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RADIO • TELEVISIONE • VIDEO • MULTIMEDIA • POST-PRODUZIONE • AUDIO • ALTA FREQUENZA

Rivista mensile specializzata • N° 259 • Ottobre 2006 • Anno XXVIII • ISSN 0394-0896 PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL • VIALE S.MICHELE DEL CARSO, 11 • 20144 MILANO • TEL. 0243910135 • FAX 0243999112 • E-MAIL: INFO@MONITOR-RADIOTV.COM • INTERNET: WWW.MONITOR-RADIOTV.COM

IBC 2006 Amsterdam: quasi tutto come semprei

Mezzo mobile SBP: alta definizione senza compromessi

Panasonic HD: tutti i prodotti saranno multistandard st: adca a bro nza.tv d e i notiz rge time nve Le ul w.co ww



Anno XXIX n. 259 - ottobre 2006 ISSN 0394-0896

4 Il fascino dei pirati nell’era dei computer

MediaAge srl Via S. Michele del Carso, 11 - 20144 Milano, Italy Tel. (+39) 0243910135 - Fax (+39) 0243999112 E-mail: info@monitor-radiotv.com Siti internet http://www.convergenza.tv (in italiano) http://www.monitorradio.tv (in inglese)

6 Glossario della Mobile Tv 16 IBC 2006: quasi tutto come sempre

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8 L’alta definizione in Europa

11 L’importanza del controllo sul segnale video

28 Transizione completata in casa Apple

30 Alta definizione senza compromessi nel nuovo mezzo mobile SBP

12 Case di produzione: Movie & Arts con Quantel per HD Grading Amsterdam: Panasonic 34 alla finestra


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Il fascino dei pirati nell’era dei computer Johnny Depp è il pirata Jack a capo di una ciurma di zombie. Magia, mistero e immagini coinvolgenti grazie ai ‘trucchi’ della computer grafica Il capitano Jack Sparrow (Johnny Depp), Elizabeth Swann (Keira Knightley), Will Turner (Orlando Bloom) e gli altri fratelli della Costa hanno già issato le vele e sono pronti per un’altra incursione nelle sale di tutto il mondo con la terza puntata nella saga dei Pirati dei Caraibi. In effetti il secondo film della serie, che da noi è uscito come “Pirati dei Caraibi” tout-court, rappresenta una deliziosa avventura nei mari dell’alta definizione e degli effetti speciali: nei quasi quattrocento chilometri di film girati in 13 mesi a partire dal Febbraio 2005 si annidano circa 1400 effetti speciali, la metà dei quali includono caratteri CG. Protagonista dell’ardimentosa impresa, una ciurma di lupi di mare di tutto rispetto: nostromi come Craig Wood e Stephen Rivkin, ceffi da Eddie Awards; nocchieri del calibro di Gore Verbinski e tutto un equipaggio abituato a escogitare le peggio diavolerie nelle peggiori tempeste.

Questa gentaglia è stata in grado di affrontare e risolvere situazioni di non poco rischio. Una delle sfide più stressanti è stata quella con il tempo: per la postproduzione si è trattato di ultimare tutto in meno di sei settimane,

dopo che le riprese nei Caraibi erano state ritardate dagli impietosi uragani che hanno complicato non poco lo shooting in contemporanea dei due follow-up. Inoltre c’erano da pianifica-

Johnny Depp sul set della saga dei pirati dei Caraibi

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re accuratamente tempi e metodi della release. Si è trattato insomma di una grande performance collettiva, portata avanti in condizioni di enorme pressione.

L’importanza dell’editing Il setup di editing per i due ultimi film della serie piratesca è lo stesso usato per il primo, con sistemi multipli Film Composer XL su piattaforma Macintosh collegati a una soluzione shared-storage della Avid Unity Media Network. Per la seconda puntata, il team di editing - gente come il primo assistente Simon Morgan, il Visual Effect Editor Chris Capp (che si è occupato di qualcosa come 1400 effetti visivi), Alan McCurdy di Avid, il Film Assistant Kindra Marra e l’ aiutoEditor Dylan Quirt - ha gestito circa 3,5 TB di media usando sei sistemi Film Composer XL. L’eccellente capacità di storage e la versatilità dei sistemi Avid Unity sono state essenziali. Il Primo Assistente Morgan è uno che con un nome del genere deve saperla lunga sulla pirateria di lungo corso, e parlando di un lavoro portato avanti a ritmi da sette giorni alla settimana, aggiunge: “Il media management con Avid Unity è praticamente invisibile a tutti tranne me. Uno può aggiungere un terabyte di roba durante la pausa pranzo e gli editor non se ne accorgono neppure”.

I miracoli di Avid Morgan apprezza molto anche la capacità dei sistemi Avid Utility e Film composer di funzionare senza intoppi e di lavorare facilmente con i sistemi audio Digidesign Pro, nonostante il volume di materiale: “Quando fai un film di questo genere - dice - non hai tempo per occuparti cose che non funzionano. L’affidabilità e la stabilità dei sistemi sono stati assolutamente fondamentali”. Le riprese sono andate avanti per circa 200 giorni, pertanto Wood e Rivkin hanno avuto la possibilità di raffinare il montaggio prima di lavorare con Verbinsky per l’editing finale. In questa fase, Film Composer è stato utilissimo per creare e mettere da parte una varietà di opzioni diverse da sot-

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La nave dei pirati nel pieno di una tempesta tropicale

toporre al regista per consentirgli di prendere decisioni in tempi brevi: “Siamo riusciti - spiega Wood” a mettere assieme una grande quantità di scene, riordinare le idee e i cambiamenti strutturali da sottoporre a George senza dovere ricominciare da capo ogni volta che lui arrivava”. Sulla timeline Avid, sono stati usati diversi layer di video per organizzare una grande quantità di materiale. Al materiale prodotto in ripresa, residente sul layer più basso, si sono sovrapposti layer su layer di effetti degli effetti visivi che si andavano sviluppando. “E’ fantastico - aggiunge Wood - avere a disposizione versioni differenti e usarle in questo modo. A volte torni a una versione precedente dell’effetto e te la ritrovi immediatamente disponibile per il confronto, oppure vai ancora più indietro e studi la ripresa originale”. Avid Unity ha favorito notevolmente anche l’approccio al co-editing: Wood e Rivkin lo hanno abbondantemente usato per condividere le scene e passarsele da uno all’altro per raffinarle progressivamente. “Abbiamo - ricorda Wood - sperimentato idee per accorciare scene e perfezionare il racconto dove pensavamo fosse necessario. Fra editor ci passavamo il materiale e parlavamo di come ci sembrava. Le idee rimbalzavano, era come avere lì il regista anche quando lui era fuori per le riprese”. Gli Effects Tools di Film Composer sono stati usati a tutto spiano, a partire da AniMatte e gli split-screen, per

elaborare sequenze di effetti visivi di notevole complessità come quelli che vedono protagonista il mostro marino animato Kraken. “Quando si lavora a un progetto così effects-oriented, - afferma Rivkin - la vera sfida si basa sull’immaginazione necessaria a fare dell’editing su cose che non ci sono. Occorre usare gli strumenti adatti per ottenere un buon 5 senso del ritmo e del timing”. Rivkin si riferisce alle sequenze dell’ attacco al Kraken, un mostro marino citato per la prima volta in certe oscure leggende norvegesi del dodicesimo secolo. Descritto come una gigantesca seppia, grande come un’isola e dotato di innumerevoli quanto terrificanti tentacoli, è stato magistralmente dato alla luce da una schiera di artisti degli effetti visivi negli studi Industrial Light + Magic. Il supervisore agli effetti visivi, John Knoll, spiega: “ Le sequenze del Kraken sono state ampiamente previsualizzate: abbiamo eseguito riprese specifiche per adeguarci all’impronta animatica. Si tratta di scene tecnicamente molto complesse anche perché implicano parecchie interazioni: ci sono ad esempio inquadrature dell’intera nave, con dozzine di spaventosi tentacoli che sbattono gente fuori bordo da tutte le parti del ponte. Mettere assieme tutti i componenti è molto difficile, ogni scena ha richiesto mesi di impegno”. Il Kraken e i suoi disgustosi tentacoli sono stati modellati dagli animatori della ILM con l’aiuto di parecchi tool


software. I tentacoli in particolare sono passati per un’animazione keyframe in Autodesk Maya, seguita da un passaggio di simulazione - carne sulla piattaforma Zeno, la stessa che ha curato l’assortimento delle inquietanti ventose. Le scene sono state successivamente arricchite da elementi atmosferici come fumo e spray, anche se molto mare e molta nebbia sono anche stati ripresi dal direttore della fotografia Dariusz Wolski. I sistemi Digidesign Pro Tools sono stati i protagonisti della composizione, del sound e music editing ed anche del mixing. Il team del sonoro forniva costantemente elementi sotto forma di file .WAV che venivano facilmente integrati nell’editing in corso, mentre dai tecnici di editing arrivava-

no file OMF da usare come trackguida. Questo livello di interoperabilità fra sistemi di editing audio e immagine hanno permesso ai tecnici di definire il lavoro in modo da non avere sorprese in fase di mixing. “ Avevamo - ricorda Wood - un OMF a disposizione sullo stadio mix delle tracce Avid fino al mix finale, così se ci veniva in mente qualcosa da rubare dalla versione grezza del film, potevamo incorporarlo immediatamente nella versione finale. Lo abbiamo fatto parecchie volte”. Wood e Rivkin hanno creato colonne sonore altamente sofisticate, utilizzando a piene mani le estese capacità audio di Film Composer durante tutto il procedimento di editing. “ Abbiamo organizzato la colonna

sonora in tre tracce, - spiega Rivkin - in modo che il parlato e gli effetti hard arrivino dal centro, mentre il sottofondo e la musica stereo siano a destra e a sinistra. Questo aiuta molto il lavoro, perché simula al meglio la percezione dello spettatore in sala”. Il lavoro però non è finito. Per adesso, l’attenzione del pubblico rimane focalizzata sulla seconda parte della saga, quella che da noi si chiama “Pirati dei caraibi”, ma i fratelli della Costa stanno mettendo a punto un altro spettacolare colpo di mano: “Pirates 3” dovrebbe essere in vista verso Maggio. “Se gli spettatori lo accogliessero come ‘L’impero colpisce ancora’ ne sarei molto felice”, pare che abbia detto Wood scolando un bicchiere di rhum.

