Travelista Magazine | Spring Issue

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TRAVELISTA EPICUREO

LIFESTYLE

VIAGGI

Epicureo / epiku’r o/ s. m. [dal lat. Epicureus, gr. Epikoúreios] chi si dedica solo al godimento della vita.

Lifestyle <làifstail> s.m. ingl., genere che mette in scena la vita quotidiana intesa come insieme di usi, costumi, gusti.

Vïàggio s.m. [lat. viatĭcum]. L’andare da un luogo ad altro luogo, per lo più distante per piacere.

EUR 15 | AED 60 | CHF 15 | HKD 120 | JPY 1800 | USD 17 | ZAR 275

anno 1 numero#4 | spring edition

MMXXI | 5781


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GRANDE CUVÉE ALMA BRUT L A N AT U R A A L C E N T R O

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Caro Viaggiatore... Primavera è sinonimo di ripresa, di novità, di luce, e Travelista ha nella sua essenza il rinnovarsi. La riapertura dei viaggi è prossima, e va di pari passo con le vaccinazioni. L’autunno sarà la chiave di svolta per tornare a viaggiare maggiormente consapevoli e più attenti, a breve vi saranno mete visitabili, ma per un attimo ancora facciamolo con il pensiero. Questo numero ci proietta nell’imminente futuro: all’EXPO Dubai, città regina della ripresa post-COVID e sempre più centro nevralgico del mondo; ma rivela anche inaspettate sorprese come un itinerario in Sicilia in Porsche fra bagli, masserie e dimore gattopardiane; o l’ultimo regno del benessere voluto da Monsieur Chenot, prima della sua scomparsa. Come non pensare alla primavera e non associare un ciliegio in fiore? Ecco dunque un articolo sull’arte dell’ammirare la fioritura – hanami 花見 in giapponese – che trascende la nostra comprensione di gaijin, forestieri. Travelista è sempre più sinonimo di tendenze e cultura. Elisa Bettoncelli, quintessenza di eleganza e fine conoscitrice di tessuti, ci accompagnerà a scoprire le trame di stagione; così come vere chicche di caffè verranno servite da Daniele Talso, massimo connoisseur dell’oro tostato. Infine andremo a svelare le origini dello storytelling scozzese e l’atmosfera sociale dell’hygge danese. Altro ancora è nascosto fra queste pagine, svogliatele in un momento di relax, meglio se con una tazza di tè – consiglio un’infusione di roiboos con un cucchiaio di miele – e tutto sarà più hygge.

Buona lettura, Ico Inanc, Editore

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URBAN

NATURA

13 ASPETTANDO EXPO 2021 DUBAI

63 花見 HANAMI

Il futuro è già qui

Il Giappone si tinge di rosa

69 IN BICI PER L’EUROPA

LIFESTYLE

Itinerari, percorsi, idee per una vacanza slow

23 SOLBIATI

La storia del lino più fine al mondo

CULTURA

29 PRIVATE HOLIDAY

81 LO STORYTELLING SCOZZESE

Ville e barche

39 BLU INDIGO SPRING

Una tradizione immortale

89 LA FILOSOFIA DANESE CHE VI CAMBIERÀ LA VITA

I look per la primavera

43 SICILIA IN PORSCHE

Un viaggio alla scoperta dell’Hygge

Escursioni e percorsi straordinari

49 CLAUS PORTO

LE GOURMAND

Il Portogallo in una saponetta

99 COGNAC MON AMOUR

TEMPLI DEL BENESSERE

I l re c e nt e s u c c e s s o d e l l i q u ore p i ù fa m os o d i Fra n c i a

102 IL CAFFÈ

53 CHENOT PALACE WEGGIS

L’Africa e le sue origini

Ritrovare se stessi e il proprio benessere 6


63

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53

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CREDITS A cura di Ico Inanc

ico.inanc@travelista.it

Redattori Martina Torrini

social@travelista.it

Editorialisti Anna Alevra, Elisa Bettoncelli, Marzia Cardaci, Marco Cascio Mariana, Luigi Pasiani e Daniele Talso Art Director & Graphic Design Luca Mantovanelli

luca@enfantprodige.net

Advertising & Marketing Director Giovanni Pisani

giovanni.pisani@travelista.it

Digital www.travelista.it Digital Content Editor Martina Torrini

social@travelista.it

Digital Strategy Director Giovanni Pisani

giovanni.pisani@travelista.it

Ringraziamenti Stefania Fumagalli, Tiziana Lorillo, Flavia Sbrojvacca e Alessandro Venturini

Alcune delle immagini presenti nel magazine provengono da siti internet e sono contrassegnate come libere dai diritti di utilizzo; qualora violassero il diritto d’autore si prega di contattare marketing@ilviaggio.biz per farle rimuovere o segnalarne l’attribuzione.

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URBAN 13 ASPETTANDO EXPO 2021 DUBAI Il futuro è già qui


I più di 200 Paesi che parteciperanno a Expo 2021 Dubai non saranno più divisi secondo cluster geografici, ma raggruppati in base alle diverse sfide che si trovano ad affrontare nell’ambito dei tre sottotemi di questa edizione.


Testo di: Martina Torrini

ASPETTANDO EXPO 2021 DUBAI Il futuro è già qui Ormai una delle metropoli più moderne al mondo, conosciuta per la sua architettura spettacolare, per il suo lusso, per il clima fantastico e la sua ambizione, Dubai è un luogo che mira alle stelle e di cui non ci si stanca mai. Dai grattacieli più alti al mondo – come il Burj Khalifa – all’isola artificiale di Palm Jumeirah e all’arcipelago The World, la contemporaneità e l’innovazione sono evidenti a ogni angolo. Nel 2013 la città è stata scelta per ospitare l’Esposizione Universale del 2020, rimandata in seguito all’anno successivo: dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022, infatti, si terrà Expo 2021 Dubai, dal tema Connecting Minds, Creating the Future (collegare le menti, creare il futuro). Il fil rouge di questa edizione di Expo si basa sull’idea che innovazione e progresso possano essere il risultato della collaborazione fra persone provenienti da diversi settori e background, in grado di trovare punti d’incontro, condividere idee e cooperare in maniera innovativa e senza precedenti. Alla base di Expo 2021 Dubai c’è molto più di un tema: una vera e propria missione, con la quale si intende richiamare lo spirito di collaborazione in nome dello sviluppo e dell’innovazione. Tre sottotemi approfondiscono e motivano l’intento di creare il futuro: 1. Sostenibilità, per un progresso che non comprometta la vita e i bisogni delle prossime generazioni, 2. Mobilità, per creare nuove e più efficienti connessioni – fisiche o virtuali – tra persone, comunità e Paesi, 3. Opportunità, a vantaggio del futuro dei popoli.

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Parteciperanno all’Esposizione più di 200 Paesi e, per la prima volta nella storia della manifestazione, dal 1851, saranno eliminate le tradizionali suddivisioni delle Nazioni in cluster geografici. I diversi Stati saranno invece raggruppati in base alle diverse sfide che si trovano ad affrontare nell’ambito dei tre sottotemi: sostenibilità, mobilità e opportunità saranno al centro di ciascuno dei tre distretti tematici contenenti i padiglioni dei diversi Paesi, che presenteranno anche spazi per esibizioni, gallerie e installazioni artistiche, parchi e giardini all’aperto. In qualità di prima Esposizione Universale della storia per la regione compresa tra Medio Oriente, Nord Africa e Asia Meridionale, Expo 2021 Dubai è anche la perfetta occasione per riunire tutto il mondo in un’atmosfera di ottimismo e speranza, in uno spazio innovativo per costruire insieme un futuro migliore e più sereno, alla ricerca di nuove soluzioni per i problemi e le criticità più difficili da superare. I viaggiatori in visita allo spazio di Expo avranno l’occasione di vivere un’esperienza unica e irripetibile, di celebrare la creatività, l’innovazione, l’umanità e le diverse culture di tutto il mondo, ma anche di sfidare i limiti del proprio pensiero e di contribuire alla creazione di un progetto per un futuro migliore per le persone e per il nostro pianeta.



