L'Offerta Turistica del Parco Avventura Cuturelle

Parco Avventura Cuturelle di Scigliano Giuseppe S.A.S.

Loc . Cuturelle, 22 - 87055 San Giovanni in Fiore (CS) P. Iva 03240250781 www.cuturellepark.it E Mail info@cuturellepark.it Tel/Fax 0984991973 Cell. 3311561168

Il Parco Avventura Cuturelle Il Parco Avventura Cuturelle è in Calabria, a circa 2 minuti dal centro di San Giovanni in Fiore (CS), nel cuore della Sila.

Con i suoi 8 ettari di estensione, dove si sviluppano più di 3.000 metri di percorsi sospesi in quota, le sue aree attrezzate con oltre 100.000 visitatori annuali rappresenta una realtà di estremo interesse per la fruizione turistica nei nostri territori ed al contempo il più innovativo del Sud Italia con nuove tipologie di percorsi nella totale sicurezza con sistemi di sicurezza 100% come attesta la certificazione conforme alla normativa europea UNI EN 15567.

Nel rispetto della natura il Parco Avventura Cuturelle regala divertimento e coinvolgimento per tutte le età, per adulti e bambini, famiglie e gruppi organizzati che vengono a visitarlo seguiti da i nostri istruttori e guide specializzate.

La vicinanza del Parco Nazionale della Sila ci permetterà di trascorrere dei momenti fantastici in un luogo naturale.

Gli elementi focali sono i servizi offerti dal Parco Avventure Cuturelle con i suoi percorsi sospesi in quota, le aree attrezzate ed i percorsi itineranti lungo i sentieri della Riserva Naturale della Sila e di visita al territorio e del patrimonio storico, artistico e culturale delle Cittadine e Località dell’Alto Piano Silano.

Oltre alla naturale attrattiva ambientale del territorio Silano e delle storiche cittadine come di San Giovanni in Fiore (CS) fondamentalmente tre sono i fattori che determinano l'offerta turistica del Parco Avventura Cuturelle: 1.

L'attrattiva dei giochi di avventura “i percorsi sospesi in quota” con la guida di istruttori specializzati, le aree attrezzate per i pic-nic, scout e camping, gonfiabili, area bambini relax e la parete Free Climbing.

2.

I percorsi itineranti lungo i sentieri dell'altopiano Silano e del patrimonio storico, artistico e culturale delle sue Cittadine e Località con le guide turistiche dei luoghi.

3.

L'ospitalità delle strutture ricettive locali (B&B ed hotel) per il pernottamento nel tempo di permanenza dei turisti/clienti del Parco Avventura Cuturelle.

Questi elementi interconnessi, insieme compongono l'offerta turistica del Parco Avventura Cuturelle: con i suoi percorsi sospesi in quota, le sue aree attrezzate, con la rete degli itinerari escursionistici, le passeggiate, i percorsi in mountain bike ed il trekking attraverso i sentieri della Sila, i percorsi turistico museali tra i Borghi e le storiche cittadine come San Giovanni in Fiore per ammirare i monumenti e le Chiese, le arti della tessitura, dell'oreficeria, della pietra, dell'ebanisteria, affiancati alla ospitalità delle Aziende Locali operanti nel settore della ricettività turistica che collaborano con il Parco Avventura Cuturelle per offrire una eccellente ospitalità al visitatore/turista durante la sua permanenza.

Tale azioni convergono verso obiettivo finale di promuovere e qualificare un’offerta turistica diversificata e integrata, in grado di soddisfarei bisogni di un consumatore/viaggiatore alla continua ricerca di autenticità, di informazioni e garanzie su prodotti, servizi e qualità della ricettività. In questa direzione al Parco Avventura Cuturelle si sono ideati dei percorsi sportivi multisensoriali e dei percorsi itineranti tematici di grande fascino e interesse per i potenziali fruitori turistici.

Nell’ottica di sviluppo del turismo sportivo e rurale, inteso come ri-scoperta dell'ambiente naturale a misura d'uomo storicamente insediato, il territorio silano si presta ad essere vissuto attraverso quattro percorsi legati ad altrettanti temi: Acqua, Legno, Terra e Spirito. Quattro elementi naturali, quattro peculiarità, quattro presenze costanti che rendono unica e inconfondibile la Sila Grande.

L’idea è quella di condurre il viaggiatore lungo percorsi fuori dalla logica dei tradizionali itinerari turistici, sulla scia di un filo rosso che connette i vari punti di interesse coinvolgendolo con il territorio nella sua interezza.

Lo Staff del Parco Avventura Cuturelle prendendosi cura degli itinerari da seguire, con assistenza diretta sul posto, con i percorsi itineranti lungo i sentieri dell'altopiano Silano e del patrimonio storico, artistico e culturale delle Cittadine come San Giovanni in Fiore (CS), con le guide turistiche dei luoghi, offre i suoi servizi di accoglienza su tutto il territorio della Sila in collaborazione con le strutture ricettive locali, B&B ed Hotel per il pernottamento, con attenzione nel realizzare pacchetti viaggi, week-end, viaggi culturali, enogastronomici, naturalistici sia per singoli ma soprattutto per gruppi adulti e scolastici, CRAL e associazioni di ogni genere.

Parco Avventura Cuturelle di Scigliano Giuseppe S.A.S. Loc . Cuturelle, 22 – 87055 - San Giovanni in Fiore (CS) - P. Iva 03240250781 www.cuturellepark.it - E Mail info@cuturellepark.it - Tel/Fax 0984991973 - Cell. 3311561168

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Le attività del Parco Avventura Cuturelle Le attività del Parco Avventura Cuturelle permettono un coinvolgimento attivo e multisensoriale. 

Stimolano il fisico e la mente per gestire al meglio il proprio corpo, a calibrare il proprio equilibrio e a superare eventuali limiti (OBIETTIVO MOTORIO);

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Offrono la possibilità di divertirsi e socializzare al di fuori dell’ambiente scolastico (OBIETTIVO EDUCATIVO);

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Creano un legame con la natura: per affinare i propri sensi e scoprire la natura con occhi diversi e per giungere ad un rapporto autentico di armonia e rispetto (OBIETTIVO AMBIENTALE).

La gestione del parco e lo staff sono volte a fornire un servizio sempre migliore, con nuovi sistemi di sicurezza 100% sicuri come attesta la certificazione a noi rilasciata, conforme alla normativa europea UNI EN 15567. Gli ospiti saranno seguiti dalla professionalità e competenza degli istruttori, delle guide ed i soccorritori che lavorano nel Parco, garantendogli il divertimento in piena serenità.

