Travelista Magazie | Winter Issue

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TRAVELISTA EPICUREO

LIFESTYLE

VIAGGI

Epicureo / epiku’r o/ s. m. [dal lat. Epicureus, gr. Epikoúreios] chi si dedica solo al godimento della vita.

Lifestyle <làifstail> s.m. ingl., genere che mette in scena la vita quotidiana intesa come insieme di usi, costumi, gusti.

Vïàggio s.m. [lat. viatĭcum]. L’andare da un luogo ad altro luogo, per lo più distante per piacere.

EUR 15 | AED 60 | CHF 15 | HKD 120 | JPY 1800 | USD 17 | ZAR 275

anno 0 numero#3 | winter edition

MMXX | 5781


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GRANDE CUVÉE ALMA BRUT L A N AT U R A A L C E N T R O

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Caro Viaggiatore... Siamo giunti verso la fine di un anno difficile, che ha sconvolto e trasformato le vite e le abitudini di tutti, un anno in cui semplici gesti quotidiani sono stati stravolti e tutto ciò che fino a pochi mesi prima ci sembrava scontato è diventato difficile da realizzare, a volte anche impossibile. Quest’anno siamo stati costretti a limitare e a rinunciare a quella sensazione di libertà e di leggerezza che il viaggio ci ha sempre garantito, a quel desiderio di scoperta e di conoscenza che ha sempre accompagnato ogni nostra nuova destinazione, ma, nella nostra mente, non abbiamo mai finito di imparare, di aprirci a qualcosa di diverso da noi e di varcare i confini della routine, e, di conseguenza, non abbiamo mai smesso di viaggiare. Forse il viaggiatore del 2021 sarà un viaggiatore diverso, rinnovato, più consapevole e più immerso nell’hic et nunc, più interessato a vivere vere e proprie esperienze e non più solo semplici soggiorni. Punterà il dito sul mappamondo e, come i cosiddetti “veri viaggiatori” della poesia Le Voyage di Charles Baudelaire, dirà sempre “andiamo!”. Non perderà l’occasione di partire e lo farà con una nuova coscienza, aprendosi ad opportunità che fino ad oggi forse non aveva considerato. In questo numero di fine anno desideriamo proporvi una selezione di destinazioni e di idee di soggiorno fuori dal comune, diverse dalle modalità più classiche, proprio per adattarci alla nuova dimensione che il viaggio ha già iniziato ad acquisire. Vi presenteremo anche alcune tematiche di lifestyle, ormai imprescindibili e legate al tema del viaggio come arte del ben vivere.

Buona lettura, Ico Inanc, Editore

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URBAN

LIFESTYLE

12 ZURIGO

74 LA STORIA DEL GIN

Rivoluzioni e Riforme

Dagli inizi alle migliori selezioni

25 STAYCATION

LE GOURMAND

Una vacanza fuori dal comune

CULTURA

83 FORMAGGI D’ITALIA

5 tipologie che forse non conoscete

33 TUSCIA ETRUSCA L’Italia delle origini

NATURA

37 10 CASTELLI DA SOGNO

93 COLLIO GORIZIANO

Un soggiorno tra storia, leggende e passato mitico

Atmosfere di confine

51 DANTE E I DIVINI PERCORSI

97 GLAMPING

Mostre, Paesaggi, Borghi, Hidden Places

Dove il lusso incontra la natura

TÊTE-À-TÊTE AVEC

109 THE NGALA TREEHOUSE EXPERIENCE

63 FEDERICO RUI

113 SAL SALIS NINGALOO REEF

Un romantico soggiorno nella natura africana

I mestieri dell’arte

Australia autentica

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CREDITS A cura di Ico Inanc

ico.inanc@travelista.it

Redattori Martina Torrini

social@travelista.it

Editorialisti Michele Abate, Mariella Grossi, Benedikt Meyer e Mattia Mottarella Art Director & Graphic Design Luca Mantovanelli

luca@enfantprodige.net

Advertising & Marketing Director Giovanni Pisani

giovanni.pisani@travelista.it

Digital www.travelista.it Digital Content Editor Martina Torrini

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Digital Strategy Director Giovanni Pisani

giovanni.pisani@travelista.it

Ringraziamenti Stefania Fumagalli, Tiziana Lorillo e Flavia Sbrojvacca

Alcune delle immagini presenti nel magazine provengono da siti internet e sono contrassegnate come libere dai diritti di utilizzo; qualora violassero il diritto d’autore si prega di contattare marketing@ilviaggio.biz per farle rimuovere o segnalarne l’attribuzione.

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Il famoso Märlitram di Zurigo, che attraversa la città nel periodo natalizio, è tradizionalmente rosso, ma quest’anno si colora eccezionalmente di verde come simbolo di speranza.


URBAN 12 ZURIGO Rivoluzioni e riforme

25 STAYCATION Una vacanza fuori dal comune


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Testo di: Benedikt Meyer / Adattamento di: Martina Torrini

LA RIFORMA Ulrich Zwingli rivoluzionò la Chiesa e cambiò la storia della Svizzera. La riforma iniziò con una sequenza di eventi molto veloce: nel 1516 Erasmo da Rotterdam pubblicò una traduzione della Sacra Bibbia; un anno dopo, Martin Lutero affisse le sue 95 tesi alla porta della chiesa del castello di Wittenberg denunciando la vendita delle indulgenze da parte dei religiosi e i primi sovrani iniziarono a supportare le sue idee. Nel 1519, Ulrich Zwingli diventò il parroco della cattedrale di Grossmünster. Nato nel 1484 a Wildhaus, nella regione di Toggenburg, Zwingli studiò a Basilea, a Berna e a Vienna e iniziò la sua carriera religiosa a Glarus e ad Einsiedeln prima di arrivare a Zurigo. Durante gli anni divenne sempre più infastidito dalle pratiche ecclesiastiche e si convinse che la Chiesa stava sempre più prendendo le distanze dalle Sacre Scritture. La Chiesa, infatti, dava importanza a elementi che Gesù stesso non aveva mai considerato: la vendita delle indulgenze, il digiuno, il culto dei santi e il celibato, ad esempio. Ispirato da Erasmo da Rotterdam, da Martin Lutero e da altri intellettuali, Zwingli iniziò a predicare in favore di un nuovo ordine, in favore di una Chiesa meno autoreferenziale, che fosse fondata sui valori di Dio e non su se stessa.

500 ANNI Zurich is celebrating the Nel 2019isZurigo ha celebrato Zurich celebrating the la Riforma con numerosi eventi, che si sono tenuti alla Scahuspielhaus, al Teatro dell’Opera, al Teatro Neumarkt, all’Università di Zurigo, al Museo Nazionale Svizzero e in molti altri hub

venues. See, for example, culturali della for città. Scaricate venues. See, example, l’app Zwingli Route per scoprire come iniziare una riforma! bux-app.ch/zwingliroute zh-reformation.ch

fo

TOUR GUIDATI fo Tour guidati della città focalizzati sul tema della Riforma Protestante

zuerich.com/fuehrungreformation

Oppure unitevi a un tour sull’icofuehrungreformation noclastia nella Chiesa Riformata. fuehrungreformation grossmuenster.ch Or join a tour about the

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Church.

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in German, 2 hours, ininSvizzera. La durata è di circa due German, 2 hours, ore e il costo è 25 CHF: date e prenotazioni all’Ufficio Informazioni Turistiche di Zurigo o online.

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ZZWINGLI W I N G L I AND E L THE A P EPLAGUE STE Visits sick,matrimoni weddings, eand funerals: whenZwingli Zwingliarrivò came to Zurichda from EinsieVisiteto ai the malati, funerali: quando a Zurigo Einsiedeln deln in 1519, the plague raging throughout city. It claimed a full con thirdséofpiù Zurich’s nel 1519, la peste si stavawas abbattendo su tutta lathe città e avrebbe portato di un population, such that quack doctors werediselling kinds ofZwingli concoctions mediterzo della popolazione. Nella sua posizione autoritàallreligiosa, aveva ilascompito dicine, fareand visita al capezzale dei malati di amministrare funerali. anche sheep-shearers were busyeexcising purulent iboils fromOfficiava people who hadi matrifallen moni, che erano più frequenti a causa del fatto chevisit molte persone rimanevano unconscious. In sempre his position of authority, Zwingli had to countless sick-beds and vedove per l’epidemia e avevano bisogno di trovare un’altra persona per riuscire ad amministrare le finanze familiari: un altro aspetto negativo della peste, oltre alla mortalità, era infatti la creazione famiglie Zwingli hadn’tdieven livedpatchwork. in Zurich a whole year when he himself fell gravely ill Nonstrange era ancora trascorso un anno dalon suothearrivo Zurigo, Zwingli si with shivers. For weeks, he was brinka of death.quando Feverishanche and exhausted, ammalò gravemente. Per settimane fu in punto di morte: stremato e febbricitante, decise he busied himself with questions about God – and miraculously, his life was spared. di dedicarsi alle grandi questioni religiose e, miracolosamente, fu risparmiato. La terribile esperienza convinzioni e rafforzò della sua Diotol’aveva salhad saved cambiò him. Soletosue even a greater degree, hel’idea committed all missione: his energies changing vato e il suo compito sarebbe stato quello di salvare la Chiesa da se stessa, in nome di Dio. what had bothered him about God’s church. 1

Cimiteri Zurigo: Visit theatwo prettiest cemeteries in Zurich:

FriedhofSihlfeld, Sihlfeld, artworks besiseen throughout Friedhof nelnumerous parco più grande dellacan città possono ammirare the city’s largest park. Aemtlerstrasse 151. numerose opere d’arte. Friedhof dove riposano 28 celebri personalità, tra cuipeople James – FriedhofFluntern, Fluntern, modest in size, but where 28 famous Joyce. James Joyce among them – are laid to rest. Zürichbergstrasse 189.

