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Rivista mensile specializzata • N° 256 • Aprile/Maggio 2006 • Anno XXVIII • ISSN 0394-0896 PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL • VIALE S.MICHELE DEL CARSO, 11 • 20144 MILANO • TEL. 0243910135 • FAX 0243999112 • E-MAIL: INFO@MONITOR-RADIOTV.COM • INTERNET: WWW.MONITOR-RADIOTV.COM
Il NAB di Las Vegas: all’insegna della continuità
Editoriale: Grass Valley all’attacco delle telecamere ‘giap’
Digitale terrestre: l’offerta di Mediaset st: adca a bro nza.tv d e i notiz rge time nve Le ul w.co ww
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Anno XXIX n. 256 - aprile/maggio 2006 ISSN 0394-0896
6 Nab 2006 Las Veagas: all’insegna della contiuità
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9 Le novità dalla mostra 27 La televisione a portata di mano
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31 Tutte le novità alla Videosignal 20 La primavera dell’HD
23 Il digitale secondo Mediaset 34 Editoriale: Grass Valley all’assalto delle telecamere giapponesi
25 Gli strumenti per il passaggio al digitale secondo Tektronix
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NAb 2006: all’insegna della continuità Più conferme che novità vere e proprie sono arrivate dal NAB di Las Vegas, il più importante evento per l’industria dei media elettronici
Con oltre centomila operatori registrati, dei quali un quarto provenienti dal di fuori degli Stati Uniti, e quasi 1.400 espositori il NAB conferma il suo ruolo di vetrina mondiale per l’industria del broadcast radiofonico e televisivo. Al tradizionale appuntamento primaverile non sono certo mancate le novità, ma è stata ben poca cosa in confronto ad alcune delle edizioni degli anni passati. Praticamente tutti i prodotti più innovativi erano stati già annunciati all’ultimo IBC o prima ancora, come la serie Infinity di Grass Valley che arriverà solo dopo l’estate. Evidentemente, la pessima abitudine di presentare i nuovi prodotti con largo anticipo sulla loro effettiva disponibilità, con il solo fine di rallentare le vendite della concorrenza, è una strategia di marketing che ancora dà i suoi frutti. Anche quest’anno sono stati numerosi gli annunci di prodotti futuri o futuribili, alcuni dei quali vedranno effettivamente la luce soltanto il prossimo anno, prodotti che
non sembrano però destinati a rivoluzionare il settore del broadcast tradizionale, quanto a realizzare praticamente quella mitica convergenza di cui si parla oramai da diversi anni.
Thales, che ha portato in dote la piattaforma SmartVision, nucleo centrale per la realizzazione di sistemi di trasmissione verso terminali mobili o via cavo. Sfruttando portali web dedicati, la piattaforma SmartVision permette
La tv è Mobile In effetti, nell’ultimo decennio si è assistito ad un progressivo allargamento della sfera di influenza del NAB, prima al desktop video, poi a Internet e al cinema elettronico e, infine, alla televisione su cellulari e dispositivi portatili in genere, la cosiddetta Mobile-TV. Una transizione inarrestabile, come ha sottolineato anche Marc Valentin, vice presidente della Thomson e responsabile Grass Valley, che prevede un raddoppio del valore di mercato da un anno all’altro, tendenza che è destinata a durare per diversi anni. In questo quadro si giustifica pienamente la recente acquisizione da parte della Thomson della
Mostrati al NAB i primi prototipi funzionanti dei camcorder Infinity della Grass Valley
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Un ampio spazio dell’esposizione è stato riservato per le aziende che si occupano di IPTV e Mobile TV
sia la distribuzione dei contenuti live che on-demand, occupandosi anche della gestione dei diritti e della fatturazione. Thomson non è la sola a credere in un roseo futuro per la Mobile TV. Per esempio, Datamonitor stima che il mercato della Mobile-TV possa generare ricavi a livello mondiale di oltre cinque miliardi di dollari nel 2009. Tra le tecnologie esistenti, Datamonitor pronostica una supremazia del DVB-H sul lungo periodo, pur assegnando consistenti fette di mercato al DMB (derivato dal radiofonico DAB e già largamente diffuso in Corea) e al MediaFlo della statunitense Qualcomm, che ha però lo svantaggio di essere una tecnologia proprietaria. Un duro colpo a MediaFlo è venuto dalla Mobile DTV Alliance (www.mdtvalliance.org), consorzio creato con l’intento di favorire l’adozione del DVB-H negli Stati Uniti e promosso da aziende del calibro di Harris, Intel, Microsoft, Motorola, Texas Instruments alle quali si è aggiunta recentemente anche SonyEricsson. Come è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa organizzata dalla Mobile DTV Alliance in occasione del NAB, broadcaster e operatori delle telecomunicazioni
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vogliono standard aperti, non solo per quel che riguarda la modulazione del segnale, ma anche per le guide elettroniche dei servizi e i protocolli di distribuzione e protezione dei contenuti. Proprio su questi punti si concentrerà l’azione del consorzio al fine di garantire una perfetta interoperabilità fra i diversi terminali e servizi: quel che si vuole evitare è il fatto che un cellulare possa ricevere soltanto i contenuti messi a disposizione da un certo operatore, rischio abbastanza elevato in assenza di precise regole riguardanti,
per esempio, l’accesso condizionato ai contenuti. La scelta della tecnologia DVB-H da parte della Mobile Dtv Alliance è stata 7 motivata dal reale carattere di standard aperto e dal supporto che sta ottenendo a livello mondiale, sia da parte dei fornitori di contenuti che dei fabbricanti di apparecchiature. Il primo servizio commerciale partirà a New York entro l’anno e l’obbiettivo è quello di raggiungere una trentina di città entro il 2007.
C’è anche l’appetitoso mercato della Mobile TV tra gli obbiettivi della Grass Valley
Contenuti su misura Qualsiasi sarà la tecnologia che risulterà vincente, produrre contenuti per la Mobile TV richiede un trattamento specifico: nella stragrande maggioranza dei casi, una semplice transcodifica non produce risultati tali da poter garantire un’esperienza visiva gratificante per l’utente. Partendo da queste considerazioni, Snell&Wilcox ha sviluppato, un software Helios per la transcodifica capace di analizzare il contenuto delle immagini video, isolando il soggetto principale dallo sfondo, che potrà così essere maggiormente compresso in modo da garantire risultati ottimali nel caso di materiale destinato alla distribuzione su terminali mobili, come cellulari o palmari, o Internet. Il software può anche gestire il ritaglio delle immagini in modo automatico o sotto il controllo diretto dell’operatore, operazione che può essere utile per ingrandire la zona più significativa. La conversione avviene più velocemente che in tempo reale, rendendo possibile 8 anche lo streaming del video in diretta. Helios trova applicazione anche per conversione del materiale da formato di registrazione su server a quello più adatto per i sistemi di montaggio non lineari o la messa in onda. Attualmente sono supportati i codec più diffusi, compreso l’Mpeg-4 Avc; trattandosi di una soluzione basata esclusivamente su software, sarà possibile aggiungere nuovi codec quan-
La dimostrazione delle potenzialità del sistema MediaGrid allo stand della Omneon
do se ne presenterà la necessità. La qualità dei risultati è garantita dall’impiego di tecnologie, come la stima del movimento a correlazione di fase Ph.C e la FormatFusion, che hanno reso famosi i prodotti della Snell&Wilcox. La tecnologia Ph.C, finora esclusiva dei convertitori di standard della casa inglese, garantisce la miglior qualità possibile nel passaggio da un frame-rate all’altro mentre FormatFusion si occupa in modo specifico delle operazioni di ridimensionamento e conversione d’aspetto delle immagini. La gestione di tracce audio multilingua e il supporto per i metadata integrati nei file Mxf sono altre prerogative della soluzione proposta da Snell&Wilcox.
Transcodifiche intelligenti con il software Helios della Snell&Wilcox
Lo storage diventa intelligente Le soluzioni tapeless, che fanno cioè a meno delle classiche videocassette come mezzo per l’archiviazione, si stanno oramai diffondendo. Tra le novità viste al Nab, quella che merita senz’altro una segnalazione di riguardo è il sistema MediaGrid della Omneon, composto da elementi modulari, i ContentServer, utilizzabili sia per l’archiviazione del materiale video e audio, sia per la sua elaborazione, come per esempio la conversione del formato dei video necessaria per la messa in onda o lo streaming su Internet. Ciascun ContentServer può avere una capacità interna di 2 o 12 TB (migliaia di GB) e la capacità complessiva può superare il migliaio di TB. L’archiviazione del materiale nel MediaGrid è coordinata dai ContentDirector, collegati tra loro con doppie porte gigabit Ethernet in modo da smistare le richieste provenienti dalle diverse postazioni di lavoro. In fase di registrazione, il ContentDirector suddivide il materiale in “fette” da 8 MB e lo distribuisce sui Content Server, creando tre o più copie dello stesso file. Il numero di copie del materiale può essere stabilito con il software ContentManager oppure determinato automaticamente dal sistema in base al numero di
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T I T O L O accessi che vengono fatti a quel certo materiale. Se confrontata con i diversi sistemi che adottano configurazioni Raid, una soluzione di questo tipo non è particolarmente efficiente dal punto di vista dello sfruttamento dello spazio di archiviazione, ma ha il vantaggio dell’offrire una maggior protezione dei dati registrati. Per esempio, nel caso di rottura di un hard disk non occorre attendere la sua completa sostituzione per poter essere certi di lavorare nuovamente in condizioni di completa sicurezza: almeno altre due copie delle porzioni di file registrate su quell’hard disk sono presenti nel sistema e ogni ContentDirector è in grado di ricostruire l’intero file. Una soluzione di questo tipo è proponibile oggi proprio grazie al costo relativamente contenuto degli hard disk.