Sostenibilità, mobilità e opportunità saranno al centro di ciascuno dei tre distretti tematici contenenti i padiglioni dei diversi Paesi.


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Soft Touch collection

We know how to design Chinese porcelain. Da oltre venticinque anni curiamo la produzione in Cina di articoli in porcellana dura feldspatica per l’industria del caffè. Disegnate in Italia per le maggiori aziende internazionali, le nostre tazzine garantiscono un elevato livello qualitativo. Stile, creatività, affidabilità e durata sono i tratti che contraddistinguono i nostri prodotti; precisione, accuratezza, personalizzazione e versatilità sono le caratteristiche che rendono unica la nostra consulenza, per grandi e piccole realtà. Per questo dal 1992 siamo il partner di grandi marchi e realtà specialty: perché conosciamo il valore sprigionato dall’incontro dell’aroma con la perfezione della porcellana. Nascosto in un gesto semplice, prezioso perché quotidiano. Club House: designed in Italy, made in China. Club House S.r.l. via Padana Superiore, 63 - 25045 Castegnato (BS) Italy tel. +39 030 214 0217 www.clubhouse.ch

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LIFESTYLE 23 SOLBIATI La storia del lino più fine al mondo

29 PRIVATE HOLIDAY Ville e barche

39 BLU INDIGO SPRING I look per la primavera

43 SICILIA IN PORSCHE Escursioni e percorsi straordinari

49 CLAUS PORTO Il Portogallo in una saponetta


Con i suoi quasi 150 anni di storia, Solbiati ha sviluppato una tecnologia e un’artigianalità in grado di dar vita a prodotti esclusivi e altamente qualitativi.


Testo di: Martina Torrini

SOLBIATI La storia del lino più fine del mondo

È il 1874 quando Michele Solbiati fonda a Busto Arsizio un’impresa che porta il suo nome, destinata a diventare leader mondiale nel settore del lino. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale il timone passa ai suoi tre figli Enea, Carlo e Leopoldo, che riescono a trasformare la piccola società in una vera e propria azienda tessile, che comincia persino a esportare i suoi prodotti prima nei Paesi del Mediterraneo, e poi fino ai mercati delle Indie e di alcune regioni del Sudamerica. La seconda svolta arriva nel 1933 con Peppino Solbiati, terza generazione della famiglia fondatrice, che dà vita alla SASIL e sviluppa tessuti innovativi come il rayon e il fiocco viscosa. Verso la fine degli anni Cinquanta Vittorio Solbiati rilancia l’azienda con un’intuizione: abbandonare le fibre artificiali e puntare sul lino. In brevissimo tempo questo materiale conosce un successo straordinario, soprattutto nel campo della camiceria e nella versione del lino “ammorbidito” per giacche destrutturate. Con i suoi quasi 150 anni di storia, Solbiati ha sviluppato una tecnologia e un’artigianalità in grado di dar vita a prodotti altamente qualitativi: ne è un esempio Prodige, il tessuto creato dal filo di lino più fine al mondo. Si tratta di un filato esclusivo, prodotto con le fibre di lino più pregiate, la cui materia prima proviene da coltivazioni europee del Nord della Francia, Belgio e Paesi Bassi, dove le condizioni climatiche sono ideali per la crescita della pianta. È una fibra di lino traspirante, assorbente, anallergica e antibatterica, con eccezionali caratteristiche di finezza, lunghezza, resistenza e colore, da cui derivano piccoli lotti di preziosa materia prima in quantità limitatissima.

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Prodige è il tessuto creato dal filo di lino più fine al mondo. Un filato esclusivo, prodotto con le fibre di lino più pregiate, la cui materia prima proviene da coltivazioni europee del Nord della Francia, Belgio e Paesi Bassi.


Il nome scelto per questo prodotto – Prodige – riflette la caparbietà e il know-how di mani esperte, ma anche tecniche di tessitura studiate nei minimi dettagli, che consentono di lavorare elementi così sottili sia in trama che in catena, dando vita a un tessuto dalle eccezionali caratteristiche di finezza, pur risultando contemporaneamente compatto, resistente ed estremamente avvolgente, poiché sottoposto a un bagno di aloe vera. Il titolo medio di un lino considerato fine è 54.000, ma Prodige è contraddistinto da un titolo di 110.000, il che significa che 1 kg di filo di svolge per 110 km, circa quanto il tunnel della Manica andata e ritorno. Per il 2021 saranno disponibili solo 150 metri di questo tessuto nelle sartorie più esclusive al mondo, il che lo rende ancora più unico e pregiato. Quasi impalpabile e morbido al tatto, Prodige è così leggero che pesa solo 120 gr/metro lineare ed è perfetto per la realizzazione di camicie da indossare come fossero una seconda pelle.

La straordinaria finezza di Prodige.

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Processo di tessitura.

Lo straordinario know-how di Solbiati.

Dettaglio del processo di tessitura.

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I valori indicativi relativi al consumo di carburante e alle emissioni di CO₂ sono rilevati dal Costruttore in base al metodo di omologazione WLTP (Regolamento UE 2017/1151 e successive modifiche e integrazioni). Eventuali equipaggiamenti aggiuntivi, lo stile di guida e altri fattori non tecnici, possono modificare i predetti valori. Per ulteriori informazioni sui predetti valori, vi invitiamo a rivolgervi alle Concessionarie Audi. È disponibile gratuitamente presso ogni Concessionaria una guida relativa al risparmio di carburante e alle emissioni di CO₂, che riporta i valori inerenti a tutti i nuovi modelli di veicoli.

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Testo di: Martina Torrini

PRIVATE HOLIDAY Ville e barche

Esistono diversi modi di vivere una vacanza: c’è chi preferisce visitare ogni anno una località diversa, al mare, in montagna o in campagna, o scoprire città e culture lontane; c’è poi chi al contrario si sente rassicurato dall’idea di trascorrere l’estate sempre nello stesso luogo, ormai una seconda casa, fatta di abitudini, routine e amicizie consolidate; c’è chi preferisce andare all’estero, spostandosi in aereo, e chi invece desidera conoscere a fondo il territorio italiano, muovendosi in macchina o in treno; c’è, infine, chi ama viaggiare da solo e sentirsi coccolato dall’impeccabile servizio di un hotel e chi, al contrario, aspetta le vacanze per riunirsi in totale privacy con tutta la famiglia. Ciascuno di noi immagina in modo diverso la sua vacanza ideale, ma esistono delle soluzioni flessibili e su misura che possono essere adattate a ogni tipo di esigenza e necessità, per vivere un’esperienza secondo i nostri gusti ma attraverso modalità sorprendenti e inaspettate.

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Un comodo salotto a poppa di una barca a vela.

Gli accoglienti interni di un’imbarcazione.

Un elegante catamarano in movimento.

Dettagli di comfort su una barca a vela al largo.

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Perché non una vacanza in barca? Sebbene la vacanza in barca sia spesso identificata per i suoi aspetti più avventurosi e quasi spartani, è una soluzione che presenta diverse sfaccettature e che si adatta perfettamente a qualsiasi tipo di viaggiatore amante del mare e non: è infatti possibile trascorrere ferie diverse in base alla tipologia e al modello di imbarcazione prescelta, all’itinerario e all’equipaggio, ma sempre in totale privacy. Per i più avventurosi si consiglia di provare la barca a vela, l’ideale per una famiglia o un gruppo di amici da 2 a 6 persone. Questa tipologia di viaggio viene accompagnata da uno skipper, che si occupa della gestione della barca ma non della spesa o della cucina, che sono a carico dell’ospite. Per chi invece desidera più comfort e teme la sensazione di mal di mare si raccomanda il catamarano, un’imbarcazione generalmente dotata di quattro cabine doppie con bagni privati, più spaziosa della barca a vela e adatta anche per bambini e ragazzi, poiché presenta attrezzature aggiuntive come canoe, paddle e altri strumenti per giocare e scoprire il mare a 360°. Si tratta inoltre di una vacanza più spensierata, perché, oltre allo skipper, si ha la possibilità di prenotare un servizio di hostess che si occupi della spesa e della cucina. Infine, per chi vuole concedersi qualcosa di più si suggerisce di affittare uno yacht o un catamarano dotato di tutti i comfort e di optional per attività sportive, come moto d’acqua e sci d’acqua. A questi si può aggiungere un personale di bordo per esaudire ogni desiderio, dalla cena gourmet all’aperitivo servito a prua al tramonto.

