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Bellezza e sicurezza considerazioni sulla “luce blu”

Dott.ssa Alessandra Vasselli

Membro Comitato Direttivo AIDECO

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AIDECO, Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia, nasce nel 2007 allo scopo di offrire un punto d’incontro e di riferimento per tutti quegli specialisti che operano a vario titolo nella dermo-cosmetologia moderna, dai medici ai cosmetologi, ai chimici, ai tossicologi, ai farmacisti, a tutti coloro che studiano nei suoi molteplici aspetti e ad ogni livello la fisiologia cutanea e la cosmetologia, con l’obiettivo primario di migliorare la qualità di vita dell’individuo. AIDECO è apolitica e volontaria opera e agisce in contatto con altre associazioni e società scientifiche di Dermatologia e Cosmetologia, in modo da favorirne l’incontro e gli scambi. AIDECO inoltre, tra i suoi primari scopi statutari, contribuisce alla corretta divulgazione dei risultati della ricerca dermocosmetologica, soprattutto nei confronti dell’opinione pubblica e per la tutela dei diritti dei consumatori

www.aideco.org

Facciamo un po’ di chiarezza

Cosa si intende per “luce blu”

Tanto è ormai diffusa questa modalità di “illuminazione” che è possibile che questo stesso testo si stia leggendo su uno schermo di un computer, di un tablet o di un cellulare oppure grazie alla luce artificiale di una lampada che utilizza LED: questo tipo di luce ha notevolmente sostituito le altre forme di fonte luminosa, in molte diverse modalità e durante la nostra vita quotidiana. La cosiddetta “luce blu” (Blue Light - BL) è una componente dello spettro del visibile avente una lunghezza d’onda compresa tra i 380 e i 490 nm e corrisponde alla luce emessa dai LED (Light Emitting Diodes) in una fascia di radiazione luminosa di colore blu.

Inoltre, proprio per alcune sue caratteristiche, questa fascia di radiazione luminosa viene utilizzata nell’ambito della dermatologia e della medicina estetica per il trattamento di alcune alterazioni/ patologie della pelle, come è il caso dell’acne. Alcune importanti considerazioni vanno poste in merito alla luce emessa dai dispositivi tecnologici digitali, i quali utilizzano proprio i LED, anche e soprattutto a Blue Light - BL. Le luci a LED sono micro-lampadine inserite in un impianto/circuito elettrico che produce radiazioni ottiche quando gli elettroni si muovono all’interno di un diodo, o dispositivo a semiconduttore. Nella maggioranza delle applicazioni di illuminazione parte della luce prodotta dai LED assume un nuovo colore mediante l’uso di un fosforo. Pertanto, i LED producono luce in un modo completamente diverso da una tradizionale lampadina composta da un involucro di vetro e contenente un filamento di tungsteno che produce radiazioni ottiche mediante riscaldamento. Questo repentino cambiamento è in atto perché i LED sono efficienti dal punto di vista energetico, durevoli, compatti, non emettono calore ed hanno innumerevoli applicazioni. A causa del loro utilizzo così diffuso, la Commissione Europea ha chiesto al suo Comitato Scientifico per la Salute, Rischi Ambientali ed Emergenti (SCHEER) di determinare se l’uso continuativo della luce a LED (compresa la fascia blu) potrebbe o meno comportare rischi per la salute umana.

LED Luce blu e sicurezza: possibili rischi per la salute umana?

I dispositivi a LED, dunque, emettono radiazioni ottiche che non penetrano nell’organismo ma potrebbero potenzialmente danneggiare occhi e pelle a seconda di numerose variabili come la durata dell’esposizione, la lunghezza d’onda e l’intensità della luce. Alcuni studi hanno dimostrato che la luminosità da LED degli schermi (TV, PC, tablet, cellulari) è inferiore al 10% del massimo relativo ai limiti di sicurezza stabiliti per proteggere gli occhi, ma (a differenza delle luci tradizionali, come la lampadina ad incandescenza), il LED può influenzare diversamente alcuni processi biologici negli esseri umani ed è per questo che il tema è ancora oggetto di ricerche. Va qui considerato che vengono applicate le relative norme di sicurezza: i valori limite di esposizione alle radiazioni ottiche sono stabiliti dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection - ICNIRP - organismo non governativo, formalmente riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, costituito da esperti scientifici indipendenti). Esiste inoltre un quadro giuridico a livello dell’UE che mira a ridurre al minimo i rischi per i lavoratori derivanti dai LED.

A differenza delle luci tradizionali, le luci a LED più utilizzate attualmente emettono poco o nessun infrarosso, che invece può interessare alcuni bio-processi nell’uomo ed anche tutto ciò è di ulteriore stimolo per la ricerca. È comunque ipotizzabile che le fonti luminose a LED siano molto meno rischiose rispetto a quelle prodotte dall’irraggiamento solare e dunque l’esposizione a queste forme di energia a LED, rappresentano una fonte di rischio trascurabile per la salute umana,

