luglio agosto settembre 2011 NUMERO TERZO
LA QUARTA SERIE
IN FORMA DI PAROLE
NUMERO QUARTO otto bre novembre d ic embre 2 0 1 1
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P E N S A R E
P O E T A R E
I N F O R M A D I PA R O L E
Domingo de Ramos LIMA pop
Poste % –– Aut. 04/07/2008––DCB DCBBologna Bologna Poste Italiane Italiane S.p.A. S.p.A. –– Spedizione Spedizione in Abbonamento Postale – 70 % Aut. n. n. 080043 080043 del 04/07/2008
P O E T A R E
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IN FORMA DI I NP A FR OO RL MEA D I PA R O L E Domingo de Ramos JAN KOCHANOWSKI F OA R I C Op EN LIM oIpA
I CENAFUORI
poesie 1988-2009
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P O E T A R E
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P E N S A R E
IN FORMA DI PAROLE Domingo de Ramos
LIMA
pop
poesie 1988-2009
a cura di Riccardo Badini
ANNO TRENTUNESIMO LA QUARTA SERIE
NUMERO QUARTO otto bre novembre d ic embre
I N
Q U E S T O S I
N U M E R O
L E G G E
Riccardo Badini Vallejo è una pistola alla cintura Estetica e degrado nella poesia urbana di Domingo de Ramos
p a g ine 13 - 24
Domingo de Ramos
Arquitectura del espanto
Su cuerpo es una isla en escombros Il suo corpo è un’isola in rovina NN N N
p a g ine 28 - 33
p a g ine 34 - 39
CaĂda de un adolescente Morte di un adolescente Tiempo sin rostro Tempo senza volto Banda nocturna Banda notturna Escrito en soledad Scritto in solitudine Como un mar encallado en el desierto Come un mare incagliato nel deserto
p a g ine 40 - 47
p a g ine 48 - 51
p a g ine 52 - 59
p a g ine 60 - 65
p a g ine 66 - 69
Pastor de perros
A la hora del pay Nell’ora della scimmia
p a g ine 70 - 85
La demencia tiene tu color La demenza ha il tuo colore
p a g ine 86 - 91
Luna serrada
Ósmosis
China pop China pop
Las cenizas de Altamira
Insufrido fuego Insofferto fuoco
p a g ine 102 - 109
Erótika de Klase
V V
p a g ine 92 - 101
p a g ine 110 - 115
Dorada Apokalypsis
Yo no soy un gánster Non sono un gangster
p a g ine 116 - 121
Clímaco Climaco
p a g ine 122 - 143
Torokuna Torokuna
p a g ine 144 - 153
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Vallejo è una pistola alla cintura Estetica e degrado nella poesia urbana di Domingo de Ramos
Per le nuove generazioni di poeti Domingo de Ramos (Ica, Perù, 1960) è oggi un maestro. I trentenni e i ventenni che attraverso linguaggi artistici vari e contaminati riflettono sul Perù del dopo Sendero Luminoso sulla violenza di quel periodo e le tracce che ha lasciato in un tessuto politico-sociale di per sé disgregato, si riconoscono nel suo ritmo e nelle sue immagini. Per un poeta che si è sempre mosso da posizioni marginali, vissuto nei quartieri di recente emigrazione interna, con un’identità meticcia e una percezione sordida della metropoli, arriva ora anche il riconoscimento della cultura ufficiale sancito dalla pubblicazione di una sua antologia dal titolo Insufrido Fuego, attualmente in corso per il fondo editoriale del Congreso de la República. Segno forse di un’apertura non retorica delle istituzioni peruviane al confronto con le molteplici e discordanti voci del paese. Ma anche risultato di una maturazione poetica indubbiamente raggiunta insieme a un interesse crescente da parte della giovane critica accademica che si muove in ambito internazionale ed è evidentemente in grado di influenzare settori ufficiali della cultura nazionale. Un tale consenso era impensabile negli anni Ottanta, quando Domingo inizia a scrivere dalle file di uno dei gruppi più iconoclasti del panorama culturale peruviano, il Movimiento Kloaka.
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Aspramente critico nei confronti del goffo adattarsi alla politica neoliberale globalizzata che stava investendo il Perù, il gruppo entra in scena con il lancio di manifesti, pronunciamenti, volantini, organizzazione di serate pubbliche di lettura, in perfetto stile neoavanguardista. I poeti di Kloaka denunciavano, a partire dal nome stesso che avevano adottato e quella k irriverente che strizzava l’occhio alla lingua parlata, il deterioramento subito dal Perù in quegli anni. Vittime del crollo delle speranze che l’apertura neoliberale significò per il paese, i giovani di quel periodo erano cresciuti con la dittatura di Juan Velasco Alvarado che, pur con i tratti tipici dei regimi militari, dal 1968 al 1975, aveva tutelato l’economia nazionale con forti misure protezionistiche. Due importanti riforme, in ambito agrario ed educativo, avevano per la prima volta sottratto le terre alle oligarchie bianche e favorito una scuola ispirata a principi di uguaglianza e di riflessione sull’identità nazionale. Paradossalmente con le elezioni democratiche del 1980 e i governi che ne seguirono, la popolazione assiste al fallimento di un abbozzo di progetto nazionale che negli anni ‘60 aveva consentito di immaginarsi la fine dei capitalismi feroci, l’accesso a un’educazione di buon livello, una sopravvivenza dignitosa per le classi operaie e contadine e una possibilità di risparmio per la classe media. La china sulla quale il Perù iniziò da allora a scendere avrebbe condotto, oltre alle ben note derive economico-sociali del neoliberalismo, rese più gravi dalla marginalità del paese sulla scena mondiale, all’insorgere di un feroce conflitto interno, intrinsecamente connesso con le questioni etnico-culturali tuttora irrisolte in un paese fondato sulla negazione razzista delle culture originarie. Alla percezione oscura di un futuro che precludeva ai più giovani il diritto allo studio e al lavoro si sommava l’atmosfera di caduta verso una vera e propria spirale di violenza in cui il paese stava incorrendo. I movimenti eversivi MRTA (Movimiento Re-
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volucionario Tupac Amaru), ma soprattutto Sendero Luminoso, entrato in clandestinità alla fine degli anni ‘80, che avevano suscitato in un primo momento un cauto interesse scivoleranno negli anni a seguire in strategie del terrore con l’esecuzione sistematica di masse contadine accusate di collaborare con lo Stato ed anche omicidi mirati di esponenti di organizzazioni umanitarie; avevano stretto, inoltre, alleanze con il narcotraffico e i loro attentati si concentravano sempre più verso la capitale, utilizzando la tecnica delle autobombe. Nel momento in cui il governo abdicava alla sua funzione civile lasciando mano libera all’esercito per feroci misure repressive e, con la dichiarazione dello stato di emergenza, consentiva alle forze dell’ordine la reclusione e l’eliminazione dei sospetti, ai giovani di quella generazione toccò in sorte di familiarizzare con l’idea della morte, intellettuale e civile quando non fisica . Il gruppo Kloaka si forma nel 1982 in un bar di un quartiere povero di Lima e dopo una serie di riunioni decide di agire la realtà politico-sociale del tempo senza risparmiarsi il degrado da cui si vede circondato, ma anzi con la nitida coscienza di produrre poesia dall’inferno di Lima. Nessun nichilismo nella loro proposta, dubbi e timori questo sì, con una sorta di ingenuità nel percorrere le vie del desiderio, della liberalizzazione sessuale e dell’uso degli stupefacenti, intesi come risposta liberatoria e vitale a uno stato che negava la vita. La tendenza anarcoide si univa, a tratti, con un preciso impegno politico-sociale espresso in un pronunciamiento (U. J. Zevallos Aguilar: 2002, 80) del febbraio 1983 dove, all’ultimo punto, il gruppo si autoproclama conciencia vigilante nell’osservazione della realtà contemporanea del paese, nella denuncia della sofferenza personale e sociale inflitta dal sistema politico, e si dichiarano 1) Per un’analisi del Movimento Kloaka nel contesto politico-sociale degli anni ‘80 vedere gli studi di José Mazzotti (2002), di Ulises Juan Zevallos Aguilar (2002 e 2009) e di Paolo de Lima (2003).
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infine portatori di una loro proposta di liberazione. I testi venivano letti pubblicamente durante serate di poesia e musica cui partecipavano non solo studenti universitari ma anche gruppi musicali e in particolar modo quelli che aderivano all’ondata del rock subterráneo, abbreviato poi semplicemente come subte, che identifica in Perù un genere musicale estremamente composito nato negli anni ‘80 dall’adattamento del punk e dello ska alla sensibilità locale. Nella percezione di una Lima metropolitana, meta e laboratorio delle alluvioni migratorie provenienti soprattutto dalle zone interne di conflitto e di terrore, dove si scontrano e si emulsionano i contrasti politici e culturali del paese dando vita a nuove espressioni culturali, s’insinua, per i poeti degli anni ‘80 e il loro pubblico, l’immagine di un universo sotterraneo. La cloaca diventa metafora di raccolta, decomposizione e ricomposizione degli elementi deteriori generati dal “sistema”. Uno spaccato di vita ignorato, detestato e considerato complice della violenza da quella parte di società che, alla luce del sole, preferiva chiudere gli occhi sulle responsabilità istituzionali del degrado quando non le avallava apertamente. Come risposta i Kloaka presentano una serie di rivendicazioni, la negazione dell’individualismo e dell’ingiustizia sociale, la proposta di forme comunitarie di convivenza liberate dalle alienazioni borghesi, l’emancipazione degli operai e dei contadini e la ripresa del tema surrealista dell’amour fou, con quell’alternanza d’impegno e dimensione utopica che caratterizza gli impeti rivoluzionari giovanili dalle avanguardie in poi. Rifiutavano inoltre con un’attitudine tipica anch’essa di chi si percepisce sulla soglia dei tempi, la letteratura precedente, soprattutto la più prossima, affatto incisiva nell’osservazione critica della realtà peruviana. Ed è in questa chiave che va interpretata la messa in atto di un recital nel bar limegno La Catedral, organizzato per riappropriarsi di un luogo frequentato dai settori marginali della popolazione ma divenuto celebre scenario di uno dei romanzi
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più famosi di Mario Vargas Llosa, l’autore che più di altri rappresenta e sostiene in Perù l’immagine istituzionale della cultura. Al disincanto generalizzato e alla visione di una società disgregata corrisponde letterariamente uno stile volto all’infrazione della linearità poetica. Non è casuale il segno di riconoscimento verso uno dei maggiori innovatori del linguaggio poetico in lingua spagnola del 900; i membri del gruppo kloaka dedicano, infatti, a César Vallejo un manifesto dal titolo dirompente Vallejo es una pistola al cinto, al cui primo capoverso si legge: “Es decir: no atender sino a las bellezas estríctamente poéticas, sin lógica, ni coherencia, ni razón ” (U. J. Zevallos Aguilar: 2002, 89) . La dichiarazione programmatica sancisce, per altro, un netto distanziamento dal registro narrativo-colloquiale che nutre dalle prime decadi del Novecento in America latina un ricco filone di poesia vicino alle questioni politico-sociali. Nelle poesie di Domingo de Ramos le espressioni colloquiali, ma ancor più la lingua degli ambienti marginali, con interferenze del sostrato quechua a marcare volutamente la provenienza dai settori di popolazione emigrate, il linguaggio usato dai giovani, mutuato spesso dal gergo dei consumatori di droghe, veicolano con ritmo incessante un alto livello metaforico che si muove tra allucinazione e riferimenti colti. La lingua che si parla a Lima dopo la mezzanotte, in una felice definizione di Róger Santivañez, un altro componente del gruppo, si inserisce per la prima volta nel circuito letterario a cui l’autore accede con una sorta di voracità. Un’ansia di divorare e metabolizzare gli aspetti formali della poesia colta per piegarli all’espressione di una realtà limegna completamente 2) Ossia non considerare altro che le bellezze strettamente poetiche, senza logica, né coerenza, né ragione. 3) Insieme all’aymara la lingua parlata dalle popolazioni autoctone nelle zone andine.
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emarginata dalle logiche della cultura ufficiale dei quartieri bene smascherati nella loro tendenza a rinchiudersi in gabbie dorate, che aumenta nelle ultime raccolte con testi che possono risultare sovradimensionati nella lunghezza e nel turbinio delle immagini. I primi libri proiettano, ad iniziare dagli stessi titoli Arquitectura del espanto e Pastor de Perros , i lettori al centro del clima di violenza e di marginalità con una capacità che resterà costante di resa da dentro di quel mondo, una sorta di realismo ottenuto con procedimenti che tradizionalmente gli sono estranei. Il taglio avanguardistico delle poesie, la disposizione tipografica indirizzata a produrre effetti visivi, che ricorda in Perù la sperimentazione di Carlos Oquendo de Amat , si uniscono con un costante sovvertimento dell’ordine narrativo e un immaginario onirico e visionario, in cui risuonano i riferimenti più disparati dai classici della musica, ai personaggi dei videogiochi, dei manga giapponesi. Nella poesia Su cuerpo es una isla en escombros il cronista indigeno Felipe Guamán Poma de Ayala che nella sua Nueva Corónica y Buen Gobierno del secolo XVI ha lasciato un documento unico sulla conquista e colonizzazione del Perù da una prospettiva indigena, è assimilato a un moderno manovale che lavora alla costruzione di Machu Picchu come fosse un cantiere, a un venditore ambulante, a un attentatore imbottito di tritolo che finisce come uno dei tanti desaparecidos dell’America latina o un indigeno vittima di massacri collettivi, mentre la Coca-Cola cerca di appropriarsi della sua immagine. Nel sottofondo risuonano precisi riferimenti, come la feroce repressione del 1986, delle rivolte di detenuti sospettati di terrorismo, che aveva provocato circa 300 vittime. Una cor4) Architettura del terrore e Pastore di cani. 5) Pubblicato in italiano nel quaderno quarto di “In forma di parole” del 2002 con il titolo 5 Metri di poesia.
