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movoloco's Zine PROGETTO GIOVEDISCO / GIOVEDISKO By movoloco on January 21st, 2010
Continuano gli appuntamenti al Grant Pub per un giovedì alternativo. Scopo del progetto è quello di dare vita ad una serie di appuntamenti inediti, con la musica pop-rock, e le sue infinite contaminazioni, tramite dei dj-set del tutto originali. Il Grant ospita ogni giovedì una serata “monografica” dedicata, di volta in volta, ad un solo gruppo, o artista, o genere/scena musicale di riferimento. Il dj-set in questo caso non punta, come tradizionalmente fa, a “smuovere” l’ascoltatore facendolo ballare ma piuttosto si avvicina alla forma della trasmissione radiofonica, che però in assenza di speaker si limita a proporre una scaletta “ragionata” che nell’arco di una intera serata riproponga i brani più significativi, alternandoli con delle chicche o con quelli meno conosciuti, dei grandi nomi del panorama rock contemporaneo, dagli anni ’50 ad oggi. Come strumento accattivante ed allo stesso tempo utile, i clienti/ascoltatori sono forniti di cartelline stampa, accuratamente preparate, con all’interno 2-3 fogli che riassumono sinteticamente il percorso artistico della band oggetto di attenzione per la serata, e che anticipino per sommi capi la scaletta senza svelarla del tutto, così da lasciare un minimo di curiosità in chi si accosta a questo tipo di serata. La serata si chiama GIOVEDISCO . Alcuni degli artisti proposti saranno: BEATLES, ROLLING STONES, U2, WHO, POLICE, IGGY POP., DAVID BOWIE, DEPECHE MODE, POLICE, CLASH, REM, PINK FLOYD, THE DOORS, COLDPLAY, OASIS, BLUR, SMITHS, CURE, NEGRITA, SUBSONICA, EDOARDO BENNATO, FABRIZIO DE ANDRE’, AFTERHOURS, MARLENE KUNTZ, , STATUTO, CCCP/CSI, MODENA CITY RAMBLERS, BANDABARDO’, FRANCO BATTIATO, CATERINA CASELLI, VINICIO CAPOSSELA, LITFIBA… Sono previste anche serate dedicate alle scene musicali che hanno lasciato il segno nella storia della musica, sono previste: SERATA MOTOWN dedicata al soul degli anni 60 e 70, SERATA GRUNGE dedicata a tutti i gruppi dell’area di Seattle primi anni 90 (Nirvana, un nome su tutti), SERATA BRISTOL TRIP HOP (Portishead, Massive Attack, Tricky ecc.) SERATA MADCHESTER (gruppi rock di Manchester e dintorni che fondevano rock ed elettronica, come Primal Scream, Stone Roses, Charlatans ecc.) SERATA ELECTRO SWING e molte altre ancora.
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“Graffi, Vetro e Quotidianità” Mostra d’Arte Contemporanea di Sebastiano Bucci e Paolo Soriano By movoloco on January 21st, 2010
“Graffi, Vetro e Quotidianità” Mostra d’Arte Contemporanea di due artisti giovanissimi Sebastiano Bucci e Paolo Soriano Luogo: Archetyp’Art Gallery Via Marconi, 2 Termoli Data: 16 /28 gennaio 2010 Orario di apertura: 19.00 /20.30 tutti i giorni compreso festivi A cura di: Tommaso Evangelista Organizzazione: Nino Barone Inaugurazione: sabato 16 gennaio 2010, ore 19.00 Info: 329.4217383 Testo critico Può l’arte essere un carcere? Riprendo questa espressione dal titolo di un saggio del critico d’arte argentino Horacio Zabala a sottolineare, per antitesi, l’assoluta valenza dei lavori di Sebastiano Bucci e Paolo Soriano presentati alla galleria Archetyp'Art; volendo marcare la loro onestà intellettuale e il loro riuscito tentativo di realizzare opere che, per tecniche e soggetti, si pongono al di fuori di quella scatola