Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, DCB Bologna - Anno XXXVII - n.4 - IV trimestre
Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia”
4/2004
LETTERA DEL PROMOTORE ROSARIUM Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario
Proprietà: Provincia Domenicana S. Domenico in Italia via G.A. Sassi 3 - 20123 Milano Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Rivista fuori commercio Le spese di stampa e spedizione sono sostenute da tutti gli amici
Anno 37°- n. 4 finito di stampare il 19 novembre 2004 stampa: Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38
Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 Cell. 3355938327 e-mail movrosar@tin.it
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Gentilissimi lettori, i tempi liturgici illuminano ed impreziosiscono lo scandire del nostro tempo… Il tempo che caratterizza questo periodo dell’anno ci inserisce in un mistero che liturgicamente la Chiesa rivive annualmente ma che possiamo accogliere ogniqualvolta meditiamo i misteri del gaudio e in modo particolare il terzo: tutta la nostra attenzione è volta all’attesa di Maria per cui più che mai “dipendiamo” dalla sua trepidazione che ci prepara ad accogliere Colui che nella notte di Natale darà alla luce segnando le sorti dell’umanità intera… In quale grandioso mistero ci inserisce la Chiesa in questo periodo… da quale grandioso mistero ci lasciamo invadere se meditiamo il terzo mistero gaudioso del santo rosario… ma attenzione perché anche dopo secoli di preparazione del suo popolo attorno alla Grotta troviamo prima i veri poveri, i Pastori, poi i veri sapienti, i Magi, mentre tutti gli altri? Rinnovando i più fraterni auguri, invoco la materna protezione della Madre celeste, Regina del santo rosario, P. Mauro
CCP. 22977409 Collaboratori: fr. Vincenzo Rosario Avvinti o.p. P. Roberto Coggi o.p.
SOMMARIO Memoria e Profezia della “Marialis Cultus”
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Convegno del Rosario - Fontanellato 3/4 luglio 2004
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Testimonianze
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Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. L’invio delle fotografie include il consenso per una eventuale pubblicazione.
In copertina: Oasi: madre e bambino con asinello ... in una foto di Paolo Gavina
FOTO: pag 3 NICOLO’ DA VOLTRI, Madonna col Bambino, Genova, San Rocco IV cop GIORGIONE, Madonna adorante il Bambino, Ermitage, San Pietroburgo
MEMORIA E PROFEZIA della “MARIALIS CULTUS” a trent’anni dall’Esortazione apostolica di Paolo VI
Corrado Maggioni, S.M.M.
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rent’anni fa, il 2 febbraio 1974, il Papa Paolo VI indirizzava a tutti i Vescovi l’Esortazione apostolica Marialis cultus. Redatta in uno stile semplice e chiaro, anche quando affronta argomentazioni impegnative, la sua importanza è nota a tutti, sia per il grato consenso mostrato dai Pastori, sia per l’interesse riscosso presso i teologi, sia perché punto autorevole di riferimento in campo mariano in questi anni di recezione del Concilio Vaticano II e della riforma liturgica che ne è sgorgata.
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Fu un pronunciamento autorevole che suscitò universalmente la sensazione di essere la parola giusta, detta al momento giusto, nel modo giusto. In anni particolarmente difficili per la pietà mariana, all’incrocio di tendenze opposte e in una fase di maturazione, la sua pubblicazione fu come l’accensione di una lampada che aiutò tutti a vedere meglio il posto di Maria nella pietà liturgica e non: gli scettici trovarono nelle parole di Paolo VI convincenti indicazioni per una fondata impostazione della pietà verso la Madre di Gesù; i sostenitori vi trovarono la sintesi di quanto avrebbero voluto dire e promuovere circa la comunione orante con la Madre di Cristo e della Chiesa; i timidi vi trovarono validi motivi per una riscoperta della presenza viva di Maria nel mistero del culto cristiano; i nostalgici vi trovarono la spiegazione che col rinnovamento liturgico nulla si era inteso togliere all’alma Madre di Dio, ma solo purificare affinché risplendesse meglio ciò che doveva brillare; i fanatici vi trovarono indicati i limiti di una corretta e fruttuosa devozione verso la Santissima Vergine; gli ostili, infine, vi trovarono il necessario richiamo a stimare, nella preghiera comune e personale, la compagnia e l’esempio di Maria. L’intento di Paolo VI L’Esortazione apostolica, fin dall’Introduzione, si annuncia caratterizzata per: l’armonia con la dottrina conciliare espressa specialmente in Sacrosanctum Concilium n. 103 e Lumen gentium nn. 6667; la sintonia con i princìpi e le scelte del rinnovamento liturgico, senza trascurare le manifestazioni della pietà popolare; la proposta di riflessioni e criteri di indole teologico-liturgica e pastorale; il valore di magistero mariano del Papa, in una congiuntura ecclesiale ed epocale di mutamenti evidenti. Ecco come lo stesso Paolo VI presenta l’intenzione che lo animava: «Giudichiamo, quindi, conforme al nostro servizio apostolico trattare, quasi dialogare con voi, venerabili Fratelli, alcuni temi relativi al posto che la beata Vergine occupa nel culto della Chiesa, già in parte toccati dal Concilio Vaticano II e da noi stessi, ma sui quali non è inutile ritornare, per dissipare dubbi e, soprattutto, favorire lo sviluppo di quella devozione alla Vergine che, nella Chiesa, trae le sue motivazioni dalla Parola di Dio e si esercita nello Spirito di Cristo». Il desiderio sotteso al documento non è soltanto di contrapporsi al “gelo mariano” di quel periodo, quanto di promuovere in positivo l’incremento del culto mariano, indicandone le poste in gioco, la strada maestra della liturgia, le dimensioni irrinunciabili, gli orientamenti da potenziare, i sentieri da percorrere per un sincero rinnovamento della pastorale. Il vantaggio della Marialis cultus è d’essere stata pensata e composta alla luce del Concilio Vaticano II e dei libri liturgici del Rito romano già rinnovati (Calendario, Messale, Liturgia delle Ore, Rituali). La sua preziosità sta nell’aver congiunto, in un’unica trattazione, le dimensioni liturgica e non della pietà mariana, mostrando le loro peculiarità, distinzioni, sintonie.
