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Rossori cutanei, rosacea ed esposizione solare: come intervenire?
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Via Enrico Fermi, 7 25087 Salò (BS) Tel. 0365.529111 www.synchroline.com La rosacea è una dermatosi infiammatoria cronica che affligge circa il 10% nella popolazione mondiale, con particolare frequenza nelle pelli caucasiche (fototipi I e II) e dopo i 30 anni di età. Il sottotipo più frequente è quello eritematoteleangectasica (ETR), più comunemente chiamata “couperose”, che si manifesta in più del 67% dei casi ed è caratterizzata da rossori cutanei persistenti e intermittenti, che interessano il volto (soprattutto nella sua porzione centrale), e dalla formazione delle teleangectasie. I pazienti soffrono inoltre di sintomi cutanei quali bruciore, pizzicore e prurito. I soggetti affetti reagiscono, in presenza di una condizione genetica predisponente, ad un vasto insieme di fattori scatenanti tra cui: cambiamenti di temperatura, caldo, freddo, esposizione solare, assunzione di cibi speziati e bevande alcoliche, stress ed esercizio fisico. Le recenti ricerche volte a chiarire come i diversi fattori scatenanti agiscano come tali, hanno portato all’individuazione del recettore TrpV1 (noto target del composto vanilloide capsaicina) appartenente alla famiglia dei “Transient receptor potential” (Trp), il quale sembra essere responsabile della conversione degli stimoli indotti dai fattori scatenanti nei segni e sintomi della rosacea, fenomeno denominato “infiammazione neurogenica”. Il recettore TrpV1 è espresso in particolar modo a livello delle terminazioni nervose sensitive presenti nel derma cutaneo e quando stimolato genera le sensazioni di disconforto tipiche della rosacea. Le radiazioni solari, in particolar modo quelle ultraviolette (UVA-UVB), determinano nella cute del paziente con rosacea o ad essa predisposta, molteplici alterazioni a carico delle strutture dermiche ed epidermiche di intensità maggiore rispetto alle pelli normali. I principali effetti delle radiazioni UV sono infatti l’aumentata produzione di metallo proteasi della matrice (MMP-1), del fattore di crescita endoteliale (VEGF) e dello stress ossidativo, fattori che inducono la dilatazione e neo-formazione dei capillari sanguigni dermici e lo sviluppo dell’intenso processo infiammatorio. L’approccio terapeutico al paziente deve quindi necessariamente includere un’adeguata foto-protezione, soprattutto nelle stagioni più soleggiate. A questo proposito la comunità scientifica raccomanda una foto-protezione alta o molto alta, corrispondente ad un SPF (Sun ProtectionFactor) pari a 30 o superiore (SPF 50+). Se è vero che la pelle con rosacea presenta un’aumentata sensibilità ai suddetti fattori scatenanti/aggravanti, è altrettanto doveroso considerare che la cute dei soggetti affetti risulta meno tollerante anche nei confronti dei filtri solari contenuti nelle creme ad azione protettiva. Per questo motivo un corretto approccio al trattamento della rosacea dovrebbe attentamente includere una foto-protezione caratterizzata da un ottimale equilibrio tra efficacia protettiva e tollerabilità. Nel contempo, gli elementi terapeutici da considerare devono poter assicurare una combinata azione anti-infiammatoria e vaso-normalizzante, ancor meglio se capace di modulare l’attività dei recettori TrpV1 coinvolti nel processo di infiammazione neurogenica, anti-ossidante e salvaguardare l’ottimale idratazione della pelle.
Valori in accordo con lo Standard Internazionale ISO 24444:2010 Sun Protection test methods - in vivo determination of the Sun Protectionfactor (SPF)
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