soprattutto per la pelle. I LED blu in particolare, però, quando troppo intensi, potrebbero essere più dannosi per categorie a rischio come bambini ed anziani, soprattutto per quanto riguarda i disturbi del sonno e dei ritmi circadiani (quelli che regolano i processi biologici in base all’alternanza delle ore del giorno). I bambini, in particolare, hanno una maggiore sensibilità alla luce blu, che può rivelarsi in alcuni casi troppo abbagliante per i più piccoli. Anche gli anziani possono maggiormente risentirne se suscettibili allo “sfarfallio” (definito “effetto fantasma” a causa del tremolio dei LED) muovendo velocemente occhi e testa. Per ora non esistono elementi indicanti che l’uso dei LED in condizioni normali possa produrre effetti nocivi diretti sulla salute della popolazione. La ricerca sugli effetti dell’illuminazione a LED sulla salute è comunque insufficiente e molti sono gli argomenti da investigare più a fondo, soprattutto sul fenomeno dello “sfarfallio”. Poiché l’uso di questa tecnologia è ancora in evoluzione, il Comitato Scientifico SCHEER auspica un monitoraggio costante dei LED e di qualsiasi rischio che queste luci potrebbero presentare per la salute della popolazione.

Attualmente le informazioni sulla luce blu, anche in relazione ai possibili effetti sulla cute, sono contrastanti.

Ad oggi, la BL standard emessa dallo schermo non ha dimostrato di causare danni diretti alla pelle nella vita reale. Tuttavia, come noto, la BL emesso dal sole, chiamato anche luce visibile ad alta energia (High-Energy Visible Light - HEV), genera stress ossidativo nella pelle, così come tutte e altre radiazioni dello spettro UV, visibile, infrarosso e limitrofi. La luce blu è inoltre coinvolta nei processi di iperpigmentazione cutanea, soprattutto nei soggetti di pelle più scura (fototipi da III a VI) e può causare danni diretti agli occhi. Nell’insieme, dunque, alcuni studi stanno dimostrando che la luce blu contribuisce in modo significativo ad accelerare i processi di invecchiamento della pelle, non riducendo direttamente le difese antiossidanti cellulari, ma consentendo lentamente la produzione di bassi livelli di radicali liberi che potrebbero sfuggire alle difese naturali (scavangers), causando comunque danni permanenti al DNA. L’esposizione prolungata a BL/HEV può infine disturbare il nostro orologio interno, con conseguenze sulla salute mentale e fisica ma che indirettamente influenzano anche la pelle. Un approccio corretto con preventiva protezione dai danni da esposizione dalla radiazione solare/luminosa, così come alla BL/HEV, diventa fondamentale. Per molti anni, la ricerca su fotobiologia e conseguenti strategie di foto-protezione si sono concentrate sulla porzione UV dello spettro solare. Sicuramente a ragion veduta, perché l’elevata energia rilasciata da questa frazione induce danni cutanei acuti e cronici già dopo un breve periodo di esposizione. Solo ultimamente oltre ai raggi UVA, UVB e Infrarossi, è stato compreso che anche la luce visibile (400-700 nm) è un altro potenziale fattore di infiammazione con possibili effetti dannosi da cui la pelle deve essere protetta. Diversi stili di vita ed utilizzo sempre maggiore di dispositivi digitali (monitor, televisori a schermo piatto, telefoni cellulari con schermi piatti, luce diurna bianca fredda ad alta efficienza energetica, luci a spettro completo, superfici riflettenti come neve, cemento, sabbia, acqua e vetro, irraggiamento vicino ai finestrini degli autoveicoli), incrementano gli effetti della luce blu (una parte energetica della luce visibile) e forniscono esposizione costante ad un fattore ancora poco noto. Ecco perché i prodotti di protezione anche alla luce blu guadagnano terreno, anche in termini di utilizzo costante e quotidiano.

LUCE BLU e Bellezza

La BL è nota anche per alcuni suoi effetti benefici sulla pelle. Ad esempio ha dimostrato una certa efficacia, nel trattamento dell’acne grazie al suo potenziale attivo sulla componente batterica di questa patologia, oltre che blandamente antinfiammatorio sulla pelle. Non a caso per problemi come acne, couperose, vitiligine o psoriasi sono disponibili oggi specifici prodotti solari a sostegno del concetto di “fotoprotezione dedicata”. Tali formulazioni permettono selettivamente il passaggio di bande specifiche di radiazioni, utili per il trattamento delle diverse affezioni cutanee. In presenza di acne, questi prodotti fanno passare una quota di luce blu, molto vicina all’ultravioletto, utile nella terapia del paziente acneico, così come una particolare porzione di radiazioni UVB, utili ad esempio per la terapia della vitiligine. Considerato quanto sopra riportato, tali utilizzi della luce blu dovranno essere maggiormente supportati dalle ulteriori e già previste verifiche di sicurezza per la salute umana, in linea con quanto previsto dalle attuali linee normative e di ricerca e soprattutto dalla reale esposizione continuativa a questa fonte luminosa.

• Scheda informativa su Opinione del Comitato

Scientifico per la Salute, Rischi Ambientali ed

Emergenti (Scientific Committees on Health,

Environmental and Emerging Risks - SCHEER),

Commissione europea, “The potential risks to human health of Light Emitting Diodes (LEDs)”, luglio 2018 • Phipps C.M. et al., “Blue light’s danger and protection: get your priorities in order!”, HPC

Today vol. 16(3) 2021 • Chiaratti C. et al.: “Highlighting beauty: product claim and efficacy tests for skin protection in the digital era”, H&PC Today vol. 13(2)

March/April 2018

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