Libretto_Preghiere-BADI

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INDICE

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Introduzione

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Ti adoro mio Dio dalla Rivelazione per la meditazione

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Padre Nostro dalla Rivelazione per la meditazione

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Ave Maria dalla Rivelazione per la meditazione

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Gloria dalla Rivelazione per la meditazione

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Angelo di Dio dalla Rivelazione per la meditazione

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L’Eterno Riposo dalla Rivelazione per la meditazione

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Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». 3


Questo libretto nasce dalla convinzione che alla fede è essenziale la preghiera. Credere in Dio, specie nel Dio rivelato da Gesù, non significa semplicemente ritenere che esiste un’Entità superiore. Credere significa accogliere la rivelazione di Colui che ha parlato ad Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, ai re, ai profeti ed ai saggi di Israele; di Colui che ha parlato definitivamente nel Figlio, Gesù nazareno. Appartiene alla rivelazione definitiva del Dio di Israele anche la forma della risposta a tale rivelazione, ossia la preghiera. Lo intuirono i discepoli di Gesù, allorché videro come pregava e gli chiesero accoratamente di insegnare anche a loro a pregare. Ogni preghiera cristiana non può che modellarsi sul “Padre nostro”, deve cioè consentirci di sentirci e di essere realmente figli di Dio – e fratelli tra noi – nel Figlio Gesù. Non a caso le preghiere liturgiche sono sempre rivolte al Padre mediante il Figlio, nella luce e nella forza dello Spirito che ci rende figli ed eredi. 4

In questa prospettiva, le altre preghiere della tradizione, a partire dall’Ave Maria (eminentemente biblica) ricevono una luce, un respiro, un afflato che le valorizza nella loro relatività alla vita filiale. Tali preghiere sono come la grammatica elementare della preghiera cristiana, che certo deve attingere principalmente e abbondantemente all’ascolto della Parola di Dio. Se questo commento delle preghiere della tradizione susciterà lo stupore di essere davanti al Padre che ci ha voluti figli nel Figlio, sarà già un buon risultato. Lo stupore infatti alimenterà il desiderio di rimanere in Gesù, consentendo così al Padre e allo Spirito di prendere dimora in noi. Così faremo esperienza che davvero il segreto, il senso della nostra vita è nascosto in Cristo; e che vivere da figli nel Figlio è già esperienza di compimento del nostro desiderio di vita. 5


Ti adoro mio Dio 2. Ti adoro della sera

1. Ti adoro del mattino Ti adoro, mio Dio e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: fa’ che siano tutte secondo la tua volontà e per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen. 6

Ti adoro, mio Dio e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa giorno. Perdonami il male che oggi ho commesso e se qualche bene ho compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.

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Vangelo di Giovanni (4, 19-26)

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Ti adoro mio Dio La preghiera del mattino e della sera si apre con questa bellissima dichiarazione di amore. Il verbo adorare allude a due atteggiamenti, almeno stando alla sua etimologia, rispettivamente latina e greca. Il primo: “pendere dalle labbra” o - anche -“baciare”. Ti “ad-oro”: pendo dalle tue labbra, desidero che Tu mi rivolga una parola, poiché so che non posso vivere soltanto di pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. “Ti bacio”, e con ciò esprimo la mia volontà di comunione con Te, mio Dio. Il secondo atteggiamento evocato dal verbo adorare è la prostrazione. Mi metto in ginocchio: come uno che riconosce la Tua Trascendenza, che si è fatta vicinanza, condivisione, comunione nei confronti della mia fragilità e debolezza.

TI ADORO MIO DIO

In quel tempo, la donna samaritana replicò a Gesù: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

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L’ Adorazione si trasforma in amore. Pregare non coincide con il pensare, riflettere, meditare. Pregare vuol dire amare. Cosciente che Tu sei il mio Dio, che ti sei legato a me prima ancora che io fossi, voglio corrispondere al tuo amore. Lo voglio come vuoi Tu: con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze. Ossia: a partire dal centro del mio essere, con la disposizione più profonda di me stesso, fino a lasciarmi coinvolgere in tutto ciò che il mio essere è. Voglio amarti così, poiché riconosco che Tu per primo mi hai amato con tutto te stesso, donandomi il Figlio tuo. 10

TI ADORO MIO DIO

Ti amo con tutto il cuore

Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano

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“Ti adoro, mio Dio” nella preghiera, ma voglio anche adorarti nella vita, poiché - come disse Gesù alla Samaritana - “i veri adoratori adoreranno Dio in spirito e verità”, ossia nella verità dello Spirito. Questa ha la sua sorgente nella preghiera e pervade la vita secondo uno stile imperniato sull’offerta di sé (cfr Rm 12, 1-3), nella fedeltà a Dio, ai suoi comandamenti e al vangelo di Gesù.

All’adorazione e all’amore, segue il ringraziamento. Ti ringrazio per avermi creato. Ti ringrazio della vita: la riconosco come dono tuo, frutto non del caso, ma di una precisa volontà di amore. Ti ringrazio per avermi fatto cristiano. Chissà se davvero ho mai reso grazie a Dio per il dono del battesimo, della fede, della vita cristiana. “A nulla ci sarebbe valso nascere se poi non fossimo stati redenti” (S. Ambrogio). O sto diventando come quei cristiani che non apprezzano il dono del battesimo, della fede in Gesù Cristo, e pensano che tutte le religioni si equivalgano? Ti ringrazio perché appartengo a Cristo, risorto, vivente per sempre, Via Verità Vita! In Lui il senso della vita si fa chiaro e luminoso: siamo stati creati per vivere per sempre - e pienamente oltre la barriera della morte, in comunione con Dio Creatore e Padre e con tutti i nostri fratelli che - allora - finalmente riusciremo ad amare come non siamo riusciti a fare durante la vita nel tempo. 11


