Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, DCB Bologna - Anno XXXVIII - n.4 - IV trimestre
Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia”
4/2005
LETTERA DEL PROMOTORE
ROSARIUM Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario
Proprietà: Provincia Domenicana S. Domenico in Italia via G.A. Sassi 3 - 20123 Milano Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Direttore responsabile: P. Mauro Persici o.p. Rivista fuori commercio
Le spese di stampa e spedizione sono sostenute dai benefattori Anno 38°- n. 4 stampa: Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38 Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 Cell. 3355938327 e-mail movrosar@tin.it
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In copertina: Veduta del lago di Tiberiade in una foto di Paolo Gavina
Gent.mi lettori, non so se avete mai considerato quanto tempo, dalla notte dei tempi, Dio ha speso per preparare il Suo Popolo affinché fosse capace di accogliere il Salvatore e... quando è nato? Nessuno, se non qualche pastore avvertito dagli Angeli! La storia non cambia, anzi, alle permanenti tipiche difficoltà dell’uomo “di allora” si aggiungono quelle proprie all’uomo “di oggi”. Ripiegato su se stesso e incapace di attendere alcunché, per “l’uomo di oggi”, l’Incarnazione è qualcosa a cui, disincantato, ha “fatto l’orecchio” e, purtroppo, non si “sorprende” più di tanto... sovente tutto si esaurisce in una visione prettamente sentimentale spesso vuota e riduttiva. Ma noi? Beh, noi possiamo metterci ad una “scuola” come ci invita a fare il santo rosario: ad una scuola di stupore e riflessione! Alla scuola del rosario impariamo a lasciarci stupire... Oltre al “dormiglione” non dimenticate di mettere nel Vostro presepe un’altra figura tipica: la “meraviglia”... Nella speranza che possa rappresentare la Vostra innanzi ad un così grande e inassimilabile mistero d’amore, formulandoVi i miei migliori auguri, invoco la protezione della Madre Celeste, regina del Santo Rosario fr. Mauro
SOMMARIO Mariologia (II): Maria nel Nuovo Testamento
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Le “mosche”
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Messe della Beata Vergine Maria
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Pellegrinaggio a Fatima
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Lettera del P. Promotore
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Una presa di coscienza
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L’amore per la vita e la devozione a Maria di Giovanni Paolo II
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Foto di pag. 3 e seguenti: GENTILE DA FABRIANO, Pala Strozzi, Adorazione dei Magi, Firenze Galleria degli Uffizi.
Testimonianza
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Peregrinatio Mariae
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Foto calendario: GIUSEPPE RIBERA, Vergine dell’Immacolata Concezione, Salamanca, Chiesa degli Agostiniani.
Pagina della riconoscenza
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Nuovi iscritti
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Mariologia Part e II
P. Robert o Coggi
(S. Luca)
MARIOLOGIA
Maria nel Nuovo Testamento
MARIA NEL NUOVO TESTAMENTO (S. LUCA) S. Luca S. Luca è l’evangelista che ci parla più diffusamente di Maria, e i primi due capitoli del suo Vangelo sono di una straordinaria ricchezza, soprattutto se vengono esaminati alla luce dei moltissimi riferimenti all’Antico Testamento e nella prospettiva della storia della salvezza. Noi siamo costretti a limitarci a un esame sintetico del testo. Cercherò di mettere in luce i punti che più mi sembrano degni di un’attenta considerazione. L’Annunciazione Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (1, 28). È il saluto dell’angelo a Maria, che più letteralmente dovrebbe essere tradotto: «Rallegrati, o ricolma del favore divino (kecharitoméne), il Signore è con te». Queste parole richiamano immediatamente quelle del profeta Sofonia (3, 14-17), rivolte alla Figlia di Sion (simbolo di Israele), alla quale è annunciata la liberazione, la venuta del Messia: «Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme (...). Il Signore è re d’Israele nel tuo seno (...). Il Signore tuo Dio è nel tuo seno, Salvatore potente». L’espressione «nel tuo seno», o «nelle tue viscere» (in ebraico bekirebék) ritornerà ancora nelle parole dell’angelo rivolte poco dopo a Maria (v. 31): «Concepirai nel tuo seno un figlio e lo darai alla luce». Perché l’angelo non si limita a dire: «Concepirai un figlio e lo darai alla luce», ma aggiunge pleonasticamente «nel tuo seno»? Appunto per sottolineare il riferimento alla profezia di Sofonia, nella quale compare per due volte questa espressione1. Abbiamo qui un indizio chiaro che quel bambino che sarà concepito nel seno di Maria non sarà soltanto il Messia, ma Dio stesso. Torneremo fra poco su questo punto. «Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo? Non conosco uomo”» (v. 34). 1
Si veda a questo proposito la trattazione magistrale di MAX THURIAN, in Maria Madre del Signore, immagine della Chiesa (trad. dal francese), Morcelliana, Brescia 1964, pp. 25 ss.
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Queste parole della Vergine Maria, le prime che vengono riportate nel Vangelo, hanno dato luogo a diverse interpretazioni, e la discussione continua ancora oggi. L’interpretazione tradizionale, almeno da S. Agostino in poi, vede espresso in queste parole un proposito di verginità da parte di Maria. Infatti Maria era già promessa sposa di Giuseppe. Che senso allora potrebbe avere la sua risposta: «Non conosco uomo» (cioè non ho rapporti con uomo) se non quello che non vuole avere in futuro rapporti con Giuseppe? Altri autori invece dicono che Maria voleva solo dire che in quel momento non conosceva ancora Giuseppe2, in quanto non era ancora andata ad abitare con lui. Ma in questo caso le si sarebbe potuto rispondere: «Non lo conosci adesso, ma lo conoscerai». Infatti l’angelo dice: «Concepirai», al futuro. Infine un’altra interpretazione3 si basa sulla profezia di Is 7, 14: «Ecco, la vergine concepirà». Maria avrebbe dunque inteso dire così: «Come avverrà questo dal momento che, in base alla profezia di Isaia, io dovrei rimanere vergine?». I punti deboli di questa interpretazione sono che essa tira troppo la grammatica, oltre i limiti di elasticità, e introduce dei presupposti estranei ai dati del testo. Bisogna poi tenere presente che al tempo di Maria l’interpretazione di almah nel senso di vergine non era affatto comune. Il Laurentin4 conclude a questo punto, rispondendo a quanti ritengono anacronistico un proposito di verginità da parte di Maria: «La pratica della verginità era in uso presso gli esseni, e la troviamo molto diffusa fin dalla prima generazione cristiana. Infine Maria era spiritualmente in condizione di essere all’avanguardia di questa scoperta». «Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio”» (v. 35). Molti studiosi hanno visto nella prima parte di questo versetto una stretta affinità con Esodo 40, 30-35: «Allora la nube coprì la tenda del convegno e la Gloria del Signore riempì la dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno perché la nube dimorava su di essa e la Gloria del Signore riempiva la dimora». Seguendo da vicino la trattazione di A. Serra5 possiamo fare corrispondere i due testi in questo modo: Come quando offro una sigaretta a qualcuno e quello mi risponde: «Grazie, non fumo», io capisco che non ha intenzione di fumare neanche in futuro. 3 Cf. in particolare J. P. AUDET, L’annonce à Marie, in Rev. Bibl. 1956, 63, pp. 365-372. 4 R. LAURENTIN, La Vergine Maria, Paoline, Roma 1983, p. 56. 5 A. SERRA, Voce «Madre di Dio» in NDM, pp. 808-809. 2