Controllo automatizzato Il sistema proposto dalla Omneon ha destato l’attenzione di numerose aziende, compresa Tektronix che ha lanciato al NAB il sistema Cerify per la 10 verifica completamente automatica dei file associati a video e audio compressi. La verifica che il materiale abbia valori corretti di risoluzione e bitrate nonché la conformità ai diversi standard di codifica sono solo alcuni dei compiti che può assolvere Cerify. Per esempio, è possibile anche verificare che il video dia preceduto da un
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Il Cerify della Tektronix verifica automaticamente la conformità dei file
determinato numero di secondi di nero e che sia presente un particolare segnale audio di controllo. Anche i difetti più tipici della compressione video, come la presenza di fermi immagine o l’assenza dell’audio possono essere rilevati da Cerify che è capace di analizzare il video in definizione standard ad una velocità doppia rispetto al tempo reale. Tutto il materiale che non supera il controllo può essere automaticamente messo in “quarantena”, per evitare che possa essere utilizzato impropriamente, e viene segnalato all’operatore con un messaggio e-mail contenente una descrizione esplicita del tipo di errore e della sua posizione, eventualmente con allegato il frame video incriminato o la forma d’onda dell’audio. Per le sue caratteristiche, il sistema non è soltanto utilizzabile dai broadcaster o dagli operatori di rete, ma anche dai produttori di contenuti o da
quanti si occupano di archivi video, che con Cerify hanno a disposizione uno strumento per analizzare e controllare facilmente l’integrità dei contenuti degli archivi digitali. Il sistema Cerify si compone di una o più unità di test, il cui funzionamento può essere sorvegliato centralmente da un Cerify Controller, che si occupa di smistare il lavoro fra le diverse unità e può essere a sua volta controllato con un qualsiasi browser Web.
Anche i flussi sono non lineari Se la progressiva sostituzione degli archivi di videocassette con videoserver da una parte permette un accesso praticamente immediato al materiale registrato, dall’altra può renderlo anche introvabile se non si ha a disposizione un valido sistema di media asset management si occupi della
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Sempre imponente la presenza di Avid nel padiglione sud del Las Vegas Convention Center
catalogazione. La soluzione proposta al NAB da Avid con Interplay va oltre e giustifica il fatto che David Krall, presidente e ceo della società, l’abbia presentata come una tappa storica, al pari dell’introduzione dei sistemi di montaggio non lineare o delle prime soluzioni di storage condiviso. Interplay non si limita, infatti, a svolgere le classiche funzioni di asset management, ma integra in un unico sistema tutto quanto può essere utile per la realizzazione del prodotto finale, offrendo un’ampia gamma di strumenti finalizzati alla ricerca, all’archiviazione, alla visualizzazione, al logging, alla trancodifica automatica, all’encoding e al tracciamento intelligente di tutto il materiale utilizzato, non solamente quello audio e video. Più di 100 sono infatti i tipi di file supportati, compresi quelli di Adobe Photoshop o After Effects e documenti di testo o fogli di calcolo di Microsoft Office, indispensabili questi
ultimi per la parte più “gestionale” dei progetti. Il risultato è una semplificazione del lavoro di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, dai produttori ai giornalisti, fino a montatori audio e video e ai responsabili della messa in onda, compresi gli incaricati dell’ufficio legale e di quello finanziario. Il sistema si compone di moduli specifici per le diverse lavorazioni, come l’Interplay Assist che può essere utilizzato con un qualsiasi computer, sia Mac che Windows, per selezionare il materiale e aggiungere commenti di qualsiasi natura da parte dell’assistente alla produzione piuttosto che dal regista o del supervisore legale. Il modulo Assist può anche essere utilizzato dal giornalista per la creazione del montaggio da inviare direttamente alla messa in onda oppure per realizzare una bozza preliminare da finalizzare su una stazione di editing. L’eventuale trasferimento del materiale fra i diversi sistemi di archiviazione è
controllato dal modulo Interplay Transfer, i cui compiti sono quelli di evitare l’inutile duplicazione del materiale e la sua rintracciabilità in qualsiasi momento. Un modulo apposito si occupa poi delle eventuali operazioni di transcodifica che si rendessero necessarie per distribuzione sui diversi canali, mantenendo comunque traccia di tutti i commenti e i marcatori definiti in precedenza, per cui è sempre possibile risalire all’originale o stabilire se il materiale può essere o meno liberamente utilizzato. Secondo Chas Smith, vicepresidente e direttore generale della divisione video di Avid, “Nessun’altra combinazione di prodotti attualmente disponibile sul mercato è in grado di coadiuvare lo sviluppo di progetti, a partire dalle operazioni di pre-produzione sino ad arrivare a quelle di consegna, con un’efficienza superiore a quella offerta da Avid Interplay”.
Quando basta la parola Tra i prodotti che hanno fatto la loro 11 prima apparizione al NAB, si guadagna una menzione d’onore il +VoicePlus+ della Autoscript, un sistema di controllo ad attivazione vocale dei gobbi elettronici: lo scorrimento del testo è sincronizzato con il parlato del lettore, che non deve quindi utilizzare alcun controllo manuale o essere costretto a rispettare in modo maniacale una tempistica predefinita. Il funzionamento del +Voice-Plus+ è quanto di più naturale possa esistere e non richiede alcun addestramento specifico. Inoltre, l’eliminazione di qualsiasi dispositivo di controllo, lascia molta più libertà d’azione al presentatore o al giornalista, che può così muoversi
David Krall, presidente e ceo di Avid, durante la conferenza stam- Il sistema ad attivazione vocale per il controllo dei gobbi elettronici della Autoscript pa di presentazione di Interplay
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telecamere. Il bloccaggio degli snodi avviene tramite la rotazione di una manopola e richiede uno sforzo minimo, ma garantisce una perfetta stabilità del braccio in qualsiasi posizione.
Alta definizione rallentata Con due modelli della Sony e della Ikegami, che vanno ad aggiungersi alla LDK 6200 della Grass Valley, si allarga l’offerta delle telecamere HD capaci di riprendere a velocità superiore a quella standard e utilizzabili quindi per le riprese al rallentatore. La più “lenta” è la Sony HDC-3300 che può funzionare a cadenza tripla, sia in
modalità interlacciata 1080i, che progressiva a 720p; i sensori sono 3 Ccd progressivi ad alta velocità da 2/3 di pollice e il collegamento a fibra ottica da 10 Gbps tra telecamera e unità di controllo può estendersi anche oltre i due chilometri. Sensori di tipo Cmos sono invece utilizzati dalla Ikegami HDK-79EC/HS che opera a cadenza doppia, anch’essa negli standard 1080i o 720p, Elemento comune a tutti i sistemi di ripresa slow-motion in HD sono i server XT[2] della EVS, divenuti oramai lo standard de facto per questo tipo di applicazioni. La belga EVS ha presen-
Il monopiede fluido, la nuova trovata della Manfrotto
liberamente nello studio. Le funzionalità del +Voice-Plus+ possono essere aggiunte ai sistemi +WinPlus+ della Autosript che al NAB ha presentato anche il GoPrompt-15, un sistema 12 integrato utilizzabile anche in esterni, grazie all’elevata luminosità dello schermo.
Fluidità in movimento Un altro oggetto decisamente innovativo è il monopiede 560B della Manfrotto, in mostra allo stand della Bogen Imaging. La novità consiste in una cartuccia fluida inserita nella base d’appoggio, dotata di tre piccole gambe ripiegabili: in questo modo è possibile realizzare delle buone panoramiche, facendo a meno del classico treppiede con testa fluida, difficilmente utilizzabile in particolari condizioni o quando sia necessario spostarsi in continuazione. La testa vera e propria, dotata di attacco rapido, non è fluida e permette soltanto l’inclinazione in verticale. Il monopiede è realizzato in alluminio a sezione trilobata ed è del tipo a quattro allungamenti, con altezza variabile da 66 a 166 cm e carico utile di un paio di chilogrammi, sufficiente per supportare un camcorder prosumer. L’altra novità presentata da Manfrotto sono i braccetti idrostatici, ideali per il fissaggio di visori o altri accessori alle
Anche Ikegami propone una telecamera HD per riprese al rallentatore
Lo stand dell’EVS al NAB con i nuovi colori sociali
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tato al NAB anche la versione 2 del software IP Director che rende ancora più rapida la produzione, grazie a caratteristiche quali la possibilità di assegnare a ciascuna clip una serie di parole chiave ricavate da liste predefinite. Il codec nativo per sistemi di montaggio Avid è un’altra novità mentre per Apple Final Cut Pro è possibile il trasferimento del materiale a velocità fino a 10 volte superiore al tempo reale, Nuova versione, la 2.2, anche per il software CleanEdit che permette ora di gestire il voice-over, inserire differenti formati nella stessa timeline, esportare il montaggio in formato SDI senza rendering, gestendo anche il pan e scan delle immagini.
