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Storia

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Vi siete mai chiesti da dove nasce l’espressione “fare le pulizie di Pasqua”?

Da una prescrizione di Pesach, la Pasqua ebraica, che nei giorni precedenti la festa impone una scrupolosa pulizia della casa per eliminare ogni più piccolo residuo di sostanze lievitate. Pesach, citata e normata nella Bibbia, è una delle tre feste di pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme prima della diaspora, e celebra la liberazione del popolo ebreo dalla schiavitù egizia. Pesach, infatti, significa “passaggio”. E se facciamo mente locale, Gesù la Domenica delle Palme arrivò a Gerusalemme per seguire la tradizione ebraica: la Passione, con la morte e la resurrezione, secondo i Vangeli avvenne in quel periodo. La Pasqua ebraica e quella cristiana, però, pur cadendo in periodi vicini e avendo alcuni simboli in comune, si differenziano profondamente.

Ma torniamo alla Festa del Passaggio. Pesach dura 8 giorni fuori d’Israele, e inizia con la cena della prima sera, detta seder (“ordine”), in cui si rievocano le vicende descritte nel Libro dell’Esodo, si prega solennemente e si cena con un preciso ordine, mangiando cibi che ricordano l’amarezza e il duro lavoro della schiavitù, come verdure amare e una miscela di datteri, noci, miele. Il pane azzimo e scondito ricorda invece che il popolo eletto dovette fuggire tanto in fretta da non avere il tempo di far lievitare le pagnotte. «Pesach cade nel periodo in cui nell'antico Israele si raccoglieva 

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