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AMBIENTE E SALUTE, LA SFIDA DEL NUOVO MILLENNIO
editoriale
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La perseveranza: la virtù che non cede alle difficoltà e regge nel tempo genera i mostri. (S. Natoli)
di Peppino COLUCCI
Quello del rapporto tra ambiente e salute è un tema molto trasversale, nel senso che interessa al tempo stesso biologi, naturalisti, medici, chimici, fisici ed ingegneri, e inoltre sociologi, filosofi, economisti e politici. È evidente quindi che la complessità dell’argomento impedisce di darne un inquadramento esauriente in poco spazio. Per comprendere la portata del problema comunque, deve anzitutto essere chiaro che il progressivo deterioramento dell’ambiente – sia in termini fisici-chimici sia in termini biologici – sta lanciando una sfida non indifferente alla civiltà del nuovo millennio.
Una delle preoccupazioni principali dell’OMS è la consapevolezza che una quota crescente dell’umanità vive ormai in condizioni ambientali di pessima qualità. Si teme che, in mancanza di adeguati provvedimenti da adottare a livello internazionale, in futuro la nostra specie debba far fronte a problemi che derivano da un ambiente sempre meno compatibile con la salute. Le insidie a cui l’uomo si espone a causa di un ambiente insalubre sono molte ed al contempo molto diverse, e vanno dalle malattie acute, come le intossicazioni, le irritazioni e altre sindromi a decorso breve, comprenden-
Foto di Marta Tomaselli
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editoriale Foto di Marta Tomaselli
ti anche alcune malattie infettive, che sono associate a varie forme di degrado ambientale, alle malattie croniche, come il cancro, le patologie cardiovascolari e altre affezioni degenerative, che sono incentivate dall’inquinamento dell’aria, ma alla cui insorgenza possono concorrere anche altri fattori di rischio. Per capire che la crisi del benessere umano coincide con la crisi dell’ambiente, c’è innanzitutto la necessità di chiarire che il concetto di buona salute va inteso in senso molto generale. Tale concetto deve essere allargato a tutti i sistemi biologici, dunque non solo all’organismo umano, ma anche agli altri organismi animali e vegetali. In pratica, affinché si possa parlare di buona salute dell’uomo, si deve poter parlare di buona salute di tutto l’ecosistema in cui egli vive, respira e si alimenta. Se non viene rispettata questa condizione fondamentale, quello di buona salute resta un concetto astratto e dunque privo di qualsiasi significato pratico. Il contenimento dell’inquinamento e dei suoi effetti nocivi sulla salute umana rappresenta
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un'emergenza ambientale di sanità pubblica, ma il grado di conoscenza e di consapevolezza riguardo alle problematiche poste da questi fattori di rischio è ancora inadeguato, con conseguente ritardo di corrette pianificazioni e di implementazioni di misure a tutela della salute pubblica. Lo studio dell’ambiente non può essere scisso dallo studio delle conseguenze che un ambiente “non salubre” può avere sulla salute umana. Numerose sono le evidenze scientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine ad impianti energetici ed in particolare a quelli che hanno come combustibile il carbone ed i rifiuti comunque denominati. Molte sono le sostanze (idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti tra cui l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio ed anidride carbonica, sostanze radioattive, ossido di azoto ed ossido di zolfo, diossina e furani) emesse in aria, acqua e suolo, nonché nel residuo di combustione e sono tutte particolarmente tossiche ed alcune cancerogene.
sommario
SOMMARIO
EDITORIALE Ambiente e salute, la sfida del nuovo millennio di Peppino COLUCCI
La maratona, una passione infinita di Giuseppe MORO ..... pag. 28 ..... pag. 3
PRESENTAZIONE Lezioni di coraggio, restiamo umani di Giuseppe MORO ..... pag. 6 ATTIVITÀ Borsa di Studio 2013/2014 a cura della redazione
..... pag. 7 ..... pag. 8
Musica e parole a cura della redazione
..... pag. 10
Un gesto di solidarietà a cura della redazione
..... pag. 12
FOCUS ON Ambiente e territorio: diamo un nome alla realtà di Giuseppe MORO
..... pag. 13 ..... pag. 14
Intervista a Emanuele Vinci di Giuseppe MORO ..... pag. 15 La voce della Chiesa di Brindisi di Francesca ARNESANO ..... pag. 17 Intervista a Maurizio Portaluri di Giuseppe MORO ..... pag. 19 INTORNO AL CERCHIO DELLA VITA ..... pag. 23 Nicco fans club e la forza dei social network di Giuseppe MORO ..... pag. 24 Cosa sono le cellule staminali mesenchimali (MSC) di Silvia TRIARICO ..... pag. 26
Segnalibro di Adele TANZARELLA
.... pag. 30
Il cerchio della vita Reg. Trib. Brindisi n. 5/10 Reg. Stampa anno IV n. 1/2014 GIUGNO 2014 Periodico trimestrale della Fondazione Tiziana Semerano - Il cerchio della vita onlus Via don Luigi Sturzo, 10 - 72017 Ostuni (Br) tel./fax 0831 335970 Direttore: Giuseppe Moro morobeppe@gmail.com Direttore responsabile: Francesco Pecere hanno collaborato in questo numero: Don Maurizio Caliandro, Francesca Arnesano Marj Caforio, Gianni Capriglia, Isabella Capriglia, Mary Capriglia, Giuseppe Colucci, Alessandra Legrottaglie, Paolo Semeraro, Adele Tanzarella, Silvia Triarico, Isabella Vincenti Impaginazione: Giuseppe Nacci Stampa: Archivò - OSTUNI Foto di: Isa Capriglia e Marta Tomaselli sito internet: www.ilcerchiodellavita.org Fondazione Tiziana Semerano “Il Cerchio della Vita” - ONLUS tiratura: 1000 copie chiuso in redazione: 9 Giugno 2014 DISTRIBUZIONE GRATUITA E LIMITATA