P2 migliora la compressione Il camcorder a stato solido Panasonic AJ-HPC2000 sarà il primo ad utilizzare il metodo di compressione AVC-intra per segnali video in alta definizione, oltre al collaudato DVCPro HD. Secondo Panasonic, il nuovo metodo 14 di compressione è in grado di produrre la stessa qualità del formato DVCPro HD, ma con una banda dimezzata, raddoppiando quindi l’autonomia di registrazione, senza i limiti propri dei formati Mpeg-2 long GOP. Come il precedente modello della linea P2 in definizione standard, l’AJSPX800, il nuovo camcorder disporrà di cinque slot per schede P2, che hanno attualmente una capacità massima di 8 GB, sufficienti ciascuna per registrare 8 minuti di video in formato DVCPro HD a 720p o 1080i o il doppio nel formato AVC-intra, che sarà siglato P2 HD. I sensori utilizzati dall’AJHPC2000 sono tre CCD da 2/3 di pollice a scansione progressiva, accoppiati con convertitori a 14 bit. La sensibilità è di F10 a 2.000 lux e il guadagno arriva a 62 dB, permettendo di catturare immagini con livelli di illuminazione di soli 0,032 lux. Per il collegamento a un sistema di montaggio si potrà scegliere fra le interfacce Ieee 1394/FireWire o USB 2.0. Il prezzo dovrebbe essere inferiore ai 30.000 dollari e la disponibilità è attesa per l’inizio del prossimo anno. Per lo stesso periodo è prevista anche
Due nuovi camcorder a 60 frame progressivi per la linea ProHD della JVC
la commercializzazione della P2 HD Station AJ-HPS1500, un recorder universale da studio per schede P2 che potrà gestire anche la down-conversion o l’up-conversion del video registrato nei diversi formati della famiglia DVCPro. La P2 HD Station potrà integrare un’unità a dischi removibili per il backup del materiale registrato su schede P2, per le quali sarà dotata di cinque slot. Il pannello di controllo è simile a quello di un classico videoregistratore e un display da 3,5 pollici facilita la ricerca e la selezione del
materiale. La connettività con altri dispositivi video sarà garantita dalla presenza di ingressi e uscite SDI e HD-SDI mentre le interfacce Ieee 1394/FireWire, USB 2.0 e Gigabit Ethernet potranno essere utilizzate per il collegamento a un computer o a una rete. Per la linea P2 HD è previsto anche il recorder compatto AJHPM100 alimentabile a batteria, dotato di sei slot per schede P2 e anch’esso capace di registrare nei formati DVCPro HD 720p o 1080i, DVCPro 50 e 25, con up-converter e down-converter integrati. L’AJ-HPM100 sarà disponibile entro l’anno, ma occorrerà attendere fino all’aprile del 2007 per il codec AVC-Intra che sarà offerto come opzione.
JVC rilancia con il ProHD
John Baisley, presidente Panasonic Broadcast Usa, presenta il camcorder P2HD
Con oltre 12.000 unità vendute in poco più di otto mesi, il GY-HD100 si è conquistato un ruolo di primo piano nella produzione di documentari e servizi giornalistici in alta definizione, grazie alla possibilità di utilizzare ottiche intercambiabili e di registrare il video a 720p/24 su cassette Dv, un’estensione del formato Hdv per la quale JVC ha coniato il marchio ProHD. La modalità di registrazione anche a 60 frame progressivi, sempre a 720 linee, è una delle caratteristiche dei due nuovi camcorder siglati GYHD200 e GY-HD250, esteticamente simili al capostipite e anch’essi dotati
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di 3 Ccd da 1/3 di pollice. Per entrambi è disponibile un adattatore per l’impiego delle ottiche cinematografiche 16 mm con montatura PL mentre la funzione Enhanced Cinema Gamma garantisce un maggior controllo sulla qualità delle riprese. L’uscita HD-Sdi con audio embedded è una prerogativa del GY-HD250 per il quale sarà offerto anche un adattatore per l’impiego come telecamera da studio, con connettore a 26 pin per il collegamento all’unità di controllo remota; questo modello integra anche l’adattatore per l’impiego delle batterie da 14,4 v della Anton Bauer. Tutti i camcorder della linea ProHD possono poi registrare contemporaneamente su nastro e sugli hard disk DR-HD100 per un più rapido utilizzo del materiale con sistemi di montaggio non lineare. I due camcorder della JVC saranno disponibili dal prossimo mese di ottobre.
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La nuova Arriflex 416 ha debuttato proprio al Nab
Arri insiste sul Super16 Chi pensava che Arri si fosse rassegnata a mettere da parte la pellicola, specialmente dopo l’introduzione della telecamera Arriflex D20 studiata in modo specifico per le applicazioni di cinematografia elettronica, ha dovuto ricredersi. La Arriflex 416 condivide numerose delle caratteristiche tecniche e funzionali dei modelli di punta della casa tedesca e ha una rumorosità inferiore a 20 dB. Il frame rate può essere variato in modo continuo da 1 a 75 fps, anche durante le riprese, e il mirino ottico, simile a quello della 435, integra il video assist. Le produzioni televisive sono uno dei principali mercati a cui si rivolge la Arriflex: serial come Sex and the City sono stati girati in Super 16. Arri prosegue comunque nello sviluppo della D20, ora disponibile in versione definitiva, ma solo per il noleggio. Per la D20 è stato presentato il FlashMag, adattamento del registratore a stato solido Venom della Grass Valley che permette di registrare una decina di minuti in formato 4:4:4 a 10 bit, in modalità logaritmica o lineare.
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Più potenza per il wireless Reduce dai successi del Super Bowl e di Torino 2006, il sistema wireless Link XPHD si completa con un amplificatore da 1 watt di potenza e del peso di 650 g, accoppiabile direttamente al trasmettitore. Il sistema Link XPHD si inserisce fra la batteria e il corpo della telecamera e sfrutta un encoder Mpeg con un ritardo del segnale limitato a 50 millisecondi, quasi impercettibile per le applicazioni pratiche, cosa che lo rende adatto anche in situazioni nelle quali sia necessario miscelare il segnale con quello di altre telecamere collegate via cavo. L’amplificatore è utilizzabile anche con gli altri sistemi wireless della Link e sfrutta la modulazione Cofdm. La potenza assorbita è di circa 20 w: per evitare un consumo eccessivo, un interruttore permette di attivare l’amplificatore solo quando è necessario disporre di una maggior potenza trasmissiva e coprire così distanze superiori.
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Massima integrazione Un unico frame per tutte le esigenze di smistamento e trattamento dei segnali video e audio è ciò che contraddistingue l’offerta della norvegese Fjord, una delle matricole del NAB. Come ha dichiarato Wiggo Evensen, fondatore della società norvegese, “il
nostro vantaggio è quello di essere partiti da zero: il non dover garantire alcuna forma di compatibilità ci ha permesso di realizzare una soluzione molto innovativa”. Nello stesso frame coesistono matrici convenzionali ed ottiche multi-formato, distributori e convertitori. Per esempio, in un frame da 1 RU possono trovare posto ben 12 schede ed è possibile avere una matrice 20x20 per segnali HD-Sdi e otto uscite ottiche; le matrici sono configurabili in blocchi di 4 e sono quindi possibili configurazioni che vanno da 4 x 36 a 36 x 4 con tutti i gradini intermedi. Lo stesso frame può anche ospitare una matrice multi formato, composta da una matrice HD-Sdi 8x8 con 4 ingressi ottici, una matrice audio Aes 8x8, una matrice Sdi 4x4 con la possibilità di gestire anche segnali DVB-Asi, RS-422 e altro. I frame sono disponibili in dimensioni da 2, 4 e 8 RU ed accettano tutti le stesse schede, garantendo così la massima flessibilità e scalabilità. Anche i pannelli di controllo hanno la stessa struttura modulare e sono previsti anche modelli dotati di piccoli schermi a cristalli liquidi per un controllo visivo dei diversi segnali presenti. L’utilizzo di collegamenti Gigabit Ethernet rende possibile il controllo centralizzato di tutte le apparecchiature, che può anche essere affidato al software FleetMaster.
Wiggo Evensen, fondatore della Fjord illustra le caratteristiche del sistema modulare Free4
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S E Z I O N E del Mac senza sfarfallio. Con Final Cut Pro si ha poi una più accurata visione del materiale interlacciato rispetto a quella offerta dall’Apple Cinema Display e la correzione hardware del gamma garantisce una fedele riproduzione dei colori. Inoltre, i progetti in HD possono essere visualizzati su monitor in definizione standard e anche registrati, grazie alla componentistica integrata nel convertitore che accelera anche la riproduzione di materiale nei formati Hdv e DvcPro HD, lasciando libero il processore del Mac di svolgere altri compiti.
Resistrazioni su disco illimitate Anche un master control può trovar posto nello chassis delle matrici Utah-400
Matrici controllate L’elettronica del master control MC400 HD/SD della Utah Scientific trova posto su una scheda inseribile all’interno di uno degli slot di uscita di una matrice digitale Utah-400. In questo modo si elimina la necessità di qual18 siasi collegamento esterno fra la matrice e il master control, che può accedere direttamente a qualsiasi segnale presente nella matrice. Il master control MC-400 è in grado di determinare autonomamente lo standard del segnale di riferimento, configurandosi automaticamente nel modo più appropriato, sia per segnali SD che HD. La dotazione del master control integra due keyer indipendenti, ognuno dei quali può essere alimentato da un generatore di logo interno o da un qualsiasi segnale interno o esterno alla matrice. Altri due keyer con le stesse funzionalità possono essere aggiunti con il processore KP-400, che può essere anch’esso installato nella matrice. Loghi e clip audio possono essere trasferiti direttamente nel master control il cui funzionamento è controllato da un pannello che serve anche da interfaccia per sistemi di automazione o linee GPI. Utah ha anche presentato il pannello di controllo UCP-MM per le proprie matrici che integra sedici tasti con display dinamico e quattro piccoli schermi a cristalli liquidi di tipo touch-screen.