concettuale e simil-creativa che pervade molta arte odierna portandola verso una fredda stereotipizzazione. L’arte è un carcere nella misura in cui tutto punta alla costruzione del valore e i musei diventano strumenti di mera validazione pertanto quando si trovano artisti giovani, fuori dal mercato e onestamente legati a personali tecniche e figurazioni, non si può non accogliere ciò come un fatto positivo. Sebastiano Bucci nelle sue opere attua una sorta di ritorno all’ordine del fenomeno del graffitismo ovvero trasporta le caratteristiche del grafismo selvaggio e dell’arte di strada nel limite della cornice e della tela. E’ di certo un’operazione complessa e non priva di difficoltà ma l’artista, perfettamente padrone delle tecniche tipiche, riesce a ricreare nei dipinti quella peculiare atmosfera metropolitana: un treno che sfreccia in una periferia come tante, in un giorno come tanti, trasfigurato da linee violente di colore, imbrigliato quasi in una prigione materiale e concettuale di fili, tubi e rotaie. Non bisogna farsi trarre in inganno dalla tecnica con 1
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le tipiche bombolette spray poiché i dipinti, cromaticamente molto accesi ma mai appesantiti dal colore, non sono mai autoreferenziali bensì guardano sempre al “quadro”, alla pittura, ad una narrazione sia pur rivisitata con ironia o disincanto. A testimonianza di questa volontà di figurazione nell’esposizione è presente anche una scultura in gesso e creta patinata che guarda, con genuina sincerità, al Novecento italiano e alla Metafisica. Si intravede sensibilmente nella materia la forma di un guerriero (una sorta di oplite contemporaneo) e di un cavallo resi con vigoria e forza espressiva; la forma barocca quasi ricorda i mirabili bozzetti in terracotta del Bernini tanto pervasi da un vorticoso movimento. Diversa è la linea seguita da Paolo Soriano che, con la difficile tecnica della sabbiatura del vetro, riesce a creare immagini realistiche ed ermetiche allo stesso tempo. L’opera non si priva del piacere della narrazione e della rappresentazione benché si intuisca che il messaggio vada colto molto più in profondità, in una sorta di misterioso limbo dove le figure si svelano rivelandoci alchemiche impressioni. Il vetro dipinto e lavorato rimanda subito alle grandiose vetrate delle chiese gotiche nelle quali la luce, come teorizzato da Sedlmayr, svolgeva il doppio compito di svelare e trasfigurare la rappresentazione; anche in questo caso, suppongo, la luce serva a rivelare pienamente il soggetto in tutta la sua visionaria indecifrabilità; lo stesso materiale del vetro metaforicamente può essere inteso come un invito a guardare attraverso le cose. Un clown che piange e ride contemporaneamente, un ricordo delle tristi figure di Toulouse-Lautrec, ci mostra la doppiezza della natura umana, la sua miseria o la sua grandezza; emblema malinconico di una modernità girovaga o inquietante IT del passato. Lo stesso dicasi per la figura di donna dai tratti e dai vestimenti tipicamente mediorientali eppur circondata da un nimbo giallo, corona di spine o aureola di luce. Anche in questo caso convivono due opposti: l’iconografia mariana e l’immagine islamica della donna, il mistero e la sacralità, la gabbia materiale o una sorta di poesia visiva (formata dai nomi delle moderne avanguardie) intessuta come una gabbia concettuale.