SCHEDE - IN BREVE

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Tecnologie della Mobile Tv Glossario dei termini più comuni della televisione ‘mobile’

reti UMTS che offre, a differenza del digitale terrestre, la possibilità di uplink per i dati di ritorno. Può essere usato sia per la mobile-TV che per servizi “download and play”. Lo sviluppo delle reti e la commercializzazione dei dispositivi sono attesi non prima del 2007; per quasta tecnologia non dovrebbero sorgere problemi di disponibilità di spettro.

1seg / ISDB-T One segment / Integrated Services Digital Broadcast - Terrestrial Utilizza uno dei 13 segmenti ISDB-T (HDTV usa gli altri 12 e uno è per la separazione dei canali). 1seg usa video H.264 e audio AAC. Supportato o in test da KDDI, Matsushita, NEC, Sanyo, Sony e dal governo brasiliano. Si tratta di un sistema sviluppato in Giappone, implementato commercialmente a partire da Aprile 2006. 3G 3rd Generation mobile communications Supportato o in test da Hutchinson’s 3 UK, AT&T, MobyTV, Orange, Vodafone. La limitata capacità delle reti implica una capacità di trasmissione relativamente ristretta (di fatto si tratta di uno stream TV) e di conseguenza un notevole impiego di risorse. DVB - H Digital Video Broadcasting - Handheld Supportato o in test da ETSI (European Telecommunications Standards Institute), Motorola, Nokia, O2/Aeqiova. Sony Ericsson. Il DVB-H richiede un’alta capacità di rete e ha bisogno di parecchio spettro allocato. Il servizio commerciale è stato lanciato nel 2006 da 3 Italia

MediaFLO Media Forward Link Only Supportato o in test da BSkyB (UK), CNN, Disney, LG Electronics, Samsung, Verizon Wireless. E’ l’unica tecnologia proprietaria sviluppata dalla statunitense Qualcomm. Si tratta di un sistema end-to-end di trasmissione audio e video in streaming o clip. Interessante per i bassi costi di trasmissione. e Tim in Italia e dai quattro operatori tedeschi in Germania, in occasione del campionato mondiale di calcio. Un ibrido di questo standard, DVBH+, è in fase di sviluppo per offrire i servizi da satellite. MBMS Mobile Broadcast / Multicast Service Supportato o in test da 3GPP (3rd Generation Partnership Project). Servizio di broadcast via

T-DMB Terrestrial - Digital Multimedia Broadcast Supportato o in test da LG Electronics (Corea), Samsung, BT, Deutsche Telekom, SK Telecom, Virgin Mobile e da emittenti DAB. Il servizio è iniziato in Corea del sud nel Dicembre 2005. Appoggiandosi alle infrastrutture DAB esistenti, questo standard ETSI consente di ridurre al minimo i costi di start-up.

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L’alta definizione entra nelle case europee

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Tra sperimentazione e programmi veri e propri parte in tutta Euriopa l’alta definizione televisiva L’avventura dell’ HDTV nel nostro continente prosegue, fra momenti di entusiasmo e cadute di ritmo che talvolta rendono abbastanza indefiniti i contorni dello stato dell’arte dell’operazione Alta Definizione europea. Esistono in effetti alcuni fattori ancora in via di stabilizzazione. In primo luogo la convivenza fra modelli di business diametralmente opposti come quelli della pay-tv e della tv gratuita, che al momento vengono adottati a seconda delle caratteristiche delle emittenti: esempi classici possono essere quelli della tedesca Premiere e della britannica BBC. Altro aspetto interessante è quello delle infrastrutture di trasmissione. Al momento la competizione vede in testa il satellite, sul quale transita il novanta per cento dell’alta definizione europea lasciando le briciole a cavo, internet e reti terrestri. Sul versante delle grane c’e’ da mettere in rilievo il ruolo quasi totalmente passivo della Commissione europea, la quale dodici anni or sono realizzò grandi investimenti sulla televisione analogica ad alta definizione per poi

decidere, dopo il clamoroso flop di questa tecnologia, di riservarsi una funzione regolamentatrice da implementare dopo che il mercato avrà determinato l’espansione dell’ HD digitale. A livello di istituzioni europee, purtroppo, l’assoluta mancanza di una qualche visione strategica del settore audiovisivo è ancora una triste realtà. D’altra parte alcuni governi nazionali, primo fra tutti quello francese, sono impegnati a dare appoggi e impulso alla televisione del futuro. Ma ecco una rapida panoramica sulla situazione dell’ alta definizione in alcuni paesi europei:

Germania E’ stato uno dei primi paesi che hanno scommesso sull’ alta definizione e il primo a trasmettere regolarmente in HDTV. L’ exploit più notevole, fino ad ora, è stata la trasmissione del campionato mondiale di calcio nello scorso Giugno. Premiere I ricevitori, omologati da Premiere, vengono acquistati dagli abbonati. Per l’ HD, al momento i fabbricanti

omologati sono Pace, Humax e Philips - tutti con chip MPEG4/DVBS2 diversi fra loro. L’offerta commerciale di Premiere, lanciata nel Gennaio 2006, comprende tre canali: HD Film, HDSport e Discover HD. A breve termine, non si prevedono piani di aumento del numero dei canali. Commercialmente il modello si basa su upgrade rispetto ai canali standard; il cliente può anche acquistare l’accesso scontato all’intero pacchetto HD, abbonandosi con la formula “Premiere Komplet”. La strategia commerciale è basata sull’enfatizzazione della comunicazione verso gli abbonati esistenti e sulla dotazione di ricevitori HD nei punti vendita. Attualmente Premiere ha 20.000 abbonati via satellite, di cui il 90% ha sottoscritto la formula Komplet al prezzo di 12 euro. Le attese dell’emittente sono di 500.000 abbonati entro i primi sei mesi del 2008, mentre per l’inizio dell’anno prossimo è previsto il lancio del servizio VOD per ricevitori PVR.

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T I T O L O Da rilevare anche la presenza sul mercato di SATI e Prosieben, che tuttavia non trasmettono in HD a tempo pieno.

Gran Bretagna Sky Ha lanciato il pacchetto HD nello scorso Aprile, raccogliendo 40.000 richieste di abbonamento in due mesi. Il ricevitore costa 299 sterline, mentre la quota di abbonamento è di 10 sterline mensili. Il ricevitore è anche PVR con hardisk da160 GB che permette di registrare 80 ore di trasmissione standard o 30 ore di HD. L’audio utilizza Dolby 5.1 per home cinema. Ampia l’offerta di canali HD: Sky Sports, Sky Movies, Arts World HD, Nat Geo HD, Discovery HD. La strategia di sviluppo prevede di inglobare altri canali tematici esterni, ma l’operazione ha tempi lunghi. BBC E’ stata l’unica emittente europea a trasmettere in chiaro parecchie partite del campionato mondiale di calcio. La 10 programmazione completa, del resto, viene trasmessa costantemente in chiaro.

Francia

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Italia I giochi olimpici di Torino sono stati ripresi in alta definizione e trasmessi via satellite ma anche via rete terrestre in ambito locale. SKY Italia ha iniziato le emissioni HDTV con la finale di Champions League e ha proseguito con un canale di alta definizione per il campionato mondiale. Attualmente l’offerta di Sky prevede tre canali HD DVBS2/MPEG4 al costo di 7 euro al mese. Per quanto riguarda i ricevitori, la scelta e caduta su Pace e Amstrad.

Belgio Euro 1080 è stata, nel Gennaio 2004, la prima emittente europea a trasmettere in alta definizione. Attualmente copre l’intero continente con i suoi canali HD1, HD2 e HD5. L’azienda si è assicurata i diritti di trasmissione a livello europeo del campionato mondiale di calcio nelle sale cinematografiche e ha anche ritrasmesso le partite in Belgio, Polonia, Ucraina e Lettonia. HD1 viene anche trasmesso via cavo in Olanda; è prevista la prossima entrata in servizio del nuovo canale HD5.

Portogallo Cabovisao sta emettendo in alta definizione da più di un anno, grazie all’accordo stipulato com Euro 1080 per la diffusione del segnale di HD1. Le partite del mondiale di calcio sono state trasmesse in una catena nazionale di sale cinematografiche.

Spagna RTVE L’emittente pubblica spagnola sta realizzando prove in alta definizione; l’ultima si è tenuta in occasione della visita papale a Valencia. Imagenio Ha annunciato per Dicembre l’avvio di canali in alta definizione all’interno della propria offerta televisiva. Digital+ S sta preparando per l’inizio della programmazione in alta definizione all’inizio del prossimo anno. Due produttori di decoder stanno lavorando perché l’offerta sia pronta entro la fine anno.

Joint ventures Il canale pubblico franco-tedesco ARTE ha annunciato l’inizio delle trasmissioni in alta definizione con la Carmen di Bizet in diretta dall’ Opera Nazionale di Berlino.

Sia CanalSat che TPS sono in aria con servizi in alta definizione da alcuni mesi e ciascuna emittente conta con circa 33.000 ricevitori. Nessun movimento previsto in tempi brevi sul cavo, ma sul fronte delle reti terrestri sono da evidenziare le prove in corso a Parigi, Lyon e Marsiglia con MPEG4 HD 12 Mbps (11 video + 1 audio). In Adsl dovrebbero uscire le proposte alle quali stanno lavorando Orange Free e Neuf Cegetel; a questo proposito, pare che la scelta degli 8 Mbps adottati da Orange sia nettamente vincente per qualità su quella di Free che trasmette a 5 Mbps.

Paesi nordici L’emittente pubblica SVT ha trasmesso il Mondiale in alta definizione via satellite e su rete terrestre, peraltro con copertura minima. La scarsa diffusioni dei ricevitori ha portato ad un accordo per la trasmissione del segnale a 45 cinema ad alta definizione.

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L’importanza di controllare il segnale video di Mike Waidson - Video Applications Engineer - Tektronix Measurement Business Division Esiste una tendenza a pensare che la filiera digitale, dall’acquisizione alla trasmissione, garantisca la perfezione del segnale relegando fra gli sgradevoli ricordi del passato qualsiasi tipo di contaminazione. Purtroppo non è così. Il digitale offre indubbiamente innegabili vantaggi, ma può sicuramente essere afflitto da molti dei problemi classici delle situazioni analogiche in praticamente ogni stadio di un sistema complesso di broadcast, dalla ripresa alla messa in onda finale. E’ raro che un programma televisivo arrivi allo spettatore senza prima essere stato formattato, copiato, modificato, compresso, decompresso, modulato, demodulato, multiplexato, demultiplexato, uplinkato e downlinkato - il tutto possibilmente per dozzine di volte. La minaccia per la sopravvivenza di qualsiasi segnale digitale è data dal fatto che durante tutti questi passaggi, bastano uno o due bit di dati corrotti per mandare in crisi l’intera catena.

