Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, DCB Bologna - Anno XXXIX - n. 4 - IV trimestre
Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia”
4/2006
LETTERA DEL PROMOTORE
ROSARIUM Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario Proprietà: Provincia Domenicana S. Domenico in Italia via G.A. Sassi 3 - 20123 Milano
CCP. 22977409
Carissimi lettori, sta per concludersi un altro anno che ci ha visti totalmente impegnati nell’opera di diffusione e promozione del santo rosario: il convegno nazionale, i raduni locali, la periodica animazione nei gruppi e per i responsabili che stanno crescendo insieme per vivificare la composita “famiglia del rosario”, la “Peregrinatio Mariae”, i pellegrinaggi del Rosario, lo studio e la stampa dei sussidi distribuiti in tutt’Italia, la pubblicazione di questa Rivista e… quante energie e quante risorse profuse per quel timido cammino fatto in questi anni. Di energie da mettere al suo servizio il Signore mi ha dotato con abbondanza, ma di risorse… beh, per quelle, pur cercando in mille modi di non gravare troppo, è però chiaro che ancora una volta debbo chiederVi: la pagina accanto… un grido d’aiuto affinché si possa avere i mezzi per poter continuare, non solo a stampare ROSARIUM, ma a promuovere il rosario, diffondendolo con gioia e cercando non solo di “mantenere le posizioni”, ma di andar oltre! Chiedere denaro non è facile: è un atto d’umiltà e un grande impegno. Dipendere dalla Vostra generosità ci spinge ulteriormente a dare il massimo per rispondere alla fiducia che non ci avete mai fatto mancare e che spero non ci mancherà in futuro. Aiutateci con la Vostra generosità… grato, invoco la materna protezione della Madre Celeste, Regina del santo rosario e invio i più cordiali auguri per le prossime festività, fra Mauro
Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. L’invio delle fotografie include il consenso per una eventuale pubblicazione.
SOMMARIO
Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Direttore responsabile: fr. Mauro Persici o.p. Rivista fuori commercio
Le spese di stampa e spedizione sono sostenute dai benefattori Anno 39°- n. 4 stampa: Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38 Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 Cell. 3355938327 e-mail movrosar@tin.it
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Mariologia (VI): il culto mariano dopo il concilio
In copertina: Chiesa della Trasfigurazione sul monte Tabor in una foto di Paolo Gavina Foto di pag. 4 e seguenti: DOMENICO GHIRLANDAIO, Madonna in trono con i santi Pietro, Clemente, Sebastiano e Paolo, 1479, Lucca, cattedrale di San Martino.
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Chi crede non è mai solo: il viaggio di Benedetto XVI in Germania
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Sì, il dialogo può cominciare da Maria
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Insieme vacanze
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Pellegrinaggi
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Pagina della riconoscenza
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per non diventare una pagina bianca
per non scomparire
aiutateci il Movimento del Rosario vive solo grazie alle vostre offerte. Vi ringraziamo in anticipo
Mariologia Pa r t e V I
P. R o b e r t o C o g g i
il culto mariano dopo il Concilio
IL CULTO MARIANO DOPO IL CONCILIO Con l’indizione del Concilio Ecumenico Vaticano II da parte del Papa Giovanni XXIII il clima si modifica notevolmente, in quanto alcune tendenze sotterranee, che già esistevano all’inizio del secolo, cominciano a emergere. Queste tendenze si possono ricondurre a quattro “movimenti” caratteristici della spiritualità moderna. A) IL MOVIMENTO BIBLICO Si torna a leggere direttamente la Scrittura e si vede che Maria Santissima vi ha certamente un posto decisivo, ma piuttosto discreto. Ella appare intimamente legata al mistero di Gesù, suo Figlio, e inserita in tutta la storia sacra, la Storia della salvezza. Non si parla della Madonna da sola, ma sempre in relazione a Gesù e alla Chiesa. B) IL MOVIMENTO LITURGICO Si capisce che la liturgia, con il suo ritmo settimanale e annuale, è incentrata nel mistero di Cristo (Natale, Pasqua, Pentecoste), e si comprende d’altra parte che la liturgia è la fonte principale della devozione. Ora, una devozione liturgica sarà necessariamente incentrata nel mistero di Cristo, e Maria avrà sì il suo posto inconfondibile, ma subordinato a quello di Cristo, e in funzione di Cristo. A ciò si può aggiungere il fenomeno della Messa vespertina, che in moltissimi casi ha eliminato la recita del Rosario pomeridiano nelle parrocchie. C) IL MOVIMENTO ECUMENICO Si cerca di conoscersi meglio. Si cerca di capire perché i nostri fratelli separati sono diffidenti verso il culto cattolico della Beata Vergine, e di collocare tale culto nel contesto più ampio di tutta la rivelazione divina. Si cerca anche di non “urtare” i fratelli separati. D) IL MOVIMENTO ANTROPOLOGICO Si tende a vedere Maria come donna del suo tempo, immersa nella cultura del mondo in cui viveva. Più che insistere sui suoi “privilegi”, che in certo senso la collocano lontana da noi, si preferisce vederla come vicina a noi, perché ha vissuto una vita come la nostra, con le sue luci e le sue ombre. Questi “movimenti” (e altri di cui non trattiamo per semplicità) convergono nel
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senso di “ridimensionare”, per così dire, lo spazio occupato da Maria Santissima nella teologia, nel culto, nella devozione. Evidentemente non tutti condividevano questa tendenza: non che ci fosse qualcuno contrario al ritorno alle fonti bibliche, alla rinascita della liturgia, all’ecumenismo e all’attenzione al dato antropologico, ma vi era però chi non era del tutto disposto a “ridimensionare” il culto e la devozione mariana per venire incontro ai fratelli separati (favorendo tra l’altro i protestanti a danno degli ortodossi), oppure a mettere da parte, a lasciare in ombra tutti i più recenti documenti del Magistero sulla Madonna, per limitarsi solo a quanto dice la Bibbia. Nasce così l’idea del capitolo VIII della Costituzione Lumen Gentium sulla Chiesa, intitolato: La Beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Un capitolo molto elaborato, limato, tormentato, possiamo dire: forse il più tormentato di tutti i testi conciliari. Esso riesce però, quasi miracolosamente, a trovare il punto di equilibrio fra le varie tendenze. Il capitolo accetta e accoglie le nuove esigenze: la figura di Maria non è vista isolata, ma profondamente inserita nella Storia Sacra. Il Concilio studia la sua vita seguendo passo passo i testi evangelici. Evita i titoli troppo altisonanti, troppo impegnativi e che possono suscitare perplessità, come quello di Corredentrice. Il titolo di Mediatrice, che prima era usatissimo, viene citato una volta sola e assieme ad altri: Soccorritrice, Ausiliatrice, Mediatrice. Il testo conciliare non entra in questioni discusse fra i teologi e usa un linguaggio concreto, aderente alla Scrittura. Soprattutto insiste sullo stretto legame fra Maria Santissima e Gesù, e sul legame con la Chiesa. Anzi, si può dire che proprio qui, nel legame fra Maria e la Chiesa, sta l’apporto veramente nuovo del Concilio. L’importanza di questo testo conciliare è stata sottolineata dal Papa Paolo VI nell’Allocuzione conclusiva della Terza Sessione del Concilio, quando venne approvata la Lumen Gentium (21 novembre 1964): «È la prima volta, dice il Papa, che un Concilio ecumenico presenta una sintesi così estesa della dottrina cattolica sul posto che occupa Maria Santissima nel mistero di Cristo e della Chiesa». La proclamazione di Maria «Madre della Chiesa» Durante le discussioni conciliari Paolo VI aveva più volte accennato all’opportunità di parlare di Maria come Madre della Chiesa. I Padri conciliari però, pur accogliendo la sostanza dell’invito, non se la sentirono di introdurre tale formula nel testo. Così il Papa, sia per la propria convinzione e devozione personale, sia per le richieste di teologi e pastori, tra i quali i vescovi polacchi, ritenne opportuno attribuire solennemente alla Vergine Santissima il titolo di Madre della Chiesa
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e chiedere che sotto tale titolo ella venisse da allora in poi onorata e venerata dal popolo cristiano. Non era propriamente una definizione ex cathedra, ma un atto di grande rilievo del magistero papale, analogo a quello compiuto da Pio XII con la proclamazione della Regalità di Maria. Nel discorso il Papa giustifica tale titolo in base alla stessa maternità divina di Maria, mediante la quale il Verbo si è fatto carne e ha unito a sé, come capo, il suo corpo mistico che è la Chiesa. Il riferimento alla consacrazione del mondo intero al Cuore Immacolato di Maria, compiuta da Pio XII «non senza ispirazione dall’alto», fa pensare alla carica di spiritualità e di carisma da cui ha avuto origine un atto come questo. Ecco dunque le parole del Papa all’inizio della sua allocuzione (21 novembre 1964): «A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto, Noi proclamiamo Maria Santissima “Madre della Chiesa”, cioè di tutto il Popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei pastori, che la chiamano Madre amorosissima; e vogliamo che con tale titolo soavissimo d’ora innanzi la Vergine venga ancor più onorata e invocata da tutto il popolo cristiano».
