Museo del Cenedese - Vittorio Veneto

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Il Museo del Cenedese e l’Oratorio dei SS. Lorenzo e Marco dei Battuti

Museo del Cenedese

Piazza M. Flaminio, 1 31029 Vittorio Veneto TV tel. 0438 57103 fax 0438 946385 museocen@comune.vittorio-veneto.tv.it www.museocenedese.it


Una felice intuizione fece coniare il termine “genius loci”. E già gli Antichi rivestivano determinati luoghi con significati sovrannaturali; percepivano, forse più sensibili di noi – così travolti da un mondo rumoroso – presenze arcane da certi segni della natura. Immaginavano ninfe, sirene, fate o streghe là dove sgorgava una fonte, dove si apriva un antro oscuro, dove la marea alta andava ad infrangersi contro una scogliera scoscesa. Allo stesso modo, al possessore di questa snella ma dettagliatissima guida non dovrebbe sfuggire, nel suo itinerario ai luoghi ivi indicati, il profondo fascino – ben al di là dei meri dati della Storia dell’Arte – che essi riescono ancora a sprigionare. L’amichevole consiglio che ci sentiamo di suggerire è proprio questo: quello di lasciarsi andare senza fretta a questo gioco sottile, intessuto di memorie e di bellezze, dolcemente venato da una nostalgia segreta per un tempo ormai lontano, ma giammai veramente perduto. Il Sindaco: Gianantonio Da Re

L’Assessore alla Cultura, Biblioteche e Musei: Michele De Bertolis


La Città di Vittorio Veneto

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i ttorio Veneto nasce dall’unione di due antiche municipalità: Serravalle, a nord, dominio dei Da Camino, stretta con i suoi bei palazzi tra i rilievi da cui sporgono i resti di mura e torri erette nel medioevo a difesa dalle invasioni barbariche; e Cèneda, a sud, in parte distesa in pianura e in parte aggrappata alle colline circostanti, con nobili edifici che ne ricordano l’antica e duplice importanza politica e religiosa. Questi due comuni nel 1866, quando il Veneto passò a far parte del Regno d’Italia, si unirono nel nome di Vittorio Emanuele II a formare la città di “Vittorio”. Nel 1923 il nome della città venne modificato con l’aggiunta della parola “Veneto”, per celebrare la vittoria della Prima Guerra Mondiale. Una grande piazza prospiciente il palazzo comunale e un accogliente giardino ornato di fiori e di belle fontane formano, da allora, il nuovo centro di Vittorio Veneto.



Il Museo del Cenedese

Palazzo della Comunità di Serravalle sede del Museo del Cenedese

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l Museo è ospitato nell’antica Loggia della Comunità di Serravalle, elegante esempio di architettura veneziana di terraferma, costruito fra il 1462 ed il 1476 dai Podestà Gabriele e Domenico Venier, sopra un precedente palazzo probabilmente trecentesco. Recenti restauri hanno permesso di riscoprire, sulla facciata dell’adiacente campanile (sec. XIV), un quadrante d’orologio che dovrebbe essere annoverato fra i più antichi d’Italia e d’Europa e di cui s’era perduta notizia fin dal 1487, anno in cui si sopraelevò la torre campanaria, sulla quale si installò un nuovo quadrante. Questi restauri hanno inoltre riportato alla luce gli affreschi quattrocenteschi che si estendono sull’intera facciata del palazzo, opera di Dario da Treviso (sec. XV) e della sua Scuola. Il Museo, inaugurato il 2 novembre 1938, venne così denominato dal suo fondatore, l’ing. Francesco Troyer (1863-1936), perché destinato a raccogliere e valorizzare memorie archeologiche, storiche ed artistiche dell’antico territorio “Cenedese”: adagiato tra Piave e Livenza, dalla Val Belluna al mare, coincidente con la metà settentrionale dell’antica Diocesi di Ceneda (713), poi di Vittorio Veneto.


