D A I LY
MUSICA
giovedì musica
14 luglio
www.musicajazz.it
•speciale umbria jazz•
Sergio Mendes
ore 21
arena Santa Giuliana
Il più grande divulgatore della musica brasiliana arriva daI jazz che animava le notti di Rio dalle quali nacque la bossa nova Erano i favolosi anni Cinquanta, il jazz ribolliva di fermenti e la musica brasiliana preparava una nuova generazione di musicisti destinati a fare il giro del mondo. Il ragazzo di Niteroi si presentava tutte le sere al Bottle’s per suonare in cambio di qualche drink e di una cena. Aveva un suo stile con un fraseggio stringato, essenziale, armonie fresche, molte idee e una buona dose di ambizione. Il resto l’avrebbero fatto gli incontri felici della sua vita, come quello con il contrabbassista Sebastião Neto, suo partner ai tempi del successo dei Brasil 66. Oggi continua a fare dischi con una certa pigrizia molto brasiliana, provando a condire il samba e la bossa nova con i suoni del rock e del rap come nell’ultimo album, «Bom tempo». Marco Molendini
Gilberto Gil La musica popular brasileira non sarebbe certo stata la stessa senza il suo apporto
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a quando non è più ministro della cultura nel governo federale brasiliano (incarico che, con Lula presidente, ha ricoperto dal 2003 al 2008), il sessantanovenne Gilberto Gil ha ripreso con energia la sua già intensa attività musicale, che prosegue ininterrotta fin dal 1967. Con il suo più recente album, «Fé na festa» (2010), il chitarrista e compositore di Bahia è tornato a esplorare il suo primo amore musicale, quel forró che, grazie a Luiz Gonzaga, tanto l’aveva impressionato da adolescente da spingerlo ad acquistare – e imparare a suonare – una fisarmonica. «Gonzaga parlava del mondo attorno a lui», ha dichiarato tempo fa lo stesso Gil: «di ciò che incontrava. È stato questo a farmi amare la sua musica». E il gruppo che si esibirà a Umbria Jazz continua a solcare le strade del forró, con una formazione che comprende, tra gli altri, fisarmonica e violino, in un deciso e consapevole aggancio alle forme più popolari dell’espressione musicale brasiliana. Forse questo lascerà perplesso e insoddisfatto chi, da Gil, si aspetta di ascoltare una ricca selezione dell’in-
arena Santa Giuliana 14 luglio ore 21
credibile quantità di successi seminati a larghe mani in una produzione discografica che si sta rapidamente avvicinando ai sessanta album ma è giusto e doveroso apprezzare l’integrità di un artista che rifiuta di fermarsi, di limitarsi a ripercorrere ciò per cui è giustamente diventato celebre. Gil è uno sperimentatore in continuo movimento, così come il suo sempiterno compagno di strada Caetano Veloso, e crede che un vero artista debba sapersi rinnovare anche correndo rischi. È questo che lo rende una figura fondamentale e indispensabile nell’ambito della musica popular brasileira, che non sarebbe certo stata la stessa senza il suo decisivo apporto. Luca Conti
è tornato a esplorare il suo primo amore musicale: il forró
da non perdere GIOVEDì 14 LUGLIO 12 oratorio Santa Cecilia DEE ALEXANDER’S EVOLUTION ENSEMBLE 13 Bottega del vino SELLANI & MORICONI 15 teatro Pavone JAZZ ON FILM a cura di marco molendini in collaborazione con Diego Torroni 16,30 Lennie’s Pennies ROSARIO GIULIANI featuring FABRIZIO BOSSO 18,30 hotel Brufani, sala Raffaello TIA FULLER QUARTET 19 Bottega del vino SELLANI & MORICONI 21 arena Santa Giuliana BRASILIAN NIGHT For All GILBERTO GIL The Celebration Tour SERGIO MENDES 21 hotel Brufani, sala Raffaello jazz dinner THE THREE LADIES OF BLUES & GUSTAV CSICK TRIO