Documenti postconciliari L’invito del Sommo Pontefice a intensificare la devozione verso la Vergine Maria, sia pure alla luce delle precisazioni conciliari, non fu accolto da tutti. Per cui Paolo VI ritornò più volte sul tema della devozione mariana, con documenti di notevole importanza. Ricordiamo innanzitutto la breve Enciclica Christi Matri Rosarii (15 settembre 1966), scritta per invocare il dono della pace, da implorarsi mediante la Beata Vergine soprattutto con la preghiera del Rosario. Per il cinquantesimo anniversario delle apparizioni di Fatima (13 maggio 1917 13 maggio 1967) il Papa Paolo VI dona al popolo cristiano la bellissima Esortazione apostolica Signum Magnum, dove approfondisce soprattutto due punti di dottrina: 1) i dati biblici su Maria, serva del Signore, Madre della Chiesa, educatrice dell’umanità redenta, testimonianza vivente della dedizione al servizio di Dio e dei fratelli; 2) il vero significato del culto a Maria secondo il continuo Magistero della Chiesa. Questo documento prepara quello che è senza dubbio il capolavoro del Magistero mariano di Paolo VI, cioè l’Esortazione apostolica Marialis cultus sul culto della Chiesa alla Madre di Dio (2 febbraio 1974). Il Papa intende riproporre le ragioni e i modi del culto a Maria, in maniera adeguata alle esigenze della mentalità e del costume del nostro tempo. Nella prima parte il documento tratta del culto alla Vergine Maria nella liturgia restaurata, secondo lo spirito e le norme del Concilio. Poi passa a parlare dell’in-
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segnamento spirituale che la Chiesa riceve quando celebra e vive i divini misteri avendo come modello Maria, Vergine in ascolto, Vergine in preghiera, Vergine madre, Vergine offerente. Nella seconda parte l’Esortazione sottolinea i riferimenti biblici, patristici, conciliari, teologici, fondati nella Tradizione cristiana come elementi indispensabili per il rinnovamento della pietà mariana. Illustra inoltre la nota trinitaria, cristologica, ecclesiale e i quattro orientamenti: biblico, liturgico, ecumenico, antropologico (Maria come modello per la donna!), in armonia con la migliore tradizione della Chiesa e con le più genuine esigenze della pietà odierna. L’ultima parte del documento è una splendida presentazione della preghiera del Rosario, e anche dell’Angelus, con l’invito a riscoprire la bellezza di queste pratiche. La conclusione sottolinea il valore teologico e pastorale del culto alla Vergine Maria. Se Paolo VI è stato decisamente un Papa “mariano”, pur nel suo stile discreto e riservato, è sotto gli occhi di tutti la devozione mariana di Giovanni Paolo II, il cui motto «Totus tuus» è già sufficientemente eloquente. Egli ci ha lasciato innanzitutto un’Enciclica, la Redemptoris Mater, su «la Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa in cammino» (25 marzo 1987). Per presentarla mi sembra che la cosa migliore sia ricorrere al suo discorso del 16 marzo 1987, in cui, parlando dell’Enciclica, egli dice fra l’altro: «L’ho pensata da tempo, l’ho coltivata a lungo nel cuore (...). Questa Enciclica consiste sostanzialmente in una “meditazione” sulla rivelazione del mistero della salvezza, che a Maria è stato comunicato all’alba della Redenzione, e al quale ella fu chiamata a partecipare e a collaborare in modo del tutto eccezionale e straordinario. È una meditazione che ripercorre e, per certi aspetti, approfondisce il magistero conciliare (...) circa il posto che Maria Santissima occupa nel mistero di Cristo e della Chiesa. Le riflessioni che ne scaturiscono spaziano sull’orizzonte biblico, dai suoi esordi alle simboliche visioni dell’Apocalisse, cariche di mistero, sul mondo che verrà. L’indole cristologica del discorso sviluppato nell’Enciclica si fonde con la dimensione ecclesiale e con quella mariologica. La Chiesa è il corpo di Cristo che si protende misticamente nei secoli. Maria di Nazaret ne è la Madre, Madre della Chiesa. Perciò la Chiesa “guarda” Maria attraverso Gesù, come “guarda” Gesù attraverso Maria. Questa reciprocità ci consente di approfondire incessantemente, insieme con il patrimonio delle verità credute, l’orbita dell’“obbedienza della fede” che contrassegna i passi dell’eccelsa creatura (...). Serva del Signore, madre, discepola, essa è modello, guida e sostegno nel cammino del popolo di Dio, particolarmente nelle tappe più incisive».
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L’ultimo documento mariano che ci ha lasciato il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II è la mirabile Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (16 ottobre 2002). Qui il Papa apre veramente il suo cuore mostrando tutta la sua devozione a Maria Santissima e la sua predilezione per la preghiera del Rosario, che ci introduce in modo insuperabile nei misteri di Cristo (misteri della gioia, della luce, del dolore, della gloria). Questa Lettera apostolica è un testo di eccezionale levatura spirituale, ed è uno dei più bei documenti che questo Pontefice abbia mai scritto. Esso risulta curato nei minimi particolari, chiaro nell’esposizione, profondo nel contenuto, ricchissimo di spunti per la riflessione e la meditazione. In esso il Papa parla di Gesù e di Maria con una sorprendente naturalezza, quasi con un’intima familiarità, conseguita senza dubbio attraverso un’intera vita di contemplazione e di preghiera. Non per nulla il Santo Padre confessa che la recita del Rosario lo ha sempre accompagnato lungo il corso della sua esistenza, a cominciare dalla giovinezza. Questo documento non vuole in primo luogo introdurre delle novità, ma vuole richiamare l’attenzione dei fedeli sull’importanza, la bellezza, la necessità, soprattutto nei tempi difficili che stiamo vivendo, di questa preghiera tanto cara al popolo cristiano. Il Rosario è quanto mai attuale anche oggi, all’inizio del terzo millennio, dice in sostanza il Papa; e per dare più forza a questa sua affermazione egli indice nientemeno che un «Anno del Rosario», cosa che non si era mai verificata in precedenza nella storia della Chiesa. Vorrei concludere questo capitolo e tutta questa parte dedicata allo sviluppo della dottrina mariana nei secoli con le toccanti parole di Giovanni Paolo II al termine di questa sua Esortazione (n. 43), quando, dopo aver invocato l’attenzione di tutte le categorie del popolo cristiano, dai vescovi, ai teologi, ai semplici fedeli, dice: «Riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la liturgia, nel contesto della vita quotidiana. Che questo mio appello non cada inascoltato!».