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S. Luca Esodo Lo Spirito Santo La nube (simbolo della che è la Potenza dell’Altissimo presenza di Dio) scende - copre con la sua ombra copre - adombra Maria. la tenda del convegno. Perciò il grembo di lei Perciò la Dimora darà vita è riempita a Uno che sarà chiamato dalla Gloria di Dio. Santo-Figlio di Dio. La forza del parallelismo, scrive P. Serra, sta qui: come la nube che avvolge la tenda del convegno significa che l’interno della Dimora è riempito dalla Gloria di Jahvé, così la Potenza dello Spirito che scende e adombra Maria fa sì che il grembo di lei sia riempito dalla presenza di un Essere che sarà Santo-Figlio di Dio. L’aspetto più importante degli accostamenti sopra rilevati sta nell’equivalenza fra «la Gloria di Jahvè» da una parte e gli appellativi «Santo-Figlio di Dio» dall’altra. Detto in altre parole: il bambino che dovrà nascere da Maria sarà di natura divina. Pertanto i titoli «Santo» e «Figlio di Dio» sono da intendere nel loro senso pieno6. Alla fine il P. Serra cita S. Lyonnet: «Questa presenza divina che aveva per il passato dimorato sul tabernacolo, riempita la dimora tanto da proibirne a Mosè l’entrata, poi abitato il tempio di Gerusalemme, o più esattamente la parte più segreta di questo tempio, il Santo dei Santi, questa presenza che doveva infine consacrare il tempio simbolico dell’era messianica, ecco che l’angelo Gabriele annuncia a Maria che sta per realizzarsi e quasi attualizzarsi nel suo seno, trasformando questo seno verginale in un santuario, un Santo dei Santi vivente; questa presenza divina che ella dalla sua infanzia aveva imparato a venerare in un solo luogo della terra, là dove solo il sommo sacerdote entrava una volta all’anno nel gran giorno dell’espiazione, l’angelo Gabriele le insegna oggi che deve ormai adorarla in se stessa!»7. L’ultima parte del versetto 35, nella versione che abbiamo riportato, offre un fondamento solido alla tesi del P. Ignazio de la Potterie8 che vi vede indicata la verginità nel parto. Secondo questo Autore infatti l’aggettivo «santo» qualifica la nascita. Il «nascere santo» implica l’assenza di contaminazione e, più in concreto, della contaminazione dell’effusione del sangue che rende impuCome si vede il P. Serra traduce diversamente da come abbiamo fatto noi la seconda parte del versetto, rendendolo così: «Per questo colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio». Ho preferito l’altra traduzione, che è quella riveduta della CEI (1997), per i motivi che vedremo subito. 7 0S. LYONNET, Il racconto dell’Annunciazione e la maternità della Madonna, in La scuola cattolica 82 (1954), p. 441. 8 I. DE LA POTTERIE, Il parto verginale del Verbo Incarnato, in Marianum 45 (1984), pp. 127-174. 6
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ra la donna (cf. Lv 12, 2. 5; 18, 19). Così quando l’angelo dice che il bambino «nascerà santo» indica che il parto sarà verginale. Ecco la serva del signore: avvenga di me secondo la tua parola (v. 38). Queste parole della Beata Vergine sono commentate con chiarezza e profondità da Bastiero de Eleizaide9 nel modo seguente. Egli distingue due parti: a) «Ecco la serva del Signore». Questa frase costituisce la definizione che Maria dà di se stessa. È il terzo nome che questa narrazione attribuisce alla Vergine. Il primo le fu imposto dagli uomini (Maria), il secondo le fu assegnato da Dio (Piena di grazia), il terzo fu scelto da lei stessa ed è quello da lei preferito (Serva del Signore). Questo nome ha un chiaro sapore veterotestamentario: Anna, madre di Samuele, si denomina «la serva del Signore» (cf. 1 Sam 1, 11), e lo stesso fa Ester (4, 17); ugualmente Mosè (cf. Gs 14, 7), Giosuè (cf. Gs 24, 29), Davide (cf. 1 Re 8, 26) sono tutti «servi del Signore»; e in un modo collettivo Israele è, per eccellenza, il servo del Signore (cf. Ne 1, 6). Sotto questa forma Maria si associa agli anawim o poveri di Jahvé, che appartenendo a Lui ricevono la sua protezione e assistenza. b) «Avvenga in me secondo la tua parola». Maria, la serva del Signore, accetta la parola di Jahwè, cooperando positivamente e in una forma immediata all’opera di Dio enunciata dall’angelo. Maria dice un sì libero e cosciente al concepimento umano del Figlio di Dio. Qui si radica la grandezza del fiat di Maria, che fu essenzialmente un atto di fede e di obbedienza, che colloca la Beata Vergine nel cuore stesso della storia della salvezza.
La Visitazione Nell’episodio della Visitazione balza agli occhi l’accostamento che S. Luca fa tra Maria e l’Arca dell’Alleanza (cf. 2 Sam 6, 1-11; 1 Cr 15, 3-16, 2). L’Arca e Maria salgono attraverso il paese di Giuda: nel primo caso c’è la gioia del popolo, nel secondo c’è la gioia di Elisabetta. Nel primo c’è l’esultanza di Davide, nel secondo c’è l’esultanza del Battista. Davide esclama: «Come potrà venire a me l’arca del Signore?» (2 Sam 6, 9). Elisabetta esclama: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?» (Lc 2, 43). L’arca del Signore rimase tre mesi in casa di Obed-Edom (2 Sam 6, 11). Maria rimase tre mesi in casa di Elisabetta (Lc 2, 56).
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J. L. BASTERO DE ELEIZAIDE, María, Madre del Redentor, Ed. Università di Navarra, Pamplona 2004, pp. 141-142.
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Da tutto ciò appare chiaro che S. Luca considera Maria come la vera Arca dell’Alleanza, poiché ella racchiude nel suo grembo il vero Figlio di Dio. Si può quindi dire che l’Arca è una prefigurazione di Maria, secondo il senso tipico. Di conseguenza, «se l’arca era sede misteriosa di Dio, il grembo di Maria fu sede fisica del Dio incarnato. Se, per questo, l’arca, costruita con legno incorruttibile, era degna della massima venerazione – e bene fece Davide preoccupandosi di portarla in seno al popolo di Israele nel modo più degno – similmente fu cosa degna che il corpo di Maria, preservato dalla corruzione, fosse trasferito nella città celeste, fra il gaudio degli angeli e dei beati»10. Per questo nella Messa della Vigilia dell’Assunzione viene presentato il Libro delle Cronache, citato sopra. Vediamo adesso di analizzare alcuni punti della narrazione evangelica della Visitazione. Quando Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, che la visitava, ripiena di Spirito Santo «esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”» (v. 42). Qui, fra le tante cose che si possono notare, possiamo osservare col Laurentin11 che, se non si trattasse di un testo ispirato, potremmo vedere il cristocentrismo in difetto. La benedizione del Figlio infatti non dovrebbe venire prima di quella della Madre? E così pure quando subito dopo Elisabetta si meraviglierà per la visita della Madre del Signore, non sarebbe stato più ovvio che si meravigliasse della visita del Signore, più che di quella della Madre? E ancora quando dirà che il bambino ha esultato nel suo grembo alla voce del saluto di Maria, non sarebbe stato meglio riferirsi piuttosto all’azione di Gesù racchiuso nel grembo materno? Questa esaltazione di Maria, naturalmente sempre nella luce di Gesù, è uno dei motivi dominanti del primo capitolo di S. Luca. «A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?» (v. 43). Questo testo è fondamentale per quanto riguarda la base biblica dell’appellativo «Madre di Dio» dato alla Vergine. Infatti si può facilmente dimostrare12 che qui il termine Signore non è soltanto regale e messianico, ma indica Dio, Jahwè. «Madre del Signore» è quindi equivalente a «Madre di Dio». «E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (v. 45). È la prima beatitudine del Vangelo: la beatitudine della fede! G. BRESSAN, Immacolata Concezione e Assunzione di Maria, in Parola per l’assemblea festiva 63, Queriniana, Brescia 1972, p. 65. 11 R. LAURENTIN, La Vergine Maria, cit., p. 31. 12 A. SERRA, Cf. Voce «Madre di Dio» in NDM, p. 811. 10
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Ed è rivolta a Maria, la prima credente cristiana13. Passiamo adesso a esaminare alcuni aspetti del Magnificat, il cantico di Maria (vv. 46-55). Scrive S. Zedda, esaminando il cantico nel suo insieme: «Lo sguardo della fede fa vedere a Maria Dio come padrone e guida della storia della salvezza; le fa comprendere le linee del modo in cui Dio dirige gli avvenimenti: egli mette da parte i potenti della terra e innalza quelli che non contano, l’umile gente, i poveri, tra cui ella vede se stessa: ha guardato all’umile condizione della sua serva; grandi cose ha fatto per me l’onnipotente. Nel Magnificat c’è veramente la creatura che “si gloria di Dio solo”, secondo l’espressione con cui S. Paolo riassume la spiritualità di fede di Abramo, dei profeti, dei salmisti e dei credenti del Nuovo Testamento (cf. Rm 3, 27; 4, 1-8; 1 Cor 1, 29-31; 2 Cor 10, 17; Ef 2, 9)»14. «Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (vv. 51-53). Qual è il senso esatto di queste parole? Se noi ci guardiamo attorno vediamo che anche oggi nel mondo, il più delle volte, i ricchi dominano con prepotenza e i poveri e gli umili vengono oppressi. In che senso dunque la Beata Vergine ha detto che la situazione è capovolta? Dobbiamo portarci su un piano di fede. Con la venuta in mezzo a noi del Figlio di Dio ci sono dati dei beni immensurabili sul piano della grazia. Siamo divenuti ricchi davanti a Dio, anche se siamo poveri di beni materiali. Anzi, questi doni vengono dati ai poveri: «Beati voi, che siete poveri, perché vostro è il regno di Dio» (Lc 6, 20). I ricchi invece non accolgono i doni di Dio, e conservano solo le loro ricchezze materiali. Ma che cosa sono queste ricchezze materiali in confronto a quelle spirituali? Quasi nulla. Per cui la situazione è capovolta: i poveri sono diventati ricchi e i ricchi sono diventati poveri15. Concludiamo questo breve esame del Magnificat con le belle parole di Paolo VI: «Questo canto è la preghiera per eccellenza di Maria, il canto Si noti che la beatitudine della fede è anche l’ultima che compare nei Vangeli, quando Gesù dice: «Beati quelli che credono pur senza aver visto!» (Gv 20, 29). Abbiamo così una grande «inclusione semitica», che racchiude il Vangelo, il lieto annunzio, entro la beatitudine della fede. 14 S. ZEDDA, Maria nel Vangelo dell’infanzia di San Luca, in Rivista del clero italiano 57 (1976), 1, p. 22. 15 In questo senso vanno interpretate anche le parole di S. Giacomo (Gc 5, 3): «Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine». Da che mondo è mondo non si è mai visto che l’oro e l’argento si arrugginiscano! Ma da quando sono entrati nel mondo i beni della salvezza portati da Gesù, accolti dai poveri e rifiutati dai ricchi, l’oro e l’argento di questi ultimi sono stati infinitamente svalutati, per cui è come se si fossero arrugginiti. 13
