TRAVELISTA EPICUREO
LIFESTYLE
VIAGGI
Epicureo / epiku’r o/ s. m. [dal lat. Epicureus, gr. Epikoúreios] chi si dedica solo al godimento della vita.
Lifestyle <làifstail> s.m. ingl., genere che mette in scena la vita quotidiana intesa come insieme di usi, costumi, gusti.
Vïàggio s.m. [lat. viatĭcum]. L’andare da un luogo ad altro luogo, per lo più distante per piacere.
EUR 15 | AED 60 | CHF 15 | HKD 120 | JPY 1800 | USD 17 | ZAR 275
anno 1 numero#6 | autumn edition
MMXXI | 5782
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GRANDE CUVÉE ALMA BRUT L A N AT U R A A L C E N T R O
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Caro Viaggiatore... il mondo dei viaggi, in Italia e nel mondo, si sta risvegliando in questo scampolo di fine anno, una primavera tanto attesa. Dai prossimi numeri Vi porteremo alla scoperta di nuove mete, stay tuned. Ora Vi accompagniamo a scoprire i colori di questa stagione, così suggestiva; così come a conoscere il principe dell’autunno: sua maestà il tartufo. Vi indirizzeremo verso i pub più suggestivi della Londra post Brexit, a conoscere Firenze in 48 ore; come e quando investire nel mondo dell’arte, le migliori Spa della stagione e tanto altro.
Buona lettura, Ico Inanc, Editore
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LIFESTYLE
ARTE & ARCHITETTURA
13 SPECIALE TARTUFO
57 QUANDO L’ARTE È UN INVESTIMENTO
Non solo Piemonte
25 I COLORI DEL FOLIAGE
L’arte è considerata un bene rifugio sempre più importante, bisogna però tenere a mente alcune regole
Dove ammirare l’autunno in Europa
65 IN GIAPPONE SULLE TRACCE DI TADAO ANDO
31 IT’S U.S.A TIME
L’America è pronta a riaprire
I t i n e ra r i f ra m i n i m a l i s m o e n a t u ra
THE TRAVELLER
WELLNESS 75 RELAX D’AUTUNNO
37 IN VIAGGIO CON...
Le migliori Spa italiane (e non solo)
La mia prima crociera (haute gamme)
SCUOLA
URBAN
85 DAD
43 UNA MEZZA PINTA
La foglia di fico
Viaggio fra i pub più famosi di Londra
49 PICTURE YOURSELF IN... Firenze
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CREDITS A cura di Ico Inanc
ico.inanc@travelista.it
Redattori Martina Torrini
social@travelista.it
Editorialisti Ico Inanc, Robyn Phillips, Federico Rui, Chiara Traversi Art Director & Graphic Design Luca Mantovanelli
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Advertising & Marketing Director Giovanni Pisani
giovanni.pisani@travelista.it
Digital www.travelista.it Digital Content Editor Martina Torrini
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Digital Strategy Director Giovanni Pisani
giovanni.pisani@travelista.it
Ringraziamenti Stefania Fumagalli, Tiziana Lorillo, Flavia Sbrojvacca e Alessandro Venturini
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LIFESTYLE 13 SPECIALE TARTUFO Non solo Piemonte
25 I COLORI DEL FOLIAGE Dove ammirare l’autunno in Europa
31 IT’S U.S.A TIME L’America è pronta a riaprire
Il profumo più intenso che richiama questa stagione di passaggio è quello del tartufo, protagonista celato degli autunni italiani.Un prodotto della terra in grado di nascondersi così bene da essere fin troppo poco conosciuto, soprattutto per quanto riguarda le sue origini geografiche.
Testo di: Martina Torrini
SPECIALE TARTUFO Non solo Piemonte
Le foglie iniziano a cadere dagli alberi, creando un ricco tappeto di colori, la natura va in letargo in attesa di risvegliarsi più forte a primavera, le giornate si accorciano e tutto sembra rimanere sospeso per un attimo. L’autunno è sinonimo di caducità, di un cammino verso l’inverno e di un vero e proprio spettacolo di colori e profumi. Il profumo più intenso che richiama questa stagione di passaggio è quello del tartufo, protagonista celato degli autunni italiani. Un prodotto della terra in grado di nascondersi così bene da essere fin troppo poco conosciuto, soprattutto per quanto riguarda le sue origini geografiche: non tutti sanno, infatti, che il tartufo in Italia non si trova solo fra i boschi delle Langhe o del Monferrato, in Piemonte, ma è presente ai piedi degli alberi di molte regioni, anche di quelle più inaspettate. Si tratta di un corpo fruttifero di funghi della famiglia delle Tuberaceae, che compie il suo intero ciclo vitale sotto terra. È caratterizzato da una forma tondeggiante e globulosa, da una sorta di buccia esterna chiamata peridio – che può essere liscia o rugosa, più chiara o più scura – e da una massa carnosa interna, detta gleba – di colore variabile dal rosa al marrone e percorsa da venature più o meno ampie e ramificate – dove si trovano grosse cellule – gli aschi – contenenti le spore. Il tartufo non è di certo un ingrediente comune, disponibile in abbondanza o a buon mercato: i tartufi spontanei sono infatti molto rari e impiegano anni e anni per crescere. Sono necessari terreni specifici, caratterizzati da una particolare umidità e dalla presenza di calcio, una ricca vegetazione e molta pazienza per veder spuntare i tanto bramati e preziosi prodotti della terra, le gemme grezze del sottosuolo.
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Ma non tutti i tartufi sono uguali: grazie alle caratteristiche morfologiche di ciascuna parte, alle dimensioni e alle proprietà organolettiche del singolo tartufo, è possibile identificare a quale specie questo appartenga, anche se persino all’interno della stessa specie si possono a volte riscontrare sapori diversi. I principali parametri per la determinazione di una specie di tartufo si basano su caratteri morfologici come forma, dimensione, colore, ornamentazioni del peridio, aspetto della gleba, profumo e sapore. Le specie di funghi attualmente classificate come tartufi sono circa 63 in tutto il mondo; in Italia se ne possono contare ben 25, ma solo 9 di queste sono considerate commestibili e 6 sono quelle più comunemente commercializzate. Al momento dell’acquisto è necessario soffermarsi non solo sull’aspetto visivo del fungo, ma anche su quello olfattivo e quello tattile: al tatto l’esemplare dovrebbe presentare una certa durezza, mentre l’olfatto ha il compito di scoprire quale tra i diversi campioni sia il più rinomato.
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L’analisi visiva si compone di un esame dell’integrità del corpo fruttifero e del suo grado di pulizia, mentre la valutazione tattile prevede l’analisi della consistenza del tartufo, che dovrebbe dare una lieve sensazione di elasticità, essere turgido e compatto, non troppo duro, ma nemmeno eccessivamente elastico. L’ultima fase dell’analisi sensoriale è quella olfattiva, durante la quale è importante saper riconoscere l’aroma del tartufo e le sue singole componenti con le loro intensità variabili. I tartufi più conosciuti e rinomati sono il tartufo bianco pregiato (Tuber Magnatum Pico) e quello nero pregiato (Tuber Melanosporum). La fama del Tuber Magnatum Pico ha fatto il giro del mondo durante l’ultimo secolo, grazie alla sua versatilità e alla capacità di arricchire e di dare un tocco unico a ogni piatto, anche solo con una decina di grammi. Si tratta di un prodotto facilmente adattabile a diverse ricette e preparazioni, sulle quali viene lamellato crudo con l’apposito tagliatartufi: su piatti dal sapore tendenzialmente neutro – come la carne cruda battuta al coltello, l’uovo fritto e la fonduta – l’intenso e sfaccettato profumo del tartufo bianco viene esaltato e valorizzato al meglio, con risultati dal sapore sorprendente. Il Tuber Melanosporum appartiene alla tradizione culinaria del centro Italia, è un condimento versatile, adatto a diversi tipi di abbinamento, dagli antipasti, ai primi e ai secondi. Lo si può provare tritato con funghi e olio d’oliva su crostini caldi, pestato nel mortaio con olio e sale come condimento per la pasta o tagliato a fette e cotto insieme agli arrosti.
Tartufo bianco e tartufo nero.
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I l “ t a r t u f o re a l e ” d e l P i e m o n t e Il Piemonte è la regione più nota per la produzione e la commercializzazione dei tartufi, dal pregiatissimo tartufo bianco d’Alba al tartufo nero pregiato, passando per molte altre varietà, meno preziose ma altrettanto invitanti. Il Tuber Magnatum Pico è qui protagonista di un importante evento, la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba: si tratta di una delle principali vetrine dell’alta gastronomia e delle eccellenze italiane, che viene organizzata annualmente fra inizio ottobre e i primi di dicembre. Cuore della fiera è il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, il luogo ideale per avvicinarsi alla materia e per acquistare i tartufi del territorio di Langhe, Monferrato e Roero; ampio spazio viene dedicato all’Alba Truffle Show – uno show cooking che coinvolge grandi chef locali – ma anche a workshop di analisi sensoriale del tartufo, esperienze di wine tasting, incontri e dibattiti con illustri ospiti.
