esercizi di Formula 1? Pure non c’è bar o caffè di un Autogrill senza un esperto che ti spieghi perché il circuito di Sepang non si adatti alle caratteristiche di questo o quel pilota.

Non ci libriamo in aria con gli sci nemmeno per un secondo e non guidiamo un’auto a 380 chilometri all’ora su un circuito, eppure ci sentiamo degli esperti. La condizione di outsider ci rende infallibili.

Ho scritto questo libro dal punto di vista di un outsider, in mancanza di punti di vista alternativi. Non si tratta di una biografia – e come potrebbe esserlo dal momento che il protagonista è appena a metà del suo percorso di vita? Questa è la storia di un pilota che avrebbe potuto fare il meccanico. Ma non è andata così, ed ha raggiunto una fama mondiale. In brevissimo tempo e con tanta buona sorte. Grazie a sua madre, a suo padre, a lui stesso. L’unica cosa che voleva era andare il più veloce possibile. Sono in tanti a volerlo, ma per lo più restano anonimi. Ed è quel che avrebbe voluto anche lui: ma ormai è troppo tardi.

Leave me alone. I know what to do. ” ” Kimi Räikkönen

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