Lacqua

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catechismo per tutti

L’acqua Laudato sii, mi Signore, per sora Acqua tanto umile e preziosa L’acqua L’acqua occupa un posto speciale in tutte le religioni, anche in quella cristiana. Suggerisce purezza, trasparenza, delicatezza, adattabilità, versatilità degli usi. Misteriosa è l’acqua. Semplice, limpida, disinteressata, pronta a mondare ciò che è sordido, a ristorare ciò che è assetato. È nello stesso tempo profonda, insondabile, irrequieta, piena di enigmi e di forza. Nell’Antico Testamento, l’acqua è presente nel contesto della creazione (“Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque”, Gen 1,2): conosciamo i miracoli legati all’acqua, l’acqua come segno di salvezza o anche di sventura. La scarsità d’acqua diviene spesso immagine di sventura personale o politica (“Salvami, o Dio: l’acqua mi giunge alla gola”, Sal. 169,1). Nella religione ebraica è difficile trovare una cerimonia in cui non sia usata l’acqua. L’acqua dell’Antica Alleanza serviva a cancellare le impurità legali; vale a dire a purificare chi, a causa di qualche atto o fatto (lebbra, trasporto di cadavere, contatto con i pagani e simili) giudicato sconveniente, era impedito di compiere o di partecipare ad atti religiosi. Anche nel Nuovo Testamento conosciamo miracoli legati all’acqua, sia come segno della salvezza ottenuta con Cristo, sia della sciagura della fine dei tempi. Gesù ha voluto essere battezzato con l’acqua del Giordano ed ha ordinato di battezzare con l’acqua. L’acqua della Nuova Alleanza ha lo scopo di segnare la purificazione dei peccati. * Nella nostra liturgia cristiana, così come negli usi cristiani, l’acqua riveste un ruolo importantissimo. L’acqua serve per lavare, pulire; ma è anzitutto elemento vitale; presente in tutti i viventi, è indispensabile alla loro crescita. Poiché essa – come tutto in natura –, ha effetti buoni o cattivi (vita o distruzione), viene “benedetta” allo scopo di sottrarla ad ogni ragione di male per renderla unicamente “veicolo di grazia”. In particolare: - l’acqua “battesimale” conferisce, con la grazia santificante, la vita nuova di figli di Dio, - quella “benedetta” dispone a ben ricevere i sacramenti, favorisce la crescita della grazia, cancella i peccati veniali.

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L’acqua battesimale L’acqua battesimale viene “preparata” il Sabato Santo, durante la Veglia Pasquale. Dinanzi al fonte battesimale, dopo aver invocato Dio e i Santi con le Litanie, il celebrante benedice l’acqua battesimale: “O Dio, per mezzo dei segni sacramentali, tu operi con invisibile potenza le meraviglie della salvezza; ed in molti modi, attraverso i tempi, hai preparato l’acqua, tua creatura, ad essere segno del Battesimo”. E dopo aver ricordato i momenti più salienti di questa “salvezza” attraverso l’acqua – dalla creazione al comando di Gesù di battezzare con l’acqua –, prosegue: “O Padre... infondi in quest’acqua, per opera dello Spirito Santo, la grazia del tuo unico Figlio; perché con il sacramento del Battesimo, l’uomo, fatto a tua immagine, sia lavato dalla macchia del peccato, e dall’acqua e dallo Spirito Santo rinasca come nuova creatura”. – L’acqua battesimale è impreziosita dall’olio dei catecumeni e dal crisma. – L’acqua benedetta La Chiesa usa molto anche un’”altra” acqua: l’acqua lustrale (detta comunemente “benedetta”). La nuova acqua – ogni anno – viene benedetta anch’essa nella Veglia Pasquale; ma durante l’anno è il sacerdote che la rinnova con particolari preghiere. In essa s’immetteva del sale. Il sale ha due funzioni: dare sapore agli alimenti e preservarli dalla corruzione. Anch’esso veniva usato nei riti ebraici. Gesù ha chiamato i suoi discepoli ad essere “il sale della terra”.

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L’acqua santa richiama l’acqua del battesimo e questa, a sua volta, rimanda all’acqua uscita dal costato di Gesù che lava i peccati. Il segno della croce con l’acqua benedetta è quindi anche un atto penitenziale. È la benedizione della Chiesa che assicura i risultati soprannaturali. Quello che la Chiesa compie e ufficialmente propone, Dio lo fa proprio, perché lo Spirito Santo lo ha suggerito. Nella liturgia nulla avviene a caso, o per ragioni di pura convenienza. Il fine dell’acqua benedetta è anche quello di preservare dalle tentazioni del Maligno. Ciò è reso evidente dall’esorcismo, dalla prassi dei santi e degli esorcisti. Aspersione I medesimi significati assume l’aspersione dei fedeli nella Messa festiva, al fine di predisporre i fedeli alla grande azione di grazie. Ed uguale senso riveste l’aspersione degli ammalati, cui si porta la santa Comunione in casa. Quando l”acqua santa” è portata qua e là, secondo il bisogno, si usa un secchiello metallico munito di maniglia. L’acqua viene poi spruzzata sulle persone o cose da benedire mediante uno strumento detto aspersorio. I primi cristiani praticavano le aspersioni con ramoscelli d’issopo (in armonia con la formula di benedizione “Asperges me hyssopo”) o di altre erbe profumate, alloro, mirto, olivo. Nella forma oggi più usata, l’aspersorio consiste in un’asta di metallo, terminante in una palla trafo-

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rata, o in setole bianche. Per le aspersioni fuori chiesa, si usa oggi comunemente un aspersorio che contiene già al suo interno l’acqua benedetta, che fuoriesce quando si svita un po’ la parte superiore dell’aspersorio. Acquasantiere L’acqua benedetta è collocata all’ingresso della chiesa. Più propriamente andrebbe all’esterno, secondo la consuetudine ebraica e dei primi cristiani, che usavano lavarsi le mani ed il viso prima d’entrare nel sacro recinto. Successivamente, per praticità, si limitarono ad una abluzione simbolica. Le pile dell’acqua santa, o acquasantiere, all’interno della chiesa vennero introdotte nel secolo XII. All’inizio il catino era a più lati (a guisa di capitello incavato), sostenuto da un pezzo di colonna che successivamente venne arricchita di motivi decorativi e, nel Rinascimento, sostituta da Angeli o personaggi. Ai nostri giorni c’è la tendenza ad eliminare le acquasantiere. Frutto di un clima secolarizzante, con lo specioso pretesto di eliminare un elemento di sapore magico (!). Non pensando: – che segni sono anche quelli dei sacramenti veri e propri; – che si trascura un segno consacrato dalla tradizione ininterrotta; – che si priva il fedele di un elemento o gesto, atto a sostenere ed alimentare la fede. Ove le acquasantiere fossero state rimosse, sarebbe doveroso rimetterle, per non privare i fedeli di un sussidio spirituale, insieme illustrando significato e fine dell’acqua benedetta per usarne con fede, secondo l’intenzione della Chiesa. I fedeli compresi, di tali valori, non hanno dubitato di portare a casa l’acqua santa e con essa fare il segno della croce all’inizio e conclusione della giornata. P. Claudio Truzzi ocd

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