"li condusse in disparte su un alto monte" Verso Pasqua contemplando l’icona e il mistero della Trasfigurazione
RITO ROMANO E AMBROSIANO
i ntro d u z i on e I quaranta giorni di Quaresima, per essere eficaci, devono essere vissuti uno alla volta con gusto e costanza. Ti proponiamo un percorso quotidiano e semplice, che ci auguriamo ti possa aiutare ad uscire da una religiosità appiattita sulla devozione. Per giungere alla Pasqua 2019 ci metteremo in contemplazione e lettura dell’icona della Trasfigurazione. Come scopriremo, essa è la prima icona che il monaco iconografo afronta, essendo immagine dello stesso cammino cristiano. Gesù infatti non ci chiede di seguirlo per diventare diversi da noi stessi ma, viceversa, per divenire pienamente ciò che siamo. In una parola: per trasfigurarci. Ci accompagneranno anche i testi di Jean-Yves Leloup sull’Esicasmo, antico metodo di preghiera contemplativa cristiana. In un mondo e ahimè anche in una Chiesa dove la preghiera è sempre più rara e sempre meno insegnata, riscoprire un metodo personale di preghiera profonda è urgente. Buona Quaresima verso la Resurrezione! 2
SEGUIREMO QUESTO SCHEMA:
1’ settimana
fermarsi
meditare come una MONTAGNA
Li condusse in disparte su un alto monte 2’ settimana
orientarsi
meditare come un FIORE
Una nuvola luminosa li avvolse 3’ settimana
respirare
meditare come l’OCEANO
Mosè ed Elia conversavano con lui 4’ settimana
ospitare
meditare come ABRAMO
Facciamo tre tende 5’ settimana
pregare
meditare come GESÙ
Questi È mio Figlio SETTIMANA SANTA SINTESI dei TEMI
OGNI SETTIMANA:
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domenica 10 marzo
prima settimana
meditare come una montagnamonte
o Li condusse su un alt
Viviamo la prima settimana di Quaresima imparando dalla Montagna il grande dono di stare fermi.
In un mondo dove la fretta abita ogni ambiente, dove tutto si consuma nella velocità . In una società che confonde l’eicienza con l’anticipo, il lavoro con la vita e gli afetti con il divertimento, il Vangelo ci invita a saperci fermare. Prima di ogni preghiera e decisione, prima di ogni rilessione o incontro, è necessario fermarsi. Fermare il corpo. Fermare i pensieri. 4
Luca 4
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. rito romano Matteo 4
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla ine ebbe fame. rito ambrosiano
Entriamo con Gesù nel deserto. Con lui impariamo l’arte della calma, la fatica del fermarsi immobili ed attendere.
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Lunedì 11 marzo
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. Sei giorni prima erano accadute molte cose. “La gente chi dice che io sia?”, aveva domandato Gesù. Pietro aveva risposto “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Nonostante ciò, aveva presto invitato Gesù a non parlare di morte e persecuzione ed era stato rimproverato: “Torna dietro a me, Satana! Tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini!”. Era necessario fermarsi, andare in disparte, darsi il tempo di capire cosa si stava vivendo.
Fermare i pensieri, fermare il corpo. Aggrapparsi alla roccia santa che è Dio e stare immobili. 6
prima settimana
Martedì 12 marzo
Allora il monaco gli disse: “Prima di parlare di preghiera del cuore, impara a meditare come una montagna” e gli indicò un’enorme roccia. “Chiedile come fa a pregare. Poi torna da me”. Efettivamente il primo consiglio da dare a chi vuole meditare non è di ordine spirituale, ma isico: siediti. Sedersi come una montagna vuol dire anche prendere peso: essere pesante di presenza. Le montagne hanno un altro tempo, un altro ritmo. Essere seduto come una montagna è avere l’eternità davanti a sé, è l’attegiamento giusto per colui che vuole entrare nella meditazione; sapere che c’è l’eternità dietro, dentro e davanti a sé. Prima di costruire una chiesa, il giovane doveva essere pietra, e su questa pietra Dio poteva costruire la sua chiesa e del corpo dell’uomo fare il suo tempio. E’ così che comprendeva il senso della parola evangelica “Tu sei pietra e su questa pietra ediicherò la mia chiesa”. JEAN-YVES LELOUP
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Mercoledì 13 marzo
Ecco il monte, l’alto monte dove Gesù porta i suoi tre discepoli. Loro ne fanno parte, quasi sono mimetizzati. Sono loro stessi divenuti parte della roccia. È la roccia di Dio, la roccia che è Dio, come spesso la Bibbia ce ne parla. È la roccia della stabilità interiore, la fermezza serena di chi sa di non poggiare sulla sabbia ma sulla pietra. In una società definita “liquida”, essere capaci di stabilità è qualità rara. È frutto di esercizio e meditazione. È dono prezioso per chi ci incontra.
