Musica Jazz Weekly 9-16 maggio

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MUSICA

THE JAZZ TABLOID

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WEEKLY

KENNY GARRETT

N. 1, 9-16 MAGGIO 2014 – ITALIA – Euro 0,00

Pushing The World Away

ROLLINS KEITH JARRETT & CHARLIE HADEN NIR FELDER JOHN LURIE COREA ANNE DUCROS BEN & ELLEN HARPER SLAVA POSUDEVSKY CONNELLY FRANK MORGAN PAUL BLEY KENNY GARRETT

SONNY CHICK MICHAEL


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Sonny Rollins: di nuovo in pista

C

ambiano l’etichetta e la distribuzione (Okeh la prima, Sony la seconda) ma non muta affatto la sostanza di questi Road Shows rollinsiani: travolgenti cavalcate sassofonistiche in cui i comprimari sono ridotti pressoché al nulla anche se si chiamano, per dire,

Stephen Scott, Bob Cranshaw e Victor Lewis, non certo un branco di dilettanti allo sbaraglio. D’altronde, se c’è un musicista nella storia del jazz la cui opera avrebbe bisogno di una lettura psicanalitica è proprio Rollins, forse l’unico la cui carriera ha sempre vissuto sullo scontro e, a volte, sul fastidio con (e per) le sventurate sezioni ritmiche ingaggiate per accompagnarlo. Ma un bravo strizzacervelli sarebbe servito ai suoi poveri lacché e non certo a lui, che sembra vedere il jazz come una sorta di stanza dalle pareti imbottite sulle quali sbattere la testa fino a trovare una via d’uscita. Sbucare fuori dalla Why Was I Born di Marciac (agosto 2007), per esempio, impone all’ascoltatore ben 20 minuti di soliloquio assoluto, in cui è il solo Bobby Broom a potersi ritagliare qualche iniziale chorus di chitarra prima di essere definitivamente giustiziato dal mattatore e relegato su uno sfondo tanto burocratico quanto evidentemente funzionale. Per certi versi è un peccato, essendo con ogni evidenza gli ultimi quarant’anni della carriera di Sonny una grande teoria di occasioni perdute (e suonare o incidere con Miles Davis, Max Roach, Dizzy Gillespie, Jim Hall, Elvin Jones e tanti altri suoi pari non sarebbe certo stata una mera occasione di revival), ma è ovvio che questo terzo volume, così come i precedenti, sappia restituire – meglio di alcuni sgangherati album Milestone degli anni Settanta e Ottanta – il vero impatto sonoro ed emotivo del sassofonista che molti di noi, per mere ragioni anagrafiche, hanno potuto apprezzare dal vivo soltanto negli ultimi decenni. Così è fatto Rollins: prendere o lasciare. E la prima ipotesi resta sempre la migliore; per le annunciate sorprese, non resta che attendere.

John Lurie a pesca

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uello che l’amico e collega Roberto Benigni volle definire «un incrocio tra Ray Charles e Brigitte Bardot» è da tempo ormai perso per la musica, in fuga da se stesso, dai suoi

fantasmi e da una malattia invalidante dopo una vita spesa oltre i limiti e braccata da pessime compagnie. Oggi Lurie è in grado di suonare soltanto l’armonica – il suo primo strumento – e si dedica soprattutto alla pittura; tanto più sorprendente, quindi, la comparsa di un suo nuovo album (disponibile solo in vinile e download) che però recupera brani vecchi o inediti – i venti minuti della title track sono incisi dal vivo in Grecia – oppure estratti dalla colonna sonora dell’ormai leggendaria serie tv Fishing With John. Inutile quindi chiedersi perché Billy Martin, batterista di Medeski Martin & Wood e storico collaboratore di Lurie, abbia voluto pubblicare questo 33 giri di «avanzi» sulla propria etichetta: che si tratti di un gesto di amicizia o di un indiretto aiuto economico non ha alcuna importanza in questa sede, trattandosi di un disco magnifico che, oltre alla sublime bellezza della musica in esso contenuta, serve ad acuire il rimpianto per l’artista che si faceva chiamare John Lurie e che adesso non c’è più.

