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NOVECENTO E OLTRE - l’arte italiana da de Chirico al multimediale Palazzo Pisani - Piazza Garibaldi - Lonigo (VI) - 11 marzo, 01 aprile 2012
Sindaco Boschetto Giuseppe
Si ringrazia per la gentile collaborazione:
Assessore alla Cultura Nisticò Roberto A cura di Alberto Sgarro Matteo Vanzan Organizzazione Alberto Sgarro Matteo Vanzan In collaborazione con:
Progetti grafici Matteo Vanzan Videoimpaginazione catalogo Matteo Vanzan
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Il Novecento è stato un secolo di grandi cambiamenti, nel quale la società è più volte ripartita da zero per dimenticare i terribili accadimenti storici delle Guerre Mondiali e dove l’artista è stato eccezionale interprete del sentimento umano e ricercatore infallibile di nuove strade per esprimere il proprio io. Per la pittura mondiale, il Novecento ha rappresentato il secolo delle grandi e più significative rivoluzioni culturali. Dopo l’Impressionismo, infatti, l’arte ha vissuto un fermento continuo di ricerca con artisti che, confrontandosi e ricercando nuove frontiere espressive, davano luogo a movimenti quali il Dadaismo, il Cubismo, l’Espressionismo, il Futurismo, l’Informale, il Surrealismo, l’Astrattismo, il Realismo, il Neo Realismo e altri ancora, tutti con un furore di ricerca culturale ed espressiva. Eccezionale protagonista del rinnovamento culturale internazionale, l’Italia ha visto, in questo periodo, la nascita e la successiva consacrazione di grandi figure artistiche, tra le quali De Chirico, Carrà, Boccioni, Campigli, Sironi, Magnelli, Rosai, Fontana, De Pisis, (ecc) in un susseguirsi di fenomeni artistici di avanguardia che, attraverso le loro ricerche, proponevano nuove forme pittoriche e plastiche in sintonia con il mutare dei tempi. I movimenti di avanguardia erano formati da gruppi spesso
in polemica tra loro, ma dalla critica e dal contrasto tra essi scaturiva una grande spinta creativa. Che si chiamassero cubisti, futuristi, espressionisti, metafisici, surrealisti, dadaisti, gli artisti di questa generazione volevano cambiare tutto. Nonostante queste ricerche, il consumo e la conoscenza dell’arte era ancora per pochi. Solo i grandi collezionisti, magnati dell’industria e di quelle professioni ricche, potevano, non solo per preparazione culturale, accedere a questo consumo. In questo grande panorama artistico, vogliamo fissare un periodo importantissimo per la fruizione culturale e diffusionale dell’arte. Gli artisti presenti sono tra quelli che, partendo da De Chirico con la sua Metafisica, passando per Cascella con il suo Impressionismo mediterraneo, arrivando ad alcuni artisti del Realismo italiano, passando attraverso l’Informale e l’Astrattismo sino ad arrivare alla Pop Art, son riusciti, grazie anche alla rinascita avvenuta grazie al boom economico, ad entrare nei desideri e nell’effettiva possibilità del circondarsi d’arte di tutti. Cascella e Schifano sono quelli che, attraverso espressioni opposte, hanno permesso, grazie ad una massiccia diffusione culturale e di mercato, la fruizione totale dell’arte, sia pittorica che grafica, grazie a mostre, happening,
manifestazioni e performance svoltesi su tutto il territorio nazionale, televisione, giornali e riviste, a tutti i ceti sociali. Novecento e oltre è un viaggio nel quale vengono toccate alcune personalità piuttosto che altre, presentate attraverso le tecniche più svariate, in una storia che rappresenta ciò che è accaduto in Italia (dal 1950) fino ai giorni nostri. Il punto di partenza risale alla Metafisica, termine usato da De Chirico durante il suo soggiorno a Parigi tra il 1911 e il 1915, parlando di luoghi, di dipinti propri e delle opere dei grandi maestri del passato, con una pittura caratterizzata da architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche, immerse in un clima magico e misterioso dall’assenza di figure umane, esprimendo ciò che esiste oltre l’apparenza sensibile della realtà empirica. Dalla Metafisica arriviamo all’Impressionismo mediterraneo di Cascella e al Realismo sociale, movimento che intendeva descrivere scene di vita umile, criticando le condizioni sociali dell’uomo. L’opera in cui più si esprime i caratteri di questa corrente è la “Crocefissione” dipinta da Guttuso nel 1942. La tela fece scandalo nell’ambiente politico per la novità con cui veniva affrontato un tema legato ad una iconografia secolare. In opposizione all’Arte Figurativa, la mostra attraversa le