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Il culto di Maria nella liturgia La parte prima (nn. 1-23) può definirsi un’esposizione sintetica, a livello di contenuto e di metodo, del rapporto che intercorre tra Maria e la liturgia. Paolo VI aiuta a cogliere la luce concentrata nel gioiello rappresentato dal n. 103 della Sacrosanctum Concilium: di questo breve ma intenso testo vengono, per così dire, dispiegati i fondamenti teologico-liturgici, sviluppati i contenuti impliciti, illustrata in concreto la verità delle sue asserzioni, mostrato come la professione ecclesiale del cap. VIII della Lumen gentium (carico della genuina tradizione della Chiesa in ascolto della Rivelazione) trovi riscontro ed espressione privilegiata nei momenti e testi della celebrazione del mistero di Cristo. La liturgia, vien riconosciuto e confermato, è il luogo naturale e proprio per venerare Maria e fare esperienza dei frutti della comunione orante con lei. Il primo punto: La Vergine nella restaurata liturgia romana, offre anzitutto una lettura interpretativa della commemorazione di Maria nell’Anno liturgico. Sulla base della revisione del Calendario, che «ha permesso di inserire in modo più organico e con un legame più stretto la memoria della Madre nel ciclo annuale dei misteri del Figlio» (n. 2), sono passati in rassegna i tempi dell’Anno, le solennità, le feste e le memorie mariane. L’Avvento (nn. 2-4) è da considerare «un tempo particolarmente adatto per il culto alla Madre del Signore»; il tempo di Natale «costituisce una prolungata memoria della maternità divina, verginale, salvifica, di colei la cui illibata verginità diede al mondo il Salvatore» (n. 5); di ogni solennità viene evidenziato il fulcro del mistero celebrato, così come delle Feste e memorie, tanto nel caso di commemorazione di eventi evangelici che di espressione di sensibilità locali od orientamenti di pietà irradiatisi nel tessuto ecclesiale. Sono quindi considerati alcuni aspetti e temi contenuti nei principali libri liturgici: il Messale (nn. 10-11), il Lezionario (n. 13), la Liturgia delle Ore (n. 13), altri Rituali (n. 14). Il frequente ricorso a espressioni tratte dalla liturgia risulta un’indicazione importante, poiché invita a valutare e valorizzare i testi liturgici (pericopi bibliche, orazioni, prefazi, antifone) quale fonte eccellente per cogliere l’operativa presenza di Maria nella celebrazione dei santi misteri ed interiorizzare così il sentire che la Chiesa in preghiera nutre per la Vergine Maria (memoria, lode, comunione, supplica). Nella linea del Concilio di promuovere il culto, specie liturgico, verso la santa Madre del Signore, nel secondo punto: “La Vergine modello della Chiesa nell’esercizio del culto” (nn. 16-23), è approfondito un aspetto particolare del rapporto tra Maria e liturgia. L’esposizione relativa a «Maria quale modello dell’atteggiamento spirituale con cui la Chiesa celebra e vive i divini misteri» (n. 16) è organizzata intorno alle celebri quattro qualificazioni con cui Paolo VI connota l’esemplarità: Maria è la Vergine in ascolto (n. 17), la Vergine in preghiera (n. 18), la Vergine Madre (n. 19), la Vergine offerente (n. 20). Celebrare i misteri di Cristo con e come Maria, educa a viverli in comunione con lei e sul suo esempio; a credere, sperare e amare come lei; a lodarla, invocarla, sentirla Maestra di vita spirituale, Madre che guida i figli a vivere nello Spirito di Cristo.
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Per rinnovare la pietà mariana Nella parte seconda (nn. 24-39), l’Esortazione raccoglie l’invito di LG 67 a considerare, come meritano, le forme non-liturgiche di devozione mariana. Mentre ribadisce la stima sincera per le molteplici pratiche di pietà sviluppatesi accanto al culto liturgico, secondo le circostanze di luogo e di tempo, della sensibilità e tradizione dei vari popoli, la Marialis cultus si mostra preoccupata che i pii esercizi siano sottoposti ad opportuna revisione, in modo tale che appaiano pervasi da ricchezza dottrinale, bellezza di forma, rispetto della tradizione ed insieme apertura alle istanze meritevoli del nostro tempo. Per inquadrare e facilitare tale compito, affidato alle Conferenze episcopali, diocesi, famiglie religiose, comunità dei fedeli (n. 24), Paolo VI formula alcuni principi e orientamenti pratici. In primo luogo è sottolineata l’importanza della nota trinitaria, cristologica ed ecclesiale nel culto della Vergine. La pietà mariana deve rispecchiare ed esprimere la relatività di Maria a Dio Padre, che l’ha scelta come Madre e cooperatrice del suo divin Figlio e nostro Redentore, colmandola senza misura del dono del suo Santo Spirito. Particolare accento è dedicato al nesso tra lo Spirito di Dio e la Vergine di Nazaret (nn. 26-27). Insieme alla prospettiva trinitaria e all’indissolubile vincolo che associa Maria alla persona e all’opera del Figlio, la pietà mariana deve manifestare in modo perspicuo la dimensione ecclesiale: essa «permetterà ai fedeli di riconoscere più prontamente la missione di Maria nel mistero della Chiesa» (n. 28). In secondo luogo, non senza novità di vedute particolarmente feconde, l’Esortazione sosta su quattro orientamenti da tener presenti nell’opera di revisione e nel creare eventuali nuove pratiche di pietà. Con l’orientamento biblico si chiede che la pietà mariana sia lievitata dalla Parola della Rivelazione. L’impronta biblica non può limitarsi all’uso di testi e simboli tratti dalla Scrittura, ma «richiede che dalla Bibbia prendano termini e ispirazione le formule di preghiera e le composizioni destinate al canto; ed esige, sopratutto, che il culto della Vergine sia permeato dei grandi temi del messaggio cristiano, affinché, mentre i fedeli venerano colei che è Sede della Sapienza, siano essi stessi illuminati dalla luce della divina Sapienza...» (n. 30). Trattando dell’orientamento liturgico, Paolo VI ricorda l’impegno di tradurre nella pratica le sagge parole di Sacrosanctum Concilium n. 13 sul rapporto “liturgia e pii esercizi”. Non si tratta di disprezzare le devozioni, quanto di armonizzarle, sintonizzarle e subordinarle alle azioni liturgiche; neppure si tratta di sovrapporre o mescolare i pii esercizi con le celebrazioni liturgiche, prassi chiaramente da disapprovare: «Avviene talora che nella stessa celebrazione del sacrificio eucaristico vengano inseriti elementi propri di novene o altre pie pratiche, con il pericolo che il memoriale del Signore non costituisca il momento culminante dell’incontro della comunità cristiana, ma quasi occasione per qualche pratica devozionale» (n. 31).
