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Lavinia Longhetto
MYSELF


Lavinia Longhetto
MYSELF
La creatività è stimolata dai limiti ”I had a house recently with no constraints, and I had a horrible ?me with it.” Frank Gehry
Il nostro io è al giorno d’oggi sempre più frammentato, le nostre molteplici iden?tà si diffondono nello spazio reale e virtuale con una velocità imprevedibile e ci perme0ono di riassumere su ciascuno di noi una mol?tudine di vite, ciascuna delle quali ci definisce nei contes? in cui decidiamo di spenderla e nessuna delle quali esaurisce la nostra complessità, con tu0e le sfacce0ature che creano ogni singolo individuo. Il punto non è quello di nascondersi dietro maschere pirandelliane, non è il celarsi dietro alla mol?tudine insita in ognuno, quanto piu0osto - proprio nel mondo contemporaneo che ci mol?plica senza sosta, il rivendicare con fierezza la nostra individualità, crearsi degli spazi, anche molto minu?, in cui definirsi e se lo si desidera, mostrarsi.
MYSELF vuole essere proprio questo: un piccolo spazio, definito, circostanziato, specifico, in cui offrire una propria visione, un brano del sé, a0raverso la propria espressione ar?s?ca. Si potrebbe obie0are che il fa0o di proporsi all’interno di una cornice comune, di una scatola uguale alle altre possa porre limitazioni alla crea?vità, ma si tra0erebbe di un’affermazione ingenua: è noto infaA che i confini, i limi?, abbiano esa0amente l’effe0o contrario, ovvero quello di s?molare la crea?vità, che all’interno di uno spazio circoscri0o può spaziare di più e con maggiore intensità che nell’indefinita libertà assoluta. Ogni scatola diviene quindi il piccolissimo spazio del sé, che l’ar?sta ha a propria definizione per proporsi, per aggiungere una sfacce0atura alle centomila che già possiede. Il nostro compito è quello di osservare il rapporto tra la fisicità della scatola e la virtualità delle sue rappresentazioni online, di me0erle in dialogo con altri ar?s? e fruitori, di fare viaggiare le varie iden?tà e di offrire loro occasione di mostrarsi, consapevoli che non possono certo esaurire la personalità e la ricerca di ogni ar?sta, ma al contempo innegabilmente rappresentano una notevole occasione per rifle0ere su sé stessi e donare la propria visione ed in ul?ma istanza donarsi a chi vuole osservare. Aldo Torrebruno
Così l’ar*sta definisce il proprio lavoro: “Il filo oltrepassa, a8raversa, fila a8raverso le nostre mani, le nostre dita. Solle*ca, si sparge e si aggroviglia su sé stesso e sulla nostra pelle. Il filo lega più elemen* tra loro. Lega le relazioni, le intesse, le colora. Il filo, con umiltà, si nasconde e si mostra al momento opportuno, senza vantarsi , senza cri*carsi. Il filo ci da l’opportunità di sfilare i nostri nodi umani. Ci rende, a suo modo, sciol* e allo stesso tempo, complessi”.


Ar#sta poliedrica e fotografa, Lavinia Longhe6o vive e lavora tra Treviso e Venezia. Laureata in Grafica d’arte all’Accademia di Belle Ar# di Venezia, il disegno è il suo principale strumento di lavoro, con cui rappresenta un organismo corporeo che subisce le conseguenze del tempo e della violenza. Nel 2012 l’ar#sta ha fondato il suo primo corposo proge6o di arte sociale. ll segno grafico di Lavinia, segno filiforme e ar#colato, dà forma ed espressività al corpo e alle sue ar#colazioni. Nelle sue opere, Lavinia mischia influenze di diversi ar#s# da lei ama# e studia#: Egon Schiele, Francesca Woodman, Arnulf Rainer, Alberto GiacomeO. Lavinia Longhe6o è un'ar#sta della scuderia di InArte Werkkunst Gallery, che ha sede in Italia e in Germania. L'ar#sta espone in numerose mostre colleOve e personali in Italia e all'estero.
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Curatela | Anna Epis e Aldo Torrebruno Presentazione | Aldo Torrebruno Proge0o | microbo.net
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