E’ un parco accessibile, un parco per tutti! La sua mission è proprio l’accessibilità a tutti dei diversi servizi, senza dover necessariamente chiedere aiuto ad altri. All’interno delle aree del Parco tutti i percorsi sono adatti ad essere fruiti anche alle persone diversamente abili che possono accedere liberamente nel parco data l’assenza di barriere architettoniche, così come dai meno esperti della montagna, dalle famiglie, dai bambini e dagli anziani.

Così il Parco Avventure Cuturelle, è divenuto una delle destinazioni di eccellenza per il turismo accessibile per la fruizione del patrimonio naturalistico, secondo lo standard per l’accessibilità e la fruibilità VERITABILE di Bureau Veritas.

Tutto lo staff è pronto per regalare un’esperienza unica e indimenticabile. Il tempo trascorso al Parco Avventura Cuturelle ed i luoghi incantevoli della Sila arricchiranno certamente il visitatore, lasciandogli dei bellissimi ricordi.

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Come raggiungere il Parco Avventura Cuturelle E' possibile raggiungere il Parco Avventure Cuturelle a San Giovanni in Fiore tramite svariati percorsi.

Per chi viene da Nord:

Attraverso l'autostrada A2 del Mediterraneo “Salerno – Reggio Calabria” scegliere l'uscita per Cosenza e percorrere la SS 107 detta “Silana Crotonese” in direzione Crotone e quindi prendere l'uscita Cuturelle o San Giovanni in Fiore;

Attraverso la Strada Statale 106 Taranto Reggio Calabria, detta “Ionica” scegliere l'uscita Rocca di Neto ed immettersi sulla SP 18 in direzione della SS 107 “Silana Crotonese”/E846 e quindi prendere l'uscita San Giovanni in Fiore o Cuturelle.

Per chi viene da Sud:

Attraverso l'autostrada A2 del Mediterraneo “Salerno – Reggio Calabria” scegliere l'uscita per Cosenza e percorrere la SS 107 detta “Silana Crotonese” in direzione Crotone e quindi prendere l'uscita Cuturelle o San Giovanni in Fiore;

Attraverso la Strada Statale 106/E90 Taranto Reggio Calabria, detta “Ionica” prendere lo svincolo E848 per Catanzaro Centro/Aeroporto/SARC/Lamezia-T./Taranto/Crotone ed immettersi sulla Strada Statale 107 “Silana Crotonese” e quindi prendere l'uscita San Giovanni in Fiore o Cuturelle.

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I percorsi sospesi in quota Il Parco Avventura Cuturelle offre svariati percorsi sospesi in quota dedicati a tutte le età dai bambini agli adulti, ai gruppi, alle famiglie e le scuole, dalla materna alle superiori, per vivere esperienze uniche all’insegna dell’emozione, della dinamicità e della didattica, in un contesto totalmente naturale ed in assoluta sicurezza.

Il PARCO AVVENTURA PIÙ INNOVATIVO DEL SUD: nuove tipologie, nuovi giochi di percorsi sospesi in quota ed una, PARETE DA ARRAMPICATA DA 15 m con tre vie attrezzate, in TOTALE SICUREZZA PER I BAMBINI CON LA LINEA VITA CONTINUA, nuova linea vita per gli adulti.

La sicurezza è garantita sia da esperti e qualificati istruttori, che affiancano ogni persona durante tutte le attività, sia dalle attrezzature di protezione fornite dal Parco Avventure Cuturelle: imbragature alte, caschi e dispositivi di sicurezza permanente che non permettono lo sgancio di entrambi i moschettoni annullando di fatto ogni situazione di pericolo.

Nel rispetto della natura il Parco regala divertimento.

Il parco è dotato da 13 percorsi sospesi in quota: 

3 VERI PERCORSI BRIEFING (per bambini, per ragazzi, per adulti).

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3 per bambini: [percorso Bottedonato (1 baby); percorso Etna (2 baby); percorso Monterosa (3 baby)].

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3 per ragazzi: [percorso Gransasso (4 ragazzi); percorso Pollino (5 ragazzi); percorso Cervino (6 ragazzi)].

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4 per adulti: [percorso Kilimangiaro (7 adulti); percorso K2 (8 adulti); percorso Everest (9 adulti); percorso Salto del Brigante (Teleferica Bis)].

Ogni percorso ha due uscite con la libera scelta dell’utente, se proseguire con il successivo percorso oppure semplicemente finire quello iniziato.

Al Parco Avventura Cuturelle si può anche scegliere anche l’attività dell’orienteering: una attività rivolta a tutte le età dagli adulti, ai bambini, ai ragazzi delle scuole, per acquisire la capacità di orientarsi attraverso l'uso di bussole.

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I Percorsi Sospesi in Quota con la guida di Istruttori Specializzati: PERCORSO BOTTEDONATO (1 Baby): La rampa di accesso permette ai bambini di accedere, in totale sicurezza, al primo percorso con altezza da terra di 0,5 metri.

Cinque sono le pedane che consentono il passaggio da una tipologia di gioco all’altra.

Le oscillazioni della prima passerella rendono entusiasmante il proseguo verso il passaggio a binari di legno. Subito dopo i bimbi camminano su dischi pieni di colore, attraversano il ponte cinese che li accompagna al lancio sulla teleferica.

PERCORSO ETNA (2 Baby) Aumentiamo l’altezza?

Si, qui i bimbi percorrono i giochi iniziando da un 1 metro di altezza da terra.

Otto tipologie: alcuni giochi simili al Bottedonato per far sentire i bimbi a proprio agio e giochi innovativi per regalargli nuove trepidazioni come per esempio il passaggio nel barile che oscilla seguito dal passaggio nel ponte tibetano , non potevamo far mancare l’emozione del lancio in teleferica.

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PERCORSO MONTEROSA (3 Baby) Si parte da un 1,5 metri di altezza.

I bimbi aumentano il proprio senso di imponenza. Sette pedane, otto tipologie di gioco.

Due tronchi sospesi, si inizia con il tronco fisso e si finisce con quello oscillante.

I bilancieri conducono i bimbi al passaggio ad elefantino.

E poi pronti per la baby twist? L’eccitante passeggiata sugli alberi.

PERCORSO GRANSASSO (4 Ragazzi) Si parte da un 1,5 metro di altezza, questo addestra i ragazzi per gli altri percorsi sempre più difficili e più alti.

Nove tipologie di gioco, i tondelli facili fanno strada al passaggio su tronchi volanti cosi come il lancio su teleferica in pedana guida il salto da pedana a pedana.

