ROSARIO O SALTERIO MARIANO ?
L
a preghiera alla beata Vergine che chiamiamo “rosario” consiste essenzialmente nella meditazione dei misteri della vita di Gesù e di Maria accompagnata dalla recita di 150 Ave Maria, divise in gruppi di dieci Ave, intercalati da un Padre Nostro e un Gloria. All’inizio di ogni decina di Ave ricordiamo un “mistero” della vita di Gesù e di Maria, allo scopo di rivivere in compagnia di Maria la vita di Cristo, la sua passione e morte e la sua glorificazione; e soprattutto di riviverli con lo spirito e la partecipazione coi quali li visse la stessa beata Vergine. In origine questa bellissima preghiera era chiamata “salterio mariano”. Il beato Alano de la Roche preferiva usare questo termine invece di rosario. Questa preghiera infatti ricorda il salterio di Davide, recitato dal clero. Il salterio mariano era considerato il breviario dei laici. Le 150 Ave Maria corrispondono ai 150 salmi del salterio di Davide. La divisione in tre cinquantine (misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi) corrisponde ai tre momenti della giornata, nei quali viene divisa la recita dell’Ufficio divino: primo mattino (mattutino e lodi); mezzogiorno (ore minori); sera (vespri e compieta). La divisione delle Ave in gruppi di dieci ricorda “l’arpa a dieci corde” del salmista: «Celebrate il Signore con la cetra; con l’arpa a dieci corde a lui inneggiate» (Salmi 33,2). Alano preferisce il termine “salterio” anche perché ai suoi tempi “rosarium” aveva un significato profano. Significava, per esempio, fiorilegio, cioè antologia; era una rac-
7
colta di canti o di poesie di ogni genere anche profano; oppure una raccolta di sentenze. “Rosarium” significava anche “la corona di rose” che il giovane offriva in omaggio alla propria ragazza o la corona di rose a forma di “piccolo cappello”, di cui nelle feste si ornavano le fanciulle. Per questo la “corona del rosario” in francese si dice anche “chapelet”, cioè “piccolo cappello” da “chapeau”. In seguito i due termini “salterio” e “rosario” sono usati indifferentemente; poi prevale il termine “rosario”. Perduto il significato profano, “rosario” vuole significare “roseto”, cioè un giardino di rose: il rosario mariano è una corona di rose a Maria. “Rosario” ricorda pure la stessa beata Vergine, invocata nelle litanie “rosa Mistica”. San Bernardo aveva detto: «Eva spina fuit, Maria rosa extitit». Anche per Dante, Maria: «... è la rosa, in che il Verbo divino carne si fece ...» (Paradiso XXIII, 73-74). Per Dante, ancora, Maria è il «bel fiore» (la rosa), che egli sempre invoca «e mane e sera» (Paradiso XXIII, 88-90). Per ogni devoto della beata Vergine, ogni Ave Maria del rosario deve essere una bellissima rosa offerta a Maria, ricca di quel profumo di ogni virtù, di cui parla l’apostolo Paolo (2 Corinzi 2,14,16). P. Alfonso D’Amato O.P.
8