Brunetti, poliedrico giullare Molto prolifica anche la sua carriera di fotografo By movoloco on January 21st, 2010
Con un suo testo in scena, ha chiuso il Natale a Petrella di Charles N. Papa CAMPOBASSO - Fuori dagli schemi, fuori dalla showbiz, ma dentro il cuore di chi lo ama. Flavio Brunetti, ingegnere prestato al canto ed al teatro, non si è mai fermato da quando, nel 1997 ha vinto il Premio Recanati con “ Bambuascè ” quale miglior album d’esordio. Brunetti è un personaggio d’altri tempi, vederlo sulla scena è un atto che non si ripete spesso, perchè la sua forza sta proprio nell’essere quel che è, senza trasformazioni. Brunetti
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non ammicca alla telecamera, non fa il simpatico o il piacione, non si accattiva la simpatia del pubblico, non parla in italiano. E’ l’essenza dell’indigeno, di colui che trasporta, ovunque vada, la propria cultura, le proprie tradizioni. In pratica, è un animale da palco, un artista che aderisce alle tavole del palco come una ventosa. Certo, questo suo essere così ‘non plasmato’ e pronto per essere buttato nelle fauci del pubblico che, in quanto a voracità, non risparmia nessuno, rende Brunetti una mosca bianca nel rutilante mondo dello spettacolo. Ma le soddisfazioni Brunetti, se le è tolte. E tante. I dischi pubblicati, sono sempre rivolti ad un pubblico di nicchia e certo non ambiscono alle classifiche tradizionali. Ha fatto e scritto tanto teatro, tra cui “ Lullettino e lull’amore ” (del 2007) con la quale ha chiuso a Petrella Tifernina, le Feste di Natale. Nella sua biografia anche il cinema. Il più importante, nel 2008 con Sergio Castellitto. Per il film “ Non ti muovere ” (scritto da Margaret Mazzantini , moglie del regista) oltre ad essere il responasbile del casting per il Molise e il location manager, ha interpretato il becchino che, nel lungometraggio porta via Italia ( Penelope Cruz ) al cimitero. Attualmente è impegnato nella scansione di oltre 1.500 fotografie di fine ‘800 e inizi ‘900. Venuto in possesso di questo materiale in modo fortuito, Brunetti sta facendo un lavoro di archiviazione che porterà il tutto, non solo ad una esposizione, ma ad una consapevolezza storica che il Molise non aveva.
LULLETTINO E LULL'AMORE - lo SPETTACOLO TEATRALE E MUSICALE di FLAVIO BRUNETTI By movoloco on January 21st, 2010
Si è conclusa la rassegna di spettacoli, convegni e intrattenimento che, nel periodo natalizio ha allietato la cittadinanza nel comune di Petrella Tifernina. Una ritrovata convivialità con l’auspicio di un recupero più autentico del gusto di stare insieme. Lo suggella lo spettacolo TEATRALE E MUSICALE di Flavio Brunetti :“ Lullettino e Lull’amore ”, una chermes di tutto rispetto che “ nasce dalla ricerca profonda e analitica delle circostanze storiche e sociali e dei particolari individuali, di realtà, di vite e di ambienti, dei soggetti della nostra società ”. Questi i soggetti che si sono avvicendati sulla scena, nelle interpretazioni magistrali e di coloritura di Flavio Brunetti e Matilde Caterina,in un carrozzone di volti ed espressioni dal crudo verismo , in una cornice comica eppure velata di malinconia. L’ampia carrellata di volti di gente comune, e di situazioni esilaranti, dietro la maschera del grottesco, del satirico e della scanzonata comicità, si racconta e si presenta tanto uguale a se stessa da essere facilmente riconoscibile .
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Il teatro di Brunetti, come ogni drammatizzazione teatrale che si rispetti, evoca un processo di identificazione; è il ludibrio degli spettatori, l’immediatezza anche dei più piccoli nel familiarizzare con rappresentazioni ormai parte di un copione già noto. Lullettino interpretato da Flavio Brunetti, docente e ingegnere, ma anche, cantautore, attore, autore di spettacoli teatrali , e Lull'Amore, la sua donna , più scaltra e meno idealista, affidato alla partecipazione di una straordinaria attrice autoctona come Matilde Caterina, portano sulla scena un linguaggio comune che provoca al riso un folto e variopinto pubblico. A ciascuno il suo pezzo di storia e di comicità, ce ne per tutti i gusti per ognuno la sua dose di ironia, il giusto rimedio al male del prendersi troppo sul serio. I due interpreti, infatti, ripropongono quadri di vita vissuta, squarci di quotidiano con lo stridore delle urla materne, le dissonanze di uno scolaro ignorante, la squallida pedanteria di antiche tradizioni intrise di sacro e profano, la monotonia di un clichè del quotidiano che obbliga a recitare come un rituale sempre lo stesso copione. Caratterizzazioni forti e grottesche per una rivisitazione di un vissuto, quello delle terre molisane, con le pennellate nitide di chi ha saputo ritrarne e dipingerne i tratti più significativi.