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nice mitologica e un apparato di immagini proveniente dal mondo indigeno e meticcio, rielaborate in chiave visionaria, consentono il trasferimento degli abusi inflitti nel periodo coloniale dalla Corona di Spagna sulle vittime moderne della violenza in Perù. Coloro che detengono la giustizia e le forze dell’ordine vengono identificati come la controparte, il nemico, nel componimento Banda nocturna dedicato ai guerrieri degli anni ‘80: un girovagare notturno tra le ansie di un mondo giovanile sottoposto allo sbandamento, accerchiato dalla violenza e dalla polizia e a cui non restano altro che le macerie o fuggire dalla città. Il riferimento a Sarita Colonia, fenomeno di religione popolare, non riconosciuta dalla chiesa ma considerata in Perù patrona dei poveri, affiancata nella poesia al mondo della droga e al rock ‘n’ roll, rende la tendenza delle identità emergenti a creare icone pop attorno cui riconoscersi. Ma è un pop che per Domingo de Ramos confluisce in un mondo a rischio degenerazione, con un brivido estetico, come nel momento in cui svanisce la bellezza o si brucia una gioventù, reso nella chiusa della poesia dove l’ultimo verso del celebre sonetto di Góngora Mientras por competir con tu cabello, è preso a prestito e reso graficamente come climax discendente a sottolineare la possibile caduta. Di citazioni colte disseminate in mezzo a riferimenti popolari e giovanili è ricca la scrittura di Domingo de Ramos, contribuendo assieme al mescolarsi dei codici linguistici della popolazione emigrante con il registro colto alla creazione di inediti effetti polifonici nella letteratura peruviana. All’interno di questa nuova voce la percezione della violenza è descritta utilizzando un procedimento empatico che conduce al fulcro generativo della crudeltà per poi uscirne e renderne conto. Come in Clímaco, l’assassino col martello protagonista di un triste fatto di cronaca del 2001, testo in cui il lettore si trova sbalzato fin dentro la mente di chi compie il delitto, dalla ricostruzione del suo immaginario al momento in cui
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alza il braccio per colpire. La poesia che appare in una raccolta del 2009 (la Commissione della Verità e della Riconciliazione doveva indagare sui responsabili delle vittime del conflitto interno peruviano e aveva già pubblicato la sua relazione finale) è dunque un momento di riflessione anche sulla perversità del ciclo della violenza in un paese fondato su un atto di dominio e di negazione brutale. In questi meandri indaga Domingo nelle sue ultime produzioni, traghettando i lettori nella realistica e visionaria percezione di una Lima la horrible , senza essere un gangster né un buon samaritano, come scrive nella poesia in cui si immagina alla guida della combi, uno dei più popolari mezzi di trasporto pubblico nel caos della metropoli. E mentre i passeggeri sono condotti “a destinazione, se ne avessero una” assistiamo con il ritmo del traffico latinoamericano al delinearsi di una città e dei suoi abitanti con sentimenti di attrazione e repulsione. Le frequenti visioni ricche di elementi eterogenei, non permettono un distacco, ancorate come sono a un ritmo che tiene inchiodati alla strada e segnano le tappe di un viaggio nell’immaginario di un poeta attraverso un ambiente urbano di cui subiamo il sordido fascino. Non c’è solo degrado e violenza, con le loro risonanze estetiche, nei testi dell’antologia che presentiamo. I sentimenti familiari sembrano fluire solo nel momento in cui vengono negati e l’amore, con una polarità acerba di erotismo e ingenuità, costituiscono l’altra faccia. “Lo stesso dolore vuoto che non ho mai sentito”. La citazione è da NN, acronimo di nomen nescio, titolo della poesia dedicata ai sentimenti: una serie di incontri mancati nel tentativo di andare a trovare la madre malata, liberano il flusso della memoria attraverso la quale riecheggiano le canzoni in lingua quechua ascoltate da bambino, che individuano il mondo indigeno di provenienza e 6) Titolo di un libro di Sebastián Salazar Bondy del 1964.
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ne sottolineano la tenerezza. L’io poetico si mette a nuovo con un vestito noleggiato, ma non ci saranno visite al letto d’ospedale, solo l’affiorare dei racconti di terrore che da piccolo facevano correre il poeta nella camera della madre; e i fiori saranno portati da un altro. Intenzioni non realizzate che si trasformano in linguaggio poetico mentre il tracciato dell’elettrocardiogramma diventa una bella lettera mai scritta, con la stessa capacità visionaria con cui Carlos Oquendo de Amat nella poesia New York era capace di scorgere linee scritte dall’amata nel traffico della città. Inefficaci risultano la fredda strumentazione medica e le medicine nell’indagine e nella cura dei sentimenti filiali, delle angosce di attesa o del pressante senso di orfanezza. Inevitabile, anche in questo caso, il rimando alle due voci di ascendenza andina che hanno attraversato il periodo delle avanguardie, coniugando il ricordo della figura materna e la sua centralità nelle società indigene o meticcie, con la modernità: César Vallejo e il poeta dei 5 metros de poemas. Un’emozione per finire è quella che l’autore dedica ai suoi amori pop accompagnati dalla musica peruviana che si ascolta nei quartieri poveri, fatta di fusioni andine con sound moderni, e poi birra e rum a basso costo. La libertà sessuale proclamata nei manifesti prende forma in atti di erotismo ma descritti con voyeurismo straniato che richiama alla mente dell’autore riferimenti colti come le prospettive picassiane, i disegni giapponesi, il paradiso miltoniano. Stanze di alberghi ad ore, lenzuola aggrovigliate, pavimenti dove si liberano pulsioni che hanno il suono “di una rozza chitarra sotto il ventre”. Entra in gioco la natura dirompente di animali selvaggi, di fiumi in piena, come se fosse possibile discostarsi a tratti dal torbido ambiente urbano per esaltare una sensualità libera e sfrenata. Seguono solitudini cariche di tensione, le chat negli internet point, le foto come poster erotici ma anche “ricordi quadri belli come quello di una donna che fa l’amore da sola”. Gli odori di
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quartiere popolare, i giacigli poveri nei pueblos jóvenes, che in Perù identificano eufemisticamente il corrispettivo delle favelas brasiliane, fanno da sfondo a relazioni narrate con un alto sistema metaforico e in cui l’amore con disincantata consapevolezza può “passare purissimo alla degenerazione del nulla” o è servito come “una finzione nel piatto caldo della tua tavola”. “Ho un amore appena” dice il poeta nella poesia Banda nocturna, che non serve a calmare l’ansia di giorni passati nel fumo dei lacrimogeni e di giovani notti sottratte da chi ha “fottuto” una generazione cresciuta tra desiderio e coprifuoco. Riccardo Badini
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Bibliografia
Opere di Domingo de Ramos Poesía, Parigi, Kloaka Internacional, 1986. Arquitectura del espanto, Lima, Asaltoalcielo editores, 1988. Pastor de perros, Lima, Asaltoalcielo editores / Colmillo blanco, 1993. Luna cerrada, Lima, Asaltoalcielo editores, 1995. Ósmosis, Lima, Ediciones Copé, 1996. Las cenizas de Altamira, Lima, Editorial La noche, 1999. Erótika de klase, Lima, Ediciones El Virrey, 2004. Pastor de Perros, Lima, Estruendo mudo, 2006. Dorada Apocalypsis, Lima, Intermezzo Tropical y Tranvías Editores, 2009. Critica Ronchez, Vladimir. “En la Kloaka. Una revolución poética que nace en los desagües”, Caretas 747, 1983. Chueca, Luis Fernando. “Consagración de lo diverso. Aproximación a la poesía peruna del 90”, Lienzo 22, Lima, 2001. Mazzotti, José Antonio. Poéticas del flujo, Lima, Fondo Editorial del Congreso del Perú, 2002. Zevallos Aguilar, Ulises Juan. Kloaka, 20 años después, Editorial Ojo de Agua, 2002. de Lima, Paolo. “Violencia y “otredad” en el Perú de los 80: de la globalización a la “Kloaka””, Revista de Crítica Literaria Latinoamericana, a. 29, n.58, Poesía y Globalización, 2003. Carta Federica. "Poesia e violenza nel Perù della "guerra sucia"" Cagliari, Tesi di
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Laurea, 2007 (http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=19550). Zevallos Aguilar, Ulises Juan. “Pensamiento crítico y necropolítica en el Movimiento Kloaka”, Revista Canadiense de Estudios Hispánicos, vol. 34.1, 2009 (http://fis.ucalgary.ca/ACH/RCEH/34/ZEVALLOS.pdf ). Bernardoni Rodja. "l'identità e la memoria. Scrittura e violenza nella letteratura peruviana negli anni del conflitto interno", Pisa tesi di dottorato, 2010, (http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06292010-170321/). Pau, Stefano. "Conflitti culturali in Perù: La letteratura della violenza ed altre rappresentazioni artistiche della "guerra sucia", Cagliari, Tesi di Laurea, 2009.
Nota sulla traduzione
Non esiste in italiano un linguaggio settoriale giovanile così diffuso e condiviso come quello limegno, anche il gergo che ruota intorno al mondo della droga si differenzia spesso nelle varianti regionali alle quali non mi è parso opportuno ricorrere. Ho affrontato i problemi di questo tipo restando nell’ambito di un italiano standard senza elevare il registro dei testi. Ho prestato attenzione al ritmo incessante dei versi che ho mantenuto. La mancanza di accordo nel genere e nel numero, dovuta nei testi originali all’influenza della lingua di sostrato, è stata mantenuta solo quando la resa in italiano produceva un leggero effetto straniante. Produrre equivalenze che non esistono nella nostra realtà linguistica mi sarebbe sembrato artificiale. Ho mantenuto le parole in quechua, aggiungendo le note così come parte del lessico popolare peruviano quando risultava evocativo. Titoli di canzoni o film in altre lingue straniere sono stati tradotti o lasciati in lingua originale secondo l’uso corrente italiano.
Le immagini fotografiche (Domingo de Ramos e Lima) sono di Riccardo Badini.
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Domingo de Ramos
LIMA
pop
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Su cuerpo es una isla en escombros
Vuela 1500 o 1600 Huamán Poma de Ayala nos cuenta de sus amoríos de sus vísceras recientemente disecadas para nuestro museo en nuestros textos de historia Huamán Poma con su antigua indumentaria representa una casta de artículos para el turismo y las razas sociales y económicas en la tierra que ahora pisa y sus dibujos y la crónica se pueden leer en los noticieros y también lo anuncian por la Coca Cola en un periódico de izquierda Huamán Poma habla quechua vende diarios y papas trabaja en una construcción como la de Macchu Picchu Prepara su estrategia de cómo inmolarse ante el sol con una carga
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Il suo corpo è un’isola in rovina
Vola 1500 o 1600 Huamán Poma de Ayala ci racconta dei suoi innamoramenti delle sue viscere da poco disseccate per il nostro museo nei nostri testi di storia Huamán Poma con i suoi antichi indumenti rappresenta una classe di articoli per il turismo e le razze economiche e sociali sulla terra dove oggi cammina e i suoi disegni e la sua cronaca si possono leggere sui notiziari e in un giornale di sinistra lo annunciano come la Coca Cola Huamán Poma parla quechua vende giornali e patatine lavora nei cantieri come quello di Macchu Picchu Prepara la sua strategia su come immolarsi davanti al sole con una carica
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de TNT en los costados sin antes darse un paseo por el centro de Lima intentándolo en la Torre pero duda de acertar su objetivo y toma un microbús para irse al mar que acaba de conocer y que le da mareos y vomita toda la cerveza mientras bailaba chicha con su chica en un cortamontes de donde pendían las cabezas de los que murieron en 1986 aproximadamente cuando cayó el imperio por el virrey de Lurigancho Y ese día lo tuvo entre las manos La mar una serpiente salada que volaba entre las nubes Que coronaba su cabeza monolítica Y montó en cólera e hizo un mural al Dios Sol y el mundo volvió a nacer entre los despojos que salían de las brasas El Sol preguntó averiguó su paradero
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di dinamite sulle costole senza perdersi prima una passeggiata nel centro di Lima provandoci dalla Torre ma dubita di centrare il suo obiettivo e prende un autobus per andarsene al mare che vede per la prima volta e che gli dà nausea e vomita tutta la birra mentre ballava musica chicha1 con la sua ragazza in un cortamonte2 dove erano appese le teste di quei morti più o meno del 1986 quando cadde l’impero a causa del vicerè di Lurigancho3 E quel giorno lo teneva tra le mani Il mare un serpente salato che volava tra le nuvole Che coronava la sua testa monolitica Gli montò la collera e disegnò un murale per il Dio Sole e il mondo riprese a nascere tra le macerie che uscivano dalla cenere Il Sole chiese e verificò dove era finito
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se enteró que lo apresaron por las cercanías del palacio ató sus cadenas en las columnas iluminó sus bóvedas oscuras donde un pulpo estrangulaba una presa y lo devoró pero Huamán Poma fue torturado vaciado al mar depositado en una fosa y finalmente su cuerpo es una isla en escombros.
(Arquitectura del espanto, 1988)
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seppe che era stato incarcerato nelle vicinanze del palazzo legò le sue catene alle colonne illuminò le volte oscure dove un polpo strangolava la sua preda e lo divorò ma Huamán Poma fu torturato buttato in mare gettato in una fossa e alla fine il suo corpo rimase come un’isola in rovina.
1) La musica chicha è stato un fenomeno popolare nel Perù degli anni 80’. Si trattava di una fusione di musica cumbia, rock con influenze di musica melodica andina tradizionale. 2) Festa tipica della zona andina che si celebra una volta all’anno e dove si balla intorno a un albero carico di doni. 3) Nelle carceri di San Juan de Lurigancho, El Frontón e nel penitenziario femminile di Santa Barbara (provincie di Lima e Callao) nel 1986 insorsero i carcerati accusati di terrorismo, la repressione messa in atto dalla polizia e dall’esercito provocò quasi trecento vittime.
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NN
Hoy viernes he salido de casa Compré lo necesario / alquilé un traje / para estar lejos del individuo de los días anteriores Cómo explicarte Si José fue a llevarte flores al hospital donde reposas con tu cabeza cana que ya no acaricio o que me acariciabas siendo yo un pequeño animal entre tus brazos Hoy viernes los periódicos anuncian catástrofes pero la mía es aún el doble doble como una moneda que tiene el mismo peso las caras distintas el mismo dolor vacío que nunca sentí Estoy seguro que en el hospital no me anuncian nada nuevo ni nada viejo nada de lo que hoy
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NN
Oggi venerdì sono uscito di casa Ho comprato l’indispensabile / ho noleggiato un vestito / per starmene lontano dall’individuo dei giorni anteriori Come spiegarti Se José è stato a portarti i fiori all’ospedale dove riposi con la tua testa bianca che ormai non accarezzo o che mi accarezzavi quando ero un piccolo animale tra le tue braccia Oggi venerdì i giornali annunciano catastrofi ma la mia è anche doppia doppia come una moneta che ha lo stesso peso due facce diverse lo stesso dolore vuoto che non ho mai sentito Sono sicuro che all’ospedale non mi diranno niente di nuovo né niente di vecchio niente di quello che soffro oggi
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padezco ni siquiera grabado en el electrocardiograma que tranquilamente puede ser una hermosa carta que nunca escribiste ni la radiografía puede captar lo hueco que es esta angustia de la espera Como los posibles litros de dextroza que purificarán tu cuerpo y vuelva tu voz como dos arroyos que se juntan desde la cocina hasta la calle donde yo jugaba un partido de fulbito Hoy viernes pude irme tranquilamente a visitarte y seguramente no te hallaré no encontraré rastro alguno que me conduzca a tu lecho como cuando de pequeño corría a tu cuarto espantado por el terror que me causaban tus cuentos de la medianoche Ya no te hallaré con tus manos blancas tratando de dibujar algún pájaro que imitabas en tu canto como los cantos en quechua que acompañabas con tu mágica guitarra / violín o arpa que desconocía
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nemmeno registrato da un elettrocardiogramma che tranquillamente può essere una bella lettera che non hai mai scritto né la radiografia può captare il vuoto che è questa angoscia dell’attesa Come i possibili litri di destrosio che purificano il tuo corpo e torni la tua voce come due ruscelli che si uniscono dalla cucina alla strada dove giocavo una partita di calcetto Oggi venerdì potevo venirmene tranquillamente a visitarti e sicuramente non ti incontrerò non troverò nemmeno una traccia che mi conduca al tuo letto come quando da piccolo correvo nella tua stanza spaventato dal terrore che mi provocavano i tuoi racconti di mezzanotte Ormai non ti troverò con le tue mani bianche che cercavano di disegnare un uccello che imitavi nel tuo canto come le canzoni in quechua che accompagnavi con la tua magica chitarra / o violino o arpa che non conoscevano
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mis oídos y mi lengua Madre Hoy viernes espero verte como en mi eterno sueño te veo a través de la ventana venir apacible alta y moza como el canto de las aves en medio de la aurora que se destiñe detrás de la puerta.
(Arquitectura del espanto, 1988)
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le mie orecchie e la mia lingua Madre Oggi venerdÏ spero di vederti come nel mio eterno sogno ti vedo attraverso la finestra arrivare calma alta e ragazza come il canto degli uccelli nel mezzo dell’aurora che si stinge dietro la porta.