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SAUSAGES PROVOCATION LE SALSICCEASCOME PROVOCAZIONE

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Zwingli alcuni deiofsuoi seguaci decisero salsicce perhome interrompere il peZwingli eand some his followers decidedditomangiare eat sausages at the of his printer, riodo di digiuno imposto durante Quaresima dalla segno di provocazione Christoph Froschauer, which was la both a violation ofChiesa the fastindays – and a deliberate contro la stessa. Il digiuno pre pasquale era infatti, secondo Zwingli, nientemeno di unatradizione ecclesiastica, mathe non trovava alcun fondamento nella Bibbia. Glibeat animi tion, but had no basis in Bible. Zurich tempers ran high; people even eacha Zurigoupsi in scaldarono: scatenarono delle risse strade, mentre Zwingli ei other the street,siand Zwingli –persino who himself hadper notleactually eaten any sausages suoi seguaci vennero invitati dal consiglio comunale per un confronto. In questa occa– and his crowd were invited by the city council to a “disputation.” Zwingli was able sione, Zwingli a convincere consiglio abolire la regola delmarking digiuno to convince theriuscì council members itomembri lift thedel fasting orderadthroughout the city, in tutta la città, segnando il primo importantissimo passo per l’inizio della Riforma in Svizzera. of Zwingli’s writings, as well as the “Zurich Bible” the pastor had translated. 2

Dove assaggiare migliori To enjoy sausageslein Zurich:salsicce di Zurigo: Zeughauskeller, cucina traditional cuisine with sausage specialities, suchBahnhofstrasse as sausage-cheese tradizionale, specialità a base di salsiccia. 28a,salad. Bahnhofstrasse 28a, vicino28a, a Paradenplatz. zeughauskeller.ch. Bahnhofstrasse near Paradeplatz. zeughauskeller.ch

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Boucherie AuGust: AuGust dove è possibile assaggiare i Wiederkerli del macellaio Rennweg 1. au-gust.ch Keller. Rennweg, 1. au-gust.ch Sternen Grill: dove consigliano il famoso würstel St. Galler, con moSternen Grill, wheretutti everybody convenes to enjoy the famous St. Galler starda calda e il tipico panino Bürli. Bellevue. sternengrill.ch bratwurst with hot mustard and a typical “Bürli” bun. Wurst & locale per il würstel al curry. Hardstrasse 318. Located onMoritz: Bellevue.il miglior sternengrill.ch wurstundmoritz.ch

Wurst & Moritz, the best locale for currywurst. Hardstrasse 318. wurstundmoritz.ch Dove acquistare le migliori salsicce di Zurigo: To purchase sausages in Zurich: Macelleria – salumeriaFulvi, Fulvi:whose qui lefennel-seed salsicce consausages semi di and finocchio e quelle Macelleria-Salumeria a piquant con peperoncini e vino bianco vengono vendute tutto l’anno. variation laced with pepperoncini and white wine are sold year-round.

Schöneggstrasse 28. macelleria-fulvi.ch Schöneggstrasse 28. macelleria-fulvi.ch Metzgerei Hornecker: dove si possono assaggiare le migliori salsicce CerveMetzgerei Hornecker lat. Albisriederplatz 1. hornecker.ch Albisriederplatz 1. hornecker.ch Metzgerei Bär: la macelleria più antica della città: il suo würstel gigante è Metzgerei city’s oldest butcher whose giant bratwurst disponibileBär, solo the su ordinazione. Rennweg shop, 50. metzgerei-zuerich.ch is available Keller: by pre-order. Rennweg 50. metzgerei-zuerich.ch Metzgerei Manessestrasse 88. metzgerei-keller.ch. Metzgerei Keller, Manesseplatz 88. metzgerei-keller.ch

KATHARINA VON ZIMMERN: A WOMAN PAVES THE WAY: I OAN UK ANTAH DA RO INNNAA VSOPNI AZ INMAMLEAR NS TARNADDTAH AE LRLEAF ORRI FMOART M Katharina von Zimmern governava la città e amministrava l’abbazia di Fraumünster. Modernizzò i chiostri, gestì le finanze e intrecciò relazioni con gli intellettuali più in vistaadirelationship Zurigo: come convinta che la Chiesa dovesse e, con cultivated withloro, the era Zurich humanists. Like them, shecambiare, was convinced questa esporre sueUlrich teorie ogni venerdì nella sua that thefinalità, churchinvitava had to Ulrich change,Zwingli and toadthat end, lehad Zwingli preach every chiesa. Se the Katharina von Zimmern si fossealso opposta idee del Friday in Fraumünster church. Friday beingalle market day,riformatore, Zwingli hadavrebbe a large potuto fareand appello sua famiglia ai acattolici residenti nella parteHad centrale della audience, could alla convince listenerso of great number of his ideas. Katharina Svizzera e sarebbe scoppiata guerrahave civile, ma, al contrario, la donna mise or l’intevon Zimmern opposed him, una she could appealed either to her own family the resse dellaresidents città davanti ai suoi privilegi e for si fece promotrice Riforma, Catholic of central Switzerland help; in which della case, the ZurichspiananRefordole la strada e permettendo la circolazione dei suoi fondamenti. Si oppose alla sua mation would have caused a civil war. But Katharina put the interests of Zurich over famiglia rinunciò al suo status,her chiuse monasteri e consegnò città the nel those of eher own; she opposed owni family, forfeited many l’abbazia privileges,alla closed 1524, permettendo a Zwingli di finanziare i suoi progetti con il denaro ricavato dalla vendita dei beni. Lasciò infine gli ordini religiosi e si sposò. religious order and married. 3

Tour guidato “Donne influenti Zurigo”: tutti i giorni, tutto l’anno. Guided tour “Women’s Power,”diyear around, daily. zuerich.com/tours zuerich.com/tours. 17


Viaggiare nel passato Zurigo città imperiale, su un’incisione di Jos Murer (1576)

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Carità

Si mangiarono salsicce in tempo di Quaresima per protestare contro il digiuno obbligatorio. Oggi si possono assaggiare le salsicce Sternen Grill al Bellevue.

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Grosse pentole di zuppa per i poveri bollivano davanti alla Predigerkirche. Oggi è possibile assaggiare deliziose zuppe di ogni tipo al Riffraff Bistro, tra gli altri.

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Zwingli scampò la morte per un soffio a causa della peste nera e fu curato nello Spital, l’ospedale principale di Zurigo. Altri furono meno fortunati e vennero seppelliti nel cimitero di Sihlfeld.

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Heinrich Bullinger continuò a portare avanti i fondamenti della Riforma dopo la morte di Zwingli. Se fosse vivo ancora oggi, lo si potrebbe trovare nella sua residenza di Kirchgasse o in una libreria del genere di Piles of Books, in Zentralstrasse.

Iconoclastia Nella cattedrale di Grossmünster la distruzione delle icone venne gestita in maniera pacifica e alcune opere d’arte sopravvissero. Per ammirare ulteriori opere, visitate la Kunsthaus.

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4 Zwingli morì durante la Seconda Guerra di Kappel. La statua di fronte alla Wasserkirche ricorda ai passanti la figura e l’importanza del riformatore. Anche l’abbazia di Kappel non è lontana da qui.

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Progresso

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“Il lavoro è un bene, è qualcosa di divino”, scriveva Zwingli. Un esempio di progresso viene mostrato nelle case delle corporazioni, ad esempio nella Haus zum Rüden.

Katharina von Zimmern e l’abbazia di Fraumünster hanno supportato la rivoluzione di Zwingli. Seguite le orme di grandi donne partecipando al tour Women’s Power.

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ZWINGLI MUORE DURANTE LA GUERRA DI KAPPEL 4 Mentre nelle zone di Zurigo, Berna e in altre regioni della Svizzera si giurava fedeltà alla Riforma, nei cantoni più centrali si rimaneva leali al Cattolicesimo: questa differenza condusse a grosse tensioni tra le due fazioni, che si scontrarono durante la Prima Guerra di Kappel nel 1529. Mentre i leader delle due parti negoziavano, tuttavia, tra i soldati non vi fu alcuna battaglia. Due anni dopo, stessa location: questa volta non ci furono negoziazioni. L’esercito dei Cattolici era in grande vantaggio e Zwingli e i suoi, dopo aver raggiunto Kappel , vennero respinti e distrutti. Zwingli stesso venne ucciso, squartato e bruciato – la pena ordinaria per il peccato di eresia. Questa Seconda Guerra di Kappel diede inizio al divario religioso del Paese, rendendogli impossibile prendere le parti di altri Stati durante i conflitti europei e, in quest’ottica, gettò le basi per il concetto di neutralità svizzera.

Percorsi di trekking verso il monastero di Kappel. Prendete l’autobus 235 da Wiedikon alla fermata Türlersee, poi seguite la segnaletica blu sulla Ämtlerweg per circa 1 ora e mezza.

BULLINGER PORTA AVANTI I VALORI DELLA RIFORMA 5 Heinrich Bullinger non fu solo il successore di Zwingli, ma anche colui che restaurò la Chiesa a Zurigo dopo la sconfitta di Kappel del 1531. Inoltre, riuscì a far convergere in una sola fede tutte le correnti riformiste che si stavano diffondendo in Svizzera, a sviluppare ulteriormente le idee di Zwingli e a portarle all’attenzione degli altri Stati europei. Influenzò chiaramente la Chiesa Protestante in Gran Bretagna e in Polonia : molti teologi inglesi, in particolare, arrivavano a Zurigo solo per incontrarlo e per discutere con lui delle sue dottrine. Al contrario di Zwingli, che era un carismatico predicatore, Bullinger era un accademico molto pacato, che scrisse anche opere teatrali e libri di storia.

Librerie accoglienti a Zurigo: Pile of Books, per la letteratura inglese. Zentralstrasse 16. pileofbooks.ch, Zentralstrasse 16. pileofbooks.ch Sphères, libreria e bar tutto in uno.

Hardturmstrasse 66. spheres.cc

Paranoia City, un buon libro abbinato a un’ottima bottiglia di vino. Ankerstrasse 12. paranoia city.ch

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Carità ZWINGLI E LA NASCITA DELLA PREVIDENZA SOCIALE Grosse pentole di zuppa bollivano davanti alla Predigerkirche. Ogni giorno Ulrich Zwingli distribuiva ai poveri un pasto caldo, che veniva anche consegnato nelle case di coloro che non potevano uscire, a causa della vecchiaia o della malattia. Prendersi cura dei meno abbienti era uno dei compiti principali della Chiesa prima della Riforma, ma grazie a Zwingli diventò anche un obiettivo dello Stato, che ricavò i fondi dalla chiusura dei monasteri. I poveri ricevevano molto di più del solo cibo: gli venivano offerti vestiti, cure mediche, un tetto e istruzione. Tuttavia, chi di loro aveva problemi di alcolismo, di gioco d’azzardo, chi lavorava nell’ambito della prostituzione o svolgeva altri affari loschi veniva allontanato ed escluso da ogni tipo di aiuto: l’obiettivo era quello di favorire un loro reinserimento nella società. Il principio secondo cui prendersi cura dei meno abbienti fosse responsabilità dell’intera comunità era davvero rivoluzionario per l’epoca e portò alla formazione dell’idea di previdenza sociale che ancora oggi caratterizza la Svizzera. La Chiesa di Zwingli dava supporto ai poveri anche in maniera più diretta, attraverso donazioni e carità: i parrocchiani potevano lasciare le loro offerte in una sorta di cassaforte che ancora oggi si trova nella cripta della cattedrale di Grossmünster. Dove assaggiare un’ottima zuppa calda a Zurigo: Suppelade, offre tre diverse zuppe alla settimana – vegana, vegetariana, con carne. Da provare anche la salsiccia Wetterschmöckerli. Nel bistrot del cinema Riffraff, Neugasse 63. suppelade.ch.

La Zoupa, un locale molto piccolo, dove però non è difficile trovare posto. Torgasse 5, nel quartiere di Niederdorf. lazoupa.ch. Die Gärtnerei, due zuppe diverse ogni giorno. In quattro diversi punti di Zurigo: Seefeldstrasse 25, Shilstrasse 21, Stockerstrasse 55 e Thurgauerstrasse 34. gartnerei.ch.

