Portfolio

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curriculum vitae

Informazioni personali Nome / Cognome:

Monica Molinari

Residenza:

Via Gen. dalla Chiesa, 20/B _ 44012 Bondeno _ FE

Domicilio:

Castello 5286_ 30122 Venezia

Telefono: E-mail: Cittadinanza: Data di nascita:

0039 349 3962921 m_moni@hotmail.it Italiana 31/08/1989

Istruzione e formazione Data:

Aprile 2012 - Giugno 2012 Attività di tirocinio presso lo studio di architettura Sergio Pascolo Architects_Venezia

Data: Titolo della qualifica rilasciata: Nome dell’istituto: Data:

29 Marzo 2012 Laurea triennale in Scienze dell’Architettura votazione 110/110 Università IUAV di Venezia _ Facoltà di Architettura Settembre 2008 - Marzo 2012 Università IUAV di Venezia _ Facoltà di Architettura Corso di laurea triennale in scienze dell’architettura

Data: Titolo della qualifica rilasciata: Nome dell’istituto:

Luglio 2008 Diploma di perito aziendale corrispondente in lingue estere votazione 86/100 Istituto tecnico commerciale M. Polo _ Ferrara

Esperienze lavorative Data: Lavoro o posizione ricoperta: Nome del datore di lavoro: Data: Lavoro o posizione ricoperta: Nome del datore di lavoro: Data: Lavoro o posizione ricoperta: Nome del datore di lavoro: Data: Lavoro o posizione ricoperta: Nome del datore di lavoro:

Luglio 2008 - Settembre 2008 Receptionist _ attività di front-office Hotel Bellavista ***s _ Gabicce Mare _ (PU) Ottobre 2007 - Novembre 2007 Stage in qualità di segretaria Inps _ Ferrara Giugno 2007 - Settembre 2007 Receptionist _ attività di front-office Hotel Bellavista ***s _ Gabicce Mare _ (PU) Giugno 2006 - Settembre 2006 Stage in qualità di receptionist Hotel Bellavista ***s _ Gabicce Mare _ (PU)


curriculum vitae

CapacitĂ e competenze personali Madrelingua: Altre lingue:

CapacitĂ e competenze informatiche:

Italiano Inglese Livello di conoscenza buono Tedesco Livello di conoscenza sufficiente Francese Livello di conoscenza sufficiente

Buona conoscenza dei programmi di disegno 2d (Autocad) Buona conoscenza dei programmi di disegno 3d (Archicad, Artlantis) Buona conoscenza dei programmi di grafica (Adobe Photoshop, Adobe InDesign, Adobe Illustrator) Buona conoscenza del pacchetto Office

Autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo n. 196/2003



Le tracce dell’architettura

“L’architettura dipende dal suo tempo” Ludwig Mies van der Rohe Comporre l’architettura è un’operazione complessa in quanto

La terra custodisce le tracce dell’uomo. Questi tre anni di stu-

la costruzione non avviene su superfici astratte, prive di segni

dio mi hanno permesso di capire l’importanza del dialogo con

ma anzi comporre un edificio comporta sempre un dialogo

l’esistente, di pensare ad una architettura che è soggetta al

con una serie di preesistenze che entrano nella composizio-

tempo e si determina in un preciso spazio. L’approccio pro-

ne determinandone in maniere sensibile gli esiti. Il nuovo si

gettuale che tiene conto di tutto ciò si divide in più fasi: rico-

contamina con l’esistente, e questo diventa diverso a contat-

noscere l’esistente, appropriarsi di esso e conferirgli una nuova

to con il nuovo. È questo che mi affascina dell’architettura, il

identità. E’ secondo questo principio che si sviluppa il portfo-

suo carattere di continuità, ogni progetto è sempre il prolun-

lio: per riconoscere l’esistente si ha bisogno di conoscenze,

gamento di un progetto già fatto, così come è l’inizio di un

di un’educazione allo sguardo; per appropriarsi dell’esistente

progetto futuro. Come scrivera Fehn: “Il tempo e il luogo sono

servono gli strumenti, la tecnica ed infine per donare una nuo-

intimamente connessi. Il tempo stesso è un materiale”, l’archi-

va identità bisogna conoscere i principi della composizione.

tettura è soggetta al tempo come una vera e propria forma di vita che nasce nel momento in cui viene ideato il progetto, vive e si modifica rispondendo alla proprie funzioni e in fine

“Il progetto trova le sue ragioni nel contenuto del racconto

esaurisce il suo ciclo biologico quando sarà ridotta in rovina.

da rappresentare e nella memoria che si cela nel luogo in cui

L’architettura perciò lascia tracce nello spazio e nel tempo; è

l’architettura si insedia, proponendo delle costruzioni in cui la

radicata, come l’uomo, al limite della terra. L’edificio trova la

memoria prende forma definendo i modi e i tempi dell’artico-

sua premessa nello scavo, il volume negativo dello scavo è

lazione spaziale.”

già un’architettura compiuta che vive negli strati del suolo.

Sverre Fehn



Sommario

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conoscenze Storia dell’arte moderna Storia dell’architettura contemporanea Storia della rappresentazione fotografica dell’architettura

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strumenti Disegno dell’architettura Rilievo dell’architettura Progettazione di sistemi costruttivi Restauro Architettura degli interni

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composizione Progettazione architettonica 1 Progettazione architettonica 2 Composizione architettonica 2 Urbanistica Progettazione architettonica e urbana Composizione architettonica 3



Conoscenze “Ritengo che lo stupore sia il motore della conoscenza” Louis Kahn

. Storia dell’arte moderna . Storia dell’architettura contemporanea . Storia della rappresentazione fotografica dell’architettura


Storia dell’Arte Moderna Statua del Nettuno, Giambologna Bologna Prof.ssa Laura Corti

All’interno del corso di Storia dell’arte moderna è stata trattata la scultura italiana dal quattrocento al settecento, in particolare sono state analizzate opere di scultori attivi a Firenze, Roma, Napoli, Padova e Venezia. Il corso, con l’obbiettivo di estendere le conoscenze acquisite nei corsi di storia dell’architettura, ha dedicato particolare attenzione alla tecnica e ai modi della scultura ed inoltre alla relativa committenza. Questo tema si colloca perciò in una posizione di stretta affinità con l’architettura, basti pensare a tutte le volte in cui architettura e scultura vanno a creare un organismo unico, inscindibile e ha fornito perciò una chiave di lettura più specifica, capace di distinguere la periodizzazione dell’arte in Italia e riconoscere l’ambito cronologico delle opere.

Il Giambologna (1529 - 1608) fu uno scultore fiammingo, attivo in Italia in particolare a Firenze. Nelle sue opere vi è una forte propensione alla tensione dinamica delle figure di chiara ispirazione Michelangiolesca, lo si può notare in maniera particolare nella statua del Nettuno. Quest’ultima fu progettata nel 1563 e fu collocata sulla monumentale fontana progettata dall’architetto Tommaso Laureti e che rientrava nel programma di rinnovamento urbanistico voluto da papa Pio IV. La postura del corpo è contrapposta ma allo stesso tempo conserva un’insolita naturalezza. Il volto del Nettuno è un altro chiaro rimando all’opera di Michelangelo in particolare al Mosè, il viso barbuto conserva la stessa tensione morale ed è soggetto alla sollecitazione della luce.

1.

