TI BASTA CIO’ CHE SAI O VUOI SAPERNE DI PIU’? a cura di P. Roberto Maria Coggi O.P.
La “Catechesi sulla Santa Vergine” del Card. Charles Journet Parte quinta (conclusione)
Siamo così giunti alla fine del libro del card. Journet. In queste ultime pagine vengono prese in considerazione le principali preghiere mariane, a cominciare dall’Ave Maria, e alla fine si danno alcuni preziosi suggerimenti sulla nostra devozione mariana. Gli ultimi tre paragrafi sono precisamente: 3) La preghiera dell’Ave Maria. 4) Le principali preghiere mariane. 5) Il vero amore per la Santa Vergine apre le porte del Cielo. L’Ave Maria è certamente la preghiera per eccellenza fra quelle che vengono rivolte a Maria Santissima. Questa preghiera, infatti nella sua prima parte, è tratta dal saluto dell’Angelo e dal saluto di Elisabetta. E’ quindi una preghiera evangelica per eccellenza. Ma sentiamo che cosa dice esattamente il card. Journet.
Testo del card. Journet La preghiera dell’«Ave Maria». 70) Quando l’«Ave Maria» è stata introdotta nella liturgia? La prima parte, che è nel Vangelo, appare in un Introito della Messa, verso il VI secolo; comincia a diffondersi presso i fedeli a partire dal XIII secolo. La seconda parte: Sancta Maria, di cui gli elementi esistevano separatamente, vien composta a partire dal 1400, e diviene abituale presso i fedeli un po’ dopo il 1500.
71) Come bisogna dire l’«Ave Maria»? Bisogna dire l’«Ave Maria» non solamente con la bocca, ma con il cuore; non solamente per sé, ma per tutti gli uomini; e pensando che la salvezza del mondo è cominciata da
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questa preghiera. Bisogna dire l’«Ave Maria» come è stata detta per la prima volta sulla terra dall’Angelo nell’Annunciazione, e continuata da Elisabetta nella Visitazione.
Le principali preghiere mariane. 72) Quando ebbero origine le principali preghiere che noi rivolgiamo alla Vergine? Esse sono per lo più di autori sconosciuti. Rispecchiano la devozione di tutti i secoli cristiani. Sono nate spontaneamente, come fiori diversi in ogni stagione. Nel III secolo, appare il testo greco del “Sub tuum praesidium” , preghiera popolare per chiedere l’aiuto della Madre di Dio (Theotokos) nei nostri bisogni e nei nostri pericoli. Nel X secolo, l’inno “Ave Maris Stella” implora colei che, essendo nostra Madre, ascolta le nostre preghiere e sarà ascoltata da suo Figlio. L’antifona “Regina coeli laetare” canta la gioia della Vergine nel giorno di Pasqua. Nell’XI secolo, l’antifona “Alma Redemptoris Mater” è un’invocazione del popolo peccatore che cerca di rialzarsi, alla Vergine soccorritrice, che ha dato la vita al suo Creatore. L’antifona “Salve Regina, Mater misericordiae” supplica colei che è la dolcezza della nostra vita, di mostrarci suo Figlio Gesù, dopo l’esilio in questa valle di lacrime. Nel XII secolo, l’antifona “Ave Regina coelorum” celebra la gloria della Regina del cielo che ha dato la nascita al Cristo, luce del mondo. Nel XIV secolo, lo “Stabat Mater Dolorosa”, è il grande inno straziante delle sofferenze di con-passione della Vergine ai piedi della Croce. Nel XV secolo, si precisa la nostra versione delle “Litanie della Santa Vergine”, Madre rispetto al Cristo, Vergine rispetto al mondo, Soccorritrice per noi, Regina per gli Angeli. Nello stesso tempo il “Rosario” riceve la sua forma attuale, in cui noi domandiamo alla Vergine di unire alle sue, per immergerle nelle gioie, nei dolori, nelle vittorie di suo Figlio, le nostre povere gioie perché non siano dissipate; i nostri poveri dolori perché non siano amari; le nostre povere vittorie perché siano sempre generose. Nella stessa epoca appare la toccante preghiera popolare del “Memorare”.
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Il vero amore per la Santa Vergine apre la porta del Cielo. 73) Come possiamo piacere alla Santa Vergine? Purificando il nostro cuore dal peccato; ed imitando la sua fede ed il suo amore, la sua ubbidienza e la sua grandezza d’animo: poiché amare è imitare.
74) La Santa Vergine è molto potente per ottenere la salvezza dei suoi fedeli devoti? Sì, la Santa Vergine è molto potente per ottenere la salvezza dei suoi fedeli devoti, cioè di quelli che con sincero amore, senza stancarsi, le chiedono di aiutarli ad abbandonare il peccato, a vivere nella luce del Vangelo, a morire nell’amore di Dio.
Commento: Il testo è chiaro, e non ha bisogno di particolari spiegazioni. Limitiamoci a considerare le ultime parole, che sono anche le ultime parole del libro. “La Santa Vergine è molto potente nell’ottenere la salvezza di coloro che le chiedono di aiutarli a morire nell’amore di Dio”. Morire nell’amore di Dio vuol dire morire in grazia di Dio, e non nel peccato mortale. Comprendiamo subito che si tratta di una cosa molto importante, anzi, a ben
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pensarci, dell’unica cosa veramente importante. Se moriamo in grazia di Dio andiamo in Paradiso (anche se, forse, dopo un periodo più o meno lungo in Purgatorio), e lì resteremo per tutta l’eternità. Se moriamo in peccato mortale, andiamo all’Inferno, nel fuoco eterno, e lì rimarremo per tutta l’eternità. Quest’ultima è una prospettiva spaventosa, e noi dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze affinché non si verifichi. Il morire in grazia di Dio è un dono tutto speciale della misericordia di Dio, e prende il nome di “perseveranza finale”. Il Concilio di Trento parla appunto del “gran dono della perseveranza finale”. Questo dono è così importante, in quanto decide dell’eternità, che la Chiesa, nostra Madre, lo desidera e lo chiede per tutti i suoi figli, e per questo mette sulle loro labbra la preghiera dell’«Ave Maria». Nella seconda parte di questa preghiera, quella composta appunto dalla Chiesa, si trova infatti come conclusione proprio la domanda: “Prega per noi peccatori... nell’ora della nostra morte”. Con queste parole noi chiediamo alla Beata Vergine che si ricordi di noi in quel momento supremo, che preghi per noi, che ottenga per noi dalla misericordia di Dio il gran dono della perseveranza finale. I fedeli che recitano spesso il Rosario rivolgono tante volte a Maria Santissima questa domanda. Essi possono quindi sperare che la Madonna, come buona Madre, ascolti la loro preghiera, e preghi per loro nel momento della morte, ottenendo così per loro il gran dono della perseveranza finale. Così essi saranno preservati dal fuoco dell’inferno, e potranno per tutta l’eternità cantare le lodi di Dio e della sua Santissima Madre nella felicità eterna del Paradiso.
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