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TI BASTA CIO’ CHE SAI O VUOI SAPERNE DI PIU’? a cura di P. Roberto Maria Coggi O.P.

La “Catechesi sulla Vergine” del Card. Charles Journet

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Parte prima (continua) Dopo aver esaminato la maternità divina di Maria, il Card. Journet passa a trattare del momento dell’Incarnazione, e della maternità divina intesa come la causa di tutti i privilegi della Beata Vergine. Il momento dell’Incarnazione si è avuto il giorno dell’Annunciazione, la cui festa ricorre il 25 marzo. Si potrebbe dire, in un certo senso, che la festa dell’Annunciazione è la più grande dell’anno liturgico, più grande ancora del Natale, della Pasqua, della Pentecoste. Infatti il Natale commemora la semplice venuta alla luce di Gesù Bambino, che però esisteva già nel seno della Vergine Maria. La Risurrezione è certamente un avvenimento straordinario e meraviglioso, ma a ben pensarci, se Gesù era veramente il Figlio di Dio, del Dio vivente, che è la sorgente della vita, come poteva non risorgere? Ci sarebbe da meravigliarsi piuttosto del contrario. La Pentecoste poi non è altro che il compimento della Missione di Gesù. E’ logico che la Terza Persona della SS. Trinità porti a compimento l’opera della salvezza iniziata dalla Seconda. Tutto ha dunque radice in quel momento straordinario in cui il Verbo, la Seconda persona della SS. Trinità, unisce a sé una natura umana, si fa uomo. Questo è l’avvenimento decisivo; tutto il resto è una conseguenza. LA MISSIONE DIVINA

L’avvenimento di cui stiamo parlando è descritto da S. Paolo con le potenti parole della lettera ai Galati (4,4): “Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”. “Dio mandò”: che senso hanno queste parole? Se il Figlio di Dio è Dio, come può essere mandato dal Padre? Infatti essere mandati sembra indicare una dipendenza, una subordinazione. Il Figlio dunque dipende dal Padre? E’ subordinato al Padre? Sarebbe eretico pensarlo. E allora in che senso il Figlio è mandato? C’è poi una seconda difficoltà: il fatto di essere mandato (sottinteso “nel mondo”) sembra far pensare che prima il Figlio non fosse nel mondo. Ma essendo Dio, il Figlio era già nel mondo. Infatti Dio, da quando esiste il mondo, è in ogni parte del mondo, è in cielo, in terra, in ogni luogo. E allora, che cosa significa il fatto che il Figlio fu “mandato nel mondo”? S. Tommaso d’Aquino, il grande teologo medioevale, risolve così le due difficoltà: essere mandato, quando lo si dice del Figlio rispetto al Padre, implica soltanto origine, non dipendenza o subordinazione. Un po’ come quando diciamo che il fiore “manda” il profumo. Ciò significa soltanto che il profumo ha origine dal fiore. Quanto poi all’altra difficoltà, si

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