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4 Quasi più ripetitori che decoder Anno XXVII n. 240 - marzo 2004 ISSN 0394-0896 MediaAge srl Via Stefano Jacini, 4 - 20121 Milano, Italy Tel. (+39) 02862534 (ra) - Fax (+39) 0286450149 E-mail: info@monitor-radiotv.com Siti internet http://www.convergenza.tv (in italiano) http://www.monitorradio.tv (in inglese) La Media Age srl è iscritta al Registro Nazionale della Stampa al n. 2636 vol. 27, foglio 281 dal 28.6.89 - MONITORRADIO TELEVISIONE è registrata al Tribunale di Milano n. 880 del 20.12.1988. Dir. resp. Enrico Callerio. Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Non è permessa la riproduzione di testi e foto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Progetto grafico e impaginazione: Ago, Bollate (MI). Fotolito: PRG Milano. Stampa: Cooperativa Grafica Bergamasca, Almenno S. Bart. (BG).

36 L’indispensabile per una televisione digitale 5 Un digitale molto versatile 9 PhotoShow 2004 10 Tutti i segreti del digitale terrestre 13 Entusiasmo "alle stelle" alla ShowBiz

38 Prodotti consumer USB 2.0 per l'editing 40 Il digitale alla portata di tutti, o quasi

14 Etere, automazione italiana nelle Filippine 16 Novità Miranda al NAB 2004

Abbonamenti: la rivista è diffusa e venduta solo in abbonamento annuale. Il costo annuale è di 40,00 EURO da versare sul c/c postale n. 11158201 intestato a Media Age srl, Via Stefano Jacini, 4 - 20121 Milano, oppure inviare un assegno bancario non trasferibile allo stesso indirizzo. Arretrati 6,00 EURO l’uno da allegare alla richiesta anche i francobolli. Foreign subscription: annual 80,00 EURO (80,00 US$) or equivalent via International Money Order or cheque to Media Age srl, Via Stefano Jacini, 4 - I - 20121 Milano Italy. CREDIT CARDS subscription call (+39) 02862534 or fax (+39) 0286450149. Cards accepted: VISA MASTER-CARD - EUROCARD - AMERICAN EXPRESS. Airmail rates on applications.

18 La telecamera perde i fili

Lo staff Direttore responsabile: Enrico Callerio Condirettore tecnico: Mauro Baldacci Hanno collaborato: Manlio Cocconcelli, Massimo Montissori, Enrico Oliva, Alberto Pellizzari, Claudio Re, Piero Ricca, Maria Ronchetti, Dario Monferini.

29 MediaCluster: un server incorruttibile

Nei siti della “convergenza” di Monitor troverete tra gli altri contenuti: la Guida RadioTv delle radio e tv private (www. guidaradio.tv) le proposte di Monitor Lavoro (www.monitor-radiov.com/lavoro) le emittenti radio tv in diretta nella rete da tutto il mondo (www.webcastitaly.com)

37 Tutti insieme, appassionatamente e con Pinnacle

18 La linea Webdyncast per il multimediale

44 Progresso inarrestabile 46 L’alta definizione nella cassettina 48 Media 100 salvata in extremis

20 Guida a Digital Intermediate di Quantel Prima edizione

34 Wireless a gonfie vele

50 My one cent


Il punto sul digitale terrestre

Quasi più ripetitori che decoder Da un’indagine commissionata dall’antitrust emerge che sia Rai che Mediaset hanno più impianti di trasmissione di quanti siano effettivamente necessari. Sull’altro versante, è cominciata la corsa al contributo governativo per l’acquisto del decoder e FastWeb è già in buona posizione.

4 L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’antitrust tanto per intenderci, non è del tutto convinta che la Rai debba necessariamente investire denaro pubblico per l’acquisto di frequenze televisive da destinare alla sperimentazione del digitale terrestre. Il dubbio ha i suoi bravi fondamenti: dei circa 20.000 ripetitori televisivi attualmente operanti in Italia, quelli di proprietà Rai sono ben 6.268, quasi un terzo del totale, ed è quindi piuttosto difficile credere che sia indispensabile acquistarne altri 128, come è nei piani del direttore generale Flavio Cattaneo. Per questa ragione, l’Autorità ha commissionato un’indagine a Antonio Sassano, docente di Ricerca Operativa al dipartimento di Informatica e Sistemistica dell’Università La Sapienza di Roma. Il quadro che ne è emerso rispecchia il duopolio imperante del settore televisivo. Secondo le simulazioni effettuate da Sassano, Rai potrebbe spegnere quasi 1.200 ripetitori e continuare tranquillamente a coprire l’intero territorio nazionale con i suoi tre canali analogici. Una volta tanto, Mediaset è in posizione di svantaggio: sono soltanto 750 i

ripetitori di cui potrebbe fare a meno. Tenendo conto di questi risultati e del fatto che Rai dispone di circa 450 impianti definiti non operativi, la perizia conclude che l’azienda non dovrebbe avere alcun problema ad attivare i due multiplex nazionali semplicemente sfruttando al meglio le risorse che ha attualmente a disposizione. In effetti, il piano nazionale di assegnazione delle frequenze per il digitale individua in 267 il numero di trasmettitori sufficienti per raggiungere il 90% della popolazione (contro i 476 del piano per l’analogico), una percentuale di copertura più che sufficiente per affrontare la fase di transizione dall’analogico al digitale. La perizia è all’esame dell’antitrust che dovrà decidere se autorizzare o meno la Rai all’acquisto di queste nuove frequenze. Sia Rai che Mediaset si sono comunque affrettate a smentire le conclusioni di Sassano, con comunicati che sembravano quasi scritti dalla stessa mano. Sconcertante il commento del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri: “A me non sembra che dopo 50 anni di Rai e 25 di Mediaset la copertura sia

ridondante”, quasi che i ripetitori crescano spontaneamente. Pare proprio che l’ordine di scuderia sia sempre quello di negare anche le cose più evidenti, fidando nel fatto che ci sia sempre qualcuno disposto ad aver fede.

I decoder con lo sconto La campagna pubblicitaria iniziata da qualche mese sulle reti Mediaset sta cominciando a dare i suoi frutti, anche se accedere al contributo governativo per l’acquisto dei decoder non è poi tanto semplice: l’acquirente deve identificarsi e dimostrare di essere in regola con il pagamento del canone di abbonamento Tv, il rivenditore deve registrarsi presso il sito del Ministero delle Comunicazioni e il produttore deve comunicare al Ministero le tipologie di decoder immessi sul mercato e i numeri seriali identificativi degli apparecchi stessi. Viste le premesse, è quasi un miracolo che alla fine di marzo siano stati erogati quasi 70.000 contributi (all’indirizzo Internet: www.decoder.comunicazioni.it/ numFondi.jsp si può verificare quanti contributi sono ancora disponibili).

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Una delle prime aziende ad approfittare del contributo governativo di 150 euro stabilito dalla Finanziaria del 2004 è stata Fastweb che ha offerto ai propri abbonati Adsl e fibra ottica l’acquisto della Videostation a soli 29 euro. Il dispositivo offerto da Fastweb consente la ricezione in chiaro di segnali televisivi in tecnica digitale via cavo e consente prestazioni di piena interattività in chiaro, come richiesto dal decreto ministeriale, ma non ha nulla a che fare con i decoder necessari per la ricezione dei segnali televisivi digitali terrestri In effetti, nel decreto si specifica che “Il contributo per l’acquisto o il noleggio di apparecchi in tecnica C-DVB (ndr: sigla della quale non è spiegato il significato) è riconosciuto a condizione che l’offerta commerciale indichi chiaramente all’utente i fornitori di contenuti con i quali i soggetti titolari della piattaforma via cavo abbiano concordato i termini e le condizioni per la ripetizione via cavo del segnale diffuso in tecnica digitale terrestre”. Tutto l’equivoco nasce dal fatto che il legislatore non ha potuto fare esplicito riferimento a uno specifico sistema per la gestione dell’interattività, come è appunto lo standard mhp attualmente utilizzato per le prime trasmissioni sperimentali di televisione digitale terrestre. Le VideoStation proposte da FastWeb offrono “piena interattività anche da remoto”, per dirla alla maniera del Ministero, poiché permettono addirittura la navigazione su Internet, seppure con tutte le limitazioni che comporta la scarsa definizione dello schermo del televisore, almeno se paragonata a quella tipica del monitor di un personal computer. Quello che però non è in grado di fare una VideoStation è di interpretare un’applicazione interattiva che sfrutti lo standard mhp. Al solito, fatta la legge, …

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TUTTI I SEGRETI DEL DIGITALE TERRESTRE

Li svela un esperto Fracarro, soffermandosi sugli aspetti tecnologici e commerciali del nuovo sistema di trasmissione e ricezione dei segnali televisivi

Il digitale terrestre entra nelle case italiane, rappresentando forse la principale novità degli ultimi 50 anni del mezzo televisivo. Ma cosa comporta questo passaggio per il vecchio impianto? E quali sono le possibili problematiche per i consumatori? Lo abbiamo chiesto all’Ing. Donazzan, Responsabile dei rapporti con le istituzioni di Fracarro e da tempo impegnato nella sperimentazione della nuova tecnologia L’evoluzione verso il digitale terrestre è inevitabile se pensiamo che lo standard della TV analogica è ancorato a tecnologie degli anni 40. Un salto tecnologico di 50 anni porta evidentemente a innovazioni considerevoli, che si traducono, ad esempio, nell’’utilizzo più efficiente della risorsa frequenza (con la disponibilità di 4 – 5 programmi nello spazio di uno) e in quello del risparmio energetico (con una riduzione del 95:98% della potenza da utilizzare per ogni programma). Conseguenze positive si hanno dunque anche in termini di diminuzione dell’elettrosmog. La flessibilità e la potenzialità proprie delle tecniche digitali garantiscono poi la qualità del segnale, che nel vecchio sistema subiva un’inevitabilmente degradazione a ogni passaggio della catena di trasmissione, mentre nel sistema digitale può essere ricostruito, mantenendo la stessa qualità dell’immagine definita in partenza. L’utilizzo del canale di ritorno rappresenta inoltre un’interessante potenzialità del digitale terrestre, rendendo possibile lo sviluppo di servizi interattivi. A fronte di queste positive innovazioni, quali cambiamenti devono subire le vecchie installazioni? Sul passaggio dal sistema analogico alla nuova tecnologia digitale, è utile partire da alcune considerazioni: il segnale digitale terrestre e quello analogico passano attraverso lo stesso “canale di trasmissione”. Siti di trasmissione, antenne di trasmissione, un certo percorso in etere, antenne di ricezione, impianti e presa utente. Tutto rimane inalterato. Decisamente più robusto dell’analogico, il segnale digitale non ha problemi a compiere l’intero percorso, garantendo così un’ottima visibilità delle trasmissioni. 5 D’altra parte, il DTT richiede attenzioni particolari proprio sul fronte delle installazioni: mentre il segnale analogico degrada “dolcemente”, permettendo la ricezione delle immagini più o meno buona anche in condizioni difficili, il digitale presenta una soglia di ricezione molto “ripida”, che può portare al passaggio repentino, senza stadi intermedi, dalla situazione di ottima qualità dell’immagine alla totale mancanza di ricezione. In altre parole, non esistono, nel digitale, impianti che “vanno abbastanza bene”, ma pretendono di essere fatti correttamente, altrimenti “non perdonano”. Cosa consiglia ai consumatori? Quanti possiedono un impianto di buona qualità possono stare tranquilli. Dovranno semplicemente munirsi di un decoder per ricevere in chiaro le trasmissioni Digitali, mentre si consiglia la verifica degli impianti un po’ datati, che possono non essere adeguati alla nuova tecnologia. Per la realizzazione di un buon impianto Digital ready, o l’aggiornamento di quello esistente, è necessaria la conoscenza e l’esperienza maturate con il “vecchio” sistema analogico. Per questo, Un intervento da parte del proprio installatore di fiducia, può essere davvero provvidenziale. E sul fronte dei prodotti legati al Digitale Terrestre, quali sono i suoi suggerimenti? Su questo versante si sentono dire molte cose, alcune delle quali non esatte. Il mio consiglio è di distinguere la giusta informazione dalle motivazioni di vendita. E personalmente ritengo che, salvo eccezioni ben precise, tutti i prodotti di buona qualità continuano ad andar bene. Chi sostiene il contrario probabilmente cerca di sfruttare commercialmente l’evento. Certo è invece che se si mette mano a un impianto di 10/20 anni, probabilmente bisognerà intervenire rinnovandone i componenti. Un discorso a parte va fatto per le soluzioni pensate “ad Hoc” per la nuova tecnologia. E’ il caso dei convertitori di frequenza, che consentono di cambiare la frequenza originaria di trasmissione, rappresentando un ottimo strumento per risolvere alcuni problemi di ricezione. Fracarro ha sviluppato in tal senso un prodotto veramente interessante, utilizzabile sia per i canali analogici che per quelli digitali (KCP). Ulteriori dispositivi, specifici per la nuova tecnologia, sono i ricevitori DTT centralizzati (KDRTT), che trasformano i segnali digitali in segnali analogici, consentendo la ricezione diretta da parte del televisore, senza bisogno di decoder. Disposti in testata, fanno vedere la TV digitale a tutti i televisori dell’impianto. Queste soluzioni, adatte soprattutto per le strutture condominiali, limitano però la potenzialità del digitale terrestre legata all’interattività e saranno presto affiancate, per l’utente singolo, dai decoder DTT, tra l’altro già disponibili sul mercato sia nelle versioni più semplici, che in quelle evolute (tecnologia MHP). Il digitale terrestre è dunque l’occasione giusta per promuovere il miglioramento complessivo delle installazioni, sia dal punto di vista tecnico, così da renderle più funzionali, sia da quello ecologico, proponendo impianti “ordinati” e non invasivi. Una sfida, che punta ad aumentare la qualità della vita nelle nostre città, ma anche alla crescita professionale del settore. Per ulteriori informazioni: Paola Lorenzon, Ufficio Stampa Gruppo Fracarro, Tel. 0423.736577 - ufficiostampa@fracarro.com Fracarro Radioindustrie S.p.A. www.fracarro.com - e-mail: info@fracarro.com Tel. +39 0423.7361


Notizie in breve Semplicemente Io Uno dei prodotti più interessanti per i professionisti del video che non riescono a fare a meno del Mac è il box Io, lanciato nella scorsa primavera da Aja e distribuito in Italia da Cintel: nei primi sei mesi di commercializzazione, la società romana ne ha vendute ben 70 unità. Questo box si connette a un PowerMac o un PowerBook con un semplice cavo FireWire e, utilizzato con il software Final Cut Pro 4, permette di trattare video digitale non compresso a 10 bit e audio multicanale analogico o digitale a 24 bit. I connettori per l’audio analogico sono di tipo bilanciato mentre per il digitale sono presenti i connettori per 4 canali AES/EBU, sei canali Adat e due S/PDIF. Completa anche la dotazione di ingressi e uscite video: oltre a SDI per il digitale è possibile acquisire anche 6 video in composito, S-Video e component analogico. Infine, un connettore seriale 422 consente il controllo remoto di un videoregistratore. Una simile dotazione di ingressi e uscite non sempre è indispensabile e per questa ragione Aja propone anche due versioni “leggere” del box Io, siglate LA e LD e destinate rispettivamente a segnali analogici e digitali. Entrambe sono dotate di un’interfaccia FireWire per il collegamento a un Power Mac e consentono di trattare video non compresso a 10 bit.

Con il DV dappertutto Un braccio estensibile superleggero e un sistema di stabilizzazione per telecamere sono due delle novità ABC proposte da CieffeVideoItalia. Il braccio in lega di titanio ha un’estensione massima di 4,5 metri e un peso complessivo di 5 kg, treppiede escluso; una telecamera di peso analogo può essere montata sulla testa inclinabile che può ruotare a seconda dell’altezza o conservare la posizione orizzontale; una volta smontato, il braccio trova posto in una sacca lunga meno di un

I prodotti ABC in mostra allo stand della CiEffeVideo dell’ultimo IBTS

metro e mezzo. Camcorder con peso compreso fra i 4 e i 7,5 kg possono essere invece utilizzati con il sistema di stabilizzazione HandyCam DV che comprende barra di assetto, corpetto imbottito e braccio a molla estensibile, il tutto per un peso complessivo di soli 6,5 kg.