Presto e bene Perché succedono cose del genere? Dove può nascondersi un problema in grado di saltar fuori quando è troppo tardi e bloccare l’intero sistema? Molto spesso la colpa è di qualcuno che “si arrangia” con, per esempio, il primo pezzo di cavo o il primo connettore BNC che si trova in mano. Il ritmo concitato delle operazioni esterne e delle acquisizioni, causato

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dalla proliferazione dei canali e del materiale richiesto per fornirli di contenuti, implica il fatto che spesso le cose devono essere fatte molto in fretta. Il problema è che “presto e bene raro avviene”: succede anche ai tecnici più esperti e più qualificati. Nella fretta, se ci si trova di fronte a uno scatolone pieno di cavi, la tendenza è quella di afferrarne uno che sembra quello adatto. Ma non è detto che, solo perché è del colore giusto, quello sia veramente un cavo HD: cavi e connettori hanno le stesse forme e dimensioni, il colore varia a seconda del fabbricante. Aggiungendo ancora componenti inadatti, il problema si aggrava fino al punto da renderne faticosissima la localizzazione. Si possono sprecare ore, anche giorni, nel tentativo di revisionare, riparare o un qualche modo mettere a posto un VTR che è stato inserito nel sistema, per poi accorgersi che il problema vero risiede in un cavo SD di qualità insufficiente, distante cinque metri. La cosa può assumere aspetti ancora più drammatici in un ambiente di broadcasting esterno, sia in situazioni di breaking news che per eventi sportivi o eventi live. Fuori dall’ambiente controllato dello studio, è cruciale disporre della possibilità di trasmettere il segnale in maniera flessibile e affida-

bile. Una contaminazione, anche se non immediatamente apparente, può causare grossi problemi in una situazione live: il sistema, senza preavviso, 11 può semplicemente smettere di funzionare - e quasi sempre nel momento sbagliato.

Salvare l’investimento Le aziende investono decine o centinaia di milioni per passare a sistemi HD. Molto spesso spendono anche parecchio denaro per essere sicure che le attrezzature basilari, come cavi e connettori, siano all’altezza. Ma i vecchi equivalenti SD, spesso piazzati nello stesso cassetto, prima o poi trovano la strada per risalire alla superficie e ricomparire nei sistemi HD: un pezzo di cavo qua, un BNC di riserva là, ecco fatto. Spesso si tratta di soluzioni di emergenza che funzionano, ma l’effetto cumulativo a lungo termine è il quasi inevitabile insorgere di grossi e fastidiosi problemi di difficile soluzione, tali da compromettere l’ operatività di un nuovo sistema HD. Per affrontare le epidemie da contaminazione, l’unico sistema che funziona è quello di seguire rigorosamente una tabella di controlli periodici utilizzando strumenti di monitoraggio che forniscano Eye Diagram e mosurazioni


T I T O L O di jitter. Sono due test critici per essere sicuri che un segnale HD rimanga effettivamente HD. La prevenzione della contaminazione, insomma, è forse ancora più importante della segnalazione di eventuali guasti. Strumenti come la serie di monitor di forma d’onda multiformato WFM700 della Tektronix assicurano le caratteristiche di monitoraggio indispensabili nella produzione, postproduzione, distribuzione e trasmissione di contenuti videi digitali a definizione standard e alta definizione.

La proposta Tektronix Per ambienti ibridi HD/SD, il modello multiformato WFM700A fornisce gli strumenti per eseguire monitoraggi in ambiente operativo ed eseguire operazioni come il controllo di validità del segnale e della qualità del contenuto, il settaggio dei livelli e la verifica dei

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percorsi di segnale. Il modello WFM700HD è la sua versione soloHD. Il WFM700M ha tutte le funzioni del WFM700A, più capacità di analisi digitale molto importanti nella progettazione, installazione e manutenzione di sistemi video digitali, compresi eye diagram con misurazioni automatiche e misurazione di jitter e dati per formati sia SD che HD. Con il supporto del monitoraggio dell’audio digitale, l’utente è in grado di espandere le funzionalità di ogni configurazione WFM700 monitorando sia audio che video digitali attraverso un unico strumento. Questi prodotti combinano il meglio dei monitor di forma d’onda tradizionali con l’accuratezza, la ripetibilità e la stabilità ottenibili dalla tecnologia digitale. Il design modulare permette all’utente di acquistare le funzionalità

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Movies & Arts con Quantel per l’HD Grading Nuova casa di post produzione apre a Milano, con una marcia in più. Tutti parlano di congiuntura negativa per la post produzione, soprattutto a Milano e tengono le dita incrociate, sperando che ‘l’allineamento negativo dei pianeti’ non duri a lungo. Qualcuno addirittura apocalitticamente si sbilancia e afferma che la pubblicità, principale fonte del pane quotidiano nella post milanese, ‘non ha ridotto i budget, ma lo ha cancellato!’ C’è però anche chi non la vede così complicata e con una notevole vena di ottimismo apre verso il futuro e investe anche pesantemente. Stiamo parlando della neonata casa di post produ-

zione Movie & Arts che in meno di otto mesi dalla idea originale ha aperto i battenti in piazza Sicilia 7 a Milano. A partire in quest’avventura pericolosa ma entusiasmante è Gianfilippo Napolitano, decano della post a cavallo tra Milano, Torino e Roma che fino a oggi e con la medesima ragione sociale aveva arricchito il mercato esclusivamente proponendo un team di professionisti ‘affittati’ alle altre strutture nel momento in cui il lavoro era troppo o erano necessaire competenze superiori. L’inaugurazione della struttura, avve-

di cui ha bisogno al momento e di acquisirne altre non appena le sue necessità cambiano. Non si potrà mai insistere troppo sull’importanza di testare le nuove apparecchiature, sia che si tratti di un sistema completamente nuovo, sia di uno che è stato upgradato da cima a fondo per ambiente HD, sia - come accade spesso - ci si trovi davanti a uno scenario ibrido HD/SD. Ma c’è dell’altro. Il potenziale di contaminazione di cui abbiamo parlato può a prima vista non apparire come un problema immediato o particolarmente oneroso, ma c’è da scommettere che può diventarlo. Le pezze provvisorie possono andare bene una, due, anche parecchie volte - ma prima o poi, in assenza di una rigorosa e rispettata agenda di controlli, crollerà tutto. Evitiamolo e lasciamo i drammi di fronte alla telecamera, non dietro. nuta alla fine di settembre è stata seguita a soli quindici giorni di distanza da una fitta sessione -durata due giorni- in cui si è deciso di presentare ‘al mondo’ un nuovissimo sistema di Quantel, precisamente eQ V3.5 con QColor, la soluzione per la correzione colore contestuale. In una apposita suite completamente attrezzata per la post in HD e la correzione colore in HD si sono avvicendati direttori della fotografia, registi, clienti e titolari di altre case di post a cui è stato dimostrato dal vivo il nuovissimo workflow che Quantel rende possibile. eQ è una macchina che da sola riesce ad aprire ben quattro possibili aree di business e altrettanti fonti di guadagno. In sé combina procedure di editing, creazione di effetti, correzione colore, finalizzazione e creazione dei master definitivi; tutto in un unico centro di profitto. eQ è perfetto per le case di post produzione e tutte le esigenze del broadcast e della pubblicità, per lavori in SD, HD o a risoluzione mista nello stesso lavoro. I vantaggi di eQ sono molti e la grande potenza è indispensabile oggi per produrre sempre la miglior qualità, non importa quale sia la risoluzione, per aprire nuove strade di business nella post, per consentire un lavoro interattivo anche a risoluzione HD e oltre, per

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mantenere la post competitiva grazie a un aumento notevole della produttività, per eccellere nel flusso di lavoro di video e dati. Ricordiamo che al momento su Milano una sola altra casa di post possiede un sistema di nuova generazione Quantel, mentre a Roma ne sono in funzione diversi (Cinecittà Digital, AxisAssociati, Proxima, Sitcom, etc), 14 dedicati a tutti i segmenti della post, dai più semplici, come la post per la televisione e la pubblicità, ai più complicati, per il cinema e il Digital Intermediate. Gianfilippo Napolitano, unico titolare della struttura, dichiara: ‘sono esausto; praticamente abbiamo iniziato a febbraio e abbiamo finito a settembre, in tempi da record. Ho deciso di aprire una struttura tutta mia

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perché nel corso degli anni ho aiutato moltissime strutture a nascere e crescere ed era giunto il momento di fare il grande salto e fare qualcosa anche per me. Continueremo comunque anche sulla strada del Body Rental fornendo alle altre case di post i nostri professionisti in affitto e in tal senso non c’è e non ci sarà mai concorrenza, ognuno prosegue sulla sua strada, solo che ora i miei associati hanno un punto fermo di riferimento, una sede fisica e non virtuale cui fare riferimento. Partiamo - inoltre - con un grande vantaggio in quanto siamo già noti per la creatività e la precisione esecutiva; ora con eQ di Quantel e QColor il nostro flusso di lavoro in HD è sicuramente ad un livello superiore rispetto agli altri.’

Marco Emilitri, di Video System Engineering, importatore e distributore di Quantel per l’Italia, nell’occasione ha dichiarato: ‘la professionalità della Movie & Arts è un dato di fatto da anni e i suoi servizi sono stati impiegati con profitto dai migliori nomi della post tra Milano Torino e Roma, quindi l’idea di aprire una struttura propria è sicuramente una mossa vincente. In più la Movie & Arts è da anni dimostratrice dei tre dei sistemi più famosi di post e di effetti speciali al mondo, tra cui c’è proprio Quantel che per il suo flusso di lavoro in HD e la potenza del tempo reale è unica. Si tratta quindi di un vantaggio già dalla partenza rispetto altre strutture che sono rimaste ancorate ad apparati ormai del tutto superati.’

