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Vogliamo informarLa che - ai sensi della Legge 675/96 “Tutela delle persone e altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali”- se non dovessimo ricevere comunicazione contraria ci riterremo autorizzati alla memorizzazione dei suoi dati personali in un archivio elettronico. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente allo scopo di informare sulle iniziative in generale degli Enti di Culto: “Provincia dell’Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani) per la Regione di Piemonte e Liguria” con sede a Torino e “Provincia Domenicana Utriusque Lombardiae” con sede a Bologna, e non potranno in alcun modo essere utilizzati a fini commerciali o di vendita diretta ovvero per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale. Queste informazioni personali non verranno comunicate o diffuse a terzi e in ogni momento Lei potrà esercitare i diritti di cui all’art. 13 della Legge 675/96 chiedendo di essere ragguagliato circa tali dati, richiederne la modifica o la cancellazione previa comunicazione allo scrivente.

ROSARIUM Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario

Proprietà: Provincia Domenicana Utriusque Lombardiae Piazza San Domenico 13 - 40121 BOLOGNA

Direttore Responsabile Orazio D’Amato

Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Rivista fuori commercio Le spese di stampa e spedizione sono sostenute da tutti gli amici

Anno 33°- n. 4 finito di stampare il 17 novembre 2000 postalizzato il 18 novembre 2000 stampa: Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38 Amministrazione: Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 e-mail movrosar@tin.it CCP. 22977409 Direttore amministrativo: P. Mauro Persici o.p. tel. 0521829903 - 3355938327 Collaboratori: P. Riccardo Barile o.p. P. Bernardo Gianluigi Boschi o.p. P. Paolo Calaon o.p. P. Giovanni Cavalcoli o.p. P. Roberto Coggi o.p. P. Paolo Gerosa o.p. P. Marcolino Muraro o.p. P. Stefano Rabacchi o.p. Paolo Riso Tiziana Tittarelli

SOMMARIO Lettera del Promotore

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Tutto è scritto nel cuore di chi crede, spera e ama

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La “Catechesi sulla Santa Vergine” del Card. Journet

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Perché il rosario?

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Il rosario con i Salmi

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Il rosario preghiera domenicana

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Il santo rosario meditato cinque personalità commentano i misteri gloriosi

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Testimonianze sul pellegrinaggio a Fatima

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Nuovi iscritti

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Peregrinatio Mariae

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Pagina della riconoscenza

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La foto in copertina è di Paolo Gavina Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. L’invio delle fotografie include il consenso per una eventuale pubblicazione.


LETTERA DEL PROMOTORE

Gentilissimi lettori, è con gioia che, ancora una volta, mi rivolgo a tutti Voi dopo che i Superiori, in questi mesi, mi hanno confermato nel compito di responsabile del Movimento Domenicano del Rosario. Questa preziosa continuità (al servizio Vostro e di quanto P. Giordano, mio predecessore, ed io abbiamo promosso nell’ambito della devozione mariana e rosariana) è un grande sacrificio che i Domenicani dell’Italia del Nord hanno gioiosamente accettato per essere ancor oggi fedeli al mandato che Li riconosce, “per tradizione custodi e propagatori di così salutare devozione” (Marialis Cultus). Questo sacrificio trova riscontro nell’impegno che tanti di Voi stanno offrendo con una impagabile collaborazione senza la quale anche noi ben poco potremmo concludere... collaborazione che spero possa approfondirsi sempre più per aiutare tutti i fedeli a riscoprire anche oggi, nel santo rosario, un modo ineguagliabile per meditare la Parola di Dio. Visto che questo numero di ROSARIUM Vi giungerà durante il tempo di Avvento, ne approfitto per farVi giungere gli auguri per le festività ormai imminenti e invocando la materna protezione della Beata Vergine, regina del santo rosario, Vi saluto fraternamente P. Mauro

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utero aveva detto “Sola Scriptura”, cioè solo in essa sarebbe contenuto il tesoro della Rivelazione, e in effetti lo scisma luterano non fu solo una rottura dell’unità della Chiesa, fu anche un abbandono della Tradizione. La Chiesa Cattolica (come anche gli Ortodossi) ha sempre invece tenuto fermo che non si può attingere la certezza sulle cose rivelate dalla sola Scrittura, ma anche dalla viva Tradizione della Chiesa. Il Concilio Vaticano II, riprendendo il Concilio di Trento e il Vaticano I afferma: “La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della Parola di Dio affidato alla Chiesa.” (“Dei Verbum”, n. 10) Perché questa affermazione è così importante? Che cos’è la Tradizione? è quello che cercherò di spiegare, o almeno di far intravvedere, in questo breve articolo. Per parlare della Tradizione bisogna cominciare col dire qualcosa sulla Rivelazione, “tradizione” infatti vuole dire “trasmissione”, ma ciò che viene trasmesso (oralmente o per iscritto, come vedremo più avanti) è la Divina Rivelazione. La “Dei Verbum” presenta più volte la Rivelazione come un dialogo: “Dio invisibile nel suo immenso amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé.” (n. 2) “Nei Libri Sacri il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con loro” (n. 21) E’ Dio che apre il discorso ma perché ci sia un dialogo è necessaria la fede: “A Dio che si rivela è dovuta l’obbedienza della fede... con la quale l’uomo si abbandona tutto a Dio liberamente, prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà... e assentendo volontariamente alla rivelazione data da Lui” (n. 5) Sarà poi lo Spirito Santo a far entrare sempre di più in questo dialogo (vd. n. 5 più sotto, e n. 8). E’ “per l’abbondanza della sua carità” (n. 2) che Dio ci parla come ad amici di se stesso, del mistero della sua volontà (nn. 2 e 6), dei suoi segreti (n. 4): la Rivelazione è una confidenza, in essa Dio non ci fornisce delle informazioni, non ci impartisce delle lezioni, ma si consegna disarmato a noi, mostrandoci l’ardente desiderio che ha di renderci partecipi della sua vita. La Rivelazione, essendo un atto di Dio, non può essere soltanto un evento del passato. Certo ha avuto delle manifestazioni e uno svolgimento nel tempo, dall’elezione di Israele (anche se già ai nostri Progenitori Dio si era manifestato) fino all’Incarnazione del Verbo, che con le sue parole e opere e con la sua Morte e Risurrezione è insieme “il mediatore e la pienezza di tutta la Rivelazione” (n. 2), ma se abbracciamo con la fede la

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memoria di queste manifestazioni la Rivelazione si compie per noi in quel momento. In questo senso il Concilio può dire: “Dio il quale ha parlato in passato non cessa di parlare con la sposa del suo Figlio diletto.” (n. 8) E, citando una frase di sant’Ambrogio: “E’ a Dio che parliamo quando preghiamo; Lui ascoltiamo quando leggiamo i divini oracoli.” (n. 25) E’ dunque ascoltando le parole del Figlio, mediatore e vertice di tutta la Rivelazione, che possiamo ascoltare Dio; ora queste parole, pronunziate dal Figlio negli anni della sua permanenza tra di noi, non sono andate perdute. Ci sono state tramandate, Egli stesso si è preoccupato che giungessero a noi: “Dio, con la stessa somma benignità, dispose che quanto egli aveva rivelato... rimanesse sempre integro e venisse trasmesso a tutte le generazioni. Perciò Cristo Signore... ordinò agli Apostoli di predicare a tutti il Vangelo... Ciò venne fedelmente eseguito, tanto dagli Apostoli, i quali nella predicazione orale... trasmisero sia ciò che avevano ricevuto dalla bocca, dal vivere insieme e dalle opere di Cristo, sia ciò che avevamo imparato per suggerimento dello Spirito Santo; quanto da quegli Apostoli e uomini della loro cerchia, i quali, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, misero per iscritto l’annunzio della salvezza. Gli Apostoli poi, affinché il Vangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, lasciarono come successori i Vescovi, ad essi affidando il loro proprio posto di magistero. Questa Sacra Tradizione dunque e la Sacra Scrittura dell’uno e dell’altro Testamento sono come uno specchio nel quale la Chiesa peregrinante in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia così come Egli è.” (n. 7, le sottolineature sono mie).