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per eccellenza dei tempi messianici, nel quale confluiscono l’esultanza dell’Antico e del Nuovo Israele, poiché - come sembra suggerire Sant’Ireneo - nel cantico di Maria confluì il tripudio di Abramo che presentiva il Messia (cf. Gv 8, 56) e risuonò, profeticamente anticipata, la voce della Chiesa (...). Infatti il cantico della Vergine, dilatandosi, è divenuto preghiera di tutta la Chiesa in tutti i tempi»16. La nascita di Gesù Dalle pagine di S. Luca (2, 1-19) risulta che il ruolo di Maria è molto attivo. È lei che dà il bambino alla luce. Scrive bene il Feuillet17: «Questo Salvatore, che è la buona novella escatologica, viene scoperto per la prima volta dagli uomini come legato in qualche modo a Maria e inseparabile da lei; il ruolo attivo è esercitato da lei: è Maria che avvolge in panni e adagia in un presepio il Salvatore che i pastori riconoscono da questo segno; così, dunque, è innanzitutto per il tramite di Maria che viene offerta al mondo la sorgente della gioia e della pace». «Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia» (v. 7). È chiaro che primogenito significa solo che Maria prima non aveva avuto altri figli (da cui gli obblighi legali relativi al primo nato). Ma quello che ora più ci interessa è il fatto che molti studiosi antichi e moderni hanno visto nelle parole di S. Luca un delicato accenno al parto verginale e miracoloso. È la madre stessa che dà alla luce il figlio senza l’aiuto di alcuno, è lei che subito lo accudisce, con la massima naturalezza e semplicità. Come poteva trattarsi di un parto normale? Dopo la visita dei pastori leggiamo che «Maria, da parte sua, custodiva tutti questi fatti, meditandoli nel suo cuore» (v. 19). Maria ci appare qui come maestra di contemplazione. Il verbo «meditare» infatti traduce il verbo greco symballo, che significa mettere a confronto. La Beata Vergine quindi metteva a confronto le parole che aveva sentito e le cose che aveva visto, penetrando sempre più nel mistero da cui era avvolta. 16 17
PAOLO VI, Il culto della Vergine Maria (Marialis Cultus), n. 18. A. FEUILLET, La Vierge Marie dans le Nouveau Testament, in Maria, vol. 6, Beauchesne, Parigi 1961, pp. 41-42.
Questo testo è tratto dal volume di P. Roberto Coggi o.p.
La Beata Vergine Trattato di Mariologia Edizioni Studio Domenicano
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pesso si sente dire da chi recita il Santo Rosario che la distrazione si affaccia alla mente quando meno la si aspetta e così durante la preghiera si vaga e ci si divaga in mille altri pensieri più o meno utili. Non è il caso di meravigliarsi, anche grandi santi hanno combattuto la battaglia della distrazione. Personalmente chiamo tutto ciò con il nome di “mosche”. Prima di pregare dobbiamo invocare la Luce dallo Spirito Santo affinché ci aiuti a riconoscere “le mosche” che possano infastidirci. È necessaria non soltanto la richiesta ma anche tutta la nostra collaborazione: le “mosche”, si sa, entrano quando le finestre restano aperte e le nostre finestre sono le “cure per le cose del mondo”. Come fare, ci sono dei percorsi da adottare per imparare a pregare bene col Signore? Anche i Santi Apostoli hanno chiesto a Gesù: ”Signore, insegnaci a pregare!” eppure erano
ovvero le nostre distrazioni sempre accanto a Lui, fianco a fianco in ogni circostanza. Umiltà quindi nel riconoscerci fragili e piccoli di fronte alla Preghiera, bisognosi della Mamma Celeste perché ci guidi e ci sostenga. Impariamo a metterci di fronte a Maria, sapendo che lei si fa presente nella nostra preghiera e ad ogni Ave Maria la nostra mano sarà nella Sua, proprio come fanno i bambini per sentirsi più sicuri e protetti. Ad ogni Ave, presentiamole le persone che conosciamo cominciando proprio da quelle che più sono nostra causa di sofferenza, poi le più bisognose, le malate, le increduli, le abbandonate. Ricorderemo i nostri familiari, uno ad uno, sia viventi che nati al Cielo e così via, seguendo il ritmo calmo del nostro stesso respiro, inserendoci nella contemplazione di ogni mistero. E se alla fine avremo scoperto che, nonostante tutto, la nostra intenzione è rimasta tale, potremo offrire la delusione che proviamo, come preghiera, riproponendoci di ricominciare con pazienza da capo. Umiltà, abbandono, pazienza, perseveranza, ascolto, ecco ciò di cui abbiamo bisogno per imparare a “gustare” il dono di Maria: il Suo Santo Rosario. Stefania
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MESSE DELLA BEATA VERGINE MARIA
ANTIFONA D’INGRESSO Vergine Madre di Dio, colui che il mondo non può contenere facendosi uomo si chiuse nel tuo grembo. Oppure: Salve, Madre Santa: tu hai dato alla luce il Re, che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno. COLLETTA O Dio, che hai mandato dal cielo il tuo Figlio, parola e pane di vita, nel grembo della santa Vergine; fa’ che sull’esempio di Maria accogliamo il tuo Verbo fatto uomo, nell’interiore ascolto delle Scritture e nella partecipazione sempre più viva ai misteri della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. Oppure: Guarda, o Padre, il popolo cristiano che celebra la nascita del tuo Figlio disceso dal cielo; concedi a noi di riceverlo nella fede, come Maria lo accolse prima nell’anima, poi nel grembo verginale, per manifestarlo al mondo con opere di giustizia e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
SULLE OFFERTE Accogli, o Signore, i doni che la Chiesa ti offre nel glorioso ricordo di Maria, che piacque a te per la verginità e per l’umiltà divenne madre del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. PREFAZIO
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Noi ti lodiamo e ti glorifichiamo per il mirabile mistero e per il sacramento ineffabile della maternità di Maria: la santa Vergine concepì il tuo unico Figlio e nel grembo intatto portò il Signore del cielo; colei che non conobbe uomo diviene madre e dopo il parto è sempre vergine. L’umile tua serva esulta del duplice dono della grazia: si stupisce per il concepimento verginale, si allieta perché ha dato alla luce il Redentore. Per mezzo di lui le schiere angeliche adorano il tuo volto e celebrano eternamente la tua gloria. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode: Santo, Santo, Santo...
ANTIFONA ALLA COMUNIONE Beata la Vergine Maria, che ha portato in grembo il Figlio dell’eterno Padre. Cf Lc 11,27 DOPO LA COMUNIONE O Padre, che nel convito eucaristico ci hai dato la gioia di unirci al tuo Figlio nato dalla Vergine Madre, fa’ che testimoniamo nella vita di ogni giorno la sua presenza operante in questo sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Pelle g rinagg io
A
vevo bisogno di pregare, di mettermi di fronte a Dio con i miei difetti e i miei limiti per tornare alla mia vita con una carica maggiore e con un sorriso più aperto per tutti. Per questo la preghiera comune è stata utile, soprattutto quella alla sera nella Cappellina delle Apparizioni… e come non ricordare l’Adorazione al SS.mo Sacramento……! Diversi di noi avevano bisogno di chiarirsi le idee, di avere consigli per i problemi della loro vita… Quante volte, dimenticando i nostri peccati, ci siamo lamentati di tutte le pene che ci affliggono e abbiamo chiesto a Maria di rendere più sopportabile la nostra vita. Ma siamo in grado di confrontare tutte le sofferenze causate da catastrofi naturali a quelle procurate dalle guerre o comunque da tutti gli atti gratuiti di violenza fisica e psicologica che solo noi uomini siamo in
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a Fatima
grado di commettere? Allora, forse, le nostre preghiere a Maria dovrebbero essere soltanto di ringraziamento per quel tanto di bene che ci viene donato da Nostro Signore perché gli unici responsabili di vere sofferenze siamo noi… Mi ha colpito il silenzio durante le varie celebrazioni e la devozione delle persone… segno, questo, di grande fede! C’è stato un continuo confronto che ha messo in evidenza l’aspetto positivo di ognuno ed ha permesso di arricchirci a vicenda… quando lo scopo è vivere secondo la fede, le esperienze vissute insieme sono certamente positive. I momenti di silenzio, di riflessione hanno certamente facilitato il riconoscimento delle nostre colpe e questo, in un mondo che ci spinge sempre più a correre, è qualcosa che non può non migliorarci. Grazie per quest’opportunità.
