Mr Food Speciale 2018

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LIBRERIA DOC

I PRIMI 20 ANNI DI UNA COMUNITÀ DI APPASSIONATI RIUNITI SOTTO IL SEGNO DEL GUSTO a pag. 2

CIBO, VINO & DINTORNI: TUTTI I LIBRI DEL 2018 DA NON PERDERE a pag. 20

Mr Food & Mrs Wine è un’iniziativa b

www.mr-food.it www.carbonaraclub.it www.facebook.com/carbonaraclub

TRIMESTRALE A.10 N.1 2018 € 1

CARBONARA CLUB

Mr Food & Mrs Wine

MANGIARE•BERE•VIAGGIARE• U O M O • D O N N A

2018 MANGIARE, BERE, VIAGGIARE

TUTTO IL MEGLIO


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Mr Food 1998-2018: sono passati esattamente venti anni, da quando, quel giorno di aprile del '98, sette colleghi si riuniscono a tavola, scoprendo di voler mangiare tutti una bella carbonara. Da lì, quasi per scherzo, si decide di creare un club di appassionati, il primo del genere al mondo, dal nome che dice tutto: Carbonara Club, sic et simpliciter. All'inizio aprimmo un sito rudimentale che potesse essere solo un punto di scambio di informazioni fra 'soci' e simpatizzanti. Poi, vedendo il crescente interesse di tante persone, decidemmo di dare al tutto un taglio più professionale, conservando però lo spirito di base di gioiosa condivisione della passione. E così, piano piano, abbiamo creato e registrato un logo ad hoc, il cuoco 'Gustavo' purtroppo piratatissimo sul web, a conferma del fatto che si tratta di un simbolo riuscito e che i ladri non sono solo quelli che rubano in casa o prendono l’auto di un altro - poi realizzato due siti ‘veri’ (www.carbonaraclub.it, come è

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Carbonara Club

i nostri primi 20 anni

Per festeggiare degnamente due decenni di attività ‘carbonare’ - dalle Guide ai Ristoranti di Roma ai Campionati del Mondo - ci siamo regalati due nuovi siti e addirittura un film… con la carbonara protagonista!

palese dedicato principalmente alla nostra amata carbonara, e www.mr-food.it, aperto ai mondi del cibo e del vino; quest’ultimo ospita il free press elettronico Mr Food & Mrs Wine, ovvero la rivista che state leggendo in questo momento). Il passo successivo - anno dopo anno abbiamo cercato di allargare le attività, come richiesto da chi ci ha seguito fin dall’inizio stato la realizzazione della Guida ai

Ristoranti di Roma selezionati dal Carbonara Club, la prima - e tuttora unica - con le foto dei piatti provati e dei conti pagati. La Guida è oggi arrivata alla IV edizione, e possiamo anticiparlo in questa occasione - è in arrivo la prossima, ricca di nuovi indirizzi golosi. Continuiamo ora però con la storia. Visto

il successo della prima guida, al tempo si è pensato di realizzare un degno

complemento al prodotto cartaceo, ovvero un documentario con interviste e videoricette. Nacque così il DVD di Passione Carbonara - 13 cuochi interpretano la ricetta italiana più famosa nel mondo, distribuito in edicola e in alcune librerie specializzate. Vedendo tante varianti sul tema, piccole e grandi, proposte da cuochi professionisti o dilettanti, abbiamo poi avuto l'idea di organizzare una gara in tema carbonara, o meglio i Campionati Mondiali di Carbonara, realizzati


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in collaborazione (e presso) Eataly Roma. Dal 2012, anno dopo anno, siamo arrivati in questo 2018 alla VI edizione… non contando la recente sfida Amatriciana vs Carbonara, sempre organizzata presso Eataly Roma. Nel frattempo, abbiamo registrato anche lo slogan ‘Keep Calm and Eat Carbonara’, stampato su una delle nostre cartoline colorate da collezione (sei esemplari finora editi in tiratura limitata), e poi ecco un'altra idea. Ipotizzando un cuoco e una sommelier, in effetti corrispondenti ai personaggi 'ideali' Mr Food & Mrs Wine, perché non creare un fumetto? E così, abbiamo lanciato un contest - in collaborazione con la rassegna Romics - per trovare un disegnatore in grado di sviluppare l'idea, ed il risultato è 'Le avventure di Mr Food & Mrs Wine', opera prima del vincitore, Marco Amatori. Dato che l'appetito vien mangiando, soprattutto quando si parla di Carbonara, il concetto di avventure di un cuoco e una sommelier, fra cucina e vita privata, ci è sembrato stimolante come punto di partenza per ulteriori sviluppi, non solo sulla carta. E così quest'anno è nato anche

uno short movie con lo stesso titolo, cioè 'Le avventure di Mr Food & Mrs Wine'. Un progetto impegnativo, prodotto da MAC Film da un’idea di Stefano Belli e con la partecipazione di un cast e una troupe di primissimo piano, diretti da Antonio

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2018, lo scorso ottobre. 'Le avventure di Mr Food & Mrs Wine', successivamente il corto è stato iscritto ad alcuni festival, e, al momento in cui scriviamo (dicembre) ha già ottenuto un primo successo all’Asti FIlm Festival, nella categoria ‘Vino è cultura’. Per finire, da segnalare il nuovo look e i nuovi contenuti dei siti www.carbonaraclub.it e www.mr-food.it. E non è finita qui... il bello deve ancora venire. Ne parleremo nei prossimi appuntamenti! carbonaraclub.it www.facebook.com/ carbonaraclub/ www.mr-food.it

In queste pagine, dalle cartoline con il logo per i 20 anni del Club, a quelle per i Mondiali 2018 di Carbonara e ‘Keep Calm and Eat Carbonara’® rossa, al DVD, al fumetto, alla Guida ai ristoranti, ai siti (qui sopra), ecco alcune delle iniziative realizzate dal Carbonara Club nel corso di 20 anni di vita 100% all’insegna del gusto.

Silvestre (date un’occhiata a www.facebook.com/MrFood andMrsWine).


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Dall’antipasto al dolce Un buon bicchiere di vino, una fetta di pane appena sfornato e un bel po’ di speck Alto Adige IGP. Cosa chiedere di più alla vita? Ad esempio, di gustare lo speck a tutto pasto, dall’antipasto al dolce: questo ingrediente si presta infatti a tantissime interpretazioni, come dimostrano alcune ricette qui presentate, proposte da Stefano Caveda. E, se volete davvero divertirvi a cucinare utilizzando questo straodinario ingrediente, ci sono tante altre ricette davvero insolite e curiose, comunque sempre gustose: provare per credere! Come accennato qui sopra, un buon modo per consumare lo Speck Alto Adige IGP è quello classico, con il tradizionale pane dell’Alto Adige e un bicchiere di vino rosso locale. Ma, come suggeriscono le aziende del Consorzio Tutela Speck Alto Adige in realtà sono moltissime le ricette che si possono realizzare utilizzando proprio lo speck.

Per averne la prova, basta collegarsi al sito dedicato allo Speck Alto Adige e dare un’occhiata: come si può ben vedere, ci sono davvero tante proposte che vedono questo alimento protagonista assoluto di piatti davvero unici e prelibati: con l’uso dello speck antipasti, primi, pietanze e addirittura dolci acquisiscono una nota

speziata davvero unica e irresistibile. Curiosi? Ecco intanto un assaggio di

proposte, firmate Stefano Caveda, che comprendono

uno sfizioso antipasto fusion (Hummus di zucca con speck Alto Adige IGP e crostini di pane), un grande classico (Canederli agli spinaci con basilico, crema di zucca e speck Alto Adige IGP), ed un dolce davvero originale, sorprendente (Mini cupcake con sciroppo d’acero e speck Alto Adige IGP). E non è finita certamente qui: sempre sul sito troverete

anche altre ricette proposte da Cavada, un inno alla buona cucina e un piacere per il palato, come ad esempio i gustosissimi Spaghettoni con spinaci, crumble di noci, speck Alto Adige IGP e melagrana, la particolare Insalata di chi con speck Alto Adige IGP, formaggio a pasta dura e crema di balsamico... speck.it


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Hummus alla zucca e speck con crostini di pane

Canederli di spinaci e basilico, con salsa di zucca, speck croccante

Mini cupcakes con sciroppo d’acero e speck

Ingredienti (2 persone)

Ingredienti (2 persone)

Ingredienti ( 4 persone)

100 g di zucca 25 g di speck Alto Adige IGP tagliato a cubetti 4 fette di pane da tostare 1,5 cucchiai di tahini (pasta di sesamo) ½ spicchio di aglio succo di un quarto di limone semi di cumino q.b. paprika dolce q.b. prezzemolo q.b. olio evo q.b.

75 g di pane di farro per canederli (o pane raffermo a cubetti) 45 g di spinaci lessati e tritati (o 100 g di spinaci freschi) 30 g di cipolla tritata 25 ml di latte 15 g di formaggio grigio (formaggio aromatico tipico del Trentino Alto Adige a base di latte vaccino) 5 g di basilico 1 cucchiaio olio evo 1 uovo ½ cucchiaio di farina di farro ½ pizzico di noce moscata sale, pepe q.b. 100 g di zucca pulita e tagliata a cubetti 50 ml di brodo vegetale 50 g di speck Alto Adige IGP tagliato a cubetti 1 cucchiaio olio evo erbe aromatiche miste q.b.

100 g di zucchero 90 g di farina 80 ml di latte 60 g di burro 1 uovo ¾ cucchiaino di lievito per dolci 1 e ½ cucchiaio di sciroppo d’acero ½ cucchiaio di estratto di vaniglia ½ cucchiaino di cannella 1 pizzico di sale 350 g di zucchero a velo 120 g di formaggio spalmabile 2 cucchiai di burro ammorbidito 1 cucchiaio di sciroppo d’acero 5 fette di speck Alto Adige IGP sciroppo d’acero

Preparazione Cuocere la zucca al vapore o al forno (a 210 °C statico per 30 minuti). Frullare quindi la zucca insieme a tahini, all’aglio, al limone, il cumino e alla paprika. A parte rosolare lo speck con un filo d’olio extra vergine d’oliva e allo stesso tempo tostare il pane. Collocare l’hummus in un piatto adatto, e cospargerlo con prezzemolo, speck e semi di cumino. Accompagnare con i crostini di pane tostato.

INDICAZIONI SULLE RICETTE - Hummus alla zucca e speck con crostini Stile: moderno Difficoltà: facile; tempo di preparazione: 45 m - Canederli di spinaci e basilico, con salsa di zucca, speck croccante Stile: tradizionale Difficoltà: facile; tempo di preparazione: 60 m. - Mini cupcakes con sciroppo d’acero e speck Stile: moderno Difficoltà: media; tempo di preparazione: 60 m.

Preparazione Soffriggere la cipolla in 2 cucchiai di olio evo fino a quando sarà ben dorata. Tritare gli spinaci e il basilico. Mescolare insieme pane, spinaci tritati, basilico, cipolla tritata, uova, latte, formaggio grigio, farina di farro, sale e noce moscata. Lasciar riposare l’impasto per mezz’ora. Nel frattempo in una casseruola far cuocere per 20 minuti la zucca nel brodo. Frullare e condire con le erbe aromatiche. Rosolare lo speck a cubetti con un filo d’olio evo. Suddividere l’impasto in 8 parti e formare i canederli. Cuocerli a fuoco basso in acqua bollente per 20 minuti. Per impiattare versare un po’ di salsa di zucca sul fondo del piatto, adagiarvi sopra i canederli e lo speck a cubetti.

Preparazione Preriscaldare il forno a 180 °C statico (160 °C ventilato). Sistemare 6 pirottini di carta in uno stampo per cupcakes. In una ciotola o nel bicchiere di una planetaria montare il burro con lo zucchero, fino ad ottenere un composto chiaro e morbido. Aggiungere l’uovo, lo sciroppo d’acero, l’estratto di vaniglia, poi gli ingredienti secchi, e infine, a velocità bassa, il latte. Suddividere l’impasto nei pirottini e infornare per 20 m. Lasciare raffreddare completamente su una gratella. Aumentare la temperatura del forno a 200 °C e disporre le fette di speck su una teglia rivestita con carta da forno. Spalmare le fette con poco sciroppo d’acero e infornare per 12 minuti. Lasciar freddare sulla carta da forno e tagliare in pezzi. In una ciotola grande sbattere il formaggio spalmabile e il burro ammorbidito. Quindi aggiungere lo sciroppo e ¼ di zucchero a velo alla volta. Montare fino a raggiungere una consistenza spumosa. Con un sac à poche decorare i cupcake, aggiungere lo speck spezzettato e un goccio di sciroppo d’acero.


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La famiglia, la pasta, l'Italia… Attraverso i colori accesi delle maioliche e i rimandi ai più famosi simboli e monumenti italiani, Dolce&Gabbana e Pastificio Di Martino colorano le confezioni di pasta, celebrando il piatto simbolo della cultura gastronomica italiana. Da oltre un secolo, esattamente dal 1912, i Di Martino sono pastai a Gragnano (NA), luogo che è sinonimo di produzione della pasta. Cresciuto e sviluppato attraverso tre generazioni, il Pastificio Di Martino produce Pasta di Gragnano IGP usando da sempre solo semola di grano duro 100% italiano e acqua sorgiva dei Monti Lattari, con trafila al bronzo ed essiccazione lenta, a bassa

temperatura. Oggi, la pasta Di Martino cambia veste, con un intervento creativo firmato Dolce&Gabbana. E, prima che possiate stupirvi troppo, ricordate che una recente collezioni di abiti D&G era dedicata all’Iitalia, ai nosri simboli, alla pasta, e che l'azienda di recente ha anche collaborato con SMEG per la realizzazione di cucine ed elettrodomestici con look in tema! Torniamo alla Pasta Di Martino. Come è giustamente scritto nel comunicato stampa, 'le nuove confezioni diventano una vera e propria cartolina che girerà il mondo profumando le tavole e ravvivando le dispense con le

Un'inedita 'strana coppia' di aziende, che rappresentano al meglio il made in Italy nel mondo, impegnate a valorizzare un prodotto che più tradizionale non si può: la pasta! fantasie dai colori mediterranei. I carretti siciliani, i pupi e l’immagine di Pulcinella, tutti elementi iconici della cultura italiana, incorniciano lo storico marchio del Pastificio Di Martino'. Il tutto renderà in qualche modo più appetitosa la pasta, che si tratti di formati classici della tradizione parteneopea, come i Paccheri e la Mista Corta, o di quelli

ALCUNI FORMATI DA TENERE D’OCCHIO MISTA CORTA Miscela di piccoli, vari formati, in origine nata dall’abitudine delle famiglie di conservare gli avanzi per farne un’unica minestra, accompagnata in genere da legumi o verdure. Oggi la tradizione continua, con formati adatti a piatti invernali, tipici della tradizione campana, come pasta e patate con la provola e pasta e fagioli

SPAGHETTO Citato per la prima volta nel “Vocabolario Domestico” di Giacinto Carena (1846) e poi nel “Dizionario Tommaseo Bellini” (1861-1879), è un formato lungo circolare il cui aspetto ricorda, appunto, uno spago, diffuso ed apprezzato in tutto il mondo. Il Pastificio Martino ricorda che in linea di massima la pasta lunga non andrebbe abbinata ai sughi di carne, ma a quelli preparati con soffritto d’olio, erbe aromatiche ed eventualmente pesce o verdure.

universalmente diffusi come gli Spaghetti e le Penne mezzani rigate, ai grandi classici partenopei come la Mista corta e i Paccheri. Ad arricchire la selezione i tradizionali formati lunghi avvolti a mano che, con eleganza, danno nuova vita ad un classico tipico di Gragnano. Già disponibile presso gli store Di Martino di Napoli Piazza Municipio e negli

aeroporti di Napoli e Bologna, la special edition potrà essere acquistata in tutta Italia e online a partire dal prossimo primo ottobre. A completare l’offerta, nelle settimane successive, sarà disponibile anche una speciale scatola di latta Dolce&Gabbana, spunto perfetto per un esclusivo regalo natalizio. Per l’acquisto online, scrivere a: shop@dimartinoair.it www.pastadimartino.it

E DA CONOSCERE MEGLIO A TAVOLA!