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presentazione
LEZIONI DI CORAGGIO, RESTIAMO UMANI di Giuseppe MORO
Le fiabe non dicono ai bambini che esistono i draghi: i bambini già sanno che esistono. Le fiabe dicono i bambini che i draghi possono essere sconfitti
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G. K. CHESTERTON Internet
Il coraggio sta in quello che dici. Il coraggio è in quello che fai. Il coraggio è restare umani anche in situazioni incredibilmente inumane. Il coraggio è prendere parte e cacciare via dalla propria anima l’indifferenza e i linguaggi di violenza. Nelle donne e negli uomini che hanno coraggio non esiste il linguaggio del “questo è mio”, “è come dico io”, del “no”, non esistono confini e proprietà private. Il coraggio è conoscenza senza confini. In queste settimane la mia e le nostre vite sono state travolte da lezioni di coraggio. Dalla bellissima serie Tv “Braccialetti rossi” alla storia delle amiche e dei familiari di Gerdi McKenna, donna di 35 anni di Johannesburg affetta da un cancro al seno. Sono stati i giorni di due grandi uomini dello sport: Tito Vilanova (F. C. Barcellona) e Cic-
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cio Bagnulo (Assi Basket Ostuni). Continua ad essere la storia di Nicco e del fans club nato per gioco e per amore dai suoi genitori su fb, la forza dei social network. Il numero che avete tra le mani non è un insieme di articoli e di parole messe lì per caso a casaccio. Rileggendo, in anteprima i pezzi arrivati sulla mia posta elettronica, mi sono chiesto: quante parole e, soprattutto, quali parole. Secondo Gustavo Zagrebelsky “il numero di parole conosciute e usate è direttamente proporzionale al grado di sviluppo della democrazia e dell’uguaglianza della possibilità. Poche parole e poche idee, poche possibilità e poca democrazia; più sono le parole che si conoscono, più ricca è la discussione politica e, con essa, la vita democratica”. Buona lettura a voi tutti in compagnia del cerchio.
AttivitĂ della fondazione
Attività
BORSA DI STUDIO 2013/2014 a cura della redazione
Il Liceo Classico “A. Calamo” di Ostuni nella convinzione che la testimonianza di vita e l’impegno con cui Tiziana ha vissuto gli anni del liceo possano essere incoraggiamento e incentivo per tutti gli studenti, ha istituito, insieme con la famiglia Semerano, una BORSA DI STUDIO in suo nome.
Foto di Isa Capriglia
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Durante l'assemblea di Natale sono stati premiati gli alunni: Mauro Biava classe III A e Valeria Ayroldi III C. Infine, quest'anno sono stati menzionati e ringraziati anche gli alunni Marcella Notarpietro, Marica Moro e Angelo Cavallo perché negli ultimi 5 anni hanno realizzato le musiche per gli spettacoli teatrali.
AttivitĂ Foto di Isa Capriglia
Foto di Isa Capriglia
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Attività
MUSICA E PAROLE a cura della redazione
Anche quest'anno la Fondazione è stata protagonista della 6° stagione concertistica di "Ostuni in musica" con una serata a lei dedicata. L'evento ad ingresso gratuito, nato all'interno della rassegna "Serate di musica e solidarietà",
Foto di Isa Capriglia
Foto di Isa Capriglia
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è stato presentato lo scorso Giovedì 10 Aprile presso il Cinema Teatro Roma di Ostuni con l'esibizione di Larry Franco Swingtet & Mino La Cirignola, che hanno proposto un repertorio di canzoni italiane in chiave jazz
ECCO IL NOSTRO
NUOVO SITO
www.ilcerchiodellavita.org by
Attività
UN GESTO DI SOLIDARIETÀ PER LA GIORNATA EUROPEA DEL GELATO ARTIGIANALE a cura della redazione
Il 24 marzo 2014, la Gelateria Cremeria alla Scala ha inteso celebrare in maniera utile e concreta la Giornata Europea del gelato artigianale, indetta dalla Commissione europea per l'agricoltura e lo sviluppo rurale. Per l'occasione, i titolari della geleteria hanno devoluto in beneficenza alla nostra Fondazione l'intero incasso della giornata. Attraverso la manifestazione, che ha tenuto banco nei giorni scorsi, si punta a promuovere uno dei prodotti di eccellenza del settore agroalimentare, grazie alla sua qualità nutrizionale e alla genuinità degli ingredienti, ma anche a sensiblizzare i rappresentanti dell’Unione europea sulla necessità di tutelare maggiormente gelatieri artigianali e consumatori, attraverso normative e regolamenti comunitari. Per l’occasione, i titolari della gelateria hanno rinnovato una tradizione, devolvendo in beneficenza l’incasso della giornata inaugurale: “Quello che facciamo è tanto speciale quanto semplice, valorizzando il gelato artigianale quale strumento per offrire il nostro piccolo contributo a favore di chi è in prima li-
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nea nell’affrontare le emergenze”. Un modo per festeggiare anche il premio conquistato da Fabio Ruggiero (secondo under 30 e settimo assoluto) nel corso della 53esima edizione della Mostra Internazionale del Gelato (Mig), svoltasi a Longarone, in provincia di Belluno. Quest’anno alla riapertura, dopo il periodo invernale, il ricavato della prima giornata di lavoro è stato devoluto alla fondazione “Tiziana Semerano – Il cerchio della vita ONLUS”.