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† Fontanellato, Novembre 2005 che lo sguardo di Maria possa accompagnare Lei e i suoi, per tutti i giorni dell'anno che presto comincerà... che sia il suo sostegno, la sua speranza e la luce della sua anima. E' questo il mio desiderio più sincero nell'offrirle l'accluso calendario mariano 2006 che, per non superare le nostre povere disponibilità, abbiamo dovuto ridimensionare rispetto a quello inviato negli anni precedenti. Seppur ridotto, però, abbiamo voluto inviarlo perché è anche un modo per ringraziarLa di tutto quello che Lei ha potuto fare a favore del Movimento Domenicano del Rosario che vive solo grazie al contributo di amici e benefattori. A tutti un grazie di cuore! Lei constaterà, poi, come questo Calendario sia una sorta di missionario silenzioso... non c'è bisogno che Lei faccia nulla, che Lei dica nulla. Sarà lo sguardo materno ed amorevole di Maria ad ammorbidire tante anime magari portandole ad una sincera conversione. Tutte le nostre speranze dipendono dall'intercessione di Maria: la pace, l'ordine sociale e morale, la formazione cristiana nel contesto di una società giusta, la crescita nell'ambiente di una famiglia basata sul matrimonio cristiano. Ma come si potrà realizzare tutto questo se gli ammonimenti materni della Vergine, spesso, restano inascoltati e non si cerca la conversione da Lei richiestaci come il maggior tesoro cui si possa aspirare? Poi, come possiamo stare tranquilli finché vi sono persone a cui nessuno ha ancora portato la corona, a cui nessuno ha insegnato a “gustare” la corona con cui Maria ha benedetto l'umanità per entrare nei misteri del Figlio Suo secondo lo spirito della lettera enciclica «Rosarium Virginis Mariae» di Giovanni Paolo II ? Ecco perché abbiamo ancora molto da lavorare... e state certi che, se ne avremo gli strumenti e le possibilità, nel nostro piccolo non mancheremo. Ancora grazie per la vostra generosità e... fraterni auguri!
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ono trascorsi alcuni mesi dall’incontro dei collaboratori di luglio e se ho dimenticato i particolari dei due giorni vissuti, ricordo ancora bene le impressioni e le considerazioni che mi hanno lasciato. Quest’anno la conferenza del sabato è stata tenuta da Padre Ennio Staid, il tema era “la figura di San Domenico”… sinceramente desideravo da tempo ascoltare un dibattito sul “fondatore” del Rosario e il Padre Ennio, ripercorrendo le tappe della vita di San Domenico, ci ha completamente coinvolti. Infatti narrava i vari episodi più o meno conosciuti, ripercorrendo la crescita umana di questa persona, facendoci comprendere come gli eroismi del santo fossero il frutto di una quotidianità ordinaria, come la sua santità fosse armonicamente nascosta nella semplicità di un uomo che cerca sinceramente un rapporto con Dio. Ed è in questo rapporto che riesce ad amare le persone tanto da preoccuparsi della loro salvezza eterna, e a spendere la propria vita perché tutti possano conoscere Dio nella verità! Nella conferenza del padre, la carità eroica di San Domenico riceveva tutta la sua consistenza e la sua attualità proprio grazie al lato umano di questo personaggio, ad esempio se è vero che egli trascorreva la notte in preghiera, preoccupato e addolorato per i suoi fratelli peccatori, tanto da piangerne dinnanzi al Signore… è pur vero che durante il giorno “crollava” vinto dalla stanchezza. Se è vero che conosciamo l’episodio in cui il santo, dopo aver discusso tutta una notte, riuscì a convertire un oste “ammalato” di eresia
Incontro dei collaboratori a Fontanellato Luglio 2005
Una presa di coscienza 17
catara, è pur vero che lo strazio che provò San Domenico nel constatare il veleno sottile e letale di quell’eresia, segnò la svolta della sua vita. I catari esaltando la divinità di Gesù, in nome di una virtuosa vita ascetica, disprezzavano ogni aspetto dell’umanità… per salvarsi occorreva elevare lo spirito, schiacciando tutto quello che apparteneva alla materialità: gioie, dolori, problemi e risoluzioni, progetti e difficoltà, giovialità e condivisione. San Domenico cercava invece quell’armonia fra il corpo e l’anima, che Gesù stesso ci ha insegnato e grazie alla quale ci può donare la Sua salvezza: esiste forse un’eresia più attuale nel mondo “religioso” moderno? Non sono forse i “santoni” avulsi dalla realtà a riscuotere maggior successo? E non è una tentazione per ciascuno di noi prediligere le “cose spirituali” per dimenticarci innocentemente delle esigenze della realtà? Magari proprio di quelle realtà più deludenti, insignificanti, che chiedono solo la nostra fatica? Forse di quelle realtà a cui ci richiamano sgradevolmente proprio i nostri “prossimi”!!! San Domenico ha fondato un ordine disciplinato da una struttura piramidale… unica differenza rispetto a seguenti analoghi ordinamenti, l’uguale dignità fra i vari membri, l’interscambio nel ricoprire i vari ruoli, ma soprattutto il dialogo, la condivisione che è alla base di ogni scelta e decisione. Se nel nostro amore per il rosario abbiamo respirato anche un po’ del profumo di San Domenico (o viceversa eh eh!) ecco forse perché alcuni di noi percorrono
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tanta strada, almeno due volte l’anno, per condividere un cammino di crescita comune. Infatti la domenica è stata interamente dedicata ad uno scambio fra i di noi… Padre Mauro ha introdotto gli argomenti, facendo un po’ il punto sulle varie realtà, sui problemi con i quali spesso ci confrontiamo, su quanto facciamo fatica a comprendere e magari a proporre e su quanto siamo comunque riusciti a realizzare… A questo proposito quest’anno sono rimasta piacevolmente stupita: se solitamente il dialogo o la discussione si svolgevano rispettivamente fra Padre Mauro e coloro che singolarmente intervenivano, quest’anno il dialogo si è svolto principalmente fra i vari collaboratori. Questo mi ha testimoniato una presa di conoscenza della propria appartenenza al Movimento da parte di ognuno di noi… se il collaboratore di un’altra regione ha un problema, non posso disinteressarmene delegando il promotore! Se è vero che apparteniamo alla stessa Famiglia è mio diritto e mio dovere essere parte attiva della discussione, esprimendo il mio parere. Certo non è semplice riuscire ad intervenire con quella carità che consente all’altro di comprendere e non è immediato riuscire ad ascoltare quello che l’altro ci sta proponendo… ma consci di quanto la condivisione sia quella fatica che ci dona un’unione sincera, siamo grati alla Vergine di tutte le opportunità che ci vorrà donare per crescere alla sua scuola: il Rosario non è forse quella preghiera in cui si parla dopo aver ascoltato i fratelli?! G.I.