PENNE MEZZANI RIGATE Un formato corto, con la stessa sezione dei mezzani, e taglio obliquo e a superficie rigata. Ottime con ragù di carne, ed adatte anche a sughi di verdure, quali melanzane, peperoni, zucchine e carciofi

AVVOLTI A MANO Un tuffo nel passato per un salto nel futuro. Ci riferiamo all'epoca in cui, a Gragnano, la pasta sfusa veniva di norma confezionata a mano in carta da zucchero blu, non a caso anche chiamata “carta maccheroni”. Parliamo in genere di formati speciali, con 'pezzi' lunghi il doppio di quelli classici, molto diffusi e apprezzati nel territorio campano. Legano bene con le ricette napoletane classiche, come la genovese o il ragù napoletano, ma si prestano anche a moderne e creative interpretazioni. PACCHERI Un vero classico, il cui nome è dovuto ad una questione acustica: quando sono girati,

emettono un suono che in qualche modo ricorda quello di uno schiaffo, un “pacchero” appunto. Usato con sughi importanti o cotture in forno, è ottimo anche fritto, freddo o addirittura in versione dolce, come base per un insolito dessert: provare per credere!


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Sul Vulcano Vinitaly rappresenta sempre una buona occasione per lanciare nuovi prodotti. Per Donnafugata, dopo i vini di Vittoria proposti lo scorso anno, l’edizione 2018 ha visto la presentazione di un’altra importante novità, dal nome che dice tutto: Sul Vulcano, Etna doc (bianco e rosso) prodotto - inutile dirlo - sull’Etna. Qui l’azienda siciliana dispone di 15 ettari oltre i 700 metri slm, distribuiti in 5 contrade del versante nord della Grande Montagna, tra Randazzo e Passopisciaro. Da segnalare che Sul Vulcano non è un vino qualunque, ma è il risultato di una piccola produzione. Il bianco (solo 7.000 bottiglie), frutto della vendemmia 2016 vinificata nella cantina dell’azienda a Randazzo, è ottenuto da uve Carricante (l’antico vitigno a bacca bianca coltivato alle pendici dell’Etna). Viene presentato

come ‘un vino avvolgente, di grande persistenza, eleganza e complessità, che rispecchia lo stile di Donnafugata improntato alla ricerca dell’eccellenza del vino siciliano da territori diversi, tutti dal potenziale straordinario’. Antonio Rallo di Donnafugata aggiunge “Con la vendemmia 2016 ha preso avvio il nostro impegno sull’Etna. Due anni dopo, con grande emozione, presentiamo il nostro primo vino frutto di un progetto che avevamo meditato a lungo con mia sorella José e con i nostri genitori Giacomo e Gabriella. Sono convinto che Sul Vulcano esprima profondamente un terroir unico e l’identità varietale del Carricante; sento che questa grande Montagna sia una buona stella per chi si impegna a produrre mirando alla massima qualità”. In quanto al ‘fratello rosso’,

questo viene così descritto: ‘ha un colore rubino chiaro ed offre un bouquet di particolare finezza con note di frutti di bosco, sentori floreali e delicate nuances speziate; ben presenti e integrati sono i tannini e sorprendente è la mineralità che rimanda alla natura vulcanica dei terreni’. “Per l’etichetta – afferma José Rallo – abbiamo scelto una nuova illustrazione di Stefano

L’ultimo nato in casa Donnafugata, frutto dell’impegno nella Sicilia orientale, completa il progetto dell’azienda nella ricerca dell’eccellenza del vino siciliano Vitale, artista che da oltre 20 anni collabora con noi, con una dea-vulcano dai colori intensi: il rosso, i gialli, i neri cangianti, del vulcano attivo europeo più alto. Una divinità antica, potente e femminile, ‘la Montagna’ come l’Etna viene chiamato dalla gente del posto. Sul Vulcano è la nostra dichiarazione d’amore verso questo territorio: è un vino puro, dalla spiccata

mineralità, che fa respirare l’energia di un luogo speciale, al centro del Mediterraneo, e che per questo, nelle Collezioni di Donnafugata, è stato collocato tra i Vini Sorprendenti, da bere quando si desidera originalità. Le etichette sono pubblicate qui in basso; per il vino, niente di meglio che un assaggio diretto.... www.donnafugata.it


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Mr Food 1878, quasi un secolo e mezzo fa, nasce ufficialmente Venchi, con il Gianduiotto che in quasi un secolo e mezzo ha costituito da una parte un prodotto iconico, dall’altra il simbolo della capacità di Venchi di restare fedele alla tradizione pur nel rinnovamento costante. Con una storia di 140 anni, l’azienda oggi è una realtà internazionale: già presente in 70 paesi, nel 2018 supererà i 100 negozi monomarca in tutto il mondo (anche in città chiave come Londra, Hong Kong, New York, Dubai), con più di 350 ricette di cioccolato e 90 gusti di gelato. Venchi giustamente sostiene che Il cioccolato ha tante storie da raccontare: Depero, Dudovich, Ochsner, Goria e Pozzati sono solo alcuni degli artisti che hanno interpretato il cioccolato Venchi e la sua storia in un immaginario dai mille volti. Per questo l’azienda oggi celebra i suoi 140 anni con un pattern collage delle più belle illustrazioni che hanno reso celebri i pack di Venchi nel corso della sua storia. Le confezioni Venchi si (ri)vestono con un collage di immagini vintage, quasi un viaggio attraverso il tempo e lo spazio che guarda contemporaneamente al passato e al futuro dell’azienda. www.venchi.com

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Silviano Venchi aveva solo 16 anni quando, sull’onda della passione per il cioccolato, aprì a Cuneo un negozio che, in poco tempo, diventò il più rinomato della città: una vera “boutique del cioccolato” che oggi è un’azienda nota in tutto il mondo, con 140 anni di storia

Il trionfo del

cioccolato


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Uno Champagne vintage maturo e avvolgente, dalla personalità unica. Moët & Chandon Grand Vintage 2009 è il compagno giusto per i momenti davvero speciali

Moët & Chandon Grand Vintage 2009 Vini invecchiati dalla raffinata personalità, unici, studiati per chi apprezza uno champagne più pregiato e maturo: i Grand Vintage Moët & Chandon sono la testimonianza della capacità di innovazione nella ricerca dell’eccellenza della storica Maison. Il primo Moët & Chandon Grand Vintage è stato creato nel 1842; ora arriva Grand Vintage 2009, maturato per 7 anni, il 73° vintage della Maison. Questa ‘edizione 2009’, come ogni Grand Vintage, in qualche modo è unica, del tutto originale, frutto delle caratteristiche eccezionali di una particolare vendemmia, della selezione dei vini più pregiati di ogni singola annata, e della libera interpretazione e scelta personale del potenziale e della personalità di ogni vitigno dello Chef de Cave. Grand Vintage 2009 è uno champagne completo e

avvolgente con un’influenza distintiva di Pinot Noir (50% dell’assemblaggio), dopo annate in cui lo Chardonnay è stato dominante. Nonostante un inverno rigido e una primavera particolarmente piovosa, l'estate calda e soleggiata ha prodotto un raccolto abbondante e permesso alle uve del Pinot Noir - più mature e sane - di dare il meglio del potenziale. "Il potere controllato del Pinot Noir è la vera colonna portante di Grand Vintage 2009. Un particolare di grande rilievo perché la percentuale di Pinot Noir non è stata così elevata in un millesimato della Maison dal 1996 ” afferma Benoît Gouez, Chef de Cave Moët & Chandon. "Il risultato è un vino complesso e carismatico che si sprigiona, con evidente maturità, creando una calda atmosfera che evoca un frutteto di pesche e albicocche

in piena estate". Da segnalare poi Grand Vintage Rosé 2009, il 42° Vintage Rosé della Maison, è uno champagne gioioso e delizioso con leggera eleganza ispirata al cuore del Pinot Noir (qui pari al 59% dell’assemblaggio).

Con un dosaggio di 5g/L, Grand Vintage 2009 e Grand Vintage Rosé 2009 sono extra brut, per la prima volta anche sull’etichetta. COLLEZIONE GRAND VINTAGE Ogni champagne vintage della Maison diventa parte della Grand Vintage Collection Moët & Chandon. Solo 73 champagne vintage, perfettamente invecchiati, sono stati selezionati in oltre 170 anni di storia, dal 1842 a oggi e sono conservati nelle cantine Grand Vintage Reserve di Epernay, per garantire la loro maturità al meglio. Dal 2007, la presentazione di ogni nuovo Grand Vintage è stata accompagnata da una selezione degli champagne millesimati della Grand Vintage Collection che presentano similitudini nella raccolta, nell’assemblaggio o

nello stile che ne mettono in risalto personalità e potenziale. Tempi più lunghi nelle cantine e il successivo disgorgement consentono di accrescere ulteriormente la loro complessità e raffinatezza. Il nuovo Moët & Chandon Grand Vintage 2009 è abbinato alla Grand Vintage Collection 2002 e alla Grand Vintage Collection 1990. Queste 3 annate sono riconosciute per il loro perfetto equilibrio, un’elevata corposità, acidità e la loro maturità completa. Questi champagne, massima espressione dell’eccellenza della Maison, perfetti per i momenti speciali e la condivisione di esperienze epicuree con delizie gastronomiche, sono disponibili in esclusiva presso specialisti enogastronomici e ristoranti gourmet. www.moet.com


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Belvedere Single Estate Rye Series

Il valore del terroir Una vodka unica, disponibile in due varianti sul tema, che riflettono nel gusto il terroir da cui provengono: ecco Belvedere Smogóry Forest & Lake Bartezek Il concetto di terroir applicato alla vodka? Perché no? Ma iniziamo dal principio... Presentate in anteprima in occasione della London Cocktail Week, da Belvedere Vodka arrivano Belvedere Vodka Smogóry Forest e Lake Bart ek, due prodotti che appartengono alla Belvedere Single Estate Rye Series e che mostrano nei fatti il valore del complesso concetto di terroir - che comprende la combinazione di fattori quali caratteristiche del suolo, topografia e clima - anche nel mondo della vodka. Per la creazione della nuova serie Single Estate Rye Series, Belvedere Vodka si è focalizzata sui partner che al meglio riflettono l’influenza dei terroir sulla segale polacca Dankowskie Diamond: Bart ek, situato sulle rive del lago e Smogóry, immerso nella folta vegetazione. Degustate in successione, Belvedere Vodka Smogóry Forest e Belvedere Vodka Lake Bart ek in effetti sprigionano al palato profili diametralmente opposti e finali contrastanti. “Il terroir non è un concetto puramente astratto, ma vive nei cibi e nei drink e ci permette di assaporare esperienze uniche che raccontano la storia di luoghi antichi e tradizioni secolari attraverso il gusto e i sensi”,

commenta Claire SmithWarner, Head of Spirits Education Moët Hennessy. “La nostra speranza è che questa innovazione offra alle persone una migliore comprensione del concetto di terroir e una nuova idea di vodka e del suo potenziale, affinché sia considerata molto più che un alcolico dal sapore neutro. Da sempre riteniamo che la vodka debba avere un gusto e un carattere sofisticato e la nuova Belvedere Single Estate Rye Series è un’ulteriore prova del particolare approccio alla vodka che contraddistingue Belvedere Vodka.” DIVERSI PROFILI DI GUSTO Belvedere Vodka Smogóry Forest è prodotta esclusivamente con segale Dankowskie Diamond proveniente da una piccola tenuta nel cuore della Polonia occidentale. Una regione rurale nota per le estese foreste, il clima continentale, l’inverno mite e la fertilità del suolo, e che determina il carattere distintivo di questa nuova vodka. Che viene presentata così: svela profumi eterei e avvolgenti, note di caramello salato, accompagnate da un delicato tocco di miele e pepe bianco e un finale morbido tra il dolce e il salato.

Belvedere Vodka Lake Bart ek è creata artigianalmente con segale Dankowskie Diamond coltivata in un’unica azienda agricola della Masuria, regione storica della Polonia settentrionale, celebre per i suoi gelidi laghi cristallini e il clima rigido influenzato dai venti del Mar Baltico, con lunghi inverni nevosi. Questa vodka prende il nome dal lago Bart ek, che confina a est con il terreno in cui viene coltivata la segale. Durante l’inverno, la segale trascorre 80 giorni sepolta sotto la neve, una condizione che arricchisce il suo carattere distintivo e le conferisce un profilo aromatico delicato, definito come caratterizzato da una persistenza sui toni di pepe nero, noci tostate e crema, mentre al palato risulta morbida, piena e corposa. UN PACKAGING ESPLOSIVO Belvedere Single Estate Rye Series è iconica ed innovativa anche nella bottiglia e nel packaging, certamente originale, a segnalare un carattere unico della vodka racchiusa in ogni bottiglia. Da bere lisce e on the rocks per apprezzarne al meglio la raffinatezza, o miscelate nei cocktail: ne presentiamo alcuni nella pagina a fianco. www.belvederevodka.com

Alcune immagini che ben riflettono i territori da cui provengono le Belvedere Vodka, in Polonia. In alto, il lago Bartezek e qui sotto la foresta Smogory. Rispettivamente danno il nome alle vodka della nuova serie Single estate Rye. Qui sopra, la distilleria dove vengono prodotte.