Gli articoli pubblicati su “Rosarium” sono tratti dal libro “La Beata Vergine. TRATTATO DI MARIOLOGIA” di P. Roberto Coggi o.p. in vendita presso Edizioni Studio Domenicano via Dell’Osservanza, 72 - 40136 Bologna - Tel. 051/582037 Fax 051/331583 - esd@esd-domenicani.it oppure presso P. Mauro Persici o.p. tel. 335 5938327
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“Chi crede non è mai solo” Il viaggio di Benedetto XVI in Germania
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o avuto la grazia di poter seguire in diretta internet (grazie al CTV per i suoi collegamenti), tutto il viaggio del Santo Padre, nonché seguire e meditare tutti i suoi discorsi, ed ho pensato che sarebbe stato un peccato non condividere con altri questo scrigno prezioso. Filo conduttore di queste radici cristiane è stato la meravigliosa devozione mariana di Benedetto XVI, una devozione silenziosa, altamente teologica, spiritualmente semplice e pura che vale la pena di far emergere a ricordo di questo viaggio indimenticabile… Appena giunto in Germania, Benedetto XVI ha subito rimarcato il ruolo che ricopre e il vero motivo della sua visita che si intreccia certamente nelle radici storiche che hanno formato la sua Terra, ma è indissolubilmente legato alle radici cristiane alla cui base c’è una forte devozione mariana. Così si è espresso il Papa all’arrivo all’aeroporto di Monaco: «Ma sono qui anche come Successore dell’apostolo Pietro, per riaffermare e confermare i profondi legami che esistono tra la Sede di Roma e la Chiesa nella nostra Patria. Sono legami che hanno una storia secolare, alimentata dalla ferma adesione ai valori della fede cristiana (…), e soprattutto tante vicende di singoli e di comunità nelle quali si rispecchiano le convinzioni cristiane delle generazioni che si sono succedute su questa Terra a me tanto cara. (…) La Mariensäule, che s’innalza nella piazza centrale di Monaco, ne è eloquente testimonianza. (…) “Rimanete fedeli al vostro patrimonio spirituale”». Qui una folata di vento ha mandato in aria i fogli del discorso e Benedetto XVI si è improvvisato affidando alla Regina della Baviera la sua missione apostolica come del resto aveva detto all’Udienza generale del Mercoledì precedente la partenza: «Alla preghiera di tutti voi vorrei, infine, affidare il Viaggio Apostolico che compirò in Germania... Ringrazio il Signore (…) Accompagnatemi, cari amici, in questa mia visita, che affido alla Vergine Santa. Sia Lei a guidare i miei passi: sia Lei a ottenere per il popolo tedesco una rinnovata primavera di fede e di civile progresso». Dopo i saluti ufficiali il Papa si è recato alla piazza dedicata ad una Statua di Maria molto venerata non solo dal popolo tedesco, ma in modo particolare da Benedetto XVI che con queste parole così descrive la sua devozione: «È per me motivo di particolare emozione trovarmi di nuovo in questa bellissima piazza ai piedi della Mariensäule – un luogo che già altre due volte ha registrato svolte decisive nella mia vita. Qui, quasi trent’anni fa, i fedeli mi accolsero con cordialità e gioia come loro nuovo Arcivescovo: cominciai allora il mio servizio con una preghiera alla Madonna. Qui, cinque anni dopo, essendo stato chiamato dal Papa a Roma, mi congedai dalla mia Diocesi, rivolgendo ancora una volta una preghiera alla Patrona Bavariae, per affidare alla sua protezione la “mia” città e la mia Patria. Oggi mi trovo di nuovo qui – questa volta come Successore di san Pietro».
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La devozione mariana di Benedetto XVI, come possiamo leggere, è veramente semplice e al tempo stesso profondamente radicata nel contesto delle comuni radici cristiane. Il Papa, dopo aver raccontato la leggenda dell’Orso di san Corbiniano legata alla scelta del suo Stemma vescovile, così ha concluso quell’incontro nella sua prima giornata pubblica: «Mi trovo, dunque, di nuovo ai piedi della Mariensäule per implorare l’intercessione e la benedizione della Madre di Dio, questa volta non solo per la città di Monaco e per la Baviera, ma per la Chiesa universale e per tutti gli uomini di buona volontà». Cuore di queste giornate è stato anche il Vespro cantato, che ogni giorno concludeva la visita del Papa in un luogo, il canto del Magnificat anima mea Dominum così come alla mattina concludeva la Messa con il Te Deum. Un affidamento che ci fa scoprire un Benedetto XVI compositore, sì, lui conoscitore della musica sa come mettere insieme fede e ragione, devozione e teologia, umanità e spiritualità e lo fa attraverso le parole di questa Preghiera che ha redatto per l’occasione. Una preghiera a Maria: Santa Madre del Signore, i nostri antenati, in un periodo di tribolazione, hanno eretto qui, nel cuore della città di Monaco, la tua immagine, per affidarTi la città e il Paese. Sulle vie del loro quotidiano volevano incontrarTi sempre di nuovo ed imparare da Te come vivere in modo giusto la loro umana esistenza; imparare da Te come poter trovare Dio e così trovare l’accordo tra di loro. Essi Ti hanno donato la corona e lo scettro, che allora erano i simboli della signoria sul Paese, perché sapevano che così il potere e il dominio sarebbero stati nelle mani giuste – nelle mani della Madre. Il tuo Figlio, poco prima dell’ora del congedo, ha detto ai suoi discepoli: “Chi vuol essere
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grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10,43s). Tu, nell’ora decisiva della tua vita hai detto: “Eccomi, sono la serva del Signore” (Lc 1,38) e hai vissuto tutta la tua esistenza come servizio. Questo Tu continui a fare lungo i secoli della storia. Come una volta, a Cana, intercedesti silenziosamente e con discrezione per gli sposi, così fai sempre: Ti carichi di tutte le preoccupazioni degli uomini e le porti davanti al Signore, davanti al Figlio tuo. Il tuo potere è la bontà. Il tuo potere è il servire. Insegna a noi – grandi e piccoli, dominatori e servitori – a vivere in questo modo la nostra responsabilità. Aiutaci a trovare la forza per la riconciliazione e per il perdono. Aiutaci a diventare pazienti ed umili, ma anche liberi e coraggiosi, come lo sei stata Tu nell’ora della Croce. Tu porti sulle Tue braccia Gesù, il Bambino che benedice, il Bambino che pur è il Signore del mondo. In questo modo, portando Colui che benedice, sei diventata Tu stessa una benedizione. Benedici noi, questa città e questo Paese! Mostraci Gesù, il frutto benedetto del tuo seno! Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen!»
La prima Messa celebrata a Monaco ha avuto uno spessore catechetico volto alla morale e all’etica soprattutto per quanto riguarda i rapporti non soltanto fra i non cristiani, ma anche all’interno della stessa Chiesa. Messaggio forte sintonizzato sul brano del Vangelo che richiama il sordomuto: «Noi qui riuniti chiediamo al Signore con tutto il cuore di pronunciare nuovamente il suo “Effatà!”, di guarire la nostra debolezza d’udito per Dio, per il suo operare e per la sua parola, di renderci capaci di vedere e di ascoltare. Gli chiediamo di aiutarci a ritrovare la parola della preghiera, alla quale ci invita nella liturgia e la cui formula essenziale ci ha donato nel Padre nostro. Il mondo ha bisogno di Dio. Noi abbiamo bisogno di Dio. Di quale Dio?»