Il gobbo sotto controllo Con il software QScript della Autocue è possibile tenere costantemente sotto controllo il funzionamento di un teleprompter. Studiato per sfruttare le caratteristiche specifiche dei nuovi Tablet Pc, notebook dotati di uno schermo a cristalli liquidi e funzionalità specifiche per il riconoscimento della scrittura, QScript si può sincronizzare con i sistemi di produzione delle news più diffusi, aggiornando praticamente in tempo reale i messaggi da inviare al gobbo elettronico. La possibilità di interagire con uno stilo permette di apportare modifiche al testo scrivendo direttamente sullo schermo o anche di evidenziare e sottolineare particolari parole, in modo che lo speaker possa enfatizzarle nel modo appropriato. Inoltre, grazie a un collegamento wireless presente nella maggior parte dei Tablet PC, è possibile interagire con il sistema anche muovendosi liberamente all’interno dello studio di registrazio-

ne. I prodotti AutoCue sono distribuiti in Italia dalla Trans Audio Video di Caserta.

Integrazione produttiva Tra i numerosi prodotti che fanno parte dell’offerta di Media Solutions c’è anche la versione 3 del VideoToaster della Newtek, il sistema integrato per la produzione televisiva ottimizzato per il sistema operativo Windows XP Professional. Il sistema è in grado di miscelare segnali provenienti da un massimo di otto sorgenti DV e analogiche e l’impiego di codec software assicura la facilità di aggiornamento a nuovi standard. Per ogni ingresso è prevista la facoltà di intervenire sui principali parametri del segnale e il funzionamento dei videoregistratori può essere direttamente controllato dal software. Il materiale può essere registrato sull’-

La pratica console per il controllo del Video Toaster della Newtek

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hard disk interno o su un server collegato in rete, in modo da poter essere condiviso fra più stazioni di lavoro. Nel caso del sistema fornito da Media Solutions a Telenova e utilizzato per la produzione dei servizi video per i telegiornali, il server è costituito da un sistema RAID collegato in Fiber Channel, in modo da garantire una banda sufficiente per l’accesso simultaneo delle sei stazioni VideoToaster. Sfruttando le capacità di elaborazione in tempo reale, che prevedono anche il controllo dinamico della velocità di riproduzione delle clip, è possibile mandare in onda un montaggio senza dover necessariamente registrare un nuovo file, consentendo così di intervenire fino all’ultimo minuto.

Linea tutta nuova Completamente rinnovata l’offerta Elca comprendente anche tutta una serie di apparecchiature destinate al trattamento di segnali digitali. Le due matrici DX88 e DX1616 accettano segnali in standard SMPTE 259M con 8 bitrate compreso fra 143 e 540 Mbps con equalizzazione automatica del cavo in ingresso, buffer e re-clock dei segnali in uscita. Ciascun tasto del pannello di controllo è individuato da un display alfanumerico e il funzionamento delle matrici può essere controllato a distanza da un personal computer collegato all’interfaccia seriale RS232 di cui sono dotate, mentre una porta

Lo stand della Elca all’ultima edizione dell’IBTS

dedicata permette di collegare tastiere remote. Completo supporto dello standard SMPTE 259M anche per i due distributori SDI DD112 e DD124, rispettivamente con 12 e 24 uscite e con riconoscimento automatico del segnale in ingresso. Altre novità sono i convertitori video da analogico a digitale e viceversa e il generatore di logo digitale DL8, dotato di memoria per 8 immagini a colori pieni e con effetti di trasparenza. Il DL8 è dotato di un doppio keyer ed è in grado di riconoscere automaticamente il tipo di segnale in ingresso, PAL o NTSC.

Virtuale e remotato La collaborazione fra Movie Engineering e For-A Italia ha portato all’integrazione di un carrello dotato di colonna ad altezza variabile, completamente remotato, con il sistema per i set virtuali DigiWarp. La telecamera è montata su una testa remotata CAMS MD e il tutto è collocato su un carrello spostabile su rotaia; gli encoder segnalano al sistema di gestione del set virtuale l’esatta posizione della telecamera, altezza compresa. Il sistema messo a punto da Movie Engineering consente anche di memorizzare l’esatta posizione della telecamera e ha una precisione sufficiente da poter anche essere utilizzato per applicazioni di motion control.

Non solo per sport

Carrello e colonna ad altezza variabile per il sistema CAMS della Movie Engineering

C’è anche un display a colori per il pannello di controllo RUS (Remote Unit System) per i video server della BLT, disponibili in configurazione a doppio canale (SMS 220 con un ingresso e un’uscita simultanei) e a 4 canali (SMS 400 con tre ingressi e un’uscita, adatto anche alle applicazioni di super slowmotion con telecamere come le Sony BVP-9500WS e Thomson LDK-23HS). Utilizzati prevalentemente per applicazioni sportive, questi server possono essere controllati da un computer, anche portatile, con sistema operativo Windows. La capacità massima di registrazione è di 7 ore di video compresso in M-JPEG a 50 Mbps e, oltre alla interfaccia seriale, è presente anche una porta di rete per il controllo a distanza. Un’applicazione sviluppata da BLT permette di definire fino a 10.000 clip che possono essere indicizzate al momento della registrazione, sfruttando una lista di parole chiave definite in precedenza. In questo modo è possibile anche creare dei semplici montaggi degli eventi più importanti da trasmettere subito dopo il termine della diretta.

Un brillante display a colori per la console di controllo dei sistemi BLT

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PhotoShow 2004 Un po’ di video tra tanta fotografia Ha fatto il pieno l’ultima edizione del Photoshow che, come in tutti gli anni pari, si è svolta alla Fiera di Roma, attirando un consistente numero di visitatori, in gran parte proveniente dall’area del Centro-Sud Italia. Circa 200 espositori hanno accolto l’invito degli organizzatori del Photoshow e sono riusciti a trasformare per tre giorni la fatiscente struttura della Fiera di Roma nella vetrina delle tecnologie più all’avanguardia attualmente offerte dal mercato agli appassionati e ai professionisti della fotografia e del video. L’aggettivo fatiscente è forse un po’ forte, ma per chi non avesse mai avuto occasione di visitare la Fiera di Roma basti dire che il pavimento di alcuni padiglioni è inclinato, tanto che gli allestitori degli stand devono necessariamente predisporre una pedana che sia capace di compensare un dislivello che può arrivare quasi a un metro, un vero e proprio incubo. Anche se soltanto un decimo degli espositori potevano essere classificati come specializzati in apparecchiature video, tutti quelli che si rivolgono principalmente al settore professionale erano presenti in prima persona, come nel caso di Jvc e Sony, o attraverso i loro distributori, scelta privilegiata tra gli altri da Canopus, Matrox e Panasonic. Tra gli assenti si merita una menzione particolare Apple, anche perché per trovare il marchio della mela su qualcuno dei prodotti in mostra, occorreva proprio cercarselo con il lanternino: mossa poco astuta

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per un’azienda che sta cercando di proporsi ai professionisti del video e che all’ultimo IBTS aveva comunque riscosso un discreto interesse da parte dei visitatori.

Primizie primaverili Nonostante lo scarso numero di espositori, non è mancata qualche primizia anche per il settore video. Tra queste il registratore di DVD BDX200E della JVC, dotato di ingressi in video composito, S-Video e DV. Oltre a consentire la compressione in formato MPEG-2 a bitrate variabile (da 2 a 9 Mbps), il BDX-X200E offre tutta una serie di funzionalità di authoring, compreso l’inserimento di menù e la definizione di capitoli, che permettono di realizzare in poco tempo un prodotto finito. Utilizzato con un camcorder GY-DV5000, successore del famoso DV500, offre anche la registrazione simultanea su DVD, una sorta di backup in qualità leggermente ridotta, comunque più che sufficiente per scopi documentali. Per quel che riguarda Panasonic, la novità assoluta era costituita dalla economica videocamera DVC-30, quasi una versione economica della compatta DVC-80, che impiega tre

CCD da 1/4 di pollice, invece che da 1/3, e dispone di un convertitore A/D a 12 bit. Lo zoom è sempre un Leica Dicomar, ma l’escursione focale è in 9 questo caso di 16x, contro i 10x, e come nei modelli consumer è presente anche una funzione di zoom digitale che moltiplica la focale fino a un totale di 160x, permettendo comunque di arrivare a un rapporto di 20x senza apprezzabili perdite di qualità La DVC-30 offre anche una modalità di ripresa definita “movie-like” che produce un look cinematografico ricostruendo i frame per interpolazione dei due semiquadri. Il look cine è rafforzato dalla possibilità di impostare un valore di gamma simile a quello delle pellicole e sono previste numerose funzioni tipiche dei

Il nuovo camcorder compatto AG-DVC30E della Panasonic, una delle primizie del Photoshow


camcorder di fascia più alta, come il controllo della resa dei dettagli della carnagione (skin-detail). Disponibile in opzione anche un adattatore per l’impiego di microfoni con attacco XLR e alimentazione phantom a 48V. Altra caratteristica interessante della DVC-30 è la possibilità di effettuare riprese all’infrarosso: con l’apposito illuminatore si possono ottenere ottime immagininel buio più assoluto di soggetti distanti fino a una decina di metri. Panasonic ha anche apportato diversi miglioramenti al modello a scansione progressiva DVX-100, alla cui sigla è stata aggiunta una A. I sensori sono sempre tre CCD da 1/3 di pollice mentre è stato modificato il sistema di prismi e il convertitore analogico/digitale è ora a 12 bit. L’obbiettivo è sempre uno zoom 10x Leica Dicomar, ma la minima distanza di messa a fuoco è stata ridotta da un metro a 60 cm.

con sistemi di illuminazione alogena già esistenti. Lo chassis degli illuminatori è realizzato in lega leggera e lo specchio particolarmente curato garantisce un elevato rendimento, grazie anche alle alette paraluce riflettenti.

Bracci da viaggio

Brividi luminosi Brivido è il nome scelto da Cosmo-

10 light per gli illuminatori che impiegano da due a sei lampade fluorescenti da 55 W ciascuna, disponibili con temperature colore di 3.200 e 5.600 K. La versione più economica è dotata semplicemente di un interruttore ed è quindi adatta per quelle applicazioni che non richiedono alcuna regolazione del flusso luminoso, funzionalità offerta sia nella versione analogica (con un potenziometro integrato), sia in quella digitale, controllabile con una qualsiasi console DMX. Prevista anche una versione con regolazione a controllo di fase per l’impiego con dimmer esterni controllati da centraline, ideali per l’integrazione

La serie di illuminatori a lampade fluorescenti della Cosmolight

Sergio Brighel della Trans Audio Video con il braccio della CamMate

Un eccellente rapporto qualità prezzo caratterizza i bracci estensibili CamMate, marchio che va a inserirsi nella già ricca offerta della TransAudio Video. Il pezzo forte è rappresentato dal braccio soprannominato Big Boy che raggiunge un’estensione massima di oltre 15 metri e supporta telecamere del peso di una decina di kg. Più interessanti, almeno sul piano economico, sono però i bracci della Travel Series che raggiungono comunque un’altezza che può superare gli 8 metri, treppiede compreso: prerogative di questi bracci sono la facilità e la rapidità di montaggio, operazione che può essere completata in poco più di un quarto d’ora. Il supporto per la telecamera a forma di L lascia ampia libertà di manovra, anche perché tutti i cavi necessari per i segnali audio e video, nonché quelli per il controllo dell’ottica, passano attraverso lo snodo principale, evitando così di ostacolare il movimento della telecamera.

Il vantaggio di giocare in casa Un buon numero di novità sono state proposte da Tempestini Video, azienda che ha la sua sede proprio nella capitale. Per la registrazione su hard disk da videocamere DV, l’azienda romana propone QuickCapture della nNovia, un dispositivo che può essere alimentato con una batteria da 12 V e il cui funzionamento è controllabile direttamente con il pulsante di registrazione della telecamera. La capacità massima di registrazione è di circa sei ore di video in formato DV e il dispositivo può essere collegato direttamente a un sistema di montaggio video per la successiva elaborazione, senza che sia necessario trasferire il materiale registrato, operazione che può comunque essere fatta più velocemente che in tempo reale (il QuickCapture viene visto dal sistema di montaggio come una qualsiasi unità a disco esterna). In tema di batterie, Tempestini ha presentato il sistema Nexus Phantom della Aspen per l’alimentazione prolungata di un camcorder, senza interruzione. Invece di impiegare più batterie in parallelo, come accade con altri prodotti analoghi, il sistema della Aspen sfrutta uno speciale adattatore contenente una batteria di backup al NiCd di capacità ridotta, sufficiente comunque a garantire il funzionamento del camcorder per un tempo di circa 15 minuti, più di quanto sia

Il sistema di alimentazione con batteria di scorta Nexus Phantom della Aspen

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necessario per la sostituzione della batteria principale, tipicamente una Nexus 50 agli ioni litio, capace di alimentare per un paio d’ore un camcorder che assorbe una potenza di 25 watt, oppure qualsiasi batteria in formato NP. La batteria di backup entra in azione automaticamente o manualmente e si ricarica con la batteria principale. L’ultima novità proposta da Tempestini è il Globecaster, un mixer video digitale che fonda le sue radici sul sistema Trinity della Play. La società che ha proseguito nello sviluppo del sistema, GlobalStreams, ha preferito concentrarsi su un numero limitato di applicazioni, ottenendo quella stabilità di funzionamento che rende il GlobeCaster uno strumento decisa-

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mente più affidabile. Il mixer è configurabile con quattro o otto ingressi analogici o digitali, quattro chiavi di downstream e due Dve. Il modulo di titolazione è integrato e, grazie alle capacità di animazione di grafica e video offerte dal sistema, è possibile ottenere interessanti effetti in tempo reale. Per finire alla grande, Tempestini ha presentato anche un monitor al plasma con una diagonale di ben 84 pollici. Lo schermo è composto da quattro pannelli da 42 pollici ciascuno che hanno una cornice estremamente ridotta, circa un centimetro; la risoluzione effettiva è di 1.706 x 960 pixel, valore che ben si presta alla visualizzazione di immagini in alta definizione.

Le altre luci del Photoshow La primizia proposta da Ianiro è Bambi, un faretto alimentato con batterie a 12 V, dotato di impugnatura; il Bambi impiega lampade da 100 W e permette di controllare l’ampiezza del fascio in un intervallo di quasi 7 a 1. In mostra allo stand della Ianiro anche la serie di aggiuntivi ottici grandangolari Tecpro DV della Dedo Weigert Film, azienda finora nota quasi esclusivamente per una serie di faretti molto apprezzati dai direttori della fotografia. Studiata espressamente per i camcorder digitali, la gamma comprende aggiuntivi da 0,5 a 0,65x con attacco a vite da 37 e 58 mm oppure a baionetta Sony. Un trattamento antiriflesso efficiente contribuisce a minimizzare la perdita luminosa e la distorsione è contenuta entro limiti più che accettabili. Nuovi illuminatori sono stati proposti anche da Lupo. Denominati rispettivamente Daylight 300 e 800, i due nuovi spot impiegano lampade a scarica a luce diurna che hanno una durata di ben 6.000 ore e un’emissione luminosa che si fonde perfettamente con quella della gamma di lampade fluorescenti proposte dalla stessa casa.

Disponibile il World Radio TV Handbook Il World Radio TV Handbook da 60 anni è la GUIDA per i professionisti del settore radiotv che vogliono o devono entrare in contatto con gli operatori radiofonici di tutto il mondo. E’ ora disponibile l’edizione 2004, distribuita e rappresentata in Italia da Media Age/ MonitoR, telefono 02862534, fax 0286450149, al prezzo di 32,60 Euro. Maggiori dettagli li potete trovare sul web all’indirizzo: http://www.monitor-radiotv.com/wrth.htm

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Entusiasmo "alle stelle" alla ShowBiz Videotecnica, società milanese specializzata nella commercializzazione di prodotti Panasonic DVCPRO, vende a Show Biz il nuovo camcorder AJSDX900. Girato interamente con il nuovo camcorder Panasonic DVCPRO 50 AJSDX900, il nuovo programma "NATI A MILANO" prodotto da Show Biz e in onda ogni mercoledì su RAI DUE in tarda serata, nasce da un'idea di RAI DUE e Romano Frassa. Si tratta di un programma di repertorio che ripercorre i momenti storici, le curiosità e i personaggi che hanno caratterizzato la Milano degli anni sessanta e settanta. Il programma è presentato da Giorgio Faletti, che pur non essendo nato a Milano, esordiva in televisione nel 1977 con il Gruppo Repellente in uno spettacolo di cabaret registrato nella sede RAI del capoluogo lombardo intitolato "La tappezzeria". Milano, infatti, è in quegli anni il centro di ricerca di giovani comici di talento e Faletti ne è u n eccelso rappresentante. "La vera difficoltà" - commenta Ranuccio Sodi, regista e produttore Show Biz di Nati a Milano - "è stato recuperare il materiale negli archivi RAI dei personaggi che trattiamo nelle puntate monografiche e riversare il tutto in formato digitale. Abbiamo girato le 20 puntate con il nuovo camcorder Panasonic AJ-SDX900 in passo uno - continua Ranucc io Sodi - e la telecamera si è dimostra-

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ta una ottima scelta per la grande sensibilità e dinamica soprattutto in assenza quasi totale di luci". Anche la società Videotecnica, che ha proposto a Show Biz l'AJ-SDX900, si ritiene soddisfatta perché i prodotti Panasonic DVCPRO risultano essere all'altezza delle nuove esigenze delle società di produzione televisiva. In effetti il nuovo camcorder AJSDX900 si caratterizza per l'immagine con un look che può essere impostato come televisivo o cinematografico. Il tempo di acquisizione del sensore, inoltre, può essere superiore a 1/50 di secondo e pertanto si può avere un aumento della sensibilità con assenza di rumore e si possono creare effetti di ripresa particolarmente apprezzati dai produttori più esigenti.

