L'Astra, il cinema in casa: gli Artuso e il cinematografo

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È il 20 settembre 1952 quando il cinema «Astra» inaugura ufficialmente a Trento la sua attività con la proiezione della pellicola «Clandestino a Trieste». Fra gli interpreti anche l’attrice trentina Edda Albertini. Inizia così una storia che riassume in sé qualcosa di più della semplice vicenda di una sala cinematografica. È la cronaca di vita di un’intera famiglia, delle tante persone che ne hanno condiviso il progetto imprenditoriale e nel contempo il riflesso di una città e di una società in continua e rapida trasformazione. L’Autore, grazie soprattutto alla testimonianza di Ernesto Artuso, primo titolare del cinema «Astra», ripercorre la tappe di questi eventi convergenti, restituendo al lettore le intramontabili magie del grande schermo e il fascino del «piacevole buio». Sommario Premessa di Giuseppe Ferrandi; Quel campo incolto; Ricordi; Dal Veneto al Trentino, dal «Littorio» al «Roma»; La lettera a Degasperi e la «battaglia» dell’Astra; I disegni dell’Astra: le bozze dei progetti non realizzati; L’operatore; «Lascia o raddoppia?» e la crisi di pubblico; L’alluvione e «Malombra»; Il pubblico; Il «Cineforum»; I registri di Ernesto; Il racconto della ristrutturazione di Gabriella Daldoss; Presente e futuro

Paolo Piffer L’Astra, il cinema in casa

Paolo Piffer L’Astra, il cinema in casa

L’Astra il cinema in casa Paolo Piffer

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Paolo Piffer Nato a Trento nel 1961, è giornalista professionista dal 1995. Ha lavorato in radio e televisione. Collabora con il quotidiano Trentino e partecipa all’interno della Fondazione Museo storico del Trentino al comitato di redazione della rivista AltreStorie.

ISBN 978-88-7197-103-2

E 12,50

www.museostorico.it info@museostorico.it telefono +39.0461.230482 fax +39.0461.237418

17 archivio trentino Q u aderni di


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pubblicazioni

17 a cura del Museo storico in Trento, onlus


2 A Riccardo


Paolo Piffer

L’Astra, il cinema in casa gli Artuso e il cinematografo

Fondazione Museo storico del Trentino

2006 2008

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4 In copertina: L’entrata del cinema Astra a Trento.

Fotografie di Claudio Libera (p. 56), Romano Magrone (pp. 16, 41 e 42) e di Dino Panato (pp. 11 e 77). Piffer, Paolo L’Astra, il cinema in casa : gli Artuso e il cinematografo / Paolo Piffer. – Trento : Fondazione Museo storico del Trentino, 2008. – 79 p. : ill. ; 23 cm. – (Pubblicazioni della Fondazione Museo storico del Trentino) (Quaderni di Archivio trentino; 17) ISBN 978-88-7197-103-2 1. Trento – Cinematografi – Storia 791.430 945 385 1 (21. ed.) Scheda catalografica a cura dell’Archiblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino Coordinamento editoriale e cura redazionale: Rodolfo Taiani Revisione testo: Francesca Cretti Impaginazione e composizione: Antonio Mariotti Finito di stampare nel giugno 2008 dalla tipolitografia «Temi», Trento La realizzazione di questo volume è stata possibile grazie al sostegno della famiglia Artuso che ha promosso e sostenuto l’iniziativa. I lettori che desiderano informarsi sulla produzione editoriale della Fondazione Museo storico del Trentino possono consultare il sito internet <www.museostorico. it/editoria_ricerca/bookshop> e iscriversi nella home page al servizio di newsletter per ricevere via email le segnalazioni delle novità o scrivere, inviando il proprio indirizzo a Fondazione Museo storico del Trentino, via Torre d’Augusto 41, 38100 Trento. ISBN 978-88-7197-103-2 Copyright © 2008 by Fondazione Museo storico del Trentino, Trento È vietata la riproduzione anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzato.


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Premessa L’oggetto di questo libro è un po’ particolare: un cinema cittadino e una famiglia di «cinematografari», storie (anche minute) e tanti ricordi. Sullo sfondo, inevitabilmente, andava ricostruita la storia del quartiere di Cristo Re e quindi della città di Trento, ma anche proposta un’idea su come si è evoluto il rapporto tra il pubblico e il cinema nei quasi novanta anni di attività degli Artuso. Paolo Piffer, apprezzato giornalista professionista ma anche cultore di materie storiche, era il suo inevitabile autore. Grazie alla sensibilità e alla curiosità intellettuale, è riuscito a restituire ai lettori una pagina di storia tutto sommato difficile da raccontare. Vicini sono gli eventi e i protagonisti, fortissimo è il rapporto che ci lega alle persone ricordate in questo libro. Nel contempo, a maggior ragione per chi non avesse direttamente vissuto questa vicenda, la storia che viene ricostruita ha un valore in sé. La lunga intervista ad Ernesto Artuso, l’attore protagonista di questa sceneggiatura, offre una mole davvero straordinaria di informazioni. Rappresenta il filo conduttore per ordinare impressioni ed osservazioni su come il pubblico cambia al ritmo della società, su come nasce e si sviluppa il «suo cinema». L’idea di valorizzare questa intervista, che è a pieno titolo una fonte storica etichettabile come «storia orale», ben si inserisce nelle linee e nelle azioni del Progetto memoria e delle finalità del Museo storico del Trentino. Un flusso di memorie, dichiaratamente soggettive, viene incanalato e reso storia con l’utilizzo critico di altre fonti documentarie e con l’apporto determinante di esperti di cinema intervistati dal nostro autore. Non è un caso che questo volume rientri in quel filone ormai consolidato di studi e di attività avviate dal Museo storico in Trento, per il tramite dell’Archivio di cinema e storia, ed oggi confermate e sviluppate dalla Fondazione. Libri che hanno indagato aspetti di particolare interesse per la storia del cinema in regione, produzioni di documentari destinati alla ricostruzione di pagine particolari della storia delle nostre comunità locali, raccolta di