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CON BELVEDERE SMOGÓRY FOREST

CON BELVEDERE LAKE BART EK

Remember the Grain 50 ml Belvedere Smogóry Forest 10 ml Vermouth dolce 5 ml Assenzio 2 gocce di amaro al cioccolato Twist di arancia

Diamond Rye Back 50 ml Belvedere Lake Bart ek 10 ml Crème de Pêche 10 ml Amontillado Sherry 5 ml Green Chartreuse 1 pizzico di anice Twist di pompelmo

Rye Carré 60 ml Belvedere Smogóry Forest 15 ml Cocchi Torino 15 ml Benedictine 5 ml P. Ferrand Dry Curacao 1 goccio di orange bitter Twist di pompelmo e una ciliegia

Green Point 50 ml Belvedere Lake Bart ek 15 ml Amaro Montenegro 10 ml Ambrato Bianco 2 gocce di bitter di pompelmo Guarnire con cetriolo e aneto

1611 30 ml Belvedere Smogóry Forest 15 ml Carpano Antica formula 15 ml Cynar 2 gocce di bitter Angostura Twist di pompelmo e arancia

Belved. Boulevardier 50 ml Belvedere Lake Bart ek 10 ml Campari 10 ml Carpano Antica Formula 2 gocce di bitter all’arancia 2 gocce bitter alla pesca Twist di pompelmo

Little Poland 60 ml Belvedere Smogóry Forest 15 ml Punt & Mes 10 ml Maraschino 2 gocce bitter di noce Twist di arancia

Old Pole 50 ml Belvedere Lake Bart ek 15 ml Aperol 15 ml Dolin Dry Vermut 1 goccia bitter alla pesca Twist di pompelmo

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Bacalà alla Vicentina Un piatto classico della tradizione, che vi presentiamo nella ricetta ‘ufficiale’, quella approvata dalla Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina Ingredienti per 12 persone: - 1 kg di stoccafisso secco - 250 gr. di cipolle - ½ litro di olio d’oliva non fruttato - 3 – 4 sarde sotto sale

- ½ litro di latte fresco - poca farina - 50 gr. di grana grattuggiato - un ciuffo di prezzemolo - sale e pepe

Ammollare lo stoccafisso, già ben battuto, in acqua fredda, cambiandola ogni 4 ore, per 2-3 giorni. Levare parte della pelle. Aprire il pesce per il lungo, togliere la lisca e tutte le spine. Tagliarlo a pezzi quadrati possibilmente uguali. Affettare finemente le cipolle; rosolare in un tegamino con un bicchiere d’olio, aggiungere le sarde dissalate, diliscate e tagliate a pezzetti; per ultimo, a fuoco spento, unire il prezzemolo tritato. Infarinare i vari pezzi di stoccafisso, irrorarli con il soffritto preparato, poi disporli uno accanto all’altro, in un tegame di cotto o di alluminio, oppure in una pirofila (sul cui fondo si sarà

versata, prima, qualche cucchiaiata di soffritto); ricoprire il pesce con il resto del soffritto, aggiungendo anche il latte, il grana, il sale e il pepe. Unire l’olio fino a ricoprire tutti i pezzi, livellandoli. Cuocere a fuoco molto dolce per 4 ore e mezza circa, muovendo di tanto in tanto il recipiente senza mai mescolare. In termine vicentino questa fase di cottura si chiama “pipare”. Solamente l’esperienza saprà definire l’esatta cottura dello stoccafisso che, da esemplare a esemplare, può differire, di consistenza. Servire ben caldo con polenta in fetta: il “Bacalà alla vicentina” è ottimo anche dopo un riposo di 12 – 14 ore.


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Spaghetto alla bolognese, il ritorno La ricetta più controversa della tradizione emiliana diventa un format gastronomico di cui Centergross si fa ambasciatore nel mondo

Lo Spaghetto alla bolognese, amato dagli stranieri, ma snobbato dai puristi – o presunti tali – della cucina emiliana, è in realtà un patrimonio della tradizione che molti stanno riscoprendo. Non a caso, il noto piatto ha oggi un Ambasciatore del calibro di Centergross, che ha deciso di promuoverlo all’estero, in occasione di eventi fieristici internazionali e simili. Stiamo parlando, in effetti, della versione quotidiana e più povera del piatto domenicale per eccellenza, la tagliatella, nel quale il ragù veniva recuperato e arricchito con verdure, salsiccia, pancetta, concentrato di pomodoro e piselli. Testimonial della ricetta originale, depositata il 12 settembre 2016 dal notaio Andrea Forlani, sono lo chef Stefano Boselli, e lo storico gastronomico e giornalista Giancarlo Roversi. Fra le altre cose, Lucia Gazzotti, presidente di Centergross, ha affermato “Siamo fieri di contribuire alla riscoperta e alla valorizzazione di un piatto della nostra tradizione da troppo tempo confinato all’interno di un equivoco storico e culinario. Un equivoco dal quale speriamo di farlo uscire al più presto per restituire al nostro territorio un valore che rischiavamo di perdere”.

SPAGHETTI ALLA BOLOGNESE - LA RICETTA La ricetta degli spaghetti alla bolognese è stata registrata a San Giorgio di Piano, Bologna, l’11 settembre 2016, presso il notaio Andrea Forlani. Il piatto rispetta le caratteristiche della tradizione con alcune concessioni ‘contemporanee’ per esaltarne il gusto In dialetto bolognese

In italiano

lngredient: dusànt gram ed panzatta masnè tarsànt gram ed pasta ed susezza tarsànt gram ed masnè ed ninén dusànt gram ed cartèla ed manz tarsànt gram d1arvajja tri cucièr ed pasè ed pundor dàu pistinegh ed meza vì trài gamb ed sarrel una zivalla zala ed meza vì una nus ed butir du cucièr d’oli extra verzin un bichir ed ven naigher sel e pawer qual ch’al seruv

Ingredienti 200 g di pancetta macinata 300 g di pasta di salsiccia 300 g di macinato di maiale 200 g di cartella di manzo 300 g di piselli 3 cucchiai di conc. di pomodoro 2 carote medie 3 gambi di sedano 1 cipolla dorata media 1 noce di burro 2 cucchiai di olio Evo 1 bicchiere di vino rosso sale e pepe quanto basta

Preparazian: Trider i udur fen fen e feri ciapèr la rosa in padela con al butir e oli infen ch’jn en dvintè pas, zunter la panzatta masnè e feria frezzer, po’ metter al rest dla chern infen ch’l’an ha ciapè la rosa sful’Jè con al ven infen ch’an svapurè, cuser con un fugh a meza vì pr’un àura e mezz, e s’aj n’è bisaggn zunter un bichir d’acqua. Slunghèr al pasè ed pundor int una taza con un poc d’acqua chelda e zunterl al sugh, zunter l’arvajja e ajuster ed sel e pavver, e cuntinuer la cutura. Aj vrà ancàura zirca dàu àur. Cunzeèr i spaghétt, sl’è pusebbil ed Gragnano e ….. bàn aptit! !

Preparazione Tritare gli odori finemente e farli soffriggere in padella con il burro e l’olio Evo, fino a farli appassire. Aggiungere la pancetta macinata e farla soffriggere, poi mettere il rimanente della carne e rosolarla. Sfumare con il vino, lasciare evaporare e cuocere a fuoco medio per un’ora e mezza. Se serve, aggiungere un bicchiere d’acqua. Diluire poi il concentrato di pomodoro in una tazza con poca acqua calda e aggiungere al ragù. Inserire anche i piselli poi aggiustare di sale e di pepe. Dopo aver portato il tutto a temperatura, serviranno altre due ore di cottura. Condire gli spaghetti.


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In giro per le Marche, in un ristorante abbiamo assaggiato un vino prodotto nella regione che non conoscevamo e ci è piaciuto molto. Successivamente, siamo partiti alla ricerca dell’azienda produttrice, ed abbiamo scoperto che dietro il marchio Terradura ci sono...

Tante belle scoperte Come recita il sottotitolo di Mr Food & Mrs Wine? ‘Mangiare, bere, viaggiare, uomo, donna’... e così, fedeli a questo motto (e al verbo ‘viaggiare’ in particolare), spesso ci muoviamo alla scoperta di luoghi, sensazioni, emozioni, e naturalmente cibo e vino. Così, approfittiamo di questi viaggi per scoprire qualcosa di valido, magari di poco conosciuto, in particolare fra i vini: del resto, avete idea di quante etichette ‘vivono’ in Italia? In un recente viaggio attraverso le Marche, pranzando in un ristorante con una carta di vini non banale, abbiamo scoperto un vino che ci è piaciuto, e quindi abbiamo deciso di recarci direttamente dal produttore per conoscerne la realtà. Un piccolo viaggio all’interno della regione, fuori dai centri più noti e dai flussi turistici, ci ha quindi portato in località Frattarosa, ove abbiamo trovato non solo bei vigneti,

ma anche una cantinaspaccio con una ventina di etichette diverse, ed un agriturismo con un bed and breakfast forte di 4 ampie camere. Ancora, da segnalare che dal 2017c’è stata la totale conversione al biologico, che tutti i vigneti sono di proprietà e si basano su uve autoctone e monovarietali, e che l’azienda è stata premiata con varie medaglie d’oro, d’argento e di bronzo in concorsi nazionali ed internazionali. Diamo un’occhiata alla produzione, partendo dai bianchi ed in particolare dal Bianchello del Metauro doc. Questi comprendono il Boccalino (BdM classico. 12%, affinamento qualche mese in bottiglia), il Campodarchi Argento (BdM Superiore, 13%, affinato 12 mesi in bottiglia), il Campodarchi Oro (BdM Riserva, 14%, vinificato sulle fecce fini (sur lies) in barrique di rovere francese per 12-18 mesi, ed ulteriori 18 mesi in bottiglia prima di

essere messo in normale vendita. E veniamo alle ‘variazioni sul tema’ aleatico doc’: anche in questo caso troviamo un Classico (Vettina, 13%, affinato 4/6mesi in bottiglia), un Superiore (Ortaia, 14%, 12 mesi in barrique di rovere francese usate ed altrettanti in bottiglia prima di essere posto in commercio), e Riserva (Lubaco, 15%, 12/18 mesi di passaggio in barriques di rovere francese, ed ulteriori 18 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio). Ancora, fra i rossi tre interessanti varianti sul tema del Colli Pesaresi Sangiovese doc. Si parte con Orcio Classico, 13%, affinato 4/6mesi in biottiglia), si prosegue con Olpe (Riserva 14%, 12 mesi in barrique usate ed altri 12 mesi prima delle commercializzazione), e Profondo (Riserva, 15%, 12/18 mesi di passaggio in barrique ed ulteriori 18

mesi in bottiglia prima della commercializzazione. E non è certo finita qui. La gamma Terrancruda, infatti, comprende due spumanti realizzati secondo il metodo charmat, un Brut bianco da uve Bianchello del Metauro e un Brut Rosé, da uve Colli Pesaresi Sangiovese, ed altri due con metodo classico Metodo Classico, e Caio, entrambi da uve Bianchello del Metauro. Ancora, da segnalare tre vini dolci (Aramurata, vino passito da uve Bianchello del Metauro), Visciolata (bevanda aromatizzata a base di vino e visciole) e Fratte di Visciola (acquavite di visciole). Per finire, tre etichette di ‘vitigni riscoperti’. Ovvero Incrocio Bruni 54 (Marche IGT, Incrocio Bruni), Incrocio Bruni 54 Oro (Marche IGT Bianco) e Garofanata (Marche IGT Bianco). Ve l’avevamo detto, no? Terracruda si traduce in fondo in ‘tante belle scoperte’... www.terracruda.it


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Mr Food Proveniente dall’unione di due leggendarie cru, Perrier-Jouët Belle Epoque Blanc de Blancs è l'espressione di un unico vitigno, un singolo terroir e un solo anno: il risultato, dichiara l’azienda francese senza mezzi termini, è ‘un sublime champagne scintillante di luce dorata, la cui freschezza e purezza sono il preludio esilarante di un'esplosione di note floreali lussureggianti’. Del resto, Perrier-Jouët Belle Epoque Blanc de Blancs non è solo la più rara cuvée Perrier-Jouët, ma anche la più emblematica, e rappresenta il culmine dell'esperienza di 200 anni della Maison capace di realizzare un prodotto che rivela le intricate sfaccettature floreali del caratteristico vitigno , in qualche modo l'espressione più pura di Chardonnay, e rappresenta la quintessenza dello stile tipico di Perrier-Jouët. Insomma, un prodotto sicuramente fuori del comune, un motivo d’orgoglio per la Maison francese. Che di certo sarà stata felicissima di annunciare Perrier-Jouët Belle Epoque Blanc de Blancs 2004 ha vinto una medaglia d'oro ai Campionati mondiali di Champagne e Spumanti 2018, la competizione più prestigiosa al mondo per questa tipologia di vino. La grande esperienza dei tre giudici (Tom Stevenson, Essi Avellan MW e Dr Tony Jordan) contribuisce a rendere tale competizione davvero importante, probabilmente la principale del genere nel mondo. Per l'edizione 2018, i Campionati mondiali del vino Champagne & Sparkling (CSWWC) hanno assegnato 116 medaglie d'oro e 128 d'argento a 18 paesi diversi. Tom Stevenson, fondatore e presidente della giuria, ha dichiarato: "Siamo rimasti davvero colpiti dallo standard di champagne e spumanti che sono entrati quest'anno. L’asticella è stata sollevata dal primo giorno e il conteggio delle medaglie riflette questo".

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Perrier-Jouët Belle Epoque Blancs de Blancs 2004

Uno champagne d’eccezione, che costituisce l'espressione più pura di Chardonnay e rappresenta la quintessenza dello stile floreale intricato di Perrier-Jouët


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“ORIENTAL MONGOLIAN BEEF” CON PUNTE DI ASPARAGI E CAROTE

Lo Chef Paolo Tarantino (MSC Crociere) suggerisce una ricetta risultata molto gradita durante le crociere di quest’anno. Provare per credere!

Mr Food Ingredienti per 4 persone Salsa soya dl1, Maizena gr 15, Aglio qb, filetto di manzo gr 300, Semi di sesamo tostato gr 15, Acqua qb, Zucchero gr 10, Peperoncino qb, Zenzero a fette gr 20, Carote a fette gr 100, Asparagi gr 200, Olio di sesamo 1 cucchiaio, Cipollotto 50 ( solo la parte verde), Riso al vapore gr 200. Preparazione In una padella tostare i semi di sesamo e tenere da parte. Preparare la marinatura per la carne unendo lo zucchero, salsa soia, maizena, aglio tritato, peperoncino, poca acqua e olio di sesamo. Tagliare la carne in piccole striscie e marinarla per 2 ore almeno conservandola in frigorifero. Scolare la carne. Con poco olio scaldare la padella antiaderente aggiungendo poco aglio tritato e parte del cipollotto. A fuoco vivo spadellare la carne per un minuto circa. Tenerla da parte. In una padella riscaldare l’olio, aggiungere il peperoncino, zenzero e aglio a piacere, unire il cipollotto e le carote tagliate a rondelle, le punte di asparagi e lasciare cucinare per qualche minuto a fiamma viva ( le verdure dovranno rimanere croccanti). Aggiungere la carne e mescolare il tutto allungando con parte della marinatura, per ottenere la consistenza desiderata. Servire calda con altri cipollotti crudi e semi di sesamo. Accompagnare il “Mongolian Beef” con riso al vapore. Buon appetito!