Jean de Boulogne, statua del Nettuno, Piazza Maggiore Bologna 1563 - 1566, bronzo 355 cm

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Storia dell’Architettura Contemporanea Carlo Scarpa e il Giappone Tomba Brion, San Vito d’Altivole (TV) Prof.ssa Maria Bonaiti

All’interno del corso oltre ad aver studiato i principali temi e protagonisti che hanno segnato le vicende dell’architettura contemporanea dalla metà dell’Ottocento sino ai giorni nostri, è stato approfondito attraverso l’esperienza del seminario il tema: Carlo Scarpa e il Giappone. L’approccio al tema è avvenuto attraverso la lettura di due libri: “Estetica del vuoto” di G. Pasqualotto e “Carlo Scarpa e il Giappone” di M. Pierconti. Attraverso queste letture si è cercato di capire il vero significato dello spazio nella cultura giapponese e in particolare il tema del vuoto. Acquisite poi queste conoscenze si è analizzato il viaggio in Giappone di Scarpa cercando di estrapolare quali elementi hanno segnato il suo percorso e quali temi ha riportato in particolare nella Tomba Brion. Dopo il viaggio in Giappone, Scarpa ultima la Tomba Brion. Non è proprio un caso che egli sia arrivato a definire parti importanti della tomba, come il padiglioncino sull’acqua e la cappella, proprio nei mesi successivi al suo ritorno in Italia.

Non solo il Giappone in realtà. A San Vito è forte anche l’impatto con le architettura in pietra di Angkor Vat, il loro protendersi sull’acqua, il loro resistere ed elevarsi nonostante il trascorrere dei secoli. Giunti all’esterno della cappella, nella sua apparenza di un blocco di cemento armato, si para davanti ai nostri occhi una leggera parete bianca riquadrata. Al suo interno la porta, la prima e più ortodossa. Infatti, subito dopo, ruotata di 45° , una grande apertura circolare introduce alla cappella vera e propria. Si tratta di un nuovo passaggio e di uno spazio che colpisce per la sua ambiguità di interno o esterno. Perché la nuova soglia che siamo chiamati a superare è una “Porta della Luna” così come viene chiamata nei giardini tradizionali cinesi. Al suo interno la cappella presenta molte aperture: i tagli verticali lungo le pareti, attraverso i quali entra la luce riflessa dallo specchi d’acqua, la stessa porta d’acqua e, naturalmente, il tronco di piramide che buca la copertura posta sopra di noi.

Vista verso il padigliocino sull’acqua Tomba Brion 1969 - 1978 San Vito d’Altino

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1. Sentiero che esalta la presenza del vuoto in quanto elimina la contiguità delle pietre ponendole a distanza variabile 2. Villa Katsura, Giappone 3. Cerimonia del tè (chanoyu) il vuoto sonoro in cui si svolge la cerimonia è interrotto solo dal rumore dell’acqua che bolle 4. Giardino secco giapponese 5. Stanza del tè (sukiya) priva di decorazioni, il pavimento è occupato solo dai tatami.

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furu ike ya kawazu tobikomu mizu no oto Vecchio stagno Tonfo di una rana Suono d’acqua 7

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6. Maschere del Teatro No, i volti non rappresentano la forma di un volto umano in generale ma indicano precise forme di condizioni umane concrete (paura, gioia, dolore) 7. Haiku, poesie brevi di 17 sillabe 8. 9. Tempio di Angkor Wat, Cambogia 10. Santuario di Nikko, Giappone

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Pianta della Tomba Brion

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Altare della cappella

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Vista esterna della cappella

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Percorso di pietre sull’acqua all’uscita della cappella

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Schizzi di progetto per Tomba Brion, Carlo Scarpa

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Schizzo di progetto, padiglioncino sull’acqua

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Vista del padiglioncino sull’acqua

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Storia della Rappresentazione Fotografica dell’Architettura Julius Shulman The Shulman Eye Prof. Angelo Maggi

Shulman inizia la sua vita di fotografo quasi per caso nel ‘54 attraverso la collaborazione con Richard Neutra. Egli ha promosso il lavoro degli architetti modernisti, ma ha anche contribuito a far nascere l’idea di questa architettura come forma d’arte, diffondendo nel mondo il gusto di uno stile di vita tipicamente californiano. Ogni immagine di Shulman unisce la percezione e la comprensione per gli edifici e la loro collocazione nel paesaggio. Le composizioni precise, non rivelano solo le idee architettoniche dietro superfici di un edificio, ma anche le visioni e le speranze di un’epoca intera. In questo modo l’opera di architetti come Rudolf M. Schindler, Gregory Ain, Frank Lloyd Wright, Charles Eames, Raffaello S. Soriano, Eero Saarinen e molti altri

nelle immagini di Shulman diventa l’icona del fascino della vita del sud della California, di Los Angeles, di Hollywood. Una sua caratteristica stilistica fu quella di introdurre l’elemento umano nelle foto di architettura di interni, cosa non usuale per quei tempi. Modelli ben vestiti, magari con un vassoio in mano, seduti in un salotto con la chaise longue di Mies van der Rohe, le pareti di cristallo e acciaio, con in primo piano una piscina ben squadrata che sembra si tuffi nella vallata piena di luci di Hollywood. Egli racconta non solo l’architettura innovativa, rigogliosa e in continuo cambiamento di quel tempo ma anche il contesto che ha reso speciale tale fotografia: un luogo elettrico, in rapida evoluzione che, come Shulman, si stava affermando.

1. Case Study House #22, 1960 Pierre Koenig, Los Angeles 2. Kaufmann House, 1947 Richard Neutra, California Pagine successive: 3. Singleton House, 1959 Richard Neutra, Los Angeles Lincoln-Mercury 4. Duffield’s Showroom, 1963 Killingsworth, California

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Strumenti “La tecnica è radicata nel passato. Essa padroneggia il presente e si protende al futuro” Ludwig Mies van der Rohe

. Disegno dell’architettura . Rilievo dell’architettura . Progettazione di sistemi costruttivi . Restauro . Architettura degli interni


Disegno dell’Architettura Chiesa di Santa Maria dei Miracoli Venezia Prof. Dario Toffanello

Il corso di disegno prevedeva la restituzione grafica attraverso pianta, prospetti e sezioni della chiesa di Santa Maria dei Miracoli. Inoltre è stata eseguita un’assonometria ortogonale connessa, in un’opportuna affinità omologica, con una sezione saggittale e una orizzontale. La chiesa rappresenta uno dei primi e più completi esempi di arte rinascimentale veneziana e assume rilievo tanto maggiore dal punto di vista storico se si pensa che era ancora

viva in città la tradizione gotica. L’opera di costruzione della chiesa, e del convento (un tempo unito da un passaggio esterno) in cui avrebbero abitato delle monache francescane di clausura, iniziò nel 1480 e la realizzazione del progetto fu affidata a Pietro Lombardo,che fu coadiuvato dall’opera dei figli e della sua bottega. Il lavoro fu completato nel 1489 e nello stesso anno, la notte del 31 dicembre, venne portata l’immagine miracolosa nella chiesa e iniziato il culto.