Uno splendido yacht solca i mari.

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Attraverso una vacanza in villa privata è possibile viaggiare secondo le proprie regole e vivere un’esperienza completamente personalizzata.



Perché non una vacanza in villa privata? Ma come garantire estrema privacy a chi non desidera trascorrere l’estate al mare o a chi non se la sente di prendere il largo? Attraverso una vacanza in una villa privata, grazie alla quale è possibile viaggiare secondo le proprie regole e vivere un’esperienza totalmente personalizzata sulla base delle proprie esigenze. Immagina la campagna Toscana vista dalla piscina della tua villa; trascorrendo l’estate in una casa privata non si è vincolati agli orari dei ristoranti degli hotel e a condividere salotti e aree relax con altri gruppi di persone, ma si ha l’opportunità di seguire e assecondare i propri ritmi e i propri desideri, grazie soprattutto alla possibilità di ingaggiare un team di professionisti – come cuochi, camerieri, concierge, esperti del territorio – a disposizione per rendere l’esperienza di una residenza privata più rilassante e senza pensieri.

I giardini, la piscina e la facciata di un’incantevole residenza in Sardegna.

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Gli interni moderni di una casa privata in Croazia.

Vista sulla piscina e sulla facciata di una villa ai Caraibi.

L’accogliente salotto di una residenza in Africa.

La rilassante piscina interna di uno chalet sulle Alpi francesi.

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Testo di: Elisa Bettoncelli

BLU INDIGO SPRING I look per la primavera

Che poesia la primavera, la stagione che ti fa dire: dai che fra poco è estate! Eppure è la stagione che più può variare in temperature. All’attacco si presenta ancora fredda ma col passare dei mesi, man mano che la natura comincia a mostrarsi per la sua meraviglia, le temperature calano e in noi cresce una gran voglia di fare il cambio armadi e iniziare a scoprire ed esporre parti del nostro corpo. Ma quindi cosa dev’esserci nel nostro armadio per affrontare tutti questi sbalzi? Sicuramente non vanno abbandonati in maniera categorica i capi in lana. Questa fibra è termocoibente, per questo, i capi in questo materiale hanno la caratteristica di trattenere una maggiore quantità di aria. La lana infatti non isola solo dal freddo ma bensì anche dal caldo. Basti pensare ad alcune popolazioni africane che la usano di giorno per proteggersi dal caldo e di sera per proteggersi dal freddo. La lana può essere trattata, filata e tessuta in svariati modi quindi non pensiamo solo ai maglioncioni che ci avvolgono nelle fredde giornate d’inverno ma consideriamo altre tipologie realizzate in questa materia che magari hanno un look più transeasonal.

Elisa Bettoncelli Nata a Brescia nel 1986, appassionata di moda fin da piccola dimostra uno spiccato interesse per le materie creative e artistiche. Si forma presso lo Ied di Milano con un corso specifico sul tessuto. Inizia la sua carriera nel settore tessile per poi entrare nel mondo della moda lavorando in una prestigiosa azienda del lusso dove tutt’oggi cura la parte di ricerca dei materiali.

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Altra tipologia molto versatile ma che generalmente si sposa meglio con le temperature primaverili è il denim. Questo caratteristico tessuto dal colore blu indigo prevede una struttura diagonale che gli conferisce resistenza. Il primo capo realizzato con questo materiale fu proprio un pantalone da lavoro, commissionato dalla moglie per il marito che aveva bisogno di un paio di calzoni che fossero il più possibile duraturi nel tempo. Accade negli Stati Uniti ed è il 1870 circa, ma va detto che la sua nascita risale al XV secolo a Nimes, in Francia. Quest’ultima sceglie il porto di Genova come crocevia per gli scambi con gli Stati Uniti. Da qui il nome Tela Genova che ancora oggi si usa per identificare il denim. Da quel primo capo realizzato si è aperto un mondo e negli anni il denim è stato modificato come nessun altro tessuto prima… l’hanno alleggerito, appesantito, trattato con le pietre, tinto, scolorito, lavato, fatto a brandelli, stampato, ricucito, riciclato e via via con le sperimentazioni si è prestato per qualsiasi cosa. Abiti, gonne, camicie, giacche, scarpe, accessori e logicamente una miriade di jeans che hanno spaziato per vestibilità e look. La verità è che si tratta di un materiale che offre spunti inesauribili e potremmo andare avanti a parlare a lungo delle mode che ha lanciato o della cultura del denim giapponese o magari degli sforzi fatti negli ultimi anni per renderlo più sostenibile (purtroppo la bellezza di certi aspetti derivava da trattamenti estremamente inquinanti) ma vorrei celebrarlo come il tessuto più cool, democratico, evergreen e unisex che esista.



Curve sinuose che rivelano città e percorsi storici, agrumeti, vigneti, uliveti. Il vento sul viso e una sensazione inconfondibile: libertà e gioia di vivere.


Testo di: Marco Cascio Mariana e Marzia Cardaci

SICILIA IN PORSCHE Escursioni e percorsi straordinari

Immaginatevi in bella compagnia, guidando sotto un cielo blu primaverile fra i paesaggi e i profumi unici della Sicilia. Curve sinuose che rivelano città e percorsi storici, agrumeti, vigneti, uliveti. Il vento sul viso e una sensazione inconfondibile: libertà e gioia di vivere. La Sicilia è una terra di passioni e storia: attraversarla è già una meravigliosa esperienza, quasi un film; a bordo delle Porsche Boxster 718 GTS è come vivere lo stesso film in 8k con dolby surround… un’assoluta immersione ad alto tasso emozionale. Un’esclusiva modalità per conoscere la Sicilia attraverso percorsi emozionali, abbinati ad escursioni nella natura, nella storia, nell’arte e nel cibo e proposti attraverso l’utilizzo di un parco auto di lusso sportive e tecnologicamente avanzate come le Porsche Boxster 718 GTS, che discendono dall’antenata 550 RS, vittoriosa in innumerevoli gare nel mondo. Questo modello, assolutamente unico, prevede due diverse tipologie di percorsi.

Marco Cascio Mariana Nato a Corleone nel 1971, laureato in Scienze Geologiche presso l’Università di Palermo. Founder di diverse startup tra cui sm@rtecblue, azienda specializzata in smart city, e X-POP, startup innovativa per design industriale tecnologico, a fine 2018 fonda GTS Gran Tour in Sicily, Tour Operator innovativo e startup. Marzia Cardaci Nata a Saronno nel 1972, diplomata come Operatore Turistico presso l’Istituto Stendhal di Milano, ha iniziato subito a lavorare nel turismo, collezionando i suoi primi 15 anni in agenzia di viaggi, occupandosi sia di turismo che di biglietteria. Dal 2006 ha proseguito la sua formazione passando al tour operating, specializzandosi nel settore dei viaggi di lusso ed esperienziali. La sua grande passione l’ha portata a viaggiare attraverso l’Africa, le Americhe, l’India e l’Europa, e non si è ancora fermata!

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Lifestyle A bordo delle vetture si percorrono strade incastonate nei meravigliosi siti UNESCO, tra Barocco e Arabo Normanno, o che attraversano i luoghi del cinema come la zona di Punta Secca, Scicli e Modica viste nella Famosa serie di Montalbano. Vivere la natura potente e imperiosa del Vulcano Etna, attraversando strade dalla vista mozzafiato; da lì si domina l’intera isola e si è subito vicini a Taormina, la perla del Mediterraneo. Particolare attenzione si rivolge a zone inedite come Corleone e la sua meravigliosa storia medievale, tra i Castelli di Federico II e la Reggia di Ficuzza di Ferdinando III, attraversando più di cento chiese, intrise di gioielli architettonici della scuola del Serpotta, che rappresentano la Diocesi più potente della Sicilia, Monreale.