Matrox su misura per i Mac Collegando il convertitore Matrox MXO all’uscita Dvi della scheda grafica di un PowerMac o di un PowerBook si hanno a disposizione uscite video analogiche e digitali di qualità broadcast, anche in alta definizione e con 8 canali audio embedded, il tutto per la modica cifra di 899 euro. Il convertitore può essere utilizzato con qualsiasi applicazione basata su QuickTime e permette di visualizzare l’anteprima su un monitor televisivo o anche di registrare su nastro senza perdita o duplicazione di frame. Il driver dell’MXO intercetta il segnale in formato Yuv e lo invia direttamente al connettore DVI, unitamente ad un massimo di otto canali audio, che possono poi essere incorporati nel segnale digitale SDI. Le uscite si possono sincronizzare con una sorgente esterna ed è possibile anche utilizzare il convertitore per registrare il contenuto dello schermo
Primo rappresentante della seconda generazione di registratori su hard disk della nNovia collegabili via FireWire al camcorder, il QC Deck sfrutta cartucce removibili per garantire registrazioni in formato DV o HDV di durata virtualmente illimitata. L’unico ostacolo pratico può essere rappresentato dal costo delle cartucce, che varia dai 200 dollari del modello da 40 GB ai 500 dollari di quella da 120 GB, capacità sufficiente per registrare oltre 9 ore di video in formato DV o HDV. Le cartucce contenenti l’hard disk sono ben protette da urti accidentali e possono essere collegate direttamente ad un computer con interfaccia Usb o FireWIre per procedere immediatamente al montaggio del materiale video, registrabile in diversi formati (Avi, Mov, Mxf e M2T). Dal punto di vista operativo, il QC Deck estende poi le funzionalità del camcorder, mettendo a disposizione la funzione di pre-record, che permette di registrare fino a 8 secondi prima della pressione del tasto Rec, e quella di Time-lapse, per la registrazione di singoli fotogrammi ad intervalli prefissati o su comando. L’unità base, comprendente una cartuccia da 100 GB, batteria e caricabatteria ha un prezzo di poco superiore ai duemila dollari.
Il convertitore MXO della Matrox può essere utilizzato anche con i nuovi MacBook Pro
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La primavera dell’HD Numerosi operatori hanno partecipato all’HD Technology Day organizzato da Leitch/Harris per parlare di alta definizione e delle problematiche connesse alla sua introduzione, che non è poi così di là da venire
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Il Videotek TVM-95°, il modello di punta dell’offerta Harris
La scelta del primo giorno di primavera come data per il seminario voluto da Leitch Italia è probabilmente del tutto casuale, ma significativa per l’argomento affrontato, vale a dire l’alta definizione televisiva, una sfida che quanto prima anche le emittenti italiane si troveranno a dover affrontare. Non certo casuale è invece la scelta del luogo, un hotel a un isolato di
Valter Bordignon, responsabile di Leitch Italia
distanza dagli studi della Videotime di Cologno Monzese, il comune della periferia milanese in cui hanno sede anche altre emittenti televisive. La distanza ha giocato a favore dell’affluenza degli operatori, che hanno completamente riempito la sala convegni dove ha avuto luogo il seminario. A far gli onori di casa c’era naturalmente Valter Bordignon, responsabile vendite e rappresentante della Leitch in Italia. In un quadro di generale apatia che sembra contraddistinguere il settore del broadcast italiano, Bordignon non si lamenta certo di come stanno andando le cose: “Se dovessi lavorare anche quest’anno come ho lavorato nel 2005, ci metterei la firma”, è stata la sua dichiarazione. La funzione di Bordignon è quella di coordinare i diversi rivenditori Leitch, come la Video Systems Engineering di Milano o la Allyn di Roma, ma la mole di lavoro è tale che richiederebbe un ampliamento della struttura, operazione sospesa in attesa di chiarimenti da parte dei vertici di Harris, l’azienda che ha acquisito Leitch lo scorso anno.
“La struttura si allargherà, ma molto gradualmente”, dice Bordignon, “Vogliamo continuare a lavorare a livello di supervisione, senza sovrapporci a chi sta lavorando per noi e lo sta facendo bene.” Tra i contratti recentemente conclusi dalla Leitch Italia c’è anche quello per la fornitura a Videotime degli strumenti TVM950 della Videotek (Ndr: azienda che era stata acquisita due anni fa dalla Leitch e che ora fa parte anch’essa della Harris). Videotime è stato il primo beta site europeo per il TVM950 e oltre 20 strumenti Videotek sono attualmente in uso nel centro produzione del gruppo Mediaset. “Abbiamo scelto gli strumenti Harris/Videotek per gestire tutte le misure dei segnali nei nuovi studi di messa in onda pay-per-view” ha dichiarato Mauro Cassanmagnago, responsabile tecnico di Videotime, “per il fatto di integrare waveform monitor, vettorscopio, monitor per le immagini e l’audio, la serie TVM mette a disposizione in un apparecchio compatto e conveniente tutto quello di cui avevamo bisogno per il controllo dei segnali, compreso un analizzatore per Teletext e WSS (Wide Screen Signalling), oltre alla decodifica del-
Dave Dougall, responsabile europeo della divisione broadcast della Harris
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T I T O L O l’audio multicanale DolbyE” L’importanza dello stretto rapporto esistente fra Leitch e Videotime è sottolineata anche da Dave Dougall, responsabile europeo della divisione broadcast della Harris: “Siamo lieti di poter annoverare Mediaset fra gli utilizzatori dei nostri strumenti di misura Videotek in questa fase di avviamento verso l’alta definizione. La serie TVM ha destato un notevole interesse fra i nostri clienti in tutto il mondo dal suo lancio nello scorso settembre. Oltre a offrire una serie di funzionalità in un unico apparecchio, il nuovo TVM-950 offre funzioni come la possibilità di suddividere lo schermo in quadranti, una caratteristica essenziale per Mediaset, poiché in questo modo è possibile ridurre il numero di strumenti che i loro operatori devono controllare”.
Un ruolo da protagonista Con l’acquisizione di Leitch, Harris ha notevolmente rafforzato la sua presenza nel settore broadcast, come dichiara Dougall: “abbiamo praticamente raddoppiato il fatturato, superando i 500 milioni di dollari, cifra che ci posiziona fra i più grandi protagonisti del settore broadcast”. La riconosciuta affidabilità dei prodotti Harris sarà sfruttata associandone il marchio a quello originario, per cui i prodotti Leitch avranno entrambi i marchi e lo stesso accadrà per Inscriber e Videotek. “Quello che vogliamo sottolineare è che non c’è stata e non ci sarà alcuna discontinuità di prodotti e persone”, afferma Dougall. Il primo problema che dovrà affrontare Harris sarà la riorganizzazione di tutte le strutture: “Abbiamo ereditato differenti forze vendita, ognuna delle quali operava in canali diversi, ma in futuro vogliamo proporci al mercato come un’azienda singola, con una sola forza vendita. Non intendiamo però trasformarci in venditori di scatole, né essere l’ennesimo system integrator, ma piuttosto proporci come architetti dell’integrazione”. Sempre secondo Dougall, “ciò che realmente distingue Harris da altre aziende è il software, noi possiamo fornire soluzioni per il broadcaster tradizionale, ma anche per chi fa Iptv piuttosto che Dvb-H.
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Il convertitore X75, un vero e proprio coltellino svizzero per la conversione dei segnali video e audio
Per tutte queste applicazioni, il software costituisce l’elemento che ci distingue dalla concorrenza e questo i clienti ce lo riconoscono. In pratica, possiamo fornire sia il server che il software per l’automazione e l’utilizzatore ha la certezza che non ci potrà essere un rimpallo di responsabilità se qualcosa non funziona a dovere”.
Il software al cuore dell’offerta Un elemento centrale dell’offerta software della Harris è proprio H-Class che, come spiega Dougall: “non è come una qualsiasi automazione o un sistema per la gestione dei contenuti, ma piuttosto una piattaforma per tutte queste applicazioni. H-Class può essere considerata una sorta di Microsoft
Office per il mondo del video. Tutto ciò si traduce in una maggiore possibilità di interazione fra i moduli e l’eliminazione della necessità di inserire nuovi dati descrittivi ad ogni passaggio”. Una delle prerogative della soluzione Harris è proprio la possibilità di 21 poter soddisfare differenti esigenze di produzione, grazie ad una struttura perfettamente modulare. “È molto importante in questa fase di transizione riuscire a proporre il contenuto giusto, al tempo giusto e nel formato giusto, eventualmente garantendo anche il pagamento da parte di chi lo fruisce. H-Class non è una piattaforma adatta soltanto alla gestione di grandi sistemi, ma proprio per essere il risultato dell’integrazione tra moduli separati ma interagenti si può adattare facilmente alle diverse real-
La nuova linea di server Nexio XS utilizzerà solo codec software
T I T O L O tà”. Per quanto riguarda l’alta definizione, Dougall si dimostra più che ottimista: “La richiesta di prodotti per HD sta cominciando a crescere anche in Europa, nessuno fa più investimenti di una certa importanza se non su prodotti commutabili in HD o almeno che possano essere aggiornabili in un secondo tempo, e questo vale soprattutto per quanto riguarda il comparto della produzione”. Anche la diffusione del video via Internet o sui cellulari sono seguite con attenzione dalla Harris. “Siamo in grado di fornire una soluzione completa per la IpTv, la televisione diffusa su reti a larga banda con il protocollo Internet, c’è molto interesse in questo momento. Per ora si è trattato prevalentemente di sperimentazioni limitate ad aree geografiche ristrette, ma è indubbio che possa avere in futuro un’importanza sempre maggiore”, sostiene Dougall e conclude: “Discorso analogo per quel che riguarda il Dvb-H: tra quanti hanno partecipato alle prime sperimentazioni in Inghilterra, una percentuale com22 presa fra il 60 e il 70 % si è dichiarata disposta a pagare per questo tipo si servizio, risultato che incoraggia a proseguire su questa strada”.