Molisani a New York : Paolo Cardone fotografa la Grande mela in bianco e nero
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Diventa spettacolo tutto ciò che riguarda la scelta dei costumi, far salire i bambini sui carri, i saluti dei genitori, i versi degli animali, le foto di rito, i pianti dei bambini. Tutto ciò appunto, diventa teatro involontario e Mauro Presutti ne ha fissato i momenti salienti. La coppia Presutti-Cardone a New York sino al 30 gennaio.
Gialli-Noir: Mental Suicide, in arrivo il secondo capitolo della saga. A cura di Cristian Leonardo Di Pietro. By Cristian Leonardo Di Pietro on January 21st, 2010
Il sottoscritto, Di Pietro Cristian Leonardo, è lieto di comunicare che il secondo capitolo della saga Mental Suicide è stato rilasciato in queste ore ed è pronto per la stampa delle primissime copie. Entro qualche giorno foto, copertine, frammenti e link! Stay tuned.
Ecco i romantici del rock - La band molisana è al lavoro sul terzo disco, autoprodotto By movoloco on January 21st, 2010
IRDFDC live domenica in attesa del loro nuovo album di Charles N. Papa
By movoloco on January 21st, 2010
Espone anche Mauro Presutti con il “ Teatro involontario ” di Charles N. Papa NEWYORK - Tra i molisani che vivono all’estero, a New York vive e lavora Paolo Cardone , fotografo campobassano, da sempre legato alle sue radici professionali. Sino al 30 gennaio presso la Larchmont public library lui espone con il collega Mauro Presutti, altro artista molisano, ma residente nel capoluogo. Una doppia esposizione dunque che ha due temi diversi: New York e iMisteri . Due soggetti assolutamente distanti, non solo geograficamente. ‘La grande mela’ è il soggetto scelto da Paolo Cardone che in questo modo, conferma quanto sia diventato metropolitano, restando però, sempre attaccato alle proprie origini, volendo con sè appunto, Mauro Presutti e il suo “ Teatro involontario ”. E’ certamente la festa più sentita quella del Corpus Domini, e anche la più importante. Richiamo per migliaia di turisti da tutta Italia, la giornata dei Misteri comincia presto, molto presto, per chi deve mettere a punto gli ingegni del Di Zinno, cioè i carri che compongono la sfilata dei Misteri. Il dietro le quinte della vestizione non è per tutti, non tutti possono vederlo.
CAMPOBASSO - Il rumore del fiore di carta, band di post-rock (terminologia usata ma solo per collocarli nel mondo del rock) torna a far parlare di sè. Subito dopo le feste natalizie, il 2010 si apre con un live a Puglietta Campagna, Salerno, al bar Jolly. Con Tony Jamba scambiamo alcune battute sulle ultime fatiche della band. A cominciare dall’offerta natalizia di Fallen: “ Beh guarda - dice Tony - speravamo in una vendita più cospicua, ma va bene anche così. E comunque l’offerta rimane ancora valida, disco in vinile e cd euro 10,00. Direi che si può valutare ”. IRDFDC è attualamente al lavoro sul nuovo album: “ Abbiamo quasi ultimato i nuovi pezzi - prosegue Tony - che faranno parte del nostro terzo disco, buona parte di questi li proporremo nel live di domenica 10 gennaio. Dopo questo live ci concentreremo soprattutto sulla pre-produzione del nostro nuovo cd, che sicuramente vedrà la luce nel 2010, ma 3
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non sappiamo dirti quando, una cosa è certa: questa volta lavoreremo con molta calma, siamo molto fiduciosi, oramai abbiamo un nostro suono ben definito, abbiamo un'anima tutta nostra, e puntiamo parecchio sul nuovo cd, cercheremo comunque di testare ulteriormente i nostri pezzi dal vivo, che è il lato che più ci interessa, e stiamo valutando se fare un live dalle nostre parti a breve ”. Il gruppo è stato citato anche su un libro di rock edito di Giunti: “ Si è un libro - conclude Tony - che raccoglie i 20 anni del Rock contest, il più longevo dei festival riservato alle band emergenti, contest dal quale sono usciti litfiba, diaframma. benvegnù per arrivare ai recenti offlaga disco pax, contest al quale noi siamo arrivati secondi l'anno scorso ”. Il concerto domenica alle 21:00 al bar Jolly di Puglietta Campagna, Salerno.
