4. I DIGITAL NATIVES: CITTADINI DEL WEB 2.0
4.1 Chi sono i Digital Natives? Il termine ‘Digital Natives’ venne usato per la prima volta negli Stati Uniti da Marc Prensky (1) in un articolo del 2001 (2) nel quale analizzava il rapporto tra le nuove tecnologie e le giovani generazioni, quelle generazioni nate dopo il 1993, anno di diffusione del Worl Wide Web (3). Nel suo scritto l’autore evidenzia le diversità di approccio dei giovani nei confronti dei new media, rispetto alle generazioni precedenti, definite ‘Digital Immigrants’. “I nostri studenti sono cambiati. Non sono più gli individui per cui i nostri sistemi educativi sono stati progettati. I ragazzi del college trascorrono in media meno di 5.000 ore della loro vita a leggere contro le oltre 10mila a giocare ai videogiochi e 20mila di fronte alla tv. Pc, email, internet, cellulari e messaggistica istantanea sono ormai parte integrata delle loro vite. Gli studenti di oggi pensano ed elaborano le informazioni in maniera diversa da quelli della generazione precedente. Secondo Bruce D.Berry del Baylor College of Medicine, esperienze diverse portano a strutture cerebrali diverse e sebbene non esista ancora evidenza che questo generi un cambiamento fisico nelle strutture cerebrali, resta tuttavia indiscusso che a mutare siano i loro “thinking patterns”, i loro stili cognitivi. Come potremmo chiamare questi “nuovi” studenti? Alcuni propongono N-(per net, rete) generation o D-(per digital) generation. Ma forse quella più calzante è Digital Natives in virtù del fatto che parlano la “lingua madre” dei computer, videogiochi ed internet (un digital native non legge le istruzioni della fotocamera prima di usarla). Parleremo, invece, di “Digital Immigrants” per quelli che, come noi, non sono nati e cresciuti nell’era digitale ma che, volenti o nolenti, l’hanno accolta nel