Notizie in breve Anche le tv locali sul satellite AERANTI-CORALLO, l’associazione che rappresenta oltre mille imprese radiofoniche e televisive locali, satellitari e via internet, ha sottoscritto con l’operatore satellitare europeo Eutelsat e la controllata italiana Skylogic una importante convenzione: l’accordo prevede particolari condizioni di favore per l’acquisto, entro dicembre 2006, da parte delle imprese televisive associate ad AERANTI-CORALLO, di capacità trasmissiva sul satellite EUROBIRD10, recentemente collocato a 10° est per potenziare la posizione geostazionaria di riferimento e la storica posizione ammiraglia dei 13° est, occupata dagli HOTBIRD. Le trasmissioni satellitari effettuate dalla posizione orbitale a 10° est potranno essere ricevute da parte dei telespettatori con una semplice modifica ai propri sistemi di ricezione, mediante un doppio illuminatore (c.d. “dual feed”) che consente la ricezione simultanea dei segnali provenienti da HOTBIRD (a 13°est) e da EUROBIRD (a 10° est). Commentando la firma dell’accordo, Marco Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO, ha dichiarato: “Le imprese televisive locali guardano da sempre con interesse alla possibilità di diffusione dei propri programmi anche via satellite, oltre che tramite le proprie reti diffusive via etere terrestre. La possibilità di diffusione satellitare – ha aggiunto Rossignoli – ha consentito a molti editori locali non solo di espandere i propri programmi in aree altrimenti non raggiunte dal proprio segnale, ma anche, spesso, di giungere a definire nuovi palinsesti e, in sostanza, creare nuovi contenuti specifici per il satellite.”

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IBC 2006: quasi tutto come sempre 16 Le assenze di nomi importanti come Avid e Panasonic non hanno pesato più di tanto sulla riuscita dell’ultima edizione dell’IBC di Amsterdam che ha anzi visto crescere il numero dei partecipanti L’impegno profuso dagli organizzatori dell’IBC 2006 è stato premiato da un’affluenza record che ha sfiorato le 45.000 unità tra visitatori ed espositori, ripartiti in proporzione di 70 a 30. Anche gli spazi espositivi sono stati ampliati per far posto ai quasi 1.300 espositori, sottraendo spazi ad aree che fino allo scorso erano destinate a servizi di ristorazione e allestendo un padiglione prefabbricato per la registrazione dei visitatori. Evidentemente, le voci di un possibile trasferimento della manifestazione da Amsterdam in altra sede hanno avuto il loro effetto. Grandi assenti all’appuntamento sono state Avid e Panasonic che non sembrano essersi pentite della scelta, almeno ufficialmente. Panasonic ha in parte ovviato all’assenza organizzando una serata ad Amsterdam durante il periodo di svolgimento della fiera mentre Avid non si è proprio vista: in alternativa alla partecipazione all’IBC ha in programma una serie di eventi che si svolgeranno nei prossimi mesi in diverse città europee. Rientrata

invece nei ranghi Snell&Wilcox, assente lo scorso anno: è probabile che i responsabili del marketing abbiano fatto qualche conto e si siano accorti che i soldi spesi per partecipare ad una manifestazione come l’IBC qualche frutto comunque lo danno.

Gli estremi alla ribalta I temi più caldi dell’IBC 2006 sono stati l’alta definizione e la “mobile-TV”, ovvero la televisione su cellulari e dispositivi portatili in genere. Per quanto riguarda il primo, l’IBC ha ospitato la prima dimostrazione europea del

La telecamera utilizzata per le riprese in Ultra High Definition: per il trasporto del segnale servono 16 collegamenti HD-Sdi

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sistema a oltre 4.000 linee di scansione Ultra High Definition TV sviluppato dalla giapponese NHK in collaborazione con la statunitense Micron, che ha fornito i sensori Cmos, e un pool di fabbricanti nipponici - Ikegami per la telecamera, Fujinon per l’ottica, JVC per il sistema di proiezione, Keisoku Giken per la registrazione e NTT per la trasmissione su fibra ottica. Per vedere le proiezioni era d’obbligo la prenotazione e più di 5000 persone hanno potuto assistervi durante i cinque giorni della manifestazione. Nonostante qualche piccolo problema di allineamento, che provocava la comparsa di bordi colorati, la nitidezza delle immagini era davvero impressionante. Ogni singola immagine ha una risoluzione di 7.680x4.320 pixel, l’equivalente di 16 immagini da 1080 linee, e sono necessari appunto 16 cavi HD-Sdi per trasferire il segnale alle unità a disco utilizzate per la registrazione. L’esperienza visiva era arricchita dall’audio surround 22.2 (9 canali per lo strato alto, 10 per quello intermedio e tre per quello inferiore, oltre a due canali per gli effetti a bassa frequenza). Anche se può sembrare fantascienza, i tecnici della NHK stanno studiando la possibilità di trasmettere il segnale UHDTV da satellite direttamente alle case.

Non più interlacciato Per il momento ci si dovrà accontentare di molto meno, specialmente se si dà retta all’EBU (European Broadcasting Union) che anche quest’anno ha proposto nel proprio stand dell’IBC un confronto diretto fra i formati correnti per l’alta definizione, esteso per l’occasione al 1080p a 50 frame per secondo. Le presentazioni si concludevano invariabilmente con una frase del presentatore del tipo “we don’t have to use 1080i anymo-

Sono stati poco meno di 45.000 i partecipanti all’ultimo IBC

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Confronto fra i diversi formati dell’alta definizione: secondo l’EBU, il progressivo vince sempre

S E Z I O N E re”, vale a dire meglio lasciar perdere il 1080i e in effetti era difficile dargli torto. Il confronto era fatto utilizzando tre schermi LCD Full HD della Pioneer sui quali erano visualizzate contemporaneamente le stesse sequenze nei formati 720p, 1080i e 1080p, sia non compresse, sia compresse in Mpeg-4 con bitrate variabili da 6 a 18 Mbps. Fin quando il confronto era fatto tra i formati non compressi, le differenze erano minime e difficilmente apprezzabili anche su schermi di grandi dimensioni, come quelli da 50 pollici utilizzati per la presentazione. Gli unici difetti visibili

erano quelli tipici delle immagini interlacciate mentre era difficile notare una migliore nitidezza delle immagini in formato 1080p rispetto a quelle 720p, anche alla minima distanza di visione, corrispondente a circa tre volte l’altezza dello schermo. La situazione cambiava radicalmente quando si passava a segnali compressi e anche con bitrate relativamente elevati gli artefatti della compressione erano più evidenti nelle immagini 1080i rispetto a quelle 720p. La qualità delle immagini 1080i peggiorava in maniera sempre più significativa riducendo il bitrate e in queste condizioni il formato 720p si dimostrava addirittura superiore al 1080p, penalizzato dal fatto del dover comprimere una quantità di dati sensibilmente maggiore (più del doppio in termini di punti per immagine) mentre il 1080p si dimostrava superiore al 1080i. In conclusione, l’EBU ribadisce la tesi sostenuta già lo scorso anno, consigliando l’impiego dei formati progressivi in produzione, oggi il 720p e in futuro il 1080p, mentre per la distribuzione ritiene che il 720p sia più


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S E Z I O N E il metodo di compressione Dirac, utilizzabile liberamente, che permette di comprimere un segnale progressivo 1080p 50/60 quel tanto che basta per utilizzare un’infrastruttura HD-Sdi, senza alcuna apprezzabile perdita di qualità. Al momento, il codec Dirac consiste in un software che non permette di gestire le operazioni in tempo reale e quindi, per poter essere utilizzato in produzione, dovrà essere implementato in hardware, operazione a cui sta attivamente lavorando la BBC.

Pronti per il progressivo Già pronti i componenti essenziali per le interfacce SDI a 3Gbps della Gennum

che sufficiente per garantire il massimo della qualità con i metodi di compressione attuali, a cui si deve inevitabilmente ricorrere per la trasmissione dei segnali. Per trasferire il video in formato 1080p 50/60 si deve oggi ricorrere a un dop-

pio collegamento HD-Sdi, ma Gennum ha già in produzione il chipset HD-Linx III, che permette di utilizzare un singolo cavo coassiale per il trasferimento dei segnali a 3 Gbps. Una proposta alternativa viene dalla BBC Research che ha messo a punto

JVC è l’azienda che sembra credere maggiormente nei formati progressivi, come ha ribadito Keisuke Yoshikawa, responsabile europeo della casa giapponese che ha lanciato all’IBC i modelli della serie 200, caratterizzati dalla possibilità di registrare in formato HDV a 720 linee e 50 frame progressivi oltre che nelle modalità a 24, 25 e 30 fps comuni con gli altri modelli della linea ProHD. Il primo ad arriva-


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Lo stand della JVC: 50 frame progressivi per i camcorder ProHD della serie 200

re sul mercato sarà il GY-HD251E dotato di un’uscita HD-Sdi con audio embedded e ingressi per i segnali di genlock e timecode, quest’ultimo anche in uscita. L’impiego in studio è reso possibile dalla disponibilità dell’adattatore KA-HD250 dotato del connettore standard a 26 pin mentre 20 un convertitore interno mette a disposizione anche l’uscita in formato 1080i non compresso. Attesa invece per l’inizio del prossimo anno la coppia GY-HD200E/201E che condivide le caratteristiche della serie 100 con in più la capacità di registrare in formato 720p/50. Infine, la coppia GY-HD110E/111E sostituisce i fortunati predecessori GY-HD100/101, dei quali sono state vendute oltre mille unità soltanto nel nostro Paese (quan-

tità che pone la filiale italiana al primo posto nella classifica europea). Rispetto ai precedenti modelli, i camcorder GY110E/111E offrono tutta una serie di miglioramenti funzionali, come la possibilità di controllare il livello audio nella modalità Full Auto Shooting piuttosto che la scelta di diverse impostazioni per il Focus Assist. Come al solito, il numero 1 finale che compare nella sigla identifica i modelli dotati di ingresso digitale DV o HDV, per i quali l’Unione Europea impone un dazio del 10% superiore allo stesso modello che ne è privo, una scelta dettata dalla volontà di JVC di offrire la maggior convenienza possibile. Il successo ottenuto dai camcorder ProHD ha spinto i fabbricanti di otti-

Il GY-HD251E con l’adattatore per l’impiego negli studi, completo di uscita HD-Sdi

che a produrre nuovi obbiettivi per sensori da 1/3 di pollice, quali sono appunto quelli impiegati dai camcorder JVC. La proposta di Canon è lo zoom KT20x5BKRS, che ha un peso di soli 1,19 kg, mentre Fujinon propone altre due ottiche oltre al Th16x5,5 e al grandangolo Th13x3,5 già presentati lo scorso anno. Il Th17x5 è in pratica una versione rivista del 16x, con una focale minima leggermente più corta e un’apertura di F 1,4 che si mantiene costante per tutte le focali, caratteristica questa comune anche allo zoom HTs18x4,2 che dispone del sistema DigiPower finora riservato alle ottiche per telecamere con sensori da 2/3 di pollice. Per tutti i camcorder ProHD della JVC è poi disponibile il sistema wireless compatto CT2200HDV della Tandberg che garantisce la trasmissione dei segnali HDV ad una distanza massima di 2 km. Il sistema wireless ha le dimensioni di una batteria da 12 V e può essere montato fra questa e il corpo del camcorder. Il prezzo del sistema di trasmissione/ricezione sarà di circa ventimila euro, molto inferiore a quello di altri sistemi wireless per alta definizione. Presentata anche da JVC la linea di monitor a cristalli liquidi DT-VL, inizialmente composta dai modelli da 20 e 24 pollici e in futuro anche da un 9 pollici; caratteristica comune dei monitor LCD è la presenza di ingressi HD-Sdi e Dvi.