I n L i g u r i a f ra s t o r i a e g a s t ro n o m i a In Liguria il tartufo è diffuso in Val Bormida, fra l’entroterra della provincia di Savona e le Alpi liguri, dove se ne possono trovare di diverse specie, tra cui il bianco e il nero pregiato, lo scorzone e l’invernale. In questa zona la raccolta dei tartufi possiede una notevole rilevanza economica e per la valorizzazione del territorio e si trova al centro di numerose iniziative culturali, come la Festa Nazionale del Tartufo che viene organizzata ogni anno nel paese di Millesimo. Nello splendido borgo, durante l’ultimo weekend di settembre, storia, folklore e gastronomia si incontrano: oltre a un tradizionale mercato enogastronomico, agli stand e ai ristoranti con menù a tema, vengono proposti approfondimenti sul tartufo, show cooking con chef stellati, simulazioni di ricerca, concerti e intrattenimento.
L a t ra d i z i o n e To s c a n a Grazie alla varietà degli ambienti presenti nella regione, in Toscana è possibile trovare diverse varietà di tartufo, anche se il più comune e ricercato qui è il pregiato tartufo bianco, diffuso soprattutto nella stagione autunnale. Il Tuber Magnatum Pico si trova infatti nel periodo che va da settembre a dicembre, in particolare nella zona del Mugello, vicino ai letti del fiume Sieve e dei suoi affluenti, nel Casentino, tra le colline di San Miniato, tra le Crete Senesi, nella zona di San Giovanni d’Asso. Il tartufo bianco toscano è caratterizzato da un sapore intenso e fragrante ed è perfetto su piatti caldi. 18
Carne con tartufo nero lamellato.
Le colline del Monferrato.
Tagliolini al tartufo nero.
Uova con tartufo nero.
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I l “ d i a m a n t e n e ro ” d e l l’ U m b r i a In Umbria è possibile trovare tartufi tutto l’anno, ma l’autentico tartufo nero pregiato – considerato il diamante nero della cucina locale – è maggiormente diffuso tra metà novembre e metà marzo, nei territori che costeggiano il corso del fiume Nera. Questa tipologia di tartufo cresce su terreni calcarei e argillosi, accanto ad alberi di quercia, leccio, faggio e castagno ed è caratterizzata da dimensioni variabili – che vanno da quelle di una noce a quelle di una mela – da un aspetto tondeggiante e irregolare, da una superficie ruvida, da un profumo aromatico e da una polpa nero – rossastra con sottili venature bianche.
L a r i c c h e z z a d e l l e M a rc h e Regione ideale per i veri appassionati di tartufi, le Marche sono produttrici di due diverse tipologie di tuber: a nord è possibile raccogliere il tartufo bianco pregiato, mentre nella zona più a sud del territorio, in particolare nella provincia di Ascoli Piceno, si trova il tartufo nero. Il tartufo si raccoglie qui nel periodo che va da fine settembre a fine dicembre, ma nell’arco dell’intero anno ciascun paese o città propone una serie di eventi legati all’alimento in riferimento alla cultura popolare locale, alla musica e al cibo. I tartufi marchigiani sono estremamente ricercati e pregiati, caratterizzati da un profumo intenso e penetrante, e si abbinano in maniera perfetta con molti piatti della tradizione locale.
Diverse specie di tartufo abruzzese Autentica terra di tartufi, l’Abruzzo offre diverse varietà di questo prezioso frutto della terra. Fra tartufo nero pregiato – la vera e propria punta di diamante della cucina locale – tartufo bianco pregiato, tartufo nero invernale, tartufo nero estivo, bianchetto e molto altro ancora, la regione ricopre un ruolo importante nella produzione italiana di tuber.
L’ i n a s p e t t a t o t a r t u f o m o l i s a n o In pochi sanno che il Molise vanta il primato di regione italiana più ricca di tartufo, in particolare di bianco pregiato: si stima infatti che il 60% della produzione di tartufo nel nostro Paese provenga da questa piccola regione e dal suo habitat ancora incontaminato, l’ideale per la proliferazione del fungo. 21
L e m i l l e s f a c c e t t a t u re d e l L a z i o Partendo dalla Tuscia, la zona a est del lago di Bolsena è una delle più conosciute di tutto il Lazio per quanto riguarda la presenza di tartufo bianco pregiato. Non sono da meno il territorio di Vicovaro, in provincia di Roma e a breve distanza da Tivoli, la Valle del Turano e la Valle del Liri, in Ciociaria. In tutta la regione, dall’alto al basso Lazio, sono diffuse anche diverse varietà di tartufo nero: dal nero pregiato – che si trova da metà novembre a metà marzo – allo scorzone – che si raccoglie a partire dal mese di maggio – ogni zona presenta la sua tipologia di tartufi, con storia e tradizioni gastronomiche diverse ma sempre antichissime.
I p ro f u m i d e l l a C a m p a n i a Fra le diverse specie di tartufo presenti sul territorio della Campania spicca il tartufo bianco pregiato, disponibile tra le province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno; nella provincia di Avellino sono diffusi anche esemplari di tartufo nero pregiato, di tartufo uncinato e di scorzone, mentre le pinete lungo il litorale campano sono ricche di bianchetto e di tartufo nero ordinario, qui anche detto tartufo di Bagnoli Irpino. Diffuso soprattutto nel periodo tra ottobre e novembre, quest’ultimo è molto apprezzato per il suo inconfondibile aroma e utilizzato per la produzione di formaggi tipici aromatizzati, di un rinomato burro utilizzato anche per la preparazione di crostini, per condire piatti a base di pasta, di carne o di pesce e persino per alcune preparazioni alcoliche.
L’ i n s o l i t o t a r t u f o L u c a n o Tra verdi colline e montagne dalla natura incontaminata, in Basilicata è nascosto un tesoro dall’inestimabile valore: nero liscio, bianco pregiato, nero di Bagnoli, uncinato, brumale, bianchetto, scorzone, sono queste le varietà di tartufo presenti sul suolo lucano. Il tartufo bianco pregiato della Basilicata presenta alleli tipici di alcune regioni del sud Italia, quindi si caratterizza come una varietà ancora differente rispetto a quella presente nel nord o nel centro della nostra penisola.
S i c i l i a t e r ra d i t a r t u f i Il tartufo siciliano è un prodotto tutto da riscoprire, che può essere abbinato a diverse gustose ricette, come un carpaccio con olio e pepe, nella pasta aglio e olio o insieme all’uovo all’occhio di bue. È uno dei prodotti d’eccellenza della località di Capizzi, in provincia di Messina, dove ogni anno, a fine ottobre, viene organizzata una sagra dedicata al tartufo dei Nebrodi, dove vengono proposte iniziative culturali e gastronomiche come degustazioni, spettacoli, mostre e momenti di approfondimento legati al tema. 22
Antipasto a base di tartufo.
Crostini al tartufo.
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Anche i più convinti amanti dell’estate non possono negare la bellezza e l’incanto di un paesaggio autunnale, con i suoi inconfondibili colori. Quando le giornate iniziano ad accorciarsi, le foglie cominciano a cadere dagli alberi, in un turbinio di vento ed emozioni, diventando le protagoniste indiscusse della stagione.
Testo di: Martina Torrini
I COLORI DEL FOLIAGE Dove ammirare l’autunno in Europa Anche i più convinti amanti dell’estate non possono negare la bellezza e l’incanto di un paesaggio autunnale, con i suoi inconfondibili colori. Quando le giornate iniziano ad accorciarsi, le foglie cominciano a cadere dagli alberi, in un turbinio di vento ed emozioni, diventando le protagoniste indiscusse della stagione: dall’esplosione di rosso intenso degli aceri e dei ciliegi selvatici alle tonalità più brillanti di giallo, ocra e arancione mescolate ai toni del marrone dei faggi e delle antiche querce, tutti i boschi, le foreste e i parchi cittadini dell’emisfero boreale si trasformano da fine settembre a fine novembre in angoli di pura magia, da riscoprire con nuovi occhi. È così che nasce l’interesse per il fenomeno del foliage, per le foglie che cadono dagli alberi e per gli immensi tappeti dalle sfumature dorate che caratterizzano la stagione. Ogni anno in questo periodo torna la voglia di passeggiare nella natura, per lasciarsi travolgere da atmosfere poetiche e suggestive, fra paesaggi dalla bellezza mozzafiato. Macchina fotografica alla mano, partite alla ricerca dello scatto perfetto – soprattutto al mattino e prima del tramonto, quando la luce intensifica tutti i colori – in alcune fra le località europee più incantevoli dove ammirare il fenomeno del foliage.
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Scozia
P e r t h s h i re Nelle Highlands scozzesi, fra altipiani, gelide e splendide brughiere, ampie vallate e fitti boschi attraversati da sentieri e impetuosi torrenti, si trova “la zona più bella del regno del nord” secondo Sir Walter Scott. Il Perthshire è un territorio tutto da scoprire, fatto di paesaggi davvero maestosi, che in autunno si tingono di colori caldi che invitano all’esplorazione e alla contemplazione.