Foto di Isa Capriglia
Focus on
AMBIENTE E TERRITORIO: DIAMO UN NOME ALLA REALTÀ di Giuseppe MORO
“Chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario” Rosa Luxemburg ormai un secolo fa. Le parole servono a comunicare e raccontare storie, ma anche a produrre trasformazioni e cambiare la realtà. Quando se ne fa un uso sciatto e inconsapevole, o se ne manipolano deliberatamente i significati, l’effetto è il logoramento e la perdita di senso. Se questo accade, è necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripri-
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stinare la loro forza originaria, renderle di nuovo aderenti alle cose. In questo speciale sulla stato dell’arte del nostro territorio rispetto alle condizioni ambientali e l’impatto sulla nostra salute racconteremo la nostra terra da una prospettiva nuova e attraverso le parole di tre uomini della nostra terra: Emanuele Vinci (Presidente dell’Ordine dei Medici), Maurizio Portaluri (rappresentante di Medicina Democratica) e Francesca Arnesano (Presidente Azione Cattolica Brindisi).
PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI MEDICI DI BRINDISI
Focus on
INTERVISTA A EMANUELE VINCI di Giuseppe MORO
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Dott Vinci, all'inizio del mese di marzo lei ha lanciato un allarme importante: nella nostra provincia il legame tra qualità dell'ambiente e salute dei cittadini è a rischio. Da quali considerazioni parte questo allarme? Il legame tra la tutela dell'ambiente e la difesa della salute è ormai indissolubile sia nella consapevolezza di ciascun individuo e ogni collettività, sia nella comunità scientifica nazionale e internazionale. Infatti ogni impianto, pianificazione, progettualità suscita nelle popolazioni interessate sempre attenzione, ma spesso anche diffidenza fino a innescare situazioni di conflitto sociale (di recente la questione ILVA di Taranto, le vicende dei rifiuti di Napoli, della localizzazione delle centrali nucleari, TAV): ai cittadini preoccupati che si organizzano in comitati si ha il dovere di rispondere con il massimo della trasparenza. Negli ultimi anni si è assistito ad uno sviluppo esponenziale degli studi sulle interazioni fra
ambiente e salute, anche grazie alla costante spinta della comunità scientifica che ha richiamato l’attenzione pubblica sugli effetti potenzialmente dannosi (anche effetti epigenetici) derivanti da attività antropiche (opere/ infrastrutture e politiche di gestione del territorio ), in particolare sulle ricadute a lungo termine, ossia quelle meno evidenti, ma più difficili da contenere una volta che si verificano. Potrebbe spiegarci, con semplici esempi, quali sono i rischi concreti che si corrono nella nostra Provincia? Ci sono dati aggiornati sull'incidenza tumorale nella nostra provincia? Cosa emerge? Sono numerose le evidenze scientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine ad impianti energetici ed in particolare a quelli che hanno come combustibile il carbone ed i rifiuti comunque denominati. Molte sono le sostanze (idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti tra cui l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, sostanze radioattive, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani) emesse in aria, acqua e suolo nonché nel residuo di combustione e sono tutte particolarmente tossiche ed alcune cancerogene. Le indagini epidemiologiche disponibili da diversi anni segnalano nell’area ad alto rischio ambientale di Brindisi, e soprattutto nel capoluogo, un eccesso di mortalità generale
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e per alcuni tumori in particolare. Già uno studio del 2004 ha evidenziato un eccesso di mortalità nel raggio dei primi due chilometri del petrochimico per i tumori del polmone, del sistema linfoematopoietico e della vescica negli anni 1996-1997. Ulteriori studi del 2008 hanno evidenziato malformazioni congenite nel capoluogo, che risultano il 17% in più di quanto atteso dal Registro europeo delle malformazioni. Esistono studi recenti sull’aumento di mortalità e di ricoveri per cause cardiovascolari nei giorni in cui si registra l'innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. È stato rilevato un eccesso di malformazioni neonatali e la loro relazione con l'emissione di SO2. Chi fosse interessato ad un maggior approfondimento può consultare presso la ns sede in Brindisi via Togliatti 42, la ns. rivista trimestrale “Brindisi Medica Progetto Salute”,che ha pubblicato molti studi epidemiologici di grande valenza e rigore scientifico sulla realtà Brindisina. Il suo era un appello rivolto ai cittadini e alle Istituzioni. Quale risposta ha trovato? Vi è stata grande attenzione tra i cittadini e molti, tra cui diversi Sindaci, hanno manifestato il loro apprezzamento e consenso per la ns iniziativa. Anche il Procuratore dott. Dinapoli ha mostrato grande sensibilità e interesse. La stessa Regione Puglia ha voluto ascoltarci presso la III Commissione Consigliare, assumendo impegni che speriamo vengano mantenuti: il completamento del registro Tumori entro il 2014, l'effettuazione di una valutazione di impatto ambientale per la centrale Federico II. In verità questi atti sarebbero dovuti essere già pronti da anni. Comunque