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L’amore per la vita e la devozione a Maria di Giovanni Paolo II Altri Pontefici prima di Giovanni Paolo II, come il beato Pio IX e Pio XII, hanno mostrato una profonda devozione alla Vergine, ma quanto fatto dal Papa polacco al fine di riportare Maria al centro della vita cristiana è veramente straordinario. Giovanni Paolo II si è affidato a lei totalmente, ha mostrato sempre il suo amore con la preghiera costante e la perenne invocazione di Maria. Un universo, quello che lega il Pontefice a Maria, che uno specialista del tema, il teologo carmelitano padre Jesús Castellano Cervera O.C.D., professore ordinario di Teologia Dogmatica, Liturgia e Spiritualità presso la Pontificia Facoltà Teologica “Teresianum” ha cercato di scrutare in questa intervista: “Totus Tuus”, è insieme il motto ed il programma di Giovanni Paolo II. Come si spiega una tale devozione alla Santa Vergine? Tre mi sembrano le ragioni che hanno ispirato questo motto che il Papa ha voluto nel suo stemma episcopale e poi papale. La prima, probabilmente, è il riferimento concreto a Maria come Madre amatissima per la perdita prematura della mamma; un fatto che ha accresciuto nel tempo il suo affidamento a Maria, sulla scia della grande devozione del popolo polacco alla Madre di Dio. In secondo luogo, ha influito la lettura del libro di San Luigi Maria Grignion de Monfort, il “Trattato della vera devozione a Maria”, che era il suo libro preferito in gioventù ai tempi del suo lavoro alla Solvay. Ho sentito personalmente dalle labbra del Papa il ricordo della lettura di questo libro che ormai aveva le pagine “ingiallite”. In terzo luogo la sempre più grande responsabilità che a lui veniva affidata lo ha portato a confidare totalmente in Cristo e nella Madre di Dio, come ha ripetuto anche nel momento di accettare l’elezione a Papa il 16 ottobre 1978. Sia nelle vicende personali che nel proprio percorso di fede, Giovanni Paolo II ha manifestato una grande attenzione al profondo legame che c’è tra la maternità e la difesa della vita – sua mamma respinse l’invito dei medici ad abortire –. E durante il suo Pontificato non ha mai esitato a gridare in difesa della vita invocando l’intercessione di Maria. Non a caso l’Enciclica “Evangelium Vitae” si conclude con una preghiera a Maria. Ci aiuta a comprendere il senso profondo di questo legame?
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Giovanni Paolo II ci ha lasciato un messaggio straordinario sull’amore alla vita, dall’inizio fino alla fine, espresso con un forte messaggio nell’Enciclica “Evangelium Vitae”. Oltre al normale e tradizionale insegnamento della Chiesa che il Papa ha recepito e trasmesso, ma ha anche difeso nei profondi cambiamenti in ambito culturale, medico e bioetico della fine del secolo XX, vi sono due ragioni che ci aiutano a capire questa difesa della vita. Da una parte la formazione etica del Papa, la sua fedeltà alla morale ma con la sapienza e la sensibilità sul valore della persona umana, dei suoi diritti, del valore assoluto della vita che porta il germe e l’immagine del Creatore. È la sua visione teologica, rafforzata da un metodo filosofico personalista. Già nella sua prima Enciclica, “Redemptor hominis”, al n. 13, riecheggiando la dottrina della “Gaudium et spes” n. 22 – un numero di forte spessore. La sua accorata preghiera che chiude l’Enciclica “Evangelium vitae” nasce da queste ispirazioni del suo cuore, dalla responsabilità storica del suo magistero per il futuro, dalla sua visione soprannaturale del mistero della vita alla luce del mistero dell’Incarnazione. Il segreto della Madonna di Fatima; l’attentato – conclusosi positivamente – al Santo Padre del 13 maggio 1981 (nel giorno e nel mese dell’inizio delle apparizioni mariane a Fatima) e la caduta del comunismo, con la dissoluzione dell’URSS, siglata ufficialmente con la nascita a Minsk della “Comunità di Stati indipendenti”, l’8 dicembre 1991 (Solennità dell’Immacolata Concezione). Che cos’è che lega insieme questi fatti così differenti? Sulla scia di questi eventi, considerati alla luce della fede, il Papa non ha esitato a leggere in chiave simbolica e realista un loro intimo legame storico e soprannaturale, che dovrà essere ancora approfondito nel tempo. È in questa lettura teologica ed interpretativa da parte del Papa che si collocano i suoi viaggi a Fatima e la consacrazione del mondo alla Vergine Maria. Come segno visibile di questa sua lettura degli eventi, del considerare una grazia particolare
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l’essere stato liberato dalla morte nell’attentato del 13 maggio 1981, il Papa ha voluto che la pallottola dell’attentato venisse incastonata nella corona della Vergine di Fatima. Per questa ragione ha introdotto nel Calendario della Chiesa universale la memoria liturgica della Vergine di Fatima il 13 maggio. Quando nel 1978 Giovanni Paolo II venne proclamato Papa, la devozione mariana non suscitava particolare fervore nella gente. Oggi invece si assiste ad una rinascita di movimenti, associazioni, gruppi di preghiera e di pellegrini mariani. In che misura e in che modo il Pontefice ha influito su questa rinascita? Come tutti gli storici della mariologia concordano per varie cause, dopo il Concilio Vaticano II si è notata una crisi della devozione mariana. Paolo VI ha fatto molto per restituire al popolo di Dio il fervore di questa devozione con la teologia, la liturgia, la promozione della pietà popolare. Basti pensare all’Esortazione “Marialis Cultus” del 1974. Giovanni Paolo II ha dato un impulso decisivo a questo ricupero, con la sua testimonianza personale, con la promozione della preghiera del Rosario, fin dalle primissime esortazioni dell’Angelus nel mese di ottobre del 1978, con i suoi pellegrinaggi ai santuari mariani nei suoi viaggi apostolici ed il costante affidamento dei popoli alla Santa Madre di Dio, con alcuni documenti di grande valore come l’Enciclica “Redemptoris Mater” del 1987 e la Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae” del 2002 e i rispettivi anni mariani del 1987-1988 e del 2002-2003. Tanti movimenti mariani hanno trovato nel Papa una guida ed un incoraggiamento. E su questa scia devono vivificare costantemente nella genuina pietà liturgica e popolare, una presenza viva di Maria nel mondo di oggi. Apparso su ZENIT il 17 aprile 2005.
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GIA UN MILIONE DI FEDELI ALLA SUA TOMBA Ogni giorno si calcola che siano almeno 23.000 le persone che si recano per un momento di preghiera nel luogo in cui riposa Giovanni Paolo II. Una processione infinita che non conosce pause. Già un milione. E la processione prosegue al ritmo costante di circa 23mila al giorno. E «non vengono a pregare per il Papa, vengono a pregare il Papa». Un «sentimento popolare» che si è «manifestato immediatamente», e «Benedetto XVI ha notato che c’è stato subito il primo requisito per dare inizio alla causa, che è la "fama di santità"». Dura da un mese, per la precisione dal 12 aprile scorso, la piena che alimenta senza sosta il fiume di fedeli che si reca a rendere omaggio alla tomba di Giovanni Paolo II. «Nessuno immaginava un fatto del genere», ammette in questa intervista ad Avvenire monsignor Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, arrivato a questo duplice incarico proprio alla vigilia della morte di Papa Wojtyla. Era la fine di marzo, non è vero? «Sì, esatto. Sono venuto in maniera definitiva a Roma il 31 marzo scorso. Ricordo che il giorno dopo monsignor Stanislao Dziwisz mi telefonò dicendomi che il Santo Padre stava morendo, e se volessi prendere la sua benedizione. Mi precipitai... e cosa devo dire?... Davvero mi sembrava che stesse morendo un santo. Lo vidi nel suo letto, come già avvolto nel mistero di Dio, gli occhi limpidi, mentre un sacerdote polacco leggeva brani della Passione». E intanto, proprio quel giorno, iniziava quello che sarebbe diventato l’immenso abbraccio dei fedeli a Giovanni Paolo II. «Era venerdì sera. I gendarmi mi chiamarono per dirmi: "Eccellenza, la piazza si sta riempiendo di gente, ci saranno già sessantamila persone, sembra Pasqua. Che facciamo?". Mi venne l’idea di scendere giù e di dire il rosario, che iniziai, ricordo, dicendo: "In questa piazza il 16 ottobre del 1978 il Papa gridò di spalancare le porte a Cristo, oggi abbiamo la certezza che Cristo sta spalancando le porte a lui"». Ci si aspettava una partecipazione del genere? «No, davvero nessuno immaginava un fatto di queste proporzioni. Si è trattato di un qualcosa che ha preso di sorpresa anche noi. Pur amando il Papa, e venerandolo, chi poteva prevedere quello che è successo? Una cosa mai vista, impressionante e commovente. Decidemmo di non chiudere la Basilica la notte, salvo quel paio d’ore necessarie per la manutenzione, proprio perché non si riusciva a contenere tutta quella folla, che veniva a San Pietro mossa da una commozione incontenibile, da un senso di orfananza, per dirgli tutto il suo affetto, l’affetto che si nutre per i santi».