In Porsche di fronte al panorama di Cefalù.

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I sontuosi interni di un Palazzo storico.

Porsche Boxster 718 GTS nell’entroterra siciliano.

Esterno e giardini di una villa storica.

Porsche Boxster 718 GTS tra i vicoli siciliani.

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Un’elegante cena in un Palazzo storico.

Prima colazione con prodotti tipici siciliani.

Diversi modelli di Porsche Boxster 718 GTS.

Uno scatto in bianco e nero della Porsche Boxster 718 GTS.

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Old race I percorsi coincidono con le competizioni automobilistiche più antiche del mondo, come la Hill Climb di Monte Pellegrino (Palermo), che risulta la prima gara in salita, risalente al 1908, o la Targa Florio, la gara automobilistica più antica del mondo, ideata da Vincenzo Florio nel 1905 e che attraversa il meraviglioso borgo di Cefalù e la spettacolare Area Interna delle Madonie, gioiello di biodiversità unica al mondo. Da ricordare anche il passaggio a Siracusa (la città di Archimede, già capitale dell’Impero Romano) che ha ospitato tante gare di Formula 1 nel suo circuito cittadino, famoso all’epoca, alla pari di Montecarlo. A completare la straordinaria esperienza viene proposta un’accoglienza unica nelle meravigliose Ville storiche Siciliane (Villa Valguarnera e Villa Tasca, solo per citarne alcune), in fantastici Resort sul mare e Boutique Hotel nell’entroterra, oltre che presso ville esclusive, e viene offerta una ricchissima proposta di visite e attività per vivere l’isola in tutta la sua autenticità. Un’esperienza che integra al suo interno diversi aspetti semiotici di sé, per dare grande libertà alle passioni, staccando dal quotidiano per immergersi in un fantastico gioco con le proprie emozioni. Rendere il Vostro viaggio in Sicilia un’esperienza indimenticabile è la nostra missione, e lo facciamo in modo personalizzato e unico, con servizi e itinerari pensati appositamente per Voi, prendendoci cura di Voi dall’arrivo alla partenza. Per noi, Voi siete i protagonisti del film che Vi aiuteremo a scrivere e dirigere: il Vostro viaggio indimenticabile in Sicilia.

La splendida Villa Valguarnera.

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Testo di: Martina Torrini

CLAUS PORTO Il Portogallo in una saponetta

“Non parlo di saponette qualsiasi, ma di saponette straordinarie, fuori dal comune, in grado di far innamorare del Portogallo, ma che allo stesso tempo possano impreziosire i bagni dei migliori hotel al mondo e le vetrine dei negozi più chic e alla moda da New York a Parigi, da Londra a Milano”. Porto, 1887: Ferdinand Claus e Georges Schweder, due imprenditori tedeschi appena arrivati in Portogallo, discutono su quale nuova avventura intraprendere nella loro nuova città. Ha così inizio un’avvincente storia di successo, che comincia con la creazione della prima saponetta e continua negli anni successivi attraverso nuove idee e prodotti, come le candele, le fragranze per ambienti e persino accessori e idee regalo. Le prime saponette targate Claus Porto sono caratterizzate da un fresco profumo di eucalipto e di pino, arricchito da note di ginepro, ciclamino e muschio marino della costa del Portogallo; altre varietà presentano una fragranza più dolce di vaniglia e patchouli, di mango e burro di karité.

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Con occhio attento e curioso, i due imprenditori osservano e fanno propri il fascino e la bellezza della loro terra adottiva, traendo ispirazione per i loro prodotti non solo dalla sorprendente natura portoghese, ma anche dalla cultura e dall’artigianato locale: così le ceramiche in stile Belle Époque e i tradizionali azulejos diventano modelli di riferimento per il caratteristico packaging del marchio, in grado di richiamare un’immagine variopinta ed elaborata del Portogallo. Dopo più di 130 anni dalla fondazione del brand molte cose sono cambiate, ma ciò che è rimasto immutato sono l’estrema attenzione al dettaglio e l’amore verso il prodotto che traspare da ogni scatoletta di saponette Claus Porto e da ogni nuova e straordinaria fragranza. Con diverse collezioni, dalle più storiche alle più moderne, il marchio è oggi presente in più di 60 Paesi e venduto in alcuni tra i Grandi Magazzini più rinomati ed eleganti al mondo – come Bergdorf Goodman e Anthropology negli Stati Uniti, Harrods e Liberty London nel Regno Unito, The Galeria in Corea del Sud, 10 Corso Como a Shanghai, Galeries Lafayette e Le Bon Marché a Parigi – oltre che in veri e propri flagship store a Porto, Lisbona, New York e Tokyo, e online, sul sito del brand, ma anche su Net-a-Porter e Mr Porter.




TEMPLI DEL BENESSERE 53 CHENOT PALACE WEGGIS Ritrovare se stessi e il proprio benessere


Chenot Palace Weggis offre un ambiente fuori dal tempo e dallo spazio, composto da un sontuoso palazzo della fine del Novecento e da un edificio estremamente contemporaneo.


Testo di: Martina Torrini

CHENOT PALACE WEGGIS Ritrovare se stessi e il proprio benessere

In Svizzera, sulle sponde del suggestivo lago dei Quattro Cantoni e ai piedi dei monti Rigi e Pilatus, nella storica località turistica di Weggis, è stata inaugurata nel giugno 2020 una struttura dove è possibile trascorrere indimenticabili momenti di benessere, in totale armonia con se stessi. Chenot Palace Weggis offre un ambiente fuori dal tempo e dallo spazio, composto da un sontuoso palazzo della fine del Novecento e da un edificio estremamente contemporaneo, che comprendono un totale di 97 camere e suite elegantemente arredate, con viste mozzafiato sul lago o sul paesaggio alpino. Presso la struttura si ha l’opportunità di ritrovare la pace interiore nella quiete di un giardino giapponese, di rilassarsi su una spiaggia privata sulle sponde del lago, di fronte al suggestivo panorama delle alpi svizzere, e di lasciarsi coccolare da programmi e trattamenti wellness e medicali.

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Motivo di orgoglio per la struttura è infatti una Spa medicale estesa su una superficie di 5.000 mq, dotata di strumenti diagnostici di ultima generazione e di tecnologie all’avanguardia per permettere agli ospiti di ritrovare il proprio equilibrio psico – fisico, rinnovate energie e vitalità. Fra giardini zen, una camera criogenica in grado di raggiungere – 110° C, una camera iperbarica che simula le condizioni ambientali in alta quota, tapis roulant con camera d’aria antigravità, sale dedicate al miglioramento della qualità del sonno e laboratori di analisi, la Spa si avvale del metodo Chenot®. Con una serie di applicazioni, di trattamenti e piani dietetici efficaci, di intensità differente e personalizzati in base alle diverse esigenze (che vengono valutate dopo una consultazione medica e nutrizionale preliminare, seguita da un check – up completo), questo piano è frutto di cinquant’anni di esperienza e lavoro di ricerca e si pone l’obiettivo di stimolare la capacità del corpo di guarire se stesso, rafforzando i meccanismi immunitari e prevenendo le malattie.



Una Classic Junior Suite di Chenot Palace Weggis.

Sala fitness di Chenot Palace Weggis.

Balcone con vista lago di una Suite di Chenot Palace Weggis.

Salotto di Chenot Palace Weggis.

