Fotografia....Archivio digitale

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archivio digitale



Impaginazione realizzata da: Nazmije Ahmedoska In collaborazione con: Frrah Sikander Baig Valeria Mozzoni Cecilia Regini



GESTIONE DELLE IMMAGINI Le immagini che si scattano in digitale, una volta passate dalla fotocamera al computer dopo il trattamento, devono essere archiviate. Diventa essenziale archiviare le proprie immagini su dei supporti esterni al computer, in maniera ordinata, perché altrimenti diventa un problema ritrovare un’immagine tra diverse decine di file all’interno di un’unica cartella sul disco rigido. Per ritrovare la singola immagine occorre didascalizzarle all’inizio. Il vantaggio della didascalia informatizzata è quello di essere presente in ogni copia dell’immagine a prescindere del trattamento subito. È possibile utilizzare anche altri metodi di archiviazione come nominare i file con nomi che individuino il soggetto contenuto. Importante tra l’altro archiviare le proprie immagini in formati che siano leggibili da tutti i sistemi operativi. È fondamentale scegliere con attenzione il metodo di archiviazione che si ritiene più vicino alle proprie esigenze e mantenerlo il più a lungo possibile.

Supporti di archiviazione Nella memorizzazione delle nostre fotografie è importante decidere quale sia il supporto di memoria migliore da utilizzare. È insignificante tenere tutte le nostre immagini sul disco rigido interno perché non è eterno. Un virus, un errore di scrittura, oppure l’usura stessa del disco potrebbero mandare in fumo mesi e mesi di lavoro. Quando archiviamo, ci dobbiamo porre il problema di utilizzare tecniche e metodi che ci permettono di gestire le nostre immagini su diversi sistemi operativi.

Anche i dischi rigidi portatili, come questo Trascend da 500GB sono un buon sostema d’archiviazione. Con una capacità di parecchi gigabyte possono ospitare centinaia di immagini. Molti dispongono anche di slot per le carte di immagini

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Il Dvd Il supporto migliore per un’archiviazione sicura delle proprie immagini è rappresentato dal Dvd normale o riscrivibile, un supporto che offre spazio sufficiente a registrare circa 1200 immagini con una buona compatibilità. L’abbassamento dei costi e la diffusione di masterizzatori hanno imposto sia i Cd Rom, sia i Dvd come supporti principali per l’archiviazione. Per sicurezza fate una doppia copia del vostro archivio!!!

I metodi di archiviazione Come abbiamo già accennato l’archiviazione delle immagini è molto importante e se non è fatto in modo adeguato e preciso, può diventare difficile e pesante da gestire. Ci sono vari sistemi e metodi per archiviare le immagini; sappiamo che i principali strumenti per ricavare le immagini sono la fotocamera e lo scanner. Quando si scattano foto e si scaricano al computer, saranno distinte solo da un numero, e qui si può scegliere di catalogare per cronologia o per categorie. È facile capire che se si sceglie di catalogare le immagini per cronologia è assai difficile se non si ha la memoria di chi ha scattato le immagini in archivio. Se si sceglie di catalogare per categorie sarà molto meno complicato: si possono creare delle sottocategorie ad es. “strumenti musicali” all’interno dei quali ci sono altre sottovoci come “pianoforte”, “chitarre”, ecc... Questo metodo sembra il più ideale, ma anch’esso ha dei lati negativi,

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in quanto all’aumentare delle categorie sarà sempre più complicato rintracciare le immagini. A questo proposito potrebbe essere di aiuto inserire nel file di immagine una didascalia (una breve descrizione dell’immagine). Oppure esiste un altro metodo, in verità poco conosciuto, che è quello dell’infofile. L’info-file (informazioni di file) è uno standard che è stato sviluppato da un’associazione americana, NAA (NewspaSony produce la MV CCD per Association of America), e dall’IPTC 500, una fotocamera che (International Press Telecomunications incorpora al suo interno un masterizzatore di Cd rom. Council) nei primi anni Novanta, e perUna volta finito il lavoro, metteva di identificare in modo certo le con questa fotocamera, è immagini e il testo che veniva trasmesso. possibile visualizzare le immagini semplicemente inIn pratica il sistema info-file scrive nell’inserendo il Cd Rom nel comtestazione dei file di immagine una serie puter. di campi di testo racchiusi in modo quasi incancellabile nella foto. Si tratta di codici interni leggibili solo se si apre una finestra di dialogo o con un browser d’immagine. Un’altra caratteristica molto importante è quella di effettuare ricerche rapide per parole chiave che consentono a differenti programmi di visualizzare rapidamente le immagini contenute in ogni cartella. Le informazioni custodite nell’info-file di un’immagine digitale non vengono cambiate da nessun tipo di ritocco che subisce l’immagine e il loro contenuto testuale non viene modificato. Usando l’info-file non servirà creare delle sottocartelle, ma sarà sufficiente scrivere nella didascalia parola chiave riguardante l’immagine.