1. Localizzazione della chiesa Nelle pagine seguenti: pianta, prospetti e sezioni della chiesa di Santa Maria dei Miracoli in scala 1:200

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Assonometria isometrica ortogonale della chiesa di Santa Maria dei Miracoli

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Rilievo dell’Architettura I pavimenti di Santa Maria dei Miracoli Venezia Prof. Dario Toffanello

L’obbiettivo del corso è quello di rilevare la pavimentazione di Santa Maria dei Miracoli. Attraverso la ricchezza dei materiali e delle superfici è possibile produrre un rilievo che è capace di restituire la grandezza e la complessità della chiesa. Vengono esaminati e disegnati tutti i diversi moduli che vanno a comporre questa variegata pavimentazione. Nella chiesa vi è un’unità interna ed esterna, caratterizzata dalla policromia dei marmi parietali, che fanno di questa chiesa un’opera unica nel panorama architettonico veneziano. La facciata, con l’originale fronte semicircolare

ornata di rosoni, realizzata a due ordini di porticati scolpiti nel marmo, e la copertura cilindrica, racchiudono perfettamente il volume della chiesa. Il geometrismo nella sottolineatura degli spazi, attraverso paraste, lastre di diverso colore e cornici, rimanda a uno stile rinascimentale fiorentino, ma il cromatismo della decorazione risponde nettamente a un gusto veneziano, risolvendosi di fatto nella superficie. L’interno, di grande coerenza con l’esterno, è a una sola navata, con presbiterio sopraelevato e decorato ancor più riccamente con preziosi marmi intagliati.

1. Sezione assonometrica della chiesa

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2. Modello della pavimentazione del presbiterio 3. Pianta presbiterio scala 1:200 4. Particolare della pavimentazione 5. Schizzo modulo pavimentazione 6. Modulo della pavimentazione 7. Particolare della pavimentazione 8. Particolare della pavimentazione 9. Vista tridimensionale dell’interno della chiesa sezionata ad 1.50 m 10.

Particolari della lastre tombali

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Particolari delle lastre tombali

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Pianta della navata scala 1:200

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Modulo della pavimentazione

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Progettazione di Sistemi Costruttivi Expodach, Thomas Herzog Hannover, 2000 Prof.ssa Gianna Riva

Durante il corso di Progettazione di sistemi costruttivi oltre allo studio teorico è stata affiancata una fase di approfondimento e ricerca di un manufatto esistente, più in particolare di una copertura esterna. Quella presa in considerazione è l’Expodach progettata dall’architetto Thomas Herzog, di quest’ultima sono state studiate le prestazioni attese dall’organismo attraverso la scomposizione degli elementi del sistema tecnologico. L’Halle 26 è stato uno dei primi padiglioni destinati ad accogliere la manifestazione tedesca ad essere concluso. Collocato nel cuore dell’Expo si contraddistingue per le straordinarie caratteristiche dimensionali: 25000 m2 di superficie hanno consentito la realizzazione di un edificio di 220 m di lunghezza, 115 m di larghezza, 29 m di altezza per un volume complessivo di 410740 m3. Sono state impiegate 4300 t di acciaio per le strutture, 17150 m3 di calcestruzzo e 81600 m3/19820 m3 di legno per le coperture.

Al di là dei risultati formali dell’intervento ciò che rende questo progetto significativo è la precisa volontà del suo ideatore di realizzare un edificio con e per l’ambiente che lo circonda. L’obiettivo, infatti, è stato quello di interagire armonicamente con il contesto sfruttandone le peculiarità e compensandone le eventuali carenze attraverso l’impiego delle più moderne tecnologie. Riprendendo simbolicamente il profilo tipico delle tensostrutture, nella copertura Herzog ha espresso al meglio le sue capacità tecniche e formali. Il progettista ha optato per un sistema di copertura sospeso basato su quattro ordini di tralicci metallici collegati tra di loro da catenarie sulle quali poggia la copertura. Sul versante di materiali sono stati impiegati speciali pannelli in legno dotati, al loro interno, di uno strato di isolante, di un interstizio di vapore parziale e di uno strato di ghiaia che aumenta il peso specifico dell’intero pacchetto.

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Planimetria generale

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PLANIMETRIA in scala 1:500

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Pianta - scala 1:2000

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Prospetto Nord

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Prospetto Nord Ovest

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Pianta baldacchino di copertura in legno scala 1:500

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Elevazione baldacchino di copertura - scala 1:200 Attacco a terra

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Convoglio acque piovane

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Attacco piede in acciaio alla struttura in legno

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10. Struttura in legno

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11. Assonometria isometrica delle travi di costruzione reticolari a sbalzo 12. Moncone tra il guscio in lattice e la trave reticolare a sbalzo 13. Vista dall’alto del tetto 14. Assonometria della membrana con drenaggio delle acque piovane 15. Assemblaggio della copertura 16. Particolare dell’ancoraggio della membrana alla struttura di copertura

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Materiale usato - per l’area di copertura: Fibra di vetro/ (politetrafluoroetilene)

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PTFE

- per le bande in legno della copertura: ETFE (etilene etrafluoroetilene) Le conchiglie del baldacchino sono coperte con una pelle o membrana traslucida che non si appoggia direttamente sulla superficie del bordo. La membrana è fissata su tutta l’area da un cavo che corre tutto attorno ai costoloni longitudinali ed è ancorata ad essi da viti. La membrana è fissata con una pressione di 1 KN/m ed è sorretta da tiranti infilati attraverso fessure lineari sul lato inferiore. I cavi sono fissati al reticolo di legno attraverso viti. La tensione della membrana aumenta sotto sforzo. Sull’intera area, i componenti orizzontali della membrana e le forze si bilanciano l’uno con l’altra ai punti di fissaggio di avvitamento.

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17. Componenti in legno della torre 18. Componenti in acciaio della torre 1. 2. 3. 4. 5.

Conchiglia in lattice Capriate a sbalzo Piramide in acciaio Torre con quattro colonne in legno massiccio Piedi in acciaio

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Restauro Chiesa di San Giovanni Battista Venzone (UD) Prof.ssa Mario Piana

“Quando l’uso si esaurisce e la costruzione diventa una rovina, ritorna ad essere percepibile la meraviglia del suo inizio” Louis Kahn

Il corso prevedeva come oggetto di restauro la Chiesa di San Giovanni e Santa Chiara, entrambe colpite dal terremoto del 1976 e ancora ad oggi in stato di rudere. In particolare l’area della chiesa di San Giovanni risulta per gran parte segnata dal sisma del ‘76; rimangono ad oggi soltanto i resti del perimetro originale e la facciata principale con il portale gotico dai capitelli decorati con motivi floreali. Il crollo della torre campanaria della guglia, originariamente in cotto, rende la facciata l’elemento verticale predominante con altezza massima di circa 13 m. Rimangono dopo il sisma soltanto alcuni elementi della muratura della zona absidale e della cappella, oltre le pareti nord e sud. Il primo passo è stato quello di rilevare e studiare l’i tera chiesa;

è stata effettuata un’analisi stratigrafica e del degrado. Individuate poi tutte le varie tipologie si è passati alla fase di conservazione, le forme di degrado riscontrate maggiormente sono quelle che riguardano la patina biologica, l’efflorescenza, il distacco e il deposito superficiale. L’intervento di conservazione ha seguito varie fasi: rimozione della patina biologica, preconsolidamento, pulitura, consolidamento e protezione. Successivamente si è passati alla fase di progetto che prevedeva il consolidamento della facciata e la sistemazione dello spazio urbano con una riqualificazione del chiostro antistante. La chiesa è stata adibita ad area pubblica attraverso l’installazione di sedute e pannelli espositivi senza però intaccare il perimetro della chiesa, lasciato allo stato di rudere a favore delle memoria del luogo; è stato progettato un sistema di scolo delle acque e per quanto riguarda il consolidamento della facciata si è intervenuti con dei tiranti in acciaio che si agganciano attraverso dei puntoni alla facciata (metodo Jurina).