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Significativo interesse deve prestarsi all’orientamento ecumenico: la pietà mariana non può misconoscere «l’ansia per la ricomposizione dell’unità dei cristiani» ed è pertanto chiamata ad assumere «un’impronta ecumenica» (nn. 32-33). Infine, quattro numeri (34-37) sono dedicati a promuovere l’orientamento antropologico, ossia «l’attenta considerazione anche delle acquisizioni sicure e comprovate delle scienze umane». Quanto scritto da Paolo VI conserva ancor oggi la sua efficacia: si noti ad esempio lo stimolo a riflettere sul rapporto tra la Vergine di Nazaret e la donna di oggi, chiamata in causa sia nell’ambito domestico che nel campo politico, sociale e culturale (n. 34). Sensibilità, intelligenza, lucidità contraddistinguono queste pagine, tese a far incontrare gli uomini e le donne di oggi col mistero dell’umile e alta più che creatura, come la loda Dante. La sollecitudine del Papa non dimentica, inoltre, di richiamare l’attenzione su deviazioni e atteggiamenti cultuali erronei: esagerazioni, vana credulità, pratiche puramente esterioriste, sterile sentimentalismo, «non devono esistere nel culto cattolico» (n. 38). Angelus Domini e Rosario Nella parte terza dell’Esortazione, Paolo VI offre delle indicazioni su due pii esercizi molto diffusi in Occidente: l’Angelus Domini (n. 41) e il Rosario (nn. 42-54). Soprattutto a quest’ultimo riservava una diffusa trattazione, per porne in risalto il valore, il significato, l’indole evangelica, la fecondità spirituale, la fisionomia particolare consegnataci dalla tradizione ecclesiale. Correvano tempi non facili per il rosario. L’argomento è stato ampiamente ripreso e rilanciato con sapienza da Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (2002), aprendo ulteriori prospettive alla contemplazione di Cristo con gli occhi e il cuore di Maria. E’ ancora viva l’eco dell’Anno del Rosario. Tra i vari aspetti, la Marialis cultus sostava sul rapporto tra liturgia e rosario: «Se in tempi non lontani poté sorgere nell’animo di alcuni il desiderio di vedere annoverato il rosario tra le espressioni liturgiche, ed in altri, per la preoccupazione di evitare errori pastorali del passato, un’ingiustificata disattenzione verso il medesimo rosario, oggi il problema si può facilmente risolvere alla luce dei principi della Costituzione Sacrosanctum Concilium: le celebrazioni liturgiche e il pio esercizio del rosario non si devono né contrapporre né equiparare. Ogni espressione di preghiera riesce tanto più feconda, quanto più conserva la sua vera natura e la fisionomia che le è propria. Riaffermando quindi il valore preminente delle azioni liturgiche, non sarà difficile riconoscere come il rosario sia un pio esercizio che si accorda facilmente con la sacra liturgia. Come la sacra liturgia, infatti, esso ha un’indole comunitaria, si nutre della Sacra Scrittura e gravita intorno al mistero di Cristo. Sia pure su piani di realtà essenzialmente diversi, l’anamnesi della liturgia e la memoria contemplativa del rosario hanno per oggetto i medesimi eventi salvifici compiuti da Cristo»(n. 48).
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Valore teologico-pastorale del culto mariano Nella Conclusione (nn. 56-58), l’Esortazione si sofferma sul valore teologico e pastorale del culto della Vergine Maria, quasi a voler sintetizzare i motivi di fondo, nel culto cristiano, della pietà verso la Vergine e a far riecheggiare, in modo mirabile, l’amore che il popolo cristiano le ha incessantemente tributato nel corso dei secoli. Si veda, esemplarmente, la trasparenza del seguente passaggio: «La pietà della Chiesa verso la Vergine Maria è elemento intrinseco del culto cristiano. La venerazione che la Chiesa ha reso alla Madre di Dio in ogni luogo e in ogni tempo - dal saluto benedicente di Elisabetta (cf Lc 1,42-45) alle espressioni di lode e di supplica della nostra epoca - costituisce una validissima testimonianza che la norma di preghiera della Chiesa è un invito a ravvivare nelle coscienze la sua norma di fede. E, viceversa, la norma di fede della Chiesa richiede che, dappertutto, si sviluppi rigogliosa la sua norma di preghiera nei confronti della Madre di Cristo» (n. 56). Conoscere, celebrare e sperimentare la presenza viva di Maria e la sua missione nel popolo di Dio è formidabile fermento di efficacia pastorale per il rinnovamento del vivere in Cristo. «La pietà verso la Madre del Signore diviene per il fedele occasione di crescita nella grazia divina: scopo ultimo, questo, di ogni azione pastorale. Perché è impossibile onorare la Piena di grazia senza onorare in se stessi lo stato di grazia, cioè l’amicizia con Dio, la comunione con lui, l’inabitazione dello Spirito» (n. 57). Un insegnamento da custodire Alla domanda su che cosa è stato effettivamente recepito della Marialis cultus non esistono risposte univoche: la linea per una realistica risposta proviene dal confronto tra i principi-orientamenti lì enunciati e la concreta prassi delle nostre comunità. In questi trent’anni, dal punto di vista liturgico, ulteriori sviluppi si sono avuti con la pubblicazione delle Messe della Beata Vergine Maria: l’Introduzione, specie i nn. 12-18, costituisce un prolungamento di riflessione sul celebrare i misteri di Cristo con e come Maria; l’aver disposto le messe secondo i tempi dell’Anno liturgico è segno del naturale inserimento del ricordo di Maria nella dinamica sacramentale che scandisce il pellegrinaggio della Chiesa. Un significativo approfondimento esplicativo e propositivo, anche pratico, sulla memoria di Maria nella pietà liturgica, con attenzione pure alla pietà popolare, è stato offerto nella Lettera Orientamenti e proposte per la celebrazione dell’Anno mariano, pubblicata dalla Congregazione per il Culto Divino nel 1987. Del medesimo anno, illuminato dall’Enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo II, è l’Istruzione della Congregazione per le Chiese Orientali: L’enciclica “Redemptoris Mater” e le Chiese Orientali nell’Anno mariano. Il pensiero delle tradizioni d’Oriente dà occasione di osservare che un fratello ortodosso non avrebbe difficoltà a sottoscrivere che «la pietà della Chiesa verso la Vergine Maria è elemento intrinseco del culto cristiano» (MC n. 56, espressio-
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ne ripresa nel Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 971). Sarebbe probabilmente anche difficile oggi trovare qualche fratello protestante che dissenta in blocco sulle linee portanti della Marialis cultus. Se, a livello liturgico, la pietà ecclesiale verso Maria ha avuto il suo rinnovamento (vedi i libri liturgici, compreso la editio tertia del Missale Romanum), non mancano oggi indicazioni per un rinnovamento anche della pietà popolare in suo onore, esposte nel Direttorio su pietà popolare e liturgia, pubblicato dalla Congregazione per il Culto Divino nel 2002. Anche in questa rilevante materia la Marialis Cultus ha il merito di aver tracciato la strada. C’è chi dice che l’abbondante produzione di documenti magisteriali provochi inflazione, o chi sostiene l’idea che, dopo trent’anni, un documento sia ormai superato, o chi si accontenta di conoscere l’insegnamento pontificio solo attraverso le presentazioni che ne vengono fatte di seconda mano. Ritornare a meditare sulle sapienti ed elevate parole di Paolo VI non è solo rinfrescare la nostra conoscenza della figura di Maria nel mistero del culto cristiano, ma anche trarne rinnovate luci per un’esperienza viva di lei, raccogliendo in tal modo la voce del Concilio là dove «esorta tutti i figli della Chiesa, perché generosamente promuovano il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine e abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di lei» (LG 67). E’ questa l’esortazione che Paolo VI avrebbe voluto «vedere dappertutto accolta senza riserve e tradotta in pratica con zelo» (n. 23).