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MUSICA

WEEKLY

The Frank Morgan Story

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ichael Connelly (Filadelfia, 1956), uno dei

più popolari romanzieri americani contemporanei – autore da oltre cinque milioni di copie vendute – è da sempre un grande appassionato di jazz, musica che ha sempre inserito come

colonna sonora dei propri romanzi: in particolare i diciassette che vedono protagonista Hieronymus (Harry) Bosch, tormentato detective del dipartimento di FOTO ROBERTO CIFARELLI

polizia di Los Angeles, che ama alla follia Art Pepper, George Cables e, soprattutto, Frank Morgan, lo sfortunato altosassofonista di Minneapolis (1933-2007) la cui tragica esistenza può essere paragonata soltanto a quella del più famoso collega italo-californiano (Pepper, giustappunto). Spesso e volentieri Connelly ha usato la sua ormai ampia disponibilità economica per sostenere la musica che più ama. Per esempio, nel 2004 ha prodotto «Black Neon Night», un dvd in edizione limitata allegato alla prima edizione del suo romanzo The Narrows (in italiano Il Poeta è tornato) e che voleva raccontare, attraverso la voce del ben noto attore William Petersen, la vorticosa storia dei luoghi losangeleni in cui sono ambientate le vicende di Harry Bosch. Non a caso, la splendida colonna sonora di questo piccolo ma intenso documentario era stata affidata oltre che a George

ne intervistate per il documentario. L’ho visto dal vivo

feeling per il sassofono e per la sua capacità di ripro-

Cables, che di Connelly è un vecchio amico, anche e

per la prima volta una ventina di anni fa, ma solo negli

durre la voce umana, simile a volte a un lamento nella

soprattutto a Frank Morgan.

ultimi anni della sua vita sono riuscito a conoscerlo di

notte. Per il suo lavoro, ogni giorno Bosch era costretto

Ma adesso Connelly ha fatto molto di più. Infatti è stata

persona in maniera più stretta. Aveva circa settant’an-

a vedere il lato peggiore dell’umanità, e ogni sera trova-

appena annunciata l’uscita di «Sound Of Redemption:

ni, era ingobbito dall’età, ma ancora sapeva suonare e

va rifugio e consolazione nel suono di un sax.

The Frank Morgan Story» (thefrankmorganproject.

tirare avanti. Gliene erano successe di tutti i colori, dal-

All’epoca, Morgan aveva appena pubblicato un cd,

com), un nuovo e ben più complesso documentario,

la tossicodipendenza al carcere fino a combattere con

«Mood Indigo». Ne parlavano tutti benissimo, e mi

sempre da lui prodotto e, in questo caso, diretto dalla

i devastanti effetti di un ictus. Ma, dopo tutto questo,

parve la scelta giusta perché Bosch non era solo un

brava N.C. Heikin, e già inserito, a pochi giorni dal suo

era ancora in grado di sorridere e di suonare alla gran-

passivo ascoltatore di jazz ma sapeva identificarsi con

completamento, nella selezione ufficiale del Los Ange-

de. Non riuscivo a crederci.

i musicisti. E quel che volevo era fargli ascoltare gente

les Film Festival. Lasciamo quindi a lui la parola.

Il mio legame con Frank nasce da un suo brano, Lul-

che aveva saputo superare le avversità per arrivare alla

laby, una breve e malinconica composizione del suo

propria musica, così come lui era stato in grado di af-

vecchio amico e collaboratore George Cables che ave-

frontare i problemi della propria tormentata esistenza.

dal desiderio di celebrare un artista che ha saputo ispi-

vo ascoltato per la prima volta quando stavo cercando

Frank, col suo passato, sembrava funzionare a puntino.

rarmi e che portava avanti un messaggio di vita degno

di delineare la fisionomia di un personaggio di un mio

Andai subito a comprarmi quel disco e, come si dice, il

di essere condiviso col resto del mondo. Con Frank,

libro. Si trattava di un detective d’indole solitaria che

resto è storia. Oggi pago quindi, e con enorme soddi-

sinceramente, non ho mai avuto un rapporto così stret-

amava ascoltare il jazz e trarne ispirazione. Costui –

sfazione, il mio debito nei confronti di Frank Morgan.

to come quello che intrattengo con molte delle perso-

chiamiamolo pure Harry Bosch – aveva un particolare

Luca Conti

■ MC: Il mio contributo a questo film nasce soltanto

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DAL 1945 IL JAZZ IN ITALIA


MUSICA

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MUSICA

CORTESIA CHICK COREA

L’ARTISTA IN TOUR

WEEKLY

Chick Corea

u www.chickcorea.com

L

a seconda giovinezza di Chick Corea, iniziata ormai da qualche anno, raggiunge oggi uno straordinario traguardo con la pubblicazione del nuovo, doppio cd per la Concord, «Solo Piano: Portraits». Possiamo affermare con sicurezza che si tratta di uno dei vertici nella carriera del musicista italoamericano, considerato a ragione uno dei massimi pianisti nella storia del jazz moderno. Oltre quarant’anni fa, nell’ormai lontano 1971, era stato un altro doppio album (sebbene diviso in due volumi separati), il celebre «Piano Improvisations» su ECM, a lanciare a livello planeta-