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E’ dunque attraverso la predicazione della Chiesa, che continua quella degli Apostoli, e attraverso la Sacra Scrittura che Dio ci rivolge oggi la sua parola per invitarci alla comunione con Lui. Ma rileviamo, nel testo succitato, le parole-chiave “integrità” e “fedeltà”: esse tornano sempre, assieme a “custodire”, “conservare” e anche “interpretare” (vd. i nn. 10 e 12), quando si parla della trasmissione del deposito rivelato. Vi riconosciamo la preoccupazione della Chiesa - ne va della nostra salvezza! - di essere appunto sempre fedele al mandato e all’insegnamento di Cristo e degli Apostoli. Per quanto riguarda l’interpretazione autentica della Parola di Dio (scritta o trasmessa) il Concilio afferma senza equivoci che si tratta di un ufficio “affidato al solo Magistero vivo della Chiesa” (n. 10). Questo i Santi non l’hanno mai dimenticato, e se è capitato che abbiano potuto comprendere il messaggio rivelato più profondamente dei Pastori, si son sempre preoccupati di sottomettere ad essi e ai loro Successori i loro insegnamenti. Terminiamo con un passo molto importante sulla crescita della comprensione della parola di Dio. Senza questa ulteriore precisazione la dottrina sulla Tradizione sarebbe priva di qualcosa di essenziale: “Questa Tradizione, che trae origine dagli Apostoli, progredisce nella Chiesa sotto l’assistenza dello Spirito Santo: infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, cresce sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro (cf. Lc 2,19.51), sia con la profonda intelligenza delle cose spirituali che essi sperimentano ... La Chiesa, cioè, nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina finché in essa giungano a compimento le parole di Dio” (n. 8, cf. i nn.° 20 e 23) Con queste parole il Concilio rileva il ruolo essenziale, nella trasmissione della verità divina, dei Padri, dei Dottori e dei Santi. La Parola di Dio infatti non va solo trasmessa integralmente e fedelmente (il che è vitale, come ho già detto), va anche approfondita e vissuta (le due cose sono indissolubili: non si può vivere ciò che non si conosce o ciò che si conosce superficialmente). Dobbiamo cioè essere discepoli del Magistero ma anche dei Santi, se vogliamo anche noi approfondire e vivere la verità che ci è stata trasmessa, con un approfondimento che non è erudizione ma tensione alla pienezza della verità divina e cioè alla visione beatifica, come leggevamo al n. 7. In questo ci è modello e guida la Beata Vergine Maria: quando l’ultimo passo citato parla della meditazione dei credenti fa riferimento al Vangelo di san Luca dove si dice che Maria “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”: tutte queste cose: il Mistero del Natale e del Ritrovamento di Gesù nel Tempio... ma certo anche tutti gli altri Misteri della vita di Gesù: è questo il Rosario! La Madonna non ha predicato e non ha scritto un Vangelo, ma ne possedeva il segreto. Ad esso ci introdurrà se Le siamo devoti; e dei Santi (almeno di alcuni di loro) si può dire che Le prestano la loro voce sempre con questo scopo. Tutta la complessa dottrina su Rivelazione, Scrittura, Tradizione e Magistero si condensa, insomma, in questa docilità che dobbiamo avere verso di Lei e verso la dottrina della Chiesa. P. Paolo Maria Gerosa

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TI BASTA CIO’ CHE SAI O VUOI SAPERNE DI PIU? a cura di P. Roberto Maria Coggi O.P.

La “Catechesi sulla Santa Vergine” del Card. Charles Journet

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Parte terza

Nella terza parte del suo libro il card. Journet tratta di “Maria Madre degli uomini”. Questa parte consta di quattro brevi capitoli: 1) Maria nostra madre secondo la grazia 2) Maria ci dà Gesù; 3) Maria corredentrice; 4) Maria mediatrice di tutte le grazie. Prendiamo in esame per ora i primi due capitoli. Il card. Journet si introduce nell’argomento attraverso il tema del binomio Eva - Maria. Come infatti Eva è la madre di tutti i viventi, ossia di tutti gli uomini, così Maria è anch’essa Madre di tutti gli uomini. Naturalmente però vi sono delle differenze. Infatti Eva è madre di tutti gli uomini secondo una generazione fisica e materiale, mentre Maria Santissima è madre di tutti gli uomini in quanto Madre di Gesù, al quale, sia pure secondo diversi gradi, tutti gli uomini sono congiunti spiritualmente, in quanto membra del suo corpo mistico, o almeno chiamati a esserlo, secondo il piano di Dio. Il tema Eva - Maria compare negli scrittori cristiani del secondo secolo, e poi diventerà tradizionale. Il primo a parlarne è S.Giustino verso la metà del secondo secolo, seguito qualche decennio dopo da S.Ireneo di Lione, il quale su questo argomento espone una dottrina così chiara e profonda che non sarà superata nemmeno dai più grandi teologi dei secoli successivi. Il parallelo Eva - Maria è illuminante sotto vari punti di vista, chiarendo il rapporto della beata Vergine non solo con Eva, ma anche con il nuovo Adamo, che è Gesù, e con tutti noi. Quando -per esempio- Gesù chiama Maria Santissima «Donna» possiamo vedere una chiara allusione al fatto che la Beata Vergine è la nuova Eva, cioè la «donna» per eccellenza, accanto al nuovo Adamo, cioè all’«uomo» per eccellenza, che è Gesù. E come Eva è stata data come aiuto ad Adamo, così la nuova Eva è stata data -per così dire- in «aiuto» al nuovo Adamo. Ma come l’aiuto che Eva che Eva dà ad Adamo riguarda soprattutto la generazione dei figli, così l’«aiuto» che Maria Santissima dà a Gesù riguarda la sua cooperazione alla nascita dei figli di Dio. Come si vede il tema è ricchissimo di spunti anche per la riflessione e la meditazione personale.

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Testo del Card. Journet: Maria, nostra Madre secondo la grazia. 35) Si può paragonare Eva a Maria? - Sì. Eva, che ascolta il demonio, e disobbedisce a Dio, ha la più grande colpa, dopo Adamo, della disgrazia di tutti gli uomini. Maria, che ascolta l’Angelo, e obbedisce a Dio, ha la più grande parte, dopo Gesù, nella salvezza di tutti gli uomini. Sant’Ireneo scrisse verso l’anno 180: “come Eva, avendo per sposo Adamo, ma ancora vergine, è stata per la sua disobbedienza causa di morte per se stessa e per tutti gli uomini, così Maria, destinata a uno sposo ma tuttavia vergine, è stata per la sua obbedienza causa di salvezza per se stessa e per tutti gli uomini”. Tertulliano scrisse verso il 200: “Eva crede al serpente, Maria a Gabriele; là dove la credenza dell’una pecca, la fede dell’altra ripara”.

36) Chi ha voluto che la Vergine avesse una così grande parte nella salvezza degli uomini? - Gesù; egli ha voluto attendere la risposta della vergine all’Angelo, prima di discendere sulla terra e salvare gli uomini.

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Maria ci dà Gesù, sorgente di grazia 37) Quando la Santa Vergine è diventata, per la prima volta, la Madre di tutti gli uomini secondo la grazia? - Quando è diventata Madre di Gesù, Autore e Sorgente di grazia per tutti gli uomini.

38) La Santa Vergine amava da molto tempo gli uomini? - Sì, ella era felice di sapere che Gesù veniva a salvare gli uomini dai loro peccati (Mt 1,21); ella era pronta a soffrire molto per la nostra salvezza (Lc 2,35).

Commento: Il card. Journet dice che Eva ha la più grande colpa dopo Adamo, ma i teologi medioevali, seguendo anche l’insegnamento dei Padri della Chiesa dei primi secoli, sostengono generalmente che il peccato di Eva fu più grave di quello di Adamo, il quale avrebbe peccato più per condiscen-

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dere alla proposta della donna che per iniziativa propria. E ciò sarebbe confermato anche dal castigo inflitto alla donna (“partorirai con dolore, sarai sottomessa all’uomo”) che è più grave di quello inflitto all’uomo (“lavorerai con il sudore della fronte”). Se le cose stanno così anche il ruolo della nuova Eva risulta accresciuto. Non nel senso certamente che la nuova Eva, cioè Maria, abbia contribuito alla nostra salvezza più del nuovo Adamo, ossia più di Gesù (sarebbe follia pensarlo!), ma nel senso che il compito di Maria nella nostra redenzione non può essere in alcun modo svalutato, o ignorato, o negato. Pensare alla nostra redenzione non tenendo conto in nessun modo della figura di Maria è come pensare al peccato originale senza tenere conto di Eva! Ma che cosa rimane allora della narrazione biblica del peccato originale? E’ ancora una volta S.Ireneo che sottolinea l’importanza del ruolo della donna sia nel peccato che nella redenzione ispirando il testo del Concilio Vaticano II nel capitolo VIII° della Lumen Gentium: “Volle il Padre delle misericordie che l’accettazione della predestinata madre precedesse l’Incarnazione, perché così come la donna aveva contribuito a dare la morte, così la donna contribuisse a dare la vita” (n. 56). La maternità di Maria Santissima nei nostri riguardi appare chiaramente dalle parole di Gesù in croce: “Donna, ecco tuo figlio”; “Ecco tua madre” (Gv 19,2627), ma non dobbiamo pensare che Maria Santissima sia divenuta nostra Madre solo in quel momento. Come dice giustamente il card. Journet, ella lo è diventata al momento dell’annunciazione, quando ha concepito Gesù nel suo seno. Ciò è confermato dalle solenni parole con cui Paolo VI proclama la Beata Vergine Maria Madre della Chiesa: “La divina maternità costituisce il fondamento principale dei rapporti di Maria con la Chiesa, essendo ella Madre di Colui che fin dal primo istante dell’Incarnazione nel suo seno verginale ha unito a sé come Capo il suo Corpo Mistico, che è la Chiesa. Maria, dunque, come Madre di Cristo, è Madre anche dei fedeli e dei pastori tutti, cioè della Chiesa” (21-11-1964). Quindi concependo Gesù la Beata Vergine ha concepito misticamente anche tutti noi, e come dice S.Alfonso “ci ha abbracciati tutti nel suo materno affetto”. Non dimentichiamolo quando meditiamo il primo mistero del santo rosario!

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PERCHE’ IL ROSARIO ?