’round midnight
hotel Brufani, sala Raffaello Jazz Club ANAT COHEN QUARTET
teatro Pavone FABRIZIO BOSSO QUARTET con ROBERTO CECCHETTO
concerti gratuiti centro storico 11,30 - 18,30 street parades FUNK OFF piazza IV Novembre 21 SAINT LOUIS JAZZ BIG BAND
Ottobre nuovo disco Piano Duet Chick Corea & Stefano Bollani ECM 2222
Stefano Bollani su ECM foto: Robert Lewis
Stone In The Water
ECM 1964
ECM 2080
Stefano Bollani, pianoforte Jesper Bodilsen, contrabbasso Morten Lund, batteria
Piano Solo Stefano Bollani, pianoforte
New York Days
Tati
The Third Man
Easy Living
Enrico Rava, tromba Stefano Bollani, pianoforte Mark Turner, sassofono tenore Larry Grenadier, contrabbasso Paul Motian, batteria
Enrico Rava, tromba Stefano Bollani, pianoforte Paul Motian, batteria
Enrico Rava, tromba Stefano Bollani, pianoforte
Enrico Rava, tromba Gianluca Petrella, trombone Stefano Bollani, pianoforte Rosario Bonaccorso, contrabbasso Roberto Gatto, batteria ECM 1760
ECM 2064
ECM 1921
ECM 2020
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MUSICA
Rosario Giuliani «Non è la musica a essere al tuo servizio ma tu al suo»
teatro Pavone 14 luglio ore 16:30
Daniela Crevena
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uesto pomeriggio Rosario Giuliani ripropone al pubblico di Umbria Jazz il proprio «Lennie’s Pennies». Del concerto dell’anno scorso, Enzo Capua aveva scritto proprio su Musica Jazz Daily: «Rosario Giuliani ha entusiasmato la platea di Umbria Jazz dando vita a un concerto davvero esemplare per rigore, profondità e inventiva. (…) ha colpito in profondità con swing e precisione mozzafiato. LaBarbera (…) aveva suonato su quello stesso palco ben trentun anni fa con uno dei maestri del jazz contemporaneo: il grande pianista Bill Evans. Il concerto si è concluso con una versione di rara bellezza di The Peacocks di Jimmy Rowles, eseguita con sensibilità a bravura davvero commoventi». E il sassofonista aveva risposta ad alcune nostre domande:
In «Lennie’s Pennies», e più in generale in tutta la tua musica, si respirano grandi novità, una nuova evoluzione nel tuo percorso artistico. Cos’è cambiato? Sono cambiate tante cose ma non tanto nella musica: piuttosto in come l’abbiamo affrontata. Posso raccontarti una cosa che ha cambiato il mio approccio. Quando ci siamo incontrati con Joe La Barbera, lui è arrivato in studio sorridente dopo un viaggio di venti ore e ha detto: «Sarà bello fare musica con voi…». Non: «Sarà bello suonare con voi». È stato importante sentire una frase del genere da un batterista: ha parlato subito di musica e in qualche modo è cambiato l’approccio di tutti noi. La Barbera è una vera e propria icona che vedremo accanto a te anche quest’oggi. Dev’essere stato emozionante registrare con lui e poi averlo accanto durante il tour.
È stato un grande onore, oltre che un grande stimolo, soprattutto perché si è calato nel progetto e ha contribuito attivamente affinché riuscisse al meglio. Sono convinto che in questo lavoro una delle cose più azzeccate sia stata proprio la scelta dei musicisti. I silenzi assumono un ruolo fondamentale in quello che fai, come se il proferito acquisisse valore dal non detto. Sì, ho compreso che non è la musica a essere al tuo servizio ma tu al suo e per questo spesso devi togliere, non aggiungere. Nella mia musica oggi c’è il senso dello spazio, con la consapevolezza che questo non debba essere necessariamente riempito. Nulla deve essere portato all’esasperazione.