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Mancini

nuovi box e formati inediti Arrivano una nuova immagine grafica - e due nuovi formati di pasta da minestra - per il ben noto pastificio Mancini, di Monte San Pietrangeli

2007. Mancini Pastificio Agricolo lancia un packaging di grande impatto, caratterizzato da scatole bianche, quadrate e rettangolari. Scatole di fatto diventate iconiche, che nel tempo sono state poi in qualche modo fonte di ispirazione per altri marchi, che hanno scelto il bianco per rappresentare un'idea di pasta artigianale e ancorata al territorio. Dieci anni abbondanti dopo, arriva il momento per un aggiornamento, per un nuovo packaging per la linea classica di pasta di grano duro. Questa volta si è scelta una soluzione bicolore, con un caldo arancione che ricorda il sole e il grano e un marrone avvolgente, come la terra in cui quel grano nasce e cresce. Oltre ai colori dell'identità grafica, nei nuovi pacchetti ci sono altri cambiamenti, con la scomparsa della finestra laterale in trasparenza e

crescono le informazioni in etichetta. Se infatti il Paese di coltivazione e molitura resta l'Italia, sarà possibile per i clienti conoscere il luogo di produzione ed entrare virtualmente a casa Mancini: un link permetterà di esplorare i campi e le colline dove il grano con cui è prodotta la pasta che stanno

per mangiare è cresciuto. Un altro passo verso la trasparenza e la tracciabilità per un'azienda che fa della qualità la propria filosofia e che è convita che solo dall'amore e dal rispetto per la terra possano nascere frutti eccellenti. Non solo packaging: Mancini ha recentemente presentato anche due nuovi formati di pasta da minestra, le “curve” e i “tubetti”, che vanno a completare la linea delle paste adatte a ricette tradizionali regionali come pasta e ceci, pasta e piselli e pasta e patate. In contemporanea con la presentazione, i nuovi prodotti saranno lanciati anche sullo shop online del

pastificio Mancini. «Ci sono giornate in cui il grano, il sole e la terra sembrano abbracciarsi e fondersi in un unico colore. Spesso accade all'alba: qualche volta anche al

tramonto. E ogni volta che succede, noi siamo lì, a lavorare i nostri campi e a chiederci cosa possiamo fare per migliorare

ancora la qualità della nostra pasta. E non è un caso se abbiamo scelto questo colore per rappresentare le nostre confezioni e anche un po' noi stessi. In fondo, senza il sole, la terra e il grano non avremmo mai potuto intraprendere questa

strada» conclude Paola Mancini www.pastamancini.com/it


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Drink Pink Pink Drink Vodka Belvedere, pompelmo rosa e un po’ di creatività: ecco la Signature Cocktails Collection, cinque creazioni inedite, da bere con attenzione per gustare ogni sfumatura Abbiamo già parlato in passato di Belvedere Vodka, nata nel 1993, una ‘vodka di lusso’ dal carattere deciso. Completamente naturale e priva di additivi, Belvedere Vodka è ricavata dalla Segale Polacca Dankowskie e mescolata all’acqua della sua fonte privata. Il produttore la descrive così: ‘ha un gusto dal profilo decisamente leggero, con una nota dolce e un finale

morbido e pulito’. Oggi Belvedere Vodka, lancia un progetto all’insegna della riscoperta della naturalità, Belvedere Vodka DrinkPink. Un’experience che pone al centro la filosofia Be Natural di Belvedere Vodka che esalta la natura, i suoi cicli e il rispetto del gusto degli ingredienti nella loro purezza ed essenza, caratteristiche che si ritrovano nel prodotto, vero

concentrato di autenticità. Autenticità che è distintiva del vero protagonista di Belvedere DrinkPink: il pompelmo rosa. Frutto ricco di vitamine e minerali, presenta qualità rinfrescanti, energizzanti, antiossidanti drenanti. Il gusto unico lo rende perfetto per la nuova Signature Cocktails Collection, essenza della filosofia naturale di Belvedere Vodka.

Originario della Sicilia, terra in cui la coltivazione degli agrumi ha origini antiche, il pompelmo rosa è oggi un elemento tipico del paesaggio dell’isola. Ed è proprio qui, nella valle di Noto, famosa per la pregiata qualità di pompelmi rosa dalla scorza sottile e profumata e

dall'inconfondibile gusto bitter & sweet, che Belvedere ha stabilito il suo Domain, dove crescono e maturano sotto il sole i pompelmi rosa utilizzati nella preparazione dei nuovi cocktail che vi presentiamo qui sotto. Alla salute! www.belvederevodka.com

BELVEDERE RUBY TONIC - 50 ml Belvedere Vodka - 20 ml succo di pompelmo rosa - 200 ml Ginger Beer - una fetta di pompelmo rosa

BELVEDERE SPRITZ - 30 ml Belvedere Vodka - 30 ml Lillet Blanc - 50 ml Acqua Tonica - 50 ml soda - Timo - una fetta di pompelmo rosa

BELVEDERE WILDFLOWER - 30 ml Belvedere Vodka - 20 ml Succo di pompelmo rosa - 20 ml Liquore ai fiori di sambuco - Champagne - Fiori di malva disidratati

BELVEDERE ESPECIAL - 40 ml Belvedere Vodka - 30 ml Succo di pompelmo rosa - 20 ml Maraschino - 10 ml Simple Syrup - 3 gocce Orange Bitter - Cocktail Cherry

BELVEDERE PINKEY HARVEST - 40 ml Belvedere Vodka - 100 ml Soda al pompelmo rosa - 20 ml Aperitivo Galliano - 20 ml Estratto di Barbabietola Syrup - Barbabietola e rosmarino


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Finocchiona IGP tutte le ricette, dall’antipasto al dolce Numerosi sono gli estimatori della Finocchiona IGP, il salume toscano per eccellenza. Un ottimo ‘compagno di merende’, ma non solo. Con un po’ di fantasia e le ricette giuste la Finocchiona si trasforma infatti in un alimento versatile e dunque protagonista della tavola a tutto tondo, dall’antipasto al dessert. Mela verde, arancia, zucca, pastasciutta e perfino cialde dolci: sono solo alcuni degli abbinamenti più sorprendenti che scaturiscono dall’analisi delle ricette raccolte dal Consorzio della Finocchiona IGP su uno speciale ricettario, disponibile online sul sito. Le ricette sono firmate dagli chef dell’Unione Regionale Cuochi Toscani ed in

particolare dalla sezione delle “Lady Chef”, professioniste dei fornelli del gentil sesso che operano in ristoranti ed alberghi. Gli uni e le altre hanno messo a disposizione la propria creatività ed esperienza per creare piatti

insoliti, capaci di esaltare il gusto inconfondibile della Finocchiona IGP. Nella nuova parte del sito “Ricette e piatti” ci sono tre sezioni: “Finocchiona alla leggera” (per chi vuole mantenere un profilo sobrio, ma con gusto); “Compagni di

Cheesecake salate, tortelli, involtini, carni ripiene e pure il gelato...

tagliere” (dedicato agli abbinamenti tra Finocchiona IGP e frutta, formaggi o uova), e infine “Ricette”. In questa categoria rientrano veri e propri piatti da chef, con una preparazione più complessa, dall’antipasto al dessert, ove troviamo la

Finocchiona IGP come ingrediente per la cheesecake salata, i tortelli al ripieno di fave e pecorino, il coniglio con pere e asparagi... ma anche in ricette dolci, come il gelato al gusto di Finocchiona IGP! www.finocchionaigp.it.


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Beermouth, basta l a pa r o l a Da Baladin un prodotto innovativo e al tempo stesso fortemente ispirato dalla tradizione, nato dall'idea di realizzare una birra di grande personalità in qualche modo ispirata alla tradizione piemontese dei Vermouth Un incontro di passioni e competenze - quelle di esperti creatori di gusti e di contaminazioni tra mondi distinti quali Teo Musso, Dennis Zoppi e Giacomo Donadio - ha posto le basi per un nuovo modo di intendere la birra e di concepire bevande d’eccellenza nel campo della miscelazione. Il risultato si chiama Beermouth, una birra unica con una miscela di selezionate spezie ed erbe aromatiche, estratte attraverso tecniche all’avanguardia. Una birra che, come segnaliamo nel titolo, nel nome già indica una caratteristica, quella

di avere una componente legata alla tradizione piemontese dei Vermouth. Per Beermouth, infatti, sono utilizzate estrazioni idroalcoliche di erbe aromatiche e spezie per fortificare un fermentato di base, con la sostituzione però del vino con la birra. Il Beermouth - che nasce in Piemonte, nella cantina di Piozzo del birrificio Baladin - usa come base una birra simbolo del produttore, Xyauyù, caratterizzata da un profilo aromatico complesso e da un corpo importante, priva di schiuma e gassatura e con

grado alcolico di partenza di circa 14 % vol. Caratteristiche che la rendono ideale per sostenere l’intensità della speziatura, determinata dall'uso di 13 botaniche tradizionali; la fragranza dei vari aromi presenti è garantita da tecniche di estrazione innovative (ultrasuoni e distillazione sottovuoto a bassa temperatura) che ne preservano la fragranza. Il risultato è un prodotto con grado alcolico di 19% vol. che l'azienda presenta così: 'colore ambrato, note speziate moderatamente balsamiche, gusto elegante ed equilibrato con un punto

agrumato e un finale persistente e piacevolmente acido’. Ottimo bevuto liscio come aperitivo o a fine pasto e per la miscelazione. Per la prima produzione è prevista una distribuzione di circa 10.000 bottiglie, principalmente sui mercati Horeca (per un utilizzo prevalentemente ‘liscio’) e il bartending (per promuoverne l'uso nelle miscelazioni). Il prezzo di vendita consigliato al pubblico è di 33 euro. Interessante notare che Baladin, corentemente con lo spirito di condivisione che caratterizza il pensiero

dell'azienda e per consentire a questo nuovo prodotto di poter essere diffuso con facilità, dopo una prima fase di lancio, metterà il nome registrato - a disposizione di chi vorrà adottarlo, previa verifica del rispetto di alcune regole condivise da parte di chi ne farà richiesta. Un’ iniziativa, insomma, pensata per promuovere la creazione di una nuova categoria merceologica specifica - e ben identificata- che possa tracciare la strada per dar vita in prossimo futuro a una tradizione comunemente accettata. www.baladin.com


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LIBRI Per mangiare, bere, viaggiare, una buona compagnia con persone dalle stesse affinità elettive aiuta la riuscita delle operazioni. E di certo un amico speciale come un libro, tascabile o ‘da salotto’ - un romanzo in tema, una guida, un manuale, un ricettario e così via contribuisce al raggiungimento del benessere. In queste pagine una selezione di testi fra i più interessanti del 2018: Venite con noi alla scoperta di tutte queste realtà culturali e gastronomiche, perché per viaggiare nel tempo e nello spazio, non c’è niente di meglio di un buon libro!

Giggi Fazi ALLA RICERCA DELLA POLPETTA... Iacobelli 14 euro

Valeria Arnaldi IL FAGIOLO Iacobelli 8 euro

Marco Pierre White THE DEVIL IN THE KITCHEN Giunti 24 euro

Angela Simonelli A SCUOLA DI FOOD DESIGN Giunti 19,50 euro

Chi ha passato gli anta, o meglio i 60 anni, certamente si aprirà in un sorriso affettuoso sentendo pronunciare le parole Giggi Fazi, nome e cognome di un oste romano che gestiva l'omonimo ristorante nella capitale, in piena Dolce Vita. Un vero personaggio, che ha avuto un ruolo importante nella ristorazione romana dell'epoca e ci ha lasciato un libro di cucina sui generis, intitolato Alla ricerca della polpetta perduta: una raccolta di racconti, ricette, schede dei suoi vini, tutto in romanesco, quasi tutte introdotte da un breve racconto in tema. Bene ha fatto dunque Iacobelli editore, dopo l'edizione de luxe di qualche anno fa, a pubblicare il libro in versione tascabile, con le sue 170 ricette presenti, tra cui non possiamo non segnalare un’interessante carbonara, la Carbonara Scicchettosa, che - se non ricordiamo male - era in carta a 350 lire (!)... Un libro di storia, in un certo senso, fatto per ricordare e per riflettere.

Eccola ancora, Valeria Arnaldi, ormai autrice di una sterminata produzione di monografie che coprono tutto il buono della Natura. Non poteva dunque non arrivare, prima o poi, a uno dei simboli della dieta mediterranea quale è il fagiolo, definito "un alimento antico, un salvavita in caso di carestia o povertà". Dalla tavola alla favola - intendendo con questo un'interessante digressione nel campo della fiabe, dell'arte, del cinema e dell'animazione questo legume viene analizzato in lungo e in largo, con il solito piglio veloce e coinvolgente: come acquistarli, come conservarli, le eccellenze italiane. E poi, naturalmente, le consuete 30 ricette, che spaziano dai classici regionali (fagioli e cozze, o all'uccelletto) alle preparazioni più innovative, come la nutella di fagioli. Un'idea al giorno per un mese all'insegna di questo antico amico dell'uomo anche per via delle proprietà benefiche (anti colesterolo, arterosclerosi...).

Bello e dannato, un'accoppiata vincente. Un cliché forse un po' abusato, che si è aggiornato, passando dai divi di un tempo - attori, cantanti, sportivi - alle star di oggi, gli chef... E Marco Pierre White bello e dannato lo è davvero, o almeno lo sembra. Di fatto è proprio questo il leitmotiv della sua autobiografia, The devil in the kitchen, o "La vita dannata di uno chef stellato". Una vita tutta da raccontare, non c'è dubbio, visto che White è tra i fondatori della cucina moderna, nonché il primo chef ad assurgere al ruolo di celebrità e il più giovane tre stelle Michelin. Classe 1961, di sangue mezzo inglese e mezzo italiano, ha creato un impero di ristoranti tra i suoi allievi troviamo anche Gordon Ramsay ed Heston Blumenthal - prima di aprirsi alla carriera televisiva: White ha segnato un'epoca, quella degli anni ‘80 e ‘90 e proprio il sapore e la storia di quegli anni costituiscono il succo del libro, con tutte le ombre e le luci.

Con il boom del settore enogastronomico aumenta anche la produzione di riviste e libri. Fra questi ultimi, proprio per effetto dell’ampliamento della domanda - accanto ai ‘soliti’ libri di ricette, a quelli dedicati agli chef più noti eccetera - iniziano ad apparire anche testi specializzati, dedicati ad ogni aspetto in qualche modo legato alla cucina, anche se in apparenza marginali, come l’estetica’ dei piatti. Perché il sapore vince su tutto, ma in primis ‘si mangia con gli occhi’... Ben venga quindi un libro come questo, che già nel titolo dice tutto: una guida che insegna a cucinare alcuni piatti, e ad impiattarli al meglio, passo passo. A condurre il gioco, con piglio garbato e sicuro, Angela Simonelli, grande appassionata di cibo e di professione architetto. Dobbiamo aggiungere altro? In tre parole, consigliato senza riserve!


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Luisanna Messeri LA CUCINA DEL CASALE Rai Libri 18 euro

Arthur Le Caisne IL LIBRO DELLA CARNE Giunti 25 euro

Tom Bullock MEZCAL Giunti 25 euro

Alba Pezone IN CUCINA Giunti 35 euro

Iain Sinclair L'ULTIMA LONDRA Il Saggiatore 32 euro

No agli chef da baldacchino, che stanno trasformando la cucina italiana in un luogo senz'anima, frutto di un lavoro cerebrale e astratto... Se siete d'accordo con l’affermazione, se preferite il classico alla creatività estrema (spesso fine a se stessa), allora apprezzerete Luisanna Messeri e questo suo libro, dove il Casale è sinonimo di casa, tradizione, genuinità. Luisanna è infatti paladina di una cucina semplice, ricca di sapori e di ricordi, basata su tre ingredienti fondamentali, come lei ama dire: passione, buon senso, dedizione. Cucina in buona parte toscana, ma non solo, segnata proprio dalla ricerca della perfetta fusione tra gusto e salute, perché mangiare è una cosa seria, che ci rappresenta nell'animo e nel corpo e quindi cosa viva, da curare sempre in dettaglio e con amore. Un libro di ricette, ma anche di consigli, aneddoti e trucchi, in un racconto che vi farà assaporare tutto il bello e il buono di un'antica tradizione.

Parlare di carne oggi può suscitare contrapposte emozioni e, spesso, anche violente: se da un lato aumentano e proliferano i locali beef-oriented stile americano, dall'altro gruppi vegetariani e vegani combattono con veemenza (eufemismo) la loro battaglia. Ma si può essere esseri umani e carnivori allo stesso tempo? Questo libro ci dice di sì (“Honorer l'animal, cuisiner sa viande” è il suo sottotitolo in originale) e ci insegna, con una veste grafica davvero interessante e testi la cui arguzia è pari alla professionalità, ad avvicinarci al mondo della carne e a farlo a ragion veduta. Tutte le razze, i tagli, le tecniche di cottura, al fine di diventare un perfetto intenditore, sfatando luoghi comuni e dimenticando quello che si sa - o si crede di sapere sulla carne. Arthur Le Caisne è una grande divulgatore e non vi deluderà, siatene certi.

