Omelia su San Gregorio Barbarigo Vescovo del XVII secolo 31 maggio Rapporto fra Fede, Cultura e Carità. Ministero episcopale e Sacerdotale. Scuole Cattoliche.
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uesta festa è stata estesa a tutta la Chiesa dal Papa di felice memoria Giovanni XXIII nel 1962 nel messale dell’antico rito. Essa però è stata tolta dal calendario delle celebrazioni dei Santi secondo il rito riformato. Tuttavia non è proibito a noi, che veniamo chiamati “nostalgici”, continuare a ricordare questo Santo. La nostalgia non è un difetto, anzi è una parola bella, significa il desiderio del ritorno. E che cosa è questa nostra vita cristiana se non la nostalgia del paradiso terrestre, che Gesù ci ha riaperto con la sua beata Passione? Vi confesso che non conoscevo la vita di questo santo e, per preparare questa omelia, ho consultato la Bibliotheca sanctorum cercando di approfondire l’argomento. Anzitutto è cosa molto commovente notare che l’educazione e la formazione religiosa di Gregorio, quando era bambino, fu interamente affidata a suo padre. Rimase orfano di madre in tenerissima età. Il libro della Sapienza dice che la gloria dei padri è la sapienza dei figli. Ciò vuol dire che questo figlio, che poi sarebbe divenuto santo, ebbe un ottimo maestro di vita in suo padre. Cari fratelli, questo ci fa riflettere sulla necessità di rivalutare il dono della famiglia e di rivalutare anche il ruolo della paternità: povera patria potestas, com’è malmessa! Le nostre leggi positive tentano di eludere la lex naturalis Dei, cioè quei vincoli profondi che legano i familiari tra loro, soprattutto i figli ai genitori. I genitori danno ai figli la vita umana, dono preziosissimo, in cui essi collaborano intimamente con Dio, creatore di anime. I genitori non possono generare le anime, poiché l’anima non è generabile, ma solo creabile. Pensate, cari fratelli, all’eccelsa dignità dei genitori che danno vita a un altro essere umano, e con la vita biologica danno anche vita all’anima sua. Dio crea l’anima, però i genitori hanno il cómpito di educare quell’anima ad aprirsi alla luce del Vangelo, allo splendore della legge del Signore, alla conoscenza del cammino che Dio ha tracciato per ogni uomo e che 1