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uando si pensa alla devozione verso Maria SS. non si può fare meno di pensare al Rosario, che fra tutte le devozioni, fra tutte le preghiere alla Madonna è senza dubbio la più importante. Per convincersi di ciò basta guardare un momento a quello che la Chiesa (in particolare i Sommi Pontefici) hanno detto di questa preghiera. IL ROSARIO NEL MAGISTERO DELLA CHIESA Dando uno sguardo rapidissimo alla storia e all’insegnamento dei Sommi Pontefici rileviamo che il primo papa che dette una forma definitiva al Rosario fu S. Pio V, verso il 1570, alla vigilia della famosa battaglia di Lepanto (1571). Lo stesso Papa invitò tutti i Cristiani ad unirsi a Lui nella recita del S. Rosario e, grazie al Rosario, la civiltà cristiana, o, quantomeno, la civiltà europea, fu salvata dall’assalto dei Turchi. Da quel momento (ma già prima se ne era sperimentata la grande efficacia) il Rosario è divenuto la preghiera dei momenti difficili, alla quale ci si rivolge quando veramente la Chiesa è in pericolo. Qualche secolo più tardi Pio IX dirà che mediante il Rosario i fedeli “potranno più facilmente annientare tanti mostruosi orrori che ovunque insorgono”. Poco dopo abbiamo un altro grande Papa, Leone XIII, che può essere chiamato il primo grande Papa dell’epoca moderna, il primo Papa che affronta veramente a viso aperto i problemi della nuova umanità e soprattutto quello che è il problema più dibattuto ancor oggi, che purtroppo divide gli uomini ed è la fonte di tante defezioni e di tante crisi di fede: il problema sociale. Leone XIII (1878 - 1903) è il Papa delle grandi Encicliche sociali, della “Rerum Novarum”, in cui espone il pensiero sociale della Chiesa, quel pensiero sociale della Chiesa, che, se fosse stato veramente conosciuto e praticato, avrebbe impedito l’affermarsi di tante ideologie così contrarie non solo alla fede, ma alla stessa dignità umana. Ebbene, questo grande Papa, è stato il Papa del Rosario per eccellenza, il Papa che più di tutti ha parlato del Rosario. Fra Encicliche (12) , Lettere Apostoliche (2) ed altri scritti Leone XIII ci trasmette ventidue documenti ufficiali sul Rosario. Si potrebbe dire che il Rosario era la sua “passione”. Se dovessimo parlare dell’insegnamento che questo papa ci ha dato sul Rosario non si finirebbe più. E che dire di certe sue ardite espressioni? “Il Rosario è per Maria la più gradita delle preghiere e il mezzo più efficace per conseguire la vita eterna”. Ci vuole certo del coraggio per fare una affermazione del genere e, se non la si leggesse in documenti di indubbia autenticità, si stenterebbe ad attribuirla ad un Papa così saggio, così moderato, così dotto come Papa Leone XIII. Eppure, considerando la grande efficacia del Rosario, egli non ha esitato a formulare espressioni ardite come quella citata.

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Dopo di lui, gli altri Papi non sono stati da meno. Non potendo citarli ad uno ad uno, ci limitiamo a ricordare la magnifica definizione di Pio XII, che scrive: “Il Rosario è la sintesi di tutto il Vangelo”. Parole profonde e quanto mai espressive. E Papa Giovanni XXIII? Anche Lui scrisse molto sul Rosario, ma soprattutto, visse in maniera unica il Rosario. Questo Papa, oltre al lavoro non indifferente che riempie la giornata di un papa, oltre alla Messa (spesso cantata), oltre al Breviario, oltre alla meditazione, trovava il tempo di dire ogni giorno il Rosario intero, 150 Ave Maria. E questa era una promessa che egli aveva fatto alla Madonna nel 1958 a Venezia. Pochi mesi dopo veniva eletto Papa. Sarà solo una coincidenza ? Il Papa del Concilio, il Papa dell’aggiornamento, il Papa dell’ecumenismo, è, come Leone XIII, il Papa del Rosario. Anche Paolo VI fra i pii esercizi raccomandati dal Concilio per onorare la Madre di Dio, richiama ripetutamente l’importanza del Rosario. E a questa pratica mariana dedica un’importante e lungo capitolo nel documento mariano “Marialis Cultus” del 1974, in cui si dimostra che il Rosario è preghiera quanto mai adatta alla mentalità moderna e quindi deve essere più che mai diffuso fra il popolo cristiano. Certo, questa insistenza del Magistero della Chiesa -richiamato con semplici accenni- è veramente impressionante e non può spiegarsi senza una particolare ispirazione del Cielo. Sappiamo del resto che la voce dei nostri Pastori non è che l’eco della voce della Chiesa celeste. La Madonna stessa, quando apparve a Lourdes e a Fatima quale preghiera raccomanda? Il Rosario, sempre il Rosario. Si può rimanere indifferenti di fronte a questi fatti? Si può dire di essere veramente i figli della Chiesa se il Rosario non entra a far parte della nostra vita? CONTENUTO E STILE DEL ROSARIO Molti si chiederanno, a ragione: come mai questa marcata preferenza per il Rosario? Che cos’ha di speciale il Rosario? Per rispondere a questa domanda, senza superare i limiti di questa nostra esposizione, penso sia sufficiente sottolineare due punti che ci fanno capire perché il Rosario è tanto importante: uno di questi punti riguarda il contenuto del Rosario, l’altro il suo stile.

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a ) Qual è anzitutto il contenuto del Rosario? È il mistero della nostra salvezza: è il mistero dell’Incarnazione della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, che rappresenta la sintesi del mistero Cristiano. Dio che scende, si fa uomo (misteri gaudiosi); Dio che soffre e muore (misteri dolorosi); Dio che risorge e ci prepara un posto in Cielo (misteri gloriosi). E come S. Paolo, che al centro di tutta la sua predicazione ricorda sempre ed unicamente il mistero della morte e risurrezione di Gesù... così anche il Rosario ci ricorda sempre questo mistero, il mistero centrale, il mistero pasquale. Il Rosario va all’essenza, va al fondo delle cose: ci fa cogliere il segno profondo di tutta la nostra fede. Pio XII affermava che «Il Rosario è la sintesi di tutto il Vangelo»: del Vangelo coglie, infatti quello che è l’anima, quello che è il cuore, il mistero della Pasqua, della Morte e della Risurrezione di Gesù. Questo è il contenuto del Rosario. b) E lo stile del Rosario qual è? È lo stile caratteristico del Vangelo, lo stile caratteristico dei discepoli di Gesù, lo stile dei veri cristiani; cioè l’umiltà e la semplicità. Umiltà e semplicità che risultano in mille modi se noi, sia pure brevemente andiamo ad analizzare il Rosario . Chi prega con il Rosario, ad esempio, si sente chiamato a contemplare il mistero della salvezza; ma sente nello stesso tempo di non essere degno di contemplarlo da solo. Sente il bisogno di un aiuto. E nel Rosario l’aiuto ci è dato da Maria, che accompagnandoci nella nostra meditazione ci permette di contemplare il mistero, ma quasi con i Suoi occhi. Nel Rosario, noi contempliamo la nascita, la morte, la risurrezione di Gesù come li ha contemplati Maria. Noi vogliamo amare Gesù nei suoi misteri come lo ha amato Maria; vogliamo un po’ entrare in quello che è il suo Cuore Immacolato e quindi, mentre meditiamo su questi misteri, ci accompagnamo con l’invocazione «Ave, Maria!», «Ave, Maria!». Proprio come i bambini che non si distaccano mai dalla mamma, ma rimangono sempre aggrappati a lei, così anche noi continuiamo a ripetere «l’Ave, Maria», per poter rimanere sempre aggrappati a Lei nel contemplare questo mistero di salvezza, tanto grande che se Maria SS.ma ci abbandona a noi non ne comprendiamo più nulla.

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E anche il modo di stare vicini a Maria, questo ripetere continuamente la preghiera «Ave Maria», è proprio il modo dei bambini, i quali sanno soltanto una preghiera. Quando vogliamo farli pregare, non facciamo altro che far ripetere loro la stessa preghiera, perché non sanno fare altro. E così preghiamo noi, col Rosario. Certamente, chi si sente molto avanti nella vita cristiana, chi sente ormai... in alto... può avere un senso di commiserazione, forse quasi un disprezzo per questa forma di preghiera così semplice, così monotona, così insignificante. Possibile ripetere sempre: «Ave, Maria...Ave, Maria...» e nient’altro? Eppure Gesù ha detto: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della Terra, perché Tu hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti, e le hai rivelate ai piccoli» (Matt.11,25). E quando Maria SS.ma appare a Lourdes e a Fatima, a chi appare? Appare a delle grandi personalità? No. Appare a Bernadette la quale, poverina, non riusciva ad imparare a memoria il « Credo»: era troppo lungo, troppo difficile per lei. Per questo le fu rimandata l’ammissione alla Comunione . Il «Credo» non riusciva a dirlo, Bernadette; ma l’ «Ave Maria» e il «Padre Nostro» ci riusciva e, quindi, il Rosario poteva dirlo. E la Madonna appare a Lei e appare anche ai pastorelli di Fatima, che in fatto di preghiera neppure loro sapevano andare più in là del Rosario. Ecco, quindi, due fra i tanti motivi che ci dimostrano la grandezza del Rosario: la sublimità del mistero che ci presenta, che è il mistero centrale di tutta la nostra fede; e, nello stesso tempo, l’umiltà e semplicità dei mezzi che ci aiutano a contemplarlo con efficacia, ed è proprio questo il paradosso della vita cristiana: l’infinito che si racchiude nel finito, Dio che si fa uomo, la sintesi tra la grandezza e la piccolezza, fra l’altezza e l’umiltà. È sempre lo stile di Dio, che scende dal cielo e si fa uomo; è lo stile di Gesù che sceglie come suoi discepoli degli uomini illetterati; è lo stile di Maria SS.ma , che quando appare sceglie sempre persone semplici, umili, e quasi insignificanti; è questo lo stile di Dio, che vuole compiere grandi cose in noi nella misura in cui noi ci sentiamo piccoli di fronte a Lui. Ecco perché nei momenti difficili della nostra vita noi dobbiamo ricorrere al Rosario, aggrapparci a quella Corona, che la Madonna di Fatima ha raccomandato proprio in vista delle grandi difficoltà che la Chiesa avrebbe incontrato. Sentendoci piccoli, ma anche capaci di immergerci nel mistero di Dio, grazie al Rosario, potremo fare nostre le parole di S. Paolo che diceva: « Quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Cor. 12,10); e con Maria potremo ripetere ed attualizzare le parole del suo cantico: “Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a ani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo, e alla sua discendenza, per sempre”. P. Roberto Coggi O. P. (Dal Bollettino di San Domenico n. 10 del 1976)