L’emozione non è da meno quando si prosegue il percorso passeggiando su un'unica corda.

E, badate bene, questo è un percorso facile!

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PERCORSO POLLINO (5 Ragazzi) Cominciamo a divertirci a 4 metri di altezza.

Le sette pedane a questa quota fanno rabbrividire i ragazzi, il coraggio fa proseguire, la paura fa interrompere.

Tu continui o ti arrendi?

L’accesso a scaletta pappagallo conduce i ragazzi alla passerella a due funi in salita.

Si ritorna all’origine sul ponte delle scimmie, il lancio in teleferica arriva su rete del marinaio, un po’ di sforzo fisico per agganciarsi all’ultima teleferica del percorso.

PERCORSO CERVINO (6 Ragazzi) E si sale.. 6 metri di altezza da terra. Vertigini?

La scaletta a doghe illude il passaggio di un percorso semplice..e invece..

Colmo di teleferiche, otto pedane, nove tipologie di gioco.

L’altalena di bilancieri lunghi accompagna l’emozione di attraversare il ponte tibetano. Subito dopo due teleferiche su pedana che addestrano il ragazzo alla seconda zip-line più lunga del Parco. Si parte da seduto, si assapora il brivido del lancio, lo scenario che si ha davanti guida questo volo in aria che termina su rete a quota 10 metri.

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PERCORSO KILIMANGIARO (7 Adulti) Il Kilimangiaro a partire da 8 metri di altezza da terra fa palpitare gli adulti già dall’accesso, la scala di corda rende instabile l’equilibrio.

Hai mai provato a oltrepassare una rete verticale a 10 metri di altezza? O ad entrare ed uscire oscillando in un barile a sua volta oscillante?

Con il passaggio a serpente si può scaricare un po’ la tensione e la stanchezza, soprattutto perché quello che si percorrerà dopo c’è bisogno di molto coraggio ed energia.

Undici giochi, altalene miste zig-zag, passerella twist, traversata ad x metallica, salto della pulce..

Se la debolezza assale si può terminare questo percorso con la teleferica su rete.

Se invece è la forza che domina si passa all’altro percorso!!!

PERCORSO K2 (8 Adulti) La difficoltà aumenta ma aumenta anche la voglia di proseguire..

Undici pedane, Undici giochi entusiasmanti e unici .

L’altalena a “y” dondola l’adulto a 12 metri di altezza.

Una serie di staffe, bilancie, tronchi scomposti lo conducono verso il ponte i cui ostacoli hanno forme geometriche. E cosa c’è di più facile nell’adattare il proprio corpo a triangoli, quadrati, rettangoli?

Da piccoli si giocava con … ora lo siete voi in prima persona!

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PERCORSO EVEREST (9 Adulti) E bene si.. 15 metri di altezza da terra!

Tutto ciò che non si pensa di poter vedere sospeso, da noi è sospeso!

Sedici pedane con sedici giochi mozzafiato!. Un percorso che sembra interminabile ma che in realtà la curiosità nel salire sui giochi dinanzi offusca il lontano punto d’arrivo.

Ci sono dei dischi appesi con una corda dove la logica domina il passaggio, subito dopo la forza delle braccia permette di attraversare una scala orizzontalmente appesa, la cosiddetta scala militare.

Una mini parete d’arrampicata dove mani e piedi si inseriscono in delle piccole cavità ma che la stabilità non è un suo componente.

Ma a rendere Unico il percorso sono l’attraversata in bici- Snowboard-Tappeto Volante, sospesi a 12 metri da terra Tutto nella totale sicurezza.

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PERCORSO SALTO DEL BRIGANTE ( Teleferica Bis) Vuoi provare il brivido della prima zip-line più lunga del parco TELEFERICA DI 180 MT elevata a 22 ma non vuoi o non riesci a terminare il percorso adulti?

Il Parco Avventura Cuturelle vuole regalare emozioni e perciò permette agli adulti di poter accedere allo spettacolo di questo lancio a prescindere dagli altri percorsi.

Si accede dal verde del giardino, il ponte a tavolette guida la strada per una piccola teleferica in pedana.. seguita dal ponte delle scimmie e la rete del marinaio in salita e poi.. preparatevi. Una vera e proprio funivia di eccitazione.

FREE CLIMBING Al Parco Avventura Cuturelle si può vivere un’ulteriore esperienza unica: scalare una parete d’arrampicata che arriva fino a 15 metri da terra. La parete d’arrampicata ovvero Free Climbing prevede tre vie attrezzate, dalla più facile alla più difficile (scalata verde, blu e rossa). Gli appigli per l’arrampicata sono certificati e conformi alla normativa vigente ed in particolare alla EN12572-3.

La corda dinamica utilizzata è certificata in base alla normativa EN892. L’arrampicata è assistita da un istruttore qualificato che ha il compito di rimanere ai piedi della parete e di controllare la progressione sia in salita che in discesa.

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L’ORIENTERING: quando lo sport incontra la natura In collaborazione con l'A. S.D. "La Sila Orienteering" della FISO la Federazione Federazione Italiana Sport Orientamento del CONI il Parco Avventura Cuturelle organizza dei percorsi e gare d’orienteering: un gioco rivolto a tutte le età, agli adulti come ai bambini ed ai ragazzi delle scuole, per acquisire la capacità di orientarsi attraverso l'uso di bussole.

Si può praticare come sport agonistico oppure semplicemente a livello escursionistico amatoriale, da soli o in compagnia, al solo scopo di stare all’aria aperta e immersi nella natura.

Per questi motivi nelle gare sono previste numerose categorie suddivise per sesso, per età e per grado di difficoltà. Si va dai 10 anni agli 80.

Con percorsi speciali ed educatori anche per i bambini sotto i dieci anni. È l'occasione perfetta per una famiglia di stare insieme per il week-end in un ambiente sano e naturale che aiuta a sviluppare i migliori valori dello sport.

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In viaggio tutti in insieme, ma in gara ognuno con il proprio percorso e soprattutto con il proprio personale obiettivo.

L'orienteering si può praticare tutto l’anno, sempre all’aperto, in una delle quattro discipline.

Le quattro discipline dell’orienteering C-O L'orienteering nella sua forma classica è fatto di corsa: la c-o appunto. La natura è campo di gara a 360°. È divertente entrare nel bosco senza preoccuparsi di sentieri e strade, ma utilizzando come indicazioni i dettagli del terreno: un gruppo di sassi, un avvallamento, la curva di un ruscello. La mappa è precisa e con una simbologia standard. Unico strumento consentito è la bussola, utile per tenere la carta orientata correttamente durante la gara.

