Sant’Alberto Magno
Dorotea Lancillotti laica domenicana
Vescovo e dottore dellla Chiesa 15 novembre
S
orelle carissime, oggi tutta la Chiesa è in festa, in particolare l’ordine di san Domenico, per la solennità di sant’Alberto Magno, un grande vescovo e un grande predicatore, un uomo di orazione e di scienza. Oserei dire che egli fu uomo di scienza proprio perché fu uomo di orazione. Questo sembra strano alla moderna mentalità laica, che tende a separare accuratamente queste due sfere, sostenendo che ci si può dedicare alla scienza solo quando si fa astrazione dalla fede. Viceversa anche il popolo cristiano è convinto che, per dedicarsi pienamente alla fede e all’orazione, bisogna evitare lo studio, sentito come una distrazione. Invece sant’Alberto ci insegna proprio questo: l’unità globale e organica del sapere porta l’anima a Dio, che nelle cose create contempla il Creatore. Noi con la nostra intelligenza abbiamo la prerogativa, donataci dal Creatore, di riconoscere in tutto quello che egli ha creato una traccia della sua sapienza e della sua bontà. L’uomo si fa sapiente quando dalle creature risale al Creatore. Per sant’Alberto dedicarsi alla scienza era come dedicarsi alla preghiera e dare onore e lode a Dio. Egli viveva la sua vita spirituale nella dimensione adorante della preghiera, della ricerca e dello studio. Se adoriamo Dio, se crediamo in Cristo, se ci sforziamo di vivere la vita soprannaturale di grazia, anche a noi compete il dono mistico della divina sapienza, infusa nei nostri cuori assieme alla carità, che è impronta e sigillo dello Spirito santo. Care sorelle, se ci sforzassimo di vivere in una dimensione soprannaturale, non disprezzeremmo mai la scienza umana: l’amore di Dio ci dovrebbe portare all’amore per la scienza. Mi viene in mente la frase dolorosa e violenta con cui sant’Alberto biasima alcuni confratelli dell’ordo praedicatorum, qui blasphemant id quod ignorant, riprendendo un’espressione già presente nella lettera di Giuda (Gd 10: « Costoro bestemmiano tutto ciò che ignorano »), facendo riferimento alla lettera di San Giuda, il quale parla di quegli empi che, come 1