Il quartetto di Bosso con Cecchetto Dischi e concerti legati da un comune denominatore: la varietà Secondo Aldo Romano, «Fabrizio Bosso è il più grande tecnico della tromba dell’attuale scena jazzistica mondiale. Possiede tutta la storia dello strumento». Non c’è dubbio che sia un gran bel complimento da parte di un musicista che ha da poco festeggiato i cinquant’anni di carriera. Quello di Bosso, se escludiamo l’esperienza con gli High Five, è un excursus di dischi e concerti legati da un comune denominatore: la diversità. Per qualche tempo, qualcuno si è perfino stizzito di fronte alle ripetute collaborazioni extrajazzistiche del trombettista torinese. Curioso o dispersivo? In molti si domandavano quale aggettivo fosse più indicato per qualificare il suo procedere. L’arrivo del quartetto ha però convinto
anche i più perplessi. Con Luca Mannutza alle tastiere, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria, Bosso fa filare tutto liscio. Tutti i suoi interessi musicali si sommano uno dietro l’altro: compaiono quindi composizioni e arrangiamenti suoi e dei colleghi (Mannutza è in questo senso una risorsa da sfruttare fino in fondo), cover dalla musica nera, medley ben congeniati che paiono derivare dall’esperienza con Franco D’Andrea. Il tutto in chiave fortemente jazz. Il quartetto diventa poi quintetto con l’aggiunta di Roberto Cecchetto, chitarrista abituato ad assistere i (grandi) trombettisti avendo soprattutto fatto parte degli Electric Five di Enrico Rava («un’esperienza
’round midnight TEATRO PAVONE
per me fondamentale»). Si dice che le sue chitarre portino un tocco e coloriture essenzialmente rock. In realtà ci si dimentica che Cecchetto è un jazzista molto avanzato, il quale carica molto più di qualche semplice lick all’infallibile tecnica e alle capacità interpretative di Bosso. Luca Civelli
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PROGRAMMA GIOVEDì 14 LUGLIO oratorio Santa Cecilia DEE ALEXANDER’S EVOLUTION ENSEMBLE 13 Bottega del vino jazz, wine & gourmet cuisine RENATO SELLANI con MASSIMO MORICONI 15 teatro Pavone JAZZ ON FILM a cura di marco molendini in collaborazione con Diego Torroni 16,30 Lennie’s Pennies ROSARIO GIULIANI featuring FABRIZIO BOSSO 18,30 hotel Brufani, sala Raffaello TIA FULLER QUARTET 19 Bottega del vino jazz, wine & gourmet cuisine RENATO SELLANI con MASSIMO MORICONI 19 apertura arena Santa Giuliana 19,30 restaurant stage HENRY BUTLER TRIO 21 main stage BRASILIAN NIGHT For All GILBERTO GIL The Celebration Tour SERGIO MENDES 21 hotel Brufani, sala Raffaello jazz dinner THE THREE LADIES OF BLUES & GUSTAV CSICK TRIO 21 ristorante La Taverna jazz dinner STEFANO MINCONE TRIO
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Jazz On Film BASIE, ELLINGTON, MINGUS, COLTRANE…
teatro Pavone 14 luglio ore 15
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n un mondo musicale in cui l’individualità del solista è andata via via affermandosi, il ruolo del leader è particolare e ha molte facce. Può essere un caporchestra come Count Basie, maestro dello swing con la sua formidabile macchina da ritmo (come testimonia un filmato del 1962 con un classicissimo come Corner Pocket) o come l’immenso Duke Ellington, vero esempio di leader capace di suonare la propria orchestra come uno strumento: nel 1952 l’organico viene rinnovato ed entrano alcuni reduci dalla band del rivale Harry James, come Willie Smith, Juan Tizol, Louie Bellson (tre i video in programma: Cotton Tail, Caravan, Solitude). Altro leader indiscusso è Charles Mingus, la cui formazione del 1964 è fra le più emozionanti con una frontline affidata a Eric Dolphy e Clifford Jordan: la verifica viene da un pezzo come Peggy’s Blue Skylight. Batterista e leader dal gran fiuto è stato Art Blakey con i suoi Jazz Messengers, che nel 1959 hanno uno dei migliori organici, con Lee Morgan, Benny Golson e Bobby Timmons, e suonano per la prima volta dal vivo un futuro classico come Moanin’. Horace Silver viene presentato con il suo quintetto del 1959 e con un hit come Señor Blues. Il quartetto di John Coltrane è fra i più celebrati nella storia del jazz e nel 1961 è in pieno splendore mentre suona My Favorite Things di Richard Rodgers. E Thelonious Monk nel 1963 è alle prese con la propria Evidence durante un concerto in Giappone con il suo quartetto. Marco Molendini
Dee Alexander & Evolution Ensemble
Che canti Hendrix o i brani del proprio quintetto, rivela una grande originalità Dee Alexander ha dimostrato di saper rischiare (dote non di tutti i jazzisti) con uno di quei faccia a faccia da cui i più escono malconci, se non peggio. Tra i numerosi omaggi a Jimi Hendrix, rarissimi sono quelli in cui il suo fuoco tocca una platea intera fino a farla bruciare. L’altra sera è stato impossibile arginare le fiamme. E non solo per la presenza di Fire in scaletta; ma anche perché il vento di Chicago, città natale dei cinque musicisti, ha soffiato incessante, per oltre settantacinque minuti. Il gruppo si è cimentato in quasi tutti i cavalli