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Etere, automazione italiana nelle Filippine ABS-CBN Global Ltd, per la modernizzazione dei propri impianti di messa in onda, ha scelto ETERE Automation per la gestione del palinsesto ed il playout della nuova installazione. I nuovi studi sono stati organizzati da Media Convergence Inc., distributore filippino di Etere. Le principali innovazioni riguardano l'organizzazione dell'archivio del materiale video, la completa ridondanza, la gestione del palinsesto generale e di quello pubblicitario di ben 4 canali satellitari: TFC Europe, TFC North America, TFC Middle East e Pinoy Central TV. L'intero sistema di playout e di palinsesto dei 4 canali è controllato da ETERE Automation, il fiore all'occhiello di tutta l'installazione è che Etere ha fornito 14 solo software capace di girare su di un PC standard.

Per avere la massima flessibilità nella creazione e gestione del palinsesto, ci sono i 2 livelli di palinsesto di ETERE : • Presentation Editor: il vero editor multifunzione ad alto livello per la costruzione di palinsesti sofisticati • Instant Editor: che permette di effettuare cambi al palinsesto anche pochi secondi prima della messa in onda. Grazie all'architettura distribuita di ETERE il sistema è completamente configurabile, senza alcuna possibilità di errore, esso è Fault Tolerance/Fault Resilience. ETERE Automation è perfettamente

integrato con ETERE Traffic, il quale ha rivoluzionato il modo di programmare e gestire la pubblicità nelle emittenti televisive. La pubblicità è venduta non più a "punti ora" ma in base alla programmazione, quindi è possibile vendere la pubblicità indipendentemente dalle variazioni orarie subite dal palinsesto. ETERE pilota 1 videoserver BMC SeaChange, 2 VTR Sony Betacam utilizzati per il filing ,ossia la registrazione delle clip da nastro nel relativo videoserver. Tutti i dispositivi sono controllati tramite RS 422: una tecnologia d'avanguardia che permette la virtualizzazione dei vari dispositivi comandati tramite la sua interfaccia. La virtualizzazione dei dispositivi fa parte della core technology dell'architettura distribuita di ETERE, permette di avere importanti vantaggi, tra cui: la condivisione di tutti gli apparati e il controllo contemporaneo di più apparati da parte di più pc, ed una totale tolleranza ai guasti. Victor Saragoza di ABC-CBN dice "con la soluzione ETERE, le operazioni di messa in onda saranno automatizzate con una grande superiorità sotto l'aspetto dell'affidabilità e della qualità. Qualsiasi rapida aggiunta del 'DTH bundle' sarà accolta utilizzando operazioni semplicissime insite nella soluzione e senza dubbio la configurazione di ETERE è molto piu' efficiente che l'attuale configurazione manuale, non ci sono paragoni!" Media Convergence, Inc. è specializzata nel consegnare le soluzioni per la creazione, distribuzione e gestione del contenuto. I partners principali dell'azienda sono: SeaChange International, Etere Automation, Miranda, Ross e molti altri. ABS-CBN Global Ltd è una società sussidiaria di ABS-CBN Broadcasting Corporation, il maggiore network radiotelevisivo delle filippine. Nel giugno del 2002 ABS-CBN Global decide di aggredire anche il mercato estero e non solo quello filippino. Il centro operativo della messa in onda è situato all' ABS-CBN Broadcasting Corporation Technical Operations Center in Manila. Informazioni: http://www.etere.com

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Novità Miranda al NAB 2004 Parecchie novità di rilievo sugli scaffali dello stand Miranda a Las Vegas: si comincia da PresStation, un pannello master control switcher multicanale HD/SD ultracompatto e conveniente ma dotato di features di tutto rilievo. PreStation offre molte delle caratteristiche tipiche del collaudato Presmaster 2 e opera con processori Oxtel Series Imagestore, in grado di offrire superiori capacità grafiche di channel branding. Il nuovo pannello è in grado di controllare la messa in onda di clip, doppio DVE a 3D, generazione automatica di caratteri e quattro livelli di inserzione animation/clock. La dimostrazione del nuovo prodotto avverrà in modalità "Master Control Glass Cockpit": in questa configurazione, lo switcher è integrato con il processore multi-immagine Kaleido-K2 e con il sistema di monitoraggio audio e video 16 attraverso IP iControl che semplifica notevolmente il controllo di canali di trasmissione multipli. Debutto interessante anche per Imagestore HDTV, un generatore automatico di caratteri con software di pre-

parazione grafica e interfacciamento dei dati altamente scalabile che conferisce al sistema grandi possibilità: dall'inserimento del logo al master control switching al channel branding. Viene lanciato assieme a INM, un nuovo software per la gestione del media branding. La famiglia dei display processor multi-immagine Kaleido di Miranda si arricchisce inoltre con la nascita di Kaleido-Alto, un processor a 10 input dimensionato per la gestione di un numero ridotto di ingressi. Utilizza la stessa tecnologia presente nell'ammiraglia Kaleido-K2 e dispone di auto-sensing, accetta ingressi SDI/analogici e mostra orologi/timer, UMD, contatori e misurazione audio. Da parte sua, il Kaleido-K2 a 32 input per applicazioni mission-critical verrà dimostrato con le nuove uscite dual-head, un controllo avanzato di router e supporto SNMP. Ma non finisce qui: il produttore canadese arricchisce anche i moduli di interfacciamento e distribuzione della serie Densité. Il modello 2RU, per esempio, consente adesso il monitoraggio age-

vole e istantaneo di ogni ingresso a uno o più frame. Features incrementate anche per le sonde Densité Control per misurazioni audio/video digitale e analogico; nuove funzionalità sui visualizzatori di vettori e forme d'onda IP Scope; potenziamento per il software di gestione e controllo Web iControl, che adesso supporta anche GPI e SNMP. Espansione anche per le interfacce di acquisizione: Miranda ha sviluppato infatti i downconverter MDC-900/920 HD per telecamere HD Sony e Panasonic, assieme al serializzatore SER-900 HD che converte la componente parallela del segnale generato dalle HDCam Sony in HD-SDI. A Las Vegas, inoltre, troverà spazio anche DVI-Ramp: si tratta della prima porta video DVI-to-HD/SD che codifica istantaneamente le grafiche da computer come HD o SD in modo da consentirne il montaggio o l'immediata messa in onda attraverso un mixer. La Miranda è rappresentata in Italia da Videoprogetti, Roma-Milano http://www.videoprogetti.it

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La telecamera perde i fili Link Research ha aggiunto una caratteristica molto attesa alla sua Radiocamera LinkXP ; il reverse video utilizzando il COFDM. La versione con il reverse video è stata chiamata LinkXPR. La LinkXPR è la prima Radiocamera digitale con questa importante caratteristica. Il reverse video è usato per mostrare all' operatore l'immagine live ripresa da una seconda telecamera o vedere la posizione di risultati e grafiche di overlay nella trasmissione di programmi sportivi. Anche la Radiocamera Link Research con il reverse video si collega alle telecamere tramite l'interfaccia BVV5 standard Sony. C'è anche un nuovo trasmettitore a larga banda per il sistema LinkXP.

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Questo trasmettitore può funzionare nell'intera banda 2Ghz e darà all'utente più flessibilità, quando si lavora con una disponibilità di spettro limitata. Il nuovo trasmettitore permetterà ai sistemi di LinkXP di funzionare in campo internazionale più facilmente. L'antenna a larga banda per il nuovo trasmettitore è costruita su nuovo disegno per dare la possibilità di utilizzare il sistema in molte più posizioni della telecamera. Link Research mostrerà il nuovo sistema di radiocamera LinkXPR con il suo reverse video e la sua nuova antenna a larga banda al NAB 2004. La gamma LinkXP comprenderà anche un zaino studiato per rendere più facile il trasporto. Questo zaino può portare un amplifi-

catore di 1watt per aumentare la distanza di collegamento. Link Research mostrerà anche la LinkXPe, un piccolo sistema di radiocamera digitale economico che offre un uscita video MPEG 4:2:0 e un ingresso video e audio analogico. Questa radiocamera è progettata per le applicazioni che non richiedono la trasmissione in qualità broadcast, come telecamera di assistenza, e utilizzo su veicolo. Per maggiori informazioni: www.linkres.co.uk Per l’Italia: INTEL tel. +39 06-7005702 fax +39 06-7009564 email: intelsrl@tin.it

La linea Webdyncast per il multimediale Anche le presentazioni multimediali, ormai eventi di routine in qualsiasi azienda ma specialmente importanti per chi organizza conferenze o riunioni e per chi offre al cliente anche un suppporto di training, possono sfruttare vantaggiosamente il Web. Su questa innegabile premessa si sviluppa la filosofia di Webdyn, che ha recentemente proposto la linea di server Webdyncast dedicati alle applicazioni "room control". Di particolare interesse per le aziende risultano i modelli IOS3000 e IOS3100. Si tratta di piattaforme hardware estremamente compatte, compatibili con rack 1U, concepite per funzionare in modalità "always on", che consentono di controllare

qualsiasi apparecchiatura AV attraverso un normale browser. Il collegamento Web permette ovviamente di intervenire a distanza, ad esempio da punti della LAN aziendale, e di trasmettere qualsiasi informazione riguardante la situazione della sala conferenze a eventuali servizi remoti di monitoring. E' possibile inoltre predefinire situazioni ambientali, come ad esempio determinate intensità di luce combinate con suoni e immagini, e richiamarle ogni volta che si ritenga utile. Particolarmente attraente l'approccio Webdyne all'installazione sul server dei dispositivi controllabili dal sistema, che avviene attraverso una semplice interfaccia Web. Una volta por-

tata a termine l'installazione, il dispositivo rimane presente nel database centralizzato attorno al quale è costruita l'architettura software ed è automaticamente raggiungibile attraverso tutti i menù che lo riguardano. Il room control attraverso Web apre ovviamente la strada a tutte le possibilità legate alle tecnologie del mobile: l'interfaccia con il server Webdyncast può essere costituita infatti non solo da un normale PC, ma anche da laptop o PDA dialoganti con il sistema per mezzo di infrastrutture wireless come Bluetooth o IEEE 802.11. Per imformazioni: http://www.kcm.it

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Digital Intermediate di Quantel Prima edizione Guida a

Traduzione e adattamento di Roberto Landini

Prima parte La magia dei film... Per oltre un secolo, dalle prime immagini in movimento delle zoetrope, seguite dai film muti, i sottotitoli, l’arrivo del glorioso Technicolor, l’introduzione dello schermo panoramico e del sonoro Dolby, fino alla rivoluzione del cinema digitale la magia del cinema 20 continua a sopravvivere. Col crescere del pubblico che va al cinema e dei conseguenti introiti, in tutto il mondo, gli appassionati di cinema mai prima d’ora hanno potuto assistere a un immaginario cinematico irrivaleggiato per spettacolarità, qualità e sofisticazione. L’applicazione delle tecnologie digitali nella produzione filmica ne ha esteso le possibilità creative e il valore a livelli mai provati in passato. Oggi il filmmaker è in prima linea nella rivoluzione digitale filmografica. Sebbene i primi trattamenti digitali per il cinema risalgano agli ultimi anni 80, la potenza degli effetti digitali (VFX) e il pieno impatto sullo schermo sono da ascrivere a Stephen Spielberg nei primi anni 90 quando porta sullo schermo la vita reale e il terrore dei dinosauri in Jurassic Park’. Per tutti gli anni 90 le tecnologie degli effetti speciali sono cresciute in tandem con le ambizioni dei film maker risultando in un genere di cinema che oggi è diventato sinonimo nel mondo di film digitale. Dai compiti apparentemente impossibili di creare un realistico e spaventoso Titanic per James Cameron fino ai mondi fantastici creati per la nuova generazione della serie di

‘StarWars’, il digital film ha permesso la creazione di un immaginario mai possibile prima. E proprio quando il pubblico e i registi pensavano che fosse già stato fatto e visto tutto, le meraviglie erano appena iniziate con le straordinarie avventure di Harry Potter, ‘Il signore degli anelli’ e ‘Matrix’. Col continuo estendersi dei confini del digital film chi ne fa un impiego quotidiano si trova immerso in una crescente gamma di strumenti che estendono le possibilità della cinematografia.

PREFAZIONE DI DAVID JEFFERS, THE MOVING PICTURE COMPANY Estendendosi oltre il mondo degli effetti digitali (VFX), le tecnologie di solito raccolte dalla definizione digital intermediate hanno aperto possibilità creative che una volta erano appannaggio dell’industria televisiva. La correzione colore in tempo reale e nel dominio digitale è oggi una realtà e realizza per la prima volta in questo settore un’esperienza interattiva per il regista che può così avere una visione d’insieme del suo film. Questa tecnologia è stato abbracciata dall’intero settore cinema, così l’entusiasmo dei pionieri è stato subito diffuso anche ai registi con basso budget. Veloci nell’identificare un’opportunità che aumenta i loro valori produttivi in modo efficace ed economico, questi registi stanno in pratica segnando il passo alle future tendenze nel processo di produzione filmica. Guardando al futuro, la rivoluzione del film digitale proseguirà con nuove metodologie che continueranno a stra-

volgere le convenzioni precedenti. Proprio come oggi i nuovi software ottimizzano le procedure produttive, tutta l’industria del cinema dovrà presto venire a patti non solo con la fotografia digitale ma anche con un modo di operare che coinvolge la distribuzione in digitale, i metodi di fruizione e la validità in futuro di beni digitali in area digital film. Allo stesso modo dell’industria televisiva nell’arco degli ultimi 20 anni, quella cinematografica sta finalmente abbracciando il mondo digitale e entro pochi anni ci chiederemo perché mai il DI avesse creato così tanto scompiglio. Questa Guida di Quantel per il DI costituisce un eccellente punto di partenza per chi ne vuole sapere di più sia per affari, sia da un punto di vista creativo. Costituisce, inoltre, una raccolta di informazioni utili sul processo stesso del DI, basate su esperienze dal mondo reale. La raccomando a chiunque sia o presto sarà’ coinvolto da questo mondo in rapida crescita del DI.

David Jeffers Managing Director, The Moving Picture Company Ltd Agosto 2003 CAPITOLI 1 Un’introduzione al DI 2 Il processo DI 3 La Qualità nel DI 4 Acquisizione e “Trasmissione” 5 Creare un centro di produzione DI 6 iQ e il DI

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APPENDICI 1 La Calibrazione da scena a Scena 2 Il Set-up di Monitor e Proiettori 3 Film Scanning 4 Le Riprese in HD 5 Film Recording 6 Laboratorio e luci della printer 7 Log e Lin Scaling 8 Headroom – Log e Lin Recording 9 Workflow e operatività DI per negativo con e senza tagli 10 Offline, Online, Timecode e Film

Glossario dei termini DI

CONTENUTI Introduzione Questa guida è basata sulle necessità del mondo reale e le esperienze in area Digital Intermediate nell’industria del film digitale. Descrive cos’è il DI, che cosa implica e cosa offre; inoltre vuole essere spunto per un dibattito per discutere e prendere in esame le varie scelte disponibili. Qui si descrive un approccio realistico al business e la tecnologia sta alle spalle dell’ambiente DI commercialmente praticabile, basato sulla piattaforma iQ di Quantel (dal Capitolo 6 in avanti). É progettata per essere d’uso pratico

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per tutti coloro i quali sono coinvolti in quest’industria. Come tale non promulga assoluti tecnici ma descrive soluzioni e procedure di lavoro che sono state abbondantemente sperimentate e hanno dato i loro frutti nel mondo reale della produzione digitale di film. Steve Shaw, in qualità di consulente Quantel, ha creato la gran parte del materiale qui raccolto che non può che essere un’istantanea in una materia che si evolve rapidamente. Steve compila metodicamente un aggiornamento tecnico in area DI sul suo sito presso www.digitalpraxis.net.