Vittoria di Maria Sui due campanili che fiancheggiano la grande cupola della Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino, S. Giovanni Bosco fece collocare due angeli. Uno regge un’insegna su cui è scritta una data: 1571, la data di Lepanto, la grande vittoria di Maria Ausiliatrice. L’altro pure porta un’insegna, ma la data della nuova vittoria di Maria Ausiliatrice non è ancora scritta; la attendiamo; ma quella data è certa. La lotta tra il bene ed il male purtroppo continua sempre più aspra ed è tanto il male che si compie per opera dei senza-Dio a danno degli amatori di Dio. Perché il bene abbia da affermarsi sempre più, il male sia evitato e la Chiesa possa compiere la sua missione di salvezza, invochiamo con Paolo VI Maria, Madre della Chiesa.
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3 e 4 luglio 2004 Fontanellato
con straordinaria fecondità
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ei giorni 3 e 4 luglio 2004 si è svolto a Fontanellato, nei locali attigui al Santuario, il raduno dei collaboratori del Movimento Domenicano del S. Rosario. Erano presenti oltre a P. Mauro (Promotore del Movimento), Fra Rosario Vincenzo Avvinti (già presente al raduno annuale di Bologna) e Fra Salvatore, entrambi operanti da alcuni mesi a Barra vicino a Napoli a servizio del Movimento. Oltre ad essi numerosi laici che collaborano in vari modi, che provenivano da varie parti d’Italia: Emilia, Lombardia, Marche, Friuli e Campania. Dopo le presentazioni P. Mauro ha preso la parola, cominciando col tracciare un bilancio dell’anno trascorso e in modo particolare dal recente raduno di Bologna. Dall’analisi è emerso che si è trattato di un anno particolare, caratterizzato da defezioni e a volte da difficoltà nel capire come meglio rispondere alle esigenze della missione a cui il Movimento richiama ciascuno di noi. Ma anche un anno di maturazione nel quale alcune persone hanno sentita primaria l’esigenza di fare proprie le necessità del M.D.R., impegnandosi in modo sempre maggiore, superando difficoltà e limiti personali. Anche a fronte degli avvenimenti è maturata nelle convinzioni di P. Mauro l’esigenza di studiare uno statuto nel quale collocare in modo gerarchico tutte le persone, distinte per ruoli e mansioni, che ruotano intorno al Movimento. Parlando del raduno annuale P. Mauro ha fatto notare che il coinvolgimento delle persone è stato sinceramente modesto rispetto alle iniziali aspettative (questo è dipeso principalmente da una serie di avvenimenti coincidenti con la data del raduno). Ciononostante il giorno 28 marzo, a Bologna, c’è stato l’incontro inedito dei Padri Domenicani Promotori del Rosario di altri paesi europei. Anche se, a causa di precedenti impegni assunti, hanno partecipato solo in quattro, l’iniziativa ha suscitato il plauso dei Padri Domenicani e il vivo apprezzamento anche dei Padri continua a pag 39 ➣
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Promotori che non hanno potuto essere presenti. P. Mauro ha poi fatto un bilancio sui pellegrinaggi: il cambiamento di agenzia di viaggio è stato positivo, i pellegrinaggi fatti sono andati bene. La sua preoccupazione, ha precisato, è offrire la possibilità a chi è interessato di poter partecipare ad un pellegrinaggio, vivendone lo spirito di raccoglimento e di preghiera, ma in un contesto organizzativo che permetta di limitare il più possibile le fatiche del viaggio e della trasferta. Se poi, per mancanza di adesioni, ha continuato P.Mauro, non si riescono ad organizzare tutti i pellegrinaggi previsti, questo non è e non deve diventare un problema. Il pellegrinaggio deve essere considerato come il frutto del lavoro annuale, e chi ha la possibilità di parteciparvi dovrebbe, approfittando del posto “particolare”, pregare e meditare sul cammino percorso e da percorrere in quel dato momento. P. Mauro ha inoltre ha messo al corrente i presenti del progetto aperto a tutti di una settimana di vacanza insieme a Serramazzoni (Mo): una proposta per condividere momenti di vita quotidiana, di preghiera e di dialogo volta soprattutto ad accrescere la conoscenza e la comunione fra i partecipanti. Il Padre Promotore si è raccomandato di diffondere ovunque i volantini che riportano le iniziative del Movimento, ricordando che in questo modo sono state avvicinate la maggior parte delle persone presenti. Nel pomeriggio, dopo il S.Rosario, l’incontro è proseguito con l’intervento di Fra Vincenzo Rosario, che ha parlato dell’opera di apostolato che non senza difficoltà, ma con straordinaria fecondità sta svolgendo insieme con fra Salvatore e alcuni altri confratelli del convento di Barra (Na). Fra Vincenzo ha raccontato che a Barra sono presenti due realtà contrapposte: la sede di un centro Domenicano importantissimo di studi filosofici, ed una delinquenza purtroppo molto radicata nel territorio. Ebbene, in un posto così, ha continuato Fra Vincenzo, abbiamo scelto di rivolgere la nostra attenzione alle persone lontane dalla Chiesa, proponendo ad esse un percorso impegnativo di formazione della durata di quattro anni: dopo il primo anno di iniziazione, si prosegue con lo studio del catechismo della Chiesa Cattolica (capire per credere), la Liturgia (Esame dell’anno liturgico e dei sacramenti), ed infine l’anno pastorale (l’Annuncio, l’esame pastorale per i fanciulli, gli adulti, per le persone sole, per formare le nuove leve, Missionaria, di volontariato e della preghiera (come insegnare a pregare). Un progetto che ad occhi umani poteva apparire un po’ troppo ambizioso, ha dato i suoi frutti: centinaia di persone hanno aderito alla proposta e stanno facendo il cammino loro prospettato. Fra Vincenzo ha ribadito la necessità di una formazione così approfondita, in quanto rivolta a persone completamente a digiuno dei fondamenti della nostra Religione, ma ha proseguito sulla necessità per tutti di una formazione (non solo intellettuale) attuata anche col continuo dialogo ed interdipendenza dagli altri. Come la Chiesa è l’unità dei seguaci, così devono essere i membri del Movimento, come i grani sono uniti al Crocifisso nella corona del Rosario. P. Mauro è intervenuto sottolineando l’impossibilità di riproporre anche a Fontanellato il modello di Barra, essendo continuamente assente… Ha però messo in risalto l’importanza della comunione dei membri del Movimento, con tutti i mezzi e non ultimo il sito “sul rosario.org” recentemente rinnovato. Così che l’arricchimento che ciascun membro può ricavare dalla lettura di un libro può essere messo a disposizione di tutti gli interessati, tramite il contatto personale od anche “telematico” con gli altri collaboratori, costruendo un dialogo, quindi uno scambio, prezioso per tutti. E’ seguito un dibattito, anche con qualche tensione, nel quale sono emersi sia l’esigenza di formazione che di chiarimenti; fortunatamente l’atteggiamento aperto di tutti e la volontà di crescere e far crescere il Movimento ha prevalso sui contrasti. E’ seguita la cena dove si è continuato a discutere e a fraternizzare, e poi di seguito l‘esposizio-