MTB-O La mountain bike orienteering o mtbo-o è la versione su due ruote. Si gareggia con una carta semplificata in cui sono evidenziati sentieri più o meno grandi. La mappa è fissata al manubrio su uno speciale leggio per fare le scelte di percorso senza perdere nemmeno un colpo di pedale.

SCI -O Lo sci-o è la variante invernale sugli sci da fondo dell'orienteering. Le piste vengono battute prima della gara e viene creato un fitto reticolo. La mappa è ritoccata segnando le piste in funzione della grandezza.

TRAIL -O Il trail-o è la versione dell'orienteering per tutti, dove normodotati e sportivi paralimpici gareggiano insieme.

Seguendo un percorso fisso si devono risolvere prove di precisione di vari tipi dimostrando di saper leggere la carta interpretando il terreno.

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Le Open Air Il Parco Avventura Cuturelle è dotato di aree aperte attrezzate per camping, pic-nic, con barbecue - set barbecue carbonella, e di aree relax per permettere di divertirsi cucinando e di rilassarsi in compagnia e soprattutto all’aria aperta.

Per le vacanze in campeggio ideali per le famiglie con bambini o week end in tenda o le gite d’escursione e le passeggiate in una giornata di relax, che sia in tenda, o nelle più audaci case sugli alberi o le più chic tende glamour, dormire all’aria aperta nel mezzo della natura è sempre un’esperienza emozionante.

Sia che decidiate di stabilire un “campo base”, sia che vogliate cambiare albergo di volta in volta, man mano che girate per il Parco, troverete facilmente una sistemazione adatta ai vostri gusti.

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I Percorsi Turistici dell’Acqua, Legno, Terra e Spirito Nell’ottica di sviluppo del turismo sportivo e rurale, inteso come ri-scoperta dell'ambiente naturale a misura d'uomo storicamente insediato, il territorio silano si presta ad essere vissuto attraverso quattro percorsi legati ad altrettanti temi: Acqua, Legno, Terra e Spirito.

Nell’ambito del progetto esecutivo della “qualificazione degli itinerari e percorsi della Sila Grande”, (misura 413.313 del Psr Calabria 2007/2013) per valorizzare i quattro itinerari tematici, acqua, legno, spirito e terra, sono stati studiati dei simboli distintivi che andassero a rafforzare la singola visione grafica di ogni itinerario, Il 26 agosto 2015, nei pressi dell’abbazia florense di San Giovanni in Fiore con il finanziamento del Gal della Sila si è avviato il posizionamento della segnaletica turistica ed informativa degli itinerari e percorsi della Sila Grande.

La Calabria è nota a tutti per la bellezza delle sue terre, per una vacanza indimenticabile. L’ospitalità ha radici antiche in queste terre, fa parte del “paesaggio” quanto gli stessi alberi.

Luogo archetipo e ancestrale, grembo che custodisce i segreti del tempo e della storia tra le pieghe di un paesaggio incantevole e li trasmette solo a chi riesce a cogliere il meraviglioso anche quando è celato alla superficie, crocevia di influenze tra oriente e occidente che hanno dato vita ad un patrimonio artistico e culturale di grande fascino e ispirazione.

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San Giovanni in Fiore è il più ampio, antico e popolato centro della Sila. Chiamato "Sangiuvanni" in lingua calabrese, questo affascinante borgo deve il suo nome all'omonimo monastero. Il convento fu fondato da Gioacchino da Fiore, un Monaco esegeta, teologo e scrittore italiano del XII secolo. Egli creò, insieme al monastero, la Congregazione florense.

Il Borgo di San Giovanni in Fiore con i suoi scenari ricchi di appassionanti scorci e di antichissime chiese dona un'atmosfera rilassata e panorami a perdita d'occhio. Vedremo pertanto, qui di seguito, come e perché visitare questo splendido luogo.

Il centro storico Florense della Cittadina di San Giovanni in Fiore è il centro più popolato e vasto della Sila, sorge ai piedi del Monte Nero, su un ripido pendio che sovrasta la confluenza dei fiumi Neto e Arvo comprende una parte molto interessante dei percorsi tematici, nella parte più bassa del paese, in prossimità della confluenza dei due corsi d'acqua, si trova la celebre Abbazia Florense, fondata dall'abate Gioacchino da Fiore.

Da questo centro religioso medievale si sviluppò l'intero abitato, fino a raggiungere la sommità della Serra Cappuccini.

La magia che regalano le costruzioni medievali in ferro delle porte delle case e l'armonia dell'architettura, in essa la lavorazione della pietra emerge come grande abilità degli antichi scalpellini sangiovannesi.

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Attorno all'Abbazia fondata dal Monaco Gioacchino Fiore, si estende il vasto centro storico che lascia intuire l’armonia di un antico centro a misura d’uomo e fra i più interessanti siti naturalistici dell'Italia meridionale.

Nei pressi dell'Abbazia Florense troveremo i resti degli archi medievali, voluti dai monaci. Questi costituivano le "porte della città", oltre le quali si era immuni dalle pene inflitte dalla Corte Normanna.

Una sensazione di potenza e sacralità ci avvolgerà, mentre ci addentreremo nei lunghi e stretti vicoli del borgo, li vedremo infine aprirsi su bianchissime piazze, nelle quali la pietra perfetta è davvero ammirevole.

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Consideriamo ora i percorsi turistici. Li troveremo immersi nella natura della Sila. San Giovanni in Fiore si trova nel comprensorio montuoso del Montenero. Questo è fra i più interessanti siti naturalistici dell'Italia meridionale.

Una visita da non perdere è quella presso il Museo demologico dell'economia, del lavoro e della storia sociale silana, inaugurato nel 1984, il Museo ha sede nell’ala orientale dell’Abbazia Florense ed è considerato uno dei musei settoriali più importanti del Centro e Sud Italia.

Esso si articola in sette differenti reparti: attrezzi agricoli, produzioni tradizionali, documenti storici, cultura architettonica, cultura magica e religiosa, cultura musicale e cultura iconografica.

All'interno del Museo si trova l'esposizione di cinque botteghe artigianali per ammirare così le arti della tessitura, dell'oreficeria, della pietra, dell'ebanisteria e della calzoleria.

San Giovanni in Fiore è ricca di monumenti. L'abbazia florense, costruita nel 1214, è l'unica sopravvissuta del complesso del "domus religionis", chiesa in stile romanico, restaurata di recente.