Messico e bevande alcoliche: la tequila, certo, ma non solo. Anche il pulque, considerato - al pari della tequila - bevanda nazionale, e poi il mezcal. Tutti con un comun denominatore: la pianta di agave, dalla quale sia pure da parti diverse, a seconda del liquore - ha inizio la fermentazione e la distillazione. Un mondo tutto da scoprire, dunque: ecco perché acquistare questo libro dedicato al mezcal, "un distillato unico al mondo"... non conoscerlo, insomma, sarebbe un vero peccato. Questa bella - ricca, elegante, creativa - "guida completa" è stata scritta addirittura da un deejay - l'inglese Tom Bullock folgorato dall'incontro con il liquore durante un viaggio in Messico. Con una caratteristica prosa, "vivace e picaresca", Bullock ci racconta questa sua avventura, tra piccole distillerie casalinghe, mezcalerias tutte da vivere e bottiglie da provare, a immagine di un Messico fiabesco, ricco di storie e personaggi sensazionali.

Grande, di nome e di fatto (24x28 cm), è questo manuale ponderoso firmato dalla giornalista e scrittrice Alba Pezone, che si autodefinisce “napoletana, innamorata del bello e del buono, vive e lavora tra Parigi e l’Italia”. E proprio a Parigi nel 2004 ha creato - parbleu! una scuola di cucina italiana (“Parole in cucina”), la prima e (tuttora) l’unica. In questo bel one-shot edito da Giunti, troverete più di 200 ricette (classiche e moderne) e oltre dieci tecniche fotografate passo a passo. Un volume dove l’immagine di grande formato gioca un ruolo rilevante, che vuole essere un’interpretazione contemporanea e originale della cucina italiana, intesa come un mosaico fatto di tante tessere e rappresentata come “un inno al gusto, al colore, all’energia”. Perfetto per i cuochi in erba, ma utile anche nella biblioteca di un gourmet: un libro avventuroso, sentimentale e goloso, da consigliare a tutti.

Sinclair, scrittore e film-maker, è definito anche "psicogeografo", e proprio qui sta l'essenza di questo romanzo e il senso di una sua scelta. Psicogeografo vuol dire qualcuno che va al di là della mera descrizione di un luogo e del suo tessuto sociale, ma ne coglie - anche in divenire - l'anima e le atmosfere, le dinamiche e le contraddizioni. A partire dal sottotitolo del libro, che è "Romanzo autentico di una città irreale", a significare che la metropoli che pensiamo di conoscere, sia pure nelle sue varie sfaccettature, non è o forse non è più, o magari non è mai stata. Londra sta per scomparire, dice Sinclair, che si è mosso a piedi per la città, con il suo taccuino: è un avamposto del futuro che assomiglia a una nave da crociera alla deriva. Chi stesse programmando una visita in quei luoghi, insomma, tenga conto di questo libro e lo legga: prima, dopo o durante, non fa differenza, ma se vuole conoscere davvero Londra, Sinclair sarà un'ottima guida.


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Mr Food Via Giovanni da Empoli, parallela di via del Porto Fluviale, è una strada piuttosto tranquilla nell'area fra Piramide e Ostiense, non lontana da Testaccio. In altre parole, in un'area capitolina densamente popolata di ristoranti, trattorie ed esercizi di qualsiasi genere è qui che, da qualche mese, ha aperto un nuovo locale che come hanno dichiarato i due proprietari - si propone di contaminare le ricette della tradizione romana, con un approccio alla cucina millenaria della città rivista da due ‘non romani’. La Trattoria Pennestri infatti nasce dall'incontro di 'stranieri', Tommaso Pennestri e Valeria Payero, italo-danese lui ed argentina lei, che dopo anni passati in ben noti locali (come ‘Don Alfonso 1890’, ‘Sans Souci’ e ‘Osteria dell’Ingegno’), hanno deciso di intraprendere questa nuova avventura. Avventura che vuole rivisitare in chiave moderna appunto lo spirito di sobria convivialità della “trattoria”, offrendo le suggestioni della cucina di un tempo, ma legata alla realtà attuale, e quindi in continuo divenire. La grande sala, dall'arredamento informale con pochi elementi in evidenza, che ben predispone al relax. Il menù della Trattoria Pennestri, come accennato, spazia fra cucina romana e

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In un quartiere da sempre crocevia di culture diverse, a cavallo fra tradizione e riqualificazione, arriva una trattoria romana moderna con grandi ambizioni

Trattoria Pennestri ad Ostiense la cucina romana moderna mediterranea, con piatti e combinazioni uniche frutto di esperienze e ricerche personali. Il tutto, con la massima cura anche per gli ingredienti che solitamente si considerano banali, quasi scontati, come i capperi, le alici, l'olio e l'aglio. Cosa si mangia? Impossibile dirlo, visto che il menu - pur mantenendo fissi alcuni piatti cambia spesso in funzione delle esigenze del mercato, della stagione, dell'estro del momento. Possiamo

aggiungere che attingono alla tradizione non solo locale ma anche familiare piatti come la Torta rustica di Scarola, che nasce dal ricordo della nonna del cuoco originaria di Gaeta, o il coniglio con le verdure. Ogni piatto, in qualche modo, ha una storia. “La nostra Gricia con la menta è un monumento ai sapori decisi: rigatone al dente, guanciale croccante, pecorino salato e potente che quasi sbuccia il palato. Poi la menta piperita rinfresca il boccone.” In quanto al petto d’anatra,

Valeria Payero e Tommaso Pennestri, dopo importanti esperienze in altri locali, hanno deciso di lanciare un locale che rivisita in

"tecnicamente di chiara ispirazione francese, è un fantastico ricordo delle mie prime esperienze professionali, mentre il Baccalà con indivia, invece, trae ispirazione da un piatto ebraico tradizionale fatto con le alici.” dichiara Tommaso Pennestri. A degno complemento della proposta culinaria, il locale propone anche un'interessante carta di vini e bollicine selezionati da Valeria: “Abbiamo all’incirca sessanta etichette, un terzo delle quali

del Lazio. È una carta che si rinnova spesso per darci la possibilità di andare alla scoperta di piccole realtà produttive, e che comprende comunque classici rinomati.” Le etichette di provenienza prevalentemente italiana, con un occhio speciale a cantine di qualità, anche piccole, che propongono vini biologici e non filtrati. Trattoria Pennestri - Via Giovanni da Empoli 5, 00154 Roma - Telefono 06.57.42.418 trattoriapennestri.it

chiave moderna lo spirito di sobria convivialità della “trattoria” tradizionale. Sopra e a destra, alcuni dei piatti proposti.


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Zanze XVI, fra passato e futuro Si accettano anche Bitcoin, alle Zanze XVI; ma non è questo il motivo principale per recarsi qui…

Bitcoin, la criptovaluta più famosa al mondo, per pagare il conto al ristorante: l'idea è di Zanze XVI, la nuova osteria, o meglio la neo-osteria veneziana, in fondamenta dei Tolentini 231, che si avvicina

a festeggiare il primo compleanno (ha aperto l'8 giugno 2017). Pagamenti innovativi a parte, quello che conta per un gourmet è ben altro, ed è legato all'ambiente e

soprattutto all'offerta enogastronomica. Iniziamo con il dire che Zanze XVI è sorto nello stesso luogo della storica Trattoria dalla Zanze, punto di riferimento cittadino in cui già dalla fine

del Sedicesimo secolo (da qui il nome) si ristoravano commensali del luogo e gente di passaggio, Oggi, in qualche modo, l’obiettivo di fondere l’accoglienza e la convivialità


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Mr Food Cocchi Vermouth Riserva La Venaria Reale Torna sul mercato la nuova edizione di un vermouth davvero speciale

tipiche dell’osteria con una cucina di alto profilo si rinnova, grazie a un progetto voluto e creato da un team di imprenditori , fra i quali Nicola Dinato, 36 anni, chef stellato e anima pulsante del Ristorante Feva di Castelfranco Veneto. Aperto per pranzo e per cena, con chiusura settimanale il lunedi, Zanze XVI già nel sito dichiara le ambizioni: una piccola e confortevole osteria, pensata per raccontare la Venezia di ieri, alla gente di oggi. Un locale aperto a tutti, un luogo di ritrovo, in cui riscoprire il piacere della condivisione, passando per

quello della tavola. Tavola che si basa sulla selezione delle materie prime dai migliori mercati e produttori locali per dare vita a una cucina fresca e di stagione, in grado di raccontare la Laguna e tutto ciò che vi gravita attorno. A disposizione degli avventori tre menu di grande suggestione, creati dallo Chef Luca Tartaglia (che ha lasciato il tristellato Astrance di Parigi per le Zanze XVI) in base ai migliori prodotti disponibili giornalmente, provenienti dagli orti del locale e da produttori di fiducia. I Menù Degustazione Mare e

Degustazione terra sono composti ciascuno da 5 portate a sorpresa, ma c'è anche un altro Menu Degustazione, ‘Anima’ composto da 8 portate a sorpresa, presentato con queste parole “Tra le dimensioni, l’Anima è quella che non si può catturare. È l’essenza della cucina tradotta in un risultato inedito.”. Per il pranzo, non manca un business lunch gourmet veloce ma gustoso. Zanze XVI, in fondamenta dei Tolentini 231, sestiere di Santa Croce. Prenotazioni direttamente su zanze.it facebook.com/ZanzeXVI/

Lanciato due anni fa in occasione del 125° anniversario di fondazione della casa astigiana Giulio Cocchi, ed andato esaurito in poco tempo - 1891 bottiglie, numero che ricorda l’anno di fondazione - arriva la seconda edizione del Vermouth Riserva La Venaria Reale. Cocchi ha presentato questo Vermouth di solida tradizione sabauda nel nuovo formato (bottiglia da 50 cl. nell’iconica scatola triangolare usata anche per il noto Barolo Chinato). L’azienda tiene a sottolineare che ricetta, selezione degli ingredienti botanici, tempo di affinamento, tutto è stato pensato per mantenere una coerenza storica e geografica. Il Vermouth Riserva La Venaria Reale ha infatti un’identità forte, sia territoriale – vino piemontese, erbe alpine – che storica, a rievocare il ruolo essenziale della casa reale dei Savoia nella nascita del vermouth moderno. Del resto, per sottolineare e rendere evidente questo legame, Cocchi coltiva a scopo dimostrativo nel potager royal della Reggia di Venaria l’artemisia absinthium, l’erba alla base del Vermouth di Torino, e nella nuova scatola è raffigurata una veduta di Venaria tratta dal Theatrum Sabaudiae (Teatro degli Stati del Duca di Savoia). Cocchi è nota per lo Storico Vermouth di Torino, il Dopo Teatro Vermouth Amaro, l’Aperitivo Americano bianco e rosa, il Barolo Chinato, l’Alta Langa Docg. Lo stile dei vermouth è quello di prodotti di personalità, ben riconoscibili per intensità dei profumi e ricchezza dei sapori. Come per lo Storico Vermouth di Torino Cocchi, il vino usato è un moscato secco aromatizzato con una formula ricca di artemisie, rabarbaro, erbe alpine e un tocco di menta piemontese. Ciò accentua il piacevole effetto balsamico e conferisce una freschezza notevole, al punto da suggerire l’uso anche come Vermouth da mixare con Rye e Bourbon invecchiati. Un ‘bicerin’ da bere con ghiaccio e scorzetta di limone, o puro, dopo cena. www.cocchi.it


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Nuova proposta a Battipaglia

Olì 360, la food experience nasce dalla tradizione Un unico, grande, spazio per ristorante, pizzeria e bancone bar per cocktail tradizionali e mixology moderna, una nuova esperienza gastronomica che punta soprattutto su ingredienti del territorio, di qualità assoluta, e leggerezza dei piatti, con un occhio anche al design. Benvenuti da Olì 360, a Battipaglia A condurre il gioco, una squadra di professionisti, tutti under 40: Riccardo Taliano (store manager), Sabatino Sicignano (Executive Chef), Vincenzo Ceruso (maestro pizzaiolo), Ferdinando Scala (bar manager), Ines Russo (‘masta’ della pizza fritta). ‘Gioco’ che - in onore al nome del locale - si svolge a vista a 360 gradi tutto al centro dell’esercizio, in una sorta di isola con forni per la pizza e cucina sempre in attività, con mani in pasta, fornelli accesi e chef al lavoro. Intorno alla grande cucina a vista c’è un vasto ambiente che può ospitare fino a 160 persone e uno spazio privé dedicato a esigenze business e pranzi di lavoro.

Siamo a Battipaglia, ai margini settentrionali della piana del Sele, luogo che storicamente costituisce un giacimento gastronomico assai ricco, fra cui non possiamo non menzionare i carciofi e soprattutto la mozzarella di bufala campana Dop. Aggiungete che la cucina può contare su un orto di proprietà e su prodotti Presidi Slow Food, ed avrete facilmente un’idea della filosofia del locale: coniugare il bello e il buono in un’offerta gastronomica che punta alla semplicità delle proposte e alla qualità delle materie prime, valorizzando la materia prima e la tipicità del territorio. A pochi

chilometri da Paestum, è porta di accesso al Parco Nazionale del Cilento. Inevitabilmente, considerando la ricchezza gastronomica dell’area, nasce la scelta di tanti prodotti e la definizione di un menu che punta a raccontare proprio lo spirito del territorio. Non possono mancare quindi i fagioli di Novi Velia (in zuppetta con pancetta croccante), i carciofi di Paestum, il pane di Giungano, i pomodori essiccati al sole di Battipaglia e naturalmente la mozzarella di bufala dop. Capitolo pizza. Questa si basa su impasti prevalentemente a base di farine non raffinate (di tipo 1 e 2); una volta alla settimana, poi, sarà


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disponibile una pizza con un impasto speciale per palati curiosi a cui sarà accompagnato un companatico studiato per un perfetto accoppiamento. E non è finita qui. Oltre alla pizza tradizionale cotta in forno a legna, sarà disponibile anche la pizza fritta, anche in questo caso preparata in ogni fase a vista; normalmente disponibili, versioni salate e dolci.

Curato anche l’aspetto ‘bere’: per iniziare, c’è un bancone bar dedicato ai cocktail tradizionali e alla mixology moderna. Qui è possibile fermarsi per consumare un aperitivo o un after dinner come l’originale Olì spritz 360, realizzato con aggiunta di velluto di birra lager, ma in carta non mancano i cocktail classici e una ricca selezione di gin, vodka, e liquori in genere,

per accontentare tutti i gusti. Filosofia precisa anche per la piccola carta dei vini e delle birre: questa infatti è studiata per offrire non solo una selezione dei vini campani, ma anche eccellenze italiane e vini biologici doc. In quanto alla birra, alla spina Olì360 ha scelto KBirr, che presenta con queste parole: birra artigianale, non filtrata e non pastorizzata, dedicata alla cultura napoletana e una

selezione di stili brassicoli internazionali per offrire una interpretazione del territorio. Da segnalare ancora che Il design del locale (firmato Afa Arredamenti) combina elementi come legno, ferro battuto, rame e marmo. Alle pareti installazioni che evocano la lavorazione del grano e della farina; i forni sono ricoperti di rame come il bancone del bar e le tubature di aerazione.