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ne del SS.mo Sacramento con l’Adorazione notturna dove ciascuno ha potuto ritrovarsi nel silenzio e mettersi davanti al Signore. L’atmosfera di raccoglimento è proseguita con il Santo Rosario meditato al mattino, e poi con la S. Messa, momenti forti ed irrinunciabili, accresciuti dalla partecipazione comunitaria. All’interno della S. Messa è stata effettuata inoltre la nomina dei coordinatori del Movimento del Rosario: Fausto e Lorenza per l’Emilia ed Ilaria per le Marche. Nella riunione che è seguita P. Mauro ha fatto presente che la figura dei coordinatori dovrà sostituire (ove è possibile) e fare da tramite con il Promotore, e che nello statuto, in fase di stesura, ne saranno riportati mansioni e limiti, come per la figura dei collaboratori. P. Mauro ha raccomandato la meditazione dei seguenti libri a chi non li avesse già letti: La devozione a Maria nell’Ordine domenicano; Il segreto mirabile del santo rosario di S. Luigi Maria Grignon di Montfort; Marialis cultus, l’enciclica di Paolo VI; Rosarium Virginis Mariae, la Lettera del Papa, pilastri e fondamenti della nostra devozione mariana, che devono aiutarci anche a discernere sulle tante presunte apparizioni e locuzioni, delle quali si sente tanto parlare. P. Mauro ha inoltre ricordato che meditando il Rosario nella propria comunità, o in famiglia, si può lucrare l’indulgenza plenaria, mentre con l’iscrizione alle associazioni del Rosario ci si inserisce nella comunione della famiglia del rosario gustandone i frutti, come anche si possono usufruire i benefici della Famiglia Domenicana in vita e in morte. E’ seguita la testimonianza di Giacomo, il Diacono della provincia di Reggio Emilia, che ha scoperto il nostro Movimento grazie ad una delle tante locandine che sono state sparse su tutto il territorio. Giacomo ha confermato nel suo breve ma efficace intervento come nella sua esperienza il Rosario risulti un preziosissimo strumento per riavvicinare le persone alla Chiesa e al Magistero. L’incontro si è concluso con l’intervento di Giacomo, e così con la gioia nel cuore, oltre alle grazie che Maria Santissima ha voluto donarci, ciascuno è tornato a casa. Giulio
crescendo insieme per camminare...
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ei giorni 3 e 4 luglio si è svolto l’ormai annuale incontro dei collaboratori del Movimento Domenicano del Rosario presso il santuario della B. V. Maria Regina del S. Rosario a Fontanellato, Parma. Vi hanno preso parte in 26 dalle regioni del nord Italia e tre dalle regioni del sud Italia dove, da poco, si è iniziato a diffondere il Movimento. Fontanellato attualmente costituisce il centro del Movimento; infatti qui risiede il P. Direttore
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fr. Mauro Persici OP, promotore del rosario per la provincia religiosa domenicana S. Domenico che abbraccia tutto il nord Italia. L’oggetto in esame di questo incontro era un consuntivo delle attività annuali promosse, e un attento esame sulla svolta che il cammino di comunione e formazione sta determinando in tutti coloro che hanno accettato seriamente di intraprenderlo. Inoltre la determinazione di uno statuto sulla natura e finalità del Movimento Domenicano del Rosario, dove si è messo in risalto ciò che caratterizza il Movimento oltre al desiderio di crescere nell’approfondimento e nella fedeltà al magistero per cercare di fuggire l’individualismo anarchico del protagonista e cercando di crescere nella comunione con gli altri collaboratori del Movimento che la Madre celeste ha messo accanto. In secondo luogo la presentazione dello statuto sul regolamento che gestisce le relazioni e le azioni di chi ne fa parte e in modo particolare per quei membri che hanno all’interno del Movimento un qualche ruolo particolare: coordinatori, collaboratori, zelatori ecc… Inoltre la presenza dei membri della provincia religiosa domenicana S. Tommaso d’Aquino che abbraccia tutto il sud Italia ha permesso una presa di coscienza dell’espandersi del Movimento e, dunque, della presenza di questo in regioni un po’ più lontane dal centro, per cui si è resa necessaria la chiarezza nel ruolo dei coordinatori regionali e dei collaboratori che in qualità di prolungamento della figura del direttore dovranno essere presenti nelle regioni loro affidate con un filo diretto di massima collaborazione sia con il P. Direttore, primo diretto responsabile, sia con i membri dei vari gruppi locali. A tale proposito questi ruoli sono stati definiti ponti di collegamento tra il direttore e i membri di tutto il Movimento. A conclusione tre membri del Movimento, che sono stati tra i più assidui nella collaborazione con la direzione, sono stati nominati e istituiti coordinatori con un’invocazione allo Spirito Santo e una preghiera di benedizione ben precisa che li ha immessi in questo particolare ministero all’interno della direzione del Movimento. Questi giovano sono: Ilaria Giannarelli di Fossombrone (Pu) e i coniugi Lorenza Villa e Fausto Bizzarri di Reggio Emilia. La celebrazione eucaristica in santuario ha assunto una solennità tutta particolare data dall’evento che, per il Movimento, ha segnato un passaggio veramente importante. L’incontro ha seguito un programma intenso che ha visto abbracciati momenti di preghiera e momenti di riflessione con una buona percentuale di momenti di fraternità che hanno favorito ancor di più e in maniera informale le interrelazioni tra i membri presenti. Ritengo che esperienze simili formino e allarghino le prospettive delle nostre azioni ma soprattutto ci mettano in relazione e quindi in comunione crescendo insieme per camminare e aiutare poi gli altri a camminare sulla strada che porta al regno di Dio. Fr. Vincenzo Rosario M. Avvinti OP
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Da buona timoniera…
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uest’anno a Barra, un quartiere di Napoli di circa 30.000 abitanti, il mese di maggio è stato un’esplosione di novità! Grazie a fr. Vincenzo Rosario M. Avvinti OP, che con amore e molta pazienza ci ha instradati con un messaggio particolare per la pia pratica del Rosario che sicuramente tra le pratiche di pietà è la più elevata. Ci ha proposto l’adesione al Movimento domenicano del Rosario con le sue caratteristiche e con i gruppi all’interno che nella comunionalità e nella formazione aiutano a vivere questo ideale rosariano. Alla fine del mese mariano in 116 avevamo dato la nostra disponibilità. Fr. Vincenzo Rosario è stato per Barra una scintilla che ha acceso un fuoco di amore enorme, è andato in tutte le parrocchie di Barra a proporre la meditazione e la contemplazione nel rosario con il metodo domenicano che caratterizza questi gruppi, cioè studiando tutte le componenti del rosario: i contenuti teologici, la storia ecc… e proponendo così l’adesione e lo sviluppo del movimento qui a Barra. Esso è stato formato nelle sue tre facce: rosario vivente, con 3 gruppi di quindici, quanti sono i misteri del Rosario, confraternita del Rosario con 61 aderenti e rosario perpetuo con l’impegno dell’ora di guardia. Durante tutto il mese ci sono stati degli incontri dove fr. Vincenzo Rosario ha esposto le modalità storiche e contenutistiche del Rosario e ascoltandolo ha fatto nascere nei nostri cuori il desiderio di scegliere uno dei tre gruppi. Sin dall’inizio questo movimento è stato fondato guardando al futuro. A tal