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Il Papa dà una risposta unica che divisa per argomento è una vera catechesi: la prima è legata giustamente alle Letture bibliche, la seconda risposta la dà all’Angelus al termine della Messa dove dice: «L’esempio per eccellenza di un tale atteggiamento è Maria, la Madre del Signore. Lei, durante tutta la sua vita terrena, è stata la Donna dell’ascolto, la Vergine col cuore aperto verso Dio e verso gli uomini. Questo, i fedeli l’hanno capito fin dai primi secoli del cristianesimo, e perciò in ogni loro necessità e tribolazione si sono fiduciosamente rivolti a Lei, invocando il suo aiuto e la sua intercessione presso Dio. (…) Qui a Monaco, al centro della città, s’innalza la Mariensäule, davanti alla quale, proprio 390 anni fa, la Baviera fu affidata solennemente alla protezione della Madre di Dio, e dove anch’io ieri ho implorato nuovamente la benedizione della Patrona Bavariae per la città e il Paese. E come non pensare in modo particolare al santuario di Altötting, dove domani mi recherò in pellegrinaggio? Lì avrò la gioia di inaugurare la nuova Cappella dell’Adorazione che, proprio in quel luogo, è un segno eloquente del ruolo di Maria: Lei è e rimane la serva del Signore che mai mette al centro se stessa, ma vuole guidarci verso Dio, vuole insegnarci uno stile di vita in cui Dio viene riconosciuto come centro della realtà e della stessa nostra vita personale. A Lei rivolgiamo ora la nostra preghiera ». Dunque, dice il Papa: il mondo ha bisogno di Dio. Noi abbiamo bisogno di Dio. Di quale Dio? Senza ombra di dubbio Benedetto XVI ci invita a guardare a Maria, Lei che per prima ha intuito la Verità, ed ha seguito senza esitazione il vero Dio. Nel pomeriggio il Papa, che concludeva con i Vespri ogni giornata di questo viaggio, ha incontrato i bambini della Prima Comunione. Un messaggio tipico dello stile meravigliosamente catechetico di
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questo grande Pontefice che da buon cristiano ha detto quanto dovremo dire e fare noi ogni giorno… ma leggiamolo dalle sue parole: «Cari genitori! Vorrei invitarvi vivamente ad aiutare i vostri bambini a credere, invitarvi ad accompagnarli nel loro cammino verso la Comunione, nel loro cammino verso Gesù e con Gesù. Vi prego, andate insieme con i vostri bambini in chiesa per partecipare alla Celebrazione eucaristica della domenica! Voi vedrete che questo non è tempo perso; è invece ciò che tiene la famiglia veramente unita, dandole il suo centro. La domenica diventa più bella, tutta la settimana diventa più bella, se insieme partecipate alla Liturgia domenicale. E, per favore, pregate anche a casa insieme: a tavola e prima di andare a dormire. La preghiera ci porta non solo verso Dio, ma anche l’uno verso l’altro. È una forza di pace e di gioia. La vita nella famiglia diventa più festosa e acquista un più ampio respiro, se Dio vi è presente e si sperimenta questa sua vicinanza nella preghiera». Abbiamo trovato l’elisir della vera felicità: la preghiera in famiglia. Ma non è un invito nuovo, già l’amato Servo di Dio, Giovanni Paolo II, proprio all’inizio del suo Pontificato incontrando i giovani del Rosario Vivente diceva loro: “ Il Rosario è la mia preghiera prediletta! Una famiglia che prega unita, resta unita e chi più del Rosario può soddisfare questa necessità di unione nelle famiglie?” La ricetta è sempre la stessa, Benedetto XVI ha solo aggiunto un “per favore… pregate anche a casa… insieme…”. Come potremo rifiutare un invito così paterno? Lunedì 11 settembre, quando il mondo si fermava un minuto per commemorare le vittime delle stragi alle due Torri Gemelle, Benedetto XVI si fermava davanti al Datore della Vita, Gesù Eucaristico, in una adorazione che lo portava a ripercorrere la sua infanzia quando, per due anni, visse all’ombra del Santuario mariano di Altötting. Una fila di ricordi si intrecciano tra le parole dette a braccio, spontaneamente, mentre leggeva il testo ufficiale. Ad un tratto era evidente la commozione che lo aveva rapito tanto da fargli distogliere gli occhi dal testo scritto per poter dire con le
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sue mani giunte: “Nel Cuore di Maria siamo sempre rimasti uniti” e non lo diceva solo per incoraggiare quanti aveva lasciato per seguire la chiamata del Signore, ma lo diceva anche a noi che lo ascoltavamo: nel Cuore della Madre siamo uniti tutti al Figlio Gesù. All’omelia durante questa giornata il Papa spiega con questa genuinità il prodigio delle Nozze di Cana… e dice: «L’ora di Gesù non è ancora arrivata, ma nel segno della trasformazione dell’acqua in vino, nel segno del dono festivo, anticipa la sua ora già in questo momento. La sua “ora” definitiva sarà il suo ritorno alla fine dei tempi. Egli però anticipa continuamente questa ora nell’Eucaristia, nella quale viene sempre già ora. E sempre di nuovo lo fa per intercessione della sua Madre, per intercessione della Chiesa, che lo invoca nelle preghiere eucaristiche: “Vieni, Signore Gesù!” (…) Così vogliamo lasciarci guidare da Maria, dalla Madre delle grazie di Altötting, dalla Madre di tutti i fedeli, verso l’“ora” di Gesù». L’Eucarestia, un tema che sta a cuore a Benedetto XVI, eletto al Servizio Petrino proprio durante l’Anno dell’Eucarestia aperto dal suo Predecessore. Anche qui è Maria il filo conduttore di questo amore verso il Mistero, dice il Papa: «Solo chi sta con il Signore impara a conoscerlo. E chi meglio di Maria può insegnarci a conoscerlo in profondità?». «Amiamo lo stare col Signore! Là possiamo parlare con Lui di tutto. Possiamo esporgli le nostre domande, le nostre preoccupazioni, le nostre angosce. Le nostre gioie. La nostra gratitudine, le nostre delusioni, le nostre richieste e le nostre speranze. Là possiamo anche ripetergli sempre di nuovo: “Signore, manda operai nella tua messe! Aiutami ad essere un buon lavoratore nella tua vigna!” Qui, in questa Basilica, il nostro pensiero va a Maria, che ha vissuto la sua vita totalmente nello
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“stare con Gesù” e che perciò era, ed è tuttora, anche totalmente a disposizione degli uomini: le tavolette votive lo dimostrano in modo concreto. E pensiamo alla sua santa madre Anna, e con lei all’importanza delle madri e dei padri, delle nonne e dei nonni, pensiamo all’importanza della famiglia come ambiente di vita e di preghiera, dove si impara a pregare e dove possono maturare le vocazioni».