Norvegia
Flåm L’autunno in Norvegia offre uno spettacolo meraviglioso, fatto di colori caldi in grado di ricoprire tutto il paesaggio che circonda i caratteristici paesini e gli imponenti fiordi, amalgamandosi perfettamente con il verde delle conifere. Nel cuore del fiordo di Aurland, fra boschi, cascate e corsi d’acqua, si trova uno dei villaggi di montagna più caratteristici al mondo: si tratta di Flåm, un tipico paesino norvegese fatto di casette in legno bianche e colorate dal tetto spiovente, circondato da una natura rigogliosa, che in autunno si tinge di colori sorprendenti.
Germania
Pa rc o N a z i o n a l e d e l l’ H a r z Con i suoi fitti boschi e le sue immense foreste, la Germania offre senz’altro alcuni fra gli scorci più belli per ammirare il foliage d’autunno. In particolare il Parco Nazionale dell’Harz, a nord del Paese, con i suoi sentieri e percorsi escursionistici, è da sempre al centro di miti e leggende popolari in grado di rendere omaggio a un paesaggio misterioso e caratteristico, soprattutto durante la stagione autunnale.
Austria
Hallstatt Una vera e propria immagine da cartolina: la cittadina austriaca di Hallstatt si affaccia sull’omonimo lago ed è considerata la località più pittoresca di tutto il Paese, tanto da essere stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO. Il suo fascino è innegabile durante tutto l’anno, ma in autunno il paesaggio si veste degli incredibili colori delle foglie che cadono dagli alberi che circondano il villaggio, in una cornice di pura magia. 26
La sorprendente natura di Flåm.
La foresta del Parco Nazionale dell’Harz.
I colori autunnali del Perthshire.
Il pittoresco villaggio di Hallstatt.
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L’autunno in Provenza.
Lo spettacolo del Treno del Foliage.
Lo scenario suggestivo dell’Alpe di Siusi.
Uno scorcio sul lago di Bled.
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Slovenia
Lago di Bled A pochi chilometri dall’Italia, il lago di Bled è un luogo dal fascino straordinario, da scoprire in tutte le stagioni ma soprattutto in autunno, quando la foresta attorno al lago incanta con tutte le sue sfumature che vanno dal verde scuro al giallo e all’arancio.
Italia
Alpe di Siusi Sull’altipiano più grande d’Europa lo spettacolo pittoresco dei boschi in autunno non ha rivali. Le attività outdoor non si fermano con la fine dell’estate: fra nordic walking, percorsi di trekking, sentieri da percorrere in mountain bike o e-bike, potrete ammirare paesaggi e colori straordinari da un punto di vista privilegiato.
Italia - Svizzera
I l Tre n o d e l Fo l i a g e In autunno i treni che collegano Domodossola a Locarno attraversano tutti i giorni una serie di paesaggi mozzafiato, in un quadro multicolore composto da boschi che si tingono di tutte le tonalità del rosso, del giallo e dell’arancione. Per scoprire questi 52 chilometri di angoli panoramici infiammati dai colori autunnali basta salire a bordo del Treno del Foliage – i cui biglietti sono disponibili dal 13 settembre – e sedersi vicino a una delle ampie vetrate del treno, per lasciarsi incantare dalla bellezza dei colori e degli scorci naturali del percorso che collega l’Italia con la Svizzera, attraversando la Val d’Ossola, la Valle Vigezzo e le Centovalli in poco meno di due ore.
Francia
L a Ro u t e d e l a L a v a n d e In Provenza, la Route de la Lavande è famosa per le sue caratteristiche tinte lilla e viola che si possono ammirare in primavera e in estate, ma non è meno affascinante in autunno, quando questi colori lasciano spazio a tonalità più calde e dorate, sulle colline tra Valensole e Sault. 29
Dopo ben 18 mesi di confini chiusi a causa dell’emergenza COVID, l’amministrazione di Joe Biden mette fine al “Travel Ban”: dall’8 novembre 2021 gli Stati Uniti riapriranno al turismo per i viaggiatori completamente vaccinati.
Testo di: Martina Torrini
IT’S U.S.A TIME L’A m e r i c a è p r o n t a a r i a p r i r e
È stato annunciato che dall’8 novembre 2021 gli Stati Uniti riapriranno al turismo per i viaggiatori completamente vaccinati – ovvero immunizzati da almeno 14 giorni – provenienti dall’Unione Europea e dal Regno Unito, ma anche dalla Cina, e, più avanti sempre nel mese di novembre, dal Sudafrica e dal Brasile. Dopo ben 18 mesi di confini chiusi a causa dell’emergenza COVID, l’amministrazione di Joe Biden mette fine al “Travel Ban”: prima dell’imbarco per un volo diretto negli Stati Uniti sarà necessario dare prova dell’avvenuta vaccinazione, presentare l’esito di un tampone negativo entro tre giorni dall’arrivo in America e fornire i propri dati come numero di telefono e e-mail per consentire il tracciamento dei contatti. Saranno comunicati ufficialmente nei prossimi giorni i protocolli e le definizioni di ingresso senza quarantena: anche se molto probabile, rimane infatti da chiarire se anche il vaccino AstraZeneca sarà accettato per l’ingresso negli U.S.A. al pari di Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson. Gli italiani in partenza per gli Stati Uniti dovranno inoltre tenere a mente che al rientro dovranno compilare online il modulo PLF e presentare l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia. Con la riapertura dei confini si riapre anche la possibilità di visitare per la prima volta o riscoprire alcune città simbolo della costa est, che hanno fatto la storia degli Stati Uniti dall’Indipendenza a oggi: Boston, Philadelphia e Washington D.C.
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Boston La più inglese delle città americane, Boston è nota per i suoi caratteristici palazzi di mattoni rossi e vicoli stretti che si alternano a imponenti grattacieli. È la culla della cultura statunitense, la città dove l’Europa incontra l’America, quella del Boston Tea Party, di Harvard e del MIT, due fra le università più prestigiose al mondo. Boston è una delle gemme più brillanti del nord America, la controparte più piccola e tranquilla di New York, lontana dalla frenesia e dai ritmi della grande metropoli. Qui si ha l’occasione di seguire le tracce della storia grazie al Freedom Trail: un percorso di circa 4 chilometri tracciato da una pavimentazione in mattoni rossi che attraversa l’intera città e incontra tutti i suoi monumenti principali. Oppure si può partire per un’escursione in barca fra le isole che punteggiano il Boston Harbor, un grande estuario che sfocia nella baia del Massachusetts: un autentico angolo di paradiso per gli amanti della natura, dove è possibile partecipare a escursioni di whale-watching per avvistare le balene.
Philadelphia Philadelphia è una delle città più antiche degli Stati Uniti. Dichiarata Patrimonio dell’UNESCO, è proprio qui che nel 1776 venne firmata la Dichiarazione di Indipendenza: il centro della metropoli è infatti Independence Mall, la zona storica, dove è possibile passeggiare fra case antiche e simboli della Rivoluzione, lasciandosi incantare da atmosfere di un passato mitico e importante. In quest’area si trova anche Independence Hall, la sala dove venne firmata la Dichiarazione e redatta la Costituzione degli Stati Uniti, oggi ancora perfettamente conservata e arredata con mobili originali dell’epoca. A breve distanza da qui potrete ammirare la celebre Liberty Bell, la campana simbolo della Rivoluzione americana, conservata come una vera e propria reliquia. Senza dimenticare Fairmont Park, un immenso polmone verde lungo la riva del fiume Schuylkill, con i suoi scorci sulle costruzioni più all’avanguardia della città e i suoi angoli romantici, da visitare senza fretta, con ritmi lenti e contemplativi.
Washington D.C. Città della Casa Bianca, dei memorial, dei parchi e degli edifici pentagonali, Washington D.C. è stata costruita per ospitare il potere politico e per esaltare le funzioni istituzionali di uno Stato giovane ma estremamente ambizioso. Sorge sulle rive del fiume Potomac, si presenta oggi come una città moderna e funzionale, ricca di musei e simboli della storia americana, ed è caratterizzata da colori come il bianco candido del marmo con cui sono 32
Una suggestiva vista dall’alto su Boston.
Gli imponenti grattacieli di Philadelphia.
I caratteristici vicoli con palazzi di mattoni rossi di Boston.
Vista panoramica sulla città di Philadelphia.
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Gardenia collection
When it’s about italian style, porcelain is fine. Come Italiani, progettiamo tazzine da caffè per valorizzarne aroma, gusto e piacevolezza. Come produttori internazionali, ci avvaliamo delle più moderne tecniche di produzione e delle migliori materie prime per realizzare articoli in porcellana capaci di offrire caratteristiche uniche per cura del dettaglio, preziosità, resistenza e qualità. Dal 1992 siamo il partner di grandi marchi e realtà specialty con oltre 8 milioni di pezzi annui prodotti, in molteplici forme, colori, design e caratteristiche. Per offrire ad ogni interlocutore il perfetto mix di stile Italiano e fine porcellana della tradizione Cinese, capace di fornire ad ogni torrefattore o specialty coffee la migliore espressione della propria identità. Club House: designed in Italy, made in China. Club House S.r.l. via Padana Superiore, 63 - 25045 Castegnato (BS) Italy tel. +39 030 214 0217 www.clubhouse.ch
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costruiti i suoi monumenti e gli edifici più importanti – fra cui svetta la cupola del Campidoglio – e il verde brillante dei suoi prati e giardini rigogliosi. Il Lincoln Memorial, i giardini botanici, lo zoo, il cimitero di Arlington e la tomba di Kennedy sono solo alcuni dei punti di interesse di Washington D.C.: un tour dei musei non può prescindere dal National Air and Space Museum, dove è possibile osservare numerosi velivoli storici e persino una navicella Apollo, ma anche dalla National Gallery, principale attrazione culturale della capitale e una delle maggiori di tutti gli Stati Uniti.
