Via Crucis 2019 - Le Beatitudini

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le

BEATITUDINI alla luce della

CROCE SEI PERCORSI DI VIA CRUCIS MEDITANDO IL

DISCORSO DELLA MONTAGNA GUIDATI DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA

“GAUDETE ET EXSULTATE”


«Ci possono essere molte teorie su cosa sia la santità, abbondanti spiegazioni e distinzioni. Tale rilessione potrebbe essere utile, ma nulla è più illuminante che ritornare alle parole di Gesù e raccogliere il suo modo di trasmettere la verità. Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini. Esse sono come la carta d’identità del cristiano. Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”, la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini». (Gaudete et exultate n. 64)

Sollecitati dalle parole di Papa Francesco, abbiamo voluto costruire un itinerario quaresimale che, attraverso la pratica della Via Crucis, ci aiutasse a riscoprire la ricchezza delle Beatitudini, il portale di ingresso al grande discorso della montagna. «Torniamo ad ascoltare Gesù, con tutto l’amore e il rispetto che merita il Maestro. Permettiamogli di colpirci con le sue parole, di provocarci, di richiamarci a un reale cambiamento di vita. Altrimenti la santità sarà solo parole». (Gaudete et exultate n. 67)

ECCO LE SEI TAPPE

II SETTIMANA DI QUARESIMA

BEATI GLI AFFLITTI

IV SETTIMANA DI QUARESIMA

BEATI I PURI DI CUORE

SETTIMANA SANTA

BEATI VOI QUANDO, PER CAUSA MIA, VI PERSEGUITERANNO

DEL NOSTRO CAMMINO QUARESIMALE:

LE BEATITUDINI

LE BEATITUDINI

INTRODUZIONE

I SETTIMANA DI QUARESIMA

BEATI I POVERI ED I MITI

III SETTIMANA DI QUARESIMA

BEATI GLI AFFAMATI E ASSETATI DI GIUSTIZIA

V SETTIMANA DI QUARESIMA

BEATI GLI OPERATORI DI MISERICORDIA E DI PACE

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prima settimana di Quaresima

BEATI I POVERI ED I MITI Nel nome del Padre... Introduzione

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli … Beati i miti, perché avranno in eredità la terra”. Anche noi oggi, come i discepoli, siamo chiamati a seguire il Maestro su un monte: non più la collina di Galilea da cui pronunciò il discorso della Montagna, bensì il colle del Golgota, appena fuori dalle mura di Gerusalemme, dove Gesù rende carne e sangue quelle parole mettendole in pratica sul patibolo della croce. Contemplando nella fede la sua passione, riscopriremo la “povertà di spirito” e la “mitezza” del Figlio che, obbedendo umilmente al Padre, “da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9).

Chiusa in un dolore atroce, eri là sotto la croce, dolce Madre di Gesù. Santa Madre, deh voi fate. 4

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PRIMA STAZIONE

GESÙ È CONDANNATO A MORTE Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dal Vangelo secondo Marco

Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte. Perché ti condannano Signore? Forse perché non reggono la tua povertà di spirito. Forse perché la tua libertà interiore li scandalizza. Forse perché ti sei talmente idato di Dio, da essere per loro pietra di inciampo. Ecco perché ti condannano Signore. Ad accusarti sono proprio coloro che dovrebbero essere i maestri nella vita dello spirito. Invece loro sono schiavi della ricchezza. Una ricchezza non solo materiale. Una ricchezza ben più subdola e pericolosa: la ricchezza del cuore. E, quando il cuore si sente ricco, è talmente soddisfatto di sé stesso che non ha spazio per la Parola di Dio, per amare i fratelli, né per godere delle cose più importanti della vita. Così si priva dei beni più grandi. Per questo Gesù, mentre ti condannano ci ricordiamo di quando chiamasti e dichiarasti beati i poveri in spirito, coloro che hanno il cuore povero, in cui può entrare Dio con la sua costante novità. (GAUDETE ET EXSULTATE N. 68)

Quanto triste, quanto afranta, ti sentivi, o Madre santa, del divino Salvator 5


TERZA STAZIONE

GESÙ È CARICATO DELLA CROCE

GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo...