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Caída de un adolescente A Jhonny Peñaranda Muerto en San Juan de Miraflores en el paro del 19 de julio de 1977
Aquella mañana depositamos nuestros pocos huesos sobre la mesa cubriéndola con un mantel bordado con nuestros nombres estaban tan secos como tallos de maíz después de la cosecha astillados, como el cristal roto por el frío No había nada nada salvo las vasijas lavadas con sangre y humedad que se filtraba en la piel jironeada inerte en el polvo ¿He muerto igual que tu? ¿He debido sobrevivir a tu muerte? Te siento demasiado alto El hombre, el que yace aquí entre nosotros con su rostro de tierra y sus costillas de barro apareó con la muerte aquí, con el corazón destrozado
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Morte di un adolescente A Jhonny Peñaranda morto a San Juan de Miraflores nello sciopero del 19 luglio 1977
Quella mattina abbiamo depositato le nostre poche ossa sulla tavola coperta da una tovaglia con i nostri nomi ricamati erano così secche come stoppie di granturco scheggiate, come il cristallo rotto dal freddo Non c’era niente niente salvo stoviglie lavate con sangue e umidità che filtrava nella pelle straziata inerte nella polvere Sono morto come te? Mi è toccato sopravvivere alla tua morte? Ti sento troppo grande L’uomo, quello che giace qui tra di noi col suo volto di terra le sue costole di fango ha pareggiato con la morte qui con il cuore spezzato
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caído en la mañana con sus pulmones aplastados por el viento no habla / no grita encogido / frío arrastrando un río a la deriva (voces en la radio extrañas y lejanas la vida partiendo volviendo como sombras de eclipse) Nuestra piel rodando / nuestros cuerpos rodando el mundo rodando el fuego muerto apretujando tu pecho los colores inmóviles / tus ojos quietos tu cuerpo suspendido en la lluvia Mírame no duermas mira el centelleo del sol batiéndose con la noche los perros se nos acercan huye dentro de mí No odies a tu prójimo ódiate a ti mismo no odies a tu cuerpo que te abandona en la orilla
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caduto di mattina con i polmoni schiacciati dal vento non parla / non grida contratto / freddo trascinando un fiume alla deriva (voci alla radio estranee lontane la vita che va e torna come ombre di eclisse) Ruota la nostra pelle / ruotano i nostri corpi ruota il mondo il fuoco morto che opprime il tuo petto i colori immobili / i tuoi occhi quieti il tuo corpo sospeso nella pioggia Guardami non dormire guarda lo scintillio del sole che combatte con la notte i cani ci si avvicinano fuggi dentro di me Non odiare il tuo prossimo odia te stesso non odiare il tuo corpo che ti abbandona sulla riva
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no albergues la maldición que entre dientes pronunciaste estate puro / en paz La mañana el viento pesado tu desaparición ante mis ojos te vi caer como un río sobre la ribera rota Mi alma ha muerto y mi cuerpo le sobrevive el tiempo se agita para tragarme hay tanta gente arremolinada enjambrados / mirando cómo la peste se cuaja en las esquinas y los muchachos del barrio que maldicen apedrean con sus rugidos desechos en el pavimento corren como turba de fuego en círculo / sin fronteras no hay muros / sangrantes no vacío / hay gravedad / hay planicie donde brotan imágenes muertas o tiernos dientes bajo los pies
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non accogliere la maledizione che tra i denti hai pronunciato stai puro / in pace La mattina il vento pesante la tua scomparsa davanti ai miei occhi ti ho visto cadere come un fiume sulla riva rotta La mia anima è morta il mio corpo le sopravvive il tempo si agita per ingoiarmi c’è tanta gente vorticante un vespaio / guardando come la peste coagula agli angoli delle strade e i ragazzi del quartiere che maledicono e tirano pietre con le loro urla sfatte sul pavimento corrono come branco di fuoco in cerchio / senza frontiere non ci sono muri / sanguinanti non vuoto / c’è gravità / pianura dove sbocciano immagini morte o teneri denti sotto i piedi
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Oh muerte por el fuego (el humo azulísimo que oculta como persianas perezosas la ventana cuando desnudas tu rosado cuerpo) Vamos, levántate tomemos esta calle siempre al sur siempre mientras la policía orienta sus sabuesos a otra calle te invitaré un café para el frío Si quieres un paseo a las doce en la avenida Pachacútec o a esta casa donde los muertos resplandecen como un cielo Y aquella mañana depositamos nuestros pocos huesos sin una sola luz que limpie las alcantarillas.
(Arquitectura del espanto, 1988)
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Oh morte per fuoco (il fumo blu intenso che nasconde come pigre persiane la finestra quando spogli il tuo corpo rosa) Andiamo, alzati prendiamo questa strada sempre a sud sempre mentre la polizia dirige i suoi segugi verso un’altra strada ti offrirò un caffè per il freddo Se vuoi una passeggiata a mezzanotte nel viale Pachacútec o in questa casa dove i morti risplendono come un cielo E quella mattina abbiamo depositato le nostre poche ossa senza una sola luce che pulisse le fognature.
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Tiempo sin rostro
La recuerdo la avanzada edad sobre su piel mojada sus cabellos de metal podrido bajo la tierra y sus grandes ojos de abismo La recuerdo rompiendo incesantemente su imagen como las rocas que sucumben contra las rocas el vuelo de su falda trayendo el hedor del barrio arrastrando algo de mí un aliento retenido un frío nocturno después de la muerte La he visto con la pesadez de los años que muy pocos cargan en la nuca ida / descifrada a veces como catarata en medio de las calles inmensamente bella friccionando sus caderas contra los árboles como un tornado de madera que silenciosamente avanza
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Tempo senza volto
La ricordo l’età avanzata sulla pelle bagnata i capelli di metallo corroso sottoterra e i suoi grandi occhi di abisso La ricordo che rompe continuamente la sua immagine come rocce che soccombono contro le rocce lo svolazzare della gonna che portava con sÊ il fetore del quartiere trascinando qualcosa di me un respiro trattenuto un freddo notturno dopo la morte L’ho vista con la pesantezza degli anni che pochi caricano sulla nuca decifrata / andata a volte come una cascata in mezzo alla strada immensamente bella sfregando i fianchi sugli alberi come un tornado di legno che avanza silenziosamente
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retrocede salta cae en luz rodando por las escaleras de un mar encrespado derrumbándose en mi pecho y la retuve inmóvil sitiada por mil preguntas sobre su vida y le dije tierra pálida turbulento tiempo que sepulta lentamente la esperanza donde no hay existencia polvo muerto sin gemido que remueva las aguas y haga girar los años.
(Arquitectura del espanto, 1988)
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retrocede salta cade in luce rotolando per le scale di un mare increspato crollando sul mio petto e l’ho trattenuta immobile assediata da mille domande sulla sua vita e le ho detto terra pallida tempo turbolento che seppellisce lentamente la speranza dove non c’è esistenza polvere morta senza un gemito che smuova le acque e faccia girare gli anni.
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Banda nocturna A los guerreros del 80
Bajo la noche transparente arden las veredas parpadean los faros sobre los sucios blue jean de los jóvenes que se extravían entre esquinas y parques claroscuros y negras casacas entre brumas fosforescentes y blanquísimos cráneos dientes rubios y dedos rubios escarchados por la yerba Sus miradas brillan como hebillas de plata llenan los tambores las plazas bañadas en aceite y policías de felpa Por la noche salgo En el día huelo a gases lacrimógenos la multitud me absorbe en sus paltas pero me detengo en las claridades del mundo para respirar sin un cigarrillo en los labios / el frío me congela los miembros y no hay sitios donde descansar para ver las rojas hormigas cargando huesos migajas de pan / todo está cercado por fieras exhaustas solitarias bancas / roto por el silencio y ese cascarón azul que me separa de ti oh raquítica tierra mi cuerpo es sólo fugaz y opaca estela de locura
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Banda notturna Ai guerrieri degli anni ‘80
Sotto la notte trasparente ardono i marciapiedi lampeggiano i fari sugli sporchi blue jeans di giovani persi agli angoli delle strade e parchi chiaroscuri e giubbotti neri tra nebbie fosforescenti e bianchissimi crani denti gialli e dita gialle che brillano per la maria I loro sguardi luccicano come fibbie d’argento riempiono di tamburi le piazze bagnate d’olio e poliziotti di pezza Di notte esco Di giorno odoro di gas lacrimogeno La moltitudine mi assorbe nei suoi casini mi trattengo però nei chiarori del mondo per respirare senza una sigaretta tra le labbra / il freddo mi congela le membra e non c’è un posto dove riposare per vedere le formiche rosse che trascinano ossi molliche di pane / tutto è circondato da fiere esauste panchine solitarie / rotto dal silenzio e questo guscio blu che mi separa da te oh terra rachitica il mio corpo è solo fugace e opaca scia di pazzia
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en el orden natural eterno polvo sin entierro Y esas flores y esos muchachos seducidos por el polvo por el orden ¡Oh los apestados de este siglo! América es un Ácido, allí hay miles de angustiados La ley es cruel me dicen los que no sobrevivieron a esta guerra inconclusa donde mi banda de leñadores se dedicó a demoler las gordas columnas de la Justicia, donde quedaron sólo tus enormes muslos / oh Cecilia / tus nalgas / tu rostro de penca y un boquete en el corazón luego de enfrentar a la policía con un ejército de metales retorcidos que fueron nuestros huesos después del incendio sobre una autopista irreal donde aún palpitaban y se desangraban los tibios corazones de los caballos que cayeron antes que nosotros a pesar de su inocencia / de sus fuertes músculos de su destreza para eludir las dificultades que ahora soportamos cuando las tinieblas reinan y el pánico de las bestias que rastrillan / se aproximan calle por calle / zona por zona cubiertas con los adolescentes cuerpos de mi pandilla que ha saboreado la catástrofe antes que el sol borre los resquicios y los escombros
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nell’ordine naturale eterna polvere senza sepoltura E questi fiori e questi ragazzi sedotti dalla polvere bianca dall’ordine Oh gli appestati di questo secolo! L’America è un Acido e migliaia di disperati La legge è crudele mi dicono quelli che non sono sopravvissuti a questa guerra inconclusa dove la mia banda di spaccalegna si dedicò a demolire le grosse colonne della Giustizia, dove restarono solo le tue enormi cosce / oh Cecilia / le tue natiche / il tuo viso come una pala di cactus e un orifizio nel cuore dopo aver affrontato la polizia con un esercito di metalli contorti che erano le nostre ossa dopo l’incendio su un’autostrada irreale dove ancora palpitavano e sanguinavano i tiepidi cuori dei cavalli che caddero prima di noi nonostante la loro innocenza / i loro muscoli forti la loro abilità nell’eludere le difficoltà che ora sopportiamo con le tenebre che regnano e il panico delle bestie che rastrellano / si avvicinano strada per strada / zona per zona coperte con i corpi adolescenti della mia banda che ha assaggiato la catastrofe prima che il sole cancelli le spaccature e le macerie
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a que fuimos sometidos ¡Oh el deslumbramiento del horror! Mejor será largarnos de esta ciudad a la que nunca pertenecimos y ya no tengo banderas ni multitudes Estoy perdido entre los edificios entre las calles y bocacalles entre los cerros y basurales deambulando con tu imagen impregnada en mi mente (y tú Sarita eres como un rockanrol en mi pecho oliendo a pasta que consume mi banda pensando en ti en el cielo que le ofreces por unas monedas) ¿Qué puedo hacer? Llevo un amor a secas que no me calma en el largo viaje por las suaves arenas donde te conocí oh dulce Cecilia como la chicha que cantabas para mí en aquellos tiempos en que asaltábamos golpeábamos destruíamos y culeábamos en cualquier estera bajo la tibia luna y el sereno mar que se enroscaba en tu blusa de nube / todo termina y lo han sabido nuestros enemigos / nos jodieron quitándonos la noche
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alle quali siamo stati sottomessi Oh l’abbagliare dell’orrore! Sarà meglio andarsene da questa città a cui non siamo mai appartenuti non ho più bandiere né moltitudini Sono perso tra gli edifici tra le strade e gli incroci tra montagne e discariche deambulando con la tua immagine impregnata nella mente (e tu Sarita1 sei come un rokenrol nel mio petto che sa di pasta di coca consumata dalla mia banda mentre pensa a te nel cielo che ci offri per due monete) Che ci posso fare? Ho un amore appena che non mi calma nel lungo viaggio per le morbide spiagge dove ti ho conosciuto oh dolce Cecilia come la chicha che cantavi per me in quei tempi in cui assaltavamo colpivamo distruggevamo e scopavamo su ogni suolo sotto la tiepida luna e il mare sereno che si avvolgeva nella tua blusa di nuvole / tutto finisce e lo sapevano i nostri nemici / ci hanno fottuto prendendoci la notte
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Y solo me voy quedando / aturdiéndome ante el desayuno y el responso que estoy escribiendo con dificultad por el parpadeo de la vela Estoy condenado a muerte / han arrojado mi sombra al mar Estoy divinamente desolado / mi alma se queja como un torrente y me dice expirando ¡¡¡MATATE!!! y mudas piedras rodaron Sobre las calles como una escuadra preparándome una celada a plena luz del día con guardias de tránsito y helicópteros de papel Me detienen / me botan / me organizo y vago en plazas y barrios demoliendo las gordas columnas de la Justicia mientras mi banda se aleja en tierra en humo en polvo en sombra en nada...
(Arquitectura del espanto, 1988)
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Sempre più solo / stordito di fronte alla colazione e il responso che sto scrivendo con difficoltà per il tremolio di questa candela Sono condannato a morte / hanno gettato la mia ombra a mare Sono divinamente desolato/ la mia anima si lamenta come un torrente E mi dice spirando UCCIDITI!!! pietre mute rotolarono Sulle strade come una pattuglia che mi tende un’imboscata nella piena luce del giorno polizia stradale ed elicotteri di carta Mi prendono / mi mollano / mi organizzo e vago in piazze e quartieri demolendo le grosse colonne della Giustizia mentre la mia banda si allontana in terra in fumo in polvere in ombra in nulla…
1) Sarita Colonia, una santa popolare peruviana non riconosciuta dalla Chiesa, è venerata da vari settori della popolazione ma soprattutto negli ambienti poveri e marginali di Lima. Per un approfondimento di questo fenomeno: Eduardo González Viaña, Sarita Colonia viene volando, Lima,edizioni Copé, 2004.
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Escrito en soledad
Porque nadie ha tomado en serio mi soledad de animal acorralado por el fuego mi obstinada permanencia en la vida alfarero de las horas / del tiempo que pasa irremediablemente sin pena y sin gloria en la esquina de mi barrio con mis amigos y enemigos con un sol y una luna persiguiĂŠndome como una maldita joroba yo te digo que esta noche me siento alejado de los hombres diferente inexplicablemente y tengo tantas ganas de estar solo como un poste a medianoche caminando en el silencio de los arenales suaves como tapiz de grasa pensativo encerrado en mis propias imĂĄgenes susurrando una canciĂłn transpirando bajo las sombras de los
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Scritto in solitudine
PerchÊ nessuno ha preso sul serio la mia solitudine di animale accerchiato dal fuoco la mia ostinata permanenza nella vita vasaio delle ore / del tempo che passa irrimediabilmente senza dolore e senza gloria in un angolo del mio quartiere con gli amici e i nemici con un sole e una luna che mi inseguono come una gobba maledetta io ti dico che questa notte mi sento lontano dagli uomini diverso inspiegabilmente e ho tanta voglia di starmene solo come un palo a mezzanotte camminando nel silenzio delle spiagge morbide come tappeti di grasso pensieroso rinchiuso nelle mie proprie immagini sussurrando una canzone sudando sotto l’ombra di
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edificios invertebrados que se arquean como un laberinto de luz Porque nadie ha traspasado esta piel que se escama con los años con la cual ando y dormito por el mundo ausente a los ojos de las bestias que postergan / que aniquilan la belleza del pan la belleza de la lepra horadando las quijadas mi propia belleza que es una habitación desconocida como aquellos que veo rostros partidos en una baraja de naipes en un juego en el cual todos arrojan más sombras sobre la luz sobre el silencio de un cuerpo que nunca muere no estalla no estorba el ritmo del universo ...Y EL ALMA ARAÑA
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edifici invertebrati che si inarcano come un labirinto di luce Perché nessuno ha trapassato questa pelle che si squama con gli anni con la quale vado e sonnecchio per il mondo assente agli occhi delle bestie che posticipano / che annichiliscono la bellezza del pane la bellezza della lebbra che buca le mandibole la mia bellezza che è una stanza sconosciuta come quelli che vedo volti divisi in un mazzo di carte in un gioco nel quale tutti gettano più ombre sulla luce sul silenzio di un corpo che non muore mai non esplode non intralcia il ritmo dell’universo ...E L’ANIMA GRAFFIA
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me interroga sobre el dolor y la ausencia de estos cerros Porque estos pensamientos brotan torpes como cerdos enjaulados de deslizarse a una ilusi贸n: Hombre tumbado por la soledad hombre errante / sin huella ante la historia ante la especie como las aguas que corroen las rocas en tierra 贸sea donde se esparcen donde desaparecen sin honduras / sin cimiento...