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meglio tardi che mai! In realtà la politica nazionale e regionale dovrebbe: prendere atto del fallimento delle procedure autorizzative e di controllo: queste situazioni di “disastro ambientale” dimostrano che le procedure autorizzative (AIA, VAS) “evidentemente hanno fallito” e che , pertanto, è necessario innovare attraverso l’utilizzo della VIS (valutazione di impatto sanitario), in grado di consentire una verifica in termine antropici prospettici, nonché riattribuire i relativi controlli all’organismo a ciò deputato nelle ASL: i Dipartimenti di prevenzione unificare le politiche dell'ambiente e della sanità in un'unica politica della Salute: la separazione tra ambiente e sanità al giorno d’oggi non ha più ragione di esistere: un'efficace prevenzione primaria rappresenta il più valido elemento di salute e, di conseguenza, sicura forma di risparmio economico. Cosa sarebbe importante fare, come cittadini e come associazioni? È necessario un grande impegno e una continua mobilitazione dei cittadini e delle loro Associazioni per combattere inquinamento atmosferico, acustico, radiazioni ionizzanti e nucleari, interferenti endocrini,ecc. È necessario richiedere alle Istituzioni un impiego più diffuso e capillare del principio di precauzione allo scopo di prevenire malattie neoplastiche, cardiocircolatorie, respiratorie, dismetaboliche, endocrine, neurologiche,ecc. che sono sostenute dal bombardamento cui siamo sottoposti (“Pandemia silenziosa”). Questa è una battaglia sociale e politica da esercitare come un’azione di lobbing nei confronti dei responsabili politici ed istituzionali e richiede l'impegno di tutti per concretizzare il diritto alla salute come diritto costituzionale e di democrazia.
di Francesca ARNESANO
Focus on
LA VOCE DELLA CHIESA DI BRINDISI Ufficio Stampa Azione Cattolica Italiana - Presidenza Diocesana di Brindisi-Ostuni
Ancora un’occasione mancata per assumere posizioni nette a tutela della salute dei cittadini del territorio brindisino. Il consiglio comunale di Brindisi del 17 marzo scorso ha approvato un documento monco delle problematiche più scottanti e urgenti; i tre dei quattro ordini del giorno, riguardanti ambiente e salute e riduzione del carbone da bruciare nella centrale Enel, non sono stati nemmeno discussi. Il documento politico approvato a fine seduta contempla solo la necessità di una rete di monitoraggio globale a totale gestione pubblica, utile a informare sui livelli emissivi di ogni singola azienda. Ma è ancora tempo di studi, osservazioni, monitoraggi, verifiche di connessioni eziologiche? Sul tavolo del Sindaco nei giorni scorsi era
giunta un’inequivocabile lettera del presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Brindisi, il dottore Emanuele Vinci, in cui si ribadisce un dato certo di evidenza scientifica: in città esiste un grave problema ambientale legato alla produzione di energia da fonti combustibili; è indispensabile intervenire e tempestivamente per evitare che i problemi di salute della popolazione assumano le dimensioni dello sterminio. Non ci serve prendere posizione sulle dinamiche politiche interne alle discussioni dei consiglieri comunali di una parte o dell’altra, sulle ragioni di chi ha proposto, di chi non ha approvato, di chi si è astenuto; ribadiamo piuttosto l’urgenza di non delegare ancora, di non escogitare soluzioni cerchiobottiste! Il parere scientifico del presidente dei medici
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non lascia adito a dubbi: “Sono numerose le evidenze scientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine a impianti energetici e, in particolare, a quelli che hanno come combustibile il carbone e i rifiuti in genere. Molte sono le sostanze, idrocarburi policiclici aromatici, l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, sostanze radioattive, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani, emesse in aria, acqua e suolo nonché nel residuo di combustione e sono tutte particolarmente tossiche e alcune cancerogene”. Di più, si chiarisce nella lettera che “le indagini epidemiologiche disponibili segnalano nell’area ad alto rischio ambientale di Brindisi un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in particolare. Esistono studi recenti sull’aumento di mortalità e di ricoveri per cause cardiovascolari nei giorni in cui si registra un innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. È stato rilevato, inoltre, un eccesso di malformazioni neonatali e la loro relazione con l’emissione
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di anidride solforosa”. Se, tuttavia, è competenza della magistratura penale accertare la sussistenza del nesso causale tra le esposizioni ambientali e le patologie, dovrebbe essere patrimonio di tutti gli attori della scena politico-istituzionale il principio di prevenzione, che impone di adottare interventi e scelte politiche di tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Non si legga competizione tra diritto alla salute e diritto al lavoro, assolutamente conciliabili se solo si invertisse la tendenza culturale, sociale, istituzionale. La garanzia di tutela dei due diritti naturali e costituzionali richiede interventi coraggiosi, decisivi e tempestivi, in cui si possa attuare un equilibrio nella politica dello sviluppo economico che sia capace di contemperare le esigenze - che sono anche urgenze - sociali di occupazione, di lavoro dignitoso, in cui non si tenga lo sguardo miope sulle generazioni presenti, che intanto continuano ad essere decimate, ma si sappia costruire un futuro possibile e dignitoso per quelle future.