Altre chiese storiche ed architettoniche da visitare sono: la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa dell'Annunziata, la Chiesa di Santa Maria della Sanità, il Monastero dei Tre Fanciulli e la Chiesa del Carmelo.

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Al centro del paese, proprio accanto alla piazza principale, potremo visitare il Palazzo Lopez, il Palazzo Romei e il Palazzo Nicoletti. Marginalmente invece troveremo il Palazzo Barberio, il Palazzo De Luca, il Palazzo Caligiuri, il Palazzo Benincasa e il Palazzo De Marco.

Pregevoli intagli sul granito testimoniano una fondata tradizione nell’arte della lavorazione della pietra. Gli scalpellini sono stati maestri nel realizzare le volte dei portali, le decorazioni nelle profilature di balconi e finestre. Le realizzazioni architettoniche testimoniano una vera e propria “scuola di scalpellini sangiovannesi” attiva sin dall’età medievale.

Apprezzabili anche i lavori in ferro battuto delle ringhiere ai balconi, delle inferriate sui portoni d’ingresso, lungo le scale esterne ed interne alle case.

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Interessante sono le arti della tessitura a San Giovanni in Fiore e per questo vale la pena visitare la Scuola Tappeti di Domenico Caruso che raccoglie il grande significato della tradizione tessile, che da sempre ha segnato l’artigianato sangiovannese.

“Ozaturi a pizzulune”, le tipiche coperte “trappigne”, la “n’cullerata” a proseguire un percorso, iniziato nell’epoca medievale, intorno allo splendido complesso abbaziale, dove incominciarono a raggrupparsi nuclei familiari, che giungono in Sila, dai casali cosentini e dal marchesato crotonese.

Famiglie, che vivono intorno alla maestosa Abbazia Forense per assicurarsi la protezione degli Abati Commendatari.

Protette sì, ma costrette a soffrire il clima gelido dei rigidi inverni dell’epoca. Da qui la necessità di provvedere a realizzare su telaio, sia i tessuti per l’abbigliamento, sia quelli per l’arredamento delle proprie abitazioni.

Il casale di S. Giovanni in Fiore diventa la vera capitale della Sila, con i tessuti realizzati nei paesi limitrofi, che vengono barattati nelle fiere locali. Facendo un salto di parecchi secoli, fino a giungere alla metà del’900, grazie all’intraprendènza dell’Opera Valorizzazione Sila (attuale Arrsa) nasce la Scuola Tappeti, diretta da maestri armeni, che per lunghi anni impartiscono alle tessitrici locali le tecniche di annodatura dei tappeti.

Oggi la bottega d’arte è punto di riferimento per le più grandi firme dell’arte contemporanea, ed in oltre porta avanti uno dei più grandi progetti artistici mai affrontati sul territorio regionale: la riproduzione delle tavole del Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore, che si trasformano in splendidi arazzi di seta, completamente annodati a mano. Ogni tavola di questo ambizioso progetto richiede più di un anno di annodatura. Opere che grandi case d’asta come Crhistie’s di Londra e Semenzato di Venezia avrebbero voluto battere a suon di milioni del vecchio conio. Un’arte tessile, quella sangiovannese, riconosciuta in tutto il mondo.

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A 27 chilometri da San Giovanni in Fiore c’è Camigliatello Silano, rinomata località sciistica molto frequentata anche d’estate, comoda base di partenza per escursioni e altre attività nell’area protetta. Dal centro visite Cupone si dipanano sentieri per tutte le gambe, anche un percorso didattico particolarmente adatto alle famiglie per osservare cervi, daini, caprioli e lupi.

Il trenino della Sila è un servizio ferroviario turistico che si svolge sull'altopiano della Sila sulla ferrovia sospesa Cosenza-San Giovanni in Fiore a scartamento ridotto delle Ferrovie della Calabria, tra le stazioni di Moccone e Silvana Mansio.

Salire a bordo del treno della Sila è un'esperienza di viaggio unica, per il suo particolare "pregio culturale e paesaggistico", la ferrovia Silana, nell’intero tratto da Cosenza-San Giovanni in Fiore, è stata inserita nell'elenco delle ferrovie turistiche per pregio naturalistico e culturale con l’approvazione all’unanimità, in prima lettura, alla Camera dei Deputati, del progetto di legge che ha la finalità di istituire ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico.

Un viaggio turistico nel Parco Nazionale della Sila fino ad arrivare alla più alta stazione ferroviaria a scartamento ridotto (950 mm) d’Europa ad oltre 1400 metri d'altezza.

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Il Parco Nazionale della Sila Nel cuore della Calabria, il Parco Nazionale della Sila si offre ai turisti come luogo affascinante, ricco di itinerari suggestivi e paesaggi emozionanti, montagne e valli incantate, piante spettacolari e una grande varietà di animali. Il Parco custodisce al suo interno uno dei più significativi patrimoni di biodiversità che merita di essere amato e soprattutto protetto.

Angoli selvaggi, scenari grandiosi di storia, che cambiano e si modificano con il variare delle quote e delle stagioni creando atmosfere magiche, meravigliosi contrasti e armoniosi accordi di colori e sfumature.

La superficie boschiva del Parco è così ampia da essere, tra tutti i parchi nazionali italiani, quello con la maggior percentuale di terreno boschivo: circa l'80% del totale è costituita principalmente da faggete e pinete del tipico pino silano, il Laricio.

Nel parco si possono ammirare i cosiddetti “patriarchi vegetali”, circondati da muschi, licheni, erbe, felci, arbusti, rampicanti, policromi fiori e da una miriade di animali: veri e propri simboli di biodiversità e portatori di un particolare patrimonio genetico. Sono alberi singolari, che convivono in equilibrio con l'ambiente, che moderano il clima e valorizzano il paesaggio, difendono il suolo e proteggono le riserve idriche.

Sono “eroi” che non solo meritano ammirazione per la loro bellezza, ma soprattutto perché restituiscono all’uomo un equilibrio vitale superiore, non solo materiale, ma soprattutto mistico.

Ampie sono le vallate che si aprono lungo le dorsali del Parco ove è praticata la pastorizia, con forme di transumanza ed alpeggio che resistono tutt'oggi, con un’agricoltura legata soprattutto alla coltivazione della patata della Sila I.G.P. Il nome "Sila" deriva da un'espressione osca equivalente al latino "silva", ossia "selva", "bosco". I Romani chiamavano l'area della Sila, compreso l'altopiano delle Serre e l'Aspromonte, "Silva brutia", da cui deriva il nome attuale.