Il Jefferson Memorial a Washington D.C.
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THE
TRAVELLER In viaggio con.. Ico Inanc
Viaggiatore nell’animo e nei fatti. Figlio d’arte, associa l’odore del cherosene degli aereoplani alla sua infanzia. Esterofilo convinto che ritiene l’Italia il paese più bello del mondo. Si sente a casa a Cape Town e Londra, come a Tokyo ed Istanbul; confessa che vivrebbe in soli due posti: Copenaghen e la sua Milano.
La mia prima crociera (haute gamme)
Non ero mai andato in crociera, mi ero sempre detto che non era il mio stile, prediligendo le esplorazioni; ed invece mi sbagliavo, almeno in parte. Ingenuamente pensavo tutte le navi da crociera fossero delle città-alveari, luoghi caotici con migliaia di persone, tutti intruppati come in collegio; invece ho scoperto la haute gamme della crocieristica: la compagnia di navigazione Silversea, proprietà americana, ma dall’anima intrinsecamente italiana. E ne sono rimasto colpito. Con grande trepidazione mi sono imbarcato sulla Silver Moon, l’ultima nata in casa Silversea; e per dieci giorni ho solcato le acque dell’Egeo visitando Santorini, Creta, Amorgos, Rodi e Cipro in un susseguirsi di emozioni ed esperienze uniche dentro e fuori la nave.
Silver Moon è una nave da crociera dal lusso raffinato: varata nel 2020, è lunga solo 212 metri, per una stazza lorda di 40.700 tonnellate; dispone di 298 cabine suites per un massimo di 596 fortunati passeggeri coccolati da un equipaggio di 420 persone. Praticamente un sogno! Grazie alle sue contenute dimensioni attracca anche in destinazioni meno accessibili ed esclusive. Le innumerevoli escursioni, tutte incluse, sono estremamente ben congegnate in micro gruppi, così da lasciare la possibilità di assaporare il luogo visitato e non sentirsi in gita scolastica. Le cabine, vere suites a tutti gli effetti, si dividono in diverse tipologie. Le entry level, 12 in tutto, si sviluppano su una superficie di 31 mq offrendo il massimo comfort: letto matrimoniale king-size, salottino con ampia vetrata, bagno con doccia e vasca separati, prodotti cortesia BVLGARI. Le categorie superiori dispongono tutte di generose verande esterne. Il servizio culinario non ha eguali: nove ristoranti tematici con prodotti ricercati e un servizio impeccabile. Impossibile non menzionare il servizio à-la-carte in cabina disponibile 24 ore su 24 dai grandi ed inaspettati plus: dal caviale (italiano) con blinis; a pregiati filetti Angus argentini; fino ad una pasta all’amatriciana perfettamente al dente nel cuore della notte. Pasti e consumazioni sono sempre inclusi senza limitazione alcuna per tutta la durata della crociera, compresi champagne della casa e superalcolici. Silversea ha diversi gioielli nel suo portfolio offrendo esperienze uniche: impossibile non annoverare Silver Origin - per un massimo di soli 100 ospiti dedicata esclusivamente alle esplorazioni nelle Galapagos; e le splendide Silver Explorer e Silver Cloud per le esplorazioni polari.
URBAN 43 UNA MEZZA PINTA Viaggio fra i pub più famosi di Londra
49 PICTURE YOURSELF IN... Firenze
A Londra si cena nei tradizionali pub, una vera e propria istituzione non solo per la metropoli, ma per tutta la Gran Bretagna: luoghi magici e senza tempo, dove autentiche atmosfere di un passato mitico si combinano a dettagli più moderni e contemporanei, per un’esperienza inglese 2.0.
Testo di: Robyn Phillips / Adattamento e prefazione di: Martina Torrini
UNA MEZZA PINTA Viaggio fra i pub più famosi di Londra L’autunno è il momento perfetto per visitare Londra, con il suo tripudio di colori che inondano i parchi e le strade della metropoli dal verde al ramato, passando per il bruno rossastro. In questo periodo dell’anno qui tutto è possibile e a portata di mano: fra musei ricchi di reperti antichi e di opere contemporanee, celebri musical e spettacoli teatrali, eventi per tutti i gusti, attrazioni e luoghi per vivere la città come un vero local, Londra non è solo i suoi simboli e monumenti più importanti, come il Big Ben, le caratteristiche cabine telefoniche rosse, il Tower Bridge e la famosissima underground. Londra è storia, cultura, ma anche divertimento e vita notturna. Qui si cena nei tradizionali pub, una vera e propria istituzione non solo per la metropoli, ma per tutta la Gran Bretagna: luoghi magici e senza tempo, dove autentiche atmosfere di un passato mitico si combinano a dettagli più moderni e contemporanei, per un’esperienza inglese 2.0.
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THEGINWAY.COM
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LONDRA
I pub sono sempre stati il cuore della vita sociale londine-se, e non esiste momento migliore delle lunghe notti d’autunno e d’inverno per lasciarsi catturare dalla loro atmosfera accogliente e conviviale. Robyn Phillips proverà i nostri preferiti.
Illustrazioni di JAMES LEMON
THE PUNCHBOWL, MAYFAIR È una verità universalmente riconosciuta, se non altro in Gran Bretagna, che non ci sia niente di meglio di un pub inglese come si deve. Questa istituzione locale – insieme alla monarchia, al tè, al bangers ‘n’ mash – è entrata così a fondo nell’identità nazionale che è difficile immaginare come sarebbe la percezione di un viaggiatore se non esistessero i pub. Se gli Stati Uniti sono la terra dei sogni e dei diner, la Gran Bretagna è quella dell’aristocrazia e dei pub. Frequentati da tutti i rappresentanti della società, i pub sono tra i pochi luoghi in cui gli inglesi si sentono liberi di parlare con chiunque gli sieda più vicino. Mentre un tempo gli ospiti erano separati (in epoca vittoriana elaborati divisori allontanavano i
Un tempo di proprietà di Guy Ritchie e Madonna, questo pub georgiano è un’istituzione londinese da più di 300 anni e ha ospitato i Principi William e Harry, Leonardo DiCaprio e Justin Timberlake. Ma nonostante la clientela VIP l’ambiente del pian terreno è rilassato e rimane fedele alle atmosfere di un pub tradizionale… immaginate pasticci preparati con amore e una birra speciale, la Punchbowl 1750 punchbowllondon.com
gradini più alti della società dai cittadini più umili), oggi anche a Londra – una città nota per la natura cauta dei suoi abitanti – c’è qualcosa di estremamente conviviale in questi luoghi informali. Infatti diverse ricerche, la cui ingenuità è da ammirare, hanno dimostrato che i pub sono l’unico luogo in cui gli inglesi si sentono liberi di conversare con uno sconosciuto. E sono anche un posto in cui si può rimanere da soli senza farsi problemi, il che spiega perché anche i visitatori più “in” spesso preferiscano rimandare i loro impegni formali per divertirsi in un pub. Un avvertimento, però: non credete mai a nessuno che vi suggerisca una mezza pinta… un concetto inconcepibile per un vero inglese.
Claridges . The Connaught . The Berkeley
The Westminster Arms, Westminster
THE GRENADIER, BELGRAVIA Intimo e arredato con pezzi particolari – con un bancone in peltro e antiche banconote a ricoprire il soffitto – The Grenadier è un vero e proprio gioiello. La sua location nella zona più antica di Belgravia riesce a conferirgli un non so che di campagnolo, e le sue atmosfere accoglienti e informali lo rendono una tappa obbligata. Il loro filetto alla Wellington è leggendario: se desiderate provare un vero piatto della tradizione inglese, fatelo qui.