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rio l’attività solistica dell’allora trentenne pianista del Massachusetts, allievo di leader come Mongo Santamaria e, soprattutto, Miles Davis. E oggi, in un certo senso, il cerchio si chiude con una sorta di retrospettiva spirituale e musicale che spazia dai ritratti di Bill Evans, Thelonious Monk, Stevie Wonder, Bud Powell e Paco de Lucía alla brillante interpretazione di composizioni di Alexandr Skrjabin (due Preludi) e Béla Bartók (quattro delle Bagatelle op. 6), così ben eseguite da augurare al Nostro ulteriori avventure nell’ambito della classica più o meno contemporanea. Ovviamente Corea non per-

ROMA

CHICK COREA

ore 21 euro 35 Auditorium Parco della musica viale de Coubertin 30 06 80241281; auditorium.com

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de qui l’occasione di riproporre alcuni dei suoi cavalli di battaglia, nella fattispecie una selezione dalle celeberrime Children’s Songs che proprio dal compositore ungherese attingono a piene mani ma con altrettanta creatività. Il poderoso recital si conclude trionfalmente con un’ulteriore serie di ritratti in musica, stavolta dedicati – in maniera del tutto improvvisata – ad alcune città da cui provengono certi membri del pubblico: Cracovia, Casablanca, Easton (Maryland) e la lituana Vilnius. Un disco che si candida già da oggi ai primi posti nelle classifiche del 2014.

VICENZA

CHICK COREA

ore 21 euro 23 Teatro Comunale, sala maggiore viale Mazzini 39 0444 324442; vicenzajazz.com

9-16 MAGGIO

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MUSICA

IL CONCERTO DA NON PERDERE CORTESIA KENNY GARRETT

WEEKLY

u www.kennygarrett.com

Kenny Garrett

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l pluridecorato Kenny Garrett si confida: mantenendo la sua rigogliosa espressività si fa introspettivo e ci comunica il suo intimo sentire musicale, cioè ascendenze, simpatie, gusti (Tyner, Corea, Rollins, Valdés, Bacharach). Così ne esce un pot-pourri di brani di diversi generi, comunque uniti stilisticamente per la forte impronta marcata dal leader (considerato, per quel che riguarda il linguaggio post boppistico, uno dei contraltisti più inf luenti dopo Charlie Parker). Attorniato da stupendi musicisti, Garrett si fa grandemen-

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te apprezzare non solo come esuberante solista pieno di sorprese ma anche come elegante compositore che risolve andamenti melodici e giri armonici in maniera personalissima, spesso inattesa: particolare euforia e contentezza suscita l’ascolto del bellissimo Chucho’s Mambo. Aldo Gianolio Ravi Best (tr.), Kenny Garrett (alto, soprano, p., voc.), Benito A Side Order Of Hijiki / Hey, Chick / Chucho’s Mambo / Lincoln Cen-

Gonzalez, Vernell Brown (p.), Carolin Pook (viol.), Jen Her-

ter / J’ouvert (Homage To Sonny Rollins) / That’s It / I Say A Little

man (viola), Brian Sanders (cello), Corcoran Holt (cb.), Marcus

Prayer / Pushing The World Away / Homma San / Brother Brown /

Baylor, McClenty Hunter, Mark Whitfield Jr (batt.), Rudy Bird

Alpha Man / Rotation.

(perc.), Jean Baylor (voc.).

MILANO

KENNY GARRETT

ore 21 euro 30-35 Blue Note via Borsieri 37 02 69016888; bluenotemilano.com

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VICENZA

KENNY GARRETT

ore 21 euro 23 Teatro Comunale, sala maggiore viale Mazzini 39 0444 324442; vicenzajazz.com

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I DISCHI DA NON PERDERE

APPENA USCITO

Nir Felder

Anne Ducros

«EITHER WAY»

Naïve, distr. Egea (egeamusic.com)

IN USCITA

Jarrett & Haden

«GOLDEN AGE» Okeh, distr. Sony

Lights / Bandits / Ernest-Protector / Sketch 2 / Code / Memorial / Lover / Bandits II / Slower Machinery / Before The Tsars. Nir Felder (chit.), Aaron Parks (p.), Matt Penman (cb.), Nate Smith (batt.).