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Il metodo Chenot® combina principi della medicina tradizionale con le più avanzate conoscenze scientifiche occidentali; la sua unicità deriva dalla fusione di stimoli energetici, fisici ed emotivi che vengono trasmessi al corpo, consentendogli di capire autonomamente come curarsi e ritrovare energia, vitalità e armonia. Il suo inventore, Henri Chenot, è diventato famoso per il suo approccio rivoluzionario verso il tema della prevenzione: secondo i suoi studi di biologia, psicologia, medicina orientale e naturopatia, lo stress e alcuni stili di vita errati possono condurre a uno sviluppo eccessivo di tossine, che possono arrivare a causare malattie degenerative. Per questo motivo il metodo Chenot® si pone l’obiettivo di ribilanciare la fisiologia corporea, permettendo all’organismo di rigenerarsi e di ritrovare un equilibrio sano e originale. Poiché il segreto di longevità, salute e benessere risiede in un delicato equilibrio fra genetica, stile di vita e ambiente, non basta detossinare il corpo, ma è necessario innescare una forza rigenerante e curativa in grado di elevare l’organismo a un nuovo livello di benessere. Gli ospiti di Chenot Palace Weggis possono affidarsi alla consulenza di una équipe di medici di fama internazionale attraverso tre programmi specifici – Advanced Detox, Recover & Energise e Prevention & Ageing Well – tutti realizzati secondo i fondamenti del metodo Chenot® e accompagnati da un regime alimentare personalizzato per ogni cliente, basato sulle necessità di detossinare l’organismo, stimolare il metabolismo e promuovere la rigenerazione cellulare attraverso ingredienti di prima qualità, non trattati e ricchi di nutrienti dalle proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antiglicanti e alcaline, al fine di promuovere miglioramenti duraturi nello stile di vita e di incoraggiare quello che Henri Chenot definiva “invecchiamento attivo”.

Vista panoramica sul lago dei Quattro Cantoni.

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NATURA 63

花見

HANAMI Il Giappone si tinge di rosa

69 IN BICI PER L’EUROPA Itinerari, percorsi, idee per una vacanza slow


Hanami significa “ammirare i fiori”: è una tradizione ancora oggi importantissima per i giapponesi e porta con sé una simbologia fondamentale per la cultura locale.


Testo di: Martina Torrini

花見 HANAMI Il Giappone si tinge di rosa

L’incredibile spettacolo della fioritura dei ciliegi in Giappone richiama ogni primavera viaggiatori da tutto il mondo, desiderosi di lasciarsi stupire dalle tenui sfumature rosa pastello che tingono intere città e aree rurali in tutto l’arcipelago nipponico, dando vita ad atmosfere magiche e sospese nel tempo. La tradizione di osservare questo straordinario fenomeno naturale risale al 700 d. C. e viene chiamata hanami, che significa letteralmente “ammirare i fiori”; ancora oggi l’evento è centrale per i giapponesi e porta con sé una simbologia importante per la cultura locale. Il fiore di ciliegio riveste infatti significati profondi: chiamato sakura, è un fiore che sboccia in modo molto appariscente, ma che dura pochi giorni. Diventa così l’emblema della stagionalità, della caducità della bellezza e, di conseguenza, della vita, collegandosi alla religione buddhista, per la quale rappresenta la metafora della natura effimera di tutte le cose, anche di quelle apparentemente destinate a durare. Numerose sono anche le leggende che hanno contribuito ad accrescere la fama e la rilevanza culturale degli alberi di ciliegio e della loro fioritura, tra cui quella secondo cui il sacerdote En-no Ozuno avrebbe lanciato una maledizione verso coloro che avessero desiderato abbattere queste piante.

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Proprio per questa forte connessione con la tradizione e la cultura locale, in Giappone vengono coltivate diverse varietà di alberi di ciliegio, sia nelle metropoli che nelle zone dove la natura è la vera e propria protagonista. La fioritura avviene in periodi diversi a seconda della latitudine, ma si concentra tra la fine di marzo e l’inizio di aprile nella maggior parte dell’arcipelago, in concomitanza con l’inizio delle scuole e dell’anno fiscale giapponese, in un autentico momento di rinascita. La prima città in cui solitamente si possono ammirare i sakura è Naha, nella zona meridionale dell’isola di Okinawa, dove fiori di ciliegio color ciclamino sbocciano già a partire dalla seconda metà di gennaio e arrivano alla piena fioritura a inizio febbraio, mentre le ultime località in cui il fenomeno arriva a compimento sono quelle più a nord, come Sapporo, dove bisogna attendere fino all’inizio di maggio.



I fiori di ciliegio avvolgono il tempio Sensō Ji, a Tokyo.

Celebrazione dell’hanami a Kawagoe.

Suggestivo scorcio dei sakura a Tokyo.

Il panorama dei fiori di ciliegio attorno al castello di Himeji.

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A Tokyo la fioritura dei ciliegi avviene in genere tra fine marzo e inizio aprile e attira in media dieci milioni di viaggiatori ogni anno; l’hanami si festeggia tradizionalmente nel parco Ueno Onshi, ma anche allo Shinjuku-Gyoen National Garden o nella zona del Monte Fuji, dove è possibile ammirare lo spettacolo del Fuji Shibazakura, il cosiddetto “muschio rosa” che si sviluppa ai piedi dell’imponente monte. Lo stesso periodo di fioritura caratterizza anche Kyoto, dove si ha l’occasione di osservare i rigogliosi ciliegi in fiore tra gli storici panorami del tempio buddhista di Kinkaku-Ji, e Nara, dove il monte Yoshino offre uno dei migliori belvedere del Giappone, le vallate si tingono di candide sfumature per la fioritura degli Yamazakura dai petali bianchi, e dove si ha l’opportunità di incontrare i cervi che passeggiano nel parco della città. La tradizione dell’hanami porta con sé in tutto il Giappone momenti indimenticabili e vere e proprie celebrazioni all’aperto, tra più semplici pic nic, balli, musiche, intrattenimento e feste notturne in cui i ciliegi vengono decorati con caratteristiche lanterne di carta. È un’esperienza unica e da vivere almeno una volta nella vita, per lasciarsi stupire dalla magia e dalla maestosità di una natura di fronte a cui l’uomo non può che sentirsi piccolo piccolo.

Vista mozzafiato sul monte Fuji durante il periodo dell’hanami.

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La bicicletta è il mezzo ideale per conoscere il territorio secondo una modalità slow, in grado di assecondare i tempi e i ritmi di tutti e contemporaneamente di rispettare l’ambiente.


Testo di: Martina Torrini

IN BICI PER L’EUROPA Itinerari, percorsi, idee per una vacanza slow

Durante quest’anno molto particolare abbiamo imparato ad adattarci a una nuova normalità e a modificare alcune abitudini che in passato davamo per scontate. Ai lunghi viaggi in treno o in aereo si sono sostituite nuove modalità di spostamento e di esplorazione, come la più classica auto e la più ecologica e avventurosa bicicletta: da semplici tour per visitare la propria città e scoprirne angoli nascosti, lontani dagli itinerari più battuti, a vere e proprie vacanze su due ruote – in Italia e all’estero – passando per tranquille gite fuori porta alla scoperta di zone di campagna spesso sottovalutate, la bicicletta è il mezzo ideale per conoscere il territorio secondo una modalità slow, in grado di assecondare i tempi e i ritmi di tutti e contemporaneamente di rispettare l’ambiente. In alcune zone d’Italia e d’Europa esistono veri e propri sentieri e itinerari per lasciarsi incantare dalla sensazione di libertà e di vicinanza con la natura che si provano viaggiando in bicicletta, attraverso i quali è possibile godere non solo del fascino dei luoghi di partenza e di arrivo, ma anche di quello di tutte le tappe intermedie. Dall’Irlanda all’Italia, passando per l’Inghilterra, la Francia, la Spagna e il Portogallo, numerosi sono i luoghi che possono essere scoperti con nuovi occhi grazie a un tour in bicicletta.

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Vista panoramica sulla Broadway Tower, nelle Cotswolds.

Un tratto del cammino di Santiago, in Spagna.

La pittoresca località di Oxford.

Bordeaux si accende dopo il tramonto.