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Un fiume di fedeli che è continuato a scorrere anche dopo le esequie. Quante persone hanno già visitato la tomba di Papa Wojtyla? «Oh, probabilmente oltre un milione. Dopo l’afflusso impressionate dei primi giorni, non appena il 12 aprile è stato consentito l’accesso alla tomba di Giovanni Paolo II, questa piena non si è mai arrestata. I gendarmi hanno calcolato che continua a una media costante di circa 23mila persone al giorno, senza interruzione. La richiesta è continua. Per questo abbiamo preso la decisione di creare un percorso ad hoc per le Grotte, tutto sotterraneo, con ingresso da sotto la Cappella Sistina, sulla destra guardando la basilica, e l’uscita da Largo Braschi, sul lato opposto, altrimenti il flusso di visitatori della tomba di Giovanni Paolo II occuperebbe tutta la basilica, che a sua volta ogni giorno è visitata da altre ventimila persone. Un flusso di persone che è superiore a quello del Giubileo!». La domanda è di quelle scontate, ma credo anche naturale: che cosa vengono a fare? «Guardi, le racconto una cosa. Al termine del funerale, il venerdì 8 aprile, scendemmo nelle Grotte per la tumulazione. A un certo punto rimasi sotto con i sampietrini (come sono chiamati gli operai della Fabbrica di San Pietro, ndr) per chiudere il vano sepolcrale. Prima che fosse collocata la pietra bianca, mi hanno chiesto: "Eccellenza, possiamo inginocchiarci e pregare?". Dissi di sì, ovviamente, e chiesi loro per quali intenzioni volessero pregare. Mi risposero: "Preghiamo il Papa della famiglia, perché benedica e protegga le nostre famiglie". Ecco, le ho voluto raccontare questo episodio perché questa idea del "Papa per la famiglia" l’ho percepita in modo chiaro». Qualche episodio particolare? «Ricordo benissimo una madre che pregava per la guarigione del figlio malato, o un altra che pregava anch’essa per suo figlio che aveva perso la fede e il matrimonio vacillava... Gli episodi sono tanti: non si prega per il Papa, si prega il Papa. Ogni giorno raccogliamo due ceste piene di lettere indirizzate che i fedeli lasciano davanti alla tomba». Che cosa ha provato quando ha saputo che sarebbe stata avviata subito la Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II? «Un’enorme emozione! Il 28 aprile scorso sono stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI, che prima di me aveva visto il cardinale Camillo Ruini. E il Papa mi ha detto di aver dato al cardinale il suo assenso all’inizio della Causa. Ho ripensato ai brividi provati il giorno del funerale quando, sulla piazza, vidi quel grande striscione che diceva "Santo subito". Ecco, credo che Benedetto XVI abbia notato che, per Giovanni Paolo II, s’è manifestato subito quello che è il primo requisito per dare inizio al processo, che è la fama di santità. Per cui, come ho detto, ho provato un’emozione grandissima, la stessa che ebbi quando Papa Wojtyla diede il suo assenso all’introduzione anticipata della causa di Madre Teresa di Calcutta, alla quale ero molto legato e che aveva avuto la bontà di farmi dono della sua amicizia».
Salvatore Mazza da Avvenire del 14 Maggio 2005
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L
‘obiezione più frequente e disarmante alla quale spesso dobbiamo rispondere è: «perché un movimento di preghiera, come il Movimento Domenicano del Rosario, si preoccupa di autofinanziarsi?». Se ci proponessimo come gruppo interessato ad opere di solidarietà, certamente ognuno contribuirebbe secondo la propria disponibilità; ma dinnanzi ad un movimento che ha come fine principalmente la promozione della preghiera del rosario… spesso si rimedia un’alzata di spalle e qualche sguardo sbigottito! La risposta a questa obiezione purtroppo non è semplice, perché innanzi tutto bisognerebbe scoprire se chi abbiamo dinnanzi crede a quello che cerchiamo di offrire… Tante fra le nostre attività sono proposte con grande liberalità e senza alcun onere per i beneficiari appunto perché vi sono persone che nel silenzio promuovono manifestazioni benefiche al fine di garantirci quel minimo di libertà economica utile per non gravare su alcuno… ma se dovessimo eliminare questi sforzi conseguentemente dovremmo poi abbandonare anche tali attività… - dovremmo forse rinunciare alla sovrabbondante e gratuita diffusione di tutto il materiale utile a divulgare le associazioni del Santo Rosario? - anziché chiedere un’offerta, dovremmo inviare la nostra rivista solo a coloro che corrispondono un regolare abbonamento? - potremmo rinunciare ai vari raduni del rosario, privandoci: dell’opportunità di godere gli uni della presenza degli altri, di quello scambio reciproco che rende dinamica la nostra comunione, dell’ascolto di persone che possono aiutarci nel nostro cammino di crescita… In un’ottica che non vuol dare il giusto senso e il giusto peso alle cose concrete non si riesce poi a combinar nulla e tutto può diventare superfluo… - pensiamo alle energie impiegate per portare l’immagine della Madonna nelle famiglie e nelle parrocchie, tutto il lavoro precedente che ha reso possibile la realizzazione di questo progetto e quanto assicura una continuità all’esperienza della Peregrinatio Mariae. - pensiamo al continuo nonché dispendioso “pellegrinare” del Promotore del rosario? Perché chiedergli di raggiungerci con la predicazione nelle nostre realtà, sempre così numerose e distanti l’una dall’altra? - pensiamo alla gestione di un Centro del Rosario… di una Segreteria del Movimento che con estrema fatica riesce a rispondere alle varie sollecitazioni che giungono da più regioni, costretta quotidianamente a confrontarsi con quei costi fra i più comuni ad ogni famiglia: le “solite
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bollette”, le “solite fatture” e gli inevitabili imprevisti. Ecco perché se qualcuno che è indifferente a tutto il nostro lavorio per sostenere tale opera, afferma che possiamo accontentarci di quanto abbiamo, della nostra preghiera personale, del nostro prezioso e luccicante tallero… tremiamo pensando alla fine di coloro che per timore di sprecare troppe energie, lo hanno sotterrato. Mentre cerchiamo di convincere il nostro panettiere ad acquistare un biglietto della lotteria, sentiamoci impegnati nel rispondere ad un invito: «Volete lavorare nella vigna del Signore?» In una famiglia si condividono e si gestiscono insieme gioie e preoccupazioni, le cose più sublimi e quelle più meschine, ma se ognuno cominciasse a dire: «personalmente affronterò solo le cose più belle e più felici, il resto non importa…, e se volete, fatelo voi» la famiglia in quanto tale cesserebbe di esistere… anche noi, membri della “famiglia del Rosario”, come tralci di un’unica vite, dovremmo preoccuparci dei vari aspetti che sono propri del nostro Movimento e della sua crescita: da quelli più spirituali a quelli più concreti e materiali. Allora, stanchi di giustificare le nostre preoccupazioni a chi vuol chiudere il proprio cuore, secondo la disponibilità che la Vergine ci ha donato, certi che con la nostra preghiera, le nostre offerte e il nostro concreto impegno, stiamo accumulando un tesoro là dove non dobbiamo temere né tignola e né ruggine! Ilaria
P.S. Ops, forse qualcuno si sta già chiedendo che cosa può fare ?! Bè, potremmo cominciare compilando il bollettino di c/c postale che è allegato ad ogni numero di Rosarium... oppure offrendo a Padre Mauro la nostra disponibilità: la Madonna saprà certamente suggerirgli come utilizzare il nostro piccolo tallero!!!
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La “Peregrinatio Mariae” è stata promossa: ◗ dall'equipe di collaboratori nelle provincie di Milano e Varese: a Rescaldina (Mi) dalla famiglia Battilana dal 2 al 9 maggio; a Dairago (Mi) dalla famiglia Mario e Teresa Cozzi dall’11 dicembre al 12 febbraio 2005; a Busto Arsizio (Va) dalla famiglia Aldo Biagi e Francesca Cappelli dal 9 al 16 maggio; dalla famiglia Irenio Del Vecchio dal 16 al 22 maggio; dalla famiglia Venneri Sanzo dal 22 al 31 maggio; a S.Macario di Somarate (Va) dalla famiglia Bocale D'Apolito dall’1 al 15 giugno.
◗ dall'equipe di collaboratori in diocesi di Udine: a Martinazzo: da Milko De Luca dal 13 al 20 agosto, dal 17 ottobre al 2 novembre, dal 19 dicembre al 28 dicembre, dal 3 all’8 gennaio 2005, dal 22 al 25 marzo; dal 6 al 25 maggio; a Alesso: da Angela Pupin dal 20 agosto al 19 settembre; a Tolmezzo: da Livio e Antonietta Cautti dal 19 settembre al 10 ottobre; a Tarcento: da Manuela Cainero dal 10 al 17 ottobre; a Udine: da Prima Passuello dal 2 novembre al 19 dicembre; da Ennio Francescato dal 28 dicembre al 3 gennaio; dalla famiglia Bazzaro Soravia dall'8 al 22 gennaio; dalla famiglia Graziano e Teresa Macor dal 15 aprile al 6 maggio; dalla famiglia Barile Mattioni dal 25 al 31 maggio; dalla famiglia Pierluigi Palestina dal 31 maggio al 10 giugno; da Elettra Gasparotto dal 10 al 24 giugno; alla Comunità PIERGIORGIO dal 24 giugno al 1 luglio; a Pozzuolo del Friuli: dalla famiglia Famiglia Franco e Marisa Bellese dal 22 gennaio al 26 febbraio; da Annita Pitilino dal 26 febbraio al 22 marzo; a Gemona: dalla famiglia Michele e Federica Londero dal 25 marzo al 15 aprile.