di battaglia hendrixiani: da Voodoo Chile a Manic Depression, da Purple Haze a Angel (per buona parte un duo voce-violoncello), tutti arrangiati e interpretati spettacolarmente. Nell’esaltante We Love Jimi Hendrix si rispecchia tutta l’artistry della cantante, capace di ripensare il blocco hendrixiano tenendo a mente ogni singolo punto di forza dei partner James Sanders (violino), Tomeka Reid (violoncello), Junius Paul (contrabbasso e basso elettrico) ed Ernie Adams (batteria). E non è tutto. Perché l’artista vero si riconosce dalla capacità di calamitare il pubblico (dimostrata senza riserve) e dall’attenzione ai piccoli dettagli. E così, i monili africani e gli occhiali psichedelici della conturbante leader corredavano un suono profondamente nero. Vezzi colorati? Può darsi. Ma non dimentichiamo che sono i costumi di una vincitrice con merito della propria scommessa: coniugare jazz di alta qualità e grande pubblico. Di pasta diversa la serie di concerti sostenuti all’oratorio Santa Cecilia, su un repertorio più articolato comprendente composizioni della cantante e della violoncellista, qualche fugace segno hendrixiano e altre cover. L’acustica cambia e i musicisti si adattano di conseguenza. È il caso di Adams, che riduce per l’occasione il proprio arsenale senza indebolire l’incessante procedere. La risposta del pubblico è stata finora sempre ottima e si ha l’impressione che difficilmente calerà. Luca Civelli
una musica che sa essere avanguardia senza perdere nulla in comunicativa
’round midnight
hotel Brufani, sala Raffaello ANAT COHEN QUARTET
teatro Pavone FABRIZIO BOSSO QUARTET con ROBERTO CECCHETTO
concerti gratuiti centro storico 11,30 - 18,30 street parades FUNK OFF piazza IV Novembre 21 SAINT LOUIS JAZZ BIG BAND 23 CHICK RODGERS feat. FOUNDACTION NON STOP MUSIC giardini Carducci 13 EZRA CHARLES & TEXAS BLUES BAND 14,30 HENRY BUTLER TRIO 16 ALLAN HARRIS QUINTET 17,30 EZRA CHARLES & TEXAS BLUES BAND 19,30 ROCKIN’ DOPSIE & THE ZYDECO TWISTERS 21,30 ALLAN HARRIS QUINTET 23 THE BEALE STREET R&B BAND w/ TONI GREEN 00,30 ROCKIN’ DOPSIE & THE ZYDECO TWISTERS
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MUSICA
Santana Guitar Heaven 2011
Infiacchito nei dischi, sul palco il chitarrista messicano si è invece dimostrato ancora capace di trascinare una platea enorme Considerata la sua luminosa carriera, Carlos Santana avrebbe potuto ritirarsi già da un pezzo e vivere di rendita; invece è un musicista dall’alone leggendario, che dal vivo è ancora capace di esibizioni travolgenti. Se ne è avuta conferma in questo ennesimo passaggio a Umbria Jazz, davanti a una platea straripante e adorante, ripagata da un concerto antologico che ha sfiorato le tre ore di durata. Dal suo fulminante esordio a Woodstock a oggi, il chitarrista messicano ha macinato molta strada fra trionfi assoluti e qualche inevitabile passaggio a vuoto. Se in studio non riesce ad imbroccarne quasi più una (l’ultimo Cd, «Guitar Heaven», è una celebrazione assai sfocata della musica di alcuni suoi amici, eroi come lui della sei corde), in concerto è capace di medie elevatissime. Quelle inconfondibili note lunghe su cui ha costruito la sua fortuna rappresentano ancora il suo marchio di fabbrica e, nel caleidoscopico concerto all’arena Santa Giuliana in cui ha rovistato in buona parte del proprio canzoniere, Santana ha davvero sfiorato l’estasi mescolando un po’ di tutto: dai grandi classici del proprio repertorio – le sontuose Black Magic Woman, Evil Ways, Incident At Neshabur – a pertinenti schegge di jazz (A Love Supreme, citazioni di Estate e When You Wish Upon A Star…); ha alzato con un pelo di ruffianeria il tiro rileggendo brani di Ac/Dc e White Stripes, insieme ad altri suoi successi commerciali, per chiudere con l’epica Soul Sacrifice. In mezzo, la consueta dose di spiritualità coniugata in un messaggio d’amore e pace universale. Il ritmo è divenuto via via contagioso, grazie al solido gruppo che lo accompagna da tempo, in cui hanno svettato i tellurici percussionisti Karl Perrazzo, Raul Rekow e Dennis Chambers, che ha poi brevemente ceduto le bacchette a Cindy Blackman, da qualche mese Lady Santana e artefice, occhi negli occhi con il marito, di un assolo a dir poco incendiario. Vittorio Pio
domi_jazz_140x204_b1.pdf
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06/07/11
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"La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio."