A Vancouver con la musica di Antonio di Iorio By movoloco on January 21st, 2010
Antonio Di Iorio, diplomato in Composizione presso il Conservatorio di Musica “Lorenzo Perosi” di Campobasso ed iscritto al biennio specialistico di Composizione (scuola del prof. Piero Niro), ha vinto l'importante concorso nazionale promosso da SKY inerente le musiche delle Olimpiadi invernali (che saranno trasmesse in esclusiva da SKY a livello nazionale). Le musiche scritte da Antonio Di Iorio verranno trasmesse da SKY, 24 ore su 24 in tutti i programmi relativi all’evento televisivo, anche sotto forma di sigle. La grande Orchestra Giuseppe Verdi di Milano, curerà la registrazione delle composizioni prescelte. "Vincita del concorso di composizione musicale "A Vancouver con la tua Musica", indetto da Sky nel settembre 2009, con la composizione "Spirito Eroico". Una serie di brani che verranno registrati con l'Orchestra Verdi di Milano l'8 gennaio 2010. A partire dal 12 febbraio 2010 le musiche di Di Iorio verranno trasmesse in tutte le trasmissioni e sigle televisive sulle Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010 mandate in onda da Sky."
Mental Suicide: In Tenebras Descensus. Frammenti a cura di Cristian Leonardo Di Pietro. By Cristian Leonardo Di Pietro on January 21st, 2010
"Siamo tutti uguali al momento della nascita, ma il luogo dove viviamo, il posto che occupiamo all�interno della società e, perché no, anche all�interno della nostra stessa famiglia sono alcune delle particolarità basilari utili a formare il nostro carattere." (Tratto dalla Prefazione di Cristian Leonardo Di Pietro) "I suoi occhi erano rossi e stanchi ed i suoi capelli molto disordinati.
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Aveva ancora il braccio fasciato. Il suo amico lo raggiunse. “Come stai, Edge?”, fece per salutarlo. Edge accennò ad un sorriso. “Più o meno…devo ancora riprendermi, sai?”. Il giovane McNeil ripose il proprio telefono in una tasca dei suoi larghi pantaloni e buttò la sigaretta, ormai finita. “Ti offro un aperitivo. – disse – Ne hai bisogno.”. Edge, sebbene non volesse farsi offrire nulla dall'amico, decise di accettare. Conosceva Spiv troppo bene ed era ben consapevole che un “No, grazie, non ne ho voglia.” non sarebbe stato di suo gradimento. I due camminarono per circa un centinaio di metri, finché non entrarono in un locale sito lungo la strada che demarcava esattamente il confine tra Dutch ed R-5, la sezione cittadina della Route 79. McNeil osservò l'amico guardarsi in giro più volte come se ci fosse qualcosa che lo teneva in ansia. Nonostante la sua enorme curiosità, scelse di non partire in quarta con le domande, ma al contrario lo esortò a scegliere cosa bere. Edge ordinò un succo di frutta particolare, mentre Spiv optò per un semplice caffè. “Ho saputo che ti sei dato all�hard rock! – fece McNeil – E� un genere che conosco molto bene, se può interessarti.”. Spiv non sapeva come iniziare una conversazione che potesse andare per le lunghe con un Edge così scarico, per cui aveva rischiato il tutto per tutto proponendogli di parlare di musica. Blacksteel, di contro, sembrava ben poco preso dall'argomento. “Sì, è vero. – ammise – Ma non diverrò mai un vero esperto.”. “E chi te l'ha detto? Mai dire mai, Edge!”, sorrise McNeil. Edge si imbambolò per qualche istante, guardando verso il pavimento. L�altro gli passò una sigaretta. “Dai, fuma anche tu.”. Per la seconda volta Edge avrebbe voluto rifiutare, ma lo sguardo di Spiv glielo impedì. “Non mi dirai che ti stai facendo problemi per una sigaretta e per un succo di frutta!”, continuò il biondo. Il giovane del Dutch scosse la testa. “No, no…stai tranquillo.”. In quel momento, il barista portò loro le ordinazioni: Spiv, pronto a passare al vero attacco, sentiva che non sarebbe stato facile riuscire in ciò che si proponeva di fare. Edge si accese la sigaretta che l'amico gli aveva offerto. “Non pensi sia ora di dirmi perché hai quella benda, Edge?”, domandò. Blacksteel lo guardò esitante. 4