Progressivo anche per Grass Valley L’acquisizione in modalità progressiva a 50 e 60 fps è offerta anche dalla LDK 8000, definita da GrassValley “multiformat camera”. La LDK8000 cattura le immagini in formato progressivo nativo e può passare istantaneamente da una modalità all’altra, dal 720p al 1080i o p e con frame rate di 24, 25, 50 e 60 fps. I sensori sono 3 CCD HDDMP+ del tipo frame transfer, quindi privi dell’effetto smear, e il segnale è digitalizzato a 14 bit con successivo trattamento a 22 bit. Le caratteristiche dell’immagine sono del tutto simili a quelle offerte dal modello LDK 6000, del quale sono stati venduti già 1.500 esemplari; con le altre telecamere HD

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Il camcorder della serie Infinity: nel particolare ingrandito è visibile la griglia da cui fuoriesce l’aria calda

a 1080 linee, per le quali è inizialmente previsto l’impiego di un doppio collegamento HDSdi. La commercializzazione La telecamera GrassValley LDK 8000 cattura anche in formato della LDK 8000 è prevista nel 1080p a 50 o 60 frame per secondo giro di qualche mese ad un GrassValley condivide l’intero parco prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno accessori, in particolare i moduli per la ai centomila euro. connessione con cavi Triax fino a 1.200 In dirittura d’arrivo anche i primi prometri e in fibra ottica fino a 4.000 dotti della serie Infinity, annunciati metri. Per il collegamento wireless, proprio lo scorso anno in occasione GrassValley ha poi presentato il nuovo dell’IBC. Alcuni camcorder sono stati sistema basato sulla compressione utilizzati per la produzione del canale Jpeg 2000, anche questo utilizzabile televisivo trasmesso via cavo nei magcon tutte le telecamere in alta definigiori alberghi di Amsterdam. Una zione, limitatamente ai formati 720p e curiosità: per riuscire a smaltire il calo1080i. In futuro sarà disponibile anche re prodotto dalla componentistica una nuova connessione in fibra ottica interna, è stato necessario aggiungere a larga banda che permetterà di sfrutdelle piccole ventole che espellono tare al meglio le modalità progressive

l’aria calda attraverso una griglia posta nella parte posteriore, più o meno in corrispondenza della nuca dell’operatore.

Sony pensa sempre al cinema Nonostante Sony si fosse dimostrata 21 nel recente passato la più restia a digerire le raccomandazioni dell’EBU, anche la casa giapponese propone due modelli capaci di catturare le immagini nel formato progressivo con cadenze di 24, 25, 30 e 50 fps a 1080 linee e con un convertitore integrato per il 720p/50. La coppia HDC1000/1500, rispettivamente ver-


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Il prototipo della telecamera Sony per cinematografia elettronica in mostra presso lo stand della Band Pro

sione da studio e portatile, utilizza tre CCD Hyper HAD EX da 2/3 di pollice, ciascuno composto da 2,2 milioni di pixel; il segnale viene campionato con 14 bit. Il collegamento all’unità di controllo richiede un unico cavo a fibra 22 ottica che trasporta anche il video di ritorno, i segnali audio e l’alimentazione e può avere una lunghezza fino a 1.800 metri. Se necessario, con l’adattatore HDFX-100 è possibile utilizzare anche i normali cavi triax. Gli stessi sensori usati da queste telecamere saranno probabilmente alla base del funzionamento della nuova telecamera Sony per cinematografia elettronica, nome in codice NGC-23: un prototipo era in mostra anche presso lo stand della Band Pro, il più importante distributore statunitense dei prodotti Sony per alta definizione. Secondo Michel Bravin, cto della società californiana, la buona notizia è che Sony sta finalmente ascoltando. Contrariamente ai precedenti modelli che erano adattamenti di telecamere nate per il settore ENG, questa è stata progettata fin dall’inizio tenendo ben presenti le esigenze degli operatori cinematografici, per esempio irrobustendo l’attacco per le ottiche. Inoltre, per compensare le aberrazioni cromatiche introdotte dall’indispensabile prisma dicroico che separa la luce nelle tre componenti base, si ricorrerà probabilmente ad un particolare trattamento dei segnali generati dai tre

CCD. Il video ripreso in formato 4:4:4 sarà registrato con compressione Mpeg-4 su un recorder SRW1 che potrà essere montato direttamente sul corpo della telecamera, agganciandolo come se fosse un magazzino per pellicola. L’integrazione sarà tale da permettere riprese a passo variabile con continuità da 1 a 60 fps, sempre in formato 1080p. Il lancio ufficiale è previsto per la prossima primavera. Formato progressivo, limitato però a 25p, anche per il camcorder HVR-V1E in formato HDV, che ha fatto il suo debutto proprio in occasione dell’IBC.

L’estetica e le dimensioni sono abbastanza simili a quelle dei modelli PD150/170 e l’obbiettivo non intercambiabile è uno zoom marchiato Zeiss con escursione focale 20x, che può essere estesa fino a 30x con la funzione di zoom digitale. L’HVR-V1E utilizza 3 sensori Cmos da 1/4 di pollice con tecnologia ClearVid, ciascuno composto da 960 x 1080 pixel. La particolarità di questi sensori consiste nel fatto che i singoli elementi sensibili sono di forma quadrata e ruotati di 45 gradi: questo permette di ottenere migliori risultati con la tecnica dell’interpolazione, necessaria per ottenere i 1.920 pixel per linea utilizzati per il trattamento interno del segnale, poi ridotti a 1.440, valore standard del formato di registrazione HDV e per il video in component in uscita con campionamento 4:2:2, superiore quindi al 4:2:0 delle specifiche HDV. Le immagini riprese a 25p sono comunque registrate a 1080i/50 e quindi possono essere riprodotte con le normali apparecchiature HDV. Contemporaneamente all’HVR-V1E, Sony ha presentato il registratore a disco HVR-DR60, dotato di un hard disk da 60 GB e collegabile con l’interfaccia i.Link a camcorder o stazioni di montaggio non lineare. Il peso del dispositivo è di poco superiore ai 200 grammi e l’attacco per la staffa porta accessori ne permette il montaggio sul camcorder. Per prevenire possibili

Il camcorder Sony HVR-V1 con il registratore a disco HVR-D60 montato sulla staffa porta accessori

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T I T O L O danneggiamenti in caso di urti, l’HVRDR60 integra un sensore d’accelerazione mentre il buffer, con capacità di 14 secondi, garantisce la continuità della registrazione. Il registratore a disco si alimenta con le stesse batterie utilizzate per il camcorder e quelle di capacità massima assicurano un’autonomia è di ben 13,5 ore. Se utilizzato con l’HVR-V1E, la registrazione è possibile anche in assenza della cassetta e nel mirino si possono visualizzare tutte le informazioni essenziali, come lo stato di carica della batteria piuttosto che la durata residua di registrazione.

S E Z I O N E HD in formato tascabile

Non è detto che le telecamere HD debbano essere necessariamente pesanti e ingombranti, come dimostra Iconix che con la HD-RH1 è riuscita a far stare tre sensori CCD da 1/3 di Tre CCD da 1/3 di pollice per la minuscola telecamera HD della Iconix pollice in un contenitore lungo meno sioni corrispondono a quelle dei fotodi cinque centimetri e con un diamegrammi Super 35 mm, il che significa tro inferiore a quattro, il tutto per un Salto generazionale che è possibile utilizzare le ottiche peso di soli 64 grammi. La telecamera cinematografiche senza alcun adattapuò operare sia in modalità interlacUno dei prodotti che aveva fatto più tore. La velocità di ripresa è di 60 fps, ciata a 576 e 1080 linee che progressiparlare di sé in occasione del suo valore che raddoppia se ci si acconva, a 720 e 1080 linee e con scansioni annuncio all’ultimo NAB era stata la tenta di una risoluzione delle immagidi 24, 25, 30, 50 e 60 fps. Il segnale telecamera Red One, studiata in ni di 2k o inferiore: la telecamera può digitalizzato a 14 bit viene inviato con modo specifico per le applicazioni di catturare il video anche nei formati un cavo della lunghezza di tre metri cinematografia elettronica e caratte1080i/p e 720p. Per la registrazione all’unità di controllo, che dispone di rizzata da un rapporto prezzo prestadei segnali a 4k a 10 bit compressi con una doppia uscita HD-Sdi, necessaria zioni senza pari: una risoluzione di 4k un codec proprietario, che riduce il per i segnali video 1080p a 50 e 60 Hz per un prodotto di costo inferiore ai bitrate a 27 MB al secondo, è previsto oppure per segnali RGB o YUV camventimila dollari, troppo bello per l’impiego di speciali magazzini dotati pionati in 4:4:4; un monitor di control- 23 essere vero. Sembra però che quelli di memorie a stato solido con capacilo può poi essere collegato alle uscite della Red Cinema stiano riuscendo tà fino a 128 GB o hard disk da 40 a in component analogico e DVI. La nella loro impresa e allo stand dell’IBC 160 GB, mentre per i segnali non comtelecamera ha un attacco per le ottierano presenti i primi prototipi, tenuti pressi a 12 bit, che richiedono un che di tipo C e l’unità di controllo perperò rigorosamente in “gabbia”, bitrate di 323 MB al secondo, sarà promette di regolare diaframma, zoom e mentre su un monitor era possibile posto un sistema Raid. La disponibilidistanza di messa a fuoco. Guadagno, vedere alcune sequenze catturate con tà della Red One è prevista per l’inizio gamma e bilanciamento del bianco uno degli esemplari di pre-produziodel prossimo anno e il prezzo è stimapossono essere variati manualmente ne. Il sensore impiegato dalla Red to in 17.500 dollari per la sola telecamentre il bilanciamento del nero è One è del tipo Cmos ed è composto mera. automatico. da 4.520 x 2.540 pixel; le sue dimenSolo leggermente più ingombrante e di forma squadrata è la HD1100 della tedesca Lux Media Plan. Il sensore è in questo caso un unico Cmos da 2/3 di pollice, composto da 2,1 Megapixel. La sensibilità è di F8 a 2000 lux e la telecamera accetta ottiche con attacco C. Il segnale progressivo a 12 bit viene inviato con un cavo, che può avere una lunghezza di una decina di metri, all’unità di controllo e può essere convertito nei diversi formati progressivi, 1080p/50-60 compreso, o interlacciati, anche in definizione standard. Sull’unità di controllo sono presenti le uscite HD-Sdi, Sdi e in video composito ed è possibile intervenire sui colori e sul guadagno tramite i comandi presenti sull’apposito panUno dei prototipi della telecamera Red One: 4k di risoluzione per soli 17.500 dollari nello.