(Franz Kafka)
SIMONA SEVERINI LA BELLE VIE UNA VOCE SENSAZIONALE. C
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Con Antonio Zambrini, Alex Orciari, Antonio Fusco. Ospite: Gabriele Mirabassi.
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MUSICA
Gabriele Mirabassi & Aca Seca Trio al teatro Pavone
Veduta d’insieme
Tatiana Parra
La formazione al completo
Una carriera iniziata all’età di cinque anni
Fotografie di Giancarlo Belfiore
Con loro c’era un’ospite a sorpresa: Tatiana Parra, ventisettenne cantautrice brasiliana
Andrés Beeuwsaert
Mariano Cantero
Pianoforte, tastiere e voce
Batteria, percussioni e voce
Con Juan Quintero L’ospite e il chitarrista di Aca Seca
Gabriele Mirabassi Quest’anno si è presentato a Umria Jazz con il giovane trio argentino Aca Seca
Supplemento al n. 7 (728), anno 67°, luglio 2011 direttore responsabile FILIPPO BIANCHI caposervizio Alessandro Achilli aachilli@22publishing.it
LE ISOLE VERGINI A UMBRIA JAZZ
grafica Luisella Paparoni
lpaparoni@22publishing.it assistente di redazione Alessandra Andretta aandretta@22publishing.it progetto grafico Pier Paolo Pitacco per Cento per Cento, Milano
Musica Jazz Daily Speciale Umbria Jazz
editor Alessandro Achilli aachilli@22publishing.it in redazione Luca Civelli grafica Barbara Nigro collaboratori: Alceste Ayroldi • Enzo Capua • Daniele Cecchini • Luca Conti • Aldo Gianolio • Gian Franco Grilli • Gian Mario
Maletto • Marco Molendini • Gigi Sabelli • Andrea Scaccia • Fabrizio Versienti.
22publishing s.r.l. Direzione, redazione, amministrazione: via Morozzo della Rocca 9 • 20123 Milano • tel. 02/87389383 • email: musicajazz@22publishing.it Distribuzione esclusiva Italia:
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Un viaggio offerto da Jt Yachting e Rosewood Little Dix Bay
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a cornice di Umbria Jazz si colora di note caraibiche. Quest’anno, infatti, c’è un brillante nome d’oltreoceano tra i suoi partner: quello delle isole Vergini britanniche, esclusivo arcipelago delle Antille nordorientali. Diverse iniziative in programma abbinano all’ottima musica la scoperta della destinazione più chic dei Caraibi. Due gli appuntamenti con le Bvi da non perdere il 14 luglio, quando gli ospiti del jazz lunch alla Bottega del vino e della jazz dinner al ristorante La Taverna potranno iniziare a sognare partecipando all’estrazione di un soggiorno premio per due persone alle isole Vergini britanniche. Per i fortunati vincitori, una crociera di sette notti con Jt Yachting e due notti a Virgin Gorda offerte dall’esclusivo resort Rosewood Little Dix Bay. Destinazione per eccellenza delle vacanze in barca a vela, le isole Vergini britanniche, dolcemente accarezzate dal soffio degli Alisei, regalano scenari ogni volta differenti, lussuosi rifugi per una vacanza indimenticabile, e il calore della cultura caraibica. Per questa sua anima cool ma sempre esclusiva, l’ente del turismo delle isole Vergini britanniche è presente a Umbria Jazz, connubio di arte, musica e colore dal Mediterraneo al Mar dei Caraibi.Per ulteriori informazioni contattare: British Virgin Islands Tourist Board c/o Aigo (02.66714374, bvi-turismo.com e tinyurl.com/facebvi). a cura di 22Publishing
v. della Canapina,3 06123 PERUGIA (PG) tel. e fax.: (+39) 0755734647 www.istitutoitalianodesign.it - mail: info@istitutoitalianodesign.it
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