Si alternano nel locale divani e sedie per un consumo in pieno relax. Il soffitto in cemento armato è originale a quadrettoni. Il progetto Olì 360 - a conferma del legame fra tradizione e modernità - è completato da un menu ‘delivery’ con una App ad hoc: i clienti potranno consultare il menu, scegliere i piatti e ordinare dalla App. www.oli360.it


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La Zelata i l r i to r n o d e l l ’ O s te r i a In queste pagine vi presentiamo un luogo che porta un nome carico di storia, conosciuto ed apprezzato non solo in zona. A partire dai '70, e fino a qualche anno fa, infatti, qui era in piena attività un locale frequentato da amicizie della vecchia proprietà dei conti Caramelli - titolari dello storico marchio Omino di Ferro - tra cui Teo Teocoli, e gestito da un 'oste'

vecchio stile, il signor Serafino. Da allora naturalmente molta acqua è passata sotto i ponti, il locale ha attraversato un periodo di crisi, ma oggi è tornato in campo 'più bello che prima'. Dallo scorso inizio di marzo, infatti, La Zelata ha riaperto i battenti, grazie a Patrizia Scotti e ad altri nuovi soci, che hanno rilanciato, anzi in pratica creato ex novo, il

Se pensate che non ci sono più le osterie di una volta, ecco una dimostrazione del contrario. Ad offrirvela è l’Osteria della Zelata a Zelata di Bereguardo (PV), che ha riaperto le porte con molte novità


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A sinistra, due immagini degli ambienti dell’osteria La Zelata; in questa pagina, gli chef Matteo Simonato e Mattia Abussi, la copertina del menu e le fotografie di alcuni piatti del locale situato in un piccolo borgo nei pressi di Bereguardo, in provincia di Pavia.

locale. L'ambiente principale offre spazio per 45 coperti (cui se ne aggiungono altri 25 al piano superiore, in una saletta, caratterizzata da un grande tavolo conviviale) e l’impatto, la sensazione che offre oggi La Zelata è quella di un'osteria al passo con i tempi. Il luogo ha mantenuto comunque il suo spirito antico, ma in modo coerente con ciò che è sempre stato: la Zelata, in sostanza, è un’osteria moderna che accoglie la tradizione e privilegia soprattutto i prodotti delle aziende agricole locali, con piatti quasi dimenticati e scomparsi (come le rane e le lumache, ad esempio), associati a ricette evergreeen, che non passano mai di moda (come il risotto con l’ossobuco e ganascino di manzo). In generale, la cucina è definibile come ‘tradizionale dei dintorni’, affrontata sempre nel rispetto della stagionalità degli ingredienti e con preparazioni basate sulla tecnica contemporanea, eseguite da Matteo Simonato e Mattia Abussi. Non mancano in ogni caso serate a tema che permettono di effettuare scoperte interessanti di ricette fuori area e/o create ad hoc dai due chef. La cantina offre una selezione ampia di etichette italiane e del pavese in particolare, e la proposta è affiancata da un'ampia lista di cocktail originali per aperitivo o dopocena. L’Osteria La Zelata è in Piazza della Chiesa, 13 a Zelata di Bereguardo (PV) telefono 0382 928819 (chiuso lunedi e martedi a pranzo). www.osteriazelata.it


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Primo plus, la location, carica di storia, a Trastevere: siamo nel piccolo borgo della residenza Doria Pamphili, che si affaccia sul Lungotevere Ripa, in pratica nell'area del seicentesco porto di Ripa Grande, edificato proprio di fronte al complesso di edifici oggi noto come del San Michele. Nella struttura della storica dimora, al 4° piano, ha aperto qualche mese fa un ristorante con un dehors caratterizzato da una vista mozzafiato su uno degli scorci più suggestivi di Trastevere dove spicca il campanile della basilica di Santa Cecilia (mentre dall'interno del ristorante, invece, si gode di un affaccio sul Tevere e sul parco dell'Aventino). Stiamo parlando di Ego, un locale intimo e riservato, con 40 coperti in totale, fra sala interna e terrazza (fruibile anche d'inverno), con cucina a vista e possibilità quindi di osservare chef e staff al lavoro. Ambienti interni con arredo minimal, anche perché bastano le tre grandi vetrate sulla Città eterna a riempire lo sguardo.

E se la location è il primo plus, il secondo è proprio lo chef, il giovane Andrea Quaranta, cuoco di origine ligure che abbiamo conosciuto ed apprezzato prima al fianco di Andrea Fusco (Giuda Ballerino) e poi nelle successive esperienze da Otto e ½, oggi Osteria Boncompagni, e Necci al Pigneto. Una persona discreta e competente, che agisce fra i fornelli con un personale stile moderno e molto tecnico, predilige prodotti versatili e adatti a lavorazioni

Ego Bistrot aperitivo e cena con vista sulla Città Eterna Un ristorante intimo con una cucina legata alla tradizione ma aperta alla scoperta, con una vista mozzafiato sulla storia di Roma: Ego Bistrot, all'interno di un residenza storica a Trastevere


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e consistenze differenti, come testimonia un suo pensiero (“mi piace pensare che una spuma possa trasformarsi in una cialda”). Il risultato, inevitabilmente, porta a piatti di grande freschezza e leggerezza, con una proposta complessiva che strizza l'occhio alla cucina nostrana e regionale (“Cercherò di utilizzare prodotti del territorio e seguire la stagionalità” promette lo chef), ma anche a suggestioni di origine orientale. Oltre ad una carta, il locale offre anche due menu degustazione, Roman Tasting ed Ego Tasting, dedicati rispettivamente alla tradizione romana e all’anima più creativa e sperimentale dello chef e proposti a 40 e 60 euro - tutti da assaggiare, uno spettacolo per gli occhi e la bocca. Citiamo, nel primo caso, Baccalà, mandorle, cicoria e limone, Tagliolini cacio e pepe, gambero rosso, yuzu e melissa, mentre nel secondo abbiamo Tortello di caprino, con barbabietola rosa e cipollotto alla vaniglia

bourbon, Risotto cozze, rucola, ricci e pecorino, Capesante scottate con pappa di pomodoro, kimchi di cetriolo e aglio nero. L’appuntamento con Ego Bistrot inizia ogni giorno, salvo la domenica, a partire dalle ore 19 con il momento dell’aperitivo nella formula ‘drink più un benvenuto’ (a 10 euro), ma non mancano taglieri di mare e di terra. Daniele Cecchi è il personaggio di riferimento per drink e dintorni. Da bere, innanzitutto vino, con una selezione di una cinquantina di etichette tra bollicine, rossi e bianchi. Cecchi, con un’esperienza nel mondo della mixology, ha rivisitato alcuni cocktail classici, realizzati giocando con il nome. Ecco cosi ad esempio, Mario il sanguinario o Bloody Mario (salsa di pomodoro speziata e gin), oppure il Negroni cimarolo (Negroni con punta di carciofo). Ego Bistrot - Residenza Doria Pamphili (IV piano) Vicolo del Canale 14, Roma Tel. 392.570 2096 egobistrot.it

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Alessi

30 anni di storie di design e di gusto intorno al caffè

«La Cupola è la risposta di Rossi - afferma Alberto Alessi alla classica “moka” e il tentativo di concretizzare il suo sogno della “caffettiera per tutti”. La considero, insieme al modello “9090” di Richard Sapper, il progetto-archetipo di tutte le nostre caffettiere.» Per l’architetto Rossi la caffettiera era il simbolo per eccellenza del rapporto dialettico tra architettura e paesaggio domestico, come evidenzia efficacemente un suo disegno che la ritrae accanto alla cupola di San Gaudenzio di Novara progettata da Alessandro Antonelli. “La cupola” - è l’ultima evoluzione (prima di lei nasce “La conica”) dell’analisi che Rossi fece sugli oggetti per fare il caffè, producendo a partire dal 1980, una ricca documentazione: note, schizzi, fotografie, disegni, progetti.... In realtà, la “sfida” alla moka per eccellenza (ideata nel 1933 da Alfonso Bialetti, nonno materno di Alberto Alessi, quasi a voler continuare una tradizione di famiglia), inizia nel 1979 con la “9090” di Sapper. Questa non solo è stata la prima caffettiera di Alessi ma anche il primo oggetto Alessi per la cucina dopo gli anni ’30, il primo premio Compasso d’Oro, il primo oggetto entrato nella Permanent Design Collection del MoMA di New York. È invece più recente (2011) un affettuoso omaggio alla moka Bialetti: con “Moka

Alessi” Alessandro Mendini crea un nuovo progetto di Caffettiera, interpretandone la geniale invenzione attraverso un uso più consapevole delle leve del design contemporaneo. Nel 2016 arriva poi il decimo Premio Compasso d’oro conquistato da Alessi, il secondo per una Caffettiera espresso, con “Ossidiana” disegnata da Mario Trimarchi. Riconoscimento ottenuto grazie alla sintesi di “tradizione e innovazione in un oggetto tipicamente italiano che sembrava immutabile”. Una lunga ricerca (1979-1987) condotta per Alessi sul tema della caffettiera napoletana da Riccardo Dalisi ha poi dato vita ad un libro, a più di 200 prototipi funzionanti e al progetto della sofisticata napoletana “90018”. L’ultima nata si chiama “Pulcina”, ed è stata disegnata da Michele De Lucchi in collaborazione con Illy. È l’esito di uno studio approfondito per aumentare la funzionalità della classica moka e produrre una forma in grado di esaltare le proprietà organolettiche del caffè. Insomma, una storia di forme e di gusto, il cui futuro è tutto da scoprire... www.alessi.com

CRONOLOGIA

1989 – Caffettiera a presso-

design King-Kong

design CSA – Marta Sansoni

2011 – Caffettiera espresso

1979 – Caffettiera espresso “9090” design Richard Sapper 1984 – Caffettiera espresso “La conica” design A. Rossi 1986 – Caffettiera a pressofiltro o infusiera “9094”

filtro o infusiera “MGPF” design Michael Graves 1993/1995 – Caffettiera espresso “Ottagono” design Aldo Rossi 1993/1999 – Caffettiera

1995/2008 – Caffettiera espresso “Pelicano” design Michael Graves 2000/2013 – Caffettiera a presso-filtro o infusiera “Inka” design G. Venturini

2006 – Caffettiera espresso “Pina” design Piero Lissoni 2006/2013 – Caffettiera espresso “ARS09” design Richard Sapper 2008/2013 – Caffettiera

“Moka Alessi” design Alessandro Mendini 2013 – Caffettiera a pressofiltro o infusiera “Mame” design Jasper Morrison 2014 – Caffettiera espresso

design Aldo Rossi 1987 – Caffettiera Napoletana

espresso “Mix Italia” design King-Kong

2002/2010 – Caffettiera elettrica “RS07”

espresso “coffee.it” design Wiel Arets

“Ossidiana” design Mario Trimarchi

“90018” design R. Dalisi 1988 – Caffettiera espresso “La cupola” design A. Rossi

1994/2013 – Caffettiera a presso-filtro o infusiera “Girotondo”

design Richard Sapper 2004 – Caffettiera a pressofiltro o infusiera “CACTUS!”

2008/2013 – Caffettiera espresso elettrica “coffee.it” design Wiel Arets

2015 – Caffettiera espresso “Pulcina” design Michele De Lucchi


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Micro Slicer, sintesi d'uso e di design. Parola di Michel Bras I prodotti creati dal famoso chef-artista francese in collaborazione con il brand giapponese KAI offrono il massimo della funzionalità e della bellezza, permettendo a ciascuno di esaltare la propria creatività in cucina Michel Bras è un marchio di utensili di design per la cucina nato nel 2005, con una storia alle spalle tutta da raccontare. Nasce infatti dalla sintesi di due esperienze diverse, quella dello chef tristellato Michel Bras (titolare dell'omonimo ristorante nell’Aubrac, in Francia, ma anche appassionato cultore di letteratura, poesia e filosofia) e KAI, storica

azienda giapponese specializzata nella fabbricazione di lame. E proprio una collezione di coltelli incredibilmente taglienti e unici per eleganza e raffinatezza è stata la prima espressione di questa simbiosi artistica, dove fondere la conoscenza del gesto quotidiano con i segreti di una antica sapienza. Da allora questa

collaborazione ha dato nuovi frutti, venendo a formare una linea di "tools" tanto funzionali quanto belli a vedersi, alla ricerca della qualità senza compromessi: grattugie, affetta verdure, affettatrici a julienne e a lame intercambiabili, e la posateria, per dare uno speciale tocco di eleganza alla tavola. Tutti utensili che trasformano ed esaltano gli ingredienti della vostra cucina, aumentando così le possibilità di realizzazione e quindi il piacere della preparazione e della degustazione. La famiglia di prodotti Michel Bras si arricchisce oggi di un nuovo tool, un Micro Slicer con due lame a julienne e manico ergonomico (n. 4 a sinistra): estremamente affilato e preciso, consente di regolare liberamente lo spessore del taglio a seconda delle vostre esigenze. Un oggetto ideale per ingredienti delicati - come, ad esempio, il tartufo - che potranno essere declinati in varie texture, in un’esperienza creativa che renderà ogni piatto un’opera d’arte. (G.P.) braskai.net

Qui sopra, alcuni dei magnifici coltelli professionali firmati da Michle Bras. A sinistra, tra gli altri, un Micro Slicer con due lame a julienne e manico ergonomico: uno strumento modulare, costruito - come ogni prodotto MB - impeccabilmente!


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Ritorno al futuro Novità Rosenthal, con le nuove collezioni Sambonet. I nomi? 1965 Vintage Quarzo Nero Vintage Blu; 1965 Vintage gadgets; Bamboo PVD; Bar Selection; Kyma Florilegium; Party Collection; Rock’n’Rose Rosenthal - fondata ben 135 anni fa - è un’azienda tedesca di grande tradizione, e allo stesso tempo una compagnia moderna, con un occhio al futuro, dedita sia al mercato professionale che a quello domestico. Come abbiamo scritto nell’introduzione, sono diverse le novità presentate da Rosenthal: fra le tante, ve ne segnaliamo due che fanno parte delle

collezioni Sambonet. La prima, nell’immagine pubblicata in alto, mostra un’ambientazione con le forchettine della serie Party, disponibili in colori ‘antichi’ (Antique, Antique PVD Copper and Antique PVD Gold). Qui a destra, invece, un’immagine di alcuni accessori della linea Vintage, studiati per ogni esigenza di preparazione. www.rosenthal.it


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Chi va piano... Da un’azienda specializzata del settore specifico, ecco una pentola per la cottura lenta adatta a mille situazioni, la Crock Pot Countdown da 4,7 litri

NEW LOOK!

Il web è servito. Buon appetito! La cottura lenta, e a temperatura bassa e costante, non è una novità dell’ultimora; al contrario, si tratta di un metodo antichissimo per mantenere inalterate le proprietà nutritive degli alimenti. Crock-Pot è il nome della linea di pentole ‘Slow Cooker’, studiate per cucinare in maniera semplice e sana. E non è tutto; viste le caratteristiche intrinseche di cottura, che prevedono tempi lunghi, Crock-Pot permette inoltre di risparmiare tempo. Come è facile immaginare, infatti,

mentre la pentola fa il suo dovere, è possibile dedicarsi ad altre attività. Quella presentata in questo spazio è la pentola modello Countdown, con capacità di 4,7 litri (perfetta fino a 5 persone), e 2 impostazioni di cottura, Low e High. Fra le caratteristiche, da segnalare la presenza del Display digitale con Countdown Timer per il controllo dei tempi di cottura, la possibilità di programmare il timer all’avvio della cottura, e la funzione Warm automatica, per mantenere in caldo le pietanze.