Ringraziamenti I ringraziamenti vanno ai molti che hanno voluto contribuire a questa guida, e in special modo ai nostri clienti in area DI che stanno facendo moltissimo per spiegare ai filmmaker tutti i vantaggi del DI. Particolari ringraziamenti vanno a: Steve Shaw, Bob Pank, Moving, Picture Company, Lucas Digital, Cinecittà Digital, The Film Unit, Fotokem, Company 3, VCM, Retina, Eyes Post, The Studio Upstairs, Digital Pictures

Il DI (Digital Intermediate) e il Film Digitale Nel mondo del cinema, il termine “Intermediate” descrive un processo composto da tre macro-parti: l’operati-

vità che prevede il lavoro da effettuare sulle scene già filmate, scena su scena, una parte che riguarda la cattura delle scene (le riprese) e una che prevede la distribuzione, la proiezione e/o la “trasmissione” del film. La parte di lavorazione che abbiamo definito “Intermedia” riceve il materiale girato e produce il film finito in senso compiuto.

Capitolo 1: Un’introdzione al DI Tradizionalmente, questa parte intermedia delle lavorazioni filmografiche è sempre stata eseguita da un laboratorio di sviluppo e stampa, che tagliava e giuntava il negativo, aggiungeva effetti ottici e stampava -alla fine- per produrre le copie da distribuire nelle sale. Recenti miglioramenti nella tecnologia digitale oggi consentono di gestire tutte queste lavorazioni intermedie secondo procedure digitali – creando un “digital lab” che realizza tutti i processi di “digital intermediate” (DI). Il DI è un business in crescita e questo processo è già stato impiegato da oltre 21 300 film con budget di tutte le dimensioni. Ecco qualche esempio che è bene fare (aggiornato ai primi 2004): Film

Regista

Amelie

Jean-Pierre Jeunet

Bad Boys 2

Michael Bay

Bloody Sunday

Paul Greengrass segue Ó


continua Ó

Film

Regista

Bulletproof Monk

Paul Hunter

Fear Dot Com

William Malone

Hart’s War

Gregory Hoblit

Jim Brown:All American

Spike Lee

Lord of The Rings

Peter Jackson

O Brother, Where Art Thou? Joel Coen

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Panic Room

David Fincher

Pinocchio

Roberto Benigni

Pleasantville

Gary Ross

The Pianist

Roman Polanski

The Magdalene Sisters

PeterMullan

Traffic

Steven Soderbergh

Dogville

Lars Von Trier

Ghosts of the Abyss

James Cameron

StarWars Episode II

George Lucas

Saraband Ingmar

Bergman

Vidocq

Pitof

Lavorazioni Intermedie: Distribuzione & Presentazione. Cattura/Acquisizione Immagini Questa transizione verso il DI come alternativa al laboratorio chimico (e molto di più), è ormai ben consolidata. E non solo perché tutto l’approccio risulta più “pulito”, veloce e flessibile rispetto alle procedure tradizionali, ma anche perché si adatta in modo decisamente più confacente al moderno mondo dei media. Raramente, infatti i film vengono visti solo nella sala cinematografica tradizionale; alcune sale si sono già trasformate per la proiezione digitale e molte persone impiegano nella propria casa lettori DVD o ricevono trasmissioni digitali, di alta qualità, di tipo satellitare e terrestre. Il DI permette di creare un master digitale montato e bilanciato nel colore da cui è facile trarre copie ad alta qualità per il cinema ma anche versioni alla qualità adatta a tutti gli altri media. In tal senso, un processo di DI ben

programmato permette di creare differenti versioni dello stesso prodotto a fianco di trailer, promo per il cinema e tutti gli altri media, quindi gestendo il budget in modo molto efficace.

Le Applicazioni del DI • Mastering di film a soggetto • Restauro di film a soggetto • Versioni internazionali comprensive di sottotitoli Differenti realizzazioni per diversi formati che comprendono: • il D-Cinema, la TV, i DVD e l’HDTV • La post produzione di Trailer • Comunicati pubblicitari di alta qualità per le sale cinema (alcuni impiegano il processo DI per creare pubblicità in SDTV)

I Benefici del DI Il DI rimpiazza completamente le lavorazioni opto-chimiche del laboratorio fotografico. Permette il taglio del negativo digitale secondo le decisioni di montaggio riportate dall’offline. Inoltre, permette di controllare tutte le transizioni da scena a scena, che una volta venivano ottenute da lavorazioni ottiche, come tendine e dissolvenze; in più permette di processare tutta la colorimetria del film per produrre l’equivalente di un interpositivo (IP). Queste operazioni di base sono al cuore del laboratorio DI e sono proprio i miglioramenti che il DI permette in tutte le fasi del lavoro di chiunque sia coinvolto nei processi descritti che ne hanno decretato il successo.

Il DI per il Regista • Permette di visionare l’intero progetto fin dagli inizi • Completa flessibilità nei cambiamenti anche dopo il completamento dell’offline • Revisione istantanea dei cambiamenti su schermi giganti • Strumenti di gestione del colore enormemente migliorati, senza sottostare alle procedure ottiche (VFX) • Versioni multiple simultanee, compresa la “Director’s Cut”, con scene inedite.

Il DI per il Produttore • Riduce il tempo necessario al post produzione • Riduce i costi associati alle modifiche all’ultimo minuto • Permette di produrre versioni multiple velocemente per test diretti sul pubblico • Produce velocemente tutti i differenti formati necessari ai vari media

Il DI per il Direttore della Fotografia • Completo controllo sul look e sul “tocco personale” per tutta la post produzione • Correzione colore sofisticata su ogni inquadratura • Completo controllo colore su tutti i diversi formati e le varie versioni necessarie • Qualità molto alta e costante, malgrado il numero di trattamenti (una volta) ottici

Il DI per il centro di Post Produzione • Un nuovo servizio per i clienti che crea nuove forme di guadagno • Grande livello di creatività e molteplici versioni affiancate • Crescita nel business • L’infrastruttura e l’esperienza coinvolte limitano la competizione

Il DI per il Laboratorio Fotografico • Livellamento delle relazioni esistenti e dell’esperienza • Sviluppo dell’attuale business mediante aggiunte di nuovi servizi • Protezione della redditività nel digitalizzare i servizi attuali, e.g., i giornalieri in HD • Ingresso anticipato in un business sicuramente in crescita nel futuro Tutti i benefici sopra si manifestano indipendentemente da come venga registrata l’immagine all’inizio della catena e indipendentemente dai formati di distribuzione finali. Il DI non è un processo limitato all’acquisizione digitale o finalizzato alla distribuzione di Cinema Elettronico. I

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vari processi di ripresa, intermedio e di distribuzione, sono totalmente indipendenti e possono essere portati avanti separatamente per tempi e tecnologie. Questo è importante perché permette di scegliere il Digital Intermediate per i suoi benefici e non perché vi sono altre tecnologie digitali coinvolte nella catena produttiva. Il DI è comunque insostituibile indipendentemente da “come” vengano girate le immagini e dal formato di distribuzione.

La strada che porta al DI Il DI non nasce improvvisamente dal nulla, ma deriva dal continuo e deciso incremento nell’uso di tecnologie digitali applicate al film negli ultimi anni che ci ha portati al DI e in tutto quel tempo, coloro che vi si sono dedicati hanno sperimentato molte cose. Oggi la tecnologia digitale è a nostra disposizione ovunque, per esempio, possiamo utilizzare un camcorder DV e siamo felici di impiegare un lettore

DVD. In entrambi questi esempi sono coinvolte tecnologie digitali molto complesse che sono state progettate per garantire controllo e affidabilità, con funzioni facili da apprendere e da riutilizzare. Anche la strada verso il DI ha visto un processo simile e oggi, allo stesso modo, offre affidabilità e facilità operativa. La tecnologia Digitale divenne evidente agli occhi di molti film-marker negli ultimi anni 80 con l’arrivo dell’offline. Una decade fa, gli effetti visivi nel film (VFX) cominciavano ad essere creati in digitale. Questo processo “pellicola-elettronica-pellicola” virtualmente non degenerativo della qualità, la potenza di produrre buoni risultati in poco tempo e i miglioramenti della tecnologia di storage in digitale -ora in grado di accettare film in digitale a piena risoluzione- hanno aperto la strada. Gli effetti speciali digitali hanno permesso di coinvolgere solo pochi secondi di azione reale per poi creare tutto i resto artificiosamente e oggi

vengono utilizzati in quantità sempre crescente e in ogni film. Tecniche “facili”, come l’incremento della folla, l’allestimento fittizio del set, esplosioni digitali e l’aggiustamento di scene imprecise, sono oggi all’ordine del giorno. Ogni volta che in un film sono impiegati effetti digitali, ha ancora più senso rimanere in ambito digitale per tutto il processo di post. Il Continuo sviluppo di tecnologie fondamentali come lo storage su disco e la potenza del processing hanno permesso di gestire in modo economico film completi, dall’inizio alla fine. Altre tecnologie, come la scansione digitale di un film – “creare una rappresentazione digitale del film” – e la registrazione digitale del film (la ristampa su pellicola) si sono sviluppate in parallelo, al punto che oggi il DI è una procedura plausibile, efficace dal punto di vista dei costi e un validissimo aiuto al laboratorio di sviluppo e stampa tradizionale. Un momento decisivo nel percorso che ha portato al DI è stata la definizione delle precise necessità di tutti i

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professionisti coinvolti per poi adeguarsi a tali esigenze in modo chiaro, in un processo che fosse facile da riutilizzare e immediatamente comprensibile; questo è stato fatto affinchè tutti i professionisti coinvolti potessero trasportare la propria professionalità di sempre- anche in questo nuovo universo tecnologico.

Il Business del DI La stampa specializzata ha descritto il DI come una vera rivoluzione tecnologica, tuttavia, questa procedura non a-

vrebbe preso realmente piede se non costituisse un completo e pratico modello di business. Dal punto di vista teorico il DI era possibile da circa un decennio e questo lasso di tempo è servito alla sperimentazione. Oggi il DI e tutti suoi benefici sono perfettamente disponibili a costi molto vicini a quelli del laboratorio tradizionale. Il risultato è che ci sono molte installazioni DI nel mondo che realizzano un buon servizio per i propri clienti e riescono a creare un buon business. I giorni del pionierismo sono finiti – il

DI è oggi un business provato, consolidato.

Su questa Guida Il resto di questa guida si avvicina ai dettagli del DI, le scelte importanti da fare e conclude con un’occhiata di come iQ di Quantel si inserisce nel processo DI. L’appendice contiene consigli pratici compilati grazie all’esperienza diretta di molti progetti portati avanti negli USA, Europa e Asia. Fine della prima

Guida a Digital Intermediate di Quantel Prima edizione Traduzione e adattamento di Roberto Landini

Seconda parte 24

Capitolo 2: Il Processo DI Il «laboratorio digitale» permette di raggiungere grandi risultati, proprio come il laboratorio di sviluppo e stampa per la pellicola. Partendo proprio dal laboratorio ottico, questo Capitolo sottolinea i requisiti fondamentali del processo Digital Intermediate. Capitolo 3: La Qualità nel DI Riflettere sulla qualità è importantissimo quando abbiamo a che fare con le dimensioni dell’immagine cinematografica. Questo Capitolo si concentra sulle differenti scelte qualitative disponibili e spiega perché il 2K è il formato DI più comune.

CAPITOLO 2: IL PROCESSO DI Il processo della pellicola in laboratorio Il DI costituisce un completo laboratorio digitale, quindi deve creare un prodotto intermedio montato, pronto per i laboratori di produzione. La Figura 2.1 mostra il processo di lavoro semplificato di un laboratorio in pellicola. Un laboratorio per lavorazioni in pellicola riceve il negativo originale ripreso

dalla macchina da presa (OCN) e, dopo la copia, l’editing, il grading (la correzione colore) e l’aggiunta degli effetti visivi ottici, etc., produce un certo numero di internegativi da cui verranno realizzate le copie positive per la visione nelle sale. Un punto interessante è che il processo di copia introduce perdite qualitative, al punto che una parte dei dettagli dell’OCN và persa. Questo punto viene coperto con maggiore precisione più avanti, nel prossimo capitolo.

Capitolo 4: L’Acquisizione e la Trasmissione Malgrado il DI sia un processo indipendente da quello delle riprese e dalla distribuzione delle immagini, deve interfacciarsi con entrambi. Questo Capitolo investiga gli sviluppi in area “riprese e trasmissione” e li considera secondo il loro impatto sulle procedure DI. Capitolo 5: Creare una Struttura DI Ci sono molti modi per fare ciò. Questo Capitolo sottolinea alcune delle scelte fondamentali per le infrastrutture e la relativa architettura. Capitolo 6: iQ nel DI iQ di Quantel è rapidamente diventato lo standard dell’industria DI; in questo Capitolo spieghiamo perchè. F

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Il Processo nel Laboratorio Digitale Il punto centrale nel Digital Intermediate è che consente di editare, bilanciare il colore e aggiungere tutti gli effetti spe-

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ciali (VFX) nel dominio digitale. Questo consente di passare in scansione il negativo una sola volta e, successivamente, nessun altra manipolazione del negativo è necessaria. La Figura 2.2 mostra un tipico processo di lavoro in DI.

I Punti Essenziali del DI Ci sono diversi parametri basilari che un processo DI deve rispettare per produrre un internegativo completo e corretto. Il DI deve essere in grado di: gestire un film intero, completo di «handles», o «code» (l’aggiunta di circa 20 frame extra all’inizio e alla fine di ciascuna scena che consente futuri aggiustamenti nell’edit)e le varianti, a piena risoluzione in qualità cinema. Produrre l’Auto-conform con una lista di decisioni (EDL) dal montaggio offline. Visualizzare tutto il film in tempo reale, inserendo inquadrature al volo, animatics e materiale non ancora definitivo per avere un’intera previsualizzazione. Mostrare le immagini con la colorimetria corretta della pellicola, il gamma, il contrasto, etc. Rispondere immediatamente nel caso di cambiamenti dovuti a revisioni e approvazioni. Eseguire le funzioni basilari necessarie al DI, incluso editing, effetti ottici, correzione colore, VFX, titolazioni, etc. Lavorare con parametri tecnici approvati per l’immagine, identici al laboratorio

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fotografico, per presentare una risultato finale accettabile in qualità ‘film’ per il grande schermo. Parecchi di questi punti necessitano ulteriori considerazioni.

La Qualità del Film Oggi il lavoro in DI viene quasi sempre eseguito in 2K, i.e. una dimensione d’immagine di 2048 x 1556/1536, con campionatura a 10 bit di tutti i componenti singoli RGB. Una trattazione completa del perché si scelga spesso il 2K si trova nel Capitolo 3, anche se -in generale- si è concordi nell’affermare che questo formato realizza una buona qualità d’immagine e consente sufficiente margine per la correzione colore.

Le Liste dell’Offline Il DI deve poter accettare una EDL standard da offline o un file AAF ed eseguire l’autoconform del materiale online di conseguenza, senza badare alla provenienza del materiale stesso, (film scanner, telecamere digitali, telecinema, etc) realizzando un montato preciso aò fotogramma in sync perfetto con l’audio. I 26 Conform possono essere controllati mediante timecode o il keycode ed entrambi lavorano correttamente. Non è insolito che vengano introdotte delle piccole imprecisioni in svariati punti nel montato del film in offline è, quindi, diventa indispensabile verificare attentamente il master ottenuto con la copia offline. All’inizio del processo DI il conform può includere delle inquadrature non definitive, provvisorie, pre-visualizzazioni e anche degli animatic fino a che le inquadrature finali sono ultimate. Poter includere ugualmente queste inquadrature, anche se non sono definitive, permette di controllare al meglio tutto il progetto in tutte le fasi. Ciò consente di effettuare lavorazioni in parallelo (per completare le inquadrature provvisorie) e quindi ridurre i tempi necessari della post produzione.