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Entrando nei particolari, l’info-file è costituito da diversi campi. Il 1° campo è quello della didascalia all’interno della quale si possono inserire il testo della didascalia, l’autore, un titolo e altre istruzioni. Il campo didascalia è assai importante perché permette di descrivere un’immagine a campo libero. Il 2° campo è quello delle parole chiave che rappresentano le categorie d’appartenenza delle fotografie che sono usate dal browser d’immagine. Più parole chiave verranno inserite, più la ricerca delle immagini sarà ottima. Il 3° campo è quello delle categorie, ossia quello dell’utilizzo editoriale. Nei programmi di visualizzazione delle immagini digitali si possono organizzare delle categorie che gestiscono e marcano immagini secondo categorie predefinite. Questo campo permette di inserire più categorie e può unire le nostre immagini in base a criteri di ricerca. Il 4° campo è quello degli autori, che permette l’inserimento del nome dell’autore e della fonte dell’immagine. Il 5° campo riguarda l’origine che dà le informazioni della storia dell’immagine, ad esempio la data di creazione, il luogo dove è stata scattata la fotografia ecc... Il 6° e ultimo campo è quello del copyright © che permette di “firmare” l’immagine con i diritti d’autore. Abbiamo visto nei particolari come l’info-file può semplificare la gestione di un’immagine digitale. Uno dei metodi di archiviazione più recenti è il clouding che permette di salvare immagini sul web. Sono moltissimi i file che archiviamo nella memoria del nostro computer di vario tipo e di peso diverso. Il sistema si rallenta se si occupa gran parte del nostro hard disk. Oltre alla possibilità di salvare i file su supporti mobili (CD, DVD, dischi esterni ecc…), la soluzione alternativa viene dal web:alcuni siti web offrono un hard disk virtuale dove collocare i nostri documenti. Tali siti costituiscono il clouding che offre uno spazio di archiviazione (gratuito o a pagamento) per le immagini e altri tipi di file.

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Con il clouding possiamo archiviare, gestire e condividere in modo semplice tutti i file e le immagini che si desiderano.

Non abusate della possibilità che offre Photoshop di inserire info-file predefiniti, senza modificarli foto per foto. Potreste ritrovarvi un archivio informatizzato troppo generico e non ben funzionante. Potete realizzare delle miniature a bassa risoluzione di tutte le immagini di un Dvd utilizzando le funzioni di bach inserite in Photoshop. Le miniature che conterranno l’infofile, se l’avete inserito, unite a un browser di immagini vi permetteranno di fare ricerche d’archivio rapide ed efficienti anche tra decine di migliaia di fotografie.

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I formati file di archiviazione L’immagine digitale può essere memorizzata in un file con diversi metodi detti formati. Esistono parecchi formati di file, ma i più utilizzati sono al massimo una decina. La necessità di creare tanti formati file per le immagini è dovuta al fatto che la tecnologia si evolve sempre di più e che le grandi aziende tentano di imporre i propri standard proprietari per ottenere un posto nel mercato. Elenchiamo ora i formati più utilizzati e le loro caratteristiche principali: TIFF (Tagged Image File Format): è il formato storico per le immagini che supporta immagini a 8 bit monocromatiche, 24 a colori e può essere compresso e non compresso attraverso un algoritmo chiamato LZW che consente di ottenere una compressione di circa il 30% delle dimensioni senza la minima perdita della qualità; GIF (Graphic Interchange Format): è un altro formato fondamentale nella storia dell’immagine digitale. Si tratta di un formato creato agli inizi della telematica per la visualizzazione delle immagini spedite via modem. Il problema erano le dimensioni dei file TIFF che, anche se compresse, diminuivano le proprie dimensioni solo del 30% e così si pensò di creare uno standard con una palette ridotta di 256 colori. Andando sotto a 256 colori le dimensioni dei file diminuiscono con una riduzione dei tempi di ricevimento telematico. Il formato GIF consente di ridurre le palette dei colori che possono arrivare fino a 1. Tutto questo è a vantaggio della leggerezza del file, ma a svantaggio dell’immagine perché se da

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un lato il GIF rende poco adatto alle produzioni fotografiche, dall’altro lo rende molto utile per uso grafico, dove a volte la riproduzione a dismisura di colori può avere dei risultai negativi. Il GIF consente anche di fare delle animazioni delle angolazioni con la sovrapposizione di differenti fotogrammi, molto usato nelle pagine web e di supportare parzialmente la trasparenza dell’immagine. È vero che questo formato è interessante per quanto riguarda la grafica, ma è poco adatto per l’archiviazione. JPEG (Joint Picture Export Group): è il formato più usato nell’ultimo decennio sia per l’archiviazione, sia per la trasmissione. È capace di raggiungere alti gradi di compressione fino al 99% e supporta persino le immagini a 24 bit. La parte negativa dell’utilizzo di questo formato è che si ha una perdita di qualità. Il grado di perdita della qualità non è fisso, ma è proporzionato alla compressione dei file. Il sistema di compressione unisce con formule matematiche i singoli pixel in base ai colori e ai dettagli, cancellando infine le informazioni che ritiene irrilevanti. Inoltre, lavorando sui colori, il formato JPEG può riportare dei difetti cromatici durante la stampa. Quindi, ad ogni apertura e chiusura del file, l’immagine si rovina. Perciò è meglio archiviare le proprie immagini dopo la prima lavorazione e poi intervenire su di una copia del file. Fino ad ora abbiamo parlato dei difetti del JPEG ed ora parliamo dei suoi privilegi. Uno dei migliori algoritmi di compressione per il formato JPEG è quello di Photoshop CS2; quando si va a salvare un file in JPEG appare una scala con 12 valori che ci consentono di scegliere il rapporto di compressione e la qualità finale dell’immagine. Se salviamo un’immagine a qualità 12 otterremo un file che verrà compresso circa del 90% con una perdita di qualità poco percettibile. Se, invece, dovessimo comprimere a qualità zero otterremo un file che verrà compresso al 99% con difetti decisamente visibili. Il JPEG è un formato versatile