Questo pub old school, a ovest del Tamigi e vicino al Parlamento, ha avuto l’onore di ospitare molti politici, giornalisti e personalità importanti (Bill Clinton e Angelina Jolie sono stati qui). La sala al primo piano è tappezzata di caricature di ex Primo Ministro inglesi, mentre il bar al piano interrato offre un ambiente accogliente e ricco di carattere westminsterarms.co.uk
THE GUINEA GRILL, MAYFAIR Questo pub antico, situato in una via tranquilla vicino a Berkeley Square, ha da sempre servito ai banchieri e ai finanzieri di Mayfair buona birra e una carne ancora migliore. Godetevi una Guinness o un negroni prima di spostarvi verso la sala della griglia, dove potrete scegliere il vostro pezzo di carne dal frigorifero del macellaio. theguinea.co.uk
grenadierbelgravia.com
THE MARKET TAVERN, Questo locale di epoca georgiana è situato nello Sheperd Market di Mayfair e offre la sensazione di trovarsi nell’occhio del ciclone del fermento e della frenesia londinese: la folla del dopo lavoro si riversa spesso qui. Il pub propone un menu degustazione, ma è anche il luogo migliore di Mayfair per provare fish and chips. I tradizionali soffitti in legno, le caratteristiche vittoriane e l’arredamento sui toni scuri vi faranno subito sentire a casa. themarkettavernmayfair.co.uk
YE OLDE CHESHIRE CHEESE, CITY Situato nella famosa Fleet Street, nel centro di Londra, Ye Old Cheshire Cheese è uno dei pub più antichi del Regno Unito. Caratterizzato da atmosfere della “vecchia Londra” – costruito in legno scuro, con panche di peltro e una pavimentazione in pietra – le sue sale labirintiche hanno ospitato numerose icone letterarie. Qui potrete immaginare Charles Dickens e Sir Arthur Conan Doyle mentre riscaldano le loro dita infreddolite vicino al fuoco, osservando la folla per un’ispirazione creativa. (Dickens alluse persino a Fleet Street nel suo “Racconto di due città”). Ricostruito nel 1667, dopo il Grande Incendio di Londra, resta strutturalmente identico: la vostra fantasia non dovrà correre troppo per immaginare come poteva essere centinaia di anni fa.
| Claridges . The Connaught . The Berkeley
LONDRA
THE FRENCH HOUSE, SOHO
Un pub old school che può vantare una lunga storia di famosi avventori, come Dylan Thomas e Francis Bacon. È un luogo intimo, con poco più di una decina di tavoli; i cellulari sono vietati e i menù sono tutti scritti a mano. Ma la proposta gastronomica, realizzata da Neil Borthwick, è stagionale, gustosa, e incredibilmente buona. frenchhousesoho.com
THE PROSPECT OF WHITBY, WAPPING
THE CHURCHILL ARMS, KENSINGTON Ricco di cimeli di Winston Churchill e pervaso dall’aroma della sua cucina Thai, questo incantevole pub vale una visita anche solo per la sua facciata ricoperta di fiori e vegetazione. Situato a breve distanza da Kensington High Street, rende omaggio con le sue atmosfere alla storia della Seconda Guerra Mondiale e, ovviamente, al Primo Ministro dell’epoca (i cui nonni erano frequentatori del locale). Tavoli in legno, poltrone in pelle e un camino crepitante formano la scenografia perfetta per gustare un’ottima selezione di birra.
Questo edificio storico ha vissuto il passare del tempo, e ha giustamente ottenuto il titolo di “pub più antico del lungo fiume”. Amato da Dickens, Pepys e Johnson (Samuel, non Boris), era noto anche per i suoi combattimenti fra galli. Costruito sulla riva nord del Tamigi, The Prospect of Whitby è caratterizzato da arredi in legno scuro, da panchine in pelle e da una pavimentazione originale del XVI secolo: un’atmosfera autentica che sottolinea il suo retaggio.
churchillarmskensington.co.uk
The Prince Arthur, Old Street Un pub di quartiere tradizionale ma vivace, situato nella zona di Old Street, che può vantare un’ottima selezione di birre da gustare di fronte al camino scoppiettante. La facciata moderna e particolare è complementare al gusto antico degli interni, mentre opere d’arte vengono messe in mostra a rotazione per tutto l’anno. theprincearthurpub.co.uk LORE OF THE LAND, MAYFAIR Dopo aver venduto il Punchbowl nel 2013, Guy Ritchie ha acquistato questo pub di Fitzrovia insieme a David Beckham, e hanno riaperto di recente. Ordinate una birra dal birrificio di Ritchie al piano di sotto e la carne di cervo al piano di sopra. Ma attenzione: la sala da pranzo ha il pavimento più traballante di tutta Londra. gritchiepubs.com
THE SPANIARDS INN, HAMPSTEAD Costruito nel 1585, l’edificio bianco del The Spaniards Inn risalta fra le strade di Hampstead. Situato fra Heath e Bishops Avenue, questo pub antico e in legno è strettamente legato alla letteratura inglese: John Keats avrebbe infatti scritto la sua “Ode a un usignolo” nel giardino del locale, mentre Dickens lo ha reso immortale nel suo “Il Circolo Pickwick”. Con i suoi arrosti della domenica, il suo grande giardino e i camini, The Spaniards Inn è proprio il classico esempio di pub accogliente per cui Londra è famosa. thespaniardshampstead.co.uk Claridges . The Connaught . The Berkeley
PICTURE YOURSELF IN.. Firenze
Testo di: Martina Torrini
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Firenze è una città dal passato illustre, il cui fascino è rimasto immutato nel tempo. La sua Età dell’Oro riporta al Rinascimento, ma è ancora oggi una delle città italiane più incantevoli, grazie ai suoi musei, ai palazzi antichi e alle chiese che custodiscono alcuni fra i capolavori artistici più importanti al mondo. Il cuore pulsante di Firenze è Piazza del Duomo, con il complesso monumentale della Basilica di Santa Maria del Fiore – sovrastata dalla maestosa cupola di Brunelleschi – il Battistero di San Giovanni – uno dei migliori esempi di romanico fiorentino – e il Campanile di Giotto, un capolavoro di gotico fiorentino. Piazza della Signoria è sempre stata il centro della vita civile e politica della città e ospita la Loggia dei Lanzi (XIII secolo), la Fontana del Nettuno, il Palazzo della Signoria e diverse imponenti statue, fra cui una copia del famoso David di Michelangelo. A pochi passi dalla piazza si trova la meravigliosa Galleria degli Uffizi, dove si possono ammirare bellissime opere di Botticelli, Michelangelo, Leonardo da Vinci e di molti altri celebri artisti. Fra Piazza del Duomo e Piazza della Signoria potrete osservare numerosi tesori dell’architettura locale, come la Chiesa di Orsanmichele e il Palazzo del Bargello (del XII secolo, oggi Museo Nazionale). Assicuratevi di non dimenticarvi della Loggia del Mercato Nuovo (XV secolo), nota anche come Loggia del Porcellino per la sua caratteristica statua bronzea di un cinghiale – simbolo di fortuna – e di Palazzo Strozzi, terminato alla fine del XV secolo.
Particolarmente suggestivo è il quartiere medievale di Santa Croce, con l’omonima basilica: conosciuta e ammirata per i famosi affreschi realizzati da Giotto e per le tombe di numerosi italiani illustri, è il luogo in cui riposano anche Michelangelo, Galileo e Machiavelli, solo per citarne alcuni. Passeggiate fra le vie della città finché non raggiungerete il fiume Arno, attraversate il Ponte Vecchio e scoprite l’area più moderna di Firenze: l’Oltrarno. Assicuratevi di avere tempo a sufficienza per visitare Palazzo Pitti, con la sua ampia collezione d’arte. E quando sarete stanchi di musei e monumenti, potrete trascorrere del tempo all’aperto: visitate i Giardini di Boboli o raggiungete la cima di una collina fino alla Chiesa di San Miniato al Monte per ammirare un panorama mozzafiato su tutta la città.
PER UN’ESPERIENZA FIORENTINA ANCORA PIÙ ESCLUSIVA, ESISTONO NUMEROSE ATTIVITÀ CHE POSSONO ARRICCHIRE LA VOSTRA PERMANENZA NEL CAPOLUOGO TOSCANO E REGALARVI RICORDI INDIMENTICABILI. L’ARTE DELLA MIXOLOGY Presso uno dei migliori cocktail bar di Firenze, il Locale, sarete guidati alla scoperta di una location incredibile, dove storia e tradizione si combinano in maniera equilibrata con un tocco di modernità: visiterete lo storico Palazzo Concini, con le sue cantine e le sale del Duecento e del Cinquecento, e partirete per un viaggio nell’arte della mixology in compagnia del barman del Locale, che vi illustrerà e vi farà provare in prima persona i segreti e le tecniche per la preparazione di alcuni dei cocktail italiani più famosi, come il Negroni, lo Spritz e l’Americano.
IL PROFUMO DEI RICORDI Prima fra tutte la creazione di un profumo personalizzato, per rievocare le memorie, le sensazioni e le emozioni del vostro soggiorno a Firenze. Nel cuore del quartiere di Santa Croce, l’Atelier Aquaflor invita i viaggiatori a scoprire e a rivivere l’antica tradizione dell’arte della profumeria fiorentina, attraverso una selezione di profumi realizzati con materie prime rare e preziose, provenienti da ogni angolo del mondo, ma anche grazie a un workshop in compagnia di uno specialista olfattivo, con cui avrete la possibilità di creare il vostro profumo personalizzato. L’esperto vi guiderà attraverso ogni fase della creazione della fragranza, partendo dalla selezione delle essenze, e preparerà insieme a voi una formula unica, un profumo inebriante che vi riporterà per sempre indietro nel tempo al vostro soggiorno a Firenze. 52
IL RITORNO ALL’ETÀ DELL’ORO All’Accademia d’Arte di Firenze, nei pressi della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, avrete l’occasione di ripercorrere la storia delle forme artistiche del Rinascimento fiorentino e di realizzare una vera e propria opera scegliendo fra diverse tecniche pittoriche: la tempera all’uovo, la tecnica della foglia d’oro e l’acquerello.