(Arquitectura del espanto, 1988)
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mi interroga sul dolore e l’assenza di queste montagne PerchÊ questi pensieri affiorano maldestri come maiali rinchiusi scivolando in una illusione: Uomo abbattuto dalla solitudine uomo errante / senza traccia di fronte alla storia di fronte alla specie come le acque che corrodono le rocce in terra ossea dove si spargono dove spariscono senza profondità / senza fondamenta...
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Como un mar encallado en el desierto
Todo está rodeado Ves hijo naciste cuando el sol era más pequeño que tu cuerpo Cuando veías que la tarde se iba y tu madre llegaba como una ronca respiración para darte la leche de etiqueta roja que lactabas como si fueran los pechos de tu madre Ah hijo viniste justo cuando las esteras ardían de calor y las banderas aún flameaban dándote la bienvenida Ahora tienes 15 años y no has estudiado pero es como si lo hubieras hecho levantando construcciones cazando pájaros corriendo por las playas como una quilla con las olas pescando en la madrugada trayendo flores en invierno vendiendo cometa en agosto Ahora hijo todo está rodeado
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Come un mare incagliato nel deserto
Tutto è circondato Vedi figlio sei nato quando il sole era più piccolo del tuo corpo Quando vedevi che la sera se ne andava e arrivava tua madre come un respiro rauco per darti il latte etichetta rossa che succhiavi come fossero i seni di tua madre Figlio mio sei arrivato proprio quando le baracche bruciavano di calore e le bandiere sventolavano ancora per darti il benvenuto Ora hai 15 anni E non hai studiato ma è come se lo avessi fatto lavorando nei cantieri cacciando gli uccelli correndo sulle spiagge come una chiglia sulle onde pescando all’alba portando fiori d’inverno vendendo aquiloni d’agosto Ora figlio tutto è circondato
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rodeado de alambres con piltrafas de aves que como un oleaje te arrebataron el aliento en una noche tan distante de la noche en que naciste mientras yo estaba arrastrando la carretilla azul recuerdas? Como el Titanic que viste en la televisión que se hundía y tú te ahogabas de sopor con la fiebre de la arena sobre tus desnudos pies Ahora todo está rodeado Menos donde descansas Tus huellas se han perdido En la falda del cerro unas lagartijas juegan haciendo hoyos y bajo la solitaria cruz hay una voz de conchas marinas que silban entre las rocas Más abajo mucho más abajo la casa que a la distancia verás como un mar encallado en el desierto.
(Arquitectura del espanto, 1988)
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circondato di filo spinato con carcasse di uccelli che in un susseguirsi di onde ti strapparono il fiato in una notte così lontana da quella in cui sei nato mentre io trascinavo la carriola blu te lo ricordi? Come il Titanic che hai visto alla televisione che sprofondava e tu affogavi di sopore con la febbre della spiaggia sui tuoi piedi nudi Ora tutto è circondato Meno che il luogo dove riposi Le tue orme si sono perse Sulla falda della montagna le lucertole giocano fanno buchi sotto la croce solitaria c’è una voce di conchiglie di mare che fischia tra le rocce Più in basso, molto più in basso la casa che da lontano vedrai come un mare incagliato nel deserto.
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A la hora del pay
I A la hora del pay caminamos bordados y transparentes por el sol arrastrando desde la cintura un remolino de piedras que se agiganta y purga nuestros cigarros alzándonos por encima de las casas bajo una luna frígida que arroja sus suaves fulgores sobre la pista que nos esqueleta y nos hace frotar los huesos contra las bancas boyando entre el sueño y el viento escarbamos el fuego el humo entrando flojo y turbio con brazas que se acuden para danzar y tocar entre los dedos en los pulmones la boca bebiendo agua seca rocío de orín y la ventruda luz del cielo acarbonando nuestras sombras con extrañas tinturas por las esquinas las calles arrojadizas embrionan su desolado huevo el acto callejero El grito de Munch eco que se deshace en el verdor del césped donde una jaba de niños tiemblan con desparramados brazos como botellas rotas La máquina avanza con las luces apagadas El corazón se contrae el pecho se despuebla un hueco en la noche A la hora del pay cuando todo se despeña en volutas de Humo se tronchan los dedos la noche que no imagina no graba no recuerda
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Nell’ora della scimmia
I Nell’ora della scimmia camminiamo trasparenti e disegnati dal sole trascinando ai fianchi un vortice di pietre che ingigantisce e raffina le nostre sigarette sollevandoci fin sopra le case sotto una luna frigida che getta dolci bagliori sulla strada che ci scheletra e ci lima le ossa sulle panchine galleggiando tra il sogno e il vento raschiamo il fuoco il fumo che entra lento e torbido con braccia che si inseguono per danzare e suonare tra le dita nei polmoni la bocca che beve acqua secca rugiada di orina e la luce ventrale del cielo che brucia le nostre ombre con strane tinte agli incroci le strade precarie germinano il loro uovo desolato un atto di strada Il grido di Munch eco che si disfa sul verde delle aiuole una gabbia di bambini tremano con braccia sparpagliate come bottiglie rotte La macchina avanza con le luci spente Il cuore si contrae il petto si libera un vuoto nella notte Nell’ora della scimmia quando tutto precipita in volute di Fumo si spezzano le dita la notte che non immagina non registra non ricorda
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y cenagoso bala el río una mentada de madre y un coro receloso de piedras de troncos caen como nuestros pies sinuosos sobre el cemento Se acoda el humo frondoso en la madrugada Es el himno nuestro himno Humo fértil que roe el muro el faro las columnas y el viento hambriento se aferra como pedúnculo en los postes cansados foviando las ruinas las calles las almas se mimetizan en tachos de basura en obreras de limpieza en casas abandonadas refugios y huecos candentes de las 12 Vadeamos la noche como un microbús atestado de cuerpos pelos y sangre y motores calientes que se van diluyendo en ruinosas hojarascas como lluvia de coleópteros ardiendo en fosas en pequeños días en pequeñas noches nuestras cabezas desgarradas en el espasmo del cemento y vimos al Pastor yendo y viniendo por calles musgosas con veredas suturadas avenidas colgadas de harapos y viejos murciélagos suspendidos y las antenas que nos deslizan con sus ondas nuestras sombras que se contornean entre paredes blancas de adobe alargándonos en los patios en senderos intransitables que se cristalizan con el frío donde florece el fresco blancor de las manos la palma como volutas de yerba hundían su perfume en los pulmones y el Pastor de perros nos guía en medio del apagón por extraños
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e melmoso bela il fiume bestemmiando la madre e un coro diffidente di pietre di tronchi che cadono come i nostri piedi sinuosi sul cemento Si appoggia il fumo frondoso nella mattina. Ăˆ l’inno il nostro inno Fumo fertile che rode il muro il faro le colonne e il vento affamato si afferra come un peduncolo ai pali stanchi foviando1 i ruderi le strade le anime si mimetizzano in cassonetti in netturbine in case abbandonate rifugi e buchi roventi da mezzanotte Guadiamo la notte come un autobus stipato di corpi peli e sangue e motori surriscaldati che si diluiscono in rovinoso fogliame come pioggia di coleotteri che ardono nelle fosse in piccoli giorni in piccole notti le nostre teste lacerate nello spasmo del cemento e abbiamo visto il Pastore che va e viene in strade muschiose con marciapiedi saturi viali di stracci appesi e vecchi pipistrelli sospesi e le antenne che ci scivolano addosso con le loro onde le nostre ombre che si delineano tra pareti bianche di fango ci allontaniamo nelle piazze per sentieri intransitabili che si cristallizzano con il freddo dove fiorisce il biancore fresco delle mani la palma come volute di erba insinua il profumo nei polmoni e il Pastore di cani ci guida dentro il blackout per strani
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linderos como un reloj de cuerda migrábamos de un lugar a otro entre los altos pastizales y la llana vereda donde no hay colores ni olores negras corrientes se llevan las bastas de los pantalones y se vicia el aire se puebla y hay uno que se agujerea la camisa otro pegado al edificio se retuerce con su perfil desnudo y otro bruto por el alcohol Los perros que a la distancia hurgan las nucas de los locos quietos arqueados toráxicos abiertas las bocas como un socavón arrastra el pulso el flujo... Penetramos sin sexo en otras calles en otras zonas punk-metal-chicha-bocacalles confusas con casas nupciales y ventanas rotas y el Pastor nos dice garrs garrs sin respirar en codeína en trance “Habrá escasez dura represión la sucia represión terruca realidad terruca salida” y una pistola para toda la noche acabará con nuestros desvelos Brumosas aves nos abren los párpados y el Pastor de perros nos vuelve a decir “Una mariposa vaga por la noche al compás del rondín de la medianoche va y viene de polvo en polvo de rosa en rosa de rojo en rojo ágil y risueña desaparece en el día en el crepúsculo me dice ciega y olvidada
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confini come un orologio a corda migravamo da un luogo all’altro tra gli alti pascoli e il pianeggiante sentiero dove non ci sono colori né odori correnti nere si prendono l’orlo dei pantaloni si vizia l’aria si popola e c’è uno che si buca la camicia un altro attaccato a un edificio con il suo profilo nudo e un altro abbrutito dall’alcol I cani da lontano frugano le nuche dei pazzi tranquilli con i toraci ad arco le bocche aperte come una galleria trascina il polso il flusso... Penetriamo senza sesso in altre strade in altre zone punk-metal-chicha-passaggi confusi con case nuziali e finestre rotte e il Pastore ci dice garrs garrs senza respirare in codeina in trance “Ci sarà scarsezza repressione dura la sporca repressione sovversiva realtà sovversiva soluzione” e una pistola per tutta la notte metterà fine alla nostra insonnia Uccelli nebbiosi ci aprono le palpebre e il Pastore di cani torna a dirci “Una farfalla vaga di notte al ritmo della ronda di mezzanotte va e viene di polvere in polvere di rosa in rosa di rosso in rosso agile ridente sparisce di giorno nel crepuscolo mi dice cieca e dimenticata
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un tabacazo para la soledad soledad para el tabacazo” El pastor de perros sobre un promontorio derruido se aleja empantanado en medio de la jauría su sombra se alarga y crece en el edificio impregnado de aceite brillando como el pelo parado de la banda y recorremos acelerándolo todo contra todo porque apresamos el rencor de la luz contra el pecho hombres babeantes sumisos por el esplendor del acero y bajo ella los hijos de la herrumbre pilosos cetrinos constantemente segregados por las leyes de tránsito y ya no confiamos en nadie hastiados como un ciclón a volarlo todo Este sucio reino que nos raja los pies nos exilia nos dopa desde sus gordos edificios las ratas mordisquean los muslos de la gente de las muchachas de apretados dientes y tetas crepusculares Oh sagrados culos del incesto con su olor corrompido en esta noche blanca donde somos potros desorejados irrumpiendo en las naves los patios más antiguos de la Urbe En esta hora en que se alarga el destierro y volvemos ya absueltos por el mismo camino mas nuestros corazones están condenados y ardiendo por el Humo y nada nos detiene el cerro es alto y grave
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pasta di coca per la solitudine solitudine per la pasta di coca” Il pastore di cani si allontana su un promontorio demolito impantanato in mezzo alla muta la sua ombra si allunga e cresce nell’edificio impregnato di olio che brilla come i capelli ritti della banda e percorriamo accelerati tutto contro tutto perché catturiamo il rancore della luce contro il petto uomini bavosi sottomessi dallo splendore dell’acciaio sotto di essa i figli della ruggine pelosi verde cedrino costantemente segregati dal codice della strada e ormai non ci fidiamo di nulla accaniti come un ciclone a buttar tutto in aria Questo regno sudicio ci spacca i piedi ci esilia ci dopa in enormi edifici i topi mordono le cosce della gente delle ragazze dai denti stretti e le tette crepuscolari Oh sacri culi dell’incesto con l’odore corrotto in questa notte bianca in cui siamo puledri indecenti che irrompono nelle navi le piazze più antiche della Metropoli In questa ora che protrae l’esilio e torniamo una volta assolti per la stessa strada ma i nostri cuori sono condannati e ardono per il Fumo e niente ci trattiene la montagna è alta e grave
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los perros suaves y fosforosos el cráneo angosto contra el mal viento afeamos hermosamente el rostro y en la hora de la llovizna destartalamos carros tiendas abarrotadas de angustia de vinosos cuerpos austeridad y la pólvora con que quemaremos el blando papel el suave tejido de Dios con sus dulces palabras oliendo a yerba a pinchazos y embalarnos por una moto o una hembra la más temida bajo las sábanas las perras con que el Pastor nos dice hagan el amor con la cola en alto y una camada de niños nos morderán hasta el cansancio Este peregrinaje memorioso feriado pegoteado en papel manteca ordenando los pasos la premonición de los encuentros de los relámpagos donde hemos escrito no sabemos por qué ni para qué la misma imagen el mismo cielo labios pastosos la mierda pastosa alucinados a que nos estalle todo anillados vertiginosos lerdos dedos entrelazándose uno tras otro sin parar se detiene el aire desasimiento y el cuerpo sin amarras retornamos a nuestras súplicas quebrados y blancos al llegar a esta cuadra larga y tibia que nos invita a morarla y hacerla nuestro territorio suelo chancroso que a la luz de la luna reconocemos como nuestros cuerpos prolongación de nuestras pisadas un hueco donde derrumbarse donde caerán también los filtros los palitos
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i cani docili e fosforosi il cranio angusto contro il mal vento imbruttiamo bellamente il volto e nell’ora della pioggia assaltiamo venditori ambulanti zeppi di angoscia di vinosi corpi austerità e la polvere con cui bruceremo la tenera carta il soave tessuto di Dio con le sue dolci parole che sanno di erba di buchi esagitati per una moto o per una femmina la più temuta sotto le lenzuola le cagne che il Pastore dice amano con la coda alzata e una covata di bambini ci morderà fino a sfinirci Questo pellegrinaggio annoso festivo appiccicaticcio in carta incerata ordinando i passi la premonizione degli incontri dei bagliori dove abbiamo scritto non sappiamo perché né per cosa la stessa immagine lo stesso cielo labbra impastate e questa merdosa pasta di coca allucinati che scoppi tutto inanellati vertiginosi maldestre dita che si intrecciano una dopo l’altra senza fermarsi si trattiene l’aria distacco e il corpo senza ormeggi torniamo alle nostre suppliche rotti e bianchi arriviamo a questo isolato lungo e tiepido che ci invita ad abitarlo a farlo nostro territorio suolo sifilitico che alla luce della luna riconosciamo come i nostri corpi prolungamento delle nostre orme un vuoto dove precipitare dove cadranno anche i filtrini