Ti ringrazio, o Dio, per avermi conservato in questo giorno. Sì, per avermi tenuto in vita! La tua creazione non è ferma in un tempo lontanissimo, né risolta in un atto puntuale: è un atto permanente! Tu, o Padre, sei sempre all’opera, con il tuo Figlio (cfr Gv 5,17): per conservare e portare a compimento, con il nostro consenso, l’opera buona iniziata. Grazie, dunque, per avermi concesso un altro giorno per imparare a dirti sì con tutto me stesso... io che non sempre ti dico sì. Al mattino, ovviamente, dirò: Ti ringrazio per avermi conservato in questa notte, immagine della morte che tanto ci fa paura. Se tu, o Padre, mi hai aiutato a superare la notte, anzi a riprendere le forze nel riposo notturno, sono sicuro che lo farai anche quando dovrò attraversare il buio della morte, poiché così hai fatto con Gesù!

Perdonami il male che oggi ho commesso (Ti offro le azioni della giornata) Adorazione, amore, gratitudine, pentimento. Giunto a sera, ripenso al giorno che mi hai donato, 12

TI ADORO MIO DIO

(in questa notte)

ai benefici con i quali lo hai costellato e non posso che dispiacermi davanti a Te, per ogni mancanza di amore, per la mia fragile fede, per la mia debole speranza. Per questo Ti chiedo perdono, Padre buono! Cancella i miei peccati, e donami energie per vivere in modo nuovo. Al mattino, dirò: Ti offro le azioni della giornata: fa’ che siano tutte secondo la tua volontà e per la maggior tua gloria. Tu, o Dio, cerchi la reciprocità, la comunione con noi. L’offerta riguarda non qualche cosa di esteriore alla persona, ma le mie azioni, secondo l’intenzione, la volontà di Dio, e per la sua “gloria”, ossia affinché il mondo conosca la sua identità di Padre. È l’offerta della nostra “essenza”: la libertà. “Ti offro tutto quello che posso, tutto quello che sono”. “Prendimi come sono, fammi diventare come tu desideri!” (Giovanni Paolo I).

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E conservato in questo giorno

E se qualche bene ho compiuto accettalo La domanda, l’invocazione segue la dichiarazione di adorazione, di amore, il rendimento di grazie, il pentimento... Chiedo a Dio non solo che mi perdoni il male commesso in pensieri, parole, opere e omissioni - ma che accolga il bene che

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(Preservarmi dal peccato e da ogni male)

La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.

A conclusione della giornata, chiedo a Dio di custodirmi illeso nel riposo notturno. La notte - immagine della morte - deve essere affrontata 14

TI ADORO MIO DIO

Custodiscimi nel riposo, liberami dai pericoli

serenamente, come un bimbo che si addormenta sul seno materno. “In pace mi corico, Signore, e subito mi addormento” (Sal 4): Tu solo mi fai riposare sicuro, libero dal pericolo che le emozioni, le paure, i sensi di colpa, le ferite affettive mi inducano allo sconforto, turbandomi il sonno. Al mattino, invece, chiedo di essere preservato - non senza la mia decisione - dal peccato e da ogni altro male. A Dio chiedo di preservarmi dal male: poiché il male fa male a me, e agli altri. E tocca, nel senso che incrina, anche la comunione con Lui, ferendo il suo amore paterno. Sia al mattino che la sera, concludo la preghiera chiedendo che la Grazia - ossia lo Spirito di Dio - sia la luce e la forza che accompagna me e i miei cari, nel corso della giornata come nel riposo notturno. La preghiera pronunciata tutta in prima persona, si conclude con l’apertura ai propri cari, ai famigliari, agli amici, ai fratelli di fede ma anche ad ogni uomo, mio fratello perché come me figlio di Dio e redento da Cristo.

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ho compiuto. Quel bene, infatti, diventa pieno solo se Dio stesso - Signore e autore del Bene - lo porta a compimento. Il bene che una persona compie (lo sappia o no, lo riconosca o meno) lo compie sempre in forza della grazia di Dio. Da solo, senza l’aiuto di Dio, l’uomo può fare una cosa sola: il peccato, il male. Una bella preghiera liturgica può aiutarci a capire questa verità: “Previeni, o Signore, le nostre azioni con la tua Grazia, affinché ogni nostra opera, da Te iniziata, per Te venga portata a compimento”. Se Dio non le portasse a compimento, le nostre opere sarebbero sempre incompiute. Alla sera, esse vanno riposte fiduciosamente nelle sue mani.

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Padre nostro E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Vangelo di Matteo (6, 5-14)

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 16

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L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.

Dall’Apocalisse di S. Giovanni Apostolo (14,13)

L’eterno riposo (Io, Giovanni,) udii una voce dal cielo che diceva: «Scrivi: d’ora in poi, beati i morti che muoiono nel Signore. Sì - dice lo Spirito -, essi riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono».

L’eterno

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La preghiera per i defunti non deve essere trattata come una cenerentola, ma recuperata e utilizzata secondo il suo profondo contenuto. I “defunti” sono coloro che hanno portato a compimento il loro compito, ossia l’esistenza terrena, ricevuta un giorno in dono da Dio Creatore e Padre. Essi hanno varcato la soglia oscura e misteriosa della morte, e così la loro libertà è giunta al termine. Il tempo di questa vita è caratterizzato dalla libertà, e la morte pone fine alla possibilità di decidere di sé. Tuttavia, i defunti mantengono ancora un certo 55



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