LA BUONA CUCINA TOSCANA
LA FIRENZE DEL CINEMA Pellicole romantiche, thriller, film d’azione e racconti horror che hanno fatto la storia del cinema hanno trovato a Firenze la loro perfetta ambientazione. Insieme a una guida esperta, potrete partire alla scoperta dei set cinematografici che hanno fatto da sfondo a film e produzioni televisive provenienti da ogni angolo del mondo: l’austera bellezza romanica della Basilica di San Miniato al Monte è protagonista nel thriller “Obsession” di Brian de Palma, mentre Palazzo Vecchio ha visto muoversi Robert Langdon (Tom Hanks) nel film “Inferno” e lo sfortunato ispettore Pazzi (Giancarlo Giannini), inseguito e poi ucciso da Hannibal Lecter nell’omonimo film. In “Camera con vista” ritroviamo Piazza della Signoria e la Basilica di Santa Croce, mentre Piazza del Duomo e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore fanno da sfondo a “Ritratto di Signora”. L’itinerario si conclude con una visita alla Fondazione Franco Zeffirelli, dove potrete ammirare più di 250 opere del grande regista.
Cibrèo è un ristorante storico di Firenze, fondato nel 1979 dall’estro culinario dello Chef Fabio Picchi, portavoce della toscanità che ha da sempre collaborato con contadini, pescatori e allevatori per scegliere i prodotti più freschi e di prima scelta. Alla prestigiosa Cibrèo Academy potrete scoprire tutti i segreti delle ricette toscane in compagnia di uno degli Chef, attraverso un’autentica lezione di cucina italiana: si parte dalla selezione delle materie prime al mercato di Sant’Ambrogio, per poi continuare l’esperienza in cucina, fino al momento dell’assaggio delle vostre creazioni. 53
ARTE & ARCHITETTURA 57 QUANDO L’ARTE È UN INVESTIMENTO L’arte è considerata un bene rifugio sempre più importante, bisogna però tenere a mente alcune regole
65 IN GIAPPONE SULLE TRACCE DI TADAO ANDO Itinerari fra minimalismo e natura
Alla domanda che mi viene rivolta spesso su cosa comprare in arte, preferisco rispondere “quello che ti piace”. Si può infatti parlare di “dividendo estetico”, perché il valore intrinseco dell’arte è proprio un piacere quotidiano e un appagamento personale.
Testo di: Federico Rui
QUANDO L’ARTE È UN INVESTIMENTO L’arte è considerata un bene rifugio sempre più importante, bisogna però tenere a mente alcune regole Alla domanda che mi viene rivolta spesso su cosa comprare in arte, preferisco rispondere “quello che ti piace”. Si può infatti parlare di “dividendo estetico”, perché il valore intrinseco dell’arte è proprio un piacere quotidiano e un appagamento personale. L’arte è però considerata sempre più un bene rifugio, e dunque si può anche investire nel mercato dell’arte. A patto di tenere presente alcune caratteristiche. Se da un lato il privato non è tassato sulla plusvalenza, e quindi il guadagno derivante dalla vendita di un’opera d’arte non è soggetto a imposizione fiscale, dall’altro non si può assimilare l’arte a un vero e proprio strumento finanziario. Vendere un’opera d’arte richiede tempo (più si ha fretta, più questo incide sul possibile prezzo di rivendita), il suo valore non è determinato solamente da fattori intrinseci ma da elementi variabili esterni (momento storico, modalità di vendita, liquidità sui mercati, gusto del momento, piazza di vendita), e nella maggior parte dei casi bisogna ricorrere a un intermediario.
Federico Rui Nato a Milano nel 1975, inizia a lavorare nel campo dell’arte dal 1997, prima come assistente di galleria, poi in una casa editrice specializzata e infine all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2002 fonda la Galleria Pittura Italiana, ponendo particolare attenzione alla promozione di giovani artisti. Nel 2010 nasce Federico Rui Arte Contemporanea, con la quale partecipa alle più importanti fiere del settore e collabora con le principali case d’asta italiane. Ha organizzato e partecipato a mostre a Londra, Bruxelles, Roma, Genova, Venezia, Cape Town, pubblicando diverse monografie di artisti per Skira e Allemandi. Federico Rui è attualmente nel comitato scientifico di Grand Art – Modern & Contemporary Art Fair e membro dell’Angamc (Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea).
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Oltre a questi fattori, bisogna prestare particolare attenzione ai “falsi”: non solo opere create appositamente in maniera fraudolenta, la cui commercializzazione è un reato, ma anche quelle che il mercato ritiene dubbie, e dunque non archiviate, pubblicate o autenticate. In quest’ultimo caso la rivendita diventa difficile se non impossibile, e sicuramente avviene a un prezzo di gran lunga inferiore. Insomma per muoversi nel mercato dell’arte bisogna essere esperti, oppure affidarsi a professionisti del settore. I canali attraverso i quali vendere e comprare sono essenzialmente tre: gallerie d’arte, case d’asta e art advisors (i quali spesso si servono delle due categorie precedenti). Ognuno di questi ha delle peculiarità e delle modalità di azione. La differenza principale è che le gallerie hanno come scopo la valorizzazione delle opere degli artisti che rappresentano, mentre le case d’asta hanno la finalità di liquidare alla maggior quotazione possibile in un tempo limitato.
Come per la gran parte dei mercati finanziari, si può studiare una diversificazione dell’investimento: in generale si può dire che più l’opera e l’artista hanno una storia (periodo “moderno” e “post war”), più l’investimento sarà di tipo conservativo, mentre più ci si avvicina al contemporaneo più l’investimento sarà aggressivo e rischioso. In tutti i casi è sempre meglio considerarlo come un investimento a lungo termine. Sebbene le notizie sensazionali riguardano i “top lots” (come il discusso “Salvator Mundi” di Leonardo da 450 milioni), bisogna tenere conto che oltre il 90% del mercato è costituito da scambi al di sotto dei 20.000 euro, e si possono acquistare opere interessanti anche a poche migliaia di euro. E nonostante installazioni e arte concettuale la facciano da padrona nella comunicazione, oltre l’85% del mercato è composto da dipinti e opere su carta. Il consiglio, in un’ottica appunto a lungo termine, è quello di diffidare delle mode del momento ma puntare alla sostanza di quegli autori che abbiano una portata di originalità e serietà di archiviazione, di privilegiare opere importanti e significative rispetto alla serialità di opere prodotte per il mercato, di ricercare quadri che abbiano una pubblicazione e una storia. In pratica, bisogna puntare su qualità, rarità e provenienza. Di Mario Sironi, di cui è in corso una retrospettiva al Museo del Novecento di Milano, si possono acquistare opere su carta di buona qualità a partire dai 10.000 euro, mentre per le opere su tela degli Anni Venti e Trenta serve qualche centinaio di migliaia di euro. Con l’accorgimento però che devono essere archiviate presso l’Associazione e che hanno una diffusione limitata al mercato italiano. Per avere opere che possano interessare il mercato internazionale (l’Italia ha meno del 2% della quota di mercato mondiale), parlando di arte moderna, è meglio ricorrere ai due movimenti che sono riconosciuti all’estero: Metafisica e Futurismo. Gli spazi di una galleria d’arte.
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Interni di una galleria d’arte.
Mostra d’arte.
Atelier di un artista.
Installazione di una galleria.
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Così per delle opere “museali” di De Chirico servono cifre che sfiorano il milione di euro, dipinti su carta o piccole tele fino agli Anni Quaranta possono essere acquistate sotto i centomila euro. Simile il discorso per Giacomo Balla, il cui record in asta è “Automobile in corsa”, un olio futurista del 1913 aggiudicato a 8,5 milioni (inclusi i diritti d’asta), mentre opere su carta fino agli Anni Venti si scambiano anch’esse intorno ai centomila euro. Da tenere d’occhio anche Antonio Calderara (il periodo figurativo è ancora da riscoprire) e Fausto Melotti (le opere su carta sono ancora accessibili), i cui lavori hanno ormai un mercato internazionale. Lucio Fontana e Piero Manzoni, come Alighiero Boetti, hanno quotazioni ormai stabili e sono sempre richiesti sul mercato internazionale. Sul contemporaneo invece, i due nomi italiani probabilmente più affermati sono Nicola Samorì e Fabio Viale, ma porrei attenzione su alcuni artisti che hanno una produzione limitata e di altissima qualità come Alfio Giurato e Sergio Padovani. Il tutto considerando sempre che, mal che vada, un quadro che piace appeso in casa migliora il nostro bisogno estetico quotidiano. Perdersi nell’arte.
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Le forme rigorose, semplici ed essenziali e i materiali innovativi dell’architettura di Ando danno vita a edifici statici, sospesi nel tempo, ben radicati nella tradizione e nella filosofia giapponese.