Le prime testimonianze umane in Sila risalgono all'homo erectus (circa 700.000 anni da oggi) e sono state individuate sulle sponde del lago Arvo dal paleontologo Italo Biddittu. Altre testimonianze, sulle rive dello stesso lago, risalgono all'uomo di Neandertal.

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Tra la fine del neolitico e l'inizio dell'età del rame (3800-3300 a.C.), tutta la Sila venne occupata da insediamenti di agricoltori e pescatori che sfruttavano le antiche conche lacustri (Arvo e Cecita) con un particolare metodo di pesca con la rete.

La Riserva è quindi l'ultimo residuo dell'antica Foresta Silana, presente fino agli inizi del Novecento, e che venne poi in gran parte tagliata dapprima con l'Unità d'Italia, quando venne sacrificata per rifornire di legname pregiato il giovane Regno, e poi nell'immediato secondo dopoguerra, come pegno da pagare agli alleati britannici e americani, per aver liberato il paese.

Il Parco Nazionale della Sila, istituito con D.P.R. 14 novembre 2002 comprende i territori già ricadenti nello storico Parco Nazionale della Calabria. Tutela aree di rilevante interesse ambientale, in Sila Piccola, Sila Grande e Sila Greca, per complessivi 73.695 ettari, in 21 Comuni, 6 Comunità Montane e 3 Province della Regione Calabria, con tre cime montuose principali: il monte Pettinascura, il monte Botte Donato e il monte Gariglione. I comuni ricadenti nel territorio del Parco sono: Albi, Magisano, Petronà, Sersale, Taverna, Zagarise, Acri, Aprigliano, Bocchigliero, Celico, Corigliano Calabro, Longobucco, Pedace, San Giovanni in Fiore, Serra Pedace, Spezzano della Sila, Spezzano Piccolo, Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro, Savelli.

Un patrimonio forestale estesissimo e di grande valore naturalistico, boschi di pino laricio, abete bianco e di faggio, fanno del Parco l’ambiente ideale per la dimora di lupi, di molte specie di uccelli rapaci, di caprioli, cinghiali e gatti selvatici, difficili da avvistare. Durante le escursioni nei boschi silani è molto più probabile avvistare lo scoiattolo, nella versione scura con la pancia bianca, chiamata nel dialetto locale “zaccarella” per la sua arguzia. E ancora lepri, ghiri, tassi, donnole e faine sono le specie che più si avvicinano ai centri abitati.

Il Parco Nazionale della Sila, ricco di percorsi suggestivi, itinerari didattico-naturalistici opportunamente predisposti, natura incontaminata, a tratti inesplorata, paesaggi che vale la pena di scoprire.

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Unico nel suo genere, questo maestoso bosco secolare nel centro della Calabria sopravvive intatto dal Seicento all’ombra dei suoi imponenti “patriarchi”, che danno origine a un grandioso spettacolo della natura. Vallate e montagne impreziosite da rigogliosa vegetazione che rinnova e alterna colori e sfumature al susseguirsi delle stagioni, un immenso patrimonio di biodiversità da apprezzare, valorizzare e proteggere. Sull’altipiano della Sila si conservano alberi alti fino a 45 metri, dal tronco largo 2 e dall’età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane, alberi come giganti. Un bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini larici e aceri montani piantati nel Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino, donato al FAI nel 2016. Con la Seconda Guerra Mondiale, i terreni furono espropriati e reintegrati poi nel patrimonio dell’Ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali che, insieme alla famiglia Mollo, promosse l’istituzione dell’attuale Riserva Naturale Guidata Biogenetica allo scopo di studiare, conservare geneticamente e tutelare questo patrimonio storiconaturale di enorme valore.

Il Parco Nazionale della Sila ospita quasi tutta la popolazione esistente nel mondo intero di pino nero di Calabria, caratterizzata da foreste antiche e alberi monumentali vetusti. La maggior parte degli alberi monumentali di pino calabro raggiunge in Sila dimensioni ed età che non si riscontrano in altri siti europei analoghi. Con questo nome vengono indicati alcuni esemplari secolari di pino nero di Calabria, che si trovano nella Riserva Naturale Guidata Biogenetica “I Giganti di Fallistro”. Oltre al pino laricio sono presenti anche meli selvatici, faggi, castagni, pioppi tremuli e aceri montani.

Sotto la fitta copertura boschiva si muovono furtivi lupi, cinghiali, volpi, tassi, lontre, cervi, caprioli, perfino il gatto selvatico; gli scoiattoli si arrampicano lungo i tronchi, accompagnati dal ritmico martellare dei picchi, evitando lo sguardo attento di poiane, astori, sparvieri, falchi pellegrini e nibbi reali. A vegliare la notte troviamo invece il gufo reale, l’allocco e il barbagianni.

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Il lupo è certamente l’emblema dell’ Altopiano Silano, l’icona che rappresenta numerosi comuni, società sportive e associazioni silane. Il lupo (canis lupus), ha un peso che da adulto può arrivare, in caso di buona disponibilità alimentare, a 40 chilogrammi. Il suo mantello ha un colore variabile a seconda dell’età, delle stagioni e del suo habitat.

In Sila, normalmente, assume un colore bruno-fulvo con sfumature scure, simile ad un cane pastore tedesco da cui differisce soprattutto per la forma cranica.

Il lupo vive tra i dieci e i quindici anni in branchi regolati da rigide regole gerarchiche anche se non mancano casi di esemplari solitari.

Vive, di norma, tra i boschi montani nutrendosi di piccoli animali ma attacca anche mammiferi più grandi come cervi e cinghiali. In periodi di penuria di prede è arrivato, a volte, ad attaccare anche i greggi attirandosi l’odio dei pastori che ne hanno fatto oggetto di una caccia spietata decimandone la popolazione fino a portarla sull’orlo dell’estinzione.

Storicamente, il lupo, è stato visto come un animale famelico e nocivo e della sua aggressività e cattiveria sono piene anche le favole dei bambini. La definitiva scomparsa è stata evitata grazie alle campagne condotte dalle organizzazioni ambientalistiche le cui raccomandazioni sono state recepite dalle autorità con norme che dichiarano il lupo come specie protetta vietandone la caccia e prevedendo pene severe per i trasgressori. Adesso, il lupo, è tornato stabilmente in molte zone dell’Appennino è l’aliquota più grande si trova in Sila, il luogo che gli ha permesso di sopravvivere all’estinzione definitiva.

Il lago Cecita, situato a 1150 metri sul s.l.m., è uno dei bacini artificiali presenti sul territorio silano. La sua realizzazione è avvenuta nel 1951 mediante lo sbarramento del fiume Mucone e la realizzazione di una diga ad arco-gravità; lunga 166 metri e alta 55 m.