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“Questa? – sollevò il braccio ferito – Me la sono procurata in casa!”, rise. Spiv versò lo zucchero nel suo caffè e prese a girarlo con il cucchiaino. “Ci hai fatto prendere una paura del diavolo. – assicurò – O pensavi forse di renderci tutti felici se ti fosse successo qualcosa di grave?”. “Vai a farti fottere, Spiv. – attaccò Edge all�improvviso, con tono più aspro – Non riesco a parlarne, non lo capisci? Possibile che nessuno di voi se ne sia accorto?”. I suoi occhi si arrossarono ancora di più e le sue mani tremavano. Edge Blacksteel stava attraversando un momento pessimo. “Io sono qui per aiutarti, amico. Non voglio obbligarti a parlare, voglio che tu esca da questa condizione. Ma devi venirmi incontro anche tu.”. Blacksteel prese un sorso di succo di frutta e, chiudendo gli occhi per un istante, respirò a fondo. “E� stato un momento molto difficile, Spiv. Per un attimo ho perso il controllo di me stesso…” – iniziò a raccontare. (Tratto da Mental Suicide: In Tenebras Descensus, Parte Quinta, XVII) Copyright © Cristian Leonardo Di Pietro 2009, Mental Suicide: In Tenebras Descensus. Acquistabile nelle librerie di Agnone (Is) o seguendo, previa registrazione, il link: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=380504
In memoria di Arturo Giovannitti By movoloco on January 21st, 2010
A 50 anni dalla morte l’illustre nativo di Ripabottoni verrà ricordato con una serie di manifestazioni che si svolgeranno nel 2010 Dal Giornale degli Italiani d’America “Giustizia” di N.Y. “Giovedì mattina 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno, moriva nel suo letto di dolore, dove giaceva da parecchi anni, il nostro compagno Arturo Giovannitti, poeta del lavoro e della libertà, una delle più simpatiche e pittoresche figure della comunità italo-americana e del mondo letterario americano. Aveva un po’ più di 75 anni. Arturo Giovannitti giunse giovinetto nel Nuovo Mondo dal natio Molise. Studiò prima a Montreal e fu lì che prima arricchì la sua cultura di studi classici e che divenne presto padrone della lingua inglese, della francese oltre che dell’italiana.
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Giovannitti da giovanissimo aderì al movimento sindacalista dell’Industrial Workers of the World. Era quella un’epoca di violenti conflitti tra capitale e lavoro. L’I.W.W. predicava l’azione diretta. Giovannitti, oratore, tutto passione, poesia e retorica rivoluzionaria, era l’astro che più brillava nelle adunanze dell’I.W.W., adunanze che spesso erano l’inizio di scioperi drammatici e anche sanguinosi. Uno di questi scioperi, il più ricordato, fu quello del 1912 dei tessitori di Lawrence, Mass., in gran parte immigrati di recente dall’Italia, soggetti ad uno sfruttamento bestiale. A capo dello sciopero si trovavano Arturo Giovannitti e Joe Ettor, italoamericano anche quest’ultimo. Lo scoppio di una bomba ed una donna colpita da una rivoltellata fornirono la scusa alla polizia di arrestare i capi dello sciopero, e Giovannitti ed Ettor erano destinati a finire inceneriti sulla sedia elettrica. Vi furono comizi di protesta nel Nuovo e nel Vecchio Mondo. Lo stesso Mussolini, allora socialista rivoluzionario e direttore dell’”Avanti”, scrisse articoli di fuoco incitando gli italiani ad incendiare i consolati americani se Giovannitti ed Ettor non fossero stati liberati. La liberazione avvenne non per le minacce di Mussolini, ma per le pressioni della pubblica opinione e per la provata innocenza degli arrestati . L’I.W.W. raccolse allora un fondo di ben $ 60.000. Dopo la scarcerazione, Giovannitti divenne l’oratore di grido delle grandi organizzazioni operaie nei loro congressi nazionali. Fu uno dei più applauditi oratori delle convenzioni della nostra Unione. Ricoprì