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo...

dal Vangelo secondo Matteo

Dopo averlo deriso, [i soldati] spogliarono [Gesù] del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. PREGHIAMO INSIEME:

Padre mio, io mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto. La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Affido l’anima mia alle tue mani Te la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi di pormi nelle tue mani senza riserve con infinita fiducia perché Tu sei mio Padre.

dal libro del profeta Isaia

I settimana di Quaresima

SECONDA STAZIONE

Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà la salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe siamo stati guariti. DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA GAUDETE ET EXSULTATE N. 69

Questa povertà di spirito è molto legata con quella “santa indiferenza” che proponeva sant’Ignazio di Loyola, nella quale raggiungiamo una bella libertà interiore: «Per questa ragione è necessario renderci indiferenti verso tutte le cose create (in tutto quello che è permesso alla libertà del nostro libero arbitrio e non le è proibito), in modo da non desiderare da parte nostra più la salute che la malattia, più la ricchezza che la povertà, più l’onore che il disonore, più la vita lunga piuttosto che quella breve, e così in tutto il resto».

(Charles de Foucault)

Quanto triste, quanto afranta, ti sentivi, o Madre santa, del divino Salvator 6

Con che spasimo piangevi, mentre, trepida, vedevi il tuo Figlio nel dolor 7


QUINTA STAZIONE

GESÙ INCONTRA SUA MADRE

GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo...

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo...

dal Vangelo secondo Luca

dal Vangelo secondo Luca

Simeone, a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieridi molti cuori”. [Maria] custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

Mentre [i soldati] lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

con maria, la creatura che più di ogni altra ha vissuto la povertà di spirito, preghiamo il padre con le parole del salmo Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia. Speri Israele nel Signore, ora e sempre.

Se ti fossi stato accanto forse che non avrei pianto, o Madonna, anch’io con te 8

I settimana di Quaresima

QUARTA STAZIONE

Il povero in spirito è il cristiano che non fa aidamento su se stesso, sulle ricchezze materiali, non si ostina sulle proprie opinioni, ma ascolta con rispetto e si rimette volentieri alle decisioni altrui. Se nelle nostre comunità ci fossero più poveri in spirito, ci sarebbero meno divisioni, contrasti e polemiche! L’umiltà, come la carità, è una virtù essenziale per la convivenza nelle comunità cristiane. I poveri, in questo senso evangelico, appaiono come coloro che tengono desta la meta del Regno dei cieli, facendo intravedere che esso viene anticipato in germe nella comunità fraterna, che privilegia la condivisione al possesso. Questo vorrei sottolinearlo: privilegiare la condivisione al possesso. Sempre avere il cuore e le mani aperte, non chiuse. Quando il cuore è chiuso, è un cuore ristretto: neppure sa come amare. Quando il cuore è aperto, va sulla strada dell’amore. (PAPA FRANCESCO, ANGELUS DEL 29 GENNAIO 2017)

Dopo averti contemplata col tuo Figlio addolorata quanta pena sento in cuor 9


LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dal libro del profeta Isaia

È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. la veronica è l’immagine di tutti i poveri di spirito che cercano dio con cuore aperto e disponibile e lo trovano sul volto dei fratelli e delle sorelle che soffrono. unendoci a lei, ci rivolgiamo al signore con le parole del salmo. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi. Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”; il tuo volto, Signore io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. 10

I settimana di Quaresima

SESTA STAZIONE

Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, a causa dei miei nemici. Non espormi alla brama dei miei avversari; contro di me sono insorti falsi testimoni che spirano violenza. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.