Countdown dispone di pentola interna in materiale ceramico rimovibile, utilizzabile anche in forno e lavabile in lavastoviglie, ed è sicura ed economica: può essere lasciata accesa anche quando non si è in casa e consuma quanto una lampadina. Crock-Pot da 4,7 litri - che gode di una garanzia di 5 anni - è accompagnata da utensili da cucina e ricettario in italiano ed è distribuita in Italia da Nital. Il prezzo suggerito al pubblico è di 99,90 euro. www.nital.it/crock-pot

Si rinnovano integralmente i nostri siti www.mr-food.it www.carbonaraclub.it con un look più moderno e molte novità


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FPM, Cookin’ On The Road Un po’ valigia, un po’ cucina, certamente un prodotto unico: ecco una soluzione funzionale - che fa rima con geniale - per assecondare i viaggiatori no limits. Una vera amica dei gourmet, una piccola ma completa cucina trasportabile per essere sempre in condizione di preparare i piatti preferiti, anche in luoghi non previsti per questo scopo. Uno strumento perfetto, insomma, per nomadi dei

“Viaggio, penso, lavoro. Per i viaggiatori contemporanei erranti che reinventano il proprio modo di vivere a seguito del nuovo nomadismo e del fluido divenire”. Con queste parole il designer Marc Sadler presenta la nuova Cookingstation by FPM - Fabbrica Pelletterie Milano, in qualche modo ‘una cucina in una valigia’

nostri giorni, per giramondo nostalgici ed avventurieri. Un oggetto per appassionati di cucina curiosi e attenti alle innovazioni, e a tutti quelli che amano viaggiare lontano dal turismo di massa. Stiamo parlando della Cookstation, che arriva in casa FPM, Fabbriche Pelletterie Milano, dopo la Workstation e la Bedstation. Una vera e propria cucina a portata di “valigia”, una nuova Special Edition disegnata da Marc Sadler, che va ad arricchire la Bank Collection. Una testimonianza pratica dell’estro innovativo di Sadler, che con

una installazione unica trasforma la valigia in uno spazio nomade e flessibile, un mix alchemico che coniuga la libertà di esprimere il proprio stile di vita fuori dal coro con l’eccellenza strutturale dell’architettura mobile, declinata in un bagaglio ultra tech e di design. Come abbiamo detto, la Cookstation si presenta quindi come una valigia sui generis, partendo dall’interno fino al suo guscio, dove l’adozione di materiali ultra resistenti è garanzia di flessibilità e agilità in movimento, grazie alle ruote duali che scorrono assicurando la massima stabilità, in pieno stile Bank Collection.

La Cookstation - presentata in anteprima mondiale all’interno della labirintica opera, dedicata al viaggio, “Ricerca del sé” di Giuliano Cataldo Giancotti, in occasione della Design Week di Milano - è dotata di un piano cottura e di una cella frigo, oltre che di tutti gli ‘accessori necessari’ degni della dotazione di una cucina tradizionale. In altre parole, con Cookstation sarà sempre possibile avere a disposizione in ogni situazione uno strumento in perfetta efficienza, un ‘compagno di viaggio’ sui generis per gourmet esigenti, che potranno prepare pasti completi o anche solo soddisfare le voglie dell’ultimo minuto di un

“tè nel deserto” o di due “spaghetti di mezzanotte”. FPM, Fabbriche Pelletterie Milano, Piazza del Carmine, 4 20121 Milano tel +39 02 36705900 fax +39 02 36705919 info@fpm.it www.fpm.it


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S a ms un g E l e c t r o ni c s

Family Hub Next Generation Il nuovo Family Hub di Samsung porta la vita connessa ad un livello più personalizzato, con l'assistente vocale intelligente Bixby e il controllo domestico. In qualche modo, un salto nella prossima generazione Family Hub di Samsung è un'elettrodomestico multimediale' che definire frigorifero risulta riduttivo. Family Hub versione 2018, in effetti, stabilisce un nuovo standard per la vita connessa, dato che offre una vasta gamma di funzioni intelligenti che permettono di gestire operazioni in precedenza impossibili. Il tutto, nella massima semplicità, grazie alla gestione intelligente delle operazioni e, grazie anche alla presenza del nuovo controllo vocale Bixby e la sua integrazione con l'ecosistema SmartThings di Samsung. L'integrazione con l'ecosistema SmartThings, significa possibilità per gli utenti di controllare e monitorare la propria casa connessa direttamente dallo schermo sul frontale del Family Hub. Grazie all'app SmartThings è possibile connettere perfettamente il Family Hub con centinaia di dispositivi compatibili, Samsung e di terze parti. Così ora, oltre a vedere cosa c'è nel loro frigo dal supermercato o lasciare una nota sulla lavagna bianca per ricordare ai familiari

appuntamenti o altro, c'è ancora molto da fare. Come vedere chi è alla porta d'ingresso, regolare il termostato, controllare un bambino addormentato nella stanza accanto o il cane che gioca in giardino, e altro, direttamente dallo schermo del frigorifero. Gestire al meglio gli alimenti Family Hub aiuta gli utenti a gestire il cibo, con l'app View Inside che consente di 'vedere' cosa c'è all'interno del frigorifero da qualsiasi luogo. Novità per il 2018, Meal Planner porta la gestione del cibo a un livello più personalizzato: fornisce ricette per la famiglia sulla base delle preferenze alimentari e delle restrizioni dietetiche dei membri della famiglia, e delle date di scadenza degli alimenti. Family Hub consente inoltre di risparmiare tempo e denaro con una nuova app Deals che offre agli utenti la possibilità di trovare offerte speciali ed altro, e salvarle direttamente nella Shopping List o nella carta fedeltà. Il nuovo Family Hub non è solo uno strumento per la casa e la cucina in particolare. In un certo modo, per

iniziare, mantiene la famiglia più strettamente connessa e organizzata, grazie alla capacità di condividere calendari, foto e note. Con Bixby, Family Hub può anche riconoscere le singole voci e fornire informazioni personalizzate in base alle preferenze individuali. Basta chiedere "Ciao Bixby, cosa c'è di nuovo oggi?" e subito l'assistente elettronico fornirà una lettura delle notizie del momento, degli aggiornamenti meteo e il calendario degli appuntamenti studiati appositamente per l'utente. Nuovi modi per divertirsi E non è finita qui. Nella pratica, Family Hub trasforma la cucina in un'area ad alto tasso di intrattenimento, grazie anche a opzioni di televisone e musica, per socializzare con familiari e amici. Gli utenti possono infatti accedere a milioni di brani attraverso varie piattaforme di streaming musicale e applicazioni radio dal vivo, ed effettuare il mirroring con uno Smart TV Samsung compatibile (serie 6400 series o modelli del 2015 in poi). Per la migliore resa sonora, il

nuovo Family Hub (nella versione premium Flex 4 porte) dispone anche di un sistema audio Premium AKG. Inoltre, gli utenti possono ora effettuare lo streaming di contenuti dal

proprio smartphone al frigo. Secondo quanto annunciato, il nuovo Samsung Family Hub sarà disponibile a partire da questa primavera. samsung.it


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Smeg veste Dolce & Gabbana Una nuova dimensione dell'elettrodomestico, frutto dell'incontro di due entità di riferimento dei rispettivi settori: realizzati da Smeg, e vestiti da Dolce e Gabbana, ecco i prodotti Divina Cucina, omaggio alla Sicilia, alle sue tradizioni, ai suoi segni e disegni Un connubio per qualche verso rivoluzionario, un’unione inedita per una nuova dimensione degli elettrodomestici, non più solamente ‘prodotti elettronici per la casa’ ma anche oggetti artistici. Dolce&Gabbana e Smeg proseguono nel viaggio alla scoperta dei colori e delle bellezze della Sicilia, all’insegna di creatività, arte,

design, e alla celebrazione dell'autentico Made in Italy. ‘Sicily is my Love’ racconta le radici dell’Italia, le sue tradizioni e feste popolari nel nuovo set cucina free standing e cappa con frigorifero Fab28 coordinato, reso unico da colori vivaci e carichi di intensità narrativa e presentato in due varianti: la prima caratterizzata da raffigurazioni tratte dalla


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poetica del teatro dei Pupi e del Carretto siciliano, in cui a dominare sono il rosso fuoco e l’arancione, la seconda dalla stampa maiolica nei toni dell’azzurro e del bianco. La storia, la cultura, il cibo, la bellezza dei paesaggi e dei panorami siciliani, sono raccontati da questi preziosi oggetti in modo autentico e indimenticabile, come se l’italianità potesse prendere forma tangibile e acquistare un pizzico di eternità. Tutto questo è stato possibile da una parte per la lunga esperienza di Smeg nella produzione di elettrodomestici di design, dall’altra per l’anima creativa di Dolce&Gabbana. Sicily is my Love è una storia fatta di vividi decori di limoni giallo oro, agrumi, fichi

d’India, ciliegie rosso acceso e tipiche decorazioni siciliane racchiuse in forme geometriche triangolari (i cosiddetti crocchi): delicati motivi floreali ispirati ai fiori e ai paesaggi del Sud Italia, maioliche di Caltagirone e, ancora, immagini dell’Etna, delle pittoresche rovine del tempio greco di Castore e Polluce situato nella Valle dei Templi e raffigurazioni tratte dalla tradizione mitologica e cavalleresca. La collezione di piccoli elettrodomestici Sicily is my Love, poi, si arricchisce di nuovi articoli realizzati in scala industriale attraverso un processo di riproduzione della decorazione artistica sulla base di prototipo dipinto dalle mani esperte di artisti-artigiani siciliani. La macchina per il caffè americano, il frullatore ad immersione e il tostapane a quattro scomparti completano la gamma Sicily is my Love in occasione del Salone del Mobile 2018 di Milano; già presenti sul mercato lo spremiagrumi, il bollitore e il tostapane a due fette, che sono attualmente in vendita in tutto il mondo, e, prossimamente

disponibili, il frullatore, la macchina per il caffè espresso, l’impastatrice, il tostapane a quattro fette e l’estrattore di succo. www.smeg.it

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Il più grande museo al mondo dedicato al frutto della vite, un luogo unico, da vedere e da vivere: un’esperienza immersiva che candida la famosa città francese a capitale dell’eno-turismo

Bordeaux, la cité du vin

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Dici Bordeaux e subito, inevitabilmente, ti viene in mente il vino. Normale che sia così, perché il capoluogo della Gironda - come sanno anche gli astemi - ha da sempre legato la sua storia al nettare degli dei. Non a caso Bordolese è il nome della

classica bottiglia da 750 ml e Bordeaux quello del mélange di Cabernet e Merlot che è, da sempre, tra quelli più apprezzati dai cultori del rosso, prodotto in loco sin dall’antichità (ma anche i bianchi della regione non sono da trascurare).

Fiera di questa tradizione, oggi Bordeaux ha deciso di legare ancor più la sua terra al culto di Bacco aprendo uno spettacolare Museo del vino che rappresenta un vero must-see per tutti, gourmet e non solo. Questo perché la location non costituisce

In alto, Bordeaux vista dal fiume che l’attraversa, la Garonna. Qui, uno scorcio dei tanti vigneti dell’area.

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soltanto un tempio dell’enogastronomia, ma anche un luogo all’avanguardia dal punto di vista architettonico e una fucina di spettacolo, cultura e gusto: senso del bon vivre in generale o, se preferite, lifestyle a tutto tondo. La Cité du vin: il non plus ultra Inaugurata a giugno 2016, la Cité du Vin non è l’unico museo dedicato al vino al mondo (ce ne sono tanti anche in Italia), ma di certo è il più spettacolare, ed infatti c’è già chi lo ha definito “il Guggenheim del vino” - con i suoi oltre 13mila mq di esposizione su dieci livelli, i 19 percorsi a tema e l’ampio cartellone di eventi che lo anima lungo tutto l’arco dell’anno.

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Realizzato in modo ecosostenibile e con impianto in legno, vetro e alluminio dallo studio di architettura parigino XTU Architects e dagli scenografi inglesi Dinah Casson e Roger Mann, il complesso si ispira nelle sue linee morbide e sinuose al movimento del vino nel bicchiere: il risultato è un edificio immersivo, “audace e poetico”nei suoi volumi, con un effetto artistico di grande e immediato impatto visivo. Un omaggio alla Natura, senza dubbio, ma anche un luogo di modernità hi-tech, vista la dovizia di artifici digitali e interattivi che lo pervade, dal 3D ai diffusori sensoriali. Nei vari percorsi potrete trovare tutta la storia e la cultura del vino in una mostra


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permanente, nonché etichette provenienti da tutto il mondo, spazi dedicati a esposizioni temporanee, ma anche un ristorante panoramico al 7° piano - con ampia vista su Bordeaux e sul fiume Garonna condotto dallo chef Nicolas Lascombes (un menu di cucina regionale, accompagnato da una carta di 50 etichette internazionali, di cui 25 bordolesi) e poi ancora un’enoteca con bistrot, uno snack bar, un auditorium, varie boutique e aree di degustazione, corsi di cucina, workshop, seminari, concerti... Di tutto, di più, insomma, con un comun denominatore: il vino. Il vino come gioia di conoscere e di vivere, da condividere quindi. La cultura del vino La storia dell’uomo è connotata, nei secoli, dallo sviluppo delle arti e queste, a volte, sono così interconnesse tra loro che è quasi impossibile - se non del tutto aleatorio - separarle con confini ben netti. Questo alla Cité du Vin lo sanno bene, tant’è vero che i percorsi tematici si

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confondono in un mix di suggestioni diverse che vanno a soddisfare il nostro senso artistico, dal palato all’occhio. Esperienze multisensoriali Troviamo così in cartellone raffinate esperienze sensoriali che uniscono la musica, il cinema e le arti figurative in genere all’enogastronomia: ad esempio Le vin & la musique, accords et désaccords (XVIXIX secolo), dal 23 marzo al 24 giugno, o i Cine Gourmand, incontri “film, mets et vins” con degustazioni a tema ispirate a celebri pellicole (La Traviata di Franco Zeffirelli “interpretata” a tavola dallo chef Jesus Hurtado, 25 aprile), o la Fête de la musique, grande evento di scena il 21 giugno. E poi concerti, eventi operistici, conferenze, esposizioni storiche, approfondimenti, in un panorama di elevato spessore culturale a dimostrazione che - come disse Eschilo già quasi tre secoli fa - “il vino è lo specchio della mente”. laciteduvin.com

Immagini de La Cité du Vin a Bordeaux, un vero paradiso per i curiosi e gli amanti del vino in una città che è sinonimo di ‘bere bene’. (© Anaka La Cite du Vin XTU architects).