Iconoclastia GRADUALE PURIFICAZIONE DELLE CHIESE Con la parola “iconoclastia” si pensa subito a un’azione violenta volta a eliminare ogni riferimento visivo e artistico dalle chiese, ma a Zurigo ciò accadde in maniera un po’ diversa. Zwingli predicava contro l’adorazione delle icone e la venerazione dei santi, ma era anche una persona realista: sapeva che i fedeli 22


erano attirati dalle statue e dalle opere d’arte e che avrebbero avuto bisogno di tempo per abbandonare le loro vecchie abitudini. Così, le sfarzose decorazioni presenti nelle chiese vennero rimosse nel tempo e restituite a chi le aveva donate o vendute per ricavare soldi da dare in beneficenza. Dove l’arte non scompare: Kunsthaus Zürich, opere di Munch, Picasso, Monet, ma anche sculture e dipinti medievali. Heimplatz 1. kunsthaus.ch.

Progresso ZWINGLI E L’INIZIO DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE “Il lavoro è un bene, è qualcosa di divino”, scriveva Zwingli, dando prova di una vera e propria inversione di rotta rispetto alla tendenza dell’epoca: tradizionalmente, infatti, occuparsi di qualcosa di triviale come il lavoro era considerato meno nobile rispetto a un’attività che implicasse l’incontro con il Sacro. Da questa prospettiva diversa ha avuto origine l’etica protestante del duro lavoro, che ha gettato le basi per il progresso e per lo sviluppo economico dello Stato. Mentre le regioni centrali della Svizzera, ancora legate al Cattolicesimo, erano rimaste zone povere e investivano le loro modeste risorse nella costruzione di imponenti chiese, la città di Zurigo investiva in artigianato, istruzione e, più avanti, anche nel processo di industrializzazione. Il fatto che Zurigo e altri centri come Ginevra si siano evoluti in città di fama internazionale è dovuto in gran parte alla Riforma. Con la loro lunga tradizione nella città di Zurigo, le corporazioni contribuirono in maniera determinante al successo della Riforma. Oggi molte di queste sono state trasformate in ristoranti.

Haus zum Rüden, Limmatquai 42, hauszumrueden.ch. Restaurant Storchen, Weinplatz 2, storchen.ch. Widder Bar & Kitchen, Rennweg 7, widderhotel.ch. Zunfthaus zur Waag, Münsterhof 8, zunfthaus-zur-waag.ch. Zunfthaus zur Zimmerleuten, Limmatquai 40, zunfthaus-zimmerleuten.ch. 23


Composto da stay e vacation, il termine staycation designa una vacanza da trascorrere nella propria città, nella propria regione o comunque non troppo lontano da casa.


Testo di: Martina Torrini

STAYCATION Una vacanza fuori dal comune

Godersi il momento, rallentare i ritmi quotidiani, vivere l’esperienza del viaggio senza necessariamente prendere un aereo, immergersi nella natura e notare un particolare passato inosservato: trascorrere una staycation è tutto questo e molto altro. L’utilizzo del termine – composto da stay e vacation – designa una vacanza da trascorrere nella propria città, nella propria regione o comunque non troppo lontano da casa, durante la quale scoprire il territorio come un vero e proprio viaggiatore proveniente da lontano, visitando musei, partecipando a tour guidati e supportando le realtà locali. Il neologismo è nato in America con la crisi economica del decennio scorso e si è diffuso molto rapidamente. La sua origine è ben evidente se si nota l’utilizzo del termine vacation in alternativa al britannico holiday, ma il sostantivo viene impiegato anche in ambito inglese, pur designando, più in generale, una vacanza trascorsa all’interno della propria nazione anziché all’estero, non solo nella propria città o area geografica. A partire dall’estate 2020, quando il dibattito sulla staycation è diventato sempre più attuale, in italiano si è affermata una locuzione equivalente, la vacanza di prossimità – più simile all’accezione britannica del termine – a seguito delle restrizioni a viaggi e spostamenti imposte dall’emergenza COVID-19.

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Il termine staycation è stato coniato nei primi anni 2000 in America. Già a quel tempo i newyorkesi hanno iniziato a riscoprire la città come veri e propri turisti.


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ALCUNI CONSIGLI PER TRASCORRERE L A P E R F E T TA S TAY C AT I O N

1. PIANIFICARE E ORGANIZZARE Una vacanza di prossimità necessita di essere pianificata come qualsiasi altra vacanza: anche se non ci si allontana più di tanto da casa, è comunque opportuno studiare e analizzare quali sono i luoghi di interesse della zona per assicurarsi di non perdersi nemmeno un angolo. Fare una lista di tutto ciò che si desidera vedere e visitare vi aiuterà a liberare la mente dalle preoccupazioni quotidiane, ma attenzione a non esagerare! Via libera alle liste e agli elenchi, ma senza dimenticare un pizzico di spontaneità.

2. SCOVARE GLI ANGOLI SCONOSCIUTI DELLA PROPRIA CITTA’ Se avete optato per una vera e propria staycation nella vostra città, partite alla scoperta delle sue viuzze più nascoste e degli angoli che ancora non conoscete: un nuovo edificio, un’antica casa con una storia secolare, la più recente mostra del vostro artista preferito o quel ristorante tipico che volevate provare da tempo. 28


4. TRASFERIRSI IN LUOGHI DA SOGNO PER FARE SMART WORKING

3. VIAGGIARE GRAZIE ALLA CUCINA ETNICA

Numerose sono ormai le modalità con cui ci si è attrezzati per proporre il lavoro da remoto: dalle più classiche ville o case di campagna – dove si ricerca un contatto più intimo con la natura senza dimenticare l’importanza di una buona conessione internet – alle più particolari crociere smart working sul Mediterraneo, passando per certificazioni speciali per trascorrere lunghi periodi in alcuni luoghi spettacolari. Questo è il caso del nuovo visto Premium lanciato da Mauritius per soddisfare la crescente richiesta di soggiorni di lunga durata da parte di visitatori internazionali in un Paese percepito come una destinazione perfetta per il trasferimento a lungo termine, in quanto ambiente protetto dal COVID e contemporaneamente stabile dal punto di vista economico, politico e giuridico. Mauritius è aperta ai viaggiatori in cerca di una seconda casa sicura: prima della partenza è obbligatorio sottoporsi a un test PCR, che viene seguito all’arrivo da un altro test, da un periodo di quarantena di 14 giorni e da altri follow up ai giorni 7 e 14. Vengono messe in atto le più stringenti accortezze per preservare lo status dell’isola e viene richiesto ai visitatori di rispettare rigorosi requisiti sanitari in cambio di una destinazione protetta dal COVID, con infrastrutture

Chi non resiste al richiamo di Paesi lontani può ricreare quelle atmosfere esotiche grazie ai sapori: per sentirvi in Giappone, in Sudamerica o anche in Africa potete prenotare una cena nei migliori ristoranti di cucina etnica della vostra città e assaggiare le loro specialità, facendovi raccontare curiosità sulla storia e la tradizione dei piatti. Se siete appassionati di cucina e amate cimentarvi nello sperimentare nuove ricette, potreste anche provare a cucinarli voi. aziendali e per il tempo libero d’eccellenza, adatte a facilitare e ad incentivare una versione meno stressante di lavoro da remoto. Attraverso queste soluzioni innovative, nate da una parte dall’esigenza dei viaggiatori di adattarsi a nuove esperienze di vacanza e dall’altra dalla necessità degli operatori turistici di porre rimedio alla crisi dovuta all’epidemia di COVID-19, è possibile scoprire un nuovo concetto di soggiorno e di staycation, grazie al quale si è in grado di unire il dovere del lavoro al piacere dell’esplorazione. 29



CULTURA 33 TUSCIA ETRUSCA L’Italia delle origini

37 10 CASTELLI DA SOGNO Un soggiorno tra storia, leggende e passato mitico

51 DANTE E I DIVINI PERCORSI Mostre, Paesaggi, Borghi, Hidden Places


La tomba François, situata nella necropoli di Vulci, è nota per il suo ciclo di affreschi raffiguranti scene in parte mitiche e in parte storiche.


Testo di: Martina Torrini

TUSCIA ETRUSCA L’ I t a l i a d e l l e o r i g i n i

Situata in quella zona che si estende fra la Toscana, la bassa Umbria e l’alto Lazio, la Tuscia in passato veniva definita anche Etruria, poiché era abitata in origine dai popoli etruschi, che gli antichi Romani chiamavano Tusci, dal plurale del latino Tuscus. La civiltà etrusca è forse una delle più emblematiche tra quelle che nei secoli hanno vissuto sul suolo italico: la loro provenienza è infatti incerta, ma si sa che si siano stabiliti nella zona intorno all’VIII secolo a. C., che abbiano tramandato importanti nozioni di architettura ai Romani, che li hanno poi assimilati al loro popolo, e che i primi re di Roma fossero proprio di origine etrusca. Gli storici del passato avevano opinioni divergenti circa la provenienza dei primi Tusci: secondo Erodoto erano giunti in Italia dall’Asia Minore prima della guerra di Troia, a seguito di una grave carestia; Dionigi di Alicarnasso, invece, si basava su osservazioni di carattere linguistico ed etnologico per affermare l’origine autoctona degli Etruschi, mentre Tito Livio li collegava a popolazioni giunte nella penisola da Nord, da oltre le Alpi.

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Per avvicinarsi maggiormente a questa civiltà, così rilevante per la nascita e lo sviluppo della grande Roma, è possibile visitare alcuni luoghi di interesse situati nella zona che oggi chiamiamo comunemente Tuscia o Viterbese: prima fra tutti la necropoli di Tarquinia, dove si ha l’opportunità di visitare le antiche tombe etrusche, suggestive dal punto di vista architettonico, artistico, storico e culturale; nella stessa località si trova inoltre un importante museo, dove sono custoditi reperti come il celebre Altorilievo dei Cavalli Alati, simbolo della Tarquinia storica, e una sezione dedicata ad antiche ceramiche attiche. Un’altra nota necropoli è quella di Norchia, dove si ha la possibilità di passeggiare liberamente a contatto con la natura e tra le imponenti tombe rupestri scavate nel tufo, ma anche di visitare i resti della Chiesa di San Pietro (XII secolo d. C.), che sorgeva lungo il tragitto della Via Clodia, parallela alla Via Francigena. Ultima tappa da non perdere è il sito di Vulci, recentemente restaurato e custode di antichi tesori archeologici, come la tomba François, celebre per il suo ciclo pittorico di affreschi raffiguranti scene in parte mitiche – come vicende tratte dalla Guerra di Troia – e in parte verosimilmente storiche, riferite alle violente lotte avvenute fra Etruschi e Romani.



Una suggestiva vista esterna su Umaid Bhawan Palace, il sesto castello privato per estensione al mondo, situato sulla collina più alta di Jodhpur.