rivoluzioni concettuali dell’arte Informale e Astratta. Sviluppatosi nel decennio tra gli anni cinquanta e sessanta, l’Informale si pone in forte polemica con tutto ciò che, in qualche modo, può essere riconducibile ad una forma, sia essa figurativa o anche puramente astratta. Scaturisce una concezione dell’arte ironica e provocatoria, costantemente tesa a negare qualsiasi valore ad ogni attività che presupponga il filtro della ragione. Il punto di rottura avvenne nel 1960, con il gesto concettuale di Mario Schifano: il monocromo ad azzeramento della pittura stessa, non solo della figura, con l’intenzione di “fare tabula rasa” dando l’incipit per un nuovo inizio, per una nuova visione. In quegli anni nasce la Pop Art e la Scuola di Piazza del Popolo che, con Mario Schifano,Tano Festa, Franco Angeli, Concetto Pozzati, «spazzò via la soffocante accademia informale che ancora imperversava l’Europa». Furono anni di fermento culturale molto intenso, in un susseguirsi di dibattiti, confronti e collaborazioni, che portarono artisti di diverse correnti ad interagire tra loro, avvicinando, ad esempio, Mimmo Rotella agli artisti di Piazza del Popolo e, contemporaneamente, al Nouveau Rèalisme di Pierre Restany. Il viaggio continua con le rivoluzioni degli anni Ottanta
dove, tra gli altri momenti della storia dell’arte, incontriamo la Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, movimento nato dopo che un gruppo di artisti italiani partecipò alla sezione “Aperto ‘80” della Biennale di Venezia riservata ai giovani artisti emergenti, tra cui Sandro Chia e Mimmo Paladino furono protagonisti di un ritorno alla manualità, alla gioia ed al colore dopo anni di dominazione dell’arte concettuale e dell’arte povera. Dopo un Novecento così ricco di ricerche ed innovazioni, dove sta guardando oggi l’arte? Nella prima decade del Terzo Millennio, assistiamo alla nascita di una nuova generazione di artisti, molti dei quali hanno rivolto la propria ricerca a nuovi materiali e nuove tecniche, proprio come avvenne per la Pop Art e per l’arte Povera dove, oltre all’innovazione del soggetto rappresentato, era fondamentale considerare l’utilizzo e la ricerca di nuovi materiali. Tecnologia e multimedialità sono entrate nella nostra vita in modo prepotente, portando accessibilità e comunicazione immediata, dando spunto a molti per intraprendere un vero e proprio viaggio interattivo nel mondo dell’arte. Nonostante la nascita della prima interazione tra arte e tecnologia risalga al secondo dopo-guerra, con la creazione
di opere d’arte realizzate con tecniche innovative è solo
grazie all’avvento del computer e di internet (ma soprattutto della loro capacità di interagire con noi quotidianamente) a trovare il consenso e l’approvazione degli addetti ai lavori e del pubblico. Basti pensare al caso del MoMA di New York, che presentò la mostra “Humble Masterpieces” (oggetti di design raccolti in una mostra reale che ha avuto luogo nel 2002) su Second Life, arcipelago virtuale abitato da un numero sempre crescente di avatar. Oggi le opere multimediali, gli instagrammers, il digital painting e le opere di video art trovano identità nell’impossibilità di essere una comunicazione esclusiva, di un mondo fatto d’elitè, diventano invece social, twitterabili, taggabili, condivisibili in rete. “Esiste una forte continuità” afferma Achille Bonito Oliva “con tutto il filone dell’avanguardia, dal futurismo al dadaismo, al collage, al costruttivismo, al Bauhaus fino all’arte programmata e cinetica degli anni ‘60. Se esiste una differenza va ritrovata nel fatto che oggi l’avanguardia non è più auto-esclusione, isolamento. L’arte digitale pone il problema di una vera interazione degli utenti col mezzo, che diviene parte dell’opera d’arte.”
NOVECENTO E OLTRE
L’ARTE ITALIANA DA DE CHIRICO AL MULTIMEDIALE
Giorgio de Chirico
“Senza titolo”, litografia colorata a mano, anni ‘70
Remo Brindisi “Pastorale”, olio su tela, 1960
Ernesto Treccani “Figure”, olio su tela, 1990
Salvatore Fiume “Paesaggio”, olio su tela, anni ‘90
Franco Gentilini “Senza titolo�, olio su tela, 1973
Alberto Sughi
“Al caffè”, olio su tela, fine anni ‘90
Giuseppe Migneco
“Senza titolo”, olio su tela, prima metà anni ‘60
Umberto Lilloni
“Autunno in Brianza�, olio su tela, 1960
Michele Cascella
“Paesaggio in fiore”, olio su tela, anni ‘80
Antonio Pedretti
“Paesaggio lacustre”, olio su tela, 2002
Gualtiero Nativi “Senza titolo�, olio su legno, 1981
Oscar Piattella
“Memorie di un verde�, olio su tela, 1973
Umberto Milani “Paesaggio”, olio su tela, 1962
Italo Bressan
“Senza titolo�, olio su tela, 1989
Arturo Carmassi
“Senza titolo�, tecnica mista su carta, 1978
Pino Pascali
“Toro�, tecnica mista su carta assorbente acetata, 1962-1963
Bruno Ceccobelli
“Fissità d’amore”, tecnica mista su tela, 1981
Omar Galliani “Oltremare”, olio su tela, 1995
Concetto Pozzati
“Paesaggio impossibile”, tecnica mista su tela, anni ‘90
Tano Festa
“Da Michelangelo�, acrilico su tela, 1978
Mario Schifano
“Sole�, acrilico su tela su cornice invasa, 1985 - 1986
Mimmo Rotella “Marilyn”, monotipo, anni ‘90
Alberto Lanzaretti
“Senza titolo�, acrilico su legno ritagliato, 2011
Marta Farina “Nuvole”, olio su tela, 2009
Christian Fogarolli “Noli me tangere�, olio su tela, 2012
Valentina Cipullo “Blossom�, olio su tela, 2009
Alessandro Lazzarin
“Senza titolo�, scatto digitale con fotocamera Sony serie Nex ottica 16mm f1.8, 2011
Giulia Sebastiani “Onda�, fotografia analogica, 2009
Fabio Panichi
“La danza del destino�, pittura digitale, 2012
Alessandro Troso “Caja de Agua”, olio su carta, 2010
Alessandro Guidolin “Grande Arche�, fotografia analogica, 2010
Francesco di Pasquantonio “Tree-code”, acrilico su tela e QR Code, 2012
Finito di stampare in Maggio 2012