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Alessandro Colucci
MYSELF
Alessandro Colucci
MYSELF
La creatività è stimolata dai limiti ”I had a house recently with no constraints, and I had a horrible ?me with it.” Frank Gehry
Il nostro io è al giorno d’oggi sempre più frammentato, le nostre molteplici iden?tà si diffondono nello spazio reale e virtuale con una velocità imprevedibile e ci perme0ono di riassumere su ciascuno di noi una mol?tudine di vite, ciascuna delle quali ci definisce nei contes? in cui decidiamo di spenderla e nessuna delle quali esaurisce la nostra complessità, con tu0e le sfacce0ature che creano ogni singolo individuo. Il punto non è quello di nascondersi dietro maschere pirandelliane, non è il celarsi dietro alla mol?tudine insita in ognuno, quanto piu0osto - proprio nel mondo contemporaneo che ci mol?plica senza sosta, il rivendicare con fierezza la nostra individualità, crearsi degli spazi, anche molto minu?, in cui definirsi e se lo si desidera, mostrarsi.
MYSELF vuole essere proprio questo: un piccolo spazio, definito, circostanziato, specifico, in cui offrire una propria visione, un brano del sé, a0raverso la propria espressione ar?s?ca. Si potrebbe obie0are che il fa0o di proporsi all’interno di una cornice comune, di una scatola uguale alle altre possa porre limitazioni alla crea?vità, ma si tra0erebbe di un’affermazione ingenua: è noto infaA che i confini, i limi?, abbiano esa0amente l’effe0o contrario, ovvero quello di s?molare la crea?vità, che all’interno di uno spazio circoscri0o può spaziare di più e con maggiore intensità che nell’indefinita libertà assoluta. Ogni scatola diviene quindi il piccolissimo spazio del sé, che l’ar?sta ha a propria definizione per proporsi, per aggiungere una sfacce0atura alle centomila che già possiede. Il nostro compito è quello di osservare il rapporto tra la fisicità della scatola e la virtualità delle sue rappresentazioni online, di me0erle in dialogo con altri ar?s? e fruitori, di fare viaggiare le varie iden?tà e di offrire loro occasione di mostrarsi, consapevoli che non possono certo esaurire la personalità e la ricerca di ogni ar?sta, ma al contempo innegabilmente rappresentano una notevole occasione per rifle0ere su sé stessi e donare la propria visione ed in ul?ma istanza donarsi a chi vuole osservare. Aldo Torrebruno
Creativity Così l’artista definisce il proprio lavoro: “Creativity è un puzzle composto da 16 quadrati (9x9 cm cad.) con 7 scheletri dipinti, questi numeri, presi una sola volta, formano l’anno di nascita dell’artista 1976, il quadrato che unifica l’opera ha significato simbolico legato al numero quattro. La rappresentazione degli scheletri richiama l’idea della transitorietà dell’uomo ma più in profondità, a livello psicanalitico, alla pulsione creatrice che coesiste con le pulsioni di vita e di morte”.
Alessandro Colucci, nato a Bari vive e lavora a Milano, si forma all’Accademia di Belle Arti di Bari e alla NABA di Milano. Inizia la sua attività espositiva nel 1996 con mostre collettive e personali in diverse città italiane, il suo lavoro coniuga diversi mezzi espressivi e uno dei temi ricorrenti della sua ricerca spazia dall’identità personale a quella collettiva.
MYSELF
Curatela | Anna Epis e Aldo Torrebruno Presentazione | Aldo Torrebruno Proge0o | microbo.net
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