Una profondità ed una semplicità che non attende commenti, ma solo la contemplazione e la sua applicazione! Martedì 12 Benedetto XVI ha parlato davanti a 350.000 persone improntando una catechesi veramente particolare: il Credo Apostolico! Parla della “ragionevolezza della fede e della nostra fede cristiana” intreccia le nostre responsabilità di battezzati alla carente testimonianza del Credo che professiamo davanti ad un mondo in continuo disfacimento etico e morale e dove Dio viene messo da parte, scatenando in tal senso i malumori di quanti in Dio credono e vogliono difendere la propria appartenenza alle radici culturali e sociali. Dice il Papa: «Noi crediamo in Dio. Questa è la nostra decisione di fondo. Ma è possibile ancora oggi? È una cosa ragionevole? (…) Noi crediamo in Dio! (…) La fede non vuol farci paura; vuole piuttosto – e questo sicuramente – chiamarci alla responsabilità. Non dobbiamo sprecare la nostra vita, né abusare di essa; neppure dobbiamo tenerla per noi stessi; di fronte all’ingiustizia non dobbiamo restare indifferenti, diventandone conniventi o addirittura complici. Dobbiamo percepire la nostra missione nella storia e cercare di corrispondervi. Non paura ma responsabilità – responsabilità e preoccupazione per la nostra salvezza, e per la salvezza di tutto il mondo sono necessarie». Ed anche qui il Papa, introducendo l’Angelus al termine di questa Messa dice:
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« Maria, la Madre del Signore, dal popolo fedele ha ricevuto il titolo di Advocata, essendo lei la nostra avvocata presso Dio. Così la conosciamo fin dalle nozze di Cana: come la donna benigna, piena di sollecitudine materna e di amore, la donna che avverte le necessità altrui e, per aiutare, le porta davanti al Signore. Oggi abbiamo sentito nel Vangelo, come il Signore la dona come madre al discepolo prediletto e, in lui, a tutti noi. In ogni epoca, i cristiani hanno accolto con gratitudine questo testamento di Gesù, e presso la Madre hanno trovato sempre di nuovo quella sicurezza e quella fiduciosa speranza, che ci rendono lieti in Dio. Accogliamo anche noi Maria come la stella della nostra vita, che ci introduce nella grande famiglia di Dio! Sì, chi crede non è mai solo. Amen! »
Non abbiamo bisogno di altre fonti per capire questa ragionevolezza della nostra fede, abbiamo le Scritture e il Magistero per vivere queste radici Cristiane, occorre solo da parte nostra tanta volontà! Benedetto XVI, conoscitore della musica, giunge a cogliere l’occasione di parlarci della sintonia dei toni, delle note armoniose ma anche delle note stonate e lo fa nel benedire un organo restaurato nell’antica Basilica dedicata a Maria a Regensburg e dice: «Il Salmo 150 parla di trombe e flauti, di arpe e cetre, di cembali e timpani: tutti questi strumenti musicali sono chiamati a dare il loro contributo alla lode del Dio trinitario. In un organo, le numerose canne e i registri devono formare un’unità. Se qua o là qualcosa si blocca, se una canna è stonata, questo in un primo momento è percettibile forse soltanto da un orecchio esercitato. Ma se più canne non sono più ben intonate, allora si hanno delle stonature e la cosa comincia a divenire insopportabile. Anche le canne di quest’organo sono esposte a cambiamenti di temperatura e a fattori di affaticamento. È questa un’immagine della nostra comunità. Come nell’organo una mano esperta deve sempre di nuovo riportare le disarmonie alla retta consonanza, così dobbiamo anche nella
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Chiesa, nella varietà dei doni e dei carismi, trovare mediante la comunione nella fede sempre di nuovo l’accordo nella lode di Dio e nell’amore fraterno. Quanto più, attraverso la Liturgia, ci lasciamo trasformare in Cristo, tanto più saremo capaci di trasformare anche il mondo, irradiando la bontà, la misericordia e l’amore per gli uomini di Cristo».
“Maria durante tutta la sua vita terrena è stata la Donna dell’ascolto, – dice il Papa il giorno prima – la Vergine col cuore aperto verso Dio e verso gli uomini”. È, questo, un filo conduttore che non dovremo mai dimenticare per poter appartenere a quella musica intonata che apre i cuori per l’armonia che ne scaturisce. Siamo così giunti alla conclusione di questo viaggio… Qui, per il suo congedo, Benedetto XVI ha riepilogato così la sua visita: « … “Chi crede non è mai solo”. Questa esperienza ha fatto sicuramente anche l’autore dell’inno tradizionale del popolo bavarese. Con le sue parole, che sono anche una preghiera, mi piace lasciare ancora un augurio alla mia Patria: “Dio sia con te, Paese dei Bavaresi, terra tedesca, Patria! Sopra i tuoi vasti territori riposi la sua mano benedicente! Egli protegga la tua campagna e gli edifici delle tue città e conservi a te i colori del suo cielo bianco e azzurro!” A tutti un cordiale arrivederci! ». Arrivederci al prossimo incontro, alla prossima Udienza, al prossimo Angelus, Santo Padre, e grazie di cuore per tutto quello che ha saputo donarci della sua devozione mariana. Dorotea Lancellotti Terziaria domenicana
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Le parole di Magdi Allam ai partecipanti al pellegrinaggio notturno da Macerata a Loreto
Sì, il dialogo può cominciare da Maria
L
’ attuale cultura «ufficiale» sembra incapace – malgrado l’ impegno e la buona volontà – di instaurare non si dice un dialogo, ma anche solo una convivenza meno conflittuale con il mondo musulmano. Questo mondo per il quale la religione non è, come in Occidente, una scelta personale (per giunta, sempre meno praticata) ma è la base che regge e dà forma non solo alla vita del singolo ma a quella di tutta la comunità. L’approccio «laico» di europei ed americani, il loro rifarsi a categorie politiche, economiche o anche solo meramente «culturali» non provocano accettazione ma rifiuto in un blocco islamico per il quale tutto deve rifarsi a una prospettiva teologica. Per la Umma, la comunità dei credenti, Dio «si è fatto carta», la carta di al Quràn, che raccoglie il codice immutabile dettato a Muhammad e al quale ogni secolo e popolo deve obbedienza. Per questo mi sembrano davvero preziose le parole di Magdi Allam ai 60 mila partecipanti del pellegrinaggio notturno da Macerata a Loreto. Sono parole fuori dal coro degli auspici impotenti di agnostici, atei, «laici» in genere, convinti che la religione sia un hobby privato se non una sovrastruttura ormai in disgregazione. L’egiziano che, per rifarsi al titolo del suo libro, «ama l’Italia» forse più di molti italiani, ha addirittura lanciato un appello scandaloso o, almeno, incomprensibile per una certa intellighenzia: «Musulmani italiani, fratelli miei, facciamo del culto di Maria un momento unifican-