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IL S. ROSARIO CON I SALMI MISTERI GAUDIOSI Primo mistero gaudioso: L’annunciazione dell’Angelo a Maria Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, ti mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nella profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora. (Salmo 139, 13-18) Secondo mistero gaudioso: La visita di Maria alla cugina Elisabetta Esultate, giusti, nel Signore: ai retti si addice la lode. Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo, suonate la cetra con arte e acclamate. Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui gli abitanti del mondo, perché egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste. Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli. Ma il piano del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede. Il Signore guarda dal cielo, egli vede tutti gli uomini. Dal luogo della sua dimora scruta tutti gli abitanti della terra. (Salmi 33, 1-3. 6-14) Terzo mistero gaudioso: La nascita di Gesù In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio. Confida sempre in lui, o popolo, davanti a lui effondi il tuo cuore, nostro rifugio è Dio. Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore. (Salmo 138, 8-9.11) Quarto mistero gaudioso: La presentazione di Gesù al Tempio Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi! Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio. O Dio, nostro scudo, guarda il volto del tuo consacrato. Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove, stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende degli empi. Poiché sole e scudo è il Signore Dio: il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine. Signore degli eserciti, beato l’uomo che in te confida. (Salmo 84, 5-6. 10-13)

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Quinto mistero gaudioso: Il ritrovamento di Gesù tra i Dottori nel tempio Sei tu, Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno; a te la mia lode senza fine. Sono apparso a molti come un prodigio: eri tu il mio rifugio sicuro. Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza e ancor oggi proclamo i tuoi prodigi. (Salmo 71, 5-7.17)

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MISTERI DEL DOLORE Primo mistero doloroso: L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi “Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore”. Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia, la tua fedeltà e la tua grazia mi proteggano sempre, poiché mi circondano mali senza numero. Tu, mio aiuto e mia liberazione, Mio Dio, non tardare. (Salmo 40, 8-9. 12-14. 18)

Secondo mistero doloroso: La flagellazione di Gesù alla colonna Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i orecchi attenti alla voce della mia preghiera. Se consideri le colpe, Signore, Signore chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono; perciò avremo il tuo timore. Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella sua parola. L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora . (Salmo 130, 1-6)

Terzo mistero doloroso: L’incoronazione di spine Io mi glorio nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino. Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore e mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato. Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce. L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva. Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. Temete il Signore, suoi santi, nulla manca a coloro che lo temono. (Salmo 34, 3-10)

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Quarto mistero doloroso: Gesù sale al Calvario carico della croce Signore, tendi l’orecchio, rispondimi, perché io sono povero e infelice. Custodiscimi perché sono fedele; tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera. Pietà di me, Signore, a te grido tutto il giorno. Rallegra la vita del tuo servo, perché a te, Signore, innalzo l’anima mia. Tu Signore, sei buono Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t’invoca. Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce della mia supplica. Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini; donami un cuore semplice che teme il tuo nome. (Salmo 86, 1-6. 11)

Quinto mistero doloroso: La morte in croce di Gesù Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Quando mi assalgono i malvagi per straziarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Salmo 27, 1-3. 7. 9)

MISTERI DELLA GLORIA Primo mistero glorioso: La risurrezione di Gesù da morte Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto a Dio: “Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene”. Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare. Di questo gioisce il mio cuore , esulta la mia anima: anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. (Salmo 16, 1-2. 8-10)

Secondo mistero glorioso: L’ascensione di Gesù al Cielo Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo. Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia. (Salmo 24, 3-5. 7-9).

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Terzo mistero glorioso: L’effusione dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti nel Cenacolo Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande! Rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto. Tu stendi il cielo come una tenda, costruisci sulle acque la tua dimora, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento; fai dei venti i tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi ministri. Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature. Ecco il mare spazioso e vasto: lì guizzano senza numero creature piccole e grandi. Se nascondi il tuo volto, vengono meno, togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. (Salmo 104, 1-4. 24-25. 29-30)

Quarto mistero glorioso: L’assunzione di Maria al Cielo. La figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d’oro è il suo vestito. E’ presentata al re in preziosi ricami; con lei le vergini compagne a te sono condotte; guidate in gioia ed esultanza entrano insieme nel palazzo del re. Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai capi di tutta la terra. Farò ricordare il tuo nome per tutte le generazioni, e i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. (Salmo 45, 14-18)

Quinto mistero glorioso: L’incoronazione di Maria Regina del Cielo e della Terra Il tuo trono, Dio, dura per sempre; è scettro giusto lo scettro del tuo regno. Figlie di re stanno tra le tue predilette; alla tua destra la regina in ori di Ofir. Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore: prostrati a lui. Da Tiro vengono portando doni, i più ricchi del popolo cercano il tuo volto. (Salmo 45, 7. 10-13)

PREGHIAMO O Signore Gesù, che per giungere alla glorificazione hai voluto prima vivere una esistenza umana intessuta, come la nostra, di gioie e di dolori, fa che nella tua Chiesa non vengano mai a mancare ferventi Sacerdoti, Religiosi e Laici che col Rosario di Maria trasmettano agli uomini i misteri della nostra redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

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Il rosario preghiera domenicana

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pesso si legge e si sente dire che l’Ordine domenicano è un Ordine “mariano”. Che lo sia, data la sua provata devozione alla Vergine Maria fin dalle sue origini e poi ininterrottamente continuata nei secoli successivi, è innegabile. Non ci sentiamo però di affermare che essa sia una sua caratteristica esclusiva. L’Ordine può certo definirsi mariano; ma al pari di esso, sia pure con fonti devozionali diverse, possono vantarsi di esserlo tanti altri Ordini religiosi, per non dire tutti, dato che non è concepibile essere cattolici senza una profonda devozione alla madre del Verbo Incarnato e Corredentrice dell’umanità. Proprietà o caratteristica essenziale dell’Ordine sono invece il suo culto ed il suo apostolato del Rosario. Attribuitane l’origine, a ragione o a torto, allo stesso Santo Padre Domenico, esso fu innegabilmente fatto conoscere e divulgato in tutta la cristianità dai Domenicani e tutta una serie ininterrotta di Papi lo riconobbe ripetutamente come retaggio dell’Ordine, riconoscendo fra l’altro in esclusiva al suo Maestro generale la facoltà di istituirne in tutto il mondo le fraternite e ai suoi religiosi il privilegio di benedirne le corone con l’annessione di particolari ricchissime indulgenze. E in ogni chiesa dove sarà venerata una immagine della Madonna del Rosario e vi si vorrà istituire la corrispondente fraternita, sarà d’obbligo anche la figura di S. Domenico nell’atto di ricevere da lei la corona. Sicché, proprio per questo suo carattere rosariano, la corona del Rosario entrerà giustamente a far parte dell’abito dell’Ordine (LCO 50) quale segno, non del tutto accessorio, della sua speciale e specifica consacrazione ed adornerà una delle tradizionali forme del suo stemma. Ma, a parte le origini e i legami storico-giuridici che da sempre l’hanno legato all’Ordine - e per i quali rimandiamo il lettore agli studi specialistici in materia (Cfr. ad esempio: D’Amato, La devozione a Maria nell’Ordine domenicano, ed. Studio Domenicano, Bologna 1984) - il Rosario è talmente connesso e congeniale alla sua spiritualità da poter affermare ch’esso è scaturito nel nostro Ordine, non senza certo un’azione dello Spirito Santo che dirige secondo i bisogni la storia della Chiesa, proprio come un logico naturale sviluppo del suo particolare carisma: “contemplata aliis tradere”. Di tale legame col carisma dell’Ordine ce ne porge una prima ragione il n. 67 delle Costituzioni dei frati - ripetuto quasi alla lettera dal n. 91, II di quelle delle