Questo lago viene utilizzato per la produzione di energia elettrica e per l'irrigazione dei numerosi campi adibiti alla coltivazione di ortaggi in particolare la patata silana.

Il più importante insediamento di età greca, in Sila, è costituito dal santuario scoperto a breve distanza da Camigliatello Silano nel lago Cecita (VI-III secolo a.C.) ad opera della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria (scavi diretti dall'archeologo Domenico Marino in collaborazione con il ricercatore Armando Taliano Grasso, docente di Topografia Antica dell'Università della Calabria).

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Il lago Ampollino è un lago artificiale situato in Sila.

L'inizio delle costruzioni dello sbarramento iniziarono nel 1916 e terminarono nel 1927. Alla sua inaugurazione prese parte il Re Vittorio Emanuele III. Questo lago ha una caratteristica particolare, infatti bagna tre diverse provincie, quella di Cosenza, quella di Crotone e quella di Catanzaro. Fu il primo invaso artificiale ad essere realizzato in Sila. Fu realizzato dalla Società Meridionale Elettrica sbarrando il corso del fiume Ampollino allo scopo di creare un bacino idroelettrico. Il lago è collegato con il Lago Arvo tramite una condotta in galleria, condividendo così le stesse specie ittiche: trote, persici reali, cavedani, tinche, carpe e ciprinidi minori.

Ricerche dirette dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria hanno individuato un importante insediamento dell'antica età del bronzo (2000-1800 a.C.) sulle rive del Lago Ampollino. In località Fiume Tassito sono visibili i resti di un ponte a doppia arcata di età romana imperiale, testimonianza dell'antica viabilità che attraversava la Sila in età antica. Nel 2005 l'Ampollino sale all'attenzione internazionale per il presunto avvistamento di un rettile acquatico simile ad un plesiosauro o al Mostro Loch Ness.

Il presunto avvistamento non fu mai smentito nè confermato Poco più in là si presenterà ai vostri occhi la veduta della diga del lago Arvo che fu inaugurata da Umberto e Margherita di Savoia il 28 maggio 1932 in argilla battutta che con i suoi 280 mt. è la più lunga d’Europa.

Nelle giornate limpide e assolate è il luogo più bello della Sila: potete stare ore a rilassarvi perdendo lo sguardo nel suo colore intenso.

Passeggiare attorno al lago immergendosi nella natura più incontaminata e selvaggia è fortemente consigliato.

Nell’invaso, che ha una superficie di 8 Kmq, vi confluiscono le acque del fiume Arvo, Capalbo e di diversi torrenti, ed è collegato al lago Ampollino mediante una condotta-galleria lunga 6.250 mt.

Sulle sponde del lago Arvo si sono sviluppati diversi villaggi turistici tra cui i più noti sono quello di Rovale e la splendida Lorica, tipica località montana della Sila posta a 1400 metri di altitudine, dove è possibile sciare lungo i crinali del monte Botte Donato.

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Il Bosco del Parco Avventure Cuturelle nel cuore della Sila è un territorio che si presta molto a forme di attività sportive ad impatto zero sull’ambiente come le passeggiate e le escursioni lungo i suoi sentieri.

La natura più che semplicemente ammirata viene vissuta pienamente. In particolare i sentieri ci conducono alla scoperta del Parco Nazionale della Sila, attraverso percorsi che vanno dal Parco Avventura Cuturelle ai Giganti della Sila.

Il Parco Nazionale della Sila ha ottenuto da parte dell’UNESCO il riconoscimento nell’ambito del Programma MaB (Man and the Biosphere), un programma scientifico intergovernativo avviato dall’UNESCO nel 1971 per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile. Ci sono molti benefici per la salute sostenuti dalla scienza, ottenuti da una dose giornaliera di natura. Passeggiare nei boschi è un'abitudine chiamata "balneazione della foresta" che ha dimostrato di abbassare i livelli di stress ed aumentare il benessere, apportando innumerevoli benefici per la salute.

Passeggiare a cavallo è un modo per attraversare le bellezze dell' altopiano silano, stupirsi delle sue meraviglie, rimanere affascinati dai suoi colori percorrendo sentieri che numerosi si ramificano per tutto il territorio, costeggiando siti di interesse dai Giganti di Fallistro ai centri visita ai vecchi "tratturi": i sentieri dei briganti.

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Sono molte le caratteristiche che rendono la Sila un posto ineguagliabile per stare a contatto con la natura utilizzando un mezzo ecologico come la bici, rispettando l’ambiente, praticando attività sportiva, respirando l’aria più pulita d’Europa, soddisfacendo i propri desideri di avventura e libertà.

Una fitta rete di sentieri costantemente battuti o sterrati, piste ciclabili tra pianori e vallate, tra rigogliosi boschi e foreste, accessibili senza troppa fatica dagli appassionati di questo sport, fondi drenanti ben percorribili in assenza di fango, una vegetazione non spinosa, un clima piacevolmente fresco in estate e mite in primavera e in autunno.

Le escursioni in Quad servono a raggiungere posti inaccessibili e lontani dalle solite mete dando la possibilità anche ai meno preparati fisicamente, ai portatori di handicap, ai più piccoli di vivere una giornata all’insegna dell’ avventura.

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Il termine francese “foliage” che in italiano significa fogliame è una parola molto cara agli amanti dell’autunno, perché i giochi di colori, dal verde, al giallo, all’arancio, al rosso e al marrone che offrono le pinete del Parco Nazionale della Sila rappresentano delle mete sempre più ambite e ricercate da parte di chi in questa stagione vuol godersi lo spettacolo suggestivo che offre la natura.

In Sila la raccolta dei funghi coincide di norma col periodo settembre-novembre, ma se l’andamento stagionale decorre favorevolmente (sufficienti quantità di pioggia), è facile assicurarsi eccellenti raccolte di porcini e di altre prelibate specie, anche nel periodo primaverile ed estivo.

Selvaggi e incontaminati con forti contrasti cromatici e incredibilmente rigoglioso i boschi qui si propongono come una meta ideale per gli appassionati di chi ama dedicarsi alla raccolta di funghi in un contesto naturale che durante l’autunno favorisce la crescita spontanea di più di 3000 specie di funghi senza tenere conto di quelle microscopiche.

Il clima temperato delle stagioni estiva ed autunnale, la presenza dei laghi che creano una certa umidità e gli immensi boschi di pino, faggio e castagno, favoriscono la crescita dei funghi tanto che, la Calabria, viene considerata come la prima regione italiana nella esportazione dei porcini.