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New York, settembre 2011. uò un suono di chitarra essere allo stesso tempo definito ed evanescente, preciso eppure ruvido? In questo disco sì. Certo può possederlo solo chi ha ascoltato i migliori rock e blues ma non può fare a meno di esprimersi

nell’idioma di un jazz moderno e urbano. Al’esordio per la Okeh, il chitarrista newyorkese miscela senza pensarci due volte post rock, rock tradizionale, un amabile fraseggio bluesy e tutte le sue conoscenze sull’effettistica d’annata. Ne viene fuori un album che descrive paesaggi ed emozioni in maniera nuova e personale. L’intro di Lights apre a

«LAST DANCE»

Ecm, distr. Ducale (ducale.com)

orizzonti cinematografici mentre Code è una lunga suite avvolgente e straziante nel finale. Memorial si tinge invece di rabbia, con suoni graffianti e armonie complesse. Before The Tsars chiude con dolcezza, rendendo omaggio a suo modo alle nuove sonorità del piano trio, tirando in ballo Neil Cowley ed Esbjörn Svensson. Il risultato? Una nuova e chiara direzione da seguire per chi vuol fare della chitarra contemporanea un rinnovato strumento espressivo. Mario Evangelista

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MUSICA

BLUES & ROOTS

WEEKLY

CORTESIA BEN HARPER

Ben Harper u www.berharper.com

N

on capita tutti i giorni di incidere un di-

«Childhood Home» (Prestige Folklore), rappre-

calibro di Taj Mahal, Ry COoder e David Lindley,

sco con la propria madre. A Ben Harper

senta per Harper il coronamento di un deside-

tutta gente che sul giovane Ben avrebbe lasciato

sì, ma è noto che il cantante e chitarri-

rio a lungo inseguito: un disco col quale l’artista

un imprinting incancellabile. Il disco è completa-

sta californiano può permettersi questo

rimette a posto – sono parole sue – un rapporto

mente acustico e, come racconta lo stesso Harper,

e altro (così come, lo scorso anno, al

non facilissimo con la madre, che tra le altre cose

esplora lew diverse facce della cosiddetta Ameri-

termine del contratto discografico con la Virgin,

era stata la sua prima insegnante di chitarra nello

cana: soul, folk rock, California e tanto altro. «Per

si era subito accompagnato al leggendario blue-

storico negozio di strumenti musicali gestito da

me la casa è un luogo dal quale prima si scappa, e

sman Charlie Musselwhite per «Get Up!» album

generazioni dalla famiglia a Claremont e nel quale

poi si finisce per tornare» racconta Ben. Missione

del quale Musica Jazz ha lungamente parlato).

si ritrovavano, negli anni Settanta, personaggi del

compiuta, quindi.

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PADOVA

BEN HARPER

ore 21 - da 46 a 63,50 euro Gran Teatro Geox Via Giuseppe Tassinari, 1 049 0994614 www.granteatrogeox.com FIRENZE

BEN HARPER

ore 21 - da 46 euro Teatro Verdi di Firenze Via Ghibellina 101 055 212320 www.teatroverdionline.it

ROMA

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BEN HARPER

ore 21 - da 40 a 60 euro Auditorium Parco della musica viale de Coubertin 30 06 80241281 auditorium.com

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Franco Vailati

MILANO

BEN HARPER

ore 21 - da €46,00 a€63,50 euro Gran Teatro Linear4Ciak Piazzale Cuoco 02 54 66 367 www.linear4ciak.it TORINO

BEN HARPER

ore 21 - da 41 a 70 euro Teatro Colosseo Via Madama Cristina 71 011 6698034 www.teatrocolosseo.it

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9-16 MAGGIO


MUSICA

WEEKLY

Slava Posudevsky

N

ato il 28 settembre 1963 in un villag-

gio dell’Ucraina, Slava Posudevsky ha iniziato a studiare arte fin dall’età di 10 anni. Nel 1989 si è laureato in architettura e ha iniziato a lavorare nel settore.

Nel 1994, durante una gravissima crisi economica del suo Paese, ha deciso di emigrare nella Repubblica Ceca stabilendosi definitivamente a Praga, dove continua a vivere e lavorare come pittore.

Luca Conti

Slava Posudevsky Tel.: +420 776341546 Czech Republic Teplice 41501 slava@posudevskyart.com www.posudevskyart.com

9-16 MAGGIO


ECM Dino Saluzzi Group El Valle de la Infancia

Ketil Bjørnstad Sunrise A cantata on texts by Edvard Munch

ECM 2370

ECM 2336

Disponibili a Maggio:

Wolfgang Muthspiel Larry Grenadier Brian Blade Driftwood ECM 2349

Jacob Young Forever Young Trygve Seim Marcin Wasilewski Slawomir Kurkiewicz Michal Miskiewicz

Jean-Louis Matinier Marco Ambrosini Inventio ECM 2348

ECM 2366

Distribuzione esclusiva DUCALE snc Via per Cadrezzate, 6 - 21020 BREBBIA (VA) Tel: 0332 770784 - 770189 Fax: 0332 771047 info@ducalemusic.it www.ducalemusic.it

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