Loggia Atrio d’entrata e sede delle esposizioni temporanee

Ingresso del Museo

Sala del Novecento Opere del ‘900

Mezzanino

Sala Comuzzi Opere dal XIV al XVIII secolo

Sala del Maggior Consiglio

1° Piano


Le sale del museo

Sala Pajetta Opere del XIX secolo

2째 Piano

Sala Giusti Gipsoteca

3째 Piano


Loggia

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u esto ampio spazio è dominato dai due affreschi: Leone di San Marco tra la Giustizia e la Temperanza e Madonna col Bambino in trono tra Sant’Andrea, Sant’ Augusta e il committente, il podestà Girolamo Zane. Questi tra il 1518 ed il 1520 incaricò dell’opera Francesco da Milano, pittore di origine lombarda ma attivo tra il 1502 ed il 1548 a Serravalle e nel territorio circostante, che via via unirà alla sua formazione milanese l’attenzione per le novità tonali dei maestri veneti suoi contemporanei. Le altre pareti accolgono numerosi stemmi che documentano il


Francesco da Milano, Madonna in trono col Bambino fra Sant’Andrea , Sant’Augusta e il committente, 1518-20, affresco, cm 280 x 700, Loggia.

succedersi della nobiltà veneta al governo della città, come pure i frammenti architettonici che suggeriscono l’immagine di Serravalle dal XIV al XVI secolo. Uno scalone neogotico, realizzato nel primo novecento, consente l’accesso ai piani superiori.



Sala del Novecento

Augusto Murer, Monumento alla Resistenza per la Città di Mirandola, 1981, bronzo, cm 25 x 40 x 56, Sala del Novecento.

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u esta sala è dedicata all’arte del Novecento; si va dal realismo veneto di stampo ottocentesco di Alessandro Milesi (Venezia 1856-1945), allo stile “Novecento” di Aldo Rosolen (Vittorio 1912-Vittorio Veneto 1941), all’impressionismo veneto dei conterranei Delfino Varnier detto “Peo” (Fregona 1908-Vittorio Veneto 1963) e Armando Tonello (Vittorio 1897-Venezia 2001), ultimo esponente della Scuola di Burano. Molto interessante la collezione “L’immagine della Resistenza”, creatasi in occasione di una mostra collettiva allestita nel 1985 per celebrare il 40° Anniversario della Liberazione con opere donate dagli autori: Toni Benetton, Aldo Borgonzoni, Alik Cavaliere, Pericle Fazzini, Nino Franchina, Renato Guttuso, Emilio Greco, Luciano Minguzzi, Augusto Murer, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Mino Maccari, Armando Pizzinato, Ernesto Treccani, Emilio Vedova e tanti altri.


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Sala del Maggior Consiglio

o sì denominata perché vi si riunivano il Maggiore ed il Minore Consiglio della Comunità cittadina, la sala conserva l’aspetto assunto dopo i restauri degli anni Trenta del ‘900 promossi da Francesco Troyer. Il soffitto ligneo a cassettoni è impreziosito da rosettoni quattrocenteschi provenienti dalla Sala della vicina Scuola dei Battuti. Lungo le pareti, a ridosso del soffitto, si susseguono gli stemmi di un’ottantina di Podestà del periodo veneziano e ricordo della stessa dominazione è l’imponente Leone di San Marco tra i santi Sebastiano e Andrea, Francesco d’Assisi e Rocco di Montpellier, opera attribuita a Francesco da Milano. Sulla parete di fronte si legge l’iscrizione del 1637 che


Francesco da Milano, Leone di San Marco fra i Santi Sebastiano e Andrea, Francesco e Rocco, 1514, affresco, cm 205 x 700, Sala del Maggior Consiglio.

ricorda l’avvenuta indipendenza di Serravalle da Treviso. Agli angoli della sala trovano posto due imponenti gessi bronzati di Guido Giusti (Ceneda 1853-Vittorio Veneto 1935): La Beneficenza e Amplexus in aere. Ăˆ inoltre qui visibile la copia in gesso della campana della torre civica, datata 1487.