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Le novità Harris Numerose novità sono state annunciate per il multipath up/down/cross converter/synchronizer X75, uno degli apparecchi di maggior successo della Leitch/Harris che può essere considerato una sorta di coltellino svizzero per la conversione di segnali da Pal nei diversi formati dell’alta definizione e viceversa. La struttura base resta sostanzialmente invariata mentre aumentano le opzioni che ne estendono le funzionalità, permettendo tra l’altro il monitoring di streaming video in formato Mpeg-4 e la possibilità di tenere sotto controllo la sincronizzazione fra audio e video con l’opzione V2A, che sfrutta un segnale test inserito in modo completamente trasparente, ma sufficientemente robusto da poter sopportare operazioni di conversione e codifica. Sempre per l’audio, sono ora otto gli ingressi e le uscite in standard AES messe a disposizione dall’X75, con l’opzione di estenderli a 32, e ogni canale può essere trattato separatamente e incorporato nelle uscite Sdi o Hd-Sdi. Infine, anche il supporto per la codifica audio DolbyE è offerta come opzione. Sul fronte dei server, Harris presenterà la linea Nexio XS che si distingue per l’impiego di codec software, permettendo quindi di scegliere fra un’ampia gamma di metodi di compressione,
sia in SD che in HD. Inizialmente saranno forniti i codec per i formati DV25, DV50, IMX e Mpeg2 long GOP. Il materiale nei diversi formati potrà tranquillamente coesistere all’interno dei server, senza che sia necessaria alcuna riconfigurazione. I server Nexio XS integreranno funzionalità di editing del materiale registrato e potranno essere collegati a una SAN (Storage Area Network) utilizzando un’infrastruttura fibre channel a 4 Gbps oppure Gigabit Ethernet. Nessun limite pratico per quel che riguarda la scalabilità, che può andare da due fino a cento canali, mentre l’affidabilità è garantita dalla tecnologia RaidSoft, tanto robusta da poter sopportare senza problemi anche guasti multipli. Alla serie di strumenti Videotek si aggiunge poi il TVM-840 che offre le funzioni base di waveform monitor, vettorscopio, gamut e monitor audio per segnali Sdi in definizione standard. Per tutti i modelli delle serie TVM e VTM sarà poi disponibile un modulo per l’analisi di transport stream Mpeg-2 con decoder integrato, mentre solo per il TVM-950 e i VTM è prevista l’opzione Rgb Dual link, che aggiunge il supporto per segnali Rgb o component 4:4:4 anche con chiave. Altre novità sono attese per i prodotti Inscriber, ma di queste ne parleremo nei prossimi numeri.
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S E Z I O N E Se Mediaset chiama, il pubblico arriva sempre numeroso
Il digitale secondo Mediaset Sviluppo dell’offerta Mediaset Premium, lancio della Mobile Tv e inizio delle trasmissioni in HD sono gli obbiettivi che 23 si è posta Mediaset per l’immediato futuro In un roadshow che ha toccato numerose città italiane, Mediaset ha presentato a rivenditori e installatori le proprie strategie per il digitale terrestre. A far gli onori di casa è stato scelto Marco Leonardi, responsabile Mediaset Premium, che ha cominciato delineando la situazione attuale della
Marco Leonardi, responsabile Mediaset Premium
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televisione digitale terrestre. “Anche se qualcuno afferma il contrario, si tratta di un processo inarrestabile. Non è assolutamente possibile un rinvio oltre la data del 2008 a meno che non si modifichi la legislazione”, ha esordito Leonardi accennando poi alla situazione delle due aree all-digital, Sardegna e Val d’Aosta, che avrebbero dovuto procedere allo spegnimento dell’analogico inizialmente fissato per gennaio e poi spostato a luglio con motivazioni definite “difficilmente spiegabili”. Secondo Leonardi, il digitale terrestre è l’unica piattaforma gratuita, al contrario di cavo e satellite considerate troppo onerose per le famiglie: “il digitale terrestre è stato scelto per permettere a tutte le famiglie di vedere la televisione gratuitamente, senza parabola o cavo”. A tre anni dall’avvio della sperimentazione, la copertura del territorio italiano non è però migliorata più di tanto, come ha dovuto ammettere lo stesso Leonardi. Il Mux1 di Mediaset rag-
giunge oggi l’81% della popolazione mentre il Mux2 è fermo al 70%, più o meno la stessa percentuale del Mux di D-Free, sfruttato da Mediaset per la diffusione di Rete4 e Italia1. Per quel che riguarda la ricezione del segnale, Mediaset ha in cantiere un’iniziativa per facilitare la ricezione del digitale nei condomini, che dovrebbe concretizzarsi con la copertura delle spese per l’adeguamento degli impianti di ricezione in alcuni caseggiati, totalmente a carico dell’azienda del biscione.
Decoder e interattività Molto confortante è invece il dato dei decoder già operativi, che secondo le ultime rilevazioni di Gfk ha raggiunto quota 3,5 milioni. Come ha osservato Leonardi, se fino al gennaio del 2005 i decoder sono stati venduti solo per effetto dei contributi governativi, poi sono stati i contenuti a spingere il mercato, in particolare le partite di calcio in pay per view. Un ottimo risultato
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L’attuale offerta del digitale terrestre è considerata da Mediaset più che soddisfacente
è stato raggiunto anche da Boing, il canale gratuito dedicato a bambini e ragazzi in onda solo sul digitale terrestre: i numeri di ascolto non possono essere resi pubblici da Mediaset, perché non sono rappresentativi della popolazione, ma sono stati definiti da 24 Leonardi “superiori a quelli dei canali satellitari concorrenti”. Sul fronte dell’interattività, il fiore all’occhiello di Mediaset è considerato il programma di Costanzo con flussi alternativi prodotti esclusivamente per il digitale terrestre. Da qualche mese è poi finalmente attiva la guida elettronica ai programmi, che può essere richiamata con la pressione dell’apposito tasto di alcuni telecomandi, ma Leonardi auspica che in futuro questa funzionalità possa essere estesa a tutti i decoder. Definiti buoni anche i risultati ottenuti con la versione interattiva del TG5, tanto che
si pensa a breve di estenderla anche a Studio Aperto e Studio Sport. Per le applicazioni di T-gov, la partenza è prevista in Lombardia dopo l’estate, sfruttando la Carta Regionale dei Servizi, distribuita lo scorso anno in concomitanza con la campagna elettorale e finora rimasta del tutto inutilizzata. La Carta potrà essere utilizzata per la scelta del medico di base piuttosto che per la prenotazione delle visite specialistiche. L’idea è quella di estendere il servizio anche ad altre regioni, ma è ancora prematuro parlare di date.
Sempre più Premium
Nei piani di Mediaset c’è naturalmente un’estensione dell’offerta Premium, che comprenderà anche serial di successo come OC e I Soprano offerti in pacchetti minimi di due euro per due episoddi, ma con la possibilità di abbonarsi anche all’intera serie. Inoltre, tutti i reality show saranno offerti anche da Premium a tutte le ore del giorno, come è stato fatto con l’ultima edizione del Grande Fratello, mentre per il cinema gli accordi stipulati con Sony-MGMColumbia e BuenaVista permetteranno di allargare l’offerta. A quanto dichiara Mediaset, il canale Boing supera in ascolti altri Continuerà naturalmente canali simili da satellite la trasmissione con la for-
mula pay per view delle partite del Campionato di Calcio di serie A, che saranno affiancate da quelle della Uefa Champion’s League: Mediaset si è assicurata i diritti di tutte le partite di questa lega e ne trasmetterà quattro in diretta e le altre in differita. La novità assoluta è però rappresenta dal lancio di un canale a pagamento dedicato esclusivamente ai videogiochi: le tariffe dovrebbero essere di 50 cent al giorno oppure di 5 euro al mese. Sul piano tecnico, entro l’estate sarà distribuito il nuovo software per i decoder che permetterà di utilizzare le nuove card ricaricabili, attivabili via telefono. Solo i decoder aggiornati potranno avere accesso alle nuove funzioni, tra le quali spicca la modalità di pagamento a tassametro o pay per time, formula che potrà essere utilizzata per i reality o per il canale giochi: in questo caso, si parla di una tariffa dell’ordine di un cent al minuto.
Le nuove frontiere Mediaset è attualmente impegnata nel lancio dei servizi di Mobile TV sia con Tim che con Tre. Nel caso di Tim, l’azienda del biscione fornirà i contenuti delle sue tre reti principali, il canale Boing e le partite di Serie A delle quali detiene i diritti, partite che saranno visibili anche con i Tvfonini di Tre. Tutte le trasmissioni saranno effettuate in simulcast, senza alcun adattamento, scelta perlomeno opinabile. Meno interessante per Mediaset sembra essere l’alta definizione. Stando a quanto ha dichiarato Leonardi, occorrerà attendere la stagione 2007/2008 per l’inizio delle trasmissioni, in ogni caso occorrerà attendere lo switch-off dell’analogico per una diffusione su larga scala. L’ipotesi su cui si sta lavorando è quella di offrire inizialmente Canale 5 in forma gratuita. Infine, rispondendo ad una domanda dal pubblico sulla possibilità che il governo metta a disposizione altri contributi per l’acquisto di decoder per il digitale terrestre, Leonardi si è dichiarato piuttosto scettico: “nella migliore delle ipotesi, se ci saranno nuovi contributi saranno limitati alle sole aree all-digital”.