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te con i cristiani e del pellegrinaggio a Loreto e in ogni altro santuario dedicato a Lei un momento di condivisione e di fratellanza tra le persone di buona volontà». Allam ha ricordato ciò che molti cristiani hanno ormai dimenticato e che, in ogni caso, lascia indifferente la loro cecità a ciò che muove davvero le masse. Il Corano dedica alla Madre di Gesù un’intera Sura, ne fa il nome venerato per quaranta volte, l’innalza sino al fianco di Fatima, la figlia prediletta del Profeta, le affida un ruolo di maternità misericordiosa, ne difende l’onore contro gli ebrei che la diffamano (la «calunnia mostruosa» sulla sua verginità che provocherà «il castigo di Dio» e «l’ira dei credenti» contro Israele, dice il Testo sacro). Tutta la Tradizione islamica successiva non ha fatto che esaltare la «Signora Maria», come la chiamano. Chi, in ambiente cristiano, la bestemmi è considerato, al massimo, un maleducato. Chi osasse farlo tra i musulmani, chi ne mettesse in dubbio la purezza perpetua rischierebbe il linciaggio sul posto da parte della folla inferocita. Magdi Allam ha ricordato ciò che tanti nostri «esperti» ignorano o non sanno valutare: proprio i santuari mariani sono, in terra d’Islam, i luoghi d’ incontro tra cristiani e musulmani. Gesù è venerato, ma solo come penultimo dei profeti, come annunciatore di quello definitivo, Muhammad. Al rispetto per il Nazareno si accompagna non solo la venerazione ma anche l’amore appassionato per la Madre. A partire dalla Pasqua del 1968, una donna biancovestita apparve sulla cupola della chiesa copta di Zeitoun, un sobborgo del Cairo. Furono operai musulmani che la scorsero per primi. Accorsero subito le folle a recitare, prostrate, i versetti coranici che esaltano Maria e ad acclamare la Sempre Vergine che – secondo la tradizione – proprio a Zeitoun si era riposata, fuggendo in Egitto con il Figlio e con Giuseppe. Per molte notti la Signora si mostrò, luminosa e circondata di colombe bianche, alle masse che giungevano ormai da tutto il Paese, guidate dai loro Imam. Se il Patriarca copto – in accordo con quello cattolico – dichiarò ufficialmente che era proprio la Madonna ad apparire, fu anche per la pressione entusiasta dei musulmani che già da sempre frequentavano santuari come quello del monte Al Tir, altro luogo di sosta per la Sacra Famiglia. Magdi Allam ha ricordato un aspetto importante, eppure per molti insospettabile: tra i modi per cercare di evitare il disastroso «scontro di civiltà» c’è la riscoperta di questo «luogo d’incontro» che è la persona della Vergine. È anche questa, forse, una delle ironie della storia: certi laicissimi politologi, certi autorevoli commentatori, certi onniscienti analisti dovranno far posto, nelle loro biblioteche, a testi di sinora irrisa devozione mariana e dovranno pellegrinare per santuari dove croce e mezzaluna pacificamente s’incrociano. Vittorio Messori dal “Corriere della Sera” del 15 giugno 2006
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Per il bene comune... S
iamo una piccola famiglia e a Voi lettori vorremmo raccontare l’esperienza che abbiamo potuto condividere con padre Mauro ed altre simpatiche persone questa estate a Montefiore dell’Aso, un piccolo paese delle Marche. Sono stati momenti gradevoli e sereni dove abbiamo potuto vivere molto familiarmente e con gioia: eravamo undici persone con caratteri e modi di vivere diversi, ma è stato facile ed allegro convivere. Pensiamo che le ferie possano essere intese anche così, dividendo i compiti nelle faccende domestiche per il bene comune e vivendo in socialità. Ovviamente non sono mancati momenti di preghiera e raccoglimento, perché questo ha unito i cuori e disposto gli animi a quei momenti fantastici di condivisione dove ognuno ha detto la sua cercando di cogliere la Luce ... questo ha aiutato a capire noi stessi! Abbiamo veramente potuto riposare molto per poi trovare l’occasione di visitare i paesi vicini fatti di storia e semplici sapori. Ci siamo meravigliati nel notare che non v’erano grossi centri commerciali, ma piccoli negozietti dove si conoscevano tutti. La verdura si comprava rigorosamente dai contadini e... aveva un sapore ed un profumo ineguagliabili! L’aria odorava di pulito e... la gente era sorridente! Non so bene se queste sensazioni nascevano da una nostra pace interiore, ma siamo comunque sicuri che questo periodo ci ha dato tanto. Speriamo, il prossimo anno, di poter ripetere l’esperienza ... magari in un altro punto dell’Italia carino come questo. Se vi venisse la voglia di “star bene” unitevi a noi la prossima estate perché sarà ancor più bello tornare al lavoro con il sorriso sulle labbra.
“insieme vacanze”
Flavia
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Una famiglia “allargata” che... sta bene insieme! Finito di mangiare, tutti insieme, giocavamo a carte oppure discutevamo o andavamo nel chiostro a parlare e... far fotografie! C’è stata anche la gioia di avere la Cappellina dove celebrare la santa messa o pregare quando volevamo... non era mai chiusa! Insomma abbiamo condiviso tutte le cose della giornata: il mangiare, la preghiera, il divertimento, il piacere di stare tranquilli nel chiostro che le Monache ci avevano gentilmente messo a disposizione. Siamo anche andati al maneggio e... abbiamo montato i cavalli; ho pure visto il cielo con il mare in tempesta, i tramonti e le nuvole che parevano veli... che dire poi dei fuochi artificiali: il tutto rigorosamente visto da un magnifico belvedere! L’unica nota dolente è stata una pasticceria situata praticamente sotto il luogo in cui eravamo ospitati: tutti i giorni, con una scusa o l’altra, ci fermavamo e... siamo ingrassati tutti quanti! Inoltre non credevo che fosse possibile vivere tante avventure con una ragazza molto più grande di me che standomi vicino mi ha aiutato anche nella preghiera. Forse non sempre in accordo con la mamma nelle faccende quotidiane, questa grande amicona si chiama ...ILARIA! Serena
Cosa aggiungere alla testimonianza di mia figlia? È tutto vero: le albe, i tramonti, la bellezza del luogo, la gioia di condividere la casa, le tribolazioni quotidiane, le visite al Santissimo Sacramento custodito nella cappellina. Eppure non è stato facile! In fin dei conti siamo persone con caratteri ed abitudini differenti, con esperienze personali diversissime, come del resto sono vari e lontani i nostri luoghi di provenienza. All’inizio c’era il timore che qualcosa non potesse funzionare bene; timore alimentato dalla presenza di due bimbi molto piccoli e dal fatto che durante l’an-
no le occasioni di vedersi non sono poi così frequenti. Ma, verificata la volontà di esserci, la nostra amata Madre Celeste è intervenuta con una grazia risolutrice. C’era infatti tra tutti noi una ferma volontà di far funzionare la cosa, di mettersi quotidianamente in discussione e di portare a positivo compimento quest’esperienza. Giorno dopo giorno, per tutta la durata dell’esperienza “insieme vacanze” le reciproche manifestazioni di questa volontà non sono mai mancate e... ancora oggi, al pensiero di quanto vissuto, il cuore si scalda infiammandosi del desiderio di rinnovare l’esperienza. Max
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C
redevo che “famiglia” fossero mio marito e i miei figli. Invece, per quindici giorni, ho provato cosa vuol dire vivere in una “famiglia allargata”. Infatti ho avuto il piacere di scoprire come il “senso di famiglia” andasse man mano formandosi e crescendo quotidianamente. Un vero cammino fraterno, seguito con la consueta saggezza da padre Mauro, con il quale ho condiviso momenti “forti” come le chiacchierate all’alba di fronte a un buon caffè. Anche dal punto di vista personale il cammino fatto è stato proficuo: muoversi e lasciare casa con un bambino di pochi mesi è stato per me un vero atto di fede... sicuramente ripagato, ma pur sempre difficile! Nel tornare alle nostre quotidiane esistenze, si fa sentire un sottile velo di nostalgia per ciò che abbiamo vissuto e che speriamo di poter presto rinnovare. Come famiglia che sente accrescere il proprio senso di appartenenza al Movimento Domenicano del Rosario, desideria-
Raduno dei collaboratori Fontanellato 1/2 luglio ... subito in sintonia Grazie per avermi invitata a queste due giornate: bella festa di condivisione, preghiera e riflessione. Mi ha molto colpito il fatto di ritrovarsi in tanti provenienti dalle varie parti d’Italia, ma ancor più mi ha stupito l’armonia che si è immediatamente instaurata perché animati tutti dallo stesso amore per Maria e Gesù meravigliosamente “legati” dalla stessa corona che stringevamo fra le mani. Adoranti prostrati a turni innanzi al Santissimo Sacramento abbiamo potuto vivere una notte d’intenso amore... personalmente ho fatto saltare i turni e sono rimasta in quest’intimità tutta la notte ricordando tutti: la nostra parrocchia, il nostro parroco, il seminarista, le vocazioni, i miei cari, i malati e tutti i fratelli della mia comunità di Bosco Mesola.