Testo di: Martina Torrini
IN GIAPPONE SULLE TRACCE DI TADAO ANDO Itinerari fra minimalismo e natura Da autodidatta ad archistar internazionale, Tadao Ando è considerato uno degli architetti più influenti della nostra epoca e il rappresentante per eccellenza del minimalismo giapponese. Vincitore del Premio Pritzker nel 1995, ha progettato edifici dal Giappone all’Italia, passando per la Francia, ed è particolarmente amato da stilisti e imprenditori della moda come Karl Lagerfeld, Tom Ford e Giorgio Armani, che nel corso degli anni gli hanno affidato diversi progetti per trasportare la semplicità e il minimalismo delle sue architetture nelle loro creazioni. Le opere di Ando si legano in maniera indissolubile con le più antiche tradizioni giapponesi, ma hanno anche una forte connessione con la natura e l’ambiente: le architetture e le rifiniture interne dialogano sempre con l’esterno e con elementi come la luce, l’acqua e l’aria, in grado anche di definire gli spazi delle costruzioni. Le forme rigorose, semplici ed essenziali e i materiali innovativi, come il vetro e il cemento armato, danno vita a edifici statici, sospesi nel tempo, ben radicati nella tradizione e nella filosofia giapponese. Un viaggio nella Terra del Sol Levante può ispirarsi alle costruzioni più celebri dell’architetto, in un itinerario alla scoperta dei luoghi simbolo del suo genio e della sua modalità di concepire l’arte delle costruzioni.
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L a C a p p e l l a s u l M o n t e Ro k k o , Ko b e Una geometria semplice, giochi di luce e ombre, calcestruzzo a vista, metallo e vetro a creare moduli architettonici studiati nei minimi dettagli, un progetto di illuminazione naturale diretta e indiretta: sono questi gli elementi principali della Cappella sul Monte Rokko, una delle costruzioni più particolari di Tadao Ando, utilizzata per la celebrazione di matrimoni. Con la sua splendida posizione arroccata sul monte, offre viste mozzafiato sulla baia di Osaka, e presenta una struttura orizzontale, intervallata solo da un campanile verticale – elemento dell’architettura occidentale che per Ando svolge un ruolo di rottura nella forma.
I l C o m p l e s s o re s i d e n z i a l e Ro k k o I , Ko b e Lungo il versante del monte Rokko, su un terreno scosceso con vista sulla baia di Osaka, si trova un insediamento residenziale che Ando ha continuato ad ampliare per più di trent’anni, tanto che oggi ricopre tutto il fianco della montagna. La costruzione è studiata per favorire le relazioni umane fra i suoi residenti e si articola su un progetto a griglia quadrata, in cemento armato, che delimita gli spazi di ciascuna abitazione. Ma la vera e propria protagonista è la vegetazione: la natura circonda infatti tutto il complesso e lo nasconde dall’esterno.
L a C h i e s a d e l l a L u c e , I b a ra k i , O s a k a Alle porte di Osaka, nella città di Ibaraki, sorge un edificio dalla forma di una scatola, una delle opere architettoniche più emblematiche di Tadao Ando. Si tratta della Chiesa della Luce, una costruzione dalle forme minimali, dai materiali e dai colori molto semplici, in grado di riflettere alla perfezione il personale pensiero religioso dell’artista: la struttura si fonde completamente con il paesaggio circostante e la luce è la protagonista indiscussa dello spazio.
Casa Azuma, Osaka Uno dei primi esempi della messa in pratica delle cifre stilistiche di Ando: l’utilizzo della luce, l’importanza dei muri e degli spazi divisori, il rapporto fra natura e geometrie essenziali. Casa Azuma è un’abitazione di 65 mq dagli spazi spogli e lineari, isolata in mezzo a villette a schiera in legno, ed è una rivisitazione delle case tradizionali giapponesi. 66
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Gli interni minimal della Benesse House.
La suggestiva Collina del Buddha.
Il potere della luce nell’architettura di Ando.
La vista da Setouchi Aonagi Retreat.
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L a C a p p e l l a s u l l’A c q u a , To m a m u , H o k k a i d o All’interno del nostro mondo possiamo creare degli spazi trascendenti di serenità e spiritualità? Secondo Tadao Ando sì, e ne è un esempio la Cappella sull’Acqua, dove l’architetto riesce a esprimere, in una vincente combinazione, il suo pensiero sul profano, il sacro, il vuoto e l’infinito. Nella remota città di Tomamu, in Hokkaido, si trova infatti una cappella in grado di connettersi perfettamente con la natura circostante, composta dall’intersezione di due volumi – un cubo e un prisma a base quadrata. Di fronte alla cappella c’è uno stagno, una zona d’acqua visibile dall’interno, che rappresenta il punto di contatto fra il naturale e l’artificiale.
L a C o l l i n a d e l B u d d h a , S a p p o ro , H o k k a i d o Non lontano dal cimitero di Makomanai Takino, a Sapporo, Ando ha costruito un imponente tempio per valorizzare una gigantesca statua del Buddha, un luogo di raccoglimento e meditazione in completa armonia con il contesto naturalistico. Il risultato è un’immensa collina ricoperta di piante di lavanda che avvolgono la statua sacra, creando percorsi sotterranei di avvicinamento alla divinità.
Naoshima Il centro della produzione di Ando è l’isola di Naoshima, un tempo marginalizzata e inquinata dall’attività industriale clandestina. Negli anni Novanta è iniziata la rinascita di questo territorio, grazie a Soichiro Fujutake, businessman e presidente della Benesse Corporation, arrivato sull’isola con il sogno di costruire un’utopia utilizzando la potente arma dell’arte. Dopo anni di cantieri e lavori, Naoshima è diventata il fulcro dell’arte e dell’architettura nipponica: Ando ha costruito qui un lussuoso hotel – la Benesse House – e il Chichu Art Museum, ma sono famose anche le opere di Yayoi Kusama, come una gigantesca zucca a pois gialli e neri posizionata su una passerella verso l’orizzonte, versione pop del torii, il portale in legno all’entrata dei templi shintoisti o in prossimità della costa. Nel villaggio di pescatori di Honmura è inoltre possibile visitare il Museo Ando, un’antica casa tradizionale in legno che nasconde un progetto in cemento totalmente inaspettato, in grado di far immergere il visitatore nell’universo dell’architetto.
Benesse House – Naoshima Per un autentico soggiorno sulle tracce di Tadao Ando e per vivere la sua arte e la sua filosofia a 360°, si ha l’occasione di trascorrere una o più notti alla Benesse House, un luogo da sogno in 69
cui gli ospiti possono scoprire la natura in tutte le sue sfaccettature, attraverso quattro diverse sistemazioni realizzate dall’architetto, ciascuna con le sue particolarità.
S e t o u c h i A o n a g i Re t re a t – S h i k o ku Oppure si può provare Setouchi Aonagi Retreat, un eden sulla terra in cui lasciarsi alle spalle tutto ciò che non è necessario e abbandonarsi alla calma e alla tranquillità del luogo. Con sole sette suite progettate e costruite da Tadao Ando, l’hotel combina il retaggio storico, culturale e naturale del Giappone in un ambiente moderno e silenzioso.
Gli interni di Setouchi Aonagi Retreat.
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WELLNESS 75 RELAX D’AUTUNNO Le migliori Spa italiane (e non solo)
Diventata ormai una caratteristica imprescindibile di tutti gli hotel e i resort più lussuosi e moderni, la Spa ha in realtà un’origine antichissima, legata ai romani, che utilizzavano le terme come centro per il riposo, il benessere e la socializzazione.
Testo di: Martina Torrini
RELAX D’AUTUNNO Le migliori Spa italiane (e non solo)
Quando ci si sente stressati, affaticati, o semplicemente si ha voglia di staccare la spina dalla frenesia e dai ritmi quotidiani, l’ideale è concedersi una pausa di completo relax in un centro benessere. Diventata ormai una caratteristica imprescindibile di tutti gli hotel e i resort più lussuosi e moderni, la Spa ha in realtà un’origine antichissima, legata ai romani, che utilizzavano le terme come centro per il riposo, il benessere e la socializzazione. I primissimi bagni termali pubblici – chiamati balnea – vennero infatti realizzati nella Città Eterna per volere dell’Imperatore Augusto: erano frequentati non solo dalla popolazione romana, ma soprattutto dai legionari, che erano soliti approfittare dei benefici delle acque termali dopo lunghe ed estenuanti battaglie. Dal centro della città, la moda dei balnea si diffuse così in tutti i territori che erano stati colonizzati dall’esercito romano, dalla Mesopotamia alla Grecia, dai luoghi della civiltà minoica a quella egizia, dove vennero realizzate strutture sempre più accoglienti e moderne e ideati nuovi trattamenti per il benessere e la bellezza del corpo, come i più classici tepidarium e calidarium e i più innovativi sudatorium, il precursore della sauna, e apodyterium, una cabina massaggi ante litteram. Da allora è stata fatta moltissima strada nel campo del benessere e nella ricerca di nuovi metodi e tecnologie di rilassamento, sempre tenendo conto della filosofia mens sana in corpore sano tramandata dall’epoca romana. Fra trattamenti di ogni genere, dalla tradizione orientale a quella occidentale, dalle tecniche classiche a quelle più innovative, ecco le migliori Spa italiane (e non solo), dove benessere e lusso si combinano per offrire un’esperienza di completa distensione.
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Piscina interna di acqua salata al Lefay Resort & SPA Lago di Garda.
