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L’ORIGINE
Partiamo dalle nostre bocche. Dalla nostra faccia. Tutto risale all’epoca successiva all’autoscatto, quando si stava in posa, fermi immobili, in attesa dei dieci secondi che scandiva la macchina fotografica posizionata poco prima su un muretto o su un mobile. C’era poi quella corsetta frenetica verso la posa e quello stato catatonico di immobilità, come i polli quando si fissano a guardarti. Al clic tutti tiravano un sospiro e si scioglievano dalla tensione accumulata in quei dieci secondi. L’era del digitale ha portato a cancellare l’autoscatto e introdurre il famoso selfie. Che vuol dire appunto autoscatto. È probabile che il primo utilizzo del termine
“selfie” sia avvenuto nel 2002 in un post nel forum australiano ABC. Se ne registrò l’uso in un altro blog australiano l’anno successivo e il vocabolo comparve a partire 2004 nel sito Flickr; per anni tuttavia non conobbe particolare diffusione e si alternò con la variante “selfy”. Qualcuno vomitò, ma fa niente. I primi utilizzi in Australia e la prevalenza del suffisso diminutivo «-ie» sarebbero dunque una conferma della nascita del termine in quel Paese. A ogni modo, la maggior diffusione all’interno della lingua inglese e l’uso internazionale si ebbero solo a partire dal 2012.
Nell’agosto 2013 il termine è stato definito dall’Oxford English Dictionary come «Una fotografia di se stessi, tipicamente ripresa con uno smartphone o una webcam e caricata su un social network» e, nel novembre dello stesso anno, il medesimo dizionario l’ha considerato “parola dell’anno”. Nell’ottobre del 2014, il vocabolario
Zingarelli ha preso atto dell’ingresso del vocabolo nella lingua italiana.
Bene. In quel momento nasce l’origine del fenomeno. La radice del dramma. Il famoso uovo che nasce prima della gallina o viceversa. Ma in questo caso nasce il fenomeno “a culo di gallina” che è un problema lievemente diverso, ma che lascia aperta la porta a diverse teorie, e cioè se sia nato prima il culo della gallina o la bocca che ne imita la forma. La bocca a culo di gallina viene introdotta dalle donne che, dopo aver fatto il video di qualsiasi cosa – ma soprattutto di un ambiente da discoteca con la musica a palla (le riprese sono sfocate, quasi sempre confuse e non si vede una minchia, soprattutto ai concerti dove c’è solo una macchia di luce là in fondo) –, girano il telefonino verso se stesse e inevitabilmente, con una reazione fisiologica incontrollata ma istintiva, sporgono le labbra in avanti verso lo schermo. E si muovono a
ritmo, facendo una faccia di pseudo piacere erotico. La bocca a culo di gallina è diventato un caso mondiale, è allo studio di diversi scienziati californiani il motivo che spinge automaticamente le donne a fare quel movimento delle labbra. Ma da dove nasce il famoso “culo di gallina”?