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monache - quando, dopo aver esortato i religiosi alla recita quotidiana del Santo Rosario, aggiungono: “Questa forma di orazione conduce alla contemplazione del mistero della salvezza, nel quale la Vergine Maria è intimamente unita all’opera del suo Figlio”. Il Rosario, infatti, adeguandosi perfettamente alla natura dell’uomo, che è materiale e spirituale insieme, non è soltanto né principalmente una preghiera vocale, ma è una preghiera che, mentre le dita sgranano la corona e le labbra sono occupate nella lode materiale di Maria in quanto madre del Redentore, porta la mente alla contemplazione dei misteri della nostra fede. Lo conferma autorevolmente anche Paolo VI nella “Marialis cultus” (n. 47): “La contemplazione è un elemento essenziale del Rosario, senza della quale esso sarebbe un corpo senza anima e la sua recita rischierebbe di diventare una ripetizione meccanica di formule e di contraddire così all’ammonimento di Gesù: ‘Quando pregate non siate ciarlieri come i pagani, che credono di venir esauditi in proporzione della loro loquacità (Mt 6,7)’. Per sua natura la recita dal Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso che favoriscano nell’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di colei che al Signore fu più vicina e ne dischiudano le insondabili ricchezze”. Strumento, o meglio, via alla contemplazione, il Rosario si inserisce, così, perfettamente nel carisma dell’Ordine domenicano che della contemplazione, insieme alla predicazione, ha fatto il suo fine. Ma, pur non ignorando che i misteri che il Rosario propone alla nostra meditazione sono quindici, le nostre Costituzioni preferiscono - come si è visto - vedere nel Rosario una via alla contemplazione del “mistero della salvezza”. Anche se suddiviso in quindici tappe, l’itinerario del Rosario ci deve cioè portare alla visione globale di quel mistero della salvezza che inizia nell’Eden con la promessa di

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un salvatore - cui ci richiama, per capirne il perché, il primo mistero gaudioso - per terminare, attraverso la redenzione operata da Cristo e alla quale sua madre è intimamente associata, al traguardo della gloria dei santi, presentataci nel quinto mistero glorioso. Ebbene, anche sotto questo aspetto di preghiera a sfondo teologico di ampiezza universale, il Rosario ben si inquadra nella spiritualità domenicana che ha nell’intellettualismo una delle sue caratteristiche principali (Cfr. Lippini, La spiritualità domenicana, Bologna 1958, pp. 135 ss.). Diversamente dal sentimento, è proprio infatti dell’intelletto avere un oggetto universale, la verità, da indagare e scoprire fino al giorno in cui la possederà tutta nella visione dell’infinita Verità di Dio in paradiso. Orbene, più che a suscitare sentimenti e commozioni - cosa cui sembra invece tendere, ad esempio, la pratica della Via Crucis, devozione sviluppatasi non per nulla in ambiente francescano, la cui teologia e spiritualità sono invece caratterizzate dal volontarismo - il Rosario fa spaziare l’intelletto non su un singolo mistero, ma sul mistero della Redenzione che li comprende tutti. Sull’esempio di Maria, che in quanto associata ai misteri del Figlio “serbava tutto nel suo cuore” (Lc. 2,51) illuminandone e sostenendone la propria condotta quotidiana, anche il domenicano, consapevole di essere lui pure associato per il battesimo e per la sua speciale consacrazione alla vita e alla passione di Cristo, recitando il Rosario saprà calare ed applicare i misteri alla propria vita e alla propria missione, sapendone scavare illuminazione, insegnamenti, aiuto e conforto nell’ascesa quotidiana verso la perfezione. La meditazione dei misteri, in tal modo, non contribuirà soltanto a dilatare in lui e ad approfondire l’oggetto materiale della sua fede come se si trattasse di una riflessione teologica, ma si trasformerà in una vera crescita di fede come adesione amorosa a Colui che di quei misteri è il protagonista e l’oggetto, facendolo in pari tempo progredire in quelle

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virtù’, e fra tutte le carità, che in ciascuno di essi appare praticata in maniera sublime. In quanto scuola di vita evangelica, che perciò evangelizza e forma il Predicatore facendone un contemplativo ed un santo, il Rosario si ricollega, così, indirettamente al secondo elemento del fine dell’Ordine, la predicazione, che nella spiritualità domenicana è sempre stata vista come necessario frutto della santità e della vita contemplativa del Predicatore. Ecco perché, oltre che ai frati e alle monache dell’Ordine, la recita quotidiana del Rosario viene caldamente raccomandata anche ai Laici Domenicani (Direttorio Naz. 13, 11; Dichiarazioni del Maestro dell’Ordine, n. 7): perché anche “La loro propria e specifica vocazione è ad un tempo contemplativa e apostolica” (Regola 10, d.). Ma proprio perché “il Rosario mariano è una via che conduce alla contemplazione dei misteri di Cristo e una scuola di formazione evangelica... e in esso viene esposta la dottrina della fede sotto l’aspetto di partecipazione della beata Vergine Maria al mistero di Cristo e della Chiesa”, le nostre Costituzioni affermano che esso “deve essere ritenuto una forma di predicazione rispondente allo spirito dell’Ordine” e ci esortano di conseguenza “a divulgarne la pratica con fervore.. e a promuoverne le Associazioni” (LCO 129). Viene, così, autorevolmente affermato che il Rosario è legato alla predicazione, fine dell’Ordine, non solo indirettamente in quanto utile strumento per formare il predicatore facendone un contemplativo, ma anche perché per sua natura è già esso stesso una forma di predicazione e quindi, anche sotto questo aspetto, preghiera perfettamente conforme allo spirito dell’Ordine dei Predicatori, in seno al quale si è sviluppata e al quale la Chiesa stessa l’ha autorevolmente affidata. Il Rosario, infatti - come già è stato notato - non è soltanto né principalmente una preghiera vocale, ma è preghiera mentale che, attraverso la contemplazione dei quindici misteri, offre all’orante lo spunto per ripassare ed approfondire tutto

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il mistero della salvezza e per confrontare la sua vita sugli esempi di Cristo e di Maria. Se ben recitato, il Rosario può quindi paragonarsi ad una Summa Teologica accessibile a tutti, in cui tutti, in proporzione alla loro cultura e alla loro sensibilità ed elevatura spirituale, possono rileggere le verità da credere e le virtù cristiane da praticare. Il divulgarne la recita è già quindi una forma di predicazione, perché equivale a divulgare quelle verità della fede che, in forza del suo carisma, l’Ordine è invitato a predicare in ogni forma e ad ogni ceto. Ma il Rosario può inoltre diventare per il predicatore una delle occasioni più belle per adempiere alla sua missione, per cui l’uso, forse risalente alle origini e mai tramontato, di alternare la recita vocale con la spiegazione orale del mistero corrispondente, è una forma di predicazione non solo consona alla natura del Rosario ma anche rispondente allo spirito dell’Ordine. Per il quale ogni sforzo ed ogni attività devono sempre avere di mira l’evangelizzazione. Ben si comprende, allora, come Pio XI potesse affermare che “Il Rosario di Maria resta il principio e il fondamento sul quale si regge, l’Ordine di S. Domenico, per la perfezione della vita spirituale dei suoi membri e la salvezza delle anime” (in Gillet, La devozione e l’apostolato del Rosario, p. 18). E Paolo VI, scrivendo al Maestro generale Padre Aniceto Femandez, potesse a sua volta ribadire: “Il Rosario è una preghiera propria della Vostra Famiglia e che mai dovete abbandonare” (30-6-1965) e “per la loro ardente devozione, i religiosi e le religiose domenicane, lungo il corso dei secoli sono divenuti figli e figlie della beata Vergine del Rosario” (24-5-1970), e nella Marialis cultus (n. 43): “I figli di S. Domenico sono per tradizione custodi e propagatori di così salutare devozione”. Sarebbe perciò enorme che noi, i custodi ufficiali del Rosario, fossimo secondi a qualcuno nella devozione e nella diffusione di esso! † P. Pietro Lippini o.p.

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cinque personalità commentano i misteri gloriosi.

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n omaggio alla Madonna di Fatima, non poteva mancare il rosario, magistralmente guidato da Mons. Alvim Pereira, che ha opportunamente affidato a turno a cinque personalità presenti una meditazione per ciascun mistero, ispirate alle loro esperienze nei rispettivi paesi oppressi dal comunismo. Fra un mistero e l’altro, il coro della chiesa di S. Nicola in Carcere eseguiva brani di musica gregoriana. Il primo mistero, la risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, è stato meditato da Don Iosip Munjic, professore di teologia nel seminario di Spalato, Croazia, nonché cappellano dell’università. “Per noi questi settanta anni di comunismo -ha detto Don Munjic- sono stati anni di morte e di sofferenze. Un chiaro esempio è il martirio del Cardinal Aloisys Stepinac, Arcivescovo di Zagabria, recentemente beatificato da Giovanni Paolo II. Ma, così come Nostro Signore è risorto, così la Fede cattolica nei nostri popoli dovrà risorgere”. Nel secondo mistero ha offerto le sue riflessioni Mario Zivkovic, già membro del Pontificio Consiglio per la Famiglia, e attuale direttore del Centro per la Famiglia di Zagabria, Croazia. “I rischi che attualmente incombono sul nostro paese -ha detto- sotto un certo profilo non sono minori di quelli provocati dal comunismo. Ma ci sono segni di rinascita, come il forte calo degli aborti. Con l’aiuto delle vostre preghiere, la Croazia sarà nuovamente cattolica e grande!”.