Infinity Pool alla T Spa del Grand Hotel Tremezzo.
Ingresso alla Spa de L’Albereta.
Sala relax al Lefay Resort & SPA Dolomiti.
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Lago di Como
G ra n d H o t e l Tre m e z z o Raffinatissima negli interni e nella scelta dei materiali, la T Spa del Grand Hotel Tremezzo, nell’incantevole cornice del lago di Como, propone un incontro di dolcezza, professionalità e armonia, fra trattamenti anti stress, anti age e riequilibranti, approfonditamente studiati per rispondere alle diverse esigenze della bellezza femminile e di quella maschile.
Franciacorta
L’A l b e re t a Tra le dolci colline della Franciacorta, L’Albereta affascina con una nuova idea di benessere, in grado di accarezzare corpo e mente in una vera e propria estasi dei sensi. L’Espace Chenot Health Wellness SPA è un’oasi di pace e di silenzio che invita al rilassamento e alla distensione, dove è possibile intraprendere un viaggio multisensoriale alla ricerca del prezioso equilibrio psico-fisico attraverso esclusivi trattamenti signature.
Lago di Garda
Lefay Resort & SPA Lago di Garda A Gargnano, nel cuore dell’incantevole Riviera dei Limoni, sorge Lefay Resort & SPA Lago di Garda, un luogo incantato in cui oriente e occidente si fondono in sinergia con l’ambiente circostante. Un’oasi di pace e serenità di oltre 3.800 mq in grado di coinvolgere i cinque sensi e di rigenerare corpo e mente riscoprendo le emozioni più autentiche, tra piscine, saune, aree relax, trattamenti signature e medical.
Dolomiti
Lefay Resort & SPA Dolomiti Un tempio del benessere, dove rigenerare i sensi e l’anima; 5.000 mq di naturalità e innovazione, dove tradizioni orientali e occidentali si fondono insieme per un’esperienza di relax totalizzante. Immersa nell’incantevole paesaggio delle Dolomiti, montagne dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, la Spa del Lefay Resort & SPA Dolomiti promette una serie di strutture e trattamenti unica nel suo genere e ispirata alla natura alpina. 77
Colli bolognesi
Palazzo di Varignana Heritage of Italian Lifestyle 1705 Fra gli splendidi giardini di Palazzo di Varignana, a pochi chilometri da Bologna, si trova la VARSANA SPA, una struttura di 3.700 mq che propone un incontro tra due autentici percorsi di benessere: l’Hammam, per un’esperienza di purificazione secondo il mistico rituale marocchino, e il Suntory, per un’esperienza meditativa di pace e benessere spirituale in un ambiente che ricorda quello degli antichi ryokan giapponesi. Val d’Orcia
Fonteverde Resort & Spa In Toscana, nell’incanto della Val d’Orcia, fra dolci colline e boschetti di cipressi, sorge Fonteverde, un palazzo del Rinascimento costruito su una fonte termale in omaggio al potere rigenerante dell’acqua. La sorgente riempie di calore naturale le spettacolari piscine panoramiche e le vasche per i trattamenti e il relax, all’interno di questo vero e proprio rifugio senza tempo, dove riscoprire l’armonia tra corpo e mente e dove l’ospitalità italiana incontra il benessere. Ischia
Regina Isabella Resort SPA Restaurant Nella località di Lacco Ameno, sull’isola di Ischia, si trova un luogo senza tempo, con una Spa che combina l’autentica tradizione termale con le più moderne analisi medico – scientifiche. La Spa del Regina Isabella è caratterizzata dalla presenza di acque bioattive in grado di garantire benefici in ambito estetico e medicale e da fanghi termali naturali, generati dalla maturazione dell’argilla raccolta nelle cave naturali di Ischia, e offre cure, trattamenti, massaggi, programmi di alimentazione e di fitness, nonché trattamenti di dermatologia termale. Svizzera francese
Clinique La Prairie A breve distanza dalla località di Montreux, nella Svizzera francese, è situata una clinica wellness d’eccellenza, dove è stata ideata la terapia cellulare. Clinique La Prairie è una Spa pluripremiata con solide competenze mediche, che si pone l’obiettivo di ispirare i suoi ospiti nel perseguire uno stile di vita sano, per una vita migliore e più lunga, attraverso un approccio olistico e preventivo, secondo una combinazione di metodologie più tradizionali o alternative. 78
La spettacolare Spa di Fonteverde.
La VARSANA SPA di Palazzo di Varignana.
Il centro benessere del Regina Isabella.
La splendida piscina interna di Clinique La Prairie.
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SCUOLA 85 DAD La foglia di fico
All’inizio del secondo anno scolastico caratterizzato dalla pandemia, la parola d’ordine è: “superamento della DAD”.
Testo di: Chiara Traversi
DAD La foglia di fico
All’inizio del secondo anno scolastico caratterizzato dalla pandemia, la parola d’ordine è: “superamento della DAD”. Il governo ha promesso che farà di tutto per tornare in presenza e recuperare i gap lasciati dalla DAD. E qui già mi si drizzano i capelli. Come previsto mesi fa, non è sembrato vero avere a portata di mano il capro espiatorio perfetto su cui addossare le colpe di un disastro annunciato. Il divario di performance della scuola italiana rispetto a Paesi OCSE continua ad ampliarsi seguendo un trend più che stabile. Difficile quindi attribuire le colpe alla DAD. Questa ha piuttosto amplificato il trend, nulla di più. Purtroppo, infatti, le curve tendenziali hanno inclinazioni pericolosamente rivolte verso il basso. I nostri risultati nelle scienze sono davvero sconfortanti, a maggior ragione se si pensa dove verranno creati la maggior parte dei posti di lavoro nei prossimi anni. Che la DAD non sia la nostra foglia di fico! Si dica con grande onestà che invece la DAD ha avuto il merito di rendere ancora più evidente che la scuola italiana ha la peggior caratteristica possibile, se ovviamente si pensa che il sistema scolastico nazionale abbia non solo una funzione educativa, ma anche sociale nel dare a tutti i ragazzi le stesse possibilità di successo; quella cioè di essere a macchia di leopardo.
Chiara Traversi Nata a Bergamo nel 1974. Laureata in Economia Politica presso l’Università Bocconi, dopo delle brevi esperienze a New York e Pechino lavora in SunGard, multinazionale americana fintech. Nel 2011 decide di cambiare completamente settore e fonda insieme ad una socia l’International School of Bergamo, recentemente entrata a far parte del gruppo Inspired, leader mondiale nel settore delle scuole internazionali, dove attualmente ricopre il ruolo di School Director. È stata vp del Comitato della Piccola in Confindustria Bergamo e attualmente è consigliere presso la Camera di Commercio di Bergamo.
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Infatti le scuole che avevano intrapreso da tempo la strada dell’innovazione didattica hanno un po’ aggiustato il tiro e sono riuscite a portare avanti il programma scolastico con profitto e senza grandi scossoni, le scuole che erano rimaste ancorate a modelli scolastici esclusivamente frontali e un po’ fordisti sono affogate, riproponendo in DAD un modello soporifero, al quale gli studenti hanno risposto spegnendo la telecamera e a volte anche l’audio. Avere una scuola pubblica che funziona a macchia di leopardo è un peccato mortale, perché significa che abdica ad uno dei ruoli fondamentali che dovrebbe assolvere: dare a tutti le stesse possibilità di partenza. Rassegnarsi al fatto che nella tal sezione ci siano i professori bravi e nella tal altra no significa accettare che una buona porzione delle nostre future risorse non siano adeguatamente attrezzate per dare il meglio di sé. Spero che la ritrovata socialità che tutti ci auguriamo di riabbracciare in questo anno scolastico non faccia dimenticare che anche grazie alla DAD tutti abbiamo capito chi vale e chi no.
Si sia capito che conoscere una materia non significa saperla insegnare e che aggiornare le competenze didattiche (che includono le competenze digitali) è una priorità assoluta per il Paese. È assolutamente necessario immaginare dei seri e approfonditi percorsi di assessment delle performance degli insegnanti, che tengano conto della capacità di gestire le classi, della capacità di rendere interessante la materia, di spiegarne con chiarezza i concetti, di preparare verifiche pertinenti e accurate, di dare feedback costruttivi e puntuali, di creare un ambiente sereno e di aperta comunicazione, di utilizzare la tecnologia in modo efficacie ed attraente, di tracciare e monitorare il percorso di apprendimento e nel caso differenziare il lavoro per studente, etc. Va fatto un lavoro profondo per innalzare il livello complessivo di insegnamento e di apprendimento perché il mondo corre e la scuola deve correre ancora più velocemente, perché deve preparare ora quello che servirà fra 10/15 anni. Le risorse che arriveranno dal PNRR andranno indirizzate oltre che nell’edilizia scolastica, una vera priorità, anche nella formazione, sempre che poi si possano premiare i migliori e cacciare i peggiori.
Corridoi della scuola.
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fotografia © Giulia Iacolutti
‘Migliore Distilleria del Mondo’
Antico simbolo degli alcoli
BEVI RESPONSABILMENTE
SPIRIT BRAND - DISTILLER OF THE YEAR 2019
È la prima volta per l’Italia e per la Grappa
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