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Gli strumenti per il passaggio Presentata da Tektronix una nuova serie di strumenti per il controllo dei segnali video digitali derivati dal fortunato rasterizer WVR6100/7000, adatti sia a segnali Pal che in alta definizione
Paul Robinson, general manager della Tektronix Cambridge
Pur detenendo una fetta del 40% del mercato degli strumenti di misura e controllo del video, Tektronix non dorme certo sugli allori. La casa americana è stata la prima a proporre rasterizer che fossero effettivamente in grado di porsi in alternativa agli strumenti di misura tradizionali che impiegano tubi a raggi catodici, riuscendo a realizzare apparecchi che ne emulano perfettamente il comportamento. A prima vista ciò potrebbe apparire abbastanza semplice, visto che un discreto numero di software permettono di visualizzare la forma d’onda di un segnale, piuttosto che le fasi delle componenti colore, ma quello che è riuscito a fare Tektronix è ben diverso. Per esempio, il vaweform monitor dei rasterizer riproduce con una maggiore intensità i segnali stabili rispetto a quelli transitori, segnali
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che altrimenti andrebbero persi a causa dei tempi di risposta piuttosto lenti degli schermi a cristalli liquidi. Un modo per verificare la bontà di un rasterizer è quello di visualizzare il segnale generato da un normale player Dvd riproducendo un disco protetto da copia: gli impulsi del sistema di protezione Macrovision risultano sempre ben visibili con i rasterizer della Tektronix, pur essendo la loro durata inferiore a quella dell’intervallo verticale.
Innovare per soddisfare I rasterizer hanno poi permesso di introdurre ulteriori innovazioni, in particolare per quel che riguarda le modalità di visualizzazione dei segnali, sotto certi aspetti più intuitive. Non si tratta semplicemente del capriccio di qualche progettista, stufo di vedere
le solite forme d’onda, ma piuttosto di innovazioni dettate da un cambiamento radicale che sta subendo il settore della produzione e post-produzione video. “Il responsabile tecnico capace di destreggiarsi fra fasi delle sottoportanti cromatiche e amenità del genere è una specie in via d’estinzione”, osserva Paul Robinson, direttore della Tektronix Cambridge, e prosegue: “I prodotti devono poter essere utilizzati da personale non particolarmente esperto, ma che deve essere in grado di stabilire immediatamente quale sia il problema”. Questo approccio si riflette nella proposta di strumenti distinti per gli operatori e il personale tecnico, come sono appunto le due versioni dei nuovi waveform monitor derivati dai rasterizer, la coppia Wfm7000 e 7100 (Maggiori dettagli nel box che ne riporta le caratteristiche). Secondo Robinson, un’altra peculiarità degli strumenti Tektronix consiste 25 nella possibilità di prevenire possibili problemi e cita come testimone un operatore di una nota emittente inglese che, alla domanda di quale fosse la ragione principale che l’aveva indotto a scegliere gli strumenti Tektronix, ha risposto: “La ragione principale per cui compriamo le vostre apparecchiature è perché possiamo rilevare i problemi prima ancora che siano i nostri telespettatori a segnalarceli”. Questo fattore è particolarmente importante nel caso dei segnali digitali, che al contrario di quelli analogici sono soggetti a un degrado molto più repentino. Gli strumenti Tektronix sono gli unici capaci di misurare contemporaneamente il jitter e l’allineamento di un segnale digitale, indicando anche la presunta lunghezza del cavo utilizzato per il trasporto. Una simile indicazione si rivela preziosa soprattutto nelle riprese in esterni, poiché spesso non si ha la possibilità di verificare direttamente lunghezza e livello di integrità dei cavi utilizzati: con gli strumenti Tektronix si può stabilire rapidamente se si è a rischio di possibili perdite del segnale o se si sta lavorando in completa sicurezza.
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Catturare i bit In molte situazioni può poi essere utile poter effettuare a posteriori un’analisi accurata delle situazioni più problematiche, oppure poter consultare un tecnico più esperto, che non può però recarsi sul posto. La copia esatta di quello che è visualizzato sullo schermo, operazione che è prevista dalla maggior parte degli strumenti digitali, non sempre è sufficiente e per questo Tektronix ha integrato la funzione CaptureVu. Grazie a questa, si possono catturare tutti i singoli bit associati a un intero frame del segnale video in modo manuale o automatico, per esempio in caso si superamento di certe soglie d’errore stabilite in precedenza. Questi dati possono quindi essere analizzati in un secondo tempo, servendosi di tutti i possibili metodi di visualizzazione messi a disposizione dagli strumenti; per esempio, se si è registrato il segnale mentre lo strumento ne visualizzava la forma
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Anche lo schermo dei nuovi waveform monitor può essere suddiviso in quattro parti
d’onda, lo si potrà comunque analizzare con il vectorscopio. L’altro possibile impiego della funzione CaptureVu è quello dell’allineamento cromatico delle telecamere e per per-
mettere di ripetere l’operazione a distanza di tempo, i dati si possono registrare su una memoria Usb, collegabile alla presa presente sul frontale. Per inciso, anche il jack per le cuffie è sul frontale, e non nella parte posteriore dove sarebbe più difficile da raggiungere.
Caratteristiche a confronto I tre waveform monitor multi-formato consentono di scegliere la configurazione che meglio supporta le specifiche esigenze. Il waveform monitor multi-formato WFM6100 offre elevate capacità di monitoraggio e misura per sistemi che utilizzano i formati video analogico composito e video digitale SD. I waveform monitor multi-formato WFM7000 e WFM7100 consentono di gestire sistemi video ibridi HD/SD/composito. Il WFM7000 ha funzioni di monitoraggio di base, mentre il WFM7100 dispone di funzioni addizionali per il monitoraggio e le misure di più alto livello. Le opzioni disponibili comprendono il supporto per il monitoraggio dell’audio digitale, gli ingressi AES/EBU sia embedded che separati ed i formati di audio analogico. I monitor WFM6100 e WFM7100 offrono inoltre le opzioni per il monitoraggio dell’audio Dolby, misure dei segnali SDI (Serial Digital Interface) e analisi approfondite dei
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Sul frontale sono presenti una porta Usb per la registrazione dei dati e il jack per le cuffie
dati digitali. Tutti gli strumenti hanno un display XGA ad alta risoluzione e possono essere collegati a un display esterno. Altra caratteristica comune è il display personalizzabile FlexVu, che suddivide
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Se necessario si possono visualizzare anche i valori esadecimali di tutti i pixel delle immagini
lo schermo in quattro parti. FlexVu permette di creare centinaia di schermate con visualizzazioni multiple per specifiche situazioni di misura. A differenza di altri prodotti, che offrono una
La televisione a portata di mano In attesa di vedere quali risultati potrà avere l’inizio delle trasmissioni in standard DVB-H, il Forumnet ha organizzato a Milano un incontro sulle prospettive offerte dalla Mobile TV
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limitata scelta di configurazioni o display multipli già impostati, FlexVu può visualizzare le quattro misure che meglio soddisfano le specifiche esigenze. I mondiali di calcio hanno assunto un ruolo che va ben al di là del semplice evento sportivo. Per l’Italia coincideranno con l’inizio delle trasmissioni televisive in alta definizione per gli 27 abbonati di Sky e il lancio del DVB-H per i possessori dei Tvfonini della Tre, due test che permetteranno di verificare il gradimento da parte dei telespettatori. Se per l’alta definizione il rischio di un flop può essere determinato soltanto dall’incapacità di Sky di far fronte alle richieste (difficile che un telespettatore possa essere deluso dalla qualità dell’alta definizione), nel caso del servizio offerto da Tre esistono anche variabili imposte da una tecnologia non ancora del tutto matura e dai limiti dei Tvfonini di prima generazione. Per fare un esempio, il cellulare LG U900 offerto da Tre garantisce una durata di visione televisiva, con batterie pienamente cariche, di poco superiore alle due ore, tempo insufficiente per vedersi tutta una partita che dovesse prolungarsi ai tempi supplementari e oltre: rimanere a secco proprio al momento dei calci di rigore sarebbe certamente un’esperienza poco piacevole per molti tifosi. Inoltre, le partite saranno trasmesse senza alcuna forma di “riconfezionamento” rispetto al segnale che verrà inviato alle televisioni di casa: se l’in-
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S E Z I O N E modello di advertising della TV generalista appare invece difficilmente applicabile alla Mobile TV, come ha dichiarato anche Roberto Azzano, vicepresidente della Anfov (Associazione per la convergenza nei servizi per la comunicazione): “nessuno è disposto a guardarsi uno spot da una trentina di secondi prima di poter accedere ai contenuti”.
Lo standard de facto
La camera di commercio di Milano ha ospitato il Telco TV Summit
quadratura non è abbastanza stretta, c’è pure il rischio di perdersi i dettagli più interessanti, pallone compreso. Questi argomenti sono stati appena sfiorati dagli oratori invitati al Telco TV Summit del Forum Net Economy, che hanno preferito occuparsi più che altro delle potenzialità economiche 28 prospettate dalla maggior parte degli analisti, dando per scontata l’accettazione del servizio da parte dei possibili fruitori. Eppure, a vedere i risultati dei primi test condotti in varie parti d’Europa, Italia compresa, non sembra che ci sia da nutrire tutto questo entusiasmo. Per esempio, dovrebbe perlomeno far sorgere qualche dubbio il fatto che dalle diverse sperimentazioni effettuate in Spagna dalla
LG U900, il primo TVfonino proposto da Tre per la sua “sperimentazione”
Abertis sia emerso che la metà degli utenti usufruiva del servizio di Mobile TV dalla propria abitazione. Difficile poi essere d’accordo con Ugo Corasaniti, uno dei responsabili Telecom per la sperimentazione del Dvb-H in occasione delle Olimpiadi di Torino, che si è dichiarato soddisfatto del fatto che per il cambio dei canali fossero sufficienti dai cinque ai sette secondi, un tempo non proprio televisivo.