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prima settimana
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Mercoledì 13 marzo
ICONA DELLA TRASFIGURAZIONE (XV secolo, 90x 58 - Scuola di Novgorod - Museo di Storia e di Architettura, Novgorod). La festa della Trasigurazione del Signore è celebrata il 6 agosto, perché secondo una tradizione l’episodio della Trasigurazione narrato dai Vangeli sarebbe avvenuto quaranta giorni prima della crociissione di Gesù. In Oriente si celebrava già la festa dell’Esaltazione della Santa Croce il 14 settembre, quindi di conseguenza fu stabilita la data della Trasigurazione. In Occidente le prime testimonianze della festa risalgono alla metà del IX secolo. Papa Callisto III nel 1457 la inserì nel Calendario liturgico Romano come ringraziamento per la vittoria ottenuta sui Turchi a Belgrado il 6 agosto 1456. Con l’icona della Trasigurazione, un tempo, l’iconografo doveva iniziare la sua attività pittorica. Essa è la madre di tutte le icone, nel senso che in ogni icona deve rilettersi la luce che brillò sul Tabor.
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prima settimana
Giovedì 14 marzo
Parla Simon Pietro Non sapevo cosa volesse fare questa volta. Solo una settimana prima ci chiedeva cosa dicesse la gente di lui. A me era venuta come d’improvviso un’intuizione. Ero certo, assolutamente certo di ciò che stavo dicendo. Eppure non ne capivo bene il senso. “Tu sei il Cristo” gli avevo detto d’impeto, come mio solito. Altrettanto impetuoso ero stato poco dopo, quando ci parlava della sua morte vicina. Non resistetti, era assurdo ciò che stava dicendo. Credevo lo dicesse preso dalla tristezza, in un momento di sconforto. “Non sia mai!” gli dissi. Non l’avessi mai detto, mi dissi in seguito. Quando mi invitò a seguirlo sul monte non volevo crederci. Voleva davvero me, che aveva aspramente ripreso? “Torna a seguirmi, satana”, mi aveva detto ragelandomi. Ora lo seguivo. Ma tacevo. Immobile come una roccia non parlavo.
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Venerdì 15 marzo
Pietro allora prese la parola e disse “Signore, è bello per noi restare qui”. È bello, bellissimo, trovare qualcuno con cui si sta così bene da non volersene andare mai più. È bello e raro spendere il tempo con chi è capace di donarci il suo. Vogliamo essere come un monte di amicizia stabile, punto di appoggio per chi sente franare la vita sotto i suoi piedi, per chi ha provato a vedere ridotti in sabbia i suoi sogni. “E’ bello per me stare qui” vorremmo che ci dicessero quanti ci incontrano, non perché trovino in noi chissà che attrazioni, ma la calma serena di chi è capace di meditare in silenzio ogni giorno. Saremo ancora capaci di fermarci?
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fe
prima settimana
Sabato 16 marzo
Signore, abbiamo vissuto questa prima settimana di Quaresima, contemplando te che porti i tuoi sul monte della meditazione. Con loro abbiamo provato a fermarci, a restare fermi come rocce, a meditare come una montagna per entrare in contatto con Te. Aiutaci a fermare davvero le nostre macchine, a rallentare nella calma il nostro respiro. Donaci la forza di riservarci, ogni giorno, un spazio sacro di immobilitĂ .
r m a rs i 13
domenica 17 marzo
seconda settimana
meditare come un fiore li avvolse sa o in m lu la o v nu a n U Viviamo la seconda settimana di Quaresima imparando dal fiore il grande dono di orientarci verso la luce.
In quale direzione andare? Chi trovare come punto di riferimento? In una società che ci abbaglia con luci di ogni tipo, come orientarsi senza restare ingannati? In un mondo che ha paura del buio, come vedere le stelle lontane che ci indicano la strada verso casa? Sapersi rivolgere verso la luce dell’amore di Dio è la Via per non smarrirsi. 14
Luca 9
Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. rito romano Giovanni 4
La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. rito ambrosiano
Seguiamo Gesù sul monte Tabor e, come lui, orientiamo tutto noi stessi verso l’amore infinito del Cielo.
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Lunedì 18 marzo
Il volto di Gesù brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Pietro stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Sappiamo bene cosa significhi avere un volto luminoso, gli occhi raggianti, un aspetto pieno d’energia e di gioia. Il volto di Gesù brilla, emana luce perché la sua vita è tutta orientata verso l’amore di Dio che è Luce. Con quali occhi i discepoli avranno visto tutto ciò? Gli occhi interiori o quelli del corpo? Non importa. Ebbero la certezza di essere avvolti da questa luce di amore.
Gesù era il loro maestro di orientamento e li coinvolgeva nella sua personale esperienza di vivere guardando verso Dio, come un fiore fragile che cerca la Luce. 16