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1. Chiesa di San Giovanni dopo il terremoto del 1976

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Il comune di Venzone Nel 1976 il Friuli divenne tristemente famoso a causa dei terremoti che causarono la morte di quasi mille personee che arrecarono ingenti danni al patrimonio artistico ed edilizio. La scossa del 6 maggio 1976, per un intero minuto fece tremare la terra di Venzone e di tutto l’alto Friuli. La scossa era pari all’undicesimo grado della scala Mercalli, il 15 settembre ‘76 si compì l’opera distruttrice del terremoto, col crollo quasi completo delle murature superstiti. Venzone fu tra i 45 comuni dichiarati sinistrati. I terremoti del 1976 causarono a Venzone la morte di 52 persone e la quasi completa distruzione del centro storico, delle borgate del capoluogo e delle frazioni di Carnia, Pioverno e Portis. Oggi Venzone è rinata mediante un intervento di ricostruzione filologico: è ritornata “dove era e com’era”. Tale intervento, senza precedenti, ha fatto si che Venzone possa essere di nuovo annoverata tra i centri storici più importanti d’Italia. Ancora più importante si è rivelato il restauro per anastilosi del trecentesco duomo di Sant’Andrea Apostolo, un lavoro immane di ricerca e riconoscimento del patrimonio lapideo e di ricollocazione nella sua originale posizione del singolo concio (per circa 10000 pietre e parti delle stesse).

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2. Foto storica della chiesa di San Giovanni antecedente al terremoto del 1976 3. Facciata della chiesa dopo il sisma del 1976 4. Stato attuale della cappella 5. Basamento delle colonne della cappella 6. Chiostro antistante la facciata della chiesa

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efflorescenza

alveolizzazione

esfoliazione

erosione

colatura disgregazione e polverizzazione degrado antropico

fessurazione 7

7. Analisi stratigrafica della facciata esterna 8. Analisi stratigrafica della facciata interna 8

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SIMBOLI INDICATORI DI RAPPORTO STRATIGRAFICO rapporto stratigrafico “si lega a”. corrispondente a contemporaneità e coerenza stratigrafica accertata di due unità di superficie diverse rapporto stratigrafico “si appoggia” simbolo applicato sulla parete che copre. Indica rapporto di anteriorità/ posteriorità strato di intonaco che copre la muratura strato di intonaco che copre un altro strato di intonaco rapporto stratigrafico rompe/è rotto, taglia/è tagliato, applicato al perimetro della superficie che è tagliata

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9. 10.

Analisi del degrado facciata esterna Analisi del degrado della facciata interna 10

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Prospetto laterale scala 1:100

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11. Pianta del progetto per la sistemazione della chiesa 12. Prospetto lato sud 13. Prospetto facciata 14. Prospetto controfacciata

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Prospetto facciata scala 1:100

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Prospetto controfacciata scala 1:100

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15. Prospetto facciata 16. Prospetto controfacciata 17. Sezione A-A’ 18. Sezione B-B’ 19. Sezione C-C’ 20. Sezione D-D’

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Architettura degli Interni Villa Müller, Adolf Loos Praga 1928 - 1930 Prof. L. Carlo Palazzolo

“Architettura è il meditato farsi degli spazi” Louis Kahn

Il corso di architettura degli interni prevedeva lo studio di un’opera architettonica caratterizzata da una complessità e una sucessione spaziale. L’approfondimento dell’opera si è svolto attraverso il disegno di piante, prospetti e sezioni, inoltre tali elaborati non completamente esaurienti per la comprensione della spazialità interna dell’edificio sono stati affiancati dalla realizzazione di un calco in gesso del vuoto e dalla costruzione di un dispositivo spaziale. Ogni gruppo ha studiato opere anche molto diverse tra loro ma la strategia del corso è stata quella di confrontarsi continuamente con tutti i lavori in atto; in questo modo si è acquisita una conoscenza che va al di là del periodo e dell’autore, ritrovando come alcuni temi vengono riproposti

1. Vista aerea di Villa Müller

in diverse epoche e risolti con i medesimi dispositivi spaziali. Un corso finalizzato dunque alla lettura critica dello spazio. L’opera presa in esame è Villa Müller di Adolf Loos. L’edificio appare come un corpo cubico a due piani, con sottotetto arretrato e ampia terrazza. All’interno si dispiega una stupefacente opera di compenetrazioni spaziali e di complessità tridimensionale. L’edificio conta venti vani, interconnessi da due scale centrali. L’accesso al vestibolo inferiore avviene da un ingresso coperto; dal vestibolo è possibile raggiungere il salone mediante un’unica svolta della scala. Attraverso la realizzazione degli elaborati si è cercato di mettere in evidenza la sequenza spaziale che attraversa Villa Müller, partendo dall’ingresso fino al salone.

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2. Veduta del soggiorno e della sala da pranzo rialzata 3. Veduta del soggiorno 4. Vista della scale che portano al primo piano 5. Vista dall’ingresso verso le scale

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6. Schema dei volumi che compongono la villa 7. Schema del Raumplan

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8. Sezione assonometrica dal basso 9. Pianta scala 1:200 10. Sezione A-A’ scala 1:200 11. Sezione B-B’ scala 1:200

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12 Foto del calco in gesso, viene riprodotta la sequenza spaziale che attraversa l’ingresso, il salone e conduce alla cucina

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13 Foto del dispositivo, viene evidenzata la scala che conduce ai vari piani sfalsati e riprodotto il marmo cipollino del salone

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Composizione “Il tempo e il luogo sono intimamente connessi. Il tempo stesso è un materialeâ€? Sverre Fehn

. Progettazione architettonica 1 . Progettazione architettonica 2 . Composizione architettonica 2 . Urbanistica . Progettazione architettonica e urbana . Composizione architettonica 3


Progettazione Architettonica 1 Progettare la Casa Patio Sant’Erasmo, Venezia Prof.ssa Roberta Albiero

“L’architetto, senza false modestie, deve limitarsi a fare una cosa senza pretendere che sia arte, questo mi interessa dell’architettura anonima. Quando un architetto progetta non deve parlare facendosi largo tra altri che parlano e se riuscirà a farsi sentire avverrà solo per merito suo e non perché si è fatto largo tra gli altri”. Eduardo Souto de Moura

Il progetto nasce in seguito ad una precisa consegna che prevede la realizzazione di un’abitazione a patio, la quale si inserisce all’interno di una lottizzazione nell’isola di S. Erasmo. Tale abitazione si sviluppa su un solo piano e tramite una scala interna o esterna si dovrà accedere ad una copertura piana calpestabile, i quattro

muri perimetrali potranno avere aperture solamente sui lati rivolti verso la strada o le zone verdi pubbliche. L’intenzione principale del progetto è quella di creare un’abitazione che si inserisca in maniera silenziosa nel paesaggio e che però all’interno del recinto crei una relazione con l’ambiente esterno dei patii. La volontà di creare una relazione tra interno ed esterno è sottolineata dalle grandi vetrate, da un piccolo patio interno alla casa che ha la funzione di portare luce e di creare un nodo costitutivo dell’abitazione e da una serie di volumi slittati che si allungano verso l’esterno come a volere creare una continuità tra i diversi ambienti, tali volumi sono stati slittati seguendo le linee dei setti che costituiscono il modulo del progetto.