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L a s u b l i m e n a t u ra i r l a n d e s e L’Irlanda occidentale è una zona caratterizzata da una storia molto antica e da paesaggi naturali incredibili: per la sua anima selvaggia è apprezzata soprattutto dagli amanti della natura e da chi desidera trascorrere una vacanza completamente green, fra aspri rilievi che digradano verso la pianura o che danno vita a suggestive scogliere a picco sul mare. Questi prodigiosi ambienti naturali possono essere scoperti attraverso interessanti itinerari in bicicletta, pedalando fra antichi villaggi, castelli e piccole città.

A t m o s f e re a l l a J a n e A u s t e n Nella quiete della campagna inglese, le Cotswolds sono una verde distesa di colline che si estendono sul territorio di ben sei contee; il paesaggio qui riporta alla memoria le atmosfere dei romanzi di Jane Austen e presenta piccoli ma caratteristici paesini, contraddistinti da cottage di pietra color del miele, lussureggianti giardini, antiche residenze storiche e vecchi pub tradizionali. Oltre a raggiungere in bicicletta i diversi villaggi, è possibile esplorare le più famose città di Oxford e Bath.

N o n s o l o Pa r i g i La campagna della Nuova Aquitania è il luogo ideale per un tour in bicicletta, fra villaggi di origine medievale, imponenti castelli, affascinanti vigneti dove si producono alcune fra le più rinomate etichette francesi e romantiche pedalate sulle sponde della Garonna. Anche Bordeaux è una tappa obbligata per scoprire una città elegante, che non ha niente da invidiare a Parigi, più lontana dal caos e dalla folla della metropoli.

I l c a m m i n o d i S a n t i a g o f ra S p a g n a , Fra n c i a e P o r t o g a l l o Attraverso un percorso come quello del cammino di Santiago è possibile comprendere l’autentico significato di un itinerario slow, alla ricerca di un contatto più intimo con se stessi e con la propria interiorità. Si tratta di un’esperienza unica ed emozionante da fare da soli o in gruppo, a piedi o in bicicletta, nella sua totalità o solo per una parte, alla scoperta di alcuni dei luoghi più suggestivi dell’Europa occidentale, fra Spagna, Francia e Portogallo. 71


L’Irlanda occidentale è una zona caratterizzata da un’anima selvaggia, da una storia molto antica e da paesaggi naturali incredibili.



Le bollicine più famose d’Italia La provincia di Treviso è caratterizzata dalla presenza di una serie di colline dolcemente digradanti coltivate a vigneto da secoli, dove vengono prodotte le bollicine più famose d’Italia, quelle del Prosecco, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2019. Qui i luoghi della cultura enologica si alternano a quelli dell’arte e del buon vivere: è possibile percorrere sentieri e itinerari in bicicletta da Conegliano a Valdobbiadene per immergersi appieno nelle atmosfere e nella natura che ispirano questo famosissimo vino.

In bicicletta sulle Dolomiti Gli itinerari in bicicletta non sono solo una prerogativa delle zone di campagna: anche sulle Dolomiti è possibile dedicarsi al cicloturismo con l’ausilio di una bici elettrica. Grazie ai loro paesaggi spettacolari, i rilievi Patrimonio UNESCO più famosi d’Italia sono stati definiti da Le Corbusier come “la più bella opera architettonica del mondo” e possono essere esplorati attraverso tour più impegnativi e percorsi amatoriali, adatti a tutti.

L a To s c a n a p i ù c l a s s i c a La campagna toscana si presta perfettamente ai ritmi lenti e contemplativi di un tour in bicicletta: fra le sue diverse zone, la Val d’Orcia si distingue per i suoi ampi spazi e per le sue suggestive colline punteggiate da cipressi, dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Pienza, Montalcino e Montepulciano sono le sue città principali, contraddistinte da angoli caratteristici, da viste mozzafiato sulla campagna, da suggestivi centri storici e da una gastronomia genuina e tradizionale.

S f u m a t u re d e l p a s s a t o Non solo campagna e montagna: in Italia è possibile dedicarsi al cicloturismo anche tra affascinanti località di mare. Scoprire la Puglia in bicicletta significa perdersi fra antichi borghi marinari, paesaggi contadini, città d’arte, parchi naturali e uno splendido mare cristallino, ma anche cogliere la vera essenza di tutte le sue sfumature, i profumi e le bellezze di questa regione autentica e tradizionale. 74


Sulla cima delle Dolomiti.

Ostuni, la Città Bianca.

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La campagna toscana si presta perfettamente ai ritmi lenti e contemplativi di un tour in bicicletta: fra le sue diverse zone, la Val d’Orcia si distingue per i suoi ampi spazi e per le sue suggestive colline punteggiate da cipressi.


fotografia © Giulia Iacolutti

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CULTURA 81 LO STORYTELLING SCOZZESE Una tradizione immortale

89 LA FILOSOFIA DANESE CHE VI CAMBIERÀ LA VITA Un viaggio alla scoperta dell’Hygge


Lo storytelling è l’anima della Scozia e incarna tutti gli elementi di un popolo fiero e orgoglioso che rivendica le proprie radici culturali.


Testo di: Luigi Pasiani

LO STORYTELLING SCOZZESE Una tradizione immortale

“Is fhearr na’n t-òr sgeul air inns’ air chòir.” Better than gold, is a tale well told. Lo storytelling è una delle più antiche forme d’arte della tradizione orale: nella storia ha avuto molteplici usi, quali l’educazione di bambini e adulti, nella formazioni sugli usi e costumi di legge, nella risoluzione di controversie, nelle decisioni comunitarie e in molto altro. La narrazione della storia deve essere fatta a memoria, con accurata ricostruzione dei fatti salienti, a beneficio degli ascoltatori. In Scozia si dice che una nazione che non abbia una profonda conoscenza delle proprie radici culturali sia paragonabile ad un corpo senza anima: lo storytelling è l’anima della Scozia e incarna tutti gli elementi di un popolo fiero e orgoglioso che rivendica le proprie radici culturali, sottolineando con determinazione l’unicità delle vibranti tradizioni locali, troppo spesso mercificate.

Luigi Pasiani Nato a Bergamo nel 1963, laureato presso l’università Luigi Bocconi a Milano, si è occupato di marketing e comunicazione nella agenzia View Point da lui fondata per oltre 20 anni. In seguito ha scelto di dedicarsi alla consulenza lavorando per i maggiori brand dell’automotive, quali Ducati, Yamaha e Suzuki MotoGP. Le radici Scozzesi della famiglia della madre e l’appartenenza al Clan Macpherson lo spingono ad iniziare la White Rose Guild, azienda che si occupa di promuovere il turismo esperienziale in Scozia.

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Nell’antica cultura celtica gli storyteller erano considerati una elité, erano consiglieri dei capo clan e di leader, spesso anche sciamani e membri del consiglio degli anziani della comunità. Ci è subito chiaro quanto sia importante lo storytelling per lo scozzese, quanto sia irrinunciabile per il forte senso di comunità e aggregazione che crea tra narratore e ascoltatori. Le storie più significative e le narrazioni più drammatiche si sono trasmesse attraverso lo storytelling: da qui la necessità di comprenderne i principali intenti. Si trattava di trasmettere informazioni che aiutassero e formassero le persone per affrontare il mondo circostante e la società scozzese. Se volessimo trovarne un parallelo contemporaneo, diremmo che si tratta di sociologia, intesa come studio dei fatti sociali e le manifestazioni degli stessi nel tempo. Lo storytelling ha origini nei racconti popolari e riflette la ricchezza dei modelli della narrazione orale, certamente prodotti da esperienze della comunità in cui le storie si sono originate.