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Sulle tracce di un antico passato I Giganti di Pietra di Campana (detti anche Pietre dell'Invallicata) sono due sculture megalitiche create probabilmente dai primi abitanti della Calabria.

Le teorie sull'età di queste sculture sono tre: 1. La prima teoria le fa risalire all'epoca della conquista di Pirro, quindi all'inizio III secolo a.C.; 2. La seconda sosterrebbe che siano state costruite dai soldati di Annibale durante la Seconda Guerra Punica, verso la fine del III secolo a.C.; 3. La terza, comunemente ritenuta più probabile le ricondurrebbe al V-IV millennio a.C..

Quanto alla scoperta, già in uno scritto del 1600 del vescovo Francesco Marino, una delle due statue viene definita: "Il gran colosso caduto al suolo a causa dei terremoti" e in una mappa della Calabria, disegnata da Giovanni Antonio Magini, nel 1603 la zona è definita: "Il Cozzo dei Giganti".

La prima statua, chiamata "L'Elefante" e alta 5 m, rappresenterebbe un elefante (il che avvalorerebbe le ipotesi che le collocano nel III secolo a.C.) o più probabilmente un mammut. Infatti nel Lago Cecita sono stati ritrovati i resti di un Elephas Antiquus.

La seconda, alta 6 m, è invece stata danneggiata ma sembrerebbe rappresentare le gambe di un essere umano ed è stata ribattezzata "Il Ciclope" o anche "Il Guerriero Seduto", infatti la posizione della statua richiama le sculture del Tempio di Abu Simbel, in Egitto.

I “Grutti” di Petilia Policastro costituiscono un antichissimo insediamento rupestre, caratterizzato da una trentina di grotte scavate nel tufo. Esse risalgono al periodo neolitico quando gruppi di pastori, durante la transumanza, vi dimoravano. Le grotte, coperte con volte a botte o a capanna, hanno forme e dimensioni diverse e alcune mostrano i segni del passaggio degli scalpellini locali. Una delle grotte più note è la “cripta del cenobio”, cappella oratoria orientata verso Costantinopoli; essa è costituita da due antri nel grande atrio ed era adibita a romitorio.

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Il Castello Normanno di Santa Severina, detto Carafa o di Roberto il Guiscardo, il re normanno che ne ordinò la costruzione nel XI secolo, è considerato una delle antiche fortezze meglio conservate dell'Italia meridionale.

L'imponente struttura si estende per 10.000 m² circa e domina sull'ampia valle del fiume Neto e le colline del Marchesato di Crotone, vicino a Crotone. È composta da un mastio quadrato e da quattro torri cilindriche che si trovano ai lati del castello; è inoltre fiancheggiato da quattro bastioni sporgenti in corrispondenza delle torri.

Nel Castello ha sede il Museo Archeologico, dove sono esposti reperti - di proprietà dello Stato - provenienti dal territorio o rinvenuti nel corso degli scavi nella fortificazione. Sono visitabili alcune aree archeologiche (grotte, necropoli, chiesa bizantina, fondazione torre normanna etc.) messe in luce nel corso degli scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

Castelsilano è un ameno paesino della Presila crotonese a 8 km. circa da Caccuri, salendo verso San Giovanni in Fiore.

Il centro abitato sorse nel XVIII° secolo intorno al "Castrum casini", la casa di campagna del principe Scipione Rota di Cerenzia che era stata eretta nel 1685. La cittadina si affaccia su di uno stupendo scenario che va da Cariati a Cutro passando per Cirò, Strongoli, Crotone e, per questo, è stata definita "terrazza del Crotonese."

Tra i monumenti più significativi va annoverata l'Arca, un edificio che riproduce la celebre imbarcazione biblica, costruito dal maestro Girimonti.

Il Castello di Caccuri è un imponente maniero Seicentesco edificato in cima ad una rupe, immerso in un paesaggio suggestivo, punto d’incontro tra la macchia mediterranea ed i boschi della Sila.

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La Cosenza più antica fu fondata dai Bruzi nel IV secolo a.C., è la più settentrionale dei capoluoghi di provincia calabresi, riconosciuta nel 2008 città d’arte.

Delle terre dei Bruzi divenne capitale arrivando a controllare la Lucania e gran parte delle terre della Magna Grecia Calabra. In epoca romana Cosenza divenne poi importante crocevia commerciale, passando in mano longobarda e successivamente sotto i bizantini, divenendo poi ducato svevo.

E’ un alternarsi di belle facciate, tesori artistici e pittoreschi vicoli Cosenza antica, che apprezziamo anche attraverso le sue belle botteghe artigiane, di sedie, cesti, cappelli e ceramiche artistiche, i suoi negozi di prodotti dell’enogastronomia locale e le sue fornite enoteche.

Merita una visita il Museo dei Bretii e degli Enotri, allestito nel quattrocentesco complesso monumentale di Sant’Agostino, che propone un’interessante collezione espositiva di reperti archeologici della città e provenienti da svariate località della provincia. Tra i tesori del museo una stele sepolcrale di età tardo imperiale romana.

Oltre ad essere una delle città storicamente più importanti del meridione italiano, Cosenza è anche una delle capitali enogastronomiche del sud.

Il Museo Multimediale della Città di Cosenza è un innovativa struttura un ampio e tecnologico spazio dove si producono e si incontrano cultura e tecnologia, si potranno vivere esperienze immersive culturali e conoscitive, fatte di luci, suoni, laser, ologrammi ad altissima definizione.

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Il Castello di Carlo V è una fortezza di epoca medievale che sorge nella parte antica di Crotone. È di proprietà dello Stato ed è in totale consegna alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

Costruito nell'840 per difendere la città dalle incursioni dei Saraceni, fu modificato in maniera più sostanziale nel 1541 dal re Carlo V. Presenta una pianta poligonale, e due torri: una più massiccia detta "Torre Aiutante", e un'altra detta "Torre Comandante".

Attualmente il castello ospita una sezione del museo civico di Crotone e la Biblioteca Comunale "Armando Lucifero”.

Punta Delle Castella, nome ufficiale abbreviato nella più nota Le Castella è una frazione di Isola di Capo Rizzuto in provincia di Crotone. Borgo marinaro, è noto principalmente per la fortezza aragonese e per le sue coste che si succedono dalle spiagge di sabbia di vario spessore e colore e per le scogliere con resti archeologici greco-romani tuttora visibili , inoltre la flora e la fauna marina sono tutelate dall'area marina protetta di Capo Rizzuto, la più estesa in Italia.

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