riguardo si è pensato di mettere su un gruppo di collaboratori all’interno: una presidente con il compito di governare e gestire la formazione e i momenti di fraternità; due consiglieri con il compito di coadiuvare la presidente nel suo difficile compito; tre zelatrici con il compito di diffondere il Rosario e i gruppi e di guidare i gruppi interni al movimento secondo le modalità del gruppo loro affidato. Coloro che hanno preso l’impegno aderendo al movimento fondamentalmente hanno promesso di impegnarsi a fare un cammino serio di vita cristiana ed ecclesiale perché hanno preso coscienza che è proprio questo il messaggio che lancia il S. Rosario. Il 31 maggio, giorno conclusivo del mese mariano, con una celebrazione solennissima tutti gli aderenti hanno fatto la loro promessa davanti a Dio tramite P. Daniele D’Agostino, preside dell’istituto filosofico internazionale dei frati dell’ordine dei predicatori italiani e davanti a tutta la comunità riunita in preghiera. Il momento tanto atteso è stato considerato un evento per noi che eravamo abituati a una recita del rosario in maniera meccanica e per tutta la cittadina che da questo momento in poi avrà uno specchio, quando prega con il rosario, attraverso il quale guardarsi e prendere coscienza della profondità e della serietà che comporta tale preghiera. Il 17 giugno poi abbiamo incontrato il P. Direttore del Movimento Domenicano del Rosario che ha sede presso il Santuario della Madonna del Rosario a Fontanellato, P. Mauro Persici OP, con il quale abbiamo stretto da subito un rapporto di familiarità. Il P. Direttore ancora una volta, rifacendosi alle parole di fr. Vincenzo, ci ha spiegato l’importanza della meditazione nel Rosario, le caratteristiche e gli impegni dei gruppi interni al Movimento Domenicano del Rosario. Si è poi complimentato con noi per la fedeltà alla formazione che fr. Vincenzo Rosario ci propone e per lo stile di fraternità che ci caratterizza. Sperando che questo movimento si sviluppi ancora meglio e sempre di più affidiamo a Maria ogni nostra prospettiva e ogni speranza perché sia Lei, da buona timoniera, a portarci sempre più al suo figlio Gesù nostro Signore. Anna Di Franco
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il raduno e la sete
ggi sono tornata al lavoro, dopo aver partecipato al raduno dei collaboratori... avete presente il senso di smarrimento e di estraneità che si prova dopo un bel periodo di ferie? Eppure è trascorso solo un fine settimana ma… ciò che ho vissuto è stato talmente ricco che pur avendo voglia di condividere mi sento completamente impotente e limitata nel dire qualcosa. Una persona mi ha detto: “che bello capirsi con uno sguardo”... io penso a quel momento di intensa comunione e non so che cosa dire per trasmettere un po’ di quella dolcezza e di quella gioia! Un’altra persona ha scritto che si è sentita parte di una famiglia... e conoscendo quella persona questa espressione va intesa nel senso più genuino e più importante... Ancora, un uomo mi ha detto di aver trascorso l’esperienza più bella della sua vita... A questo punto sarebbe naturale immaginarsi che siano successe cose straordinarie, invece chi ha partecipato può testimoniare la semplicità dei momenti trascorsi insieme: recita del Rosario meditato dai collaboratori, Santa Messa, discussione con annessi momenti di tensione, adorazione notturna, Santo Rosario, Santa Messa con nomina dei coordinatori regionali, altra discussione in assemblea e saluti. Avete presente i menu quando dicono “Il tutto condito da:” Che cos’era quella salsa che ha reso tutto così speciale? A mio parere il primo ingrediente è stato: la voglia di esserci !!! Le difficoltà, gli impegni, gli imprevisti sono sempre tanti e i più diversi... eppure qualcuno ha avuto la volontà e la determinazione di superarli uno dopo l’altro e la Madonna ha ben pensato di distribuire un “centuplo” di cui è detentrice! Sono stati giorni importanti per la vita del Movimento, determinanti, segneranno il nostro operare futuro, di questo siamo stati tutti consapevoli e nel nostro intimo credo che ognuno di noi abbia ringraziato la Madonna per avergli fatto il dono di essere presente! Abbiamo visto nascere il Movimento Italiano: i fratelli che ci hanno raggiunto da Napoli ci hanno trasmesso il loro amore e la loro fiducia in quest’opera, ci hanno scaldati con il calore del loro entusiasmo, ci hanno istruito con l’umiltà con cui desiderano lavorare: non esistono attività o obiettivi indipendenti, la comunione è il collante, è alla base di qualsiasi iniziativa!!! Il secondo elemento penso che sia stata la chiarezza: dicevo che ci sono stati momenti di tensione, modi diversi di interpretare il cammino in cui il Movimento ci chiede di crescere... ma non è bello sapere che al di là delle divergenze c’è un dialogo fra persone che si vogliono bene e che credono in quello che stanno facendo? Non ci fa sentire “a casa” il sapere che ogni richiamo è per il nostro bene e che quello che ci diciamo migliorerà la confidenza fra di noi e allargherà il nostro punto di vista? Infine desiderare la comunione! Questa parola mi sembra tanto inflazionata, la sento dappertutto che quasi quasi mi ha stufato! E così ho scoperto che cosa me l’ha fatta sentire diversa: ho sperimentato che cosa significa aver accumulata tanta sete e trovare una fonte a cui attingere il più possibile, aver voglia di berne continuamente (mannaggia in questi casi si vorrebbe poter eliminare le ore di sonno... e noi abbiamo fatto il possibile per ridurle al minimo, eh eh!). Adesso qui mi fermo veramente, non posso scrivere o descrivere questo tipo di sete... bisogna solo provarla! E non posso scrivere o descrivere il gusto e la gioia che proviamo mentre ci dissetiamo... bisogna guardarci negli occhi e godere della luce con cui gli altri ci illuminano... E non posso scrivere o descrivere la sete che ci rima-
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ne: bisogna solo chiedere alla Madonna che la faccia aumentare, che ci riempia di quella dolcezza e di quella nostalgia che ci spinge a lavorare sempre di più (credo che proprio nel lavoro e nelle difficoltà si trovino quei semi che sbocciano in queste occasioni!). Concludo questo messaggio dicendo ancora una cosa: un’altra sete mi è rimasta, quella delle persone che non c’erano, penso ai volti che conosco e che come o più di noi avrebbero potuto godere di questo dono offerto dalla Madonna, mi dispiace personalmente di non aver potuto abbracciare quelle persone che mi hanno dato tante volte la carica per andare avanti e mi dispiace comunitariamente per quelle preziose esperienze che ci avrebbero arricchito! Il Rosario, ci diceva Fra Vincenzo, è una catena: tutto parte da Cristo e a Lui ritorna... noi siamo i grani, tutti ugualmente utili e abbiamo bisogno di essere lavorati perché la corona sia ben fatta, perché ognuno abbia una forma e una dimensione che si armonizza con quella degli altri e abbiamo bisogno di essere legati, uniti da un filo che non si spezza e non ci fa disperdere: la Chiesa è il nostro filo, nell’umiltà scopriamo la comunione e nel Rosario poniamo la nostra fiducia… Un abbraccio stretto stretto a tutti, e un grazie a chiunque ci crede e… aspetta la prossima occasione! G.I.M.