1. Planimetria generale

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“Se l’atto fondativo e sacro del recintare costituisce il presupposto alla nascita di un luogo, è con il patio che tale spazio diviene propriamente luogo dell’abitare” da “Abitare il recinto, introversione dell’abitare contemporaneo” R. Albiero, L. Coccia

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L’abitazione si inserisce in un lotto di 22, 5 m di lunghezza e 20 m di larghezza, solo un lato è affacciato sulla strada mentre i restanti sono in aderenza con altre abitazioni. Il recinto è alto 3 m e sul lato d’ingresso è stata aperta solo una piccola porta, varcata la soglia si accede subito ad un patio d’ingresso e un percorso pavimentato conduce all’entrata della casa dove una copertura in aggetto media il passaggio fra esterno e interno. Una volta all’interno della casa ci si trova nella zona pranzo completamente vetrata. Un corridoio poi divide la casa a metà, una metà superiore e una metà inferiore. Nella metà inferiore troviamo il soggiorno che è anche il volume che si allunga di più verso l’esterno, è qui presente il piccolo patio interno che funge da nodo compositivo dell’abitazione. Procedendo si trova poi sempre nella metà inferiore una camera da letto e un bagno, anche la camera da letto ha una grande finestra che però in questo caso ha la funzione di incorniciare una porzione di spazio esterno. Nella metà superiore si trova invece la cucina che ha una circolarità ad S in quanto si può accedere dal corridoio e si può uscire attraverso una porta nel patio posteriore, proseguendo si trova poi la zona dei servizi e ancora una porta che si apre all’esterno dove è posta la scala con ballatoio che conduce alla copertura piana praticabile. Tornando al piano terra si accede poi alla camera da letto padronale con il relativo bagno. L’idea generale di tale progetto è dunque quella di creare un’abitazione con spazi interni luminosi che si allunghino lungo il patio e che una modularità espressa tramite una serie di setti renda il percorso interno ritmicamente armonico.

A

4 B

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2.

Planivolumetrico

3.

Schema pieni e vuoti

4.

Sezioni A-A’ e B-B’ pieni e vuoti

5.

Pianta piano terra scala 1:100

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Sezione prospettica

A. Le Corbusier schizzo dell’attico del Beistegui B. Ludwig Mies van der Rohe schizzo progettuale per casa a corte

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7.

Prospetto sud scala 1:100

8.

Sezione scala 1:100

9.

Vista frontale del modello in scala 1:50

10. Vista dall’alto del modello in scala 1:50 11. Particolare d’entrata

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del

percorso


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Progettazione Architettonica 2 Abitare l’Insula Quartiere residenziale, Vicenza Prof.ssa Roberta Albiero

“Tracciare il recinto è, dunque, un atto di fondazione e come tale si carica del valore di un rito: sacralizza un luogo; separa, includendo ed escludendo” da “Abitare il recinto, introversione dell’abitare contemporaneo” R. Albiero, L. Coccia

Il programma riguarda la realizzazione di un quartiere residenziale integrato da zone ed edifici pubblici. L’area di destinazione di questo progetto si trova a Vicenza, in una zona compresa tra le carceri e la linea ferroviaria, in particolare il lotto interessato è quello vicino alle carceri. Tema principale di questo intervento è quello di creare un’insula che si colleghi alla parte già costruita dell’area, il quartiere deve prevedere percorsi, aree verdi, zone pubbliche e parcheggi. Il progetto nasce dall’atto del tracciare un limite, un recinto che separa la nuova costruzione con gli edifici esistenti, si sviluppa poi attraverso l’aggregazione di due tipologie residenziali a patio creando così un sistema a corte e una successione di

pieni e vuoti, attraversati da percorsi che mettono però in relazione la parte già costruita con il nuovo quartiere; sono pensati come canali che fanno entrare la vegetazione fino alla piazza centrale del lotto. Quest’ultimi sono esclusivamente pedonali e ciclabili mentre le macchine sono destinate ad un parcheggio sotterraneo che si trova in corrispondenza della piazza centrale. L’idea fondamentale del progetto è in conclusione quella di creare un quartiere che attraverso operazioni di aggregazione sia in grado di costituire un tessuto urbano articolato che si sviluppa orizzontalmente, ogni tipologia infatti si sviluppa su soli due piani. L’edificio pubblico, svuotato al centro è posizionato all’estremità della piazza in modo che assuma sia la funzione di chiudere lo spazio vuoto centrale ma anche la funzione di collegarlo alla piazza creata sul lotto adiacente. La disposizione dei vari edifici segue i limiti del lotto come un grande muro di confine, spezzato però da percorsi attraverso i quali, filari di alberi raggiungono la piazza centrale e si estendono fino a nord verso il bosco.

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1. Vista aerea dell’area di progetto

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2. 3. 4. Foto area di progetto, Vicenza 5.

Planimetria generale scala 1:2000

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B A’

A

c

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6.

Planivolumetrico scala 1:2000

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Planimetria attacco a terra 1:2000

8.

Prospetto B scala 1:500

9.

Prospetto C scala 1:500

10. Sezione A-A’ scala 1:500

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A

A

A’

B

B’

B

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11. Planimetria aggregazione 12. Sezione prospettica 13. Prospetto A 0

20 m

14. Prospetto B 15. Sezione A-A’ 16. Sezione B-B’

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17. Pianta piano terra e primo piano tipologia L scala 1:200 18. Pianta piano terra e primo piano tipologia C scala 1:200 19. Prospetti e sezioni scala 1:200

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20. Aggregazione di case a patio 21. Percorso che conduce alla corte centrale 22. EdiďŹ cio pubblico 23. Bucature che consentono l illuminazione del parcheggio sotterraneo 24. Foto del modello in scala 1:500 25. Foto del modello in scala 1:100 26. Particolare del prospetto principale 20

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Composizione Architettonica 2 The Sublime Vertigo Dolomiti Prof. Flavio Albanese

“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.” “Walden ovvero vita nei boschi” Henry David Thoreau

Il tema del Workshop è l’osservazione e la comprensione del paesaggio come strategia di lettura dello spazio.

In questo esercizio di percezione viene messa da parte la tecnica, la teoria e l’insegnamento per diventare spettatori e dare spazio a emozioni, impressioni, descrizioni che sono state raccolte durante un Fieldwork di tre giorni a Cortina. L’obbiettivo è dunque quello di riattivare un’attitudine nomade di chi sa leggere e interpretare le tracce dei luoghi elaborando un progetto che scaturisca da un’emozione, che sia il frutto di una osservazione e comprensione del luogo delle Dolomiti.

1.