Previsioni molto ottimistiche Numerose sperimentazioni sono poi state condotte su campioni di utenti selezionati per la loro propensione a utilizzare servizi di questo genere e non sulla grande massa dei possessori di cellulari, valutati in circa 300 milioni in tutta Europa. Proprio questa cifra è quella che fa sperare nelle possibilità di una larga diffusione della televisione sui telefonini e nella possibilità di realizzare lucrosi introiti da parte degli operatori. A fronte di una previsione di ricavi per 60 milioni di euro per l’anno corrente, quasi tutti gli analisti sono concordi nel valutare in circa un miliardo il valore di questo mercato nel 2010. Il grosso dei ricavi dovrebbe provenire dagli abbonamenti ai servizi, stimati mediamente in una decina di euro al mese per ciascun utente. Il
Per quel che riguarda la tecnologia sembra dato per scontato che lo standard di trasmissione per l’Italia sarà il DVB-H anche se l’Agcom, rappresentata al summit con un contributo video registrato del commissario Enzo Savarese, ha ribadito il principio di neutralità tecnologica, vale a dire nessuna preferenza per DVB-H rispetto alle altre tecnologie concorrenti, come il DMB, evoluzione dello standard radiofonico DAB sviluppato e già ampiamente diffuso in Corea. Savarese ha comunque sottolineato il fatto che debbano essere rispettate le stesse tipicità della televisione analogica e satellite per quanto riguarda la tutela dei minori e la trasmissione di particolari contenuti in fasce protette. Per inciso, quello di Savarese è stato uno dei pochi interventi che ha sfiorato il tema dei contenuti. Secondo il rappresentante dell’Agcom, un’intera partita di calcio non è facilmente fruibile con un terminale mobile e lo stesso vale per la maggior parte delle attuali trasmissioni televisive, compresi i TG da mezz’ora, mentre potranno avere successo format più snelli, simili a quelli proiettati duranti i voli a corto raggio (un esempio italiano è la trasmissione Camera Cafè di ItaliaUno). In sintesi, l’Agcom intende mantenere una posizione di osservatore super partes, stabilendo il minimo possibile di regole, almeno per quel che riguarda la tecnologia di trasmissione, lasciando che sia il mercato a decidere. Una decisione che sembra sia stata già presa a giudicare dalla decisione di adottare il DVB-H da parte di tutti i maggiori operatori italiani che si apprestano a lanciare la propria offerta entro l’anno.
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Vedere un’intera partita di calcio su un telefonino può essere deludente
trasferirlo poi sul televisore di casa. Proprio l’integrazione fra i diversi servizi fruibili con il cellulare è stata una delle caratteristiche più apprezzate dai partecipanti alla sperimentazione di Torino 2006, come ha sottolineato Corasaniti. Oltre ai canali televisivi, era possibile ricevere sul cellulare notizie dell’agenzia Apcom trasmesse in datacasting oppure scaricare materiale vario legato all’evento, come foto o classifiche aggiornate in tempo reale. Garantire la copertura completa del territorio non è però un’impresa facile: per la città di Torino, Telecom ha dovuto installare numerosi gap-filler per coprire le zone d’ombra presenti anche nelle vie del centro cittadino.
Non solo terrestre Gli aspetti più tecnici della trasmissione in standard DVB-H sono stati affrontati da Franco Micoli, responsabile marketing Mobile TV per Alcatel. Per ovviare ai problemi di copertura, Alcatel propone di integrare le emissioni terrestri con quelle da satellite nella banda S (compresa fra 2,17 e 2,22 GHz): questa banda è già dispo30 nibile e basterebbe un piccolo numero di satelliti per garantire la copertura dell’intero territorio europeo. Un sistema simile è già in funzione in Corea e in Giappone e serve rispettivamente mezzo milione e un milione e mezzo di utenti della MBC (Mobile Broadcasting Corporation). Un’altra tecnologia che potrà favorire la diffusione della Mobile TV è la NFC (Near Field Communication), un’evoluzione della RFID sviluppata da Philips e Sony (Ndr: la tecnologia RFID - Radio Frequency Identification - è
Alcatel propone un sistema misto satellite-terrestre per facilitare la copertura del territorio
attualmente utilizzata per applicazioni come l’etichettatura dei prodotti, permettendone il loro tracciamento nei magazzini o nei punti vendita). La NFC potrebbe integrarsi facilmente con la Mobile TV, come ha spiegato al summit Francesco Prato, business development manager Philips, permettendo la comunicazione wireless bidirezionale fra terminali mobili e dispositivi fissi. Grazie alla NFC si potrebbe, per esempio, acquistare il diritto alla visione di un film dopo averne visionato il trailer con il cellulare e
L’anno decisivo La sensazione è che la tecnologia DVB-H debba ancora fare parecchia strada prima di potersi diffondere in maniera sostanziale tra il grande pubblico e non solo tra i fanatici dei gadget ultra-tecnologici. Però, come ha dichiarato Augusto Preta, general manager della Itmedia Consulting, anche se il 2006 non è l’anno della Mobile TV lo è almeno per decidere se entrare o meno in questo mercato. Secondo Preta, il vero decollo potrà aversi solo dopo lo switch-off della televisione analogica e la conseguente liberazione di banda trasmissiva, condizione tutta da dimostrare vista la indisponibilità di molti operatori a disfarsi di frequenze pagate magari a caro prezzo.
Abertis Telecom si è data parecchio da fare per sperimentare il DVB-H in Spagna
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Tutte le novità della VideoSignal Numerosi operatori hanno partecipato all’evento multimarche organizzato da Video Signal per presentare le novità proposte all’ultimo NAB dalle diverse aziende rappresentate. Anche Ultimatte è entrata a far parte dell’offerta del già ricco portfolio della società capitanata da Alessandro Trezzi che ha brillantemente superato i dieci anni di attività facendo registrare una crescita continua, anche nei periodi più altalenanti che hanno caratterizzato il mercato negli ultimi anni. In fatto di gestione del chromakey, Ultimatte non è seconda a nessuno e anche se questa funzionalità è oramai integrata in qualsiasi mixer, il ricorso alle apparecchiature Ultimatte è praticamente obbligatorio quando è necessario garantire risultati impeccabili. Con la versione 10, Ultimatte ha stabilito un nuovo punto di riferimento per questo particolare settore. L’elevata qualità dei risultati è resa possibile dall’impiego di raffinati algoritmi, che non si limitano semplicemente a rimuovere il colore del fondo conservando ombre ed effetti di trasparenza, funzionalità offerte anche da altri sistemi. Per esempio, con la Matte Correction si può facilmente compensare l’eccesso di densità dei colori complementari, fornendo risultati
molto più naturali. La creazione delle maschere è poi semplificata grazie alla possibilità di delimitare l’area di intervento a un box rettangolare o ad una forma qualsiasi definibile con un
Novità e conferme La perdita di Quartz, acquisita dalla Evertz, è stata rimpiazzata da Video Signal con i prodotti della Isis, società creata da ex-dipendenti della Grass Valley. Oltre a matrici video analogiche e digitali fino a 32 x 32, caratterizzate dalla possibilità di aggiungere o sostituire schede a caldo, Isis propone la soluzione Flyaway che integra in
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Nel Flyaway della Isis c’è tutto il necessario per una piccola regia mobile
mouse. Ultimatte 10 integra anche una matrice a 8 ingressi, ognuno dei quali può essere configurato come primo piano, sfondo, maschera o rife-
Anche Ultimatte entra a far parte dell’offerta della Video Signal
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rimento, permettendone anche l’impiego con più camere contemporaneamente. Tra le novità più recenti c’è poi Ultimatte DV, un dispositivo relativamente economico destinato all’impiego con apparecchiature prosumer, che riesce a generare effetti di chroma-key di qualità accettabile con segnali video generati da camcorder DV o S-Video.
uno chassis da due RU le funzionalità di switcher video analogico o SDI a 8 ingressi, switcher audio analogico/digitale Aes, intercomm e generatore di sincronismi Pal/Ntsc, barre e nero. Oltre che per applicazioni Eng/Sng, la soluzione proposta da Isis può essere presa in considerazione come sistema di rimpiazzo per situazioni d’emergenza. L’offerta Isis è completata dai prodotti GrahamPatten, azienda specializzata nella produzione di mixer audio da postproduzione, convertitori, unità di ritardo, embedder eccetera. Prosegue invece con successo la distribuzione dei prodotti Axon, in particolare del sistema modulare Synapse,
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mento. Axon propone poi il master control NV5128MC, che integra nello stesso frame una matrice con 128 ingressi, e la matrice video digitale compatta NV8288 destiLa matrice video digitale compatta NV8288 della Axon nata a mezzi mobili, espandibile da 12 x 12 fino alla configurazione massima di 288 x 576. Diverse novità anche per la linea di intercomm della Trilogy, tra le quali la nuova serie di pannelli di controllo caratterizzati dal nuovo colore blu antracite e 32 Uno dei pannelli di controllo del sistema intercomm Mercury della Trilogy tasti individuati che ha superato la quota dei 100 da display alfanumerici a cinque caratmoduli. Tra le novità ci sono un encoteri. Per la linea Mercury, che sfrutta il der Dolby Digital, alcuni convertitori protocollo IP per la trasmissione su SD/HD basati su algoritmi Teranex e cavi standard Ethernet, sono poi dismoduli per il controllo automatico delponibili anche pannelli virtuali utilizzal’integrità dei segnali, capaci di rivelabili con personal computer desktop o re tra l’altro la presenza dell’audio, portatili, grazie agli appositi adattatoanche codificato in DolbyE, o di strutri collegabiuli ad una porta Usb. ture a blocchi nelle immagini. Il sistePer quanto riguarda Broadcast Pix, la ma Synapse si distingue da prodotti novità è costituita dallo Slate 100, un simili per l’elevata densità, fino a 18 economico mixer video basato su pc schede in uno chassis da 4 RU, densiche mette a disposizione sei ingressi tà resa possibile dalla distribuzione analogici o digitali, miscelabili con interna dei segnali di sicronizzazione e due clip e cinque canali di grafica. Gli da un efficiente sistema di raffreddaingressi possono anche essere non sincronizzati, permettendo quindi il collegamento di apparecchiature di vario genere, e il mixer integra anche tre generatori di chiave. Le funzionalità di titolazione e clip store sono integrate nello Slate 100 che costituisce quindi un vero e proprio studio di produzione in miniatura. Il funzionamento può essere controllato tramite l’interfaccia grafica, accessibile anche a distanza con un browser web, oppure con un pannello dotato dei classici Particolare del pannello di controllo del mixer pulsanti e comandi di un mixer. Per il BroadcastPix: tutti i tasti possono essere etichetsuo costo molto contenuto, lo Slate tati
100 rappresenta una soluzione interessante per la gestione delle riprese di eventi o conferenze e può essere validamente preso in considerazione anche come sistema di scorta per mezzi mobili.