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ella storia della Chiesa, da secoli le persone si spostano, lasciano temporaneamente le loro case perché sentono l’intima necessità di un incontro con la Vergine… desiderano andare dove Lei è apparsa e godere di una vicinanza particolare con il Cielo. Oserei dire che quando un fedele compie questo gesto, più che decidere autonomamente di spostarsi… risponde a un invito, accoglie un richiamo, risponde a un desiderio che la Vergine stessa ha posto nel suo cuore. È in questo contesto che nasce la proposta della Madonna pellegrina… non tutti possono rispondere al richiamo di recarsi in pellegrinaggio, per i motivi più vari: economici, di salute, di impegni familiari o semplicemente perché il cuore di certe persone non è ancora maturo per compiere questo gesto di fede… e allora ecco che la Madonna non rinuncia ad un incontro personale con i suoi figli, non si fa vincere da nessun problema oggettivo… chiede solo la nostra disponibilità ad accoglierla.
un incontro più intimo
Ed in questo senso disponibilità fa anche rima con semplicità… perché possiamo immaginare un incontro più intimo e più confidenziale di quello di una persona amica che entrando nella nostra casa partecipa alla vita della famiglia? Ascolta i nostri discorsi, ci vede “sfaccendare”, ci saluta quando usciamo per i vari impegni e quando e se lo vogliamo è pronta ad ascoltare ciò che il nostro cuore vuole confidarle… È questo il senso, il motore di questa iniziativa… aprire la nostra casa e quindi il nostro cuore ad una visita della Vergine, accettare l’invito che Ella ci fa di riunirsi fra i membri della famiglia per meditare insieme il Rosario, vincendo quel falso sentimento di pudore che tante volte blocca la confidenza religiosa e il desiderio che abbiamo di pregare uniti. Non è necessario che tutti i membri della famiglia condivi-
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la Coordinatrice per le Marche del Movimento Domenicano del Rosario
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Quindi semplicità… non ci nascondiamo dietro le false modestie che reputano la nostra casa troppo umile per accogliere questo dono… non dimentichiamo che la Madonna ha partorito il Salvatore in una stalla e non dimentichiamo che a Cana non si è scandalizzata perché era finito il vino… anzi ha provveduto lei stessa dove gli sposi non erano stati previdenti. Noi tutti oggi abbiamo vino in abbondanza… ma forse ci manca qualcos’altro: abbiamo fiducia nella Visita di Maria, ella sa di che cosa abbiamo bisogno e non mancherà di rivolgersi al Figlio perché provveda. Il rosario è la preghiera prediletta di Maria; la Chiesa, nelle parole dei suoi santi, ci dice che lì si nasconde il mistero della nostra vita e della nostra fede… attraverso la meditazione dei misteri, la Vergine ci svela il significato dell’Incarnazione del Verbo… il Rosario è una preghiera semplicissima, alla portata di tutti e dei bambini e contemporaneamente se chiediamo il dono dell’amore per questa preghiera, essa ci farà presentire la sua ricchezza, la ricchezza stessa del Cielo… La diffusione già nel 1500, la conservazione nei secoli, e l’attuale promozione del Rosario sono stati dalla Chiesa affidati in particolar modo ai Domenicani: ecco perché Padre Mauro è stato chiamato dal nostro Consiglio Pastorale. Appunto perché, in quanto Domenicano, ha ricevuto l’incarico specifico di promotore del santo Rosario per tutta l’Italia del Nord: la «Peregrinatio Mariae», i vari pellegrinaggi, gli incontri e i vari raduni organizzati sono promossi per permettere che nasca un dialogo, un confronto, una comunione fra le persone che hanno sentito nel loro cuore l’invito a conoscere, a frequentare la Vergine e suo Figlio attraverso l’amore e la meditazione del Rosario. Dicevo: è importante che tutte queste iniziative, in particolare la Visita della Madonna, sfocino in un desiderio sempre più vivo di scoprire i benefici della preghiera comunitaria e in famiglia. E’ importante che questa visita della Madonna non rimanga un’esperienza bella ma isolata e forse unica: è un seme che la Vergine stessa ha gettato nella nostra vita perché noi ci adoperiamo per farlo sbocciare… è importante che cresca il desiderio di condividere attraverso i momenti comunitari di volta in volta organizzati quello che la Vergine ci insegna e ci chiede di imparare. In questo momento una decina di parrocchie sta vivendo la stessa vostra esperienza e tante altre hanno già avuto questo dono: le testimonianze che abbiamo raccolto dimostrano come in ogni sua visita la Vergine non ha mancato di rispondere con generosità all’atto di accoglienza che ha ricevuto… però i frutti più saporiti, più sostanziosi saranno quelli che si coglieranno nel tempo, quelli che saranno scaturiti dall’impegno delle famiglie di continuare a pregare insieme, di tenere aperto il dialogo e lo scambio fra coloro che hanno vissuto la stessa esperienza e che desiderano partecipare a quel Movimento di persone che non si accontentano… ma desiderano scoprire insieme la luce sempre più viva del Rosario.
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dano questi gesti… sono molteplici le testimonianze in cui uno dei membri pur accettando l’iniziativa non si sentiva pronto per pregare con gli altri…. Beh, state certi che la Madonna ha un messaggio per tutti e state certi che le sue parole arrivano dritte al cuore di tutti.