mo ringraziare la Madre Celeste, sotto il cui manto ci siamo riuniti, perché al prezzo di piccole rinunce personali abbiamo potuto aprirci ad una splendida esperienza comunitaria. Daniela
Importante è stato stringersi attorno a Gerarda mentre ci faceva dono delle profonde riflessioni su santa Caterina da Siena dandoci anche la possibilità di esprimerci condividendo impressioni e odierne problematiche... nella comune ricerca di luci dalle quali farci guidare per poi poter essere veramente proponitivi. Buoni i pasti con cose deliziose mangiate in buonissima armonia tutti insieme attorno al tavolo... sono stati momenti belli ed indimenticabili perché fonte di una gioia semplice ma concreta che ha suggellato la comunione che nascostamente si alimentava nella preghiera e nella riflessione. Sono rimasta entusiasta di come è stato meditato il santo rosario perché con la luce della fede abbiamo affrontato le varie problematiche che ci toccano dal vivo quotidianamente... e come non ringraziare per l’onore che è stato riservato ai collaboratori di potersi riunire sul presbiterio del santuario durante la celebrazione delle sante messe. Silvana
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Pellegrinaggi in Grecia e Polonia Bella e profonda esperienza Ringrazio molto il Signore per la veramente bella, profonda esperienza spirituale che mi è stato concesso di fare l’estate scorsa (2006) con la partecipazione ai pellegrinaggi in Grecia e in Polonia. Penso che un grande filo ideale unisca queste due terre bellissime in se stesse, ma uniche entrambe per la storia e la vita cristiana. Il pellegrinaggio in Grecia era principalmente “sulle orme di san Paolo”, alla ricerca degli indimenticati luoghi ove san Paolo portò lo sconvolgente, Lieto Annuncio. Prima di partire ho letto un coinvolgente breve libro di Pietro Citati (in La civiltà letteraria europea, A. Mondadori editore, I Meridiani) “Un pagano legge san Paolo”, che descrive la sorpresa, lo scandalo di un immaginario letterato platonico alle prese con le Lettere Paoline fra il I e II secolo d.c. Citati fa risaltare alcune caratteristiche di novità assoluta (per allora e per ogni tempo) del pensiero Paolino: “in un gioco intricato, aggrovigliato… una mescolanza di tensione intellettuale, furore profetico, feroce sarcasmo,
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mistica rinunciante a se stessa: uno stile mirabilmente sintetico, pieno di scorci e di simboli, un pensiero portato continuamente all’estremo per essere rovesciato nel suo contrario”. E i terribili paradossi: “ciò che c’è di folle nel mondo, Dio l’ha scelto per confondere i saggi; ciò che c’è di vile e spregevole, quello che non c’è Dio l’ha scelto per ridurre a nulla ciò che è”. Con mio fratello Paolo, curatore del “Meridiano” di Citati, si considerava come il pensiero greco, e il pensiero paolino rappresentano la base della nostra civiltà occidentale. Accostando quindi la Grecia, ogni tappa del ben studiato percorso è stata preziosa. Penso tanto all’emozione particolare vissuta a Filippi, davanti alla prigione di Paolo, e presso il piccolo fiume ove Lidia fu battezzata (e ove padre Mauro ha celebrato la Messa). Ma anche fra le rovine di Corinto aleggiava lo spirito di san Paolo; altra Messa suggestiva, commovente su quegli storici sassi (e il padre Mauro scherzosamente diceva che… anche un piccolo sassolino portato a casa di lì sarebbe stata una vera reliquia perché non poteva non essere toccata da Paolo!). E all’Acropoli penso che l’anima di tutti noi Pellegrini abbia esultato, sia per la bellezza e la maestosità del luogo, sia per la grandissima memoria paolina che vi è collegata. Anche se meriterebbero una lunga e prolungata meditazione, accenno soltanto alla bellezza mistica, alla splendida testimonianza cristiana irradiata dalle chiese e dai monasteri greco-ortodossi: dalle incredibili “Meteore” all’enorme Monte Athos, a Ossios Loukas, ecc. Lo Spirito soffia davvero dove vuole! E, d’altronde, la Chiesa Ortodossa non vede forse in san Paolo il proprio iniziatore storico, come la Chiesa Latina in san Pietro?
Ma una mano benigna mi ha portato, in agosto, anche a mettere piede sul suolo polacco, altro volto, ma esso pure essenziale dell’esperienza storica cristiana.
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La Polonia è un paese luminoso, “caldo”, fiero, bello, nient’affatto “miserabile” che si è ben ricostruito, con enorme forza di volontà, dopo il duplice giogo nazista e comunista. Lì ho incontrato la memoria storica del “male assoluto”: i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau; vere fabbriche della morte, vero inferno in terra! Ma lì abbiamo visto anche la cella della morte di Padre Kolbe; e i luoghi di tortura si sono palesati a noi come santuari, e i prigionieri trucidati come martiri… a Niepokalanow un commoventissimo dipinto figurava san Massimiliano ascendente al Cielo, primo fra tante anime martiri, anch’esse in procinto di chiamata nel Regno. Con vera difficoltà possiamo comprendere questa sofferenza che, in un certo modo, è stata poi superata e vinta dall’Amore, dalla Speranza paziente, dalla Santità di tanti uomini e donne di Polonia; ed ecco la grande luce dello spirito polacco migliore, quello cristiano, quello cattolico, che abbiamo visto a Czestochowa, a Kalwaria, a Wadowice, a Niepokalanow, ecc.; ma anche a Varsavia, a Cracovia e altrove. Popolo cristiano!!! che ama, pensa, respira, crede, si muove, vive e muore secondo lo Spirito di Cristo; e la speranza e la consolazione che ciò reca all’anima sono grandi.
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Il salmo 27 dice: “Di te ha detto il mio cuore: ‘cercate il suo volto’; il tuo volto, Signore, io cerco”. Una linea ideale ma reale unisce la Grecia cristiana alla Polonia cristiana: l’inesausta ricerca del “Volto dei volti”, Cristo. Dal fuoco di Paolo, alle primitive comunità di Fratelli, alla Chiesa Bizantina e Ortodossa, alla persecuzione storica dei cristiani di cui la Polonia è un’emblema, alla vittoria della Santità (e quindi della Speranza e della Luce): ecco il percorso ideale e reale che non a caso, son convinto, ho fatto quest’estate.