Lo Storage e il Flusso del Lavoro I sistemi DI devono poter gestire un progetto intero, comprese le inquadrature su cui stiamo lavorando, quelle temporanee, quelle scartate, le diverse versioni, etc, a fianco della versione a bassa risoluzione dell’offline (Avid o Apple Final Cut) utili come riferimento. Alcune specifiche

inquadrature verranno trasferite ad apparecchiature dedicate e sistemi VFX per lavorazioni complesse che richiedono molto tempo e che sarebbe improduttivo realizzare nell?area DI. Ma ciò è parte di un flusso di lavoro ed è una prassi adottata come scelta voluta e non certo imposta da restrizioni del sistema in uso. In qualsiasi momento del lavoro, il cliente (il Direttore della Fotografia, il Produttore, il Regista, etc.) può rivedere tutto il progetto a piena risoluzione e nella versione più recente, in modo interattivo e, su richiesta, con le varie code associate e le versioni alternative disponibili. Per far fronte a queste esigenze, il sistema DI necessita diversi Terabyte (1TB = 1000GB) per registrare dati in 2K che necessitano di oltre 1TB per ora. Con i moderni hard disk ciò non ci preoccupa più molto, tuttavia, l’accesso e la gestione delle memoria rimana in molti casi un problema - comunque - da considerare.

La Visualizzazione Tutte le immagini devono essere visualizzate sotto stretto controllo, con la corretta temperatura colore, colorimetria, contrasto e gamma. Lo scopo finale è essere certi che l’immagine che vediamo e su cui lavoriamo nel DI sarà perfettamente uguale a quella definitiva che andremo a distribuire sulle copie in pellicola, in DCinema o su DVD. Per questa finalità sono disponibili sofisticate tavole di riferimento (Look Up Tables) in modo che le immagini DI rispecchino alla perfezione le caratteristiche richieste dalle copie stampate su pellicola; tali tabelle devono essere applicate in tempo reale affinché il DI sia un’esperienza davvero interattiva e di totale successo. Sempre più spesso i proiettori digitali sono utilizzati in ambienti DI per il controllo delle immagini, per due ragioni: prima di tutto, riescono a restituire la sensazione del grande schermo che contribuisce a mantenere alta l’enfasi e la spettacolarità nel processo creativo e rispecchia la dimensione di proiezione definitiva. Secondo, i proiettori digitali lavorano con una gamma colore che è molto più vicina a una copia su pellicola di quanto lo sia qualsiasi monitor CRT. Ciò è possibile in quanto condividono lo stessa ampiezza di spettro della luce bian-

ca che è anche la fonte di luce per il film nel proiettore cinematografico e controllano il colore con filtri ottici come avviene per le tinte nella stampa ottica. La loro naturale vicinanza alla pellicola rende molto più semplice il lavoro di controllo per realizzare la copia finale su pellicola.

In Ingresso Dobbiamo accettare materiale in input da qualsiasi film scanner, telecinema, o altra sorgente, (come un nastro in HD) e tutto ciò in genere coinvolge quantità di dati molto elevate. Questo processo di acquisizione richiede del tempo, ma deve avvenire senza interrompere le altre lavorazioni del laboratorio DI. Inoltre è molto importante per la qualità riuscire a memorizzare e gestire il materiale nel suo formato nativo, per evitare conversioni che -spesso- comportano perdite qualitative.

La Calibrazione Dato che la suite DI è un ambiente ‘WYSIWYG’ (What you see is what you get, quello che vedi è quello che ottieni), una parte importante del processo riguarda la calibrazione. La calibrazione comprende l’intera catena DI dall’ingresso dei dati fino all’uscita e assicura che la finalizzazione, non importa quale siano i media finali, sia equivalente all’immagine che abbiamo visto nella suite DI. Se trattiamo ciascuna sezione della catena DI in modo indipendente (ma standardizzato) per quello che concerne la calibrazione, potremo eseguire le varie fasi in differenti luoghi, lo scanning, il processing, il film recording e potremo metterci al riparo da errori che sono sempre in agguato. Per rendere realmente percorribile questo processo di “calibrazione indipendente” è necessario riferirsi a un formato di interfaccia comune, uno standard molto rigido. Nel mondo DI lo standard è specificato dalla Kodak e si chiama Cineon file format, ratificato dalla SMPTE e dopo modificato come DPX. In realtà, la porzione più difficile di tutto questo processo di controllo è la parte demandata al laboratorio chimico, alla fine della catena di DI. Differenti organizzazioni affrontano questi processi in modo molto differente, che vanno dalla ricalibrazione solo quando ci

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sono differenze nel materiale girato o quando il laboratorio cambia la composizione del bagno, un aspetto che talora si verifica diverse volte al giorno. In tutti i casi, il processo di calibrazione implica l’invio in uscita di un certo numero di immagini che vengono stampate come test, si misurano i risultati e si apportano le appropriate correzioni. Per maggiori dettagli sulla calibrazione vedere l’Appendice 1.

CAPITOLO 3: LA QUALITÀ NEL DI La qualità tecnica in uscita da un laboratorio DI deve essere uguale o migliore rispetto quella del laboratorio chimico. Ciò solleva la questione “qual è la qualità di un film e come può essere espressa in digitale?” La questione è ancora aperta: molti pensano, tuttavia, che l’elettronica consentirà alla qualità digitale di raggiungere e superare il processo chimico, anche se ci vorrà del tempo. I parametri basilari coinvolti nella qualità digitale sono la risoluzione spaziale, la gamma dinamica che si scompone in profondità di bit, la campionatura lineare o logarit28 mica, lo spazio colore e la compressione. Un altro aspetto essenziale della qualità DI è la conversione da film a digitale, dove le due principali macchine coinvolte, il telecinema e il film scanner, hanno differenti caratteristiche. Sebbene tali argomentazioni siano al centro di continui dibattiti, sempre più film sono oggi prodotti utilizzando il processo DI e questo è la prova che il DI può raggiungere grandi risultati qualitativi.

Perchè il 2K? La risoluzione dell’immagine originale del negativo da 35mm (OCN) è di almeno 3.000 pixel orizzontali (e qualcuno dice 4000), quindi, perché la maggior parte del lavoro DI è eseguito in 2K? Dal punto di vista del business è evidente che la dimensione d’immagine equivale a un costo in denaro. A 2K, l’immagine richiede circa 12MByte di dati per frame a 10-bit logaritmici in RGB. A 4K l’immagine richiede circa 48MByte di dati, quadruplicando lo storage e la richiesta di ampiezza di banda. Film di successo sono stati realizzati su formati digitali a risoluzioni inferiori al 2K. I prequel di StarWars sono stati in gran parte girati in HD a 1920x1080 da George Lucas. James Cameron ha girato su IMAX lo straordinario ‘Ghosts of the Abyss’ in HD e ha persino inserito alcune sequenze in DV! Questi esempi dimostrano quello che è possibile fare oggi. In molti casi la qualità finale dipende molto dalla tecnica di ripresa, piuttosto che dalla semplice tecnologia scelta. Quindi il dibattito si dipana sul concetto di quale sia la risoluzione giusta per il DI. Per una perfetta digitalizzazione dell’OCN può essere necessario impiegare fino al 4K e, quindi, questo formato può essere particolarmente interessante nell’archiviazione a lungo termine; tuttavia molti pensano che il 4K non sia necessario nel DI, per questioni di costi. Le procedure di DI sono differenti da quelle del laboratorio tradizionale: ogni copia realizzata è un clone perfetto e non ci sono

perdite qualitative. Il DI ci permette di arrivare ai risultati finali da un solo passaggio del negativo originale OCN, lasciandolo in condizioni perfette e, quindi, conservabile per le future generazioni, se necessario.

L’approccio commerciale Il 2K rappresenta un buon compromesso tra la tecnologia di oggi e il panorama del business dominante, riuscendo ad offrire una qualità - in proporzione migliore, rispetto alle lavorazioni tradizionali tipiche solo della pellicola e ai costi tali per cui ogni filmmaker può avvantaggiarsene. Il 2K non è, comunque, una soluzione obbligatoria o universale; i centri di produzione in DI devono essere abbastanza flessibili da poter lavorare in molti e differenti formati, inclusa l’HD e anche l’SD video. Come Jeffrey Katzenberg ha sottolineato una volta, «si chiama show business e non show art» e ben raramente nelle lavorazioni DI si creano problemi o si rifiuta un lavoro solo per un disputa sul formato. Anche i Filmmaker traggono benefici da questa grande quantità di tecnologie oggi disponibili, che rendono possibili riprese su set ed effetti speciali fino a ieri non praticabili coi metodi tradizionali. (Vedi il Capitolo 4 per i differenti metodi di acquisizione.) Questo Capitolo prosegue con una più dettagliata descrizione dei parametri che tendono a definire la qualità del digitale. Fine seconda parte


MediaCluster: un server incorruttibile L’originale architettura dei video server SeaChange consente di realizzare sistemi con un elevato grado di immunità ai guasti senza dover necessariamente duplicare tutti i componenti

Di Paolo Birra, SeaChange International

Oggigiorno, praticamente tutti i costruttori di hardware propongono soluzioni basate su array di dischi destinate alla messa in onda digitale e alla contribuzione video. Tuttavia, questi prodotti differiscono dal SeaChange Broadcast MediaCluster per il fatto che sono relativamente costosi, la scalabilità delle configurazioni disponibili è limitata nell’offerta e oltretutto richiedono competenze tecniche estremamente elevate per essere usati e gestiti. Inoltre, molti di questi prodotti richiedono che l’utente finale debba integrare altri componenti di differenti fabbricanti per ottenere una soluzione completa. Questo tipo di approccio, oltre a essere tecnicamente complesso e a richiedere lunghi tempi di implementazione, offre spesso risultati modesti in confronto all’investimento iniziale. Il SeaChange Broadcast Media Cluster, a differenza degli esempi sopra citati, permette al video server di diventare una soluzione tecnologi-

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ca flessibile e completamente adattabile alle necessità del cliente. La scalabilità del prodotto deve essere intesa, infatti, sia come possibilità di incremento del numero degli ingressi/uscite, sia riferita anche alla capacità di memorizzazione dei dati sul video server, volgarmente in numero di ore disponibili per il materiale video. Tutto questo è ottenuto senza dover in nessun modo duplicare i file per ogni video server, mantenendo in ogni caso sistemi completamente ridondanti, che producono video digitale MPEG-2 di altissima qualità destinato alla messa in onda digitale, agli archivi digitali, ai sistemi di editing e così via. Il miglior rapporto prezzo/prestazioni Il MediaCluster è il prodotto più innovativo nell’attuale panorama del mercato dei video server ed è composto da un minimo di tre server, detti nodi, collegati l’uno all’altro. Il MediaCluster reinventa il tradizionale concetto di computer storage in una maniera che rende possibile gestire il video digitale di alta qualità usando tradizionali reti di computer. Il MediaCluster è una tecnologia brevettata, sviluppata da SeaChange, che utilizza hardware e software commerciali per offrire soluzioni integrate di audio/video delivery al miglior rapporto prezzo/prestazioni del mercato. Gli operatori del settore televisi-

vo, dai grandi broadcaster alle piccole televisioni, possono utilizzare la tecnologia del SeaChange Broadcast MediaCluster per l’archiviazione e la messa in onda di materiale audio video in una grande vastità di applicazioni commerciali. 29 Caratteristiche tecniche di base: • Continua e ininterrotta scrittura e lettura di audio e video • Uso di componenti software e hardware standard • Elevata disponibilità e affidabilità del sistema con accesso multiplo ai contenuti, visibili come oggetti comuni • Riduzione dei costi dello storage con l’eliminazione della necessità di copie multiple dei file • Scalabilità del cluster con distribuzione del carico di rete e di disco attraverso tutti i nodi dello stesso • Continuità operativa del cluster con l’accesso a tutti i data object, anche quando uno dei nodi è spento • Riconoscimento automatico dei problemi hardware e loro mascheramento grazie alle caratteristiche di tolleranza ai guasti in real time (250 millisecondi) • Recupero automatico di file perduti o danneggiati, mentre il cluster continua a operare a pieno regime • Possibilità di aggiungere nodi al cluster per aumentare la capacità


di archiviazione dati e/o aggiungere nuovi ingressi e uscite senza interrompere il funzionamento

Visione d’insieme del sistema Il MediaCluster combina un sottosistema tipicamente costituito da tre a sette video server (fino a un massimo di nove video server) in una configurazione di rete a schema stellare, totalmente interconnessa, per offrire servizi di distribuzione di video/audio digitale MPEG-2 ad alta risoluzione e bit rate costante, come se fosse un singolo sistema. L’architettura del MediaCluster fa sì che l’accesso ai dati video avvenga come in una struttura di rete ClientServer di tipo tradizionale. Il materiale video/audio è registrato suddividendo i relativi dati digitali su tutti i nodi del cluster, riservandone uno per il controllo di parità. In caso di guasto a uno dei nodi, gli altri nodi dispongono comunque di tutte le informazioni necessarie per la ricostruzione dei dati. Questa tecnologia 30 è simile alle configurazioni Raid 5, peraltro utilizzata per il collegamento degli hard disk presenti in ogni singolo nodo del MediaCluster. Ogni nodo attivo del MediaCluster può leggere, scrivere e cancellare i dati dal proprio file system locale, senza interferire con gli altri nodi, e può quindi procedere alla ricostruzione dei dati eventualmente persi, senza interferire con il funzionamento del MediaCluster. La doppia ridondanza rende superflua la duplicazione di tutti i dati registrati, come è invece richiesto da altri sistemi. Per esempio un Broadcast MediaCluster composto da 7 nodi e configurato con 7 encoder 4:2:2 e 21 decoder 4:2:2, può registrare 7 stream MPEG-2 contemporanei a 50 Mb/s mentre legge simultaneamente 21 stream MPEG-2 dal proprio array condiviso di 16,1 Terabyte (16.100 GB), corrispondenti a oltre 750 ore di video a 50 Mb/s. Nel funzionamento in modalità “degraded” con un nodo spento per un problema tecnico o per manutenzione, il MediaCluster è ancora in grado di registrare 6 stream MPEG-2 contemporanei sui dischi

rimasti disponibili, mentre legge simultaneamente 18 stream MPEG-2 dal proprio array condiviso, sempre di 16,1 Terabyte, quindi oltre 750 ore anche in modalità “degraded”. Utilizzando un bit-rate più basso, la capacità di registrazione aumenta di conseguenza (1.250 ore a 30 Mb/s, oppure 1.880 ore a 20 Mb/s, o ancora 3.144 ore @ 12 Mb/s); contestualmente, anche il numero di canali di ingresso e uscita installabili sul sistema si incrementa, per esempio, 14 ingressi e 28 uscite utilizzabili fino a 30 Mb/s per un MediaCluster a 7 nodi).

Le caratteristiche del MediaCluster Un MediaCluster è un network di computer direttamente interconnessi (ogni server viene chiamato “nodo”), che agiscono come un singolo computer, ma a differenza di un singolo grande server, il guasto di uno dei nodi del MediaCluster non pregiudica la capacità di accesso ai file. Programmi specializzati, che usano tecnologie multi-thread e specifiche API (Application Program Interfaces), scrivono e leggono i media file dallo storage, costituito dai sottosistemi RAID. La quantità dei dati che può essere trasferita simultaneamente da e verso il sistema è chiamata service bandwidth. Lo storage e la service bandwidth di un MediaCluster possono essere incrementate quando il sistema è in fase completamente operativa e funzionale, il che vuol dire, mentre “registra” e “riproduce” i media stream. Lo storage del sistema può essere ampliato aggiungendo dischi allo chassis di ciascun nodo, aggiungendo chassis di espansione ai nodi oppure aggiungendo altri nodi a un cluster esistente. La service bandwidth può essere aumentata aggiungendo nodi al cluster. Per ogni nodo aggiunto, tutto il contenuto del sistema viene ridistribuito sul nuovo componente. Tutti i nodi di un MediaCluster vedono lo stesso media e possono accedere a qualunque porzione dello stesso, indipendentemente dal numero di altri accessi concorrenti alla stessa porzio-

ne dello stesso media. Il guasto a un nodo non interrompe i servizi di I/O degli altri nodi del cluster, per cui un sistema completamente ridondante può essere gestito sotto la direzione di un software di automazione che commuti automaticamente gli ingressi e le uscite in caso di guasto. Il sistema operativo e l’hardware di un MediaCluster possono inoltre essere aggiornati mentre il sistema è operazionale e funzionante. La lista dei media file presenti nel MediaCluster può essere gestita dal nodo locale o dai nodi remoti, tramite le API, anche mentre il sistema è in fase di lettura e scrittura di media a bit rate costante. Il numero dei nodi in un MediaCluster è variabile e scalabile. Le configurazioni correntemente supportate vanno fino a 7 nodi, e ogni identico nodo nel cluster può essere configurato con: • Fino a otto codec MPEG-2, in formato 4:2:2 o 4:2:0 e operanti fino a 50Mb/s • Fino a due schede di rete Gigabit per nodo per la connessione ad altri sistemi, come archivi o altri cluster • Fino a 16 Terabyte di storage disponibile on-line (1.572 ore a 24 Mb/s) • Interfaccia RS422 o Lan per sistemi di automazione • Caratteristiche addizionali supportate dal sistema operativo Windows NT

Resistenza agli errori Il cuore segreto del MediaCluster è rappresentato dalla sua unica funzionalità di fault resilience, la sua capacità di recupero da guasti accidentali. Come spiegato in precedenza, i dati sono distribuiti su tutti i nodi del cluster; inoltre, il sistema genera automaticamente tutti i blocchi di parità per ogni dato trattato. Se per qualsiasi ragione si perde un blocco di dati, i blocchi di parità permettono di rigenerare il dato mancante, calcolando la somma parziale di tutti gli altri dati reali dello stesso blocco e sottraendo la somma parziale alla somma totale (rappresentata dalla parità). Questa funzionalità implementata in

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real time con un’operazione di XOR (eXclusive OR) permette di far sì che anche in caso di un collegamento o di un nodo mancante, nessun dato venga effettivamente perso.