pure la carica di Segretario Generale dell’allora Camera del Lavoro italiana. Continuò sempre la sua attività di poeta, tanto in inglese che in italiano. Molto apprezzati furono i fascicoli della sua rivista “Il Veltro”. Durante il regime fascista, Giovannitti fu attivissimo nella Alleanza Antifascista. Mussolini cercò di averlo dalla sua parte, ma gli approcci dei suoi inviati, scelti fra ex sindacalisti, non ebbero mai fortuna. La produzione letteraria di Giovannitti è vasta e pregevolissima, tanto in inglese che in italiano. Nella memorabile manifestazione del Consiglio Italo-Americano del Lavoro, 31 Gennaio 1942, al Madison Square Garden, l’Ode “Italy Calls” fu da lui composta e segnò la fase più emozionante. Una recente raccolta di poesie sue, “Quando canta il gallo”, è uscita di recente per cura della E. Clemente Publishing Co., di Chicago. La salma è stata esposta al pubblico da sabato 2 gennaio al martedì seguente, nell’auditorium del Joint Board degli Shirtmakers dell’ACW of A., 111 E. 15th Stett. Largo afflusso di amici ed ammiratori del defunto poeta, anche da fuori, specialmente dal New England e dai campi minerari. Negli ultimi anni della sua vita Giovannitti fu devotamente assistito dalla sua compagna Florence nello appartamentino del Bronx. Sopravvivono la moglie Carrie , il figlio Len e due figlie, Roma e Vera.” “Alla sintesi efficace dedicata dal Giustizia alla vita e all’opera di Arturo Giovannitti, noto in tutto il mondo come ‘Il Bardo della Libertà’, poco vi è da aggiungere- dice Antonio D’Ambrosio, Presidente e fondatore dell’Associazione Pro 5
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Arturo Giovannitti - Per la ricorrenza del cinquantenario dalla morte e dai funerali dell’illustre molisano nativo di Ripabottoni,, l’Associazione ha attivato per il 2010 un intenso e vasto programma di attività. Il fine è di onorare la memoria di un uomo che intensamente e tenacemente ha lottato tutta la vita per l’uguaglianza e l’integrazione dei popoli e per i nostri emigrati”. Il Presidente D’Ambrosio si augura che le Istituzioni vogliano sostenere le iniziative promosse dall’Associazione e in particolare si auspica che la Regione Molise attivi la legge del Museo regionale dell’emigrazione, intestato allo stesso Giovannitti. “Sarebbe questo il modo migliore - sottolinea D’Ambrosio - per rendere omaggio a lui e a tutti gli emigrati molisani”. Il programma Il programma si pone l’obiettivo di raccogliere e organizzare strumenti, documentazioni e testimonianze per l’approfondimento e la divulgazione della conoscenza della storia dell’emigrazione molisana nel mondo. IL CONVEGNO Convegno internazionale sulla vita e l’opera di Arturo Giovannitti. Sedi: Ripabottoni e New York LE OPERE Pubblicazione di un’opera su Arturo Giovannitti Titolo: “Usque ad finem. Arturo Giovannitti e la lotta per l’emancipazione e l’integrazione dei popoli 1900/1912 in Italia e negli Stati Uniti d’America” (in italiano e inglese). Rappresentazione teatrale del processo di Salem Dramma in tre atti. L’opera sarà messa disponibile in dvd e messa in onda sulle TV private molisane IL WEB Museo Virtuale Un museo in rete (in italiano e inglese) da dedicare ad Arturo Giovannitti che ospiti anche altre sezioni di cultura molisana: emigrazione ed immigrazione, la civiltà contadina, la memoria storica del movimento operaio molisano, i molisani illustri emigrati, il Molise culturalmente “eccellente”. Biblioteca virtuale La biblioteca in rete conterrà i testi pubblicati sull’opera di Arturo Giovannitti, sull’emigrazione molisana, sul movimento operaio molisano e sul Molise. source: http://www.caffemolise.it
Presentato ad agnone il libro ' Mental Suicide – In tenebras descensus'. Articolo a cura di LAURA CAROSELLA By Cristian Leonardo Di Pietro on January 21st, 2010