Testo di: Martina Torrini

10 CASTELLI DA SOGNO Un so ggi o r no t r a st o r i a , l eg g en d e e p a s s a to m i ti c o

Il sogno di poter possedere un castello per una notte, un mese o un anno diventa realtà: testimonianze ancora solide di un passato lontano, queste imponenti residenze incantano in tutto il mondo con la loro forte combinazione di storia e magia, di leggende e trascorso mitico, di sontuosità e isolamento. Molte possono essere visitate, in autonomia o con una guida, per scoprire i misteri e gli intrighi che si nascondono tra mura millenarie, i passaggi segreti e i racconti di fantasmi che si pensa possano ancora popolare le loro antiche abitazioni, ma in molti castelli si ha anche l’opportunità di trascorrere una o più notti, vivendone appieno l’esperienza. Soggiornare in un maniero significa sentirsi veri e propri re e regine per qualche giorno, dormendo in un elegante letto a baldacchino, circondati da imponenti mura da cui ammirare panorami spettacolari sulla campagna e sulla natura, ed essendo coccolati da uno staff esperto, attento a esaudire ogni esigenza e pronto a far vivere agli ospiti un’autentica esperienza regale in completa riservatezza.

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Un’incantevole vista aerea della fortezza di Lopud 1483, un rifugio senza tempo dove è possibile staccare la spina dalla quotidianità e dalla frenesia del mondo moderno.



Vista panoramica su Lopud 1483.

Gli accoglienti interni di Amberley Castle.

I rigogliosi giardini di Ashford Castle.

Gli imponenti esterni di Turin Castle.

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Irlanda

A s h f o rd C a s t l e Con più di 800 anni di storia, Ashford Castle è il castello più antico di tutta l’Irlanda. Situato sulla costa occidentale dell’isola, immerso nell’affascinante natura della contea di Galway, può vantare le migliori tecnologie del XXI secolo in una costruzione originale del 1200 e una vasta gamma di esperienze da offrire agli ospiti: dalla falconeria al tè delle cinque, da degustazioni di vini in una cantina del XVI secolo a lezioni di tiro con l’arco, da una Spa a un cinema privato e tutto ciò che la vostra fantasia può arrivare a immaginare. Scozia

Tu r i n C a s t l e In un angolo di Scozia suggestivo ma poco conosciuto sorge un castello incantato, dove tutti i sogni e i desideri degli ospiti diventano realtà. Il soggiorno a Turin Castle viene organizzato nei minimi dettagli ancora prima della partenza: tutto è infatti cucito su misura sulla base dei gusti e delle esigenze delle persone, dalla scelta delle camere alla decisione delle esperienze da offrire al gruppo, dalla sala in cui la cena sarà servita ogni sera a quali membri dello staff si occuperanno di rendere il soggiorno una magica avventura. Inghilterra

Amberley Castle Un imponente ed elegante castello con una storia di più di 900 anni, circondato da maestose mura medievali e da rigogliosi giardini, dove si trova anche un campo da golf da 18 buche. Amberley Castle è situato nel Sussex e ospita dal 1989 gruppi di viaggiatori desiderosi di scoprire le meraviglie della campagna inglese e di vivere momenti autentici tra gli antichi e preziosi arredi del XII secolo ed esperienze tradizionali, come la cerimonia del tè e cene tematiche. Croazia

Lopud 1483 Oasi di pace e serenità, luogo di contemplazione dove storia, arte e natura solleticano i sensi, per un soggiorno in totale relax e privacy: Lopud 1483 è un rifugio senza tempo dove è possibile staccare la spina dalla quotidianità e dalla frenesia del mondo moderno e riconnettersi con la natura, ma anche il luogo ideale per stuzzicare la propria creatività, grazie a un’ampia collezione di opere d’arte contemporanea presenti all’interno della fortezza. 41



Château de Mirambeau incanta per la sua estrema raffinatezza e per i dettagli di epoca rinascimentale uniti ai migliori comfort di una residenza moderna.


Francia

Château de Mirambeau Costruito sulle rovine di un’antica fortezza medievale, Château de Mirambeau sorge in una rinomata regione vinicola tra Bordeaux e Cognac. È una residenza rinascimentale situata nella calma della campagna francese, dove arredi e materiali tradizionali dell’epoca, stucchi e dettagli raffinati si combinano ai servizi più moderni dei migliori hotel cinque stelle, per offrire un’esperienza unica e indimenticabile. Germania

Schloß Schönburg A Oberwesel, a poco più di un’ora di distanza da Francoforte, si trova un castello medievale con un passato antichissimo, che è stato per secoli testimone delle lotte che hanno animato la storia della regione. Dal 1957 la famiglia Hüttl vive nel maniero e ci ha costruito un hotel, che offre oggi 27 camere e suite, ciascuna diversa dall’altra, ma tutte arredate con gusto ed estrema attenzione al dettaglio. Un immenso giardino, romantico e raffinato, completa l’esperienza di totale immersione nel passato. Italia

Castello Orsini In posizione dominante sulla fertile campagna della Sabina e a soli 40 minuti dal cuore di Roma, il Castello Orsini è in grado di ricreare l’atmosfera magica di una residenza medievale e di raccontare una storia antica fatta di poteri, intrighi, battaglie e amori. Con il suo fascino senza tempo che emerge dalle sue camere uniche, dai preziosi arredi, dalle armature, dai soffitti a cassettoni e dai meravigliosi giardini, il maniero si presenta come la cornice perfetta per trascorrere attimi speciali e irripetibili. Spagna

Parador de Santiago de Compostela Situato nella città vecchia, il lussuoso Parador de Santiago de Compostela risale al XV secolo e nasce in origine come un Ospedale Reale per ospitare i numerosi viaggiatori in pellegrinaggio verso la città. Considerato una delle strutture più antiche della Spagna, il castello è composto da quattro chiostri di immensa bellezza, da imponenti saloni e da camere eleganti e raffinate, caratterizzate da arredi antichi e da opere dal valore inestimabile. 44


La storica sala da pranzo del Castello Orsini.

Un’elegante camera del Parador de Santiago de Compostela.

Un sontuoso salotto di Château de Mirambeau.

Una colazione insolita presso Schloß Schönburg.

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Castello Orsini, residenza medievale dal fascino senza tempo in grado di raccontare una storia di poteri, intrighi, battaglie e amori


La maestosa scalinata di Umaid Bhawan Palace.

Uno dei raffinati chiostri del Parador de Santiago de Compostela.

Il grazioso salotto di una suite di Ashford Castle.

L’iconica posizione sulla spiaggia di Pezula Private Castle.

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Sudafrica

Pezula Private Castle Nascosto lungo la Garden Route, fra la costa rocciosa della Laguna di Knysna, il Pezula Private Castle è una struttura esclusiva, dal lusso e dall’eleganza senza tempo e affacciata direttamente sulla spiaggia appartata di Noetzie Beach: dalle spaziose e raffinate suite ai servizi di chef e maggiordomo privato, ogni desiderio degli ospiti può diventare realtà. India

Umaid Bhawan Palace Costruito tra il 1928 e il 1943, Umaid Bhawan Palace è il sesto castello privato per estensione al mondo ed è stato edificato sulla collina più alta di Jodhpur con gli stessi materiali dell’iconico Taj Mahal. Magnifiche cupole e torri offrono viste panoramiche sulla città e sulle morbide dune di sabbia che si intravedono all’orizzonte, mentre un rigoglioso giardino di più di 10 ettari permette un intimo contatto con la natura e una sensazione di relax e di completa distensione. La spettacolare struttura di Umaid Bhawan Palace.

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Testo di: Mariella Grossi

DANTE E I DIVINI PERCORSI Mostre, Paesaggi, Borghi, Hidden Places Dopo l’Anno di Raffaello, arriva quello di Dante Alighieri: nel 2021 ricorrono i 700 anni dalla morte del poeta, universale quanto Shakespeare. E l’Italia si prepara a un fitto carnet di mostre, eventi. E itinerari che si snodano fra Toscana ed Emilia Romagna, appena glorificati come meta imperdibile del 2021 nella classifica di Best in Travel, Hit Parade dei viaggi compilata ogni anno da Lonely Planet. Le viedidante.it sono l’unica realtà italiana fra le 30 destinazioni segnalate dalla Bibbia dei viaggiatori, come esempio di turismo culturale sostenibile e slow. Vie da percorrere a piedi, in auto, in bici, seguendo il peregrinare del poeta esule, fuggito da Firenze nel 1302, per scampare la condanna a morte proclamata dai Guelfi al potere. Percorsi che coinvolgono sette comuni (Firenze, Scarperia e San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella, Faenza e Ravenna) dove Dante trovò rifugio e scrisse la Divina Commedia tra il 1304 e il 1307. C’è persino un trenino tra il Mugello e Faenza, che attraversa borghi e paesaggi della valle di Lamone e del Mugello, dei boschi casentinesi e dei castagneti di Marradi. Ma le mete delle Vie di Dante non sono le uniche tappe di un viaggio sulle ali della poesia e del poeta: ci sono altri paesaggi, borghi, appuntamenti d’arte, divini quanto la Commedia dantesca.

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Vista sulla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze.

L’imponente Palazzo Vecchio, Firenze.

Vista panoramica sul borgo di Portico di Romagna.

L’antico borgo di San Lorenzo.

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G ra n d i m o s t re : Fo r l ì Dante, la visione dell’arte è la grande esposizione (12/3-4/7) ai Musei San Domenico di Forlì, realizzata con gli Uffizi di Firenze. I pezzi forti? La Cacciata dal Paradiso Terrestre del Pontormo, il disegno di Michelangelo che raffigura un dannato nell’Inferno dantesco, il ritratto di Dante di Andrea del Castagno. E la selezione delle 89 tavole realizzate nel ‘500 da Federico Zuccari per la più imponente edizione della Divina Commedia. Per informarsi: uffizi.it/magazine/dante-la-visione-dell-arte; cultura.comune.forli.fc.it. camminodante.com. La nostra scelta: da non perdere le Collezioni Civiche del ‘900 a Palazzo Romagnoli: la raccolta Verzocchi con opere di De Chirico, Guttuso, Vedova, poi oli e incisioni di Giorgio Morandi al primo piano. Soste ludiche: pranzo nel bistrot ferriementa.it, e gli aperitivi all’osterialeombre.it. Dante: a Forlì fu ospite dei signori ghibellini Ordelaffi e ne parlò nel Canto XVII dell’Inferno, versi 43-45 che si possono leggere in una lapide della bella chiesa romanica di San Mercuriale.