Santa Vergine, hai contato tutti i colpi del peccato nelle piaghe di Gesù SETTIMA STAZIONE

GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo... dalla prima lettera di san Pietro

Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, insultato non rispondeva con insulti, maltrattato non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia. DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA GAUDETE ET EXSULTATE N. 71

«Beati i miti, perché avranno in eredità la terra». È un’espressione forte, in questo mondo che in dall’inizio è un luogo di inimicizia, dove si litiga ovunque, dove da tutte le parti c’è odio, dove continuamente classiichiamo gli altri per le loro idee, le loro

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E vedesti il tuo Figliuolo così alitto e così solo dare l’ultimo respir

O re potente dei cieli, sì, la mia anima trova ristoro vedendo te, abbassarti fino a lavare i piedi dei tuoi apostoli, rivestito della forma e della natura di servo. Ricordo allora le parole che hai pronunciate per insegnarci a praticare l’umiltà: «Vi ho dato l’esempio perché come ho fatto io, facciate anche voi. Un discepolo non è più grande del suo Maestro. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica». Ho capito queste parole uscite dal tuo cuore mite e umile, Signore; voglio metterle in pratica, con l’aiuto della tua grazia.

I settimana di Quaresima

abitudini, e perino per il loro modo di parlare e di vestire. Insomma, è il regno dell’orgoglio e della vanità, dove ognuno crede di avere il diritto di innalzarsi al di sopra degli altri. Tuttavia, nonostante sembri impossibile, Gesù propone un altro stile: la mitezza. È quello che Lui praticava con i suoi discepoli e che contempliamo nel suo ingresso in Gerusalemme: «Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro».

(Santa Teresa di Lisieux)

OTTAVA STAZIONE

GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Dolce Madre dell’Amore, fa’ che il grande tuo dolore io lo senta pure in me

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dal Vangelo secondo Luca

Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?”. PREGHIAMO INSIEME:

O Gesù, quando eri pellegrino sulla terra, hai detto: « Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime». 12

NONA STAZIONE

GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dalla lettera di san Paolo ai Filippesi

[Gesù] pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA GAUDETE ET EXSULTATE N. 72

Egli disse: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11,29). 13


Fa che il tuo materno afetto pel tuo Figlio benedetto mi commuova e iniammi il cuor

Tale è la tua umiltà, o divino Re della Gloria, fino a sottometterti a tutti i tuoi sacerdoti senza fare nessuna distinzione tra coloro che ti amano e coloro che sono, purtroppo, tiepidi o freddi nel tuo servizio. A un loro richiamo, scendi dal cielo. O mio Diletto, sotto il velo della bianca ostia, quanto mite e umile di cuore mi appari! Per insegnarmi l’umiltà, non puoi abbassarti maggiormente.

I settimana di Quaresima

Se viviamo agitati, arroganti di fronte agli altri, iniamo stanchi e spossati. Ma quando vediamo i loro limiti e i loro difetti con tenerezza e mitezza, senza sentirci superiori, possiamo dar loro una mano ed evitiamo di sprecare energie in lamenti inutili. Per santa Teresa di Lisieux «la carità perfetta consiste nel sopportare i difetti altrui, non stupirsi assolutamente delle loro debolezze».

(Santa Teresa di Lisieux)

DECIMA STAZIONE

GESÙ È SPOGLIATO DELLE VESTI

Le ferite che il peccato sul suo corpo ha provocato siano impresse, o Madre, in me

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dal Vangelo secondo Giovanni

I soldati poi [...] presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato - e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”. Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.

UNDICESIMA STAZIONE

GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dal Vangelo secondo Luca

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

PREGHIAMO INSIEME: DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA GAUDETE ET EXSULTATE N. 74

Nessuno, o mio Diletto, aveva diritti su di te, eppure hai obbedito non soltanto alla Santa Vergine e a San Giuseppe, ma anche ai tuoi carnefici. Ora manifesti pienamente nell’ostia il tuo abbassarti. 14

La mitezza è un’altra espressione della povertà interiore, di chi ripone la propria iducia solamente in Dio. Di fatto nella Bibbia si usa spesso la medesima parola anawim per riferirsi ai poveri e ai miti. Qualcuno potrebbe obiettare: “Se sono troppo mite, 15


Del Figliuolo tuo traitto per scontare il mio delitto condivido ogni dolore

PREGHIAMO INSIEME:

Signore, conosci la mia debolezza. Ogni mattina prendo la risoluzione di praticare l’umiltà e, la sera, riconosco che ho commesso ancora molte mancanze, a causa della mia superbia. Per questo, sono tentato di scoraggiarmi, ma, lo so, anche lo scoraggiamento è superbia.

