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PREMESSA
Inutile stare a dire in che tempi stiamo vivendo. Basta guardarci. Ai tavoli dei bar, al ristorante, mentre camminiamo per strada. Il ditino. O le ditine. Il nostro mondo è lì. Strisciamo continuamente col polpastrello contro uno schermo con un movimento continuo. Anche quando stiamo guardando la televisione, sdraiati sul divano. O al cine. Masturbiamo all’inverosimile questo schermetto alla disperata ricerca di quello che viene dopo. Lo schermetto si eccita e si riproduce di continuo. Siamo attaccati a una macchina, come malati terminali. Si è cercato di chiamare il gesto in alcuni mondi, tipo scrollare, sempre riadattandolo dall’inglese scroll. O sdidazzare, da un gergo tipicamente bo-
lognese. Niente, non convinceva. Poi ci siamo arrivati. Swipe up, swipe up. Non potevamo dire fare su e giù col dito. Saremmo stati provinciali, antiquati, dei poverotti che si ostinano a parlare in italiano. “Scorrere verso l’alto?”, “Strisciare verso qualcosa?”. Nooo, figuriamoci. È italiano! Come sapete, negli Stati Uniti fanno come noi. Dicono: «I’d like to watch the news and then i scorro verso l’alto with my finger». Cioè mi piacerebbe sapere le notizie e allora scorro verso l’alto col mio dito. Ovviamente stiamo scherzando. Dicono così secondo voi? Per essere più fighi? Come noi? Ma perché secondo voi non lo fanno? Perché non mettono la frasetta in italiano in mezzo al discorso nella loro lingua? Sono indietro? Sono vecchi? Non sono cool? La risposta potete darvela da soli. E allora via con lo: Suaipap, suaipap. Si pronuncia così. E siamo fighi. Ci sentiamo avanti. Ci sentiamo sborroni.
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A fare scorrere quintalate di roba di qualsiasi tipo, ottanta per cento boiate. Per curiosare. Per ficcare il naso. Lo fanno i ragazzini, i fidanzati ai tavoli dei loro aperitivi senza guardarsi e parlarsi per decine di minuti. Lo fanno le mamme e i babbi, che dicono “basta con quel telefono!” e poi sono peggio dei ragazzi. Lo fanno ormai le nonne o i nonni, il cui tremore avvantaggia l’operazione, ma nello stesso tempo provoca la famosa frase, nel momento in cui lo schermo diventa buio: «Alè, è sparito tutto qua! Come si fa?».
Viviamo di suaipap, suaipap. E allora se non siamo ancora rincretiniti del tutto, ci vuole un piccolo manuale per migliorare. Per poter dire un giorno: “Ebbene sì, sono ufficialmente rincretinito. Sono e mi sento un influenzer”. Senza nemmeno sapere cosa vuol dire. Ma intanto il nostro super io, il nostro ego si gonfia, si gonfia, si gonfia, fino a diventare una mongolfiera che vola sull’universo. Per dire meglio: al centro dell’universo.