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Podere Papilio

Un’oasi di pace, fra mare e siti storici Siamo ad una manciata di chilometri da Alberobello – la celeberrima capitale dei trulli, patrimonio Unesco – in un'area ricca di centri storici di grande fascino (Martina Franca, Matera, Locorotondo, Cisternino, Ostuni, Grottaglie, Altamura, Conversano…) e riserve naturali uniche. Il mare si trova a meno di mezzora d'auto, fra Adriatico (Torre Canne, Monopoli, Polignano a Mare) e Ionio, con Taranto e numerose bellissime insenature. Podere Papilio - un B&B ricavato da un’antica abitazione rurale a trulli - è a poca distanza da alcune località più belle della Puglia, eppure è un’oasi di pace immersa nella natura. Un complesso di piccoli edifici sapientemente restaurati con materiali del luogo, immerso in una natura incontaminata, che offre ambienti comuni e tre confortevoli stanze per gli

ospiti, a ‘impatto zero’: acqua calda sanitaria e regolazione della temperatura degli ambienti sono prodotti da un impianto a pompa di calore, con pannelli solari e radiatori a pavimento. Dal punto di vista energetico, l'edificio è autosufficiente. Altro plus, un’accoglienza davvero amichevole. La colazione costituisce da un lato un momento davvero all'altezza dei palati più esigenti - con specialità locali provenienti dai migliori produttori dei dintorni, e marmellate, torte ed altro cucinato con amore, nelle cucine di Podere Papilio dall’altro un momento di incontro con gli squisiti proprietari’. Non a caso gli ospiti diventano presto amici, e continuano a tornare quaggiù, anche da luoghi molto lontani. Intorno alla costruzione, l’incanto di un paesaggio

In Puglia, in un’area tutelata per il pregio ambientale a pochi chilometri da centri storici importanti e dal mare, un luogo per rilassarsi e ricaricarsi. Più che come ospiti, come amici

bucolico d'antan, con prati lussureggianti e querce secolari, oltre a numerose specie animali e vegetali che qui vivono indisturbate. Il tutto, con un clima sempre gradevole in ogni periodo dell’anno grazie alle brezze marine e a un’altitudine di circa 450 metri (siamo sull’altopiano della Murgia) . Aggiungete aria pulita e colore del cielo blu intenso,

preludio di spettacolari albe e tramonti, e tante tante farfalle che danno il nome al luogo (Papilio in latino significa farfalla...). Insomma, un luogo perfetto per riposarsi, come per fotografare e riprendere la flora e la fauna, in un habitat ideale. E, con un po’ di fortuna, potrete rubare qualche prezioso consiglio di fotografia naturalistica e

macrofotografia al proprietario, Daniele Della Mattia, giornalista e fotografo prima di trasferirsi qui da Milano con la moglie Liliana. Daniele, esegue anche ritratti artistici in b/n in sala di posa stampati su tela; il quadro viene recapitato a casa in ogni parte del mondo, così non è d’impiccio durante la vacanza. www.poderepapilio.it


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Guida Michelin Italia 2019 I Bib Gourmand Arriva la 64a edizione della Guida Michelin Italia. Come sempre, ci sono non solo ristoranti stellati, ma anche locali dal favorevole rapporto qualità/prezzo, i cosiddetti Bib Gourmand La famosa guida Michelin, la ‘rossa’, non è solo una classificazione dei locali stellati, ma fornisce anche un’utile segnalazione dei locali capaci di offrire comunque una piacevole esperienza gastronomica, senza investire cifre importanti. Stiamo parlando di locali con un menu completo a meno di 32 € (35 € nelle città capoluogo e nelle località turistiche importanti), identificati dalla faccia sorridente del Bib Gourmand, l’Omino Michelin Bibendum, che quest’anno festeggia i 120 anni - che si lecca i baffi. Nella guida 2019 ci sono 21 nuovi Bib Gourmand, per un totale di 257 locali con questa caratterizzazione. “Il rapporto qualità-prezzo è certamente un elemento importantissimo di selezione, ma lo è ancora di più la passione per la tavola che si respira nei ristoranti Bib Gourmand, in cui si gustano ricette spesso tradizionali, proposte fedelmente, completamente rivisitate o con leggere personalizzazioni. Sono ristoranti in cui anche la selezione di vini denota grande attenzione verso i produttori che valorizzano la cucina dello chef, creando un momento di piacere davvero unico e… a buon prezzo!” ha dichiarato Sergio Lovrinovich, Direttore della Guida Michelin Italia. I nuovi Bib Gourmand sono

sparsi per la penisola; qui ne vediamo qualcuno in un breve ‘Giro d’Italia’, da nord a sud. In Piemonte, L’Accademia Ristorante, a Casale Monferrato, offre una cucina moderna in un palazzo di grande respiro storico, mentre La Pineta, a Roccabruna, è il regno del famoso fritto misto piemontese. Nel nord-est, il Foresta, a Moena, è un albergo immerso in una abetaia; qui si può gustare una cucina trentina accompagnata da una buona selezione di vini, mentre l’Aurora di Feltre si segnala per una cucina rinnovata e leggera nelle sale dell’albergo. In Emilia Romagna, regione che vanta il maggior numero di Bib Gourmand, 32, ecco la Trattoria Ceriati, a Salsomaggiore Terme: qui la giovane titolare offre non solo piatti locali, ma valide incursioni nella cucina piacentina o mantovana, con i pisarei e la sbrisolona. Eccoci ora in centro Italia. Burro & Alici, a Marotta, tappa comoda per chi è in viaggio, propone una carta dedicata ai grandi classici della cucina dell'Adriatico. I sapori della tradizione toscana sono invece la firma della Taverna del Grappolo Blu a Montalcino. Nel Lazio, in totale solo 5 Bib Gourmand, di cui tre appena nella capitale, uno a

Montefiascone ed uno in Ciociaria, a Carnello (FR). Qui, attivo dal 1890, il ristorante Mingone è uno dei riferimenti storici dei gourmet. Propone piatti della della tradizione culinaria ciociara, con qualche innovazione, accompagnati da un’ampia scelta di vini. Nella parte più antica dell’edificio, si aggiunge una realtà paralella, giovane, che propone una cucina veloce e sfiziosa, in modo informale, piacevolmente allegro e rilassante: il Bistrò. Scendiamo a Napoli, con due novità, il Di Martino Sea Front Pasta Bar (che offre un menu-degustazione di pasta, con vista mare) e Il Gobbetto (trattoria famigliare verace, con piatti classici della cucina napoletana e con i simpatici titolari in costumi tradizionali). In Sicilia si segnala la Terrazza Costantino a Sclafani Bagni, evoluzione del locale di famiglia ad opera dello chef che lo trasforma in un elegante ristorante, con menu degustazione di carne e pesce. Il Buatta Cucina Popolana in centro città, a Palermo, offre ricette locali soprattutto di pesce, in un piacevole ambiente in stile liberty che mantiene lo spirito della bottega storica esistente. Che si tratti di nord Italia, centro o sud, non resta quindi che provare di persona!

In queste immagini, il giardino, una sala interna e due piatti del ritorante Mingone a Cannello, nei pressi di Arpino (FR), unico Bib Gourmand della Ciociaria e fra i pochissimi (solo 5 in tutta la regione, di cui 3 a Roma) del Lazio.


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Fra gli ultimi arrivi della collezione Design Hotel, l’Istoria di Santorini si presenta come ‘la fantasia trasformata in realtà’. Testimonianza di una miscela unica di estetica classica e contemporanea, questo hotel di lusso è radicato nel passato così come nel presente, ed è ispirato al concetto di narrazione; una nuova tradizione iniziata da Kalia e Antonis Eliopoulos, con ogni angolo di Istoria realizzato in uno stile unico che racconta la storia dell’isola. Non a caso il nome dell’esercizio indica la

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parola greca antica per ‘storia’. In qualche modo, qui è replicata l'esperienza di una villa di Santorini attraverso una fusione dell'architettura tradizionale dell’isola con un'estetica contemporanea essenziale, che pervade tutte le zone. Istoria è quindi un'impressione eclettica di influenze mediterranee. Texture rustiche, elementi in terracotta, legno e cemento che ricoprono lo spazio si affiancano a mobili e accenti eleganti e moderni che includono tavoli consolle in

dell’eruzione del vulcano di Santorini - e acque blu cristalline che completano il quadro di bellezza e relax. Le camere, ognuna con un nome in una lingua diversa che si traduce nella parola 'Storia', continuano il tema della narrazione, in una cornice capace di provocare storie stimolanti ed eterne; le sistemazioni sono caratterizzate da una serie di funzioni di lusso, tutte da scoprire come del resto le aree comuni, il ristorante... www.designhotels.com

marmo e illuminazione a sospensione in ceramica nelle camere, mentre gli accenti decorativi offrono ricordi di tempi passati. Collocato nell’area della spiaggia di Perivolos, sulla costa sud est dell’isola, l’Istoria dispone di 12 suite con tagli diversi: un’oasi di pace che si confonde senza soluzione di continuità con il paesaggio di Santorini. Poco oltre l’area del complesso, ci sono una distesa di sabbia nera lunga 3 km - il risultato

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Un hotel 5 stelle & spa nei Sassi di Matera, un luogo di charme e relax progettato per far vivere l’esperienza di soggiornare in una delle dieci piĂš antiche cittĂ del mondo, Capitale Europea della Cultura 2019. Greenblu Hotels & Resort ha ufficialmente inaugurato l’Aquatio Cave Luxury Hotel & Spa, settima struttura del gruppo: un “borgoalbergoâ€? su un costone del rione Sasso Caveoso di Matera, nella contrada Conche, risalente al XIII secolo. Si trova nel centro dei Sassi, a ridosso della piazza piĂš

importante della cittĂ , e dispone di 35 camere incastonate nelle pareti in tufo. L’hotel ripropone il concetto di “Borgo dei Sassiâ€?, presentandosi come una residenza allargata che riprende la naturale e storica vocazione di questi vani, attraverso l’uso degli spazi esterni, chiamati “vicinatiâ€?, come occasione di aggregazione ed eventi. In un’area complessiva di circa 5.000 metri quadri l’albergo offre anche una Spa, con piscina ricavata nella roccia, un ristorante con corte esterna e

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una sala polifunzionale, per meeting ed altro. Il nome Aquatio - in latino “luogo di raccolta delle acque� deriva dal fatto che nel corso dei lavori sono state rinvenute circa 50 cisterne. La Spa occupa il cuore profondo della struttura, con il recupero dei locali ipogei del IX secolo. Le antiche cisterne sono state trasformate in angoli emozionali con getti e lettini modellati nel tufo. Le 35 camere ricalcano le grotte scavate nel tufo, arricchite da tecnologie e arredi moderni e

funzionali, fra comfort e nel lusso. La presenza di vetrate, patii e terrazze consente di godere di un panorama unico, diverso da qualsiasi punto di vista. Quasi tutte le camere dispongono di percorsi interni, ricavati nelle pareti del Sasso, che conducono all’area centrale dell’hotel, con accesso alla hall, al ristorante, che offre la possibilità di cenare all’aperto al centro del Sasso Caveoso, immersi nella storia, e alla Spa. www.greenblu.it

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A Belfast, nell’Irlanda del Nord, aprirà a fine novembre un nuovo hotel di lusso. Un albergo caratterizzato da interni con eleganti arredi, ristorante, bar servizi ‘premium’. Il tutto, dedicato ad uno dei più grandi campioni di calcio di tutti i tempi, George Best, originario di Belfast. Un personaggio oltre che un calciatore, al quale sono dedicati, una statua a grandezza naturale sul tetto, che guarda in basso sulla piazza sottostante , e un piccolo museo di cimeli donati dalla famiglia Pur dedicato a "George, il ragazzo di Belfast", l'hotel non sarà solo per gli appassionati di calcio. Ognuna delle sue 60 camere è diversa dalle altre e offre qualcosa di unico. L'hotel aprirà il ristorante e il bar a fine novembre, mentre le suite si potranno prenotare dal prossimo dicembre. In città il ricordo del calciatore è sempre vivo, come dimostrano il George Best Trail, un tour che ripercorre le tappe della sua vita a East Belfast, e l’aeroporto che porta il suo nome.

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Belfast una città accogliente e a scala umana, con una grande varietà di musei e una serie di attrazioni varie, cui il Titanic Belfast, votata come la principale attrazione turistica del mondo, e diverse location usate nel decennio di riprese de Il Trono di Spade nell'Irlanda del Nord. La casa di produzione HBO ha rivelato che convertirà diverse location in attrazioni turistiche della regione. www.georgebesthotel.co.uk

Rures miscere adlaudabilis syrtes, ut bellus chirographi celeriter agnascor Caesar. Rures fermentet chirographi. Rures miscere adlaudabilis syrtes, ut bellus chirographi


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Il gruppo di isole di Tahiti costituisce un vero paradiso insuilare collocato nel Sud Pacifico, sviluppato su cinque grandi arcipelaghi. Stiamo parlando di 118 isole e atolli, che rappresentano un unicum naturale, con acque cristalline, spiagge di sabbia bianca, lagune turchesi, paesaggi ricchi di picchi vulcanici… Un luogo lontano non solo geograficamente (peraltro raggiungibile più rapidamente di altre mete esotiche), distante anni luce dal ritmo della vita moderna, intimo, davvero 'fuori dal mondo'. Una meta privilegiata di

turismo, che offre una vasta gamma di offerte alberghiere, dai soggiorni in catamarano su charter privati o navi da crociera ai resort più esclusivi, e non è tutto. Un modo inedito

ma affascinante per passare qualche giorno nelle isole, è quello di scegliere una fra le tante Guesthouse locali, piccoli hotel famigliari, pensioni, bed & breakfast, alloggi che accolgono

gli ospiti nel tessuto quotidiano della vita nelle isole tahitiane. Stiamo parlando di esercizi di dimensioni assai diverse, che offrono un'esperienza autentica, un mezzo per connettersi senza filtri alla vita dei tahitiani. Le proprietà solitamente offrono da uno a qualche camera o bungalow sulle spiagge, in montagna o valli o all'interno di un villaggio e l’offerta può variare da stanze in casa di famiglia in una residenza privata all-inclusive su un'isola di famiglia o motu. Il tutto, a prezzi competitivi con quelli dei ‘soliti’ alberghi. www.tahititourisme.it


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Mr Food Un’esperienza musicale a tutto tondo - in albergo - a Madrid. È questo quello che offre il nuovo esercizio del Barcelò Hotel Group collocato in posizione centrale, a pochi passi da Plaza Castilla e dalle Torri Kio. La musica è quindi l’elemento

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distintivo che caratterizza ogni ambiente, a partire dall’ingresso nella hall, che ospita in bella evidenza un’installazione che ricorda il pianoforte gigante visto nel film ‘Big’. Per non parlare di ciascuna delle 156 stanze, ognuna delle quali evoca

Mr Food & Mrs Wine - trimestrale A.10 N. 1 2018 è una pubblicazione edita da Motoperpetuopress srl via Severano 5, 00161 Roma - Tel. 06.4420.2596 Fax 06.4425.4426 www.mr-food.it www.motoperpetuopress.com info@mr-food.it Stampa: PrintSprint srl, via G. Ferraris 13 - 80146 NA Finito di stampare a dicembre 2018 - ISSN 2035-8199

un genere musicale differente: c’è di tutto, fra rock, jazz, new sounds, con salti nel tempo che riportano agli anni ’60, ’70, ’80, e naturalmente con il flamenco e i brani più noti della movida madrilena di ieri di oggi. E non è finita qui: a richiesta giradischi e

Registrazione Tribunale di Roma n. 315/2005 del 12/08/2005 Direttore responsabile: Stefano Belli Responsabile di redazione: Giorgia Vaccari Direttore amministrativo: Rossella Cavaniglia Hanno collaborato a questo numero: S. Bellini, S. Coppola, A. Manno, G. Puma, E. Prevosti, E. Vivadio

dischi in vinile, all’ultimo piano la Sky Lounge con musica live e dj con vista sulla città, mentre al lobby bar Studio 32 la fa da padrone la disco dance. Prezzi per camera a partire da poco più di 100 euro. www.barcelo.com

© 2018 motoperpetuopress srl - Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta con sistemi meccanici, elettronici o altri, senza autorizzazione scritta dell'editore. Il cuoco ‘Mr-Food’ - Gustavo’ e lo slogan ‘Keep calm and eat carbonara’ sono marchi registrati: diritti riservati a norma di legge. Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente registrati dai rispettivi proprietari.


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