Detour per Beatrice Tanto gentile e tanto onesta pare, la donna mia… Così Dante esalta la sua Beatrice nella Vita Nova. Incontrata a Portico di Romagna, 36 km da Forlì, paesino, quasi un affresco medievale, che si sviluppa su tre livelli e davvero ben tenuto come dimostra il Ponte della Maestà (1328) mai restaurato da allora. Si passeggia fra antichi edifici, compreso Palazzo Portinari (si dice) del padre di Beatrice. A 4 km le Cascate della Brusia. Per informarsi: romagnatoscanaturismo.it/palazzo-portinari; itinerariinromagna.it. La nostra scelta: vecchioconvento.it è ristorante e albergo diffuso con camere negli edifici storici del paese. Cuore di ogni attività: caccia al tartufo, corsi di sommelier, tour fra caseifici, cantine e frantoi. Dante: quanto ha scritto su Beatrice! Nelle Rime, nei versi della Vita Nova, nella Divina Commedia. Nel Canto II dell’Inferno lei scende nel Limbo e prega Virgilio di soccorrere Dante. Poi Purgatorio canti XXX, XXXI, XXXIII, Paradiso, Canto XXXI

I l B o rg o - f i a b a Così Lonely Planet definisce Brisighella, altro gioiello medievale e uno dei Borghi più Belli d’Italia. Tappa di tutti gli itinerari – bici, cammino, treno – delle viedidante.it. Merita per l’Antica via degli Asini, curiosa strada coperta e sopraelevata del XII sec. Per la Pieve romanica di Tho, le opere di Guercino e Palmezzano nella Collegiata e nella Chiesa dell’Osservanza che ospita concerti nel chiostro. Brisighella è vicina al Parco della Vena del Gesso, capolavoro della natura e candidato a Patrimonio Unesco: paesaggi lunari dei calanchi, colline dolci e verdeggianti, profumo di lavanda. E grotte dove stagiona il Formaggio Conciato, una delle tante eccellenze gastronomiche locali, olio Brisighello, vino Albana, carciofo moretto. 53


Affascinante immagine del borgo di Brisighella, una gemma incastonata nel Parco Regionale della Vena del Gesso, tra Firenze e Ravenna. (credits: Fotoamatori brisighellesi).


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Per informarsi: brisighella.org; parks.it/parco.vena.gesso.romagnola con mappa della Ciclovia dei Gessi. Le nostre scelte: terradibrisighella.it, per acquistare l’olio locale (premiato da Gambero Rosso), e altri prodotti del territorio. Per mangiare, ristorante-lagrotta.it, suggestivo fra pareti di gesso. Dante: nel Canto XVII dell’Inferno, Dante condanna il signore del luogo, Maghinardo Pagani da Susinana, Guelfo in Toscana e Ghibellino in Romagna.

L a c a s c a t a d e l l’ I n f e r n o 43 km da Forlì, 23,2 km da Portico sono le coordinate di San Benedetto in Alpe, Borgo Bandiera Arancione sperduto nell’Appennino Tosco Emiliano, eppure famoso grazie a Dante. È la base di una passeggiata nella natura (due ore) fino allo spettacolare balzo di 70 metri della Cascata dell’Acquacheta, descritta nell’Inferno. Il poeta, esule, qui fu ospite del Monastero di San Benedetto che oggi, nonostante il rifacimento settecentesco, mantiene il suo fascino essenziale, soprattutto nella cripta. Per informarsi: acquacheta.org; sanbenedettoinalpe.com La nostra scelta: Fb:bottegasadurano, per provviste di salumi, formaggi, ricotte, carni, tutti bio. Dante: Inferno, Canto XVI, versi 94-105.

I l Pa r m i g i a n o d e l P u rg a t o r i o Dante si arrampicò con fatica in cima alla Pietra di Bismantova, accesso al Purgatorio. Questa rocca naturale di 15 milioni di anni fa è l’Ayers Rock dell’Appennino Reggiano, alta 1041 mt e lunga 1 km. Scenografica, meta di arrampicate e trekking lungo i tanti sentieri, ma si può raggiungere anche con una passeggiata di mezz’ora dal paese di Castelnovo de’ Monti. Meta imperdibile per i paesaggi immutati da secoli, per il Monastero Benedettino del ‘400 (e i suoi affreschi) incastonato nella roccia. E per i caseifici del Parmigiano, il Divino formaggio italiano. Per informarsi: lapietraelabismantova.it La nostra scelta: rifugiodellapietra.it, trattoria all’imbocco del sentiero, prepara cestini da picnic. Cucina tradizionale, pasta fatta in casa e vendita prodotti tipici. Per comprare il Parmigiano: fornacione.it, da 87 anni lo producono con il latte dei casari locali. Altro indirizzo storico: latteriabismantova.it Dante: Paradiso, Canto IV, versi 25-30.

R i s c o p r i re Fa e n z a Perché è piena di tesori, come tutte le piccole città italiane attraversate dalla Storia, sin dal tempo dei Romani. Ed è anche una capitale, della ceramica a livello mondiale. Con le sue botteghe storiche e il Mic (Museo internazionale della Ceramica) che da solo vale una sosta a Faenza, per ammirare capolavori del passato, di oggi, e di grandi artisti come Picasso e Chagall. Una perla (quasi) segreta? Palazzo Milzetti (XVIII sec.), per gli affreschi neoclassici, le stanze ottagonali, la Biblioteca. 56


Lo spettacolo della Cascata Acquacheta.

Interni di Palazzo Milzetti, Faenza.

Sala Rinascimento, Mic, Faenza.

Palazzo dei Vicari, Scarperia.

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Un antico chiostro francescano, Ravenna.

La storica Piazza del Popolo, Faenza.

La celebre tomba di Dante Alighieri, Ravenna.

La Basilica di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, il più grande esempio di basilica paleocristiana.

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Faenza è stazione d’arrivo e partenza del Treno di Dante. Per informarsi: micfaenza.org, per prenotare visite guidate al Museo Internazionale della Ceramiche (Mic). enteceramica.it per consultare la mappa delle botteghe dei ceramisti. Le nostre scelte: ceramicagatti.it, bottega di ceramica storica e famosa, la prima ad aderire al Movimento Futurista e lavorare con i suoi artisti, che ha realizzato pezzi per la Triennale di Milano su disegno di grandi nomi come Giò Ponti. Per mangiare: marianaza.com, trattoria Gambero Rosso e baluardo della tradizione gastronomica. Dante: è passato per Faenza, ha cacciato all’Inferno (canti XXVII e XXXIII) alcuni personaggi della città. E il poeta e padre della lingua italiana ha “studiato” il volgare faentino nella De Vulgari Eloquentia.

G ra n d i m o s t re 2 : R a v e n n a Città dantesca per eccellenza, dove il poeta visse e morì nel settembre 1321, è il cuore di concerti, manifestazioni, incontri letterari. E diverse mostre (alcune già iniziate) che dureranno fino a luglio 2021, e coinvolgono Biblioteca Cassense, Mar, e la Chiesa di San Romualdo dove, (marzo - luglio 2021), l’appuntamento è con Giotto (Polittico dei Badi), e con un capolavoro della pittura medievale, San Francesco riceve le stigmate di Maestro della Croce 434, prestito degli Uffizi. E poi c’è il Sommo Poeta in versione insolita, a volte ironica, al Mar (Museo d’arte Ravenna, marzo-luglio 2121): Un’epopea Pop, ovvero la sua figura interpretata dai manoscritti del Trecento fino alla pubblicità e al cinema. Per informarsi: vivadante.it è il sito che informa su ogni evento, mostra, concerto, itinerario a tema Dante Alighieri a Ravenna. Ed è costantemente aggiornato. Le nostre scelte: botteghe, laboratori del gusto, un ristorante, tutto il meglio della gastronomia emiliana al mercatocopertodiravenna.it. Un indirizzo curioso è cucinadelcondominio.it, locale arredato con mobili e pezzi che ricordano le vecchie cucine di famiglia. Casalingo anche il menu, passatelli in brodo, polpette con carne di bollito. Dante: Inferno Canto V, XXVII. Purgatorio, Canto XIV, XXVIII, XXIX. Paradiso, VI, XIV, XXI, XXII.

R a v e n n a 2 , s e g re t i p o e t i c i Eventi, ma anche grandi restauri dei luoghi legati a Dante, la sua Tomba, e il vicino Quadrarco di Braccioforte, e il Museo Dantesco nel chiostro francescano con percorsi multimediali e opere di Giacomo Manzù. Non è distante la Basilica duecentesca di San Francesco con la suggestiva cripta sotto il livello del mare. È sempre ricoperta d’acqua, ma sono visibili i bellissimi mosaici. La basilica ha una Cappella Musicale con tanto di orchestra, famosa per concerti di musica sacra e barocca, da Monteverdi, a Haendel a Bach. Per informarsi: sui concerti della cappella musicale, mosaicisonori.it, fb: CappellaMusicaleSFrancescoRavenna. Le nostre scelte: davvero da non perdere la visita alla domusdeitappetidipietra.it, mosaici bizantini (V-VI sec.) scoperti per caso nella costruzione di un garage sotterraneo. Il più bello la Danza dei Geni delle Quattro Stagioni. Dante: ha vissuto a Ravenna, ospite del signore della città, Guido Novello da Polenta, dal 1318 al 1321, anno della sua morte. 59



TÊTE-À-TÊTE AVEC 63 FEDERICO RUI I mestieri dell’arte


Federico Rui, fondatore dal 2010 della galleria milanese Federico Rui Arte Contemporanea


A cura di: Martina Torrini

FEDERICO RUI I m e s t i e r i d e l l’ a r t e

Quelle del mercante d’arte e del gallerista sono professioni complesse e dalle mille sfaccettature. Richiedono sensibilità nei confronti dell’opera d’arte, solide capacità organizzative, razionali e logistiche per comprendere le dinamiche della disciplina e renderle avvicinabili da parte del vasto pubblico; necessitano di una particolare abilità nel guidare l’artista nel creare attenzione sulla sua produzione, ma anche di buone doti di comunicazione verso il pubblico, i collezionisti, i critici e la stampa, sapendosi sempre rinnovare e senza dare nulla per scontato, per non dimenticare l’urgenza di conoscere e approfondire le dinamiche del sistema dell’arte, il dibattito artistico, il rapporto fra pubblico e privato. Abbiamo intervistato Federico Rui, fondatore dal 2010 di Federico Rui Arte Contemporanea – galleria milanese specializzata nella promozione di artisti emergenti con una particolare predilezione per la pittura – per saperne di più.

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Esposizione in occasione di ArtVerona.

Una sala della galleria d’arte Federico Rui Arte Contemporanea.

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Come è nata la Sua passione per l’arte contemporanea e come è riuscito a concretizzarla? Difficile dire quando sia nata, probabilmente ho sempre avuto questa passione. Pur non essendo una professione di famiglia, mi ricordo che quando avevo tre o quattro anni mio nonno mi portava alle inaugurazioni di una galleria vicino a casa. E recentemente ho ritrovato una serie di cataloghi con le dediche “al più piccolo visitatore”. Esiste poi un momento in cui realizzi che la tua passione può diventare un lavoro. Questo è accaduto nella metà degli anni Novanta. Ho iniziato a lavorare in una galleria milanese, per apprendere la professione sul campo, poi ho fatto diverse esperienze, in una casa editrice specializzata in arte e all’Accademia di Brera, finché, quando avevo ventisette anni ho aperto la mia prima galleria in via Solferino.

Come si diventa mercante d’arte o gallerista? Bisogna innanzitutto fare una distinzione tra mercante e gallerista. Semplificando, il mercante lavora sulle opere mentre il gallerista lavora con e per gli artisti, e come conseguenza sulle opere. Io mi sento di appartenere di più alla categoria dei galleristi. Non esiste un percorso di studi, perché le competenze che bisogna avere sono a trecentosessanta gradi. Certo, bisogna conoscere perfettamente il proprio “prodotto”: una delle caratteristiche fondamentali che lo differenzia da qualsiasi altro mercato è che non siamo in presenza di una produzione in serie, ma di singoli pezzi unici, che hanno una produzione quantitativamente limitata. Bisogna studiare la storia dell’arte, e per chi si occupa di moderno e contemporaneo vuol dire sapere cosa è successo in campo artistico anche negli anni Novanta o Duemila (e questo non si trova sui libri). Bisogna avere competenze negli aspetti commerciali, legali, economici, essere aggiornati sugli aspetti burocratici e fiscali, essere di fatto un imprenditore. Ma non basta. Bisogna saper usare chiodi e martello, saper imballare un’opera per la spedizione, organizzare una mostra o una fiera, occuparsi di una pubblicazione. Senza dimenticare la scelta e il rapporto con gli artisti, che rimane l’aspetto fondamentale dell’attività. Sono quindi tutta una serie di competenze che si possono solo imparare sul campo.

Qual è stato il momento più importante della Sua carriera? L’apertura della prima galleria è senz’altro un momento che non si dimentica. Dopo un anno di ricerche ero riuscito a trovare uno spazio che potesse andare bene (anche economicamente visto che ero molto giovane). La sera prima dell’inaugurazione avevo invitato quattro amici con la scusa di una birra, in realtà li dovevo convincere a imbiancare le pareti! Siamo andati avanti a lavorare tutta notte... Ma ogni mostra, ogni nuova opera, ogni 65


confronto con gli artisti, ogni nuovo cliente è un piccolo tassello importante e fondamentale per costruire il progetto di una galleria.

A quale artista tra quelli che ha presentato nella Sua galleria è maggiormente affezionato e perché? Ho lavorato e lavoro solo con artisti che stimo e rispetto, quindi non posso fare una classifica. Con tutti cerco di instaurare un rapporto per il lungo periodo, e si diventa compagni di un percorso fatto insieme. Se devo scegliere un nome, penso a chi non c’è più: sono stato l’unico gallerista a organizzare una mostra per celebrare il centenario della nascita di Aligi Sassu, grande artista conosciuto purtroppo più per il suo lato commerciale che per i grandi lavori degli anni Trenta e Quaranta.

Cosa deve sapere una persona che vuole avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea come spettatore senza aver intrapreso uno specifico corso di studi? Deve avere la consapevolezza di essere libero. L’arte deve suscitare emozioni e, con una parola che può sembrare banale, deve piacere. Deve ragionare di pancia, e non con il cervello degli altri. Jean Baudrillard, in un suo testo fondamentale (“Il complotto dell’arte”) dice che “l’arte contemporanea si avvale dell’impossibilità di un giudizio estetico fondato, e specula sul senso di colpa di quanti non capiscono niente di ciò che essa produce, e non hanno capito che non c’era niente da capire”. Non bisogna essere schiavi delle mode e tantomeno degli aspetti finanziari. Bisogna formarsi un proprio gusto. Si parla molto spesso del mercato dell’arte come bene rifugio, e questo può essere vero, ma allora meglio affidarsi a consulenti esperti. L’unico consiglio che posso dare è di rivolgersi a professionisti seri.

Qual è secondo Lei il ruolo dell’arte oggi? Le opere d’arte possono contribuire a un miglioramento della società? Anche se l’arte non può essere definita un bisogno primario è dall’alba dei tempi che accompagna la vita dell’uomo. È quindi innegabile che abbia un ruolo fondamentale nella crescita e nell’evoluzione di una società. È testimonianza delle diverse epoche storiche, ma svolge anche un ruolo di riflessione e anticipazione del pensiero futuro. Molti più aspetti di quanti ce ne rendiamo conto tendono all’arte, sia come valore estetico che come sinonimo di qualità: il design, la moda e persino il cibo cercano di avvicinarsi sempre di più al concetto di arte.

Quale direzione pensa che il mercato dell’arte possa oggi adottare nel panorama italiano? Abbiamo grandi artisti, ma non abbiamo le strutture per mantenerli e promuoverli. Si pensi che i musei di arte contemporanea in Italia si possono contare sulle dita di una mano. 66


ALFIO GIURATO TIME, 2020, OLIO SU TELA, CM 125X185

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Esposizione in occasione di ArtVerona.

Esposizione in occasione di GrandArt, Milano.

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Siamo penalizzati da una burocrazia e un fisco che non solo non agevolano gli scambi, ma anzi li rendono sempre più difficili. La legge attualmente in vigore sull’esportazione delle opere d’arte risale al fascismo (e per farla breve, prevede in ogni caso un passaggio in soprintendenza che nell’iter più breve richiede una settimana di tempo). Bisogna cambiare mentalità, da un atteggiamento che rischia di bollare l’arte come status symbol, a considerarla bene essenziale per lo sviluppo di una società.

Qual è il Paese dove l’arte ricopre una funzione sociale più rilevante? E qual è lo Stato dove nascono più artisti? In Italia possiamo ritenerci fortunati perché abbiamo la massima libertà di espressione. E, per quanto poco riconosciuto, abbiamo sicuramente un numero molto importante di artisti. Non siamo però accompagnati da un’adeguata valorizzazione. Noi italiani siamo scarsamente inclini al concetto di bene comune, e molto spesso si sente parlare di arte come costo. Probabilmente è vero, ma al pari dell’educazione e della ricerca è un bene collettivo e sociale e come tale dovrebbe essere sostenuto. Vi sono Paesi che incentivano le donazioni ai musei, che permettono la deducibilità fiscale degli acquisti, che sostengono l’arte contemporanea attraverso la formazione di collezioni pubbliche. Purtroppo non l’Italia, che è in balia della conservazione piuttosto che continuare a costruire una propria identità. All’ingresso della Pinacoteca di Brera campeggiano queste parole di Franco Russoli, direttore del Museo dal 1957 al 1977: “Si cerchi di far intervenire il Museo in tutte le attività culturali dell’ambiente in cui funziona: non come sede di contemplazione o studio della tradizione, ma come luogo in cui si costruisce e si vive lo sviluppo della realtà contemporanea. Non occupazione per il tempo libero, bensì per il tempo impegnato”.

Quali sono i Suoi progetti futuri? In attesa di poter riaprire la galleria, chiusa a seguito delle ultime disposizioni di legge per contrastare la pandemia, sto sviluppando la mia attività on line. “Waw! 1/work 1/ artist 1/week” è una mostra in fieri nata lo scorso 6 ottobre in cui ogni martedì viene svelata un’opera di un artista per una settimana, e che andrà avanti sicuramente fino a Natale. Anche le fiere, che hanno sempre più importanza nel mercato dell’arte, hanno subito un arresto, ma si sono organizzate per essere fruibili on line. Partecipo così a WopArt Lugano, dedicata ai lavori su carta e visitabile dal 27 novembre al 27 dicembre, e ad ArtVerona, fiera a cui partecipo da ormai quindici anni e che quest’anno si dividerà in due momenti (dal 4 al 14 dicembre con le migliori proposte, e dal 15 dicembre al 10 gennaio con un focus su un unico artista). Oltre all’attività “espositiva”, ho colto l’occasione già dal primo lockdown per iniziare un progetto che avevo nel cassetto da un paio di anni e che conto di ultimare per l’estate del 2021: sto scrivendo un libro sugli ultimi venticinque anni di arte in Italia. 69


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LIFESTYLE 74 LA STORIA DEL GIN Dagli inizi alle migliori selezioni


Testo di: Mattia Mottarella

LA STORIA DEL GIN Dagli inizi alle migliori selezioni

IL DISTILLATO Tra i distillati più amati e bevuti degli ultimi anni troviamo sicuramente il gin; prodotto di origine anglosassone, ha conquistato il mondo intero e viene prodotto in tutti i continenti, seguendo metodologie diverse ed utilizzando un’infinità di spezie e botaniche differenti. L’unica costante che uniforma le diverse bottiglie è la presenza di bacche di ginepro, che danno anche il nome stesso al distillato. Qual è la sua origine? È sempre stato sinonimo del buon bere, o si è guadagnato il suo ruolo premium strada facendo?

LE ORIGINI La ricetta nasce dalla variazione di un alcolico più antico, il Jenevier, distillato sempre a base di ginepro ma originario dei Paesi Bassi. La ricetta alla base è la stessa, cereali e ginepro, ma la preparazione porta ad un prodotto maggiormente balsamico, rispetto al più rifinito gin inglese. Come tante altre bevande alcoliche, l’idea iniziale del suo ideatore, Sylvius Franciscus, era quella di creare un rimedio medico per curare la febbre ai soldati olandesi nelle Indie orientali. La bevanda arriva in Inghilterra proprio dall’Olanda, per mezzo di Guglielmo d’Orange, durante il XIII secolo. È proprio nel medioevo che 74


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Dalla preparazione semplice ma allo stesso tempo sofisticata, il Gin & Tonic è uno dei cocktail a base di gin più noti ed apprezzati al mondo.


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nasce anche il progenitore del nostro Gin & Tonic: il sapore del distillato, infatti, compensava efficacemente il sapore amaro del chinino contenuto nell’antimalarico che veniva dato ai coloni, ora presente proprio nell’acqua tonica. A spingere ulteriormente il consumo di gin furono una serie di scelte politiche: nel corso del XVIII secolo, l’astio tra inglesi e francesi portò il governo dell’isola anglosassone a ridurre fortemente le tasse sulla produzione di alcolici, liberalizzando le licenze, per contrastare la distribuzione del prodotto di punta della distillazione francese, il brandy. Questo ha contribuito all’esplosione di una vera e propria gin-mania. Le quantità non erano un problema, visto che si poteva usare lo stesso malto coltivato per la creazione di birra. Il gin era diventato una bevanda comune ed era inserito pure come compenso ai lavoratori. Dal 1700, il consumo di gin non è mai sceso, nonostante i forti tentativi di ridurre il suo consumo da parte del governo inglese. Per diventare una vera e propria icona, però, il gin ha impiegato parecchi anni. Fino agli ultimi anni del Novecento i bevitori più appassionati gli preferivano prodotti con più blasone. È stata l’esplosione dei micro-distillatori a lanciare definitivamente il trend, grazie alle creazioni di tipologie sempre diverse, quasi sartoriali, per ogni palato.