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que la noche encenderá ante la negra calma del viento Pero no es la hora de doblarnos es la hora del pay las chozas oscuras el megáfono silencioso los troncos rajados las esteras abiertas y bajamos como se inclina el padre al besar el hijo calmados pero rocosos La ciudad se sube a nuestra mente escoltados de cocodrilos reflectores y púas cercado por su pestilencia Templos y palacios asediados por aves de presa y su sombra cayéndonos encima desmembrándonos con su torpeza nuestra transparencia de andar solos y puros solos y frágiles ante el candor del silencio mesándonos el cuerpo como vieja corteza contra los muros gravándonos en su puta lengua en sus libros en sus señales de tránsito Somos demasiado cristalinos y analfabetos yendo de balde al día con nuestra bruta inocencia como una palmada en la suave nalga del niño como un dios nocturno mojándonos la sangre hemos llegado principiantes de las tinieblas más claras de los cerros Y todo esto se rompe en pleno lomo gibosos pávidos muertos y arrollados por nuestros propios fantasmas ahuevados y gramputeados mencionados en las paredes
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che la notte accenderà di fronte alla nera calma del vento Ma non è l’ora di piegarsi è l’ora della scimmia le baracche oscure il megafono silenzioso i tronchi a pezzi i tetti aperti e scendiamo come si inclina il padre a baciare il figlio calmi ma rocciosi La città sale nelle nostre menti scortati da spacciatori riflettori e spine recinto della pestilenza Templi e palazzi assediati da uccelli rapaci e la sua ombra che ci cade sopra smembrandoci goffo la nostra trasparenza di andare soli e puri soli e fragili di fronte al candore del silenzio strappandoci il corpo come una vecchia corteccia contro i muri registrandoci nella sua porca lingua nei sui libri nei suoi segnali stradali Siamo troppo cristallini e analfabeti andando in vano di giorno con la nostra innocenza bruta come una sculacciata sulla tenera natica dei bimbi come un dio notturno bagnandoci il sangue siamo arrivati principianti delle nebbie più chiare delle montagne E tutto questo si rompe sulle schiene gobbe pavidi morti avvolti sui nostri propri fantasmi rincoglioniti presi a male parole sui muri crivellati e fatti sparire tritati di botte
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acribillados y desaparecidos molidos a palos como un primero de mayo Ron y Soledad Oh los escombros de toda la realidad Hastío Estío Ellos son la otra margen de otra Cosa eso que no somos sino rendidos ante la noche enfangados en el Humo azulando el pecho y el obús de estas calles agrietadas y húmedas respirando la dura bruma que se desvanece a cada ronquido y escupitajos Ardor y violación rapándonos la cabeza Ansiedad tirándose rojo rojísimo contra las venas y el alcohol que lava nuestros riñones y nos recuerda esta sed que viene que gira que acaba como una epidemia al frente de un vaso blanco ardiendo de amargura contra estas leyes de tránsito La ciudad apesta las flores exhalan su último perfume resollante nos engulle y sin embargo habitamos sus grandes parques sus bermas tranquilas sus monumentos encacados con sus cocodrilos rondantes y su luna rayada orejuda escuchando el lento pálpito de los perros Alguien se acerca con su rostro maquillado con la violencia hasta las sienes tiene la forma de la mente es un gran frío que nos encoge las rodillas vaga hoy se suelta dulce y etérea viene jalando su carruaje con su espalda negra y sus botas relucientes sus espuelas doradas sus condones y su risita de lodo Lo sentimos claramente y puede fulgir esplendorosa nadando a contraluz a boca de jarro Ahora es su noche y es también
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come un primo di maggio Rum e Solitudine Oh le macere di ogni realtà Disgusto Estivo Loro sono il margine di un’altra Cosa che noi non siamo arresi piuttosto di fronte alla notte infangati nel Fumo con il petto blu l’obice di queste strade spaccate e umide respirando la dura nebbia che svanisce quando russiamo ad ogni sputo Ardore e stupro la testa rapata Ansia mentre si scopa rosso rossissimo contro le vene e l’alcol che lava i nostri reni ci ricorda questa sete che viene che gira che finisce come un’epidemia davanti a un bicchiere bianco che arde di amarezza contro questo codice stradale La città appesta i fiori esalano il loro ultimo profumo ansimante ci inghiotte ma continuiamo ad abitare i suoi grandi parchi i terrapieni tranquilli i monumenti cacati con gli spacciatori in ronda e la sua luna spaccata orecchiuta che ascolta il palpitare lento dei cani Qualcuno si avvicina ha il volto truccato con violenza fino alle tempie la forma della mente e un gran freddo che ci contrae le ginocchia vaga oggi si scioglie dolce e eterea arriva trascinando il suo carretto con la sua schiena nera gli stivali lucidi e gli speroni dorati i preservativi la sua risatina di fango Lo sentiamo chiaramente e può luccicare splendente nuotando controluce a bruciapelo la sua notte adesso è anche la nostra blu o rossa è bianca sopratutto
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la nuestra es azul o rojo es blanca por encima de todo así se precipite la locura como tarascadas en la nuca nos desplazamos algo arrugados de indiferencia cuando por detrás viene el Benjamín el desflorado el de los ojos de volutas el afrocholeado que nos invita su amarillento cigarrillo y turbio del cielo arrojó un penacho charamuscado que alumbró la herrumbre de su pelo que se balanceaba en su rostro y nos dio el mensaje del Pastor Son testigos el mastín moteado flaco y legañoso el mendigo frío como una palabra Y así se vence la noche se vence solitaria río abajo donde hacemos rodar nuestros ojos como piedras rugosas bajo el agua.
(Pastor de Perros, 2006)
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precipita così la pazzia come uno strattone alla nuca ci spostiamo rugosi di indifferenza quando da dietro arriva Benjamin il deflorato con gli occhi come volute l’afrometiccio che ci offre la sua sigaretta giallastra e torbida dal cielo gettò un pennacchio bruciacchiato che illuminò la ruggine dei suoi capelli che scintillava sul volto ci ha dato un messaggio del Pastore sono testimoni il mastino chiamato il secco o il cisposo il mendicante freddo come una parola E così si vince la notte si vince solitaria con la corrente del fiume dove rotolano i nostri occhi come pietre rugose sotto l’acqua.
1) Neologismo formato da fovea, piccola depressione, fossa, nella superfice di un organo.
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La demencia tiene tu color
La demencia tiene tu color tiene algo de tus labios tiene cierto olor tiene un último sabor reprimida nochería ronería tiene mis días contados Golondrina pálida anida en los huecos ladrillos de otoño Otoñal como tú Mi testa se enciende por tu ventana que cierras al anochecer cuando tu cuerpo se tiende entre mis piernas rubias rubias mis manos sobre tu undosa cabellera que a partir de las 7 amo sin-mesura que a partir de las 8 cabalgo con-ternura que a partir de las 9 odio con-fisura fisura en el hueso en el cielorraso blanco de tus ojos hielo hielo como el miedo tus manos (mar retirándose a su cementerio)
Bomba Negros Blanco Orgía
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La demenza ha il tuo colore
La demenza ha il tuo colore ha qualcosa delle tue labbra ha un certo odore ha per ultimo sapore repressa notteria rummeria ha i miei giorni contati
Bomba Nere Bianco Orgia
Rondine pallida annida nei vuoti mattoni di autunno Autunnale come te La mia testa si infiamma per la tua finestra che chiudi quando fa buio quando il tuo corpo si stende tra le mie gambe bionde bionde le mie mani sui tuoi capelli ondulati che a partire dalle 7 amo senza misura che a partire dalle 8 cavalco con tenerezza che a partire dalle 9 odio con frattura frattura nell’osso nel soffitto bianco dei tuoi occhi gelo gelo come la paura le tue mani (mare che si ritira nel suo cimitero)
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Espinosas fosas son tus puertas Los ascensores son las máquinas a los infiernos cuya marca del 3 es 3 porque 3 no es mi número favorito es mi sincronía es la desolación del ángel la imprecisa soledad de las noches de las novias asqueadas de blanco de preñez que ríen con un corazón enano Ya nadie se suicida con un paracaídas Yo que en añosa selva de tu cuarto oí un rugido de moscas y 3 son los caminos y 3 de todos los meses me encuentro por 3 caminos hacia tu casa 3 por tu sordera 3 por tu ceguera Y nunca tuve un cielo como el tuyo entre mis manos abiertas de rama en rama con oloroso aguaje y explore lo inexplotable lo inexplicable Pero tú sentada en mi impecable soledad y en el momento de un atardecer que era un cuerpo desplomándose en la mar
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Fosse spinose le tue porte Gli ascensori sono macchine per gli inferi la cui marca di 3 è 3 perché il 3 non è il mio numero preferito è la mia sincronia è la desolazione dell’angelo l’imprecisa solitudine delle notti di fidanzate schifate dal bianco dalla gravidanza che ridono con un cuore nano Nessuno più si suicida con un paracadute Io che nell’annosa selva della tua camera ho ascoltato un ruggito di mosche e 3 sono le strade e il 3 di tutti i mesi mi ritrovo per 3 vie verso casa tua 3 per la tua sordità 3 per la tua cecità E mai ho avuto un cielo come il tuo tra le mie mani aperte di ramo in ramo con odoroso aguaje1 ho esplorato l’inutile e l’inesplicabile ma tu seduta nella mia impeccabile solitudine e nel momento di un tramonto che era un corpo che precipitava in mare
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no me veías nunca y acariciabas un árbol una mesa tu piso de parquet mas yo era yo tirado como un cadáver sobre el quirófano mirando no sé qué naufragio qué calles recuerdos cuadros bellos como el de una mujer haciendo el amor a solas.
(Luna Serrada, 1995)
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non mi vedevi mai e accarezzavi un albero un tavolo il tuo pavimento di parquet ma io ero io sdraiato come un cadavere in sala operatoria guardavo no so quale naufragio quali strade ricordi quadri belli come quello di una donna che fa l’amore da sola
1) L’aguaje è un frutto amazzonico che viene identificato con caratteristiche femminili sopratutto per il suo profumo.
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China pop
Un hombre se desgracia Una mujer que vuela y cose pañuelos con claveles a las cinco Noticias Ella viste de negro y en las sienes lleva un pájaro salvaje Tacones un cerquillo húmedo y esos ojos y noticias que llegan y se sirven en las mesas para manjar de moscas y fotos y cámaras Y tu duchándote Catalina leyendo mis novelas favoritas De espalda como una tersa erosión en la cama He de olerte mientras aquí todo se mueve y tu diestra ambigua Tubular tu falda floreada bajo la garúa plástica como un dolor que mata me voltea entre sueños y resplandores de metralla Oh y aquella cobardía Disección Radio sobre el flujo nacarado
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China1 pop
Un uomo si rovina Una donna che vola e cuce fazzoletti con garofani alle cinque Notizie Lei veste di nero e porta alle tempie un uccello selvaggio Tacchi alti una frangetta umida e quegli occhi e notizie che arrivano servite sui tavoli come prelibatezze per le mosche e fotografie e fotocamere Tu che fai la doccia Catalina e leggi i miei romanzi preferiti Di schiena come una tersa erosione sul letto Ti devo odorare mentre qua tutto si muove e la tua destra ambigua La tua gonna a tubo fiorita sotto la pioggia plastica mi rivolta come un dolore che uccide tra sogni e bagliori di mitraglia Oh e quella codardia Dissezione Radio sul flusso di madreperla
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Bocanada Asma Catalina Xanax en el corazón y esa desnudez mía y tuya Cielosolo Los rescoldos incurables de la borrasca me dejaron sobrio y enfermo como una tableta de luna en el vaso Y ensabanado a tu nostalgia en pavimentado lecho a cada oleada acanalada sentí el frío de tus muslos Y después un muelle que muge como guitarra tosca bajo el vientre y comprobarás que es ficción lo que piensas tan desagradable como un pan seco en la garganta o tu delgadez en el viento como el amor pasa purísimo a la degeneración de la nada como puré de los niños rabiosos en las fotos de los padres Obedeces Cinturón vacío
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Boccata di fumo Asma Catalina Xanax nel cuore e questa nudità mia e tua Cielosolo Le braci inguaribili della burrasca mi hanno lasciato sobrio e malato come una compressa di luna nel bicchiere Aggrovigliato alle lenzuola della tua nostalgia in un letto pavimentato ad ogni onda incanalata ho sentito il freddo delle tue cosce E poi il ruggito di un molo come una grezza chitarra sotto il ventre e confermerai che è finzione ciò che pensi così sgradevole come il pane secco nella gola o la tua magrezza nel vento come l’amore passa purissimo alla degenerazione del nulla come la pappa dei bimbi rabbiosi nelle foto dei genitori Obbedisci Cintura vuota
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Padre mío negado mío Katalina El amor es una ficción en el plato caliente de tu mesa y yo soy el hombre que se desgració Es difícil confesarlo Pero se aprende Y me urge arrojarlo todo por el culo Esta ley inapelable de los mayores Estrellar el armazón contra el faro quemando lo que he adorado adorando lo que he quemado Te dediqué Katalina pilas de sentencias Hogueras de libros Adoratorios Observatorios pepas para fugarse y entrar en tu mente como anarquía entra el palacio Curaciones Dengue Conciertos con horizontes
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Padre mio negato mio Katalina L’amore è un finzione nel piatto caldo della tua tavola io sono l’uomo che si è rovinato È difficile confessarlo Ma si impara E ho urgenza di mandare tutto a cacare Questa legge inappellabile dei vecchi di schiantare l’armatura sul faro bruciando ciò che ho amato amando ciò che ho bruciato Ti ho dedicato Katalina mucchi di sentenze Roghi di libri Adoratori Osservatori pastiglie per scappare e entrare nella tua mente come anarchia entra a palazzo Guarigioni Febbri Concerti con orizzonti
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que se insertan en un mundo aritmético Oh mil cosas para que te fueras mi china rock mi virgen pop Se han terminado las cervezas Se aceleran las pulsaciones del mar y allí veo las olas nunca repetidas Rabihorcados en las huellas de mis pisadas Oh Katalina los trajes hollados el rengueo de los pelícanos la líquida muestra de tus nalgas con ese vaivén que rasan las playas regueros de brumas inertes plumas y troncos al loco unisón de la noche y tus uñas escarban ciertos claros en mi espalda y la luna entra a la cocina como un huevo
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che si innestano in un mondo aritmetico Mille cose perchÊ te ne andassi mia china rock vergine pop Sono finite le birre Accelerano le pulsazioni del mare e lÏ vedo le onde che mai si ripetono gabbiani sulle orme dei miei passi Oh Katalina i vestiti calpestati lo zoppicare dei pellicani la vista liquida delle tue natiche con quell’ondeggiare che le spiagge cancellano chiazze di brume inerti piume e tronchi al folle unisono della notte e le tue unghie scavano certi spazi bianchi sulla mia schiena e la luna entra nella cucina come un uovo imbratta il tuo grembiule appeso
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y empapa tu mandil colgado se humedece las persianas tu pelo desbocado Oh china pop baila el sur es un equilibrio entre las alas y el amor es un murciélago negro que nos alcanza con su sombra que se cuelga en mis costillas a beberme el plomo el oxígeno mi tupida selva la paraca virgen que asola y chirría en mi costado la misma con que me despido de ti de tu imperdonable cobardía China pop.
(Ósmosis, 1996)
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si inumidiscono le persiane i tuoi capelli scossi Oh china pop balla il sud è un equilibrio tra le ali e l’amore un pipistrello nero che ci raggiunge con la sua ombra si attacca alle mie costole per bere il piombo l’ossigeno la mia selva fitta lo scirocco vergine che abbatte e che strilla sulle mie costole lo stesso con cui lascio te e la tua imperdonabile codardia China pop.
1) China in lingua quechua significa la femmina degli animali. Nel linguaggio contemporaneo indica in Perù una donna dagli occhi a mandorla di origine andina ma anche una donna attraente e si usa anche come nome affettuoso.