MEDICINA DEMOCRATICA BRINDISI
Focus on
INTERVISTA A MAURIZIO PORTALURI di Giuseppe MORO
Dott. Portaluri, puó provare a spiegare ai nostri lettori, in maniera semplice, cosa significa “territorio a rischio per la salute dei cittadini”? Si tratta di un eufemismo inventato dalle burocrazie per indicare popolazioni che abitano su suoli e falde inquinate nel corso di decenni da conduzioni industriali dissennate e criminali e respirano aria in cui industrie pericolose immettono sostanze sicuramente nocive per l'uomo e nelle quali certamente una quota di malattie dipende da queste immissioni. Da cosa ci accorgiamo di vivere in un “territorio a rischio”? Quando ci sono troppi bambini asmatici, malformazioni neonatali, aborti spontanei,
neonati sottopeso allora bisogna cominciare a preoccuparsi. Anche la sanità animale potrebbe fornire utili indicazioni. Ovviamente è anche necessario che chi possiede questi dati, cioè la ASL, li analizzi continuamente, in modo da controllare il polso della situazione. Puó illustrare, secondo i dati e le indagini più recenti, quali sono i rischi più concreti della nostra terra? I dati disponibili riguardano soprattutto il capoluogo, sia quelli ambientali che quelli sanitari. E ciò per l'ovvio motivo che in quel territorio esiste un Sito di Interesse Nazionale (SIN) per le bonifiche in cui sono state eseguite analisi del suolo e del sottosuolo. Gli studi epidemiologici sono stati condotti su
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dati ASL ed ARPA da ricercatori del CNR di Lecce e della stessa ASL rilevando eccessi di ricoveri e di decessi, in corrispondenza di innalzamenti delle concentrazioni di inquinanti misurati dalle centraline, anche all'interno della soglia di legge, che quindi tanto sicura non deve essere. Gli stessi ricercatori pubblici hanno messo in evidenza un eccesso di malformazioni neonatali, sempre nel capoluogo, ed hanno visto che le mamme di questi neonati, nel periodo gestazionale a rischio per lo sviluppo delle malformazioni studiate, hanno respirato SO2, un inquinante tipicamente industriale, più delle mamme che negli stessi anni hanno partorito bambini sani. Purtroppo sul resto della provincia si sa poco, per il semplice fatto che la gran mole di dati correnti in possesso del sistema informativo regionale (mortalità, esenzioni ticket, farmaceutica, ricoveri ecc) non è analizzata o, se lo è, non viene pubblicata. Ciononostante, qualche informazione esiste. Leggiamo frequentemente notizie di smaltimenti abusivi di rifiuti di origine industriale, in cave o persino in terreni agricoli nei quali vengono mescolati alla terra. Sono pratiche illecite e criminali, che non possono non avere conseguenze per la popolazione che vive nei pressi di queste aree. Si sa benissimo che intorno alle discariche abusive o quelle non ben impermeabilizzate si registrano eventi sanitari avversi. Un altro problema importante nel nostro territorio è l'impiego pressoché incontrollato di pesticidi, erbicidi e fitofarmaci che introdotti nella catena alimentare producono malattie anche gravi. Infine, i benefici economici per la produzione di energia con fonti cosiddette "alternative" ha attirato molti imprenditori nella nostra regione, per impiantare centrali di varia taglia che, anziché combustibile fossile come il carbone e l'olio combustibile, impiegano "bio-
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masse" cioè materiale proveniente dalla potatura in agricoltura o olii vegetali per lo più provenienti dal Terzo Mondo: dove produzioni agricole intensive di tali piante sostituiscono quelle per l'alimentazione accrescendo la miseria e la fame di quelle regioni. Non c'è bisogno di bruciare qualcosa per produrre energia, una produzione solare o fotovoltaica diffusa su abitazioni e uffici pubblici ridurrebbe di molto l'impiego di combustibili fossili e di biomasse con riduzione dell'inquinamento. Cosa dovrebbero fare le Istituzioni? Le istituzioni dovrebbero sentire la necessità di avere un quadro costantemente aggiornato della situazione sanitaria ed ambientale. Come un Comune deve approvare un bilancio economico, così dovrebbe fornire ai cittadini un bilancio di salute. Come dicevo un attimo fa, i dati ci sono, aggiornati, abbondanti e informatizzati, si tratta di metterci mano e di creare una struttura che costantemente li elabori. Oggi c'è un'attesa quasi messianica del registro tumori. Quest'utilissimo strumento che deve essere continuamente aggiornato, potrà dirci molto poco sulle patologie ambientali, che sono molto più numerose dei soli tumori e sono già registrate nei dati sanitari correnti. Inoltre conoscere l'incidenza dei tumori è sicuramente importante per programmare interventi per la loro cura, ma sul piano del contrasto alle cause il registro tumori non potrà aiutarci, perché il tumore quasi sempre è espressione di esposizioni a cancerogeni avvenute molti anni prima della sua insorgenza, anche decenni, che oggi potrebbero non essere più attive. Sono personalmente convinto che le istituzioni non agiscono quasi mai di propria iniziativa se non in casi rarissimi. Se su questi temi sono distratte, lo sono perché sono distratti i cittadini. Se i cittadini diventano consapevo-
Cosa dovrebbero fare, invece, i cittadini? I cittadini devono informarsi e riunirsi in movimenti che facciano pressione sulle autorità, perché il diritto alla salute ed all'ambiente salubre sia rispettato. Nulla viene elargito dall'alto se rimaniamo inattivi. La questione ecologica interessa tutte le classi sociali, perché l'inquinamento colpisce tutti indifferentemente. L'attacco alla salute e all'ambiente è un attacco alla giustizia sociale, perché l'inquinamento è il risultato di una appropriazione dell'ambiente da parte di pochi, che vogliono sfruttarlo per fare profitto. Le battaglie ecologiche sono anche battaglie per la giustizia sociale e possono coinvolgere su questo tema settori della società, che normalmente non scenderebbero in piazza. Se c'è una diretta responsabilità di alcune aziende, quali soluzioni intravede per man-
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li e premono sulle istituzioni, queste, prima o poi, daranno le risposte attese. Vedo, anche, il rischio che le istituzioni si chiudano in un immobilismo in attesa di dati sanitari e ambientali. Ci sono situazioni la cui nocività per la salute è nota da tempo. Non mi sembra etico attendere i dati locali per intervenire. Il Internet traffico urbano, la combustione dei rifiuti, l'amianto friabile, le discariche abusive, l'impiego di erbicidi dove possono sostare bambini, i campi elettromagnetici, solo per fare alcuni esempi, costituiscono situazioni notoriamente pericolose per la salute umane. Un Comune dovrebbe intervenire preventivamente.