Il cluster è una rete di computer Ogni nodo di un Broadcast MediaCluster è fisicamente connesso punto a punto con ogni altro nodo, sfruttando un collegamento basato su Ethernet. Il protocollo di rete proprietario di SeaChange, SeaNet, assicura che almeno l’80% della banda a disposizione (100 Mb/s) sia effettivamente sfruttato per il trasferimento dei dati. Le altissime performance del protocollo SeaNet permettono ai nodi di un MediaCluster di comportarsi come un singolo server. Il protocollo SeaNet crea una vera e propria autostrada per l’interscambio dei dati, lungo la quale i dati scorrono dal fornitore (encoder MPEG-2 o storage) al cliente finale (decoder MPEG-2 o storage).

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Architettura interconnessa Il design di interconnessione ad alta velocità del MediaCluster ottimizza il rapporto costi/benefici, offrendo: • Rapporto qualità/prezzo ottimale • Possibilità di aggiungere banda passante on-line • Bilanciamento dei carichi integrato nel sistema • Elevata banda passante per singolo nodo Fondamentalmente, ogni nodo è connesso direttamente a tutti gli altri con collegamenti Ethernet e i dati sono distribuiti fra i nodi in incrementi relativamente ridotti. Vediamo più in dettaglio ogni singolo aspetto di questa architettura interconnessa. Qualità/Prezzo. Lo standard Ethernet è il mezzo fisico prescelto per l’implementazione dei collegamenti tra i nodi. Lo standard Ethernet rappresenta il miglior rapporto prezzo/prestazioni in termini di banda passante per le connessioni punto a punto. Bilanciamento dei carichi. Tutti i dati letti e scritti (o riprodotti e registrati) sono suddivisi attraverso l’intercon-

nessione, tramite un’avanzata tecnica di “striping”. In questo modo si bilancia attivamente il carico dei dati sull’interconnessione, permettendo di leggere e scrivere contemporaneamente centinaia di stream video. In media, ciascun collegamento vede lo stesso carico da ogni nodo. Banda passante dei nodi. Tutti i nodi sono direttamente interconnessi tra di loro. Siccome ogni collegamento mette a disposizione 80 Mb/s usabili per ogni direzione, un cluster a cinque nodi offre oltre 720 Mb/s di banda passante aggregata. Questa ampiezza di banda può essere favorevolmente comparata alla tecnologia Fiber Channel loop. Una ipotetica soluzione Fiber Channel potrebbe offrire in teoria solo 160 Mb/s di banda passante per ogni nodo di un cluster a cinque nodi, perché l’interconnessione è condivisa. Oltre a ciò c’è da notare che la soluzione di SeaChange basata sulla tecnologia Ethernet, costa meno della metà rispetto a una analoga soluzione basata su Fiber Channel. Numero di nodi. L’architettura interconnessa limita il dimensionamento dei cluster (relativamente alle architetture interconnesse condivise), in quanto il numero di link richiesto è dato dal prodotto N x (N-1)/2. Le dimensioni dei cluster variano da tre fino a nove nodi. Aggiunta di banda passante online. Questa caratteristica è resa possibile configurando i singoli nodi con porte Ethernet supplementari. Per esempio, un nodo di un cluster a tre nodi può essere configurato con una scheda di interconnessione IOP (I/O Processor) a sei porte, due delle quali sono usate in fase di installazione per formare il cluster a tre nodi. Le porte supplementari permettono di aggiungere in seguito altri nodi, semplicemente connettendoli ai nodi gia presenti nel cluster. Quando si aggiunge un nuovo nodo collegandolo a tutti gli altri nodi, il carico sui link preesistenti non cambia. Questo è estremamente importante perché permette che la “service bandwidth” del nuovo nodo venga utilizzata senza interferire con quella dei nodi preesistenti. In pratica, è come se il nuovo nodo fosse

Anche Mediaset ha scelto SeaChange Dallo scorso autunno, i Broadcast MediaCluster di SeaChange gestiscono anche la messa in onda delle tre reti Mediaset. Nonostante la particolare architettura dei server Broadcast Media Cluster, che non richiede necessariamente la duplicazione dei sistemi per la messa in onda, per esplicita richiesta da parte di Mediaset ne sono stati installati due identici, scelta probabilmente dettata da un eccesso di prudenza, che però è venuta meno quando si è deciso di collocarli entrambi nello stesso locale. Il funzionamento dei due MediaCluster in configurazione a sette nodi è controllato da un sistema di automazione Etere che sfrutta una normale rete Ethernet e il protocollo IP, caratteristica che è stata implementata da SeaChange proprio per soddisfare le richieste di Mediaset. Ognuno dei sette nodi dispone di 12 hard disk da 146 GB e la capacità totale di ciascun MediaCluster per l’archiviazione del materiale è di 8 Terabyte (circa un terzo della capacità reale viene riservato dal sistema per garantire la continuità del servizio in caso di guasto); in termini di durata, questa capacità consente di registrare un migliaio di ore di video compresso in MPEG-2 con un bitrate di 20 Mbit/s.

stato installato in una sua rete separata, anche se in realtà tutti i dati degli atri nodi, vengono automaticamente ridistribuiti attraverso tutti i collegamenti del cluster, bilanciando automaticamente il sistema.

L’hardware del sistema L’hardware del MediaCluster è costituito dai migliori componenti standard reperibili sul mercato, potenziato da un’architettura software altamente innovativa. L’elemento base di un Broadcast MediaCluster è costituito dal SeaChange Thin Node, un computer rack-mountable che incorpora un backplane PCI, numerosi slot per periferiche e codec, un modulo CPU ed un sottosistema RAID 5 ad alta capacità e elevata banda passante.

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Il software di sistema Il software del MediaCluster gira sul sistema operativo Windows NT di Microsoft. Ogni nodo del MediaCluster è una piattaforma certificata per Window NT

Vstreams L’architettura del sistema I/O SeaChange per la distribuzione dei dati è chiamata Virtual Streams (Vstreams). Le “utenze” del Vstreams sono tutti gli utilizzatori degli stream a bit rate costante. Tipiche utenze sono il sottosistema RAID 5, i codec MPEG-2 e così via. Tutti i dati sono sempre trasferiti nella modalità kernel del sistema, eliminando il sovraccarico richiesto dalle interfacce standard per operazioni quali la copia dei dati. In questo modo si riduce il carico della CPU e il ritardo in ingresso e uscita, assicurando un ambiente adatto alle applicazioni ad alte prestazioni come il video MPEG-2 di

qualità ad alto bit rate. Il software Vstreams gestisce inoltre i trasferimenti dei “data objects” all’interno del singolo nodo.

Il software di gestione del MediaCluster La tecnologia del MediaCluster incorpora il software di gestione SeaView per il controllo del MediaCluster e di tutti i suoi nodi da una stazione di management centralizzata nella rete locale. Il SeaView comunica con i nodi tramite il servizio SeaMon, che gira su tutti i nodi del cluster. Il SeaMon raccoglie i dati di funzionamento dalle diverse sorgenti e li presenta all’interfaccia grafica utente di monitoring e management del SeaView. Le sorgenti sono i codec MPEG-2, il sottosistema RAID-5 e il SeaNet. L’interfaccia grafica del SeaView permette di monitorizzare tutte le funzio-

ni dell’hardware tramite una rappresentazione dinamica dei nodi e dei circuiti che connettono i nodi tra di loro. In maniera similare, SeaView mostra lo stato di ciascuno dei dischi del sottosistema RAID-5: un codice colori identifica i possibili stati dei singoli dischi nel sistema ed è sufficiente un clic del mouse per avere maggiori dettagli. Allo stesso modo, SeaView mostra lo stato di ciascun codec MPEG-2. Il risultato è una visione omnicomprensiva e un controllo totale ed effettivo di ogni parte del MediaCluster. Per ulteriori informazioni: SeaChange International EMEA Via Dante, 2/134 16121 Genova Italy Tel. 010 5530177 - Fax 010 5709961 http://www.seachangeinternational.com

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AL 3GSM WORLD CONGRESS DI CANNES

WIRELESS A GONFIE VELE di Riccardo Di Bari Grande successo - per altro ampiamente previsto - del 3GSM World Congress organizzato dalla Informa Telecoms Group e dalla GSM Association nell’ultima settimana di febbraio a Cannes. Il mercato ha registrato un incremento del 12% nel numero dei visitatori - quest’anno ben 29.000 – ed un’impennata del 28% dei Paesi rappresentati, oltre 200 quest’anno. Questi numeri fanno del 3GSM World Congress l’evento fieristico mondiale di riferimento per il mercato della tecnologia mobile, uno dei pochi settori al 34 mondo che non sembra risentire della recessione economica internazionale. Il 3GSM World Congress di Cannes è stata quindi l’occasione ideale per i principali operatori del settore per lanciare nuovi prodotti ed annunciare nuove tecnologie. Alcuni esempi: la Nokia ha annunciato una collaborazione con la IBM per adottare le applicazioni di quest’ultima alla telefonia mobile, tramite il modello 9500 Communicator, un nuovo apparec-

chio dedicato alle imprese; la Motorola ha annunciato la consegna alla Gendarmeria Vaticana di un sistema WiFi sperimentale che consente un accesso wireless alla rete di sicurezza della polizia; la Philips ha lanciato “Snap, Tag & Send”, un sistema per l’invio tramite MMS di foto personalizzate, disegni e note manoscritte grazie ad un sistema integrato di Touch Screen; la Siemens ha presentato nuove soluzioni di comunicazione mobile, inclusa la cosidetta “Push to talk over cellular”, una tecnologia che consente di attivare una funzione walkie-talkie sul telefono cellulare; la Microsoft ha presentato due nuovi apparecchi della Motorola dotati del software Microsoft Windows Mobile. Come ogni anno è stato assegnato il “GSM Association Award”, che quest’anno è andato all’operatore cinese China Mobile “per onorare l’eccezionale contributo fornito da China Mobile al raggiungimento del traguardo del miliardo di apparecchi

GSM nel mondo” (foto sopra). Un fenomeno così globale come quello della comunicazione mobile, non poteva trascurare un aspetto importante come la moda: una delle novità più gradite dell’edizione di quest’anno del 3GSM World Congress è stata rappresentata dalle sfilate di moda denominate “Cool & Connected”, in cui sono sfilati in passerella più di 50 esemplari di tecnologia “indossabile” (foto sotto) ispirati a criteri di funzionalità, piacevolezza estetica e divertimento.

Il prossimo 3GSM World Congress torna sulla Croisette dal 14 al 17 febbraio 2005.

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L’indispensabile per una televisione digitale Con un’open house svoltasi alla fine del mese di febbraio, la CVE ha presentato una serie di prodotti destinati a facilitare la transizione verso il digitale. L’assenza della CVE all’ultima edizione dell’IBTS aveva fatto dubitare sullo stato di salute della società brianzola, capitanata dall’incontenibile Carmelo Catalano. Forse per dissipare qualsiasi dubbio, Catalano ha deciso di organizzare un’ interessante open house con tanto di salatini e bibite, coinvolgendo alcuni responsabili di società rappresentate dalla CVE: i finlandesi di Sofia Digital, i norvegesi di Tandberg Television e i catalani di JustEdit, catalani nel senso che la società ha sede a Barcellona. Cominciamo proprio dalla JustEdit, nome sconosciuto ai più, ma non certo 36 alla Sony. Il sistema DVLince, commercializzato dal colosso giapponese in Europa, è infatti una creatura della società catalana, ben nota nella terra natia per essere fornitrice di sistemi modulari per almeno un centinaio di stazioni televisive spagnole. Il software sviluppato da JustEdit permette di gestire tutte le fasi di lavorazione all’interno di un’emittente televisiva, dall’acquisizione dei contributi e loro catalogazione, fino alla messa in onda dei programmi, compreso un sistema di montaggio per la creazione di servizi per notiziari. Attualmente il sistema prevede la generazione di proxy in formato MPEG4 per consentire ad archivisti e giornalisti un accesso agevole al materiale, ma stanno considerando di passare a Sofia Digital, azienda leader nel settore mhp e distribuita in Italia dalla CVE

Windows Media 9, poiché sembra poter garantire una qualità decisamente superiore e, soprattutto, non comporta il pagamento di alcuna royalty. Certamente ben più nota agli operatori del settore è Tandberg Television, azienda che ha svolto un’attività pionieristica nei settori della compressione del video e della distribuzione dei contenuti. In occasione dell’open house CVE, l’attenzione è stata focalizzata su una serie di prodotti indispensabili per le emittenti televisive che hanno intenzione di iniziare a trasmettere in digitale e in particolare sugli encoder MPEG-2 della serie 5700, il multiplexer MX5600 e il modulatore MT5600 in standard DVB-T. Infine, Sofia Digital è la società finlandese specializzata nella produzione di software per lo sviluppo di applicazioni interattive in standard mhp che si sta rapidamente imponendo come leader di mercato, almeno in Europa. I suoi prodotti sono utilizzati per le sperimentazioni attualmente in corso da parte di Mediaset e Telecom Media e comprendono moduli per la creazione di guide ai programmi, contributi a complemento di trasmissioni d’informazione o annunci pubblicitari e applicazioni di Tcommerce o giochi. La modularità dell’offerta consente di offrire un prodotto che si adatta perfettamente alle esigenze di chi vuole iniziare spendendo il meno possibile, senza però precludersi la possibilità di una crescita futura. L' open house, come si dice in queste occasioni, è stata visitata da un pubblico di addetti ai lavori attento ed interessato, anche se le applicazioni presentate non sono ancora una richiesta 'pressante' del mercato. C’è da dire che, nonostante la fretta del Governo, il problema del passaggio al digitale non sembra essere tra i più sentiti dai responsabili delle emittenti televisive

La dimostrazione dei prodotti della JustEdit all’open house organizzata dalla CVE

nostrane. L’importante comunque è essere preparati per quando verrà il fatidico momento e la Cve sembra esserlo già fin d’ora.

VSN, i flussi di una newsroom Just Edit è un'azienda spagnola la cui distribuzione sul territorio italiano da parte di CVE è iniziata da non molto tempo e risulta particolarmente interessante per la completezza dell'offerta e la modularità delle soluzioni. In generale possiamo dire che con la linea di prodotti VSN, Jus Edit permette al cliente di realizzare la completa gestione di una stazione tv. I moduli, perfettamente integrabili, consentono di automatizzare con criteri industriali molti dei quotidiani processi di una emittente, seguire in modo automatico l'ingestion e gestire file di diversa natura, favorire il lavoro dei giornalisti mediante workstation in rete, gestire i teleprompter per le emissioni in diretta, realizzare un completo sistema di montaggio con flusso di lavoro collaborativo, archiviare e catalogare i contenuti per recuperarli velocemente in successiva trasmissione, e gestire tutto con criteri broadcast e non informatici, a cominciare dalla nomenclatura dei file. La gestione dei file è slegata da protocolli e formati, per risultare più aperta possibile, il recupero avviene mediante keyword e la catalogazione mediante codici a barre, i materiali sono gestiti via server su playlist ed è possibile intervenire sugli eventi fino a 5 secondi prima dell'emissione con spostamenti, eliminazioni. L'uscita del sistema può avvenire su playout via etere ma anche su streaming via internet ed è naturalmente possibile la gestione del billing e le tariffazioni varie per il traffico. A fianco di tutto ciò vi sono alcuni tocchi ancora più moderni che fanno di VSN la scelta ottimale anche per il piccolo broadcaster regionale, come la possibilità di gestire un canale di ritorno via SMS.