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Nel terzo mistero, S.E. Mons. Bartulis, vescovo di Siauliai, Lituania, ha parlato di uno dei luoghi più simbolici della sua diocesi e forse dell’intero paese: la celebre collina delle Croci, dove piantavano una croce le famiglie dei prigionieri internati dai sovietici nei lager siberiani. Oggi, più di cinquantamila croci ricordano alle generazioni venture non solo la feroce persecuzione patita dal popolo lituano, ma anche la sua Fede incrollabile che ha saputo resistere sperando oltre ogni speranza. Nel quarto mistero, il Principe albanese Gjon Gjomarkaj ha offerto una commovente testimonianza della sua personale vicenda, intimamente intrecciata con quella del suo paese. Discendente dei governatori del nord dell’Albania, che nel passato erano riusciti a conservare la Fede cattolica di fronte alla dilagante minaccia musulmana, il principe Gjomarkaj ha ricordato come fu perseguitato e torturato dal governo comunista. È toccato a Padre Candido Capponi, predicatore cappuccino di Genova e cappellano dell’Istituto Gaslini (Ospedale Pediatrico), chiudere il Rosario meditando il quinto mistero: Maria è incoronata Regina del Cielo e della terra. Tutta la creazione dà gloria a Dio, e perciò dà anche gloria a Maria, spiegava Padre Candido. Noi dobbiamo contemplare Dio e Maria nell’universo, per rendergli omaggio quaggiù durante la nostra vita, e poi nell’eternità. È questo il senso della regalità di Maria. Da “Luci sull’Est” - Dicembre 1999

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al 10 al 15 settembre 2000 si è svolto il pellegrinaggio a Fatima, organizzato dal Movimento Domenicano del Rosario. Noi eravamo i più lontani dall’aeroporto della Malpensa e, quando abbiamo saputo che non si era formato il gruppo che sarebbe partito da Fiumicino, pur felici della grazia immensa che c’era concessa di partecipare al pellegrinaggio, eravamo un po’ preoccupati per la distanza da affrontare in pullman. L’invito di P. Mauro a considerare il lungo tragitto come “lenta terapia” per giungere a destinazione con lo spirito giusto pronti per vivere il dono di quei comuni momenti di grazia, ci ha aiutati a vivere bene anche quest’imprevisto, ed abbiamo cercato di preparare l’anima all’incontro con Maria. La lettura dei libri sui tre pastorelli, consigliata da P. Mauro, è stata un grande aiuto per entrare pian piano nel clima del pellegrinaggio e comprendere più a fondo il “mistero di Fatima”. Nei giorni precedenti la partenza ci siamo sentiti spesso, per aiutarci scambievolmente a superare le difficoltà, ed a pregare di più e meglio per prepararci ad ascoltare quanto la nostra Mamma Celeste avrebbe voluto dirci.

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Eravamo ben consapevoli che se Maria ci donava la possibilità di incontrarLa in un luogo a Lei tanto caro, era sicuramente per donarci la possibilità di entrare in comunione più profonda con Lei, e così è stato! Il pellegrinaggio ha risposto appieno alle nostre aspettative: non desideravamo un “viaggio religioso” e non lo è stato!; volevamo intensamente immergerci in quell’atmosfera di profonda fede che, a detta di chi vi era già stato, è propria di Fatima, ed ora, ognuno di noi, è felice di confermarlo. È vero, la Madonna chiusa nella sua teca nella cappellina delle apparizioni; le gigantografie di Francesco e Giacinta sulla facciata esterna della basilica; la cappella dell’adorazione perpetua dove si alternano, ogni ora, le suore, per non lasciare mai solo “Gesù nascosto”, come erano soliti chiamarLo i piccoli veggenti; il loggiato dove i malati ricevono la benedizione durante la messa solenne internazionale, nel giorno dell’anniversario dell’apparizione; l’immenso piazzale gremito di gente proveniente da tutto il mondo dove si mescolano lingue diverse, ma tutte rivolte ad un unico fine: glorificare Dio e la Madre Celeste; le persone che percorrono il piazzale, in tutta la sua lunghezza, in ginocchio e con un’espressione sui loro volti di intensa commozione o di sofferenza... tutto si è impresso in modo indelebile nei nostri cuori e nella nostra memoria. Grazie, Padre Mauro, per la profondità delle sue meditazioni, ci ha scosso e, soprattutto ci ha costretto a guardarci “dentro”, a rivedere le nostre certezze, a rimetterci in discussione, a chiederci se nel nostro cuore era avvenuto “l’incontro con Cristo” che solo può far di noi dei “veri cristiani”. L’adorazione Eucaristica, inoltre, che seguiva la meditazione giornaliera, ha rivestito un ruolo importante fornendoci la possibilità di interiorizzare quanto avevamo precedentemente ascoltato. Sono stati giorni di grazie “speciali”, nei quali abbiamo vissuto un vero “ritiro spirituale” con Maria. Grazie ancora, P. Mauro, per averci fatto rivivere la passione di Cristo nella Via Crucis meditata di Valinhos, abbiamo vissuto momenti di profonda commozione che, di certo, non sarà possibile dimenticare. Un momento molto intenso, poi, è stato quello della celebrazione della S. Messa a Coimbra, nel monastero delle suore Carmelitane, dove vive Suor Lucia: abbiamo avvertito la sua presenza, oltre le grate, ed una morsa ha stretto il nostro cuore al pensiero che i suoi occhi hanno visto la Beata Vergine e le sue orecchie hanno ascoltato la Sua voce celestiale, abbiamo goduto di una gioia immensa e ci siamo sentiti uniti nell’amore divino. Abbiamo compreso che Maria è veramente Madre di tutti; è Lei che ci ha concesso la grazia di sentirci pienamente suoi figli perché, pur provenienti da tante città diverse e non conoscendoci, ci siamo ritrovati tutti “uno in Gesù e Maria” ed alla fine del pellegrinaggio eravamo diventati tutti membri di una sola famiglia: la famiglia di Maria. Certo ci sono stati momenti di relax nell’arco della giornata e li abbiamo vissuti con grande serenità di spirito, avvolti da quell’atmosfera di preghiera e di abbandono a Dio che ha riempito i nostri cuori di gratitudine e profonda pace. Per alcuni di noi è stata la prima esperienza di pellegrinaggio in gruppo, senza dubbio pienamente positiva sia per l’organizzazione sia per l’unità che si è raggiunta; ora spetta ad ognuno far sì che quest’esperienza si trasformi in crescita di fede e conversione di cuore, per spalancare le porte a Cristo. Sentiamo, inoltre, prorompere dai nostri cuori il desiderio di rivolgere il nostro grazie

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a Dio Padre, per aver fatto nascere in noi il desiderio di glorificarLo in questo anno giubilare, con un pellegrinaggio in quella terra benedetta; alla Vergine Maria, per averci assistito con la Sua protezione materna; infine ancora un grazie a Padre Mauro, per la sua capacità di organizzare e guidare un gruppo eterogeneo di 42 persone che, in quei pochi giorni, ha vissuto e condiviso momenti di preghiera e, soprattutto, intense esperienze di fede: sentiamo di essere tornati “diversi” nel cuore! Grazie Padre Mauro! La Madonna di Fatima ci aiuti e ci benedica. Il gruppo dei pellegrini di Ascoli Piceno

Mi sono iscritta al pellegrinaggio a Fatima col desiderio di trovare un ampio spazio per la preghiera alla Madonna. Mi sono rivolta al vostro Movimento perché il programma privilegiava i momenti di spiritualità, rispetto ad altri che avevo visionato e che prevedevano momenti “turistici” che non mi interessavano. Devo confessare con soddisfazione che il mio desiderio è stato ampiamente esaudito: ho vissuto giorni di intensa preghiera, ho condiviso con grande partecipazione interiore le celebrazioni che sono state proposte, ho potuto “staccare” dalla quotidiana routine che mi assorbe in mille problemi, per rivolgermi a ciò che è più importante nella nostra vita. In tutto ciò è stata davvero efficace la presenza di Padre Mauro che ci ha guidato in quest’esperienza di fede... per me sarà indimenticabile! Vi voglio esprimere un sentito ringraziamento, assicurandovi un particolare ricordo nelle preghiere perché possiate continuare -con rinnovato slancio- questa attività in favore dei pellegrini. Maria di Melegnano (Mi)

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UNA SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO SPIRITUALE La confraternita (o fraternita) del S.Rosario

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ra Alano de la Roche, ispirato domenicano iniziatore del movimento rosariano nel ‘400, non si accontentò di predicare e diffondere la devozione del rosario di Maria di cui era innamorato. Per favorirne la diffusione pensò di creare una associazione che riunisse tutti i devoti del “salterio mariano”. Nel 1470 fonda a Douai in Francia la prima “confraternita del salterio di Gesù e Maria”. I confratelli si impegnano a recitare l’intero salterio, cioè i 15 misteri del rosario. Egli vuole che tutti i confratelli formino un’unica famiglia. La confraternita infatti non è solo una associazione di devoti oranti; è pure una vera famiglia nella quale ognuno gode anche dei meriti degli altri. Egli ha presente le corporazioni operaie che proprio al suo tempo cominciano a organizzarsi. Sull’esempio delle società di mutuo soccorso e soprattutto sul fondamento del dogma della comunione dei Santi, egli vuole che la confraternita del rosario di Maria sia una vera “Società di mutuo soccorso spirituale”. Ogni iscritto infatti partecipa ai meriti e ai benefici spirituali di tutti gli altri confratelli. Quando uno di loro prega, ha presente tutta la famiglia degli iscritti all’associazione. La prima norma dello Statuto della confraternita del Salterio mariano stabilisce: “Principio fondamentale di questa fraternita è che tutti i meriti e gli esercizi di pietà di ciascun membro siano comuni a tutti i membri”. Naturalmente questa specie di “mutualità spirituale” a differenza delle mutualità delle corporazioni delle arti e mestieri, ha un carattere universale, come il dogma della comunione dei Santi. Gli iscritti cioè a una confraternita sono spiritualmente uniti, come in un’unica famiglia, non solo ai membri della propria confraternita, ma ai membri di tutte le confraternite del mondo; ogni membro partecipa ai meriti di tutti. L’idea di questa mutualità universale dei meriti e delle preghiere di tutti gli iscritti fu una delle cause della straordinaria diffusione delle confraternita del rosario già nel 1400. Dopo qualche anno dalla fondazione della prima confraternita, erano già 50 mila gli iscritti. Presto si contarono a milioni. È bello sapere che anche altri - molti altri - sono uniti a noi, mentre preghiamo Maria, e che altri pregano per noi in tutte le ore della giornata. p. Alfonso D’Amato o.p.