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Immaginiamoci in una black house intorno al 1700, i membri di un clan e gli amici riuniti intorno a un fuoco di torba, abbondante mescita del miglior sigle malt offerto per l’occasione, gustando i tradizionali haggis: nessuna opportunità poteva essere migliore per lo storyteller del clan per raccontare eventi drammatici, storie di razzie e di fantasmi, tanto cari alla tradizione orale scozzese, enfatizzando a dovere ciò che desiderava. Le storie riflettevano le credenze popolari, le speranze e le paure della gente di un tempo, offrendoci un vivido spaccato dello stile di vita di allora. Quanto sopra descritto nasce dalla cultura del Ceilidh, parola gaelica che originariamente significava “riunione di persone”, ovvero un evento durante il quale parenti e vicini si riunivano per narrare storie, cantare e occasionalmente ballare, un momento che ha caratterizzato l’aggregazione sociale in Scozia e il perpetrarsi delle tradizioni del Paese. Oggi per Ceilidh si intende una festa danzante con orchestra che suona dal vivo la musica della tradizione, ma gli storyteller scozzesi stanno riproponendo questa manifestazione secondo le sue vere origini culturali, reiterando il formato di forte interazione sociale con il narratore. La struttura del Ceilidh tradizionale prevede che l’ospite dia il benvenuto ai partecipanti offrendo lui stesso una storia, una canzone o dei versi. Tra i partecipanti vi è inoltre solitamente uno storyteller che suggerirà un tema per la narrazione, lasciando, in ogni caso, la libertà agli altri di divagare dal tema principale. Purtroppo non molti viaggiatori hanno l’opportunità di vivere questa incredibile esperienza. Infatti il “vero” storyteller – non condizionato da certe influenze mainstream – non è sempre facile da identificare, e solo chi conosce le comunità locali ha la possibilità di garantire l’autenticità di questo momento.

Uno scorcio sul Castello di Culzean, nell’Ayrshire meridionale.

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Vogliamo citare, quale virtuoso dello storytelling, Paraig Macneil, “bardic storyteller”: da più di trent’anni recita e scrive in versi in tutti gli idiomi scozzesi (gaelico incluso), è specializzato nella narrazione in rima, in epica storica e poesia e ha composto ad oggi più di 11.000 versi. L’obiettivo di Paraig come storyteller è quello di riportare alla luce storie, eventi ed episodi che diano lustro e virtù alla sua amatissima Scozia: ha ottenuto molti riconoscimenti internazionali ed è considerato “Lo Storyteller” dalla nobiltà scozzese. Ha pubblicato diversi libri tra cui De Moray, The Broach, the Yarn and the Unicorn e Scotland the Brain. Paraig difende con fermezza l’originalità culturale dello storytelling scozzese da ogni forma di inquinamento politico o di attenuazione della trama delle storie narrate. Secoli fa le civiltà erano differenti, è quindi necessario comprendere la morale e l’etica della società di un tempo, piuttosto che tradire la narrazione originale.



È difficile spiegare cosa sia l’Hygge, ma non è difficile percepirlo durante un viaggio in Danimarca.


Testo di: Anna Alevra – 80days Travel Agency Adattamento di: Martina Torrini

LA FILOSOFIA DANESE CHE VI CAMBIERÀ LA VITA U n v i a g g i o a l l a s c o p e r t a d e l l’ H y g g e

Una delle domande più comuni che vengono rivolte ai danesi da viaggiatori da tutto il mondo riguarda il significato della parola Hygge. La traduzione più semplice è quella di “calore” o “intimità”: sedersi davanti al camino durante una fredda notte d’inverno, indossando il proprio maglione oversize preferito, con una tazza di cioccolata calda e un buon libro, circondati dal profumo delle candele. Tuttavia, il significato più profondo dell’Hygge va al di là di tutto ciò: Hygge non è solo una parola, ma un concetto che riprende l’idea di circondarsi di ciò che rende magica la vita, come le amicizie, le risate, ma anche aspetti più concreti, come il calore, la luce, il cibo di stagione. È difficile spiegare cosa sia l’Hygge, ma non è difficile percepirlo durante un viaggio in Danimarca. Una cosa è certa: provarlo sulla propria pelle è il modo migliore per scoprirlo e imparare a vivere secondo questa filosofia. Se avete in programma una vacanza in Danimarca, ecco alcuni importanti consigli per scoprire l’Hygge anche nelle piccole cose.

Anna Alevra Lavora come Marketing Manager e Content Creator presso 80days, un’agenzia che organizza viaggi esclusivi e su misura in Danimarca, nei dintorni di Copenaghen. È greca di origine, svedese di nascita, danese per amore e una vera e propria viaggiatrice. Nella vita come nel lavoro, vive scegliendo sempre la strada meno battuta.

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Hygge: in inverno o in estate? L’autentica stagione dell’Hygge inizia a metà dicembre; gli inverni in Danimarca sono molto freddi, ma i danesi sono in grado di riscaldarli con candele e con un pieno di calore, con un incredibile spirito natalizio. Senza considerare l’accogliente clima invernale dei Giardini di Tivoli, decorati secondo atmosfere Hygge. Ma il Nord Europa è incredibile anche durante i mesi estivi: le giornate sono lunghe e tiepide e i tramonti sembrano non finire mai. In estate le città si animano con eventi all’aperto, concerti e pic nic nei parchi. Con più di 400 isole e migliaia di chilometri di costa, in Danimarca c’è inoltre spazio per tutti sulle spiagge: niente code infinite per accaparrarsi un lettino o corse per conquistare i posti migliori. Per gli amanti degli sport acquatici c’è l’imbarazzo della scelta, tra luoghi perfetti per la pesca, la canoa, il kite surf e il wind surf.

Il cibo è Hygge Per vivere l’esperienza del vero e proprio Hygge danese è possibile provare i più iconici piatti tradizionali, con nomi impronunciabili come smørrebrød e frikadeller, ma anche particolari dolci e hot dog. Se il cibo da strada non fa per voi, non preoccupatevi, perché la Danimarca è il fulcro della cucina gourmet scandinava, con un totale di 32 ristoranti stellati e 25 locali conosciuti a livello internazionale.

L’Hygge su due ruote Per viaggiare come un vero local è necessario spostarsi in bicicletta: esplorate la meravigliosa campagna danese, i tranquilli sentieri costieri, ma anche Copenhagen, una tra le città europee che meglio si prestano ad essere visitate su due ruote. Autentica, sostenibile e divertente, in bicicletta si ha l’opportunità di scoprire più di 12.000 chilometri di tracciati nazionali, regionali e locali. E non è necessario portare con sé il proprio mezzo: in molte città si possono noleggiare biciclette anche per gite fuori porta, per luoghi raggiungibili con il treno o la metropolitana, o noleggiare la bici direttamente in loco.

L’Hygge è un viaggio Con la giusta compagnia e con la mentalità corretta, secondo i danesi l’Hygge può essere rintracciato in qualsiasi cosa. Sarà anche un cliché, ma è realmente più un processo che una finalità e riguarda il viaggio piuttosto che la destinazione. Forse è proprio questo approccio alla vita a spiegare perché i danesi sono una delle popolazioni più felici al mondo. Ma non datelo per scontato, partite e scopritelo voi stessi. 90


In bicicletta a Nyhavn, l’antico porto di Copenaghen.

L’Hygge è calore, intimità.

Anche il cibo è Hygge.

L’Hygge può essere vissuto anche in estate, sull’infinita costa danese.

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Secondo i danesi l’Hygge può essere rintracciato in qualsiasi cosa. Sarà anche un cliché, ma è realmente più un processo che una finalità e riguarda il viaggio piuttosto che la destinazione.



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LE GOURMAND 99 COGNAC MON AMOUR Il recente successo del liquore più famoso di Francia

102 IL CAFFÈ L’Africa e le sue origini


Il cognac deve la sua particolare raffinatezza a un territorio d’eccezione, caratterizzato da un clima temperato e dalla vicinanza con l’oceano, e al savoir – faire delle persone che lo producono fin dal XV secolo. © Sébastien Laval


Testo di: Martina Torrini

COGNAC MON AMOUR Il recente successo del liquore più famoso di Francia

Da distillato un po’ agé a protagonista indiscusso di alcuni dei cocktail più creativi che i mixologist hanno inventato negli ultimi anni, il cognac è uno dei liquori francesi più famosi al mondo e deve la sua particolare raffinatezza a un territorio d’eccezione, caratterizzato da un clima temperato e dalla vicinanza con l’oceano, e al savoir – faire delle persone che lo producono fin dal XV secolo. Le infinite vigne di cognac si estendono a perdita d’occhio per più di 75.000 ettari di territorio tra i dipartimenti della Charente e la Charente Marittima, in Nuova Aquitania, in quello che è a tutti gli effetti il vitigno bianco più grande in Europa. Una zona generosa per natura, dove cultura, arte, incredibili paesaggi, festival e manifestazioni tematiche si susseguono per tutto l’anno. Tra le eccellenze francesi all’estero, forse un po’ dimenticato, il distillato è stato ampiamente rivalutato negli ultimi anni da esperti e conoscitori affascinati dal suo immenso potenziale e dai suoi aromi, grazie a cui è ritornato a essere considerato un liquore di tendenza e impiegato per la preparazione dei cocktail più à la page.