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video-interviste e dei materiali filmici privati. Tutto ciò nell’ottica di considerare strategico il cinema e la documentazione filmica nei suoi rapporti con la storia. Nel momento in cui proseguiamo il nostro impegno con questa pubblicazione, non possiamo che pensare a Riccardo Pegoretti, cui Paolo ha dedicato questo libro. Riccardo è stato il promotore principale di questo filone di ricerca caratterizzato da una molteplicità di azioni culturali. C’è molta storia in questo libro. Il cinema del secondo dopoguerra, ricostruisce Piffer seguendo le vicende imprenditoriali degli Artuso, acquisì un ruolo fondamentale nelle «abitudini» della popolazione. Fu sicuramente un fattore di modernizzazione degli stili di vita, dei consumi culturali, delle relazioni sociali. Negli anni ottanta, osserva sempre Paolo tramite la consultazione dei «registri» di Ernesto Artuso, le cose cambiano e la sfida per chi gestisce una sala cinematografica diventa più difficile ma anche più appassionante. Nell’era in cui la tv imperversa e le videocassette la fanno da padrone, quasi a simboleggiare la fine di un’epoca, gli Artuso aprono consapevolmente una nuova storia. Come è evidente questo libro (e non si poteva e non si doveva fare altrimenti) si sofferma su di un periodo che oggi può essere storicizzato e studiato, partendo dalle fonti documentarie oggi a disposizione. L’auspicio è che esso possa suscitare interesse e dibattito, diventando uno strumento di interpretazione per leggere (o rileggere) una pagina di storia che sentiamo molto nostra. Giuseppe Ferrandi

Direttore Museo storico del Trentino


80

Indice

Premessa di Giuseppe Ferrandi

5

Quel campo incolto

7

Ricordi

15

Dal Veneto al Trentino, dal «Littorio» al «Roma»

19

La lettera a Degasperi e la «battaglia» dell’Astra

28

I disegni dell’Astra: le bozze dei progetti non realizzati

34

L’operatore

40

«Lascia o raddoppia?» e la crisi di pubblico

44

L’alluvione e «Malombra»

50

Il pubblico

53

Il «Cineforum»

56

I registri di Ernesto

61

Il racconto della ristrutturazione di Gabriella Daldoss

69

Presente e futuro

75


È il 20 settembre 1952 quando il cinema «Astra» inaugura ufficialmente a Trento la sua attività con la proiezione della pellicola «Clandestino a Trieste». Fra gli interpreti anche l’attrice trentina Edda Albertini. Inizia così una storia che riassume in sé qualcosa di più della semplice vicenda di una sala cinematografica. È la cronaca di vita di un’intera famiglia, delle tante persone che ne hanno condiviso il progetto imprenditoriale e nel contempo il riflesso di una città e di una società in continua e rapida trasformazione. L’Autore, grazie soprattutto alla testimonianza di Ernesto Artuso, primo titolare del cinema «Astra», ripercorre la tappe di questi eventi convergenti, restituendo al lettore le intramontabili magie del grande schermo e il fascino del «piacevole buio». Sommario Premessa di Giuseppe Ferrandi; Quel campo incolto; Ricordi; Dal Veneto al Trentino, dal «Littorio» al «Roma»; La lettera a Degasperi e la «battaglia» dell’Astra; I disegni dell’Astra: le bozze dei progetti non realizzati; L’operatore; «Lascia o raddoppia?» e la crisi di pubblico; L’alluvione e «Malombra»; Il pubblico; Il «Cineforum»; I registri di Ernesto; Il racconto della ristrutturazione di Gabriella Daldoss; Presente e futuro

Paolo Piffer L’Astra, il cinema in casa

Paolo Piffer L’Astra, il cinema in casa

L’Astra il cinema in casa Paolo Piffer

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Paolo Piffer Nato a Trento nel 1961, è giornalista professionista dal 1995. Ha lavorato in radio e televisione. Collabora con il quotidiano Trentino e partecipa all’interno della Fondazione Museo storico del Trentino al comitato di redazione della rivista AltreStorie.

ISBN 978-88-7197-103-2

E 12,50

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