Cinque Torri Cortina d’Ampezzo (BL)

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La Vertigine, Giovanni Pascoli Si racconta di un fanciullo che aveva perduto il senso della gravità... Uomini, se in voi guardo, il mio spavento cresce nel cuore. Io senza voce e moto voi vedo immersi nell’eterno vento; voi vedo, fermi i brevi piedi al loto, ai sassi, all’erbe dell’aerea terra, abbandonarvi e pender giù nel vuoto. Oh! voi non siete il bosco, che s’afferra con le radici, e non si getta in aria se d’altrettanto non va su, sotterra! Oh! voi non siete il mare, cui contraria regge una forza, un soffio che s’effonde, laggiù, dal cielo, e che giammai non varia. Eternamente il mar selvaggio l’onde protende al cupo; e un alito incessante piano al suo rauco rantolar risponde. Ma voi... Chi ferma a voi quassù le piante? Vero è che andate, gli occhi e il cuore stretti a questa informe oscurità volante; che fisso il mento a gli anelanti petti, andate, ingombri dell’oblio che nega, penduli, o voi che vi credete eretti! Ma quando il capo e l’occhio vi si piega giù per l’abisso in cui lontan lontano in fondo in fondo è il luccichìo di Vega...? Allora io, sempre, io l’una e l’altra mano getto a una rupe, a un albero, a uno stelo, a un filo d’erba, per l’orror del vano! a un nulla, qui, per non cadere in cielo! Oh! se la notte, almeno lei, non fosse! Qual freddo orrore pendere su quelle lontane, fredde, bianche azzurre e rosse, su quell’immenso baratro di stelle, sopra quei gruppi, sopra quelli ammassi, quel seminìo, quel polverìo di stelle! Su quell’immenso baratro tu passi correndo, o Terra, e non sei mai trascorsa, con noi pendenti, in grande oblìo, dai sassi. Io veglio. In cuor mi venta la tua corsa. Veglio. Mi fissa di laggiù coi tondi occhi, tutta la notte, la Grande Orsa: se mi si svella, se mi si sprofondi l’essere, tutto l’essere, in quel mare d’astri, in quel cupo vortice di mondi! veder d’attimo in attimo più chiare le costellazïoni, il firmamento crescere sotto il mio precipitare! precipitare languido, sgomento, nullo, senza più peso e senza senso. sprofondar d’un millennio ogni momento! di là da ciò che vedo e ciò che penso, non trovar fondo, non trovar mai posa, da spazio immenso ad altro spazio immenso; forse, giù giù, via via, sperar... che cosa? La sosta! Il fine! Il termine ultimo! Io, io te, di nebulosa in nebulosa, di cielo in cielo, in vano e sempre, Dio!

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2. 3. 4. Cinque Torri Cortina d’Ampezzo (BL)

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3

4

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Abisso Vertiginoso Osservando il territorio delle Dolomiti ci si trova di fronte ad uno scenario variabile, trasformato da luci e ombre, l’imponenza delle montagne ci sovrasta, crea stupore.

5.

Il ballatoio di vetro che corre attorno alla montagna

6.

Terrazza di vetro aggettante dalla roccia

“Lo stupore è quello stato d’animo in cui, ogni moto sospeso, regna un certo grado di orrore. In questo caso la mente è così assorta nel suo oggetto, che non può pensarne un’altro, e per conseguenza non può ragionare sull’oggetto che la occupa.” “Nessuna passione, come la paura, priva con tanta efficacia la mente di tutto il suo potere di agire e ragionare.[...] Tutto ciò, quindi, che è terribile alla vista è pure sublime, sia che la causa della paura sia dovuta alla grandezza delle dimensioni oppure no.” (Emund Burke) L’uomo capace di desiderare l’infinito e l’assoluto, trova nel sublime l’intuizione del superamento dei propri limiti biologici e materiali. Il sublime esprime suggestivamente la trepidante tensione dell’uomo, consapevole della propria caducità, dolorosamente posto di fronte a un abisso vertiginoso. Perchè dunque non enfatizzare queste sensazioni, creare dei punti in cui l’uomo possa osservare quello che lo circonda. Tali postazioni sono pensate come aggetti uscenti dalla roccia realizzati interamente in vetro, cosicchè anche se per poco si potrà superare il limite che la roccia impone, provare la sensazione di essere sospesi nel vuoto con quel pizzico di terrore e vertigine proprio del sublime.

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Urbanistica Torviscosa Flusso Verde Prof.ssa Dunia Mittner

L’area di studio e di progetto del corso è il comune di Torviscosa (UD). L’attuale centro nacque tra il 1937 ed il 1938 con la definitiva bonifica delle paludi, effettuata a partire dal 1927, e la fondazione di una fabbrica per la produzione di cellulosa, ricavata dalla lavorazione della canna gentile di cui il territorio è ricco, che viene poi utilizzata nella fabbricazione di fibre artificiali; il tutto nel quadro della politica di autarchia inaugurata dal Fascismo negli anni trenta. Nel 1940 fu istituito il nuovo comune di Torviscosa. Dopo un’analisi territoriale riguardante i tracciati, le aree costruite, il verde, l’idrografia e i servizi è emerso che il comune sta attraversando un fase di decadenza. Ciò è dovuto ai pochi servizi e agli scarsi collegamenti rendeno così Torviscosa una zona di poco interesse.

Il progetto è rivolto a risolvere il carattere di frammentazione di Torviscosa attraverso un processo di rivalutazione degli spazi aperti a diretto contatto con il tracciato principale definito da progetto. Lungo tale percorso ogni punto d’intervento si trova in un determinato contesto e possiede quindi precise caratteristiche, tramite il progetto si osserva come queste, partendo dalla stessa tipologia d’intervento, si modificano fino a raggiungere esiti diversi sia dal punto di vista formale che funzionale. Tuttavia l’obiettivo è di creare un’unitarietà degli spazi attraverso la connesione delle aree sul tracciato principale, il quale diviene un asse di percorrenza che permette il dialogo tra residenze, zona sportiva, parco, area industriale e commerciali.

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1. Vista aerea del comune di Torviscosa

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Il disegno della cittĂ di Torviscosa di De Min itilizza,conglobandoli,

2. Foto storiche e foto attuali del comune di Torviscosa

tutti gli elementi costituenti l’antico borgo. Viene riproposto,

3. Progetto De Min

simmetricamente all’asse su cui si affacciano le settecentesche

4. Cronologia del costruito

case coloniche, un asse viario est-ovest. Per mezzo di questo De Min chiude uno spazio trapezoidale al cui centro viene a trovarsi la chiesa settecentesca. La composizione urbanistica si articola per parti funzionali : nella zona centrale si concentrano gli spazi collettivi urbani, con la presenza di chiesa, asilo, scuola, municipio, mercato. In tale zona le strutture residenziali previste sono quelle per gli impiegati (alloggiati in blocchi di appartamenti) e quelle per i dirigenti (che abitavano i villini). Le residenze di operai e agricoltori vengono relegate ai margini. Le attrezzature sportive e ricreative sono a nord, a ridosso della linea ferroviaria, immerse nel verde, mentre le case operaie sono a sud. A ovest vengono insediati i luoghi della produzione e l’area industriale.

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3

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Tracciati Classificazione dei tracciati carrabili e ferroviari, a partire dall’autostrada che permette l’arrivo a San Giorgio di Nogaro, da qui è poi possibile, attraverso strade statali e provinciali, raggiungere il comune di Torviscosa. Nella pagina a fianco classificazione della viabilità carrabile che comprende un asse principale il quale permette l’accesso a Torviscosa, si dirama poi in strade secondarie che conducono ai vari quartieri i quali sono serviti da strade di distribuzione interna. Sono inoltre evidenziati i percorsi ciclopedonali e strade pedonali.