◗ dal P. Promotore in provincia di Ferrara: a Coronella: nella famiglia di Loriano Vaccai dal 18 al 24 ottobre 2004; nella famiglia di Alberto Lo Verso dal 24 al 31 ottobre; nella famiglia di Guido Patroncini dall’1 al 21 novembre; nella famiglia di Francesca Vadacchino dal 22 al 28 novembre; nella famiglia di Antonio e Rosanna Negri dal 19 al 26 dicembre; nella famiglia di Gianni Negri dal 26 dicembre al 2 gennaio 2005; nella famiglia di Paolo Nichilo dal 9 al 16 gennaio; nella famiglia di Giuseppina Bratti dal 16 al 23 gennaio; nella famiglia di Giulio Lodi dal 23 al 29 gennaio; nella famiglia di Gilberto Cenacchi dal 20 al 26 marzo; nella famiglia di Pietro Malaguti dal 3 al 10 aprile; nella famiglia di Simona Cenacchi dall’11 al 16 aprile; nella famiglia di Gessi Silvia dal 24 aprile all’1 maggio; nella famiglia di Italo Battaglia dall’1 all’8 maggio; nella famiglia di Gabriele Minghini dal 15 al 21 maggio; nella famiglia di Luigi Santi dal 12 al 18 giugno; nella famiglia di Gianni Santi dal 19 al 25 giugno; nella famiglia di Giancarlo Santi dal 26 giugno al 2 luglio; nella famiglia di Graziano Santi dal 3 al 9 luglio. a Madonna Boschi: nella famiglia di Massimo Berveglieri dal 31 ottobre al 6 novembre; nella famiglia di Claudio Manfredini dal 7 al 14 novembre; nella famiglia di Gino Antonioni dal 29 novembre al 5 dicembre; nella famiglia di Fiorella Loberti dal 5 al 12 dicembre; nella famiglia di Ferruccio Calearo dal 12 al 19 dicembre; nella famiglia Zapparoli Toselli dal 6 al 13 febbraio; nella famiglia di Anna Maria Galetto dal 13 al 20 febbraio; nella famiglia di Luciana Querzoli dal 20 al 27 febbraio; nella famiglia di Bruno Fabbri dal 27 febbraio al 6 marzo. a San Martino: nella famiglia di Raoul Gavioli dal 2 all’8 gennaio. a Vigarano Mainarda: nella famiglia di Orietta Trevisani dal 30 gennaio al 5 febbraio; nella famiglia di Gigliola Orsini dal 30 maggio al 5 giugno. a Poggio Renatico: nella famiglia di Maristella Rossetti dal 17 al 23 aprile.
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HANNO INVIATO OFFERTE:
a Castelnovo Monti (Re); Claudio Ceccaroni; Amalia Cerotti; Rosalba Chinellato; Mirella Novasio Ciarimboli; Paolo Cipriani; Giovanni Esposito; Dina Evangelisti; Maria Nuccia Ferrario; Lucia Gallo; Francesco Garrubba; Teresa Gianoli; Londero Silei; Viola Maga; Cinzia Marini; Gabriele Martinelli Tempesta; Giovanni Nosari; Guido e Gabriella Pioppi; Laura Pittiglio; Paola Polverini; Jolanda Pugnetti; Paolo Rubechini; Caterina Sgattoni; Alessandro Talamonti;
2) in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe: Gianna Berti per le Anime del Purgatorio; Giampaola Negri secondo le sue intenzioni; Sara Sabbatani per le Anime del Purgatorio; Prima Pasquello secondo le sue intenzioni; Annarosa Minto per Nereo; Renata Tavano secondo le sue intenzioni; Arieda Tavano; Mariella e Renato Cossio per i vivi e i defunti; Annarosa Minto per Nereo; Domenicane Missionarie di San Sisto di Marotta per la Superiora Generale; Famiglia Radi per Luigi e Gemma, Enrico e Carola, Maria e Paolo, Fulvio e Gino, Mario e Lidia; Giuseppina Bellagamba, Giuliana Bianchi, Di Mare Francesca, Liliana Bartola, Flora Scarpetti e Maria Polenta secondo le loro intenzioni; Monache di Cagli per un'anima defunta che disturba; Giovanna Forma per Luca, Niocla e Giovanna; Grazia Caravaggio per le Anime del Purgatorio; Anna Pirani in suffragio dei defunti; Anna e Teresa Bollini per i cari defunti; Maria Luisa Frigeni.
3) per acquisto di sussidi: Monastero Clarisse della Beata Mattia di Matelica (Mc); Oriano Bezzi Luigi; Mariella e Renato Cossio; Gruppi del Rosario di Napoli; Paolo Vezil; Stefania Pasquali; Parrocchia Madonna delle Grazie di Taranto; Don Massimo di Castel San Pietro (Bo); Ilaria Giannarelli; Famiglia Boggio Carrera; Partecipanti ai raduni del rosario nel mese di settembre; Fondazione RUI di Roma; Parrocchia di Borgonovo Valtidone (Pc); Don Luciano Volpe; Annarita e Dino Romagnoli; Rosina Melissano; Monastero “Ara Crucis” di Faenza (Ra); Monastero “S.Nicolò” di Cagli (Pu); Guido Mozzicafreddo.
4) per le adozioni a distanza: Ambrogio Caserini per Ana Paula Ferriera Caetano; Ambretta Negri per Lucas Oliveira Riston; Giampaola Negri per Isabela Oliveira Riston; Famiglia Seccardini Scarsi per Cristian Inacio da Silva; Famiglia Giacobazzi Breveglieri per Kelly Cristina da S.Aureliano; Ada Giacomello per Matheus Alves Siquiera; Loretta Sangoi per Jorge Matheus Gonçalves; Dorotea Lancellotti per Traina Cristina Ferreira; Marcello Ravaioli per Alex Aparecido Garcia; Famiglia Giantomassi per Amanda Inacio Da Silva; Famiglia Andrea Vanti e Maura Persici per Alex Aparecido Garcia e Tainara Cristina Ferriera; Paola Grisenti per Priscila Catarina de Souza; Famiglia Marangone Tavano per Dantas Bezerra Filho; Milko De Luca per Marcus Vinicius Paulino e Cibele Laiane Fernandez; Famiglia Sandro Tittarelli per Isadora Lorena Matias de Oliveira.
Hanno collaborato con la loro opera: Fratini Fernando; Famiglia Boggio Carrera; Daniela Triaca e Angelo Gazzaniga; Anna Scarpenti; Enrico Veneziani; Comune di Fontanellato (Pr); Comune di Acqualagna (Pu); Comune di Portorecanati (Mc); Circolo “Pro Loco” di Costamezzana (Pr); Parrocchia di Costamezzana (Pr); Maria Pia Bartoli; Ilaria Giannarelli; Elvio Barzotti; Vittoria Radi; Tania Rondani; Stefania Beduzzi; Massimiliano Guerrini; Ciro Re.