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nuovi iscritti al movimento domenicano del rosario a) sono stati iscritti all'associazione del Rosario Vivente: 1) dalla segreteria: Traverso Elianna - Francesco - Silvia - Anna Quartesan di Villaguattera di Rubano (Pd), Roberta Torquati di Montegranaro (AP), Giuseppe Travaglia di Cavedine (TN), Romeo Ramazzo di Rubano (Pd), Marisa Pappalardo di Salerno, Valentina e Bruna Rivoletto di Fiesso (Ve), Assunta Callegeher di Villesse (Go), Anna Caldera di Cusano Milanino (Mi), Carmela Faggioni e Maria Luigia Vangelista di Ponton (Vr), Maria Rosa Corradini di S.Lucia di Pescantina (Vr). 2) da don Attilio Galli di Ascoli Piceno: Don Emidio Fattori, Don Attilio Galli, Antonio e Giuditta Mistichelli, Luigina Paletti, Chiara e Carlo Melosso, Francesco Rossi, Lia e Maria Teresa Melosso, Elisabetta De Santis, Maria Antonietta Collazioni, Suor Maria Dionisia, Franca Monticelli, Giuseppina Ferretti di Ascoli Piceno. 3) dalla segreteria: Gabriella Zuliani di Pescantina (Vr), Lucio Ungherini e Maria Angela Gambucci di Sigillo (Pg), Angelica La Porta di Olginate (Lc), Clara Polidori - Bianca Nobili - Giuseppina Polidori - Franca Paolini di Montelabbate (Ps), Alessandra Tommasini di Gallo (Ps), Patrizio Tolomelli di Argelato (Bo), Francesca Munaretto di Treviso, Emanuele e Roberto Guerra di Modena, Annarita e Dino Romagnoli di Firenze. b) sono stati iscritti alla Fraternita o Gruppo del Rosario: 1) da Giulia Sparapani di Ancona: Padre Giovanni Albanese di Zeri (MS), Fra Luigi Sparapani di Massa Carrara, Don Giovanni Poggiali di Filetto (MS), Maria Grazia e Matilde Berardinelli e Anna Maria Zoppi di Osimo (An), Massimo Radaelli di Besana Brianza (Mi), Manuela Trementino e Elda Rabeschi di Ancona, Anna Mosca - Giuseppina Coacci - Giuseppina Cartuccia - Adriana Santilli - Nelly Buccolini - Cecilia Barbalarga di Agugliano (An). 2) dalla segreteria: Efrem Panelli di Gardone Val Trompia (Bs), Andrea e Teresa Passaglia di Pavullo (Mo), Stella Gattarello di Raffadali (Ag), Giovanna Uguzzoni di Modena, Rita Varone di Busto Arsizio (VA), Elisa Savi di Medesano (Pr), Antonella Martellozzo - Maddalena e Fabio Peloso di Rubano (Pd), Franca Fiorai di Udine, Giuseppe Corrente di Negarine (Vr), Maria Rosa Frapporti di Domegliara (Vr), Maria Fasoli di Pescantina (Vr), Letizia Tosoni e Rosa Girelli di Bussolengo (Vr). 3) da Giulia Sparapani di Ancona: Natalina Lorenzetti - Patrizia Papini - Vincenza Tancredi - Rosalba e Bruno Mengarelli di Ancona, Luca Pecora di Montelupone (Mc), Suor Patrizia e Suor Bruna di Siena, Suor Damiana di Lucca, Suor Veronica e Marco Rovai di Marina di Massa, Suor Paola e Suor Elide di Massa Carrara, Don Giorgio di Carrara, Don Savino di Pontremoli (Ms). 4) dalla segreteria: Maria Cristina Marconi -Sofia Ambrosi - Giovanna Marconi - Valentina Migliori - Assunta Marconi - Silvia Arduini di Pescantina (Vr), Rosa Girelli di Bussolengo (Vr), Margherita Malagoli di Modena, Alessandro Tuzzato di S.Agata Bolognese (Bo), Maurizio Bianchini di Sondrio, Anna Maria Faenzi di Bastia Umbra (Pg), Maria Fini e Rita Piergiovanni di Montelabbate (Ps), Graziella Rizzi Conforto di Rubano (Pd), Patrizio Tolomelli. 5) da Giulia Sparapani di Ancona: Ivana Farotti - Anacleta Bitocchi - Lidia Guzzini - Umberto Capodoglio - Lucia Moranti e Beatrice Mandolini di Recanati (Mc), Gabriella Cajano di Collemarino (An), Leopoldina Ulissi - Lina e Lucia Pirani - Adalgisa Rossigni - Nerina Picchio - Rosina Rabini - Maria Recanatini di Camerano (An), Suor Vincenza Fioravanti di Ancona. 6) dal Monastero di Fontanellato (Pr): Ileana Agnoli - Anna Alberini - Elvira Alessandri - Ercolina e Tina Aliani - Giovanni Allegri Anna Maria Inastasi - Giovanna Anedda di parma, Rosa Alessandretti - Cosetta e Giorgio Aschieri di Cremona, Erminia Angioi di Nuoro, Luigia Aspesi di Varese, Luccia e Marisa Aroldi di Mantova. 7) dalla segreteria: Anna Maria Cetto di Madrano (Tn), Anna Maria Berardinelli di Senigallia (An), Pier Luigi Fabbri - Rosanna Ferretti - Valentina Bucci - Diva Sangiorgi - Alfredo Balzanelli - Maria Baldani - Domenica Passero di Faenza (Ra), Maria Ferretti e Guerrino Baroncini di Casola Val Senio (Ra), Marta Panini e Maria Luisa Bacchini di Parma, Suor Zaira Azzolini di Ravenna, Angela Assianata di Milano. 8) dal Monastero di Fontanellato (Pr): Baligan Elena - Bandini Roberto - Bani Sr. Giuseppina - Bastiani Mina - Bellini Anna - Bellini Maria Grazia di Parma, Ballasini Domitilla di Cremona, Bandinu Maria -Bandinu Annunziata - Bandinu Rosalia in Carta di Nuoro, Baricchi Emanuela e Glauco di Reggio Emilia, Beltrami Alda di Modena, Beltrami Carla di Verbania, Bergogni Liviana di Milano. c) sono stati iscritti all'Ora di Guardia: Rosa Girelli e Letizia Tosoni la 1° domenica del mese dalle 15 alle 16; Maria Cristina Marconi il 3°venerdì del mese dalle 21 alle 22; Sofia Ambrosi - Giovanna Marconi - Valentina Migliori - Assunta Marconi -Silvia Arduini il 23 di ogni mese dalle 14,30 alle 16; Efrem Pannelli la 3° domenica del mese dalle 9,30 alle 10,30; Anna Maria Faenzi l'8 di ogni mese dalle 6 alle 7; Maurizio Bianchini il 15 di ogni mese dalle 20,30 alle 21,30; Lucia Altamura l'8 di ogni mese dalle 6,30 alle 7,30; Pier Luigi Fabbri il 9 di ogni mese dalle 17 alle 18; Rosanna Ferretti il 7 di ogni mese dalle 15 alle 16; d) sono stati nominati zelatori o zelatrici: Cesare Carloni di Osimo (An), Maria Antonietta Collazzoni e Paola Cagno Moricone di Ascoli Piceno, Don Stanislao di Argenta (Fe)

RICORDO CHE per gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nella Basilica Patriarcale di S. Domenico a Bologna nelle prime quattro domeniche del mese, alle ore 18, viene celebrata una santa messa .

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La “peregrinatio Mariae”è stata promossa: ◗ in provincia di Udine dove la statua cittadina della B.V. del Rosario è stata accolta:

a Udine in casa di Paolo Vezil dal 28 aprile al 28 giugno, di Aldo Gerometta dal 16 al 25 luglio, di Pietro Adami dall'8 all'11 agosto, di Luigino Zangirolami dal 24 agosto al 2 settembre, a Mortegliano nella famiglia di Tiziano Furlan dal 28 giugno al 9 luglio.

◗ in provincia di Gorizia dove la statua cittadina della B.V. del Rosario è stata accolta:

a Villesse dai sigg.ri Assunta e Giacomo Callegher dal 29 maggio al 5 giugno, dalla sig.a Lauretta Blasizza dal 5 al 11 giugno, dalla sig.a Giovanna Circosta dall'11 al 18 giugno, dal sig. Antonio Circosta dal 18 al 30 giugno, dalla sig.a Marietta Sorrenti dal 30 giugno al 6 luglio, dal sig. Antonio Circosta dal 6 al 12 luglio, dal sig. Orlando Circosta dal 12 al 17 luglio, dal sig. Edino Weffort dal 17 al 20 luglio, dalla sig.a Laura Gabrielli dal 20 al 25 luglio.