Tracciato Ferroviario Autostrada A4 Asse principale Assi secondari Strade poderali

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Lo spazio aperto e il verde Sin dagli inizi, il progetto rivolto alla costruzione di Torviscosa dedica particolare attenzione alla realizzazione del verde. Il piano infatti verrà attuato su un territorio a diretto contatto con aree verdi nelle immediate vicinanze dei confini comunali, viene così a crearsi un tutt’uno con la vegetazione circostante, che sembra quasi infiltrarsi armonicamente nel costruito. Si predispongono spazi verdi pubblici, semipubblici, dedicati agli apparati sportivi, privati, ognuno con differenti caratteristiche e funzioni. Il verde non è importante soltanto a livello urbano, ma anche su scala territoriale, in quanto le premesse per cui sorge Torviscosa si basano principalmente sull’attività industriale. La fabbrica della viscosa, ricavata dalla coltivazione e dalla lavorazione della canna gentile, diviene fulcro e simbolo della nascente cittadina. Verde agricolo Verde boschivo Aree di rispetto

Verde agricolo Verde sportivo Verde strada lineare Verde pubblico Verde semipubblico Verde privato Spazio aperto pavimentato Parcheggi

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Lo spazio costruito E possibile notare come i due comuni limitrofi, quello di San Giorgio di Nogaro e quello di Cervignano, abbiano subito un espansione maggiore attorno al loro centro. Molti insediamenti sorgono lungo le strade di contatto col mare o con Torviscosa e la campagna urbanizzata si concentra maggiormente intorno ad essi. Questa urbanizzazione diffusa è servita da vie secondarie che si collegano con le principali arterie della viabilità. Torviscosa che è in contatto immediato con entrambi i paesi non ha conosciuto un grande sviluppo attorno al nucleo urbano, dove resta la campagna in cui una volta veniva coltivata la canna gentile.

Residenziale

Produttivo

Case monofamiliari Case a schiera Case in linea Case plurifamiliari

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Idrografia L attuale centro nasce nel 1938 con la bonifica delle paludi effettuata a partire dal 1927. Prima della bonifica la zona presentava le caratteristiche di una palude: la morfologia del terreno infatti uno scolo adeguato delle acque dei corsi d acqua e non esistevano nè canali di scolo nè argini. Tristemente famosa come area malarica, la zona vide sporadici tentativi di bonifiche parziali ad opera degli agricoltori locali, sino all opera di risanamento conclusiva avvenuta in epoca fascista.

Fiumi Laguna di Grado e Marano Bacini idrici Terreno bonificato

Fiumi Canali principali Canali secondari Lago Bacino artificiale

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Flusso Verde I contesti che si incontrano lungo il tra ciato principale sono:

5. Schema del progetto con evidenziate le aree verdi di intervento

- verde agricolo a ridosso del confine urbano - verde adiacente al quartiere operaio - verde pubblico del parco - verde tra ristoro, teatro e area indu striale - verde tra le piscine e l’area sportiva - verde pubblico tra municipio e resideze - verde semipubblico delle recenti lottizzazioni Sulla base di queste premesse l’analisi verrà sviluppata prima attraverso la considerazione della realtà attualmente esistente e successivamente attraverso un processo di integrazione tra verde e costruito, definendo così nuove funzioni da attribuire agli spazi aperti.

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Vegetazione

Percorso ciclopedonale

Panchine

Parcheggi pubblici alberati

Nell area d intervento situata tra la strada provinciale e il centro di Torviscosa s intende inserire una fascia verde con lo scopo di unificare le aree del paese che presentano diverse funzioni. Una fascia verde caratterizzata dalla presenza di un percorso ciclopedonale che permette il collegamento tra i vari contesti (piscine, impianti sportivi, residenze, viale pedonale). Inoltre il percorso si estende fino a toccare i quartieri recentemente edificati, i quali si integrano maggiormente all interno del sistema urbano rispetto al decentramento attuale. Tuttavia il tracciato non assume soltanto la funzione di collegamento, ma anche di luogo ove recarsi per passeggiate e attività di svago nel tempo libero, è infatti sempre accompagnato da un verde attrezzato. Per quanto riguarda l accessibilità, nella parte in cui vengono in contatto la maggior parte dei contesti è stato creato uno spazio pavimentato per ospitare i parcheggi e un chiosco per eventuali soste.

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Verde pubblico e vegetazione

Spazio pubblico pavimentato

Parcheggi

Servizio commerciale

Centro polifunzionale

Viale pavimentato e sedute

L area di interesse comprende zone verdi pubbliche e zone pavimentate, quest ultime in adiacenza alla mensa operaia e al vecchio teatro. Questa zona è ubicata nelle immediate vicinanze della fabbrica, attualemte il vecchio teatro non è utilizzato e lo spazio circostante non è valorizzato. Attraverso l intervento progettuale si intende riqualificare le zone verdi in modo che quest area possa diventare la principale porta d accesso al nuovo tracciato ciclopedonale, inoltre è prevista la riqualificazione del teatro trasformandolo in un centro polifunzionale ricreativo che diventerà così punto di incontro e raccolta della comunità. L intera zona si propone dunque come nucleo di raccolta da cui poi si diramano varie strade tra cui il percorso ciclopedonale che costeggia la piscina, quest ultimo attualmente già viale di zona a traffico limitato verrà inoltre attrezzato da sedute.

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Piazzola con panchine

Chioschetto con pergolato

Campo giochi

Percorso ciclopedonale

All altezza in cui il percorso incontra il parco centrale di Torviscosa, si interviene creando un percorso ciclopedonale che introduce nell area verde pubblica. Da un lato di tale percorso una schiera di alberi separa dalla strada, asse principale verticale della cittĂ , e dall area industriale che sta al di lĂ di essa. Dall altro lato si incontra in un primo momento una piazzola di sosta attrezzata con panchine da cui di diparte un percorso che attraversa il parco e poi un piccolo chiosco col plateatico coperto da una pergola d acciaio e un piccolo campo giochi ritagliato nella stesso slargo.

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Verde pubblico e vegetazione

Percorso ciclopedonale

Sedute

L area di interesse è costituita da uno spazio verde pubblico già esistente che si situa a lato del municipio e termina sul fronte stradale adiacente alle nuove abitazioni. La posizione centrale di quest area non è tuttavia valorizzata e non assume una specifica funzione. L intervento progettuale è volto pertanto al tracciamento di percorsi ciclopedonali che si prestino al collegamento delle nuove abitazioni con la piazza centrale i quali si svilupperanno attraverso il nuovo parco. L area assumerà così una funzione di collegamento e attraversamento ma poichè il parco sarà dotato di sedute e di una vasta vegetazione diwerà anche luogo di incontro e di svago.

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Centro commerciale Servizio commerciale Pista ciclopedonale Pavimentato pubblico Parcheggi con green-block Viale alberato con panchine Residenze a patio Verde semipubblico Verde privato Parco Fontana

L area di progetto in questione si identifica con la zona adiacente al quartiere di case operaie, attualmente occupato da verde agricolo. L intervento prevede la costituzione di un nuovo quartiere residenziale a bassa densità, costituito da case a corte che si affacciano su spazi semi pubblici verdi o pavimentati. E prevista poi la riqualificazione dell edificio attualmente abbandonato dell ex mensa, con la trasformazione di questo in un centro commerciale e di servizi e l introduzione di un nuovo parcheggio. L asse del quartiere è costituito da un grande viale albertato attrezzato con panchine che porta alla distesa boschiva situata a contatto con l aperta campagna. Il quartiere è messo in collegamento al paese tramite tre accessi, di cui due carrabili e uno ciclopedonale. che si collega al tracciato di progetto. La pista ciclopedonale entra nel verde e circonda il quartiere.