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Tutti insieme,appassionatamente e con Pinnacle La semplificazione della gestione dei flussi di lavoro in ambienti collaborativi è uno degli elementi che accomuna la variegata offerta della Pinnacle In occasione del NAB dello scorso anno Pinnacle aveva dichiarato l’intenzione di diventare la “networked solution company”, cioè un’azienda fornitrice di prodotti destinati all’impiego da parte di gruppi di lavoro e basati sui classici concetti delle reti informatiche. Il messaggio di quest’anno è che Pinnacle sta effettivamente fornendo questo tipo di soluzioni e i suoi clienti non sono soltanto i grossi network televisivi, come la CNN, ma anche le piccole emittenti televisive o gli studi di post-produzione. Una delle novità che si inquadrano in

questa offerta è DekoVIA, la versione del software di titolazione Deko perfettamente integrata nel sistema Vortex per la produzione di servizi video per notiziari, ora in grado di supportare anche il formato MPEG-2 I-frame fino a 50 Mbps, oltre al DV. Una volta preparate le gabbie, il giornalista non deve far altro che inserire il nuovo testo per completare la sezione grafica. Poiché non è necessario effettuare alcun render, gli elementi grafici possono essere facilmente modificati fino al momento della messa in onda.

Catalogare lo sport Sempre per il sistema Vortex sarà disponibile SportsLogger, un modulo che semplifica la preparazione degli estratti più importanti di un evento sportivo. Grazie a un’interfaccia grafica ben organizzata è possibile indicizzare l’evento che si sta registrando, definendo il nome del giocatore o la particolare azione tramite elenchi predisposti in precedenza. Pinnacle fornisce una serie di gabbie già predisposte per gli sport più popolari, ma il sistema è facilmente adattabile a eventi di qualsiasi tipo, per

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PRODOTTI CONSUMER USB 2.0 PER L'EDITING Pinnacle Systems ha presentato Pinnacle MovieBox Deluxe, il dispositivo hardware che permette di connettere sia le videocamere analogiche che quelle digitali al PC via USB 2.0. L'hardware, infatti, è dotato di input ed output analogici ma anche digitali grazie alla presenza della porta IEEE 1394 (DV). Utilizzando la tecnologia di Pinnacle "tunneling", MovieBox Deluxe risolve i problemi di connessione tra una videocamera analogica o DV e un PC dotato di interfaccia USB 2.0, rendendo possibile il pieno controllo della videocamera attraverso l'interfaccia del software Studio 9 di Pinnacle Systems. Il case dell'hardware, caratterizzato da un blu metallizzato e dalla superficie liscia, è stato disegnato da F.A. Porsche. Pinnacle MovieBox Deluxe include i software Pinnacle Studio 9 e Hollywood FX Plus. Pinnacle Studio 9 segna un nuovo modo di fare video amatoriali di elevata qualità grazie alle capacità di editing automatico, ai potenti strumenti per migliorare filmati vecchi o danneggiati e alle nuove opzioni creative, che includono la possibilità di realizzare a casa propria filmati con una qualità cinematografica e la funzione di Authoring DVD: tutto questo grazie all'interfaccia di Studio, estremamente semplice e intuitiva. Pinnacle Hollywood FX Plus amplia la libreria di transizioni 3D già presente in Studio 9 con oltre 300 effetti 3D di alta qualità. Hollywood FX Plus consente inoltre un controllo totale degli effetti e permette di espandere ulteriormente le 38 librerie. Prezzo e disponibilità Pinnacle MovieBox Deluxe ha un prezzo consigliato di 299_ (IVA incl.) e sarà disponibile da inizio aprile 2004. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.pinnaclesys.com. Caratteristiche principali • Possibilità di acquisire e riversare filmati da qualsiasi sorgente analogica e digitale con pieno controllo dell'apparecchio collegato • Acquisizione full-screen, alta qualità video full motion direttamente sul tuo hard disk in tempo reale • Input e output DV e AV (RCA, S-Video, DV) e connessione al PC via porta USB 2.0 • Audio stereo input/output (RCA) Requisiti minimi di sistema • 1 porta USB 2.0 • Pentium IV 1.6 GHz (o superiore) o equivalente • 256 MB di RAM (DDR o RDRAM) • Sistema operativo Windows XP (è richiesto anche il Service Pack 1) • Compatibile DirectX 9.0a (grafica e audio) o successivo • Hard disk IDE con driver master mode (con 5 GB di spazio libero)

Il software di montaggio Pinnacle Liquid potrà essere integrato nel sistema Vortex per la produzione di news

esempio una tavola rotonda. Per quel che riguarda il montaggio dei servizi vero e proprio, Vortex consente ora di utilizzare anche Liquid Edition, il software di montaggio che con oltre 50.000 unità vendute sta riscuotendo un discreto successo in campo professionale. Per esigenze di produzione più stringenti, il materiale può essere trasferito a un sistema di montaggio Liquid, come l’ultimo nato Chrome che è in grado di trattare fino a quattro stream video in tempo reale. Al NAB farà il suo debutto anche la versione HD di Liquid, capace di offrire prestazioni in tempo reale e di trattare materiale in alta definizione, anche compresso in MPEG-2 IBP (ndr: il formato dovrebbe essere l’HDV, inizialmente proposto da Canon, JVC, Sharp e Sony e attualmente sostenuto da una quindicina di aziende, Pinnacle compresa).

Server a prova di tutto I sistemi Vortex comprendono le unità di registrazione su disco della serie Palladium e in questo campo la novità

è rappresentata dal Palladium Store 100, che con 140 ore di archiviazione in formato DV25 è destinato espressamente all’impiego da parte di emittenti medio-piccole. Per questo tipo di applicazione, che vede coinvolte un numero molto limitato di postazioni per giornalisti (tipicamente una decina), Pinnacle propone i più economici collegamenti in standard Gigabit Ethernet al posto della fibra ottica dei sistemi di classe più elevata, garantendo comunque la possibilità di trasferimento contemporaneo di 16 stream video in formato DV25. Sul fronte opposto, il Palladium Store 1000 è un sistema completamente ridondante che può registrare fino a 1.400 ore di materiale in formato DV25. Grazie alla tecnologia Instant Failover integrata, il sistema è in grado di sopportare qualsiasi tipo di guasto a uno dei suoi componenti, senza che questo possa provocare una interruzione del servizio, funzionalità resa possibile dall’impiego di un’apposita memoria tampone per il video.

Il server Palladium Store 1000, capace di registrare fino a 1.400 ore di video DV25

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Ci sarà anche una versione in alta definizione per il mixer compatto Kayak della Grass Valley

Il digitale alla portata di tutti, o quasi Continuando nella strategia lanciata in occasione dell’ultimo IBC, Thomson estende l’offerta di sistemi chiavi in mano e guarda con molta attenzione alla crescente diffusione delle tecnologie informatiche Nelle parole “We can find our path by riding IT waves” di Marc Valentin, pre40 sidente della Thomson Broadcast, è riassunta la strategia che Thomson GrassValley intende seguire nei prossimi anni per far fronte alle nuove sfide di un mercato che, se si considerano gli investimenti pubblicitari, sembra che si stia finalmente riprendendo dalla crisi che ha attraversato negli ultimi anni. Cavalcare l’onda dell’information technology non è certo una novità per Thomson, come sostiene Valentin ricordando che Thomson produce i

Il sistema per la produzione di news di Grass Valley sfrutta appieno le tecnologie informatiche

chipset utilizzati dalle proprie apparecchiature (per esempio quelli per la codifica in MPEG-2 ora e a breve quelli per MPEG-4 e Windows Media 9), scrive il software per i propri sistemi e ha l’offerta più vasta di dispositivi che sfruttano tecnologie informatiche. “Abbiamo esperti qualificati in tutto il mondo, capaci di proporre soluzioni”, dichiara Valentin, ricordando tra i successi di Thomson la produzione di mezzi mobili per alta definizione, che la vede leader assoluta con una percentuale del 90%: “La ragione del nostro successo nell’alta definizione è legata alla strategia di upgrade di tutti i prodotti, mixer e server in particolare.” L’altro slogan su cui si base la strategia Thomson è “digital affordability”. la volontà cioè di offrire prodotti digitali innovativi a prezzi sempre più abbordabili. L’obbiettivo è in questo caso il mercato professionale e aziendale, che secondo le stime più recenti pesa per il 58% del totale, con il broadcast che si ferma al 29% e il rimanente 13% è appannaggio del settore prosumer. Negli ultimi anni, il settore professionale è continuato a crescere in valore, contrariamente a quello broadcast che è rimasto praticamente al palo. C’è da dire che il concetto di convenienza per

Thomson è differente da quello di altre società: con la sua attuale offerta di prodotti Grass Valley non può certo competere nella fascia più bassa del settore professionale, ma non è detto che questa situazione sia destinata a durare ancora per molto.

Qualche anticipazione per il NAB Cominciando con la ripresa, GrassValley proporrà un adattatore ibrido basato su fibra per HD, che affiancherà quelli attuali basati sui classici cavi coassiali, per inciso considerati ancora più vantaggiosi da numerosi broadcaster che si occupano di eventi sportivi, poiché già presenti nella maggior parte degli stadi. L’altra novità è lo SDI Multi-Core Camera System per le telecamere LDK 300 e 500, un adattatore compatto utilizzabile anche con le LDK 100 e 200 che consente di utilizzare cavi lunghi fino a 100 metri e diversi pannelli di controllo. Per la Viper, la telecamera utilizzata anche per diverse produzioni cinematografiche, sono invece in fase di sviluppo dispositivi di registrazione a stato solido che ne faciliteranno l’impiego in esterni, a cominciare dall’utilizzo con una Steadycam.

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Il nuovo maestro può integrare le funzionalità di master control e generatore di logo

Nel settore dei mixer, il Nab vedrà il debutto della versione 1 M/E del Kayak HD, dotato di 16 ingressi e capace di trattare segnali in formato 1080i e 720p, oltre che SDI a 525 o 625 linee. Il mixer sarà offerto anche all’interno di un pacchetto della serie TV Station in a Kit lanciata all’ultimo IBC, comprendente due telecamere LDK 6000 mk II, una matrice della serie Concerto, il sistema di media processing Kamaleon e un server Profile XP PVS 3000. L’altra offerta chiavi in mano per l’alta 42 definizione di Grass Valley, ma anche questa utilizzabile con segnali SDI, è

in breve... Guida al multimediale in Toscana Il Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) della Toscana, in collaborazione con Aida, ha realizzato la prima Guida alla produzione tv, video e multimediale della Toscana. Si tratta di una ricognizione del ricco patrimonio economico e culturale nel settore tv, video e multimedia che caratterizza la regione. Lo scopo della Guida (http://www.guidaproduzionetv.it/) è quello favorire maggiori occasioni di impiego e di sviluppo delle potenzialità toscane e di rendere disponibile una completa documentazione sugli operatori toscani impegnati nel comparto della produzione cine-televisiva, comparto che acquista sempre più importanza sia dal punto di vista della comunicazione che da quello economi-

incentrata sul sistema modulare Maestro che può integrare un master control e tutte le funzionalità di un generatore di logo. Maestro consente di gestire fino a 8 segnali di chiave tra interni ed esterni e mette a disposizione due canali DVE; un’altra particolarità è quella del poter gestire direttamente la sovrapposizione di titoli scorrevoli, con dati provenienti da un semplice file di testo. Per la gestione di transizioni particolarmente complesse è possibile creare delle macro e il funzionamento del Maestro può essere controllato da un

co. Dopo la rilevazione e l'elaborazione dei dati, è stata prodotta la Guida, sotto forma di libro, di Cd-rom e di sito Internet aggiornabile. La Guida comprende l'indicazione delle emittenti televisive operanti in Toscana, dei produttori tv/video, dei service che forniscono attrezzature per la produzione, dei centri per il montaggio e degli studi di posa, delle aziende che forniscono accessori e consulenze, dei tecnici, dei "creativi" (registi, sceneggiatori, direttori della fotografia, grafici ecc.), dei conduttori, presentatori e giornalisti televisivi e dei provider internet. Una sezione è inoltre dedicata agli Enti ed istituzioni che operano in questo settore.

Sono aperte le iscrizioni a D_Cult 2004! D_Cult, l'unico evento italiano in cui i creativi digitali si incontrano e si aggiornano si svolge quest'anno a Milano dal 27 al 29 maggio. Da cinque anni un appuntamento per professionisti, ap-

pannello modulare. L’integrazione delle funzionalità si estende poi ai massimi livelli nel caso delle matrici Trinix. Un modulo delle dimensioni di un pacchetto di gomma da masticare rende possibile i collegamenti con fibra ottica mentre grazie ai decoder della serie ViBE è possibile la distribuzione di video compresso in MPEG-2 con qualità da contributo su normali reti IP. La soluzione di inserire i convertitori all’interno della matrice semplifica notevolmente il cablaggio, consentendo di risparmiare parecchio denaro e garantendo un maggior livelli di affidabilità. La matrici Trinix sono quindi ora in grado di accettare qualsiasi tipo di segnale comunemente usato in produzione e i moduli di ingresso sono anche in grado di riconoscerlo automaticamente. Per finire, Thomson presenterà al NAB la funzionalità DataCine per la versione con risoluzione 4k (4.000 pixel per linea) dello Spirit, uno scanner per film capace di acquisire 6/8 fotogrammi al secondo in formato RGB o YUV e di trattare qualsiasi formato cinematografico, VistaVision compreso.

passionati, artisti e studenti, dedicato alle tecnologie per produrre immagini, suoni e video. Una formula vincente che accomuna corsi e presentazioni a seminari e workshop, dove scoprire nuove tendenze creative e tecniche più efficaci. Tre giornate irrinunciabili per chi si occupa di arte, fotografia, musica, grafica, web, cinema o per chi non vede l'ora di farlo. La manifestazione è ad accesso gratuito. Questi gli eventi: Explo Plaza: Lo spazio dove la tecnologia è protagonista e dove è possibile incontrare le aziende leader nelle soluzioni digitali Seminari: Momenti irrinunciabili con temi di estrema attualità e occasioni per il lancio di nuovi prodotti Campus: 60 occasioni per incontrare i guru e gli esperti delle aziende presenti alla manifestazione In programma anche Workshop a pagamento: veri e propri corsi di mezza giornata tenuti da professionisti qualificati. Per tutti i dettagli http://www.digitalculture.it/d_cult04

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Progresso inarrestabile Al Nab 2004 fa il suo debutto la versione 6 di Maya, il software di animazione e modellazione della Alias, società che Sgi si appresta a cedere a un gruppo di investitori

Il team Alias che ha presentato Maya 6 alla stampa italiana: Robert Hoffman, Paolo Antonacci, Bill Coleman e Mark Parmenter

A solo un anno di distanza dalla presentazione di Maya 5, Alias ha colto 44 tutti un po’ di sorpresa annunciando proprio in occasione del NAB di Las Vegas la versione 6 del suo noto programma, vincitore anche di un prestigioso Academy Award, l’Oscar per la tecnologia. È probabile che la decisione di stringere i tempi sia in qualche modo legata alla dichiarazione ufficiale rilasciata da SGI della trattativa che è in corso per la cessione di Alias ad una ancora non meglio precisata società finanziaria: quale dimostrazione migliore delle capacità del team di sviluppatori che la presentazione di una nuova versione in tempi così ravvicinati? Sul fronte commerciale poi, la situazione è più che rosea. Da quando un paio d’anni fa la allora Alias/Wavefront decise di ridurre drasticamente il costo del software, le vendite hanno registrato un “sostanziale incremento”, per dirla con le parole di Mark Parmenter, responsabile EMEA della divisione Entertainment di Alias, venuto a Milano per la presentazione in anteprima alla stampa. Citando i dati europei, Parmenter si è complimentato con Paolo Antonacci, responsabile per l’Italia di Alias, per l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni, che ha portato

l’Italia al secondo posto in Europa come numero di licenze installate, davanti a Francia e Germania. Per quel che riguarda la cessione oramai prossima, a quanto dichiara Antonacci; “ quel che è certo è che si tratta di una società finanziaria specializzata in investimenti nel settore dell’hi-tech, disposta a investire una somma non indifferente per garantire il continuo sviluppo del software”. Le caratteristiche della versione 6 sono state presentante alla stampa da Robert Hoffman, responsabile marketing, che ha voluto sottolineare il fatto che questa può essere definita una customer driven release: “ogni nuova caratteristica e funzionalità ha origine dalle precise richieste dei nostri utilizzatori, dalle loro esigenze. La semplice aggiunta di nuove funzioni è comunque abbastanza facile, più importante è riuscire a garantire la stabilità di funzionamento, che è poi l’esigenza prioritaria di qualsiasi utilizzatore”. Ma vediamo più in dettaglio quali sono le nuove funzioni, cominciando con il motion retargeting, la possibilità cioè di utilizzare i dati di animazione di un personaggio per farne muovere un altro. Quello che accadeva in passato era che se i due personaggi avevano dimensioni o proporzioni diverse, il risultato era un movimento del tutto