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S E Z I O N E in formato Jpeg 2000, con campionamento a 10 bit e alla piena risoluzione di 1.920 x 1.080 pixel. Oltre al modello SMS-400, BLT propone anche il server SMS-220HD con un ingresso e un’uscita simultanea ed entrambi sono controllabili con il pannello RUS-Color che mette a disposizione i classici comandi di un videoregistratore, permettendo inoltre di creare e gestire le clip registrate dai video server.

Il mezzo mobile per 18 telecamere della Global Production realizzato dalla Aret

Quando l’HD mette le ruote Il piazzale antistante ai padiglioni dell’IBC era riservato, come al solito, all’esposizione dei mezzi mobili ed era difficile trovarne uno che non fosse attrezzato per riprese in alta definizio24 ne. Ben due i partecipanti al “raduno” provenienti dall’Italia, l’OB20 della SBP e l’Esterna 3 della Global Production, realizzato dalla Aret. Del primo ce ne occupiamo in un articolo a parte mentre il secondo è interessante per le dimensioni relativamente ridotte, almeno se confrontate con quelle di altri mezzi aventi simili capacità produttive. Aret è riuscita infatti a far stare in un mezzo lungo in tutto meno di 11 metri una regia per 18

camere nominali (in realtà 17 LDK6000 e sei Sportcam della GrassValley con ottiche Canon ), un mixer video Kayak DD300 con 72 ingressi, un mixer audio digitale D5 della Digico e una matrice Trinix. Per la monitoria sono stati scelti gli schermi a LCD da 9 e 17 pollici della Kroma che non sembrano certo una soluzione di compromesso, almeno a giudicare dal confronto con i classici CRT della Sony, pur presenti nella zona riservata al controllo camere. Per la registrazione sono presenti tre Sony HDWM2000 in formato HDCam, due server LSM XT2 a 6 canali della EVS e due dei nuovissimi server SMS-400HD della BLT, lanciati ufficialmente proprio in occasione dell’IBC. I server HD della BLT dispongono di tre ingressi e di un’uscita e comprimono il segnale

Per il controllo camere Aret ha installato anche monitor LCD della Kroma

Alfredo Bartelletti mostra con orgoglio la sua ultima creatura: la scheda principale dei nuovi server HD della BLT

Tutti pazzi per il DVB-H Come accennato in apertura, l’altro tema caldo di questo IBC è stata la mobile-TV, per la quale è stato allestito anche un nuovo padiglione dedicato in particolare ai dispositivi di ricezione. Sul fronte della trasmissione, a farla da padrone erano i sistemi per lo standard DVB-H che, almeno in Europa, sembra proprio destinato a sbaragliare la concorrenza del DMB, derivato dal Dab, e del MediaFlo, tecnologia sponsorizzata dalla Qualcomm. In tutto erano più di 50 gli espositori che presentavano apparecchiature destinate al DVB-H e praticamente tutti i fabbricanti di trasmettitori hanno presentato prodotti destinati allo standard DVB-H che, superata la fase delle sperimentazioni, sembra proprio essere sul punto di decollare. Una menzione d’onore spetta alla

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Irte ha prodotto i trasmettitori usati da RRD per le trasmissioni in DVB-H della 3

RRD (Reti Radiotelevisive Digitali), la società che in qualità di Media Service ha reso possibile il lancio del primo servizio commerciale della 3 in Italia. Per arrivare a una copertura di quasi l’80% della popolazione sono stati installati circa 200 trasmettitori per la rete di primo livello, integrati da più di 300 unità gap-filler DBH-3 con potenza di 50 e 100 W, prodotti dalla Irte che ospitava la RRD presso il proprio 26 stand. I gap-filler dispongono di circuiti per la precorrezione digitale del segnale e integrano all’interno di uno chassis da 3 RU tutti i componenti necessari, compreso il ricevitore satellitare e quello per il GPS. Tutta la rete di trasmissione può essere controllata a distanza, variando anche la potenza di trasmissione dei gap-filler. Per risolvere i problemi di ricezione nei centri urbani o in spazi chiusi, RRD propone i cosiddetti street-filler mentre l’homefiller, collegabile alla normale antenna

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Il trasmettitore DVB-T/H in funzione presso lo stand della Elettronika

televisiva, garantisce una perfetta ricezione all’ìnterno delle mura domestiche.

DMT si distingueva per il fatto di utilizzare lo stesso canale trasmissivo per diffondere segnali in standard DVB-T

Numerose le novità presentate da Cte-Elit all’IBC

Dimostrazioni di impianti di trasmissione in DVB-H erano presenti un po’ ovunque nei padiglioni dell’IBC: quello in funzione presso lo stand della

Trasmissioni in DVB-T/H presso lo stand della DMT all’IBC

e H, niente di particolarmente innovativo, ma importante per ribadire una delle caratteristiche che possono facilitare l’adozione dello standard DVBH. La novità di Elettronika consiste nel modulatore DVB-T/H da 1 RU utilizzabile con i trasmettitori analogici, gli encoder e i multiplexer della stessa azienda. La pre-correzione lineare e non lineare digitale permette la massima riduzione delle componenti di intermodulazione e l’equalizzazione ottimale dell’ampiezza e della fase del filtro d’uscita. Il modulatore dispone di un doppio ingresso DVB-Asi ed è aggiornabile via software. Completamente digitale il ripetitore con cancellazione dell’eco EM 010D della Cte-Elit, dotato di precorrezione lineare e non lineare, controllabile utilizzando un’interfaccia grafica di facile

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La particolarità del MEX consiste nel supporto di segnali analogici e digitali, in standard DVBT/DVB-H o Atsc, passando dall’uno all’altro semplicemente caricando il software relativo, senza dover apportare alcuna modifica all’hardware. Tutti i moduli necessari per la trasmissione in DVB-H sono riuniti nell’ECT Set che può ricevere gli stream attraverso un collegamento IP e li ritrasmette sul canale UHF prescelto. Un nuovo ripetitore DVBT/H è stato proposto all’IBC dalla Teko Telecom. Le prestazioni ottenute tramite l’impiego di un filtro IF digitale permettono di affrontare con successo i problemi Anche Electrosys ha presentato una catena completa per le trasmisdi copertura, riducendo sioni in DVB-H inoltre il tempo di transito utilizzo. Il segnale non è rimodulato ed e permettendo unna precisa ed effiè sempre trattato in digitale, con una ciente regolazione della selettività. La latenza minima che ne consente l’impotenza d’uscita di 1 W ne consente piego anche come gap filler in reti l’impiego per la copertura di piccole SFN. Un’altra novità della Cte-Elit è il aree o come pilota per un trasmettitotrasmettitore rigenerativo EK 50-DU re di potenza. L’apparato può essere con potenza di 50 w e interfaccia SFN controllato da remoto e può riconointegrata, agganciata al segnale GPS scere il tipo di modulazione in ingresdi riferimento. so, commutando tra il funzionamento Basata sul MEX, il Digital Multimode in digitale a quello in analogico o viceExciter, la soluzione per il DVB-H proversa. posta ad Amsterdam dalla Electrosys.

I prodotti che verranno Terminiamo questa prima rassegna dell’IBC 2006 con alcune delle più promettenti dimostrazioni tecnologiche, idee che non dovrebbero tardare più di tanto a concretizzarsi in prodotti commerciali. È questo il caso del sistema di registrazione olografico sviluppato dalla InPhase che ha siglato un accordo con Ikegami, la quale intende sfruttare la tecnologia per l’archiviazione del materiale registrato con i camcorder Editcam. Al momento, l’unità di registrazione olografica è piuttosto ingombrante e non può certo essere integrata nei camcorder Editcam, che continueranno quindi ad utilizzare i FieldPak con hard disk o memoria allo stato solido. La prima generazione di dischi olografici, che hanno dimensioni simili a quelle dei classici CD, ha una capacità di registrazione di 300 GB, ma la tecnologia sviluppata da InPhase permetterà in futuro di arrivare a 800 GB e in seguito a 1,6 TB. Il supporto utilizzato da Inphase è prodotto dalla Maxell ed ha una durata stimata in 50 anni; il costo per GB si aggirerà, a regime, in circa 27 10 cent.

Ikegami utilizzerà le unità olografiche della InPhase per l’archiviazione dei video registrati con le EditCam

Il ripetitore con riconoscimento automatico del segnale della Teko Telecom

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L’ottimizzazione dell’uso della banda su reti IP è l’obbiettivo che si è posta la Utah Scientific che ha sviluppato un sistema di controllo dell’allocazione delle risorse di un router IP. Il sistema usa un misto di hardware e software per il controllo dinamico della priorità di uno specifico percorso attraverso un router IP: è sufficiente assegnare un percorso sorgente-destinazione con il sistema di controllo SC-4, utilizzando i normali pannelli per il controllo delle matrici, per far sì che il trasferimento


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Una nuova tecnologia per il controllo dell’allocazione della banda IP proposta da Utah Scientific

avvenga nel modo più rapido possibile. I comandi sono tradotti da un modulo software in istruzioni che sono inviate alla porta di controllo del router, il quale assegna al percorso la priorità massima, in modo da minimizzare i ritardi di trasferimento di file di grosse dimensioni attraverso la rete. Infine, ARRI ha presentato un illuminatore a LED capace di simulare qualsiasi filtro o gelatina colorata. Con la dis28 ponibilità di LED ad alta luminosità

Transizione completata A poco più di un anno dal primo annuncio ufficiale, l’intera gamma dei computer Apple è oggi disponibile soltanto con i processori Intel Battezzato con il minimalista nome di Mac Pro, il modello desktop di fascia alta completa la transizione verso l’uso dei processori Intel iniziata sette mesi fa da Apple con il lancio del portatile Mac Book Pro. Di minimalista però il nuovo Mac ha soltanto il nome: la configurazione è quella tipica delle workstation grafiche più potenti. Due processori Xeon Dual-Core

Già in vendita il Mac Pro con doppio processore Intel Xeon, espandibile a volontà