Sala Comuzzi

Jacopo Sansovino, Madonna col Bambino, 1540 circa, rilievo in cartapesta, cm 128 x 202, Sala Comuzzi.

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n questa sala sono stati raccolti numerosi materiali che documentano la duratura presenza della Confraternita dei Battuti a Serravalle: il frammento di polittico datato 1394-1404 raffigurante Nascita e Sposalizio della Vergine, opera di Nicolò di Pietro; le parti di un polittico ligneo che raffigurano la Madonna della Misericorda con i Battuti e i Santi Lorenzo e Marco; il grande armadio in legno di noce intagliato a fitti motivi gotici che, pur avendo subìto integrazioni, conserva nell’insieme l’armonia del manufatto del primo Quattrocento; la pala con San Girolamo tra le Sante Lucia ed Agata, di Francesco da Milano e riferibile al 1512; l’altare ligneo con trittico di impianto vecelliano raffigurante San Marco (a mosaico) tra i Santi Giovanni Battista e Stefano, opera del 1569 assegnata a Francesco e Valerio Zuccati; la Madonna della Misericordia e i Battuti, datata 1650, che reca i ritratti dei procuratori Lorenzo Giustiniani e Valerio Scarpis. Infine, proveniente dal santuario di Sant’Augusta, è la delicata Madonna col Bambino, opera in cartapesta di Iacopo Sansovino (Firenze 1486-Venezia 1570).


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Oratorio dei Battuti

sistema museale di Vittorio Veneto Musei Civici

Altri musei

1-Museo del Cenedese

6-Museo dell’arte bambina

2-Oratorio dei Battuti

7-Palazzo Minucci De Carlo

3-Galleria Civica “Vittorio Emanuele II”

8-Museo Diocesano di Arte Sacra “A. Luciani” e di Scienze Naturali “A. De Nardi”

4-Museo della Battaglia 5-Museo del baco da seta

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Edifici di interesse artistico 9-Palazzo Todesco

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servizi ed info 15-Municipio

10-Duomo di Serravalle

16-Stazione dei treni

11-Chiesa di S. Giustina

17-Stazione delle corriere

12-Chiesa di Sant’Andrea

18-Ufficio di informazione turistica della prov. di Treviso

13-Chiesa S. Maria di Meschio 14-Cattedrale di Ceneda

19-Informagiovani 20-Sede dell’Ass. culturale Mai



Sala Pajetta

Pietro Pajetta, Autoritratto, 1898, olio su tela, cm 61 x 44, Sala Pajetta

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a sala presenta opere di autori vittoriesi, e non solo, che hanno caratterizzato l’ambiente artistico della città nel XIX secolo. Di sicuro rilievo nel panorama neoclassico di primo Ottocento è Giovanni De Min (Belluno 1786-Tarzo 1859), cui la città deve la decorazione della sala del Consiglio nell’antico Palazzo Municipale di Ceneda, l’attuale Museo della Battaglia: a tale intervento si riferiscono i quattro bozzetti monocromi con scene della storia medievale cenedese. Allo stesso pittore appartiene la grande tela de La lotta delle Spartane e la tavola di Sant’Osvaldo di Northumbria, proveniente dal Pian Cansiglio. Personalità di spicco nella Serravalle tra XIX e XX secolo è certo Pietro Pajetta (Serravalle 1845-Padova 1911), di cui si possono ammirare un vivace Autoritratto e l’imponente opera intitolata L’odio. Di anonimo, tratto da una miniatura di Nathaniel Rogers, è invece il vigoroso Ritratto di Lorenzo Da Ponte, il librettista vittoriese celebre per il suo sodalizio con W.A. Mozart.



Sala Giusti

Guido Giusti, Amplexus in aere (o L’altalena), 1894, bozzetto in gesso bronzato, cm 230 h, Sala del Maggior Consiglio.