Ospiti abituali Tra gli ospiti sempre presenti all’evento della Video Signal c’era anche Carlo Bolognesi della Echolab che ha presentato un’interessante iniziativa, frutto dell’accordo con Compix (titolatrici), 360 System (video sever) e Avitech (multiviewer), consistente nella commercializzazione di pacchetti integrati con una sostanziale riduzione del prezzo complessivo. I prodotti scelti sono caratterizzati dalla possibilità di poter essere controllati direttamente dal pannello del mixer video compatto a un banco M/E Opera 3408. Nella versione base, il mixer mette a disposizione quattro uscite e otto ingressi, valore che raddoppia con l’apposito box d’espansione. Gli ingressi sono suddivisi in moduli da quattro e nello stesso chassis possono coesistere moduli analogici e digitali, permettendo quindi di miscelare segnali di diversa natura senza che sia necessario utilizzare convertitori esterni. La dotazione del mixer è completata da sei keyer, quattro chroma keyer, due Dve 2D con rotazione sull’asse z, cinque generatori di pattern e due di matte, un frame buffer con supporto per il canale alfa e connettività Ethernet. Tutti i tasti integrano un piccolo display grafico a cristalli liquidi completamente programmabile e le configurazioni possono essere registrate su schede di memoria removibile. Oltre ai dispositivi già citati, il mixer può anche controllare il funzionamento di videoregistratori o videoserver, tramite un pannello dotato di dodici tasti. Il tutto è gestito da circuiti integrati programmabili e facilmente aggiornabili, operazione che Echolab offre gratuitamente per l’intera durata di vita utile del mixer. Altro ospite era Elveno De Luca della Trans Audio Video che ha presentato tra l’altro il Foxy della bebop, un accessorio studiato appositamente per le videocamere Panasonic DVX100B e HVX200, che permette una regolazione accurata della distan-
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Carlo Bolognesi della Echolab, ospite oramai abituale dell’evento multimarche
za di messa a fuoco e del diaframma. Il Foxy può essere montato su uno dei bracci della testa fluida e la grossa manopola frizionata permette movimenti precisi e ripetibili mentre un comando a cursore controlla l’apertura del diaframma. L’altra novità proposta dalla Trans Audio Video è il software Console per il controllo a distanza della videocamera HDV Canon XL H1 con un personal computer. Oltre a diaframma, lunghezza focale e messa a fuoco è possibile regolare parametri come bilanciamento del bianco, gamma, pedestal, e fase colore, eventualmente aiutandosi con waveform e vectorscopio. Sul monitor del personal computer si possono visualizzare le immagini riprese dalla videocamera e anche confrontarle con sequenze registrate in precedenza.
E c’era anche Sony La new-entry dell’evento multimarche di quest’anno è stata Sony che ha presentato la soluzione HDXchange studiata per soddisfare le esigenze di produzione delle emittenti televisivi e dei fornitori di contenuti in genere. HDXchange è una soluzione completamente modulare, composta da postazioni di registrazione (ingest), stazioni di consultazione e di montaggio, moduli di codifica e librerie Petasite o XDCam per l’archiviazione del materiale a lungo termine. Il nucleo centrale è un videoserver per materiale in formato DV o HDV: ogni unità può contenere fino a 16 hard disk in configurazione Raid 10 per una
Sony HDXchange permette anche una ricerca visuale del materiale registrato
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capacità complessiva di oltre 6 TB, sufficiente per registrare 250 ore di video a 25 Mbps. Il materiale è automaticamente registrato anche in formato Mpeg-4, rendendo l’archivio consultabile da un massimo di 25 stazioni contemporanee. Nella fase di ingest è possibile assegnare a ciascuna clip una serie di parole chiave che ne facilitino la successiva ricerca e marcatori per i punti di interesse. Oltre alla classica ricerca, il software di browsing avanzato mette a disposizione una funzione unica nel suo genere, la Visual Similarity, che individua le clip contenenti immagini più simili ad una clip di riferimento, permettendo così di ritrovare materiale che non sia stato catalogato in modo esaustivo, situazione abbastanza tipica nell’attività quotidiana. Il collegamento alle postazioni di lavoro con una doppia interfaccia Gigabit Ethernet permette la condivisione del materiale da parte di 12 operatori senza che sia necessario il trasferimento fisico dei file. Per il montaggio è possibile utilizzare sia il software Vegas della stessa Sony, sia program- 33 mi come Final Cut Studio o Avid Liquid. Il modulo di esportazione si occupa poi dell’eventuale conversione del materiale nel formato più adatto alla distribuzione, per esempio comprimendo nel formato Mpeg-2 per la registrazione su Dvd o in Mpeg4 per la trasmissione su telefoni cellulari o altri terminali mobili. La HDXchange può anche essere collegata direttamente ad un sistema di messa in onda, per ora soltanto al Tv Station del Gruppo Tnt, ma in futuro anche ad automazioni di altre aziende.
Il software Console per il controllo remoto delle videocamere Canon XL H1
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Editoriale
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Dazi in vista per le telecamere Panasonic AGDVX100 ?
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Grass Valley all’attacco dei giapponesi Per contrastare l’egemonia dei produttori giapponesi nel settore del video professionale, Thomson/Grass Valley ha chiesto alla Ue una sostanziale estensione delle misure antidumping adottate nel 2000 per le telecamere importate dal Giappone Se la richiesta della Thomson/Grass Valley sarà considerata fondata, l’Unione Europea applicherà dal prossimo anno un dazio antidumping su praticamente tutte le telecamere professionali importate dal Giappone, come ora accade per alcune telecamere espressamente progettate per l’impiego nelle produzioni televisive. Con la regolamentazione attualmente in vigore, queste telecamere “broadcast” sono soggette ad un dazio antidumping che varia dall’80 al 150%, per cui il prezzo risulta praticamente raddoppiato e quindi non concorrenziale con quello delle telecamere prodotte in Europa, nella quasi totalità marchiate Grass Valley. I dazi antidumping erano stati imposti per salvaguardare la produzione delle aziende europee dalla concorrenza di quei produttori giapponesi che per conquistarsi il nostro mercato esportano i loro prodotti a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno. Grazie anche a questi dazi, Thomson/Grass Valley, che con l’acquisizione del ramo d’azienda della Philips è in pratica oggi l’unico produttore europeo di telecamere da studio, è riuscita a conquistarsi una posizione di rilievo nel vecchio continente. La nuova richiesta della Grass Valley propone di estendere i dazi antidumping a tutte le telecamere prodotte in Giappone e dotate di uno o più sensori con diagonale uguale o maggiore di 6 mm, valore che tradotto in pollici “televisivi” equivale esattamente a un terzo. In questa categoria rientrano quindi non solo i modelli professionali, finora esenti da dazi antidumping, ma anche quelli prosumer, a partire da telecamere come le Canon XL, JVC GY-HD100, Panasonic AGDVX100 e Sony PD150/170. La commissione incaricata di valutare la richiesta ha circa un anno di tempo per raccogliere tutte le informazioni necessarie ed esprimere un verdetto. Per quel che riguarda i prodotti più “economici”, come i modelli citati in precedenza, appare piuttosto improbabile un giudizio favorevole a Grass Valley, tenendo conto che i prezzi praticati in Giappone sono quasi sempre inferiori a quelli europei. Se le cose dovessero andare diversamente, siamo pronti a scommettere che le prossime telecamere da 1/3 di pollice provenienti dal Sol Levante avranno sensori con diagonale di 5,99 mm, quel centesimo di mm che sarà sufficiente per evitare il dazio, ma che non avrà praticamente alcuna influenza sulle prestazioni della telecamera. Discorso completamente diverso per i modelli di fascia più alta e questo perché la norma stabilita solo cinque anni fa appare ampiamente superata. Per esempio, le box camera in alta definizione Hitachi DK-31 e Panasonic AK-HC1500G sono state esentate dal dazio antidumping proprio sulla base della legislazione vigente. Una ridefinizione di questa norma anacronistica è quindi indispensabile, ma una sua estensione a tutte le telecamere professionali, fino ai modelli da 1/3 di pollice, appare improponibile. In ogni caso, anche con un dazio del 100%, il prezzo delle telecamere con sensori da 1/3 di pollice sarebbe comunque di gran lunga inferiore a quello dei modelli correnti Grass Valley. Una simile misura sarebbe quindi molto dannosa per gli utenti professionali e poco utile per salvaguardare gli interessi dei produttori europei, a meno che la manovra non sia una mossa preparatoria all’introduzione di una nuova serie di telecamere Grass Valley espressamente studiate per il mercato professionale.
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