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pagina della riconoscenza
1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario: Rosaria Modica; Gruppo del Rosario di Fognano (Ra); Tosca Pretin Carraro; Domenica Verini; Aurora De Dominicis; Gruppo del Rosario di S.Cassiano (Ra); Sorelle Negri; Ida Goi; Domenica Cangiotti; Leonarda Galanti; Claudio Fiorani; Edda Fornasari; Annarita e Dino Romagnoli; Eleonora Ceroni; Altomare De Felice; Anna Rosa Guiducci; Sofia Avella; Francesco Terroni; Sandra Belegni; Anna Stamerra; Luciano Maria Giancotti; Marta Vacchi Fantuzzi; Francesca Cuoghi; Maria Formaggio; Milena Agostini; Gruppo del Rosario di Montodine (Cr); Maria Sandonà; Celestina Baleani Cernieri; Natalina Bruttomesso; Basilica Patriarcale San Domenico di Bologna; Livio Cacitti; Lucia Maria Concetta Cocucci; Lodovico Tampellini; Paola Fabbi; Caterina Della Torre; Raffaele Veneruso; Giuseppina Cavedaschi; Giovanni Gaetano Covezzi; Monica Bianchi; Rosaria D'Aponte; Domenica Cangiotti; Rosina Ferri; Giorgio Bonotto; Nicola Brusciano; Maria Vittoria Marastoni; Sergio Cavelli; Bruna Cicuttini; Vittoria Cipriano; Adelina De Nadai; Emilia Gallazzi; Liliana Garino; Don Luigi Giannotti; Anna Magi; Gabriele Martinelli Tempesta; Diletta Montanari; Giancarlo Riccio; Mario Rongai; Francesco Terroni; Alfredo Tomasetti; Suor Benedetta Tosi; Famiglie partecipanti alle “Vacanze insieme”; Parrocchia di Costamezzana (Pr); Teresa Lazzaro; Carmela Botticella; Bruna Zorzi Campese; Gianna Gerin; Agata Potenza; Angela Dottori Scorticheni; Enrico Baldoni; Riccardo Mariscoli; Roberto Trocchia; Carla Cappannari; Giuliana Cappelli; Vittorio Castellan; Anna Ciola; Domenicane S. Caterina da Siena di Genova; Maria Formaggio; Rosa Perosa; Andrea Raimondi; Rita Ranzo; Domenica Verini; Margherita Tonin; Maria Virgili Carella; Giovanni Mantovani; Partecipanti al Raduno del Triveneto a Monte Santo; Grazia Donatella; Corrado Bergamini; Gabriele Da Ros; Lucia Amadio; Adriana Agordati; Maria Santilli; Paolo Galletti; Cristina Maria Bossa; Francesco Di Giovanni; Angela La Manna; Angela Passoni; Roberto Poggi; Ornella Simoni Vignoli; Mariarosa Gotti Mangili; Luigina Mason; Elisabetta Rocchetti; Graziella Rizzi; Brigida Genovese; Salvatore Balistreri; Maria Rosaria Vairano; Berardino Tizzoni; Adelmo Nedo Casini; Concettina Di Mauro; Stella Maris Ferro; Rita Giuseppetti; Graziella Maria Pasqualini; Maria Pignoloni; Anna Gabriella Perdomini; Ravaioli Lancellotti Dorotea; Alda Salvi Pauri; Attilia Soravia; Anna Stamerra; Gabriella Veratti; Parrocchia S. Gabriele arcangelo di Lugo (Ra); Partecipanti ai raduni del rosario nel mese di settembre; Ondina Scarpin; Famiglia Marangone Tavano; Parrocchia SS. Andrea e Rita di Trieste; Don Paolo Zuttion; Gruppo del rosario di S.Domenico del Padiglione di Osimo (An); Gruppo del rosario di Ascoli; Gruppo del rosario di Villa Ceccolini (Pu); Partecipanti alla «Peregrinatio Mariae» a S.Ignazio di Filottrano (An); Gruppo del rosario di Polverigi (An); Osvaldo Pennacchioni; Gruppo del rosario di Matelica (Mc); Maria Albanese; Giuseppina Balzani; Mirella Caffarra; Anna Maria Carloni; Partecipanti alla «Peregrinatio Mariae»
nuovi iscritti al movimento domenicano del rosario
A) SONO STATI ISCRITTI ALL'ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO VIVENTE: 1. da Daria Gherlani di Staranzano (Go): Nicola Brusciano, Ilenia Petrusic e Federica Falanga di Staranzano (Go); Federico Cecchetti di Trieste; Miriana e Luana Capicci di Mestre (Ve); Cristian Borri, Stefano e Andrea Pasquale di Ronchi dei Legionari (Go); Chiara De Martino di Sagrado (Go); Emiliano Leghissa e Natasa Skerk di Sistiana (Ts); Emanuela Jannone, Gianluca Liniero, Stanislao e Valentina Ruggiero, Vincenzo Maglione, Nicole Albanese e Francesco De Santis di Monfalcone (Go). 2. da Silvana Cavallo di Romans d'Isonzo (Go): Giuseppina e Immacolata Amitrano, Paola e Sergio Beraldo, Loredana Ciccon di Staranzano (Go); Deborah Isersi, Maria Laurencich, Maria Palumbo, Ida Pallaro, Liliana Sanson, Paolo Trebian, Franco e Maria Sgrazzutti di Monfalcone (Go); Lori Pastres Parmesan di Mestre (Ve); Paola Trevisan di Ronchi dei Legionari (Go). 3. dalla segreteria: Claudio Ceccaroni di Montegrimano (Pu); Oscar Rossi di Correggio (Re); Antonio Bacchi di Pianoro (Bo); Fabio Giuliani di Roma; Giovanni Baracchini di Verbania; Vanna Romualdi di Forlì; Cristina Bodon e Teresa Zaltieri di Mantova; Margherita Papetti di Portocorsini (Ra); Giuliano Bagnoli di Correggio (Re); Daniela Vitali e Serena Guerrini di Campagnola Emilia (Re); Maria Lanuto di Carpi (Mo); Gianni Lervinotti di Livorno Ferraris (Vc); Massimo Masserola di Ravenna. 4. da Daria Gherlani di Staranzano (Go): Amelia Bertola, Giorgio Vetta, Luciana Musina e Bruna Boscarol di Monfalcone (Go); Gabriella Codromaz e Cristina Mesaglio di Pozzuolo del Friuli (Ud); Jole Visintin e Rosanna Buso di Staranzano (Go); Grazia Tilaro, Angela Cangialosi, Paola Risso, Giovanni La Vigna, Maria Teresa Muntoni, Antonella Saccà di Cervignano del Friuli (Ud); Annapaola Calligaris di Ronchi dei Legionari (Go). 5. da Angela Lamanna di Accadia (Fg): Carmela e Nina Palumbo di Foggia; Maria Paciello, Nina Salvatore, Rosaria Gallo, Francesco Mirabella, Benedetta Zonnella, Eleonora Andreana, Carmela Marinaccio, Maria Atonia Maselli, Filomena Paparella, Antonella Di Vito, Maria Bonito di Accadia (Fg); Maria Famiglietti di Monteleone (Fg); Cietta Lisi di Roma. B) SONO STATI ISCRITTI ALLA FRATERNITA O GRUPPO DEL ROSARIO: 1. dalla segreteria: Giuseppe Simini di Firenze; Amedeo Nardi di Torvainanica (RM); Fausta Conforti di Roma; Giovanni Malservigi di Punta Marina Terme (Ra); Evaristo De Concilio di Lanuvio (Rm); Pietro Esposito di S.Martino Valle Claudiana (Av); Stefano Zaccaria di S.Pancrazio (Ra); Raffaele Amante di Milano; Miriam Roda di Bologna; Rita Spada di Villanova di Bagnacavallo (Ra); Primo Fornaciari di Ravenna; N.N. di Verona; Roberto Poggi di La Maddalena (Olbia); Luca Papetti di Ravenna; Andrea D'Amico di Rzeczyce (Polonia). 2. dalla segreteria: Clara Cavallaro di Correggio (Re); Maria Grazia Angelini di Ravenna; Massimo Sardano di Cologno Monzese (Mi); Andrea Cirone di Nardò (Le); Antonella Rustignoli di Punta Marina (Ra); Dionisio Blandina, Carla Tretjak e Rosalia Padoan di Opicina (Ts); Marinella Zacchigna, Maria Luisa Cenci, Loredana Longo, Maria Rosa Bonin, Gemma Gradara di Trieste; Carlotta Bassi di Cremona e Miriam Zanuttig di Piedimonte (Go). 3. dalla segreteria: Emanuela Mammarella di Forlì; Rita Bredice di Fabbrico (Re); Mauro Passarini di Marina di Ravenna; Elisa Babini e Fiori Elisa di Ravenna; Fulvia Grignaschi di Arese (Mi); Beatrice Camoni di Piacenza; Luigi Caselli di Parma; Maria Cristina Bettoli di Brisighella (Ra); Emil Radeti di Doberdò del Lago (Go); Stefania Pasquali di Altidona (Ap); Laura Moranti Curletti di Torino; Gabriella Liberatore di Roma; Donatella Mancini di S.Stefano (Ra); Antonio Panero di Sanfrè (Cn). C) SONO STATI ISCRITTI ALL'ORA DI GUARDIA: Stefano Zaccaria il giorno 10 di ogni mese dalle 18 alle 19; Massimo Sardano il 1° giovedì del mese dalle 17 alle 18; Giovanni Malservigi il giorno 1 di ogni mese dalle 17 alle 18; Carlotta Bassi il 25 di ogni mese dalle 21,30 alle 22,30; Maria Luisa Cenci dalle 17 alle 18 il 3° giovedì di ogni mese; Stefania Pasquali la 1° domenica di ogni mese dalle 15 alle 16; Maria Cristina Bettoli l'ultima domenica del mese dalle 15,30 alle 16,30
Ricordo che per gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nella Basilica Patriarcale di S. Domenico a Bologna nelle prime quattro domeniche del mese, alle ore 18, viene celebrata una santa messa.
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2006 Invochiamo su tutti voi e i vostri cari la protezione della Madre Celeste, Regina del Santo Rosario
Per ogni informazione rivolgersi a Padre Mauro tel 335 5938327 o consultare il sito internet “www.sulrosario.org” alla voce “Pellegrinaggi”
Pellegrinaggi
del Rosario guidati dai Frati di San Domenico
Terrasanta 28/12/2005 7/1/2006 in aereo
Lourdes 10 - 12/2/2006 in aereo da Bologna
In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa