TRAVELISTA EPICUREO
LIFESTYLE
VIAGGI
Epicureo / epiku’r o/ s. m. [dal lat. Epicureus, gr. Epikoúreios] chi si dedica solo al godimento della vita.
Lifestyle <làifstail> s.m. ingl., genere che mette in scena la vita quotidiana intesa come insieme di usi, costumi, gusti.
Vïàggio s.m. [lat. viatĭcum]. L’andare da un luogo ad altro luogo, per lo più distante per piacere.
EUR 15 | AED 60 | CHF 15 | HKD 120 | JPY 1800 | USD 17 | ZAR 275
anno 0 numero#0 | summer edition
MMXX | 5780
BUONGIORNO ITALIA Abbiamo vissuto mesi difficili, indistintamente, dove il mondo è precipitato in un battito di ciglia; semplici gesti di quotidianità sono stati stravolti, e con essi alcune certezze. La resilienza del genere umano è strabiliante: nel medesimo istante del cambiamento stavamo già rimodulando legami affettivi ed interpersonali per proseguire la socialità. Una socialità esternamente mutata, ma poco alterata nella sostanza. Torneremo alla vita di prima? Molti scienziati lo escludono, a noi non è dato sapere, ma una certezza accomuna posizioni antitetiche: il genere umano non ha perso la sua voglia di scoprire, sperimentare, sognare. Un viaggio incarna queste esigenze, anch’esse alterate, ma non dissimili. Viaggiare rispecchierà questa nuova condizione di socialità ed includerà rinnovati componenti antropologici, fondamentali per locupletare la società di contenuti contemporanei. La consapevolezza del presente, la cosiddetta mindfulness, sarà il pilastro della progettualità: il viaggiatore di oggi sarà presente in ogni attimo dell’itinerario per poter metabolizzare la realtà circostante e la sua étiquette. Lasciare traccia del proprio passaggio, sarà una nuova componente indissolubile. L’esploratore di oggi donerà parte di sé in ogni viaggio: non sarà più “cosa mi porto a casa”, ma “cosa lascio dietro di me”; l’interazione non sarà univoca, ma polisèmica. Un viaggio sarà lento, a dispetto della temporalità e della destinazione. L’odierno Ulisse utilizzerà il Tempo per approfondire se stesso in quella dimensione, acquisire prospettive inedite ed incorporarle nel proprio set di valori. Questo numero zero, è un assaggio di quello che verrà, una continua alterazione di stili di vita che cercano una loro dimensione: fluida, così da rispecchiare i nuovi flussi comportamentali. Buona lettura, Ico Inanc, Editore
53 MARATEA SVELATA
URBAN
La perla del Tirreno
11 LECCE DI DESIGN
La Puglia che non ti aspetti
MONTAGNA
21 SALERNO
59 PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Mezzaluna crescente
A tu per tu con la Natura
63 ALTA BADIA
NAUTICA
Cultura ladina e montagne Patrimonio dell’UNESCO
29 UNA LEGGENDA IN CONTINUA EVOLUZIONE
COLLINA
Riva: dalle origini alle ultime novità
69 TODI INCANTATA
MARE
Un borgo medievale e autentico
37 SARDEGNA
73 SLOW MAREMMA
Non solo costa Smeralda
Il volto placido della Toscana
43 MARE NOSTRUM
7 isole lontane da occhi indiscreti
ARCHITETTURA
49 ISOLA CAPO RIZZUTO
81 DIMORE STORICHE
Fascino selvaggio
Arte e ospitalità
4
11
59 69 29
43
81 5
CREDITS Editore Ico Inanc
ico.inanc@travelista.it
Redattori Martina Torrini
social@travelista.it
Editorialisti Mariella Grossi e Piero Moschetta Art Director & Graphic Design Luca Mantovanelli
luca@enfantprodige.net
Advertising & Marketing Director Giovanni Pisani
giovanni.pisani@travelista.it
Digital www.travelista.it Digital Content Editor Martina Torrini
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Digital Strategy Director Giovanni Pisani
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Ringraziamenti Stefania Fumagalli, Tiziana Lorillo e Flavia Sbrojvacca Alcune delle immagini presenti nel magazine provengono da siti internet e sono contrassegnate come libere dai diritti di utilizzo; qualora violassero il diritto d’autore si prega di contattare marketing@ilviaggio.biz per farle rimuovere o segnalarne l’attribuzione.
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URBAN 11 LECCE DI DESIGN La Puglia che non ti aspetti
21 SALERNO Mezzaluna crescente
Chiesa di San Matteo Lecce.
Testo di: Mariella Grossi
LECCE DI DESIGN La Puglia che non ti aspetti
Polo artistico e culturale del Salento, una delle città più affascinanti del sud Italia: Lecce, tra le sue atmosfere barocche che si alternano ad angoli dove l’arte diventa vero e proprio design, riesce a stupire e ad ammaliare proprio tutti. Grazie alle sue antichissime origini messapiche, alla dominazione romana e alla ricchezza del periodo barocco – le cui forme e linee venivano impiegate nella città pugliese in maniera talmente originale da ispirare la definizione di “barocco leccese” – le vie del centro si caratterizzano come un museo a cielo aperto che invita all’esplorazione e alla contemplazione. Ma oltre alla tradizione artistica del passato, esistono oggi diverse realtà che fanno pensare a Lecce non solo come a una città barocca, ma anche come a un vero e proprio polo del design: tra moda, arte figurativa e complementi d’arredo, in anni più recenti sono stati inaugurati diversi atelier che portano avanti un gusto e uno stile più contemporaneo, in grado di investire Lecce di una nuova identità e di tingerla di nuovi colori e sfumature.
“Ho cominciato a frequentare Lecce poco alla volta, mi portavano in giro a vedere dei posti, conoscevo le persone e così ho finito per innamorarmi dei leccesi e della città.” (Ferzan Özpetek) 11
Interni Atelier Francesca Carallo.
La cartapesta usata da Francesca Carallo.
Interni negozio “Artego”.
Tonda Design. 12
I l s a n t u a r i o d e i c re a t i v i Lecce capitale del Barocco pugliese? Vero, ma, è anche un polo del design, dei nuovi creativi che hanno i loro atelier nel centro storico della città. Molti in via Palmieri dove si trova Artego, negozio, anzi un’antologia delle opere di 13 designer pugliesi. Già famosi o emergenti, comunque ricchi di estro. Una tappa imprescindibile in un itinerario nel contemporaneo. Ecco i piatti decorati con personaggi fantasiosi di Pierpaolo Gaballo, le decorazioni in terracotta che strizzano l’occhio al barocco di Andrea Saponari, gli animali ironici di Bruno Maggio, i cactus di lana di Yes, We Knit, le grafiche picassiane di Vincenzo Zichella. Entrare per credere. Dove: via Palmieri 9, tel.328.74.67.136; artegostore.it La nostra scelta: food-design? Allora qualche passo in più nel centro storico per mangiare da Alex, sul podio dei ristoranti più innovativi d’Italia. Specialità pesce, piatti come quadri e chef Alessandra Civilla, alexristorantelecce.it
L a s t a r : To n d a D e s i g n Bello da vedere, interessante da conoscere: Tonda Design è l’indirizzo più famoso di Lecce per chi ama il contemporaneo. Mobili, complementi d’arredo, quadri, gioielli in cartapesta, alluminio e pietra leccese. Firmati dal creativo del legno Tonio Pede e dall’artista informale Melinda Massaro. Dove: via Palmieri 20, tel. 328.02.92.904; tondadesign.it La nostra scelta: i bracciali in corian, i mobili-lampada.
Eco-fashion Tessuti naturali, linee contemporanee: la moda sostenibile di Annalisa Surace, architetto e ricercatrice Cnr sulla tradizione tessile pugliese. Nel suo negozio-atelier, ogni capo è rigorosamente artigianale. Dove: Ijo Design, via Palmieri 47, tel.0832.24.70.65; ijodesign.com La nostra scelta: gli abiti morbidi in canapa, lino o conte bio.
Lady di carta Tradizione pugliese d’antan: la cartapesta, per modellare figure religiose. Poi è arrivata lei, Francesca Carallo, a traghettare l’antica arte in avanguardia. Creando vasi, lampade, arazzi di design, sempre in cartapesta. Da ammirare/comprare nel suo atelier. Tutto fatto a mano, con il primo, vero materiale di riciclo. Dove: vico dei Pensini 1, tel.0832.24.11.70; francescacarallo.it La nostra scelta: le lampade sferiche, da pavimento. 13
Shopping: in bici o risciò? Scelta eco: scoprire la città o fare shopping tra via Palmieri & dintorni, la zona degli artigiani-designer, in bici o in risciò. Si prenotano itinerari individuali (in risciò, da una a quattro ore) oppure guidati a tema culturale e artistico. Dove: tel. 0832.09.05.23/328.94.82.091; infotab.it La nostra scelta: sosta all’Ombra del Barocco, caffè e bistrot Slow Food. In una piazzetta riposta del centro storico, Corte dei Cicala 1. Incontri letterari, cene con gli scrittori; liberrima.it
Attenti alla borsa Sono rigorosamente artigianali e made in Salento le borsette, i bauletti, da giorno e da sera di Daf Design. Marchio pugliese di Fernando Pezzuto, classe 1969, che usa ogni tipo di tessuto, preziosi, damascati, grezzi, di riciclo. Citazioni Anni ’30 per le chiusure con il doppio bottone, ma linee contemporanee. Dove: via Monte San Michele, 18; tel. 0832.16.92.051. La nostra scelta: a 10 minuti, la Basilica di Santa Croce, capolavoro del Barocco Leccese.
To r n a re a s c u o l a Di scultura, nell’atelier (6,2 km da Lecce) di Renzo Buttazzo, l’uomo che sussurra alle pietre, come viene definito questo artista e designer. Lavora solo la pietra leccese per realizzare sculture, lampade e installazioni d’interni. E organizza workshop nel suo laboratorio. Dove: Contrada Tangano, Cavallini; tel.348.69.32.768; renzobuttazzo.com La nostra scelta: le sculture geometriche in pietra bianca che arredano la casa.
U r u , s p i r i t o c re a t i v o Folletti, spiritelli? In Salento li chiamano Uru. È anche il nome di un negozio allegro e colorato che propone biancheria per la casa, ceramiche moderne, oggetti, tutti artigianali e local. Realizzati da spiritelli creativi. Dove: via Vito Fazzi 7/9, p.zza S. Oronzo; tel. 0832.19.45.777; urulecce.it La nostra scelta: le lampade da parete che ricordano le ghirlande luminose nelle feste popolari.
S e g n a re i n a g e n d a La domenica più vivace di Lecce è l’ultima di maggio, quando si aprono giardini e corti
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Renzo Buttazzo, Contrada Tangano, Cavallini.
Uru, gli “spiritelli creativi”. 15
Esterni La Fiermontina.
Interni La Fiermontina.
Cortile La Fiermontina.
In basso; Interni Palazzo de Noha.
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di dimore storiche (anche private) nella città, in genere una trentina. La manifestazione si chiama “Cortili Aperti” e coincide con Artigianato di eccellenza, patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali. Una sessantina di creativi e designer salentini (e italiani) espongono le loro opere tra le navate della Chiesa di San Francesco (XVI secolo). Dove: salento.info/1278-cortili-aperti-lecce; Fb: ArtigianatodEccellenza La nostra scelta: occhio anche agli eventi di villegiardinidipuglia.it, per scoprire parchi e giardini segreti del Leccese.
Aperitivo con Gio Ponti Un palazzo antico, con mobili, lampade di grandi architetti e designer da Gio Ponti a Zaha Hadid, da Patricia Urquiola a Gae Aulenti e a Fornasetti. È albergo e galleria d’arte, non solo per la scelta degli arredi firmati, ma perché ospita mostre di arte contemporanea. Con una terrazza dove prendere un aperitivo con vista sui tetti del centro storico. Dove: Palazzo De Noha, via Paladini 47, Lecce; palazzodenoha.it La nostra scelta: aperitivo, ma anche un caffè con il pasticciotto, il dolce locale.
In chiesa con gli artisti Mimmo Paladino ha disegnato battistero, portone e vetrate. Mentre altare e seggi sono realizzati dal pittore e scultore Armando Marrocco, esponente dell’arte comportamentale. Il Complesso di San Giovanni Battista nel quartiere dello Stadio è un’incredibile, candida, rigorosa opera di architettura contemporanea. Famosa per la sua luce ontologica che scende a filo dall’alto che trasmette senso di leggerezza. Dove: via Novara, tel.0832.45.31.21; Fb: ParrocchiaSanGiovanniBattistaLecce La nostra scelta: confrontare passato e presente visitando l’omonima, maestosa Cattedrale barocca, in via dei Libertini, nel centro storico.
Una lunga storia Inizio Novecento: Antonia Fiermonte, pittrice pugliese, diventa protagonista dei salotti artistici parigini, e si lega agli scultori René Letourneur e Jacques Zwobada. Nuovo millennio: i suoi discendenti restaurano due dimore storiche di Lecce e le trasformano in suite hotel pieni di opere d’arte (anche le Due Sorelle di Léger), La Fiermontina Urban Resort e Palazzo Bozzi Corso. Dove, anche se non si soggiorna, vale la pena di cenare o prendere un aperitivo in ambienti da galleria d’arte. Di più, la famiglia ha aperto il M.A.M.A, museo con la collezione dell’antenata. Dove: La Fiermontina Urban Resort, tel. 0832.30.24.81; lafiermontina.com. Palazzo Bozzi Corso, tel. 0832.15.60.335; palazzobozzicorso.com. M.A.M.A, vico dei Raynò 4. La nostra scelta: per i “Cortili Aperti” a fine maggio, i due resort organizzano concerti e performance d’arte.
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A cena nello spazio Il film Barbarella nel ’68, lo sbarco sulla luna nel ’69 hanno influenzato gli interni di un salone di bellezza, aperto a Lecce proprio nell’anno dell’allunaggio. Ora il salone è il BarTony, ma gli arredi tra vintage e neofuturismo sono gli stessi di allora, compreso l’ingresso a oblò e le sfere da modulo spaziale. I caschi da parrucchiere si sono trasformati in lampade. Cocktail, aperitivi e cene informali. Dove: via Otranto 60, tel.389.61.82.770; Fb: tonyBarBistrot La nostra scelta: il tagliere di formaggi salumi, la tartare di tonno.
Detour nel Medioevo Dista solo 17,5 km da Lecce, l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate (XI-XII sec.), uno dei più importanti centri monastici restaurato dal Fai. Capolavoro del Romanico Pugliese, è costruita nella candida pietra leccese e conserva affreschi bizantini del 1200-1300. Da non perdere il negozio con i prodotti dai Beni Fai, marmellate, olio e sale integrale. Dove: Squinzano, Casalabate; fondoambiente.it/luoghi/abbazia-di-santa-maria-di-cerrate La nostra scelta: le visite individuali venerdì e domenica alle 11. Altri giorni su richiesta: tel. 0832.36.11.76
D e t o u r : n e l l a n a t u ra È candidata a Patrimonio UNESCO, l’oasi Wwf e Riserva Naturale Le Cesine, a 15 km da Lecce. Per la sua biodiversità: le paludi con i canneti, la laguna costiera, la fioritura delle orchidee selvatiche in primavera. Poi la pineta, la macchia mediterranea, le distese di erica pugliese, le tartarughe e il volo dei rapaci. Si prenotano visite guidate (due ore) con gli ambientalisti del Fai. Dove: Vernole, riservalecesine.it La nostra scelta: scoprire la riserva in bici. Anche tour guidati in mbt.
D e t o u r : n e l l’ a r t e La cappella Sistina del Sud è nella chiesa romanico gotica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, 25,6 km da Lecce: vale un viaggio per il suo ciclo d’affreschi del 400. Stupefacenti. Come le dimore barocche di via Ottavio Scalfo. L’ altra gloria di questo borgo gioiello è la pasticceria Ascalone dove nel 1745 è stato “inventato” il dolce regionale pugliese, il pasticciotto ripieno di crema. Il luogo del contemporaneo a Galatina è “Galleria Art and Ars” che ospita mostre. Dove: Basilica di Santa Caterina, via Raimondello Orsini 6, Galatina. Pasticceria Ascalone, via V. Emanuele 17. La nostra scelta: le mostre nella “Galleria Art and Ars”, via R. Orsini 10, tel: 329.68.72.838; artandarsgallery.com
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Affreschi nella chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, Galatina.
Abbazia di Santa Maria di Cerrate.
Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, Galatina.
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Riserva Naturale Le Cesine.
Via della città Salerno.
Testo di: Martina Torrini
SALERNO Mezzaluna crescente
Una città costiera dalla forma di mezzaluna, che si affaccia su un grande golfo che si estende da Punta Campanella, l’inizio della Costiera Sorrentina, a Punta Licosa, con la sua Riserva Naturale; nell’antichità colonia greca, alleata di Roma durante le Guerre Puniche, visse nel Medioevo un periodo di forte sviluppo, non riuscì a essere contrastata nemmeno dall’invasione dei Longobardi e beneficiò di una vera e propria rinascita culturale e urbanistica. In questo momento storico a Salerno venne fondata infatti la Scuola Medica Salernitana, la prima istituzione per l’insegnamento della medicina occidentale, grazie alla quale si guadagnò il titolo di Hippocratica civitas. Numerose sono le attrazioni e le attività che caratterizzano Salerno, una città che potrebbe facilmente competere con Napoli per la sua posizione, il suo aspetto e le sue atmosfere incantevoli, nonostante sia molto meno estesa del capoluogo campano. Questo aspetto la rende tuttavia più a misura d’uomo, più vivibile e più adatta alle passeggiate e agli spostamenti a piedi.
“La sera, dalle finestre di Salerno, eseguimmo un altro disegno di quella località incredibilmente amena e ferace, che mi risparmierà ulteriori descrizioni. Chi non sarebbe stato incline a studiare lì, nei bei tempi in cui fioriva l’alta Scuola?” (Johann Wolfgang von Goethe) 21
Lungomare di Salerno.
Sito archeologico di San Pietro a corte.
Porto di Salerno.
Golfo di Salerno. 22
Le Passeggiate Un’abitudine tipicamente salernitana è la passeggiata della domenica mattina sul lungomare, il luogo perfetto per un giretto romantico mano nella mano, per un tour in bicicletta o per una pausa di lettura sulle panchine, cullati dal ritmo delle onde del mare. C’è una passeggiata che si estende verso ovest, fino alla spiaggia di Santa Teresa, dove si può ammirare la stazione marittima realizzata da Zaha Hadid e inaugurata nella primavera del 2016, poco dopo l’improvvisa morte dell’artista anglo – irachena: questa meraviglia architettonica richiama la forma di un’enorme ostrica, protetta da un guscio robusto ma contemporaneamente fluida e sfuggente, è rivestita da piastrelle triangolari in ceramica sulle tonalità dell’azzurro e rappresenta un omaggio tutto italiano alla grande Hadid. Per chi desidera invece scoprire la città dall’alto, è possibile raggiungere a piedi il Conservatorio Martucci, da dove si ha l’opportunità di godere di panorami mozzafiato, tra mare e città.
Il masso della Signora Un altro luogo da cui è possibile ammirare le bellezze e i tesori della città, lontano dalle folle dei turisti, è il masso della Signora, un colle tra i più alti e panoramici di tutta la zona, piacevole nelle giornate limpide e soleggiate e romantico di notte sotto il cielo stellato, più appartato e meno frequentato in confronto ad altre aree come il Castello di Arechi.
O’ Penniell – il Pennello Una lingua di scogli che si affacciano e si protendono verso il mare aperto, raggiungibile percorrendo la banchina del porto dal lato di piazza della Concordia. La zona è molto frequentata di giorno perché offre una magnifica vista sul lungomare di Salerno e su tutta la città, con i suoi palazzi ed edifici storici, ma viene esplorata anche di sera, quando diventa la meta prediletta di passeggiate romantiche tra cielo e mare.
San Pietro a corte Un sito archeologico nel centro storico, che documenta e approfondisce le testimonianze storiche dello sviluppo di Salerno a partire dal I secolo d. C. Comprende resti dall’epoca romana al periodo longobardo, risultando l’unico a conservare testimonianze dell’architettura palaziale. 23
Rione Fornelle Per molti anni questo quartiere storico di Salerno è stato classificato come una zona da evitare, nonostante la sua posizione sia centralissima: oggi il rione Fornelle ha vissuto una rinascita grazie al progetto Muri d’Autore, attraverso il quale giovani street artist hanno messo in mostra e fatto conoscere la loro arte nel quartiere, tra citazioni, colori e poesie.
La cripta del Duomo Molti viaggiatori non dedicano che una visita superficiale al Duomo di San Matteo: non tutti sanno, infatti, che nei sotterranei dell’edificio si trova una cripta, un vero e proprio gioiello di arte barocca, dove sono conservate le reliquie del Santo e una sua statua raffigurata con due facce, per permettere ai fedeli di guardare il suo volto da qualsiasi angolo della sala.
Sotto, cripta del Duomo di San Matteo, ph. Marco Gasparro.
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NAUTICA 29 UNA LEGGENDA IN CONTINUA EVOLUZIONE Riva: dalle origini alle ultime novità
Motoscafo DOLCERIVA Italia.
Testo di: Piero Moschetta
UNA LEGGENDA IN CONTINUA EVOLUZIONE Riva: dalle origini alle ultime novità
Il cantiere Riva trova le sue radici nel lontano 1842, sul Lago d’Iseo. Fu un improvviso e devastante fortunale che causò danni irreparabili alle barche dei pescatori, rimasti senza mezzi e sconfortati, a convincere un giovane maestro d’ascia, appena arrivato da Laglio, a compiere un vero e proprio miracolo, recuperando gran parte delle imbarcazioni. Inizia così la leggenda di un’azienda e quella di un uomo, Pietro Riva, che, appena arrivato a Sarnico, apre il cantiere dove vengono varate le prime creazioni firmate Riva, che da subito si distinguono per classe e personalità. Finita la Grande Guerra è Serafino Riva a dare l’imprinting definitivo e a trasformare i pregiati prodotti del cantiere in un vero e proprio brand, consegnandolo alla storia: la produzione vira dal trasporto alla motonautica, all’epoca ancora agli albori. A cavallo tra gli anni ‘20 e ‘30 Riva, con i suoi motoscafi da corsa, appone la propria firma su numerosi record e vittorie in gare nazionali e internazionali. Di rara bellezza e raffinatezza, le imbarcazioni Riva sono da sempre sinonimo di un lusso sobrio ed elegante.
“È una sensazione che non so descrivere. Ci sei solo tu e l’orizzonte infinito.” (dal film “Resta con me”) 29
LIFESTYLE DEL NUOVO D O L C E R I VA La vera eccezionalità delle barche Riva, open, flybridge e coupé, sono gli interni. Espressione dell’artigianalità italiana grazie a complementi d’arredo tra i più ricercati, le barche Riva sono raffinate dimore galleggianti. L’arredamento è un compendio di stili e tutti gli accessori attingono dalle migliori tradizioni artigianali italiane. Ci sono barche che raccontano una storia e barche che ne scrivono una nuova: Dolceriva appartiene alla seconda categoria, non foss’altro per la profonda rilettura operata sullo stile e il design dello storico cantiere di Sarnico. L’ultima, esaltante, creatura Riva è un open di 48 piedi concepito a tutti gli effetti per vivere la vita di bordo in un comfort senza eguali. Dolceriva è lungo 14,92 metri (48 ft) per un baglio massimo di 4,26 metri (14 ft). L’originalità del design degli esterni avvicina l’eleganza tipica di Riva alle tendenze dei runabout di ultima generazione, caratterizzati da ispirazione automotive ed espressione di un lusso dal carattere più sportivo. A rendere ancora più unica questa imbarcazione, ecco importanti tagli estetici: fra tutti spicca il parabrezza, realizzato con innovativi cristalli sferici e caratterizzato da una leggera contro-curvatura, particolare destinato a diventare uno stilema Riva.
Interni DOLCERIVA.
Vista dall’alto DOLCERIVA.
Dettagli DOLCERIVA. 30
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La poppa arrotondata evoca la parte posteriore di una macchina di lusso sportiva, riferimento al car design utilizzato in maniera assolutamente marina. La dinette a centro barca è arredata con due ampi divani che si fronteggiano e tavolino centrale ribaltabile in mogano e acciaio inox e può ospitare fino a 8 persone. Oltre, ritroviamo la postazione di comando, con seduta pilota e co-pilota, caratterizzata da una plancia dotata del sistema di monitoraggio Garmin Empirbus e di tutti i migliori optional. Un tambuccio in acciaio e cristallo consente l’accesso a un lussuoso open space. I materiali utilizzati per gli ambienti interni di Dolceriva sono in perfetto stile Riva, con essenza mogano lucido sulla prima unità, superfici specchiate, acciaio e laccati in opaco e lucido, elementi in cuoio e pellami. Questa nuova imbarcazione dei cantieri Riva rappresenta uno stile unico di design e cura nei dettagli, che rimarrà intatta nel tempo per generazioni simboleggiando l’Italia e “la dolce vita” nel mondo.
MARE 37 SARDEGNA Non solo Costa Smeralda
43 MARE NOSTRUM 7 isole lontane da occhi indiscreti
49 ISOLA CAPO RIZZUTO Fascino selvaggio
53 MARATEA SVELATA La perla del Tirreno
Porto San Paolo Sardegna.
Testo di: Martina Torrini
SARDEGNA Non solo Costa Smeralda
La Sardegna è spesso conosciuta per la splendida Costa Smeralda, famosa per la sua realtà scintillante, fra mare cristallino, eleganti centri urbani, lussuosi resort e una sfrenata vita notturna, ma è in verità molto di più. La regione, infatti, presenta diverse sfaccettature ed è in grado di accontentare le esigenze di qualsiasi tipologia di viaggiatore: oltre al raffinato paese di Porto Cervo, alla instagrammabile spiaggia di San Teodoro e, più in generale, alle atmosfere chic della sua costa nord orientale, l’isola non smette mai di stupire e di incantare visitatori provenienti da ogni parte del mondo. La sua costa nord occidentale ha un profumo caratteristico: quello delle onde del mare che si infrangono sugli scogli, dei cespi di mirto scossi dal vento e del miele pregiato prodotto nella zona. Qui le spiagge sono tra le più rinomate dell’isola e possono vantare sabbie chiare e acque limpide e cristalline, come quelle de La Pelosa, la spiaggia di Stintino, magnifica cittadina che si protende verso l’isola dell’Asinara, come per sfiorarla dolcemente. Poco lontano, nell’immediato entroterra, Sassari è una città ricca di arte, cultura e natura, il punto di riferimento del nord della Sardegna.
“Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo, incantevole spazio intorno ad un individuo e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definito, è come la libertà stessa.” (D. H. Lawrence) 37
Scendendo verso sud, sempre sulla costa occidentale, le spiagge bianche e dorate si trasformano in gigantesche falesie a picco sul mare blu: la natura selvaggia invita all’esplorazione e alla contemplazione, regna e governa a pieno potere, conquistando vaste aree sfuggite al dominio dell’uomo. Nell’entroterra, la città di Oristano, con le sue origini fenicie, rappresenta l’anima di questa parte di Sardegna, mentre sulle sponde del fiume Tirso sorgono le Terme Romane di Fordongianus, utilizzate dal I secolo d. C. per le loro proprietà curative. Più a sud, la Costa Verde incanta con quasi 50 chilometri di ampie spiagge, calette rocciose, acque trasparenti e sabbia dorata, in un’atmosfera silenziosa e tra angoli di natura incontaminata.
Scoglio Pan di Zucchero.
Costa est della Sardegna.
Cala dei Gabbiani.
Spiaggia Valle dell’Erica. 40
Nell’estremo sud, dalle splendide isole di San Pietro e Sant’Antioco fino a Porto Corallo, si susseguono spiagge dall’anima tropicale, colori e profumi che rendono questa zona una delle tappe preferite dal turismo internazionale. Spiagge di un fascino incredibile si alternano da capo Teulada a Pula, tra le quali spicca la Baia di Chia, caratterizzata da onde turchesi, paradiso estivo di sole e relax e oasi invernale per gli appassionati di surf. Al centro del Golfo degli Angeli è situata Cagliari, città che può vantare un ricco patrimonio artistico fra le vie dei quartieri storici, ma anche buon cibo, tramonti mozzafiato e natura, tra le acque azzurre delle spiagge del Poetto e la danza dei fenicotteri rosa in volo dal Parco Naturale Molentargius Saline o dallo stagno di Santa Gilla. Risalendo sulla costa est, spiagge basse e sabbiose si alternano a inaccessibili falesie a picco sul mare turchese. Dal Golfo di Orosei si può partire alla scoperta di numerose splendide calette, come Cala Ziu Martine, Cala Fuili, Cala Cartoe e Cala Luna, una meravigliosa baia celeste con alle spalle ripide pareti di roccia di un grigio lunare, o proseguire verso la cittadina di Arbatax, celebre per le sue Rocce Rosse, falesie di porfido rosso che da un promontorio raggiungono il mare.
Sotto, cala Goloritzé.
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Mar Mediterraneo Italia.
Testo di: Martina Torrini
MARE NOSTRUM 7 isole lontane da occhi indiscreti
In Italia esistono ben 800 isole, e solamente 80 di queste sono abitate: non solo Sicilia e Sardegna, quindi, ma anche molte altre realtà e altre mete da scoprire, tra scogliere, acque cristalline, snorkeling e angoli selvaggi. Grandi o piccole, più o meno turistiche, da scoprire a piedi, in motorino o in barca, l’ideale per chi ama il mare ma anche per chi è alla ricerca di escursioni e avventura: il fascino delle isole, così simili a un microcosmo, a un mondo a parte fatto e finito in se stesso, è indiscutibile. Ecco perché in estate diventano la perfetta via di fuga da tutto e da tutti. Ma molte isole, essendo ormai molto famose e frequentate, sono spesso così affollate che sembra che tutto il mondo abbia avuto la stessa idea per le vacanze: non lasciatevi cogliere impreparati e seguite la nostra guida delle 7 isole dove il mare riprende le stesse sfumature di quello di Capri, Ischia e Panarea e dove è possibile rilassarsi per un classico aperitivo Spritz alla mano, ma lontani dalle folle di turisti.
“C’era qualcosa di magico in un’isola: bastava quella parola a eccitare la fantasia. Si perdeva il contatto col resto del mondo, perché un’isola era un piccolo mondo a sé. Un mondo, forse, dal quale si poteva non tornare indietro.” (Agatha Christie) 43
Filicudi, isole Eolie, Sicilia.
La Maddalena, Sardegna. 44
Levanzo La più piccola e romantica delle Egadi: selvaggia, solitaria, lambita da acque limpide e cristalline, antica e immersa in una dimensione in cui il tempo sembra essersi fermato. Il miglior modo per conoscere Levanzo è in barca, per scoprire le sue numerose calette silenziose e nascoste.
Filicudi Fra una natura rigogliosa, grotte accarezzate da un mare di un azzurro abbagliante e caratteristici paesini di casette bianche, questa piccola isola con soli 200 abitanti all’estremità dell’arcipelago delle Eolie si presenta come una Panarea ancora incontaminata.
La Maddalena Sorella maggiore di circa 60 isole e isolotti nell’arcipelago a nord est della Sardegna e unica abitata all’interno dell’omonimo Parco Nazionale, La Maddalena è caratterizzata da spiagge di sabbia bianca e finissima e da angoli più rocciosi, ma ovunque da un mare limpido e turchese.
C a r l o f o r t e - I s o l a d i S a n P i e t ro Più comunemente conosciuta come Carloforte dal nome della sua città principale, l’isola di San Pietro si trova vicino alla punta sud occidentale della Sardegna, nell’arcipelago di Sulcis, e si distingue tra le altre per le sue scogliere alte e frastagliate, che degradano piano piano verso il mare cristallino, dove si aprono baie e insenature con incantevoli calette.
Pantelleria Oltre alle numerose calette e alle spiagge estremamente rocciose, raggiungibili al meglio in barca, Pantelleria offre un territorio unico nel suo genere: di origine vulcanica, l’isola presenta infatti formazioni particolari, come il Lago Specchio di Venere.
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Palmarola La più occidentale delle vulcaniche isole Ponziane è contraddistinta da scogliere calcaree, da baie con acque color smeraldo e da una costa rocciosa e frastagliata. Può essere scoperta al meglio attraverso un tour in barca a vela dall’isola vicina, Ponza.
San Nicola Situata nell’arcipelago delle Tremiti, San Nicola raccoglie le testimonianze archeologiche della storia delle isole, fra torri, fortificazioni, imponenti muraglie, chiese e la fortezza – abbazia di Santa Maria al Mare. Si consiglia di raggiungere le isole in elicottero da Foggia per godere appieno di un’esperienza suggestiva e spettacolare, qui a costo ridotto.
Levanzo, isole Egadi, Sicilia.
Pantelleria, Sicilia.
Palmarola, isole Ponziane, Lazio. 46
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Fichi d’India sulla costa calabrese Isola Capo Rizzuto, Calabria.
Testo di: Martina Torrini
ISOLA CAPO RIZZUTO Fascino selvaggio
Estremo prolungamento del versante orientale della Calabria, Isola Capo Rizzuto non è realmente un’isola, ma uno scenografico promontorio che si affaccia sull’omonima Area Marina Protetta, tra il Parco della Sila e il mar Ionio, una tra le aree più affascinanti di tutto il Mediterraneo. Sulla fondazione di questo territorio, abitato fin dall’antichità, circola più di una leggenda: alcuni ritrovamenti rivelano la presenza di colonie greche a partire dall’VIII secolo a. C., mentre altre storie raccontano che i primi stanziamenti si ebbero nel 1200 a. C. grazie alla popolazione degli Japigi, proveniente dall’Africa del Nord. Isola Capo Rizzuto non è solo una rinomata località balneare, conosciuta principalmente per le sue acque cristalline e per le sue ampie spiagge di sabbia rossa dai dolci fondali, interrotte dall’alternarsi di promontori argillosi e scogliere di roccia arenaria, ma anche una zona archeologica. Sul promontorio si possono infatti visitare il Parco Archeologico con il relativo museo, il Santuario Hera Lacinia – una delle più importanti testimonianze del mondo ellenico in Magna Grecia, risalente all’epoca arcaica e dedicato alla dea Era – oltre ad alcuni resti murari dello stesso periodo, sepolti dalle acque del mare.
“Lunghe ore di sogno con un panorama di meravigliosi scenari incantati.” (Bernard Berenson) 49
Il Castello Aragonese, nella suggestiva località di Le Castella, invece, rappresenta il simbolo della dominazione aragonese del XV secolo e sorge su un isolotto collegato alla terraferma da una sottile lingua di terra. Venne costruito nel 1600 su fondamenta risalenti al periodo greco e utilizzato in seguito come rifugio anche da Annibale in ritirata, durante le Guerre Puniche contro i romani. Ancora oggi è possibile fare caso alle diverse stratificazioni e fasi edilizie legate alla costruzione della fortezza, in cui architettura normanna, sveva, bizantina, angioina e aragonese si sono succedute, adattando l’edificio allo stile del loro tempo e rendendolo il simbolo artistico della Calabria intera.
Costa di Maratea Basilicata.
Testo di: Martina Torrini
MARATEA SVELATA La perla del Tirreno
Una perla incastonata nel golfo di Policastro, protesa verso il mar Tirreno, caratterizzata da meravigliosi paesaggi e dai dolci profumi del mare e dei fiori, dove l’azzurro delle acque incontra il verde della vegetazione tipica della macchia mediterranea e la rocciosa scogliera circonda le splendide spiagge del litorale, tra intime calette e zone più selvagge. Il borgo storico di Maratea sorge su uno sperone, dal quale domina l’intero paesaggio: la zona centrale può vantare numerose architetture e costruzioni dal valore storico, tra cui molti luoghi di culto, che le hanno conferito l’appellativo di “città delle 44 chiese”. Il paese è raggiungibile percorrendo ripidi tornanti a picco sul mare, da cui si può godere di una vista e di un’atmosfera spettacolari. Nel vero e proprio centro ci si può perdere per i caratteristici vicoli, fra i palazzi e gli edifici nobiliari, ma anche riposarsi nei graziosi caffè della piazza principale, angolo di shopping tra piccoli negozi di artigianato locale e prestigiose boutique. Più in alto rispetto al centro abitato si trova il monte San Biagio, dove sono situati l’omonima basilica, i resti del borgo antico e la statua simbolo della località, l’imponente statua del Redentore. Chiamato anche Cristo di Maratea, il monumento dà le spalle al mare e domina l’intero golfo di Policastro: è stato costruito in cemento misto a marmo di Carrara dallo scultore fiorentino Bruno Innocenti nel 1965, ma rappresenta la città solo dal 2015, quando, in occasione dei cinquant’anni dalla sua costruzione, sono state indette numerose manifestazioni sportive e celebrative in suo onore.
“Forse in Italia non c’è paesaggio e panorama più superbi di Maratea”, scriveva uno dei più famosi giornalisti italiani, Indro Montanelli, e non si può di certo dargli torto. 53
L’ I M P R E N D I T O R E P I E M O N T E S E C H E S ’ I N N A M O R Ò D I U N A C I T TÀ La statua del Redentore venne commissionata negli anni Sessanta dal Conte Stefano Rivetti, imprenditore piemontese che scoprì Maratea nel 1953, decidendo di portare avanti qui ambiziosi progetti per potenziare la zona, le infrastrutture, il settore dell’industria tessile e quello del turismo. Il Conte si innamorò perdutamente della cittadina, dei suoi profumi e delle sue atmosfere, tanto da depositare come volontà testamentaria il desiderio di riposare in eterno in una grotta del monte San Biagio, proprio ai piedi del monumento del Cristo di Maratea. La personalità del Conte viene ricordata come quella di un individuo eclettico, che ha notevolmente caratterizzato la storia della cittadina costiera ma anche della vicina Praia a Mare, dal Dopoguerra al secolo scorso: tutti concordano sulla grande originalità del personaggio e sulla sua straordinaria personalità, di cui si ricordano le lezioni di vita trasmesse ai suoi dipendenti attraverso l’esempio, con l’obiettivo continuo di migliorarsi. Tramite i gesti, spesso accompagnati da una forte carica simbolica, fu in grado infatti di promuovere l’impegno e la motivazione nel lavoro, contribuendo alla creazione di una classe dirigente del luogo, attraverso una grande opera educativa e di sensibilizzazione. Non fu tuttavia solo un industriale e un promotore del cambiamento, ma anche un raffinatissimo uomo di cultura, estimatore di Gabriele D’Annunzio, appassionato di arte e di ballo, ma anche amante dello sport e del cinema, tanto da spingere diversi registi del tempo a trasformare questo piccolo paesino in una vera e propria location da film.
In basso, vista sul borgo di Maratea. Sulla dx, la statua del Redentore.
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MONTAGNA 59 PARCO NAZIONALE DEL POLLINO A tu per tu con la Natura
63 ALTA BADIA Cultura ladina e montagne Patrimonio dell’UNESCO
Aquila Reale, “Aquila chrysaetos” Parco Nazionale del Pollino.
Testo di: Martina Torrini
PARCO NAZIONALE DEL POLLINO A tu per tu con la Natura
A cavallo tra due regioni solitamente conosciute per il loro splendido mare e per i loro caratteristici borghi storici – la Basilicata e la Calabria – si trova il Parco Nazionale del Pollino, che si estende dalla costa che affaccia sul mar Tirreno a quella che si sporge sullo Ionio. Tra le vette che compongono i monti del Parco si trovano i massicci del Pollino e dell’Orsomarso, oltre ai picchi più alti di tutto il sud Italia, spesso innevati da novembre a maggio: composto da rocce dolomitiche, bastioni calcarei, pareti di faglia di origine architettonica, dirupi, gole molto profonde, grotte carsiche, strutture di origine vulcanica, prati, pascoli ad alta quota, accumuli morenici, circhi glaciali e massi erratici, il paesaggio della zona appare molto vario e suggestivo, e contribuisce a rendere il Parco non solo l’area protetta più estesa d’Italia, ma anche una tra le più affascinanti. Grazie alla variabilità di temperature e fattori ambientali, nel Parco si sono sviluppate diverse specie di piante, fiori ed erbe officinali: la macchia mediterranea, presente soprattutto nelle zone più calde, è composta da piante di alloro, di cisto, corbezzolo, erica, mirto e rosmarino, mentre ad alta quota si trovano perlopiù querce, castagni, aceri, carpini e faggi. Tutto il territorio è dimora di una fauna eterogenea, tra una ventina di esemplari di lupi, tra caprioli autoctoni dell’Appennino meridionale, rare lontre, curiose volpi, ricci, tassi, lepri, ghiri e molti altri.
“C’è un libro sempre aperto per tutti gli occhi: la natura.” ( Jean-Jacques Rousseau) 59
Tra le principali attività offerte e proposte tutto l’anno dal Parco Nazionale del Pollino spiccano escursioni di trekking, rafting, canyoning, arrampicata, free climbing, tour in mountain bike o a cavallo. Una vera e propria palestra all’aria aperta con cui scoprire un patrimonio di inestimabile valore culturale, paesaggistico e naturalistico, un territorio vitale dove riconnettersi con la natura e ritrovare con questa un profondo e originario equilibrio, troppo spesso dimenticato.
Vista sul Sassongher Corvara, Alta Badia.
Testo di: Martina Torrini
ALTA BADIA Cultura ladina e montagne Patrimonio dell’UNESCO
In Südtirol, nell’elegante cornice delle Dolomiti, definite da Le Corbusier “la più bella opera architettonica del mondo”, si trova l’Alta Badia, una zona di montagna immersa in paesaggi suggestivi e circondata da una natura meravigliosa. Per queste e molte altre caratteristiche, dal 2009 le Dolomiti sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO, insieme al Parco Naturale Fanes-Senes-Braies e al Parco Naturale Puez-Odle, entrambi situati in Alta Badia, contribuendo al prestigio e alle opere di valorizzazione del territorio. Solitamente la montagna viene associata alla neve, allo sci e agli sport invernali e per questa stagione l’Alta Badia è sicuramente la meta perfetta, grazie alla sua posizione centrale all’interno del comprensorio sciistico Dolomiti Superski, con i suoi 130 chilometri di piste che raggiungono anche i 2.700 metri di altitudine, i suoi moderni impianti di risalita, la sua fresca aria di montagna e il suo connubio tra natura e gastronomia di altissimo livello, sia in pista che a valle. D’inverno meta prediletta dagli amanti dello sci, d’estate paradiso per escursionisti, scalatori e appassionati di mountain bike e passeggiate: dai paesi di La Val, Corvara, Colfosco, La Villa, Badia e San Cassiano è possibile partire per altipiani rigogliosi e soleggiati, che regalano stupendi paesaggi e atmosfere incantate. I più allenati possono scegliere di salire a piedi se non intendono risparmiare le forze per le vie ferrate in vetta, mentre le famiglie e i meno sportivi hanno l’opportunità di raggiungere le cime tramite impianti di risalita come funivie e seggiovie e arrivare ai rifugi attraverso piacevoli passeggiate più o meno lunghe, tra sentieri più o meno impegnativi.
“Le montagne sono le grandi cattedrali della terra, con i loro portali di roccia, i mosaici di nubi, i cori dei torrenti, gli altari di neve, le volte di porpora scintillanti di stelle.” (John Ruskin) 63
Parco Naturale di Fanes, ph. Luis Kostner.
San Cassiano.
Vista sulle Dolomiti.
Arlara, Corvara; Alta Badia. 64
C u lt u ra l a d i n a La cultura ladina pervade l’Alta Badia in tutte le sue sfaccettature: dalla lingua alle tradizioni, dalla cucina all’artigianato artistico, fino ad arrivare all’amore per la natura montana. Anche l’architettura tipica della zona evidenzia il legame armonico tra uomo e paesaggio: insediamenti risalenti a secoli e secoli fa, le Viles, raccontano storie di una società fondata su un’organizzazione comune, basata sull’autarchia, con abitazioni disseminate lungo i pendii coltivabili delle montagne, dove agricoltura e allevamento, boschi e pascoli montani vengono sfruttati in comune e in maniera equilibrata.
Pa rc o N a t u ra l e P u e z - O d l e Un’area caratterizzata da una configurazione geologica sorprendentemente varia, in cui sono presenti tutti gli strati rocciosi tipici delle Dolomiti, dalle Arenarie della Val Gardena alla Dolomia del Serla, passando per la formazione a Bellerophon, per gli strati di Werfen e molto altro. Tutte queste varietà danno origine alla molteplicità delle forme e dei paesaggi della zona: alla tipica struttura tabulare dell’altopiano del Puez si contrappongono infatti complessi come le snelle e ardite forme del Gruppo del Cir e delle Odle, del Sassongher e del Sass de Putia. Paesaggi del genere appaiono impervi, scoscesi ed aspri e rispondono all’estetica del sublime: di fronte a così grandi e suggestive manifestazioni naturali, l’uomo percepisce la sua piccolezza, la sua estrema fragilità, la sua finitezza, ma, allo stesso tempo, proprio perché cosciente di questo, riesce a intuire e quasi a misurare la vastità dell’infinito.
Pa rc o N a t u ra l e Fa n e s - S e n e s - B ra i e s Un’esplosione di colori, di cascate, di laghetti e di vita, che si alternano a pascoli e prati con una flora e una fauna estremamente ricche, tra il bosco e la valle, fino a oltre 3.000 metri di altitudine. In questa zona, ai piedi del Gruppo del Sasso di Santa Croce, si trovano i Prati dell’Armentarola, caratterizzati nei mesi primaverili ed estivi da infinite distese di fiori multicolore, tra primule farinose, bottoni d’oro e pulsatille, che, con i loro colori, arricchiscono la bellezza delle Dolomiti di Fanes sullo sfondo. La grotta di Conturines, poi, offre il punto di arrivo perfetto per un percorso di trekking riservato ai più esperti, poiché molto impegnativo e della durata di circa 7 ore. Una volta giunti a destinazione, però, ci si troverà di fronte a paesaggi spettacolari e all’incredibile scoperta della più alta grotta di orsi al mondo: nel 1987, infatti, in questa caverna sono stati rinvenuti fossili di ossa, cranio e denti di un orso vissuto sulle Alpi 50.000 anni fa, l’orso ladino. L’Alpe di Fanes, infine, a 2.000 metri di altitudine, attrae numerosi visitatori grazie al suo anfiteatro roccioso, denominato il Parlamento delle Marmotte, lo scenario al quale si ispirò Karl Felix Wolff per raccogliere le Leggende delle Dolomiti, ma anche l’ambientazione di una delle più belle leggende ladine, Il Regno dei Fanes. 65
COLLINA 69 TODI INCANTATA Un borgo medievale e autentico
73 SLOW MAREMMA Il volto placido della Toscana
Vicolo della città Todi.
Testo di: Martina Torrini
TODI INCANTATA Un borgo medievale e autentico
Fin dalle origini etrusche, Todi è sempre stata una cittadina molto vivace e fiorente. Grazie alla sua posizione arroccata, poco lontano dalla riva destra del fiume Tevere, e al suo solido sistema difensivo, in epoca romana non fu vittima delle distruzioni e delle devastazioni dei barbari, riuscendo a continuare a vivere e a svilupparsi in relativa tranquillità anche durante le turbolenze dell’Alto Medioevo. Nel XII secolo diventò libero Comune e, proprio in questo periodo, si arricchì di numerosi monumenti di pregio: ancora oggi è cinta da tre cerchia di mura concentriche, che ne testimoniano l’estensione rispettivamente in epoca umbro – romana, romana e medievale, ma è anche caratterizzata da opere dal grande valore artistico, come l’imponente chiesa di Santa Maria della Consolazione, edificata dal 1508 al 1617 su un progetto attribuito al Bramante e conclusa grazie al contributo di illustri architetti dell’epoca. Il vero e proprio cuore della città è rappresentato dalla meravigliosa piazza del Popolo, una delle più suggestive d’Italia: qui si affacciano antiche costruzioni, tra cui il palazzo del Popolo, uno tra i più antichi edifici comunali italiani, e il palazzo del Capitano, realizzato in stile gotico. In cima a una ripida scalinata si trova il Duomo di Todi, intitolato a Maria Santissima Annunziata, realizzato in stile romanico in diverse fasi tra il XII e il XIV secolo. Da piazzale IV Novembre, il punto più alto della città, infine, si può ammirare un incantevole panorama sulla vallata del Tevere e su tutto il territorio della campagna sottostante, dove è possibile scorgere i resti di alcuni castelli, che in epoca più antica istituivano un sistema difensivo particolarmente articolato ed efficiente.
“Con le sue millenarie infiltrazioni, l’arte ha saturato gli animi. Tutti qui vivono nell’arte, consapevoli o inconsapevoli.” (Guido Piovene) 67
Un’altra opera di notevole pregio è il tempio di San Fortunato, in stile gotico umbro, dove sono conservate le spoglie del frate – poeta Jacopone da Todi. L’illustre letterato, conosciuto soprattutto per le sue laudi, i suoi trattati e le sue composizioni liturgiche in latino, può essere riscoperto anche attraverso altri celebri luoghi della città, come il Museo Civico, dove è possibile osservare un suo ritratto, e la sua casa natale, in piazza Martino I. Nei sotterranei del convento di San Fortunato si pensa inoltre che Jacopone fosse stato tenuto prigioniero dal 1298 al 1303 a seguito della scomunica da parte di Papa Bonifacio VIII. In tutta la città risuona l’eco della storia, da quella più antica a quella medievale, a cui il borgo sembra quasi essersi fermato.
Campo di girasoli Maremma, Toscana.
Testo di: Martina Torrini
SLOW MAREMMA Il volto placido della Toscana
Nella zona più a sud della Toscana, vicino al confine con il Lazio, il paesaggio è dominato dall’aperta campagna e da alcune località di mare come Capalbio e Chiarone, caratterizzate da lunghe spiagge quasi deserte, dove regna un silenzio assordante, spezzato solo dal rumore delle onde del mare. Il territorio della Maremma, la cui estensione era già stata definita da Dante nella Divina Commedia, è un perfetto microcosmo, in cui mare, collina e montagna si fondono insieme e colorano il paesaggio con tutte le loro sfumature. Tra l’azzurro del mare cristallino dell’Argentario, il nero degli scogli di Talamone, il verde delle colline di Massa Marittima e il marrone del monte Amiata sullo sfondo rurale, la regione è governata da una natura estremamente selvaggia. Non mancano però piccoli paesi pittoreschi: alcuni di questi, come Montemerano, Magliano in Toscana e San Martino sul Fiora, possono vantare il classico charme alla Toscana, con piazzette poco affollate, edifici in pietra ricoperti di coloratissimi gerani e vicoli caratteristici, mentre altri combinano questo stesso fascino tradizionale con elementi più legati all’arte, alla cultura e alla gastronomia locale.
“La campagna toscana è stata costruita come un’opera d’arte da un popolo raffinato, quello stesso che ordinava nel Quattrocento ai suoi pittori dipinti ed affreschi: è questa la caratteristica, il tratto principale calato nel corso dei secoli nel disegno dei campi, nell’architettura delle case toscane. È incredibile come questa gente si sia costruita i suoi paesaggi rurali come se non avesse altra preoccupazione che la bellezza.” (Henri Desplanques) 73
Tra questi il borgo più noto è Pitigliano, soprannominato “la piccola Gerusalemme” perché ospitò a partire dal XVI secolo un’importante comunità ebraica: la cittadina attrae ancora oggi moltissimi visitatori grazie ai suoi splendidi panorami e alla sua particolarissima costruzione sulla sommità di una massiccia roccia tufacea che sorregge l’intero centro abitato, arrivando quasi a fondersi con l’aspetto delle abitazioni più antiche e a diventare un tutt’uno con il paese. L’origine del caratteristico borgo risale però all’epoca etrusca, di cui sono ancora presenti importanti testimonianze storiche come le Vie Cave, antichissime vie di comunicazione e di difesa scavate a mano nella roccia, e le celebri necropoli.
”UNA TERRA DI RADICI E TRADIZIONI” Parte della cultura della regione si rifà a un passato bucolico, fatto di piccole cose e di un intimo contatto tra uomo e natura. Ancora oggi i butteri maremmani cercano di custodire e di mantenere vive le usanze e i segreti del loro mestiere di pastori a cavallo, del loro abbigliamento – caratterizzato da pantaloni in fustagno, cosciali, giacche in velluto, cappelli neri e da un mantello di grandi dimensioni detto pastrano, con cui si riparano dalla pioggia – e della loro storia, che risale al periodo tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento, quando erano gli unici a conoscere il segreto per muoversi e sopravvivere in un territorio selvaggio e inospitale come la Maremma e ad essere in grado di attraversare la sua natura impervia per condurre buoi e cavalli al pascolo. I butteri possono essere considerati dei veri e propri cowboy italiani, che vivono ancora oggi come nel passato, preservando le loro antiche tradizioni di allevatori di buoi, vacche e cavalli maremmani, una tipologia di cavallo che nasce e cresce nella zona in completa libertà, ma attentamente sorvegliato dai butteri, risultando così più selvaggio e indomabile dei tradizionali cavalli da allevamento.
In basso, tipici “butteri” maremmani al trotto.
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‘Migliore Distilleria del Mondo 2019’
PRIMO BRAND ITALIANO DI SPIRIT E UNICA GRAPPA PREMIATA
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antico simbolo degli alcoli nel Medioevo
BEVI RESPONSABILMENTE
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ARCHITETTURA 81 DIMORE STORICHE Arte e ospitalità
Grand Staircase Aman Venice, Venezia.
Testo di: Martina Torrini
DIMORE STORICHE Arte e ospitalità
Un tempo residenze di importanti esponenti della nobiltà italiana, oggi lussuosi hotel dalle atmosfere eleganti e raffinate, di grande fascino e rilevanza storica. Queste magiche dimore conservano ancora oggi materiali, affreschi, stucchi decorativi, pezzi originali e d’antiquariato, dettagli, stile e colori del passato, che sono stati preservati dal trascorrere del tempo e combinati a particolari e rifiniture più moderne, per adattarsi a una sensibilità più contemporanea. Dalle più famose città d’arte a rinomate località sul mare, da suggestivi angoli vista lago a storici borghi di campagna: in queste residenze passato e presente si fondono per garantire un’autentica esperienza italiana lungo tutta la penisola, tra arte, architettura, storia, lusso e minuziosa attenzione al dettaglio. Scoprite la nostra selezione delle 6 dimore storiche che ospitano oggi alcuni degli hotel più sfarzosi di tutta l’Italia, da nord a sud, dove è possibile rivivere il passato e la sua eredità in chiave più moderna.
“Si potrebbe considerare l’architettura come la storia impressa nelle pietre.” (A. L. Rowse) 81
Ingresso Palazzo Avino, Ravello.
Cortile interno Palazzo Avino, Ravello.
Esterno Villa Crespi, Orta San Giulio.
Interni Palazzo Seneca, Norcia. 82
Palazzo Avino Nell’immobile storico di Palazzo Sasso, a Ravello, sorge un elegante hotel inserito in un’antica dimora gentilizia del XII secolo, che è stata sottoposta a un’importante opera di riqualificazione terminata nel 1997. Tra ampi salotti, marmi, tessuti pregiati e opere di antiquariato, l’hotel si trova in una zona tranquilla e silenziosa e offre panorami mozzafiato sulla costa: a 350 metri sopra il livello del mare, Palazzo Avino regala una scenografia esclusiva sui monti ricoperti di verde e sul mare blu.
Palazzo Montemartini Un raffinato hotel composto da due palazzi fin de siècle, dove marmi, stucchi e pezzi in legno originali si combinano ad arredamenti contemporanei e a opere d’arte e di design, dove è stato possibile integrare la storia e i materiali dell’Antica Roma con un gusto estremamente moderno. Costruito nel 1881 nel cuore della Città Eterna, Palazzo Montemartini offre un’esperienza unica, tra una storia millenaria e una contemporaneità sorprendente.
Palazzo Seneca Una splendida struttura costruita in un palazzo del XVI secolo, in cui la tradizione è stata preferita all’innovazione. Grazie a un abile restauro a seguito di un terremoto nel 1997, alla ricerca di materiali e oggetti unici, realizzati dalla mano di noti artigiani umbri, Palazzo Seneca si presenta oggi come una destinazione dall’eleganza senza tempo, dove storia, design, semplicità, genuinità e creatività si fondono insieme per garantire l’esperienza di una nuova tipologia di tradizione umbra.
Villa Crespi Dimora storica costruita in stile moresco alla fine del XIX secolo, ha in origine la funzione di abitazione privata, ma diventa nel corso dei secoli rifugio esclusivo per poeti, nobili e regnanti: Villa Crespi, circondata da ampi giardini e contraddistinta da interni decorati con intricati stucchi e imponenti colonne di marmo, è ormai uno dei simboli più famosi del lago d’Orta, anche grazie alla presenza del ristorante 2 stelle Michelin dello Chef Antonino Cannavacciuolo. 83
T h e G r i t t i P a l a c e & A m a n Ve n i c e Venezia è ricca di residenze storiche che sono state trasformate in sontuosi hotel: tra queste spiccano due strutture estremamente lussuose ed eleganti, The Gritti Palace e Aman Venice. Costruito nel 1475, il palazzo che ospita The Gritti Palace è contemporaneamente intimo e cosmopolita: è un vero e proprio scrigno di arte e storia, dove cultura ed eredità del passato si mescolano a uno stile più moderno, sempre caratterizzato dal classico tocco veneziano. Aman Venice rappresenta il lato più sontuoso e seducente della Serenissima, tra imponenti affreschi, opere d’arte in stile rococò e due giardini privati, combinando un estremo rispetto per il passato a un gusto che strizza l’occhio alla modernità. Sotto, “The Games Room”, Aman Venice, Venezia. A destra, “The Hemingway Presidential Suite”, The Gritti Palace, Venezia.
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“NON SMETTEREMO MAI DI ESPLORARE. E ALLA FINE DI TUTTO IL NOSTRO ANDARE RITORNEREMO AL PUNTO DI PARTENZA PER CONOSCERLO PER LA PRIMA VOLTA.” T. S. Eliot