tenere un equilibrio tra salute e lavoro? Allo stato attuale della legislazione i reati ambientali vengono trattati come contravvenzioni così che anche l'individuazione della responsabilità di una azienda avrebbe poche conseguenze per gli autori di questi reati. I cittadini potranno spingere il legislatore ad introdurre pene più severe per i reati ambientali e così le aziende avrebbero qualche valida ragione in più per non inquinare. Lo scontro salute lavoro può essere evitato solo se si mette mano ad un piano di riconversione di alcune aziende pericolose. È una questione di decisione politica. In North Carolina (USA) in 10 anni sono state riconvertite e chiuse 19 centrali a carbone, che avevano effetti negativi sulla salute della popolazione. Concordando un piano di trasformazione si è ottenuto il totale abbandono del carbone ed un miglioramento degli indicatori sanitari. Vivendo alla giornata, senza programmazione, proni ad ogni richiesta industriale, portando la situazione ambientale e sanitaria sull'orlo del precipizio, l'equilibrio salute e lavoro finisce inevitabilmente per rompersi come è avvenuto a Taranto.
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intorno al cerchio
NICCO FANS CLUB E LA FORZA DEI SOCIAL NETWORK di Giuseppe MORO
Si chiama “Nicco Fans Club” ed è la nuova associazione fondata dai genitori del piccolo Nicco, in cura al Meyer per una malattia oncologica, che andrà a sostenere la Fondazione Meyer ed in particolare un progetto, unico nel suo genere in Italia, a sostegno di adolescenti ammalati di tumore. L’associazione è stata presentata nella Ludoteca del pediatrico di Firenze alla presenza dei genitori di Nicco, Silvia e Federico Matteucci, e del direttore generale dell’Aou Meyer non-
ché presidente della Fondazione Meyer Tommaso Langiano. Tutto è cominciato con un seguitissimo gruppo Facebook, il “Nicco Fans Club” che oggi conta oltre 54 mila iscritti, nato a sostegno del piccolo Nicco, bambino di 9 anni ricoverato al Meyer per una malattia oncologica. I genitori hanno adesso scelto di fondare un’associazione e di sostenere la Fondazione Meyer per dare forma a un progetto unico nel suo genere in Italia.
Foto di Nicco Fans Club
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intorno al cerchio Foto di Nicco Fans Club
Il progetto. Il “Progetto Adolescenti” si propone di creare, all’interno dell’ospedale pediatrico, un’unità dedicata alla cura degli adolescenti e giovani adulti (dai 14 anni) con patologie oncoematologiche. Si tratterà di un team multidisciplinare, in grado di farsi carico globalmente dei ragazzi affetti da queste malattie, anche sul fronte psicologico e relazionale, assai delicato anche in ragione dell’età di questi pazienti. In particolare, grazie ai fondi raccolti, si lavorerà, in collaborazione con l’Università di Firenze, a un progetto sulle cellule staminali mesenchimali (MSC), cercando di farle agire come agenti terapeutici nei confronti delle cellule neoplastiche stesse. In particolare le MSC, per la loro caratteristica intrinseca di essere richiamate all’interno del tumore, possono essere opportunamente “modificate” per trasformarle in veri e propri “cavalli di Troia”, inducendole ad esprimere molecole killer o
caricate con farmaci antiblastici da veicolare in prossimità delle cellule tumorali (‘cellule mesenkiller’). Oltre a questo progetto, per la cura di alcune malattie neoplastiche che colpiscono gli adolescenti, verrà sviluppato ulteriormente, come alternativa terapeutica in casi refrattari alle cure tradizionali, il programma di trapianto emopoietico, utilizzando una particolare tipologia di trapianto, cosiddetto “aploidentico”, che utilizza i genitori o i fratelli semicompatibili come donatori. Gli operatori (medici, psicologi, infermieri), chiamati a lavorare in questo team, verranno formati ad hoc e si lavorerà anche in collaborazione con importanti centri italiani e internazionali, potenziando le collaborazioni già in essere (come quella con l’ortopedia oncologica di Careggi) e creandone di nuove. È la prima volta che in Italia viene portato avanti un progetto del genere in un ospedale pediatrico.