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È proprio il caso di dirlo, questa volta Arri ne ha fatti di tutti i colori

sono apparsi sul mercato numerosi illuminatori che sfruttano questi componenti caratterizzati da un ottimo rapporto tra energia assorbita e potenza luminosa emessa. L’idea innovativa, che è alla base dei dispositivi dimostrativi presentati da ARRI all’IBC, è quella di usare LED dei diversi colori primari, controllandone la luminosità in modo da simulare diversi valori di temperatura di colore tra 2.200 e 25.000K, compresi quindi con clock fino a 3.0 GHz forniscono la potenza di calcolo necessaria a surclassare i precedenti Power Mac G5 Quad, garantendo velocità d’esecuzione fino a due volte superiori, secondo quanto dichiara Apple. Le possibilità d’espansione sono in pratica limitate solo dal budget a disposizione. Per la memoria Ram sono presenti ben 8 slot per una capacità massima di 16 GB mentre i 4 alloggiamenti per hard disk Serial Ata permettono di avere fino a 4 TB di storage interno. Lo slot per la scheda grafica è un PCI-Express doublewide e permette quindi di alloggiare anche i modelli più potenti, come le ATI Radeon X1900 XT o nVidia Quadro FX 4500 che possono pilotare anche due schermi Cinema Display da 30 pollici. Altri 3 slot PCI Express possono essere utilizzati anche per altrettante schede grafiche, portando a otto il totale dei monitor collegabili a un Mac Pro. I prezzi sono allineati con quelli dei precedenti modelli Power Mac G5 e partono da un minimo di poco più di 2.000 euro. Contemporaneamente al Mac Pro sono stati presentati i server della linea Xserve, basati anch’essi sui processori Intel Xeon Dual Core. Per quanto riguarda il software Apple, tutti gli applicativi sono già disponibili in versione Universal e quindi girano in modo nativo sui Mac con processore Intel, in particolare Final

quelli corrispondenti alle lampade al tungsteno o a luce diurna, con un indice cromatico superiore a 95. Allo stesso modo è possibile simulare la luce filtrata da gelatine delle marche più note o quella dei diversi tubi fluorescenti. Il pannello dimostrativo ha una dimensione di 15 x 15 centimetri e produce una luminosità di 220 lux a un metro di distanza: pannelli di dimensioni più grandi e con maggiore luminosità sono già in preparazione. Cut Studio e Shake. Per inciso; quest’ultimo ha subito recentemente una drastica riduzione di prezzo, fissato ora a 499 euro, un ventesimo del prezzo che aveva prima che entrasse a far parte dell’offerta della casa della mela. La riduzione di prezzo di Shake è stata però accompagnata dall’annuncio che Apple non offrirà né contratti di assistenza, né futuri aggiornamenti, poiché sta sviluppando un programma di compositing ed effettistica completamente nuovo, più integrato con il proprio software Final Cut Pro per il montaggio video non lineare. Mancano invece ancora all’appello le versioni Universal dei programmi di alcuni tra i più importanti sviluppatori, a cominciare da Adobe Photoshop, la cui versione Power Pc gira anche sui Mac Intel grazie a Rosetta, ma con prestazioni dimezzate rispetto ai G5 di pari classe. Difficile dire quando e se arriveranno le versioni Universal dei programmi ancora mancanti all’appello, anche perché nella prossima versione del sistema operativo Mac OS, denominata Leopard e attesa per la prossima primavera, sarà integrato Boot Camp, il software che permette di utilizzare il sistema operativo Windows e i relativi applicativi su tutti i nuovi Mac con processore Intel.


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Il mezzo mobile OB20 HD della SBP in mostra sul piazzale dell’IBC di Amsterdam

Alta definizione senza compromessi

Prendere tutto quanto c’è di meglio per la produzione in HD e metterlo su ruote: questo è la strategia che ha portato alla nascita dell’OB20 della SBP Tra i numerosi mezzi mobili presenti sui piazzali dell’IBC, uno di quelli che ha attratto il maggior numero di visitatori, è stato l’OB20 HD della SBP, società del gruppo Euphon. La struttura interna è abbastanza classica, suddivisa nelle aree controllo camere, registrazione, regia video e regia audio, e a ciascuna è riservato uno spazio più che ampio, tale da poter accogliere comodamente una trentina di addetti ai lavori: nella sola regia video possono trovar comodamente posto una dozzina di persone. Nonostante gli ampi spazi, resi possibili dall’allargamento di entrambe le fiancate, in alcuni momenti era davvero difficile muoversi all’interno del mezzo: sono stati oltre 1.500 i contatti raccolti dalla SBP durante i cinque giorni della manifestazione. Più che soddisfatto Antonio Balsamo, amministratore delegato e presidente della SBP, fondatore nell’oramai lontano 1976 della società romana. Balsamo era presente all’IBC e con lui

abbiamo potuto scambiare quattro chiacchiere in compagnia di Benito Manlio Mari della Sony Italia, che ha contribuito all’allestimento del mezzo, fornendo anche le telecamere e la quasi totalità dei monitor. Per prima cosa, abbiamo chiesto a Balsamo di raccontarci come si è arrivati alla decisione di dotare la SBP di un mezzo mobile in alta definizione. Balsamo - Quando abbiamo cominciato a pensare al progetto OB20, parliamo del mese di febbraio del 2004, la strategia identificata da Sbp poteva essere considerata completamente innovativa. Poi una serie di problematiche a livello di tempi ci hanno portato a ritardare l’avviamento di questa realizzazio-

ne, che però teneva conto del fatto che il mondo dell’HD andava bene anche per il mondo della televisione a definizione standard. Il progetto iniziale era quello di offrire al cliente un prodotto di qualità superiore, ma ancora in SD. Poi in verità ci siamo accorti che questo non è vero, oggi il cliente molto rapidamente sta passando dal mondo SD al mondo HD e vuole un prodotto HD vero.

Antonio Balsamo, amministratore delegato e presidente della SBP nell’area regia dell’OB20 HD

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S E Z I O N E detto che coincida con l’aspetto economico. Io posso avere un’ottima qualità e ugualmente rispondere ad una richiesta di validità economica.

M - Questa richiesta proviene anche da clienti italiani? Balsamo - Anche da parte di clienti italiani. Con il nostro progetto, noi stavamo cercando di offrire qualcosa che avesse una qualità superiore, pur mantenendo le caratteristiche tecniche della situazione del mercato del momento. Oggi la situazione del mercato si sta trasformando perché con Sky che ha annunciato la partenza delle produzioni in HD, con altri operatori che annunciano la produzione, con la produzione di titoli multimediali, quindi parliamo di “Dvd” in HD, l’esigenza di produzione di materiale in HD è diventata molto più pressante. In più molte aziende sono partite parallelamente con la progettazione di unità in HD. In realtà non è chiarissimo se hanno avuto intenzione di produrre cose in HD perché avevano effettivamente il cliente o perché soltanto tutti quanti parlavano di HD. Questa, purtroppo, sappiamo essere una delle nostre problematiche, perché spesso e volentieri imitiamo dei comportamenti, ma senza conoscere profondamente la ragione che ne è alla base, quali sono state le motivazioni che hanno dato origine a un progetto in un certo modo. Per farla breve, siamo partiti con questa idea portandola avanti e abbiamo realizzato un’unità che riteniamo rispondere completamente alle nostre esigenze, esigenze che ne hanno poi determinato la progettazione e che crediamo siano

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abbastanza vicine alle esigenze di quanti potranno utilizzare questa unità, perché è molto flessibile, perché ha dei prodotti buoni. Abbiamo cercato di non fare economie, se non quelle ragionevoli nel campo della scelta tecnologica, abbiamo usato dei prodotti di qualità ed è evidente che un prodotto di qualità significa anche relativi costi M - Può darci un’idea del costo complessivo del mezzo? Balsamo - Parliamo di numeri intorno ai dieci milioni di euro, ovviamente parliamo del sistema completo. Per noi un sistema non è l’OB Van e basta. Sistema completo significa le motrici, significa il tender, la motrice del tender, tutti gli accessori, cavalletti, teste. tutto quello che è necessario per poter fare una produzione. Poi è evidente che a seconda di quello che uno intende inserire o non inserire, i numeri cambiano di due milioni in più o due milioni in meno. Però poi la verità è che, se devi andare a fare una produzione sul campo, tutte queste cose ti servono. M - Quindi non ha badato a spese ... Balsamo - L’aspetto economico è stato tenuto nella dovuta considerazione, perché i miei padroni stanno molto attenti a questo. Amministrare i soldi degli altri è molto più difficile che amministrare i propri. Però non ho badato a lesinare la qualità, che non è

M - Oltre a scegliere le apparecchiature, vi siete occupati anche dell’ingegnerizzazione del mezzo? Balsamo - L’ingegnerizzazione è completamente nostra e così anche la progettazione tecnica a livello circuitale, fino alla lista cavi, tutto questo è un problema nostro. Non l’abbiamo mai lasciato fare a nessuno, da sempre nella storia di SBP. La realizzazione meccanica è stata fatta dal costruttore inglese, Smith GT Bentley, e tutta la parte di cablaggio da Sony a Basingstoke. Devo dire che siamo rimasti soddisfatti, non dei prezzi, ma della qualità sì. Una delle cose interessanti è che questo mezzo è stato consegnato da Sony Basingstoke il giorno 3 del mese di febbraio e il giorno 15 era già in produzione, e lo è stato per la durata di quasi tre mesi, il che vuol dire che il lavoro era stato fatto con molta accuratezza e così anche il progetto. Allora fu utilizzato per Amici di 31 Maria de Filippi ed era, in questo caso, una chiusura del progetto iniziale, una produzione HD con destinazione SD e la qualità si vedeva. Noi abbiamo voluto cominciare con una produzione che già conoscevamo perché storicamente la facevamo noi, sapevamo di cosa c’era bisogno e sapevamo che il mezzo era in condizione di poter rispondere a tutto. M - Da quante persone è composta la troupe necessaria per una produzione tipica? Balsamo - In media 45-50 persone. Soltanto i cameraman sono 24 poi abbiamo altre 18-20 persone. Come scelta aziendale abbiamo una funzione che si chiama coordinatore mentre alcuni nostri concorrenti, scelta che io rispetto, la funzione del coordinatore la delegano al capo tecnico. Nelle nostre squadre di produzione il capo tecnico deve occuparsi di tutti i problemi tecnici e non deve colloquiare con il cliente, sentire le sue problematiche o cercare di risolvere i suoi problemi. Quindi mettiamo una figura professionale in più, che è il coordinatore, l’interfaccia verso l’azienda da