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Insufrido fuego
Hacia atrás el ascético latido de mi corazón que bombea e irriga mi fe en ti cabellera azul mi chata soledad rústica bendición de mis ojos te sigo como un hombre a una riña sin embargo de ti yo no sé nada de ti grave redondez vienes “Flameando en rauda vela del sur, en tormenta loca, viene, pálido vampiro, a unir su boca a mi boca” Oh como si fuera en verdad como si fuera tan mío y tan funesto que nada desataría sospechas oh que avidez que estrago
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Insofferto fuoco
All’indietro la scettica pulsazione del mio cuore che pompa e irrora la mia fede in te capelli blu la mia bassa solitudine rozza benedizione dei miei occhi ti seguo come un uomo la lite ma di te non so niente di te grave rotondità vieni “Fiammeggiando in rapida vela del sud, in folle tormenta viene, pallido vampiro, a unire la sua bocca alla mia bocca” Come se fosse vero come se fosse così mio e così funesto che niente desterebbe sospetti o quale avidità o strage
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corre el agua corre como si fuera multitud y como si fuera zidi entrecortado trasegándose en una mañana de putas Mas dame un consejo si la muerte está cerca en mi campestre espalda en los genitales amarillos en el pueblo que me sigue en el reino que he soñado como dice Klarissa te hablo hablando como en defecada sala rielante aplastado sobre tu cuerpo como un imbécil semiótico O Delirio? Sujeción al fondo el crudo purgatorio rasando tus deseos Mi china virgen sin testigo sin escribientes Entonces
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scorre l’acqua scorre come fosse moltitudine e come se fosse zidi balbettante che si sconvolge un’alba a puttane Ma dammi un consiglio se la morte è vicina nella mia schiena selvatica nei genitali gialli nel popolo che mi segue nel regno che ho sognato come dice Klarissa ti parlo parlando come in defecata sala ferrato schiacciato sul tuo corpo come un imbecille semiotico O Delirio? Soggezione sul fondo del crudo purgatorio a raso con i tuoi desideri mia vergine china senza testimone senza scrivani Allora
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escupe hasta la señal dígnate en perecer entre nosotros como animal impío deja los cerros la sagrada altura Y sabes que es propiciatoria estas palabras que me nacen que en tus labios las afinen en donde las horas las sentencien y el sol de Altamira las desnuden Oh Madonna china delicado grafitti Pluma Sagrada desnudez con fondo barrial y cielo venusiano Donde tu gruta me hinco deudo a tu huída y en ese espacio hueco leí “Me llaman la joya de Asia de Asia La geisha”
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sputa fino al segno degnati di perire tra di noi lascia come un animale empio le montagne l’altezza sacra E sai che è propiziatorio queste parole che mi nascono che sulle tue labbra si accordano dove le ore le sentenziano e il sole di Altamira le spoglia Oh Madonna china delicati graffiti Penna Sacra nudità con sfondo di quartiere povero e cielo venereo Mi inginocchio debitore della tua fuga alla tua grotta in quello spazio vuoto dove ho letto “Mi chiamano la perla d’Asia di Asia La geisha”
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Nativo sexo tos asiática W. Lam la pintó una vez Alma que se la lleva la combi La china me recorre las arterias como ruedas engrasadas en las calles de Altamira ¿Cómo cruzar el púlpito negro de tu isla? Entonces María Magdala ya no llegará a Ti como la deseabas con gloria e irrisión santita hembrita como una tuberosa amada e insufrible fuego para mis sueños.
(Las cenizas de Altamira, 1999)
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Sesso nativo tosse asiatica W. Lam la dipinse una volta Anima che se la prende la combi La cina mi percorre le arterie come ruote lubrificate nelle strade di Altamira Come attraversare il pulpito nero della tua isola? Allora Maria Maddalena non arriverĂ piĂš da Te come desideri con gloria e derisione santa femmina come una tuberosa amata come insoffribile fuoco per i miei sogni.
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V
Pero no sé que huele La cama tu espalda el lirio o el surco perlado de tu boca No sé que huele tu pie delgado que cae sobre mi rostro tu pelo evaporado o esa tendencia tuya de sobarme como si fuera roca como en un dibujo japonés que hace que tus manos refrieguen dulcemente mis partes negras olorosas infecundas como ese cielo despierto escandalosamente amanerado que se mueve como el saludo de un caballo No sé que huele y no es excremento ni el sudor de tu primer día de nacida ni es la sangre chorreando en tus muslos sobre tus medias es esa mañana con que te cubrí de un suave fulgor que invadió mi cuarto cuando te despides involuntariamente de tu cuerpo y me dejas violentarme descargarme ionizarme como un tronco en tu cauce como un delfín en tu fondo azul Nave en crisis Descontrol quiebre
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V
Ma io non so cosa odora Il letto la tua schiena il giglio o il solco perlato della tua bocca Non so cosa odora il tuo piede magro caduto sul mio volto i tuoi capelli evaporati o questa tua tendenza a sfregarmi come se fossi una roccia come in un disegno giapponese che fa strusciare dolcemente le tue mani sulle mie parti nere odorose infeconde come questo cielo svegliato scandalosamente manierista che si muove come il saluto di un cavallo Non so cosa odora e non è escremento né il sudore del tuo primo giorno di vita né il sangue che gocciola sulle tue cosce sulle tue calze è quando al mattino ti ho coperto con un dolce splendore che invase la mia stanza quando ti allontani involontariamente dal tuo corpo e mi lasci violentarmi scaricarmi ionizzarmi come un tronco sul tuo letto di fiume come un delfino nel tuo fondale blu Nave in crisi Senza controllo rottura
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Acción secular Dócil manubrio dentro de ti Cabeza girante deshecha paja culeada forma picassiana perspectiva volumen de Gala en la ventana mientras te miro por detrás y no es una puerta es el paraíso miltoniano lo que añoro todos los días lo que llevo en mi mente mientras trabajo me cambio de ropas compro voy al cine al burdel a la cantina con tus posters posando para mi o cuando voy al internet a decirte que te tengo entre las piernas desarropado errante como una combi asesina averiándome cayéndome oyendo ”Yo te amo yo tampoco” viendo el anal sentido que tiene tu cuerpo como en “El último tango en París” donde ella es penetrada por el dedo filoso de Marlon Así me persigue esa imagen que se nutre cuando no llegas cuando no vienes o me cojudeas con tus frondosidades y soy un montón de nudos como si estuviera con miles de putas pero tú eres universalmente todas ellas y ninguna que me tragas con tu mesura discreta y confiada de aplacar todos mis fluidos
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Azione secolare Docile manubrio dentro di te Testa girante masturbazione disfatta forma inculata prospettiva picassiana volume di Gala alla finestra mentre ti guardo da dietro e non è una porta è il paradiso miltoniano che mi manca tutti i giorni che porto nella mente mentre lavoro mi cambio i vestiti vado al cinema al bordello all’osteria con i tuoi poster in cui posi per me o vado in un internet point a dirti che ti ho tra le gambe svestito errante come una combi1 assassina scassato caduto ascoltando “Je t’aime moi non plus” vedendo il senso anale che il tuo corpo possiede come in “Ultimo tango a Parigi” in cui lei è penetrata dal dito affilato di Marlon Mi persegue allora questa immagine che si nutre quando non arrivi quando non vieni o mi coglioni con la tua prosopopea e io sono un mucchio di nudi come se stessi con migliaia di puttane ma tu sei universalmente tutte loro e nessuna che mi ingoi con la tua misura discreta e fiduciosa di placare tutti i miei fluidi
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Umbroso olor Umbrosa conflagraci贸n entre pieles Umbroso calor Horrendo placer Avizoro tu se帽al del no ser del no estar de estos fusilamientos en cuartos en hostales sigilosa y despavonada estrella yo soy tu aerolito que hiere en tu densa telara帽a Dignum coitum contra tu ropa cerrada mojada.
(Er贸tika de Klase, 2004)
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Odore ombroso Ombrosa conflagrazione tra le pelli Ombroso calore Orrendo piacere Spio il tuo segnale del non essere del non stare di queste fucilazioni nelle stanze delle pensioni riservata e sbiancata stella sono il tuo aerolito che ferisce la tua densa ragnatela Dignum coitum contro la tua biancheria stretta e bagnata.
1) Combi indica nel gergo limegno i furgoncini adibiti a mezzi di trasporto pubblico. Gli autisti, costretti a lavorare in condizioni disumane sono considerati come assassini della strada.
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Yo no soy un gánster
Viajo irreversiblemente viajo viajo en esa combi negra empapada de luz vertical viajo súbitamente en esta nave pedestre en el río Anidre por donde me interno como una sonda abrasadora que no embellece los cálculos las piedras el emplasto con que se cubre esta enorme ciudad como un cuerpo abandonado Viajo en esta negra combi y no hay niños ni perros a quien cargar ni llevar Viajo contra mi mismo en esta negra combi que me ata y me lleva abolsonado acucharado en vilo esposado que cruza el Estigia como un reo contumaz como un pastelero de esquina Estoy derramado Me baño en las viejas costas del Amaurote soy esclavo del príncipe Ademus donde me encapuchan intolerablemente por hablar otro idioma por orar echado por sudar arcaicamente y gritar desde una torre ¿Puedo viajar tranquilamente aspirando spray sobre las pardas ondas transparentes ennublarme y seguir las flechas que manchan el aire los líquidos aminos al sordo rebramar de sus olas? ¿Puedo viajar desde dentro vermiforme pajita concentrado y redondo por esta tierra que no es tierra que no es cielo que no sé qué puede ser salvo unos postes y casas que dejo atrás como la vida que no se adelanta sino se atrasa sin verlo más sin recordarlo más? Viajo en esta negra combi al volante mirando por el retrovisor a mis pasajeros que solo yo los saludo cada mañana cuando toman y alzan el dedo sin yema y se
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Non sono un gangster
Viaggio irreversibilmente viaggio viaggio in questa combi nera imbevuta di luce verticale viaggio improvvisamente in questa nave pedestre sul fiume Anhydris in cui mi inoltro come una sonda bruciante che non abbellisce i calcoli le pietre l’impacco con cui si copre questa enorme città come un corpo abbandonato Viaggio in questa combi nera e non ci sono bambini né cani da caricare né portare Viaggio contro me stesso in questa nera combi che mi lega e mi porta impacchettato ripiegato trascinato in manette attraverso lo Stige come un reo in contumacia come uno fatto di coca all’angolo della strada Svuotato mi bagno sulle vecchie spiagge di Amaurote dove schiavo del principe Ademus mi incappucciano intollerabilmente perché parlo un’altra lingua perché prego steso a terra perché sudo arcaicamente e grido da una torre Posso viaggiare tranquillamente aspirando spray sulle scure onde trasparenti denso di nubi seguire le frecce che macchiano l’aria le strade liquide al sordo fragore delle onde? Posso viaggiare da dentro vermiforme beato concentrato e rotondo su questa terra che non è terra che non è cielo che non so cosa possa essere tranne lampioni e case che mi lascio dietro come la vita che non si anticipa ma ritarda senza vederlo senza ricordarlo più? Viaggio al volante di questa combi nera guardando dal retrovisore i miei passeggeri che solo io saluto ogni mattina quando alzano la mano senza polpastrelli
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suben como pidiendo disculpas tan pesados que hunden las llantas por sus deseos mas blancos que sus huesos que sus enredados pelos en las carreteras que las pasan durmiendo embabando el parabrisas el espejo donde no miran sino las estaciones que se suceden como gañidos en sus oprimidos pechos arrastrando sus quijadas como garras silvando en el viento pero todo se desvanece en el camino como el pasado de estos seres de estos burócratas que en sus tiempos libres fueron rebeldes mas ahora yo los conduzco a su destino como si los tuvieran en esta negra combi babélico sodomista gomorrista que se detiene contra un árbol como un perro para orinar en sus raíces en esa pared donde las putas revientan las cucarachas y las mariposas con sus zapatitos de punta mientras recuerdo a Marcel Duchamp con su Desnudo bajando una escalera y a esta chica violada y panzona que recojo como un buen samaritano pero yo no soy un buen samaritano tampoco un gánster la noche no hace distingos a mi costado está el asesino de uniforme el coimero y el sátrapa Estas almas que me los llevo que me he puesto yo como una hernia en la cintura a 150 kilómetros por hora derritiéndome sin paradero fijo nocturnal con sus rostros arrandados por el viento y sus palpitaciones que remueven los asientos Los llevo a sus oikos al hoyo donde tal vez jamás los vea eso no importa eso no importa bajan y bajan y me estoy aliviando como si estuviera defecando y la canción de la Piaf me anuncia un nuevo día respiro la bruma amarro y flameo lo que queda de mi De este largo viaje que recién empieza o que termina miserablemente Me he ablandado cada viaje es una pérdida una nostalgia una dedicación a mis
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e salgono come chiedendo scusa così pesanti che sprofondano le gomme con i loro desideri più bianchi delle loro ossa dei loro capelli aggrovigliati sulle strade che si addormentano sbavando sul parabrezza sullo specchio dove non guardano se non le fermate che si succedono come gemiti nei loro petti oppressi trascinando le mandibole come artigli che fischiano nel vento ma tutto svanisce per la strada come il passato di questi esseri di questi burocrati che nel loro tempo libero sono stati ribelli e io ora li conduco a destinazione come se ne avessero una con questa combi nera babelica sodomita gomorrista che si ferma a un albero come un cane che orina sulle radici su questa parete dove le puttane schiacciano gli scarafaggi e le farfalle con le loro scarpine a punta mentre ricordo Marcel Duchamp e il suo Nudo che scende una scala e questa ragazza violentata e panciona che raccolgo come un buon samaritano ma non sono un buon samaritano e nemmeno un gangster la notte non fa distinzioni al mio fianco c’e l’assassino in uniforme il ricattatore e il tiranno Queste anime che mi porto appresso che mi sono messo come un’ernia al fianco a 150 chilometri all’ora dissolto senza una fermata fissa notturna con i loro volti scossi dal vento le loro palpitazioni che smuovono i sedili Li porto ai loro oikos in quei buchi dove mai forse li vedrò questo non importa non importa
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Semejantes una profilaxia un desgaste amical una borrachera un beso esquivo una muerte un retrato goyesco de mi abuela una punzante compasión en el estómago Cada uno de mis miembros están solitarios solitarios como ensayando para cavar una zanja y rellenarlo con las facciones de una cara que no recuerdo Cada día es una enfermedad nueva y virulenta Y hay ganas de hachar y martillar los gladiolos de tu boca y hay ganas de quemar fotografiar mi desgano y hay ganas de ir al volante y hundirlo todo Leo Los adoradores del fondo del mar ¿Tendré algún fondo? Mi cabeza no puede alucinar hierve corruptamente por una mujer Respiro nuevamente después de las 12 Respiro nuevamente sobre un paisaje en cero duchado como una piedra destilada Me arrimo al asiento toco el acelerador y jalo la palanca El mundo rueda sobre otros cuerpos como un bufido tenso me adentro en sus forros Ya no se que hacer la cuerda pandeada se estira como un láser en el ojo Y ninguna ave me recuerda haberla visto virgen desde una tanqueta que dispara Viajo irreversiblemente viajo ¿Los muertos viajan viajan los muertos?
(Dorada Apokalypsis, 2009)
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scendono e sento sollievo scendono come se defecassi e la canzone della Piaf mi annuncia un nuovo giorno respiro la foschia afferro e infiammo quello che resta di me Di questo lungo viaggio che è appena iniziato o che finisce miserabilmente Mi abbandono ogni viaggio è una perdita una nostalgia una dedica ai miei Simili una profilassi un degrado amichevole una ubriacatura un bacio schivo una morte un ritratto di Goya alla mia nonna una pungente compassione allo stomaco Ogni mio membro è solitario solitario come se provasse a scavare un fosso e a riempirlo con i tratti di una faccia che non ricordo Ogni giorno è una malattia nuova e virulenta E c’è la voglia di falciare e di martellare i gladioli della tua bocca e c’è la voglia di bruciare di fotografare la mia noia e c’é voglia di mettersi al volante e mandare tutto al diavolo Leggo gli adoratori del fondo del mare Ci sarà un fondo? La mia testa non può più sballare ferve viziosamente per una donna Respiro di nuovo dopo le 12 Respiro di nuovo sulla strada per niente docciato come una pietra distillata M’infilo nel sedile metto la marcia e premo l’acceleratore Il mondo ruota su altri corpi come un soffio teso mi addentro nei suoi rivestimenti Ormai non so che fare la corda ricurva si stira come un laser nell’occhio e nessun uccello mi ricorda di averla vista vergine da un carro armato che spara Viaggio irreversibilmente viaggio I morti viaggiano viaggiano i morti?