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intorno al cerchio
COSA SONO LE CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI (MSC) di Silvia TRIARICO
espandibili in vitro e in grado di migrare spontaneamente nei tessuti d’origine e anche selettivamente nei tessuti danneggiati. Possiedono una spiccata plasticità funzionale, infatti recentemente è stato dimostrato che in particolari condizioni in vitro possono differenziare in tipologie cellulari di tessuti con diversa origine embrionale.
Foto di Silvia Triarico
Cosa sono le cellule staminali mesenchimali (MSC)? Le cellule staminali mesenchimali (MSC) sono cellule multipotenti con la peculiare capacità di differenziarsi spontaneamente (sia in vivo che in vitro) in tutti i tessuti specializzati di derivazione mesodermale (ossia tessuto osseo, cartilagineo e adiposo). Le MSC sono localizzate in numerosi distretti: nel sangue del cordone ombelicale, nella placenta, nel sangue periferico, nel tessuto adiposo e soprattutto nel midollo osseo, che ne rappresenta la principale fonte. Poiché le MSC costituiscono solo lo 0.01% di tutte le cellule mononucleate presenti nel midollo osseo, per il loro impiego terapeutico devono essere espanse in vitro. Le MSC sono facilmente isolabili e separabili dalle altre tipologie cellulari, facilmente
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Quali sono le malattie neoplastiche più diffuse che colpiscono gli adolescenti (15-19 anni)? Il report AIRTUM 2012 ha evidenziato che in Italia i tumori, che colpiscono gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni, costituiscono lo 0.2% di tutti i tumori e la loro incidenza tra gli adolescenti è maggiore di quella dei bambini tra 0-5 anni e dei ragazzi sotto ai 14 anni. In particolare tra il 2003 e il 2008 il tasso di incidenza di tumori maligni negli adolescenti è stato pari a 269 casi/milione ed è rimasto invariato rispetto al quinquennio precedente. I tumori più frequenti in questa fascia d’età sono i linfomi di Hodgkin (24%), seguiti da leucemie (11%), carcinomi tiroidei (11%), tumori a cellule germinali (10%) localizzati prevalentemente alle gonadi, linfomi non Hodgkin (8%), melanoma (7%), tumori maligni del SNC (7%), tumori dei tessuti molli e delle ossa (6%) come il sarcoma di Ewing e l’osteosarcoma. Negli adolescenti i tumori embrionali, quali neuroblastoma, epatoblastoma e neurobla-
Tumori dei tessuti molli e delle ossa Neuroblastoma, neuroblastoma, epatoblastoma
24% 11% 11% 10% 8% 7% 7%
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Linfoma di Hogkin Leucemia Carcinoma tiroideo Tumori a cellule germinali Linfoma non Hogkin Melanoma Tumori maligni del SNC
6% <1%
stoma, sono invece molto rari (<1%) e nella banca dati AIURTUM non è stato osservato nessun caso di retinoblastoma. Per quel che riguarda le leucemie, l’incidenza della LLA (linfoblastica acuta) è solo un terzo di quella osservata nei bambini più piccoli, tuttavia le leucemie linfoidi restano più frequenti di quelle mieloidi (51% versus 25%). I tumori del SNC hanno un’incidenza lievemente inferiore rispetto a quella osservata nei bambini più piccoli e comprendono principalmente astrocitomi (36%), seguiti da tumori embrionali (21%), ependimomi (14%) e altri gliomi (13%). Infine, è interessante osservare che in questa fascia di età iniziano a comparire neoplasie tipiche dell’età adulta, quali il carcinoma tiroideo, il melanoma, i carcinomi della pelle e del nasofaringe [Epidemiol Prev 2013; 37 (1) suppl 1:1-296]. Qual è il progetto di ricerca che stai seguendo in quest’ultimo periodo? Presso il Policlinico Gemelli, con il coordinamento del prof. Riccardi (direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Pediatrica) e del prof. Falsini (direttore dell’Unità Operativa di Oftalmologia), stiamo portando avanti una sperimentazione che vede la
collaborazione tra oncologi pediatri e oculisti. Tale sperimentazione è basata sull’utilizzo di un collirio contenente Nerve Growth Factor (NGF) in pazienti pediatrici e adulti affetti da gliomi delle vie ottiche, con grave deficit visivo. Infatti l’NGF è una famosa neurotrofica ad azione neuro protettiva, scoperta da Rita Levi Montalcini e fondamentale per lo sviluppo e la sopravvivenza dei neuroni del sistema nervoso centrale e periferico. Lo studio pilota pubblicato su “Neurorehabilitation and Neural Repair” ha dimostrato che la somministrazione quotidiana di un collirio contenente NGF diluito in soluzione fisiologica in bambini affetti da glioma delle vie ottiche consente di ottenere un significativo (seppur temporaneo) miglioramento dell’acuità visiva, come dimostrato dai dati elettrofisologici ottenuti. Pertanto, ulteriori studi sono stati avviati al fine di consolidare tale nuova prospettiva terapeutica in grado di bloccare la degenerazione delle vie ottiche e consentire il recupero della funzionalità visiva nei nostri piccoli pazienti [Topical Nerve Growth Factor as a visual rescue strategy in pediatric optic gliomas: a pilots study including electrophysiology. Neurorehabilitation and Neural Repair 2011; 25 (6) 512-520].