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Iniziata già negli anni precedenti, la nuova avventura del cognac si concretizza nel 2015 nell’omonima città, a partire da due locali, Le Luciole e Le Bar Louise, dove i rispettivi fondatori, Guillaume Le Dorner e Germain Canto, decidono di valorizzare il distillato attraverso la creazione di una carta di cocktail a base cognac, con l’obiettivo di rinobilitare il prodotto locale e di rinnovare la sua immagine anche agli occhi dei più giovani. Le Dorner, originario della Bretagna, si ispira alle atmosfere e ai gusti che ha sperimentato durante la sua permanenza in Inghilterra, e, insieme a Tony Conigliaro – miglior barman al mondo nel 2009 – apre un locale dedicato ai veri e propri amanti del cognac: qui nasce lo Spitfire (a base di Cognac Sour, liquore alla pesca, zucchero di canna e vino bianco) e vengono proposti drink particolarmente originali come il Walnut Sour, un sapiente mix di cognac, Pineau des Charentes, limone, zucchero di canna e amaro alle noci, oltre a un menù degustazione più tradizionale, l’ideale per iniziare ad avvicinarsi all’universo del distillato e scoprirne le mille sfaccettature. Grazie alla sua esperienza di bartender in Francia, in India e in Australia, Germain Canto crea invece per il suo nuovo locale, Le Bar Louise, una carta di dodici cocktail completamente nuovi, inediti, integrando il cognac a tutte le sue preparazioni: tra i più celebri il Fine Apricot, un delizioso drink composto da cognac, vermouth rosso e dry curaçao. Dopo sei anni da questi primi ma importantissimi passi, il cognac è diventato un autentico simbolo di innovazione fra gli esperti di mixology ed è presente sulla carta di numerosi cocktail bar in Francia e in tutto il mondo. Nessuno può ormai più fare a meno del suo gusto forte, caldo ed estremamente avvolgente.

Il processo di distillazione del cognac. © BNIC – Stéphane Charbeau

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Una passeggiata in vigna. © Max Coquard – Bestjobers

Grappoli d’uva per produrre cognac. © CNPC

Cocktail, Le Bar Louise © BNIC – Konoisseur

Una vigna di cognac. © CNPC

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Diverse sono le leggende riguardanti la scoperta del caffè, tuttavia l’unica cosa che sappiamo con certezza è che l’origine di questa pianta fu scoperta in Etiopia.


Testo di: Daniele Talso

IL CAFFÈ L’Africa e le sue origini

Diverse sono le leggende riguardanti la scoperta del caffè, tuttavia l’unica cosa che sappiamo con certezza è che l’origine di questa pianta fu scoperta in Etiopia, dove prima del XII secolo veniva consumato in modo arcaico, dove le drupe venivano raccolte e consumate intere o tritate insieme al miele per essere mangiate e addolcite. A quei tempi anche le foglie venivano utilizzate e masticate a lungo per sentirne il forte gusto e l’aroma. Tra il XII ed il XII secolo, dalle foreste dell’Abissinia questi frutti attraversarono il Mar Rosso per giungere in Yemen (Arabia Felix), dove si sarebbero sviluppate le prime piantagioni. Nei Paesi islamici la grande diffusione si ebbe grazie alla speciale aroma che sprigionava ed ai suoi effetti benefici. Da Medina al Cairo, da Damasco a Bagdad, intorno la metà del XVI secolo si svilupparono le case del caffè (KAHWE KHANEH), frequentate da diplomatici, poeti, letterati e pensatori, dove si poteva degustare la preziosa bevanda. Ma il popolo che maggiormente contribuì alla diffusione del caffè fu quello ottomano, che, grazie alla sua importante e vasta presenza, fece conoscere ai vari popoli conquistati le doti della nuova bevanda.

Daniele Talso Nato a Milano nel 1974, laureato in Economia e Commercio presso la Cattolica di Milano e con specializzazione in Finanza presso la Bocconi, dopo esperienze in Arthur Andersen, Bear Stearns inizia a occuparsi nel 2003 di caffè.Ha gestito aziende che fanno parte di tutta la filiera del caffè dal mondo retail passando per la torrefazione, l’incapsulamento e il trading di caffè verde dove ricopre cariche nei vari cda.

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Il caffè filtrato.

Macchina del caffè da bar.

Moka e chicchi di caffè.

Il momento di relax di una tazzina di caffè.

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Venezia, Marsiglia, Amsterdam, Amburgo furono i primi porti a ricevere le navi contenenti le prime partite di caffè all’inizio del XVII secolo, grazie alla capacità e al merito degli intraprendenti veneziani. Inizialmente il monopolio del caffè venne mantenuto dal mondo arabo, che custodiva gelosamente le piantine e i semi per evitare che le piantagioni potessero diffondersi nei paesi stranieri, poi piano piano il dominio sfumò e diversi semi arrivarono in Sud America, dove si diffusero le prime importanti coltivazioni che ancora oggi dominano il mercato. Fu nel Settecento che in Europa la diffusione della bevanda ebbe un grande successo, grazie alla nascita e allo sviluppo delle botteghe del caffè, luoghi in cui si poteva non solo degustare il caffè ma anche leggere i giornali, scambiare libere opinioni e trasformare le idee in propulsori culturali che avranno poi sviluppo nell’illuminismo. All’inizio la bevanda veniva consumata alla maniera turca, ovvero bollendolo senza filtrarne i fondi, ma poi il modo di bere il caffè si modificò col tempo cercando di andare ad incontrare i gusti occidentali. La bevanda incominciò ad essere filtrata e servita in bricchi d’argento, fino alla realizzazione delle prime macchine a vapore: esperimenti a volte di qualche esuberante scienziato. Però solo nel primo Novecento che vennero progettate le prime macchine da caffè espresso, tutte fatte in Italia, che avrebbero decretato l’inizio di un successo planetario, globale ed irreversibile per la nostra amata bevanda.

Chicchi di caffè.

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Un viaggio illustrato attraverso l’Italia: 4000 chilometri, 50 giorni e 1 matita. Intervallo è una pausa dalla frenesia quotidiana, un viaggio attraverso l’Italia, da Nord a Sud e ritorno, alla ricerca di piccoli borghi, grandi città, colline profumate e spiagge assolate. Un viaggio raccontato attraverso una collezione di fotografie illustrate, una serie di cartoline ispirate a quelle dello storico Intervallo della Rai, ma con un tocco di immaginazione. Un itinerario alla ricerca della bellezza, raccontata attraverso disegni che fermano momenti, volti e dettagli di un’esperienza on the road. Il racconto e le immagini del viaggio saranno pubblicate su Il Travelista.

L’AUTORE: Ale Giorgini ha iniziato a disegnare da bambino e non ha più smesso. Oggi lavora come illustratore e designer per brand e magazine internazionali. Ha partecipato a mostre ed eventi in tutto il mondo: da Tokyo a New York, da Zurigo a Melbourne, da Parigi a Manchester, Los Angeles, Vienna, Montreal. Questa è la terza edizione del suo progetto Intervallo. Le immagini dei viaggi precedenti sono sul suo sito: www.alegiorgini.com

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Un viaggio illustrato Segui il viaggio dal 15 Maggio, ogni giorno su instagram @alegiorgini Intervallo is supported by

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