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Qui, l’Hotel Johannis, nei pressi di Merano. In basso, la sauna dell’Apfelhotel Torgglerhof a Saltusio in Val Passiria (Alto Adige). Pagina accanto, una fermata del bus (e parco giochi) a Ortisei.
SUCCEDE IN UN BOSCO Lo studio noa* di Bolzano immagina architetture partendo dal paesaggio: colline e montagne DI GIULIANA ZOPPIS
N DCASA 2016
oa*, tutto minuscolo e con l’asterisco, è l’acronimo di “network of architecture”: un team di diciotto giovani architetti e designer diretti dai due fondatori altoatesini Lukas Rungger e Stefan Rierm. Non più studio emergente, bensì ormai famoso, noa* ha sede a Bolzano dal 2010 e ha firmato decine di progetti che hanno vinto un numero sorprendente di premi internazionali. Tra gli ultimi: il German Design Award, l’European Hotel Design Award, il World Interior News Design Award. L’approccio segue una strategia olistica, dove l’armonia con il territorio ha la precedenza. Lukas (39) e Stefan (37) si sono incontrati mentre lavoravano nello studio milanese dell’architetto Matteo Thun, e in seguito si sono specializzati in accoglienza turistica e abitare sostenibile. Prima di fondare noa*, i due hanno collaborato con diversi studi internazionali a New York, Lon-
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Wellness a cielo aperto al Valentinerhof Hotel di Siusi. Sopra, l’ampliamento dell’Hotel Panorama a Caldaro, con la Cabana della suite 701, per dormire sotto le stelle.
dra, Berlino, Ferrara e Graz. «Ci ha permesso di conoscere e vivere a contatto con diverse culture e di acquisire più metodologie progettuali, che hanno molto influenzato il nostro metodo. Come con i Softroom londinesi», spiega Stefan. «Quando abbiamo fondato lo studio a Bolzano, abbiamo scelto il nome del network, cioè di una rete, non perché volevamo restare anonimi, ma perché questo è ciò che esprime lo spirito, il modo con cui pensiamo e lavoriamo», aggiunge Lukas. Lo stesso che anima, per esempio, il re-design della Kaiserwarte, una famosa torre d’osservazione del 1903 tutta di legno, alta 35 metri, sui colli di Brunico, che è stata appena inserita del WAF (World Architecture Festival) nella categoria dei progetti sperimentali. «Tra i finalisti, con noi, Zaha Hadid, BIG e Foster+Partners. Non vediamo l’ora di presentare il nostro progetto alla giuria del prossimo festival di Berlino, a novembre!». I due noa* hanno ruoli di primo piano nelle istituzioni: Lukas come membro del Royal Institute of British Architecture ed entrambi nella Camera degli architetti e pianificatori di Bolzano. «Le conoscenze urbanistiche sono fondamentali per capire come inserire un edificio in un determinato sito, sia esso rurale o urbano. Dovrebbero far parte del bagaglio formativo di ogni architetto». Se si chiede loro di citare alcuni dei progetti preferiti, tra i recenti, descrivono a due voci: il Valentinerhof Hotel di Siusi allo Sciliar, «proiettato sull’altopiano, con un’area wellness a cielo aperto. Nella stessa località abbiamo disegnato la Messner House, che per entrambi è la realizzazione di un sogno d’infanzia: abbiamo “rianimato” un antico edificio con la creazione di tanti cubi-stanza a più livelli e una serie di passerelle che dialogano nello spazio». Seguono: l’edificio d’abitazione Gruenberger, «immerso nei vigneti di Gries, dove abbiamo aggiunto a una tipica villa storica un parallelepipedo moderno», e il nuovo spazio multiuso Swinging Frames per l’Hotel Pinei di Ortisei «oggi punto d’attrazione e sede di eventi locali». Con impeto romantico, citano anche la Cabana 701: «Forse la più piccola suite panoramica del mondo, composta di sette elementi modulari di legno. Vorremmo anche segnalare a chi non ci conosce ancora quello che chiamiamo Gentle Skin, un grande appartamento mansardato in bianco totale che fa da scenario a elementi d’arredo di legno antico. Un interno che calza, proprio come una seconda pelle, su chi lo abita». L’estetica contadina dei vecchi fienili si affianca al gusto per i volumi modernissimi, in quella che per noa* è una ricerca continua tra la memoria, il rapporto con la natura e l’innovazione d’impianti e tecnologie per il risparmio energetico e il benessere (noa.network/it).
Foto di fotografo
UN APPROCCIO OLISTICO AL PROGETTO, IN CUI L’ARMONIA CON IL TERRITORIO HA LA PRECEDENZA SULLO STILE