LE SELEZIONI DI GIN Quando parliamo di gin oggi ci troviamo di fronte ad un universo di diverse produzioni, botaniche, spezie, sapori e profumi, oltre che diverse tipologie di produzione. Destreggiarsi è diventato difficile anche per gli esperti. In aiuto, arrivano servizi come The Gin Way che ogni mese seleziona il meglio dei premium Italian gin e lo spedisce direttamente a casa tua in una box tutta da scoprire, comprensiva di tonica in abbinamento, snack e gadget. Gustare un Gin & Tonic a casa diventa così un’esperienza pronta all’uso ed esclusiva, impostata su prodotti non commerciali e comuni ma abilmente selezionati da altri appassionati del distillato. La box The Gin Way non è solo un servizio a sottoscrizione per palati curiosi, ma anche un servizio che permette di essere regalato ad altri appassionati. 79



LE GOURMAND 83 FORMAGGI D’ITALIA 5 tipologie che forse non conoscete


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Testo di: Michele Abate

FORMAGGI D’ITALIA 5 tipologie che forse non conoscete

Dei mille formaggi che abitano la nostra penisola sono state proposte infinite classifiche, sono state fatte guide e manuali di degustazioni, sono stati classificati e per ognuno è stata creata una denominazione di origine in modo da difenderne le peculiarità. Ma la produzione casearia italiana non si ferma e non si è mai data dei limiti. Se abbiamo avuto delle convinzioni basate su studi e viaggi dopo poco tempo ecco arditi produttori che subito ribaltano la scena andando a produrre in regioni impensabili quello che era di casa in altre. Per cui non valgono più le classiche distinzioni tra formaggi legate alle regioni, alle loro caratteristiche fisiche e d i c onseguenza a ll’allevamento d el b estiame c he f ornisce l a m ateria p rima per realizzarlo, il latte. Lo schema classico prevedeva i bovini in val Padana, le capre nelle zone montane e le pecore in Sardegna, Abruzzo e Basilicata…ah! E le bufale disseminate tra l’Agro Pontino e la Campania. Uno schema tradizionale con regole e prodotti ben fissati nella memoria gastronomica di tutti noi… ecco è arrivato il momento di dare un’immagine diversa della mappa dei formaggi italiani andando a scoprire i 5 formaggi che ad oggi ribaltano il panorama e che sorprendono per la loro qualità.

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Diverse tipologie di formaggio.

La ricotta, uno dei formaggi più conosciuti e apprezzati in Italia

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Erborinato di bufala della bergamasca Se dovessimo raccontare di un formaggio erborinato prodotto nelle sue zone d’eccellenza ma con un latte di pura bufala al 100% di primo acchito si potrebbe rimanere sorpresi, ma se lo dovessimo vedere dal vivo e addirittura assaggiare ci sarebbe da restare sbalorditi. E così probabilmente è stato quando tra i migliori erborinati del mondo si è visto spuntare l’erborinato di bufala.. L’azienda agricola Gritti, insediata in un antico cascinale e sui fondi circostanti che si estendono sino ai confini del Parco del Serio nel territorio di Cologno al Serio, coltiva il foraggio per un tipo di allevamento insolito per queste zone, le bufale. Qui il latte utilizzato per la produzione dei prodotti caseari proviene esclusivamente dalle bufale mediterranee, allevate in una stalla completamente aperta, in linea con i più aggiornati dettami sul benessere animale. Certamente l’azienda non intende porsi in concorrenza con i produttori del centro-sud d’Italia, ma trasferire le nozioni e le capacità dei produttori del nord con il latte di bufala ha permesso di raggiungere ottimi risultati in generale e in particolare di toccare l’apice con il formaggio erborinato. Sì perché per i cultori degli erborinati questo formaggio, che parte dall’idea del gorgonzola naturale, si sposta verso gli erborinati d’oltralpe sino a raggiungere quelli d’oltremanica con in più il gusto dolce dato dal latte di bufala. Il formaggio, a pasta cruda, è di forma squadrata dalla crosta asciutta e rugosa di colore grigio ambrato. Presenta una pasta da cremosa a friabile di colore panna chiaro percorsa da venature blu. Il profumo presenta uno spunto lattico acido. Il sapore è distinto, mediamente intenso.

Nasce dallo yogurt un formaggio d’eccellenza Un altro prodotto “stupefacente”, unico nel suo genere, già da come si presenta, con la sua forma stretta e allungata a ricordare un grande grissino, è il Sorjat, che prende il suo nome dall’espressione bergamasca “ghe so riatt”..ce l’ho fatta! La difficoltà casearia è tutta nella tecnica, una lavorazione lattica, a crosta naturale, la cui fermentazione viene avviata con l’innesto di yogurt sempre prodotto in caseificio. Invece la forma gli viene conferita manualmente, nella fase finale di lavorazione. Lo yogurt invece conferisce una consistenza esternamente compatta, ma pronta a sorprendere con una cremosità commovente e un sentore in cui note acidule solleticano e completano i richiami erbacei del latte di capra. Prodotto dal caseificio Lavialattea che dal 1997 comincia l’avventura della produzione di formaggio di capra utilizzando il latte dei capi del proprio allevamento optando per una trasformazione a latte crudo e puntando verso una produzione di alta qualità e di nicchia. Negli anni l’azienda si trasforma da azienda agricola ad artigianale, alla base c’è la voglia di sperimentare nuovi abbinamenti e intuizioni: così nascono prodotti pensati per ristoranti e locali, che puntano a stupire la loro clientela per l’alta qualità e gli abbinamenti inconsueti. 85


A latte d’asina Un prodotto che ha rappresentato una vera e propria novità nel panorama caseario italiano è stato presentato per la prima volta a Milano Expo 2015, per l’occasione fu soprannominato Asinino Reggiano a motivo della tipologia di formaggio, e del luogo di produzione. Si tratta del primo formaggio prodotto con solo latte d’asina, la sua diversa composizione in caseina rendeva inefficiente l’azione dei cagli convenzionali animali o vegetali, qui la difficoltà si trovava nel fatto che per riuscire a formare la cagliata non era sufficiente utilizzare i soliti sistemi, ma si è dovuto ricorrere al caglio di cammello. La scoperta pare in realtà fosse già stata fatta in Serbia, ma la presentazione milanese ha costituito un unicum nel panorama caseario. Il suo colore è bianco avorio, la pasta ha una consistenza semi tenera, la sua forma è cilindrica. Ha un sapore e un aroma delicato e fragrante di orzo, cocco, mandorla e nocciola e un retrogusto gusto di “selvatico”.

Il brüs La necessità di amplificare i sapori di formaggi semplici ottenendo gusti diversi da un medesimo prodotto è alla base di curiose lavorazioni operate da paste casearie, dagli scarti o dai sottoprodotti in Piemonte sono nati numerosi formaggi uno di questi è il Brüs. Il Brüs è un formaggio rifermentato per il quale vengono utilizzati altri formaggi. È un formaggio che a seconda delle lavorazioni può essere spalmabile o friabile, con un forte odore, dal sapore deciso e molto piccante. Questo prodotto nasce dalla fermentazione di piccole porzioni di formaggio alle quali viene aggiunta una piccola quantità di grappa o di vino bianco, che permette di insaporire il formaggio ma anche di ottenere un’aromatica crema omogenea. L’origine del nome richiama il ca-ratteristico sapore forte aromatico e piccante, “brusc” quindi aspro. La preparazione del Brüs ha alla base antiche credenze popolari e i consigli in questo caso si sprecano: mai prepararlo durante la luna calante, mai girare la crema in senso antiorario e tante altre credenze che però oggi fanno parte integrante delle regole per la preparazione del Brüs. Occorre tagliare tre pezzi di una robiola fresca, introdurla in un coccio con del vino bianco secco e farlo riposare al buio dopo aver sigillato il contenitore. Ogni nove giorni bisogna rimestare tutto e aggiungere robiola e vino, finché dopo un mese si aggiunge la grappa si fa un ultimo rimestamento e si fa riposare per gli ultimi 15 giorni, trascorsi i quali il Brüs sarà “pi fort che l’amur” come sostiene un vecchio detto.

Pecorino stagionato Niente aromatizzazioni né affinamenti: un semplice pecorino, verrebbe da dire. In questo caso siamo a Vejano, nel viterbese, a 10 chilometri dal lago di Bracciano. Produzione e trasformazione biologica, con un allevamento di 700 pecore, in prevalenza sarde. La lavorazione è a latte crudo 86


Asinino reggiano, prodotto solo con latte d’asina.

Formaggio blu.

Brüs, formaggio rifermentato.

Diverse tipologie di formaggio.

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e si sente: un pecorino che ha carattere e dolcezza. Sembra un ossimoro ma assaggiare lo stagionato di oltre 24 mesi scioglie ogni dubbio: giallo intenso che sconfina nell’ocra, note erbacee e pungenti già al naso, che confermano un bel carattere anche al palato. Note accese, piccanti ed aromatiche completano il quadro. Bilanciate da una dolcezza trattata sapientemente e che rimane sottotraccia. Una volta preparate le forme vengono fatte sgrondare e sottoposte alla salagione, una tecnica ancora artigianale in ambienti areati un tempo detti “caciare”. Questa fase dura all’incirca tre mesi durante i quali le forme vengono rivoltate e trattate manualmente. Dopo cinque mesi il pecorino potrebbe essere consumato ma col protrarsi della stagionatura si riescono a raggiungere livelli di vera eccellenza.

Gregge di pecore al pascolo.

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NATURA 93 COLLIO GORIZIANO Atmosfere di confine

97 GLAMPING Dove il lusso incontra la natura

109 THE NGALA TREEHOUSE EXPERIENCE Un romantico soggiorno nella natura africana

113 SAL SALIS NINGALOO REEF Australia autentica


Scorcio panoramico tra i vigneti del Castello di Spessa, struttura dallo charme d’altri tempi con un’antica cantina del XVI secolo.


Testo di: Martina Torrini

COLLIO GORIZIANO Atmosfere di confine

Lungo il confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, tra i corsi dei fiumi Isonzo e Judrio, si estende una striscia di terra suggestiva e affascinante, dove la natura si sviluppa rigogliosa e dove l’enogastronomia è un vero e proprio motivo di orgoglio: il Collio Goriziano. Qui si producono infatti alcuni tra i migliori vini della regione, come il ribolla gialla, il pinot grigio, il sauvignon, il picolit e il friulano – tra i bianchi che danno lustro all’Italia in tutto il mondo – ma anche rossi come il pignolo, il refosco dal peduncolo rosso e lo schippettino, dai sentori speziati e pepati. Per conoscere il Collio è necessario partire dalla storia e dalla produzione dei suoi vini: a Capriva del Friuli, uno dei più rinomati centri della zona, si trova il Castello di Spessa, un hotel dallo charme d’altri tempi, dotato di un rinomato ristorante e di un immenso campo da golf, oltre che di una ricca cantina visitabile del XVI secolo, dove si possono degustare e acquistare i migliori vini bianchi e rossi che la regione ha da offrire.