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2010-01-03 23:16:21 di LAURA CAROSELLA - Il 2009 si è concluso in bellezza per un giovane scrittore di Agnone; Cristian Leonardo Di Pietro, nato in Argentina ma di origini italiane e cresciuto nella cittadina altomolisana, ha presentato la sua prima fatica letteraria intitolata Mental Suicide – In tenebras descensus, primo libro di una trilogia che a breve avrà un seguito, “Fluctuatio”. Il 30 dicembre, presso il Caffè Letterario “Francesco Jovine” di Agnone, alla presenza di altri poeti e scrittori nostrani, tra i quali Francesco Paolo Tanzj (Presidente del Centro Studi Alto Molise ed organizzatore della serata), Andrea Cacciavillani e l’altra novità letteraria del 2009, Guido Marinelli, Cristian ha letto alcune pagine del suo romanzo e risposto alle domande degli intervenuti, presentandoci Mental Suicide, come una saga ispirata essenzialmente da due costanti della sua vita: la musica Heavy Metal e il De Rerum Natura di Lucrezio, basato principalmente su due concetti tra di essi legati, ma comunque contrapposti: ratio e religio . Questi sono i due elementi che condizionano anche la vita di Edge, protagonista di Mental Suicide, un giovane la cui vita verrà cambiata, anzi stravolta, dall’influenza graduale esercitata su di lui dalla musica che ascolta e dalla sua concezione del mondo e del Destino: "Vivo la vita a modo mio e lascio che sia il fato a guidarmi." La perdita prematura del fratello a cui era molto legato ed un amore intenso ma non corrisposto, contribuiranno allo sconvolgimento della sua esistenza, ormai caratterizzata dalla violenza, dal teppismo, dall’aberrazione di se stesso, in un mix di riflessione/introspezione ed eccessi di ogni tipo che lo porteranno al “Suicidio Mentale”. “Edge è un ragazzo inizialmente tranquillo, uno come tanti, ma con una diversa sensibilità. Grazie alle sue amicizie si accosta alla musica Metal, passando in rassegna i diversi sottogeneri della stessa, dal più soft, come il Glam Metal, al più estremo, il Black Metal, quello che a livello storico si è impegnato maggiormente contro la religione ed i suoi dogmi. Solo allora la sua trasformazione sarà tragicamente completa” ha detto Cristian nel corso della serata. Possiamo quindi definire la trasformazione del protagonista di Mental Suicide, come una vera e propria metamorfosi caratteriale, scatenata da una serie di cause ed effetti, legati indissolubilmente tra loro da quello che Lucrezio chiama “progresso” . Il progresso però, come anche Cristian scrive nell’introduzione al romanzo, non è positivo a prescindere. Se esso è fonte di decadimento morale, l’uomo è condannato duramente dal suo stesso cambiamento. Questo è probabilmente il significato intrinseco del libro, un concetto che Cristian ribadisce costantemente ora in maniera esplicita, ora implicita, delineando pagina per pagina la storia di un ragazzo di provincia come lui e che, a suo dire, gli somiglia più di quanto si possa sospettare . Senz’altro un’ottima prova letteraria da parte del ventunenne, soddisfatto ed entusiasta del successo che la sua opera sta ottenendo e impaziente di pubblicarne il seguito, del quale ci ha anticipato l’incipit, la frase che, a detta di Cristian, racchiude la sua essenza e quella del suo alter ego Edge:
Presentato ad agnone il libro ' Mental Suicide – In tenebras descensus' 6
January 21st, 2010
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“Il corpo e l’anima che crediamo di possedere sono solo un prestito che la Natura ci ha fatto, un debito che non possiamo astenerci dal saldare.” Appuntamento, quindi, con Mental Suicide – In Tenebras Descensus di Cristian Leonardo Di Pietro , ordinabile al seguente indirizzo internet, previa registrazione http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=349635 e acquistabile presso le librerie di Agnone (Is) Fonte: http://www.altromolise.it/notizia.php? argomento=scrittori-molisani&articolo=41478
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