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LA MARATONA, UNA PASSIONE INFINITA di Giuseppe MORO
Intervista a Giuseppe Lacorte Presidente dell’associazione sportiva “Ostuni runner’s” Da poco ad Ostuni è nata l’associazione sportiva podistica “Ostuni runner’s”, cosa vi ha spinto a realizzare un’associazione sportiva? Quali i vostri valori? Innanzitutto l'amicizia. Perché, prima di essere atleti, noi dell'Ostuni Runner's siamo amici, e da ciò è scaturito il desiderio di dare origine ad un progetto innovativo che rappresentasse la fusione di tutte le nostre idee. I nostri valori, infine, altro non sono che quelli dello sport in generale, dalla lealtà alla solidarietà. Siamo compagni di un'unica
Foto di Ostuni runner's
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squadra, e ogni valore è fondamentale per tutti. Nella vostra mission sociale c’è scritto: “essere presente in tutte le occasioni sociali in cui la corsa può migliorare la qualità di vita delle persone, avviare giovani talenti alla corsa”.
intorno al cerchio Foto di Ostuni runner's
Qual è il vostro impegno nei prossimi mesi in tal senso? La nostra associazione nasce per essere costantemente presente nella vita dei nostri concittadini, e non solo per quanto riguarda l'attività podistica in senso stretto. Il nostro impegno, infatti, ha orizzonti molto più ampi, che puntano a rendere partecipe chiunque decida di accostarsi a questo meraviglioso sport e a tutto ciò che lo circonda. Vogliamo coinvolgere tutti: amici, conoscenti, ragazze e ragazzi di ogni età; lo faremo attraverso un progetto, ormai quasi ultimato, che ha come obiettivo l'unione di persone diverse nel nome dello sport. In un post sulla vostra pagina fb c’è scritto: “Se hai le gambe cammina, corri, per-
ché la vita è una lunga passeggiata”. La corsa è definita la madre di tutti gli sport, pertanto quanto è importante correre per un nostro benessere psico-fisico? La frase sopra citata è un po' come un motto per noi, in quanto tutti, nella nostra carriera podistica, siamo partiti da una cosiddetta "camminata", per arrivare a "correre" le più importanti maratone d'Italia. La corsa, infine, ha reso le nostre vite una "passeggiata", perché ci ha permesso di raggiungere un grandioso equilibrio psico-fisico, che ha migliorato la qualità della nostra vita, insieme ad una corretta alimentazione. È anche per questo che la nostra associazione nasce, affinché tutti possano usufruire dei benefici della corsa e di tutto ciò che questa disciplina offre.
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segnalibro
NOI DUE SCONOSCIUTI VIVERTI ACCANTO E NON SAPERE CHI SEI di Adele TANZARELLA
Titolo: NOI DUE SCONOSCIUTI Viverti accanto e non sapere chi sei Autore: GIANNA SCHELOTTO Casa editrice: MONDADORI Pagine: 172 Prezzo: 17,50 €
La lettura delle storie descritte nel libro di Gianna Schelotto, scrittrice e psicoterapeuta, facendo scoprire i lati oscuri di relazioni complicate, offre l’opportunità di cogliere gli indizi di verità semplici che potrebbero riguardare da vicino ognuno di noi. Nell’epoca in cui viviamo, mentre si è disposti ad accettare con interesse positivo le novità relative la sfera culturale e sociale, accogliendo favorevolmente i cambiamenti che l’invasiva presenza di internet e dei cellulari ha introdotto nel nostro modo di rapportarci agli altri, ogni possibile mutazione, che può coinvolgere la sfera dei sentimenti e l’intimità della persona, viene avvertita come una sorta di minaccia, rendendoci cauti, ansiosi, talora perfino ostili. La forza dei legami si basa, infatti, spesso sull’ingannevole convinzione di conoscere a fondo le persone che ci vivono accanto, stabilendo uno stato di pacifica convivenza. Il silenzio e le tacite connivenze creano così modelli apparentemente saldi e inattaccabili. Quando però i ritmi consueti delle abitudini sono modificati da eventi nuovi della vita, le dinamiche dei rapporti sono travolte e la scoperta di mondi
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paralleli, di ruoli lontani da quelli che si consideravano noti ma soprattutto stabili e duraturi nel tempo, diventa quasi un rischio di tradimento. Ci si ritrova sconosciuti l’uno all’altro, con tutto il carico di inquietudini che segue al crollo delle certezze di quel mondo rassicurante costruito anche a costo di autoinganni. Solo, però, avendo il coraggio di confrontarsi con nuovi sentimenti, con diversi modi di essere anche se estranei per chi ci vive accanto, si può mettere fine a quel teatro quotidiano in cui ognuno recitando la sua parte finisce col creare equilibri incerti e silenti. Tutti possono e devono permettersi i cambiamenti che desiderano, senza sentirsi obbligati a offrire un’immagine di sé fissa e bloccata solo per non abbandonare i placidi binari delle consuetudini o per evitare possibili conflitti in chi ci è vicino. Infatti, affrontando le difficoltà che nascono dalla crisi, dalla scoperta e dal confronto dei cambiamenti autentici che la vita genera in noi, si possono finalmente stabilire nuovi rapporti umani solidi, armoniosi e leali, trovando un motivo di arricchimento e di crescita personale.