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Altra pietra miliare dell’enologia friulana è Casa Felluga, che comprende due etichette di pregio di proprietà dell’omonima famiglia: viticultori in queste terre dall’Ottocento, i Felluga hanno tramandato la tradizione familiare di padre in figlio per cinque generazioni, continuando contemporaneamente a innovarsi e migliorarsi, tanto che, proprio grazie a loro, il Collio è stata una delle prime zone d’Italia a ottenere la Denominazione di Origine Controllata nel 1964. Anche la gastronomia friulana non ha nulla da invidiare a quella del resto della penisola. Uno dei piatti più conosciuti della tradizione regionale è il frico, un formaggio cotto in padella con burro e quindi di fatto fritto, che si può preparare anche con le patate; un’altra specialità è la pitina, un insaccato presidio Slowfood morbido e speziato, un tempo realizzato con carne di camoscio, sostituita oggi con quella di capra o di pecora.



Perfetto connubio tra glamourous e camping, il glamping è una tipologia di vacanza diversa dal solito, dove a un intimo contatto con la natura si uniscono i comfort degli hotel più lussuosi.


Testo di: Martina Torrini

GLAMPING Dove il lusso incontra la natura

Dopo un lungo periodo passato in città, tra il lavoro e la vita quotidiana, per quanto rallentata in questo periodo, a volte si sente la necessità di concedersi una pausa di relax a contatto con la natura. E come riscoprire quel legame originario senza però rinunciare ai migliori comfort ai quali ormai noi tutti siamo abituati? Il glamping, perfetto connubio fra i termini glamourous e camping, è la soluzione ideale per unire queste due realtà: si tratta di una tipologia di vacanza diversa dal solito, dove alla semplicità di un contatto diretto con la natura si uniscono le comodità a cui si è costretti a rinunciare in un campeggio tradizionale, ma anche diversi servizi tipici dei migliori hotel.

I campeggi di lusso sono tipicamente situati in luoghi dal fascino innegabile – a pochi passi dal mare, nel profondo della foresta, in riva al lago o nell’aperta campagna – e sono in grado di esaudire i desideri e le necessità di qualsiasi tipologia di viaggiatore, dagli amanti dell’eleganza a chi si accontenta dell’essenziale.

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Gli interni di una tenda ai Canonici di San Marco, dove è possibile vivere un’esperienza in grado di combinare natura e cultura.



I curati interni del glamping Canonici di San Marco.

Dettagli ristorante con vista, Vedetta Lodges.

Dettagli della struttura, Canonici di San Marco.

Gli arredi boho-chic di Areias do Seixo.

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IL GLAMPING È ORMAI UN MUST ED È STATO DECLINATO SOTTO FORME MOLTO DIVERSE, MA SEMPRE ACCOMUNATE DA UNA FORTE ATTENZIONE AL TEMA DEL RISPETTO DELLA NATURA Da insolite location in Italia – da cui è possibile partire alla scoperta di città e zone di campagna – ad esclusive strutture a impatto zero sull’ambiente in Svezia – da dove si ha l’opportunità di ammirare l’incredibile spettacolo dell’aurora boreale e del sole di mezzanotte – passando per rifugi nella natura in Portogallo e in Galles – adatti a ristabilire un contatto e a ritrovare l’equilibrio originario fra uomo e natura, in una cornice da sogno e circondati da dettagli di stile ed estremo comfort. Italia

Canonici di San Marco Situata nella località di Mirano, questa struttura offre un’occasione irripetibile per vivere Venezia in un modo nuovo e unico nel suo genere, lontano dalle folle di turisti e sullo sfondo della campagna lagunare veneta. Un’esperienza magica fra natura e cultura in un’autentica tenuta italiana, inserita in un paesaggio lussureggiante fra la laguna di Venezia e il fiume Brenta. Italia

Vedetta Lodges Un glamping a cinque stelle completamente immerso in un fitto uliveto circondato dai boschi, dotato di splendide tende arredate con gusto e affacciate sull’azzurro del mare toscano. Nel cuore della Maremma, all’interno del Parco Archeominerario delle Colline Metallifere – Patrimonio UNESCO – la struttura unisce la filosofia del relais a quella del campeggio. Portogallo

Areias do Seixo Una struttura magica inserita in una scenografia da sogno, un rifugio e un paradiso naturale a meno di un’ora da Lisbona. Un luogo speciale in completo equilibrio con la natura, dove gli alberi, le dune e l’oceano sono pronti a rivelare tutti i loro segreti e dove l’originalità, l’estremo comfort e uno stile unico sono in perfetto accordo con il paesaggio circostante. 101


Una suggestiva immagine di Arctic Bath, glamping svedese immerso nella natura e nella cultura nordica, con un impatto minimo sull’ambiente.



Svezia

Arctic Bath Un’oasi di benessere e design nel cuore della Lapponia svedese, da dove è possibile ammirare l’incredibile spettacolo dell’aurora boreale in inverno e lo stupefacente fenomeno del sole di mezzanotte in estate. Arctic Bath offre un’esperienza unica in grado di permettere agli ospiti di immergersi nella natura e nella cultura nordica con un impatto minimo sull’ambiente. Galles

Fforest Farm Concepito come un luogo di pace e tranquillità, Fforest Farm si trova appena fuori la cittadina di Cardigan, su un terreno di più di 80 ettari che confina con una riserva naturale e con il fiume Teifi. Gli alloggi sono stati edificati utilizzando materiali e tessuti naturali, con l’obiettivo di permettere agli ospiti di disconnettersi dalla vita quotidiana per riconnettersi con un equilibrio originario. Giappone

Hoshinoya Fuji Una struttura esclusiva ed estremamente raffinata, inserita nel magico contesto di una foresta di pini che si affaccia sul suggestivo Lago Kawaguchi, a breve distanza dall’imponente Monte Fuji. Nel bosco sorgono bungalow minimal all’esterno ma dotati di tutti i migliori comfort all’interno, in grado di garantire una totale immersione nella splendida natura giapponese senza rinunciare alle comodità più sofisticate.

I suggestivi ambienti esterni di Hoshinoya Fuji

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Una sorprendente esperienza rigenerante

Gli eleganti interni minimal di Arctic Bath

La spettacolare vista panoramica di Hoshinoya Fuji

Gli accoglienti interni di Fforest Farm.

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Le caratteristiche strutture di Hoshinoya Fuji, in grado di garantire una totale immersione nella splendida natura giapponese senza rinunciare alle comodità più sofisticate.



Una caratteristica Treehouse composta da una struttura in legno di quattro livelli, adatta a chi sogna un’immersione nella natura con stile e sicurezza.


Testo di: Martina Torrini

THE NGALA TREEHOUSE EXPERIENCE Un romantico soggiorno nella natura africana Decidere di organizzare un soggiorno nella natura spesso significa mettere alla prova il proprio spirito di adattamento, imparando ad adeguarsi a condizioni di vita più spartane e a sistemazioni più semplici ed essenziali, ben lontane dal lusso e dallo sfarzo degli hotel più eleganti. Per chi desidera ritrovare un intimo contatto con la natura o scoprire un territorio inesplorato senza però rinunciare al comfort, esiste tuttavia un rifugio speciale, dove è possibile vivere un’esperienza di totale immersione in una foresta africana in completa riservatezza. Nulla è paragonabile all’emozione di dormire sotto il cielo stellato africano, nel bel mezzo della natura incontaminata, e di lasciarsi contagiare dal “Mal d’Africa”, respirando le sue atmosfere suggestive, ammirando la vastità dei suoi paesaggi e l’incredibile fauna autoctona. Nella concessione privata di Ngala, all’interno del Kruger National Park, si trova una caratteristica Treehouse, composta da una struttura in legno di quattro livelli, curata nei minimi dettagli, adatta a chi sogna un’immersione con stile e sicurezza nella natura, dove flora e fauna sono i protagonisti.

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Da questa location è possibile vivere un’autentica esperienza, ben lontani da alcuni servizi come il Wi – Fi e la luce artificiale, ma coccolati da altri comfort, come un morbido letto king size, l’acqua calda e bagno. La Treehouse presenta una terrazza all’aperto, dove è possibile rilassarsi al sole o all’ombra di una copertura scorrevole e organizzare pic nic, pranzi e cene sotto le stelle, per un’esperienza di lusso rintracciabile nelle piccole cose e per un intimo contatto con la natura circostante. Non solo natura ma anche esclusività: la Treehouse si trova in uno dei territori più affascinanti del continente africano, a soli 5 km dal raffinato lodge e campo tendato fisso di &BEYOND e al confine con il Parco Nazionale Kruger, dimora dei cosiddetti “Big Five” – leone, leopardo, elefante africano, bufalo nero e rinoceronte – ma anche di innumerevoli altri mammiferi.


Un campo tendato raffinato, esclusivo ed eco – friendly, dove è possibile vivere emozioni uniche e sperimentare il meglio del relax fra terra e mare.


Testo di: Martina Torrini

SAL SALIS NINGALOO REEF Australia autentica

In un angolo remoto dell’Australia occidentale, sulla costa di Ningaloo, con la sua barriera corallina Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2011, sorge un campo tendato raffinato, esclusivo ed eco – friendly, dove è possibile vivere emozioni uniche e sperimentare il meglio del relax fra terra e mare. Situato fra le dune del Cape Range National Park e affacciato sull’Oceano Indiano, il complesso di Sal Salis Ningaloo Reef presenta quindici tende di lusso perfettamente integrate nel territorio, costruite nel rispetto dell’ambiente e del ricco ecosistema della zona. Svegliarsi con il canto degli uccelli e addormentarsi grazie al sottofondo delle onde del mare, sotto un tappeto di stelle, sono solo alcune delle esperienze da vivere qui: rilassatevi su un’amaca e osservate l’incredibile spettacolo del tramonto, godetevi il dolce far niente sulla spiaggia, esplorate l’Oceano a bordo di una tavola da paddle board, scoprite la suggestiva barriera corallina di Ningaloo – con più di 500 specie di pesci variopinti e 250 specie di corallo – o nuotate con gli imponenti squali balena. Per chi desidera conoscere anche l’Australia più autentica, con i suoi panorami unici e la sua natura peculiare, è possibile partire per escursioni fra gli aspri paesaggi nel Cape Range National Park e incontrare da vicino alcune delle specie di animali più emblematiche del continente, dalle diverse famiglie di canguri ai varani, dalle echidne a più di cento diverse varietà di uccelli.

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La meravigliosa barriera corallina di Sal Salis Ningaloo Reef, Petrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2011.



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When it’s about italian style, porcelain is fine. Come Italiani, progettiamo tazzine da caffè per valorizzarne aroma, gusto e piacevolezza. Come produttori internazionali, ci avvaliamo delle più moderne tecniche di produzione e delle migliori materie prime per realizzare articoli in porcellana capaci di offrire caratteristiche uniche per cura del dettaglio, preziosità, resistenza e qualità. Dal 1992 siamo il partner di grandi marchi e realtà specialty con oltre 8 milioni di pezzi annui prodotti, in molteplici forme, colori, design e caratteristiche. Per offrire ad ogni interlocutore il perfetto mix di stile Italiano e fine porcellana della tradizione Cinese, capace di fornire ad ogni torrefattore o specialty coffee la migliore espressione della propria identità. Club House: designed in Italy, made in China. Club House S.r.l. via Padana Superiore, 63 - 25045 Castegnato (BS) Italy tel. +39 030 214 0217 www.clubhouse.ch

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