◗ in Lombardia dove la statua regionale della B.V. del Rosario è stata accolta:

a Bienate di Magnano (Mi) da Carolina Farè dal 3 al 10 luglio, a Vanzaghello (Mi) da Erminia Torretta Zara dal 10 al 17 luglio, da Alessia Conti dal 17 al 24 luglio, da Carla Testa dal 24 al 31 luglio, da Giuseppina Garascia dal 31 luglio al 7 agosto, da Antonio Mainini dal 28 agosto al 4 settembre, da Luigi Ruscio dal 4 all'11 settembre, a Magnano (Mi) da Giuseppe Mazza dall'11 al 18 settembre, da Pietro Trentin dal 18 al 25 settembre, da Maddalena Fortunato dal 25 settembre al 2 ottobre.

◗ in Romagna dove la statua regionale della B.V. del Rosario è stata accolta:

a Riolo Terme (Ra) presso la Parrocchia dal 2 al 22 giugno, l'Istituto S.Giuseppe dal 22 al 25 giugno, da Maurizio Ferraro dal 25 al 27 giugno, a Faenza (Ra) da Gina Masironi dal 24 luglio al 1 agosto, da Giulio e Pasquina Capodilista dal 1 al 10 agosto, da Diva Sangiorgi dal 20 al 28 agosto, da Anna maria Francescani dal 29 agosto al 4 settembre, da Marta Lanzoni dal 4 all'11 settembre, da Pier Luigi e Rosanna Fabbri dal 11 al 24 settembre, da Barbara Savorani dal 25 al 30 settembre, da Valentina Bucci dal 2 al 6 ottobre, a Lugo (Ra) nella Chiesa Collegiata dal 6 all'8 ottobre.

◗ in Veneto dove la statua regionale della B.V. del Rosario è stata accolta:

a Castagnè di Mezzane di Sotto (Vr) nella chiesa dal 18 al 26 luglio, in casa di Attilio Menini dal 26 luglio al 2 agosto, di Giuseppe Valle dal 2 all'11 agosto, di Paolo Rubale dal 11 al 21 agosto, di Roberto Vinco dal 21 al 29 agosto, a Verona da Maria Conati dal 20 agosto al 16 settembre.

◗ nel padovano dove la statua cittadina della B.V. del Rosario è stata accolta:

a Mestrino (Pd) da Anna Barco dal 3 al 10 luglio, a Rubano (Pd) da Graziella Rizzi Conforto dal 11 al 25 luglio, da Antonietta Abela dal 17 al 25 settembre, da Bressan Bianca dal 25 settembre al 2 ottobre, a Fiesso d'Arpico (Ve) da Luciano Bertocco e Stefania Tramarin dal 26 luglio al 4 agosto, da Rivoletto Franco dal 4 all'15 agosto.

◗ in provincia di Ancona dove la statua della B.V. del Rosario è stata accolta:

a Polverigi da Benito Pacetti dal 1 al 15 giugno, da Elio Manzotti dal 15 al 22 giugno, ad Ancona da Anna Candelabri dal 28 giungo al 6 luglio, da Paola Ferrato dal 20 al 26 luglio, da Cosetta Lanza dal 27 luglio al 2 agosto, da Bianca Andreanelli dal 23 al 30 agosto, da Papini Patrizia dal 8 al 13 settembre, da Rita Lucis dal 14 al 20 settembre, da Manuela Agostinelli dal 21 al 28 settembre, da Maria Crisitna Scoponi dal 28 settembre al 4 ottobre, da Antonietta Rampini dal 5 all'11 ottobre, ad Agugliano da Fabio Giantomassi dal 22 al 28 giugno, da Gilberto Belvederesi dal 6 al 12 luglio, a Sirolo da Paola Gentili dal 3 al 10 agosto, a Recanati da Ivana Farotti Catena dal 17 al 23 agosto, a Camerano da Elisabetta Pirani dal 30 agosto al 6 settembre.

◗ in provincia di Massa Carrara dove la statua della B.V. del Rosario è stata accolta: a Filetto dalla famiglia Monteverde Quartieri dal 31 maggio al 2 agosto.

◗ nel comune di Osimo (An) dove la statua della B. V. del Rosario è stata accolta:

a Osimo da Maria Grazia Berardinelli dal 13 al 19 luglio, da Mario Ascani dal 22 al 29 settembre, da Marino Lampacrescia dal 29 settembre al 6 ottobre.

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pagina della riconoscenza HANNO INVIATO OFFERTE:

✫ per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:

Longo Pagani, Angelina Colombo, Gruppo Rosario di Montodine (Mn), Luisa Scarel, Elena Bianconi, Carolina Farè, Maria Colombo, Giuliana Brambilla, Cassettini Ranier, Nini Gavina Zanucchi Pompei, Famiglia Martelli, Eugenia Righetto, Domenica Carlomagno, Fedele D’Alberto, Annachiara Amico, Adriana Agordati, Cleofe Cacciarru, Teresa Maria Noè Bollati, Famiglia Furlan, Enore Gambazza, Grazia Stevani, Augusta Paridi, Maria Rita Giuseppetti, Ivo Vanti, Maria Sandonà, Cesare Carloni, Marco Trentini, Barbara Tonini, Giulio Carducci, Silvia Marconi, Carla Giani Testa, Angelo Zara, Giuseppina Miriani, Gabriella Barberini, Famiglia Battilana Bolognini, Famiglia Negri, Maria Bondi, Giuseppe Tei, Giuseppina Cavedaschi, Paolo Cipriani, Parrocchia di S.Marino di Bentivoglio (Bo), Lucia Poletti Candeo, Lucia Carli, Marina Cesaroni, Angelo Galazzi, Pellegrini a Fatima dal 10 al 15/9, Maria Perotti, Vittorio Regali, Francesco Fabrizio, Vittorio Macinini, Anna Reggiani, Mariarosa Gotti Mangili, Lucia Altamura, Carla Gilardi, Giuliana Rocchetti, Monache Domenicane di Montefiore dell’Aso (Ap), Salvatore Cassaniti, Parrocchia S.Pietro .Martire di Ascoli Piceno, Paolo Rubechini, Renato Adimari, Franca Crocetti, Enrichetta Tapparo, Gabriella Seren, Mons. Giovanni Signani, Cesare Carloni, Monache Domenicane di Castelbolognese (Ra), Gabriella Bertinelli, Margherita Malagoli, Francesca Vallorani e Luigi Borraccino, Diana Angeloni, Rita Roglieri, Livia Giaccoli, Simonetta Moroni, Cleonilde Saccomandi, Paolo Graffigna, Paolo Battilana, Maddalena Fortunato, partecipanti al raduno del rosario al Santuario Madonna della Neve a Ravello di Rescaldina (Mi), gruppo del rosario di S.Felice sul Panaro (Mo), Maria Formaggio, Giuseppe Fasolo, Fernanda Mantovani, Cesare Carloni, Angelamaria Zagore, Gruppo del rosario di Vignola (Mo), Istituto Salesiano di Montechiarugolo (Pr), Lauretta Gambineri, Maria Angeli in Giannarelli, Istituto Suore Canossiane di Bedizzole (Bs), Suore Scuola materna di S.Giovanni Bianco (Bg), Vittoria Tommasini, Stefano Rambaldi, Domenica Cangiotti, Mirella Caffarra, Suor Maria di Montfort, Leopoldina Ulissi, Giovanna Aschieri Rapalli, Rosaria Lanza, Maria Antonietta Di Marco, Don Pierluigi Marchesini, Paolo Vezil, Istituto Suore Martelline di Bolzano, Luisa Scarel Capello, Famiglia Ferragina, Irma Spelta, Marisa Striscia, Fedele D’Alberto, Silvia Sangiorgi, Maria Nuccia Ferrario, Paola Valvo, Anna Palazzetti.

in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe: Antonia Barbi, Adriana Agordati, Gabriella Barberini, Lorenzo Pedrali, Angela Passoni, Assunta Barzotti, Anna Stamera, Pellegrini a Fatima dal 10 al 15/9, Chiara Gagliardi, Ilaria Giannarelli, Parrocchia S.Pietro Martire di Ascoli Piceno, Silvio Valesi, Giovanna Forma, Gruppo del rosario di Vignola (Mo), Maria Invernizzi.

per acquisto di sussidi: P. Angelico Menetti, Assunta Lorenzetti Barzotti, Monastero Domenicano di Cagli (Ps), Pellegrini a Fatima dal 10 al 15/9, P. Giorgio Carbone, Pretto Bianca, Mariella Alberini, Parrocchia S.Pietro Martire di Ascoli Piceno, Fedeli della Collegiata di Lugo (Ra), Isabella Pomata, partecipanti al raduno del rosario al Santuario Madonna della Neve a Ravello di Rescaldina (Mi), Patrizia De Paola, Gruppo del rosario di Vignola (Mo), partecipanti raduno a Cormons del 21/10, Maria Invernizzi, Paola Valvo.

✫ per sostenere l’opera dei pellegrinaggi: D.ssa Giovanna Salsini. ✫ per le adozioni a distanza:

Ambretta e Giampaola Negri, Assunta Lorenzetti, Ada Giacomello, Irene Di Giovanni, Daniele Savelli, Patrizia Ciuffoli, Manuela Breveglieri.

Ringrazio tutti di cuore per quanto fate - ognuno nel suo piccolo - per sostenere il MOVIMENTO nella promozione del s. rosario e della devozione alla B. Vergine: assicuro il quotidiano ricordo nella preghiera ma soprattutto alla celebrazione della s. messa 31



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