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Tutto quel che c’è dentro l’OB20 HD della SBP

Come mixer video principale è stato scelto il Kahuna Multiformat della Snell&Wilcox in configurazione a 80 ingressi e 4 M/E, coadiuvato da un altro Kahuna da 1 M/E utilizzato per la regia secondaria. L’area di registrazione si basa su quattro videoregistratori Sony HDWD2000 in formato HDCam e quattro sistemi LSM XT(2) della EVS. Per le riprese al rallentatore, la scelta è caduta sulle Sony HDC-3300, presenti in numero di quattro, mentre le riprese normali sono affidate a venti Sony HDC1500, in grado di catturare anche immagini in formato 1080p a 50 o 60 fps. Le ottiche sono state fornite tutte da Fujinon e vanno dal granuna parte, verso il mezzo tecnico, il mezzo produttivo e dall’altra verso il cliente. Praticamente è una longa manu dell’azienda presente sul posto 32 a cui il cliente, qualunque cosa di cui abbia bisogno, può rivolgersi. Questo compito spesso viene delegato al capo tecnico e non è giusto, perché non è quello il suo mestiere. M - Quali problemi avete riscontrato nell’uso sul campo? Balsamo - Una problematica produttiva importante, che era stata un po’ sottovalutata, è la commistione di sistemi di monitoria HD con sistemi di monitoria SD che non sono compatibili, a mio avviso, se non per il controllo di presenza del segnale. Il regista che deve guardare il segnale, lo deve guardare comunque come lo vedrebbe in HD, non può accettare quindi una situazione di compromesso con la monitoria in SD per i segnali delle telecamere, perché poi quando lo va a

dangolare HA13x4,5 fino al supertele XA101x9,3. Nell’area regia sono presenti sei monitor Lcd da 46” della Clarity, collegati a quattro sistemi MultiViewer della Zandar; se si escludono tre monitor Sony Crt da 14” installati nell’area controllo camere, tutti gli altri sono monitor LCD Sony della serie UMD, con dimensioni che vanno da 5,6” a 17”. Un Clarity da 46” è presente anche nella zona riservata alla regia secondaria, anche questo collegato a un sistema MultiViewer Fusion Pro della Zandar. Il mixer audio è uno Studer Vista 8 con processore Dolby E, 40 ingressi Aes/Ebu, 48 microfonici e 16 analogici. vedere effettivamente non è più la stessa cosa. È un problema anche per i tecnici che sono nella catena di produzione, perché il controllo del fuoco di una telecamera se lo guardano su un monitor SD possono dire che va bene, poi in realtà non va bene e quindi c’è bisogno di omogeneità monitoria. Poi ci vuole un’attitudine degli operatori di ripresa a capire che la ripresa in alta definizione non è esattamente la stessa cosa, la gestione dell’ottica della telecamera in HD non è la stessa da gestire in SD. Direi di più, non va bene neanche la gestione con un monitor SD per una produzione HD destinata al mercato SD. M - I sistemi EVS normalmente riservati alle telecamere Slo-mo li utilizzati anche per la registrazione dei segnali delle altre telecamere? Balsamo - Ni, dipende se il programma è destinato a un’emissione in onda immediata. In questo caso, molti

segnali vengono registrati direttamente sui canali dell’EVS, parliamo di EVS XT(2). La gestione in rete è molto comoda, l’EVS è una bella macchina, molto performante. Mi sembra una buona soluzione anche quella della Blt, non l’ho ancora potuta vedere né valutare tecnicamente, però conoscendo la serietà degli interlocutori, sono certo che risponderà pienamente ai requisiti. Peccato che è soltanto un quattro canali, ma devo dire che con tre in e un out diventa perfetto per l’accoppiamento di una telecamera come quella della Sony. A questo punto interviene Mari - Ecco parlando di telecamere Sony ... Balsamo - (con tono scherzoso) Posso rispondere liberamente? Perché ti vuoi far male? La meccanica Sony dobbiamo accettarla così come viene, perché oramai tutta la meccanica sta scendendo. Quello che posso dire di interessante è la soluzione ibrida di poter avere dalla telecamera un’uscita in fibra ottica, quindi qualità massima, e contemporaneamente un’interfaccia che da fibra ottica porta a triax e che consente di utilizzare questo sistema anche su campi dove c’è una situazione precablata in triax, naturalmente nel limite delle distanze raggiungibili, che comunque per un campo sportivo vanno assolutamente bene. M - Quali riscontri avete avuto dai vostri clienti, la differenza di qualità è stata apprezzata? Balsamo - Difficile dare una risposta, dire quanto è stato apprezzato. Per poterlo apprezzare devi avere un monitor in alta definizione, guardarlo effettivamente in alta definizione, che sia alta definizione vera, non Hd ready, che sappiamo essere un gioco. Non ci sono state produzioni, al di là dei campionati del mondo di calcio, che siano andate in HD e quindi il ritorno da parte dei telespettatori non c’è. Sono loro che fanno il ritorno di qualità. Il cliente produttore lo guarda, bello, ma non ha il ritorno del gradimento di quello che a casa guarda un prodotto fatto in alta definizione. M - In quanti anni si può ammortizzare un investimento di questo tipo? Balsamo - Questo non lo direi neanche di fronte a una minaccia di morte

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T I T O L O (sempre in tono scherzoso). Dipende dal numero di giornate all’anno che si riesce a far girare un’unità di questo genere. Il mezzo è HD e si può usare anche in SD, bisogna evitare però di svilire quello che uno sta utilizzando,

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perché poi il cliente potrebbe pensare che allora questo, quando produce SD, costa di meno, anche se sono le stesse macchine. L’ammortamento è funzione della quantità di lavoro e della serietà degli interlocutori nel

capire che un prodotto di qualità deve essere pagato in maniera equa. Non dico che deve essere pagato in maniera eccessiva, deve essere pagato in maniera equa e questo significa una crescita per tutti.

Panasonic alla finestra

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Secondo Panasonic, l’efficienza del formato AVC-Intra garantisce la stessa qualità del DVCPro HD con un bitrate dimezzato, cioè 50 Mbps per il video in alta definizione. In questa Pur non partecipando in prima persona all’IBC, Panasonic ha organizzato modalità, i segnali 1080 sono campionati con una serata ad Amsterdam per presentare ai rivenditori e alla stampa le sue 1.440 pixel per linea, lo stesso valore utilizzato ultime novità dai formati DVCPro HD e HDCam, ma è prevista L’occasione della presenza di tanti operatori ad camcorder AJ-HDX900 per cassette in formato anche una modalità di campionamento a 1.920 Amsterdam, convenuti per visitare l’IBC, era DVCPro HD, del quale sono state vendute 550 pixel per linea con un bitrate di 100 Mbps per troppo ghiotta perché Panasonic se la lasciasse unità, di cui più di 100 solo in Europa. Questo quelle applicazioni che richiedono una maggioscappare e ha quindi organizzato una serata camcorder è il primo del tipo multi-standard, re qualità delle immagini. In questo caso, su proprio durante i giorni di svolgimento della capace cioè di registrare in 11 differenti forma- ogni scheda da 8 GB (la capacità massima dismanifestazione per fare il punto sull’andamen- ti, sia a 720p da 24 a 60 fps che a 1080i50/60 ponibile oggi), si possono registrare 8 minuti di to del mercato e presentare i nuovi prodotti. A e 1080p24/25/30. video. Il prezzo dell’AJ-HPX2100 dovrebbe giudicare dai dati forniti, gli affari di Panasonic Come è stato annunciato nel corso della serata, aggirarsi attorno ai 30.000 euro mentre le vanno a gonfie vele: la linea P2 ha raggiunto il tutti i nuovi prodotti Panasonic per l’alta defini- schede P2 da 8 GB hanno oramai un costo infetraguardo delle 20.000 unità, merito anche del zione saranno multi-standard, a cominciare dal riore ai mille euro. L’altra novità attesa per la successo ottenuto dal camcorder AG-HVX200. primo camcorder della linea P2 HD, l’AJ- prossima primavera è l’unità di registrazione Per quest’ultimo la novità è costituita dal sup- HPX2100, la cui commercializzazione è prevista AJ-HPM2100 che mette a disposizione sei slot porto per la registrazione a 24, 25 e 30 fps pro- per la prossima primavera, ma già partecipante P2 ed è dotata di un monitor LCD da 9 pollici in gressivi con l’unità a disco FS-100 della Focus attivo alle riprese effettuate durante l’evento. I formato 16:9. Oltre ai comandi jog/shuttle tipiEnhancements, che raddoppia così l’autonomia sensori dovrebbero essere gli stessi utilizzati ci di un comune videoregistratore, il dispositivo di registrazione. Procede a gonfie vele anche il dall’AJ-HDX900, vale a dire tre CCD da 2/3 di dispone anche della funzione voice-over per la pollice e 1 milione di pixel a scansione progres- registrazione immediata del commento sonoro. siva. Il convertitore analogico/digitale è a 14 bit Infine, Panasonic ha colto l’occasione per esprie la sensibilità è di F10 a 2000 lux. Al posto mere pubblicamente la propria posizione sul dello scomparto per le cassette per la registra- tema della definizione di nuove norme antizione del video sono presenti cinque slot per dumping per l’importazione di telecamere nel schede P2. Il video può essere registrato in for- territorio europeo richiesta da Thomson/ mato DVCPro HD 1080i50 e 1080p25 oppure GrassValley. Le norme anti-dumping dovrebbe720p50/25 oltre che nelle modalità basate su ro avere lo scopo di impedire ai produttori 60 fps e in definizione standard nei formati extra-europei di praticare prezzi inferiori a DVCPro 25 e 50. quelli del reale costo dell’oggetto, con l’obbiettiLa novità più interessante è però la possibilità di vo di far desistere gli operatori europei dal proregistrare nel formato AVC-Intra (una variante durre gli stessi oggetti. In estrema sintesi, dell’MPEG-4 AVC/H.264) nei diversi formati HD Panasonic sostiene che se la legislazione anti1080 e 720 con campionamento 4:2:2. dumping sulle telecamere broadcast, operativa da una decina d’anni, non è stata in grado di contribuire più di tanto alla crescita dell’industria europea, non si vede che beneficio ne possa trarre l’Europa da un ulteriore restringimento. In alto: uno dei primi prototipi del registratore AJ-HPM2100 in formato P2 HD - A sinistra: il camcorder AJ-HPX2100 uno dei primi prodotti della linea P2HD della Panasonic - A destra: il metodo di compressione DVC-Intra garantisce un’efficienza doppia rispetto al DVCPro HD

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