U

n a sala apposita è stata dedicata allo scultore Pasquale Alessio Giusti, detto Guido (Ceneda 1853-Vittorio Veneto 1935), allievo dell’artista Jacopo Stella (Ceneda 1801-Vittorio 1874). Del Giusti è l’opera Amplexus in aere, bozzetto in gesso del 1894, in origine privo di colorazione e bronzato probabilmente fra il 1964 e il 1968, in occasione delle ristrutturazioni museali. È inoltre invalsa a Vittorio Veneto la tradizione che il bozzetto sia stato eseguito in previsione di un gruppo bronzeo per Elisabetta d’Austria, mai più realizzato. Oggi una sua copia in bronzo si trova presso i Giardini Pubblici di Vittorio Veneto. Sempre dello stesso autore, qui si conservano bozzetti in gesso realizzati per vari monumenti funebri, una copia della lunetta del portale della chiesa di S. Rocco a Venezia ed il busto in marmo della moglie dell’artista (La primavera). In questa sala sono inoltre esposte opere di Marco Casagrande (Campea di Miane 1804-Cison di Valmarino 1880) e Luigi Borro (Ceneda 1826-Venezia 1886).



Sezione archeologica

Fibula a disco, VI - VII sec , oro e almandini a cloisonné, cm 4,6 diametro, Museo del Cenedese

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a l ballatoio del I° piano si accede al Palazzo Cesana Torres, sezione del Museo non ancora aperta al pubblico e destinata ad esporre la collezione archeologica, la quale raccoglie reperti del neolitico, dell’età del bronzo, del ferro (celti e paleoveneti), di età romana e longobarda, provenienti dal territorio di Vittorio Veneto e dei comuni vicini, dalle collezioni ottocentesche di Carlo Graziani e Francesco Troyer, da più recenti donazioni (Antonio Moret, 1985) e da depositi ministeriali. Particolarmente interessante il nucleo recuperato dalla Stipe paleoveneta di Villa di Villa (Cordignano) nel 1976, che presenta reperti dal IV sec. a.C. al IV sec. d.C.


Volta della prima campata, affresco, Oratorio dei SS. Lorenzo e Marco dei Battuti

Oratorio dei SS. Lorenzo e Marco

della Confraternita di S. Maria dei Battuti di Serravalle

L

O ratorio dei Santi Lorenzo e Marco venne eretto dalla Confraternita di Santa Maria dei Battuti, cosĂŹ chiamati perchĂŠ, tra le altre pratiche penitenziali, compivano una processione pubblica in cui si percuotevano con un fascio di


Volta della seconda campata, affresco, Oratorio dei SS. Lorenzo e Marco dei Battuti

cordicelle terminanti in nodi. Tale Confraternita era un’organizzazione laica che si dedicava all’assistenza dei bisognosi, provvedendo, presso l’”ospedale” e l’attigua cappella, alla loro cura “materiale” e “spirituale”; essa venne istituita ufficialmente nel 1313, ma si stabilì in questo luogo forse già dalla fine del XIII secolo. L’interno dell’Oratorio è quasi completamente ricoperto di affreschi, realizzati nel corso della prima metà circa del XV secolo da diversi artisti, riferibili alla cosiddetta “pittura gotico devozionale”. Essi raffigurano le Storie di S. Lorenzo e le Storie di S. Marco, lungo le pareti, i quattro Evangelisti e i Dottori della Chiesa, sulle volte delle due campate, ed una splendida Crocifissione, dietro l’altare maggiore.


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Museo del Cenedese

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GUIDA AL MUSEO DEL CENEDESE Produzione: Associazione Culturale MAI Ideazione e grafica: Collettivo Lab’our Testi: Ufficio Musei Civici Foto: Aurelio Tushio Toscano Consulenza: Francesca Costaperaria e Elisa Collodetto

Tutti i testi e le immagini sono di proprietà del Comune di Vittorio Veneto.


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