Travelista | Summer Edition 2023

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TRAVELISTA

anno 4 numero#13 | summer edition MMXXIII | 5783 EUR 15 AED 60 CHF 15 | HKD 120 | JPY 1800 | USD 17 ZAR 275
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GRANDE CUVÉE ALMA BRUT LA NATURA AL CENTRO
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Finalmente è arrivata l’estate, e con lei il desiderio di partire verso Paesi vicini e lontani, che sia al mare, in montagna, fra grandi città e luoghi di cultura, con la propria famiglia, gli amici, la propria dolce metà o, perché no, anche da soli.

Insieme alla stagione più calda dell’anno è uscito anche TRAVELISTA, con tanti suggerimenti di viaggio e non solo: sfoglialo sulle spiagge più belle del Peloponneso, mentre sorseggi un cocktail al tramonto alle Baleari o in barca a vela alle Eolie, alla scoperta del regno dei quattro elementi.

Agli appassionati di arte o di letteratura sono dedicati diversi spunti per trascorrere un’estate all’insegna della cultura, mentre chi è indeciso su quale meta scegliere per il suo prossimo viaggio troverà la soluzione con un esclusivo giro del mondo in 21 giorni, in programma per gennaio 2024.

Parti con noi e non perderti neanche un articolo.

Buona lettura,

Ico Inanc, Editore

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UN’ESTATE

LE EOLIE FRA MARE, TERRA, VENTO E FUOCO

VIDEOGIOCHI

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ARCHITETTURA IL GIRO DEL MONDO IN 21 GIORNI 13 In jet privato fra i 7 continenti BREVE GUIDA ALL’ARMOCROMIA 31 Che cos’è e dove trovare la propria palette nel mondo NATURA 63 CULTURA A SPASSO PER LA DUBLINO LETTERARIA 117 Luoghi sospesi fra storia e scrittura SCUOLA 125 THE RED SEA 39 La nuova frontiera del turismo di lusso e sostenibile VICTORIA, AUSTRALIA 47 Lezioni di buona vita IL NUOVO REGNO DI CARLO III 55 Tante curiosità sul nuovo Re d’Inghilterra
LIFESTYLE ARTE &
ESCLUSIVA ALLE BALEARI Come scegliere l’isola perfetta per voi 73
Scoprite
E BASILEA A CONFRONTO 83 Una montagna d’arte SZYMON OLTARZEWSKI 95 “I’ll be back soon” SCOPERTE 103 ABC del Peloponneso
le isole dei quattro elementi LOSANNA
EDUCATIVI Divertirsi e sfidarsi serve a imparare
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CREDITS

A cura di Ico Inanc ico@ilv.travel

Redattori

Martina Torrini martina@ilv.travel

Editorialisti

Micol Fischer, Mariella Grossi, Sara Magro, Federico Rui

Art Director & Graphic Design

Luca Mantovanelli luca@ilv.travel

Advertising & Marketing Director

Giovanni Pisani giovanni@ilv.travel

Digital www.travelista.it

Digital Content Editor

Martina Torrini martina@ilv.travel

Digital Strategy Director

Giovanni Pisani giovanni@ilv.travel

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LIFESTYLE BREVE GUIDA ALL’ARMOCROMIA 31 Che cos’è e dove trovare la propria palette nel mondo IL GIRO DEL MONDO IN 21 GIORNI 13 In jet privato fra i 7 continenti 39 La nuova frontiera del turismo di lusso e sostenibile THE RED SEA 47 Lezioni di buona vita VICTORIA, AUSTRALIA 55 Tante curiosità sul nuovo Re d’Inghilterra IL NUOVO REGNO DI CARLO III

In jet privato fra i 7 continenti

di:

Un viaggio di 21 giorni che tocca tutti i continenti, a bordo di un esclusivo jet privato che vi condurrà dalla pittoresca Isola di Pasqua, nel bel mezzo del Pacifico, ai freddi ghiacci dell’Antartide, passando per i colori variopinti della Colombia, per le incredibili dune di sabbia della Namibia e molto altro ancora.

Dal 10 al 31 gennaio 2024 non prendete impegni, perché vi aspetta un’esperienza epica, un viaggio sospeso fra lusso e avventura alla scoperta del meglio dei 7 continenti, un vero e proprio giro del mondo in 21 giorni.

Viaggerete a bordo di un Boeing 757-200, un aereo privato in grado di garantire un’esperienza di completo comfort: con 50 posti di prima classe, uno Chef a bordo e un elegante bar, non vi accorgerete nemmeno di essere già arrivati alla destinazione successiva.

NORD AMERICA

Messico

L’esperienza parte dal Nord America, da Città del Messico, una delle città più grandi, antiche e vibranti al mondo, una terra di contrasti dove ogni quartiere ha le sue caratteristiche e il suo charme particolare. Qui la cultura latino-americana è presente in ogni angolo, e dà colore e forma a tutti gli aspetti della vita cittadina, dall’arte alla gastronomia, dalla cultura alla storia. Durante questa tappa potrete provare diverse esperienze, come un assaggio della cucina messicana, un volo in mongolfiera e una visita del sito archeologico di Teotihuacan.

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1 notte

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SUDAMERICA

2 notti Colombia

Arrivando a Cartagena, in Colombia, verrete accolti dalla “città dei colori”, da una località affacciata sulla costa caraibica del Paese, conosciuta per il suo perfetto mix fra antico e moderno. La città vecchia è stata dichiarata Patrimonio UNESCO: è un vero e proprio labirinto di edifici coloniali, stradine acciottolate e balconi fioriti di buganvillee, di chiese secolari, piazze storiche e mercati locali che si alternano a boutique e ristoranti alla moda. Qui avrete l’occasione di partecipare a una cooking class di ceviche e piatti caraibici, a un tour dedicato alla street art e a un’escursione in barca al tramonto.

Isola di Pasqua

2 notti

Nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, atterrerete sull’Isola di Pasqua, un luogo incredibile e come nessun altro, dove potrete meravigliarvi di fronte alla bellezza della natura e per la sua bizzarra storia. È infatti un’isola che custodisce ancora oggi un’aura di mistero, con un passato che prende vita nelle caratteristiche statue Moai distribuite su tutto il territorio. Non lasciatevi sfuggire la possibilità di ammirarle da vicino, ma anche di partecipare a percorsi di trekking su crateri e fra grotte scoscese, o di dedicarvi al relax, alle immersioni o allo snorkeling fra le acque cristalline dell’Isola di Pasqua.

OCEANIA
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Un altro angolo di paradiso da non perdere in Oceania sono le Fiji, isole incontaminate dove la natura cresce rigogliosa, circondate da spiagge bianchissime e lambite da acque di un turchese abbagliante. Qui potrete lasciarvi pervadere da una sensazione di pace e serenità e dedicarvi al completo relax o provare la pesca, le immersioni e lo snorkeling nel Great Astrolabe Reef, o i percorsi di trekking nella foresta tropicale.

Fiji 3 notti

Un viaggio da scartare, un’emozione da vivere.

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mese di dicembre i tempi di lavorazione verranno evasi in 7 giorni lavorativi.

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ASIA

Borneo

2 notti

Terza isola più grande al mondo, il Borneo è caratterizzato da un’immensa foresta tropicale abitata da tante diverse specie animali, fra cui i famosi orangotanghi, animali estremamente espressivi noti per essere i più intelligenti fra i grandi primati. Potrete conoscerli più da vicino al Sepilok Orangoutan Centre o incontrare esemplari di elefante mentre navigate sul fiume Kinabatangan o mentre vi addentrate a piedi nella foresta tropicale. Entrerete in contatto anche con le diverse comunità indigene del Paese, con i loro usi, costumi e tradizioni.

© sukau.com

India

3 notti

Se sognate di vivere le atmosfere de “Il Libro della Giungla” di Rudyard Kipling, siete nel posto giusto: atterrerete nel Rajasthan – nel nord dell’India – l’antica riserva di caccia degli ultimi Re della dinastia Chauhan, oggi popolata da tantissime specie animali come leopardi, scimmie, coccodrilli, orsi e tigri, le vere e proprie regine di questo territorio. Partirete per un tiger safari insieme a una guida che vi aiuterà a seguire le tracce di questi eleganti felini, imparerete i segreti della cucina indiana e potrete acquistare diversi tessuti realizzati a mano dagli abitanti dei villaggi che circondano il parco.

EUROPA

Turchia

2 notti

Una volta arrivati a Istanbul scoprirete una città affascinante, divisa dallo stretto del Bosforo e sospesa fra Asia ed Europa: potrete conoscere questo connubio unico al mondo esplorando le tantissime bancarelle del famoso Gran Bazaar, le stradine e i vicoli della metropoli turca. Un tempo nota come Costantinopoli, da migliaia di anni è un importante centro culturale, politico e commerciale, ma anche una città in continua evoluzione, in cui hanno messo radici tante tradizioni diverse. Potrete esplorarla attraverso esperienze uniche, come una crociera privata sul Bosforo, una visita privata al famoso Palazzo Topkapi, qualche ora di relax in un hammam e molto altro.

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AFRICA

Namibia

2 notti

Alla frenesia di Istanbul si contrappongono gli spazi sconfinati della Namibia, dove, fra paesaggi lunari e imponenti dune di sabbia rossa, si trova il deserto più antico e più secco al mondo, un luogo in cui la vita sembra impossibile. E invece scoprirete che non è così: qui abitano diversi esemplari di orici e antilopi che si sono adattati alle condizioni climatiche di un luogo in cui piove circa una volta ogni 20 anni. Durante questa tappa potrete ammirare il sole fare capolino fra le dune all’alba, assaporare una cena nel deserto e ammirare i suoi paesaggi surreali dall’alto di una mongolfiera.

Sudafrica

1 notte

Cape Town è una metropoli vibrante, con un’energia tutta sua, che è in grado di combinare la ricercatezza delle città cosmopolite occidentali alla bellezza naturale dei paesaggi africani. È una realtà accogliente e sofisticata, che offre diverse possibilità di avventura e di relax, fra cui un’escursione in catamarano fra le acque del Capo di Buona Speranza e una visita ai Giardini Botanici di Kirstenbosch, ricchi di piante endemiche che non si possono trovare da nessun’altra parte nel mondo. Ma durante questa tappa vi concentrerete anche sulla preparazione per il vostro prossimo viaggio verso l’Antartide.

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ANTARTIDE

Wolf’s

Fang

1 notte

Dopo un volo di circa 5 ore a bordo di un Airbus A340 sull’impetuoso Oceano Antartico raggiungerete il settimo continente per vivere la giornata più incredibile della vostra vita: esplorerete territori surreali, dove i ghiacci e la natura sono gli assoluti protagonisti, e parteciperete a un percorso di trekking poco impegnativo fra le montagne antartiche e grotte sotterranee ricoperte dai ghiacci. Per chi desidera sperimentare ancora di più di questi territori, c’è anche la possibilità di estendere il soggiorno in Antartide di altri 5 giorni.