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Clímaco
Un tajo en la puerta Una fulgurante ascua rubia cae en el fondo Y un dolor como la espesura de un galápago se esconde Entonces vuelve el torso bronco contra el respiradero lleno de una sustancia doliente y profética que lo sostiene corazón de minero socavándose las venas entras arrechudamente como un clima inexistente con tu explosiva soledad tu filial soledad que atruena por la ventana desde un profundo y secreto polvo en la mirada Amurallado fisgón en ese sagrado momento en que la virgen se tornaba profusa difusa dueña de ti sistemáticamente rígida y azul como una flor movediza quieta como un loto en las sábanas gemelas a la vez sola apareada y cristalina que te arranca un quejido arenoso y un tosco temblor en tu discapacitada alma sin retorno te alojas en el espacio a 15 cm de ella en un combate en un frenesí testicular que espolea tu costumbre de verte como un diácono abstrayéndote en un rincón conversando y repitiendo ”tu imaginación está en tus recuerdos” y filiforme cortas las paredes como un alucinado donde lactas
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Climaco1
Un taglio sulla porta Una brace folgorante cade sul fondo E un dolore come spessore di tartaruga si nasconde volge allora il torso cupo contro lo sfiatatoio Pieno di una sostanza dolente e profetica che lo sostiene cuore di minatore che si scava le vene entri voglioso come un clima inesistente con la tua esplosiva solitudine la tua filiale solitudine Che tuona alla finestra da una segreta e profonda polvere nello sguardo Guardone rinchiuso tra mura nel momento sacro in cui la vergine appariva profusa diffusa padrona di te sistematicamente rigida e blu come un fiore incostante quieta come un loto sulle lenzuola gemelle sola e accoppiata insieme cristallina che ti strappa un gemito sabbioso e un tremore primitivo nella tua anima minorata senza ritorno ti sistemi nello spazio a 15 cm da lei in un combattimento una frenesia testicolare che sprona la tua abitudine a vederti come un diacono assente in un angolo che conversando ripete “la tua immaginazione sta nei ricordi� e tagli le pareti filiforme dove allucinato nutri
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lo que ahora ves unos senos algodonosos que erigiste con tu edípico martillo y te apagas algo viene que suena suena golpeando tu aliento que se va del puño izquierdo al puño derecho y viceversa envuelto en un encapuchado aire que te asmea corres perturbado salpicado de herencias indeseables las palabras se tarjan al son del vaivén Las balanzas se quiebran los medidores se laxan tu cuerpo es un títere en movimiento plano como un hueco donde escuchas simulaciones de voces advenimientos como un Armagedón escuchas palabras como terroncitos de ántrax diciéndote Solo posee lo que ella te quita Lo que te es esquivo lo que te está presionando desde las ingles con dolor desde las sienes con dolor desde las piernas con dolor desde las manos con dolor
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quello che adesso vedi dei seni ovattati eretti dal tuo edipico martello e ti spegni qualcosa viene che suona suona colpendo il tuo fiato che va dal pugno sinistro al pugno destro e viceversa avvolto in un’aria incappucciata che ti dà asma corri sconvolto schizzato da indesiderabili eredità le parole si temperano al suono che ondeggia Le bilance si rompono i misuratori si afflosciano il tuo corpo è un burattino in movimento piano come un vuoto dove ascolti simulazioni di voci avvenimenti come in un Armageddon ascolti parole come zollette di antrace che ti dicono Solo possiede ciò che lei ti toglie Che ti è negato che ti sta premendo dall’inguine con dolore dalle tempie con dolore dalle gambe con dolore
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Posee las palabras de Juan sube a su mística escalera Drena sus plegarias Posee lo que no posees Posee la sangre sexual de la bañera Posee sus manos como un Orlof a su piano Posee lo que te es esquivo Tántalo del martillo Fisiológicamente inerte y encontrado retraído como un desuellamentes tus fluidos se detienen en el umbral de esa puerta como la sangre en el cuarto aséptico sobre las sienes volátiles de la amada y encofrado te tocas el miembro como un desgarrón Y él te poseyó como un Bela Lugosi Como un pishtako alunado cayendo sobre ti abriendo sus alas como si fueran 2 noches en tu larguísimo cuello escuchando estas palabras como si fueran campanas briosas que tañen dulcemente engrasados “Me han hablado de tu destino Clímaco Ella ha llorado y yo también
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dalle mani con dolore Possiede le parole di Giovanni sale sulla sua mistica scala Drena le sue preghiere Possiede quello che non hai tu Possiede il sangue sessuale della vasca da bagno Possiede le mani come un Orloff sul suo piano Possiede ciò che ti sfugge Tantalo del martello Fisiologicamente inerte una volta scoperto ritratto come uno scorticatore mentale i tuoi fluidi si trattengono sulla soglia di quella porta come il sangue nella sala sterile sulle tempie volatili dell’amata e corazzato ti tocchi il membro come uno strappone E lui ti ha posseduto come un Bela Lugosi2 come un pishtako3 lunatico cadendo su di te apre le sue ali come fossero 2 notti sul tuo lunghissimo collo ascoltando queste parole come fossero gioiose campane che rintoccano dolcemente lubrificate “Mi hanno parlato del tuo destino Climaco
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Recuerdo cuántas veces los dos charlábamos y contemplábamos el sunset desde la terraza Pero tú mi huésped tan solo eres cenizas taraceando tu alma en oscura tienda “ Y se engulló como un broche a la noche Y ella se trankó con un dolor imperfecto Y tú obreril te pusiste un martillo al cinto clavaste y desclavaste tu pequeña y triangular obsesión No eras labrador ni ovejero solo lo que el mal te encomendó ser nada elocuente cuidando tu carácter ruinoso teñido de ritos circulares de capas onduladas comiendo hostias para purificar tu lengua barriendo el templo como tu celda oscura cortando flores como acariciar a un hermano o acariciarte el falo límpido como una baya rosada y en señal de aquella sombra de aquella luz ilocalizable sorbías planetario la voluntad de error la voluntad de esta virgen amancebando su nombre y su furia como un sonido astillado Cragggggggg craggggggggggg como cabezazos a la almohada
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Lei ha pianto ed anche io Ricordo quante volte noi due parlavamo e contemplavamo il sunset seduti al bar Ma tu mio ospite sei solo cenere intarsiando la tua anima in un oscuro negozio” E si ingoiò come un fermaglio la notte E lei si sprangò con un dolore imperfetto E tu come un operaio ti sei messo il martello alla cintura hai inchiodato e schiodato la tua piccola triangolare ossessione Non eri contadino né pastore solo quello che il male ti incaricò di essere per niente eloquente avendo cura del tuo carattere rovinoso tinto di riti circolari di mantelli ondulati mangiando ostie per purificare la tua lingua spazzando il tempio come la tua cella oscura tagliando fiori come accarezzassi un fratello o il membro limpido come una bacca rosa e in segno di quell’ombra di quella luce illocalizzabile sorbivi planetario la volontà dell’errore la volontà di questa vergine che concupiva il suo nome e la sua furia come un suono scheggiato
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Como los pasos de la Pavlova en el Bolsoi Acta est fabula acta est fabula cuando tú te avivas por recobrar tu semblante de granito al momento en que ella pasa escondida entre el cerco de su pelo sin dilación y sin prisa sientes una emigración delgada en tu cabeza que es una dura mezquita que tus manos son dos domos sagrados que las siete plagas de que te habló Juan en un concierto de Black Sabbat se vienen con pasividad y esmero como palabras de una desgraciada generación dispersa que tú lo tatuaste en tu espalda como un robert de niro en Cabo de Miedo entonces tu pasado sale de tus bolsillos como estampitas como vampiros que hilvanan tu combo corazón y tu tristeza era una telenovela que nunca miraste tu pensamiento es un martillo constante en su lentitud y en su extensión en su bárbara tensión que en tus manos virgan Son siete siglos siete días en darle forma a la Virgen en la noche en tus hombros hay lumbres que aún respiran parpadean bajo el hollín de la iglesia bajo su techo purpúreo
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Cragggggggg craggggggggggg come testate sul cuscino Come i passi della Pavlova al Bolshoi Acta est fabula acta est fabula quando ti ravvivi per recuperare il tuo aspetto di granito nel momento in cui lei passa nascosta il recinto dei suoi capelli senza ritardo e senza fretta senti un’emigrazione tenue nella tua testa che è una dura moschea che le tue mani sono due cupole sacre che le sette piaghe di cui ti parlò Giovanni in un concerto dei Black Sabbat arrivano passivamente e con cura come le parole di una generazione disgraziata dispersa che hai tatuate sulla tua schiena come un robert de niro in Promontorio della Paura allora il passato esce dalle tue tasche come dei santini come vampiri che imbastiscono il tuo cuore smussato e la tua tristezza era una telenovela che non hai mai guardato il tuo pensiero un martello constante nella sua lentezza e nella sua estensione nella sua barbara tensione che nelle tue mani verginano Sono sette secoli sette giorni per darle forma alla Vergine nella notte sulle tue spalle ci sono fuochi che respirano ancora
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donde un inmenso rostro te mira contra el piso como un F15 silenciosamente derrumbándote por dentro y atacándote por fuera Hay ciertas páginas de soledad que se abren cuando se aferran tus manos a las manijas del portón de hierro como si violaras la habitación de la amada y dices Nada me pertenece nada me pertenece lo visible es necesario a lo invisible y no habrá tiempo ni en el altar ni en los refugios ni en los sótanos ni estos huesos que partiré ni estas manos que ejecutará y marchará y volverá como esos martillos de pink floy the wall Genitales al viento tiernas pústulas al sol Vouyer canino del hardcore action ladrando a una pared que se parece a tu tumbada silueta sales lobo alienado al hombre que ilícita y alevosamente se descorrió en ti copó tu espíritu y hubo obstinación impetuosidad escarceos al andar repitiendo Martillo. com Martillo. com Martillo. com Martillo. Considerando el borde su metálica piedad su implacable inercia newtoniana su decente goma su tibio arco
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crepitano sotto la fuliggine della chiesa sotto il suo tetto purpureo dove un immenso volto ti guarda contro il pavimento come un F15 che silenziosamente ti abbatte da dentro e ti attacca da fuori Ci sono certe pagine di solitudine che si aprono quando si afferrano le tue mani alle maniglie del portone di ferro come se violassi la camera dell’amata e dici Niente mi appartiene niente mi appartiene il visibile è necessario all’invisibile e non ci sarà tempo né nell’altare né nei rifugi sotterranei né queste ossa che romperò né queste mani che eseguiranno e se andranno e torneranno come quei martelli di pink floyd the wall Genitali al vento tenere pustole al sole Voyeur canino dell’hardcore action latrando a una parete che assomiglia al tuo profilo abbattuto ne esci lupo alienato all’uomo che illecito e pretestuoso scivolò in te sbancò il tuo spirito e ci fu ostinazione impetuosità intenzioni mentre vai ripetendo Martello.com Martello.com Martello.com
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en la premura de sus ojos-pastos que vio tu fugaz abominación de donde surge un ser torpe y desmañado flaco y antiguo asido a su miembro como un topo a su noche entras como un herrero que combate contra vírgenes de abollada cabeza como un evangelión nipón pero tu aparente ancianidad te coge completamente civilizado tallando martillando dulces ligaduras brumas incandescentes y sucede como todo en la vida que estas figuras nacen crecen y aman aunque tú nunca supiste otra cosa más que vivir en soledad ¿Y cómo aplacar entonces aquella lucidez intensa? Desmontar con un cargador frontal todo el cuerpo el pasado las espesas cejas De esta virgen suplicante de su tenaz y microscópica belleza fría y fugaz como una destellada detenida en su retrato que ahora lo ves como la Virgen darwiniana de donde crees que desciendes Pero hay algo de conde de raza de empalamientos y es indecente lo que tienes tus actos niegan tus virtudes y viajan entre la corrupción entre enfermos y mendigos entre estados y países entre santos y guerreros entre jueces y guardabancos entre aquellos que llegan y se van de una ciudad a otra ciudad de una casa a otra casa de un cuarto a otro cuarto como ella que pasa de un espejo a otro espejo
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Martello. Considerando il bordo la sua metallica pietà la sua implacabile inerzia newtoniana la sua gomma decente il suo tiepido arco nella premura dei suoi occhi-pascolo vista dal tuo fugace abominio dal quale sorge un essere maldestro e inetto magro e antico che si stringe al suo membro come un topo alla notte entri come un fabbro che combatte contro vergini dalla testa ammaccata come un evangelion giapponese ma la tua apparente anzianità ti prende completamente civilizzato tagliando martellando dolci legamenti brume incandescenti e succede come tutto nella vita che queste figure nascono crescono e amano sebbene tu non abbia saputo altro che vivere in solitudine Come placare allora quella luce intensa? Smontare con un caricatore frontale tutto il corpo il passato le ciglia spesse Di questa vergine supplicante della sua tenace e microscopica bellezza fredda fugace come uno scintillio trattenuta nel suo ritratto che ora vedi come la Vergine darwiniana da cui credi discendere Ma c’è qualcosa di conte di razza di impalamenti ed è indecente ciò che hai i tuoi atti negano le tue virtù e viaggiano tra la corruzione tra malati e mendicanti
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y miras que hay sangre en sus inmaduros pezones que hay leche en su piel de laca que hay luz entre sus piernas en su lampiño brazo rictus vegetal en sus uñas y tú danzando cuerdamente en delicada línea como el hilo vaginal de tu vecina Ríes destempladamente ríes hipócritamente rezas y finges estar de día que de noche y dices “el camino de arriba y de abajo es uno y el mismo” y coges una estaca y a lo Moisés lo conviertes en un martillo made in USA y después un martes a 20 horas y 30 minutos estás en línea y chatearás con ella No falta mucho ni poco tu cuerpo es una madeja de impulsos subterráneos queriendo estrechar otro lánguido y traslúcido espeso como una cortinada de cuchillos y el martillo el pervertido martillo relumbrando en el lecho como un beso momificado y gótiko ”la sabiduría nos enseña a morir
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tra stati e paesi tra santi e guerrieri tra giudici e guardie giurate tra coloro che arrivano e se ne vanno da una città all’altra da una casa all’altra da una stanza all’altra come lei che passa da uno specchio all’altro specchio e vedi che c’è sangue nei suoi capezzoli immaturi c’è latte nella sua pelle laccata c’è luce tra le sue gambe sul braccio glabro rictus vegetale nelle sue unghie e tu che balli sobriamente in linea delicata come il filo vaginale della tua vicina Ridi smodatamente ridi ipocritamente preghi e fingi di essere di giorno come di notte e dici “la strada di sopra e di sotto è una e la stessa” e prendi un bastone e come Mosé lo trasformi in un martello made in USA e poi un martedì alle ore 20 e 30 minuti sei su internet e chatti con lei Non manca poco né molto il tuo corpo è un gomitolo di impulsi sotterranei che ne vuole stringerne un altro languido e traslucido spesso come un tendaggio di coltelli
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Añoro el vacío la fantasía de lo que fue” Tú mueres detalladamente única como un mosaico bizantino Dios existe menos para los policías de criminalística “y el amor busca consuelo en el borde de un martillo “ dice su romanza su canción que lo lanza al escenario donde gimotea junto al Ángel Heart y su crazy nights (in the city) bajo el toldo húmedo donde la yerba crece inversamente ahora cubierta de un vaho invernal lima-limón mientras apizarradas nubes colisionan entre sí en el yermo cielo Y tú estas ennegreciendo cuidadosamente Hombre y diácono Martillea esa carne partida Acércate y contempla La consumación del amor en el cuarto humeante con el husmo de la venación Y huyes con el olor de otras carnes Pero no sabes qué rumbo tomar SPEED UNA ILUMINACIÓN SÚBITA
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e il martello il perverso martello splendente sul letto come un bacio mummificato e gotiko “la saggezza ci insegna a morire Rimpiango il vuoto la fantasia di quello che fu” Tu muori dettagliatamente unica come un mosaico bizantino Dio esiste meno per la polizia criminale “e l’amore cerca la sua consolazione sul bordo di un martello” dice la sua romanza la sua canzone che lo lancia sulla scena dove geme insieme al Angel Heart e le sue crazy nights (in the city) sotto la tenda umida dove l’erba cresce all’inverso ora coperta sotto un vapore invernale lima-limone mentre nubi antracite sbattono tra loro nel cielo sterile e tu annerisci con cura Uomo e diacono Martella quella carne divisa Avvicinati e contempla La consumazione dell’amore nella stanza fumante con sentore di caccia E fuggi con l’odore di altre carni
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lo embauca haciéndole gruñir como un salvaje arruinado portador por los años de un terrible animal sobre los hombros de ella que reverbera y unánimemente hunde el dulce hierro de sus colmillos El mundo se convierte en sueño y el sueño en mundo y creías que pisaba terrones místicos mas no sabías que eran babas toxina mezclas mixtos todo aquello que lo distinguía como los aros en las orejas en la nariz en las tetillas Aros Aros Aros trizadas pérfidamente con tu martillo La medusante luna que baja sobre tu pelo cuando bailas como un marilyn manson como un ciber compungido por el sexo tú diácono del martillo sobre el asfalto sobre el piso de vinilo que lo refleja todo vuelves repetido e interminablemente a ser una pobre cosa intratable cuerpo dividido dentro de ella como un martillo silvestre pulsando tu vientre que anda relumbrando en el sétimo piso mientras todo vuelve a su crimen y Ella entra como una feminista en el polvo de tus huesos revolcándose entre chispas de sangre y oscureciente cifra
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Ma non sai in che direzione SPEED UN’ILLUMINAZIONE IMPROVVISA lo frega facendolo grugnire come un selvaggio rovinato portatore negli anni di un terribile animale sulle spalle di lei che riverbera e affonda unanimemente il dolce ferro dei sui canini Il mondo si trasforma in sogno e il sogno in mondo e credevi di calpestare zolle mistiche ma non sapevi che erano bave tossine mescolanze tutto quello che lo distingueva come gli anelli alle orecchie sul naso sui capezzoli Anelli Anelli Anelli perfidamente fatti a pezzi dal tuo martello La medusante luna che scende sui tuoi capelli quando balli come un marilyn manson come un cyber compunto dal sesso tu diacono del martello sull’asfalto sul suolo di vinile che riflette tutto torni ripetutamente e interminabile a essere una povera cosa intrattabile corpo diviso dentro di lei come un martello selvatico che ti pulsa nel ventre che si va illuminando al settimo piano mentre tutto torna
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donde la encuentro como una beatriche prensada como un clavel en tu bolsillo.