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Alberature

Percorsi

Verde semipubblico

Parcheggi

In questo contesto l area d intervento è caratterizzata da uno spazio aperto pavimentato pubblico in contatto con il parco pubblico, la trattoria, adiacente al quartiere operaio da un lato e al tracciato principale dall altro. Proprio per questo carattere di vuoto centrale, assume la funzione di area destinata alla sosta carrabile e ciclabile, ma ospita anche una parte di verde convertita a spazio aperto semipubblico per gli abitanti del quartiere operaio, con lo scopo apunto di creare un tessuto connetivo in risposta alle esigenze che quest ultimo richiede.

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Progettazione Architettonica e Urbana Abitare il terreno Montegrotto Terme (PD) Prof.ssa Serena Maffioletti

Non è possibile raggiungere il passato cor-

secondo una precisa maglia ortogonale.

1. Concept

rendogli appresso; è manifestando il presen-

La cinta muraria allo stesso tempo instau-

te che si instaura un dialogo con il passato

ra un dialogo con i resti adiacenti: inter-

2. Foto aerea dell area di progetto

rompendosi nell area più vicina agli scavi Sverre Fehn

mentre in corrispondenza all area della vasca delle terme, ripiegandosi crea una cor-

L area su cui si sviluppa il progetto è di par-

te in cui è stata creata una vasca d acqua.

ticolare importanza in quanto adiacente ai

Le scelte progettuali hanno prestato atten-

resti archeologici delle terme Neroniane, qui

zione anche ad un progetto già sviluppato

viene proposto un progetto per un gruppo

di sistemazione dell area vera e propria dello

di abitazioni plurifamiliari disposto in stretto

scavo, in particolare il nuovo intervento è sta-

contatto e in dialogo con il patrimonio anti-

to collegato con percorsi che si estendono fin

co e il paesaggio. L idea di progetto è quella

sopra ai resti. Altro tema molto importante è

di creare una vera e propria insula, partendo

quello dell acqua che si ripete fino all interno

da un segno, una linea che delimita l area e

della singola abitazione, ogni patio infatti è

su cui si addossano le abitaioni che ripren-

provvisto di uno specchio d acqua. I percorsi

dono il tema della casa a patio. Un vero e

all interno dell insula sono pedonali mentre

proprio muro di recinto racchiude il nuovo

alle macchine è adibito il parcheggio sotter-

intervento, costituito da case a sviluppo

raneo da cui si può poi accedere alle singole

orizzontale che si dispongono sul territorio

case.

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3. Foto degli scavi 4. Prospetti e sezioni del progetto di sistemazione dell’area archeologia

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5. Foto area di progetto e Hotel adiacente 6. Planivolumetrico del progetto scala 1:2000

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7 Planimetria dell attacco a terra scala 1:500

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8 Planimetria del primo piano scala 1:500

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9. 10. 11. 12.

Prospetto C Prospetto D Sezione A-A Sezione B-B

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13. 14. 15. 16. 17. 18.

A

Pianta piano terra Pianta primo piano Prospetto A scala 1:200 Sezione A-A scala 1:200 Prospetto B scala 1:200 Sezione B-B scala 1:200

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A

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B

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19. Vista dall hotel verso le abitazioni 20. Biglietteria e Infopoint dell area archeologica 21. Vista dall area archeologica verso le abitazioni 22. Percorso che conduce agli scavi archeologici 23. Foto del modello

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Composizione Architettonica 3 Oziocittà Progettare un lounge al mare Prof. Federico Kelly/Federico Borghini

Il tema di progetto si concentra su un’infrastruttura esistente e abbandonata al Lido di Venezia, che ha cessato di funzionare nell’anno 2003: l’Ospedale al Mare. Questo centro sanitario costruito nell’anno 1933 si compone di una serie di padiglioni isolati con differenti caratteristiche architettoniche, furono edificati in diverse epoche su una superficie all’incirca di 9 ettari. Il paesaggio oggi si presenta con una quantità di edifici disarticolati tra loro, di scarso valore, che si poggiano su un grande vuoto urbano che limita, in uno dei due lati, la costa del mare Adriatico. II tema richiesto dal progetto è quello dell’ozio, considerato con l’ampiezza necessaria ad inquadrare risultati specifici a partire da programmi diversi. Sono state analizzate le infrastrutture abbandonate cercando di scoprire l’essenza di ognuna; analizzando la sua costruzione, pieni e vuoti e tutto quello che è considerato di interesse ai fini progettuali.

Il progetto nasce dallo studio di un determinato “vincolo”: il globo. Attraverso questo elemento si procede con un’operazione di riqualificazione dell’intera area che verrà adibita a cittadella dell’arte. Due ingressi permettono l’accesso ai pedoni e ad i mezzi che vogliono intrufolarsi in questa realtà parallela fornita di alloggi, studi e laboratori degli artisti; zona commerciale, zona sportiva, hotel, ristoranti e terrazze panoramiche per gli ospiti. Tutti possono usufruire delle infrastrutture (globo, mirador, scenario, piscina) per entrare in contatto con il mondo dell’arte e sostare in queste bolle sparse per il percorso dove si potrà leggere, scrivere, pensare, mangiare, bere, divertirsi oppure assistere ad uno spettacolo teatrale o passeggiare su delle piattaforme rotonde che conducono al mare dove sono posizionate altre bolle che fluttuano sull’acqua. Una nuova esilarante cittadella dell’arte.

1. Vista aerea dell’area di progetto

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Misurare

Rilievo 2. Foto del padiglione a C 3. Foto padiglione orfani di guerra 4. Rilievo padiglione a C 5. Rilievo padiglione orfani di guerra

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Sguardo

Oltre il limite

L’obbiettivo dell’esercizio “sguardo” è quello di sviluppare il senso di osservazione per capire il luogo e ricavarne informazioni utili per il progetto. Il tema dovrà essere rappresentativo o caratteristico dell’area di lavoro. La serie qui riportata “oltre il limite” riproduce le sensazioni catturate attraverso la macchina fotografica, ogni scatto cerca di attraversare il limite di un muro, una finestra o una porta, lo sguardo si allunga oltre l’edificio cercando le relazioni con il luogo. Ogni inquadratura vuole esprimere l’essenza del luogo, un complesso abbandonato, in avanzato stato di degrado, fragile e facilmente penetrabile dallo sguardo.

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Baloon Factory

Find your way 6. Globo dell’arte 7. Struttura gonfiabile adibita a ristorante 8. Struttura gonfiabile che copre la piscina

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9. Kit di Baloon Factory 10. Planimetria 11. Fotomontaggio della bolla tra la vegetazione 11. Fotomontaggio della bolla tra gli edifici 11. Fotomontaggio della struttura gonfiabile che copre la piscina

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15 14. Fotomontaggio bolle galleggianti 15. Fotomontaggio globo tra il verde

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16. Foto del plastico dell’intera area di progetto 17. Foto del plastico con il particolare del globo piscina

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