Con la versione 6 è ora più semplice realizzare personaggi pelosi come questi creati con Maya da Blue Sky per il film L’era glaciale

improbabile, mentre ora il software è in grado di scalare automaticamente gli spostamenti semplicemente assegnando gli stessi nomi ai diversi elementi dello scheletro, anca piuttosto che ginocchio e così via. Questa funzione fa parte del modulo Trax, l’editor per l’animazione non lineare, la cui architettura di base ha subito cambiamenti sostanziali, interfaccia compresa, ma conservando le caratteristiche originarie, in modo da rendere il più indolore possibile il passaggio alla nuova versione. Un’altra importante novità è costituita dalla possibilità di applicare i deformatori di geometria anche alle particelle, generando così flussi vorticosi o che seguano un percorso ben preciso. Una serie di migliorie rendono poi più semplice la produzione di animazioni particolarmente complesse. Con il file referencing e la segmentazione delle scene si possono caricare gli oggetti in modo dinamico, soltanto se necessario, snellendo così la gestione di scene tridimensionali di grandi dimensioni e ricche di particolari. Per gli utilizzatori di mental ray, uno dei moduli di render più apprezzati in campo cinematografico, la novità sostanziale è costituita dalla possibilità di controllare immediatamente il risultato che si ottiene modificando i differenti parametri di uno shader, risparmiando così parecchio tempo. L’ultima funzionalità che merita una citazione è quella che si occupa della generazione di capelli e vestiti con linee curve, che fa parte di Maya Unlimited. Capelli e vestiti generati in questo modo possono essere animati automaticamente, semplicemente definendo la loro rigidità e gli oggetti con cui potrebbero collidere, per esempio la testa o le spalle di un personaggio. In questo modo, è possibile ottenere risultati molto realistici con uno sforzo minimo. La versione 6 di Maya sarà disponibile dall’inizio di maggio nelle due solite varianti, Complete e Unlimited, e per le piattaforme Irix, Linux e Windows (Maya Complete è anche disponibile per Mac OS X). I prezzi saranno gli stessi della precedente versione mentre quelli degli aggiornamenti sono ancora da definire.

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L’alta definizione nella cassettina Dopo aver presentato il primo camcorder capace di registrare video nel nuovo formato HDV per l’alta definizione, JVC porterà al NAB anche un registratore Uno dei prodotti che aveva fatto più JVC con il camcorder, almeno negli per il camcorder, al quale può essere scalpore all’ultima edizione del Nab collegato con un cavo iLink per il traStati Uniti e in Giappone, l’ha indotta era stato il camcorder JY-HD10 della sferimento del materiale. a sviluppare anche un minuscolo JVC, capace di registrare video in alta Le specifiche del formato HDV prevevideoregistratore che farà il suo definizione nel formato 720p, comdono anche la possibilità di registradebutto proprio in occasione del presso in MPEG-2 con GOP composti zione con cadenza di 25 o 50 frame, NAB 2004. da sei frame su cassette standard ma Jvc non sembra intenzionata, Il CU-VH1EX registra il video in formaminiDV. Proprio la decisione di utilizalmeno per il momento, a offrire una to 720p/30 ed è dotato di un converzare lo stesso meccanismo per il traversione “europea” del camcorder e titore interno capace di generare sporto del nastro ha permesso di del videoregistratore, che costituianche un’uscita in formato 1080i/60 o offrire un prodotto a un prezzo molto scono attualmente il sistema più ecoanche in definizione standard. Il moniinteressante, circa 4.000 dollari. nomico per produrre video in alta tor da 3,5" integrato lo rende ideale Lo scorso mese di settembre, le spedefinizione, seppure con tutte le limiper l’impiego sul campo, grazie cifiche di questo formato di registratazioni del caso. anche al fatto che può essere alimenzione denominato HDV sono state Sembra piuttosto improbabile che tato con le stesse batterie utilizzate ufficialmente rilasciate questo formato possa imdal consorzio di aziende porsi anche nel settore promotrici, composto inibroadcast, come è accazialmente da Canon, duto con il formato DV: il Sharp e Sony, oltre alla ridotto valore del bitrate stessa JVC. Da allora, non può certo garantire la 46 numerose altre aziende qualità necessaria per la hanno manifestato l’inregistrazione degli eventi tenzione di offrire il suppiù importanti, ma per porto per il formato HDV parecchie applicazioni in e in particolare quelle campo professionale poimpegnate nella produtrebbe dimostrarsi più zione di software per il che adeguato, per esemmontaggio video, compio per realizzare video presi nomi del calibro di per convention o per la Adobe, Avid e Pinnacle. presentazione di prodotti Il successo ottenuto da Il minuscolo videoregistratore JVC per video in alta definizione nel formato HDV nei punti vendita.

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in breve... TV Digitale Terrestre: a ottobre a SAT Expo la seconda Conferenza Nazionale Al Salone internazionale delle TLC di Vicenza annunciata la presenza di quattro operatori satellitari: ci sarà anche Intelsat, prima flotta commerciale per telecomunicazioni del mondo. Confermata la presenza di Eutelsat e della controllata italiana Skylogic, di SES Astra e di New Skies sarà ospitata nei giorni della fiera la Seconda Conferenza Nazionale sulla Televisione Digitale Terrestre, realizzata in collaborazione con la Fondazione Bordoni. Il salone,

divenuto “internazionale”, sulle TLC via satellite, si è occupato di televisione digitale fino dallo sviluppo della tecnologia di trasmissione numerica, presentando al pubblico il protocollo DVB ora divenuto standard televisivo mondiale per il broadcasting Direct-to-home via satellite, via cavo e hertziano terrestre e ospitando tutte le piattaforme televisive italiane che lo hanno adottato fino a Sky l'ultima nata. La prossima edizione della fiera sulle telecomunicazioni digitali, l’undicesima, si terrà a Vicenza dal dal 30 settembre al 2 ottobre 2004. La fiera seguirà i due filoni della TV digitale, il terrestre e continuerà anche a occuparsi di satellite, in tutti i settori di applicazione, dalla TV fino a Internet. Ospiterà i più forti operatori operatori satellitari del mondo: ad Eutelsat, sponsor storico, si aggiunge la conferma di Astra (gruppo Ses Global), altra grande azienda ed espositore assiduo negli ultimi anni. E adesso, per la prima volta, fa il suo ingresso la major storica dei satelliti: è Intelsat, società americana con sede legale alle isole Bermuda e quartier generale a Washington DC, attiva fin dal 1964, quando

per prima progettò un sistema mondiale di comunicazioni satellitari di tipo commerciale. Nata come consorzio intergovernativo per impulso delle Nazioni Unite, Intelsat Ltd. è dal 2001 un’azienda privata. Al nome di Intelsat è legata una serie di tappe fondamentali delle telecomunicazioni satellitari, come il lancio in orbita di Early Bird (Intelsat I) “firmato” dal genio di Sir Arthur Clarke e costruito dai Comsat Laboratories: era il 1965 e cominciava l’era della televisione in “diretta via satellite”. Una rivoluzione per la circolazione delle informazioni e delle immagini sul pianeta. Intelsat possiede una flotta di 23 satelliti in orbita geostazionaria e un’ulteriore capacità su altri due satelliti in gestione. Nel terzo trimestre 2004 è programmato il lancio di un altro satellite commerciale. A SAT Expo è atteso anche il ritorno di New Skies, giovane operatore satellitare olandese, debuttante nel 2003 alla manifestazione di Vicenza. Alla scorsa edizione il riscontro è stato talmente positivo che la società non ha esitato a confermare la propria presenza nel 2004. Per informazioni: www.satexpo.it

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Media 100 salvata in extremis La società israeliana Optibase ha formalizzato i dettagli dell’acquisto di Media 100, che continuerà a produrre sistemi di montaggio non lineare come unità a sé stante All’ultimo momento è arrivata Optibase a salvare Media 100 da quello che sembrava un destino ineluttabile e, vista le cifre in gioco, sembra proprio che non abbia fatto un cattivo affare. L’offerta che deve passare il vaglio della corte statunitense che cura i fallimenti, prevede un esborso da parte dell’azienda israeliana di 2,5 milioni di dollari per l’acquisto di Media 100. “Dopo l’approvazione da parte della Corte, Optibase intende conservare inalterate le attività di Media 100 sotto forma di un’unità interna in modo da continuare lo sviluppo, la vendita e il supporto dei prodotti Media 100,” ha dichiarato Tom Wyler, ceo e amministratore di Optibase. “Crediamo fermamente nelle capacità del team Media 100 e nella loro visione per i sistemi 844/X e Media 100 HD e siamo convinti che con la nostra solida posizione finanziaria la linea di prodotti Media 100 potrà realizzare il suo potenziale.”

“L’accordo con Optibase da a Media 100 un forte supporto finanziario in questa fase e ci consente di sostenere le vendite della versione 3 di 844/X e il lancio di media 100 HD,” ha detto John Molinari, presidente e ceo di Media 100. “Crediamo che grazie al nostro quinquennale e sostanzioso investimento tecnologico Opibase acquisirà prodotti all’avanguardia che le permetteranno di raggiungere una posizione fortemente competitiva nel mercato.” Nella malaugurata e fortunatamente piuttosto improbabile ipotesi che la Corte non approvi la vendita, Media 100 si vedrebbe costretta a cessare la sua attività e questo sarebbe veramente un peccato. Le potenzialità dell’hardware che è alla base del sistema di montaggio non lineare 844/X (il cui prezzo è stato sostanzialmente rivisto al ribasso lo scorso dicembre), non sono ancora del tutto sfruttate. L’errore fatto da Media 100 è stato probabilmente

quello dell’aver voluto rientrare dagli ingenti investimenti sostenuti per la ricerca e sviluppo con un prezzo di lancio troppo elevato, almeno se confrontato con le funzionalità delle prime versioni del software e con la crescente diffusione di soluzioni semplicemente basate sul software. Il risultato è stato un fatturato sensibilmente inferiore alle aspettative e una perdita di bilancio che è diventata in breve tempo incolmabile. Media 100 parteciperà al NAB di Las Vegas in uno spazio appositamente destinato dello stand della Optibase e presenterà Media 100 HD, il sistema di montaggio per video in definizione standard e alta basato su piattaforma Macintosh e sill’hardware proprietario Genesis HDX. In mostra allo stand ci sarà anche la versione 3 del sistema di editing 844/X che tra le tante novità include un modulo per la gestione del chroma-key completamente ridisegnato.

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in breve... Il sistema 'newsroom' di Avid alla versione 2.0 Supporto per sistema operativo Linux e incremento delle sue caratteristiche, apertura e produttività Immediata disponibilità della versione 2.0 del sistema Avid iNEWS, il sistema per l'organizzazione delle newsroom, che fornisce ai giornalisti tutti gli strumenti necessari per creare, organizzare e condividere notizie. Il sistema iNEWS 2.0 offre numerose nuove caratteristiche produttive, così come il supporto al sistema operativo Linux, fornendo una vasta gamma di piattaforme operative per gli utenti e permettendo una più stretta integrazione con gli ambienti di produzione Avid, e con i sistemi di gestione delle notizie di terze parti. "Offrire supporto per i sistemi iNEWS su piattaforma Linux porta ad un nuovo livello di affidabilità della gestione già critica delle notizie," sottolinea David

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Schleifer, responsabile della divisione Broadcast e W orkgroups di Avid. "Con questa evoluzione di iNEWS, ci siamo focalizzati sull'aumento della scalabilità e dell'accessibilità del sistema, così come sul modo di personalizzare le nuove caratteristiche a misura di utente. Queste novità hanno migliorato sorprendentemente la produttività giornalistica, rendendo A vid iNEWS il sistema che permette ai broadcaster di recapitare ancora più rapidamente, accuratamente e con migliore qualità le notizie.” Le nuove caratteristiche del sistema iNEWS 2.0 includono: Data receiver - facilitano e rendono flessibile e veloce la raccolta delle notizie, da ogni luogo, permettendo al sistema iNEWS di ricevere le informazione da fonti differenti: dai tradizionali servizi di abbonamento, alle e-mail spedite dai reporter direttamente dal posto. Rundown Mirroring - Facilita l'accessibilità tra le postazioni e abilita il disaster recovery, copiando automaticamente i rundown in posizioni diverse nell' ambito dello stesso sistema iNEWS, oppure in un altro sistema, o in un network condiviso. MOS Drag-and-Drop to Rundown - fornisce un'accurata e semplice integrazione con i dispositivi di terze parti, permettendo agli

utenti di trascinare con il mouse eventi MOS direttamente all'interno del rundown. In aggiunta a queste caratteristiche e alla compatibilità con Linux, il sistema iNEWS 2.0 offre opzioni che includono MOS, iNEWS ControlAir device driver, o FTP, per comunicare con le applicazioni e i prodotti di terze parti, rendendolo quindi la soluzione newsroom più compatibile e aperta ai sistemi di terze parti. TI sistema iNEWS 2.0 è anche nato per cooperare con la gamma di soluzioni video Avid, come Avid NewsCutter, Media Browse, e il sistema AirSPACE. "C'è una ragione per la quale più di 80.000 giornalisti nel mondo scelgono Avid iNEWS come loro sistema di gestione delle notizie," aggiunge Schleifer. "Offre la flessibilità, la potenza e la compatibilità con le terze parti, in aggiunta ad una moltitudine di caratteristiche per aumentare la produttività, l'accessibilità e l'accuratezza. Le newsroom, grandi e piccole, avranno ora il più integrato sistema di gestione delle notizie sul mercato". Avid presenterà l'ultima versione di iNEWS 2.0 al NAB, dal 19 al 22 Aprile a Las Vegas.

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My one cent N

ella buona tradizione di quasi trent'anni di pubblicazioni MonitoR ha sempre cercato di presentare gli argomenti, le informazioni e gli approfondimenti più interessanti per gli operatori di un settore che, proprio negli anni in cui la nostra rivista nasceva, usciva da un regime di monopolio e si apriva alle più svariate esperienze dei volontari delle radio e televisioni 'libere'. Sono emerse tante professionalità, si sono evolute le tecnologie, si sono aperti nuovi scenari, tutti argomenti e campi d'azione seguiti dalla redazione di MonitoR nel corso degli anni con la rivista cartacea e da alcuni anni con informazioni ancor più tempestive direttamente sul sito web, operativo da circa dieci anni. Nel corso dell' ultimo anno proprio sul versante della rete sono stati concentrati i nostri sforzi editoriali maggiori. E i risultati non si sono fatti attendere: www.monitor-radiotv.com conta ormai

su di una platea di 1600 visitatori in media al giorno che hanno scaricato nell'ultimo anno circa 4 milioni di pagine. Non abbiamo tuttavia dimenticato i nostri lettori 'cartacei'. Siamo da sempre convinti che l'informazione, soprattutto quella specializzata, si diffonde e si diffonderà anche in futuro attraverso quell'affascinante ed 'affidabile' mezzo che è la carta stampata, a dispetto dei Soloni che da alcuni anni preconizzano un mondo fatto solo di e-book, e-magazine, e-quantaltro. E allora al lavoro… cerchiamo di dare anche un veste più moderna e piacevole a queste parole e foto 'pressate' sulla cellulosa. Da questo numero nuova veste grafica (come avrete notato se siete arrivati fin qui!), dai prossimi mesi una completa ristrutturazione dei contenuti e della distribuzione per continuare a seguire il 'nostro' settore, delineato da quello che sta scritto a lettere ben chiare sotto la nostra vetusta testata. Non sono promesse 'elettorali', ce la stiamo mettendo proprio tutta…

Indice inserzionisti ABE Audiotek BLT CPE Colby Cosmolight CTE International Grisby Gruppo TNT KCM Label Panasonic Panatronics Pinnacle Planet Professional Show Scientific Atlanta Screen Service Sitel Sony Technosystem Telsat Trans Audio Video Videorigs

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Enrico Callerio

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Monitor n° 240 - 3/2004


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