(Dorada Apokalypsis, 2009)
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al suo crimine e Lei entra come una femminista nella polvere delle tue ossa tra scintille di sangue e oscurescente cifra dove la trovo quasi una beatrice pressata come un garofano nella tua tasca.
1) Il nome è un riferimento preciso a un fatto di cronaca avvenuto a Lima nel 2001 quando una giovane ragazza è stata uccisa da 44 colpi di martello sferzati da un giovane di 19 anni di nome Climaco. 2) Attore ungherese famoso per le sue interpretazioni del conte Dracula. 3) Il pishtako è un essere mitologico andino identificato con una persona alta e di tratti occidentali che attacca i viandanti di notte e le uccide per usarne il grasso.
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Torokuna
Desde el palco veo al novillo babeando y enterrando el hocico en la arena y quedarse como un esqueleto raspado por el estío Su lomo es una diadema roja brillando opaco como alma arrancada por un ligero incendio Y tú quietita parsimoniosamente llevando tus manos con impudicia al pecho Y lenitiva ante el poder de la sangre que sale como barriles de petróleo sobre la arena ves sobre tus muslos encima de tu pantalón ecológico una revista de Cosmopolitan trajes de invierno cuando aquí es verano y hay avisos y piensas o quieres regresar y ver algún Fashion Week pero estas aquí como aquel retrato de una Inka Kola tan hielo como tú Porque esto no es un tinku chaplinesco ni réclames que pasan por tu nuca silbando como trece balas en tu espejo ni es la constitución de tu cuerpo apoyándose sobre tus brazos Mi corazón es el corazón del novillo brutalmente puro como una ilusión de pastar sobre mojado Un taparako zumba sobre el espeso aire del rodeo Al fondo una canción de R.E.M. y algo se movía en ti como si te cayesen un millón de vidrios y tu escudo cediera como tus piernas que se abren en el momento de una violación instantánea en un DVD pero eso no sucedió lo viste en amores perros o en otros sucesos de la CNN
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Torokuna1
Dal palco vedo il toro che sbava e sotterra il muso tra la polvere restare come uno scheletro scavato dall’estate Il suo dorso è un diadema rosso che brilla opaco come un’anima strappata da un leggero incendio E tu tranquilla porti lentamente le tue mani impudiche al petto E lenitiva di fronte al potere del sangue che sgorga in terra come barili di petrolio guardi sulle tue cosce appoggiata ai pantaloni ecologici una rivista Cosmopolitan vestiti da inverno mentre qua è estate e ci sono pubblicità e pensi o vuoi tornare e vedere qualche Fashion Week ma te ne resti qua come la campagna dell’Inka Kola2 così gelata come te Perché questo non è un tinku3 chaplinano né réclame che passano per la tua testa fischiando come tredici pallottole sul tuo specchio né la costituzione del tuo corpo che si appoggia sulle braccia Il mio cuore è il cuore del toro brutalmente puro come un’illusione di pascolo molto bagnato Un taparako4 ronza nell’aria spessa della corrida Dal fondo una canzone dei R.E.M. e qualcosa si muoveva in te come se ti cadessero un milione di vetri e il tuo scudo cedesse come le tue gambe che si
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Un Buda pide paz desde una gruta El novillo no tenía nombre ni marca solo una espada atravesada como lo tengo yo con un pastiche para un diario que no quiero escribir Confuso entre el hambre y mis bajos instintos despierto como una estatua Posiblemente ambos nos parecemos derribados en una pista que no conocemos ni la mano diestra que nos rebana el pellejo embestimos lo imposible lamentando que la tarde no sea propicio para comer un kilo de tentaciones puras y divinas con mollejitas frente a un malecón con farolas Sólo ves la presencia de la muerte en los ojos del novillo sucumbiendo ante tu indiferencia tu toalla y tu menstruación tomando fotos como una paparazzi sin empleo Desde el palco con tu hombre de madera y el chicle en la boca el sol filtraba tus cabellos y escuchas Perdiendo mi religión y la sangre es un estallido en mis pulmones y no lo sientes porque llevas puestos unos lentes de sol y crees que es una película de Tyrone Power o Cantinflas y no un novillo emparrado por el calor y yo un matador un realista sucio que no quiere ir a la mar para saber sobre tu vida teniendo en cuenta que podrías haber nacido entre los 80s o los 90s del siglo pasado y llamarte anita reencarnada en otra anita de 1895 cuando Asombrada y estupefacta se te venía encima una locomotora Que frenéticamente aullaba en el cine de los Lumiére como ahora se
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aprono nell’attimo di una violenza sessuale istantanea in un DVD ma questo non è successo lo hai visto in amores perros5 o nelle notizie della CNN Un Budda chiede pace da una grotta Il toro non aveva nome né marca solo una spada conficcata come ce l’ho io con un pezzo scopiazzato per un giornale che non ho voglia di scrivere Confuso tra la fame e i miei bassi istinti sveglio come una statua Probabilmente entrambi sembriamo crollati per una strada che non conosciamo né la mano destra che ci squarta la pelle andiamo addosso all’impossibile lamentandoci perché la sera non è propizio mangiare un kilo di tentazioni pure e divine con mollejitas6 davanti a un lungomare con i lampioni Solo vedi la presenza della morte negli occhi del toro che soccombe di fronte alla tua indifferenza al tuo asciugamano alle tue mestruazioni che scatti foto come un paparazzo disoccupato Dal palco col tuo uomo di legno e la gomma in bocca il sole filtrava tra i tuoi capelli e ascolti Losing my religion e il sangue è un’esplosione nei miei polmoni ma non lo senti perché porti occhiali da sole e credi che sia un film di Tyrone Power o Cantinflas7 e non un toro attanagliato dal caldo e io un torero realista e sporco che non vuole andare al mare per sapere della tua vita considerando che potresti essere nata negli anni ‘80 o ‘90 del secolo scorso e chiamarti anita reincarnata in un’altra anita del 1895 quando
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entumece la tarde como un próscrito indeseable sobre un foso bombardeado donde un novillo cae como un estruendo de Caxias amb paquet Muerto muerto como ya estaba dicho en un periódico chicha Visto por estos jodidos pitonisos ambulando su suerte como si fuera el mío como el de Víctor Jara tras centenares de muertos en el estadio tras su sombra sobre la grama verde sobre un país inútil y viejo como su verdugo El novillo está picado por el mar picado por el hombre aquel que te mira desde las gradas a los que nunca conociste como tampoco al verdugo que nos apunta con su sable Estoy ardiendo clavado en este asiento Miro con mi binocular tu boca de hierro tu mortal chaqueta esculpida entre tu pecho y tu cuello elevadísimo que no deja desbordar tus pasiones mas bien cuando te sacas el polo apretado que te sofoca y te vuelves diarreicamente bella como una tostada con mermelada por el cual he dejado mi alma atrás mi familia y
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Spaventata e stupefatta ti si vedeva sopra una locomotiva Che ululava freneticamente nel cinema dei Lumière come ora si intorpidisce la sera come un proscritto indesiderabile sopra un fosso bombardato dove cade un toro come un boato di Caxias amb paquet Morto morto come diceva un giornale scandalistico Predetto da quei fottuti cartomanti che deambulano la loro sorte come fosse la mia come quella di Víctor Jara dopo centinaia di morti allo stadio dietro la sua ombra sull’erba verde sopra un paese inutile e vecchio come il suo boia Il toro è trafitto dal mare trafitto dall’uomo quello che ti guarda dalle gradinate quelli che mai hai conosciuto come nemmeno il boia che punta la sua sciabola verso di noi Sto bruciando inchiodato al mio posto Guardo col binocolo la tua bocca di ferro la tua giacca mortale scolpita tra il tuo petto e il tuo collo lunghissimo che non lascia prorompere le tue passioni piuttosto quando ti togli la maglia
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llevo adelante el desierto piedras sobre piedras con una enfermedad a los pies mientras me troco con el bruto de abajo con estas astas delirantes y osar temer amar aborrecerse definitivamente por estar dando vueltas y vueltas con un pestífero que me sigue con su lanza y un caballo taimado que no me mira Y tú me pides helados y globalización a estas horas con 45 grados de alcohol y calor posiblemente me estoy despintando cuarteando metabólicamente ausentándome Missing missing missing que me pongo como un cartelito en un parlamento cualquiera gritando neurasténico inarmonioso Te escribo esta carta para reconstruirme aeróbicamente tierrafirmista y prolongarme tan sólido como un pedo que infla tu falda tu cálido poder me dobla como un proyectil en el estómago Aquí en el Torokuna comenzó a llover y tú te cubres con una capucha como si estuvieras en el vientre de tu madre donde también llueve sorda y paupérimamente llueve duramente maduramente entre sí Llueve y los reflectores apuntan al bulto que lo arrastran hasta el socavón como un pobre viejo cansado de andar por la vereda Ahora hay un hormigueo de fábrica los peones están desarmando la miserable bóveda del Torokuna ya no hay payasos ni trapecistas económicos
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stretta che ti soffoca e torni diarreicamente bella come una fetta biscottata con la marmellata per la quale ho lasciato la mia anima indietro la mia famiglia e porto avanti il deserto pietra su pietra con una malattia ai piedi mentre mi trasformo in quel bruto là in basso con queste corna deliranti e osare temere amare detestarsi definitivamente perché giro e giro a vuoto con un maledetto che mi insegue con la sua lancia e un cavallo infido che non mi guarda E tu mi chiedi gelati e globalizzazione a quest’ora con 45 gradi di alcol e calore probabilmente mi sto sbiadendo squartando assentandomi metabolicamente Missing missing missing come un cartellino che mi metto in un parlamento qualsiasi gridando nevrastenico disarmonico Ti scrivo questa lettera per ricostruirmi aerobicamente terrafermista e prolungarmi così solido come un peto che rigonfia la tua sottana il tuo caldo potere mi piega come un proiettile allo stomaco Qui nel Torokuna ha iniziato a piovere e tu ti copri con un cappuccio come se fossi nel ventre di tua madre dove anche piove misero e sordo piove duramente maturamente tra sé Piove e i riflettori puntano sul corpo trascinato nei sotterranei
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El novillo es una hecatombe en el plato del barrio y yo soy apenas un vigilante de esta cuadra llena de ladrones a quienes les toco el silbato y corren a un doloroso descampado donde me pierdo buscรกndote dรกndome de varazos a ciegas tropezรกndome con sulfurosos y maquillados cabros mientras estoy desgastรกndome hilo por hilo tira por tira los talones los olvidos mis gemidos entre tu vuelco corazรณn entrinchado.
(Dorada Apokalypsis, 2009)
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come un povero vecchio stanco di camminare sui viali C’è un brulichio di fabbrica adesso i manovali smontano la tettoia miserabile del Torokuna e non ci sono pagliacci né trapezisti economici Il toro è un’ecatombe sul piatto del quartiere e io un vigilante di questo isolato pieno di ladri ai quali suono il fischietto e scappano in un doloroso sterrato dove mi perdo cercandoti dandomi colpi di manganello alla cieca inciampando in solforosi e truccati froci mentre mi logoro filo a filo pezzo per pezzo i tacchi le dimenticanze i miei gemiti tra il tuo cuore riverso fatto a pezzi.
1) Kuna in quechua è il suffisso che serve come marcatore per il plurale, la parola torokuna passa a designare nella lingua parlata in Perù il luogo dove si svolgono le corride. 2) Bevanda peruviana molto popolare di colore giallastro e sapore dolce. 3) Antico combattimento rituale di origini preispaniche. 4) Nome in quechua e aymara che indica tipo di insetto di colore scuro portatore di malaugurio. 5) Film del regista messicano Alejandro González Iñáritu (2000). 6) Piatto con interiora di pollo. 7) Fortino Mario Alfonso Moreno Reyes, attore messicano che è rimasto conosciuto con il nome di Cantinflas, personaggio che lo ha reso celebre e che incarnava il messicano dei quartieri poveri.
POETARE E PENSARE
IN FORMA DI PAROLE Rivista trimestrale a cura dell’Associazione culturale “In forma di parole”
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Questo numero è fotocomposto con caratteri “Garamond Premier” stampato in cinquecento esemplari su carta “Arcoprint Avorio” dalla Litografia “Rabbi CTP” in Bologna nel mese di Dicembre 2011 per conto della Associazione culturale “In forma di parole”
Registrazione Tribunale di Reggio Emilia n. 455 del 21 gennaio 1980