Ringrazio ancora il Signore Gesù Cristo con tutto il cuore, e la Sua Chiesa per questo grandissimo dono: viaggio anche spirituale, che spero mi prepari – quando Dio vorrà – al vero, grande Pellegrinaggio a Casa con tutti i Santi, per sempre. «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente». (1 Cor. 13,12). Corrado Lagazzi
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Rimasti stupiti della presenza V
olevamo partecipare al pellegrinaggio in Polonia per andare a Czestochowa e per visitare Auschwitz. Eravamo preparati al viaggio un po’ perché siamo “over 70” e con esperienze di viaggi e pellegrinaggi. Abbiamo trepidato quando per l’esiguità del gruppo si è rischiato di non farne niente. Quello che non ci aspettavamo è stato che tutto l’itinerario si è rivelato al di sopra di ogni nostra aspettativa e che ci siamo emozionati e commossi pregando nella Basilica di Czestochowa e camminando per quel monumento al dolore che è Auschwitz. Ci ha impressionato la dimostrazione di fede dei polacchi alla loro Madonna e la gioia con la quale la esternavano. Siamo rimasti stupiti della presenza alle Sante Messe di tanti uomini, di tantissimi giovani e di tante famiglie. Ci siamo resi conto che veramente nel loro quotidiano la Madonna ha dato loro la forza per resistere a tutto ciò che la storia ha loro riservato e che la venerazione e la devozione alla Sacra Icona di Czestochowa è qualcosa di molto simile all’amore. Noi abbiamo avuto il privilegio di partecipare ad una Messa celebrata dal nostro Padre Mauro davanti alla Madonna Nera, dentro il piccolo recinto che limita il piccolissimo altare dove si venera l’icona, mentre i pellegrini tutt’intorno sfilavano in ginocchio e centinaia di persone si accalcavano intorno in silenzio. Questa è stata la più intensa delle emozioni, difficilmente dimenticabile. Su Auschwitz è stato detto tutto; noi possiamo solo aggiungere che per tutto il tempo della visita rimane un “nodo” alla gola e che viene naturale stare in silenzio. Quasi fa star male uscire da quel posto ed entrare nel ristorante moderno dotato di tutti i servizi e comfort. Simpatica Wadowice (che buoni i Kremowky), bella Varsavia, peccato il poco tempo per
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Cracovia. Molto interessante Wielicza, costante la presenza di Giovanni Paolo II, “il nostro Papa” come dicevano i polacchi in tutti gli angoli della nazione. Una annotazione finale: siamo stati ospitati in ottimi alberghi e abbiamo mangiato bene in ristoranti più che validi, malgrado il piccolo gruppo. Grazie all’organizzazione. Bruno e Maria
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HANNO INVIATO OFFERTE:
Angela Petrilli; Oscar Rossi e Clara Cavallaro; Centro del Rosario del Quartiere di Via Don Bosco; Graziella Rizzi; Andrea Aversa; Augusta Paridi; Maria Sandonà; Mario Di Re; Giuseppetti Maria Rita; Bruna Aldrovandi; Dea Zamboni; Alberto Minisimi; Vincenza Mozzarella; Franco Bastarelli; Antonio Misseri; Filippo Aquila; Monica Bianchi; Mirca Candeo; Domenica Cangiotti; Marisa Catini; Claudio Ceccaroni; Lorenzo Comar; Caterina Della Torre; Maria Nuccia Ferrario; Emilia Gallazzi; Elvira Galeo; Erminia Lazzaretto; Fiorella Moretti; Famiglia Nizzero; Vincenza Russo; Manuela Sonzogni; Stefania Pasquali; Cosimina Tampieri; Elena e Franco Muti; Massimo Restano; N.N.; Maria Alberighi; Teresa Venegoni; Graziano Sangiorgi; Elena Rossi; Anna Stamerra; Mariarosa Gotti Mangili; Gianna Ermini; Giuliana Cappelli; Serena Turci; Maria Formaggio; Dionisio Sparacio; Sergio Cavelli; Gianangelo Caronni; Angela Passoni; Rossana Falsetti; Famiglia Pignato Coatti; Lara Pezzoni di Calerno (Re); Tosca Carraro Pretin; Oscar Rossi; Maria Orselli; famiglia Talamonti Pasquali; Bruno Di Iorio; Gabriele Martinelli Tempesta; Cinzia Marini; Irma Santoni; Giannina Benetazzo; Aristide Zanchini; Adelmo Nedo Casini; Renato e Mariella Cossio; Paolo Vezil; Vittorio Santone; Luigi Cipriano con Raffaella Temperato, Loreta Tersigni, Maria Faraone, Nicolina Faraone; Maria Pignoloni; Grazia Caravaggio; Gruppo del Rosario di Portorecanati (Mc); Monastero Domenicano di Montefiore (Ap); Gruppi del rosario di Portorecanati (Mc); Gruppo del rosario della parrocchia di S.Paolo (An); Gruppo del Rosario di Polverigi (An); Cesare Carloni; Maria Colonnella; Gruppo del rosario di Matelica (An); Gruppo del rosario di Cagli (Pu); Gruppo del rosario di Monte S.Pietro (Pu); Faustina Boschi; Tina D’Aurizio; P. Stefano Rabacchi; Giorgio Bonotto; Aurora Risoli; Patrizia Tornincasa; Anna Bertei; Idiana Roncucci; Antonio Aliata; Laura Crespolini; Emanuela Mammarella; Orietta Rabini; Camoni Beatrice; Nicoletta Gaspari; Giovanni Nosari; Elena Augusti; Riccardo Bianchi; Amalia Cerotti; Maria Brognoli; Luciano Marinelli; Stefano Giuseppe Scarcella; Maria Santilli; Luisa Scarel Capello.
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3) per acquisto di sussidi: Suor Rossella Cosma; Silvana Lecca; Ing. Luciano Tassi; Parrocchia di San Vito di Cadore (Bl); Concettina Di Mauro; Angelo Bonfanti; Rosanna Schinco; Guido Mozzicafreddo; Don Massimo; P. Antonio; Giorgio Acciarini; Parrocchia San Lorenzo di Pera di Fassa (Tn).
4) per le adozioni a distanza: Ambrogio Caserini per Ana Paula Ferriera Caetano; Ambretta Negri per Pâmela Janaina da Silva; Giampaola Negri per Isabela Oliveira Riston; Famiglia Seccardini Scarsi per Cristian Inacio da Silva; Paolo Vezil per William Cèsar Bucinsky; Famiglia Giacobazzi Breveglieri per Kelly Cristina da S.Aureliano; Ada Giacomello per Matheus Alves Siquiera; Loretta Sangoi per Jorge Matheus Gonçalves; Famiglia Giantomassi per Amanda Inacio Da Silva; Simonetta Cuttini e Prima Passuello per William de Paula Faustino; Paola Grisenti per Thaissa Gabriele Bertoci; Milko De Luca per Marcus Vinicius Paulino e Cibele Laiane Fernandez; Famiglia Sandro Tittarelli per Isadora Lorena Matias de Oliveira; Anna Scarpenti per Bruno Gabriel Lourenço da Silva; Anna Milani Persici per Maysa Fernanda Pereira Garcia; Orlando Murano per Maimara Leticia Fernandez; Ilaria Giannarelli per Matheus Cristiano Vieira Rodrigues; Donatella Murano per Taurini Cristina Garcia; Ilde D’Agenio per Luiz Eduardo Brechò dos Reis; Orietta Pastres per Lucas Ribiero Lopez; Rossi Giannina per Yociele Aparecida Rocha; Antonio Noris per Gabriel Graciano de Paula; Giorgio Acciarini per Laleska Bianca de Paiva; Giovanni Cettul per Luana Cristina Fernandes Rodrigues.
HANNO COLLABORATO CON LA LORO OPERA: Fratini Fernando; Famiglia Boggio Carrera; famiglia Triaca Gazzaniga; Anna Scarpenti; Enrico Veneziani; Maria Pia Bartoli; Ilaria Giannarelli; Elvio Barzotti; Vittoria Radi; famiglia Rondani Borelli; famiglia Vitali Guerrini; Anna Scarpenti; famiglia Pasquali Talamonti;
Ringrazio tutti di cuore per quanto fate – ognuno nel suo piccolo – per sostenere il MOVIMENTO nella promozione del s.rosario e della devozione alla B. Vergine: assicuro il quotidiano ricordo nella preghiera ma soprattutto alla celebrazione della s. messa
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pagina della riconoscenza
1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:
Buone Feste a tutti
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