© Kelvin Trautman © Kelvin Trautman

Da qualche anno a questa parte si parla molto di armocromia: si tratta dell’analisi e dello studio dei colori della persona, di una disciplina che permette di individuare quali tinte e tonalità possano donarle maggiormente, ed essere quindi “in palette”.

BREVE GUIDA ALL’ARMOCROMIA

Che cos’è e dove trovare la propria palette nel mondo

Estate, autunno, inverno o primavera? Non è una domanda per scoprire il periodo dell’anno che preferite, ma per identificare la vostra stagione armocromatica. Armo-che? Facciamo un passo indietro.

Da qualche anno a questa parte si parla molto di armocromia: si tratta dell’analisi e dello studio dei colori della persona, di una disciplina che permette di individuare quali tinte e tonalità possano donarle maggiormente, ed essere quindi “in palette” con il sottotono della pelle, il colore degli occhi e dei capelli, valorizzandone la bellezza.

Le stagioni sono quattro, come quelle dell’anno, e ciascuna di queste si suddivide in sottogruppi per dare risalto alle differenze di intensità, sottotono, valore e contrasto che diverse persone appartenenti alla stessa stagione possono manifestare.

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Durante una seduta di armocromia, attraverso l’utilizzo di drappi colorati, si comincia con il determinare il contrasto per iniziare a escludere le prime due stagioni: se si ha un contrasto alto, quindi si è valorizzati da una riga bianca e nera, si apparterrà all’autunno o all’inverno, escludendo la primavera e l’estate, o viceversa se si ha un contrasto basso. In seguito bisogna verificare se il sottotono della pelle è caldo o freddo per escludere l’ultima stagione e determinare la propria palette: accostando sotto il viso un drappo dorato e uno argentato, chi ha un sottotono più freddo sarà valorizzato dall’argento (inverno ed estate), mentre chi lo ha caldo starà meglio con l’oro (autunno e primavera).

A questo punto, una volta determinata la propria stagione di appartenenza, si procede con l’accostamento di ulteriori tessuti di sfumature simili ma diverse, di base calda o fredda, per verificare ancora la stagione e individuare il sottogruppo di appartenenza e i cosiddetti “colori amici”, ovvero le tonalità che, all’interno della propria palette, sono in grado più delle altre di valorizzare la nostra bellezza.

WADI RUMGiordania

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I fenicotteri di Aruba, dalle tonalità primavera. La palette autunno del deserto del Wadi Rum. La palette inverno delle foreste del Nord Europa. I colori estate dei palazzi di Notting Hill Gate.

Dopo la seduta di armocromia è quindi necessario rivoluzionare il guardaroba se i propri vestiti non risultano in palette? No, perché l’obiettivo della consulenza è anche quello di insegnare ad abbinare tinte non proprio ideali per i nostri colori con tonalità della nostra stagione, in grado di dare luminosità al viso e di accentuare le nostre caratteristiche, senza rinunciare ai capi che più ci piacciono. Ciò che però rimane a seguito della consulenza è il desiderio di migliorarsi, di vedersi sotto la miglior luce possibile grazie all’utilizzo dei colori più adatti a noi, ma anche una maggiore consapevolezza di sé e uno sguardo diverso di fronte allo specchio.

Quindi perché, oltre al vestito, non abbinare anche una località del mondo alla propria stagione armocromatica?

Estate - il quartiere di Notting Hill Gate a Londra

Il quartiere più colorato di Londra è il luogo perfetto in cui ritrovare la palette estate, caratterizzata da colori freddi e tenui, dove spiccano la gamma dei rosa, degli azzurri, dei grigi e dei verde acqua. Le case variopinte che connotano questa zona della metropoli inglese riprendono infatti il meglio dei colori di questa stagione, rendendo Notting Hill Gate il quartiere must-visit per chi abbia un sottotono freddo e un contrasto basso.

Autunno – il deserto del Wadi Rum in Giordania

Chi invece appartiene alla stagione dell’autunno – e ha quindi un sottotono caldo e un contrasto alto – non può non visitare il deserto del Wadi Rum, in Giordania, con i suoi spazi immensi che riprendono le sfumature cromatiche della palette. Dalla gamma dei marroni ai rossi, dagli ocra ai colori della terra, questa stagione racchiude infatti tutte le tonalità del deserto.

Inverno – i fiordi e le foreste del Nord Europa

Le sfumature di verde smeraldo delle fitte foreste e dei fiordi del Nord Europa e il blu profondo dei mari che bagnano questi territori sono fra i colori di punta della palette inverno, l’unica a contenere anche il nero e il bianco. Durante la stagione che dà il nome alla palette, qui tutto è ricoperto di neve, dando ancora più risalto al legame fra la stagione armocromatica e i suoi colori, adatti a chi ha un sottotono freddo e un contrasto alto.

Per ritrovare i colori della stagione della primavera potrete rilassarvi sulle splendide spiagge di Aruba, dove le acque hanno un caratteristico azzurro acceso e la vegetazione riprende le sfumature più abbaglianti del verde chiaro. Sull’isola dei fenicotteri, anche il colore di questi animali fa parte della palette primavera, che appartiene a persone con un sottotono caldo e un contrasto basso.

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Primavera – le spiagge di Aruba

NOTTHING HILL GATELondra

Sarà la nuova frontiera del turismo rigenerativo di lusso, un luogo dove immergersi in una natura incontaminata e insieme sperimentare l’eleganza e la raffinatezza dei migliori hotel a cinque stelle, senza dimenticare l’importanza della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente.

THE RED SEA

La nuova frontiera del turismo di lusso e sostenibile

Sarà la nuova frontiera del turismo rigenerativo di lusso, un luogo dove immergersi in una natura incontaminata e insieme sperimentare l’eleganza e la raffinatezza dei migliori hotel a cinque stelle, senza dimenticare l’importanza della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente. The Red Sea accoglierà i primi ospiti entro il 2023 con l’apertura dei primi hotel: Nujuma, A Ritz-Carlton Reserve, St. Regis Red Sea e Six Senses Red Sea, Southern Dunes.

Entro il 2024 – quando la prima fase di costruzione sarà completata – la località offrirà 3.000 camere in 16 resort di livello mondiale, un aeroporto internazionale e un’isola hub con un porto turistico, un campo da golf a 18 buche, servizi commerciali e di intrattenimento.

Al suo completamento, nel 2030, metterà a disposizione 8.000 camere in 50 resort e 1.000 soluzioni residenziali, mentre le visite saranno limitate a un milione di persone all’anno per garantire il raggiungimento degli obiettivi di valorizzazione e conservazione ambientale.

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Sulla costa occidentale dell’Arabia Saudita, The Red Sea è raggiungibile in media in 8 ore di volo dall’80% della popolazione mondiale; presenta un ambiente unico, che comprende la quarta barriera corallina più estesa al mondo, spiagge di sabbia lambite da acque calde e riparate, ma anche vulcani dormienti, deserti di dune, canyon, fitte foreste di mangrovie e numerosi siti storici e culturali che raccontano l’immenso passato e le tradizioni dell’Arabia Saudita.

Una delle caratteristiche principali di The Red Sea è non solo l’attenzione alla sostenibilità, ma un vero e proprio impegno nei confronti del pianeta: la località è infatti promotrice di un turismo di tipo rigenerativo, che vede il settore come occasione di rigenerazione ambientale, e che ha l’obiettivo di creare un impatto positivo sull’ecosistema, sulla società e sull’economia locali. The Red Sea sarà inoltre il primo progetto di questa portata alimentato completamente a energia rinnovabile, con il fine di raggiungere un quantitativo netto di conservazione del 30% entro il 2040, migliorando la salute di habitat diversi, come le foreste di mangrovie, i sistemi subacquei di alghe e coralli e la vegetazione terrestre. Perseguendo questo obiettivo, la tutela ambientale sarà supportata nello specifico, fra le altre cose, dal posizionamento di circa 2.500 sensori sulle barriere coralline, nelle lagune e nei siti di nidificazione delle tartarughe.

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L’aeroporto sarà operativo nel 2023, inizialmente con soli voli nazionali: qui atterreranno voli provenienti da Riyadh e Gedda garantendo un’esperienza di lusso, ma senza dimenticare la sostenibilità. L’architettura dello scalo – realizzata ispirandosi al deserto circostante e situata al crocevia di Europa, Asia e Africa – sfrutta infatti le ombre e la ventilazione naturale, riducendo al minimo l’impiego di aria condizionata, mentre tutti i veicoli che saranno utilizzati per i trasferimenti dall’aeroporto per i resort saranno elettrici.

The Red Sea è inoltre una destinazione adatta a tutto l’anno, con una media di temperature di 32° e una stagione più fresca che va da metà novembre a marzo. Si estende su più di 28.000 chilometri quadrati, è composta anche da un arcipelago di più di 90 isole e offre tantissime esperienze adatte a esaudire i diversi desideri dei viaggiatori più esperti: da un tuffo alla scoperta della barriera corallina a escursioni in kayak o in barca a vela, da percorsi di trekking nelle aree protette a un’esperienza fra i vulcani e le dune del deserto, passando per la cultura, la gastronomia e le tradizioni locali.

Anche i resort offrono la possibilità di vivere avventure sempre diverse: in alcuni di questi potrete pernottare fra le rocce desertiche, in altri fra imponenti dune di sabbia, o ancora affacciati sulle acque cristalline del Mar Rosso, il tutto all’interno della stessa destinazione. Già entro il 2024, durante la prima fase del progetto di The Red Sea, saranno inaugurati 16 hotel: 11 sull’hub di Shura Island, due su Ummahat Island, uno su Sheybarah Island e due nell’entroterra.

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Un rendering del progetto dello Sheybarah Hotel.

Il progetto di Desert Rock, un lussuoso hotel che sarà perfettamente integrato fra le montagne di The Red Sea.

Per dimensioni, scarsa densità, contemporaneità di pensiero, l’Australia è un osservatorio straordinario delle risorse della natura ma anche un modello di come può cambiare l’impatto dell’uomo sull’ambiente.

VICTORIA, AUSTRALIA

Lezioni di buona vita

Per dimensioni, scarsa densità, contemporaneità di pensiero, l’Australia è un osservatorio straordinario delle risorse della natura ma anche un modello di come può cambiare l’impatto dell’uomo sull’ambiente.

Ci sono imprenditori che comprano grandi lotti di terra all’unico scopo di proteggerli da speculazioni edilizie o agricole, salvaguardando piante e animali che vivono solo lì.