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che può dare un buon aiuto al fotografo digitale in moltissimi casi, basta saperlo usare al meglio. Adesso si sta iniziando a utilizzare il JPEG 2000 che promette delle ottime prestazioni per quanto riguarda il campo della qualità. PNG (Portable Network Graphics): è un formato poco conosciuto che può, però, essere utile per il suo buon rapporto di compressione. La particolarità di questo formato sta, appunto, nella compressione che, pur essendo alta, non ha perdita di qualità e nella possibilità di supportare, al contrario del GIF, immagini a 24 bit. L’algoritmo di compressione è regolabile in una scala da 1 a 9 e interferisce sul tempo, usato dal computer nelle operazioni necessarie per l’utilizzo di questo formato. Tale formato è identificato dai vari browser per internet, motivo per cui si può utilizzare per le pagine web. RAW (“grezzo”): è un altro formato che si sta diffondendo e che è fondamentale per il fotografo digitale. Consiste in un flusso di byte che descrivono le informazioni colore nel file, scrivendo ogni pixel in formato binario (0 e 1). Questo formato descrive l’immagine esattamente come viene stabilita senza alcuna modifica e quindi senza alcuna perdita di qualità. La difficoltà nel gestire questo tipo di file sta nel fatto che bisogna creare, in fase di apertura del programma di fotoritocco, un’apposita paletta nella quale è necessario inserire una serie di dati e specificare delle opzioni come la risoluzione, la temperatura colore e l’esperienza RAW permette di modificare una serie di parametri anche dopo lo scatto ed e’ per questa

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ragione che è soprannominato “negativo digitale”. Infatti i fotografi lo utilizzano come un vero e proprio punto di partenza per ottenere il meglio dai propri scatti come un attento lavoro di postproduzione. Attualmente esistono molti programmi che supportano le fotocamere digitali con questo formato e perciò le case costruttrici sono dotate di appositi plug-in che consentono l’importazione di un file RAW in maniera semplice ed efficiente.

Il formato Psd I formati per la scrittura dei file di immagini sono circa una trentina, tutti con diverse caratteristiche e se aggiungiamo quelli per la gestione della multimedialità arriviamo a cinquanta. Spesso vengono creati dei formati proprietari che sono usati apposta per un’applicazione specifica. Un esempio di formati specifici è il Psd di Photoshop. Questo formato è il file di lavoro di Photoshop che memorizza e supporta tutti i metodi di immagini disponibili, le guide, i canali di tinte piatte e i livelli. Il Psd è un vero e proprio strumento di lavoro che consente di salvare tutto il lavoro in modo di poterla rielaborare in seguito. Perciò è adatto alla lavorazione, ma non per l’archiviazione né per la trasmissione per il fatto che la conservazione al suo interno di tutto il lavoro lo rende più pesante di un file formato TIFF. Comunque le tecnologie evolvono continuamente anche nel settore dei file d’immagine.

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I formati di file d’immagine AVI

Video per Windows filmati

BMP

Windows e OS/2 bitmaps

EXE

immagini auto visualizzabili

GIF

immagini grafiche ed animazioni

JPEG

immagini compresse

MAC

files del programma MacPaint

MIDI

Sequenze musicali

MOV

filmati Apple Quicktime

MP3

files musicali MP3

MPEG

filmati MPEG

PNG

Portable Network Graphic

PSD/PDD

immagini Photoshop

PSP

immagini

RAW

files di scambio immagini

TIFF

immagini Tagged Image

TXT

Text files

WAV

Windoes sampled sound files

WMF

windows metafile

PDF (Portable Document File). Documento che mantiene la propria formattazione e viene visualizzato su qualsiasi dispositivo di output. Documenti di grandi dimensioni, come ad esempio i manuali, spesso vengono distribuiti su CD-ROM in formato PDF. Tali file possono essere visualizzati con il software Adobe Acrobat.

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INDICE Gestione delle immagini

1

Supporti di archiviazione

1

Il Dvd

2

I metodi di archiviazione

2

I formati file di archiviazione

6

Il formato Psd

9

I formati file d’immagine

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