I settimana di Quaresima

penseranno che sono uno sciocco, che sono stupido o debole”. Forse sarà così, ma lasciamo che gli altri lo pensino. È meglio essere sempre miti, e si realizzeranno le nostre più grandi aspirazioni: i miti «avranno in eredità la terra», ovvero, vedranno compiute nella loro vita le promesse di Dio. Perché i miti, al di là di ciò che dicono le circostanze, sperano nel Signore e quelli che sperano nel Signore possederanno la terra e godranno di grande pace. Nello stesso tempo, il Signore conida in loro: «Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi trema alla mia parola». Reagire con umile mitezza, questo è santità.

Perciò, in te solo voglio fondare la mia speranza. Poiché puoi tutto, degnati di far nascere, nella mia anima, la virtù che desidero. Per ottenere questa grazia dalla tua infinita misericordia, ti ripeterò molto spesso : «O Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo cuore!» (Santa Teresa di Lisieux)

DODICESIMA STAZIONE

GESÙ MUORE SULLA CROCE Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dal Vangelo secondo Matteo

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!”. Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. 16

Di dolore quale abisso presso, o Madre, al Crociisso voglio piangere con te TREDICESIMA STAZIONE

GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dal Vangelo secondo Giovanni

Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 17


L’umiltà può radicarsi nel cuore solamente attraverso le umiliazioni. Senza di esse non c’è umiltà né santità. Se tu non sei capace di sopportare e ofrire alcune umiliazioni non sei umile e non sei sulla via della santità. La santità che Dio dona alla sua Chiesa viene mediante l’umiliazione del suo Figlio: questa è la via. L’umiliazione ti porta ad assomigliare a Gesù, è parte ineludibile dell’imitazione di Cristo: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme» (1 Pt 2,21). Egli a sua volta manifesta l’umiltà del Padre, che si umilia per camminare con il suo popolo, che sopporta le sue infedeltà e mormorazioni (cfr Es34,6-9; Sap 11,23-12,2; Lc 6,36). Per questa ragione gli Apostoli, dopo l’umiliazione, erano «lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù» (At 5,41).

O Madonna, o Gesù buono, ti chiediamo il grande dono dell’eterna gloria in ciel QUATTORDICESIMA STAZIONE

PREGHIAMO INSIEME:

Gesù sei nel mio cuore. Io credo nel tuo amore fedele per me. Proteggimi come una madre. Aiutami ad essere puro come te, ad essere povero come te, obbediente come te e servire gli altri come tu hai servito.

I settimana di Quaresima

DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA GAUDETE ET EXSULTATE N. 118

Proteggimi dal male che mi vuole distruggere, custodiscimi nel tuo cuore, perché io ti appartenga. Nulla mi separerà dal tuo amore. Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore mite e umile come il tuo. Io ti appartengo, e poiché ti appartengo così totalmente tu puoi fare di me qualsiasi cosa ti piaccia, tu mi puoi usare, tu mi puoi mandare, tu mi puoi tenere nascosto, tu mi puoi dare gioia e sofferenza. Io ti appartengo, e nulla mi separerà dal tuo amore. (Santa Teresa di Calcutta)

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo... dal Vangelo secondo Matteo

Giuseppe [d’Arimatea] prese il corpo [di Gesù], lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria. 18

Padre Nostro... Il Signore sia con voi... Kyrie eleison.. Vi benedica Dio onnipotente: Padre e Figlio e Spirito Santo. Andiamo in pace... 19



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