Nel Victoria, lo stato più piccolo, ci sono diversi esempi di questa strategia ambientalista a carattere privato. Max Vella, musicista rock in pensione, ha acquistato una collina a Cape Otway, per sottrarla agli interessi dei latifondisti, e per ripristinare l’ambiente originale, si è fatto aiutare dall’amico Bruce Pascoe, esperto di agricoltura indigena e autore del best seller “Dark Emu”, un sussidiario di cultura aborigena che quasi ogni australiano ha letto.

Co-founder di The Travel News e The Italy Insider e contributor per Il Sole 24 Ore e Condé Nast Traveller. Dal 1998 si è specializzata nei settori del turismo e del lifestyle. Dopo 11 anni da Condé Nast Traveller Italia ha iniziato a scrivere regolarmente per Il Sole 24 Ore, il quotidiano economico-finanziario più importante del nostro Paese, e La Cucina Italiana, la prima rivista di cucina in Italia, fondata nel 1929. Dal 2019 è tornata a lavorare per Condé Nast Traveller. Nel 2011 ha fondato il magazine online TheTravelNews.it e nel 2021 il suo nuovo progetto, TheItalyInsider.com, focalizzato sulla parte lifestyle del turismo. È caporedattore di entrambe le riviste.

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Oltre alla villa dove vive con la moglie, Max ha montato quattro Skypod, cabine minimaliste con cucina e letto, sofà e stufa in un unico spazio da affittare ai turisti. Al posto delle pareti ci sono grandi vetrate per non perdere nemmeno un minuto della vita che si svolge intorno: famigliole di canguri che brucano, koala addormentati sui rami più alti degli eucalipti, sentieri che si inoltrano nella natura. In questo scenario selvaggio, tra cespugli in fiore, una bella passeggiata porta fino al mare, in un punto dell’oceano Indiano che è più pericoloso del Triangolo delle Bermude, dove sono affondate centinaia di navi. Il paesaggio però è struggente, solitario e frastornante con il rumore delle onde che rimbomba nell’anfiteatro di dune. Non vorresti mai andartene. Eppure non c’è niente da fare, tranne contemplare, passeggiare, pensare. La sera, sulla veranda dello Skypod, la Via lattea è così nitida che sembra di toccarla. Si scattano decine di foto (la tentazione è irresistibile), ma la differenza con la realtà è siderale, meglio smettere e godersi la stellata.

Vella e sua moglie non sono gli unici a investire risorse private per tutelare la zona. Nel 2000, Lizzie Cork Oam e Shayne Neal hanno fondato il Conservation Ecology Centre per tutelare l’ambiente di Otway. Nel 2004 hanno aperto il Great Ocean Ecolodge, classificato tra i top 25 del mondo, e a febbraio 2021 hanno inaugurato il Wildlife Wonders, un habitat ideale per canguri, koala, wallaby, potoroo dal naso lungo, lucertole dalla lingua blu, scriccioli delle fate e altre specie rare mai sentite nominare prima. Una specie di Jurassic Park naturale e favoloso progettato con la collaborazione di Brian Massey, il creativo che ha realizzato i paesaggi di colossal fantasy come “Il signore degli anelli” e “Lo Hobbit”.

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Lo scenario che fa da sfondo a questi progetti straordinari è quello dei “12 apostoli”, punto di arrivo della Great Ocean Road, una delle strade più belle del mondo, da percorrere in auto fermandosi nei punti più panoramici per ammirare i faraglioni staccati dalla costa. Si può anche optare per il Great Ocean Walk, un trekking di 110 chilometri da fare a tappe, e magari non tutte, che si addentra nella natura tra orchestre di uccellini, fiori selvatici e fruscii misteriosi.

Tra una tappa e l’altra si fa base al 12 Apostles Lodge Walk, che ha solo cinque camere tra eucalipti altissimi e un sottobosco di calle selvatiche e uno staff giovanissimo: si parte la mattina presto con le provviste e al ritorno ci si rilassa alla feet spa con un pediluvio rigenerante all’aperto, un bicchiere di vino, cheddar e hummus.

Decisamente meno impegnativa è la passerella davanti ai faraglioni: si arriva in auto e si cammina per qualche centinaio di metri per passare in rassegna i maestosi scogli. È imperdibile, come il volo di 20 minuti in elicottero per vederli dall’alto. Turistico? Un po’, ma evitarlo sarebbe comunque più sciocco. Il Victoria è anche un esempio di alta qualità della vita, dall’indole rilassata delle persone alla genuinità dei prodotti. La terra è generosa, e chi la coltiva predilige la sostenibilità. Di conseguenza mangiare bene, spesso benissimo, è quasi scontato. Da Melbourne in un’oretta si arriva al rinomato ristorante Doot Doot Doot, tra i vigneti della Mornington Peninsula, una specie di Hamptons locali per weekend mondani. Lo stile dello chef Simon Tarlington riflette quello del Jackalope, il piccolo e curatissimo hotel-galleria d’arte in cui si trova il ristorante: contemporaneo e campagnolo insieme, con verdure e fiori che arrivano dall’orto composti e abbinati con estro. “Farm to dish” è praticamente una regola.

Il Jackalope Hotel © Tourism Australia.
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Da Wickens l’orto è grandissimo, con appezzamenti di fianco alla cucina e altri sparsi nel territorio del Grampians National Park, che fa parte del paesaggio aborigeno protetto dell’Australia. Anche l’anatra e l’agnello arrivano da fattorie vicine con cui lo chef Robin Wickens ha instaurato un rapporto di fiducia. Il ristorante è un teatro con due palcoscenici: il bosco da un lato e, dall’altro, la cucina a vista da cui arrivano piatti originali come l’abalone al barbecue con taro (un mollusco pregiato con una radice esotica), condito con salsa alle ortiche. Si dorme al Royal Mail Hotel, di cui il Wickens fa parte, in poche camere con vista sul giardino e sulla montagna.

La combinazione alta cucina e piccolo hotel ha quasi 40 anni di storia al Lake House di Doylesford, un villaggio diventato famoso per i ritiri olistici. Lake House è sempre stato un work in progress: prima il ristorante, poi qualche camera, poi la spa con l’idromassaggio sull’albero, la piscina, il laghetto artificiale e il percorso salute intorno, più altri nuovi progetti. L’ultimo è Dairy Flat, una tenuta con orti biologici, giardini ornamentali, un angolo di piante medicinali, ulivi e vigne, una bakery e un lodge con altre 12 camere. Insomma un posto dove prendere fiato, mangiare bene, toccare le stelle con la punta delle dita, imparare.

Non è forse a questo che serve viaggiare?

In questo ultimo periodo si è parlato molto del nuovo Re d’Inghilterra, Carlo III, che è stato ufficialmente incoronato il 6 maggio 2023 nell’Abbazia di Westminster insieme alla Regina Consorte, Camilla.

IL NUOVO REGNO DI CARLO III

Tante curiosità sul nuovo Re d’Inghilterra

In questo ultimo periodo si è parlato molto del nuovo Re d’Inghilterra, Carlo III, che è stato ufficialmente incoronato il 6 maggio 2023 nell’Abbazia di Westminster insieme alla Regina Consorte, Camilla. Dalla morte della Regina Elisabetta II sono stati infatti molti i rumors e le curiosità – anche particolari – svelati riguardo la nuova coppia Reale.

Sapevate, ad esempio, che il Re ha una rana a lui intitolata? Si tratta della Hyloscirtus Princecherlesi, o Prince Charles Magnificent Tree Frog, una specie in via d’estinzione che si trova solo in Ecuador. E che nel 2012 ha presentato le previsioni del tempo della BBC? O che nel 1975 è entrato a far parte del Magic Circle, una società di maghi da palcoscenico, dopo aver superato una vera e propria audizione con trucchi di magia?

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Per celebrare la vita del Re, sul sito ufficiale della Royal Family ne è stata ripercorsa la storia, dalla nascita a Buckingham Palace alla giovinezza: Carlo III è stato il primo erede al trono a conseguire una laurea, studiando prima archeologia e antropologia per passare poi a storia, sempre presso l’Università di Cambridge; da ragazzo suonava il pianoforte, la tromba e il violoncello, ha prestato servizio militare nella Royal Navy ed è stato il primo membro della Famiglia Reale a completare il corso di addestramento del reggimento paracadutisti.

Quando era Principe di Galles ha inoltre dimostrato un particolare impegno nei campi della beneficenza e dell’ambientalismo, e non ha mai rinunciato all’amore per i viaggi ereditato da Elisabetta II. Altre curiosità su Carlo III riguardano infatti anche questa sua passione: il nuovo Re ha una serie di luoghi preferiti che spaziano da località in cui la Royal Family possiede castelli e residenze private a regioni più insolite.

Lo scenario incantato di Klosters in inverno. I paesaggi da cartolina di Mustique. L’isola di Corfù, cara al Principe Filippo.
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I colori incantevoli della Costiera Amalfitana.

Fra i primi posti amati da Re Carlo c’è sicuramente Balmoral, dove sorge la residenza estiva della Famiglia Reale dai tempi della Regina Vittoria. È stata anche il luogo dove Carlo ha trascorso la luna di miele con Diana, e può essere visitata tutto l’anno a eccezione del periodo tra fine luglio e fine settembre, quando i Reali vi si trasferiscono.

Saint Vincent e Grenadine

Mustique

Per lungo tempo una fra le destinazioni preferite di Carlo III, questa isola privata dei Caraibi ha spesso ospitato anche Elisabetta II, la Principessa Margareth e numerosi rappresentanti del jet set internazionale. Mustique ha infatti pochissimi residenti e un centinaio di ville di lusso, dove Reali e personaggi di spicco possono godere di estrema privacy e riservatezza.

Svizzera

Klosters

Da grande appassionato di attività invernali, Re Carlo adora la Svizzera, e in particolare la località sciistica di Klosters, dove i suoi figli William e Harry hanno imparato a sciare. In questa cittadina del cantone dei Grigioni si trova lo Chalet Eugenia, dove i Reali hanno trascorso gran parte delle loro vacanze invernali.

Corfù Grecia

Carlo III e tutta la Royal Family hanno un legame particolare con l’isola di Corfù, perché qui è nato il Principe Filippo. Prima di diventare Filippo di Edimburgo era infatti Principe di Grecia, e venne al mondo nella villa Mon Repos, la residenza estiva della Famiglia Reale ellenica.

Italia

Costiera Amalfitana

Fin da quando era Principe, Carlo III è stato rapito dalle atmosfere della Costiera Amalfitana, un territorio che ha visitato in diverse occasioni. Il Re è infatti un amante della natura e del buon cibo, fra le caratteristiche principali della regione, e si dice che apprezzi in particolar modo gli scialatielli ai frutti di mare e gli spaghetti alla Nerano. E come dargli torto?

Balmoral Scozia
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NATURA UN’ESTATE ESCLUSIVA ALLE BALEARI 63 Come scegliere l’isola perfetta per voi LE EOLIE FRA MARE, TERRA, VENTO E FUOCO 73 Scoprite le isole dei quattro elementi

Sono fra i territori del Mediterraneo più frequentati in estate: le Baleari offrono paesaggi naturali spettacolari, calette incontaminate, meravigliosi tramonti infuocati e una natura lussureggiante, ma anche alcuni centri ricchi di storia e cultura.

UN’ESTATE ESCLUSIVA ALLE BALEARI

Come scegliere l’isola perfetta per voi

Sono fra i territori del Mediterraneo più frequentati in estate: al largo della Spagna, le Baleari offrono paesaggi naturali spettacolari, calette incontaminate, meravigliosi tramonti infuocati e una natura lussureggiante, ma anche alcuni centri ricchi di storia e cultura.

Ciascuna delle isole presenta un’anima diversa e offre una tipologia di soggiorno differente, adatta a vari tipi di viaggiatori: da Maiorca, con la possibilità di alternare giornate al mare con escursioni e visite culturali, a Minorca, l’isola ideale per gli amanti della natura, passando per Ibiza e Formentera, il perfetto connubio fra atmosfere modaiole e vita notturna.

Scopriamo insieme le principali caratteristiche delle quattro isole e dove soggiornare per vivere il meglio delle loro vibes.

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Il perfetto mix fra natura e cultura MAIORCA

Maiorca è un sogno a occhi aperti: alterna lunghe spiagge bianche a calette nascoste – contraddistinte da acque cristalline – parchi naturali a incredibili grotte sotterranee, montagne aride a pianure infinite, piccoli villaggi di pescatori a grandi città.

Pure Salt Port Adriano

Dall’alto di una scogliera che si erge in una piccola baia a sud ovest di Maiorca, affacciato su una spiaggia di acque cristalline, sorge un hotel dallo stile inconfondibile, che invita alla scoperta e a vivere il meglio del lusso mediterraneo. Pure Salt Port Adriano è il luogo ideale per disconnettersi dalla realtà quotidiana e prendersi qualche giorno di pausa e relax.

MINORCA

La più selvaggia

Forse l’isola meno turistica delle Baleari, Minorca ha un fascino particolare, che si può osservare nelle sue numerosissime spiagge e calette, situate soprattutto lungo la costa sud, ma anche nell’entroterra brullo e selvaggio, contraddistinto da stradine, fattorie, vegetazione mediterranea e paesini tipici.

Fontenille Torre Vella

La tradizionale “finca” per eccellenza. Torre Vella è una classica masseria spagnola e prende il nome da un’antica torre di guardia che si trovava al centro della struttura principale. Costruita su un terreno abitato da più di 9.000 anni, la residenza si estende fino alle scogliere a picco sul mare che delimitano la proprietà, con i suoi 200 ettari.

Il rifugio dalla vita quotidiana FORMENTERA

Formentera, la più piccola delle isole Baleari, offre una via di fuga da tutto: la vita scorre lenta e languida, fra pigre giornate su alcune delle spiagge più belle d’Europa, dove la sabbia bianca è lambita da acque azzurre e turchesi dalle sfumature e dalle tinte incredibili.

Villas Paraíso de los Pinos

Il paradiso a portata di mano. Una serie di strutture dalle linee semplici ed essenziali, arredate con gusto e secondo una palette di colori tenui, dal bianco al grigio, passando per il giallo, il beige e il verde. Le sistemazioni di Villas Paraíso de los Pinos offrono inoltre un’incredibile varietà di servizi, in grado di rendere il vostro soggiorno a Formentera una vacanza indimenticabile.

IBIZA

Divertimento e non solo

Patrimonio UNESCO dal 1999, Ibiza è conosciuta in tutto il mondo come l’isola del divertimento e delle spiagge chilometriche, ma possiede in realtà anche altri luoghi di interesse spesso meno conosciuti: i resti fenici di sa Caleta, la città fortificata di Dalt Vila, la Riserva naturale di ses Salines e la necropoli punica del Puig des Molins.

Nobu Hotel Ibiza

Situato in una posizione privilegiata, sulla costa della baia di Talamanca, a due chilometri a nord dalla città principale dell’isola di Ibiza, Nobu Hotel è un rifugio di charme dallo stile ricercato. Le camere sono arredate con materiali semplici e naturali e palette di colore tenui e rilassanti, come quella del bianco, dell’oro, del blu e del turchese.

Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2000, le Isole Eolie sono un vero e proprio angolo di paradiso dotato di spiagge incredibili lambite da acque cristalline, di viste mozzafiato e di affascinanti caratteristiche geofisiche, che le rendono diverse rispetto a tutte le altre isole del Mediterraneo.

LE EOLIE FRA MARE, TERRA, VENTO E FUOCO

Scoprite le isole dei quattro elementi

Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2000, le Isole Eolie sono un vero e proprio angolo di paradiso dotato di spiagge incredibili lambite da acque cristalline, di viste mozzafiato e di affascinanti caratteristiche geofisiche, che le rendono diverse rispetto a tutte le altre isole del Mediterraneo.

Sono sette piccole gemme disseminate per il Mar Tirreno, a nord-est della Sicilia, tutte di origine vulcanica: erano infatti sette vulcani sottomarini, emersi dalle acque decine di migliaia di anni fa. Nel corso dei millenni hanno continuato la loro attività dando vita a fenomeni differenti, dalla formazione della pietra pomice, così leggera da galleggiare sull’acqua, a quella dell’ossidiana, una sorta di vetro vulcanico che si è originato dalle colate laviche, così tagliente da essere utilizzato dalle popolazioni antiche per realizzare utensili affilati.

Si può dire che le Eolie siano le isole dei quattro elementi: non sono infatti conosciute solo per le loro acque incontaminate, ma anche per il loro legame con aria, fuoco e terra. Il loro nome deriva infatti da quello di Eolo, il Dio greco dei venti, che, secondo una leggenda, governava una colonia sulle isole, e sono note per l’attività vulcanica dello Stromboli, sull’omonima isola, e per la loro profonda connessione con la terra, dalle spiagge di sassi di Lipari e Salina alle sabbie nere di Stromboli, fino ai fanghi di Vulcano.

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Proprio per il loro legame con i quattro elementi, le Eolie offrono lo scenario perfetto per un soggiorno diverso da quello delle isole più patinate del Mediterraneo: chi sceglie di trascorrere una vacanza qui è infatti alla ricerca di quiete, pace e isolamento, ma anche di ritrovare la propria dimensione a contatto con una natura ancora selvaggia e incontaminata, godendo di paesaggi unici al mondo.

L’isola principale è Lipari, la più grande e la più popolosa. La sua cittadina si estende ai piedi dell’antica Acropoli greca, dove in seguito è stato costruito un Castello, e lungo le insenature di Marina Corta e Marina Lunga, mentre le spiagge, caratterizzate da ampie baie e profonde grotte, sono da esplorare in barca. Lipari è però la meta perfetta anche per chi sogna una vacanza più attiva non solo al mare, ma anche sulla terra: sull’isola si snodano diversi percorsi di trekking fra monti, silenziosi altipiani e ripide scogliere a picco sul mare, da dove ammirare l’infinito orizzonte del Mar Tirreno e le silhouettes delle altre isole.

Uno splendido tramonto visto da Vulcano. Le coste rocciose delle Eolie. Il porto di Marina Corta a Lipari.
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Le caratteristiche casette di Panarea.

La seconda per dimensione è Salina, un’isola verdeggiante, molto diversa dalle altre, amata dalle famiglie e dalle coppie per la sua tranquillità e conosciuta per la produzione di ottimi vini – come la malvasia – e capperi di qualità. Fra le sue spiagge più famose quella nera di Rinella e la baia di Pollara, nota anche per essere stata il set cinematografico del film “Il Postino” con Massimo Troisi, che si è originata da un antico cratere.

Splendide calette, faraglioni, una pozza di fanghi termali, la spiaggia di Sabbie Nere e quella del Porto di Levante rendono invece Vulcano una delle isole più particolari del Mediterraneo. La terza delle Eolie per dimensione è composta da ben quattro vulcani, fra cui i più riconoscibili sono quelli di Fossa e Vulcanello: anche la cittadina principale è costruita nei pressi di un cratere, e vicino a qui si possono provare i famosi fanghi e le acque termali. Non mancano i percorsi di trekking: raggiungendo Capo Grillo e dirigendovi verso nord avrete la possibilità di ammirare panorami spettacolari sulle isole vicine, sentendovi quasi sul tetto del mondo.

Anche Stromboli è conosciuta per il suo vulcano, che, grazie alle sue spettacolari eruzioni, è stato soprannominato “Faro del Mediterraneo”. L’isola in sé non è altro che la cima di questo enorme vulcano sommerso ancora attivo, che potrete ammirare al meglio durante la lievissima attività quotidiana a bordo di una barca al tramonto, per osservare il cielo tingersi di mille sfumature di rosa, rosso e arancione e poi lasciare spazio all’eruzione sul cielo buio, in un incredibile spettacolo di colori.

Le luci del tramonto su Stromboli.
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La più sofisticata delle Eolie è Panarea, un’isola piccolissima, lunga appena tre chilometri e larga due: frequentata da viaggiatori savants e personaggi del jet set internazionale, è conosciuta per i suoi fanghi termali, per le spiagge nere e per il suo mare azzurro, ma anche per le casette imbiancate a calce, per gli stretti vicoli e le buganvillee che richiamano i paesaggi dell’Egeo.

Infine, Alicudi e Filicudi si presentano come le Eolie più selvagge, estreme e contemporaneamente calde e accoglienti: sono infatti le località ideali per tornare indietro nel tempo e vivere un’esperienza slow, fra infiniti silenzi, cieli stellati e una natura davvero incontaminata, dove per raggiungere alcuni paesini si usano ancora le mulattiere.

© Svizzera Turismo
ARTE & ARCHITETTURA LOSANNA E BASILEA A CONFRONTO 83 Una montagna d’arte SZYMON OLTARZEWSKI 95 “I’ll be back soon”
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A confronto Una montagna d’arte

Svizzera: terra di grande arte e grande cultura.

Non solo montagne & laghi, è indubbiamente uno dei Paesi a più alta intensità di raccolte e musei d’arte.

A volte fuori dagli schemi.

Ne sono un esempio Basilea e Losanna, messe a confronto per scoprirne tesori e storie sorprendenti.

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Testo di: Mariella Grossi Il Grand Hotel Les Trois Rois. © Svizzera Turismo La Fondazione Beyeler a Basilea. © Svizzera Turismo Una sala del Museo dell’Art Brut a Losanna. © Svizzera Turismo
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La splendida Cattedrale di Losanna. © Svizzera Turismo

Si può amare l’arte fino al crowdfunding?

Basilea l’ha fatto. Dopo aver scoperto che due opere di Picasso esposte al Kunstmuseum erano solo in prestito. E che il proprietario, un privato, aveva deciso di venderle negli USA per 9 milioni di dollari. Così Basilea indisse un referendum per decidere l’acquisto e la raccolta fondi fra i cittadini, vinse il sì e nacque lo slogan “All you need is art” ispirato alla canzone appena uscita dei Beatles.

Correva il 1967, e oggi “I due Fratelli” (1906) e l’“Arlecchino Perduto” (1923) sono in bella mostra al Kunstmuseum. Lo stesso Picasso, commosso da questa iniziativa, offrì altre quattro opere: “Uomo, Donna e Bambino” (1906), uno schizzo per le “Demoiselles d’Avignon” (1907), scelte personalmente dall’artista, e “Venere e Cupido”, mentre “La Coppia”, del 1967, fu selezionata dal direttore del Museo. In questa città che vanta 40 musei su circa 37 chilometri quadrati, il Kunstmuseum è un imprescindibile, perché è la più ricca collezione d’arte della Svizzera, con la più ricca collezione mondiale di opere del pittore e incisore svizzero, poi emigrato alla corte di Enrico VIII, Hans Holbein (1497-1543) e famiglia: 4.000 dipinti, sculture, installazioni, 300.000 disegni e stampe. Il Kunstmuseum è un’antologia di storia dell’arte, da Cranach e Brughel il Vecchio a Rubens, poi Picasso, naturalmente, Paul Klee, Gauguin, Braque, Cézanne.

Un posto dove si fa giornata (c’è una brasserie) e in estate ospita concerti nella corte interna (kunstmuseumbasel.ch).

Picasso e Chagall frequentavano Les Trois Rois, leggendario hotel con più di 300 anni di storia. Con un album di ospiti che hanno fatto davvero la storia, in tutti i campi, da re Farouk alla regina Elisabetta, dai musicisti come Wagner ai Rolling Stones, da scrittori come Thomas Mann al J. Paul Sarte. Indirizzo imperdibile per aperitivi vista fiume e per il suo high tea in veranda, servito come si deve: alzatina di dolci e sandwiches, selezione di miscele anche rare.

Si può amare l’arte fino alla follia?

Losanna l’ha fatto. Con una delle collezioni più ardite trasformata nel Museo dell’Art Brut, cioè rozza, primitiva, nata dalla raccolta di un artista fuori dagli schemi come Dubuffet (19011985) che si era interessato alle opere realizzate da emarginati, malati psichiatrici, ex detenuti, arrivando a mettere insieme ben 5.000 quadri, sculture, arazzi, installazioni (artbrut.ch).

Il museo, davvero singolare, si è arricchito di altri 70.000 lavori da ogni Paese del mondo, e li espone a rotazione. Per la cronaca, c’è un museo di Art Brut anche a Vienna (museumgugging.at).

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Si può amare l’arte fino a sconfinare?

A Basilea non bisogna portarsi passaporto né carta d’identità per passare dalla Germania alla Svizzera seguendo arte e design.

Si chiama Rehberger Web, è un percorso di 5 chilometri e 24 tappe fra due musei monstre, il Vitra, santuario del design realizzato da Frank Gehry in Germania (vitra.com) e la Fondazione Beyeler, forziere dell’arte moderna in Svizzera. Un cammino nella natura dove la “segnaletica” del sentiero sono opere e installazioni dello scultore contemporaneo tedesco Tobias Rehberger. Un’esperienza cult per chi ama la creatività.

Un’emozione quando si approda nel giardino della fondationbeyeler.ch, tra ninfei e opere fluttuanti di Calder. Uno dei musei imperdibili nel mondo, progettato 26 anni fa da Renzo Piano in modo che la luce esalti i capolavori di Picasso, Bacon, Matisse, Brancusi, Rousseau… E sede di mostre imperdibili a livello internazionale.

E sono imperdibili anche i Friday Beyeler, quando il museo resta aperto fino alle 22 e si cena nel suo ristorante In Park. E si sconfina, in tutto il mondo, anche al Museo delle Culture, il più importante della Svizzera, con 300.000 pezzi da ogni continente, Asia, Africa, Oceania, America Precolombiana. E un interessante negozio etnico (mkb.ch).

Si può amare l’arte uscendo dai binari?

Losanna l’ha fatto. Oltre i binari di rotazione delle locomotive, dove c’erano vecchi magazzini ferroviari, è sorto Plateforme 10, nuovo polo delle arti dove si sono trasferiti, a scaglioni, dal 2019, tre musei della città: il Mcba, Musée Cantonal des Beaux-Arts, Photo Elysée, 3.800 metri quadri dedicati alla fotografia dal 1840 all’immagine digitale, e il Mudac, Museo del Design e delle Arti Applicate Contemporanee. Un progetto che ha vinto un prestigioso riconoscimento, equivalente a un Nobel per l’arte: Leading Culture Destination Award, emesso a Berlino, ha premiato Losanna come Destinazione Culturale Emergente 2021-2022.

Mcba: non ci sono solo i classici paesaggi alpini, ma un crescendo di opere che partono da pittori cantonali come Louis Ducros, all’orientalista e maestro di Renoir, Charles Gleyre. Poi Monet, nature morte di Cézanne a confronto con quelle di Matisse, Balthus, Paul Klee, Spoerri, Anish Kapoor, Kokoschka, Kounellis.

Quello che colpisce al Mcba sono la luce e l’immensità degli spazi.

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Il Mudac, invece, è una carrellata di oggetti, nuove creatività, memorabilia legate ad arte, architettura, urbanistica, oggetti della vita quotidiana, dalle ceramiche al packaging. Photo Elysée è uno dei più ricchi musei d’Europa dedicato all’immagine, con raccolte private di Charlot, René Burri. Il fatto straordinario è che Plateforme 10 è in continua evoluzione e arricchimento, di percorsi anche esterni, pedonali, ciclabili (plateforme10.ch).

E si esce dai binari dell’arte tradizionale anche glorificando i fumetti. Perché sono cultura anche quelli immortali di Hugo Pratt, il papà di Corto Maltese che ha vissuto i suoi ultimi anni nel villaggio di Grandvaux, uno dei 14 paesini annidati in un Patrimonio UNESCO, i vigneti di Laveaux creati dai monaci nell’XI secolo. Sono a 6 chilometri dalla città. A Grandvaux c’è Caveau Corto, cantina che riunisce la produzione di 10 vigneron e bottiglie dove Corto è immortalato sulle etichette. E con una gigantesca statua che guarda il lago Lemano.

© Svizzera Turismo Il Museo Tinguely, affacciato sul Reno, a Basilea. © Svizzera Turismo
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Gli interni del Museo Olimpico di Losanna. © Svizzera Turismo

Si può amare l’arte, anche la più estrosa?

È quasi in periferia di Basilea, sul fiume Reno, il museo che l’architetto Mario Botta ha voluto costruire bello grande, bello alto, per ospitare le opere cinetiche, monumentali, incredibili, azzardati assemblaggi di metalli, parti meccaniche di Jean Tinguely, artista indefinibile.

Artigiano-artista o artista-ingegnere? Comunque sorprendente. tinguely.ch

Si può amare l’arte, come lo sport?

Losanna è Capitale Olimpica perché ospita la sede del Comitato Internazionale (CIO) che supervisiona l’organizzazione dei Giochi anche invernali.

E ha un Museo Olimpico che da solo vale il viaggio. Raggiungerne l’ingresso è una vera ascesa attraverso un parco di 23.000 metri quadri, che non è solo un polmone verde di cipressi, tassi, cespugli di lavanda, rododendri e corbezzoli, ma una galleria d’arte con sculture a soggetto sportivo.

Ecco, coloratissimo, “Les Footballeurs” di Niki de Saint-Phalle (che è stata moglie di Tinguely), “American Athlete” di Botero, l’immancabile viso di Mitoraj, poi Tapies, Folon e Calder. Lo stesso museo espone 1.500 oggetti legati a eventi e personaggio che hanno segnato la storia di ogni disciplina sportiva, dalle scarpette dorate con cui Michael Johnson realizzò il record del mondo nei 200 metri piani ai Giochi di Atlanta ’96, e le maglie di Pelé.

Ma è soprattutto un contenitore di storie e di emozioni, grazie a 150 schermi per esperienze immersive dove rivivere, ad esempio, le sequenze più spettacolari delle aperture di ogni edizione dei giochi (olympics.com/musee).

Si può amare l’arte, come Urban Trekking?

Street Art, murales, graffiti, invadono ogni angolo di Basilea, che ha la palma del più imporrante hot spot di murales in Svizzera. Impossibile non notarli, ma ci sono guide specializzate in questo tour a tema che dura un paio di ore.

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Proprio durante la pandemia, sono entrati in scena 30 celebri street artist come Chromeo (viene dalla Scuola di Art e Design di Lucerna), Florian Bane (la sua opera Perception a Maroggia, Canton Ticino, è stata premiata come la migliore al mondo nel 2021 da una piattaforma globale di Street Art Cities). E hanno creato un’opera mastodontica, dipingendo una parete per 1.700 metri quadri nel quartiere Bell.

Si può amare l’arte, dal belvedere di Corot?

1976: i discendenti del banchiere Charles Juste Bugnion hanno regalato alla città la maison di famiglia per farne una fondazione d’arte con un immenso parco.

E una gran vista sul lago Lemano e la Cattedrale gotica, il paesaggio che ha ispirato tante opere di Camille Corot che veniva qui a dipingere. Ora la Fondation de l’Hermitage è a suo modo una cattedrale, sacra all’arte con 600 capolavori di Gauguin, Degas… e ospita due-tre mostre all’anno dedicate all’arte del XIX-XX secolo. La prossima sino alla fine di ottobre guarda all’influenza dell’arte giapponese a fine secolo scorso sul pittore francese del movimento Nabis Edouard Vuillard (1868-1940).

L’Hermitage è molto frequentato dagli abitanti di Losanna alla domenica per i brunch di arte nel suo ristorante l’Esquisse (fondation-hermitage.ch).

Si può amare l’arte seguendo le note?

Ha festeggiato i suoi primi 1.000 anni nel 2019 ed è un simbolo di Basilea la cattedrale Basler Münster che domina, da un’alta riva, lo scorrere del fiume Reno. Gotica, in arenaria rossa, stupisce per la fuga d’archi dei suoi chiostri. Ed è sede di concerti grazie al suo organo, e a gruppi musicali e cori, compreso quello specializzato in gospel. E poiché in Svizzera anche il cioccolato è arte, vale una passeggiata fino al n.18 di Markplatz, la piazza del municipio, e al negozio Läderach, dove esagerare nel far provviste di cioccolato con nocciole, mandorle, frutti di bosco, grand cru al 70%, scatole con 48 varianti di cioccolatini.

Musica a Losanna: nella sua cattedrale (1275), considerata uno dei massimi capolavori gotici della Svizzera. Famosa per le sue meravigliose vetrate policrome, il rosone che raffigura stagioni e segni zodiacali. E per il suo organo monumentale, progettato dal designer italiano Giugiaro. Infatti ogni anno, a settembre, ospita il Festival International d’Orgue de Lausanne. Oltre a concerti del festival della musica, eventi musicali importanti tutto l’anno.

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Dal 24 giugno al 3 settembre il Battistero del Duomo di Pietrasanta ospita la mostra “I’ll be back soon”, un progetto scultoreo di Szymon Oltarzewski pensato in occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova.

SZYMON OLTARZEWSKI

“I’ll be back soon”

Dal 24 giugno al 3 settembre il Battistero del Duomo di Pietrasanta ospita la mostra “I’ll be back soon”, un progetto scultoreo di Szymon Oltarzewski pensato in occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova. Tre sculture ispirate al grande maestro neoclassico reinterpretate in chiave contemporanea.

Szymon Oltarzewski è uno scultore che affonda corpo e mente in quella che da sempre viene ritenuta una materia viva: il marmo. Il suo è un continuo confrontarsi con le possibilità della forma, in uno scontro e confronto fisico che solo uno scultore è in grado di affrontare. Michelangelo, che tra Carrara e Pietrasanta si approvvigionava del tanto prezioso marmo, sintetizza le capacità e le caratteristiche di uno scultore in una frase: “Tu vedi un blocco, pensa all’immagine; l’immagine è dentro, basta soltanto spogliarla”.

Nato a Milano nel 1975, inizia a lavorare nel campo dell’arte dal 1997, prima come assistente di galleria, poi in una casa editrice specializzata e infine all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2002 fonda la Galleria Pittura Italiana, ponendo particolare attenzione alla promozione di giovani artisti. Nel 2010 nasce Federico Rui Arte Contemporanea, con la quale partecipa alle più importanti fiere del settore e collabora con le principali case d’asta italiane. Ha organizzato e partecipato a mostre a Londra, Bruxelles, Roma, Genova, Venezia, Cape Town, pubblicando diverse monografie di artisti per Skira e Allemandi. Federico Rui è attualmente nel comitato scientifico di Grand Art – Modern & Contemporary Art Fair e membro dell’Angamc (Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea).

Federico Rui
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Nato in Polonia nel 1977, dopo la laurea in ingegneria ambientale presso l’Università di Opole, Szymon Oltarzewski abbandona la sua terra natale e, senza un soldo in tasca, si trasferisce in Versilia. Si iscrive all’Accademia di Carrara, seguendo quello che era il suo sogno e la sua vocazione.

Come da lunga tradizione e per permettersi gli studi, inizia a lavorare con gli artigiani e le fonderie del luogo, incontrando alcuni tra i più grandi scultori contemporanei, che condividono le loro esperienze e la loro maestria. Apprende così sul campo ogni fase del processo creativo ed esecutivo della scultura. Processo che inizia già dalla accurata scelta del blocco grezzo, scelto nelle cave per le sue caratteristiche, e lavorato successivamente con pazienza e grande tecnica. Per quanto la tecnologia oggi possa aiutare, è con lo scalpello e il martello, con la raspa e con la lima, che riesce a dare un aspetto vivo alle sue opere.

In mostra vi sono tre omaggi ad altrettante celebri sculture del Canova: “Amore e Psiche”, la “Venere Italica” e le “Tre Grazie”. Solo ad un’attenta visione si può capire e percepire la loro presenza. Le forme, infatti, sono nascoste sotto un velo che le ripara e le conserva.

“I’ll be back soon” è un rimando implicito a quando, prima di un viaggio o di un trasferimento, si coprono con lenzuola e coperte i mobili e gli oggetti di valore per proteggerli durante il periodo di assenza. Ma è anche un modo per custodire le cose più care. E nella storia personale di Szymon il tema dello spostamento ha un’importanza fondamentale, così come lo ha l’importanza della storia.

In questo caso il velo copre non solo l’oggetto in sé, ma la memoria di tutti i valori classici su cui si fonda la società. Nella mitologia greca i tre miti sono strettamente connessi ed esaltano il potere dell’amore, della bellezza e della grazia. Nei periodi di guerra si usa inoltre proteggere i monumenti con casse di legno e drappi pesanti, per prevenire e impedire che possano essere danneggiati da schegge di proiettile. “Tornerò presto” allude anche a questo, alla speranza di poter tornare a scoprire le radici e i valori fondanti della civiltà, di cui “Venere”, “Amore e Psiche” e le “Tre Grazie” sono simbolo. Curiosamente la Venere del Canova è stata chiamata “Italica” proprio per rivendicare il furto, ad opera dei soldati napoleonici, della Venere Medici (una delle più famose statue della Grecia antica, conservata fino ad allora a Villa Medici a Firenze).

La mostra di Szymon Oltarzewski ha ottenuto il patrocinio del Comune di Pietrasanta, dell’Ambasciata di Polonia, dell’Istituto Polacco di Roma e del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, che hanno accolto con entusiasmo il progetto a testimonianza dell’universalità dei principi fondanti della società contemporanea. Curata da Enrico Mattei e coordinata da Beatrice Bortoluzzi, conferma la capacità dell’arte contemporanea di contribuire a un dialogo tra passato e presente, tracciando una continuità nella comunicazione di valori che a volte vengono dimenticati o sopraffatti.

Il Battistero del Duomo è una struttura risalente all’inizio del XVII secolo, noto originariamente come Oratorio di San Giacinto, che ancora oggi svolge la sua funzione liturgica. Al suo interno è collocato un fonte battesimale in marmo del 1389 opera di Bonuccio Pardini. Accanto ad esso si possono ammirare le tre opere di Szymon Oltarzewski.

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“I’ll be back soon” è un rimando implicito a quando, prima di un viaggio o di un trasferimento, si coprono con lenzuola e coperte i mobili e gli oggetti di valore per proteggerli durante il periodo di assenza. Ma è anche un modo per custodire le cose più care.

CULTURA SCOPERTE 103 ABC del Peloponneso A SPASSO PER LA DUBLINO LETTERARIA 117 Luoghi sospesi fra storia e scrittura

Il

nella

Peloponneso non è solo la location di memorie scolastiche. Ha spiagge hit parade delle più belle nel Mediterraneo (una lo è del mondo), boschi, monasteri antichissimi, musei premiati anche se nascosti in angoli defilati.

SCOPERTE

ABC del Peloponneso

È il viaggio-itinerario che si fa almeno una volta nella vita. Per vedere di persona luoghi studiati sui libri di storia. Olympia, Epidauro, Micene.

Ma il Peloponneso non è solo la location di memorie scolastiche. Ha spiagge nella hit parade delle più belle nel Mediterraneo (una lo è del mondo), boschi, monasteri antichissimi, musei premiati anche se nascosti in angoli defilati. Un circuito per gli amanti del trekking fra i migliori d’Europa. Fondali dove si nuota su relitti di naufragi leggendari.

Ecco un ABC per scoprire il Peloponneso con occhi nuovi. In posti poco noti, e negli angoli segreti di quelli noti.

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Un pittoresco scorcio di Kardamyli. I paesaggi incontaminati dell’Arcadia. La cittadina storica di Monemvasia.
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Scogliere a picco sul mare a Kardamyli.

Il regno dei morti dell’antica religione olimpica.

Nella geografia dell’immaginario che lega luoghi & miti in Grecia, proprio nel Peloponneso ci sono due possibili ingressi all’Ade, nella penisola del Mani, i cui abitanti si considerano discendenti dai guerrieri spartani. Le grotte di Diros, a pochi chilometri dal capoluogo maniota, Aeropoli (da Ares, dio della guerra).

È un labirinto scenografico ricco di stalattiti e stalagmiti che si visita con barche a fondo piatto. Il secondo luogo ha il fascino dei paesaggi estremi ed assoluti: Capo Tainaron o Capo Tenaro, promontorio inciso da sentieri minimi che serpeggiano nella macchia mediterranea tra i fiori viola dei cardi. Davanti un mare blu profondo che contrasta con rocce e terre gialle senape. Davvero un posto straniante.

come Bassae B

Tempio dorico a 1.131 metri tra le montagne dell’Arcadia, il primo sito greco ad essere riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1986, prima ancora di Olimpia, da cui dista una settantina di chilometri. Secondo Pausania che lo visitò, è stato costruito tra il 450 e il 425 a.C. come ringraziamento ad Apollo Epicurio per aver preservato da un’epidemia la popolazione.

E sempre secondo Pausania è stato progettato da Ictino. Non dice di più, creando un dilemma archeologico perché Ictino è il nome dell’architetto del Partenone. Vero o falso non importa, il fascino del tempio di Bassae è il suo totale isolamento nel silenzio delle montagne dell’Arcadia, in un paesaggio primordiale.

come Chatwin

Sì, proprio lui, lo scrittore Bruce Chatwin, mito della letteratura di viaggio. Che amava la penisola del Mani, terra di mezzo del Peloponneso, al punto da far disperdere nella macchia le sue ceneri. Intorno, pare, alla chiesetta bizantina di Ag. Nikolaos, a 8 chilometri da Kardamyli.

Un bel borgo marino avvolto dagli ulivi, dove Chatwin (convertito alla religione ortodossa) ha scritto capitoli della Via dei Canti. Ospite di un altro grande scrittore, lo scozzese Patrick Leigh Fermor, il cui libro “Mani” (Adelphi) è una lettura fondamentale per scoprire questa penisola, la più selvaggia del Peloponneso. La casa di Fermor a Kardamyli appartiene al Museo Benaki di Atene, ed è visitabile, in certi periodi dell’anno si può persino affittare.

come Ade A
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Il Dio del vino. La leggenda narra che un giorno partecipò a una festa in Nemea e si inebriò talmente del vino locale da regalare alla popolazione il vitigno di Agiorgitiko. Che ancora oggi è uno dei nettari di quest’importante area vinicola del Peloponneso, insieme ai Roditis e Alepou (bianchi), Moschofilero, Nemea dop. Le cantine visitabili sono tante, ben segnalate lungo la strada. Quella storica (70 anni) che collabora con 300 vignaioli locali è lafazanis.gr.

come Elafonissos

19 chilometri quadrati di isola, meno di mezz’ora di traghetto da Pounta in Laconia, con una flotta di circa 150 pescherecci. Da anni, e ogni anno, il quotidiano inglese The Guardian premia la sua spiaggia di Simos come una delle più belle di tutto il Mediterraneo, una lingua di alte dune e sabbia chiara che divide due piccole insenature di acqua turchese.

Naturalmente Simos Beach non è più un angolo solitario, ma l’isola ha altre insenature incantevoli come Panaghia, dove i colori del mare sfumano dalla trasparenza alle acque smeraldo e blu. Al largo si notano isolotti piatti, sarebbero i sassi lanciati sulla nave di Ulisse dopo l’accecamento di Polifemo (anche se molti li collocano in Sicilia ad Aci Trezza). Elafonissos è protetta da Natura 2000, il network ambientalista della UE, per la sua flora endemica e una tipologia rara di cedri. E perché tra Pounta e l’isola c’è Pavlopetri, città sommersa di 4.500-5.000 anni, Patrimonio Culturale subacqueo dell’UNESCO.

come Foneas Beach

Una piccola spiaggia fra rocce e verde nel Mani, a pochi chilometri da Kardamyli (v. C come Chatwin). Con un promontorio in mezzo al mare ricco di pesci. È un paradiso dello snorkeling, come la vicina Kalamitsi Beach.

come Gialova

Una laguna a 8 chilometri da Pylos, in Messenia, protetta per il suo ecosistema da Natura 2000 come una delle aree umide più importanti d’Europa. Un sogno per i birdwatchers, meta di 275 specie di uccelli migratori, compresi aironi e flamingos rosa. Solo le dune separano la laguna dalla spiaggia di Voidokolia, che The Times ha eletto fra le più belle al mondo.

come Dioniso D
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La vista dal sito archeologico di Micene.
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Il Castello di Larissa ad Argo.

Una mezzaluna di sabbia chiara che corona un mare incredibilmente turchese. Sono alcuni tesori della Baia di Navarino, teatro di importanti battaglie: fra ateniesi e spartani nella guerra del Peloponneso (425 a.C.) e fra le navi inglesi e francesi contro quelle ottomane nel 1827 durante la vittoriosa guerra di indipendenza greca. Gli appassionati di sub e di storia possono immergersi sopra i relitti di questa battaglia nei parchi subacquei di Pylos, dove si trovano anche altre barche e navi naufragate, di epoca romana e bizantina (ioniandivecenter.com).

come Heracle H

Sì, il leggendario, infaticabile eroe e semidio è legato al Peloponneso, teatro di sei delle sue celebri Fatiche, tra l’altro rappresentate nelle metope del tempio di Zeus a Olympia.

La geografia delle sei fatiche? Nemea (il leone), l’Alfeo, il fiume che scorre fino all’antica Olympia (le stalle di Augia), il lago Stinfalo (gli uccelli mostruosi), Lerna, vicino ad Argo con un sito archeologico neolitico (la terribile Idra), la celeberrima Micene, regno di Agamennone dove Ercole liberò, dopo averla catturata, la cerva di Cerinea, sacra ad Artemide. E dove, ultima fatica, condusse Cerbero, il cane guardiano dell’Ade, per poi riportarlo nel Regno dei Morti.

come Iliade

Il Peloponneso è strettamente legato a storie, personaggi, eroi dei poemi omerici, da Agamennone a Nestore a Elena di Sparta. Ma c’è un posto defilato, il Museo Spaziale di Tegea (Arcadia), piccolo eppure premiato dalla UE.

E giustamente non solo per i reperti, ma perché nei pannelli descrittivi si scopre la storia economica del territorio. Qui bisogna rileggersi le pagine più intense dell’Iliade davanti al volto di Priamo che supplica Achille di restituirgli il corpo del figlio Ettore. E davanti al bassorilievo di Achille che trascina il corpo di Ettore intorno alle mura di Troia. E che dire del calco di pietra che serviva a forgiare gli elmi dei guerrieri? Proprio come i cimieri che calzavano gli eroi dell’Iliade.

come Larissa

Tutti si fermano nell’area archeologica di Argo, soprattutto per ammirarne il teatro. Ma pochi imboccano la stradina in salita che porta alla potente cinta muraria del Castello di Larissa, ora nella “versione” medievale. In realtà sin dall’epoca preistorica quest’altura era una postazione fortificata, poi ha fatto parte del sistema difensivo di Argo. Merita una sosta.

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A 8 chilometri da Sparta, Patrimonio UNESCO dal 1989, e giustamente. Siamo abituati a visitare chiese bizantine, mentre Mystra offre di più, è una vera cittadella, paragonabile a un museo a cielo aperto. È stata una città fortificata bizantina (veneziana, ottomana) di cui non restano solo edifici religiosi dell’XI-XII secolo, ma resti di palazzi, del castello medievale di Villehardouin.

Un sito affascinante, su un’altura, immerso nel bosco mediterraneo, ai piedi del Taigeto, la catena montuosa che prende il nome da una ninfa. Ci sono due ingressi, il consiglio è di iniziare la vista d’alto evitando una faticosa salita.

come Nauplia

A 2 ore da Atene. È la porta del Peloponneso questa cittadina sul mare dove ci si ferma giusto per ascendere (più di 800 gradini) alla fortezza di Palamidi, con i suoi 8 bastioni arroccati a 216 metri sull’Egeo. Scenografico, belvedere all’ora del tramonto, questo kastro eretto dai veneziani tra il 1600 e il 1700 è intitolato a Palamede, eroe della guerra di Troia che fu istruito (come Achille) dal centauro Chirone. Ma Nauplia merita una sosta più lunga. Il suo centro storico è un piacevole spot pedonale dove si passeggia fra edifici vernacolari e neoclassici. Con uno shopping accattivante per chi è curioso di conoscere i nuovi designer greci: le borse in legno di fwbags.com, i gioielli creativi di jewelry-kores.com, le sciarpe tessute a telaio di gonidou.com.

Poi le mostre di arte contemporanea nell’ex complesso industriale che è anche bistrot, fougaro.gr.

come Olympia O

Patrimonio UNESCO, uno dei siti archeologici più famosi al mondo perché qui sono nati i Giochi Olimpici. Imperdibile certo, ma senza limitarsi solo all’area archeologica. Perché c’è anche l’ancientolympicsmuseum.com, il museo dedicato alla storia e ai reperti dei Giochi ad Olympia e in altre località greche come Nemea, Delfi, Corinto.

E poi museo su due piani con la ricostruzione reale e digitale delle invenzioni di quel geniaccio di Archimede (archimedesmuseum.gr).

Ma la vera visita inizia ad Atene, al athensolympicmuseum.org. Dal 2021 c’è una nuova attrazione, la ricostruzione attraverso l’intelligenza artificiale dell’antica Olympia con tutti i suoi monumenti. Virtualmente intatti.

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come Mystra
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Il sito archeologico di Olympia. I resti del sito di Mystra. La fortezza di Palamidi.
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Vista su Argo.
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È il nome di un monastero dell’Arcadia, fondato nel 963 da Ioannis Lampardopoulos, filosofo e segretario dell’imperatore bizantino Niceforo Foca.

In realtà ci sono due monasteri, quello diciamo nuovo, cioè del 1600, con una terrazza panoramica sopra la gola del fiume Lousios. Romitaggio di gatti e monaci gentili, da raggiungere in auto con una serpentina nel verde da Dimitsana, bel borgo di case in pietra e famoso per le sue taverne di carne allo spiedo.

Il monastero nuovo ha una chiesa affrescata con pitture vivide, intense di santi, eremiti, principi. Poi si imbocca una mulattiera ripida per raggiungere i resti del monastero antico, millenario, incassati nella parete della gola. Di fronte si staglia Moni Prodromos, monastero rupestre del 1500, a picco sul fiume e in parte scavato nella roccia.

come Rovine spettacolari

Sono quelle dell’antica Messene, a 32 chilometri da Kalamata, perché sono i resti meglio conservati di una città, fondata nel 369 a.C. dal generale tebano Epaminonda. La città è così preservata perché non è mai stata distrutta e neppure riabitata dai tempi antichi.

Ci sono un magnifico teatro, l’agorà del mercato, il tempio di Asclepio, le colonne in parte ancora allineate del ginnasio. Un sito poco pubblicizzato e poco noto anche fra chi trascorre le vacanze nella verde Messenia.

come Stemnitsa

Secondo la CNN, questo villaggio dell’Arcadia è il più bello della Grecia. Un anfiteatro di case tradizionali in pietra e decine di chiese e chiesette disposte ad anfiteatro fra le abetaie e il monte Mainalo (o Menalo, 1.981 metri) sacro al Dio Pan.

Un borgo caro ai greci per il suo ruolo durante la guerra di indipendenza contro i turchi che ha ospitato il primo Senato nel Peloponneso libero. La fama di Stemnitsa è legata anche alla sua scuola orafa, che ha legami con quella italiana di Vicenza.

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come Philosophos
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E infatti il villaggio è pieno di laboratori e botteghe di argentieri. S 113

Si chiama Menalon Trail ed è un percorso di 75 chilometri fra i boschi e i monti dell’Arcadia, angolo di prepotente natura nel Peloponneso. Per chi è appassionato di trekking questo cammino è un viaggio in una natura immutata da millenni, fra monasteri secolari aggrappati alle pareti dei monti.

Percorribile in 8 tappe, con sentieri segnalati, guide, trasporto di bagagli agli hotel e b&b raggiungibili dal trail. Non a caso è stato premiato come Leading Quality Trail-Best in Europe (menalontrail.eu).

Si chiama Ancient Sunken City ed è il segreto subacqueo di Epidauro.

Non proprio una città, forse i resti di una mansion romana, visibili anche quando il mare è calmo perché non a grande profondità. Dalla spiaggia (non organizzata) di Giliati.

come Vouraikos

È il nome di un fiume e di una gola. Si può scoprire a piedi, ma la scelta migliore è un pittoresco treno a cremagliera che in un’ora percorre 22 chilometri attraverso distese di limoni, ulivi, poi foreste di faggi, canyon. Tra Kalavrita, a un’ora dal Golfo di Corinto, e Diakofto.

come Zeus

Certo il più famoso tempio dedicato al padre degli Dei olimpici è (ed era) quello di Olympia. Ma c’è un secondo tempio a Nemea dove si tenevano giochi e gare sportive importanti come quelle di Olympia e dedicate proprio a Zeus.

Del santuario restano tre colonne, altre sei sono state rialzate, ma nell’area si ammirano anche le terme per gli atleti, lo stadio. Il sito dal 2021 ha il Marchio Patrimonio Europeo. Da non perdere nel piccolo museo, il filmato che spiega come iniziavano le gare sportive.

Il suo plus è anche il tesoro (gioielli) rinvenuti nella vicina Aidonia (a 10 chilometri).

come Trekking T
come Underwater U
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Le rovine dell’antica Messene.
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I paesaggi di Kalavrita.

Città natale di alcune delle più importanti figure storiche della letteratura e della musica europea, Dublino ha da sempre ispirato intere generazioni di artisti.

A SPASSO PER LA

DUBLINO LETTERARIA

Luoghi sospesi fra storia e scrittura

Città natale di alcune delle più importanti figure storiche della letteratura e della musica europea, Dublino ha da sempre ispirato intere generazioni di artisti: da Jonathan Swift a Seamus Heaney, da Samuel Beckett a James Joyce, passando per Oscar Wilde, William Butler Yeats, George Bernard Shaw e molti altri.

A ogni angolo della città si respirano l’amore e il potere della parola, ma esistono alcuni luoghi in cui si ha davvero la sensazione di potersi immergere nella storia di un Paese che ha dovuto lottare a lungo per l’indipendenza dalla Gran Bretagna e dove il conflitto linguistico è stato anche uno dei temi principali di tutta la letteratura.

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L’imponente biblioteca del Trinity College.
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Gli esterni del Trinity College.

La Biblioteca del Trinity College

Fare una passeggiata tra gli scaffali della biblioteca del Trinity College significa ripercorrere i passi di alcuni tra gli intellettuali irlandesi più noti, ma anche addentrarsi sul set cinematografico di alcune scene di “Harry Potter”. Si tratta della biblioteca più grande del Paese, con milioni e milioni di libri: venne costruita nel XVIII secolo, tra il 1712 e il 1732, e, a partire dal 1801, riceve una copia di ogni volume che viene pubblicato in Gran Bretagna e in Irlanda, alimentando così la colossale collezione. Oltre alla vastissima varietà di generi letterari e di libri di ogni epoca, nella biblioteca è custodito il “Book of Kells”, un manoscritto in latino dei quattro Vangeli riccamente decorato con miniature e illustrazioni della tradizione celtica, risalente all’incirca all’800 d.C.

Dal desiderio di mettere in mostra la collezione di opere e tesori di Joyce presenti alla National Library of Ireland in uno spazio privilegiato, presso la Newman House – dove lo scrittore stesso trascorreva le sue giornate quando era studente allo University College of Dublin (UCD) – è stato inaugurato nel settembre del 2019 il MoLI, il Museo della Letteratura Irlandese. L’acronimo stesso del museo rimanda a Joyce, in particolare a uno dei suoi personaggi più celebri, Molly Bloom, l’unica protagonista femminile dell’ “Ulisse”, opera di cui è custodita qui la primissima copia.

Altri reperti interessanti includono interi quaderni di appunti scritti a mano dall’autore e curiose lettere, tra cui una indirizzata a W. B. Yeats; oltre a questi, una serie di installazioni audio e video focalizzate sullo scrittore, che rendono il tutto più interattivo, come uno spazio in continua evoluzione in grado di riflettere l’esperienza della letteratura sia sulla carta che nella vita reale. Il museo ospita anche mostre su altri autori di origine irlandese, sia del passato che contemporanei, con l’obiettivo di sottolineare l’influenza che Joyce ha avuto sui suoi successori, ma senza dimenticare le innovazioni che questi ultimi hanno portato alla letteratura nazionale.

The Winding Stair è una delle librerie più conosciute di tutta Dublino: custodisce opere letterarie contemporanee inglesi ed europee, ma anche classici della letteratura irlandese come i capolavori di Joyce e Yeats. La particolarità di questa libreria, tuttavia, è data dalla presenza di un ristorante al piano superiore, dove vengono proposti piatti tipici della tradizione irlandese abbinati a un’ampia lista di vini. Passate di qui per trovare l’ispirazione per la vostra prossima lettura chiedendo una mano al libraio, che sarà in grado di selezionare per voi i titoli più adatti per ricordare il vostro soggiorno in Irlanda.

MoLI – Museo della Letteratura Irlandese
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The Winding Stair

Il mercato dei libri di Temple Bar

Ogni sabato nel quartiere di Temple Bar viene organizzato un mercatino di libri nuovi e usati, dove vengono venduti romanzi, libri d’arte, biografie rare e tanti altri tesori. Tutti gli appassionati di libri antichi, prime edizioni e librerie indipendenti troveranno qui la loro dimensione, circondati da un’atmosfera bohémienne non lontana da quelle dei bouquinistes del lungo Senna a Parigi.

I pub letterari

There’s poetry in a pint of Guinness. Così si legge sulle pareti di una sala del museo dedicato alla più celebre birra irlandese. E non potrebbe essere più vero: moltissime storie, infatti, sono state raccontate, inventate o ambientate davanti al bancone di un tradizionale pub, il luogo di ritrovo per eccellenza per la cultura anglosassone.

Tra i pub letterari più famosi si trovano il Brazen Head – il preferito di Jonathan Swift, autore de “I Viaggi di Gulliver” – il Davy Byrne’s – frequentato da Joyce e presente tra le avventure di Leopold Bloom narrate nell’ “Ulisse” – il Palace Bar – un pub in stile previttoriano, quartier generale di Flann O’Brien, Brendan Behan e Patrick Kavanagh, ma anche di Robert M. Smyllie, editore dell’Irish Times che teneva qui caffè letterari tra gli anni Trenta e Quaranta – e il Toner’s – frequentato da W. B. Yeats e Bram Stoker, autore di “Dracula”.

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Gli interni del MoLi.
fotografia © Giulia Iacolutti www.grappanonino.it #GrappaNonino ‘Migliore Distilleria del Mondo’ SPIRIT BRAND - DISTILLER OF THE YEAR 2019 Antico simbolo degli alcoli BEVI RESPONSABILMENTE È la prima volta per l’Italia e per la Grappa 121
SCUOLA I VIDEOGIOCHI EDUCATIVI 125 Divertirsi e sfidarsi serve a imparare

I videogiochi popolano il mondo specialmente dei giovanissimi e fra questi troviamo uno spazio dedicato a quelli educativi.

Testo di: Micol Fischer

I VIDEOGIOCHI EDUCATIVI

Divertirsi e sfidarsi serve a imparare

I videogiochi popolano il mondo specialmente dei giovanissimi e fra questi troviamo uno spazio dedicato a quelli educativi.

Questi sono pensati e progettati per insegnare un certo argomento, svilupparne abilità e conoscenze specifiche e per verificare quanto poi si sarà appreso.

In questo universo sempre più digitale, questi diventano delle risorse preziose nell’ambito dell’apprendimento, sia scolastico, che in famiglia o con i pari.

Nata a Milano nel 1974, formazione scolastica bilingue con Maturità estera, prosegue gli studi all’Università degli Studi di Milano dove consegue la Laurea in Scienze Politiche indirizzo Politico-Sociale (V.O). Corso di formazione post Laurea presso A.R.P Milano: “Tutor DSA: dalle difficoltà alle risorse nell’apprendimento”. Svolge attività continuativa nell’ambito dell’educazione specialmente come gestione tutoring in ambiti multiculturali e bilingue, tutor qualificato DSA. Docente presso A.R.P Milano: “Il Tutor per l’Apprendimento, strumenti, strategie e competenze”.

Micol Fischer
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I videogiochi educativi, se ben studiati e costruiti, possono essere di aiuto nello studio stimolando i bambini e i ragazzi a voler migliorare le proprie prestazioni scolastiche.

Le utilità dei videogiochi educativi sono molteplici. Partiamo dalla motivazione, che aumenta in virtù della natura ludica dei videogiochi che offrono sfide, ricompense e obiettivi mantenendo gli studenti e le studentesse coinvolti e attenti nel raggiungimento dell’obiettivo preposto. L’apprendimento interattivo è una caratteristica importante in quanto offre un’esperienza coinvolgente dove gli studenti/giocatori vogliono partecipare in modo attivo nella risoluzione e svolgimento dei quesiti rendendo lo studio una forma di intrattenimento.

I videogiochi di questa natura sono progettati in favore dello sviluppo di abilità specifiche come il pensiero critico, il problem solving, i quesiti di logica, l’analisi logica e grammaticale, le diverse lingue, la matematica, le scienze e a tutto quanto si sceglie di “giocare” sfidandosi attraverso i progressivi livelli di difficoltà che si susseguono.

Come Italiani, progettiamo tazzine da ca è per valorizzarne aroma, gusto e piacevolezza. Come produttori internazionali, ci avvaliamo delle più moderne tecniche di produzione e delle migliori materie prime per realizzare articoli in porcellana capaci di o rire caratteristiche uniche per cura del dettaglio, preziosità, resistenza e qualità. Dal 1992 siamo il partner di grandi marchi e realtà specialty con oltre 8 milioni di pezzi annui prodotti, in molteplici forme, colori, design e caratteristiche. Per o rire ad ogni interlocutore il perfetto mix di stile Italiano e fine porcellana della tradizione Cinese, capace di fornire ad ogni torrefattore o specialty co ee la migliore espressione della propria identità.  Club House: designed in Italy, made in China.

128 Club House S.r.l. via Padana Superiore, 63 - 25045 Castegnato (BS) Italy tel. +39 030 214 0217 www.clubhouse.ch

I partecipanti al gioco potranno così migliorare le proprie competenze e allo stesso tempo divertirsi. L’apprendimento autodiretto è normalmente adottato da questa struttura di videogiochi educativi in quanto gli studenti e le studentesse potranno procedere al proprio ritmo “conquistando” competenze e conoscenze seguendo le proprie capacità individuali. Il concetto di feedback istantaneo sulle risposte date consente di fare una correzione in tempo reale e valutare le proprie prestazioni e competenze. Risulta più agile il fatto di verificare le proprie conoscenze e poter avere subito un riscontro, gli studenti riescono in questo modo a correggersi senza distrarsi nel tempo che spesso intercorre fra verifica e risultati.

Un popolare videogioco educativo è Kahoot: viene somministrato spesso in aula e può essere usato anche a distanza. Questa applicazione si basa su dei quiz interattivi coinvolgenti e divertenti. Funziona così: si crea il quiz (insegnanti, educatori, studenti) o si utilizzano quelli esistenti. Questi possono comprendere domande a scelta multipla, immagini e video. Partecipazione attraverso i propri dispositivi, computer, tablet o smartphone tramite codice di accesso fornito dall’insegnante o dal sistema stesso. Somministrazione di domande a video e tramite il proprio dispositivo: si sceglie la risposta corretta in un tempo prestabilito. I punti sono assegnati in base alla correttezza e al tempo di risposta. Classifica durante l’avanzamento del quiz, con graduatoria dei partecipanti. Si conclude la sfida con feedback e correzione, dove Kahoot visualizza la risposta giusta e ne spiega le motivazioni.

Kahoot favorisce il gioco di squadra favorendo la comunicazione e la condivisione delle informazioni nella classe e incoraggia il coinvolgimento attivo di tutti. (www.kahoot.com)

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Kahoot. ©scuolainforma

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