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divenir apostoli della Verità
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a mia storia risale alla scoperta del S.Rosario avvenuta circa nel 1996. Iniziai a recitarlo nel modo conosciuto ai più, “inanellando” Ave Maria su Ave Maria. Quelle pochissime volte che ascoltavo rosari un po’ più “succosi” non vedevo l’ora che terminassero. Tutto ciò però non dava modo alla sete di conoscenza che avevo di trovare sfogo. Per conto mio perciò iniziai a leggere alcuni libri di autori particolarmente significativi come S. Luigi Montfort o S. Teresina del Bambin Gesù ecc., a questi poi seguirono le indicazioni del Santo Padre che in preparazione al Giubileo del duemila proponeva ai fedeli di leggere integralmente la Bibbia, cosa che feci durante il 1998. Il Rosario era sempre la mia preghiera quotidiana e mi sforzavo di dirne il più possibile (3-4 corone) per poi concentrarmi sulla lettura, se restava il tempo. Tenevo in buona sostanza le due cose separate ma in realtà presto le avrei unite. Nel 2001 conobbi il “Movimento Domenicano del Rosario” e da lì iniziai a seguire le indicazioni che P. Mauro si sforzava di insegnarci (con ogni mezzo, anche correndo il rischio di “forzare la mano”). La lettura della lettera apostolica Marialis Cultus del Venerabile Papa Paolo VI ha fatto il resto. Il resto di cosa? Ho capito così, profondamente e veramente, che cosa significhi meditare il Santo Rosario e che cosa voleva dire il Sommo Pontefice Paolo VI con la frase “Il Santo Rosario senza meditazione è come corpo senz’anima” (Marialis Cultus). Questa maturazione ha fatto sì che in me sia poi sorta una vocazione alla ricerca della Verità. Troppi canali sembrano essere attivi per confondere il fedele che vuole giungere a comprendere il mistero di Cristo e ci vuole arrivare utilizzando la preghiera del S. Rosario come vascello sicuro per la navigazione. Anch’esso purtroppo non lo è, se viene utilizzato malamente e ridotto a una sua caricatura. Il mio iter è stato talmente fortunato e cosparso di grazie tali da farmi porre tantissime domande che riguardavano le miriadi di fedeli devoti mariani che non hanno la fortuna e le Grazie che ho avuto io. Ho così realizzato tre siti su Internet per servire la Verità e ho deciso di entrare nell’Ordine Domenicano come Laico Domenicano (terziario). Questo non per avere il “bollino blu”, ma per crescere sempre alla luce di una spiritualità, quella domenicana, che fa della comunione l’anima dell’ascolto in uno studio orante affinché la predicazione sia non intellettuale ma sapienziale. La Salvezza delle anime è il fine di ogni ordine religioso; nel nostro questo fine viene corollato dai mezzi propri della spiritualità che S. Tommaso d’Aquino bolla così “contemplare et contemplata aliis tradere” e che ancor più si identifica con una parola «VERITA’». Ho scoperto poi che il Montfort era terziario, uno dei grandi apostoli del rosario; mi sono spiegato il perché l’icona della B.V. del Rosario viene raffigurata con S. Domenico e S. Caterina da Siena; insomma ho iniziato a darmi risposte a raffica e tutte erano rivolte verso la direzione che ho preso. La svolta poi l’ha avuta anche la mia sposa, Lorenza, che dapprima si mostrò molto titubante verso il mio impegno, ma gli effetti su di me erano talmente forti da non lasciare più in lei molti dubbi sulla mia vocazione che, per noi laici, viene sempre dopo e subordinata alla vita coniugale che deriva del Sacramento Matrimoniale. L’autenticità della vocazione al Laicato Domenicano ha fatto sì che anche Lorenza si sia interrogata seriamente sulla fede e sulle verità di essa; lei doveva essere la prima e la più prossima a me che avrebbe dovuto beneficiare della mia “predicazione”. Lorenza spiegherà poi il perché della sua scelta; a che cosa serve parlare a sconosciuti quando tua moglie, parte della tua carne, non ne beneficia? A nulla!!
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stento a credere
’ difficile poter esprimere chiaramente le motivazioni che mi hanno portato a questo passo. Una cosa però è certa: negli ultimi tempi della mia vita ho saputo cogliere dei “segni” che il Signore mi ha dato, ho ricevuto grazie inaspettate, a dimostrazione di quanto il Signore ci voglia bene e ci tratti da veri figli. Ho così pian piano capito, maturato dentro di me l’idea che avrei dovuto fare “qualcosa”, non avrei potuto continuare la mia vita come se niente fosse, soprattutto senza impegnarmi nel cercare di amare di più Dio e il prossimo. Questo “qualcosa” perciò è nato soprattutto per me, per il bisogno di avere dei punti fermi, degli impegni da assecondare che mi potessero essere d’aiuto per la mia crescita spirituale. E ora posso senz’altro dire che non è stata una cosa casuale, è lo Spirito Santo che soffia dove e quando vuole e solo se noi sappiamo accoglierlo e ascoltarlo esso può realizzare per mezzo nostro un suo progetto ben preciso. E così finalmente (dico finalmente perché chissà quanto volte lo Spirito aveva soffiato su di me e io non me ne ero accorta!) mi sono lasciata avvolgere da questo mistero illuminante, da questo grande dono, e mi sono permessa di divenire figlia di S. Domenico nel Signore Gesù. A volte ancora stento a credere di essere una laica Domenicana sia pure “in prova” ovvero in cammino; è una grande grazia che mi ha permesso di far parte di una fraternità in cui altre persone in cammino insieme a me vivono e lavorano al servizio della Verità, rendendo testimonianza della propria fede con la propria vita di tutti i giorni, di mariti, mogli, genitori, lavoratori. E’ un mettersi in comunione, tante volte in discussione, è un donare e un ricevere. Questo mettersi in discussione a volte può ferire il nostro orgoglio, ma è proprio ciò contro cui dobbiamo lottare, non possiamo pensare che la nostra vita di fede possa limitarsi alla S. Messa domenicale e a qualche, sia pur lodevole, attività in parrocchia. Scoprire di aver ricevuto la fede è un tesoro senza fine che non è certo di immediata comprensione. E’ proprio questo confrontarsi, questo dialogare che ci può aiutare a riflettere meglio su noi stessi e sui misteri di Cristo: cosa difficile a farsi in una società in cui si viene travolti e trascinati dalla quotidianità delle pressanti cose da fare e dal tempo tiranno che non ci dà tregua. Insomma sono felice del passo che ho fatto e non mi sento per niente una mosca bianca, anche se purtroppo in tanti non conoscono questa opportunità. Lorenza Villa
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Non riduciamo il Rosario alla preghiera macchinetta che tristemente conosciamo; andiamo un po’ oltre… non restiamo in prima elementare… probabilmente poi se si inizia a crescere con amore e illuminati dallo Spirito verso una conoscenza più ampia ci si rende conto che i gradi d’istruzione scolastica non avranno mai fine… ma se non iniziamo non andremo mai da nessuna parte… men che meno dove desidereremmo andare… Come mai quando facciamo qualcosa che ci interessa ci impegnamo e ci sforziamo, ma quando si tratta della fede diveniamo accidiosi in un modo terrificante? Come possiamo pensare di dare onore a Maria con le nostre cantilene melense? Fanno pena anche a noi se ci pensiamo bene! Diveniamo Sale della terra altrimenti saremo calpestati non dagli altri, che magari ci fanno complimenti, ma da qualcuno che conta molto, ma molto di più! Fausto Bizzarri
l’equipe del Movimento augura Buon Natale
In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa